MASTERMEETING Communication Agency Int. srl Anno XXIV - N. 3/2018 Prezzo di copertina E 2,00
IL MEGLIO DEL TURISMO BUSINESS&LEISURE
ROBERTO BERNARDONE
GSC Servizi
Outsourcing di qualità
MICE NUOVE IDEE PER LE AZIENDE FIERE ITALIANE, SETTORE IN CRESCITA L’INVASIONE CHE FA BENE ALL’ITALIA
SWISS DIAMOND HOTEL
Un gioiello sul lago che fa la differenza
Tra il verde di Verona e l’azzurro del lago
Il wellness che va di moda
Destinazione Costa Smeralda
Svegliarsi in una camera d’albergo sarà ancora più piacevole!
Monte-Carlo, un Paese dove il servizio non è riservato solo al tennis Scegliere Monaco vuol dire optare per un luogo sicuro nel cuore dell’Europa. Il Principato assicura qualità nell’accoglienza e nel servizio, oltre che un’ampia scelta di location vicine tra loro per il vostro evento. La sua offerta turistica è adatta a manifestazioni d’ogni ordine di grandezza. Monaco è soprattutto un’unità di luogo in un territorio di 2 km2, nel quale è possibile spostarsi sempre a piedi, in sicurezza, nel dolce clima mediterraneo.
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Scegliere Monaco, vuol dire approfittare dell’expertise necessaria per assicurare il successo del vostro evento.
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INDICE INSERZIONISTI
Amoretti SpecialitĂ Alimentari Parola di Fontanellato (Pr)
Titolare: Icilio Amoretti
Blastness srl - La Spezia
Presidente: Andrea Delfini
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Cantina Sociale Santadi - Santadi (Ca)
Direttore: Raffaele Cani
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pag. 129
CDSHotels - Lecce
Responsabile Eventi: Valentina De Nuzzo
tel. 0832351321 www.cdshotels.it
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tel. 070 503343 www.conventosangiuseppe.com
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tel. 02 86458480 www.monaconventionbureau.com
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tel. 06 87678307 www.ecofingroup.it
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tel. 0185 230666 www.excelsiorpalace.it
pag. 3
Sales&Marketing Director: Elena Zavagli Ricciardelli
tel. 06 695201 www.grandhoteldelaminerve.com
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Direttore: Andrea Ferrari Acciajoli
tel. 0731 211079 www.wellnessfederico2.it
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tel. 0365 290588 www.savoypalace.it
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tel. 066865097 www.ilsanlorenzo.it
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tel. +44 01273 227311 imex-frankfurt.com
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Convento San Giuseppe - Cagliari
Event Manager: Sarah Bayre
Direzione del Turismo e dei Congressi del Principato di Monaco (in Italia)
Direttore: Gloria Svezia
Ecofin Group Soc Cons arl - Roma
Amministratore: Marco Massarut
Ente Turistico del Luganese - Lugano Excelsior Palace Hotel - Rapallo (Ge) Grand Hotel De La Minerve - Roma Hotel Federico II - Jesi (An) Hotel Parchi del Garda - Lazise (Vr) Hotel Savoy Palace - Gardone Riviera (Bs) ilSanlorenzo Ristorante - Roma
Responsabile Eventi: Cristina Bussola Owner: Silvia Dalla Bona Amministratore: Enrico Pierri
Imex 2018 - Frankfurt
tel. 0521 825224/5/6/7/8 www.amoretti.it
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Nero Hotel Group - La Spezia
Amministratore delegato: Gianluca Giglio
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Palazzo Mezzanotte Congress Centre and Services - Milano
Events Manager: Paola Tinti
tel. 02 80287554 www.palazzomezzanotte.it
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Pedersoli - Assago (Mi)
Titolare: Martino Pedersoli
tel. 02 48844854 www.pedersoli.com
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tel. 0573 382781 www.perdormirehotel.com
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tel. 0645661 www.ragostahotels.com
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tel. 02 49545102 www.hotel.sky.it
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tel. 0571 891000 www.castelfalfi.com
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tel. 031 3491 www.villaerba.it
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tel. 0833 931 002 www.vivosaresort.com
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Per Dormire - Pistoia Ragosta Hotels Collection Sky TV Tenuta di Castelfalfi - Montaione (Fi) Villa Erba Spa - Cernobbio (Co) Vivosa Apulia Resort - Ugento (Le)
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Project coordinator: Federica Marinoni
