Avvicendamento Colture

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COLDIRETTI MACERATA

CONDIZIONALITÀ AGRICOLA: AVVICENDAMENTO DELLE COLTURE


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Progettazione ed elaborazione testo: Sauro Petrelli


L’avvicendamento delle colture PREMESSA TRATTI SALIENTI DELLA CONDIZIONALITÀ Il Regolamento CEE n. 1782/2003 ha introdotto il concetto di “condizionalità” quale presupposto indispensabile per accedere agli aiuti comunitari per le aziende agricole, PENA la riduzione o l’esclusione dal pagamento degli aiuti diretti. Gli aiuti comunitari legati alla condizionalità sono quelli relativi ai premi PAC (es. seminativi, alla qualità del latte e ai bovini maschi…) ed anche i contributi erogati dal Piano di Sviluppo Rurale (PSR) che riguardano le misure agroambientali, oltre che l’indennità compensativa. Per ricevere gli aiuti, il rispetto della condizionalità è obbligatorio sull’intera azienda, indipendentemente dal tipo di aiuto di cui si richiede l’erogazione e in relazione alla specifica tipologia produttiva, nonché alla sua ubicazione territoriale. Il mancato rispetto della stessa comporta l’applicazione di sanzioni commisurate alla gravità dell’inosservanza. Il rispetto della condizionalità riguarda: a) - i beneficiari di Uno o PIU’ dei seguenti regimi di sostegno (indicati all’Allegato I° del Reg. 1782/03): 1. pagamento unico (disaccoppiato); 2. altre forme di pagamento diretto per le superficie, per gli animali o per le produzione: 2.1.

– aiuto supplementare ad ettaro per il frumento duro;

2.2.

– premio per le colture proteiche;

2.3.

– aiuto per il riso;

2.4.

– aiuto per la frutta a guscio;

2.5.

– aiuto specifico per colture energetiche;

2.6.

– aiuto alla produzione di patate da fecola;

2.7.

– premio per i prodotti lattiero caseari e pagamenti supplementari;

2.8.

– aiuto alla produzione di sementi;

2.9.

– aiuto supplementare per specifici tipi di colture e di produzioni di qualità;

2.10. - aiuto alla produzione dell’olio di oliva; 2.11. – aiuto alla produzione di tabacco; 2.12. – aiuti per luppolo, uve secche e bachi da seta. 1


L’avvicendamento delle colture b) – i beneficiari di UNA o PIU’ delle seguenti misure del PSR (Asse 2 – cfr. art. 51 e 36 del Reg. n. 1698/95) 1. – indennità compensative (art. 36, lett. A) punti i-ii); 2. – Indennità Natura 2000 e Dir. 2000/60 (art. 36 lett. A), punto iii); 3. – Pagamenti agroambientali (art. 36 lett.a), punto IV); 4. – Pagamenti per il benessere degli animali (art. 36 lett. A) punto V); 5. – Imboschimento di terreni agricoli (art. 36 lett. B) punto i); 6. – indennità forestale Natura 2000 (art. 36 lett. B, punto IV); 7. – Pagamenti silvoambientali (art. 36, lett. B, punto V). c) - Alcuni impegni si ritrovano come requisiti di accesso per alcune misure di investimento dell’Ammodernamento delle aziende agricole. Gli impegni della condizionalità si articolano secondo due grandi categorie: a. - “Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali (B.C.A.A.)”, successivamente indicate con “Norme”, stabilite a livello nazionale per garantire il raggiungimento di quattro obiettivi prioritari fissati dall’Unione Europea ovvero: 1. proteggere il suolo mediante misure idonee; 2. mantenere i livelli di sostanza organica del suolo mediante opportune pratiche; 3. proteggere la struttura del suolo mediante misure adeguate; 4. assicurare un livello minimo di mantenimento dell’ecosistema ed evitare il deterioramento degli habitat. b. – “Criteri di Gestione Obbligatoria (C.G.O.)”, ovvero disposizioni di legge, successivamente indicate con “Atti”, derivanti dall’applicazione nazionale di corrispondenti disposizioni comunitarie. I campi di condizionalità fanno riferimento a quattro settori omogenei, quali: a. – Ambiente; b. – Sanità pubblica, salute delle piante e degli animali; c. – Igiene e benessere degli animali; d. – Buone condizioni agronomiche ed ambientali.

