Risci raccolta manuale ortaggi def

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COLDIRETTI MACERATA

UNIONE EUROPEA

REGIONE MARCHE

PSR MARCHE 2007-2013

RISCHI NELLA RACCOLTA E MOVIMENTAZIONE MANUALE DEGLI ORTAGGI Il settore orticolo comprende un notevole numero di specie coltivate con diverso portamento e posizionamento spaziale delle parti utilizzate dall’uomo. Volendo schematizzare, gli ortaggi possono essere raggruppati in: - Ortaggi da bulbo, tubero e da radice la cui parte commestibile si trova nel terreno collacata in posizione più o meno profonda. Es: patata, carota, aglio, cipolla, porro ecc.; - Ortaggi da seme, da foglia e da frutto la cui parte commestibile si può trovare a livello del terreno o in prossimità dello stesso. Es. insalata, bietola, finocchio, fagioli, fava, melanzana, pomodoro ecc. - Ortaggi da seme e da frutto allevati a parete la cui parte commestibile si trova distribuita lungo tutta la parte vegetativa e pertanto a diversi livelli di altezza rispetto al terreno., es. pomodor o, fagioli in canna, ecc. Il rischio per gli operatori nella raccolta manuale e movimentazione degli ortaggi è di tipo fisico e per prevenire e controllare tale rischio, gli operatori devono essere formati, informati, addestrati e devono disporre e indossare i dispositivi di protezione individuale quali, idonei indumenti, guanti e scarpe antinfortunistiche.

RISCHIO DI ESPOSIZIONE AL SOLE E AI COLPI DI CALORE Rischio di esposizione al sole

Il rischio per gli operatori che svolgono l’attività all’aperto è legato all’esposizione prolungata ai raggi ultravioletti che è la principale causa di patologie della pelle, fino ad arrivare ad essere una delle cause di insorgenza di carcinomi. Già la desquamazione, anche lieve, della pelle denota un’eccessiva esposizione ai raggi solari. Nella valutazione del rischio non bisogna dimenticare che la neve, il ghiaccio e l’acqua riflettono la luce solare, aumentando la radiazione ultravioletta che raggiunge la pelle. Anche quando il cielo è nuvoloso si assumono radiazioni ultraviolette perché le nuvole non bloccano il passaggio di questo tipo di radiazioni.

Cosa fare

Per proteggersi dai raggi ultravioletti è opportuno: Indossare indumenti protettivi, come cappello con falda tesa e circolare (di almeno 8 cm) possibilmente costituito da tessuto che non lascia passare i raggi ultravioletti; maglietta a girocollo di cotone con maniche lunghe e pantaloni lunghi. E’ necessario proteggere in modo particolare il naso, le labbra, le orecchie, la testa (soprattutto in presenza di calvizie), il collo e il dorso delle mani; fare uso di creme solari con un alto fattore protettivo e riapplicarle spesso soprattutto se si suda abbondantemente; utilizzare occhiali da sole per proteggere gli occhi (rischio cataratta); là dove è possibile organizzare turni tra attività al sole e al chiuso o all’ombra; creare zone d’ombra anche magari con postazioni mobili (es ombrelloni) in particolar modo nelle ore in cui i raggi del sole sono più intensi (dalle ore 10,00 alle ore 16,00); disporre di un’apparecchiatura per poter dare l’allarme in caso di necessità (chiamata di emergenza).

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Rischio colpo di calore

Gli effetti del calore sul corpo umano possono generare sia semplici malesseri che forme gravi di disturbi di seguito sinteticamente indicati: Effetti del calore Colpo di sole Crampi da calore Esaurimento da calore Colpo di calore

Sintomi e conseguenze Rossore e dolore cutaneo, edema, vescicole, febbre, cefalea. E’ legato all’esposizione diretta al sole Spasmi dolorosi alle gambe e all’addome, sudorazione Abbondante sudorazione, astenia, cute pallida e fredda, polso debole, temperatura normale, nausea, vomito. Temperatura corporea superiore a 40°C, pelle secca e calda, polso rapido e respiro frequente, mal di testa, possibile perdita di conoscenza, convulsioni ecc. La condizione del colpo di calore può essere molto grave fino a portare alla morte.

