Rischi uso macchine prep terreno e celle frigo def

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COLDIRETTI MACERATA

UNIONE EUROPEA

REGIONE MARCHE

PSR MARCHE 2007-2013

RISCHI NELL’USO DELLE MACCHINE PER LA PREPARAZIONE DEL TERRENO, LA COLTIVAZIONE DELLE SPECIE ERBACEE e L’USO DELLE CELLE FRIGORIFERE PER LO STOCCAGGIO DEGLI ORTAGGI. Le macchine utilizzate per la preparazione del terreno e la coltivazione delle specie erbacee possono essere schematicamente raggruppate in macchine per: a. lo sminuzzamento dei residui colturali e della vegetazione spontanea: trinciastoccchi; b. il dissodamento del suolo: aratro, ripuntatore, estirpatore a denti rigidi, ecc.; c. la preparazione del terreno per la semina e trapianto: fresatrici, erpici rotanti, erpici a dischi, ecc. d. la concimazione: spandiconcime; e. i trattamenti antiparassitari: macchine irroratrici; f. la semina, il trapianto e l’irrigazione: seminatrici, trapiantatrici e impianti irrigui. Il presente elaborato riguarda le categorie di macchine descritte dal punto “a” al punto “e”, mentre per le macchine seminatrici, trapiantatrici e per l’irrigazione, si rimanda all’elaborato dal titolo “Rischi: macchine per l’irrigazione, semina e trapianto”.

Indicazioni comuni a tutte le categorie di macchine oggetto del presente elaborato

1) Le macchine devono essere identificate con una targhetta che riporti il nome del costruttore, il modello, la serie, il numero di matricola, la massa, la data di costruzione, il marchio CE, e devono essere accompagnate dal manuale d’uso e di manutenzione predisposto dal costruttore; 2) l’operatore deve disporre, conservare e leggere il manuale delle istruzioni predisposto dal costruttore; 3) l’operatore deve essere formato, informato e addestrato sui rischi nell’uso delle macchine e degli attrezzi, nonché acquisire una sufficiente esperienza nell’uso; 4) le macchine devono essere utilizzate secondo le indicazioni del costruttore e devono essere condotte e utilizzate quando l’operatore è in buono stato psico-fisico accertato dal Medico Competente tramite idonea sorveglianza sanitaria; 5) l’operatore deve portare sulle macchine presidi sanitari di primo soccorso verificandone periodicamente il contenuto e integrarlo in caso di necessità. Inoltre deve disporre di strumenti atti a comunicare immediatamente l’emergenza; 6) le macchine vanno mantenute in efficienza effettuando regolari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria secondo quanto stabilito dal costruttore. Gli interventi devono avvenire previo arresto del motore della trattrice, con la chiave di avviamento tolta dal cruscotto, con la trattrice bloccata e con macchina appoggiata a terra. Se la macchina non può essere appoggiata a terra bisogna che sia posta su appositi supporti meccanici prendendo precauzioni supplementari; 7) le macchine sganciate dalla trattrice devono essere poste su superfici solide con pendenza non superiore a quella massima indicata dal costruttore. Se previsto devono essere utilizzati appositi sistemi di appoggio e non sistemi improvvisati; 8) è vietato toccare le parti in movimento delle macchine, essere presenti nel raggio di azione delle macchine in quanto alcune attrezzature presentano rischi non sicuramente eliminabili, trasportare su di esse persone o animali, toccare le parti che dopo un lungo periodo di utilizzo possono andare incontro ad un forte riscaldamento; 9) l’operatore deve conoscere il significato dei pittogrammi presenti sulle macchine, controllarne la loro integrità ed eventualmente procedere alla sostituzione riposizionandoli nel punto stabilito dal costruttore; 10) gli addetti alla conduzione delle macchine devono usare idoneo abbigliamento, senza parti svolazzanti o lembi che potrebbero impigliarsi negli organi in movimento. Devono utilizzare scarpe antinfortunistiche e se del caso gli altri dispositivi di protezione individuale (DPI); 11) tutti gli organi di trasmissione del moto, le pulegge, le cinghie, ecc. devono essere protetti da adeguanti carter, che devono essere periodicamente controllati nella loro integrità, nel loro serraggio e tenuta delle viti e dei dadi, procedendo eventualmente a riserrarli. Inoltre le protezioni devono aprirsi solo con l’utilizzo di specifici attrezzi e devono rimanere solidali alla macchina quando sono aperti. Iniziare i lavori quando tutti i dispositivi di protezione sono integri, installati e in posizione; 1


