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COLTIVARE UNA COMUNITA’ Aldo Cibic Tommaso Corà

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Rizomi Il nuovo progetto per un’agricoltura urbana Nasce a Torino Rizomi progetto spontaneo di supporto, ricerca e avviamento all’agricoltura urbana ed alla ricostruzione di percorsi relazionali e conviviali attraverso l’autoproduzione alimentare. Le persone interessate a partecipare al progetto e a realizzare nella propria casa, balcone o giardino un orto urbano, contattando “Rizomi” si impegneranno a sottoscrivere uno “scambio” attraverso l’iscrizione alla Banca del Tempo, a condividere con altre persone i “frutti” del loro orto e a presentare un altro futuro “coltivatore urbano” in modo da estendere, ampliare e contaminare il progetto stesso.

http://progettorizomi.wordpress.com/ http://www.terranauta.it/a1507/vita_in_campagna/rizomi_il_nuovo_ progetto_per_un_agricoltura_urbana.html


ortetto “Brooklyn Grange” E’ nata dall’ idea del coltivatore Ben Flanner che, dal 2009, promuove Eagle Street Rooftop Farm, la prima azienda agricola realizzata sui tetti di NYC. L’interesse e la passione di Flanner per gli alimenti “dalla fattoria alla tavola”, il suo entusiasmo, hanno portato un gruppo di aziende agricole, con legami nel campo della ristorazione, ad investire su questo progetto. I prodotti organici della Brooklyn Grange sono coltivati in basi profonde 7.5 pollici con il terreno Rooflite, dell’azienda “Skyland” della Pensilvania. Rooflite è un terreno leggero composto di materia organica e piccole pietre porose che sono utilizzate per per aggiungere i minerali necessari affinchè i prodotti si sviluppino in una condizione sana e matura. L’uso di suolo organico significa che tutti i prodotti dalla Brooklyn Grange sono sostenibili al 100%.

http://barbarafalcone.wordpress.com/tag/agricoltura-urbana/


Agro Housing Architettura sostenibile Knafo Klimor Architects ha sviluppato Agro Housing per affrontare le preoccupanti previsioni di crescita della Cina e dei suoi abitanti delle città, una tendenza che si riflette in numerosi paesi in via di sviluppo. Il concetto di Agro Housing presenta una visione urbana e sociale in grado di risolvere alcune problematiche di quell’urbanizzazione caotica, creando una nuova città. Una miscela di vita urbana e rurale, uno spazio verticale in cui si unisce una serra a degli appartamenti, il concetto nasce dalla possibilità per gli abitanti di produrre parte dei propri alimenti, riducendo il pendolarismo e fornendo uno spazio verde all’interno dell’edificio.

http://www.genitronsviluppo.com/2008/03/01/architettura-sostenibileagro-housing-labitare-sostenibile-in-cina-frutta-e-verdura-dal-progettodi-knafo-klimor-architects-vincitori-del-2°-international-architecturecompetion-for-sustaina/


Monteveglio (Bo) Città di Transizione Monteveglio è la prima città in Italia in cui nasce un’iniziativa di Transizione sul modello delle tante già avviate in Inghilterra e in altri paesi del mondo. Siamo ora nella primissima fase di un processo che cercherà di immaginare e creare una comunità in grado di superare felicemente la sfida e i rischi connessi ai fenomeni combinati del Riscaldamento Globale e del Picco del Petrolio. Il movimento di Transizione crede che solo con il coinvolgimento diretto di ogni comunità in tutte le sue componenti, cittadini, attività commerciali e produttive, amministrazione locale, associazioni, scuole si possano fare emergere le soluzioni più innovative ed efficaci per rispondere alle difficili sfide dei prossimi anni. Ma soprattutto crediamo che riorganizzando il nostro modo di vivere in forme più sostenibili, solidali, responsabili e in armonia con la natura produrremo prospettive di ricchezza e benessere davvero desiderabili da tutti.

