Iscrizione e Partecipazione

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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO – BICOCCA Facoltà di Scienze della Formazione Corso di laurea in Scienze della Comunicazione Interculturale

ISCRIZIONE E PARTECIPAZIONE Etnografia sul MoVimento 5 Stelle milanese

Relatrice: Dott.ssa Silvia Vignato Co-relatrice: Dott.ssa Alice Bellagamba

Tesi di Laurea di Marco PILOTTI Mat. n. 710263

Anno Accademico 2010/2011


Ringraziamenti

I primi ringraziamenti vanno alla professoressa Silvia Vignato, docente di Antropologia Culturale, che con la sua esperienza e professionalità mi ha trasmesso una grande passione per l’antropologia. La sua disponibilità mostrata e i suoi preziosi consigli ne hanno fatto una guida fondamentale per l’intera durata di sviluppo della tesi. Un ringraziamento particolare va a Sara, mia compagna di vita, che mi ha appoggiato e sostenuto durante gli ultimi tre anni, dandomi sempre la forza di superare ogni ostacolo con grinta e determinazione e aiutandomi a guardare avanti a testa alta. Infine il ringraziamento più grande va alla mia famiglia e a Gina e Stefano, che mi hanno sempre sostenuto e guidato in tutto il mio percorso di studi; che hanno gioito dei miei successi e sorretto nei momenti di difficoltà. È grazie a loro che ho imparato a credere in me stesso e a capire che, con la mia forza, ogni traguardo è raggiungibile.


Indice Introduzione

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1.1 1.2 2 2.1 2.2 2.3 2.4 3 3.1 3.2 3.3 3.4 4 4.1 4.2 4.3 4.4 5 5.1 5.2 5.3 5.4

La figura di un “Antropologo Militante” Appadurai e la scelta del MoVimento 5 Stelle Questioni metodologiche La nascita del MoVimento 5 Stelle Il fenomeno “Grillo” e la creazione del movimento Le tappe per la creazione del MoVimento 5 Stelle Gli antecedenti italiani Il modo di fare politica “a 5 Stelle” Il mito della partecipazione Democrazia tra ideologia e pratica Il rapporto tra democrazia rappresentativa e attivismo Paolo Michelotto: i cittadini decidono Partecipazione “a 5 Stelle” Diverse forme di partecipazione Internet come mezzo di aggregazione Il Digital Divide I MeetUp: scelta di partecipazione digitale I Gruppi di Quartiere e la politica sul territorio Due diversi modi di fare ricerca Iconografia del MoVimento 5 Stelle Vicinati virtuali La comunità dei “grillini” milanesi Il rapporto tra gli attivisti e la politica

pag. 4 pag. 7 pag. 10 pag. 10 pag. 13 pag. 16 pag. 19 pag. 22 pag. 22 pag. 24 pag. 26 pag. 29 pag. 32 pag. 32 pag. 35 pag. 36 pag. 38 pag. 41 pag. 41 pag. 43 pag. 44 pag. 46

Conclusioni

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Bibliografia

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Siti citati

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Allegati

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Introduzione Il MoVimento 5 Stelle è un soggetto politico e culturale nato nell’ottobre del 2009 sotto l’egidia di Beppe Grillo, un attore comico italiano da alcuni anni dedito all’impegno politico. Nel 2010, un gruppo di cittadini che si riconoscono nel MoVimento 5 Stelle si sono riuniti con lo scopo di creare una lista civica, denominata “MoVimento 5 Stelle Milano”, in vista delle prossime elezioni per il rinnovo del Sindaco e della giunta amministrativa del capoluogo lombardo, previste per maggio 2011. Questa tesi propone uno studio etnografico del MoVimento 5 Stelle e, più in particolare, delle persone che compongono la lista civica milanese. L’etnografia si svolge in due ambiti: il primo è propriamente territoriale, cioè la sede della lista civica di via Candiani a Milano. Il secondo ambito è virtuale, e include forum del MoVimento 5 Stelle sulla Rete internet. Un’etnografia strettamente territoriale non sarebbe bastata a cogliere le caratteristiche di un movimento che utilizza internet come mezzo di comunicazione principale. Ho iniziato le ricerche etnografiche nell’aprile del 2010, ma seguo gli spettacoli e il blog di Beppe Grillo già dal 2008. La volontà di scegliere il MoVimento 5 Stelle come oggetto di questa tesi nasce dalla voglia di comprendere più a fondo il movimento politico del quale anche io faccio parte. La scelta del metodo etnografico e del quadro di riferimento antropologico mi è apparsa la migliore per osservare il MoVimento 5 Stelle in modo critico, mettendone in discussione l’ideologia e le credenze. Da questo punto di vista, condurre una ricerca su un movimento a cui si appartiene ha posto alcuni interrogativi che esplicito nel secondo paragrafo del primo capitolo. Il primo obiettivo di questa etnografia è mostrare in che modo è nato il Movimento 5 Stelle. I partiti di maggioranza che oggi governano l’Italia, il Popolo delle Libertà e la Lega Nord, sono nati per volontà di due singoli individui, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Anche un nuovo partito politico, Fututro e Libertà, è nato dalla volontà di Gianfranco Fini di lasciare il partito di cui era co-fondatore (Pdl) e crearne uno nuovo. Mi sono dunque chiesto, nel secondo capitolo di questa tesi, se la nascita del MoVimento 5 Stelle sia stata una scelta politica fondamentalmente riconducibile alla persona di Beppe Grillo oppure un’espressione di tensioni sociali più diffuse, simili a quelle che portarono alla nascita dei movimenti sociali italiani degli anni ’60. Durante i colloqui avuti con gli attivisti della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano, è emerso che l’ideologia del MoVimento 5 Stelle si fonda su due concetti di base: la democrazia e la partecipazione. Nel terzo capitolo di questa tesi metto in luce, grazie all’analisi storica della forma di governo democratico e allo studio della nozione di partecipazione, come il MoVimento

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5 Stelle interpreta il termine “democrazia” e promuove la partecipazione all’interno del gruppo milanese. Nel quarto capitolo di questa tesi prendo in esame, attraverso la raccolta di dati anagrafici dei partecipanti alla lista civica MoVimento 5 Stelle Milano, la composizione sociale di questo gruppo: la ratio fra il genere, l’età dei partecipanti e la loro occupazione si mostrano così eterogenee. Nell’ultimo capitolo, infine, completo il quadro generale ponendo in relazione le comunità locali e quelle virtuali per esplorare meglio la relazione fra Grillo, i gruppi di attivisti e le figure istituzionali della politica italiana. Questo lavoro etnografico intende dunque proporre un quadro generale sul MoVimento 5 Stelle. Quali siano le caratteristiche in comune tra il MoVimento 5 Stelle e i movimenti che hanno caratterizzato la politica italiana degli anni ’60. Inoltre, se attraverso l’uso della Rete si possa consentire agli utenti connessi di partecipare in modo più attivo. Infine se, attraverso la partecipazione di un numero maggiore di cittadini, gli attivisti possano creare una forma di governo che il MoVimento 5 Stelle chiama “Democrazia Partecipativa”.

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Capitolo 1: La figura di un “Antropologo Militante” 1.1 Appadurai e la scelta del MoVimento 5 Stelle Questa tesi triennale di antropologia culturale è frutto di una ricerca sul campo condotta tra aprile del 2010 e febbraio del 2011 e ha come oggetto una lista civica denominata “MoVimento 5 Stelle Milano” nata nel settembre del 2010 per volontà di un gruppo di cittadini residenti in Milano e provincia, del quale anche io faccio parte. Lo scopo di questa lista civica è quello di presentare un candidato Sindaco e cinquanta candidati consiglieri alle prossime elezioni comunali di Milano che si terranno a maggio del 2011. Il nome che i cittadini hanno scelto per la lista civica riprende il nome del movimento politico nazionale creato da Beppe Grillo denominato “MoVimento 5 Stelle”. Questa scelta è dettata dalla condivisione degli ideali che il gruppo di cittadini milanesi ha con il movimento politico di Beppe Grillo. L’idea di condurre le ricerche etnografiche presso questo gruppo nasce dalla volontà di studiare questo nuovo soggetto politico attraverso le nozioni acquisite durante il periodo in cui ho frequentato il corso di Antropologia Culturale tenuto dalla professoressa Silvia Vignato presso l’Università di Milano-Bicocca e durante il corso di Etnografia della Comunicazione tenuto dal professor Vincenzo Matera, sempre presso la medesima università. In particolare, il metodo etnografico della ricerca sul campo è apparso come particolarmente adatto all’oggetto di studio. La volontà di compiere ricerche in un ambiente che mi vede soggetto attivo nasce dalla necessità di comprendere più a fondo le ideologie e le pratiche del MoVimento 5 Stelle sia a livello nazionale sia, più in particolare, nel contesto in cui vivo quotidianamente, Milano. Certamente, dal punto di vista metodologico, ciò ha comportato la difficoltà di prendere distanza tra pratiche e idee che condividono con gli altri attivisti. La scelta di studiare il MoVimento 5 Stelle nasce dall’interesse personale per tutti i movimenti politici e culturali che hanno come scopo quello di promuovere l’aggregazione tra cittadini. Anche il MoVimento 5 Stelle condivide l’obiettivo dell’aggregazione tra i cittadini e del confronto che ne scaturisce riguardante temi sociali e culturali. Nelle pagine del “Non Statuto”1 del MoVimento 5 Stelle, sotto la voce “oggetto e finalità” si può leggere:

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V. allegato n.1 nella sezione “Allegati”

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“Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.”

Una chiave di lettura dei movimenti politici non legati ai partiti è fornita da Arjun Appadurai, in particolare nel saggio Deep democracy: urban governmentality and the horizon of political (Appadurai, 2001) in cui l’autore definisce il concetto di democrazia dal basso. Questo saggio fa parte di uno studio più ampio che riguarda le ONG (organizzazioni non governative) e che si chiede come esse stiano trovando nuovi modi di combinare attivismo locale e globale. Nel saggio l’autore afferma che in un’epoca caratterizzata dal fenomeno della globalizzazione vi è una crisi degli Stati nazionali. I confini territoriali sono ridisegnati e perdono di efficacia nel definire le differenze tra le diverse popolazioni. In questo scenario, si stanno formando nuovi gruppi di aggregazione sociale che prescindono dai confini nazionali e che creano reti di collegamento utilizzando nuovi strumenti di comunicazione, come ad esempio la Rete di internet. Appadurai, per descrivere i movimenti dal basso, analizza un’OGN (Alliance) di Mumbai, capitale dello stato del Maharashtra in India, formata dall’alleanza di tre organizzazioni: la SPARC (Society for the Protection of Area Resource Centres) formata per la maggior parte da lavoratori mussulmani, la NDFS (National Slum Dwellers’ Federation) basata sulla comunità delle baraccopoli di Mumbai e la Mahila Milan formata da donne povere. Nonostante vi siano molte differenze fra le esigenze dei propri iscritti, le organizzazioni hanno scelto di adottare una politica di collaborazione per trovare soluzioni a problemi comuni. Le caratteristiche cruciali di Alliance sono due: la prima è la visione della politica senza partiti, che è una questione spinosa in Mumbai, dove la maggior parte delle organizzazioni di base, come i sindacati, hanno una lunga storia di affiliazione diretta con i principali partiti politici. Questa caratteristica porta Alliance a godere del doppio vantaggio di apparire non politica pur avendo il potere politico della metà più povera di Mumbai, quindi di renderla nei fatti un’associazione molto influente. La seconda caratteristica è la ricerca da parte dei vertici dell’Alleanza di creare una struttura trasparente, non gerarchica e antiburocratica che favorisca l’ingresso del maggior numero di persone possibile e che non rappresenti un ostacolo per i ceti sociali più bassi. L’esempio portato in questo saggio permette di collocare il MoVimento 5 Stelle fra i movimenti che nascono dal basso. Come nell’OGN descritta da Appadurai, anche nel MoVimento 5 Stelle vi è una visione della politica senza partiti. Il “Non statuto”, ancora una volta sotto la voce “oggetto e finalità” riporta che “Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro”. 5


Dalle ricerche etnografiche ho potuto riscontrare che anche il MoVimento 5 Stelle non ha una struttura gerarchica. L’organizzazione interna prevede che tutti i partecipanti siano messi sullo stesso piano e che ognuno di loro possa intervenire nel processo decisionale con egual potere. Questo movimento ha in comune un’altra caratteristica con le organizzazioni presenti nei testi di Appadurai, quella di non essere legato ai confini territoriali. Il punto di riferimento per chi voglia prendere parte al MoVimento 5 Stelle è il sito internet di Beppe Grillo (www.beppegrillo.it) il quale prevede che vi sia la possibilità per gli iscritti, attraverso l’utilizzo di uno spazio dedicato, di confrontarsi su diversi temi. Il mezzo di comunicazione usato dal MoVimento 5 Stelle è internet, strumento che consente a persone fisicamente lontane di interagire in modo immediato. L’uso della Rete come strumento esclusivo di comunicazione permette la creazione di gruppi geograficamente distanti che condividono le idee del MoVimento 5 Stelle. Questa caratteristica può essere ricondotta alla distinzione tra sistema vertebrato e sistema cellulare che compie Appadurai in Sicuri da Morire (2005). L’autore nel definire il sistema vertebrato afferma che “il sistema moderno degli stati nazionali è il caso più evidente di struttura vertebrata dato che - per quanto le nazioni emergano dal convincimento di essere ognuna differente e peculiare - come sistema funziona solo se presuppone un ordine internazionale garantito da una serie di norme. I sistemi vertebrati di questo tipo […] non sono necessariamente centralizzati o gerarchici, ma si basano comunque su un insieme ristretto di norme”. (Appadurai, 2005:81)

Nuovi tipi di organizzazione politica, sono invece cellulari; non hanno un potere necessariamente centralizzato o gerarchico, sono svincolate dall’appartenenza territoriale essendo presenti, in molti casi, negli Stati nazionali stessi. Appadurai definisce questi gruppi come “quella rete di attivisti che si occupano di diritti umani, giustizia ecologica, eguaglianza tra i sessi, […] grazie alla creazione di reti non statali e gruppi di pressione che travalicano i confini nazionali” (Appadurai, 2005:127) Lo studio del MoVimento 5 Stelle possiede tutte le caratteristiche del sistema cellulare. L’importanza dello studio di tali sistemi è centrale nel testo di Appadurai, il quale afferma che “dobbiamo prestare la dovuta attenzione a questi movimenti, perché […] è in questi movimenti che possiamo trovare il vero antidoto alla pulsione mondiale all’etnocidio e all’ideocidio” (Appadurai, 2005:132)

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1.2 Questioni Metodologiche Seguo il MoVimento 5 Stelle e frequento i suoi attivisti da quando è nato nell’ottobre del 2009, ancora prima di pensare alla scelta di questo movimento come oggetto della tesi di laurea. La scelta di confrontarmi con una realtà che conosco e che mi vede partecipare attivamente già da due anni porta con sé alcune problematiche di tipo metodologico. Durante il corso di antropologia ho appreso che il compito di un antropologo consiste nell’osservare ciò che accade all’interno di una comunità mantenendone il distacco e riportando il risultato delle ricerche nei propri testi nel modo più oggettivo possibile. Per comprendere meglio le comunità prese in esame, Malinowski per primo adottò una tecnica che lui stesso definì come “osservazione partecipante”. Questa pratica consentiva ai ricercatori di entrate in rapporto di empatia con i nativi delle comunità nelle quali era immerso. Osservare partecipando voleva dire cercare di prendere parte il più possibile alla vita degli indigeni allo scopo di cogliere la loro visione del mondo (Fabietti, 2001). Anche Griaule fu un altro antropologo che, come Malinowski, viene ricordato per la sua capacità di stabilire legami profondi con le società che studiava. Griaule considerava l’inchiesta etnografica come “operazione strategica”: “Le metafore utilizzate da Griaule per descrivere le procedure del lavoro etnografico mettono in rilievo le tortuosità d’inchiesta; il carattere sempre lacunoso dell’informatore; il continuo sforzo per “rimettere in pista”l’indigeno che, invece, tenderebbe a divagare; il valore che tali divagazioni […] hanno per l’etnografo in quanto indizi di altri fatti sociali” (Fabietti, 2001:132)

Geertz, antropologo statunitense, introduce la “teoria interpretativa della cultura”. Per Geertz la cultura deve essere vista come un testo; “si tratta di “sfogliare” uno ad uno i significati stratificati la cui trama (texture) costituisce il testo (text) della cultura” (Fabietti, 2001:235). Secondo Geertz “l’etnografia è antropologia (e viceversa), in quanto è nel momento stesso in cui l’antropologo de-stratifica le strutture significative che egli “fa dell’antropologia” (Fabietti, 2001:236). Nel corso delle ricerche etnografiche ho cercato di utilizzare la tecnica dell’osservazione partecipante, non con poche difficoltà. La mia conoscenza dell’ambiente e il rapporto quasi giornaliero che ho con gli attivisti mi hanno portato due vantaggi: il primo risiede nel rapporto di amicizia che ho instaurato con gli attivisti che, essendo già strutturato, mi ha permesso di superare la diffidenza propria dei primi incontri. Il secondo risiede nella conoscenza delle caratteristiche del MoVimento 5 Stelle, che mi hanno permesso di avere una conoscenza già approfondita dell’argomento che ho trattato. 7


La scelta di prendere in esame un movimento politico del quale condivido le idee e al quale da due anni dedico il mio tempo libero, mi ha portato ad avere alcune difficoltà: prima tra tutti è stata la continua ricerca del giusto distacco dal gruppo degli attivisti per costruire una mia visione critica del MoVimento 5 Stelle. La seconda difficoltà risiedeva nella rimediazione di tutte le categorie interpretative riguardanti la cultura del movimento createsi attraverso la mia partecipazione biennale. Spiegando la nozione di relativismo culturale, Fabietti sostiene che “un’azione o un valore devono poter essere considerati all’interno del contesto complessivo entro cui si collocano. Essere culturalmente relativisti significa ritenere che […] l’analisi culturale deve procedere con cautela e cercare nel contesto in cui si manifestano i fenomeni il senso della loro esistenza.” (Fabietti, 2001:147).