12) le regolazioni delle macchine e degli attrezzi devono avvenire da comandi posti nel posto di guida, o in alternativa a terra, lontano dagli organi in movimento e fuori dal raggio di azione della macchina; 13) le spine di sicurezza del collegamento delle macchine devono essere solidali con il corpo macchina tramite un filo di plastica, di gomma o di una catenella; 14) per lo spostamento delle macchine devono essere utilizzati esclusivamente i punti di sollevamento previsti dal costruttore e indicati da apposito pittogramma; 15) le parti delle macchine ribaltabili devono avere protezioni contro il cesoiamento e avere dispositivi di bloccaggio nella posizione di trasporto.

Indicazioni relative alle macchine portate

1) Prima di iniziare le operazioni di aggancio verificare la compatibilità degli attacchi con quelli presenti sulla trattrice; 2) l’aggancio di macchine portate alle trattrici comporta una diversa distribuzione dei pesi sugli assi, pertanto occorre verificare nel manuale delle istruzioni, la necessità di aggiungere apposite zavorre nella parte anteriore della trattrice, per rendere il complesso trattrice - macchina operatrice più stabile e meno pericoloso per l’operatore; 3) prima di iniziare il trasporto o le lavorazioni, stabilizzare la macchina portata per mezzo dei tiranti di irrigidimento del sollevatore per evitare spostamenti repentini della macchina sollevata, con il rischio di sbilanciamento dell’assetto del cantiere di lavoro che può essere causa di pericolo per l’operatore.

Indicazioni relative alle macchine trainate

Prima di agganciare le macchine alla trattrice verificare che quest’ultima sia omologata per una massa rimorchiabile superiore o pari a quella da trasportare e che i ganci e gli occhioni siano omologati per la massa da trainare.

Indicazioni relative alle macchine mosse dalla presa di potenza della trattrice, da sistemi idraulici o elettrici

1. Gli alberi cardanici devono essere dotati di adeguate e integre protezioni che devono sovrapporsi con le protezioni presenti sulle macchine per almeno 5 cm. Devono essere munite di catenelle per essere fissate al corpo macchina. In fase di riposo essi devono essere sostenuti da appositi supporti; 2. l’operatore non deve mai inserire la presa di forza a motore spento e deve disinserirla quando viene cessata o interrotta la fase di lavoro; 3. gli innesti rapidi dei tubi dell’olio e delle spine elettriche devono essere adeguatamente contrassegnati, per escludere impieghi errati; 4. prima di essere posti in pressione i tubi dell’impianto idraulico devono essere controllati nella loro integrità e prima del loro sgancio ci si deve accertare che non siano più in pressione; 5. i tubi flessibili che trasportano liquidi posizionati vicino all’operatore devono essere protetti da guaine bloccate sulla tubazione rigida; 6. controllo periodico di tutte le valvole e dei sistemi di sicurezza.

RISCHI COMUNI NELL’USO DELLE MACCHINE Macchine trainate o portate non mosse dalla presa di potenza della trattrice, da sistemi idrauli o elettrici

a. Contatto, investimento/schiacciamento in fase di attacco e distacco dalla trattrice; b. investimento durante le manovre; c. ribaltamento/impennamento del mezzo dovuto allo sbilanciamento del complesso “trattrice - macchina operatrice” se la massa della macchina non è dimensionata alla trattrice; d. durante il trasporto delle macchine portate occorre tenere presente che: 1. la tenuta di strada, di frenata e di mantenimento direzionale della trattrice può subire variazioni notevoli a causa del peso sospeso della macchina sollevata, in particolar modo per le macchine portate sviluppate in lunghezza; 2. in curva la forza centrifuga è diversa rispetto alla trattrice che non trasporta nessuna macchina sollevata, generando probabili sbilanciamenti dell’’assetto con rischio per l’operatore.