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L’avvicendamento delle colture La sottoscrizione dell’impegno del rispetto della condizionalità avviene con la firma della domanda volta all’ottenimento dei benefici economici previsti in sede europea. I principi della condizionalità consentono di giustificare la spesa PAC agli occhi del cittadino consumatore e di consolidare un nuovo patto tra gli agricoltori e la società, che condiziona il sostegno pubblico a comportamenti eco-compatibili nella logica di: Condizionalità = scambio di favori.

SISTEMA DI CONTROLLO DEL RISPETTO DEGLI IMPEGNI DELLA CONDIZIONALITA’ Il rispetto degli impegni della condizionalità agricola è soggetto a un sistema di controllo che viene sommariamente tratteggiato:  Estrazione casuale di un campione di aziende sul totale delle domande presentate da sottoporre ai controlli amministrativi;  Controlli oggettivi delle aziende selezionate che avviene tramite le seguenti fasi: o Fase 1) 1.1)

– Telerilevamento e interpretazione foto aeree e immagini satellitari;

1.2)

– Se l’interpretazione é dubbia o negative ecc. – visita in azienda.

o Fase 2) 2.1) – Controllo aziendale a completamento della “Fase 1” e in contraddittorio con il produttore. Durante questa fase vengono redatte le “check list” di verifica ed il verbale di controllo; 2.2) – se l’interpretazione è dubbia o negativa ecc. – visita in azienda o Fase 3) 3.1) – Acquisizione dei dati da parte di Agea, calcolo dell’esito del controllo e della definizione delle eventuali riduzioni di aiuto. o Fase 4) 4.1) – In caso di violazioni riscontrate, gli imprenditori vengono convocati per la visione diretta dei risultati del controllo e ricevono il verbale di notifica delle

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L’avvicendamento delle colture segnalazioni o livello di riduzione, con l’eventuale indicazione degli interventi correttivi da intraprendere. o Fase 5) – controllo della effettiva realizzazione degli interventi correttivi. I controlli sono eseguiti da AGEA oppure possono essere demandati ad uno o più organismi specializzati come ad es. ASUR, ARPAM ecc.

Controlli di condizionalità

Documentale

Oggettivo

ASUR Azienda Agricola

REGIONE ENTI SPECIALIZZATI

RIDUZIONE DEGLI AIUTI La riduzione degli aiuti, qualora applicabile, sarà graduata in funzione della:  portata dell’infrazione determinata tenendo conto in particolare dell’impatto dell’infrazione stessa, che può essere limitato all’azienda oppure più ampia, In sostanza viene misurata l’entità della violazione (es. superficie, UBA ecc);  gravità dell’infrazione che dipende in particolare dalla rilevanza delle conseguenze dell’infrazione alla luce degli obiettivi del requisito o della norma in questione;

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L’avvicendamento delle colture  durata di una infrazione dipendente in particolare dal lasso di tempo nel corso del quale ne perdura l’effetto e dalla possibilità di eliminarne l’effetto con mezzi ragionevoli. Il livello di violazione è quantificabile in basso, medio e alto, a cui corrisponde un diverso grado di penalizzazione. Le penalizzazioni possono subire un ulteriore aumento se all’azienda viene contestata:  UNA REITERAZIONE L’azienda incorre nella reiterazione nel caso in cui, per una Norma o Atto, sia riscontrata una violazione due o più volte nei termini temporali stabiliti dalle regole di applicazione della condizionalità. Nella fattispecie il livello delle sanzioni applicabili viene moltiplicato per il fattore 3.  L’INTENZIONALITA’ Alle infrazioni rilevate si attribuisce carattere di intenzionalità quando: a. – siano state rilevate, per una determinata Norma o Atto, successivamente ad una precedente reiterazione, nei casi in cui l’agricoltore abbia già ricevuto un’ammonizione ai sensi di quanto disposto dall’art. 66, punt 4, terzo comma del Reg. (CE) 796/04; b. – gli indici di intenzionalità superino i limiti fissati per alcune Norme ed Atti; c. – il carattere di intenzionalità sia riscontrato dagli Enti di controllo specializzati, nel corso dei controlli previsti per l’osservanza dei Criteri di Gestione Obbligatori.