Cari lettori, il 2018 è l’anno chiave per il turismo italiano. Gli indicatori sono già largamente positivi, le attese degli operatori orientate al meglio. Il comparto meeting e congressi è in espansione. Sono ripartiti gli investimenti. Le ultime indagini segnalano che l’afflusso di capitali nel settore turistico è ai massimi, ben oltre un miliardo di euro nel 2017. E per quest’anno si profilano traguardi ancora più importanti. Certamente i dati largamente positivi sui flussi turistici, nazionali e dall’estero, hanno rinvigorito lo spirito degli investitori. L’Italia sta diventando un grande cantiere turistico, dalle riqualificazioni urbane ai nuovi interventi. Bene anche gli investimenti degli alberghi per ristrutturazioni e ammodernamenti funzionali e strutturali. Il comparto dei beni culturali ha beneficiato largamente dei capitali accorsi con i benefici fiscali. La rete di infrastrutturale e di accoglienza ha fatto progressi significativi. Siamo dunque ad un passaggio cruciale. Non dobbiamo fermarci, semmai rilanciare. Non possiamo permetterci di lasciare cadere tutti questi risultati. Dobbiamo cambiare passo per arrivare ad obiettivi ancora più ambiziosi e strutturali. Un compito importante per il nuovo
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Governo. Un impegno di alto profilo che arriva dopo un periodo di risultati assai lusinghieri, che hanno fatto uscire l’Italia dalle sabbie mobili. Serve dunque un programma di alto profilo che consolidi questa tendenza espansiva. Il macrosettore del turismo sia dunque in cima all’agenda dell’Esecutivo dopo una tornata elettorale impegnativa. Va riconosciuto il fatto che il settore ha trovato spazio nei programmi delle forze politiche. Ora è il tempo delle scelte concrete e coerenti. Dobbiamo puntare sempre più in alto. La competizione internazionale è assai impegnativa. Nuovi Paesi si stanno affacciando sulla scena con programmi mirati e investimenti massicci. Tutti i grandi concorrenti dell’offerta turistica italiana puntano a crescere. Non dobbiamo smarrirci. Non possiamo permetterci di perdere la bussola e compromettere i risultati competitivi finora raggiunti. Un elemento chiave è lo spirito dell’Expo: un modello vincente che ha visto tutte le energie mobilitate ed i risultati sono stati decisivi. Dobbiamo dunque rilanciare lo spirito dell’Expo, questo il modello che ci deve guidare.
Mario Mancini
SOMMARIO
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Indice inserzionisti
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Cari lettori
HOTEL&FINANZA
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Notizie sui valori, espansioni, management alberghiero
COVER STORY
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GSC Servizi. Outsourcing di qualità
L’INCHIESTA
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Mice, nuove idee per le aziende
SCENARI DEL TURISMO
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2018 Anno del cibo italiano
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Cinecittà rilancia il cinema… e il turismo
Come catturare il “nuovo” viaggiatore. Da Bit 2018 risposte multi target per il futuro Crownfounding per il turismo
Palazzo Victoria Villa Quaranta Tommasi Wine Hotel & Spa Aqualux Hotel SPA Suite&Terme Hotel Caesius Thermae &Spa Resort Hotel Du Lac et Du Parc Grand Resort Riva del Garda Fierecongressi
FOCUS LUGANO
93
Lugano e la sua Regione. La Svizzera che non ti aspetti
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Swiss Diamond Hotel
FOCUS BENESSERE
Hospitality Sud
96 102 106 108 110 112
L’invasione che fa bene all’Italia Il biennio d’oro del turismo ferroviario
Fiere italiane, settore in crescita Italian Exhibition Group Centro Espositivo e Congressuale Villa Erba
FOCUS TRA IL VERDE DI VERONA E L’AZZURRO DEL LAGO
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Due Torri Hotel Verona
Fare Turismo
EXHIBITION INDUSTRY
62 68 70
78 80 82 84 86 88 90
Una destinazione dal fascino unico e intramontabile
Il wellness che va di moda Più sprint con il me time! Parco dei Principi Grand Hotel & Spa Terme di Saturnia Spa & Golf Resort Victoria Terme Hotel Vivosa Apulia Resort
DESTINAZIONE COSTA SMERALDA
114 118
Dove nuotano i sogni Colonna Resort
MONDO IMPRESA
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Generazione Y la più ricercata dale aziende
HOTEL RESTAURANT TRENDS
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Costruire una proposta attraente per la clientele locale
GOURMET EXPERIENCE
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Grand Hotel Tremezzo Sheraton Lake Como Hotel
Il Grand Hotel de la Minerve è ospitato in un magnifico palazzo Seicentesco situato in Piazza della Minerva, nel cuore del centro storico di Roma a pochi passi dal Pantheon, Piazza Navona e Piazza di Spagna. L’Hotel ha 135 camere ampie e lussuose molte delle quali con una vista incantevole sui tetti di Roma. La proposta meeting include quattro sale di diversa capienza: per eventi aziendali e ricorrenze particolari è ideale lo splendido salone Olimpo mentre per incontri piĂš riservati sono ideali le sale Iside, Cavour e Galileo. Il fiore all’occhiello della struttura è senza dubbio la bellissima terrazza con vista a 360° sulla cittĂ eterna dove è ospitato il ristorante ‘Minerva Roof Garden’ aperto tutto l’anno a colazione, pranzo e cena. Sulla terrazza dell’Hotel è possibile inoltre organizzare eventi esclusivi, dalle cene di gala eleganti e suggestive agli eventi privati con un servizio sempre ricercato e personalizzato.