Questo concetto presuppone che l’antropologo debba interpretare le esperienze vissute sul campo non attraverso l’applicazione delle proprie categorie interpretative, ma attraverso le categorie dei soggetti studiati. Nella mia etnografia, il problema sta nel fatto che le categorie interpretative dell’antropologo e quelle del soggetto studiato rischiano di essere uguali. Nancy Scheper-Hughe, in un articolo intitolato The Primacy of the Ethical: Proposition for a Militant Anthropology (1995), sostiene che il relativismo culturale, letto come relativismo morale, non è più adeguato al mondo in cui viviamo e che l’antropologia, se è degna di essere qualcosa di tutti, deve essere compresa eticamente. L’autrice sostiene che si debba riconsiderare il ruolo tradizionale dell’antropologo come essere freddo e razionale. Afferma di essere arrivata a considerarsi un’antropologa moralmente e politicamente impegnata durante i viaggi intrapresi in Brasile. Nelle sue ricerche racconta di aver assistito a molte situazioni alle quali, secondo la sua opinione, non è possibile rimanere indifferenti. Prende ad esempio la punizione subita da tre adolescenti (50 frustate per uno) che avevano tentato di rubare 1.250 dollari. Nel vedere gli adolescenti essere frustati, oltre alla violenza della pratica corporea, l’autrice racconta di aver assistito alla pazzia della folla circostante, la quale riteneva corretta questa condanna esaltandola. L’autrice afferma che la maggior parte degli antropologi si è messa al di fuori delle dinamiche politiche delle comunità, e ritiene ciò eticamente sbagliato. Per sostenere questa tesi, ricorda che David Webster, ricercatore in Sud Africa, è stato assassinato per il suo coinvolgimento nella lotta politica contro l’apartheid, mostrando come egli abbia sacrificato la propria vita per la causa che sosteneva e che raccontava attraverso le sue ricerche.

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Riportando la questione al mio caso e seguendo la tesi di Nancy Scheper-Hughe, posso considerare la mia figura di ricercatore come quella di un “antropologo militante”, poiché partecipo attivamente e condivido le idee politiche del MoVimento 5 Stelle. Le ricerche etnografiche sul campo hanno avuto luogo principalmente a Milano, in via Candiani 102, in un ufficio situato all’interno del quartiere Bovisa, sede provvisoria nella quale da dicembre 2010 gli attivisti si riuniscono tutte le sere. Le testimonianze e le citazioni riportate all’interno della tesi sono frutto di conversazioni informali avute con gli attivisti della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano. Non ho mai fatto uso del registratore. Ho cercato di annotarmi nella memoria le espressioni degli intervistati e le ho trascritte in un secondo momento. La scelta di non registrare le conversazioni è dovuta alla volontà di mantenere la discussione ad un livello informale e senza mettere a disagio i miei interlocutori. Ho seguito anche le videoregistrazioni delle riunioni alle quali volutamente non ho preso parte. Ho scelto di attuare questa tecnica per due motivi: da una parte per non far diventare la mia figura troppo ingombrante, essendo gli attivisti a conoscenza del mio lavoro di ricerca. Dall’altra per studiare se i comportamenti degli attivisti e gli argomenti affrontati nelle riunioni cambiavano (o meno) a seconda della mia presenza. Nella maggior parte dei casi ho rilevato che la mia partecipazione non ha influito in nessun modo sul normale svolgimento delle riunioni. Oltre alle ricerche sul territorio, ho compiuto anche molte ricerche su internet. Gran parte delle fonti che ho usato per questo testo sono reperibili solo sulla Rete2, essendo il MoVimento 5 Stelle un soggetto politico che usa internet come mezzo esclusivo per la diffusione delle idee e per il confronto tra i suoi attivisti.

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Per l’elenco dei siti internet visitati, fare riferimento alle sezione “Siti Citati”

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Capitolo 2: La Nascita del MoVimento 5 Stelle L’obiettivo di questo capitolo è capire come sia avvenuta la nascita del MoVimento 5 Stelle e se esistono punti in comune fra il MoVimento 5 Stelle e gli altri movimenti che hanno segnato la storia della politica italiana negli ultimi decenni. Nel primo paragrafo analizzo la progressiva definizione di Beppe Grillo come personaggio pubblico di grande richiamo. Nel secondo paragrafo descrivo la nascita del MoVimento 5 Stelle,e mostro come il movimento nasce da passate manifestazioni alla quali anche io ho preso parte. Nel terzo paragrafo analizzando il libro di Roberto Biorcio, Sociologia Politica, ripercorro la storia dei movimenti politici italiani antecedenti al MoVimento 5 Stelle. Nel quarto ed ultimo paragrafo metto in relazione gli antecedenti italiani e il MoVimento 5 Stelle cercando di capire quali siano le affinità tra i movimenti. 2.1 Il fenomeno “Grillo” e la creazione del movimento “Il MoVimento 5 Stelle è una “non Associazione”. Rappresenta una piattaforma e un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it”3 Così l’Articolo 1 del “Non Statuto”, redatto da Beppe Grillo e scaricabile sul suo blog, definisce il MoVimento 5 Stelle. Beppe Grillo è nato il 21 Luglio del 1948 a Genova. E’ un comico, un attore, un blogger e un politico italiano. La sua carriera nasce negli anni ‘80 come attore televisivo, partecipando a trasmissioni come Te la do io l’America e Te lo do io il Brasile, in cui raccontava la sua esperienza personale legata alla vita in America e Brasile, con aneddoti e battute circa la cultura e lo stile di vita di quei luoghi. Negli anni 90, come uomo di spettacolo porta in scena una serie di recital, primo dei quali intitolato “Buone Notizie”, dalla forte polemica ambientalista, in particolare sulla eco-sostenibilità dei prodotti di largo consumo. Nel 2000 inizia a portare sul palcoscenico monologhi politicamente impegnati nei quali affrontava vari temi dell’attualità politica italiana4.

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Articolo 1 del “non Statuto” v. sezione “Allegati” Si può trovare la biografia di Beppe Grillo sul sito della casa editrice Feltrinelli, all’indirizzo http://www.feltrinelli.it/beppegrillo

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Nel 2005 Grillo apre un “blog”5 che aggiorna quotidianamente, www.beppegrillo.it, sul quale tratta argomenti quali l’ambiente, la salute, le nuove tecnologie, i trasporti, internet, la democrazia diretta e la politica. Grazie a questo blog, molte persone si sono avvicinate al pensiero del comico genovese; parlando con gli attivisti del Movimento 5 Stelle ho rilevato che molti di loro leggono gli articoli pubblicati in Rete già da molti anni. Secondo il pensiero degli attivisti, i quali a loro volta riferiscono di riprendere le parole del comico genovese, l’intento di Grillo non è esclusivamente quello di tenere un diario on-line, ma di “far diventare questo sito il terminale e il megafono di idee, ricerche, proposte e commenti per tutti”. Ciò che è più apprezzato dagli attivisti che interagiscono con il blog è la forma di gestione democratica del nuovo media. Da questo punto di vista, il blog di Grillo ha una struttura classica6 nella quale il testo dell’autore è seguito dai commenti degli utenti. L’articolo scritto da Grillo è pubblicato in prima pagina; alla fine di quest’articolo, è data la possibilità a chiunque lo voglia di esprimersi nel merito di ciò che viene detto nel testo, appoggiando le tesi espresse oppure criticandole esprimendo delle tesi contrarie. Il blog è gestito dallo Staff del comico genovese, facente capo alla Casaleggio & Associati7, azienda che si occupa dello sviluppo della Rete oltre che all’organizzazione di eventi, come gli spettacoli dello stesso Grillo. Il fatto di poter commentare gli articoli è una delle caratteristiche più apprezzate dai lettori, che si mostrano particolarmente attenti nello spiegare come questa forma di comunicazione dia la possibilità di controbattere con le proprie tesi le opinioni trattate all’interno di un articolo; cosa che non può avvenire nella lettura di un quotidiano dove la comunicazione è di tipo monodirezionale, ovvero il lettore ha un ruolo passivo nel leggere le notizie, non potendo commentarle. Ripercorrendo la storia del blog nelle parole degli attivisti milanesi, essi affermano, con orgoglio, che beppegrillo.it arrivò in pochi mesi ad avere molti lettori e soprattutto molte persone che commentavano le notizie che il comico e il suo staff pubblicavano. Ciò è confermato anche dai numerosi premi vinti da questo blog, tra questi un Webby Awards8 come “miglior sito di

5 Il blog è uno strumento che utilizzano molti attivisti del MoVimento 5 Stelle. L’importanza di questo mezzo di comunicazione è spiegata nel paragrafo 5.2 i “grillini” milanesi 6 Lo schema classico è spiegato da Giuseppe Granieri: “il blogger A individua una risorsa sul Web o pubblica un’opinione sotto forma di un breve commento, articolo o anche saggio. Il blogger B legge e ha qualcosa da aggiungere, quindi commenta il post originale […].” (Granieri, 2005:35) 7 Si possono trovare informazioni societarie all’indirizzo http://www.casaleggio.it/ca/societa.php 8 Il Webby Awards è il principale riconoscimento internazionale che celebra l'eccellenza su Internet. Fondata nel 1996 durante i primi anni di vita del Web, il Webbys sono presentati dall'Accademia Internazionale di Arti Digitali e delle Scienze, che comprende un organo esecutivo di 750 membri esperti di web, luminari, visionari e celebrità creativi, ei membri associati che sono ex vincitori del premio Webby. Il 28 gennaio 2011 verranno assegnati i premi della quindicesima edizione.

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attivismo del 2010”. In un secondo momento, così continua il racconto degli intervistati, numerosi commentatori sentirono il bisogno di creare dei gruppi al di fuori del blog di Grillo. Nacquero così gruppi di lavoro, che spesso si riunivano e agivano localmente, che dibattevano sulle tematiche trattate all’interno del sito. Questi gruppi furono intercettati da Grillo e dal suo staff che decisero, sempre nel 2005 di creare un MeetUp denominato “Gli amici di Beppe Grillo”, con l’intento di mettere in comunicazione tutti i gruppi di lavoro presenti sul territorio nazionale. La piattaforma americana MeetUp può essere definita come un forum all’interno del quale gli utenti iscritti si confrontano su argomenti che decidono di affrontare, creando una comunità virtuale che “permette di organizzare in modo semplice incontri tra persone interessate a un argomento in ogni parte del mondo”. (http://www.beppegrillo.it/meetup/) Dall’esperienza condivisa nel gruppo “Gli amici di Beppe Grillo”, nel 2005 anno gli iscritti decisero di creare diversi MeetUp locali che si rifacessero a quello di Grillo. Anche gli iscritti di Milano crearono, sempre nel 2005, il MeetUp “Amici di Beppe Grillo Milano”. I MeetUp che oggi fanno riferimento a Grillo sono molteplici. Ne vengono aperti e chiusi in continuazione, e per questo è difficile stabilire un numero preciso. Ad oggi se ne contano circa 368, con un totale di iscritti che si stima a più di 75.000 (http://www.meetup.com/beppegrillo-533/pages/Elenco_Meetup_presenti/?name=Elenco_Meetup_presenti)

Nel 2006, attraverso la Rete di gruppi che si era creata, prese vita ciò che gli attivisti hanno chiamato “primarie di cittadini”; l’intento era di consultare i cittadini per realizzare un programma da presentare, ad eventuali elezioni politiche, ai partiti che volevano farlo proprio. In questo modo è nato ciò gli attivisti dei MeetUp chiamano “Programma 2.0”9; esso venne creato da Grillo tenendo in considerazione le idee che provenivano dai frequentatori del blog e dai temi che essi decisero di trattare. Una prima bozza del programma fu stilata dallo staff e rimessa in Rete perché venisse approvata di nuovo dai lettori e partecipanti ai forum e al blog, che per ogni argomento potevano dare un giudizio, oppure apportare delle modifiche. Questo sistema fu adottato “per presentare alle elezioni un programma che fosse scritto davvero dai cittadini, e non dalle segreterie di partito”. Fu poi consegnato all’allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi, con la speranza per gli attivisti e per Grillo stesso che le loro proposte potessero essere discusse e qualcuna trasformata in legge. Ma, a quanto mi è stato detto e a quanto scritto da Grillo, ciò non avvenne.

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Vedi allegato n. 3 nella sezione “Allegati”

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2.2 Le tappe per la creazione del MoVimento 5 Stelle Dai colloqui avuti con gli attivisti milanesi, emerge che la data con la quale ricordano l’inizio del percorso di formazione del MoVimento 5 Stelle è l’8 settembre 2007. In questa data organizzano insieme allo staff di Grillo e a tutti gli attivisti di Italia una manifestazione chiamata “V-Day”. La prova che questo evento fu importante per la realizzazione del MoVimento 5 Stelle si trova nel logo del movimento stesso, dove la V scritta con un altro carattere nella parola “MoVimento” richiama la V del logo del V-Day10. La lettera V sta ad indicare l’esclamazione con la quale il MoVimento 5 Stelle in quell’occasione si rivolgeva alla politica italiana: “Vaffanculo”. Ricercando in Rete, si trovano ancora le pagine che apparivano nel sito internet di Grillo in quei giorni: “L’8 Settembre sarà il giorno del Vaffanculo Day, o V-Day. Una via di mezzo tra il D-day dello sbarco in Normandia e V come Vendetta. Si terra Sabato 8 Settembre nelle piazze d’Italia, per ricordare che dal 1943 non è cambiato niente. Ieri il re in fuga e la nazione allo sbando, oggi politici blindati nei palazzi, immersi da problemi ‘culturali’. Il V-day sarà un giorno di informazione e partecipazione popolare” (http://151.1.253.1/vaffanculoday/)

Durante i colloqui avuti con gli attivisti, ho riscontrato che molti di essi danno importanza a questa data non solo per l’eco che la manifestazione ebbe sui media nazionali ed internazionali, ma perché dalle parole di ognuno di loro si percepisce come essi vedano in quel giorno la nascita di una comunità, il “popolo dei grillini”11. Oltre che a significare il momento storico nel quale prese forma il movimento, molti degli intervistati ricordano anche i contenuti che furono presentati in quella occasione, i quali ancora oggi sono parte integrante delle proposte del movimento. Secondo molti di loro fu importante perché non era solo una manifestazione contro qualcosa, ma era una manifestazione che proponeva qualcosa, contenuto nel testo che venne presentato ai cittadini per raccogliere le 350.000 firme che servivano per presentare una legge popolare al Parlamento. I punti contenuti in questo testo erano tre: 1. Nessun cittadino italiano può candidarsi in parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale; 2. Nessun cittadino italiano può essere eletto in parlamento per più di due legislature; 10

Vedi allegato n. 5 nella sezione “allegati” Questa terminologia si rifà da un lato a un’espressione diffusa dalla nascita di internet per definire gli utenti connessi in rete (es. “Popolo del web”) e dall’altro per definire un gruppo di persone che hanno ideali comuni (es. “Popolo di Seattle”). Questa terminologia fa inoltre da contrappunto al partito di maggioranza italiano che prende il nome di “Popolo delle Libertà”. 11

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3. I candidati al parlamento devono essere votati dai cittadino con la preferenza diretta. Questi tre punti vengono ancora oggi ricordati sui forum degli attivisti come fondamentali per vivere in quella che loro definiscono una “democrazia normale”. Molti dei grillini ritengono il primo punto sia quello più importante. Lo stesso Beppe Grillo, in molti spettacoli ai quali ho avuto modo di assistere, lo sottolinea in modo marcato, mostrando facce e nomi di tutti i parlamentari condannati nei vari gradi di giudizio. Per esempio, una delle facce apparse sullo schermo dei teatri durante gli spettacoli è quella di Marcello Dell’Utri, cofondatore di Forza Italia, condannato definitivamente a Torino a 2 anni e 3 mesi per false fatture e frodi fiscali nella gestione di Publitalia (reato per cui fu arrestato per 18 giorni nel maggio 1995 e poi patteggiò la pena in Cassazione); condannato in primo grado e in appello a Milano a 2 anni per tentata estorsione mafiosa insieme al boss trapanese Vicenzo Virga ai danni dell’imprenditore Vincenzo Garraffa; condannato in primo grado a Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; salvato dall’immunità parlamentare dalla richiesta di arresto avanzata nel 1999 dai giudici di Palermo in un processo per calunnia aggravata contro alcuni pentiti (Travaglio, 2008:135). È questo un punto fermo del MoVimento 5 Stelle, scritto nel “Non Statuto” e messo in pratica durante la scelta da parte degli attivisti dei candidati da presentare alle elezioni comunali, provinciali o regionali, i quali prima di essere messi in lista devono presentare la loro fedina penale e quest’ultima come requisito deve essere priva di reati. Nel 23 Febbraio del 2008 venne organizzato il V2-Day12 per raccogliere le firme per presentare una legge di iniziativa popolare. Questo viene ricordato come un appuntamento altrettanto importante ma più carico di responsabilità poiché, secondo gli attivisti milanesi, “in quell’occasione era difficile replicare la prima manifestazione, anche se la sensazione che essi avevano era che i cittadini stavano iniziando ad interessarsi ai grillini e alle tematiche che portavano avanti”. Furono organizzati banchetti informativi, a Milano dagli intervistati e in generale in tutta Italia dove erano presenti MeetUp, con l’intento di raccogliere le firme dei cittadini che volevano sottoscrivere la proposta di legge. Questa manifestazione, che aveva come slogan “Libera Informazione in Libero Stato”, ebbe secondo gli attivisti meno visibilità delle altre poiché questa volta l’iniziativa popolare non era contro i politici, bensì contro i giornali e le televisioni, considerati dagli attivisti e da Grillo stesso, “mezzi di disinformazione di massa”. La legge popolare conteneva le direttive per l’abolizione di tre punti:

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Sul sito di Beppe Grillo, all’indirizzo http://www2.beppegrillo.it/v2day/ si trova ancora la descrizione di questo evento.