Inoltre nel sistema di controllo è stata prevista l’introduzione di una “forma di avvertimento” modulata su tre livelli: segnalazione, intervento correttivo e

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L’avvicendamento delle colture ammonizione, in modo da favorire il cosiddetto “ravvedimento” conseguente al mancato rispetto agli impegni che non si configurano come infrazione.

CAMPO DI APPLICAZIONE DELLA CONDIZIONALITA’ Nell’ambito della condizionalità agricola, il legislatore, ha previsto l’applicazione delle “Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (BCAA)” affrontando la gestione della sostanza organica del suolo e il suo mantenimento mediante corretta adozione di opportune pratiche agronomiche. Tra queste è stato individuato l’avvicendamento delle colture (Norma 2.2.), cioè quella pratica che prevede la successione nello stesso terreno in tempi diversi di colture e di specie diverse. La rotazione colturale e l’avvicendamento di specie diverse sullo stesso appezzamento è una scelta impegnativa e strategica per il mantenimento della fertilità del suolo come già evidenziato dai georgici romani che avevano intuito e divulgato tale concetto attraverso la frase “La terra si riposa producendo cose diverse”. Dal punto di vista concettuale c’è differenza tra rotazione e avvicendamento:  Rotazione: successione precisa di specie secondo criteri funzionali che contemplano sia aspetti agronomici, che economici;  Avvicendamento: successione più libera delle rotazioni secondo criteri anche economici e di mercato, legata alla disponibilità di meccanizzazione integrale, concimazione, diserbi, livello di aiuti al reddito UE. Le rotazioni e gli avvicendamenti sono di vari tipi e lunghezza, ma la regola fondamentale è quella di alternare colture miglioratrici (da rinnovo e pratensi) con colture depauperanti. Le rotazioni possone essere di vario tipo come ad es.: 1. Rotazioni brevi: 1.1.

Annuali: grano – coltura intercalare;

1.2.

Biennali: coltura da rinnovo (es girasole) – frumento (tenero, duro o orzo ecc.);

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L’avvicendamento delle colture 1.3.

Triennali: coltura da rinnovo – frumento – leguminose.

2. Rotazioni medie: 2.1.

Quadriennali: rinnovo-frumento-erbaio di leguminose foraggera-frumento. Mais-orzo-fagiolo- coltura depauperante.

2.2.

Quinquennali: rinnovo-frumento-leguminosa foraggera 1° e 2° anno – frumento

2.3.

Sessennale: Girasole-frumento-medica 1,2 e 3 – frumento Mais-orzo-favino-frumento-leguminasa da granella-frumento

3. Rotazioni lunghe: 3.1.

– Settennale: medica 1,2 e 3 – frumento-crucifera foraggera-leguminosa da granellafrumento

3.2.

– Decennale: rinnovo-frumento-trifoglio-frumento-rinnovo-frumento-medica 1,2, e 3 frumento.

