Condizionalità : norme per la salvaguardia del suolo Focus: l’erosione e le colture di copertura
Opuscolo informativo realizzato nell’ambito del progetto di informazione n° 18447/2016 – PSR Marche 2014/2020 – M0 1.2.B – Azioni informative e dimostrative su tematiche ambientali- FA 4B. BANDO – Sottomisura 1.2. – Trasferimento di conoscenze ed azioni di informazione. Operazione B – “Azioni informative e dimostrative su tematiche ambientali”, con il Sostegno del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)..
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Indice
1.
INTRODUZIONE…………………………………………5
2.
CAUSE DELL’EROSIONE……………………………….6
3.
EFFETTO DELLA PIOGGIA…………………………….7
4.
IL SUOLO…………………………………………………..8
5.
METODI PER PREVENIRE L’EROSIONE…………...10
6.
COLTURE DI COPERTURA…………………………...11
6.1 Benefici agronomici………………………………………...12 6.2 Ruolo contro l’erosione…………………………………….13 6.3 Benefici ambientali…………………………………………14 6.4 Aspetti economici…………………………………………..15 6.5 Specie erbacee da copertura……………………………….16 7.
CONCLUSIONI…………………………………………..18
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1. INTRODUZIONE La condizionalità riguardo al suolo dedica un intero tema principale nelle norme che gli agricoltori devono rispettare e applicare per beneficiare dei contributi della PAC. Le norme si concentrano specificatamente nella lotta contro l’erosione e il mantenimento di una copertura minima e costante del suolo, e prevedono agli agricoltori di impegnarsi nel gestire i terreni agricoli in modo da controllare la regimazione delle acque e prevedere sistemi di raccolta e drenaggio dell’acqua onde evitare ruscellamenti e incisioni. Gli agricoltori devono anche garantire una copertura naturale o seminata dei terreni non più produttivi, assicurare una copertura vegetale durante la stagione invernale (tra il 15 novembre e il 15 maggio) e mantenere le superfici stabilmente inerbite il più possibile. Tutta questa attenzione è ben motivata a causa degli effetti che l’erosione provoca nei suoli agrari e non: riduce localmente lo spessore di terreno coltivabile, che contiene le sostanze organiche, l'acqua, i sali minerali e le particelle più fini. Nel giro di poche generazioni, un terreno fertile può essere avviato alla desertificazione l’erosione superficiale accelerata e incontrollata può innescare sui pendii ripidi fenomeni franosi che accelerano il fenomeno erosivo amplificandolo in estensione e grandezza fino alla distruzione della copertura vegetale dell’intero versante Il materiale eroso viene trasportato a valle e riduce la capacità di portata dei corsi d’acqua aumentando i rischi di inondazione la sedimentazione del materiale eroso interra i canali irrigui e riduce l’efficienza e la durata in servizio dei serbatoi il materiale eroso è spesso ricco di sostanze chimiche (fertilizzanti, insetticidi o altro) provenienti dalle pratiche agricole, le quali tendono a distribuirsi sul terreno e a concentrarsi nei corsi d’acqua producendo un inquinamento distribuito sul territorio.
