Preparati per la zootecnia agroecologica
Gentilissimo associato, ti inviamo in allegato la documentazione informativa elaborata dalla Federazione Provinciale Coldiretti Macerata a supporto della Tua attività e predisposta nell’ambito del progetto di informazione n° 4937/2010 “Agricoltura Agroecologica” che prevede la partecipazione comunitaria. L’informazione, per un imprenditore, è fondamentale per affrontare sia le scelte organizzative della propria impresa sia per approcciare un mercato sempre più selettivo. L’attività di informazione e formazione che Coldiretti mette in programma e realizza è importante per tutto il progetto economico della filiera agricola “Tutta Italiana”. Ti invitiamo a prendere visione del materiale e a darci anche spunti sul suo contenuto o suggerimenti per una nuova formazione/informazione, che reputi utile alla Tua impresa. Sempre a disposizione porgiamo i nostri più cordiali saluti. Il Direttore ASSUERO ZAMPINI
Il Presidente FRANCESCO FUCILI
Iniziativa realizzata con il contributo di
UNIONE EUROPEA
REGIONE MARCHE
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Obiettivi del progetto Accumulatore di microorganismi Biosilos Blocchi nutritivi Fosfiti
Obiettivi del progetto Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza da parte dei cittadini sulla necessità di cambiare la propria alimentazione come primo passo per una migliore salute. Infatti, tutti ormai conoscono l'inaffidabilità degli alimenti prodotti all'estero in condizioni molto spesso non idonee come del resto confermato dai numerosi scandali alimentari e venduti nel nostro paese come eccellenze dell'agricoltura italiana. La risposta di molti agricoltori, cittadini e organizzazioni di categoria come Coldiretti è stata la nascita e diffusione su tutto il territorio nazionale di progetti di filiera corta, di mercati di vendita diretta, e dell'incremento delle superfici coltivate con i metodi dell'agricoltura biologica. Nonostante questi innegabili passi in avanti, ci siamo accorti che a volte il passaggio dal metodo convenzionale con uso di agrochimici al metodo biologico avviene senza una reale consapevolezza da parte dell'agricoltore. Spesso il produttore non affronta un reale cambiamento di paradigma nel modo di fare agricoltura, ma si limita a sostituire alcuni input chimici con prodotti consentiti dai disciplinari del biologico. Per esempio, quando un produttore biologico si trova di fronte a un violento attacco di una malattia o di un insetto, si limita a cercare il prodotto adeguato per fare fronte all'emergenza e risolve temporaneamente il problema. Quasi mai però, l'agricoltore si chiede quale può essere la causa di questi attacchi, ignorando che spesso la risposta è nella carenza minerale del suolo. Infatti il suolo non è un supporto inanimato, ma l'ecosistema che racchiude una grande diversità organica e minerale e che è il primo responsabile della salute o della malattia della pianta. Da queste considerazioni è nata l'idea di portare in Italia l'esperienza del COAS, che lavora su queste basi da alcuni decenni e che applica le tecniche dell'agroecologia con grande successo in America Latina e in Australia. L'obiettivo dei seminari dell'autunno 2010 tenuti da Jairo Restrepo e di questa piccola pubblicazione è fornire agli agricoltori e a gli allevatori strumenti teorico-pratici per osservare e comprendere la complessità dell'ecosistema agrario, per migliorare i propri suoli, e per supportare le proprie colture e allevamenti con preparati organici basati sulle fermentazioni e sull'utilizzo dei minerali. Il principio generale che orienta questa guida è il lavoro agricolo assecondando i ritmi, i tempi e i cicli biogeochimici della natura, e non la negazione degli stessi come avviene spesso nell'agricoltura convenzionale. Un altro asse portante della proposta dell'agricoltura organica è l'”alleanza” tra agricoltura e allevamento, che è stata spezzata per fare spazio da un lato ai fertilizzanti chimici, e dall'altro alle miscele industriali. Dopo decenni di cambiamenti, prove, fallimenti, oggi sembra quantomeno improbabile poter assicurare una produzione agricola sana e abbondante senza l'apporto al suolo delle deiezioni animali, ai quali viene fornito un alimento sano e di qualità generato da quello stesso suolo. Quanto riportato nei testi che seguono è uno schema generale dal quale estrarre le indicazioni che possono aiutare ciascuno dei lettori. Non esistono ricette miracolose, né rimedi validi sempre e ovunque, ma indicazioni di massima che devono essere “personalizzate”, affinate e adattate al proprio contesto produttivo. Per iniziare un cambiamento che conduca al miglioramento dei suoli e delle colture gli ingredienti indispensabili sono lo spirito di osservazione e una gran voglia di sperimentare nuove soluzioni.
