LA GESTIONE DELL'ULIVETO - domande e risposte

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L’INFORMAZIONE IN PILLOLE

Pubblicazione realizzata con il contributo della CCIAA delle Marche CUP progetto H72E20000000003 COR progetto 3276788


PREMESSA Questa pubblicazione è stata elaborata raccogliendo gli input provenienti dall’esperienza dello “sportello informativo”, attivato nell’ambito del progetto “Strumenti per favorire la competitività e lo sviluppo delle imprese agricole marchigiane”, realizzato con il contributo camerale 2020. I quesiti più frequenti che sono stati proposti da cittadini e da aziende sono stati strutturati in modo da fornire in modo semplice e diretto informazioni utili a chi avesse curiosità e/o necessità di chiarimenti in tema di GESTIONE DELL’OLIVETO

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1. COME DETERMINARE IL GIUSTO RAPPORTO SUPERFICIE/PIANTA? In fase di progettazione di un oliveto è importante definire il sesto d’impianto ottimale o meglio, la distribuzione delle piante sul terreno, al fine di avere la massima copertura fogliare senza competizione tra le piante. Gli aspetti tecnici da prendere in esame sono: tipologia di allevamento delle piante, varietà che saranno piantate, tecnica di raccolta e gestione della chioma. Se prendiamo in esame il vaso policonico come riferimento di coltivazione, le varietà coltivate

incideranno

notevolmente

sul

sesto

d’impianto. Più le varietà sono vigorose nello sviluppo fogliare e maggiore dovrà essere le distanze che identificano il sesto d’impianto.

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2. NELLA SCELTA DELLE VARIETÀ QUALI ASPETTI TECNICI DOBBIAMO CONSIDERARE? Gli aspetti da considerare sono diversi: a) Adattamento pedo-climatico; b) Tipologia organolettica di olio che vogliamo produrre; c) Tecniche di gestione dell’oliveto; d) Realizzazione

di

un

oliveto

classico

o

superintensivo;

3. QUANTI ANNI NECESSITANO PRIMA DI AVERE UN RACCOLTO SODDISFACENTE? In condizioni ordinarie si dovrebbe avere una soddisfacente

produzione

al

5°-6°

anno

di

coltivazione. Spesso per cause di varia tipologia

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(errata scelta varietale, stress climatici, errata gestione di coltivazione, etc.), questo momento importante per i fini economici si può prolungare al 8°-9° anno.

4. ALCUNE VARIETÀ ENTRANO IN PRODUZIONE PRIMA DI ALTRE? Ad eccezione di varietà selezionate ed ottenute da incroci dell’uomo, gran parte delle varietà entrano in produzione al 3°-4° anno.

5. LA SCELTA DELLA GESTIONE DELL’OLIVETO: INERBIMENTO O LAVORAZIONE TOTALE ANNUA? Questo aspetto agronomico è molto discusso tra gli olivicoltori marchigiani. La scelta si basa semplicemente nel confronto dei vantaggi e svantaggi tra le due operazioni. Se è vero che

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mediante la lavorazione meccanica ordinaria le piante superano meglio lo stress idrico da siccità, è anche vero che ogni operazione agronomica da eseguire sull’oliveto è vincolata dalle condizioni climatiche. Difatti, con il terreno bagnato, tutte le operazioni agronomiche vengono eseguite con molta difficoltà. Se consideriamo l’inerbimento totale, controllato con sfalci costanti della coltura erbacea,

spontanea

o

seminata,

all’inizio

dell’impianto gli olivi potrebbero subire la competizione idrica, che viene superata con l’approfondimento delle radici nel terreno agrario. Inoltre, con l’inerbimento, tutte le operazioni agronomiche

come

potatura,

trattamenti

fitosanitari, raccolta delle olive, vengono eseguite con molta più facilità.

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6. NEI PRIMI ANNI DI VITA È PREFERIBILE/OPPORTUNO TENERE L’OLIVETO NON INERBITO? E’ una scelta imprenditoriale, poiché eseguire una zappettatura lungo la fila intorno alle piante è buona tecnica colturale per l’interramento dei concimi, per ridurre l’evaporazione dell’umidità del terreno e per avere un miglior controllo del manto erboso di sottochioma. Mentre, tenere inerbito l’interfilare consentirebbe un migliore passaggio con i mezzi tecnici.

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7. LA COLTIVAZIONE DELL’OLIVETO CON TECNICHE BIO HA DEI RITORNI ECONOMICI IN TERMINI COMMERCIALI OLTRE CHE ETICI? La scelta è prettamente imprenditoriale, poiché nella voce Attivo oltre a presentare l’olio E.V.O. con prezzo maggiore rispetto ai convenzionali, c’è anche l’opportunità di avere contributi pubblici specifici. Però, bisogna anche tenere presente che nella gestione dell’oliveto bio i costi per il controllo degli insetti sono spesso maggiori. La scelta va effettuata valutando gli sbocchi commerciali più noti all’imprenditore.