http://montevegliotransizione.wordpress.com/benvenuto/


SymbioCity La città ecosostenibile Innalzata sopra una antica zona portuale, SymbioCity è una piccola città autosufficiente con 11000 appartamenti. I progettisti definiscono il quartiere, situato nella periferia sud della città di Stoccolma, il primo esempio di “città holística”, cioè città che è unitariamente autosufficiente, che è in grado di realizzare ogni necesita ed ogni bisogno di chi ci vive. Verde, energia elettrica, acqua, aria pulita senza inquinamento, trasporti pubblici, costruzione ecosostenibile, riscaldamento a costo zero, insomma una città ad impatto ambientale nullo in cui vivere spensieratamente. Ogni risorsa è utilizzata per alimentare la seguente risorsa, come in un circolo virtuoso. Ad esempio, la pioggia diventa acqua di scarico e la spazzatura viene bruciata per garantire energia elettrica e calore alle case. SymbioCity sembra essere un esperimento riuscito per dimostrare che lo sviluppo sostenibile non è solo una possibilità concreta, ma anche economicamente conveniente.

http://www.symbiocity.org/en/Concept/


Arcipelago Sagarote

Arcipelago Sagarote, associazione di volontariato senza fini di lucro e movimento umano in cui arte e pensieri possono essere liberamente espressi. Vive in un contesto rurale al fine di ristabilire un equilibrio armonico tra l’uomo e l’ambiente. ARCIPELAGO E’ ... natura, animali, incontro, teatro, orti, video, artigianato artistico, musica, laboratori, asini, accoglienza, marionette, attività ludiche... Mira a promuovere un nuovo modello di vita sostenibile e di autosostentamento per migliorare la qualità della vita e consolidare valori umani di solidarietà e uguaglianza. E’, inoltre, un luogo in cui il mondo degli ugual-abili è in contatto con quello dei divers-abili in modo naturale e lieve.

http://arcipelagosagarote.blogspot.com/p/perche-arcipelago-sagarote. html


Famiglie ‘affittano’ un contadino Nasce la prima comunità agricola Riccardo Bandecchi ha 50 anni e nel ‘98, dopo aver svolto numerosi lavori, ha iniziato a dedicarsi alla coltivazione della terra aprendo una sua azienda agricola a Colignola. Dopo qualche anno è però stato costretto a venderla a causa dell’inquinamento legato all’ex discarica. “E’ stato un anno duro, di preoccupazioni e riflessioni. Poi è nata quest’idea”. Il progetto, unico in Italia e forse anche nel mondo, è quello di una ‘comunità agricola di produzione’, da cui l’acronimo Cap. Bandecchi, insieme ad altre due persone, ha raccolto attorno a sè 74 famiglie insieme alle quali ha preso in affitto un terreno a Riglione. Lui farà quello che è il suo lavoro, ovvero coltivarlo, mentre le famiglie pagheranno una quota mensile di 50 euro (o mezza quota a seconda dei nuclei familiari e della disponibilità) all’interno della quale è compreso il lavoro di Bandecchi, l’affitto del terreno, l’acquisto delle attrezzatture e tutte le altre spese necessarie. In cambio tutto quello che produrrà la terra sarà diviso per ogni quota.

http://www.lanazione.it/pisa/cronaca/2011/01/07/438807-nasce_prima_comunita_agricola_famiglie_affittano.shtml


SOCIOPOLIS Fra Eco-citta’, Agricoltura e Societa’ Urbana Sociopolis è nato come progetto pensato per un sito ai margini della città di Valencia, nella Huerta, al fine di affrontare una situazione comune nel processo di crescita urbana, dove ci si trova faccia a faccia con l’ambiente naturale e la periferia della città. Il progetto Sociopolis nasce per esplorare la possibilità di creare un “habitat condiviso” in grado di favorire una maggiore interazione sociale tra i suoi abitanti, proponendo nuove tipologie abitative in linea con le mutate condizioni familiari del nostro tempo, in un contesto di alta qualità ambientale. L’urbano e il rurale non devono necessariamente essere due concetti opposti.

