POZZI E DEMANIO IDRICO: DENUNCIA E CONCESSIONE
PSR MARCHE 2014-2020 – Sottomisura 1.2 Operazione A informazione - Domanda 39428
PREMESSA Sono 25 anni e ancora si cerca di mettere un punto chiaro sulla “regolarizzazione per utilizzo di acque pubbliche con attingimento da pozzi” e la tassa relativa che ne consegue. Negli anni si sono susseguite missive, da parte dell’ente pubblico preposto, in cui si invitavano i titolari stessi, ovvero proprietari di un terreno dove insite un pozzo, ad AUTOCERTIFICARE la propria posizione al Genio Civile della Provincia, competente fino all’ anno 2015, poi con legge 56/2014 in materia di riforma delle Province e degli altri enti locali, l’ autorità è passata alla Regione Marche. In base all’ art. 1 del D.P.R. n. 238 del 18 febbraio 1999: “Appartengono allo Stato e fanno parte del demanio pubblico tutte le acque sotterranee e le acque superficiali, anche raccolte in invasi o cisterne” ed in base all’ art. 23 c.4 del D.Lgs. 152/99 e succ. mod. “è vietato derivare o utilizzare acqua pubblica senza un provvedimento autorizzativo o concessorio dell’Autorità competente”. 3
In sostanza, come previsto dal regolamento regionale, si è cercato di distinguere, per il pagamento della così detta “tassa sui pozzi”, la posizione dell’utente, ovvero se il suo pozzo è ad uso domestico o uso produttivo. Se ricorre la prima fattispecie uso domestico, si intende che il pozzo sia attivo e la captazione finalizzata alla irrigazione di una superficie inferiore ai mille metri quadrati (sono compresi negli usi domestici l’innaffiamento di giardini e orti inservienti direttamente al proprietario ed alla sua famiglia e l’abbeveraggio del bestiame) e pertanto, come previsto, non soggetto a tassa alcuna, ne di istruttoria per regolarizzarlo, ne di canone. Inoltre se il destinatario della lettera non sia più il titolare del pozzo per via di compravendite, successioni, cessioni di terreno o di aziende, anche in questo caso l’autocertificazione è ammessa.
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Se ricorre l’ USO PRODUTTIVO, in questo caso si apre un mondo tutto da “interpretare” e cercare di comprendere
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La denuncia dei pozzi idrici adibiti a qualunque utilizzo (sia domestico che produttivo) Il presente che stiamo vivendo, con i cambiamenti climatici in atto, fa si che l’uso sostenibile della risorsa acqua sia diventata una priorità regolamentata con autorizzazioni e controllo dei prelievi idrici. La Legge regionale del 9 giugno 2006 n. 5 “Disciplina delle derivazioni di acqua pubblica e delle occupazioni del demanio idrico” ha come scopo la tutela delle acque, anche attraverso l’istituzione di un catasto informatizzato dei prelievi di acqua (pozzi) a seguito della presa d’atto delle autocertificazioni, rispedite dai soggetti interessati. La ricognizione che ormai dura da decenni, per il tramite di una “DENUCIA AUTOCERTIFICATIVA” (ai sensi della legge 4 gennaio 1968, n. 15) dell’esistenza dei pozzi da parte di proprietari, possessori od utilizzatori a prescindere dall’uso a cui sono adibiti e/o non assoggettati alla disciplina di utenza pubblica. L’Ente preposto, oggi Regione Marche ex. GENIO CIVILE PROVINCIALE, prende atto dell’ autocertificazione (anche cumulativa di più intestatari di un singolo pozzo o il 6
caso particolare di più pozzi a nome di un unico soggetto) e procede con l’iter procedurale, inserendo i dati del pozzo (ID = identificativo numerico) sul catasto informatizzato e l’interessato dovrà presentare domanda per richiedere l’autorizzazione al prelievo di acque sotterranee. Per il prelievo e l’utilizzo delle acque è necessario un provvedimento di concessione rilasciato dalla Regione Marche, che può essere annuale o pluriennale.