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Preparazione dell'accumulatore di microorganismi
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I preparati che seguono sono un valido ausilio, diretto e indiretto, nell'alimentazione animale. Per ausili diretti si intendono quelle misure integrative all'alimentazione che hanno una funzione probiotica, ovvero forniscono organismi vivi che attraverso l’attività nell’apparato digerente dell’animale permettono una migliore assimilazione dell’alimento. Con ausili indiretti si descrivono preparati che vanno ad arricchire di minerali le colture foraggere, e di conseguenza aumentano la qualità dell'alimentazione degli animali.
Accumulatore di microorganismi Questo preparato è usato per attrarre e riprodurre i microrganismi necessari a decomporre il suolo, che lavorano come “cuochi” nella trasformazione della sostanza organica in nutrienti facilmente assimilabili dalle piante. Si può anche usare come integratore alimentare del bestiame: favorisce la digestione, migliora il processo di fermentazione della ruminazione e aumenta l’efficienza dell’impiego dell’alimento. Utensili • Bidone pulito di 200 l di capacità con coperchio sigillante. È importante non riutilizzare contenitori che abbiano contenuto sostanze chimiche o veleni perché è impossibile rimuovere i residui tossici. • Pala per mescolare gli ingredienti. • Bastone di legno per compattare il composto. Ingredienti • 2 sacchi di lettiera (è lo strato superficiale del suolo forestale, costituito da piccoli pezzi di foglie, cortecce, rami, fiori, frutta e altri elementi vegetali, decomposti o semi-decomposti) che non contenga foglie verdi. • 1 sacco di crusca di frumento. • 2 kg di zucchero sciolto in circa 5 litri d’acqua. Preparazione 1. Mescolare, al di fuori del bidone, la lettiera e la crusca. (Foto a sinistra). 2. Sciogliere lo zucchero in circa 6 litri d’acqua ed aggiungerla alla miscela descritta sopra. 3. Mettere quanto ottenuto nel bidone. 4. Compattare il composto con un bastone dando colpi verticali, dall’alto verso il basso. 5. Chiudere il bidone ermeticamente. Fermentazione Una volta chiuso il bidone, lasciare fermentare il preparato per 30-45 giorni all’ombra. Si tratta di una fermentazione anaerobica, ovvero in assenza di ossigeno, per questa ragione è necessario che il bidone non abbia alcun buco e che si sigilli per bene il coperchio. È probabile che il coperchio del bidone si gonfi: questo indica che sta avvenendo la fermentazione. Il bidone deve rimanere chiuso fino al termine della fermentazione (non aprire mai il bidone prima dei 3045 giorni necessari alla finalizzazione del processo). Applicazione È un valido integratore per l’alimentazione del bestiame perché migliora la digestione dei ruminanti ricostruisce la flora ruminale e stimola l’attività batterica. L’accumulatore può essere mescolato nella normale razione giornaliera di tutti gli animali. Per i bovini si calcola la dose giornaliera portando il peso dell’animale in grammi e dividendo per due, dunque per una bestia di 500 kg si aggiunge una dose di 250 g al giorno di accumulatore. Queste sono le dosi giornaliere approssimative per gli altri animali: 50 grammi per i maiali; 30 grammi per capre e pecore; 20 grammi per i conigli; 10 grammi per i polli.