http://www.genitronsviluppo.com/2010/11/30/sociopolis/


KasaUovo “Più volume e meno superficie” Il progetto KasaUovo è nato da un’idea di Roberto Casati sviluppata brillantemente assieme ad un team di giovani professionisti pratesi: Marco Puggelli, Matteo Puggelli e David Santangelo. L’idea di fondo non è solo la modularità degli impianti che rendono più semplice l’edificazione: un altro importante obiettivo è l’eco-compatibilità ambientale e l’autosufficienza da un punto di vista energetico. Le caratteristiche principali della KasaUovo sono: - prefabbricazione e modularità: questo consente di avere bassi costi di realizzazione e messa in opera, ed al contempo una personalizzazione nella disposizione delle aperture e degli ambienti interni. - risparmio energetico (casa passiva): ottenuto grazie ad un involucro esterno termoisolante e fonoisolante, ad infissi termoriflettenti, ad una produzione di energia eolica ed energia solare, ad una caldaia a condensazione, al recupero delle acque reflue e meteoriche, ad una parete ventilata per il benessere termoigrometrico. - antisismicità: la struttura è in regola con le norme antisismiche. Si tratta di una costruzione di nuovissima concezione che, in determinate condizioni climatiche, puo consumare anche il 70% in meno di una casa normale. Kasauovo è bioclimatica, biocompatibile, a basso consumo energetico, priva degli impianti di riscaldamento e di condizionamento tradizionali.

www.ok-ambiente.com/2010/09/28/la-stupefacente-casa-uovo-piu-volume-e-meno-superficie-per-abbattere-i-consumi-di-energia/


Anders Nyquist

Anders Nyquist, architetto di nazionalità svedese che da diversi anni ha intrapreso la strada dell’architettura sostenibile, sviluppando concetti riassumibili con termini quali “Green Building” and “Green Planning”. La visione sistemica lo porta a pensare ad eco-abitazioni costituenti piccoli villaggi a livello locale e a città sostenibili, integrate con il territorio, in una prospettiva globale. Adesso per fortuna il Governo attuale ha deciso di intraprendere una politica “verde” anche in campo edilizio. La sensibilizzazione su questo tema ha fatto sì che nel 1996 sia stata istituita, dal Governo svedese, una delegazione responsabile di far rispettare alla nazione gli accordi stipulati durante il Summit mondiale di Rio del 1992.

Il mondo dell’architettura è stato coinvolto in questa politica e le maggiori compagnie legate all’edilizia hanno sviluppato una propria politica ambientale certificata in accordo con la norma ISO 14001. La Svezia rappresenta, però, un caso, tutto sommato, isolato e l’esportazione della tecnologia e della metodologia sviluppata da Nyquist risulta, per il momento, abbastanza difficile. Il passato è fonte di sapere oltre che essere un grande contenitore di esperienze. L’umanità per migliaia di anni ha saputo costruire abitazioni in luoghi e climi diversi. Dobbiamo prendere spunto da ciò che è riuscito a resistere fino ai nostri tempi integrando questo sapere con quello che la tecnologia è in grado di offrirci. Pensiero Lineare. La nostra società è costruita tutta intorno ad un pensiero lineare. Una sorta di pensiero che si trova ovunque senza distinzione di lingua, anche in molte industrie e forse nella nostra vita privata di tutti i giorni. Il pensiero lineare ha la sua origine nella società industrializzata e dispone di un sistema a larga scala. E’ la comunità che si prende cura degli scarti di produzione. La città può essere paragonata ad un sistema ecologico come un formicaio, che però non funziona. Il formicaio infatti sfrutta solo l’energia fornitagli dal sole, dalla fotosintesi e dalla vita biologica; inoltre non ci sono rifiuti mentre gli scarti prodotti dalle formiche sono parte per l’inizio di una nuova vita. Pensiero Circolare. Si basa sull’energia solare, fotosintesi e vita biologica. E’ un sistema a piccola scala. Gli abitanti si prendono cura degli scarti prodotti. www.welovenature.com/AndresNyquist


