Agricoltori Coldiretti

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Preparati per l’agricoltura agroecologica


Gentilissimo associato, ti inviamo in allegato la documentazione informativa elaborata dalla Federazione Provinciale Coldiretti Macerata a supporto della Tua attività e predisposta nell’ambito del progetto di informazione n° 4937/2010 “Agricoltura Agroecologica” che prevede la partecipazione comunitaria. L’informazione, per un imprenditore, è fondamentale per affrontare sia le scelte organizzative della propria impresa sia per approcciare un mercato sempre più selettivo. L’attività di informazione e formazione che Coldiretti mette in programma e realizza è importante per tutto il progetto economico della filiera agricola “Tutta Italiana”. Ti invitiamo a prendere visione del materiale e a darci anche spunti sul suo contenuto o suggerimenti per una nuova formazione/informazione, che reputi utile alla Tua impresa. Sempre a disposizione porgiamo i nostri più cordiali saluti. Il Direttore ASSUERO ZAMPINI

Il Presidente FRANCESCO FUCILI

Iniziativa realizzata con il contributo di

UNIONE EUROPEA

REGIONE MARCHE


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Indice 4 Obiettivi del progetto 6 Cosa ci dĂ ogni ingrediente? 7 I concimi organici fermentati 8 Bocashi 12 I biofertilizzanti 12 Biofertilizzante semplice 14 Accumulatore di microrganismi 15 Biofertilizzante elaborato con accumulatori di microrganismi 16 Soluzioni minerali per il trattamento di insetti e malattie 16 Soluzione zolfo-calce o soluzione zolfata 17 Poltiglia bordolese arricchita con soluzione zolfo-calce

Il formatore Jairo Restrepo


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Obiettivi del progetto Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza da parte dei cittadini sulla necessità di cambiare la propria alimentazione come primo passo per una migliore salute. Infatti, tutti ormai conoscono l’ inaffidabilità degli alimenti prodotti all’estero in condizioni molto spesso non idonee come del resto confermato dai numerosi scandali alimentari e venduti nel nostro paese come eccellenze dell’agricoltura italiana. La risposta di molti agricoltori, cittadini e organizzazioni di categoria come Coldiretti è stata la nascita e diffusione su tutto il territorio nazionale di progetti di filiera corta, di mercati di vendita diretta, e dell’incremento delle superfici coltivate con i metodi dell’agricoltura biologica. Nonostante questi innegabili passi in avanti, ci siamo accorti che a volte il passaggio dal metodo convenzionale con uso di agrochimici al metodo biologico avviene senza una reale consapevolezza da parte dell’agricoltore. Spesso il produttore non affronta un reale cambiamento di paradigma nel modo di fare agricoltura, ma si limita a sostituire alcuni input chimici con prodotti consentiti dai disciplinari del biologico. Per esempio, quando un produttore biologico si trova di fronte a un violento attacco di una malattia o di un insetto, si limita a cercare il prodotto adeguato per fare fronte all’emergenza e risolve temporaneamente il problema. Quasi mai però, l’agricoltore si chiede quale può essere la causa di questi attacchi, ignorando che spesso la risposta è nella carenza minerale del suolo. Infatti il suolo non è un supporto inanimato, ma l’ecosistema che racchiude una grande diversità organica e minerale e che è il primo responsabile della salute o della malattia della pianta. Da queste considerazioni è nata l’idea di portare in Italia l’esperienza del COAS, che lavora su queste basi da alcuni decenni e che applica le tecniche dell’agroecologia con grande successo in America Latina e in Australia. L’obiettivo dei seminari dell’autunno 2010 tenuti da Jairo Restrepo e di questa piccola pubblicazione è fornire agli agricoltori e a gli allevatori strumenti teorico-pratici per osservare e comprendere la complessità dell’ecosistema agrario, per migliorare i propri suoli, e per supportare le proprie colture e allevamenti con preparati organici basati sulle fermentazioni e sull’utilizzo dei minerali. Il principio generale che orienta questa guida è il lavoro agricolo assecondando i ritmi, i tempi e i cicli biogeochimici della natura, e non la negazione degli stessi come avviene spesso nell’agricoltura convenzionale. Un altro asse portante della proposta dell’agricoltura organica è l’”alleanza” tra agricoltura e allevamento, che è stata spezzata per fare spazio da un lato ai fertilizzanti chimici, e dall’altro alle miscele industriali. Dopo decenni di cambiamenti, prove, fallimenti, oggi sembra quantomeno improbabile poter assicurare una produzione agricola sana e abbondante senza l’apporto al suolo delle deiezioni animali, ai quali viene fornito un alimento sano e di qualità generato da quello stesso suolo. Quanto riportato nei testi che seguono è uno schema generale dal quale estrarre le indicazioni che possono aiutare ciascuno dei lettori. Non esistono ricette miracolose, né rimedi validi sempre e ovunque, ma indicazioni di massima che devono essere “personalizzate”, affinate e adattate al proprio contesto produttivo. Per iniziare un cambiamento che conduca al miglioramento dei suoli e delle colture gli ingredienti indispensabili sono lo spirito di osservazione e una gran voglia di sperimentare nuove soluzioni.