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1. Abolizione del finanziamento pubblico per l’editoria 2. Abolizione dell’ordine dei giornalisti 3. Abolizione della legge Gasparri sulla riforma generale del sistema radiotelevisivo Anche se fu prevalentemente ignorato dalla stampa italiana, gli attivisti definiscono questo evento come un successo, giustificato dalla raccolta di 1.350.000 firme. Molte delle quali però, mi spiegano gli attivisti che più da vicino si erano dedicati a questo lavoro, una volta consegnate alla Corte di Cassazione, vennero contestate e ritenute non valide, a causa di errori nella compilazione dei fogli per la raccolta firme. Dal 2008 in poi, sia Grillo che i gruppi creati attraverso i MeetUp si sono concentrati sugli appuntamenti politici che attendevano i vari comuni e regioni nei quali erano presenti. Grazie alla creazione di “Liste Civiche a 5 Stelle”13, alle politiche di quell’anno molte liste di cittadini si presentarono chiedendo il voto su cinque punti fondamentali, che riprendono le cinque stelle del movimento: ambiente, acqua, sviluppo, connettività, trasporti. Ho avuto modo di rilevare, ascoltando il pensiero degli attivisti intervistati, che la filosofia che sostiene queste liste, e soprattutto i cittadini candidati, è che qualunque candidato “certificato”14 sia eletto porterà con sé i valori condivisi riassunti nella “Carta di Firenze”15 da tutti i partecipanti del movimento i quali potranno riferirsi e dialogare con lui attraverso la Rete; basta che un solo consigliere del movimento venga eletto in ogni consiglio Comunale affinché tutti possano vedere, dibattere, proporre e conoscere quanto avviene nei governi cittadini. Non è tanto importante la persona in se che viene eletta, poiché essa è un veicolo per portare fuori dalla burocrazia politica e partitica le informazioni necessarie a conoscere le decisioni che vengono prese dalle amministrazioni, in modo da poter dibattere poi sulla Rete, formulando proposte che verranno poi presentate dal consigliere eletto nelle “Liste Civiche a 5 Stelle”. Negli appuntamenti elettorali del 2006 e del 2007 furono eletti quaranta consiglieri in diversi comuni, risultato che per gli attivisti e per i partecipanti a MeetUp fu un successo. La data ufficiale che sancisce la nascita del MoVimento 5 Stelle è quella del 4 Ottobre 2009. Al Teatro Smeraldo, situato nella città di Milano, Beppe Grillo presentò il logo del MoVimento 5 Stelle. Partecipai in prima persona a quella manifestazione e ricordo che fu un lungo monologo di Grillo che, usando contemporaneamente la retorica dello spettacolo satirico e quello del proclama 13

Queste liste civiche vengono formate da gruppi di cittadini che vogliono impegnarsi in politica e che desiderano avere il marchio del MoVimento 5 Stelle. In molti casi, come in quello di Milano, il nome della lista civica è composto da MoVimento 5 Stelle più il nome della città 14 La procedura da seguire per creare una lista civica che abbia il logo del MoVimento 5 Stelle è spiegata all’indirizzo http://www.beppegrillo.it/movimento/crea-la-tua-lista.html 15 Vedi allegato n. 2 nella sezione “Allegati”

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politico, indicò i punti cardine del movimento che stava nascendo; punti che riprendevano tutto quanto era stato fatto con il blog, i V-day, i MeetUp, e le Liste Civiche a 5 Stelle. Fu questo il giorno in cui Beppe Grillo, con la regia del suo staff, evocava una sorta di mitologia del MoVimento 5 Stelle, accolta dal pubblico, che mi hanno riferito gli attivisti milanesi essere quasi completamente composto da grillini, con molti applausi. La Carta di Firenze, il Non-Statuto e il Programma 2.0 furono le basi con le quali si costruirono le liste che si sono presentate successivamente, nel 2010, alle elezioni regionali, in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Campania. Nel dicembre del 2009, assieme al gruppo di Milano e ai MeetUp della Lombardia, alla creazione della Lista Civica Lombardia 5 Stelle che, tuttavia, non riuscì a far eleggere un rappresentante del movimento nel consiglio regionale. Nonostante ciò, molti attivisti che come me hanno impegnato molto del loro tempo libero per questa causa stilano un bilancio più che positivo di questa esperienza, perché secondo il loro pensiero ciò è servito prima di tutto per creare un gruppo coeso e determinato ad affrontare tutte i prossimi appuntamenti politici, come ad esempio quello di Milano 2011. Il MoVimento 5 Stelle ha ottenuto il risultato migliore in Emilia Romagna, dove la lista civica MoVimento 5 Stelle Emilia Romagna è riuscita a far eleggere due consiglieri regionali, ottenendo il 7,3% dei voti. Questo ha dato ancora maggiore visibilità al movimento, entrato nei media nazionali come nuovo soggetto politico. 2.3 Gli antecedenti Italiani Negli anni ’90 il sistema politico italiano, dove la Democrazia Cristiana e nel Partito Comunista Italiano rappresentavano i due partiti maggioritari, si è trasformato radicalmente. “Sono cambiati i protagonisti principali della vita politica e le regole della competizione elettorale, tanto da legittimare l’idea della transizione da una Prima ad una Seconda repubblica” (Biorcio, 2003:131). La Prima Repubblica nacque alla fine della seconda Guerra Mondiale, 1945, e finì con lo scandalo di “Mani Pulite”16 nel 1994. Questo periodo politico fu caratterizzato dalla contrapposizione tra i due grandi partiti di massa italiani, la Democrazia Cristiana e il Partito

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Con il termine mani pulite si intende una serie di indagini giudiziarie negli anni novanta condotte a livello nazionale nei confronti di esponenti della politica italiana che portò al sostanziale crollo del partito maggioritario di allora, la Democrazia Cristina. Per approfondimenti sull’argomento, v. il terzo capitolo in La scomparsa dei fatti (Travaglio, 2006:76)

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Comunista Italiano, che si contendevano circa il 70% dei voti, mentre il restante 30% era distribuito nei partiti minori, come il Partito Socialista, il Movimento Sociale e i Radicali. La Seconda Repubblica fu innescata per diversi motivi; primo tra tutti lo scandalo di Mani Pulite che investi i due grandi partiti di massa, la Dc e il Pci, che scomparirono. Secondo motivo fu la discesa in campo di Silvio Berlusconi, imprenditore italiano, e il terzo motivo fu la formazione del soggetto politico chiamato Lega Nord, fondata di Umberto Bossi, che già nel 1992 vide eletti alcuni dei suoi rappresentanti al senato. (Biorcio, 2003) Di seguito farò riferimento al libro di Roberto Biorcio, Sociologia Politica (2003), per mettere in luce come erano organizzati i due grandi partiti di massa italiani e i movimenti sociali che negli anni 70 videro crescere la partecipazione dei cittadini alla vita politica. Biorcio mette in luce, attraverso l’analisi di ricerche condotte negli anni ’80 dai maggiori sociologi italiani, le strutture organizzative e le caratteristiche dei partiti della Prima Repubblica e dei movimenti sociali con lo scopo di comprendere meglio il nostro sistema politico. Innanzitutto Biorcio sostiene che nei partiti di massa della Prima Repubblica, Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano e anche nei movimenti sociali degli anni ’70, l’andamento della partecipazione ai soggetti politici era essenziale, poiché ne determinava l’indice di sopravvivenza. Biorcio opera, seguendo le ricerche di sociologi americani17, la differenza tra modello partecipante e modello particolarista: “Gli italiani apparivano molto lontani dal modello ideale di cultura civile orientato alla partecipazione (partecipant). Nel nostro paese la cultura prevalente risultava quella particolarista (parochial) che univa la scarsa fiducia nei confronti del sistema politico e dei suoi input e output, alla sfiducia nelle proprie capacità di influenzarlo” (Biorcio, 2003:24).

Biorcio dunque afferma che la sfiducia nella politica ha origini lontane ed è un elemento costitutivo della cultura italiana. Nell’Italia degli anni ’60 il sostegno ai partiti di governo era espresso da chi presenta i tratti del particolarista o del suddito passivo e “la cultura politica degli italiani non sembrava in grado di sostenere un sistema democratico stabile ed efficace” (Biorcio, 2003:24). Secondo l’autore, il problema della partecipazione in Italia presenta fin dalle origini due dimensioni, quella della legittimazione del consenso da parte dei governanti e quella lotta per l’eguaglianza da parte dei cittadini. 17

L’autore si riferisce a ricerche compiute da Banfield nel 1958 e riportate nel libro Le basi sociali di una società arretrata, 1976, Bologna, il Mulino

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Analizzando i modelli di partecipazione, Biorcio distingue due tipologie; il “modello della centralità” e il “modello della coscienza di classe”. Il modello della centralità prevede una partecipazione politica maggiore quanto più alta è la posizione sociale di un individuo: “La centralità di ogni individuo si fonda sulla posizione sociale, sul tipo e sulla qualità delle relazioni personali e sulla consapevolezza soggettiva di occupare o meno una posizione centrale. […] Il Modello della centralità mostra come possono essere ridimensionate pesantemente, nei fatti, le potenzialità egualitarie contenute nell’estensione dei diritti di partecipazione.” (Biorcio, 2003:31).

Nel modello della centralità, la scelta della partecipazione è indirizzata al raggiungimento di una posizione sociale all’interno della propria comunità di riferimento. Lo scopo di un attivista in questo modello è raggiungere il più alto grado di potere all’interno del proprio schieramento politico. All’interno del modello della conoscenza di classe, “la partecipazione politica è maggiore quanto maggiore (più intensa, più chiara, più precisa) è la conoscenza di classe. Era però difficile individuare specifici indicatori per la conoscenza di classe che non era riconducibile ad un semplice stato psicologico, disgiunto dall’azione. (Biorcio, 2003:32).

Ogni individuo può avere piena coscienza della classe sociale alla quale appartiene solo attraverso la partecipazione. Biorcio afferma che una condizione necessaria per favorire la partecipazione nel modello della conoscenza di classe è la formazione di aree di uguaglianza sociale. L’azione all’interno delle aree di uguaglianza può “diffondere la conoscenza di classe e quindi favorire, stimolare e promuovere la partecipazione degli iscritti e dei partecipanti” (Biorcio, 2003:32). Nella seconda parte del libro, Biorcio descrive il ruolo degli attivisti all’interno dei due grandi partiti di massa della Prima Repubblica, la Dc e il Pci. L’andamento del consenso nell’opinione pubblica di questi due grandi partiti, spiega l’autore, era fortemente condizionato dall’attivismo della base, molto attivo nel primo dopoguerra e viceversa passivo negli anni ’60/’70. Nel dopoguerra le due forze politiche maggioritarie erano all’apice del loro consenso, favorite da decine di migliaia di gruppi territoriali. Questi gruppi erano organizzati in modo da formare una rete nazionale di contatti tra cittadini aderenti all’uno o all’altro schieramento politico. Per il Pci erano le “cellule” a mantenere i rapporti per tutto il territorio nazionale. Per la Dc la funzione di collegamento nazionale era eseguita dalle parrocchie.

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Negli anni ’60, spiega Biorcio, le cellule comuniste persero progressivamente la loro funzione e furono in gran parte dissolte, mentre le parrocchie diminuirono il loro impegno politico. L’unità organizzativa dei partiti diventa dunque la sezione, dislocata nei vari comuni del territorio italiano e punto di riferimento per tutti i cittadini che volevano iscriversi a quel partito. Ciò riguardò sia il Pci che la Dc, i quali dovettero riorganizzare la loro struttura. Analizzando la composizione sociale degli iscritti ai due partiti, l’autore afferma che quella del Pci era composta prevalentemente da operai o braccianti. Nella Dc, solo un quarto degli iscritti era operaio, poiché la penetrazione del partito cattolico nei ceti medio urbani era stata più forte rispetto al suo avversario. Nonostante le differenze, in entrambi i partiti “gli attivisti volontari potevano essere considerati il punto di forza”, “non solo perché erano impegnati a partecipare con continuità alla vita politica, […] ma poiché garantivano il funzionamento organizzativo del partito”. (Biorcio, 2003:57). Ma sia la Dc che il Pci non riuscirono negli anni ha stimolare l’impegno politico della base di volontari, che negli anni 70 ebbe “diminuzione dell’impegno, che si esprimeva soprattutto nella riduzione della presenza e della vivacità alle riunioni, nella minore fiducia sulle possibilità dell’azione politica” (Biorcio, 2003:61). La terza parte del libro di Biorcio è dedicata alla storia dei movimenti sociali italiani, che emersero nel panorama politico italiano nella seconda metà degli anni ’60, soprattutto grazie alle mobilitazioni studentesche di protesta contro le istituzioni e la società civile di quel tempo, ai quali si unirono, più tardi, le rivolte operaie. Analizzando questo testo si trovano molte analogie tra questi movimenti e quello di Grillo, a partire da due delle “cinque stelle”, l’ambiente e l’acqua pubblica, proprie del movimento del comico genovese; infatti, “l’azione dei nuovi movimenti (sociali) si sviluppò soprattutto su alcune questioni emergenti nelle società altamente industrializzate; l’inquinamento ambientale, l’impiego dell’energia nucleare, l’uguaglianza delle donne, i diritti umani, […]” (Biorcio, 2003:87). 2.4 Il modo di fare politica a “5 Stelle” Lo studio dei movimenti sociali italiani antecedenti al MoVimento 5 Stelle è utile per analizzare le analogie del movimento con altre importanti realtà del panorama politico italiano dal dopoguerra ad oggi. Anche il MoVimento 5 Stelle nella figura dei MeetUp trova gruppi di cittadini che hanno la funzione di essere punto di riferimento locale del MoVimento 5 Stelle. I MeetUp sono importanti

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per il movimento di Beppe Grillo tanto quanto lo erano le cellule per il Pci e le parrocchie per la Dc. Rappresentano la base elettorale del movimento e l’ambiente in cui i cittadini possono confrontarsi e organizzarsi. Biorcio, nel terzo capitolo di Sociologia Politica (2003), prende in analisi le ricerche condotte da Alberto Melucci18 sui movimenti sociali milanesi tra gli anni ’60 e ’70. Queste ricerche sono utili per paragonare questi movimenti sociali alla lista civica MoVimento 5 Stelle Milano. Melucci scelse di compiere le sue indagini nel capoluogo lombardo, in particolare su “tre aree che facevano riferimento rispettivamente ai movimenti giovanili, al movimento delle donne, al movimento ecologista e ai gruppi impegnati in nuove forme di ricerca spirituale” (Biorcio, 2003:93). Nell’area dei movimenti giovanili degli anni ’70 le speranze, le esigenze e le delusioni di molti giovani avevano cercato nei centri sociali autogestiti luoghi in cui potersi esprimere. Questi anni videro l’inaugurazione del Leoncavallo, centro di aggregazione giovanile molto conosciuto nella città milanese e punto di riferimento di questa cultura. I grillini non sono del tutto ignari dei movimenti milanesi che li hanno preceduti. Mario, 57 anni, mi riferisce di ricordarsi bene quegli anni. Anche lui, con altri amici dell’epoca, frequentava il Leoncavallo. Mario mi dice che “erano anni in cui i giovani non venivano ascoltati. Venivamo trattati come fantasmi. La politica ci aveva abbandonato, troppo presa dalle lotte interne e dei suoi affari”. Nei suoi racconti, Mario mi afferma di essersi avvicinato a questo movimento perché è “l’unico che da spazio ai giovani”. Afferma che il suo scopo è supportare i giovani che si vogliono affacciare alla politica. Lui non ha intenzione di candidarsi, si trova nella lista civica solo per portare la sua esperienza e per “non far commettere ai giovani gli sbagli che ha commesso la sua generazione”. In generale, all’interno della lista civica è molto sentita la “questione giovanile”. La riprova di questa tesi è che nella giornata del 22 gennaio 2011 la lista civica MoVimento 5 Stelle Milano ha eletto come candidato sindaco Mattia Calise, giovane studente universitario di venti anni19. All’interno del movimento delle donne degli anni ‘70, sempre stando agli studi effettuati da Melucci e riportati in Biorcio, coesistevano le componenti emerse nelle fasi precedenti del femminismo e la struttura dell’area appariva complessa e frammentata. In tutti i gruppi però emergeva un elevato investimento affettivo, inseparabile dallo scopo di costruire un’identità

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Melucci era un importante sociologo milanese, professore di sociologia dei processi culturali all’Università degli studi di Milano. Biorcio si rifà alle richerche fatte da Melucci nel libro Altri codici. Aree di movimento nella metropoli, 1984, Bologna, il Mulino. 19 Il video di presentazione di Mattia Calise si può trovare all’indirizzo http://www.mi-lorenteggio.com/news/10778

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collettiva di genere forte. Questa collettività aveva il compito di sostenere le donne all’interno della società considerata maschilista. Anche all’interno del movimento dei grillini milanesi, e più in generale in quello lombardo, è presente una forte componente femminile che sembra avere in comune con il movimento degli anni ’70 il forte coinvolgimento emotivo. Silvana racconta che insieme ad altre trenta donne ha fondato un “MeetUp con la possibilità di iscrizione per sole donne”20. Giulia 40 anni, madre di due bambini, lavora a tempo pieno. Nella lista civica milanese, e più in generale nella zona della Lombradia, è molto conosciuta. Era candidata alle elezioni regionali del 2010 e prese circa 1.200 preferenze. Afferma che “nonostante i partiti politici siano cambiati molto negli ultimi trent’anni, il ruolo delle donne è sempre rimasto marginale”. Silvana si è avvicinata al MoVimento 5 Stelle perché “è più vicino a i suoi ideali e perché sembra un movimento che non fa distinzione tra uomo e donna”. Anche il tema dell’ambiente, prima stella del MoVimento 5 Stelle, trova un fondamento negli antecedenti dei movimenti sociali milanesi. “L’area ecologista milanese comprendeva aggregazioni territoriali poco formalizzate, gruppi autogestiti per la promozione di nuove forme di alimentazione e di coltivazione naturale” (Biorcio, 2003:96). Tutti i gruppi di quest’area erano formati da giovani tra i venticinque e i trent’anni, e avevano avuto precedenti esperienze i partiti di sinistra. Come si è detto, il MoVimento 5 Stelle da grande importanza agli ideali ambientalisti, che si tratti del rifiuto dell’energia nucleare a favore di energie rinnovabili, dell’opposizione alla privatizzazione dell’acqua, più in generale, alla eco-sostenibilità delle città in ci viviamo.