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2. CAUSE DELL’EROSIONE L’erosione è un fenomeno determinato dalle caratteristiche climatiche, pedologiche, morfologiche e vegetazionali tipiche di ciascun ecosistema naturale nel quale la sua intensità in genere è in equilibrio con l'ambiente, fino a quando l'uomo non modifica questi equilibri. I problemi legati alla conservazione del suolo rivestono particolare rilevanza nel nostro Paese, dove oltre tre quarti della superficie agraria e forestale è rappresentata da zone collinari (43%) e montane (34%). La nostra agricoltura è dunque chiamata ad operare in ambienti per loro natura instabili e caratterizzati oltre che da limitazioni di ordine pedologico in senso lato, anche da una elevata intensità degli eventi meteorici, e quindi particolarmente rischiosi dal punto di vista erosivo. La semplificazione degli ordinamenti colturali, l'intensificazione delle tecniche produttive, l'abbandono dell'attività zootecnica, la diminuzione della sostanza organica, ha portato a una accelerazione dell'erosione idrica con la conseguente perdita di elementi nutritivi. La capacità erosiva della pioggia è aumentata a causa del cambiamento climatico. Pertanto si è passati all'abbandono delle aree marginali, all'intensificazione delle tecniche colturali decisamente poco conservative come l'aratura profonda ripetuta annualmente sui medesimi appezzamenti. Gli effetti di una erosione possono essere diversi a seconda del substrato che si trova sotto il terreno agrario e della velocità con cui si verifica il fenomeno erosivo, ad esempio con una roccia compatta basta una erosione anche relativamente contenuta per portare inesorabilmente la zona interessata verso la sterilità. Diversamente accade con le argille dell’Appennino, dove un'erosione lenta (tipica di un terreno ben sistemato e ben coltivato) viene compensata abbastanza bene dai processi pedogenetici, mentre un'erosione molto rapida comporta un abbassamento della fertilità generale del suolo senza però arrivare necessariamente all'azzeramento della stessa. Molto importante è il concetto di "erosione tollerabile" che rappresenta il livello massimo tollerabile per il mantenimento indefinito della produttività.
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3. EFFETTO DELLA PIOGGIA Per potersi innescare, al processo erosivo occorre energia che viene fornita dalle gocce di pioggia e dalle acque di ruscellamento superficiale. La pioggia dissipa energia nell'impatto con il terreno determinando la rottura degli aggregati, il distacco e lo spostamento delle particelle elementari e la compattazione dello strato superficiale del terreno. Quest'ultimo fattore è molto deleterio perché provoca un deterioramento della struttura del suolo e la formazione della crosta superficiale. Crosta che impedisce gli scambi gassosi, riduce o impedisce l'infiltrazione dell'acqua e quindi si determina una maggiore propensione allo scorrimento superficiale delle acque meteoriche. Lo scorrimento diventa più marcato con l'aumentare della pendenza costituendo un'ulteriore fonte di energia che favorisce il processo erosivo. Quando la pioggia che cade è superiore alla capacità di infiltrazione dell'acqua nel terreno si forma una lamina più o meno spessa di acqua, che scorre verso le depressioni del suolo ed erode la parte superficiale del suolo stesso. Le disformità del terreno concentrano la lamina d'acqua in piccoli rigagnoli che scendendo verso valle si uniscono aumentando il volume dell'acqua e la velocità di flusso che portano ad un aumento dell'azione abrasiva e della capacità di trasporto del materiale terroso, (Figura 1).
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4. IL SUOLO
Nel fenomeno dell'erosione molta importanza assume la suscettibilità del suolo a farsi erodere e cioè dell'erodibilità di questo, che è in funzione delle sue caratteristiche fisico-meccaniche e chimiche. Tra queste la tessitura influenza sia la fase di distacco che quella di trasporto dei sedimenti. Le particelle più grosse, come la sabbia, sono evidentemente di più difficile trasporto, mentre quelle più fini, come quelle argillose, per la maggiore coesione, sono più resistenti al distacco, ma una volta distaccate sono di più lenta risedimentazione. Vengono generalmente considerati più suscettibili all'erosione i terreni limosi e quelli sabbioso fini. Oltre alla tessitura assume notevole importanza il tipo di argilla e i cementi organici e inorganici, che determinano il grado e la stabilità degli aggregati, la capacità di infiltrazione e la coesione delle particelle del terreno. E' noto, infatti, che maggiore è il contenuto di so-
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L'entità dell'erosione è fortemente influenzata dalla pendenza e dalla lunghezza degli appezzamenti. In genere le perdite di suolo aumentano sensibilmente con l'aumentare della pendenza e della lunghezza dei versanti, ciò in conseguenza di una più elevata velocità delle acque di scorrimento superficiale e di un maggiore volume di deflusso che determina l'incremento dell'azione abrasiva e di trasporto. Se un terreno declive viene abbandonato raggiunge uno stato di equilibrio superficiale dato dalla formazione di un cotico erboso stabile e compatto dopo almeno 4 - 5 anni. Tuttavia occorre sottolineare come nel periodo che intercorre tra l'abbandono e questo punto di equilibrio il suolo attraversa una serie di stadi di massimo rischio in quanto nei primi anni si sviluppa soltanto una flora costituita da un limitato numero di essenze vegetali. Questa è la stessa situazione in cui si viene a trovare un terreno agrario lasciato a riposo, sul quale l'agricoltore lascia sviluppare la sola flora spontanea, (Figura 2).
