Il Sogno d'Impresa

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IL D’IMPRESA

Il piano strategico aziendale come strumento per trasformare il proprio sogno in realtà

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IL SOGNO DELL'IMPRESA


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SOGNO

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SOMMARIO

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CONOSCERE PER DECIDERE..

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VALUTAZIONE DEI RISULTATI GESTIONALI..

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PIANIFICARE LE ATTIVITÀ AZIENDALI..

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STRUMENTI

DI VALUTAZIONE E ANALISI

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DEGLI INVESTIMENTI ..

VALUTAZIONE DELLE RISORSE..

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CONCLUSIONI..

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CHE COS'È IL BUSINESS PLAN O PIANO STRATEGICO AZIENDALE..

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PREMESSA..

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Premessa

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Per comprendere il vero significato di questa terminologia ci viene in aiuto la traduzione dall'inglese all'italiano di "business plan", che letteralmente significa piano degli affari e quindi piano strategico aziendale. In sintesi, il business plan non è altro che la pianificazione che un'azienda fa per poter realizzare in proprio guadagno. Con ciò si può comprendere come il business plan diventa in un'impresa un vero e proprio strumento di lavoro.

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Che cos'è il business plan o piano strategico aziendale

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Il settore agricolo è sempre stato caratterizzato da una sua apparente staticità, ma in realtà, come è gia avvenuto in tutti i settori produttivi, si è evoluto nel tempo, tanto che un'impresa agricola moderna assomiglia sempre di più a quelle esistenti negli altri settori produttivi. Questa evoluzione non è stata indolore, ma è stata caratterizzata da un grosso sforzo degli imprenditori; questo processo iniziato non si può più fermare e l'imprenditore agricolo volente o nolente è costretto a continuare in questo percorso. Le innovazioni in impresa agricola non sono solo di carattere tecnologico, ma sono anche di carattere finanziario, gestionale e contabile; è in questa ottica che si inserisce come strumento innovativo il business plan o il piano strategico aziendale, strumento già utilizzato dalla generalità delle imprese in tutti i settori.

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Oramai questa terminologia è utilizzata continuamente, ma in realtà essa non rappresenta una vera novità: con il termine "business plan" si è solamente codificato un modo di agire che ognuno di noi ha abitualmente per realizzare un qualsiasi progetto, dal più banale al più complesso. Per meglio comprendere, possiamo utilizzare come esempio l'organizzazione di una gita domenicale con la propria famiglia. È un esempio banale, ma la riuscita della gita dipende da una buona programmazione della stessa. Non ce ne rendiamo conto, ma per poter effettuare questa escursione dobbiamo prima compiere una serie di scelte collegate tra di loro quali: la scelta del luogo, di come arrivarci, di cosa mangiare ecc. Ecco: abbiamo fatto il nostro piccolo business plan e ci attendiamo come risultato una giornata da ricordare. La controprova di cosa abbiamo appena affermato ci viene sempre dalla nostra esperienza, di quando per esempio abbiamo partecipato a una gita mal organizzata e siamo tornati a casa insoddisfatti. La redazione di un business plan deve consentire all'impresa la realizzazione di un suo progetto più o meno complesso, limitando al minimo i rischi di insuccesso. Lo strumento del piano strategico non lo si utilizza solamente per la realizzazione di una nuova attività, ma lo si può utilizzare anche per migliorare attività già esistenti; tutto dipende da quello che ogni imprenditore si aspetta dalla propria impresa. Fare un buon piano strategico non dipende dalla dimensione del progetto o dall'obbiettivo che si vuol raggiungere, ma dalla accuratezza dell'organizzazione degli ele-


2 - metodi per il controllo di gestione;

4 - pianificare le attività aziendali; 5 - strumenti di valutazione e analisi degli investimenti; valutazione delle risorse. Conoscere per decidere È logico che la prima cosa da fare per poter pensare di progettare è conoscere. Le conoscenze sono alla base di ogni progetto: esse devono essere raccolte per poter valutare ogni possibile variabile e decidere. Le conoscenze devono essere sia interne all'azienda che esterne e sono la propria storia e il contesto dove si opera.