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Se ne può prendere visione all’indirizzo http://www.meetup.com/beppegrillo-887/

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Capitolo 3: Il mito della partecipazione In questo capitolo introduco due temi importanti per l’insieme dello studio del MoVimento 5 Stelle: democrazia e partecipazione. Nel primo paragrafo ripercorro le tappe storiche della forma di governo democratica e la sua evoluzione, seguendo il libro di John Dunn, Il mito degli eguali, la lunga storia della democrazia (2006). Nel secondo paragrafo metto in relazione la teoria di Dunn e le ricerche etnografiche, spiegando come questa teoria serva a chiarire alcuni comportamenti degli attivisti della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano. Nel terzo paragrafo elenco alcuni esempi concreti di democrazia partecipativa presi dal libro di Paolo Michelotto, La democrazia ai cittadini (2008). Nel quarto ed ultimo paragrafo osservo come il concetto di partecipazione sia attuato all’interno della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano. 3.1 Democrazia tra ideologia e pratica John Dunn è uno storico e politologo inglese, professore di scienze politiche al King’s College di Cambridge. Nel suo libro Il mito degli eguali, la lunga storia della democrazia (2006) mette in luce il cammino storico della democrazia che da forma di governo giudicata negativa è diventata, “nel corso degli ultimi tre quarti di secolo, […] il fondamento della civiltà che l’Occidente propone al resto del mondo”. (Dunn, 2006:2). Nella prefazione al testo di Dunn, il filosofo Gianni Vattimo afferma che la democrazia, così come oggi la viviamo, è un’organizzazione in cui diversi gruppi politici (professionisti) si contendono il voto del popolo e il potere di governo che ne consegue. Per comprendere questa definizione, è bene definire innanzitutto il concetto di democrazia. Dunn inizia la sua disamina chiedendosi come oggi possa esistere un unico standard internazionale per la definizione di una forma ideale di governo, designata come “democrazia”. “Perché oggi, per la prima volta nella storia della nostra specie, che con grande evidenza è ancora multilingue, dovrebbe esistere in tutto il mondo un unico nome per indicare il legittimo fondamento dell’autorità politica?” (Dunn, 2006,3)

Dunn afferma che benché la democrazia non sia presa a modello in tutto il mondo e anzi ci siano nazioni che rifiutano questo modo di governare, non sembra esistere, al mondo, un’alternativa valida che ambisca ad una legittimità internazionale. 22


Secondo Dunn il concetto di democrazia compare per la prima volta ad Atene nel 500 a.c, e viene introdotto da Pericle, leader politico di quel tempo. L’occasione in cui pronunciò la parola demokratia fu in un elogio agli ateniesi morti in battaglia nel primo anno della guerra nel Peloponneso: “Il nostro ordine politico non si modella sulle costruzioni straniere. Siamo noi l’esempio degli altri, piuttosto che gli imitatori.” (Tucidide in Dunn, 2006:14).

Dunn sostiene che la pratica della democrazia, per gli Ateniesi, iniziò prima che la categoria stessa veicolasse o esprimesse una valore specifico. In Greco antico con l’espressione demokratia si indicava unicamente una forma di governo, senza specificare quali fossero i contenuti di essa. La tesi principale di Dunn è che vi siano due piani di comprensione della parola democrazia: il primo piano di lettura può essere definito teorico e riguarda le caratteristiche proprie della forma di governo democratico: pari opportunità di partecipazione, parità di voto, diritto all’informazione, controllo dell’ordine del giorno e universalità del suffragio21. Il secondo piano di lettura può essere definito pratico e riguarda il valore che è assegnato al concetto di democrazia all’interno di una determinata comunità. Già nell’Atene del VI secolo a.c., secondo Dunn, i cittadini adottarono un piano di lettura pratico per dare valore alla nozione di democrazia: “La democrazia ateniese rappresentava (nell’immaginario collettivo) un modo di vivere insieme nella libertà politica che nobilitava gli individui e migliorava la sensibilità dell’intera comunità” (Dunn, 2006:16).

Dunn sostiene che la forza del processo democratico sia quella di evocare, ancora prima di metterlo in pratica, prospettive di uguaglianza e di libertà. “Nei suoi spostamenti attraverso il tempo e lo spazio, la parola democrazia non procede mai da sola. Sempre più spesso, nel corso degli ultimi due secoli, essa ha viaggiato in buona compagnia, insieme alla libertà, ai diritti umani, e perfino alla prosperità.” (Dunn: 2006:10).

Ciò nonostante, il concetto stesso di democrazia contiene in se un paradosso difficilmente risolvibile riguardante la nozione di uguaglianza. Dunn afferma che l’assunzione della democrazia come forma politica di governo ha lo scopo di far considerare tutti i cittadini in egual modo davanti allo Stato. Per affermare questo principio bisogna ridurre il divario tra le classi 21

Le caratteristiche citate sono spiegate nel dettaglio da Paolo Michelotto nel libro Democrazia ai cittadini (Michelotto, 2008:10)

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sociali, dando nella pratica più potere alle classi inferiori. Questa operazione non può essere fatta senza tradire il concetto stesso di uguaglianza. Va inoltre ricordato, riflettendo sul concetto di uguaglianza, che la democrazia si basa su decisioni prese a maggioranza, a discapito di una minoranza. Il processo democratico dunque, di fatto, assegna poteri decisionali diversi alle forze politiche che ne sono partecipe. Grazie alla visione ideologica che molte comunità hanno della nozione di democrazia, questa forma di governo è riuscita, durante il corso della storia, a imporsi come modello unico di governo in quasi tutto il mondo e in particolare nell’Occidente. Dunn spiega che questo processo ha portato al cambiamento del concetto nativo di democrazia. La forma di governo democratico oggi presente in molti Stati nazionali è quella rappresentativa, molto distante nei contenuti da quella ateniese del 500 a.c. “La democrazia rappresentativa da forma ad un mondo i cui leader politici chiedono incessantemente ai cittadini di fidarsi di loro, di affidarsi alla loro competenza, integrità e buone intenzioni. In quel mondo, però, essi devono ribadire senza sosta il loro appello nonostante i continui tentativi dei loro avversari di spiegare le ragioni per cui la fiducia sarebbe malriposta”. (Dunn, 2005:200)

Con questa definizione, Dunn sostiene che la democrazia ha profondamente cambiato di significato rispetto a come veniva intesa in origine, dove il potere decisionale era in mano al popolo. Le decisioni, nella democrazia rappresentativa, passano definitivamente “dalle mani degli Eguali a quelle dei leader politici” (Dunn, 2005:175). 3.2 Il rapporto tra democrazia rappresentativa e attivismo La definizione di democrazia rappresentativa è utile per comprendere il gruppo degli attivisti della lista civica Movimento 5 Stelle Milano. Dalle ricerche sul campo emerge che per gli intervistati questa forma di democrazia risulta essere problematica in quanto, per usare le parole di un attivista del MoVimento 5 Stelle, “mette il potere nelle mani di pochi”. Dai colloqui avuti nella sede di via Candiani a Milano è emerso più volte che uno dei principi sui quali si fonda l’ideologia del MoVimento 5 Stelle è la partecipazione. Leggendo i volantini di propaganda22, si trova uno slogan che richiama i cittadini a partecipare al gruppo di lavoro della lista civica: “Viviamo in una democrazia diventata rappresentativa. La lista civica MoVimento 5 Stelle Milano promuove un’altra forma di democrazia, quella partecipativa, con lo scopo di rendere i cittadini consapevoli”. 22

Vedi allegato n. 4 nella sezione “Allegati”

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La partecipazione sembra un tema molto sentito nel gruppo degli attivisti. Giulio mi racconta che si è avvicinato al MoVimento 5 Stelle perché “sembra essere l’unico soggetto politico italiano che faccia dei cittadini il suo nucleo fondamentale”. Sem ha circa 60 anni, è sposato e ha tre figlie che frequentano l’università. E’ pensionato e da molti anni mi dice essere impegnato in associazioni di volontariato che aiutano le popolazioni dell’Africa. Dai suoi racconti si evince che non è la prima volta che partecipa a un movimento politico. In passato ha vissuto altre esperienze all’interno dell’Italia dei Valori23 che lo hanno visto organizzare in prima persona diverse attività riguardanti il coinvolgimento dei cittadini alla vita politica sul territorio milanese. Mi conferma di essersi allontanato dal partito dell’Italia dei Valori poiché “le decisioni sono sempre prese dall’alto, nonostante nei due anni passati nel partito il numero di cittadini che si avvicinavano all’IDV fosse notevolmente aumentato”. Durante una riunione alla quale ho partecipato, sempre nella sede della lista civica, mi è capitato di assistere a una votazione riguardante l’adozione delle strategie comunicative per pubblicizzare la lista civica MoVimento 5 Stelle Milano durante le serate a teatro che, nell’ottobre del 2010, ospitavano gli spettacoli di Beppe Grillo. Le decisioni, in quella circostanza, furono prese a maggioranza. Avendo presente quanto letto nel libro di Dunn sulle problematiche riguardanti il concetto di uguaglianza all’interno dei gruppi che prendono le decisioni a maggioranza, chiesi ad alcuni attivisti se adottassero spesso questo metodo. La maggior parte di loro mi ha risposto che “la democrazia prevede che le decisioni siano prese dalla maggioranza degli aventi diritto al voto e che questo è il metodo migliore, anche se va a discapito delle opinioni degli altri partecipanti.” Claudio, 59, pensionato, non la pensa come il resto del gruppo. Afferma che pur adeguandosi, ritiene che il metodo sia sbagliato. È sua opinione che si debba “arrivare a una decisione mediante un processo condiviso che veda alla fine d’accordo tutte le persone che prendono parte alla decisione”. “Una mediazione che porti a un risultato condiviso da tutti.”. Claudio mi dice che la sua convinzione nasce da molti anni passati nelle associazioni sportive, come istruttore di barca a vela e di subacquea, All’interno di queste associazioni “bisogna sempre cercare una mediazione tra tutti gli allievi per creare un gruppo coeso, elemento fondamentale per il corretto svolgimento di queste discipline”. Dalle mie ricerche emerge inoltre che è opinione degli attivisti che oggi vi sia un allontanamento dei cittadini dalla vita politica. Questa tesi mi è confermata dalle parole di Piero, 35 anni, che desidera diventare il candidato sindaco della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano alle prossime elezioni comunali. Ho avuto modo di parlare con lui in diverse occasioni nelle quali 23

L’Italia dei Valori (nome abbreviato IDV) è un partito politico italiano di centro-sinistra fondato da Antonio Di Pietro nel 1998. Attualmente il partito è riuscito, nelle elezioni politiche nazionali del 2008, ad eleggere in Parlamento 29 deputati e 14 senatori.

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afferma che il disinteresse per la politica è dovuto alla mancanza dei mezzi a disposizione dei cittadini per partecipare ai dibattiti pubblici. Ho avuto modo di parlare con Piero anche al di fuori della sede, in un bar pubblico situato nel quartiere della Bovisa, sempre a Milano, pochi giorni prima di Natale. In quell’occasione, Piero afferma che “oggi sarebbe impensabile un’aula consiliare a Milano che contenga un milione e mezzo di persone che dibattono sui temi da affrontare nella città.” Il suo intento, mi spiega, è quello di “replicare l’Agorà ateniese, essendo l’unico sistema in grado di dare parola ai cittadini”. Nelle parole di Piero si può ritrovare una visione della democrazia ateniese neutra, pura, in cui ogni cittadino possa prendere parte al dibattito politico e decidere in prima persona cosa è meglio per il territorio in cui vive. Visione che, analizzando gli scritti di Dunn, risulta puramente ideale, dato che anche nella democrazia ateniese del VI secolo a.c. la teoria dell’uguaglianza spesso non coincideva con le pratiche della realtà. Questa ideologia di purezza democratica è radicata nella maggior parte degli attivisti del MoVimento 5 Stelle. Durante i dibattiti pubblici nella sede di via Candiani il problema della democrazia rappresentativa è stato trattato molte volte. Il pensiero comune è quello che “oggi il voto a un partito venga dato per orientamento politico, senza che il cittadino legga il programma elettorale presentato alle elezioni”. La delega di rappresentanza è data “in bianco, senza che il cittadino si prenda la cura di verificare se il delegato faccia gli interessi dei suoi elettori”. L’ideologia di partecipazione degli attivisti della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano risulta essere basata su una rappresentazione archetipica della democrazia partecipativa. Allo stesso tempo però, durante le mie ricerche sul campo, ho constatato che effettivamente la diserzione dei cittadini dalla partecipazione politica è forte. Nel prepararmi ad affrontare l’oggetto di questa tesi ho compiuto ricerche anche nel paese in cui vivo, Cormano. Questa cittadina fa parte dei paesi nell’hinterland del nord Milano. Pur avendo poco più di ventimila abitanti, i consigli comunali ai quali ho partecipato vedono una presenza cittadina che va da un minino di due ad un massimo di dieci persone, nonostante l’aula consiliare dove si svolge il consiglio ne tenga più di cinquanta. 3.3 Paolo Michelotto: i cittadini decidono La promozione della democrazia partecipativa non coinvolge solo il MoVimento 5 Stelle. Stefano, 30 anni, partecipa alla creazione della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano da novembre del 2010. Mi racconta che fa parte di questo gruppo solo da qualche mese. Prima di conoscere la lista civica aveva partecipato nel comune in cui abita, Canegrate, a un’iniziativa

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denominata “Canegrate Partecipa”24 in cui i cittadini avevano la possibilità di avanzare proposte all’amministrazione comunale. Stefano mi ha indicato che questa serata era organizzata con la collaborazione di uno scrittore di nome Paolo Michelotto, che ha dedicato molte delle sue opere al tema della democrazia partecipativa. Visitando il sito di Michelotto (www.paolomichelotto.it) ho potuto prendere visione gratuitamente25 di uno dei suoi libri, Democrazia dei cittadini (2008), nel quale sono contenuti diversi esempi, spesso vissuti in prima persona dall’autore, di tentativi di promozione e attuazione della democrazia che egli definisce come “diretta”. È utile analizzare due manifestazioni italiane contenute in questo libro, la prima tenutasi nella città di Rovereto e la seconda tenutasi nella città di Vicenza, per approfondire in modo più dettagliato cosa questo autore e molti attivisti del MoVimento 5 Stelle intendano quando parlano di democrazia partecipativa. Nella prima manifestazione, tenutasi a Rovereto il 26 Gennaio del 2007, Michelotto racconta come fu organizzata la serata e quali proposte il gruppo di organizzatori volle presentare ai cittadini. “Motivo della riunione informale era discutere su cosa fare perché nella nostra città si sviluppasse la conoscenza e la voglia di partecipare alla gestione pubblica” (Michelotto, 2008:71). Nell’idea espressa da Michelotto lo scopo principale della democrazia partecipativa, in questi anni, ancora prima di far partecipare è quello di riavvicinare i cittadini alla vita politica. Per riuscire a suscitare maggiore interesse ai temi dibattuti in consiglio comunale, l’autore spiega che i cittadini devono sentirsi parte del processo decisionale. Per Michelotto, così come per Stefano, è giusto che “i cittadini abbiano voce diretta nella gestione della propria città per contribuire con la propria competenza, conoscenza del territorio, buon senso e incorruttibilità a migliorare la qualità della vita” (Michelotto, 2008:71). La partecipazione, questa visione di democrazia, deve prescindere dallo schieramento politico della giunta comunale e dalle preferenze di partito dei singoli cittadini. Per questo motivo, le serate sono spesso concordate e organizzate con l’aiuto delle giunte comunali. Nel caso di Rovereto inoltre, afferma Michelotto, il programma politico con il quale fu eletta l’amministrazione aveva come punto centrale il coinvolgimento dei cittadini, la loro partecipazione a più livelli e l’attuazione del Bilancio Partecipativo26.

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Si può trovare del materiale informativo su questo evento sul sito internet http://www.canegrate-partecipa.org/seo/ All’indirizzo http://www.paolomichelotto.it/blog/wp-content/uploads/2010/01/democrazia-dei-cittadini-A4-del-2501-10.pdf 26 La definizione di Bilancio Partecipativo viene data dallo stesso Michelotto nel capitolo 18 del libro preso in esame, “Democrazia ai Cittadini” (Michelotto, 2008:76) 25

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La serata si tenne in una sala pubblica di proprietà del comune; la promozione pubblicitaria di questa serata, spiega l’autore, avvenne tramite il passaparola tra amici e l’aiuto del comune che fece stampare e attaccare in giro per la città manifesti che richiamavano l’evento. La serata aveva come slogan:“Quanto i cittadini contano? Esempi e strumenti di partecipazione per cambiare la città parlando assieme.”. All’inizio vennero fatti vedere due filmati sulla democrazia diretta in Svizzera e sul bilancio partecipativo di Porto Alegre. Questi filmati avevano lo scopo di introdurre una simulazione di assemblea partecipativa, la quale fece emergere venti proposte per la città. Questa serata aveva l’obiettivo, seguendo le parole di Michelotto, di far provare ai cittadini cosa significasse nella pratica la sua visione di democrazia partecipativa. Dopo quella serata, il gruppo si riunì in modo informale tutti i mercoledì sera e riuscì a organizzare per il 21 Marzo 2007 un incontro pubblico chiamato: “La parola ai cittadini – La tua proposta per la città va in consiglio comunale”. Di tutte le iniziative proposte quel giorno, “la più votata dagli stessi cittadini fu l’ampliamento delle piste ciclabili e il destino del 2% del bilancio comunale al loro realizzo.” (Michelotto, 2008:71). Secondo l’opinione di Michelotto questa manifestazione fu un successo. Le serate che seguirono videro aumentare il numero di cittadini interessati, fino ad arrivare a più di duecento persone. Questo diede forza al gruppo e agli stessi cittadini per portare avanti un’iniziativa nel 2009, (che Michelotto conferma ancora essere in atto) li vide impegnati in una raccolta firme per la presentazione di una legge popolare da discutere in consiglio comunale che prevedeva l’abbassamento del quorum da raggiungere per ritenere valido un referendum popolare, stabilito per statuto comunale al 50%. La seconda manifestazione presa in esame da Michelotto è quella del comitato “Più Democrazia”. Il comitato era nato il 21 Giugno 2005 a Vicenza per volontà di ventitré vicentini con lo scopo di avere maggiori strumenti democratici per i cittadini. Dieci di loro facevano già parte di un altro gruppo denominato “Gruppo Bilancio Partecipativo”, “un’associazione il cui scopo era fin dalla sua nascita nel gennaio del 2003, quello di far conoscere ed utilizzare strumenti di democrazia diretta quali il referendum propositivo, abrogativo e la revoca degli eletti” (Michelotto, 2008:73). Nel 2003 questo gruppo aveva organizzato un’assemblea pubblica dove, come nel caso di Rovereto, chi voleva poteva far proposte per migliorare la città. La proposta più votata dall’assemblea fu di introdurre all’interno dello statuto comunale di Vicenza l’uso della webcam per riprendere i consigli comunali. Anche in questa serata, come in quella roverentina, furono in duecento a partecipare e forti di queste cifre, riuscirono a creare una mozione comunale, sottoscritta da quindici consiglieri comunali. Michelotto riferisce che questa mozione, pur avendo

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l’appoggio di una parte dei consiglieri, non fu mai messa in calendario dall’amministrazione comunale e quindi non venne mai dibattuta in consiglio comunale. Il comitato “Più Democrazia” dovette dunque far ricorso ad un Referendum Consultivo, che l’autore definisce come “uno strumento debole perché non obbliga il consiglio ad attuare quanto richiesto dai cittadini, ma solo a discuterne” (Michelotto, 2008:73). Per stessa ammissione dell’autore, con molta fatica e in contrasto con la giunta comunale, riuscirono a presentare il referendum che fu votato dal 13,26% degli aventi diritto al voto (superando il quorum posto al 10%) e che fu a favore della proposta fatta dal comitato “Più Democrazia”. 3.4 Partecipazione “a 5 Stelle” I due esempi presi in esame nel libro di Michelotto sono pratiche utili a capire come la lista civica MoVimento 5 Stelle Milano intenda promuovere la democrazia partecipativa a livello comunale. Durante una riunione di gennaio 2011, alla quale partecipavano dieci attivisti, tra i quali anche Stefano, domandai loro cosa ne pensavano delle manifestazioni di Vicenza e Rovereto. Tutti si dimostravano d’accordo nell’affermare che queste manifestazioni erano un modo utile per coinvolgere i cittadini a livello comunale. La discussione, in quella serata, prese però un’altra strada. Marco, 43 anni, che di professione fa il tecnico informatico specializzato nell’espansione della Rete web, mise in luce un problema che occupò l’intera la durata del dibattito. Marco affermò che a livello comunale l’organizzazione delle serate di Vicenza e Rovereto risultava efficace, poiché il comune è il luogo al quale i cittadini sono più legati territorialmente. I problemi a livello locale interessano più da vicino gli abitanti, che vivono il territorio quotidianamente. Inoltre, circoscrivendo il territorio si interagisce con un numero contenuto di persone, se paragonato ad esempio a livello regionale. Nel pensiero di Marco ritorna l’idea di purezza archetipica della democrazia ateniese del VI secolo a.c.. Egli afferma che “i cittadini possono discutere all’interno delle mura della propria città, come succedeva ad Atene, ma il tentativo di ricostruire un’Agora che comprende un territorio più ampio, come nel nostro caso la città metropolitana27, è destinato a fallire dato che è impossibile interagire con un numero potenzialmente elevato di persone”. Anche il MoVimento 5 Stelle, ascoltando le parole di Beppe Grillo, sembra aver ben chiaro questo problema. Il 22 ottobre del 2010 ho assistito a uno spettacolo, intitolato “Grillo is Back” al

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Con il concetto di città metropolitana si intende l’allargamento dei confini del comune di Milano anche alle zone limitrofe della provincia.