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5. METODI PER PREVENIRE L’EROSIONE Il tipo e le modalità delle lavorazioni incidono positivamente nei confronti della diminuzione dell’erosione, scegliere di rinunciare all’aratura profonda e optare per minime lavorazioni o addirittura la semina a sodo può ridurre di molto l’erosione del suolo. È fondamentale gestire le acque di regimazione, specialmente nei terreni in pendenza avendo molta attenzione nello strutturare le canaline di scolo, i fossi e i canali vicino agli appezzamenti. Il controllo dell'erosione idrica diventa importante anche nel contesto più generale della riduzione dei fenomeni di inquinamento delle acque. L'erosione infatti interessando gli orizzonti superficiali del suolo, porta ad un allontanamento dei componenti chimici, come l’azoto. Inoltre va considerata l'efficacia dei residui colturali come fattore antierosivo, in quanto in grado di proteggere il suolo contro l'azione battente delle gocce di pioggia. Incrementare la capacità di infiltrazione del suolo e aumentare la scabrezza delle superfici è molto importante, com’è stato accettato in più riprese che l’entità dell’erosione di un terreno è risultata in funzione della quantità di residui vegetali presenti. Lo stesso discorso vale anche per le colture di copertura.
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6. COLTURE DI COPERTURA Una coltura di copertura è una specie o un insieme di specie erbacee, annuali o poliennali, che viene coltivata con lo scopo di migliorare alcune caratteristiche dei terreni. Alternare colture produttive con altri tipi di coltivazioni non è una tecnica nuova ne tantomeno una scoperta recente, le colture da “sovescio” sono conosciute in ambito agricolo, specialmente nell’area mediterranea da millenni. Si tratta di una riscoperta generata dagli effetti dell’agricoltura contemporanea che se ha permesso notevoli aumenti nella produzione di cibo, contribuisce a provocare danni ambientali ormai non più sostenibili, con conseguenze negative sull’economia e sulla società. La scelta del tipo di copertura è in funzione degli obbiettivi preposti, che possono essere anche molto specifici.
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6.1 Benefici agronomici Lo scopo più noto per le colture di copertura è l’aumento della fertilità dei suoli, basato sull’impiego di leguminose come fava, favino, veccia, lupino, piselli, ecc. La scelta di una specie o di un’altra dipende essenzialmente dalle aree geografiche e oltre all’apporto di sostanza organica ciò che è importante è l’apporto di azoto che conferiscono al terreno grazie all’azotofissazione. L’impiego di azotofissatrici come colture intercalari può ridurre il fabbisogno di apporti azotati di sintesi. Tutte le specie impiegate migliorano la qualità dei terreni grazie all’incremento della sostanza organica. Alcune specie, come la Facelia, alcune crucifere e le leguminose, agevolano gli scambi di aria e acqua nel suolo, grazie ai loro apparati radicali, fornendo anche un miglior drenaggio per la coltura successiva. Le colture di copertura possono inoltre aiutare ad una migliore gestione delle riserve idriche quando impiegate come pacciamatura nei sistemi di minima o non lavorazione.