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3 - valutazione dei risultati gestionali;

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1 - conoscere per decidere;

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menti che lo costituiscono. In conclusione, il business plan o piano strategico aziendale è lo strumento con cui ogni impresa descrive come vuol raggiungere il suo obbiettivo. Per redigere un business plan non esistono modelli standardizzati, ma si costruisce caso per caso. Comunque, prima di arrivare alla stesura del piano, è necessario effettuare una serie di valutazioni con lo scopo di raccogliere una serie di informazioni necessarie. Per la costruzione di un piano strategico aziendale possiamo seguire questo percorso:

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PRODOTTI

FA T T O R I

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Attraverso la conoscenza della propria storia, si desume quali sono state le vicende che hanno portato l'azienda al suo stato attuale, il contesto invece ci aiuta a comprendere quello che possiamo fare o dove possiamo andare, in poche parole ad immaginare il nostro futuro. Nelle aziende agricole sovente è molto più difficile raccogliere dati e informazioni sul proprio passato, vista la mancanza di una contabilità analitica, che immaginare il proprio futuro. Le notizie da raccogliere sono mirate alla comprensione dell'organizzazione dell'azienda; generalmente in un azienda agricola possiamo lavorare con questo schema:

A Z I E N DA AGRICOLA USCITE

E N T R AT E

L'assenza di una contabilità analitica costringe il tecnico a basare la raccolta di informazioni sulla memoria storica dell'imprenditore, attraverso un'intervista. Man mano che si procede con la raccolta delle informazioni, si iniziano a prendere alcune decisioni legate alle informazioni e in particolare si iniziano a selezionare le informazioni utili al raggiungimento dell'obiettivo e quelle da tenere da parte per il futuro. Una regola non


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Nella costruzione di un qualsiasi piano strategico ha un ruolo fondamentale la costruzione (se già non esiste) del bilancio aziendale. La lettura attenta del bilancio aiuta l'imprenditore a capire bene dove attingere le risorse necessarie per soste-

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Valutazione dei risultati gestionali

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scritta, ma di buon senso, è quella ti tenere tutte le informazione: potranno essere utili una prossima volta. L'obbiettivo prefisso può essere collocato in tutti e quattro i fattori dello schema precedente. Ad esempio, quando parliamo di fattori, possiamo valutare di migliorare l'efficienza del parco macchine o di una struttura aziendale, quando parliamo di prodotti possiamo pensare all'introduzione nel paniere di nuovi prodotti o servizi; le entrate possono essere aumentate attraverso la valorizzazione dei propri prodotti, mentre per le uscite si può pensare alla riduzione dei costi. Le conoscenze sono fondamentali per poter progettare in maniera efficiente: più le notizie sono dettagliate, più le decisioni possono essere razionali. Un altro elemento di sostegno per decidere quale strada intraprendere è la valutazione dell'impresa attraverso l'analisi Swot ovvero individuando i propri punti di forza e di debolezza e delle sue opportunità e minacce o meglio c. In questo modo si da una lettura molto attenta della propria attività individuando su cosa intervenire: si può decidere se intervenire sulle minacce o sulle opportunità, cercando di ridurre le prime ed aumentare le seconde.

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CONTO

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ECONOMICO

ENTRATE VENDITE

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nere il proprio affare. Per l'attività agricola non è obbligatorio redigere il bilancio aziendale come avviene nel resto delle attività, ma questo non significa che ogni impresa in maniera volontaria possa fare il proprio. Esistono diverse forme di bilancio, ma tutte raggiungono la stessa finalità. In ogni bilancio abbiamo da una parte lo stato patrimoniale e dall'altra il conto economico. Pur valutando due aspetti diversi, essi vanno letti in maniera univoca: dal primo si leggono le fonti e gli impieghi, dal secondo si vedono le entrate e le uscite dell'azienda. Generalmente il bilancio dell'azienda agricola viene schematizzato così: USCITE PRODOTTI