Macchine trainate o portate mosse dalla presa di potenza della trattrice, da sistemi idraulici o elettrici

a. Contatto, investimento/schiacciamento in fase di attacco e distacco dalla trattrice; 2


b. impigliamento, trascinamento, avvolgimento della presa di forza, dell’albero cardanico e degli organi in movimento; c. investimento durante le manovre; d. vedere punto “c” del paragrafo precedente; e. lesioni dovute al lancio di oggetti e di liquidi nella fase operativa; f. rumore, vibrazioni ed emissione di polveri.

CONSIDERAZIONI SPECIFICHE PER LE SINGOLE CATEGORIE DI MACCHINE SMINUZZAMENTO DEI RESIDUI COLTURALI E DELLA VEGETAZIONE SPONTANEA: TRINCIASTOCCHI

L’organo lavorante del trinciastocchi è un rotore ad asse orizzontale al quale sono collegati degli utensili sagomati che ruotano ad una velocità maggiore di quella di avanzamento. Il prodotto viene lanciato verso la parete anteriore all’interno della struttura che forma la macchina, la percorre verso l’alto e fuoriesce dalla parte posteriore. Rischi generici: vedere la parte generale. Rischi specifici: lancio di oggetti a velocità elavata, produzione di rumori, vibrazioni ed eventualmente di polveri, trasmissione di coppia al contrario. Caratteristiche del trinciastocchi e corretto comportamento degli operatori Per salvaguardare l’operatore da eventuali rischi, sul trinciastocchi ci deve essere la presenza di: • adeguati carter di protezione o organi distanziatori a difesa di tutte le parti sporgenti e dei punti sulla traiettoria di movimento degli utensili. Ciò anche nei modelli che consentono uno spostamento di parti della macchina rispetto all’attacco fisso della trattrice, in modo che non esistono parti sporgenti non protette dotate di moto; • protezioni sulla traiettoria di lancio di oggetti; • protezione fissa (altezza max 40 cm e distanza di 20 cm dagli utensili), in postazione anteriore, dotata di bandelle o catenelle incernierate per intercettare le proiezione di frammenti o residui di trinciatura; • protezione posteriore costituita di solito da un carter incernierato con il profilo esterno sollevato ad un’altezza massima di 80 cm e distante 60 cm dal raggio d’azione degli utensili durante lo spaglio del materiale, per l’ispezione e la sostituzione degli utensili. L’operatore nell’eseguire l’operazione di trinciatura deve verificare che: a. sul terreno da lavorare non ci siano pietre, elementi metallici, reti, cavi, catene, tubi, ecc.; b. non vi siano persone, bambini, animali ecc. nel raggio di azione della macchina perché i coltelli in rotazione possono sollevare e lanciare corpi contundenti e oggetti; c. venga mantenuta un’adeguata distanza dai fabbricati, strade, ecc. di circa 10 m, se le strutture sono in posizione posteriore alla macchina e, di circa 5 m, se sono poste lateralmente. L’operatore deve tener conto che per macchine sprovviste di dispositivo “a ruota libera o della doppia frizione sulla trattrice”, l’elevato accumulo di energia cinetica del trinciastrocchi può creare una trasmissione di coppia “al contrario”, cioè dal trinciastocchi alla trattrice attraverso la presa di forza, spingendo la trattrice in avanti, soprattutto in fase di distacco della frizione e frenata. In fase di lavoro la macchina può produrre rumore e polveri, pertanto o la trattrice è dotata di cabina o, in alternativa, e se del caso, devono essere usati i Dispositivi di Protezione Individuali come maschere, cuffie, ecc..

MACCHINE PER IL DISSODAMENTO DEL TERRENO: ARATRO, RIPUNTATORE, ECC.

