il BARBARIGO febbraio-marzo 2014

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IL

BARBARIGO

NUMERO 17

FEBBRAIO-MARZO 2014

Pubblicazione informativa bimestrale dell’Istituto Barbarigo di Padova

“Le scuole cattoliche, che cercano sempre di coniugare il compito educativo con l’annuncio esplicito del Vangelo, costituiscono un contributo molto valido all’evangelizzazione della cultura, anche nei Paesi e nelle città dove una situazione avversa ci stimola ad usare la creatività per trovare i percorsi adeguati.” (Evangelii Gaudium, 134)

Anche il Barbarigo partecipa alla festaincontro della scuola italiana con papa Francesco. Informazioni e iscrizioni in segreteria.

ORGOGLIO DI ESSERE NOI “Sono orgoglioso della scuola che frequentano i miei figli!”. Così, qualche settimana fa, ha concluso un colloquio “impegnativo” un papà, che da anni conosce e ha scelto il Barbarigo per i figlioli. Comincio da questa sintetica testimonianza, alla quale si potrebbero unire i grazie dei genitori che hanno ritrovato serenità familiare grazie alla nostra scuola, per chiedere di “condividere” (quasi un like di Facebook) questo orgoglio. Lo propongo a tutti: agli studenti, per rendersi conto della fortuna di essere al Barbarigo, con tutte le opportunità che la nostra scuola offre di giorno in giorno; ai genitori, che possono trovare collaborazione, dialogo e disponibilità nell’accompagnare i figli alla maturità scolastica e personale;

In questo numero

a tutti quelli che lavorano all’istituto, conosciuto e apprezzato per la sua serietà e qualità di proposta formativa; agli ex allievi, che recuperano nella memoria dei giorni al Barbarigo valori e aspetti fondanti della vita di adesso, “radici” preziose da cui oggi ricavare frutti; agli amici della scuola cattolica, della Diocesi di Padova, agli amici degli amici: perché il nostro Istituto vuole continuare a incarnare ed esprimere al meglio la tradizione e la passione educativa della Chiesa padovana, di tante persone che, in ruoli diversi, hanno seguito e formato i giovani. In un tempo in cui la Chiesa italiana riscopre l’interesse e la cura per la scuola – per tutti quelli che vivono a scuola, ma per gli studenti in particolare – ci piace evidenziare il contributo specifico che il Barbarigo ha dato (Continua a pagina 2)

- Partono le iscrizioni al prossimo anno scolastico! - I risultati del concorso fotografico - Le foto del concerto di Natale - Il Giorno della Memoria visto dagli studenti - le recensioni dei nostri allievi! - Ombre di Verità in tournée - Le nuove iniziative dell’Agib - Tanti appuntamenti, corsi, iniziative al Barbarigo

Passa parola! Questo notiziario viene inviato a circa 2500 indirizzi; invitiamo tutti a “passar parola” (=inoltrare la mail con il notiziario) a persone che potrebbero essere interessate a conoscere la vita del Barbarigo. Grazie!


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PRIMO PIANO

ISCRIZIONI AL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO

PER LE PRIME TEMPO FINO AL 28 FEBBRAIO Sono aperte le iscrizioni al primo anno della secondaria di primo e di secondo grado per il prossimo anno scolastico 2014-2015. Le domande possono essere presentate dal 3 al 28 febbraio 2014, esclusivamente on line, accedendo al portale del Ministero www.iscrizioni.istruzione.it. Attenzione: l’iscrizione è “impegnativa” (non è una preiscrizione!) e deve essere “unica”, presso un solo istituto. Verrà poi perfezionata entro fine giugno, dopo il conseguimento del titolo scolastico. Regole particolari valgono per il Liceo Musicale, per il quale è fissata la prova d’accesso (obbligatoria) il 12 marzo 2014 alle 17.30. Per favorire studenti e famiglie, anche in considerazione della crisi economica, il Barbarigo mette a disposizione un contributo (“voucher”) per i libri riservato agli alunni del primo anno di corso (in qualsiasi indirizzo di studio). L'offerta è limitata alle iscrizioni perfezionate entro giugno 2014, e a retta intera (ossia senza riduzioni). In questa ottica, rimangono disponibili anche gli sconti per i fratelli e le possibilità di borse di studio. La prenotazione/iscrizione all’anno 2014/15 per gli anni successivi al primo (2-3 SS1G e 2-3-4-5 superiori), dipendendo dai posti disponibili e dalla presenza della classe, va chiesta direttamente al preside del Barbarigo. Il colloquio può servire già da “ordine di preferenza” nella lista di prenotazione ed è

utile in ordine alle decisioni sul futuro assestamento delle classi: quindi è consigliabile informarsi quanto prima possibile.

SEGUE DALLA PRIMA

ORGOGLIO DI ESSERE NOI nella storia e dà oggi, nell’attualità, nel mondo scolastico. La nostra volontà e speranza è proseguire questa “missione”, continuando con responsabilità e generosità un percorso educativo sempre di valore e qualità. Le iscrizioni al nuovo anno possono davvero diventare l’occasione e il momento per “passare parola”, per raccomandare la nostra scuola ad altre famiglie, per considerare il “plus” che un istituto come il nostro può offrire. Il Barbarigo intende proporre un diploma “serio” da raggiungere ma anche accompagnare con qualità educativa la crescita dei ragazzi nella delicata fase pre-adolescenziale;

offre una collaudata impostazione didattica, la professionalità e disponibilità dei docenti, le molte opportunità di crescita (umana, culturale, linguistica, civica, musicale, internazionale…) della proposta formativa. Se c’è un orgoglio – l’orgoglio di essere Barbarigo –, è quello dell’insegnamento e delle attività formative svolti con passione; della cura attenta e sensibile a ogni ragazza e ragazzo affidatici; dei “miracoli” visti in chi, trovando serenità e comprensione, ha espresso i propri talenti e recuperato la gioia di vivere. Un orgoglio che non è un peccato, ma un impegno! don Cesare Contarini, rettore

Per ulteriori, specifiche informazioni si consulti il sito www.barbarigo.edu o si chiami al 049.8246911, chiedendo del segretario.


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PRIMO PIANO

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II CONCORSO FOTOGRAFICO BARBARIGO

GIOVANI FOTOGRAFI CRESCONO Anche quest’anno è stato bandito un concorso fotografico per gli allievi delle superiori, stavolta sul tema Padova città d’arte: un angolo da raccontare. Tutte belle interessanti le immagini ricevute entro lo scorso 20 dicembre, sulla base delle quali la giuria, presieduta dal rettore e composta da tre docenti e dal responsabile della comunicazione, ha stilato una graduatoria. La scelta è stata effettuata sulla base dell’originalità dell’soggetto fotografato, dell’inquadratura, dell’attinenza al tema e della qualità fotografica. I premi comprendono un buono per l’acquisto di libri e tessere per ingressi gratuiti al cinema MPX; inoltre le foto vincitrici verranno stampate e appese sulle pareti dei corridoi della scuola.