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6.2 Ruolo contro l’erosione Il controllo dell’erosione è una delle ragioni principali della riscoperta della copertura vegetale posta tra colture di reddito e degli inerbimenti nelle colture arboree, vigneti ed oliveti. L’effetto delle piogge battenti sul terreno nudo provoca la distruzione dei grumi strutturali, abbassa la capacità di infiltrazione, trasporta a valle il terreno ricco intasando fossi, vie d’acqua e danneggiando le infrastrutture. Contemporaneamente l’erosione impoverisce il terreno agrario e aumenta i costi della manutenzione delle aree soggette. La presenza di copertura vegetale, per contro, non solo riduce l’erosione e la perdita di terreno, ma aumenta la capacità di infiltrazione, migliorando il bilancio idrico di campo ed offrendo indubbi vantaggi globali grazie all’azione tampone prodotta nei confronti delle grandi precipitazioni. (Figura 3).
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6.3 Benefici ambientali Le colture da sovescio offrono una serie di vantaggi ambientali a iniziare dalla captazione dell’anidride carbonica, alla riduzione dell’erosione, al miglioramento della qualità delle acque e alla riduzione di agrofarmaci su certe colture grazie all’impiego di piante biocide. Le colture di copertura possono avere un effetto depurante del suolo, soprattutto nel caso di contaminazioni dell’acqua da eccessi di azoto. L’azoto, da nutriente può diventare un pericoloso contaminante delle acque, l’impiego di graminacee a ciclo autunnale-vernino ha dimostrato un’altissima capacità di controllare, fino a eliminare il fenomeno. Specie come la loiessa o la segale possono accumulare oltre il 60% di azoto, sovesciandole a inizio primavera. Il beneficio ambientale si traduce in un beneficio agronomico per la coltura successiva La presenza di residui vegetali importanti, prodotti dalle colture da sovescio, incrementa tutta la catena biotica, con risvolti positivi non solo nell’agroecosistema ma anche per le colture stesse. L’impiego di colture biocide, ad esempio il rafano o la senape, induce una sorta di biofumigazione attiva sia su alcuni nematodi parassiti di bietola, carota e pomodoro, sia su alcuni funghi antagonisti.
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6.4 Aspetti economici Il beneficio economico più ovvio si ha quando, grazie all’impiego di leguminose, si può risparmiare azoto da apportare alla coltura successiva. Inoltre l’aumento della sostanza organica migliora la fertilità generale del suolo e la capacità produttiva delle colture. Il miglioramento della struttura induce una maggior infiltrazione delle acque piovane e quindi un miglior bilancio idrico con potenziale risparmio in irrigazione. La copertura vegetale deprime la presenza di malerbe aggressive e migliora la voce inerente ai costi del diserbo. Gli aspetti economici positivi e valutati nel medio termine rappresentano la ragione migliore per l’impiego delle colture da sovescio. Il bilancio monetario classico va sostituito con la sommatoria dei benefici, anche senza tener conto dei possibili incentivi pubblici a premio di un comportamento virtuoso, capace di coniugare la produttività agricola con l’equilibrio ambientale.
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6.5 Specie erbacee da copertura La maggior parte delle specie utilizzate come colture da copertura appartengono alle famiglie delle leguminose, delle graminacee e delle crucifere. Le leguminose sono specie da sovescio per eccellenza, capaci di apportare quantità di azoto nel terreno grazie all’attività dei rizobi radicali. Tra le più note c’è sicuramente il Favino (Figura 4), che può rilasciare oltre 50-60 kg/ha di azoto alla coltura successiva, ma anche il pisello, mentre il gruppo delle Veccie hanno un buon potere di controllo delle infestanti. Per altre, come ad esempio i Trifogli, è meglio seminarli in consociazione con graminacee per aumentare il potere coprente. Le graminacee dimostrano un’alta capacità di produzione di biomassa. Il loro ruolo può essere complementare, o addirittura contrario a quello delle leguminose, i sovesci ricchi di graminacee sono sconsigliati prima di una coltura esigente come il Mais, ad esempio. Mentre possono rappresentare un ricco elemento di controllo del vigore vegetativo sulle colture arboree, sulla vite in particolare. Per esempio la Loiessa (Figura 5), è un’efficientissima specie capta azoto, ideale dopo il mais per la protezione della falda, specie in aziende zootecniche, mentre miscugli di Orzo, Avena e Segale sono di grande interesse nelle coperture invernali per contrastare l’erosione, la produzione di biomassa e la competizione con le erbe infestanti, si utilizzano molto in oliveti, vigneti e frutteti.