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Teatro Smeraldo a Milano. Durante lo spettacolo, a metà tra satira e comizio politico, Grillo disse che “il nuovo modo di fare politica deve partire dal comune, perché è li che si discute della vita e della salute dei cittadini, e dove i cittadini possono diventare protagonisti in prima persona e decidere loro del futuro della propria città, se ricoprirla di cemento o di verde, se mantenere l’acqua pubblica o privatizzarla, se costruire un inceneritore o promuovere la raccolta differenziata.”

La soluzione a questo dilemma, sembra altrettanto chiara sia nel MoVimento 5 Stelle sia nella lista civica milanese. Per cercare di sopperire al problema della distanza e della grandezza territoriale, il MoVimento 5 Stelle e gli attivisti milanesi usano come strumento di comunicazione, in modo quasi esclusivo internet. Ho già affrontato l’utilizzo della Rete all’interno del movimento. In questo ambito è utile analizzare questo dato in quanto risulta essere causa di una mancanza reale di partecipazione alla lista civica milanese. Le iniziative per coinvolgere un numero maggiore di persone, rispetto a quello del gruppo di attivisti, di rado sono concretizzate. Pur avendo chiaro il concetto di bilancio partecipativo e considerando efficaci le manifestazioni descritte nei testi di Michelotto, l’uso esclusivo di internet ha come diretta conseguenza la mancanza di contatto con il territorio comunale. Durante le mie ricerche, durate quasi un anno, non sono mai state organizzate serate come quelle di Rovereto o di Vicenza. Questa contraddizione è imputabile, da quanto emerge dalle mie ricerche, al fatto che gli attivisti della lista civica abbiano delle forti lacune dal punto di vista organizzativo. Molti di loro in passato non hanno avuto esperienze in altri partiti e non conoscono tutto il percorso da compiere per la presentazione di una lista civica alle elezioni comunali. Inoltre, il gruppo sembra dedicarsi maggiormente alla discussione di temi di ordine generale, trascurando l’organizzazione di eventi straordinari. La quasi totalità delle riunioni a cui ho partecipato tratta temi riguardanti l’ideologia del MoVimento 5 Stelle. L’organizzazione di eventi al di fuori delle riunioni ordinarie è diretta da un numero ristretto di persone. Un esempio che conferma questa tesi è stata l’organizzazione dell’assemblea generale, alla quale anche io ho partecipato, del 16 gennaio 2011. Questo evento era molto sentito dal gruppo di attivisti, poiché aveva come scopo quello di presentare a tutti i cittadini milanesi e all’opinione pubblica i nove attivisti che si erano proposti per diventare il candidato sindaco della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano. L’evento precedeva di una settimana la votazione della carica di candidato sindaco che si sarebbe tenuta il 22 gennaio 2011.

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Questa manifestazione vide la presenza di un numero di persone che gli organizzatori definirono poco elevata. Michela, una ragazza di trentaquattro anni che si occupa di organizzare gli eventi pubblici della lista civica, afferma che si aspettava almeno un centinaio di cittadini (io ne ho contate circa sessanta) e soprattutto un interesse maggiore nei media locali. Quel giorno non si presentarono giornalisti dei quotidiani locali, solo una WebTv, di nome C6 TV28, che intervistò tutti i candidati. Michela ammise che la giornata era stata “un fiasco”, e diede la colpa al fatto che la promozione pubblicitaria dell’evento era stata fatta usando come unico mezzo internet, tralasciando il volantinaggio e i manifesti nel territorio comunale. Da quanto finora emerso, la partecipazione nell’ideologia del MoVimento 5 Stelle risulta un racconto ideale che si forma attraverso la reinterpretazione di un’ipotetica storia antica. Il mito dell’Agorà ateniese ritorna spesso nei discorsi degli attivisti della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano, e come tutti i miti non descrive la realtà ma serve a spiegarla. Geertz in La religione come sistema culturale (1993), afferma che “A differenza dei geni, e di altre fonti di informazione non simbolica, che sono solo modelli per, e non modelli di, i modelli culturali hanno due aspetti intrinseci: essi danno un senso, cioè, una forma oggettiva concettuale, alla realtà sociale e psicologica sia attraverso la concezione di se stessi ad esso sia modellando esso a se stessi” (Geertz, 1993)

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Il canale televisivo è visibile al sito internet http://www.c6.tv

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Capitolo 4: Diverse forme di partecipazione In questo capitolo affronto il ruolo che svolge internet nella pratica politica del MoVimento 5 Stelle. Risulta scontato che la Rete sia il mezzo di comunicazione usato in modo prevalente dagli attivisti, in quanto proprio all’interno del web ha preso vita questo nuovo soggetto politico. Ma internet porta con se una serie di problematiche, che Paolo Zocchi, nel suo libro Internet, la democrazia possibile (2003) ha messo in luce. Zocchi, oltre che commentatore del quotidiano Europa, è presidente e fondatore dell’associazione internazionale UNARETE – Digital Democrazy, impegnata nel campo del digital devide, cioè l’impossibilità di soggetti deboli di accedere alla Rete, nazionale ed internazionale. Nel libro sopra citato cerca di mettere in luce il problema del digital divide e, analizzando i diversi aspetti della Rete, fornisce una buona visione di alcuni temi che sono apparsi rilevanti durante le mie ricerche. Nel primo paragrafo mostrerò come internet sia percepito e utilizzato all’interno del gruppo di lavoro della lista civica milanese. Nel secondo paragrafo metterò in luce quanto gli attivisti siano a conoscenza delle problematiche di questo mezzo di comunicazione, introducendo la nozione del digital divide. Nel terzo e nel quarto paragrafo, approfondirò e metterò in luce il contrasto che vi è interno alla lista civica milanese, tra i cosiddetti “Gruppi di Quartiere” e i “MeetUp”. Dalle ricerche infatti emerge che i primi hanno una visione di partecipazione più vicini ad una vecchia concezione del modo di fare politica, simile a quella delle sezioni di partito, dove alle riunioni si partecipa di persona; attorno ad un tavolo si organizzano le manifestazioni e si discutono le tematiche scelte dai partecipanti. I secondi, invece, sono gli attivisti che si attengono più fedelmente a ciò che, a loro detta, è la vera anima del movimento, ovvero come dice uno di loro “l’allontanamento definitivo dalla vecchia visione della politica e l’uso di internet come unico strumento di discussione davvero democratico”. 4.1 Internet come mezzo di aggregazione Come già mostrato in precedenza, internet ha avuto un ruolo primario nella nascita del MoVimento 5 Stelle. Quando Beppe Grillo pensò di occuparsi di politica aveva in mente di spostarsi dai teatri alla Rete. “Nel prossimo spettacolo ho deciso di fare politica anch’io. Senza candidarmi. Senza dare nell’occhio. Di Nascosto. L’ho fatto per tanti anni nei teatri. Ora voglio abbinare i teatri alla Rete, cioè internet. Per fare politica senza intermediari, senza politici: quelli non servono più” (Travaglio, Gomez 2004:406)

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La caratteristica della Rete di essere fruibile ad un numero elevato di persone, nei fatti, è uno dei punti di forza di questo nuovo media. Ma, come ho avuto modo di rilevare seguendo gli attivisti milanesi, ci sono delle questioni da tener presente quando si afferma, come fanno i grillini, che “la Rete sia l’unico modo di fare politica”. E’ utile dunque analizzare quali siano le problematiche di questo mezzo di comunicazione, per il quale “milioni di persone oggi hanno migliorato la loro esistenza grazie all’efficacia dell’informatica e alla velocità della comunicazione resa possibile dalla rete”, ma dal quale, allo stesso tempo, “molte altre, la maggioranza degli uomini, restano comunque esclusi”. (Zocchi, 2003:20)

Internet si presenta come lo strumento in grado di superare le barriere, geografiche e sociali, presenti tra gli individui. Nel gruppo di lavoro di Milano, e nella sua anima più fondamentalista29, si palesa che gli attivisti pensano che per allargare la partecipazione al dialogo interno, la Rete sia il modo più efficace ed efficiente da adottare. Efficace poiché darebbe possibilità a chiunque, dovunque si trovi, di accedere alla Rete e visitare siti dedicati. Efficiente poiché la discussione al suo interno è libera e senza censure. Così, secondo gli attivisti dei MeetUp, chiunque, a prescindere da che ruolo occupa all’interno della società, può esprimere le proprie opinioni. Il gruppo di attivisti conosce bene le caratteristiche per le quali internet si è diffuso su larga scala, anche se non è a conoscenza dell’effettiva divulgazione di questo nuovo media. Interpellati su questo argomento, la maggior parte di loro non sa quantificare un numero preciso di persone che a livello nazionale hanno la possibilità, la capacità o la volontà di connettersi. Zocchi nel suo testo mostra un’interessante raccolta di dati riguardanti questo tema redatta dalla UNDP (Zocchi, 2001:40) nel 2001, la quale mostra che nell’Europa occidentale solo il 28,2% della popolazione è on-line. La percentuale più alta risulta essere nel Nord America, con il 54,3% fino ad arrivare a percentuali vicine allo zero dell’Africa (0,4%). Questi dati mostrano come l’ideologia del MoVimento 5 Stelle, che prevede il coinvolgimento di tutti i cittadini grazie a internet, si fondi su basi quantomeno discutibili. Nei dialoghi avuti con gli attivisti, spesso ho messo loro a conoscenza dei dati sopra riportati, chiedendogli com’è possibile 29

“Termine impiegato generalmente per indicare alcune sette religiose che condividono la credenza della verità letterale della bibbia e del suo racconto sulla creazione dell’universo e dell’uomo”.(Charlotte Seymour-Smith, 1991:191). Uso questo termine in maniera un po’ forzata, ma serve per comprendere che alcuni attivisti prendono alla lettera il pensiero di Beppe Grillo su internet e usano la rete come strumento esclusivo di comunicazione, contrapponendosi con forza agli strumenti tradizionali. Nel caso di Milano i grillini fondamentalisti sono contro le riunioni tenute nella sede di via Candiani.

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considerare la Rete il mezzo unico per allargare la partecipazione se solo meno di un terzo della popolazione è connesso. Luca, un ragazzo che frequenta la Facoltà di Scienze Matematiche con indirizzo informatico, mi spiega che la diffusione di internet è “una delle battaglie che il movimento deve perseguire, per rendere internet fruibile ovunque in modo gratuito”. L’idea che sta alla base del ragionamento di Luca è che la percentuale di persone che si connette sia bassa poiché i costi per accedere alla Rete sono eccessivi e soprattutto che il metodo di connessione non sia efficiente. Mi spiega che “in Italia l’unico modo per connettersi è attraverso la stipulazione di un contratto con una compagnia telefonica che distribuisce la Rete solo via cavo, e che può dunque essere sfruttata solo a casa o in ufficio”. La politica perseguita dal MoVimento 5 Stelle è quella di “liberalizzare il WiFi, metodo di connessione che non prevede l’uso di cavi, ma si basa su una tecnologia simile a quella del cellulare”. Secondo Luca, installando ripetitori di segnale in tutta la città, si darebbe la possibilità ai cittadini di collegarsi ovunque essi siano, magari “al parco, con il telefonino, per scaricare il Corriere della Sera e leggerlo on-line”. È opinione di tutti i grillini che l’accesso base alla Rete debba essere gratuito per nascita, in modo da dare a tutti la possibilità di scoprire la Rete; a pagamento dovrebbero essere i contenuti come, nell’esempio del Corriere della Sera, l’abbonamento mensile. Le cause di una bassa percentuale di connessione sono dovute, secondo gli attivisti, a questioni economiche e tecnologiche. Zocchi, nel suo libro, sostiene una tesi differente da quella del movimento. Secondo l’autore, la poca diffusione di questo nuovo media è una questione di bisogni. “Senza una nuova struttura di bisogni non sarà possibile creare una società dell’informazione basata sullo sviluppo delle nuove tecnologie digitali; il che non significa che tali bisogni devono essere generati in modo artificiale, ma semplicemente che i sistemi di aggregazione sociale, l’integrazione, l’inclusione oggi dipendono in gran parte dalla necessità di coloro che, paradossalmente, hanno meno possibilità di fruire dei benefici della società digitale.” (Zocchi, 2003:14)

Seguendo le parole dell’autore, esperto delle dinamiche di espansione della Rete, si mettono dunque in dubbio le ragioni degli attivisti del movimento. La tesi che Zocchi sostiene è che anche nel caso sia possibile accedere ad internet ovunque, in modo gratuito non è detto che, in modo automatico, scaturiscano percentuali vicine al 100% di connessi alla Rete.Questo poiché la possibilità di connessione non giustifica il bisogno di connettersi; “il centro del problema è il bisogno dei servizi, o meglio il bisogno di avere bisogno.” (Zocchi, 2003:124) Nel testo, l’autore invita il lettore a riflettere su quali siano i motivi perché un vostro vicino di casa dovrebbe collegarsi a internet. Ho posto agli attivisti della lista civica MoVimento 5 Stelle

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Milano la medesima domanda, avente come soggetto i possibili elettori. La maggior parte di loro mi ha risposto “perché questo movimento offre la possibilità a tutti di esprimersi in modo democratico”. Ciò che gli attivisti non tengono in considerazione, almeno in prima istanza, è se i cittadini abbiano la volontà di farlo. 4.2 Il Digital Divide Nel libro di Zocchi vi è un’altra questione da affrontare per analizzare le problematiche di internet, quella che l’autore definisce il digital divide, ovvero la distanza che esiste tra il cittadino e la Rete. Questa questione è un problema che nella comunità scientifica e tutt’ora in discussione. Secondo il pensiero di Zocchi, per colmare la distanza tra i cittadini e internet, bisogna fare in modo che essi abbiano bisogno della Rete. Il bisogno della Rete deve essere creato dalle istituzioni per mezzo del rapporto che esse hanno con il cittadino. Per sostenere la sua tesi, costruisce un possibile scenario futuro in cui il cittadino possa votare elettronicamente; scenario immaginario che il MoVimento 5 Stelle cerca di far diventare realtà. “Immaginiamo che ogni cittadino maggiorenne disponga di una carta d’identità elettronica mediante la quale, con un sistema di riconoscimento univoco e sicuro, sia in grado di comunicare via rete con le amministrazioni dello Stato. Con questo apparato tecnologico […] si può votare via internet con risultati disponibili in pochi secondi […].”(Zocchi, 2003:152)

Questo esempio è utile per avvalorare la tesi che debba essere in prima persona lo Stato a colmare la distanza del digital divide. Se lo stato crea nei cittadini il bisogno dell’uso della Rete, ad esempio per interagire con l’apparato burocratico, il cittadino dovrà obbligatoriamente usare questo strumento, prendendone familiarità e facendolo entrare nella vita di tutti i giorni. Sull’operato dello Stato, l’autore informa che “in Italia, il piano del Governo Berlusconi, almeno nelle dichiarazioni di partenza, era quello di posizionare il nostro paese tra i primi sette in Europa: al momento attuale, l’Italia si trova in tredicesima posizione (su quindici paesi).” (Zocchi, 2003:119).

Approfondendo la situazione italiana, Zocchi spiega che le disparità di accesso tra Nord e Sud sono molto accentuate a vantaggio del Nord. Esiste inoltre una disparità di accesso tra uomini e donne, che vede i primi numericamente maggiori delle seconde. Dunque, per quanto analizzato, si può affermare che internet sia potenzialmente uno strumento per aumentare la partecipazione alla vita politica dei cittadini, ma la bassa percentuale di 35


“connessi” e le differenze che ci sono tra regioni e tra generi, fa intendere che, allo stato attuale, sia uno strumento con cui ha famigliarità solo una minima parte della popolazione. Per questo, l’autore si pone una domanda sulla quale è opportuno riflettere: “Malgrado una consapevolezza che dovrebbe essere maggiore proprio in virtù della diffusione della rete […] continuiamo a porci le stesse categorie di domande: emergerà un’elite tecnocratica o torneremo ai principi semplici e puri della democrazia ateniese generando l’erosione di gerarchie e monopoli di potere?” (Zocchi, 2003:38)

E’ una domanda a cui oggi difficilmente si può dare risposta, ma altrettanto difficilmente si può affermare che non vi sia il rischio che un gruppo di persone ristretto, con un’alta conoscenza di questo media, possa formare una elite della Rete, forma autoritaria che lo stesso MoVimento 5 Stelle contrasta con forza. Zocchi, conclude la sua tesi augurandosi che “chiunque abbia a cuore lo sviluppo sostenibile dei processi economici non può ignorare che, attraverso internet, l’alfabetizzazione e la costruzione di infrastrutture per la comunicazione, si creano le premesse per l’integrazione di coloro che, fino a oggi, sono rimasti esclusi dal benessere” (Zocchi, 2003:216).