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Preparazione della soluzione zolfo-calce


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COSA CI DÀ OGNI INGREDIENTE? Acqua Nei concimi, permette di mescolare gli ingredienti e aiuta a distribuire uniformemente l’umidità tra tutte le parti del preparato. In questo modo si creano le condizioni per uno sviluppo armonioso dell’attività e della riproduzione dei microrganismi necessari alla trasformazione del concime. Nei biofertilizzanti amalgama tutti gli elementi del composto, è il mezzo liquido in cui si realizza tutto il processo di trasformazione. Molti microrganismi presenti nella fermentazione si distribuiscono più uniformemente nel liquido, dove i nutrienti (vitamine, enzimi, peptidi, ecc) si trasferiscono o si trasformano con più facilità. Calce Contribuisce all’equilibrio dell’acidità tanto nella fermentazione dei concimi come nella preparazione delle soluzioni minerali. Inoltre reagisce con lo zolfo, rendendolo solubile (nel caso della soluzione zolfo-calce). Per i preparati si deve usare calce viva, calce per la costruzione della migliore qualità o idrossido di calcio, mentre non deve assolutamente essere utilizzata la calce agricola o il cemento bianco, soprattutto nella preparazione delle soluzioni minerali. Carbone Migliora le caratteristiche fisiche del suolo permettendo una miglior entrata e distribuzione delle radici nel terreno, una migliore aerazione e un maggior assorbimento dell’umidità e del calore (energia). Grazie al suo alto grado di porosità aumenta l’ossigenazione dei concimi, facilita l’attività dei microrganismi, conserva, filtra e libera nutrienti e agisce come un regolatore di temperatura del suolo, aumentando la resistenza delle radici alle basse temperature notturne. Si raccomanda di triturare bene il carbone prima di mescolarlo agli altri ingredienti. Cenere È un’importante fonte di sali minerali che, oltre ad attivare e arricchire la fermentazione, nutrono e fertilizzano il suolo e le piante. Il concime Bocashi può essere migliorato utilizzando farina di roccia al posto della cenere. Letame È la principale fonte di azoto. Migliora la qualità e la fertilità del suolo con altri nutrienti come fosforo, potassio, calcio, magnesio, zinco, rame e boro. In generale, il letame migliora le condizioni biologiche, chimiche e fisiche del suolo. Il letame di vacca fresco apporta microrganismi viventi che sono essenziali per iniziare il processo di fermentazione del biofertilizzante. Fornisce l’inoculo di lieviti, funghi e batteri che hanno la funzione di digerire e trasformare quei nutrienti presenti nel composto in alimenti facilmente assimilabili per le piante. Lettiera È lo strato superficiale del materiale che si trova nel sottobosco, ed è formata da foglie e rami in via di decomposizione e da un sottile strato di terra. È ricchissima di vita microbiologica che, appunto, decompone i materiali vegetali del bosco rendendoli disponibili per la nutrizione vegetale. È necessario che la lettiera sia molto diversificata e di buona qualità, perché un’alta diversificazione di specie vegetali corrisponde a una maggiore varietà di microrganismi. Inoltre è raccomandabile utilizzare lettiera raccolta in prossimità della zona dove poi si utilizzerà il preparato perché esiste in natura una memoria biologica, anche detta “distanza genetica” tra gli ecosistemi e gli elementi che li compongono.