Le rotazioni e gli avvicendamenti sono indispensabili per evitare quel fenomeno deleterio per la produttività che è la “stanchezza”, termine che indica il manifestarsi nel suolo di condizioni negative per lo sviluppo di molte specie, attribuito alle cattive condizioni dello stato igienico sanitario del terreno. Quasi sempre le cause prevalenti sono dovute: 

Allo sviluppo, oltre i limiti accettabili, di popolazioni microbiche patogene per lo sviluppo di molte specie;

Eccessivo sviluppo di protozoi;

Sviluppo di microrganismi che risultano parassiti di batteri che agiscono in maniera positiva per la vita di molte piante;

Impoverimento di elementi nutritivi;

selezione di flora infestante e di organismi patogeni;

peggioramento della struttura del terreno;

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L’avvicendamento delle colture 

impoverimento della sostanza organica.

Il fenomeno della stanchezza incide diversamente sulla produttività delle specie in quanto alcune di esse mostrano una elevata capacità di adattamento al mutamento delle condizioni, mostrando una sensibilità poco marcata nei confronti del fenomeno. Altre invece si mostrano sensibili al fenomeno che va contrastato con interventi di natura agronomica, il più importante dei quali è certamente l’adozione di opportune rotazioni. Il valore agronomico delle rotazioni l’universalmente riconosciuto e ad esse viene attribuita un’azione benefica in merito alla: 

natura fisica legata al miglioramento della struttura del terreno, accreditata soprattutto alle specie a radice fascicolata che sono capaci di disgregare il suolo e di arricchirlo con abbondanti quantità di residui organici. Certe colture a radice fittonante profonda, come ad es. l’erba medica, la sulla, la barbabietola da zucchero, migliorano in maniera decisa e rilevante il grado di permeabilità e la porosità degli strati profondi del terreno a tutto vantaggio della coltura successiva. La coltivazione di specie a ciclo pluriennale, non richiedenti lavorazioni ripetute e che non lasciano scoperta la superficie del suolo, incidono in maniera positiva sul miglioramento delle condizioni fisiche del terreno aumentandone la fertilità. La diversa capacità degli apparati radicali di fessurare il terreno favorisce la penetrazione dell’acqua limitandone anche la velocità di caduta delle gocce ed aumentando la capacità di assorbimento del terreno.

Chimica del suolo, che si manifesta con l’arricchimento o l’impoverimento di qualche elemento nutritivo o di sostanza organica. Tutto ciò avviene perché alcune specie sono grandi consumatrici di certe categorie di elementi (es. azoto per le graminacee) e alla fine del loro ciclo lasciano il terreno impoverito. Di contro le leguminose (es. erba medica, favino, pisello proteico ecc.) arricchiscono il suolo di azoto in quantità spesso considerevoli, di cui si avvantaggiano le colture successive. Coltivare in anni diversi specie diverse consente di ottenere ottime performans produttive, con profonde soddisfazioni dal punto di vista economiche e di limitazione di impatto ambientale. Le diverse specie hanno esigenze nutrizionali specifiche, diversa capacità di mobilizzare elementi nutritivi e di instaurare rapporti particolari con la microfauna e la microflora del terreno.

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L’avvicendamento delle colture 

Microbiologia. Le piante coltivate influenzano notevolmente la vita della microflora e della microfauna del suolo. La tesi maggiormente accreditata per la spiegazione del fenomeno è quella legata alle escrezione o secrezione di “sostanze fisiologicamente attive” capaci di influenzare positivamente o negativamente la popolazione microbica che vive nel suolo. Oppure l’influenza delle colture è legata alla quantità e qualità dei residui colturali lasciati dalla specie coltivata, che in certi casi (es. paglia di cereali interrata) porta la microflora ad entrare in competizione per l’azoto con la coltura coltivata in successione.

Copertura e protezione del suolo. Ogni tipo di coltura mostra una specifica capacità di copertura del terreno, legata al ciclo produttivo, e una capacità di competizione con le infestanti, data dalle caratteristiche biologiche. Diminuire il periodo in cui il terreno resta scoperto, soprattutto nella situazione in cui si opera in terreni scoscesi, è estremamente importante per il contenimento dei fenomeni erosivi, al fine di non dilapidare, in poche ore di pioggia battente, il patrimonio di fertilità chimico-fisica faticosamente accumulato in anni di lavoro. L’azione erosiva dell’acqua e del vento è inversamente proporzionale alla presenza di colture sul suolo.