1° Gianmarco Fasolo

2° Benedetta Toffano

3° Marco Zanetti

4° Camilla Cappellato

5° Cristopher Chilò

6° Andrea Garaffa

7° Tommaso Pirazzo


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GALLERIE

MUSICA

CONCERTO DI NATALE 2013 Lo scorso 19 dicembre, nel teatro del Barbarigo, si è tenuto il tradizionale spettacolo di Natale, preparato dagli studenti delle Medie e del Liceo Musicale con i loro docenti e amici. In continuo miglioramento le pur ottime performance dei nostri studenti, sempre più a loro agio con i vari strumenti e con il vasto repertorio, sia classico che moderno, proposto dagli insegnanti. Del resto l’insegnamento della musica è da sempre una tradizione e un tratto distintivo del Barbarigo, fino all’inaugurazione del Liceo Musicale nel 2010 e alla nascita, lo scorso anno, dell’Associazione culturale e musicale “Amici di don Floriano”. Per il Liceo Musicale prossimo appuntamento è il concerto del 29 maggio.

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GALLERIE

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Servizio di Federica Martelli


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PAROLA AGLI STUDENTI

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GIORNATA DELLA MEMORIA/1

UN “AMICO” RITROVATO AL TEATRO La lunga attesa fuori al teatro MPX, con i ragazzi ammassati vicino alla piccola porticina d'ingresso pronti ad entrare, nascondeva il grande spazio all'interno del teatro, dove di lì a poco sarebbe andato in scena il monologo tratto dal racconto L'amico ritrovato, di Fred Uhlman. Non avrei mai immaginato che quella lunga attesa in una fredda mattina di gennaio sarebbe stata mitigata dalla consapevolezza di aver ampliato la nostra conoscenza sull'assurdità dell'ultima guerra e delle folli idee di Hitler, il cui passaggio ha lasciato ferite indelebili. Leggevo sul volto degli altri miei coetanei che erano già seduti sulle comode poltrone la curiosità e l'emozione di ascoltare dal vivo la storia, che sarebbe stata

rappresentata da una sola persona. Di che cosa avrebbe parlato l'attore, sarebbe stata una storia triste, a lieto fine, comica o di due amici che si ritrovano dopo mille peripezie? La storia: due amici di religioni diverse, che l'assurdità dell’ideologia razzista vuole dividere, motivo per il quale uno ė costretto a lasciare la Germania del führer. Il trascorrere del tempo, la delusione per un'amicizia stroncata, il costante riaffiorare di ricordi sulla gioventù e sul periodo trascorso nel collegio Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda, e soprattutto la scoperta di un opuscolo riportante i nomi degli alunni morti nella seconda guerra mondiale, portano Hans, il protagonista, a indagare sul passato,

nonostante il presentimento e il timore di trovare in quella lunga lista anche il nome dell’amico d’infanzia Konradin von Hohenfels. In questo modo Hans ritroverà il suo amico morto per contrastare l'assurdità delle idee di Hitler, spinto forse anche dalla loro amicizia, che in fondo non era mai finita. Alla fine della rappresentazione i volti gioiosi dei ragazzi erano diventati tristi, qualcuno aveva anche versato qualche lacrima di malinconia. Tutto ciò accompagnato da un fondale di fitta nebbia grigia che ci attendeva all'uscita della piccola porticina del teatro e che ha inconsapevolmente contribuito a far rimanere in noi quel sentimento di tristezza. Alexandra Apicella, III media

GIORNATA DELLA MEMORIA/2

CRONACA E RIFLESSIONE DI UNA MATTINA A TEATRO Per ricordare la giornata della memoria, dedicata a tutte le vittime sterminate nei campi di concentramento, il nostro Istituto ha organizzato vari eventi, tra i quali un’uscita didattica per assistere alla rappresentazione teatrale del celebre romanzo di Fred Uhlman L’amico ritrovato. La mattina del 24 gennaio ci siamo recati presso il teatro MPX di Padova per assistere a questo commovente spettacolo che narra, con eleganza e delicatezza, la storia di un’amicizia tra un ragazzo ebreo e uno tedesco, in un contesto storico spietato. Il legame, nato sui banchi di scuola, si incrina quando Hans scopre che Konradin e la sua famiglia hanno rapporti con Hitler, per poi terminare definitivamente una sera a teatro, quando Konradin finge di non vedere e di non conoscere l’amico ebreo. Molti anni dopo Hans riceve una lettera dal suo vecchio liceo, con allegato un libretto con tutti i nomi dei compagni deceduti: tra questi quello dell’amico Konradin, giustiziato per aver preso parte al complotto per l’uccisione del führer. Hans capisce così di aver “ritrovato” l’amico, anche se solo spiritualmente. Questo monologo teatrale ci ha raccontato, attraverso il rapporto tra i due amici, come l’ideologia nazista fosse riuscita a soffocare le relazioni umane e a distruggere ogni sentimento. L’amico ritrovato resterà per sempre impresso nel mio cuore e nella mia

mente perché mi ha portata a riflettere sull’amicizia, sulle oppressioni e sui valori importanti della vita, ma soprattutto mi ha insegnato che bisogna vivere con coraggio, lottando per i propri ideali e contro le ingiustizie. A fine spettacolo, mentre tutti insieme ritornavamo a scuola, immersi tra le chiacchiere e i rumori della città, io continuavo a pensare a questa triste storia e ai milioni di ebrei assassinati, tra i quali tantissimi bambini e ragazzi della mia età. Quando vedo alla tv o sui testi scolastici quelle terribili immagini dei campi di concentramento mi chiedo il perché… Perché tutta quella cattiveria e tutte quelle atrocità? Chi può permet-

tersi di ritenere “diverso” un suo simile? Eppure è accaduto. Agli ebrei è stato tolto tutto: i ricordi, gli amici, la famiglia ma soprattutto la dignità e la vita; di loro rimaneva soltanto un pigiama a righe, con un insignificante numero con il quale venivano identificati. Lo sterminio del popolo ebraico è stato un capitolo agghiacciante della nostra storia che non può essere dimenticato; per questo è importante che tutte le scuole organizzino, proprio come ha fatto il nostro Istituto, incontri, letture, eventi o uscite didattiche su questo tema… appunto per non dimenticare!!! Asya Peruzzo, III media