Piazza della Minerva, 69 00186 Roma Tel. 06 695201 - Fax 06 6794165 Email: info@grandhoteldelaminerve.com www.grandhoteldelaminerve.com www.minervaroofgarden.it
SOMMARIO
TOP BLEISURE HOSPITALITY
MERCATI IN CRESCITA
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Grand Hotel Ritz Hotel Casale Hotel Principe di Savoia Ostuni Rosa Marina Resort
Un anno d’oro per l’India
MI PIACE
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Giovanni Sgalambro
TREND
164 168 172
UNESCO largo ai giovani Hotellerie e nuovo concept di accoglienza L’agriturismo che non ti aspetti
TECNOLOGIE
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CRM in hotel, un lavoro di squadra
LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING
180
Mobile Photography marketing del futuro
LE VIE DELL’INCENTIVE WEDDING LOCATION
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Masseria Traetta
TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ
142 144 146
Coelux Ecofin Group Non solo outsourcing... Zeus Energy Group
RISORSA UOMO
148
Alternanza Scuola-Lavoro
LA PAROLA AL FORMATORE
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E se l’intelligenza emotiva fosse la chiave per salvarci dall’automazione?
ANDAVA TUTTO BENE?
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Segmentazione: assurdo anche pensarlo
FINANCE CONFIDENTIAL
184
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HOSPITALITY NEWS
Forex: opzioni binarie al capolinea?
Baltimora. Una bella scoperta Mice
IL PARERE DEL LEGALE
188
Notizie dal mondo dei viaggi e dell’ospitalità
158
194
In questo numero abbiamo parlato di…
Quando la crociera naufraga
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HOTELLERIE
PUNTARE SUI MILLENNIALS PUÒ ESSERE UN ERRORE INVESTIMENTI
I 6 TITOLI CHE HANNO QUASI RADDOPPIATO IL LORO VALORE SCENARI
PERCHÉ TUTTI SONO CONTRO AIRBNB?
I TREND DEL DESIGN HOTEL
Il design è in continua evoluzione e gli hotel sono in questo senso veri e propri laboratori. Per il 2018 il focus sarà sugli spazi dedicati alla ristorazione e a tutto il comparto food & beverage. Ecco le ultime tendenze.
ITALIAN HOTEL MONITOR
Nei primi mesi del 2018 crescono R.O. e ADR. con Milano, unica città a superare la quota di occupazione mensile del 70%, seguita da Siena, Firenze e Roma. Prezzi medi in salita in tutte le categorie alberghiere, soprattutto nei 4 stelle (+1,8%)
CATENE ALBERGHIERE IN ITALIA: FORSE PARTE LO SVILUPPO Secondo le previsioni del rapporto “Hotels and Chains”, nei prossimi due anni, le catene alberghiere aumenteranno di 12mila camere la loro capacità ricettiva. E nel 2020 la Penisola sarà “invasa” da circa 250 brand.