Rischi generici: vedere la parte generale. Rischi specifici: aumento della velocità di marcia della trattrice quando i vomeri o le ancore escono dal terreno. Caratteristiche delle macchine e corretto comportamento degli operatori 1. Valutazione della stabilità della combinazione trattrice/macchina che dipende dalle dimensioni, dal raggio d’azione, dalla disposizione della macchina operatrice sulla trattrice (anteriore, laterale, trainato dentro solco o fuori solco) e dal tipo di trattrice; 2. verificare che il terzo punto, idraulico o meccanico sia dimensionato correttamente in modo da evitare pericolose rotture sotto sforzo o ad attrezzo sollevato;

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3. controllare sul manuale delle istruzioni, l’obbligo o la possibilità di utilizzare zavorre per migliorare l’assetto del cantiere di lavoro; 4. osservare scrupolosamente i limiti di guida e le condizioni di funzionamento; 5. tenere sempre presente che l’uscita degli organi lavoranti (vomeri, ancore) causano un aumento repentino della velocità di marcia della trattrice se i giri motore non vengono correttamente diminuiti, generando un pericolo in presenza di scarpate, dislivelli del terreno, strade, ecc..

MACCHINE PER LA PREPARAZIONE DEL TERRENO PER LA SEMINA E TRAPIANTO: FRESATRICE – ERPICE ROTANTE, ecc.

Rischi generici: vedere la parte generale; Rischi specifici: rumori, polveri, in alcune situazioni sbilanciamento della stabilità del cantiere di lavoro.

Caratteristiche delle macchine e corretto comportamento degli operatori

1. Le macchine appartenenti a questa categoria devono avere barriere di protezione poste anteriormente e lateralmente alla zona libera di accesso ad un’ altezza massima di 40 cm da terra ed una distanza minima di 20 cm dalla traiettoria della macchina (per lavorazioni al di sopra del livello del terreno) e un organo distanziatore a difesa di tutte le parti sporgenti, dei punti di traiettoria di movimento e degli organi in movimento. Inoltre le macchine operatrici con spostamenti laterali rispetto all’attacco fisso della trattrice, devono essere dotate di idonee protezioni in modo che non esistano parti sporgenti non protette durante il moto; 2. nella posizione di trasporto, il rotore, andrà protetto contro il contatto accidentale specialmente su strada. Qualora vi sia montata un’attrezzatura che non sia azionata da una fonte d’energia (es. presa di potenza, sistema idraulico, ecc) può essere considerata struttura di protezione; 3. le fresatrici possono essere dotate di carter incernierati che si aprono verso l’alto dotati di supporto che li tenga nella posizione aperta; 4. superiormente le macchine devono essere coperte, almeno fino al punto più esterno della traiettoria degli organi in movimento, con una protezione non apribile; 5. la fase di lavoro di una fresatrice comporta che le zappette esercitano sul terreno una spinta in direzione del senso di marcia, che può modificare in maniera significativa l’assetto di frenata della trattrice, di cui l’operatore deve tener presente, soprattutto in tratti di terreno molto compatti e/o in discesa, per anticipare adeguatamente l’intervento sul sistema frenante della trattrice; 6. assicurarsi che sul terreno da lavorare non ci siano pietre, massi, elementi metallici di ogni tipo, ecc..

CONCIMAZIONE: SPANDICONCIME

Lo spandiconcime è una macchina usata in agricoltura per distribuire sul terreno concime granulare. Nel presente elaborato si fa riferimento agli spandiconcime centrifughi mossi dalla presa di potenza della trattrice. Rischi generici: vedere la parte generale Rischi specifici: proiezione di materiale anche a notevole distanza; emissione di rumore, vibrazioni e polveri; infortunio in fase di caricamento manuale della tramoggia; investimento casuale dei sacchi di concime sollevati da gru nel riempimento della tramoggia. rischi di sbilanciamento dell’assetto del complesso trattrice-spanciconcime durante le operazioni di trasporto e spandimento.

Caratteristiche dello spandiconcime e corretto comportamento degli operatori Qualora le dimensioni della tramoggia diano la possibilità di raggiungere l’organo in rotazione (rimescolatore) posto sul suo fondo dovrà essere fissata all’interno della tramoggia una robusta griglia di protezione;