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FAR MEMORIA, CAPIRE, RIFIUTARE... Ho letto molti libri sull’Olocausto, attraverso i quali ho provato ad avvicinarmi al dolore, all’odio e alla tristezza dei personaggi coinvolti. Ho visto parecchi film sulla paura, sulle angosce e sulle sensazioni drammatiche che certamente provarono gli ebrei. Ho visto foto e immagini su questo ingiusto e terribile sterminio… Ogni anno il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria e ogni volta mi fermo a riflettere su quello che è accaduto, a pensarne i motivi, a trovare un elemento che mi permetta di immaginare cosa possa aver spinto i nazisti ad uccidere vittime innocenti quali donne, bambini e anziani. Forse solo l’ignoranza può essere alla

base di tutto ciò, o una convinzione così cieca da vedere in Hitler l’uomo del destino… “Io credo in quest’uomo. Lui solo è in grado di salvare il nostro amato paese dal materialismo e dal comunismo.[…] Esteriormente è un ometto insignificante, ma appena lo si ascolta parlare si viene travolti dalla forza della sua convinzione, dalla sua volontà di ferro, dalla sua intensità e dalla perspicacia quasi profetica di cui è dotato. Quando lo lasciammo, mia madre era in lacrime e continuava a ripetere: ‘È Dio che ce l’ha mandato’”. Queste sono le parole che un giovane tedesco, Konradin von Hohenfels, scrisse al suo amico ebreo, Hans Schwarz, e che possiamo leggere

CULTURA A SCUOLA/1

PREVENZIONE

ODISSEA AL TEATRO

CONOSCI IL TUO LIMITE?

Il giorno 12 dicembre le classi IV Ginnasio, I Scientifico, I Classico e I-II ITE si sono recate al cinema MPX per assistere a uno spettacolo teatrale dal titolo: Odissea. La rappresentazione era adattata per la scuola: erano state scelte le avventure più famose di Odisseo, interpretate da due attori molto coinvolgenti. I due davano vita al famoso viaggio come i migliori degli aedi: effetti speciali, canti in greco antico e la loro grande passione ci hanno incantato. Abbiamo potuto vedere con i nostri occhi il dolore, la paura, la gioia e l'incrollabile tenacia di Odisseo nel suo viaggio di ritorno ad Itaca, fino a quando è riuscito a riabbracciare l'amata moglie Penelope e a scacciare gli odiosi Proci. Al termine dello spettacolo i due attori, un uomo ed una donna, hanno spiegato come è nata l'idea di questa rappresentazione e hanno chiesto al pubblico suggerimenti. Agli studenti è piaciuto molto questo momento, poiché potevano interagire con i due attori e suggerire miglioramenti, ma anche avanzaClasse IV Ginnasio re critiche. Elisa Temporin, Ludovico Vanfiori, Daniela Zanon, Luca Bigolaro

L’istituto Barbarigo anche quest’anno ha promosso per le classi superiori del II anno in orario scolastico un progetto sulla prevenzione dell’alcol, grazie alla collaborazione della Compagnia di Educazione alla Salute: l’intento è stato quello di spiegare ai giovani i problemi che possono derivare dall’assumere questa sostanza e le motivazioni che spingono i ragazzi ad abusarne. L’associazione, oltre a svolgere attività formative nelle scuole, offre agli adolescenti, che ne fanno richiesta, la possibilità di seguire dei cicli di sedute terapeutiche. Il progetto si è svolto in tre incontri (9,14 e 22 gennaio 2014) alla presenza di due psicologhe che hanno intitolato il loro progetto in questo modo: “Conosci il tuo limite?”. Il primo incontro è stato di carattere un po’ più teorico, mentre negli altri due è stato dato maggior spazio al nostro confronto e alla nostre esperienze in una modalità di intervento più laboratoriale. All’inizio ci è stato distribuito un questionario e dopo averlo compilato ci è stato proposto di confrontarci tra di noi, dicendo quali quesiti ci erano sembrati più interessanti. Tra tutti sono emersi questi: “Quanto bevo? Perché bevo?”. Dalla discussione è risultato che l’assunzione di alcol risponde a una forma di immaturità: bere un alcolico può essere considerato un modo per stare in compagnia, un sostegno nei momenti di difficoltà, in quanto ci permette di allontanarci dal problema che dobbiamo affrontare in quel momento. L’assunzione di alcol, infatti, stimola la reattività e l’iperattività, inibendo per esempio la timidezza; d’altra parte però rende la persona meno conscia

nel breve romanzo L’amico ritrovato dello scrittore tedesco Fred Uhlman. E questo è stato lo spettacolo a cui il 24 gennaio abbiamo partecipato presso il teatro MPX di Padova. Un vero e proprio omaggio a quanto scrive Primo Levi: “Considerate se questo è un uomo”. Elisa Francon, II Liceo Scientifico

delle proprie reazioni e può facilitare manifestazioni aggressive. Quello che spinge principalmente i ragazzi a bere è sicuramente la sensazione di sicurezza che si avverte stando insieme agli altri, o comunque il bisogno di essere accettati nel gruppo. Spesso i ragazzi, pur consapevoli del fatto che l’alcol è nocivo, preferiscono far del male alla propria salute piuttosto che restare esclusi da una determinata cerchia di amici. Le psicologhe, allora, ci hanno spiegato cosa succede quando beviamo dell’alcol: lo stomaco lo assorbe per il 20%, mentre il restante 80% viene metabolizzato nella prima parte dell’intestino (intestino tenue). L’alcol passa poi direttamente nel sangue e dal sangue al fegato, che ha il compito di distruggerlo attraverso degli enzimi. Anche se è assorbito in modeste quantità, prima di tutto l’alcol agisce negativamente sull’apparato digerente, poi su quasi tutto il corpo. A lungo andare può inoltre provocare un disturbo dell’apprendimento, in quanto danneggia la memoria e altre funzioni neurologiche. Una notevole incidenza dell’alcol si è misurata nella casistica dei tumori del cavo orale, della faringe, della laringe, dello stomaco e dell’intestino. Ricordiamo anche che il coma etilico può portare alla morte. A questo va considerato il fatto che gli adolescenti si accostano all’alcol sempre più giovani e numerosi. Forse per far sì che questo fenomeno non continui ad aumentare sarebbero necessarie delle leggi più severe, che riuscissero a mantenere un maggior ordine tra i giovani. Francesco Aligo e Damiano Terzo II Liceo Scientifico