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Latte o siero di latte Essendo ricchi di aminoacidi, vitamine, grassi e proteine, forniscono le condizioni ideali che permettono la moltiplicazione dei microrganismi. Si consiglia di utilizzare il siero di latte principalmente nella preparazione di biofertilizzanti e per i preparati da spruzzo. Lievito È composto da organismi microscopici che sono responsabili dell’avvio del processo di fermentazione o di trasformazione della sostanza organica in nutrienti. Zuccheri Forniscono l’energia necessaria ai microrganismi per poter realizzare il lavoro di decomposizione della materia. Gli zuccheri sciolti in acqua facilitano il processo di fermentazione della sostanza organica in sostanze nutritive digeribili per le piante; sono il carburante della fermentazione, come il fuoco che consente la cottura dei cibi per facilitare la digestione. Sono ricchi di potassio, calcio, fosforo, magnesio e micronutrienti come il boro, lo zinco, il manganese e il ferro. Nei paesi tropicali si usa la melassa della canna da zucchero. In Europa si può usare lo zucchero, il miele o della frutta non più commestibile perché in avanzato stato di maturazione. Crusca di grano, riso o mais È un ingrediente ricco di vitamine complesse che stimolano l’attivazione di ormoni della crescita, aumentando la fermentazione nei concimi. Inoltre è ricca di carboidrati, proteine, minerali come azoto, fosforo, potassio e magnesio. Questi componenti sono molto importanti perché costituiscono un alimento di base peri microrganismi responsabili della decomposizione della sostanza organica (un processo indispensabile perché questa possa essere assimilata dalle piante). La crusca migliore è quella di riso. Paglia Si aggiunge ai concimi triturandola finemente: facilita l’aerazione, l’assorbimento di umidità e la ritenzione di nutrienti, aumenta l’attività dei microrganismi del suolo. Fornisce struttura al concime e al suolo, oltre a consentire una migliore penetrazione delle radici. Minerali (zolfo, rame, boro, magnesio, zinco, etc.) Attivano e arricchiscono la fermentazione, nutrono e fertilizzano il suolo e rafforzano le piante. Questo riduce gli attacchi di parassiti, malattie e funghi: gli insetti attaccano le piante quando c’è un disequilibrio minerale, quindi le piante ben nutrite sono più forti. Quando si utilizza cenere o farina di roccia si incrementa la presenza di minerali, tanto nelle soluzioni minerali quanto nei concimi e nei biofertilizzanti. Zolfo Aiuta ad ottenere un equilibrio nutrizionale nelle piante. Si possono aggiungere fino a 40 kg di zolfo per ettaro direttamente nel fertilizzante (ad esempio nel Bocashi). Lo zolfo da solo non è solubile in acqua (nelle soluzioni tipo zolfo-calce deve essere accompagnato con la calce e l’ausilio del calore in modo che possa dissolversi). Terra Consente l’integrazione di tutti i componenti del concime e distribuisce l’umidità, è l’ambiente favorevole per lo sviluppo di attività microbiologica (indispensabile per una buona fermentazione). Ha la capacità di trattenere e filtrare i nutrienti e rilasciarli in modo che possano essere assimilati dalle piante. Per la preparazione del Bocashi la terra migliore è quella argillosa perché ricca di minerali essenziali per lo sviluppo delle piante. In alcuni casi è necessario setacciarla in modo da togliere pietre, zolle e legno.


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I CONCIMI ORGANICI FERMENTATI Bocashi Il Bocashi è un concime organico fermentato i cui ingredienti si ottengono dal calore generato durante la sua preparazione. Questo tipo di concime è usato con successo da contadini e produttori di molti paesi. Gli ingredienti possono cambiare a seconda delle condizioni di ogni luogo, per questo è importante conoscere il meccanismo generale della sua preparazione e il ruolo di ogni ingrediente. Per preparare il Bocashi e qualunque altro composto bisogna tenere sempre a mente che i migliori ingredienti sono quelli che si hanno a portata di mano.