Arcosanti “Laboratorio urbano - città esperimento”

Arcosanti è un laboratorio urbano che sta realizzando un prototipo di arcologia: il progetto di questa città pro-ambiente non ha ancora visto uno sviluppo pieno e radicale, ma l’idea di base coniuga sviluppo e responsabilità ecologica. Finora il progetto è autofinanziato quasi esclusivamente attraverso la produzione e la vendita dei Soleri Wind Bells, campane di ceramica e di bronzo dotate di una sottile vela di metallo che permette loro di suonare con la sola forza del vento. ”Fare di più con meno”: meno risorse energetiche, meno inquinamento, meno spreco di spazio e di materiali. E’ questo l’imperativo base di Arcosanti: la ‘città esperimento’, fondata nel 1970 nel deserto dell’Arizona, lungo l’autostrada che collega Phoenix al Grand Canyon, dall’architetto italiano Paolo Soleri.

Ossia ”un modello di città che coniuga architettura ed ecologia attraverso un processo ciclico di miniaturizzazione, complessità, durata” spiega Marco Felici, ingegnere che si occupa di sviluppo urbano sostenibile e progettazione integrale che è stato allievo di Soleri. In Arcosanti ”si cerca un modello di habitat tridimensionale, complesso e frugale, che concentri le funzioni dell’abitare, evitando la proliferazione di periferie e lasciando al verde la maggiore estensione del territorio. E questo lo si fa attraverso continui cicli di autocostruzione, con una ricerca non predeterminata da piani urbanistici statici”. Ogni anno centinaia di volontari di ogni età provenienti da ogni parte del mondo partecipano al progetto per dare il proprio contributo nella concreta costruzione della città e per sperimentare di persona cosa significhi vivere in una città arcologica. Gli edifici, oggi come agli inizi degli anni settanta, sono costruiti principalmente da studenti senza una grossa esperienza alle spalle e i materiali usati sono spesso quelli trovati nel terreno circostante ad Arcosanti. Per Felici, ”Soleri si inserisce in un filone di pensiero che non limita la propria azione a matematiche considerazioni di ecocompatibilità, bensì vede l’operato dell’uomo come parte integrante dell’evoluzione della natura, e pertanto ne cerca una congruenza in tempi cosmogenici. Operando all’interno della congruenza dell’evoluzione naturale, il problema sostenibilità risulterebbe risolto all’origine, nel senso che non si sarebbe generata la catastrofe in corso per la quale abbiamo, a posteriori, dovuto inventare il termine ecologia”. www. ok-ambiente.com/arcosanti/casa ecologica


Ecovillaggio Comunità intenzionale sostenibile

Il termine ecovillaggio è un neologismo mutuato dall’anglosassone “eco-village”, coniato per la prima volta da Robert e Diane Gilman che utilizzarono tale termine nel volume Eco-villages and Susteinable Communities nel 1991. Un ecovillaggio è “comunità intenzionale ecosostenibile” formata da un gruppo di persone che hanno scelto di lavorare insieme con un ideale o una visione comune. Vi sono ecovillaggi nati con l’obiettivo di ridare vita ad un vecchio borgo abbandonato ed altri sorti intorno all’idea di sperimentare un modello sociale alternativo basato sui principi della solidarietà e della nonviolenza. Alcuni sono legati ad una scelta di vita spirituale; altri ancora si sono formati per sperimentare un modello di società a basso impatto ambientale basato sulla riduzione dei consumi e l’autosufficienza.