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CULTURA A SCUOLA/2

VIVERE L’ARCHEOLOGIA IN CLASSE L’Italia è uno dei Paesi più ricchi di reperti archeologici risalenti a epoche lontane. È sorprendente pensare che solo qualche metro sotto le nostre case potremmo trovare vasi in vetro ancora integri o monili preziosi conservati alla perfezione. Purtroppo questa consapevolezza non sempre è tenuta in debito conto: chi ricopre un incarico pubblico, dovendo decidere se costruire o meno una strada o qualche altra infrastruttura in una determinata zona, spesso preferisce non sollevare troppe questioni e sbrigare in fretta il proprio lavoro… con una colata di cemento. Ci sono poi quelli che desiderano conservare i reperti nel proprio salotto, magari come un originale porta ombrelli, dimenti-

cando di detenere illegalmente nella propria abitazione un patrimonio archeologico pubblico, ovvero di proprietà dello stato. Che dire, inoltre, della maggior parte degli italiani che vive poco lontano da un sito archeologico o da un museo, ma che spesso non ne è consapevole o si dimostra indifferente, a dispetto dei numerosi turisti stranieri che arrivano da tutto il mondo per vedere la nostra terra? Quanti conoscono le origini della propria città? Vi invito alla riflessione, perché la storia e l’archeologia fanno parte di noi italiani e costituiscono un bene che va promosso e tutelato. Ebbene la mia classe, insieme alla I scientifico e IV ginnasio, ha potuto partecipare

all’iniziativa scolastica “L’archeologia per la storia” promossa dalla fondazione della Cassa di risparmio di Padova e Rovigo. Questa attività, svoltasi in due momenti diversi (17 e 20 gennaio), ci ha permesso di parlare direttamente con un’archeologa, di capire in cosa consiste questo mestiere e di visitare il museo archeologico di Adria. Insomma non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di conoscere le nostre origini. Giovanni Peghin, II Liceo Scientifico

complessità del lavoro del restauratore e dell'archeologo. Siamo venuti a sapere che anche le nostre campagne possono essere campi archeologici tutti da scoprire. Abbiamo già accennato alla diversità culturale che caratterizzava Adria, persino superiore a quella di Roma. Queste culture oggi possono essere conosciute grazie ai reperti. Gli Etruschi hanno lasciato statuette in bronzo – fra cui un Ercole interpretato in modo un po' singolare –, le ceramiche e le loro case. Questa civiltà fu in seguito superata dai Greci; della loro cultura abbiamo vasi di ogni tipo, così numerosi che si potrebbe riempirne una fabbrica: classici, con le loro eleganti fatture e figure, o ellenici, dalla pasta grossolana e i disegni abbozzati. Le tombe sono le “migliori amiche” degli archeologi: dicono più loro di una civiltà e del loro possessore di quanto non faccia un vaso o una statua. Qui i corredi funebri cambiano a seconda delle epoche: prima modesti ma raffinati, pur con tutti gli “optional” utili per la vita di un

defunto nell'aldilà, poi esagerati e barocchi. I funerali e le tombe più spettacolari sono quelle celtiche. I Celti erano un popolo guerriero e ciò veniva rispecchiato nei loro riti funebri. Al museo abbiamo visto la ricostruzione del funerale di un giovane guerriero celtico: la fossa, al cui interno venivano posti il carro da guerra e due cavalli, appositamente sacrificati. Veniva poi sacrificato anche il cavallo personale del giovane defunto, per farlo riposare insieme ai suoi valorosi animali. Tutti noi allievi del Barbarigo ci sentiamo di ringraziare il progetto “Attivamente” della fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo per la bella opportunità che ci è stata offerta. Elisa, IV Ginnasio

CULTURA A SCUOLA/3

VISITA AL MUSEO DI ADRIA Il giorno 20 gennaio le classi IV ginnasio e I e II scientifico si sono recate di buon'ora al museo archeologico di Adria. Di solito a noi italiani, quando pensiamo alla storia antica, viene in mente il museo egizio del Cairo, l'isola dei musei a Berlino e tanti altri musei in località non troppo vicine. Per gli studenti del Barbarigo è stata una vera sorpresa scoprire che la storia l'avevamo... a un passo da casa. Nel museo archeologico di Adria viene esposta, in tutta la sua ricchezza, la collezione Bocchi: una famiglia i cui membri, per più di un secolo, hanno raccolto e classificato i reperti storici rinvenuti nei dintorni, di cui fanno parte manufatti romani, greci, veneti e celtici. Infatti Adria, sia prima che durante l'Impero Romano, era una vera e propria metropoli di altri tempi: fra le sue mura vivevano in pace celti, veneti e persino greci. Era un porto commerciale e culturale fra i più importanti dell'epoca. Pensate un po’ che sorpresa scoprire che, per vedere dal vivo un po’ di storia, non serviva andare fino a Roma e oltre. Siamo stati guidati con molta professionalità da un'archeologa e da una restauratrice del museo, che ci hanno condotti alla scoperta delle nostre origini. Abbiamo potuto toccare con mano (letteralmente!) antichi reperti: abbiamo scoperto la lavorazione etrusca della ceramica, il “bucchero”, l'importanza dell'ambra nel mondo antico, abbiamo ammirato la sottile ceramica romana e la


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IL RACCONTO PREMIATO

UNA NOTTE DI SPERANZA Domenica 2 febbraio Laura Boscato, studentessa in III Media, ha ricevuto il primo premio, nella categoria riservata ai ragazzi delle medie, nell’ambito della quindicesima rassegna letteraria per racconti brevi “La Seriola”, indetta dalla biblioteca comunale di Dolo. Il tema scelto quest’anno era tratto da Le notti bianche di Fëdor Dostoevskij: “Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse esistono soltanto quando si è giovani…”. Grande soddisfazione in tutto l’Istituto per il riconoscimento, al quale si è unita anche la segnalazione del Rotary, che Laura dedica a Desirée, una bambina della Costa d’Avorio adottata a distanza dalla sua famiglia, a soli 9 anni tragicamente scomparsa in seguito agli scontri che martoriano il paese africano. Era una notte meravigliosa, una di quelle notti che forse esistono soltanto quando si è giovani, quando si è ancora pieni di speranze e sembra che tutto sia possibile, che tutto andrà per il verso giusto. Infatti quella notte niente poteva spegnere il mio entusiasmo, niente poteva mettere in dubbio la mia certezza di poter vivere una vita migliore. Anche su quel barcone pieno di gente che di speranze ne aveva poche, io non riuscivo a staccare gli occhi da quello spettacolo meraviglioso. Ero partita dal mio paese quella mattina presto, lasciando tutto ciò che avevo. Non che, in realtà, avessi molto da lasciare. La guerra mi aveva da poco portato via tutto ciò a cui tenevo di più al mondo: la mia famiglia. Mi ero presto ritrovata a dover fare i conti con la fame e la solitudine. Decisi perciò di chiedere ospitalità al mio parente più vicino, il fratello di mia madre. Lui mi voleva molto bene e mi accolse, nonostante dopo la guerra si fosse ritrovato in una situazione di tale povertà da non poter garantire ogni giorno un pasto ai suoi figli. Cercavo di contribuire, per quanto potessi, al mantenimento della famiglia. Smisi presto di studiare e cominciai a trascorrere le mie giornate a vendere al mercato della città più vicina quei pochi frutti che i campi di mio zio potevano ancora dare. Il mercato era sempre molto affollato e spesso mi capitava di ascoltare racconti di paesi lontani, dove la fame non esisteva e la gente era sempre felice. Spesso mio padre mi aveva parlato di queste terre, sostenendo che prima o poi ci sarebbe andato e avrebbe costruito una grande casa per me e la mamma e, ascoltando queste persone, maturava in me il deside-