Editoriale /58&.16457238%32525
Puntare sui Millennials può essere un errore
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e si vuole fare marketing e fare in modo che gli altri se ne accorgano bisogna esagerare. Se si vuole emergere dal rumore del marketing pubblicitario e attirare l’attenzione delle persone sulle tue mosse commerciali, puoi fare finta di lavorare nell’interesse dei paesi poveri, abbandonati e meno fortunati. Puoi occuparti di comunicazione per le ONG. Oppure puoi approfittare di un segmento di mercato giovane, e per questo miope, ma che ha un nome mediaticamente interessante: i millennials. Che poi sono i nostri figli over 40 o i nostri nipoti. Per descrivere aspettative, desideri e stili di consumo della prossima generazione di viaggiatori sono state utilizzate migliaia di parole e di definizioni, per lo piĂš fuorvianti. Abbiamo autorizzato i designer a costruire alberghi basati sulle aspettative di questo segmento di mercato, pensando erroneamente che i millennials fossero amanti del minimal, delle atmosfere in stile Blade Runner, nemici del classico e del tradizionale. Chi ha sbagliato sta pagando. I media raccontano che i giovani millennials viaggiano volentieri verso le aree dell’Africa e dell’Asia colpite da terremoti, uragani, tsunami, alluvioni ed epidemie. Foto impressionanti ma selfie sorridenti. Questa partecipazione dei giovani under 33 ai peggiori fenomeni naturali è vera solo se qualcuno ha come obiettivo di trasferire su di loro un sentiment positivo ed esaltarne le buone abitudini, la generositĂ , l’altruismo e i consumi speciali... quasi filantropici. Non mi piace pensare che si tratti di una manovra commerciale mirata a piazzare questa generazione in prima pagina con i vantaggi che certi brand commerciali possono ottenere. E non condivido l’espansione dei messaggi promozionali per viaggi e soggiorni in posti dell’America centrale e dell’Africa, che nessuno sceglierebbe davvero liberamente per una vacanza. I nuovi geni del marketing, questi viaggi “sacrificali,â€? li chiamano “nutrimenti socialiâ€? perchĂŠ hanno un grande effetto sulle persone semplici, sulla gente co &.16457238%325258 86,'61038/5831-725 7 5326874 61-*5617868*30648+727 -6+620"8*7852,6-2703874468 7)340 8/58 )323+578/644 !25 61,50 8/58 61.-57" /58 5+5258 68 74478 .5,,8 /58 3+7(8 748 $## 8 8 6)0.1618 /58 .13'672 33/ %6 617-6874478 30648 )*3348/64478 3126448!25 61,50 8/58 0*7)7"8 ( ( ! & (8 17/6+71 8 0745783'61782648,6003168/748 $8)328.28'3107 3-453870 0.7468/58$ #874 61-*5(
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mune, scarsamente preparata a fronteggiare e gestire gli attacchi pubblicitari. Gli studi di marketing, quelli seri, ci dicono che i millennials sono giovani alle prime esperienze che vorrebbero cambiare le cose, fare bene, fare diversamente, fare meglio delle generazioni che li hanno preceduti. In Italia si sono politicamente concentrati nel Movimento 5 stelle, inseguendo onestà , trasparenza e obiettivi piÚ alti di quelli nati prima di loro. Accertata la loro mancanza di esperienza, di passaggi sociali, di tormenti che i loro padri hanno faticosamente superato, a livello turistico cosa ne sanno della qualità dell’ospitalità e dell’accoglienza? Quello che ora stanno facendo gli albergatori e soprattutto le catene internazionali per attrarre e sedurre questi giovani ospiti del futuro è abbastanza imbarazzante. Al suono di tutto cambia si sfornano brand per richiamare l’attenzione dei millennials. Si costruiscono nuovi alberghi con nuovi standard e nuove atmosfere proprio per loro, senza mettere in conto che segretamente adorano i comfort, i letti, la biancheria e tutto quello che le proprie madri hanno amato, desiderato e ottenuto. Le camere d’albergo, anche per i millennials, devono restare com’erano e assicurare comfort superiori a quelli di casa propria per tamponare i disagi di un viaggio che per definizione comodo non è. In una società aperta, tutta orientata a mettere le persone in connessione tra di loro, è meglio andare in vacanza là dove l’acqua scarseggia e la prosperità non c’è, dove non c’è traccia di catene alberghiere o è meglio visitare l’Europa in condizioni decenti per cercare di capirla e comprenderne le radici? Se avete un buon albergo di buon gusto sarete i preferiti dai millenials.
Valutare, acquistare e vendere un hotel Master Meeting offre ai suoi lettori un nuovo servizio di consulenza e assistenza rivolto a chi desidera valutare, acquistare o vendere il suo albergo. Contattate la redazione di Master Meeting (tel. 02862327) e sarete richiamati il piĂš rapidamente possibile dai nostri consulenti.