Aggiunta del carbone nella preparazione del Bocashi


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Usi Il Bocashi alimenta e ricostituisce lo strato fertile del terreno (suolo), aumenta la profondità delle radici e fertilizza le piante perché contiene diversi tipi di sostanze nutrienti solubili (macro e micronutrienti) immediatamente disponibili. Ingredienti Per preparare 60 sacchi di concime (quantità necessaria per un ettaro di terreno a ortaggi o cereali). • 20 sacchi di letame. • 20 sacchi di paglia. • 20 sacchi di terra. • 1 sacco di crusca di riso, grano o farina di mais. • 4 kg di zucchero. • 1 o 2 sacchi di carbone vegetale in pezzi piccoli, si può usare anche cenere o polvere di roccia (25 kg per tonnellata di concime ottenuto). • 1 kg di lievito granulato per pane. • Acqua. Preparazione Preparazione del luogo in cui realizzare il concime: per proteggere il concime da sole, vento e pioggia (fattori che alterano la fermentazione e la qualità finale del fertilizzante), è necessario prepararlo in uno spazio coperto.

Questa copertura, che può essere realizzata con un telone plastico, una stoffa impermeabile o qualunque altro materiale, deve rimanere separata dalla superficie del concime per evitare un eccesso di umidità e una fermentazione in assenza di ossigeno (anaerobica). Il pavimento può essere di mattoni, cemento o terreno ben compattato con canalette laterali per impedire l’accumulo di umidità. a) Sciogliere lo zucchero in 20 litri d’acqua, quindi aggiungere il lievito e mescolare. Conservare la miscela ottenuta in un recipiente. b) Disporre sul pavimento il contenuto dei sacchi, fino a finirli, per strati nel seguente ordine: - primo strato: 10 centimetri (un sacco) di paglia


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secondo strato: 10 centimetri (un sacco) di terra terzo strato: 10 centimetri (un sacco) di letame quarto strato: 3 palate di crusca o farina di mais. quinto strato: 4 palate di carbone in pezzi molto piccoli.

Tra uno strato e l’altro inumidire, poco a poco, con la miscela di zucchero e lievito sciolti in acqua. c) Girare tre volte con la pala questo mucchio finché la miscela non è uniforme. Mentre si sta girando e mescolando il composto, bagnare con acqua (solo in questo momento si può aggiungere l’acqua) fino ad ottenere la giusta umidità; eccessiva o scarsa umidità rovinano il composto.

Per controllare l’umidità si usa la prova del pugno: si prende un pugno del composto e lo si stringe. Si ha la giusta umidità quando aprendo la mano il composto si sfalda naturalmente e lascia la mano umida. Se aprendo la mano il composto si sfalda immediatamente significa che manca d’acqua;se stringendo il pugno scorre acqua tra le dita, il composto è eccessivamente umido. Per contrastare l’eccesso di acqua si aggiunge paglia o terra asciutta. Fermentazione Una volta finito di mescolare tutti gli ingredienti, si forma un cumulo alto al massimo, nei primi giorni, 1,40 m di altezza. All’interno, il composto può raggiungere temperature prossime ai 70°C che possono danneggiare il concime. Per evitare che ciò accada, nei primi tre giorni bisogna raffreddare il concime rimescolandolo due volte al giorno. Al secondo giorno di fermentazione, la prima cosa da fare è controllare che non si avverta odore di marcio e che non vi siano molte mosche. Dal quarto giorno si rimescola una sola volta. La temperatura del concime deve essere controllata giornalmente introducendovi la mano o con un termometro: non deve superare i 60°C. In caso di temperatura troppo alta si consiglia di rimescolare due volte al giorno. La fermentazione dura dai 12 ai 15 giorni. In questo intervallo di tempo il concime organico fermentato ha


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già raggiunto la maturità e la sua temperatura si livella con quella dell’ambiente circostante; il colore è grigio chiaro con un aspetto sabbioso secco e di consistenza sciolta. Bisogna ricordare che durante la fermentazione la miscela deve rimanere all’ombra ed è fondamentale non aggiungere altra acqua, in modo che il concime perda poco a poco l’umidità e il calore.