Si condividono la terra o l’abitazione. Alcuni membri lavorano all’interno (agricoltura, ospitalità, organizzazione di corsi e seminari, artigianato, ecc.) mentre altri svolgono professioni convenzionali fuori dalla comunità. In generale gli ecovillaggi: “si ispirano a criteri di sostenibilità ecologica, spirituale, socioculturale ed economica, intendendo per sostenibilità l’attitudine di un gruppo umano a soddisfare i propri bisogni senza ridurre, ma anzi migliorando, le prospettive delle generazioni future”. In una società profondamente individualistica, l’idea di vivere insieme condividendo professionalità, esperienze, affetti, risorse economiche e intellettuali un pò meraviglia. Abituati a vivere le nostre vite in anonimi condomini, stupisce che sia possibile condividere fuori della cerchia ristretta dei legami parentali l’educazione dei propri figli, la preparazione dei pasti, le pulizie, il lavoro. Eppure si tratta di scelte che oltre a migliorare la qualità della vita, perché liberano il tempo e aumentano la socialità, portano a una riduzione sensibile dei costi economici e ambientali. Provate a immaginare dei bambini che hanno la possibilità di crescere in compagnia di loro coetanei e con il sostegno anche di altri genitori adulti che a turno fanno da animatori fuori degli orari di scuola, e soprattutto che possono giocare nella natura con anatre, conigli, capre.

www.mappecovillaggi.it


Bioedilizia ruspante Autocostruzione e Avviamenti di cantiere I. I materiali naturali: soddisfare i propri bisogni attingendo da ciò che la natura ci offre. I loro pregi sono quelli di essere rinnovabili di estrazione non dannosa e di rientrare nel ciclo vitale senza produrre scarti o rifiuti inquinanti recuperando i saperi che possono renderle godibili ed utili.

II. L’ecologia… o le ecologie; fra i vari studi o teorie rimane una sensibilità rispetto agli equilibri fra uomo e pianetà e la volontà di maturare sempre una più ampia consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni per lasciare ai posteri un mondo migliore di quello che abbiamo trovato alla nascita. III. Le tecnologie appropriate: sono modalità, strategie e strumenti che possono far fronte ad ogni bisogno ed esigenza umana. Una forchetta è una tecnologia, un impianto solare termico, una stufa, un libro… A monte c’è una riflessione costante per arrivare a capire quali sono i bisogni veri e quelli indotti. Quando una tecnologia è appropriata? Quando risolve un problema senza crearne un altro più grande…” IV. Interazione fra passato e futuro: pensiamo che i saperi tradizionali siano un bene da non sottovalutare, che le tradizioni

culturali, tecnologiche, materiali del passato di una data civiltà non siano inferiori a quelle moderne, anzi a volte, proporzionate al bisogno sono migliori. “la tradizione non va ripetuta ma continuata”. V. Inter-disciplinarità: le competenze del gruppo sono varie ed eterogenee. Avere diversi punti di vista aiuti a valutare meglio un problema e proporre soluzioni originali ed appropriate. Durante un progetto, l’emergere delle diversità da la possibilità di trarre ispirazione dalle diverse prospettive e di completarsi. VI. Fare esperienza diretta: convolgersi con le mani, la mente, il corpo, tutti i sensi in esperienze emozionalmente pregnanti aiuta ad imparare, ricordare e aver voglia di approfondire. VII. Bioregionalismo e intercultura: oggi si affacciano vecchi e nuovi problemi quali la salvaguardia dell’identità locale: le lingue, le usanze dall’altra la costruzione di un’identità in grado di confrontarsi in un contesto globale. Non si mira all’autarchia, la chiusura, l’autosufficienza; al contrario, spesso, conoscere le proprie radici aiuta il confronto con persone e culture diverse trovando più punti in comune e sapendo attribuire un senso alle differenze. VIII. Scoprire il territorio: esplorare il territorio per contestualizzarlo, scoprire le particolarità e le risorse di quello “che abbiamo sempre avuto sotto il naso e non abbiamo mai visto” andando a piedi, in bicicletta o con altri mezzi a basso impatto ambientale, ricchi di emozioni e che non creino t raffico… IX. Coinvolgere il contesto: il discorso si può allargare a macchia d’olio ai nonni, i genitori, gli amici perché vengano a raccontarci quello che sanno o per realizzare un cantiere partecipato. www.passileggerisullaterra.it/Bioedilizia_ruspante.html