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Il canone nella sola provincia di Ascoli Piceno, in base all’art. 16 L.R. 49/2013 (legge finanziaria 2014-2016) per le sole imprese agricole ad indirizzo produttivo vivaio è applicato come se l’attività vivaistica fosse: Pescicoltura; Irrigazione di attrezzature sportive ed aree a verde pubblico: Modulo 375,00 € Minimo 135,60 €, non tenendo conto che sul modulo regionale scaricabile dal sito ufficiale regionale “DOMANDA DI CONCESSIONE DI DERIVAZIONE DI ACQUA PUBBLICA” la categorie a cui si fa riferimento esplicitamente all’art. 18 L. 36/1994 corrispondenza “irrigazione”
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è ortoflorovivaismo
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CONCESSIONE LICENZA ANNUALE: Per la concessione annuale, di seguito i documenti necessari per il suo rilascio: 1. Marca da bollo da €. 16,00 da apporre ad ogni licenza da rilasciare (una marca per ogni punto di prelievo richiesto). 2. Punto esatto di prelievo (pozzo in rosso) e disegno degli appezzamenti irrigati distinti per tipo di colture praticate indicando l’area di ciascuno tramite visura catastale ed estratto di mappa. 3. Per le richieste non presentate direttamente dal richiedente copia di un documento d’identità valido. 4. Spese istruttorie (per uso irriguo € 15 fino a Ha 7.00.00, € 20 da Ha 7.00.01 a Ha 15.00.00 e € 25 da Ha 15.00.01 o più; 10
per tutti gli altri usi € 25: ricevuta del versamento sul c/c postale n. 1034627750 intestato a: Regione Marche prov. utilizzo Idrico art. 46 L.R. 5/2006 S.T.; causale: “sigla Prov. – S.I., nominativo richiedente, licenza anno”, oppure, tramite bonifico bancario utilizzando il codice IBAN: IT 49 X 07601 02600 001034627750 causale: “sigla Prov. – S.I., nominativo richiedente, licenza anno”. 5. Canone annuo (per gli impor ti consultare il sito internet http://www.regione.marche.it/Regione-Utile/PaesaggioTerritorio-Urbanistica-Genio-Civile/Genio-civile/Invasi-ettingimenti#Pagamenti o contattare l’Ufficio di riferimento allo 0736 277755): ricevuta del versamento del canone annuo sul c/c postale n. 1034627750 intestato a: Regione Marche prov. utilizzo Idrico art. 46 L.R. 5/2006 S.T.; causale: “sigla Prov. – C.D., nominativo richiedente, licenza anno”, oppure, tramite bonifico bancario utilizzando il codice IBAN: IT 49 X 07601 02600 001034627750 causale: “sigla Prov. – C.D., nominativo richiedente, licenza anno”.
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CONCESSIONE PLURIENNALE Per la concessione pluriennale, di seguito i documenti necessari per il suo rilascio: 1.Progetto delle opere da eseguire (estrazione e uso delle acqua) con la seguente documentazione: a) relazione con indicazione del razionale utilizzazione del corpo idrico e del bacino idrografico/idrogeologico (art. 9, R.D. 1285/20); b) corografia (IGM scala 1:25.000) c) piano topografico d) profili longitudinali e trasversali e) disegni delle principali opere d’arte f) fotocopia documento d’identità titolare o rapp.te legale g) nel caso di persona giuridica allegare visura camerale CCIAA
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Per l’avvio dell’ istruttoria inoltre serviranno seguenti documenti: 2. Qualora il progetto, rientri in siti Natura 2000 (SIC, ZSC, ZPS) lo stesso dovrà essere sottoposto alla conseguente procedura della valutazione di incidenza; 3. Dichiarazione sostitutiva o certificazione antimafia (ove prevista); 4. Autorizzazioni rilasciate ai sensi del D.Lgs. 152/06 (scarichi, rifiuti, emissioni atmosferiche, ove necessario); 5. Nel caso di derivazione di acque superficiali ad uso irriguo il quantitativo richiesto dovrà essere determinato in funzione dei tipi di coltura praticati, dei consumi medi e dei metodi di irrigazione effettuati nel rispetto di quanto disposto dall’art. 21 del R.D. 1775/33; 6. Corografia su carta tecnica regionale in scala 1:10.000 con evidenziati eventuali vincoli e zone vulnerabili e su cartografia I.G.M. in scala 1:25.000;