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Biosilos È un preparato probiotico ed energizzante. Ha lo scopo di ottimizzare la fase ruminale della digestione degli alimenti equilibrando l’attività biologica del rumine. Questo effetto probiotico permette un maggior sfruttamento dei nutrienti presenti nella dieta degli animali e di conseguenza una maggiore efficienza del rapporto costo-crescita. Per realizzare questo preparato è necessario usare il sistema “acchiappagas” visto per il biofertilizzante. Utensili • Bidone di 200 litri di capacità con coperchio sigillante. • Bastone di legno di dimensioni adeguate per mescolare gli ingredienti nel bidone. • Valvola tipo irrigazione con guarnizione. • Tubo di plastica trasparente di 50 cm di lunghezza. • Bottiglia trasparente. • Fascetta metallica. Ingredienti 1 parte di letame di vacca freschissimo. 1 parte di crusca di grano o di riso. 1 parte di melassa di barbabietola o zucchero . Preparazione Preparare un bidone con il sistema “acchiappagas”: perforare il coperchio per installare una valvola a pressione sigillandola bene allo stesso (non deve esserci la possibilità di passaggio d’aria) e collocare su di essa un tubo di plastica (anch’esso deve combaciare perfettamente con la valvola). All’estremità del tubo assicurare con un filo una bottiglia piena d’acqua. In questo modo i gas che si creano nel bidone possono uscire senza far entrare aria. Successivamente si mescolano fuori dal bidone i tre ingredienti, facendo in modo che l’amalgama tra di loro sia massimo. È importante che il livello di umidità sia molto basso, per questo è necessario che il letame venga raccolto senza liquami. Se questo non può avvenire si aumenta la dose di crusca in modo che assorba l’eccesso di umidità. Quando gli ingredienti sono ben mescolati si mettono nel bidone e si pressano con l’aiuto di un bastone. Per non permettere la circolazione dell’aria si sigilla il composto con un sottile strato di cenere ben asciutta. Terminate queste operazioni si chiude il tappo del sistema acchiappagas e si lascia fermentare per 30 giorni. Applicazione Questo preparato viene aggiunto alla razione alimentare facendo riferimento alle dosi indicate per l’accumulatore di microorganismi.
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Blocchi nutritivi I blocchi nutritivi sono misure nutrizionali esclusive per i bovini che utilizzano i minerali come complemento dell’alimentazione. Oltre ad integrare la dieta, i blocchi nutritivi stimolano le funzioni vitali dell’animale provocando una maggiore efficienza nell’assimilazione degli alimenti somministrati quotidianamente. Il nome deriva proprio dall’aspetto di blocco che ha questo preparato. Utensili Vari secchi di 10-15 l 1 bastone di legno per pressare gli ingredienti Ingredienti 50 kg di melassa di barbabietola o zucchero 20 kg di paglia finemente tritata 16 kg di farina mista frumento e mais 10 kg di calce 2 kg di sale Preparazione Vengono mescolati in terra tutti gli ingredienti, in modo da raggiungere un amalgama perfetto. Nella preparazione si può aggiungere un po’ di acqua ma bisogna rapidamente riempire i secchi perché la calce ha la funzione di rapprendere gli elementi della mescola. Una volta riempiti i secchi si pressa la mescola in modo da formare un blocco, che nel giro di alcune ore seccherà e sarà possibile togliere dal secchio stesso. L’operazione va ripetuta con altri secchi fino ad esaurire la mescola che si è preparato.
Preparazione blocchi nutritivi
Applicazione I blocchi nutrizionali vanno collocati dove normalmente vengono posti i blocchi di sale. Oppure possono essere messi dove di solito le vacche si alimentano del fieno. Leccando i blocchi le vacche assimilano minerali che integrano la dieta e permettono una migliore assimilazione dell’alimento.