Se ci si espone al calore non bisogna mai dimenticare che il rischio assume un livello maggiore quando il fisico non ha avuto il tempo di acclimatarsi completamente al caldo che richiede mediamente dagli 8 ai 12 giorni e scompare dopo 8 giorni. Ciò rende evidente che il rischio è più elevato quando si presentano “ondate di calore”, soprattutto se si verificano a fine primavera o all’inizio dell’estate. Il calore favorisce la sudorazione che diventa abbondante portando alla perdita di liquidi e ad un aumento della temperatura del corpo, e quindi, ad una ridotta tolleranza al calore stesso. Condizioni ideali che favoriscono gli stress da calore: • Ridotto movimento dell’aria; • abbigliamento inidoneo; • attività fisica in condizioni di rischio; • temperatura superiore a 30°C e con umidità relativa superiore al 70% è una situazione a rischio concreto di colpo di calore. Temperature superiori a 35°C con umidità all’80% rappresentano situazioni di rischio elevato.

Cosa fare

Lavori eseguito all’aperto:

a) Utilizzare creme solari ad alte protezione e riapplicarle spesso soprattutto se si suda abbondantemente; b) indossare cappelli per proteggere la testa, il collo, e il viso; c) indossare abiti leggeri traspiranti, di cotone e di colore chiaro. E’ sbagliato lavorare a pelle nuda perché il sole può determinare ustioni e perché la pelle nuda assorbe più calore; d) utilizzare un fazzoletto inumidito da porre intorno al collo; e) disporre di aree (anche mobili) di riposo all’ombra; f) programmare pause di lavoro con una frequenza e durata che deve essere stabilita in rapporto al clima, alla pesantezza del lavoro svolto e all’abbigliamento utilizzato. La pausa è una misura di prevenzione che deve essere rispettata e non lasciata alla libera decisione arbitraria dell’operatore. Ciò in considerazione del fatto che il corpo umano, mentre avverte la temperatura esterna elevata e la fatica fisica, non avverte l’accumulo interno di calore, che può generare una situazione di estrema gravità (colpo di calore) senza che l’individuo se ne renda conto; g) bere frequentemente acqua e bevande fresche (non fredde) a piccoli sorsi, specialmente durante i lavori più pesanti. Bere poco è pericoloso, perché il calore viene eliminato attraverso il sudore a la mancata assunzione di liquidi e di sali può portare alla mancanza della sudorazione che favorisce il colpo di calore; h) non bere alcolici perché vengono apportate calorie e l’alcol sottrae acqua dai tessuti; i) è consigliato evitare il fumo; j) l’alimentazione deve essere povera di grassi, ricca di zuccheri e di sali minerali. Sono consigliati pasti leggeri e digeribili, privilegiando la pasta, la frutta, la verdura e limitando carni ed insaccati; k) programmare i lavori più pesanti ed impegnativi in orari con temperature meno elevate (dalle ore 10,00 alle ore 16,00).;

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l) in caso di malessere chiamare subito un incaricato di primo soccorso che dovrà attivare le procedure di gestione dell’emergenza; slacciare o togliere gli abiti; spugnare con acqua fresca su fronte, nuca ed estremità.

Lavori svolti all’interno dei locali:

a) Attivare un’efficace ventilazione naturale oppure, se praticabile, utilizzare ventilatori per aumentare il movimento dell’aria o installare condizionatori d’aria; b) isolare le tettoie metalliche, le pareti o le attrezzature che producono calore; c) indossare abiti leggeri traspiranti, di cotone e di colore chiaro che favoriscono la circolazione dell’aria e l’evaporazione del sudore; d) utilizzare un fazzoletto inumidito da porre intorno al collo; e) fare riferimento a quanto riportato dal punto f) al punto j) e al punto I), del paragrafo precedente In ambedue le situazione attivare periodiche e programmate iniziative di sorveglianza sanitaria (medico competente aziendale) e disporre di un’apparecchiatura per poter dare l’allarme in caso di necessità (chiamata di emergenza).