4.3 I MeetUp: scelta di partecipazione digitale Secondo Biorcio, “le forme di partecipazione a un movimento possono comportare costi e avere effetti di tipo molto diverso per gli individui” (Biorcio, 2003:41). I costi di cui parla l’autore riguardano il tempo libero che ogni attivista sottrae a se stesso dedicandolo alla lista civica. Passando molto tempo con altre persone e condividendone lo scopo comune, le differenze tra un individuo e l’altro si assottigliano ed il gruppo crea una forma di comunità che condivide pratiche e idee. All’interno del MoVimento 5 Stelle Milano, ancora prima che la lista civica prendesse forma e venisse riconosciuta da Grillo, esistevano due gruppi in contrasto tra loro. In questo paragrafo, analizzo il primo gruppo, quello degli iscritti al MeetUp “Amici di Beppe Grillo Milano”. Attraverso le parole di Zocchi, si può descrivere gli iscritti come “una nuova èlite (che) si sta facendo strada, quella degli internauti, le punte della società dell’informazione, quella del dieci per cento dell’umanità che comunica globalmente tramite e-mail, quella di coloro che sono in grado di procurarsi le informazioni in un contesto ormai centrato sulla circolazione della conoscenza” (Zocchi, 2003:14).

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I MeetUp sono forum attraverso i quali Beppe Grillo ha cercato di creare una rete tra i gruppi di persone di identificano nelle cinque stelle del movimento: ambiente, acqua, trasporti, connettività e sviluppo. I forum sono delle “forme di associazionismo online (accumunate) dal desiderio e dalla volontà di condividere esperienze”. (Aime, Cosetta 2001:74). I forum fanno parte dei nuovi media di comunicazione che vengono catalogati come Social Network, gruppi sociali in Rete “costituiti da persone, che si mostrano con il loro nome e cognome, la loro foto, i propri gusti, gli amici, gli eventi a cui partecipano, i gruppi di cui fanno parte” (Aime, Cosetta 2001:78). Analizzando

il

MeetUp

degli

attivisti

milanesi

all’indirizzo

internet

http://www.meetup.com/Grilli-Milano/ si può notare in modo immediato, dall’immagine posta in primo piano, che questo gruppo fa parte della rete creata da Beppe Grillo, in quanto riporta il simbolo del MoVimento 5 Stelle. All’interno del forum, sul lato sinistro si può vedere il numero degli iscritti a questo gruppo, che è di circa duemila persone. Sempre sul lato sinistro, vi sono i profili degli utenti garanti dei contenuti presenti all’interno delle discussioni. Luca, un uomo di quarant’anni, architetto di professione, mi spiega che queste piattaforme hanno la possibilità di stabilire degli organizer, figure che hanno il compito di supervisionare quello che succede all’interno del sito. Essendo Luca un organizer del MeetUp “Amici di Beppe Grillo Milano” mi spiega che lui ha il compito di visionare i profili dei nuovi iscritti, attraverso delle domande poste in fase di registrazione, e di decidere se possano (o meno) far parte di questo gruppo. Faccio notare ad Luca che questo particolare tradisce l’idea che tutti i partecipanti abbiano lo stesso livello di accesso al MeetUp, poiché solo lui ha il potere di decidere se accettare un nuovo iscritto. Luca sembra riconoscere questa incongruità di procedimento, e mi spiega che in parte è dovuta al fatto che la piattaforma impone la figura di organizer. Per risolvere questo problema in un primo tempo si è pensato di sostituire questa figura ogni sei mesi e alla fine in una discussione all’interno del forum è stato deciso di creare un multi-organizer, un organizer al quale possono accedere, attraverso credenziali condivise, più persone. Le discussioni presenti all’interno del forum sono suddivise per cartelle in base ai temi che le accomunano. Una discussione può essere aperta da un qualsiasi partecipante, al quale possono rispondere tutti gli iscritti. Analizzando alcune delle discussioni presenti all’interno del forum, ho potuto notare che, nonostante il numero degli iscritti sia elevato, spesso sono sempre poche persone a scrivere. Questo conferma la tesi sostenuta da Zocchi; pur avendo un mezzo che permette il dialogo in modo veloce e aperto su temi che si scegli di condividere, non tutti partecipano, poiché non tutti ne sentono il bisogno.

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Conoscendo la contrapposizione tra i MeetUp e i Gruppi di Quartiere del movimento milanese, ho aperto una discussione all’interno del forum nel quale chiedevo come gli iscritti si rapportassero con le persone che sono in linea con il MoVimento 5 Stelle, quindi potenziali elettori, ma che per qualsiasi motivo non hanno la possibilità di connettersi a internet. Riporto per intero la risposta di Paolo, 30 anni disoccupato: “Il problema dell'informazione corretta e non asservita è una questione non indifferente nel nostro paese dove sappiamo benissimo a chi e quali gruppi fanno capo i vari media. Se questo MoVimento si muove su internet e ci vuole rimanere è proprio perchè chi non ha accesso alla rete è costretto ad informarsi tramite i canali convenzionali e quindi rimane vittima e succube della disinformazione. Considerato che poco più del 40% degli italiani ha internet, ci si è posti quindi da molti anni su questi boards il problema di COME poter consentire a chi non ha la rete di accedere all'informazione libera. Quindi la soluzione che abbiamo cercato com'anche evidenziato nel programma regionale è quello di facilitare l'accesso alla rete a tutti coloro che non ce l'hanno con varie proposte che potrai leggere e che purtroppo non essendo stati eletti potremmo proporre solo come semplici cittadini alle istituzioni. […] E' la stessa cosa che ormai dice anche Beppe da anni, quello che potrete fare se avete abbastanza tempo e pazienza sarà insegnare a coloro che vogliono avvicinarsi al MoVimento come usarla, un vero e proprio servizio sociale che sarà utile a tutti.

Questa risposta offre numerosi spunti di riflessione. Quello che vorrei mettere in luce è che, nonostante Paolo abbia le idee chiare e capisca, anche dai dati che fornisce, che internet non è uno strumento che tutti i cittadini usano, pensi che chi non ha internet deve imparare ad usarlo, altrimenti non potrà far parte di questo movimento. La convinzione di Paolo fa emergere la contrapposizione interna a questa visione del MoVimento 5 Stelle: l’utilizzo di uno strumento di scarsa diffusione per allargare la partecipazione a tutti. Paolo è a conoscenza di questa contrapposizione, ma in altre occasioni mi ha confermato di essere sicuro che con il cambio generazionale la percentuale di utenti cresce e quindi cresce la partecipazione. 4.4 I Gruppi di Quartiere e la politica sul territorio Nel MoVimento 5 Stelle Milano i MeetUp si contrappongono al secondo gruppo del movimento milanese, che è quella dei cosiddetti “Gruppi di Quartiere”. La filosofia dei partecipanti a questo gruppo è quella che ogni quartiere di Milano, allargato anche alla periferia in un’ottica di città metropolitana, debba avere un gruppo di persone che si ritrovano ogni mese per discutere di ciò che credono sia importante per il proprio territorio.

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Ho partecipato ad alcune riunioni tenutesi in circoli che per l’occasione liberano in modo gratuito delle salette per le attività del gruppo. Durante le riunioni, i partecipanti sono disposti in cerchio, in gruppi di un massimo di otto persone. Prima di iniziare, il gruppo di partecipanti assegna le cariche di verbalizzatore e di moderatore, che cambiano di volta in volta per non dare troppo importanza a queste due figure. Il verbalizzatore ha il compito di riportare in un documento scritto a computer i concetti chiave espressi da ogni partecipante. Il moderatore ha il compito di controllare la discussione, di tenere il tempo degli interventi e di far si che nessuno prenda la parola se non è il suo turno. Una volta scelto l’argomento, si inizia il giro di interventi in senso orario, a partire da uno dei partecipanti scelto dal gruppo in maniera casuale. Uno ad uno, ogni partecipante può esprimere il suo pensiero senza interruzione per quattro minuti. Gli altri partecipanti, nel frattempo, prendono appunti su quello che si discute per poi argomentare le risposte. Di solito le riunioni iniziano alle ventuno e durano due ore. Manlio, un uomo di trentadue anni che lavora come agente immobiliare, mi spiega la filosofia di questo metodo; “In vista delle elezioni, ogni quartiere si trova per discutere i temi riguardanti la sua zona, che sono redatti dal verbalizzatore, in modo scritto, in un verbale. I verbali, una volta che il gruppo ritiene chiuso un argomento, vengono inviati a un gruppo di lavoro che ha il compito di accorpare tutti i verbali delle zone, in prospettiva di redarre il programma da presentare alle elezioni”.

Manlio mi dice essere convinto che il programma che uscirà da questo lavoro sia un “programma partecipativo, al quale qualunque cittadino presente alle riunioni avrà dato il suo contributo”. Dal tempo passato con questi attivisti, ho capito che la loro ideologia e fondamentalista tanto quanto quella degli internauti; i Gruppi di Quartiere criticano ai forum la visione della libertà di espressione, in quanto secondo il loro parere le risposte alle discussioni non sono regolamentate. Manlio mi spiega che “ha provato a partecipare al MeetUp, collegandosi la sera da casa, nel suo tempo libero, ma ha visto che esistono utenti che rispondono molte volte alle discussioni, risultando sempre presenti, e che i suoi interventi non viene preso in considerazione, poiché sporadici.” Non partecipando ai forum in Rete, i Gruppi di Quartiere si allontanano dall’ideologia e dalle pratiche del MoVimento 5 Stelle. Durante una riunione faccio notare a Manlio e a tutti i partecipanti che anche nel loro metodo ci sono, a mio avviso, delle lacune che riguardano la fedeltà dei verbali che ho avuto modo di leggere. Molti attivisti (non Manlio) si trovano d’accordo con quanto detto, osservando che

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“quello che è riportato nei verbali spesso non è il reale pensiero di chi lo ha espresso, ma è mediato dal verbalizzatore”. Manlio risponde che questo metodo “può non essere perfetto, ma rimane comunque il migliore per allargare la partecipazione ai cittadini”. Queste due anime, come detto in precedenza, erano presenti prima della creazione della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano; sono stati gli attivisti di uno e dell’altro schieramento, quelli che non avevano posizioni radicali, a dar vita al gruppo di lavoro per la lista civica. Gino, pensionato di 61 anni, mi racconta che per due anni ha partecipato ad entrambi i gruppi. Afferma che per cercare di unire in qualche modo le due anime del movimento bisogna “adottato in parte entrambi i metodi, rimanendo fedeli alla Rete come strumento principale di condivisione, ma organizzando anche delle serate in diversi quartieri per incontrare i cittadini e spiegare loro quale sia il programma che la lista civica presenterà alle elezioni.” In questo modo si è cercato di colmare il più possibile la distanza tra un’anima e l’altra, creando un senso di comunità che gli attivisti mi riferiscono essere molto importante, poiché il tempo che si condivide con gli altri attivisti è molto e quindi deve essere ben vissuto. Vi sono molte similitudini nella comunità che ho osservato all’interno del movimento milanese e in quella descritta da Stefano Boni in Vivere senza padroni (2006). L’autore nel testo descrive la comunità senese (quella da lui presa ad esempio) definendola il “noi”; “il noi indica una soggettività plurale, un senso di appartenenza attivo. È un “noi” indefinito […] perché lascia aperte diverse interpretazioni su dove tracciare quel confine tra chi sta dentro e chi sta fuori”. (Boni, 2006:14) Le differenze tra le due comunità sono molte: lo scontro con le forze dell’ordine, più violento nella sinistra, il rapporto con la politica, che nel MoVimento 5 Stelle è nullo e la condivisione all’interno della comunità, molto più accentata nei movimenti di sinistra descritti da Boni, che spesso conducevano all’occupazione di edifici e alla convivenza. Tuttavia esistono elementi comuni fra gli attivisti descritti da Boni e il MoVimento 5 Stelle, ovvero la poca definizione dei confini delle due comunità. Entrambe risultano essere comunità aperte, in continuo mutamento, dove non ci sono strutture gerarchiche che dirigono il gruppo, ma è il gruppo stesso che decide cosa fare e quali iniziative portare avanti. Il gruppo è dunque importante, ma in entrambe le comunità la partecipazione al gruppo è fatta per “mettere in pratica per quanto possibile, un ideale di individuo […] libero da costrizioni e limitazioni. La libertà, però, non è intesa ne come tutela di una sicurezza messa a repentaglio da pericoli più o memo immaginari […] ne in senso economicista, legata alla salvaguardia della proprietà privata. La libertà del “noi” è invece intesa come libera formazione di un’identità singolare” (Boni, 2006:21). Anche nel MoVimento 5 Stelle, si partecipa per creare una propria identità, libera dal pensiero dominante della società e dai mass media.

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Capitolo 5: Due diversi modi di fare ricerca Lo studio etnografico del MoVimento 5 Stelle non può essere compiuto solo attraverso ricerche sul territorio, in quanto questo movimento nasce e si sviluppa in Rete. Nel mio lavoro ho dunque affrontato due diverse modalità di ricerca: la prima modalità può definirsi “fisica”, compiuta attraverso i colloqui avuti con gli attivisti milanesi. La seconda modalità si può definire “virtuale”, compiuta visitando molti forum e siti web in Rete. In questo capitolo esamino aspetti emersi da entrambe le etnografie. Nel primo paragrafo, metto in luce l’iconografia del movimento e mostro come attraverso l’utilizzo di una terminologia specifica, si creino le identità dei grillini. Nel secondo paragrafo, analizzando il testo di Appadurai, Modernità in polvere (2001), esamino come in Rete si formino quelli che l’autore definisce “vicinati virtuali”. Nel terzo paragrafo descrivo la comunità dei grillini milanesi attraverso i dati raccolti nelle ricerche etnografiche. Nel quarto ed ultimo paragrafo, riprendendo il testo di Rosanvallon, La politica nell’era della sfiducia (2006), metto in luce l’idea che gli attivisti della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano anno sulla politica italiana. 5.1 L’iconografia del MoVimento 5 Stelle L’Articolo 3 del “non Statuto” riporta che “il nome del MoVimento 5 Stelle viene abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso dello stesso”30. Il logo del MoVimento 5 Stelle31 è di forma rotonda, contornato da una circonferenza di colore rosso e con uno sfondo bianco. È stato creato dalla Casaleggio & Associati, azienda che si occupa di comunicazione e che organizza gli spettacoli di Beppe Grillo. All’interno del logo è presente una scritta che riporta la parola “MOVIMENTO”, posizionata al centro del logo. La parola è di colore nero, scritta in maiuscolo. Fa eccezione la V, scritta con un altro carattere e di colore rosso. Questa V riprende il logo di due eventi che hanno portato alla nascita del MoVimento 5 Stelle, i V-Day, giornate di assembramento in piazza a cui parteciparono centinaia di migliaia di attivisti32 Sotto la scritta sono presenti cinque stelle messe in ordine orizzontale, tutte di grandezza uguale e di colore giallo. Sotto alle stelle è riportata la scritta beppegrillo.it, di colore nero, che riprende la forma della circonferenza esterna. 30

Articolo 3 del “Non Statuto”. V. allegato 1 nella sezione “Allegati” V. Allegato n. 5 nella sezione “Allegati” 32 V. cap. 2 par. 2 31

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È utile analizzare il logo del MoVimento 5 Stelle poiché gli elementi che lo compongono servono a creare l’ideologia che sta alla base del movimento stesso. La parola “movimento” può essere ricondotta alla storia dei movimenti sociali italiani, che negli anni ’60 e ’70 furono gruppi di cittadini che influenzarono vita politica italiana33. Silvia, 45 anni, segue il MoVimento 5 Stelle dal 2009. Mi spiega che secondo il suo parere la parola movimento è stata scelta “per far capire ai cittadini che il nostro è un gruppo di persone che lavora in modo autonomo, senza dirigenti di partito che ci dicono cosa fare”. La parola movimento per Silvia dà l’idea che questo soggetto politico sia “sempre in cammino verso gli obiettivi delle cinque stelle, al contrario dei soliti partiti che sono fermi a vecchie idee”. Le cinque stelle stanno a indicare i cinque temi fondanti l’ideologia del movimento: ambiente, acqua, sviluppo, trasporti, connettività. Secondo l’opinione di Vincenzo, studente universitario di 23 anni, l’uso dei simboli delle stelle è riconducibile alla tabella di valutazione del circuito alberghiero. Vincenzo mi spiega che “il circuito alberghiero assegna da uno a cinque stelle a tutti gli Hotel per definirne la qualità dei servizi, in modo che i consumatori conoscano prima il livello della struttura nella quale si recano. Con le cinque stelle, i cittadini capiscono subito che il nostro è un movimento di alto livello civico” La scritta Beppe Grillo, mi spiegano gli attivisti, è inserita per ricordare “da dove è nato tutto”. La terminologia è importante per la creazione dell’identità. “La lingua è una manifestazione che attiva il processo di identificazione del parlante in due direzioni: a livello collettivo, egli viene identificato dagli altri come membro di un certo gruppo (e) a livello individuale la lingua che parla è il mezzo attraverso il quale […] si identifica come appartenente ad un certo gruppo” (Matera, 2008:41). Anche l’ideologia del MoVimento 5 Stelle è ricca di terminologie specifiche. In questo lavoro analizzo il termine “Casta”, usato molte volte dagli attivisti per definire la classe politica italiana. La parola “Casta” è un termine che è diventato di uso frequente grazie la pubblicazione del libro La Casta. Così i politici sono diventati intoccabili (2007). Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella in questo libro descrivono tutti i privilegi che hanno i politici italiani essendo funzionari dello stato. “È normale che un Ministro della Giustizia […] possa andare in uno dei posti più belli del mondo, nel villaggio vacanze nell’area della colonia penale di Is Arenas, in Sardegna, costruito con i soldi trattenuti sugli stipendi delle guardie carcerarie che ne fruiscono a rotazione?34” (Stella, Rizzo 2007:11)

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V. Boni, S., 2003, Sociologia Politica, Bologna, il Mulino cap.3 Gli autori si riferiscono ad una polemica che nel 2007 riguardava l’allora Ministro della Giustizia, Roberto Castelli, accusato di aver portato la famigli in vacanza a spese dello Stato. 34

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Nell’ideologia del MoVimento 5 Stelle, la politica è diventata un mezzo usato dalla casta di politici per arricchirsi. All’interno del programma che la lista civica MoVimento 5 Stelle presenta per le elezioni di Milano35, il terzo punto è chiamato “Basta con la casta”, e si articola in tre punti: OBIETTIVO 1: VALUTIAMO COME LAVORA L'AMMINISTRAZIONE PER I CITTADINI Valutazione oggettiva delle prestazioni dell'Amministrazione su alcune aree a maggiore impatto sui cittadini OBIETTIVO 2: SPENDIAMO MEGLIO I SOLDI PUBBLICI Revisione organizzativa con valutazioni sulla efficienza ed efficacia della organizzazione e delle allocazioni di risorse OBIETTIVO 3: FUORI I PORTAORDINI DEI POLITICI Cessazione del ricorso a dirigenti esterni e valorizzazione di tutto il personale interno.