VARIAZIONI SCORTE

UTILE

SERVIZI E SPESE GENERALI

LORDO STALLA

CONTRIBUTI ALTRI

FATTORI DI CONSUMO AZIENDALI

DELLE

RICAVI

AMMORTAMENTI IMPOSTE E TASSE

SALARE ALTRE

ONERI SOCIALI

SPESE

REDDITO NETTO O PERDITA DI ESERCIZIO

STATO

PATRIMONIALE

IMPIEGHI

FONTI

CAPITALE

FONDIARIO

DEBITI

CAPITALE

AGRARIO

APPORTI

TITOLARE

CAPITALE

NETTO

CREDITI CASSA

E

BANCA


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Una volta acquisite le notizie necessarie e individuato l'obbiettivo bisogna pianificare una serie di attività funzionali al suo raggiungimento. Non importa quanto sia alto l'obbiettivo che ci si prefigge, ma è fondamentale che esso sia ben chiaro. Come per il marinaio il faro rappresenta l'unico punto di riferimento in mezzo al mare, così deve essere l'obbiettivo che l'impresa ha deciso di raggiungere. E come il faro è visibile non solo al marinaio ma a tutto l'equipaggio, anche l'obbiettivo deve essere ben visibile non solo all'imprenditore ma anche a tutti i suoi collaboratori, sia interni che esterni. Perché l'obbiettivo possa essere ben visibile è necessario che sia sostenuto da un'adeguata pianificazione delle attività.

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Pianificare le attività aziendali

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Come si evince dallo schema, i dati che vanno a formare il conto economico e lo stato patrimoniale sono differenti, ma operano in maniera integrata e, confrontando i vari dati, si ottengono degli indici che fanno capire le potenzialità dell'azienda. I due maggiori indici sono il ROE e il ROI: essi sono sempre espressi in percentuale e il primo indica il rapporto tra il reddito aziendale e il capitale netto, mentre il secondo indica il rapporto tra il reddito operativo e l'investimento. È dalla lettura del ROE e del ROI che si confrontano i valori delle varie imprese o si riesce a comprendere quale sia il rendimento del capitale investito in azienda.

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A volte può capitare che per il raggiungimento di un obbiettivo siano sufficienti pochi interventi ma generalmente vanno effettuate diverse attività: ecco allora che bisogna dar loro un ordine e un tempo di esecuzione. Questo avviene normalmente in un azienda agricola. Pensiamo ad esempio alla produzione del grano. Ogni imprenditore esegue un piccolo piano strategico: raccoglie le conoscenze, si informa quali sono le previsioni di mercato del grano duro e del tenero sulle varietà più richieste, se vi sono dei collaboratori si confronta con essi ecc.; Decide il suo obbiettivo e produrre grano duro della varietà Levante: ora deve pianificare come raggiungere il suo obbiettivo. Insieme ai sui collaboratori decide quali attività bisogna intraprendere per raggiungere l'obbiettivo: sarà necessario raccoglierlo, stoccarlo, reperire la semente, seminare, concimare ecc.; individuate le attività, gli si assegnano le priorità e i tempi di esecuzione; è semplice, per produrre grano siamo tutti d'accordo che prima si semina e poi si raccoglie e che la semina la farò a novembre e la raccolta a giugno dell'anno successivo, ma non sempre è così facile assegnare la priorità giusta ad ogni attività. Sulla scorta di questo esempio abbiamo visto che nella pianificazione si individuano le attività le si mettono in ordine cronologico e si assegnano loro un tempo di esecuzione. Ma questo da solo non è sufficiente: per una buona pianificazione occorre prevedere anche delle attività di controllo e verifica, specialmente quando l'obbiettivo è relativamente com-