LAVORI ESEGUITI A BASSE TEMPERATURE

La raccolta degli ortaggi avviene all’aperto anche nel periodo invernale esponendo i lavoratori al rischio delle basse temperature, che possono avere un effetto negativo sul rendimento e sulla salute della persona. La perdita di calore del corpo umano porta all’attivazione di meccanismi naturali di contrasto tra cui la restrizione dei vasi sanguigni e la ridistribuzione dei volumi di sangue agli organi interni per proteggerli dalla perdita di calore. L’apporto superiore di sangue agli organi interni provoca una minore irrorazione sanguigna delle parti esterne del corpo, in particolare delle braccia, delle gambe, del viso e delle estremità, generando una continua diminuzione della temperatura nelle aree meno vascolarizzate, che provocano locali lesioni dei tessuti e la formazione di coaguli sanguismi all’interno dei vasi. La diminuzione della temperatura corporea provoca l’aumento del tono muscolare con l’avvio del tremore dei muscoli per la produzione di calore, l’insorgere sulla pelle e sulle estremità della sensazione di freddo, la limitazione di mobilità, di sensibilità e capacità di manipolazione. Il rischio di infortunio aumenta a causa della contemporanea riduzione di reattività, attenzione e rendimento. La comparsa di danni da freddo dipende dalla temperatura ambientale, dalla presenza di acqua e di umidità nell’ambiente, dalla velocità del vento, dalla durata dell’esposizione e da fattori individuali come abbigliamento, sollecitazioni fisiche, età e condizioni di salute del lavoratore. Tutto il corpo (parti interne e periferiche) è esposto ai danni da freddo, ma in misura particolare il viso, il naso e le orecchie, nonché le dita delle mani e dei piedi.

Cosa fare

a) Nel limite del possibile programmare i lavori nei periodi meno freddi e quando esiste una bassa ventilazione; b) indossare un idoneo vestiario in rapporto alle condizioni climatiche di lavoro e allo sforzo fisico. E’ importante indossare abbigliamenti traspiranti, maschere per il viso, cappelli, scalda orecchie, guanti, sciarpe e scarpe impermeabili. Essi devono proteggere da vento, pioggia e umidità elevata, ma permettere anche l’evaporazione del sudore. Si deve fare particolare attenzione alla protezione di mani, piedi, capo ed estremità, creando le condizioni in grado di mantenere in queste parti del corpo la temperatura sopra i 12°C; c) il vestiario non deve essere assolutamente stretto e deve essere sostituito il prima possibile con altro vestiario in caso che sia umido o bagnato; d) evitare caffè e bevande alcoliche; e) mantenere asciutta la cute; f) disporre di un’apparecchiatura per poter dare l’allarme in caso di necessità (chiamata di emergenza).

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RISCHIO TAGLIO Utilizzo di forbici

Alcuni movimenti del polso e delle dita, sempre uguali a se stessi, nonché alcuni tipi di prese, quando sono ripetuti con elevata frequenza sono particolarmente dannosi per i tendini e i nervi della mano. I sintomi negativi possono essere sintetizzati: formicolio e/o perdita di sensibilità alle dita durante la notte, comparsa di dolori al polso o al gomito durante i movimenti. Inoltre l’operatore utilizzando attrezzature dotate di lame taglienti è soggetto al rischio di taglio.

Cosa fare

La prevenzione all’insorgenza o all’aggravio delle alterazioni consiste nel programmare l’attività attivando iniziative che portano ad un minor impegno delle mani durante il turno di lavoro. Se si eseguono lavori con movimenti rapidi e ripetitivi delle mani è opportuno programmare e rispettare brevi pause (circa 10 minuti) per ogni ora di lavoro. L’operatore deve disporre e indossare appositi dispositivi di protezione individuale come guanti antitaglio di idoneo livello protettivo e scarpe antinfortunistiche.

Utilizzo di strumenti a lama tagliente

Durante la fase di raccolta e lavorazione degli ortaggi il lavoratore utilizza coltelli o altri strumenti da taglio esponendolo al pericolo di ferite i cui danni possono essere classificati in: Leggeri Totalmente reversibili senza interruzione dell’attività lavorativa apprezzabile Moderati Reversibili, ma con interruzione dell’attività lavorativa minore di tre giorni Seri Reversibili o irreversibili, interruzione dell’attività lavorativa maggiore di tre giorni Fatali Perdita della vita