Controllo delle erbe infestanti. Non ci può essere contenimento soddisfacente senza l’adozione di una rotazione di specie diversificate, cioè capaci di competere costantemente con la flora infestante caratteristica delle diverse specie e delle diverse fasi colturali e stagionali. Moltissimi lavori sperimentali hanno dimostrato che le rotazioni brevi favoriscono la specializzazione della flora infestante e il passaggio di un lungo intertempo tra coltura e coltura sia una cause di aumento del rischio di accumulo di semi potenzialmente germinabili nel terreno. Per esempio, come evidenziato da un lavoro del Prof. Boncialelli dell’Istituto di Agronomia dell’Università di Perugina, una successione Frumento-Girasole, ottiene minori risultati di contenimento di infestanti, rispetto alla rotazione che prevede l’alternarsi di Girasole-Frumento. Tutto ciò è da attribuire al tempo in cui il terreno rimane scoperto che passa da otto, nove mesi a circa due.

L’effetto positivo che le rotazioni hanno sulla produttività generale è legata al diverso rapporto che ogni specie mostra con l’ambiente e con la fertilità del terreno, anche in relazione alla tecnica

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L’avvicendamento delle colture colturale, che ha il solo scopo di esaltare l’aspetto produttivo, mettendo la pianta nelle migliori condizioni di sviluppo. La scelta della successione delle colture porta con se anche la definizione di specifici piani di fertilizzazione, la valutazione del tipo di mercato che l'azienda vorrà approcciare e la disponibilità e la necessita dei mezzi tecnici da utilizzare, nonché la valutazione dell’entità dei contributi che potrà ricevere. Nella definizione di un piano di rotazione occorre tenere presente la continua evoluzione della Politica Agricola Comunitaria che rende sempre più difficile l’attuazione di una rotazione chiusa. Ne scaturisce che la definizione di una rotazione è frutto della bravura dell’imprenditore che dovrà cercare di definirla secondo criteri ed esigenze quali:  Risposta alle richieste di mercato: andamento delle “mode” alimentari, che premiano o penalizzano le colture indipendentemente dalla naturale vocazione colturale dei terreni;  Politica Agricola: incentivazioni e disincentivazioni previste dalla PAC;  Organizzazione aziendale: capacità imprenditoriale e livello di specializzazione delle attrezzature aziendali;  Rispetto dei principi agronomici fondamentali. In sostanza l’adozione di rotazioni e di avvicendamenti può essere definito come il vestito realizzato su misura per le esigenze produttive e per la difesa dell’ambiente. In estrema sintesi si può affermare che le rotazioni e gli avvicendamenti hanno effetti: 1. sull’economia aziendale: 1.1.

diversificazione, stabilità e sostenibilità delle rese colturali che riducono i rischi di impresa anche per la variabilità climatica;

1.2.

distribuzione equilibrata del lavoro nel corso dell’anno;

1.3.

riduzione della potenza meccanica richiesta per le lavorazioni; 10


L’avvicendamento delle colture 1.4.

maggiore valore aggiunto, poiché alcune colture sfruttano gli arricchimenti del terreno portati da altre specie coltivate;

1.5.

evitare il fenomeno di stanchezza del terreno.

2. effetti sul suolo e sulle colture 2.1.

conservazione della fertilità del suolo, sottp il triplice aspetto della fertilità fisica, chimica, microbiologica;

2.2.

mantenimento attivo il processo di formazione dell’humus;

2.3.

autoapprovvigionamento di elementi nutritivi, soprattutto dell’azoto se le leguminose sono sufficientemente rappresentate nella rotazione;

2.4.

rottura dei cicli biologici di erbe infestanti, insetti e fitopatie, che assicurano la prevenzione dalle infestanti e riduce la necessità di trattamenti di difesa.