rio di realizzare il suo sogno di regalarmi una vita migliore. L'occasione mi si presentò quando sentii che l'indomani sarebbe partito un altro "viaggio della speranza", come li chiamavano certi signori. Ne parlai con mio zio, il quale, dopo un primo momento di preoccupazione, capì che sarebbe stata la mia unica speranza per un futuro senza povertà. Il giorno dopo, prima dell'alba, ci incamminammo verso il molo; mio zio portò tutto ciò che poteva permettersi e io tutti i miei risparmi. Fui affidata ad un'amica dello zio, che per portarmi con sé mi spacciò per sua figlia. Lo abbracciai forte. Fu il momento più doloroso. È vero che non avevo molto da lasciare, ma lui era tutto ciò che mi rimaneva. Non lo avrei mai più rivisto. Il barcone era sovraffollato di gente di ogni tipo: uomini, donne e bambini, che piangevano spaventati da quell'enorme massa accalcata in cosi poco spazio. Partimmo al calar del sole e l'oscurità ci avvolse quando fummo in mezzo al mare. Ero spaventata e affamata, mentre guardavo quei volti sconosciuti pieni di dolore. Fu allora che, per distogliere lo sguardo, alzai gli occhi al cielo e vidi quelle meravigliose stelle; allora tutto cambiò, tutta la mia paura si trasformò in coraggio. Il viaggio fu interminabile. Durante il giorno non c'era riparo al sole cocente e la poca acqua che ci dividevamo sembrava non dissetare mai. Eravamo costretti a mangiare di nascosto per paura che gli uomini potessero usare la forza per rubarci il cibo. L'odore nauseante si faceva ogni giorno più intenso e i bambini non smettevano mai un pianto che sembrava inconsolabile. La notte invece il freddo si

faceva pungente ed il mare nero come la pece sembrava più minaccioso che mai. Il giorno peggiore fu senza dubbio quando un forte vento ci portò in mezzo ad una tremenda tempesta. Onde gigantesche scuotevano violentemente la nostra ormai precaria imbarcazione, mentre l'acqua salmastra entrava da ogni parte. Le urla strazianti delle madri si confondevano a quelle di terrore dei loro figli. Gli uomini si agitavano; ne vidi anche qualcuno cadere in mare. Ero terrorizzata e per la prima volta nella mia vita capii che cosa significasse davvero avere paura di morire. Mi rannicchiai in un angolo, chiusi gli occhi e pregai. Pregai come non avevo mai pregato prima. Non so esattamente quanto durò, ma ad un tratto il vento si placò; non si udiva più nessun rumore, solo l'abbattersi lieve delle onde sul nostro scafo. Eravamo ormai tutti sfiniti, avevamo finito acqua e cibo, i bambini avevano pianto tutte le loro lacrime, quando qualcuno urlò, indicando una debole luce in lontananza. Guardammo tutti e fu un esplodere di urla e risate di chi aveva ormai perso la speranza di farcela. Io mi alzai. Ero debolissima. Guardai verso quelle luci e fui colta da un inspiegabile terrore: perché ero lì? Perché avevo abbandonato un paese che amavo per una terra sconosciuta? Quale futuro realmente mi aspettava? Ero sola. Fu allora che alzai nuovamente lo sguardo verso il cielo: le mie stelle erano lì; stavo guardando lo stesso cielo che illuminava il mio amato paese. Era una notte meravigliosa. Pensai a mio papà, ai suoi sogni. Ora niente avrebbe potuto fermarmi. Laura Boscato, III Media


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LE RECENSIONI DEGLI STUDENTI/2

LEGGERE, CHE PASSIONE! La fattoria degli animali di George Orwell In un periodo indefinito, nei pressi della campagna inglese, George Orwell ci accompagna a conoscere gli eventi che portano un semplice fattoria, gestita dal signor Jones, a trasformarsi rapidamente nel luogo di una vera e propria rivoluzione. Gli animali, stanchi di essere sfruttati senza ricavare alcun profitto dal loro duro lavoro, si ribellano al loro padrone scacciandolo definitivamente dalla proprietà. Rincorrono il sogno, profetizzato da un vecchio e saggio verro, di una società in cui poter essere liberi artefici del proprio destino. Su questi ideali nasce ben presto il movimento dell’Animalismo, sintetizzato in Sette Comandamenti assoluti che sanciscono l’uguaglianza fra tutti gli animali e i principi da rispettare per non cadere in quei vizi che rendono gli umani così riprovevoli. L’uomo, il nemico per eccellenza, è dunque respinto e gli animali per la prima volta possono decidere delle loro vite e perseguire la felicità e la soddisfazione nella nuova Fattoria degli animali. Tuttavia in questo scenario quasi fiabesco si insinua presto un’ombra: i maiali, gli animali più intelligenti della fattoria, scaltramente diventano la classe dirigente, ponendosi sempre di più in una posizione di superiorità rispetto ai compagni e arrivando a infrangere i sacri comandamenti che loro stessi avevano precedentemente vergato. Gli altri animali, più ingenui e ottusi, si lasciano così facilmente abbindolare da non accorgersi del cambiamento radicale, avvenuto sotto i loro occhi, che ha rovesciato tutti gli ideali per cui avevano lottato contro l’uomo. La società egualitaria della fattoria si trasforma in una dittatura, in cui ognuno dei Sette Comandamenti è stato ormai rinnegato e perfino il motto di uguaglianza fra gli animali stessi è stato stravolto in “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”. Ciò che colpisce, in questo romanzo di Orwell, è la capacità dell’autore di celare in una storia, che potrebbe apparire come una favola per bambini, la satira contro un regime totalitario realmente esistito. Gli eventi narrati, infatti, si presentano come una critica romanzata della Rivoluzione Russa e del regime sovietico staliniano, ma il messaggio della storia si spinge ben oltre, fino a diventare un’allegoria della società odierna con i suoi giochi di potere, le sue falsità e ipocrisie. In poche centinaia di pagine, Orwell mette a