Raccomandazioni Come accumulare e mantenere il letame per fare il concime organico? Per la preparazione del Bocashi è meglio utilizzare letame con bassa umidità (semisecco). Per conservare il letame che si userà per la preparazione del fertilizzante si raccomanda di mescolarlo con della paglia e metterlo in sacchi proteggendoli dal sole e dalla pioggia. Che fare se la temperatura del preparato supera i 60°C? Rigirare la miscela fino ad abbassare la temperatura, non aggiungere acqua in nessun caso. Perché è meglio tenere all’ombra il composto? Perché la luce ed il calore riducono l’attività microbiologica, cioè uccidono i microrganismi necessari al processo di fermentazione. Che cosa succede se gli ingredienti non sono ben secchi? Non è essenziale che tutti gli ingredienti siano completamente asciutti. Quando sono umidi, è sufficiente aggiungere meno acqua alla miscela. La cosa importante è che, una volta finito di mescolarli, si misuri l’umidità con la prova del pugno.


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I BIOFERTILIZZANTI Biofertilizzante semplice Uso Serve per alimentare le piante per via fogliare. Grazie ai suoi nutrienti essenziali (minerali, vitamine, lievito, ormoni vegetali, etc.) stimola la crescita delle piante oltre a proteggerle dall’attacco di insetti e malattie. Utensili • Bidone di 200 litri di capacità con coperchio sigillante • Bastone di legno di dimensioni adeguate per mescolare gli ingredienti nel bidone. • Valvola tipo irrigazione con guarnizione • Tubo di plastica trasparente di 50 cm di lunghezza • Bottiglia trasparente • Fascetta metallica Ingredienti • 40-50 kg di letame di vacca fresco (è preferibile che sia di vacche al pascolo) • 2-4 kg di zucchero • 3 kg di cenere o farina di roccia di diverse pietre • 180 litri di acqua • 2-4 litri di latte o siero di latte • 100 -200 gr di lievito (un po’ di più se il letame non è freschissimo) Preparazione Preparare un bidone con il sistema “acchiappagas”: perforare il coperchio per installare una valvola a pressione sigillandola bene allo stesso (non deve esserci la possibilità di passaggio d’aria) e collocare su di essa un tubo di plastica (anch’esso deve combaciare perfettamente con la valvola). All’estremità del tubo assicurare con un filo una bottiglia piena d’acqua. In questo modo i gas che si creano nel bidone possono uscire senza far entrare aria. Una volta preparato il bidone, eseguire le seguenti operazioni: 1. Mescolare energicamente, all’interno del bidone lo sterco e la cenere o polvere di roccia in 100 litri di acqua fino ad ottenere una miscela omogenea. 2. Sciogliere lo zucchero in mezzo secchio di acqua calda, aggiungere il lievito e poi il latte; mescolare e aggiungere il tutto al composto nel bidone. Mescolare energicamente in modo che gli ingredienti si amalgamino bene. 3. Aggiungere acqua pulita per arrivare a 180 litri circa e mescolare nuovamente il tutto.