3. effetti ambientali e sociali 3.1.

riduzione dello scorrimento superficiale delle acque e dell’erosione;

3.2.

riduzione del trasporto di elementi nutritivi nell’ambiente;

3.3.

riduzione dei rischi sanitari per agricoltori e consumatori in genere;

3.4.

maggiori garanzie di genuinità, provenienza e qualità dei prodotti agricoli;

3.5.

riduzione delle richieste energetiche in agricoltura.

DESCRIZIONE

DELLA

NORMA

E

DEGLI

ADEMPIMENTI

DA

RISPETTARE La norma 2.2. stabilisce che le monosucessioni di frumento duro e tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro, mais e sorgo non possano avere una durata superiore a cinque anni. Per monosuccessione di cereali s’intende la coltivazione dello stesso cereale sul medesimo appezzamento per 2 o più anni consecutivi.

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L’avvicendamento delle colture La successione dei cereali: frumento duro e tenero, triticale, spelta, segale, orzo, avena, miglio, scagliola, farro, è considerata, ai fini della presente norma, come monosuccessione dello stesso cereale.

DEROGHE AGLI IMPEGNI Sono ammesse deroghe agli impegni aziendali nei seguenti casi: 1. – monosuccessione di riso; 2. – dimostrazione del mantenimento del livello di sostanza organica, mediante analisi del terreno nel periodo di monosuccessione e dopo il raccolto del cereale coltivato nel corso del primo anno successivo al termine della durata massima della monosuccessione stessa. Nel caso in cui il confronto tra le analisi metta in evidenza la diminuzione della sostanza organica, entro l’anno solare in cui è stata determinata la diminuzione sarà necessario programmare azioni che portino al ripristino del livello si sostanza organica. Ciò potrà essere effettuato tramite la realizzazione di sovesci, letamazioni o apporti di concimi organici. 3. – eventuali specifiche prescrizioni inerenti l’avvicendamento, limitate alle zone montane.

VERIFICA DEL RISPETTO DEGLI IMPEGNI ASSUNTI DA PARTE DELL’IMPRENDITORE La verifica del rispetto degli impegni previsti dalla “Norma 2.2” avviene attraverso il controllo: - del rispetto della durata massima della monosuccessione e/o in caso di utilizzazione della deroga indicata al punto n. 2 del paragrafo precedete: 

realizzazione delle analisi del terreno;

dimostrazione del mantenimento del livello di sostanza organica nel suolo;

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L’avvicendamento delle colture 

proposizioni e realizzazioni di efficaci interventi capaci di ripristinare il livello di sostanza organica del suolo.

DETERMINAZIONE DELL’INFRAZIONE La determinazione dell’infrazione avviene nel caso non siano rispettati i limiti di monosuccessione, oppure, qualora nel caso di utilizzazione della deroga, non siano state realizzate le analisi del terreno previste e non siano stati proposti ed effettuati, entro i tempi previsti, gli interventi di ripristino del livello di sostanza organica in caso di una sua accertata diminuzione. A. - Portata dell’infrazione: il livello dell’infrazione è calcolato in relazione all’estensione delle particelle agricole (o catastali) che presentano una o più infrazione. Sarà inoltre oggetto di valutazione l’influenza delle infrazioni al di fuori dell’ambito aziendale. A.1 - Modalità di rilevazione. Il controllo degli impegni assunti avverrà utilizzando i risultati dei controlli effettuati sui dati a disposizione a partire dal 1° gennaio 2008, dalle dichiarazioni di produzione o dai rilievi effettuati e, nell’anno in corso, per fotointerpretazione di un set multitemporale di immagini da satellite, oppure attraverso il controllo in campo sui terreni aziendali dove è applicabile la Norma. A.2 – Il livello di violazione verrà determinato a seconda delle seguenti classi di violazione: A.2.1. − livello basso: qualora la superficie sulla quale viene rilevata l’infrazione sia superiore a 0 e inferiore o uguale al 20% della superficie soggetta a vincolo, perché non superiore a 2 ettari. A.2.2. − livello medio: qualora la superficie sulla quale viene rilevata l’infrazione sia superiore al 20% e inferiore o uguale al 30% della superficie soggetta a vincolo, purchè non superiore a 3 ettari. A.2.3. − livello alto: qualora la superficie sulla quale viene rilevata l’infrazione sia superiore al 30% della superficie soggetta a vincolo, o superiore a 3 ettari, oppure siano riscontrati effetti extra-aziendali, oppure l’infrazione sia commessa all’interno di un’area SIC o ZPS. Nel caso sia stata utilizzata la deroga nel rispetto della norma, sia stata dimostrata 13