HOTEL TRANSACTIONS
AccorHotels ha ceduto la maggioranza di AccorInvest
S
i terrà il management è vero, ma la cessione della maggioranza della società proprietaria dei suoi quasi 1.300 alberghi è una notizia di rilievo nel panorama alberghiero mondiale. AccorHotels ha annunciato infatti di aver firmato un accordo con un gruppo di investitori internazionali (composto dal fondo sovrano saudita Pif, dal fondo sovrano di Singapore Gic, investitori istituzionali, nello specifico Crédit Agricole Assurances, Colony NorthStar e Amundi e altri) per la cessione del
55% del capitale di AccorInvest. Il valore della transazione è pari a 4,4 miliardi di euro. Secondo Sèbastien Bazin, chairman e ceo di AccorHotels, l’ingresso di questi nuovi azionisti e il deconsolidamento di AccorInvest consentirà al gruppo francese di essere operativamente più libero nel processo di crescita e sviluppo della compagnia. AccorInvest è il leader mondiale nel settore immobiliare alberghiero, con un portafoglio attuale di 891 hotel, la maggior parte dei qua-
li in Europa e appartenenti ai segmenti economy e midscale. Del totale, 324 hotel sono di proprietà e 567 sono gestiti in base a canoni di locazione. L’accordo di vendita prevede che AccorHotels continui a gestire le strutture alberghiere con contratti a lunghissimo termine: 50 anni con un’opzione di rinnovo di 15 anni per gli hotel luxury, upper upscale e upscale; 30 anni con un’opzione di rinnovo di 10 anni per gli hotel di classe midscale ed economy.
Invitalia dismette Ttalia Turismo, in vendita i villaggi
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li affaroni di Invitalia. Ci sarebbero anche I Grandi Viaggi ed Alpitour tra i soggetti interessati agli asset di Italia Turismo messi in vendita da Invitalia con un interessante bando di dismissione. Stando alle notizie riportate da Il Sole 24 Ore, il bando è di dominio pubblico e sarebbero già 6 i concorrenti pronti a partecipare al bando di dismissione che comprende – come sempre – cose buone e meno buone. La gara scadeva il 31 marzo 2018 ma a causa delle elezioni sembra sia stata prorogata, come tutti a Roma prevedevano. In questo campo, i pasticci sono sempre “potenziali” e, infatti, il bando prevede due differenti opzioni di acquisto, alle quali, siamo certi, sarà aggiunta la terza opzione che al momento non è stata ancora scritta da chi segue queste partite al Ministero: • 1a opzione: la dismissione dell’intera partecipazione azionaria, valore 96,5 milioni di euro. Dopo decenni di esperienza in campo turistico non ci pare che esista un gruppo italiano in possesso di tanto denaro. Potrebbe toccare a un fondo statunitense o inglese l’acquisto integrale a metà prezzo, ma non agli attuali operatori italiani, che già si sono avvalsi degli
Euro/Dollaro Principali cambi
Denaro
Lettera
Ora
Dollaro Usa
1,2304
1,2304
1.19.03
Sterlina
0,8829
0,883
1.19.01
Yen
130,692
130,701
1.19.03
Franco Svizzero
1,1706
1,1707
1.18.59
Dollaro Canadese
1,6071
1,6075
1.18.24
Dollaro Australiano
1,5813
1,5814
1.18.55
Fonte: Interactive Data aiuti di Cassa Depositi e Prestiti, aiuti di cui avranno perenne bisogno gli italiani. Sintesi estrema: buon investitore con tante risorse disponibili in Italia non c’è; • 2a opzione: il Ministero del Tesoro, lo stesso che ha appena pompato denaro su TH Resorts, prevede che non si trovi un acquirente interessato. Allora da astuto affarista fraziona il patrimonio senza mettere subito al fuoco “lo spezzatino”. Le 18 strutture da dismettere tra villaggi turistici e progetti di strutture ancora da sviluppare sono state divise in 4 lotti, ognuno dei quali potrà essere acquistato singolarmente; • 3a opzione, la nostra. Invitalia e il Ministero hanno bisogno di soldi
quindi il bando dovrà essere modificato per fare in modo che le proprietà migliori possano essere cedute singolarmente, mentre le proprietà invendute, circa una dozzina, resterebbero così sul gobbo del Tesoro e di Invitalia, che per molti anni le dovrànno gestire direttamente perdendo altro denaro. Noi speriamo, e questa è la quarta opzione, che un cavaliere bianco italiano voglia differenziare il suo capitale, condividendo il principio che “il turismo è il nostro petrolio” e decida di rilevare l’intero pacchetto al giusto prezzo. Un prezzo che potrebbe essere molto deludente per Invitalia e per il Ministero del Tesoro. 3 2018
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Giornate d’affari e finanza
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i è svolto a Berlino nei primi giorni del mese di marzo l’International Hotel Investment Forum, al quale hanno partecipato per la prima volta anche Confindustria e gruppi italiani in espansione come JSH. Si respira aria di grandi affari dopo che HVS ha riferito che le transazioni alberghiere nel 2017 in Europa sono cresciute del 22% e il volume delle transazioni ha raggiunto il valore di 21,7 miliardi di euro tra acquisizioni e alienazioni. Più dettagliatamente HVS afferma che, in Europa, sono passati di mano 323 alberghi del valore medio di 7,5 milioni di euro ciascuno. In occasione dell’IHIF sono state avviate decine di attività di management, ma anche firmate fusioni e acquisizioni alberghiere. Qualcuno ha fatto anche interessanti dichiarazioni, come Raúl González, CEO del Gruppo Barceló, che si è dichiarato insoddisfatto per la mancata fusione con NH Hotels. La fusione, secondo lui, avrebbe contribuito a ripulire il settore alberghiero spagnolo attualmente molto frammentato. Anche Christopher Nassetta, CEO di Hilton, si è esposto manifestando tutta l’incertezza del suo gruppo sullo sviluppo del brand Tru, che la compagnia sta pompando ma con risultati piuttosto modesti.