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Le crucifere consentono una rapida protezione del suolo grazie al portamento a “rosetta” che le caratterizza nei mesi freddi. Inoltre sono popolari come piante biocide, grazie alla capacità di alcune di liberare sostanze fungicide e nematocide. Le crucifere sono anche piante preparatorie, aumentano la capacità di scambio idrico e gassoso e le capacità di esprimere la fertilità potenziale del terreno stesso. Specie come il Rafano e la Senape (Figura 6) vengono trinciate e interrate al momento della fioritura, ottenendo una sorta di biofumigazione, attendendo poi una decina di giorni prima di impiantare la coltura successiva. Un’altra specie da copertura è la Facelia (Figura 7), conosciuta come pianta mellifera e impiegata come ammendante verde, ha dimostrato una buona adattabilità al Nord e Centro Italia. È possibile associarla a loiessa e veccia per completare gli effetti pacciamanti e protettivi sul suolo.
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7. CONCLUSIONE
Il controllo dell'erosione può essere ottenuto attraverso scelte tecniche capaci di soddisfare i seguenti obiettivi: Assicurare una copertura del suolo densa e persistente per proteggerlo dall'impatto delle precipitazioni; Ridurre la velocità di scorrimento delle acque superficiali in modo da diminuire la loro azione erosiva e favorire l'infiltrazione; I modelli sistematori da consigliare sono il trasversale con scoline disposte secondo le curve di livello nei terreni argillosi, mentre in quelli anomali, costituiti da argille "scagliose" o "varicolori" è opportuno adottare la sistemazione a ritocchino con scoline disposte lungo le linee di massima pendenza che favoriscano l'eliminazione rapida dell'acqua, onde evitare movimenti di massa e franosi. Queste tecniche di conservazione del suolo, insieme a corrette rotazioni colturali in cui si alternano colture produttive e colture di copertura, azotofissatrici, biocide permettono, se attuate con continuità e costanza, di ridurre notevolmente il rischio di erosione e di garantire resilienza e sostenibilità al settore agricolo, recuperando l’equilibrio di agroecosistema. Certamente una gestione più complessa del proprio sistema agricolo richiede una maggiore conoscenza sia da parte dell’imprenditore agricolo che dai tecnici che lo possono assistere, sono necessarie anche migliori competenze per riuscire a rispondere ai problemi che un ambiente più ricco e più flessibile può creare. Tuttavia oggi la conservazione del suolo diviene ogni giorno più importante per i riflessi di ordine economico e sociale che le caratterizzano, e soprattutto per i benefici di cui godranno le generazioni future.
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8. GALLERIA D’IMMAGINI
Figura 1: Effetti di un eccessivo e intenso ruscellamento in un terreno agrario
Figura 2: Un terreno lasciato completamente scoperto e nudo è più vulnerabile all’erosione causata
Figura 3: Mantenere l’inerbimento di un vigneto con prati polispecifici permette di unire i vantaggi contro l’erosione e l’aumento di sostanza organica.
Figura 4: Pianta di Favino (Vicia faba minor)
Figura 5 : Campo di Loiessa (Lolium multiflorum)
Figura 7: Prato di Facelia (Phacelia tanacetifolia)
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Figura 6: Senape gialla (Brassica alba)
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