5.2 Vicinati virtuali Per compiere le ricerche in Rete, mi sono iscritto a otto MeetUp (compreso quello già citato di Milano) della provincia del nord Milano, che si riferiscono ai comuni di Cormano, Paderno Dugnano, Cinisello Balsamo, Sesto San Giovani, Arese e Busto Arsizio. Partecipando alle discussioni presenti su questi forum si può notare come alcuni dei partecipanti siano iscritti non solo al gruppo del proprio territorio comunale, ma anche ai gruppi dei comuni limitrofi. Sul forum di Cormano ho avuto modo di leggere che l’11 ottobre del 2010 fu organizzata una riunione denominata “Facciamo un MeetUp per la provincia del nord Milano”. Questo evento aveva come obiettivo la creazione di un collegamento tra tutti i MeetUp della zona nord di Milano per aiutarsi nell’organizzare manifestazioni di propaganda del MoVimento 5 Stelle. Per capire la relazione che esiste tra i diversi gruppi di grillini iscritti ai MeetUp, è utile analizzare il concetto di vicinati virtuali introdotto da Appadurai (2001), che li definisce come “forme originali di comunicazione elettronica […] non più legati a territori, passaporti, tasse, elezioni, o altre forme convenzionali dell’appartenenza politica, ma dipendenti esclusivamente dall’accesso […] a queste vaste reti internazionali” (Appadurai 2001:252)

Appadurai spiega che è difficile definire la morfologia sociale di questi vicinati, ma si tratta di vere e proprie comunità che manipolano informazioni e creano legami che influenzano tutti i settori della vita quotidiana. 35

In quanto non esiste una versione cartacea, è possibile visionare l’intero programma all’indirizzo http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/milano/programma.html

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Appadurai nella sua tesi dà molta importanza alla nascita dei vicinati virtuali, in quanto sono in grado di mobilitare idee e opinioni che “spesso influiscono direttamente i vicinati reali” Appadurai, 2001:252) Attraverso i vicinati virtuali, l’autore spiega che sono in costruzione nuove tipologie di località, che prescindono dallo spazio territoriale. Secondo la tesi di Appadurai, “la dimensione sociale del contesto dei vicinati richiama l’idea di etnorama, “un termine che (ha) coniato per prendere le distanze dll’idea che le identità collettive implichino necessariamente che le culture debbano essere considerate forme delimitate dal punto di vista spaziale” (Appadurai, 2001:236)

A creare i vicinati virtuali sono le nuove popolazioni de territorializzate ed in continuo movimento che costituiscono gli etnorami odierni attraverso una “struttura di sentimento, dovendo spesso far fronte all’erosione […] dei vicinati come formazioni sociali coerenti.” (Appadurai, 2001:256) I MeetUp sono vicinati virtuali che creano comunità politiche all’interno delle quali ogni utente può partecipare alla creazione di luoghi geograficamente non posizionati. 5.3 La comunità dei grillini milanesi Dalle ricerche effettuate in Rete e nella sede di via Candiani a Milano, emerge che la comunità degli attivisti milanesi è un gruppo eterogeneo. I dati presi in esame sono: età, sesso, lavoro, ed esperienze politiche. Età La raccolta dei dati evidenzia che gli attivisti hanno un’età che va dai 20 ai 30 anni. La presenza di partecipanti sotto i trent’anni è bassa, nonostante il MoVimento 5 Stelle si rivolga in particola modo ai giovani, i quali dovrebbero aver maggiore accesso alla Rete. La voglia di interpellare i giovani da parte degli attivisti milanesi è giustificata dalla decisione di presentare un ragazzo di venti anni come candidato sindaco alle elezioni di Milano. Sesso Il gruppo di Milano vede una prevalenza di uomini rispetto alle donne, con un rapporto di circa una donna ogni quattro uomini. All’assemblea generale del 15 gennaio 2010 si è innescata una polemica all’interno del MoVimento 5 Stelle Milano, che riguardava gli attivisti proposti per ricoprire il ruolo di candidato sindaco della lista civica. La lista presentava una mancanza di rappresentatività femminile, essendo tutti e nove i candidati uomini.

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Lavoro Gli attivisti del MoVimento 5 Stelle Milano non sono classificabili in base al lavoro, in quanto nel gruppi sono presenti diverse forme professionali tra le quali studenti, liberi professionisti, operai, pensionati e impiegati. Non vi è una figura professionale presente in maggiore percentuale rispetto alle altre. Esperienze Politiche Dai colloqui avuti con gli attivisti della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano e dalle ricerche effettuate in Rete, risulta che la quasi totalità dei partecipanti non ha avuto esperienze passate in altri movimenti politici. Quattro attivisti, tutti di età superiore hai cinquantacinque anni, mi hanno riferito di aver militato in partiti dell’area di centro-sinistra. Per definire un gruppo di persone che si relaziona prevalente attraverso il web è utile riprendere il testo di Aime, Il dono al tempo di internet, nel quale l’autore analizza la nuova cultura del dono all’interno delle comunità in Rete. Aime si domanda se “queste forme di aggregazione, che nascono sulla rete, siano paragonabili a vere comunità o siano invece pseudocomunità, cioè aggregazioni spersonalizzate, rese possibili solo da un media come il web, che consente interazioni anche di carattere limitato e senza un elevato grado di coinvolgimento” (Aime, 2010:92)

Aime afferma che anche nelle comunità virtuali, così come in quelle reali, è presente il dono. Il dono all’interno di questi gruppi è inteso come la possibilità di costruire reti che permettano agli utenti di connettersi. La condivisione però, essendo spesso segnata dall’anonimato reciproco, non conduce necessariamente alla creazione di legami. Inoltre Aime afferma che la Rete è vista da molti utenti come “qualcosa di freddo, in cui non investire troppo a livello emotivo, se non nell’ambito di una persecuzione di relazioni già avviate precedentemente.” (Aime, 2010:104). Ciò che risulta mancante dai rapporti che hanno gli utenti in Rete sono le relazioni emotive che scaturiscono dagli incontri faccia a faccia. “Gli strumenti messi a disposizione dalla rete sono ancora molto imperfetti: non permettono di scaldare e di qualificare gli scambi attraverso la comunicazione non verbale” (Aime, 2010:104). Aime arriva dunque a definire i rapporti vissuti attraverso la Rete come uno scambio di doni senza relazione. Durante le ricerche in Rete ho chiesto a tutti gli organizer dei MeetUp a cui sono iscritto con che frequenza organizzassero riunioni al di fuori del forum. La risposta avuta da tutti e otto è stata che le riunioni al di fuori della Rete vengono fatte solo quando è necessario organizzare manifestazioni per promuovere il MoVimento 5 Stelle. Marco, trentanove anni, è iscritto al MeetUp Amici di Beppe Grillo Milano dal 2008 e partecipa da dicembre del 2010 alla creazione della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano. Si definisce un 45


ragazzo timido e mi racconta di avere avuto qualche difficoltà le prime volte che ha partecipato alle riunioni in via Candiani. “Scrivendo sul forum riuscivo ad esprimermi meglio, perché prima di rispondere potevo farmi un giro sulla Rete e informarmi sul tema che si stava trattando.” Nelle riunioni ho realizzato che Marco prendeva parola poche volte. Mi riferisce che “spesso si trova a disagio o perché non conosce il tema trattato oppure perché non conosce gli altri attivisti e non sa come dialogare con loro”. 5.4 Il rapporto tra gli attivisti e la politica L’articolo quattro del “Non Statuto” riporta che “il “MoVimento 5 Stelle” intende raccogliere l’esperienza maturata nell’ambito del blog www.beppegrillo.it, dei “meetup”, delle manifestazioni ed altre iniziative popolari e delle “Liste Civiche Certificate” e va a costituire, nell’ambito del blog stesso, lo strumento di consultazione per l’individuazione, selezione e scelta di quanti potranno essere candidati a promuovere le campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica promosse da Beppe Grillo così come le proposte e le idee condivise nell’ambito del blog www.beppegrillo.it, in occasione delle elezioni per la Camera dei Deputati, per il Senato della Repubblica o per i Consigli Regionali e Comunali, organizzandosi e strutturandosi attraverso la rete Internet cui viene riconosciuto un ruolo centrale nella fase di adesione al MoVimento, consultazione, deliberazione, decisione ed elezione.”36

Il MoVimento 5 Stelle è un movimento politico che ha lo scopo quello di far eleggere i suoi rappresentanti alle cariche pubbliche statali. È entrato nella competizione elettorale perché “l'organizzazione attuale dello Stato è burocratica, sovradimensionata, costosa, inefficiente. Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere il candidato, ma solo il simbolo del partito La Costituzione non è applicata. I partiti si sono sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio.”37

Dalle parole scritte all’interno del “Programma 2.0” si denota che gli attivisti del MoVimento 5 Stelle nutrano un sentimento di sfiducia nei confronti delle autorità statali. Inoltre, il V2-Day, organizzato contro le testate giornalistiche, dimostra che è opinione dei grillini che oggi l’informazione non sia più attendibile. È utile analizzare dunque il rapporto che hanno gli attivisti del movimento di Beppe Grillo con la politica e con l’opinione pubblica nazionale.

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V. allegato n. 1 nella sezione “Allegati” V. allegato n. 3 nella sezione “Allegati

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Durante le riunioni all’interno della sede di via Candiani, gli attivisti dibattono spesso su quale sarà il compito della persona che verrà eletta. Gli attivisti sono convinti che il loro scopo alle prossime elezioni milanesi sia quello di far eleggere un consigliere comunale. Santo, 56 anni, è uno dei nove candidati a sindaco del MoVimento 5 Stelle. Durante una riunione, afferma che “il compito di chi verrà eletto, come dice Beppe (riferendosi a Grillo), è quello di portare le istanze del MoVimento 5 Stelle dentro il comune. Dovrà avere la funzione di un terminale, portando in consiglio comunale tutte le proposte che discuteremo in sede e sulla Rete.” Un altro compito che dovrà avere, secondo Santo, è quello di “vigilare quello che fa l’amministrazione. Se riusciremo ad essere in consiglio comunale, potremo vigilare su ciò che fanno gli assessori, soprattutto nelle commissioni.” L’importanza del ruolo di controllo è sottolineata da Rosanvallon, nel libro La politica nell’era della sfiducia (2006). Rosanvallon afferma che la nozione di potere di sorveglianza ha origine agli inizi della Rivoluzione francese per bilanciare la tendenza dei rappresentanti politici a rendersi autonomi. In quella che l’autore definisce contro-democrazia, il cittadino deve svolgere due compiti: vigilare e denunciare. “La vigilanza corregge le aritmie della chiamata alle urne tenendo il popolo sempre pronto, facendo del popolo […] un gigante pronto a scattare”. (Rosanvallon, 2006:39) Rosanvallon afferma che in occidente i governi tendono ad imporsi dall’alto, con l forza. A questa prospettiva si contrappone un governo dal basso, che ha il compito di vigilare sull’operato dello stato. La vigilanza, secondo l’autore, “è non-azione o non-conflitto, ma produce effetti politici e, a suo modo, coinvolge la gente” (Rosanvallon, 2006:41). Pur manifestandosi in modi molteplici è direttamente politica. Essa svolge sempre un ruolo essenziale di richiamo e di protesta, soprattutto nei periodi di conflitto o di crisi. Il secondo compito di un cittadino è denunciare. Denunciare secondo Rosanvallon significa svelare uno scandalo: “la figura dello scandalo si è imposta come l’unico oggetto pertinente dell’attività sociale di denuncia”. (Rosanvallon, 2006:47). Lo scandalo è efficace come azione di denuncia in quanto va a colpire la reputazione di un politico o di un’istituzione. La reputazione “è il principio cardine delle democrazie d’opinione, nel senso che ne costituisce il regolatore sociale interno, il quale si somma ai meccanismi propriamente istituzionali”. (Rosanvallon, 2006:53). Secondo Rosanvallon, oggi la maggior parte di cittadini non svolge più questo compito. Il MoVimento 5 Stelle è quello che l’autore definisce come nuova militanza: “Loro obiettivo è di sollevare problemi e influenzare i poteri, non di rappresentare la popolazione. Una caratteristica comune (a tutti i movimenti sociali) è che non cercano di prendere il potere, ma di influenzarlo: concretamente, ritengono che la vita democratica si organizza attraverso la tensione tra sfera elettorale-rappresentativa e universo

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contro-democratico, e non più attraverso la semplice libera competizione per l’esercizio del potere governativo.” (Rosanvallon, 2006:68).

Dietro l’iconografia e la mitologia del MoVimento 5 Stelle sembra esserci uno studio operato dalla Casaleggio & Associati sulle dinamiche dei movimenti sociali italiani e sulla comunicazione in Rete. Beppe Grillo, recepita la sfiducia che una parte della popolazione nutre nei confronti della politica, è riuscito a creare su tutto il territorio nazionale gruppi eterogenei di persone che si riuniscono nel web e dibattono sui temi delle cinque stelle. Queste gruppi hanno creato una rete di contatti a livello nazionale, formando una comunità (i grillini) che ha come scopo quello di sovvertire la “casta” dei politici italiani.

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Conclusione In questo lavoro, l’approccio etnografico del MoVimento 5 Stelle e, in particolare, della lista civica MoVimento 5 Stelle Milano ha consentito una comprensione critica dell’ideologia e dei miti fondanti del MoVimento 5 Stelle. La domanda fondamentale della ricerca, se cioè la lista civica MoVimento 5 Stelle Milano sia da un lato, radicalmente diversa dai movimenti sociali milanesi che l’hanno preceduta e dall’altro, assai simile, nel suo riferimento costante a un leader fondante, agli attuali partiti di maggioranza in Italia, ha trovato numerose risposte. La frequentazione della sede di via Candiani, le interviste ai diversi attivisti e, infine, l’osservazione partecipante delle pratiche di integrazione legate a internet descrivono un movimento di “democrazia dal basso”, per riprendere la terminologia suggerita da Appadurai (Appadurai, 2001). Certo, l’ideologia del MoVimento 5 Stelle è stata creata da Beppe Grillo. La sua sola volontà però non sarebbe stata in grado di creare la rete di relazioni a livello nazionale che oggi possiede il MoVimento 5 Stelle. Gli attivisti, tramite la creazione delle “Liste Civiche a 5 Stelle”, hanno concretizzato il loro impegno politico iniziato con i MeetUp sulla Rete, ed oggi possono contare su 40 eletti presenti nelle amministrazioni comunali e regionali di tutta Italia. Gli attivisti milanesi sembrano avere un’idea archetipica del concetto di democrazia. Nei loro discorsi, il tentativo di ricostruire un “Agora virtuale” si basa su una visione ideale della democrazia ateniese del 500 a.c. (Dunn, 2008). Tuttavia, il concetto di “allargamento della partecipazione”, spesso posto come meta da raggiungere, raramente viene concretizzato, in quanto il media più utilizzato per comunicare è internet e la Rete, come è emerso dai testi citati, possiede ancora basse percentuali di diffusione sul territorio italiano. Va però rilevato che se il MoVimento 5 Stelle è una comunità virtuale, la lista civica non lo è. Il MoVimento 5 Stelle diventa reale nel momento in cui decide di affrontare i partiti allo scontro elettorale nella protesta contro la “casta” dei politici italiani. Diventa un movimento di proposte quando si presenta alle elezioni con un programma elettorale creato dagli attivisti.

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Bibliografia Aime, Marco e Cossetta, Anna, 2010, Il dono al tempo di internet, Torino, Eiunaudi Appadurai, Arjun, 2001, Modernità in polvere, Roma, Meltemi Appadurai, Arjun, 2001, “Deep democracy: urban governmentality and the horizon of politics” in Environment and Urbanization, 13/23 Appadurai, Arjun, 2005, Sicuri da morire, Roma, Meltemi Biorcio, Roberto, 2003, Sociologia politica, Bologna, il Mulino Boni, Stefano, 2006, Vivere senza padroni, Milano, Eleuthera Dunn, John, 2008, Il mito degli uguali, Milano, Egea Fabietti, Ugo, 2001, Storia dell’antropologia, Bologna, Zanichelli Geertz, Clifford, 1993, “Religion as a cultural system” in Geertz, Clifford The interpretation of cultures: selected essays, 87/125 Gomez, Peter e Travaglio, Marco, 2004, Regime, Milano, Rsc libri Granieri, Giuseppe, 2005, Blog Generation, Bari, Laterza Matera, Vincenzo, 2008, Comunicazione e cultura, Roma, Carocci Michelotto, Paolo, 2008, Democrazia dei cittadini, Vicenza, Troll Libri Paley, Julia, 2002, “Toward an anthropology of democracy” in Annual Review of Anthropology, vol. 31, 469/496 Rizzo, Sergio e Stella, 2007, Gian Antonio, La casta, Milano, Rcs libri Rosanvallon, Pierre, 2006, La politica nell’era della sfiducia, Troina, Città aperta Scheper-Hughes, Nancy, 1995, “The primacy of the ethical. Proposition for a Militant Anthropology” in Current Anthropology, vol. 36, n. 3, 409/440 Seymour-Smith, Charlotte, 1991, Dizionario di antropologia, Firenze, Rcs Sansoni Travaglio, Marco, 2006, La scomparsa dei fatti, Milano, il Saggiatore Zocchi, Paolo, 2003, Internet. La democrazia possibile, Milano, Guerini e Associati

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Siti Citati http://www.c6.tv http://www.casaleggio.it/ http://www.beppegrillo.it/ http://www.beppegrillo.it/listeciviche http://www.beppegrillo.it/meetup/ http://www.beppegrillo.it/movimento/ http://www.feltrinelli.it/beppegrillo http://www.meetup.com/beppegrillo-887/ http://www.meetup.com/Grilli-Milano/ http://www.paolomichelotto.it

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Allegati Allegato 1: “Non Statuto” Allegato 2: “La Carta di Firenze” Allegato 3: “Il Programma 2.0” Allegato 4: Volantino di propaganda Allegato 5: logo MoVimento 5 Stelle e logo V-Day

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Al l e g a t o1


REGOLAMENTO

Articolo 1 – Natura e Sede .................................................................................................................................................. 3 Articolo 2 - Durata .............................................................................................................................................................. 3 Articolo 3 – Contrassegno ................................................................................................................................................... 3 Articolo 4 – Oggetto e finalità ............................................................................................................................................. 3 Articolo 5 – Adesione al MoVimento .................................................................................................................................. 3 Articolo 6 – Finanziamento delle attività svolte sotto il nome del “MoVimento 5 Stelle” ................................................. 4 Articolo 7 – Procedure di designazione dei candidati alle elezioni..................................................................................... 4

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ARTICOLO 1 – NATURA E SEDE Il “MoVimento 5 Stelle” è una “non Associazione”. Rappresenta una piattaforma ed un veicolo di confronto e di consultazione che trae origine e trova il suo epicentro nel blog www.beppegrillo.it La “Sede” del “MoVimento 5 Stelle” coincide con l’indirizzo web www.beppegrillo.it. I contatti con il MoVimento sono assicurati esclusivamente attraverso posta elettronica all’indirizzo MoVimento5stelle@beppegrillo.it.