Cosa fare

L’operatore deve indossare indumenti protettivi contro i tagli da lama che assicurano: • La protezione del busto e della coscia; • La protezione degli arti superiori e delle mani. Tali indumenti ai sensi del D.Lgs n° 475/92 e s.m.i. sono classificati in 3° categoria per quanto riguarda i grembiuli e i corpetti protettivi del busto, mentre possono essere di 2° categoria quelli protettivi degli arti superiori e delle mani. Per quanto riguarda gli indumenti di protezione del busto e delle cosce si hanno le seguenti tipologie: Grembiule semplice che copre la parte frontale del corpo dal petto alle gambe; Grembiule semplice che assume con opportune estensioni di materiale protettivo la forma di un vestito intero; Calzoni protettivi che hanno una zona continua di protezione compresa tra la vita e appena sopra il ginocchio; Panciotto protettivo che ha una zona continua di protezione, che inizia al di sotto della vita per coprire poi la parte anteriore del torace, la parte superiore e posteriore delle spalle e la metà superiore dell’avambraccio Il livello di protezione degli indumenti protettivi appartengono a due livelli di protezione: Livello 1: gli indumenti sono adatti a lavori dove il livello di pericolo da penetrazione è basso come nel caso in cui venga utilizzato un coltello a lama larga; Livello 2: gli indumenti sono adatti ai lavori dove il livello di pericolo da penetrazione è alto, come nel caso in cui venga utilizzato un coltello a lama stretta. Per quanto riguarda gli indumenti degli arti superiori e delle mani, i dispositivi di protezione individuali sono i guanti e i proteggi braccia che possono essere di tipo corto e di tipo lungo. • Il guanto favorisce la protezione dell’intera mano fino al polso; • Il guanto con polsino corto fornisce la protezione dell’intera mano per una 75 mm lunghezza di almeno 75 mm dal polso;

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Il guanto con il polsino lungo fornisce la protezione dell’intera mano e dell’avambraccio fino ad una distanza “Lc” non maggiore di 75 mm della parte superiore del braccio, quando il braccio è posizionato lungo il torace ed il gomito è piegato a 90°;

Lc

Il guanto proteggi-braccia rigido fornisce una protezione continua dell’intera mano e dell’avambraccio fino ad una distanza “Lc” non maggiore di 75 mm e non minore di 45 mm dalla parte superiore del braccio, quando il braccio è posizionato lungo il torace ed il gomito è piegato a 90°C In ogni caso è importante scegliere la giusta taglia perché: a) guanti piccoli possono generare problemi alle mani; b) proteggi braccia piccoli possono limitare i movimenti; c) guanti e proteggi braccia troppo larghi possono costituire un rischio. Inoltre l’operatore deve disporre e indossare apposite scarpe antinfortunistiche. •

Quando si usano oggetti da taglio è prudente disporre nelle vicinanze di una cassetta di pronto soccorso e/o pacchetto di medicazione con i presidi sanitari di primo soccorso (preventivamente verificati e controllati) e un’apparecchiatura per poter dare l’allarme in caso di incidente (chiamata di emergenza).

RACCOLTA E MOVIMENTAZIONE MANUALE DEGLI ORTAGGI

La raccolta degli ortaggi comporta posture e sforzi muscolari che possono causare danni agli operatori anche di notevoli entità.

Rischi legati alla raccolta eseguita a braccia alzate

I disturbi muscolari alle spalle e alle braccia quando vengono eseguiti lavori a braccia alzate con posizione sopra il livello della spalla, compaiono principalmente perché i muscoli sono meno irrorati dalla circolazione sanguigna rispetto al normale. Il muscolo si trova in difetto di nutrimento andando incontro ad un maggiore affaticamento, che se supera alcuni livelli diventa dolente, provocando sofferenza e impaccio nei movimenti.

Cosa fare

Se la posizione di lavoro con le braccia alzate si protrae per lungo tempo, occorre rispettare periodi di riposo, posizionando le braccia lungo il corpo ed effettuare movimenti di elevazione e rilassamento delle spalle per un tempo sufficiente, allo scopo di ottenere un rilassamento muscolare e una riattivazione della circolazione sanguigna.

Rischi legati alla raccolta eseguita nella parte medio bassa delle piante e a livello del terreno

I lavori eseguiti nella parte medio bassa delle piante e a livello del terreno comportano un notevole rischio da sovraccarico biomeccanico della zona dorso – lombare. Nell’esecuzione di questi lavori non mantenere per lungo tempo il tronco flesso in avanti per evitare che ci siano delle elevate compressioni dei dischi intervertebrali della colonna vertebrale con possibili insorgenze di lombo sciatalgie, ernie del disco ecc. Le posizioni più corrette da assumere nei lavori di questo tipo sono: Corpo piegato in posizione accucciata; Corpo piegato con un ginocchio, o con entrambi, appoggiato al terreno usando possibilmente ginocchiere.