E infine Keith Barr, CEO di IHG (InterContinental Hotels Group), che ha annunciato l’intenzione, anzi l’obiettivo strategico, di acquisire un marchio di lusso da inserire al vertice di gamma, sopra il classico marchio Intercontinental. In tanti hanno pensato a Six Senses, brand a nostro avviso non standardizzabile, quindi poco adatto per un gigante come IHG, invece sarà Regent, 4 hotel in Asia e 2 in Europa, incluso il lussuoso albergo di Berlino. Che in questa occasione ha annunciato non solo che nel 2018 – come ha fatto Sheraton con Four Points – lancerà un marchio di conversione, ma anche che i Crowne Plaza europei saranno progressivamente tutti sottoposti ad un profondo restyling. Finalmente i manager di Intercontinental si sono accorti che buona parte della loro offerta ricettiva è datata e il brand ossidato! Tra le cose che il Forum ha cercato di nascondere è l’incertezza del credito. La riqualificazione dei brand e degli alberghi, in generale, richiede molte risorse fresche e i gestori, specialmente quelli europei, si sono trovati di fronte a una finanza aggressiva che concede prestiti solo con la garanzia fidejussoria. Ci sono troppi NPL in giro per l’Europa.
In banca con un occhio agli stock alberghieri Ecco 6 titoli che in Borsa “tra ieri e oggi” hanno quasi raddoppiato il loro valore:
HILTON INTERNATIONAL
OGGI
5 ANNI FA
81,5 USD
47,5 USD
IHG - INTERCONTINENTAL
4.590 £
2.800 £
MARRIOTT/STARWOOD
145 USD
48 USD
ACCOR
47 EUR
29 EUR
WYNDHAM HG
119 USD
62 USD
CHOICE HOTELS INT.
83 USD
39 USD
La performance dei 6 maggiori gruppi alberghieri presi a campione evidenzia un generoso crescendo del valore azionario. Non è dunque affatto rischioso investire nel settore alberghiero.
Thomas Cook investe sull’ospitalità
S
a società di viaggi britannica Thomas Cook ha istituito un fondo alberghiero da 150 milioni di sterline (169 mln. di euro) con l’obiettivo di investire in proprie strutture ricettive alberghiere a marchio Thomas Cook (inizialmente 5).
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La strategia di sviluppo si basa su una partnership con LMEY Investments, piccola compagnia con sede in Svizzera che gestisce una ventina di hotel e un fondo d’investimento abbastanza robusto sul quale Thomas Cooks sta trasferendo due dei suoi hotel.
Anche se la cifra non è di quelle che “tuonano”, per il marchio britannico, che ha aperto la strada dei voli charter e dei pacchetti turistici, sembrerebbe comunque una svolta significativa. Stiamo parlando infatti di un tour operator che,
negli anni ’60, era il numero uno al mondo e ha dato il via all’internazionalizzazione delle spiagge italiane sbarcando a Jesolo, Rimini, Riccione, Senigallia, Sorrento e Taormina. Negli anni d’oro Thomas Cook occupava un intero isolato nella Londra più esclusiva (Mayfair) con mille dipendenti. È stata un riferimento per la generazione di albergatori italiani che iniziarono ad operare negli anni ’50 e ’60. Thomas Cook, che per motivi etici non operò nella Spagna di Franco e correttamente attese il cambio della guardia prima di inserire la Spagna nei suoi cataloghi, per l’eccessiva prudenza ha subìto una serie di drastici ridimensionamenti determinati dalla concorrenza congiunta di una ventina di tour operator inglesi e tedeschi che riuscirono a farla passare in secondo piano (Thomas Cook era il T.O. della Regina, emetteva milioni di travellers check ed era una garanzia per i turisti inglesi, i primi ad avventurarsi nelle zone più impervie del pianeta). Oggi, dopo molti anni di torpore commerciale, sembra che lo storico tour operator abbia deciso di investire nell’ospitalità di qualità, un orientamento alla fascia alta e tradizionale del mercato coerente con la sua storia e generatore di lealtà da parte dei clienti. Attualmente la società ospita i propri viaggiatori in circa 3.000 hotel in diverse destinazioni dal Mediterraneo e dei Ca-
raibi. Di questi hotel, utilizzati con allotment diversificati, solo 4 sono di proprietà e altri 180 circa operano con l’insegna Thomas Cook o Casa Cook ma non possiedono un elevato appeal in quanto appartengono al segmento “economy” e “midscale”. Non entusiasma l’obiettivo strategico che partirebbe da un nuovissi-
mo hotel di lusso di Ibiza di medie dimensioni (150 camere) provvisoriamente denominato Acor Playa che assumerà il tradizionale marchio “Casa Cook”. Ci auguriamo davvero che le apparenze ingannino e che TC dia un colpo d’ala, si riposizioni e riporti gli inglesi anche in Italia con i suoi voli charter di alta qualità.