nudo con straordinaria efficacia ed espressività uno dei vizi più radicalmente connaturati nell’uomo: la sua brama di potere, di possedere senza limiti. Perfino l’animo mosso dai più alti e nobili ideali, più determinato e giusto nella sua missione, qualora venga posto di fronte al potere, perde i propri riferimenti e inevitabilmente tentenna, arrendendosi troppo spesso alla propria avidità. Nella rivoluzione degli animali, che in fondo non è che una disillusa metafora di qualsiasi rivoluzione, i nuovi detentori del potere cadono nella corruzione, arrivando non solo a rinnegare ogni ideale professato in precedenza con tanta convinzione, ma diventando addirittura quegli stessi aguzzini da cui tanto avevano inizialmente desiderato di liberarsi, in un tragico, crudele paradosso: “dall'esterno le creature volgevano lo sguardo dal maiale all'uomo, e dall'uomo al maiale, e ancora dal maiale all'uomo: ma era già impossibile distinguere l'uno dall'altro”, Orwell ci presenta una storia che fa sorridere e riflettere, lasciandoci scoprire durante la lettura quanto la realtà della Fattoria degli animali sia tutt’altro che estranea alla nostra e come ognuno di noi possa decidere di essere uomo, maiale o qualsiasi altro ingenuo animale della fattoria. Sta solamente a noi il compito di scegliere. Alessandra Lovison, V Liceo Scientifico L’ombra del vento di Carlos Ruiz Zafon Questo libro è uno dei migliori racconti che abbia mai letto. È molto appassionante e avventuroso e rapisce il lettore in modo avvincente. Niente di questo racconto è prevedibile e proprio in questo consiste la bravura dell’autore: chi legge non si annoia mai, ma è sempre pronto a sorprendersi. Francesco Apolloni, II Liceo Scientifico All’età di undici anni Daniel viene portato dal padre nel Cimitero dei Libri Dimenticati, dove sceglie quello che sarà per sempre il suo libro del cuore: L’ombra del vento di Julian Carax. Lo legge tutto in una notte e decide di cercare informazioni sull’autore per poter leggere altre sue opere, ma scopre che queste sono quasi introvabili: tutte le copie esistenti sono state bruciate sistematicamente in circostanze poco chiare. Il mistero si infittisce quando un uomo dalla faccia divorata dalle fiamme gli si avvicina intimandogli di vendergli il libro

di Carax, ma Daniel si rifiuta negando di possederlo… Il ragazzo comincia così un’investigazione che lo porterà a far riaffiorare amori impossibili, passioni controverse, amicizie assolute e follie omicide e a restituire la voce e la penna a uno “scrittore maledetto”, scoprendo che in fondo le loro esistenze sono sempre state legate a un doppio filo… Maria Chiara De Canale, I Liceo Scientifico L’ombra del vento: un romanzo di Carlos Riuz Zafon: una storia d’amore, di odio e di sogni vissuti all’ombra del vento. Damiano Terzo , II Liceo scientifico Hunger Games di Suzanne Collins Il romanzo è ambientato in un Nord America post apocalittico. Protagonista è la sedicenne Katniss Everdeen, che vive nella terra di Panem, divisa in distretti e governata da un regime totalitario con sede a Capitol City. In seguito ad un passato tentativo di rivolta, ogni anno da ciascun distretto vengono scelti un ragazzo e una ragazza per partecipare agli Hunger Games, un combattimento mortale trasmesso in televisione. Un romanzo questo, che sembra richiamare le storie dei gladiatori dell’antica Roma e il sistema socio-politico raccontato da Orwell in 1984 e che, primo di una trilogia, ha fatto impazzire il mondo intero. Per me è stato una vera e propria miscela esplosiva di sentimenti e azione: se la mia lettura veniva interrotta per impegni scolastici sentivo l'eco della voce della protagonista Katniss chiamare il mio nome e invitarmi a continuare a leggere; così finivo in fretta e furia i compiti per ributtarmi nella lettura. Quando ho finito il primo libro mi sono precipitata nella libreria vicino a casa per comprarmi il secondo volume. Insomma, quale effetto collaterale di questo libro, posso individuare la totale dipendenza alla lettura! Giada Gori, II ITE


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ASSOCIAZIONI

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AGIB

UNA MATTINATA INSIEME AL SANTO Sabato 25 gennaio l’Associazione Genitori dell Istituto Barbarigo (AGIB) ha organizzato una visita molto particolare alla Basilica di S.Antonio. Ci siamo trovati in circa 40 persone nel sagrato della Basilica, accolti da P. Giuliano Abram che ci ha fatto da guida. Inizialmente abbiamo visitato la Scoletta del Santo e l’oratorio di San Giorgio, adiacenti alla basilica. Abbiamo potuto ammirare una serie di affreschi, veri capolavori che narravano scene del Vangelo e momenti della vita di S. Antonio, il tutto spiegato e raccontato con molta competenza e coinvolgimento da parte di P. Giuliano. Ci siamo poi diretti verso la basilica attraversando chiostri e passaggi normalmente non accessibili al pubblico, dando cosi un tocco

molto particolare e suggestivo alla visita. Sempre accompagnati da P. Giuliano all’interno della Basilica abbiamo avuto anche la possibilità di vedere la sacrestia e il retro dell’altare, dove si possono apprezzare da vicino delle meravigliose opere del

Donatello. Il tutto è durato circa tre ore, sono “ volate” grazie all’abilità dell’oratore e alla bellezza di quanto ci è stato fatto vedere e abbiamo avuto la possibilità di ammirare. Il direttivo Agib

AGIB

PARLIAMO DEL PADRE Tre incontri sulla paternità con Don Roberto Ravazzolo PROGRAMMA Giovedì 20 febbraio 2014, ore 20.45 Cosa resta del padre? riflessioni in margine alla lettura del libro di Massimo Recalcati Giovedì 13 marzo 2014, ore 20.45 Abramo, Ettore, Giuseppe: figure paterne a confronto Giovedì 27 marzo 2014, ore 20.45 Onora il padre e la madre. Parole disattese: ma da chi?

COMPAGNIA TEATRALE “OMBRE DI VERITÀ”

“DESTINATARIO SCONOSCIUTO” IN TOURNÉE In occasione della giornata della memoria, la compagnia teatrale Ombre di Verità ha messo in scena il dramma Destinatario sconosciuto, tratto dal romanzo di Katherine Kressmann Taylor, scritto nel 1939. Lo spettacolo, presentato il 26 gennaio ad Albignasego, il 27 a Vigonza e il 31 a Treponti di Teolo, è intenso e profondo. L'argomento di per sé è molto toccante, e la storia, raccontata tramite lo scambio epistolare di due amici, l’ebreo Max (interpretato da Toni Da Re) e l’”ariano”Martin (interpretato da Dino Gasparoni), aiuta a comprendere la gravità e la drammaticità di quel periodo grazie anche all'accompagnamento

musicale alla chitarra di Gianluca Gallo. Il pubblico si è dimostrato attento, interessato e riflessivo, concentrato soprattutto sul cambiamento di Martin che, a causa della sua lealtà per la madre patria e per il führer, mette drasticamente fine all'amicizia con Max. L'allontanamento e la chiusura di Martin portano Max a reagire con rabbia e frustrazione. Alla fine il pubblico rimane attonito e in silenzio, quasi accettasse e comprendesse il comportamento di Max, la sua rabbia, e l'esasperazione a cui è giunto invece Martin. La nuova sceneggiatura, le immagini proiettate e l'interpretazione dei personaggi hanno reso lo spettacolo

ancora più “reale”, aiutando il pubblico a entrare nel dramma di un popolo e di un’intera epoca. Federica Martelli