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Fare attenzione a non riempire completamente il bidone, lasciare lo spazio necessario per la formazione di gas. 4. Chiudere ermeticamente il bidone con il coperchio in modo da non far uscire né entrare aria e collocare il sistema “acchiappagas”. Fermentazione Una volta chiuso il bidone e collocato il sistema “acchiappagas” comincia un processo di fermentazione di tipo anaerobico, cioè senza la presenza di ossigeno; per questa ragione è molto importante controllare che sia chiuso ermeticamente. Lasciar riposare il bidone all’ombra, protetto dai raggi solari e dalla pioggia, sotto una tettoia o un albero, per almeno 30 giorni senza mai togliere il tubo dalla bottiglia con acqua (attenzione: controllare che l’acqua non evapori e che l’estremità del tubo sia sempre a bagno). Se tutto funziona bene si può lasciare fermentare per più tempo, ottenendo un biofertilizzante migliore. Il processo di fermentazione si sviluppa correttamente quando, una volta chiuso il bidone, iniziano a uscire bolle dal tubo o il livello di acqua nel tubo è più basso di quello nella bottiglia. Bisogna fare questa osservazione il giorno stesso o quello successivo. Il processo potrebbe rallentare nel caso in cui la temperatura ambiente sia bassa. Dopo un mese è possibile aprire il bidone per verificare l’odore e il colore della miscela. Non deve esserci odore di marcio e il colore deve essere marrone chiaro tendente al beige e non tendente al blue, nero o viola. Il cattivo funzionamento del preparato può essere dovuto all’entrata d’aria provocata dall’aver tolto il tubo dalla bottiglia, o dal non aver chiuso ermeticamente il coperchio, o anche a causa di piccole fessure nella guarnizione tra la valvola, il coperchio e il tubo. Altro fattore che può influire è la qualità degli ingredienti (come lo sterco di vacche non sane o in cura di antibiotici, nutrite con alimenti industriali o che stiano pascolando in pascoli trattati con prodotti chimici). La cattiva riuscita del preparato può essere anche determinata da un ritardo nella fermentazione. Se il biofertilizzante non fermenta correttamente, conviene tapparlo nuovamente e aspettare alcuni mesi fino a che l’odore e il colore siano migliorati e poi applicarlo diluito in acqua direttamente nel terreno e sul fogliame. Non si ottiene lo stesso risultato, ma nutre ugualmente il suolo. Applicazione Una volta pronto, diluire il biofertilizzante dal 5 al 10%, ovvero da 5 a 10 litri di preparato in 100 litri d’acqua. Applicare a spruzzo sulle foglie la mattina presto o la sera dopo il tramonto. Inoltre può essere utilizzato per fertilizzare il terreno, applicandolo sul terreno prima della semina. Per fertilizzare le piante, inizialmente si raccomanda di applicarlo ogni 15 giorni alla pagina inferiore delle foglie. È necessario controllare che la pompa utilizzata non sia contaminata da veleni chimici. Il biofertilizzante può essere applicato in qualsiasi stadio di sviluppo delle piante e in qualsiasi tipo di colture: ortaggi, fiori, agrumi, cereali, pomodoro, ecc. Aiuta a nutrire le piante, le protegge dagli attacchi di insetti e malattie e allo stesso tempo nutre il terreno.


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Raccomandazioni Cosa fare se non si ottengono 50 chilogrammi di sterco fresco in un solo giorno? Accumulare ogni giorno il letame fresco in un bidone, coprirlo senza mescolarlo con un sottile strato di zucchero e tappare. Il giorno dopo effettuare la stessa operazione fino ad ottenere la quantità necessaria. Qual è il miglior letame per la preparazione del biofertilizzante? Il miglior letame è quello freschissimo, appena espulso dalla vacca Cosa ci permette ottenere un buon fertilizzante? • Una buona qualità degli ingredienti. • Una buona fermentazione

Preparazione del “sistema acchiappagas”

Accumulatore di microrganismi Usi Questo preparato è usato per attrarre e riprodurre i microrganismi necessari a decomporre il suolo, che lavorano come “cuochi” nella trasformazione della sostanza organica in nutrienti facilmente assimilabili dalle piante. Questo prodotto, che si applica ai biofertilizzanti, velocizza il processo di decomposizione della sostanza organica (questa diventa cibo per le piante solo se decomposta). Inoltre, applicato direttamente sulle foglie le rinforza e le protegge dai parassiti. Si può anche usare come integratore alimentare del bestiame: favorisce la digestione, migliora il processo di fermentazione della ruminazione e aumenta l’efficienza dell’impiego dell’alimento. Utensili • Bidone pulito di 200 l di capacità con coperchio sigillante. È importante non riutilizzare contenitori che abbiano contenuto sostanze chimiche o veleni perché è impossibile rimuovere i residui tossici • Pala per mescolare gli ingredienti • Bastone di legno per compattare il composto Ingredienti • 2 sacchi di lettiera (è lo strato superficiale del suolo forestale, costituito da piccoli pezzi di foglie, cortecce, rami, fiori, frutta e altri elementi vegetali, decomposti o semi-decomposti) che non contenga foglie verdi • 1 sacco di crusca di frumento • 2 kg di zucchero sciolto in circa 5 litri d’acqua