High Density Vertical Growth Garden Little vegetable gardening In Victorian times, houses were very narrow, multi-storied, and had a small “footprint” on the land. This left more land for private gardening, and commons, among other things. Then came the 1960s, and “ranch style” homes, with halfacre grass covered lots. By the 1970’s anyone with a vegetable garden in a suburban or city back yard were “hippies,” “weird,” or “old fashioned.” The 1990’s saw the boom of Mega-Mansions on postage stamp sized lots, weekly lawn-care crew visits, and still little vegetable gardening on a respectable scale, regardless of whether one lives in the city or the suburbs. Now we have an oil crisis overlain with a salmonella crisis: both of which the US Federal government seems incapable of dealing with. Vertical gardening might help change that. ...the system is designed to grow vegetables and other foods much more efficiently and with greater food value than in agricultural field conditions. The HDVG system demonstrates the following characteristics: * Produces approximately 20 times the normal production volume for field crops * Requires 5% of the normal water requirements for field crops * Can be built on non arable lands and close to major city markets * Can work in a variety of environments: urban, suburban, countryside, desert etc. * Does not use herbicides or pesticides * Will have very significant operating and capital cost savings over field agriculture * Will drastically reduce transportation costs to market resulting in further savings, higher quality and fresher foods on delivery, and less transportation pollution * Will be easily scalable from small to very large food http://www.treehugger.com/files/2008/07/vertical-garden.php production situations


Harvest Green Vertical Farm by Romses Architects The concept of ‘harvest’ is explored in the project through the vertical farming of vegetables, herbs, fruits, fish, egg laying chickens, and a boutique goat and sheep dairy facility. In addition, renewable energy will be harvested via green building design elements harnessing geothermal, wind and solar power. The buildings have photovoltaic glazing and incorporate small and large-scale wind turbines to turn the structure into solar and wind-farm infrastructure. In addition, vertical farming potentially adds energy back to the grid via methane generation from composting non-edible parts of plants and animals. Furthermore, a large rainwater cistern terminates the top of the ‘harvest tower’ providing on-site irrigation for the numerous indoor and outdoor crops and roof gardens. In addition to food and energy harvesting, the proposal purposefully incorporates program uses for residential, transit, a large farmers market and supermarket, office and agricultural research and educational facilities, and food related retail/hospitality. The result will be a highly dynamic synergy of uses that compliment and support each other.

http://www.treehugger.com/files/2009/05/romses-architects-verticalfarm.php


Vertical Farm from Work AC in NYC

We love vertical farms and while they may not be as practical as green roofs, the idea of food being grown right in the city doesn’t get any more local than this. New York magazine asked four architects to dream up proposals for a lot on Canal Street and Work AC came up with this. “We thought we’d bring the farm back to the city and stretch it vertically,” says Work AC co-principal Dan Wood. “We are interested in urban farming and the notion of trying to make our cities more sustainable by cutting the miles [food travels],” adds his co-principal (and wife) Amale Andraos. Underneath is what appears to be a farmers market, selling what grows above. Artists would be commissioned to design the columns that hold it up and define the space under: “We show a Brancusi, but it could be anyone,” says Wood. :New York Magazine Keep reading for more vertical farms covered in Treehugger. It is a “Center for Urban Agriculture,” a building, located on a .72-acre site, that includes fields for growing vegetables and grains, greenhouses, rooftop gardens and even a chicken farm.” Mithun Architects’ Vertical Farm for Seattle.