Blocchi nutritivi
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Fosfito È noto come nelle leguminose foraggere siano presenti elevate quantità di azoto e di potassio, mentre a volte può essere scarsa la presenza di fosforo, indispensabile in alcune colture come l'erba medica nell'eradicazione, nello sviluppo radicale e nella resistenza a stress idrici. Quasi mai preso in considerazione è il ruolo di due elementi considerati secondari come il calcio e il silicio. La loro funzione è quella di rafforzare la struttura delle piante, dare loro flessibilità, resistenza agli attacchi Preparazione dei fosfiti (foto: http://progresonetwork.ning.com) dei parassiti e, ruolo fondamentale nelle foraggere, impedire perdita delle foglie prima della conclusione del ciclo vegetativo. Un valido apporto di fosforo, calcio e silicio viene dal fosfito, un preparato a base di farina di ossa previamente calcinata e mescolata poi con pula di riso. La farina di ossa calcinata contiene principalmente calcio (24-28%) e fosforo (8-14%) e la pula di riso è ricca in silicio. Nelle ossa il calcio e il fosforo sono fortemente legati e formano fosfato di calcio. Mescolando la farina di ossa calcinata con la pula di riso attraverso una combustione lenta e incompleta è possibile liberare il fosforo e renderlo altamente disponibile per le piante. Il calcio si lega così al silicio, ed entrambi sono facilmente assimilabili dalle colture. Il fosfito è un ottimo prodotto per rafforzare e sostenere lo sviluppo delle piante foraggere e per trattare in modo preventivo o d'emergenza attacchi di funghi e batteri. Utensili Un tubo di metallo di 8-10 cm di diametro e di 1,60-2 m di altezza sostenuto a 20 cm da terra da 3 piedini Un pestino Un setaccio Ingredienti 50 kg di ossa (preferibilmente grandi, le migliori sono quelle della mandibola con ancora i denti inseriti) 50 kg di pula di riso legna secca per bruciare le ossa Preparazione Fare un piccolo cumulo di legna sottile e coprirlo con le ossa a formare una struttura a forma di cono, lasciando un piccolo spazio per inserire la mano per l'accensione del fuoco. Coprire le ossa con legna grande e accendere il fuoco. La legna che copre serve per fare in modo che le ossa subiscano un processo di calcinazione. Fare bruciare fino a che il fuoco non si è spento. Le ossa sono ben calcinate quando il loro colore è completamente bianco. Successivamente procedere alla triturazione delle ossa. Questa operazione si può fare con un mulino meccanico o con un pestino. Setacciare e raccogliere la farina di ossa. Preparare un altro cumulo di legna come in precedenza e posizionarvi il tubo in cima. Accendere il fuoco e verificare che il tubo tiri calore verso l'alto. Versare velocemente il contenuto di un sacco di pula di riso sul fuoco, stando attento a non spegnerlo. Versare 3-5 kg di farina di ossa su questo primo strato di pula e coprire con un altro strato di pula.
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Si possono mettere altri strati alternati di farina di ossa e di pula di riso, fino a che non sono esauriti gli ingredienti. Stare sempre attenti a non spegnere il fuoco. Una volta terminata la combustione, il risultato finale deve essere una cenere di colore grigio-bianco. Applicazione I fosfiti si possono utilizzare in due modi 1) Usare 2-5 kg della farina ottenuta dalla combustione in 200 litri di biofertilizzante semplice. Una volta terminata la fermentazione del biofertilizzante, lo stesso va usato diluito al 3-7% in acqua non clorata. La presenza dei fosfiti aumenta gli effetti energetici, ormonali e nutritivi del biofertilizzante 2) Sciogliere 100 g di fosfiti in 20 l di acqua non clorata aggiungendo 1 l di soluzione zolfo-calce. Ăˆ preferibile fare il trattamento nelle prime ore della giornata o nel tardo pomeriggio. Sia il biofertilizzante che la soluzione zolfo-calce citati in questo paragrafo sono illustrati nell'altra pubblicazione sui preparati per l'agricoltura. Il fosfito deve essere utilizzato in tutto il ciclo vegetativo delle foraggere, dalla germinazione allo sfalcio. Ăˆ consigliabile utilizzarlo anche per conciare i semi delle specie che andranno poi a formare il prato-pascolo.
Coordinamento: Matteo Mancini Foto: Marco Perli e Matteo Mancini
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