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Preparazione 1. Mescolare, al di fuori del bidone, la lettiera e la crusca 2. Sciogliere lo zucchero in circa 6 litri d’acqua ed aggiungerla alla miscela descritta sopra 3. Mettere quanto ottenuto nel bidone 4. Compattare il composto con un bastone dando colpi verticali, dall’alto verso il basso 5. Chiudere il bidone ermeticamente. Fermentazione Una volta chiuso il bidone, lasciare fermentare il preparato per 30-45 giorni all’ombra. Si tratta di una fermentazione anaerobica, ovvero in assenza di ossigeno, per questa ragione è necessario che il bidone non abbia alcun buco e che si sigilli per bene il coperchio. È probabile che il coperchio del bidone si gonfi: questo indica che sta avvenendo la fermentazione. Il bidone deve rimanere chiuso fino al termine della fermentazione (non aprirlo mai prima dei 30-45 giorni necessari al termine del processo). Applicazione Dopo il tempo di fermentazione, l’accumulatore di microrganismi può essere utilizzato in diversi modi: 1. Come fertilizzante fogliare. Preparare un altro bidone con il sistema “acchiappagas”: perforare il coperchio per installare una valvola a pressione sigillandola bene allo stesso (non vi deve essere la possibilità di passaggio d’aria) e collocando su di essa un tubo di plastica (anch’esso deve combaciare perfettamente con la valvola). All’estremità del tubo assicurare con un filo una bottiglia piena d’acqua. In questo modo i gas che si formano nel bidone possono uscire senza far entrare aria. Sciogliere 10 kg dell’accumulatore di microrganismi in 100 litri d’ acqua. Lasciare fermentare per 8-10 giorni, trascorsi i quali, diluire 8-10 litri del fermentato ottenuto in 100 litri di acqua, aggiungendo 2,5 l di zucchero sciolto in acqua. Aspergere questa soluzione con una pompa manuale preferibilmente nella pagina inferiore delle foglie delle piante, al mattino o nel tardo pomeriggio. 2. Per migliorare la qualità del Bocashi . Per ogni tonnellata di Bocashi, utilizzare 20 kg di questo accumulatore di microrganismi miscelandolo col concime stesso. È importante aggiungerlo al Bocashi quando quest’ultimo è completamente pronto: mettendolo quando il concime raggiunge alte temperature si uccidono i microrganismi contenuti nell’accumulatore. 3. Come integratore per l’alimentazione del bestiame (vedi opuscolo rivolto agli allevatori) 4. Nella preparazione di compost con rifiuti organici. Aggiungere uno strato di accumulatore su ognuno degli ingredienti del compost. Questa applicazione aiuta ad eliminare l’odore e favorire la decomposizione della frazione organica. 5. Per rimuovere il puzzo di porcili e pollai. Applicare un sottile strato del preparato al suolo.

Biofertilizzante elaborato con accumulatore di microrganismi Questo preparato è un eccellente biofertilizzante simile al biofertilizzante semplice, nel quale lo sterco di mucca viene sostituito dall’accumulatore di microrganismi. Gli utensili usati, l’elaborazione e l’applicazione sono le stesse. Al posto del letame si utilizzano 20-30 kg di accumulatore di microorganismi.