ARTICOLO 2 - DURATA Il MoVimento 5 Stelle, in quanto “non associazione”, non ha una durata prestabilita.

ARTICOLO 3 – CONTRASSEGNO Il nome del MoVimento 5 Stelle viene abbinato a un contrassegno registrato a nome di Beppe Grillo, unico titolare dei diritti d’uso dello stesso.

ARTICOLO 4 – OGGETTO E FINALITÀ Il “MoVimento 5 Stelle” intende raccogliere l’esperienza maturata nell’ambito del blog www.beppegrillo.it, dei “meetup”, delle manifestazioni ed altre iniziative popolari e delle “Liste Civiche Certificate” e va a costituire, nell’ambito del blog stesso, lo strumento di consultazione per l’individuazione, selezione e scelta di quanti potranno essere candidati a promuovere le campagne di sensibilizzazione sociale, culturale e politica promosse da Beppe Grillo così come le proposte e le idee condivise nell’ambito del blog www.beppegrillo.it, in occasione delle elezioni per la Camera dei Deputati, per il Senato della Repubblica o per i Consigli Regionali e Comunali, organizzandosi e strutturandosi attraverso la rete Internet cui viene riconosciuto un ruolo centrale nella fase di adesione al MoVimento, consultazione, deliberazione, decisione ed elezione. Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.

ARTICOLO 5 – ADESIONE AL MOVIMENTO L’adesione al MoVimento non prevede formalità maggiori rispetto alla registrazione ad un normale sito Internet. Il MoVimento è aperto ai cittadini italiani maggiorenni che non facciano parte, all’atto della richiesta di adesione, di partiti politici o di associazioni aventi oggetto o finalità in contrasto con quelli sopra descritti.

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La richiesta di adesione al MoVimento verrà inoltrata tramite Internet; attraverso di essa, l’aspirante Socio provvederà a certificare di essere in possesso dei requisiti previsti al paragrafo precedente. Nella misura in cui ciò sia concesso, sulla scorta delle vigenti disposizioni di legge, sempre attraverso la Rete verrà portato a compimento l’iter di identificazione del richiedente, l’eventuale accettazione della sua richiesta e l’effettuazione delle relative comunicazioni. La partecipazione al MoVimento è individuale e personale e dura fino alla cancellazione dell’utente che potrà intervenire per volontà dello stesso o per mancanza o perdita dei requisiti di ammissione.

ARTICOLO 6 – FINANZIAMENTO DELLE ATTIVITÀ SVOLTE SOTTO IL NOME DEL “MOVIMENTO 5 STELLE” Non è previsto il versamento di alcuna quota di adesione al MoVimento. Nell’ambito del blog www.beppegrillo.it potranno essere aperte sottoscrizioni su base volontaria per la raccolta di fondi destinati a finanziare singole iniziative o manifestazioni.

ARTICOLO 7 – PROCEDURE DI DESIGNAZIONE DEI CANDIDATI ALLE ELEZIONI In occasione ed in preparazione di consultazioni elettorali su base nazionale, regionale o comunale, il MoVimento 5 Stelle costituirà il centro di raccolta delle candidature ed il veicolo di selezione e scelta dei soggetti che saranno, di volta in volta e per iscritto, autorizzati all’uso del nome e del marchio “MoVimento 5 Stelle” nell’ambito della propria partecipazione a ciascuna consultazione elettorale. Tali candidati saranno scelti fra i cittadini italiani, la cui età minima corrisponda a quella stabilita dalla legge per la candidatura a determinate cariche elettive, che siano incensurati e che non abbiano in corso alcun procedimento penale a proprio carico, qualunque sia la natura del reato ad essi contestato. L’identità dei candidati a ciascuna carica elettiva sarà resa pubblica attraverso il sito internet appositamente allestito nell’ambito del blog; altrettanto pubbliche, trasparenti e non mediate saranno le discussioni inerenti tali candidature. Le regole relative al procedimento di candidatura e designazione a consultazioni elettorali nazionali o locali potranno essere meglio determinate in funzione della tipologia di consultazione ed in ragione dell’esperienza che verrà maturata nel tempo.

Versione del 10/12/2009

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Allegato 2


Al l e g a t o3


PROGRAMMA

Stato e cittadini ................................................................................................................................................................... 3 Energia ................................................................................................................................................................................ 4 Informazione....................................................................................................................................................................... 6 Economia ............................................................................................................................................................................ 7 Trasporti ............................................................................................................................................................................. 8 Salute .................................................................................................................................................................................. 9 Istruzione .......................................................................................................................................................................... 11

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STATO E CITTADINI L'organizzazione attuale dello Stato è burocratica, sovradimensionata, costosa, inefficiente. Il Parlamento non rappresenta più i cittadini che non possono scegliere il candidato, ma solo il simbolo del partito La Costituzione non è applicata. I partiti si sono sostituiti alla volontà popolare e sottratti al suo controllo e giudizio. - Abolizione delle province - Accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti - Abolizione del Lodo Alfano - Insegnamento della Costituzione ed esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico - Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica - Eliminazione di ogni privilegio particolare per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione dopo due anni e mezzo - Divieto per i parlamentari di esercitare un'altra professione durante il mandato - Stipendio parlamentare allineato alla media degli stipendi nazionali - Divieto di cumulo delle cariche per i parlamentari (esempio: sindaco e deputato) - Non eleggibilità a cariche pubbliche per i cittadini condannati - Partecipazione diretta a ogni incontro pubblico da parte dei cittadini via web, come già avviene per Camera e Senato - Abolizione delle Authority e contemporanea introduzione di una vera class action - Referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum - Obbligatorietà della discussione parlamentare e del voto nominale per le leggi di iniziativa popolare - Approvazione di ogni legge subordinata alla effettiva copertura finanziaria - Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima delle loro approvazione per ricevere i commenti dei cittadini.

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ENERGIA Se venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più. Dal 2002 la legge tedesca, e più di recente la normativa in vigore nella Provincia di Bolzano, fissano a 7 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato calpestabile all’anno il consumo massimo consentito nel riscaldamento ambienti. Meno della metà del consumo medio italiano. Utilizzando l’etichettatura in vigore negli elettrodomestici, nella Provincia di Bolzano questo livello corrisponde alla classe C, mentre alla classe B corrisponde a un consumo non superiore a 5 litri di gasolio, o metri cubi di metano, e alla classe A un consumo non superiore a 3 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato all’anno. Nel riscaldamento degli ambienti, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve articolarsi nei seguenti punti: - Applicazione immediata della normativa, già prevista dalla legge 10/91 e prescritta dalla direttiva europea 76/93, sulla certificazione energetica degli edifici - Definizione della classe C della provincia di Bolzano come livello massimo di consumi per la concessione delle licenze edilizie relative sia alle nuove costruzioni, sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti - Riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti - Agevolazioni sulle anticipazioni bancarie e semplificazioni normative per i contratti di ristrutturazioni energetiche col metodo esco (energy service company), ovvero effettuate a spese di chi le realizza e ripagate dal risparmio economico che se ne ricava - Elaborazione di una normativa sul pagamento a consumo dell’energia termica nei condomini, come previsto dalla direttiva europea 76/93, già applicata da altri Paesi europei. Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38%. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del 55/60%. La co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, con utilizzo del calore nel luogo di produzione e trasporto a distanza dell’energia elettrica, consente di utilizzare il potenziale energetico del combustibile fino al 97%. Le inefficienze e gli sprechi attuali nella produzione termoelettrica non sono accettabili né tecnologicamente, né economicamente, né moralmente, sia per gli effetti devastanti sugli ambienti, sia perché accelerano l’esaurimento delle risorse fossili, sia perché comportano un loro accaparramento da parte dei Paesi ricchi a danno dei Paesi poveri. Non è accettabile di per sé togliere il necessario a chi ne ha bisogno, ma se poi si spreca, è inconcepibile. Per accrescere l’offerta di energia elettrica non è necessario costruire nuove centrali, di nessun tipo. La prima cosa da fare è accrescere l’efficienza e ridurre gli sprechi delle centrali esistenti, accrescendo al contempo l’efficienza con cui l’energia prodotta viene utilizzata dalle utenze (lampade, elettrodomestici, condizionatori e macchinari industriali). Solo in seguito, se l’offerta di energia sarà ancora carente, si potrà decidere di costruire nuovi impianti di generazione Pagina 4 di 11

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elettrica.

Nella produzione di energia elettrica e termica,

una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve articolarsi nei seguenti punti: - Potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali termoelettriche esistenti - Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie con processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi ecc. - Estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere l’energia elettrica anche agli impianti di microcogenerazione di taglia inferiore ai 20 kW - Incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla microcogenerazione diffusa la normativa del conto energia, vincolandola ai kW riversati in rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore vuote - Applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi comportano - Eliminazione degli incentivi previsti dal CIP6 alla combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili - Legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò - Incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale - Incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici.

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INFORMAZIONE L’informazione è uno dei fondamenti della democrazia e della sopravvivenza individuale. Se il controllo dell’informazione è concentrato in pochi attori, inevitabilmente si manifestano derive antidemocratiche. Se l’informazione ha come riferimenti i soggetti economici e non il cittadino, gli interessi delle multinazionali e dei gruppi di potere economico prevalgono sugli interessi del singolo. L’informazione quindi è alla base di qualunque altra area di interesse sociale. Il cittadino non informato o disinformato non può decidere, non può scegliere. Assume un ruolo di consumatore e di elettore passivo, escluso dalle scelte che lo riguardano. Le proposte: - Cittadinanza digitale per nascita, accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italiano - Eliminazione dei contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche - Nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l'azionariato deve essere diffuso con proprietà massima del 10% - Le frequenze televisive vanno assegnate attraverso un'asta pubblica ogni cinque anni - Abolizione della legge del governo D'Alema che richiede un contributo dell'uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisione - Nessun quotidiano con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l'azionariato diffuso con proprietà massima del 10% - Abolizione dell'Ordine dei giornalisti - Vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici - Un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicità, informativo e culturale,indipendente dai partiti - Abolizione della legge Gasparri - Copertura completa dell’ADSL a livello di territorio nazionale - Statalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia, e l’impegno da parte dello Stato di fornire gli stessi servizi a prezzi competitivi ad ogni operatore telefonico - Introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete - Eliminazione del canone telefonico per l’allacciamento alla rete fissa - Allineamento immediato delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europee - Tetto nazionale massimo del 5% per le società di raccolta pubblicitaria facenti capo a un singolo soggetto economico privato - Riduzione del tempo di decorrenza della proprietà intellettuale a 20 anni - Abolizione della legge Urbani sul copyright - Divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche e di enti pubblici o para pubblici a società editoriali - Depenalizzazione della querela per diffamazione e riconoscimento al querelato dello stesso importo richiesto in caso di non luogo a procedere (importo depositato presso il tribunale in anticipo in via cautelare all'atto della querela) - Abolizione della legge Pisanu sulla limitazione all'accesso wi fi. Pagina 6 di 11

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ECONOMIA - Introduzione della class action - Abolizione delle scatole cinesi in Borsa - Abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società quotate - Introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate - Abolizione della legge Biagi - Impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno - Vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale - Introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una compartecipazione alle eventuali perdite - Impedire ai consiglieri di amministrazione di ricoprire alcuna altra carica nella stessa società se questa si è resa responsabile di gravi reati - Impedire l’acquisto prevalente a debito di una società (es. Telecom Italia) - Introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato - Abolizione delle stock option - Abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset, Ferrovie dello Stato - Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi europei - Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari - Vietare la nomina di persone condannate in via definitiva (es. Scaroni all’Eni) come amministratori in aziende aventi come azionista lo Stato o quotate in Borsa - Favorire le produzioni locali - Sostenere le società no profit - Sussidio di disoccupazione garantito - Disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (es.distributori di acqua in bottiglia).

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TRASPORTI - Disincentivo dell'uso dei mezzi privati motorizzati nelle aree urbane - Sviluppo di reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana ed extra urbana - Istituzione dii spazi condominiali per il parcheggio delle biciclette - Istituzione dei parcheggi per le biciclette nelle aree urbane - Introduzione di una forte tassazione per l’ingresso nei centri storici di automobili private con un solo occupante a bordo - Potenziamento dei mezzi pubblici a uso collettivo e dei mezzi pubblici a uso individuale (car sharing) con motori elettrici alimentati da reti - Blocco immediato del Ponte sullo Stretto e della Tav in Val di Susa - Proibizione di costruzione di nuovi parcheggi nelle aree urbane - Sviluppo delle tratte ferroviarie legate al pendolarismo - Copertura dell'intero Paese con la banda larga - Incentivazione per le imprese che utilizzano il telelavoro - Sistema di collegamenti efficienti tra diverse forme di trasporto pubblici - Incentivazione di strutture di accoglienza per uffici dislocati sul territorio collegati a Internet - Incentivazione dei mercati locali con produzioni provenienti dal territorio - Corsie riservate per i mezzi pubblici nelle aree urbane - Piano di mobilità per i disabili obbligatorio a livello comunale.

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SALUTE L'Italia è uno dei pochi Paesi con un sistema sanitario pubblico ad accesso universali. Due fatti però stanno minando alle basi l'universalità e l'omogeneità del Servizio Sanitario Nazionale: la devolution, che affida alle Regioni l’assistenza sanitaria e il suo finanziamento e accentua le differenze territoriali, e la sanità privata che sottrae risorse e talenti al pubblico. Si tende inoltre ad organizzare la Sanità come un’azienda e a far prevalere gli obiettivi economici rispetto a quelli di salute e di qualità dei servizi. GRATUITÀ DELLE CURE ED EQUITÀ DI ACCESSO - Garantire l’accesso alle prestazioni essenziali del Servizio Sanitario Nazionale universale e gratuito - Ticket proporzionali al reddito per le prestazioni non essenziali - Monitorare e correggere gli effetti della devolution sull’equità d’accesso alla Sanità FARMACI - Promuovere l’uso di farmaci generici e fuori brevetto, equivalenti e meno costosi rispetto ai farmaci “di marca” (che in Italia costano spesso di più che all'estero) e più sicuri rispetto ai prodotti di recente approvazione - Prescrizione medica dei principi attivi invece delle marche delle singole specialità (come avviene ad esempio in Gran Bretagna) INFORMAZIONE - Programma di educazione sanitaria indipendente pubblico e permanente sul corretto uso dei farmaci, sui loro rischi e benefici - Politica sanitaria nazionale di tipo culturale per promuovere stili di vita salutari e scelte di consumo consapevoli per sviluppare l’autogestione della salute (operando sui fattori di rischio e di protezione delle malattie) e l’automedicazione semplice - Informare sulla prevenzione primaria (alimentazione sana, attività fisica, astensione dal fumo) e sui limiti della prevenzione secondaria (screening, diagnosi precoce, medicina predittiva), ridimensionandone la portata, perché spesso risponde a logiche commerciali - Sistema di misurazione della qualità degli interventi negli ospedali (tassi di successo, mortalità, volume dei casi trattati ecc.) di pubblico dominio MEDICI - Proibire gli incentivi economici agli informatori “SCIENTIFICI” sulle vendite dei farmaci - separare le carriere dei medici pubblici e privati, non consentire a un medico che lavora in strutture pubbliche di Operare nel privato - Incentivazione della permanenza dei medici nel pubblico, legandola al merito con tetti massimi alle tariffe richieste in sede privata - Criteri di trasparenza e di merito nella promozione dei primari ORGANIZZAZIONE - Liste di attesa pubbliche e on line Pagina 9 di 11

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- Istituzione di centri unici di prenotazione on line

- Convenzioni con le strutture private rese

pubbliche e on line - Investire sui consultori familiari - Limitare l'influenza dei direttori generali nelle ASL e negli ospedali attraverso la reintroduzione dei consigli di amministrazione LOTTA PER IL DOLORE - allineare l’Italia agli altri Paesi europei e alle direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella lotta al dolore. In particolare per l'uso degli oppiacei (morfina e simili) RICERCA - Possibilità dell'8 per mille alla ricerca medico-scientifica - Finanziare la ricerca indipendente attingendo ai fondi destinati alla ricerca militare - Promuovere e finanziare ricerche sugli effetti sulla salute, in particolare legate alle disuguaglianze sociali e all’inquinamento ambientale dando priorità ai ricercatori indipendenti - Promuovere la ricerca sulle malattie rare e spesare le cure all'estero in assenza di strutture nazionali - Introdurre, sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, a livello di Governo centrale e regionale, la valutazione dell’impatto sanitario delle politiche pubbliche, in particolare per i settori dei trasporti, dell’urbanistica, dell’ambiente, del lavoro e dell’educazione AMMINISTRATORI PUBBLICI - Eliminazione degli inceneritori - Introduzione del reato di strage per danni sensibili e diffusi causati dalle politiche locali e nazionali che comportano malattie e decessi nei cittadini nei confronti degli amministratori pubblici (ministri, presidenti di Regione, sindaci, assessori).

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ISTRUZIONE - Abolizione della legge Gelmini - Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole con l’accesso per gli studenti - Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l’accessibilità via Internet in formato digitale - Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo - Abolizione del valore legale dei titoli di studio - Risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica - Valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti - Insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri(obbligatorio in caso di richiesta di cittadinanza) - Accesso pubblico via Internet alle lezioni universitarie - Investimenti nella ricerca universitaria - Insegnamento a distanza via Internet - Integrazione Università/Aziende - Sviluppo strutture di accoglienza degli studenti

Versione 2.0 – 04/10/2009

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Allegato 5 Logo del MoVimento 5 Stelle

Logo del V-Day

Logo del V2-Day


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