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plesso e vi sono più soggetti coinvolti nella realizzazione. Pianificare delle verifiche sullo stato di avanzamento di un progetto è fondamentale per due ragioni: da una lato ci consente di vedere man mano che il progetto avanza se siamo in linea rispetto alle previsioni e dall'altro lato ci dà la possibilità di correggere gli eventuali errori di pianificazione. Come abbiamo detto in precedenza pianificare bene un progetto ci consente di evitare errori ma spesso in corso d'opera possono verificarsi degli imprevisti. Se abbiamo fatto una buona pianificazione attraverso le operazioni di verifica riusciremo a superare tutti gli imprevisti e arrivare comunque all'obbiettivo previsto. Tornando all'esempio de grano: abbiamo effettuato tutte le operazioni colturali necessarie alla produzione e ora stiamo aspettando di raccogliere, ma, come tutti noi sappiamo, il risultato finale è si legato alla nostra capacità professionale, ma anche all'andamento stagionale, che in fase di pianificazione abbiamo considerato basandoci sui dati medi e sapendo che una volta su due in quella zona è necessario effettuare il trattamento contro le ruggini. In fase di pianificazione siamo stati bravi perché abbiamo previsto la necessità di intervenire con un trattamento anticrittogamico, ma siamo ancora più bravi se, attraverso una verifica, riusciamo a valutare se in questa stagione sia effettivamente necessario effettuare il trattamento. Con ciò possiamo dire che una buona pianificazione in business plan deve essere il più possibile detta-

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gliata ma anche molto elastica, nel senso che si devono prevedere delle alternative per superare eventuali difficoltà nel momento in cui una attività non vada nella direzione che abbiamo previsto. Nella pianificazione delle attività non dobbiamo sottovalutare il concetto di tempo, che ha un ruolo fondamentale nella riuscita di un progetto. Strumenti di valutazione e analisi degli investimenti Oltre alla pianificazione delle attività è ugualmente importante capire quali sono gli investimenti che occorono per la realizzazione dell'obiettivo e i tempi necessari per il rientro dell'investimento. Dalla lettura del bilancio possiamo capire quante risorse possiamo attingere dall'azienda e quanto sia la capacità di indebitamento della stessa. È opportuno in fase di realizzazione del piano assegnare ad ogni attività i relativi costi e, così come una pianificazione dettagliata delle attività è garanzia di un contenimento del rischio, così pure deve avvenire con i costi, poiché la sottovalutazione degli stessi in fase di progettazione quasi certamente compromette il risultato finale. Naturalmente non vanno quantificati solo i costi ma anche i ricavi che devono essere superiori ai costi. A volte in questa fase si corre il rischio di sopravvalutare i potenziali ricavi. Altro elemento da considerare è che generalmente i costi vengono sostenuti


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quasi subito, mentre i ricavi avvengono in lasso di tempo più o meno lungo pertanto va tenuto presente che un euro incassato nel futuro varrà meno di un euro di oggi. Generalmente, per poter misurare se economicamente un piano strategico sia sostenibile da un punto di vista economico, si utilizzano strumenti di matematica finanziaria e più precisamente viene utilizzato il VAN (Valore Attuale Netto). Questo strumento tiene conto: dell'investimento iniziale, degli incassi annui ipotizzati e del tasso di interesse. Il risultato ottenuto ci dice se l'investimento è conveniente e in quanto tempo si rientra dall'investimento. Ipotizziamo che vogliamo realizzare un nuovo prodotto nella nostra azienda; che il costo dell'investimento iniziale sia di € 1.000,00 e che da questo investimento nei prossimi anni ci aspettiamo di ricavare un utile di esercizio di € 200,00 annui: quale sarà il VAN di questo investimento? Possiamo misurare il VAN in due modi: ipotizzando un tasso di interessi del 6% avremo come risultato finale un VAN di € 445,00; ipotizziamo un VAN prossimo allo 0 avremo come risultato finale un tasso di interesse 15%. Senza dubbio questo investimento è valido poiché si ottiene o un VAN positivo, nel primo caso, o un VAN prossimo allo zero sma con un tasso di rendimento del 15%.. Se invece il ricavo annuo scendesse al disotto dei € 100,00, il VAN diventerebbe negativo (al tasso del