L’avvicendamento delle colture una diminuzione della sostanza organica e non siano state messe in atto le strategie per il ripristino del livello della sostanza organica, l’indicato della portata dell’infrazione è comunque a livello alto. B. - Gravità dell’infrazione: in relazione al numero di anni di monosuccessione oltre il massimo

consentito.

B.1. - Modalità di rilevazione. Risultati dei controlli sulla serie storica delle dichiarazioni di produzione e, nell’anno in corso, per fotointerpretazione di un set multitemporale di immagini da satellite, oppure attraverso controllo in campo, sui terreni aziendali dove è applicabile la Norma. B.2 - Classi di violazione: 1. − livello medio: l’anno di monosuccessione oltre i limiti consentiti, senza che siano state realizzate le analisi del terreno oppure gli interventi alternativi previsti per il ripristino della sostanza organica; 2 − livello alto: 2 o più anni di monosuccessione oltre i massimi consentiti, senza che siano state realizzate le analisi del terreno oppure gli interventi alternativi previsti per il ripristino della sostanza organica. C. - Durata dell’infrazione: l’indicatore di durata viene normalmente stabilito a livello medio. Oltre i tre anni di monosuccessione oltre i massimi consentiti, si applica il livello alto. Inadempienza di importanza minore. Sono considerate inadempienze di importanza minore le infrazioni con livelli bassi di portata.

AZIONI CORRETTIVE E IMPEGNI DI RIPRISTINO Le azioni correttive sono quelle previste come interventi alternativa in caso di limitatamente alle infrazioni con portata bassa e dovute a monosuccessione di durata di un solo anno superiore ai massimi consentiti (gravità media): 

sovescio;

letamazione; 14


L’avvicendamento delle colture 

altri interventi di concimazione organica.

Le azioni correttive possono essere attivate qualora sia possibile realizzarle prima o contemporaneamente all’impianto della coltura per l’anno successivo. Ripristino Gli impegni di ripristino si applicano a livelli medi o alti di portata. Gli interventi da programmare e realizzare sono i medesimi delle azioni correttive. Nel caso in cui all’azienda siano prescritte azioni correttive o di ripristino e queste non vengano realizzate nei tempi e nei modi prescritti, l’infrazione individuata sarà considerata ripetuta con applicazione delle penalità previste nei casi di reiterazioni. INTENZIONALITÀ Si ha infrazione intenzionale nei casi previsti dall’art. 66 del Reg. CE 796/04 e, in applicazione a quanto stabilito dall’art. 4, comma 3 del D.M. 12541/06 e successive modifiche ed integrazioni, nel caso in cui l’estensione delle infrazioni sia pari o superiore all’80% della superficie dove è applicabile la norma o a 8 ettari.

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L’avvicendamento delle colture BIBLIOGRAFIA - Agronomia – Francesco Bonciarelli – Ed agricole; - Siti internet vari; - Circolare Agea

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OPUSCOLO REALIZZATO NELL’AMBITO DEL PROGETTO PRESENTATO IN ATTUAZIONE DEL BANDO: REG. CE N. 320/06 DA N. 101/08 - DGR 1096/08 – PIANO DI AZIONE BIETICOLO SACCARIFERO – BANDO MISURA 1.1.1. – SOTTOMISURA B) LETTERA C) – ANNO 2009 – DOMANDA N. 1730.


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