LE PRINCIPALI TRANSAZIONI ALBERGHIERE 2017 IN ITALIA Portafoglio strutture:
Strutture
Camere
Prezzo €
Prezzo a camera €
Acquirente
Venditore
Bluserena Hotels Portfolio Valtur Resorts - Bonomi Singole strutture: Nova Yardinia Resort Terme di Saturnia Hotel M89 Milano Lama Hotel Roma Sheraton Roma Htl&Confer. Center B&B Hotel Milan Sesto - Torre Quadra Hotel Club Esse Roccaruja, Stintino Hotel Des Etrangers & Spa, Sanremo
3 3
1.030 927
60 mln. 26,3 mln.
200.000 30.000
Bluserena CDP SGR
DeACapital RE SGR Investindustrial
790 140 55 439 640 188 135 93
120 mln. 40 mln. 8,3 mln. 50,6 mln. 37 mln. 15 mln. 14,7 mln. 10,4 mln.
150.000 290.000 150.000 120.000 60.000 80.000 110.000 110.000
Serenissima SGR York Capital, Feidos Torre SGR Icarus Spa PrimeCity Invest. B&B Hotels Atos RE Ancora ignoto
Vari AM Holdings Star 89 srl EUR Spa Vari Savills Fund Mngmnt Turisarda Acqua Marcia
Fonte: HVS - 2017 European Hotel Transactions
3 2018
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IL BORSINO DELLE CATENE Accor Hotels (Bourse de Paris)
InterContinental Hotels Group (NYSE)
E48,00
$70,00
47,00 67,50
46,00 45,00
65,00 44,00 43,00
62,50
42,00 60,00
41,00
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21 dic
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14 gen
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28 gen
7 feb
14 feb
21 feb
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2017 2018
$70,00
$85,00
67,50
82,50
65,00
80,00
62,50
77,50
60,00
75,00
14 dic
21 dic
7 gen
14 gen
21 dic
7 gen
14 gen
21 gen
28 gen
7 feb
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21 feb
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14 feb
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Choice Hotels International (NYSE)
Hilton Worldwide (NYSE)
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28 gen
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14 feb
21 feb
7 mar
Hyatt Hotels (NYSE)
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21 dic
7 gen
14 gen
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28 gen
7 feb
Millennium & Copthorne (London Stock Exchange)
$82,50
ÂŁ587.000
80,00
570.20
77,50 553.40 75,00 536.60 72,50 519.80
70,00 67,50
2017 2018
503.00
18 dic
1 gen
15 gen
29 gen
12 feb
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NH Hoteles (Bolsa Madrid)
2018
1 gen
15 gen
29 gen
12 feb
26 feb
12 mar
MeliĂĄ Hotels International (Bolsa Madrid)
E6,40
E12,20
6,30 12,10 6,20 6,10
12,00
6,00 11,90 5,90 11,80
5,80
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21 feb
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SCENARI
Airbnb benefattrice a Londra
S
ta diventando una battaglia tra furbetti la sharing economy turistica, presunta condivisione di case e letti da parte di proprietari che in realtà quelle case e quei letti non le abitano affatto. Dov’è allora tutta questa economia della condivisione? Dalla Florida a Los Angeles da New York a Parigi da Rimini a Firenze, emergono problemi sugli affitti brevi. Londra è una delle capitali turisticamente più frequentate e nel dominio commerciale di Airbnb sulle case e sui letti condivisi della capitale britannica i rappresentanti dell’offerta ricettiva londinese stanno protestando per il fatto che Airbnb è l’unica piattaforma di sharing (il termine giusto sarebbe condivisione domestica) che dichiara di rispettare le leggi sui soggiorni di breve termine in quella città. È la stessa Airbnb ad insistere che proprio a Londra, dove il terrorismo islamico ha colpito di più, i dati delle affittanze devono essere condivisi con le autorità per facilitare l’applicazione delle normative. Atteggiamento fantastico, apprezzabile e trasparente. Airbnb sottolinea infatti che altre piattaforme, come Booking.com, pur commercializzando oltre 40.000 alloggi extralberghieri in città, non sono state costrette a rispettare il limite di 90 giorni (durata minima della condivisione dell’alloggio) introdotto