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mm L 250

gli organi rotanti di distribuzione del concime devono essere protetti da barriere fisse contro gli urti accidentali degli operatori; tra la tramoggia e lo spanditore deve essere collocato un disco fisso in lamiera con bordo esterno alto 2 cm che copra interamente le palette; la parte anteriore e laterale dello spanditore deve essere protetta contro i contatti accidentali con una bandella alta almeno 3 cm posta sotto lo spanditore; l’operatore deve essere protetto da eventuali proiezioni di oggetti su una larghezza minima di 2 m in un piano verticale, perpendicolare alla direzione di avanzamento della macchina e passante per i punti di attacco inferiore dell’attacco a tre punti o per il punto di traino; l’altezza della tramoggia per il caricamento manuale del concime, misurata dal bordo superiore della tramoggia rispetto al terreno o all’eventuale piattaforma non deve superare i 1250 mm; in presenza di una piattaforma per il carico, questa deve rispettare i seguenti requisiti: a) larghezza minima pari a 600 mm e profondità minimo 300 mm; b) distanza massima tra il bordo della tramoggia e il piano verticale passante per il bordo della piattaforma pari a 200 mm; c) gli organi di salita devono essere conformi alle specifiche normative; prima di iniziare l’operazione di spandimento l’operatore deve verificare che le persone siano ad una distanza adeguata, che varia dal tipo di macchina, per non essere investiti dai granuli del concime; l’operatore deve porre molta attenzione su terreni declivi durante le manovre di svolta con spandiconcime portato e macchina disposta perpendicolarmente alla linea di pendenza. Zona pericolo di proiezione

TRATTAMENTI ANTIPARASSITARI: MACCHINE IRRORATRICI

Rischi generici: vedere la parte generale Rischi specifici: liquidi in pressione, contatto con la soluzione di antiparassitari e diserbanti, soffocamento nel caso che l’operatore entra nel serbatoio senza le dovute precauzioni e sicurezza.

Caratteristiche delle macchine irroratrici e corretto comportamento degli operatori

a. Le macchine irroratrici dotate di sistemi di riempimento del serbatoio a pressione max 300 mm non devono consentire il ritorno dell’acqua dal serbatoio per evitare fenomeni di contaminazione ed inquinamento dell’ambiente; b. l’apertura di riempimento del serbatoio deve essere posta rispetto al terreno max o alla piattaforma di salita dell’operatore, ad una distanza inferiore o uguale 1.500 a 1.500 mm. La distanza orizzontale tra il bordo del serbatoio e l’apertura non dovrà mm essere superiore a 300 mm; c. le aperture del serbatoio aventi un diametro superiore a 400 mm o, nel caso di aperture rettangolari aventi lati superiori a 400 x 300 mm, devono essere dotate di griglie smontabili soltanto per mezzo di un attrezzo; d. i coperchi devono essere solidali con il serbatoio in posizione chiusa e devono essere a tenuta stagna nei confronti della miscela di irrorazione; e. il volume totale reale del serbatoio deve essere superiore al volume nominale di almeno il 5%; f. il livello del liquido deve essere visibile da parte dell’operatore durante il riempimento e lo svuotamento; g. per le operazioni di svuotamento la macchina irroratrice deve essere provvista di un rubinetto con il flusso diretto lontano dall’operatore. La leva di azionamento del rubinetto deve essere protetta dagli urti accidentali; h. le irroratrici devono essere dotate di serbatoio per l’acqua pulita della capacità minima di 15 l separato dalle altre parti della macchina e munito di rubinetto che ne consenta facilmente l’utilizzo; i. le barre di erogazione dell’agrofarmaco possono essere aperte e chiuse manualmente, ma devono essere munite di due maniglie localizzate ad una distanza di almeno 300 mm dal più vicino punto di articolazione. Le barre devono essere equipaggiate con dispositivi limitanti la velocità di discesa ad un valore di 10 mm/s e un dispositivo di bloccaggio che assicuri un’altezza minima da terra di 500 mm. Il superamento di questa altezza minima deve essere possibile soltanto eseguendo un’azione volontaria;