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SCUOLA

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PROPOSTA QUARESIMALE

CON IL CUAMM DALLA PARTE DELLE MAMME E DEI BAMBINI Quest’anno al Barbarigo le feste sono state vissute in maniera diversa, mettendo al centro la solidarietà. L’Istituto appoggia Medici con l’Africa – Cuamm, coinvolgendo studenti, famiglie e personale nel progetto Prima le mamme e i bambini. L’obiettivo è di offrire a quante più donne africane l’accesso a un parto sicuro e gratuito. Fino a Pasqua sarà possibile dare un sostegno concreto all'intervento, che riguarda quattro paesi africani: Angola, Etiopia, Uganda e Tanzania. Ancora oggi qui si muore di parto: solo in Angola addirittura 14 neomamme su 1.000. La popolazione interessata dall’iniziativa è di circa 1.300.000 persone, con 4 ospedali principali e 22 centri di salute periferici che possono garantire

il parto sicuro; l'obiettivo è di raddoppiare in cinque anni il numero dei parti assistiti nelle aree interessate, passando dagli attuali 16.000 a oltre 33.000. «In questi paesi si soffre per la mancanza di strutture sanitarie adeguate – dice don Lorenzo Celi, animatore spirituale del Barbarigo e sostenitore del progetto – per questo “Prima le donne e i bambini” per noi non vuole essere solo il nome di un progetto, ma un impegno quotidiano per queste mamme e questi bambini». Bastano 15 euro per garantire un trasporto in ambulanza, 40 per l’assistenza medica durante il parto, 100 per un cesareo, 250 per formare di un’ostetrica. I problemi sono molti, a volte però risolvibili con poco.

SERVIZI ALLA PERSONA

ASCOLTARE PER COMPRENDERE E AIUTARE Anche quest’anno il Barbarigo, nell’ottica di confermarsi scuola della per la persona, prosegue il servizio di ascolto e counselling rivolto a tutti gli studenti (ed eventualmente ai genitori e ai docenti). Un tempo e un luogo di accoglienza di istanze e problematiche (disagi, necessità, bisogni) dei ragazzi, per fornire un supporto alla crescita di ciascuno e anche per l’orientamento in uscita. Viene pensato come un servizio di cura, nel senso di prendersi cura delle persone (caring) ma non di prescrivere cure (curing): quindi un modello non di tipo sanitario-clinico-medico (prestazioni verso un “paziente”), ma nello stile della

cura individuale, personalizzata, che richiede la partecipazione e il coinvolgimento delle persone interessate. Gli appuntamenti sono individuali, anche su invito/proposta del Consiglio di Classe, e si svolgono presso l’Istituto. Per prenotare ci si può rivolgere al preside o alle docenti referenti, anche via mail: puntoac@barbarigo.edu. Gli orari sono liberi, da concordare con l’operatore, dentro o fuori l’orario scolastico, Il servizio viene organizzato in collaborazione/convenzione con il Centro Universitario di Padova (via Zabarella) e si avvale della disponibilità di professionisti e tirocinanti già attivi in tale Centro.

DIDATTICA E ORIENTAMENTO

UN CORSO PER PREPARARSI AL TEST DI MEDICINA È partito per i ragazzi dell’ultimo anno delle superiori un corso di preparazione per il test di ingresso al corso di laurea in medicina, che quest’anno si terrà per la prima volta in primavera, ovvero l’8 aprile. A condurlo è la professoressa Francesca Toffanin, che insegna scienze al classico e allo scientifico. «La richiesta è partita da alcuni studenti, che sentivano di avere alcune lacune da colmare – spiega la docente –. Tanto più che attualmente le materie insegnate nell’ultimo anno sono molto diverse da quelle che formeranno l’oggetto della prova». Successivamente la proposta è stata

estesa anche agli altri allievi interessati: «appena l’hanno saputo molti si sono aperti in un sorriso, altri mi hanno ringraziato. È anche un modo per esser loro vicini, sostenerli, capirli nello sforzo che stanno facendo». Oggi sono una decina i ragazzi che si incontrano ogni giovedì per due ore di lezione. Gli incontri sono partiti il 23 gennaio: nelle prime tre lezioni è stato affrontato il ripasso dei programmi di biologia e di genetica, mentre nelle prossime si studieranno il corpo umano (4 lezioni) e chimica (3 lezioni). «Cerco di essere sintetica ma non val la pena di correre troppo – continua la

Toffanin –, altrimenti si rischia che ai ragazzi non rimanga niente». Intanto la data della prova si avvicina, e anche gli insegnanti vivono le stesse ansie degli studenti: «Purtroppo si tratta di test molto selettivi, che rischiano davvero di chiudere le porte a ragazzi che magari hanno la buona volontà e le qualità umane per essere buoni medici. Tanti poi li tentano la seconda o la terza volta, magari avendoli provati solo pochi mesi fa ed essendosi dedicati nel frattempo solo a prepararsi. Chi deve anche preparare la maturità purtroppo parte svantaggiato». Coraggio ragazzi!


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SCUOLA/PERSONE

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SCAMBI INTERNAZIONALI

L’AMBASCIATORE, EX ALLIEVO, PASSA A SALUTARE Lo scorso 7 febbraio le classi II Liceo Classico e IV Ite, in visita in Norvegia per lo scambio internazionale con la scuola di Askim (appartenente come il Barbarigo al network europeo d’eccellenza Elos) hanno ricevuto la visita dell’ambasciatore Giorgio Novello, ex allievo del Barbarigo. Nella foto: gli studenti consegnano al diplomatico il gagliardetto e una copia del magazine dell’Istituto. Nato a Dolo nel 1960 e sposato con tre figli, Novello è entrato alla Farnesina nel 1986, ricoprendo successivamente numerosi incarichi di altissimo rilievo, sia presso il Ministero che nelle più importanti rappresentanze all'estero. È cavaliere ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (OMRI).

EX ALLIEVI

IL CORAGGIO DI CATERINA Si è parlato molto, soprattutto tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio, della storia di Caterina Simonsen, la ragazza insultata e minacciata da estremisti per le sue posizioni a favore della ricerca e della sperimentazione animale. Una vicenda che il 29 dicembre è arrivata addirittura alla prima pagina dei maggiori quotidiani e in tutti i tg. Non tutti sanno che non solo Caterina è un’ex allieva dell’Istituto, avendo frequentato le classi del Liceo Scientifico Barbarigo, ma che il rapporto con la sua ex scuola è durato anche dopo il diploma. Proprio questo notiziario bimestrale è stato il primo a pubblicare un’intervista a Caterina (sul n. 11), che di seguito riproponiamo. Caterina Simonsen, 24 anni, ex allieva del Liceo Scientifico del Barbarigo, sabato 17 novembre 2012 ha incontrato i suoi colleghi più giovani per parlare della sua malattia, e soprattutto dell’impegno che ne è nato a favore delle persone che si trovano nelle sue stesse condizioni. «Nel 2009 mi è stata diagnosticata una malattia genetica rara, chiamata deficit di alfa-1 antitripsina», racconta Caterina. «La malattia colpisce il fegato e i polmoni, e obbliga a fare 7 – 9 aerosol al giorno, oltre a un altro trattamento che dura dalle 3 alle 6 ore al giorno». Eppure Caterina si è messa in testa di correre nella sua condizione… una maratona! «Mi sto preparando da maggio. Sono arrivata a fare 7 km in un’ora, portandomi dietro la bombola con 6 litri di