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6% il VAN sarebbe di € - 250,00) e quindi questo investimento non va fatto. Oltre al calcolo del VAN si determina il tempo di rientro dell'investimento il Payback che può essere semplice o attualizzato. Naturalmente più rapidamente si raggiunge il tempo di pareggio e più l'investimento è remunerativo. Valutazione delle risorse Siamo arrivati quasi alla fine della stesura del nostro piano, ora manca solo il capitolo dedicato alle risorse; anche se lo affrontiamo per ultimo questo aspetto esso è importante come gli altri e merita lo stesso livello di attenzione. Le risorse fondamentalmente sono tre: la risorsa umana; la risorsa economica e la risorsa tempo. Considerare la risorsa umana è molto importante, perché dove sia prevista la presenza di più persone è indispensabile che ognuno sappia cosa fare e quando farlo. Tornando all'esempio della produzione del grano, se in azienda siamo in due, uno si preoccuperà di arare e seminare e un altro di concimare e rullare ed entrambi dovremmo sapere che prima si concima, poi si ara, si semina e si rulla. Quindi la risorsa umana è indispensabile e va scelta in base a cosa è destinata a fare (non incaricheremo mai un fabbro per fare un muro). Quando parliamo di risorsa economica, capiamo subito quale sia il suo ruolo e penso che non sia


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necessario dilungarsi nel suo trattamento: l'unica cosa a cui fare attenzione è che va usata con la massima oculatezza e anche se tutti la consideriamo un fattore limitante, generalmente, se abbiamo pianificato bene essa è quella più facilmente reperibile. Volutamente ho lasciato per ultima la risorsa tempo: essa è la più importante di tutto il piano strategico. Utilizzare male la risorsa tempo o sottovalutarne la sua disponibilità compromette irreversibilmente il raggiungimento dell'obbiettivo prefissato. In tutti i piani essa viene definita l'unica risorsa scarsa, poiché il tempo passa e quello perso non lo si può più recuperare. Ad esso, contrariamente al nostro pensare quotidiano, va dato un valore e va considerato in maniera esplicita nei costi, altrimenti rischiamo di falsare tutte le valutazioni.

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Conclusioni Il business plan al di là delle difficoltà che ognuno di noi può incontrare nel predisporlo, diviene un strumento di lavoro al pari di una trattrice o di una macchina operatrice. Esso ci consente di tracciare con la maggiore esattezza possibile quale sia la rotta da seguire nella crescita della propria impresa, rotta che non solo può essere seguita facilmente dall'imprenditore, ma anche da tutti i suoi collaboratori. Esso, oltre ad aiutarci a gestire il percorso della nostra azienda diventa determinante nel momento in cui, per la realizzazione del progetto, abbiamo la necessità di ottenere il sostegno finanziario da parte di altri soggetti, come banche ed enti pubblici. In questo caso, più il piano è stato redatto con cura e più sarà facile dimostrare agli altri che la propria idea o sogno possa diventare realtà


ANNOTAZIONI

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OORDINAMENTO:: Coordinamento LAUDIO GM AGLIARDINI -- Coldiretti arche COLDIRETTI MARCHE VICEDIRETTORE C laudio Gagliardini ED elaborazione ELABORAZIONEtesto TESTO PROGETTAZIONE rogettazione ed : : PETRELLI -- S CAURO oldiretti Macerata (Tauro ECNICO CONSULENTE - COLDIRETTI MACERATA) S Petrelli

SI

CERMIS "CENTRO RICERCHE E SPERIMENTAZIONE MIGLIORA MENTO VEGETALE -" N. STRIMPELLI" , PER LA MESSA A

RINGRAZIA IL

PER IL

DISPOSIZIONE DEI DATI OTTENUTI DALLA SPERIMENTAZIONE ESEGUITA DALL'ENTE.



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