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j. la ventola generatrice di aria deve essere completamente protetta da una griglia metallica che non permetta di raggiungerla con le dita anche nel lato degli ugelli e protetta, come deve avvenire anche per i condotti di ingresso dell’aria, in modo da non poter raccogliere o proiettare materiale estraneo; k. tutti i tubi e i loro raccordi devono essere protetti da schermi per evitare che eventuali perdite danneggino l’operatore. I circuiti di circolazione della miscela da irrorare devono essere marcati in modo duraturo con il valore di pressione ammissibile; l. l’irroratrice deve essere provvista di un dispositivo (valvola di sicurezza) che impedisca il superamento della pressione massima del circuito indicato dal costruttore di più del 20%. Tale dispositivo deve essere protetto per evitare manipolazioni non autorizzate; m. l’irroratrice deve essere dotata di manometro le cui pressioni di lavoro devono essere chiaramente leggibili dal posto di guida. La pressione ammissibile deve essere indicata sul manometro da una linea rossa. Esso deve essere in una posizione che in caso di rottura l’eventuale getto non raggiunga l’operatore; n. quando il comando della irrorazione viene disattivato, il volume di gocciolamento da ogni ugello non deve essere superiore a 2 ml per ugello, misurato per un periodo di 5 minuti; o. tutte le macchine irroratrici periodicamente devono essere sottoposte a controlli da parte di soggetti autorizzati; p. i dispositivi irroratori comandati a mano (lance irroratrici) devono essere costruiti in modo da evitare inavvertiti rilasci; q. tutti gli operatori devono avere a disposizione e indossare obbligatoriamente adeguati Dispositivi di Protezione Individuali, come maschere, tute, guanti, calzature, per evitare contatti con la miscela sia in fase di preparazione che di distribuzione.

USO DELLE CELLE FRIGORIFERE

Il presente elaborato si riferisce alle celle frigorifere per la conservazione di ortofrutta che avviene ad una temperatura compresa tra +1 e circa + 10° C.. Comunemente si tende a pensare che lavorare “al freddo” significhi operare a temperature gelide o al di sotto del punto di congelamento dell’acqua. In realtà per l’uomo il lavoro al freddo comincia già ad una temperatura di + 15°C e inferiore a questo valore. Negli ambienti freddi la temperatura dell’aria viene presa come principale indicatore di definizione dell’ambiente trattato, distinguendo, secondo la norma DIN 33403-5 (1997), cinque fasce di freddo di cui solo le prime due hanno interesse nello specifico elaborato: Fascia I II

Temperatura dell’aria Fascia fresca da + 15° fino a + 10° C Fascia di freddo leggero da + 10° fino a – 5° C

Oltre alla temperatura dell’aria vanno considerati altri indicatori fisici come l’umidità e la velocità dell’aria, il dispendio energetico, la perdita di calore risultante dal complesso clima - lavoro e l’isolamento del vestiario. Rischi per l’operatore Ogni qualvolta un lavoratore entra in una cella frigorifero da solo, si trova ad operare in isolamento in un ambiente di lavoro in cui la combinazione dei fattori di rischio legati all’esposizione al freddo, all’ossigenazione limitata, al tipo di attività lavorativa effettuata, alla perdita di calore che avviene per conduzione attraverso il contatto con superfici fredde o liquidi freddi, che hanno la capacità di raffreddamento molto maggiore dell’aria, fanno si che l’ambiente di lavoro sia ad alto rischio per l’operatore. I lavoratori che operano in ambienti freddi possono andare incontro a lesioni da freddo che sono distinte in: • lesioni locali: geloni, piede da immersione (trench foot), congelamento locale; • lesioni da freddo sistemiche acute. Si manifestano con l’ipotermia quando la temperatura interna del corpo scende sotto i 35°C. Questo si può verificare già con temperature ambientali inferiori a circa 18,3 °C oppure con temperature dell’acqua di 22,2° C. L’ipotermia avviene in modo inosservato e subdolo, senza “particolari segnali d’allarme”, con iniziali tremori da freddo, sonnolenza, eloquio confuso, irritabilità, peggioramento della coordinazione, debolezza generale, stimolo della minzione, cute fredda e pallida e pallore del viso; • lesioni da freddo sistemiche croniche. Le osservazioni effettuate sui lavoratori fanno pensare che esse possano avere influenze negative su l’ipertensione arteriosa, oppure in generale, possono contribuire ad aumento dei valori della pressione arteriosa, di aumentare il rischio di malattie tromboemboliche, in particolare cardiache e cerebrali;