ossigeno e alternando corsa e camminata. Adesso da due mesi ho una brutta bronchite, ma ho già iniziato ad allenarmi con gli step in casa». L’obiettivo è di provare a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della ricerca per le malattie rare, ed è anche per questo che è venuta ad incontrare i ragazzi del Barbarigo: «Me lo ha proposto la professoressa Zotti una volta che è venuta a trovarmi a casa. Le ho detto che volevo correre la maratona e mi ha chiesto di condividere l’esperienza con gli studenti». Il volontariato infatti non riguarda solo determinate categorie sociali, come i poveri e gli anziani: può succedere a tutti di trovarsi prima o poi nella situazione di dover chiedere aiuto. Caterina ha parlato dell’associazio-

ne Alfa1atonlus, che si occupa delle persone che soffrono della stessa malattia: «Al momento esiste una terapia a base di prolastina, che però costa 300.000 euro al mese ed è riservata a chi è in attesa di trapianto. È importante mantenere alta l’attenzione sulle malattie rare,visto che per le compagnie farmaceutiche non è economico investirci». Com’è andata al Barbarigo? «Ho spiegato la mia situazione, del fatto che è importante donare organi e sangue, anche per dare un futuro a tanti giovani. I ragazzi sono stati molto carini, mi hanno chiesto da dove tiro fuori l’energia per andare avanti. Alcuni hanno pianto, una ventina sono venuti da me a parlami, mi hanno chiesto se potevano aggiungermi su Facebook». Grazie Caterina, e tanti auguri.


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APPUNTAMENTI

FEBBRAIO-MARZO 2014

IL 15 FEBBRAIO DI NUOVO INSIEME PER DANTE

CALENDARIO

Sabato 15 febbraio, alle ore 16 nel chiostro dell’Istituto (Sala Ramin) riprende con il terzo appuntamento il ciclo delle Conversazioni su Dante condotte dal mitico professor Federico Talami. La lettura e il commento riguarderanno il canto XXXIII dell’Inferno e si svolgeranno in sala Ramin, con accesso da via Rogati 17 e possibilità di parcheggio interno da via del Seminario. Federico Talami è stato docente di materie letterarie al Barbarigo per quarant'anni e sindaco di Abano tra il 1960 e il 1979. La rassegna è organizzata dall’Associazione ex Allievi del Barbarigo (tel. 333.7899783, email: exallievi@barbarigo.edu): gli incontri sono aperti al pubblico, partico-

FEBBRAIO

larmente indicati per gli studenti delle superiori e per gli appassionati. I prossimi appuntamenti si terranno il 29 marzo (canto XI del Purgatorio) e il 3 maggio (canto XI del Paradiso).

LINGUE STRANIERE

MUSICA

CORSI

INGLESE SCIENTIFICO

CORSI DI FISARMONICA

FILOSOFIA

Le lingue sono fondamentali per lo studio e per il lavoro, e questo al Barbarigo si sa da tempo. Per questo alle diverse iniziative già in campo l’Istituto ora aggiunge per i ragazzi delle quinte superiori, anche un breve corso (9-10 ore) di inglese scientifico, diretto essenzialmente alla lettura testi scientifici. Gli incontri partono il 10 febbraio e si tengono il lunedì tra le 14.30 e le15.30. Docente è Mara Casalini, già in servizio al Fermi, che nel suo curriculum può annoverare una laurea in biologia e un PhD alla St. Andrews University. Maggiori informazioni in segreteria o chiedendo alla prof. Coeli.

Da marzo l’Associazione “Amici di Don Floriano”, il cui obiettivo è di diffondere la cultura musicale tra grandi e piccini, inaugura un nuovo corso musicale per fisarmonica. Le lezioni, aperte a grandi e piccini, saranno impartite dal maestro Nereo Fiori, molto apprezzato nel territorio sia per il suo repertorio folcloristico che classico. Sempre a marzo partirà anche un secondo corso di propedeutica musicale per bambini, ogni mercoledì alle 16.30. È comunque possibile iscriversi in corso d’anno anche per gli altri strumenti. Per informazioni e iscrizioni: Tel. 346.6973949

Il professor Martino Dalla Valle, docente di storia e filosofia al Barbarigo, terrà nelle prossime settimane anche due corsi di filosofia aperti a tutti presso la libreria La forma del libro di via XX settembre, a pochi passi dall’Istituto. I corsi saranno dedicati alla "Filosofia dell'esistenzialismo" e a "Filosofia e letteratura", e prenderanno il via rispettivamente il 18 febbraio (alle 16.30) e il 27 febbraio (alle 18.30). Ulteriori informazioni si trovano sul sito della libreria: www.viaventisettembre.it/ project/corso-di-filosofiadellesistenzialismo/ www.viaventisettembre.it/project/ filosofia-e-letteratura/

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Conversazioni su Dante con il prof. Talami (ore 16) 1° Incontro sul padre, con don Roberto Ravazzolo (ore 20.45) Chiusura iscrizioni on line

MARZO 1

L’ARCHIVIO DI DON FLORIANO

III Liceo Classico 1980 (Foto di Giuliana Allen). Si riconoscono Carlo Costa, Valentina Giobba, Patrizia Schiavon, Giovanni Carraro, Giancarlo Passerini, Giorgio Mattaliano Belforti e Isabella Gasparetto.

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Concerto Ensemble d’arpe Floriana a Cortina. Sospensione lezionie 2° Incontro sulla paternità (ore 20.45) 3° Incontro sulla paternità (ore 20.45) Conversazioni su Dante (ore 16)

ILB A R B A R I G O pubblicazione informativa bimestrale dell’Istituto Barbarigo, scuola paritaria (Scuola Media, Ginnasio Liceo Classico, Liceo Scientifico, Liceo Musicale, Istituto Tecnico Economico). Direttore: Don Cesare Contarini Coordinamento di redazione: Daniele Mont D’Arpizio Via dei Rogati 17, 35122 Padova Tel. 049-8246911 - Fax 049-8246950 Hanno collaborato a questo numero: Francesco Aligo, Alexandra Apicella, Francesco Apolloni, Rachele Battan, Laura Boscato, Lorenzo Celi, Margherita Coeli, Maria Chiara De Canale, Elisa Francon, Catia Giordan, Giada Gori, Alessandra Lovison, Federica Martelli, Chiara Pegge, Giovanni Peghin, Asya Peruzzo, Federica Rigobello, Elisa Temporin, Damiano Terzo.

comunicazione@barbarigo.edu


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