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SOLUZIONI MINERALI PER IL TRATTAMENTO DI INSETTI E MALATTIE

Soluzione zolfo-calce o soluzione zolfata Uso Le soluzioni preparate con lo zolfo aiutano a risolvere alcune carenze nutrizionali e malattie nelle colture. Questa soluzione controlla più di 40 malattie fungine e l’azione di alcuni insetti con buoni risultati, ad esempio diversi acari che danneggiano le piante come il ragnetto rosso, o altri insetti come afidi, tripidi e cocciniglie. È un composto molto valido anche nel trattamento delle zecche negli animali. Limitazioni Non si applica quando le colture sono in fioritura e neanche nelle cucurbitacee, quali melone, anguria, cetriolo, zucca ecc, perché sono molto sensibili a questo composto e si possono bruciare. Non può neanche essere usato su germogli di qualunque coltura. Utensili • Vasca o pentola metallica con una capacità di 100 litri. • Contenitore di plastica (per mescolare calce e zolfo). • Legna a sufficienza per fare un buon fuoco per 30/40 minuti. Ingredienti (per preparare 100 l di soluzione zolfo-calce): • 100 litri d’acqua bollente. • 20 kg di zolfo. • 10 kg di calce da costruzioni, calce viva o idrossido di calcio (non usare gesso, cemento bianco o calce agricola). Preparazione 1. Bollire 100 litri di acqua mantenendo un fuoco forte per tutto il tempo di preparazione. Si dovrà tenere a parte altra acqua calda per poter aggiungerla man mano che evapora. 2. Nel contenitore di plastica, mescolare 20 kg di zolfo con 10 kg di calce. 3. Una volta che l’acqua bolle, versare con cura il composto di zolfo e calce. 4. Mescolare costantemente con un bastone per 25-350 minuti fino a che il composto raggiunge un colore vinaccia o mattone scuro e lo zolfo e la calce si sono sciolti completamente. Se ciò non avviene, continuare a mescolare con fuoco intenso, perché la soluzione è migliore se preparata a temperature elevate. 5. Per mantenere sempre i 100 litri d’acqua, considerando l’evaporazione, è importante averne sempre di bollente da aggiungere. 6. Dopo aver completato la preparazione lasciar raffreddare, filtrare e conservare in contenitori scuri (color ambrato o di plastica opaca) in modo da proteggere il composto dalla luce diretta. Per evitare il contatto con l’ossigeno che rimane nella bottiglia, aggiungere alla fine un po’ di olio per formare un sigillo di protezione e tappare con cura. 7. Sul fondo della vasca che è stata usata per la preparazione rimane una “pasta zolfocalcica”, che è un sedimento sabbioso colore verde-giallo composto dalla calce e dallo zolfo che non si sono mescolati. Tale pasta può essere usata per cicatrizzare le ferite da potature. Anche questo preparato deve essere conservato in contenitori ben chiusi e con l’aggiunta di un po’ di olio da cucina per impedirne il deterioramento.


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Conservazione È possibile conservarlo fino a un anno in luoghi ombreggiati e in contenitori scuri. Applicazione Si usa la soluzione diluita al 5-7%. Applicare sulle foglie, preferibilmente sulla loro pagina inferiore. Il momento migliore per l’applicazione è la mattina o dopo il tramonto. Le dosi possono variare secondo il tipo di coltura, pertanto è importante sperimentare prima di estenderne l’utilizzo. Ecco alcuni suggerimenti: Raccomandazioni per l’uso della “pasta zolfocalcica” La pasta zolfocalcica si usa per il trattamento di tronchi e rami di alberi che sono stati attaccati principalmente dalle cocciniglie o soffrono una qualche forma di cancro, soprattutto negli agrumeti. Aiuta la cicatrizzazione di alberi appena potati e innestati.

Poltiglia bordolese arricchita con soluzione zolfo-calcio Uso E’ molto buona in caso di gravi attacchi di ruggine e alternaria, in caso di attacchi di alternariosi e marciume radicale, che riguardano soprattutto gli ortaggi, ed in particolar modo le colture di pomodoro, patata e peperoncino. Utensili • Contenitore di plastica con capacità di 100 litri. • Bastone di legno. Ingredienti • 100 litri di poltiglia bordolese all’1%. • 4 litri di soluzione zolfo-calcio. Preparazioni Aggiungere 4 litri di soluzione zolfo-calcio a 100 litri di poltiglia bordolese e mescolare con un bastone o pala di legno. Applicazione Questa soluzione si deve usare immediatamente dopo essere stata preparata e va applicata sulle foglie. Quando la malattia è molto avanzata può essere utilizzata direttamente senza essere diluita, se il problema è meno grave si applica con una concentrazione di 1:1 (una parte di soluzione e una parte di acqua).


Coordinamento: Matteo Mancini Foto: Marco Perli e Matteo Mancini


Tolentino Treia

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MACERATA

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