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aumento non trascurabile di rischio incidenti. Esempio per diminuzione delle capacità motorie, abbassamento della capacità di concentrazione, ecc.; • morte per assideramento. Lavorare in ambienti confinati in isolamento, a basse temperature e con livelli bassi di ossigenazione, diminuiscono notevolmente i tempi utili in cui ricevere soccorso prima di perdere conoscenza. •

Cosa fare A) - Misure tecniche

1. Dotare la cella frigorifera di adeguati dispositivi automatici di segnalazione di uomo a terra. Tali dispositivi possono essere portati anche direttamente dai lavoratori, ma in ambedue i casi, devono essere in grado automaticamente di far partire un segnale sonoro, o altro, per avvertire il personale di soccorso della situazione di emergenza; 2. nelle celle frigorifere con una sola uscita, nessun punto 20 m 20 m 35 m della stessa, deve distare più di 20 m in linea d’aria 35 m dall’uscita; 3. nelle celle frigorifere con due o più uscite nessun punto della stessa deve distare più di 35 m in linea d’aria; 4. le porte delle celle frigorifere si devono rapidamente aprire dall’interno con un solo movimento della mano anche se protetta da guanti, senza l’uso di chiavi o dispositivi simili; 5. per le celle frigorifere in cui la temperatura scende sotto il punto di congelamento dell’acqua i battenti delle porte devono essere riscaldati; 6. la larghezza minima delle porte deve essere di 90 cm e lo spazio di apertura deve essere sempre libero da ostacoli; 7. le porte devono trovarsi facilmente anche in caso di interruzione di energia elettrica. Nella fattispecie possono aiutare fasce segnaletiche fotoluminescenti poste presso le maniglie e lungo le vie di fuga; 8. all’interno della cella frigorifera deve essere presente l’illuminazione d’emergenza funzionante in maniera indipendente dalla rete elettrica e consentire una sufficiente visibilità per aprire le porte (intensità di illuminazione min. 1 lux). Esse devono essere posizionate ad almeno 2 m di altezza dal pavimento e almeno una deve essere sopra, oppure, ai lati dell’uscita, o dell’uscita di emergenza; 9. è opportuno che sia a disposizione dell’operatore un dispositivo che accende l’illuminazione e spegne la ventilazione della cella frigorifera; 10. all’interno delle celle frigorifere ci devono essere pulsanti di allarme a pressione, facilmente raggiungibili, illuminati e visibili posti ad un’altezza massima di 30 cm dal pavimento. Devono essere alimentati da batterie con durata minima di esercizio di 10 ore, collegate ad un gruppo caricabatterie alimentato automaticamente dalla rete elettrica; 11. il funzionamento dell’impianto di allarme non deve essere compromesso dalla corrosione, dall’umidità,ecc; 12. il dispositivo di segnalazione di allarme deve trovarsi in un locale in cui sono sempre presenti delle persone, pertanto il lavoratore in cella frigorifero non deve mai lavorare in solitudine; 13. la struttura della cella frigorifera deve essere tale da garantire che, l’accidentale fuoriuscita di fluido refrigerante (es. anidride carbonica), non possa provocare concentrazioni pericolose all’interno dell’impianto. Per questo è opportuna l’installazione di un sistema automatico per il monitoraggio della presenza di gas dotato di segnali di avvertimento; 14. tutti i sistemi di allarme devono essere periodicamente sottoposti a verifica di funzionamento; 15. è vietato l’uso di apparecchiature elettriche portatili che a causa di un difetto di isolamento può provocare folgorazioni; 16. in caso di lavori da eseguire a contatto ripetuto o duraturo con superfici fredde, occorre utilizzare strumenti con ridotta capacità di condurre calore, o riscaldati.