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Quando vengono assunte queste posizioni è importante cambiare spesso, o appena se ne avverte la necessità, la posizione e alzarsi in piedi per sgranchire gambe, ginocchia e schiena. Nella raccolta degli ortaggi posti ad un livello alto rispetto al terreno, l’operatore per deporre gli stessi nelle cassette, deve limitare il più possibile le continue flessioni del busto. Pertanto è necessario che il contenitore sia posto ad un livello tale che la deposizione del prodotto sia praticata con il solo allungamento del braccio.

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In ogni situazione di raccolta è opportuno che le cassette vuote siano poste sopra una carriola, o slitta, utilizzata successivamente per il trasporto, in modo da evitare il sollevamento delle cassette piene e magari trasportarle manualmente su lunghi percorsi.

Raccolta degli ortaggi da bulbo, tubero, radice

La raccolta degli ortaggi da bulbo, tubero e radice, comporta un impegno biomeccanico superiore alle altre situazioni perché le parti commestibili vanno estratte dal terreno con vanga o altri strumenti, facendo aumentare i rischi muscolo - scheletrici per la schiena e per il sistema braccio-spalla. Per rendere meno impegnativo il lavoro è necessario che gli strumenti utilizzati siano in ottimo stato di manutenzione e siano maneggevoli e leggeri. Durante il loro uso risulta utile: - Scegliere un’ottima base di appoggio delle gambe ponendo un piede più avanti, lungo la direzione del movimento; - appoggiare il manico della vanga, o altro, sulla coscia per farla roteare; - non utilizzare vanghe, o altro, con manico troppo lungo.

Sollevamento e movimentazione delle cassette piene

La movimentazione delle cassette piene è una fase dell’attività di raccolta che impegna significativamente le strutture muscolo scheletriche dell’operatore, pertanto è indispensabile scegliere movimenti corretti, lenti e misurati (senza strappi). Nell’esecuzione di questi lavori evitare di mantenere il tronco flesso o gli arti inferiori ritti per lungo tempo, mantenere il carico lontano dal corpo, posare o sollevare pesi lontano dal corpo, effettuare lunghi percorsi con il carico sollevato. NO NO

SI

SI

Procedura corretta

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L’uomo adulto non deve mai sollevare e trasportare pesi superiori a 25 Kg e la donna adulta 15 Kg. L’operatore movimentando pesi deve disporre e indossare scarpe antinfortunistiche e guanti da lavoro.

Lavoro e impegno biomeccanico degli arti superiori e inferiori

Il lavoro di raccolta e movimentazione degli ortaggi può provocare disturbi al sistema muscolo scheletrico sia degli arti superiori che di quelli inferiori.

Arti superiori

Le zone muscolo scheletriche interessate sono: • La spalla, che può essere oggetto di comparsa della “periartrite scapolo-omerale” dell’articolazione, che se non adeguatamente affrontata, può portare al blocco quasi totale dell’articolazione (spalla congelata); • il gomito, che può essere interessato dalla comparsa dell’epicondilite (gomito del tennista) e dell’epitrocleite detta anche “gomito del giocatore di golf”; • il polso, con la comparsa della sindrome del tunnel carpale (compressione del nervo mediano al livello del polso); • il sistema mano-polso, che può essere interessato dalle tendiniti. I principali disturbi che possono comparire per uno scorretto uso degli arti superiori, sono la comparsa di senso di pesantezza, di sintomi di fastidi generici, di dolore, di intorpidimento, di rigidità articolari del collo e della schiena; di formicolii, di perdita di forza, di impaccio nei movimenti, di caduta spontanea di piccoli oggetti dalle mani, ecc. I principali fattori di rischio possono essere sinteticamente riassunti: a) Prolungata durata dello stesso movimento; b) frequenza e ripetitività dell’azione lavorativa; c) impiego di elevata forza muscolare; d) non corretta posizione del corpo e degli arti superiori; e) fattori complementari di rischio, come ad es: 1. lavori di precisione per più di metà del tempo; 2. uso di dispositivi individuali non adeguati (guanti, ecc.); 3. esposizione al freddo; 4. uso di attrezzature non ergonomiche e che provocano compressione sulle strutture muscolo tendinee; 5. tipi di prese non adeguate.