http://www.treehugger.com/files/2008/04/vertical-diagonal-farm-innew-york.php


Public Farm 1 at PS1

Public Farm 1—or “PF 1”— was the Young Architect Program (PS 1’s YAP) winning project this year. PF1 looks something like a “floating carpet” made up of slanted rows of large cardboard planter tubes sweeping high above the gravel courtyard. The planting tubes are constructed in circular daisy patterns, with a “picking hole” inside each grouping. At the points where the rows of planting tubes are only a few feet out of reach, visitors can use a ladder to rise up out of the picking holes and pick the plants growing in the tubes around them. For the outer points at which the tubes are much further from the ground, there is a genie to lift the pickers up.In the center of the farm there lies a refreshing wading pool. The tubes are labeled from below so you can see what’s growing up there, e.g., Collard greens are at picking-witha-ladder height, while herbs and strawberries are located lower down in the center. The plants are watered by a drip rainwater irrigation system, and the cistern is located in the chicken coop.The chickens lay ½ a dozen eggs a day. Some of the eggs are collected for eating, and some of them have hatched some adorable two week old chicks! There are no roosters per NY legislation. The entire installation is powered by 16 solar panels –so it is entirely off grid. The solar panels will also power a juicing station, by Amale Andraos and Dan Wood.

http://www.treehugger.com/files/2008/06/public-farm-1-now-openfor-picking-at-ps1.php


RELAZIONI AGRI_URBANE Generare rapporti sostenibili. Ricerca Nella ricerca si portano avanti diversi punti di vista, in modo tale da non tralasciare nessun aspetto del tema così multidisciplinare. Abbiamo provato ad approfondire alcune parole che secondo noi sono un po’ il fulcro del tema, come: - Agricoltura, attività perno del luogo, nel significato più tradizionale del termine, sia per i luoghi che per la creazione di relazioni che è in grado di sviluppare. - Architettura, in grado di instaurare relazioni fin dal momento in cui si pensa al “lavoro”. Relazionarsi dal momento in cui si pensa all’idea, al momento in cui si realizza la struttura e relazionarsi nel momenti in cui si vive la struttura. - Uomo_Ambiente_Comunità, quando l’uomo crea attraverso l’attività un ambiente o una determinata situazione. Quando l’ambiente c’è se c’è l’attività e l’attività c’è se c’è l’ambiente. Creando così una trama di relazioni, entità e luoghi. Relazionarsi, creare socialità, ... attraverso un obbiettivo comune, mantenendo una determinata qualità di vita nel rispetto dell’ambiente in cui siamo. Una scelta mirata per chi è in grado di capire ed offrire la conoscenza propria ed altrui. I progetti analizzati sono molto ambiziosi che, forse, ancora troppo lontani dalla realtà che si vive, ma con obiettivi volti alla creazione di situazioni più armoniose ed equilibrate. Piccole realtà che vanno avanti da sole, in grado di diffondere tramite una fitta trama, grazie anche alle tecnologie web, le idee ed i meccanismi di un sistema tale. Si diffondono a macchia d’olio comunità isolate che sono state in grado di riqualificare una periferia ormai degradata, ponendosi come obiettivo il vivere sano, nel modo meno “invasivo” possibile facendo parte di un sistema o di un ciclo, senza interrompere o modificare niente. CHIARA Mari 269560_ ELISA Zago 269556_ YUNYAN Zhao 270447


RELAZIONI AGRI_URBANE Generare rapporti sostenibili. Idea di Progetto Dalla ricerca effettuata si nota l’esigenza di ri-relazionarsi con l’altro, proprio come succedeva ai tempi dei nostri nonni. Quindi nascono comunità spontanee con l’obbiettivo di una vita più sana, sia per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse alimentari che del fabbisogno energetico, ma, ma soprattutto , di instaurare vere e proprio relazioni umane tra individui che , nella società di oggi, non esistono più. Quindi l’idea di progetto prevede la sistemazione e organizzazione dell’Agri-Villaggio da tutti i punti di vista ( architettura, agricoltura, energia, ...) in modo tale da favorire le relazioni e i rapporti tra gli individui attraverso spazi comuni, condivisione dei prodotti agricoli e di allevamento, riutilizzo di materiale di scarto e rifiuti per creare energia. Le parole chiavi che andiamo a perseguire saranno, quindi, attività, percorsi e paesaggio. Ideare un insediamento umano senza cercare di modificare o distruggere un ambiente già esistente dai cicli funzionali alla sopravvivenza dell’uomo, con qualità della vità.

CHIARA Mari 269560_ ELISA Zago 269556_ YUNYAN Zhao 270447


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