B) - Misure organizzative

a) Evitare l’esposizione dei lavoratori a correnti d’aria, eventualmente spegnere l’areazione durante le fasi di lavoro; 7


b) i lavoratori devono partecipare a iniziative di informazione, formazione e addestramento sui problemi del lavoro in ambiente freddo e in particolare sulle lesioni da freddo, il loro trattamento e le misure di primo soccorso; c) verificare periodicamente il funzionamento delle procedure di allarme coinvolgendo il personale specificatamente addestrato all’intervento di primo soccorso; d) evitare forti sbalzi di temperature; e) rispettare precise pause di lavoro in ambienti confortevoli per contrastare la perdita di calore centrale globale della persona o il raffreddamento periferico. Secondo la norma DIN 33 403-5 (1997) (clima sul posto di lavoro e nell’ambiente circostante) i locali nei quali si effettuano le pause devono avere una temperatura ambientale di almeno 21°C, essere asciutti e senza correnti d’aria. In base alla temperatura dell’aria sono state proposte misure ergonomiche e definite 5 fasce di freddo con la relativa durata massima di soggiorno e quella minima di riscaldamento necessario. Per la tipologia di lavoro in oggetto i dati consigliati sono: Luoghi freddi (fascia)

I

Temperatura dell’aria durante il lavoro

Durata massima del soggiorno senza interruzioni (minuti)

Durata minima del tempo di riscaldamento (minuti)

Luogo freddo da + 15° C fino a 150 10 + 10° C II Luogo leggermente freddo sotto 150 10 + 10° C fino a – 5° C I tempi di riscaldamento sono validi per persone abituate a lavorare al freddo con attività regolare.

f) alternare le attività al freddo con altre da svolgere in locali più caldi; g) assumere bevande e alimenti caldi e in caso di lavori fisicamente intensi assumere un sufficiente apporto calorico; h) nel limite del possibile, evitare di lavorare a lungo in posizioni forzate o statiche; i) procedere alla valutazione da parte di un medico competente delle condizioni di lavoro e in base a referti medici, stabilire l’idoneità o meno del lavoratore a lavorare a basse temperature, in quanto la sensibilità al freddo spesso è di tipo individuale. In senso indicativo le categorie di lavoratori particolarmente a rischio sono le donne incinte, giovani (per la scarsa esperienza), i lavoratori che eseguono lavori fisici pesanti con formazione di sudore freddo, persone che con il freddo soffrono di asma indotta, di età superiore ai 55 anni, con malattie cardiovascolari, diabetiche, ipertensive, che soffrono di artriti, reumatismi, malattie muscolari e articolari, disturbi renali, epilessia e simili, con insufficiente irrorazione sanguigna delle dita (sindrome di Raynaud), ecc.

C) - Adempimenti dell’operatore

1. I lavoratori non devono assumere alcol, caffè, farmaci, droghe, fare uso di tabacco e farmaci attivi sulla psiche; 2. gli operatori devono disporre e utilizzare adeguati indumenti protettivi attribuendo particolare importanza alla protezione della testa, delle mani e dei piedi in quanto la protezione dal freddo deve assicurare che la temperatura cutanea in queste zone del corpo non scenda sotto i 12° C. In linea generale ogni lavoratore deve poter usufruire di: più paia di scarpe per poterle avere sempre “asciutte” e magari dopo essere state all’aria per almeno un giorno; guanti protettivi per luoghi freddi delle fasce I e II e magari guanti sottili di materiale termico da indossare sotto i guanti da lavoro; cappelli, scaldaorecchie, sciarpe; maglieria intima termica (es. microfibra, lana merinos, ecc.), suole e plantari delle scarpe termici, ecc. L’abbigliamento deve isolare il corpo per evitare che la temperatura dello stesso non scenda sotto i 36°C in caso di lavoro da effettuare a una temperatura ambientale di 4° C; un numero sufficiente di vestiti perché quelli umidi devono essere sostituiti più in fretta possibile con altri asciutti. Il calore del corpo viene ceduto sotto forma di calore radiante, il 2 – 3 % sotto forma di calore di conduzione. La cessione di calore al di sopra del calore di conduzione può essere notevolmente aumentata fino a 5 volte indossando vestiti umidi, e fino a 25 volte restando nell’acqua fredda; i vestiti non devono essere stretti; 3. mantenere la cute asciutta. Elaborato realizzato nell’ambito del progetto di informazione n° 10368/2013, - PSR-Marche, Misura 1.1.1. Sottomisura lettera b) _ lettera c), che prevede la partecipazione della Comunità Economica Europea. Si ringrazia la ditta SIR.TE.CO.s.r.l., via Pannaggi,13 - Sforzacosta - Macerata, per la supervisione tecnica di quanto sopra.

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