Arti inferiori

Gli arti inferiori possono essere interessati da disturbi che possono generare le seguenti alterazioni: A) – Ginocchio: 1. lesioni del menisco; 2. borsite pre-rotulea (ginocchio della lavandaia); 3. tendinopatie. B) – Piede: 1. Talalgia plantare; 2. Tendinite di Achille; 3. Sindrome del tunnel tarsale.

Cosa fare

Non assumere postazioni estreme degli arti superiori o inferiori per lunghi periodi; assumere adeguate posture e posizioni che consentono alle articolazioni o ad un movimento articolare di non superare il 50% della sua massima possibilità di escursione; ridurre lo sforzo muscolare eccessivo durante l’esecuzione di un lavoro tenendo conto che posture sfavorevoli delle articolazioni riducono drasticamente la capacità di applicazione della forza muscolare della parte coinvolta. Tanto più bassa sarà l’entità dell’impegno muscolare, tanto maggiore sarà la durata consentita di tale impegno (relazione esponenziale);

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evitare movimenti a strappo e colpi, compressioni localizzate, trasmissioni di vibrazioni meccaniche; possibilmente organizzare il lavoro in modo che ci sia alternanza di impegno dei due arti superiori o inferiori; programmare e rispettare adeguate pause di lavoro.

LAVORO CON POSTURA IN PIEDI IN SEDE FISSA

Se vengono eseguiti lavori di pulitura, selezione, ecc. sugli ortaggi raccolti, l’operatore può trovarsi nella necessità di eseguire tali operazioni rimanendo per lungo tempo in piedi in sede fissa. Nella fattispecie il piano di lavoro deve avere un’altezza che consenta di lavorare mantenendo il gomito ad angolo retto e la profondità del piano non dovrebbe superare i 50 – 55 cm. L’organizzazione della postazione nei termini sopra indicati, permette di mantenere la schiena eretta e, per non stancare i muscoli della schiena e quelli delle gambe, è utile appoggiare alternativamente un piede su un rialzo SI SI NO

NO

L’operatore lavorando su tavoli o ripiani deve disporre e indossare scarpe antinfortunistiche e idonei guanti da lavoro

PREDISPOSIZIONE DEI BANCALI

Per la preparazione dei bancali occorre organizzare la postazione di lavoro con l’obiettivo di evitare frequenti torsioni del busto e percorrere notevoli distanze orizzontali con in mano le cassette piene di ortaggi. E’ necessario utilizzare un carrello elevatore per mantenere l’altezza di deposizione delle cassette nella zona compresa tra l’altezza delle spalle e delle nocche delle mani poste lungo i fianchi. In tal modo si evita di assumere posizioni pericolose per la schiena. L’operatore movimentando pesi deve antinfortunistiche e idonei guanti da lavoro.

disporre

e

indossare

Area utile

scarpe

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Per ridurre i probabili effetti negativi sulla salute dell’operatore nella raccolta e movimentazione degli ortaggi devono essere attivate iniziative capaci di gestire attivamente i rischi con l’attuazione di un processo logico che passa attraverso alcune fasi operative che possono essere così sintetizzate: Individuazione delle tipologie di lavoro da eseguire; Individuazione dei lavoratori esposti al rischio; Individuazione delle attrezzature utilizzate; Individuazione per ogni lavoratore del tempo di esposizione al rischio; Verifica attraverso figure professionali esperte dei rischi connessi all’attività; Nomina di un medico del lavoro per individuare i fattori individuali di rischio, come l’idoneità fisica a svolgere i compiti richiesti, tenendo conto della forza fisica e dello stato di salute generale; Sottoporre gli operatori ad una sorveglianza sanitaria annuale o su richiesta dell’operatore o secondo quanto stabilito dal medico competente. Elaborato realizzato nell’ambito del progetto di informazione n° 10368/2013, - PSR-Marche, Misura 1.1.1. Sottomisura lettera b) _ lettera c), che prevede la partecipazione della Comunità Economica Europea. Si ringrazia la ditta SIR.TE.CO.s.r.l., via Pannaggi,13 - Sforzacosta - Macerata, per la supervisione tecnica di quanto sopra.

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