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7. Planimetria catastale in scala 1:2.000, (se la concessione è richiesta ad uso irriguo, dovrà essere delimitato ed evidenziato il comprensorio di irrigazione); 8. Relazione geologica, geomorfologica, idrogeologica e geotecnica in caso di realizzazione di invasi totalmente in scavo; 9. Documentazione fotografica rappresentativa delle opere esistenti, dei luoghi e delle opere di progetto ed attrezzature (contatori ed altro); 10. Deposito delle spese istruttorie ai sensi dell’art. 12, comma 3 della L.R. 9 giugno 2006, n.15; 11. Qualora la domanda di concessione preveda l’utilizzo di acque sotterranee mediante captazione di sorgente, oltre alla documentazione di cui ai punti precedenti, ed in sostituzione degli elaborati indicati al punto 15, dovrà essere presentata anche la seguente: Relazione geologica ed idrogeologica, redatta da tecnico abilitato, contenente la documentazione relativa a:
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• considerazioni sulla compatibilità delle captazioni con il bilancio d’acqua e con l’assetto idrogeologico (i quantitativi richiesti dovranno assicurare l’equilibrio tra prelievi e capacità di ricarica degli acquiferi - ex art. 12 bis del T.U.1775/33 e s.m.i.); Sezioni geologiche rappresentative della geometria degli acquiferi e delle unità litostratigrafiche impermeabili al contorno, delle quali almeno una intersechi il punto di emergenza considerato; • Quota del punto di emergenza; • Indicazione del tipo di sorgente in base alle caratteristiche di emergenza; • Le cautele da adottarsi per prevenire effetti negativi sull’equilibrio idrogeologico e possibili inquinamenti della falda; Gli allegati tecnici alla domanda, la relazione finale e quant’altro richiesto, dovranno essere presentati tutti debitamente firmati da tecnico regolarmente iscritto all’albo dell’ordine competente in materia. Unitamente alla domanda dovranno
essere
allegati per la
procedibilità della stessa (art.11 RD 1285/20 - art. 7 RD 1775/33):
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Contributo idrografico: Ricevuta del versamento della quota prevista dall’art. 7 del R.D. 1775/33 (1/40) del canone che non potrà essere inferiore a € 30,99 e che dovrà essere effettuato sul c/c postale n. 1034627750 intestato: Regione Marche prov. utilizzo Idrico art. 46 L.R. 5/2006 S.T.; causale: “sigla Prov. – S.I. 1/40 del canone, nome richiedente”, oppure, tramite bonifico bancario utilizzando il codice IBAN: IT 49 X 07601 02600 001034627750 causale: “sigla Prov. – S.I. 1/40 del canone, nome richiedente”; Spese istruttorie:
Ricevuta del versamento ai sensi della DGR
1332 del 03.11.2016 (€ 100 tutti gli usi eccetto idroelettrico, € 200 uso idroelettrico fino a 100 kWp, € 500 uso idroelettrico oltre 100 kWp), sul c/c postale n. 1034627750 intestato: Regione Marche prov. utilizzo Idrico art. 46 L.R. 5/2006 S.T.; causale: “sigla Prov. - S.I., nome richiedente”, oppure, tramite bonifico bancario utilizzando il codice IBAN: IT 49 X 07601 02600 001034627750 causale:“sigla Prov. - S.I., nome richiedente”. Chiunque voglia procedere a ricerche di acque sotterranee o a scavo di pozzi nel fondo proprio o altrui deve chiederne autorizzazione all’ufficio ex. Genio Civile ora Servizio Tutela, Gestione e Assetto del Territorio Regione Marche (P.F. Tutela del 16
Territorio uffici periferici, competenza divisa per provincia) con procedura: a)
PRESENTAZIONE DOMANDA
b)
ESAME DOCUMENTAZIONE
c)
APERTURA ISTRUTTORIA
d)
SOPRALLUOGO
e)
RELAZIONE D’ISTRUTTORIA e CHIUSURA
f)
PROVVEDIMENTO DI AUTORIZZZAZIONE
I costi di costruzione possono avere un incremento del costo realizzazione del 10-15% m. Indicativamente a 60 m: costo 40.000 euro. Da presentare esclusivamente per l’uso irriguo
Contenuti: –
colture praticate – fabbisogno idrico – rotazioni eseguite – metodi d’irrigazione adottati si dovrà considerare l’effettivo fabbisogno idrico in funzione dell’estensione della superficie da irrigare, dei tipi delle colture praticate, anche a rotazione, dei consumi medi e dei metodi d’irrigazione adottati. A tal fine la domanda di concessione deve essere corredata da una relazione tecnico-agronomica per la valutazione del fabbisogno distrettuale, firmata da professionista abilitato. 17
Il piano di tutela delle acque, è uno strumento di pianificazione regionale con lo scopo di prevedere gli interventi sul territorio. Il fine è quello di conseguire gli obiettivi di qualità dei corpi idrici e la tutela quali-quantitativa della risorsa idrica, garantendo un approvvigionamento idrico sostenibile nel lungo periodo. Gli obiettivi sono perseguiti attraverso misure ed interventi adottati e previsti per ogni ciclo di pianificazione (sessennale). Approvato nel 2010, concilia gli aspetti quantitativi e qualitativi delle acque.