8. IN FASE DI PIANTUMAZIONE È OPPORTUNO PORRE DEL TERRICCIO ORGANICO SOTTO LA ZOLLA DELLA PIANTA? I nostri terreni agrari sono per gran parte scarsi in sostanza organica e quindi poveri di elementi nutritivi disponibili alla giovane pianta. In fase di 7


preparazione del terreno è consigliabile apportare un’elevata quantità di letame sull’intera superficie agraria

interessata

all’oliveto.

Se

questa

operazione, per vari motivi, non può essere realizzata, allora si può ricorrere al posizionamento di terriccio organico o letame sotto la zolla della pianta. Ciò aiuta la giovane pianta di olivo a trovare elementi nutrivi facilmente ed in breve tempo, migliorando i tempi di attecchimento della pianta.

9. PER LE PIANTE DI 3 ANNI, DI ETÀ, QUANTO CONCIME METTERE SOTTO LA PIANTA? Il concime distribuito è bene che sia di natura organica, poiché oltre a rilasciare gli elementi nutritivi nel medio-lungo periodo, migliora anche lo stato strutturale del terreno agrario che sarà perlustrato dalle giovani radici.

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In merito alla quantità, la scelta è prettamente imprenditoriale. La cosa importante è evitare il contatto diretto del concime organico con le radici.

10. NEI PRIMI ANNI DI VITA DELL’IMPIANTO, È NECESSARIO INNAFFIARE LE PIANTE? Sì. Nei primi anni di vita è necessario seguire lo sviluppo della pianta come ogni essere vivente. Pertanto là, dove non è stato previsto un impianto d’irrigazione, bisogna prevedere un intervento di soccorso da eseguire in turni variabili a seconda delle condizioni climatiche estive.

11. È NECESSARIO L’IMPIANTO D’IRRIGAZIONE? Dipende da diversi aspetti tecnici ed economici come: condizioni climatiche aride nel periodo

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primaverile-estivo, natura del terreno molto sciolto, volontà di avere una buona produzione di olive

annua,

disponibilità

economiche

dell’imprenditore, etc.

12.SPESSO SI PARLA DI POTATURA ORDINARIA E DI RIFORMA: QUAL’ È LA DIFFERENZA? La potatura ordinaria è quella potatura che viene eseguita tutti gli anni con l’obiettivo di eliminare germogli vegetativi (succhioni), rami produttivi esauriti, rami secchi, contenere l’altezza delle branche primarie, eliminare i polloni. La “potatura di riforma” consiste nell’eseguire tagli, più o meno importanti, al fine di creare lo “scheletro” portante della chioma, dove la massa legnosa sarà ridotta al minimo necessario e su cui si svilupperanno i 10


giovani germogli produttivi. Questo tipo di potatura è consigliabile solo quando c’è la necessità di riportare l’oliveto in condizioni ordinarie di gestione e potatura.

13.QUALI TECNICHE DI RACCOLTA AGEVOLATA E/O MECCANICA ESISTONO? La tecnologia del settore produttivo olivicolo italiano ha fatto notevoli progressi negli ultimi 10 anni. Difatti, mentre le varie operazioni colturali erano per gran parte manuali, oggi si sta cercando di meccanizzare ogni operazione colturale: dalla potatura alla raccolta. Nel territorio marchigiano, per lo più collinare ed argilloso, gli oliveti sono coltivati con la forma di allevamento del vaso policonico. Per detta tipologia di allevamento, le forme di raccolta maggiormente presenti sono: uso 11


di agevolatori elettrici o pneumatici, scuotitori al tronco o telescopici, vibratori o spazzole che provocano la caduta delle olive. Queste macchine possono trovarsi accoppiate a degli ombrelli intercettatori che evitano la caduta delle drupe a terra.

14.QUALI ASPETTI TECNICI ED IMPRENDITORIALI INFLUISCONO NELLA SCELTA DEL METODO DI RACCOLTA? Gli aspetti più comuni che influenzano la scelta del metodo di raccolta sono: numero di piante e condizioni pedologiche del terreno dell’oliveto; capacità e disponibilità meccanica dell’azienda e tipologia di allevamento dell’oliveto; disponibilità economica dell’imprenditore.

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15. IL FENOMENO DI “CARICA/SCARICA” O “ALTERNANZA DI PRODUZIONE” COME PUÒ ESSERE EVITATO? Questo fenomeno naturale, in cui ad una annata con elevata produzione, ne segue una con scarsa produzione, si riscontra spesso negli oliveti dove la gestione è assente o marginale. Per annullare o ridurre al minimo questo fenomeno bisogna intervenire nella gestione dell’oliveto in modo ordinario annuale. Importanti, a questo riguardo, sono la potatura e la concimazione.

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16. E’ VERO CHE UNA ADEGUATA POTATURA ORDINARIA DELLE PIANTE DI OLIVO INCIDE POSITIVAMENTE

SULLO

STATO

FITOPATOLOGICO? E’ vero. Quando una pianta di olivo presenta una buona irradiazione solare ed ha un ottimo arieggiamento, lo stato vegetativo della chioma è buono. Ciò è importante per evitare varie patologie fungine e per avere un’ adeguata sintesi clorofilliana con un buon stimolo alla induzione a fiore delle giovani gemme.

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