CONCLUSIONI Le aziende agricole titolari di pozzi produttivi si sono viste recapitare lettere per esigere il pagamento dei canoni arretrati decennali, per una tassa che le amministrazioni provinciali, poi regionali susseguite, hanno in effetti “dimenticato” di esigere (a dire il vero, a tutt’oggi le richieste avvengono a macchia di leopardo sul territorio regionale) sia in seno alle riscossione dei canoni di difficile interpretazione, sia della documentazione richiesta per le concessioni. 18
Da considerare che la situazione è in evoluzione e sarebbe auspicabile un coordinamento regionale degli uffici preposti, perché se è vero com’è vero l’interpretazione della normativa non può essere lasciata a considerazioni soggettive che possono gravare su alcune aziende agricole, sia in termini economici che burocratici, solo perché si ha la sede legale in una provincia piuttosto che in un’altra. Infine sarebbe auspicabile, per una più tempestiva comunicazione (per variazioni, cambi di proprietà, nuovi utilizzi) l’informatizzazione della procedura, che possa girare sul SIAR, dove si potrebbero, attraverso la firma digitale, inviare autocertificazioni per cambiamenti di conduzione e rilascio concessioni per l’attingimento.
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RIFERIMENTI NORMATIVI R.D. 1285/20 Regio decreto 14 agosto 1920, n. 1285 (in Gazz. Uff., 16 ottobre, n.245) - approvazione del regolamento per le derivazioni e utilizzazioni di acque pubbliche. R.D. 1775/33 REGIO DECRETO 11 DICEMBRE 1933, N. 1775 testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici. D.Lgs. 275/93 D.Lgs. 12 luglio 1993, n. 275 (1). Riordino in materia di concessione di acque pubbliche. Legge 36/94 LEGGE 5 gennaio 1994, n. 36agosto 1994, disposizioni in materia di risorse idriche (art. 18). Legge 584/94 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 8 agosto 1994, n. 507, recante misure urgenti in materia di dighe.
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Legge 136/99 Legge 30 aprile 1999, n. 136. Norme per il sostegno ed il rilancio dell’edilizia residenziale pubblica e per interventi in materia di opere a carattere ambientale. Legge 290/99
LEGGE 17 agosto 1999, n. 290 Proroga di
termini nel settore agricolo. D.L. 152/06 (Testo Unico Ambientale); parte terza - norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque all’inquinamento e di gestione delle risorse idriche. L.R. 5/06 LEGGE REGIONALE 9 giugno 2006, n. 5 Disciplina delle derivazioni di acqua pubblica e delle occupazioni del demanio idrico. L.R. 49/13 LEGGE REGIONALE 23 dicembre 2013, n. 49 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2014 e pluriennale 2014/2016 della Regione (Legge finanziaria 2014).
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Bibliografia: http://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Paesaggio-TerritorioUrbanistica-Genio-Civile/Genio-civile/Invasi-e-attingimenti https://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/iter_ degli_atti/pdl/pdf/d_leg42_8.pdf h t t p : / / w w w. r e g i o n e . m a r c h e . i t / Po r t a l s / 0 / A m b i e n t e / A c q u a / Demanio_Idrico/ModuloGD%20Domanda%20Derivazione. pdf?ver=2019-03-13-125605-760 www.normattiva.it www.consiglio.marche.it www.norme.marche.it http://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Ambiente/Tutela-delleacque/PTA#Documentazione Pubblicazione realizzata con il contributo dell’Unione Europea. Il contenuto della presente pubblicazioni non riflette necessariamente la posizione o l’opinione della Commissione Europea
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