da una legge del 2015. Loro invece (Airbnb) affermano di essere la sola piattaforma web che collabora con l’amministrazione locale per promuovere delle buone regole e limitare i soggiorni brevissimi. Forse qualcuno dimentica che gli host possono affittare come e quanto vogliono perché agiscono per conto di terzi e quindi le dichiarazioni di Airbnb non li coinvolgono. Basta aprire la piattaforma per capire che le limitazioni sulla durata dell’affitto non sono “palesi”. James McClure, general manager per l’Europa settentrionale di Airbnb, si dichiara orgoglioso di aiutare i londinesi a condividere le loro case che, altrimenti, ri-
sulterebbero vuote! Si lamenta, però, perché gli altri venditori di alloggi turistici non adottano misure simili per rendere Londra più sicura. Airbnb sembrerebbe quasi un’organizzazione filantropica. Invece basta avere una carta di credito e – a Londra come ovunque – la casa in affitto è tua!
Booking.com vs Airbnb
C
hiaramente se sei nel mondo degli affitti turistici sei un commerciante. Un gigante delle vendite online o un semplice host che vive di percentuali si muove per rastrellare gli alloggi disponibili (quanti più sono meglio), per affittarli a chi possiede una carta di credito. Booking.com, che tutti conoscono come OTA leader in Europa, non è contenta di come vanno le cose a Londra. In risposta ad Airbnb e alla sua mossa filantro-
pica, ha dichiarato di aver intrapreso iniziative di partnership con i governi del Vecchio Continente per trovare soluzioni al problema degli alloggi “condivisi” (si fa per dire). Il problema sarebbe, per entrambe le compagnie che vendono alloggi a Londra, la durata degli affitti che dovrebbero rientrare nella legge del 2015 che impone la cessione in time sharing della propria casa per almeno 90 notti/giorni. Riteniamo ridicolo che qualcuno voglia fare
prigioniero un ospite per novanta giorni, ma le manovre di Governi e Comuni per fare contenti gli albergatori arrivano anche a questo. Arriva anche l’aiuto della statistica che informa gli inglesi che tra luglio 2016 e luglio 2017, le case (e i letti) prenotati per oltre 90 notti sono diminuiti dal 21% al 7%. Il problema per gli albergatori è impedire che Airbnb offra affitti brevi sulla propria piattaforma e visto che nessuno possiede informazioni su3 2018
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gli alloggiati, la recita nella nazione di Shakespeare viene bene: “noi offriamo solo affitti lunghi di 90 giorni come vuole il governo inglese”. In sostanza non c’è obbligo di notificare alle autorità – specialmente a quelle di polizia – la disponibilità, l’intenzione di condividere o l’uso di quella casa. Dall’altro lato ci sono gli alberghi che hanno un’infinità di obblighi di registrazione, controllo e sicurezza dei loro ospiti. Sintesi: che si tratti di elusione normativa, di evasione fiscale o di negligenza delle autorità non è dato sapere. Quello che è invece facile da capire è che questa sharing economy è uno slogan che nasconde un business stratosferico che sfugge al revenue nazionale. Si tratta di un business di proporzioni enormi, che si è dotato di potenti lobby. Quando i lobbisti dicono che è necessario stabilire il giusto quadro normativo per proteggere gli alloggi a lungo termine e costruire comunità coese, in verità pensano ad evitare di condividere i file della propria clientela, cosa tra l’altro abbastanza naturale. Il buonsenso basta per comprendere che ogni autorità locale: a. sa benissimo che la “sharing” è semplicemente l’affitto occasionale di un appartamento, di una camera o di una casa; b. è consapevole che in città come Londra, Milano e Parigi migliaia di appartamenti mono, bilocali e trilocali sono stati costruiti apposta per l’affitto breve via web sulle piattaforme come Airbnb e più genericamente di booking online; c. non può fingere di non sapere che ci sono veri e propri manager della sharing economy ovvero i famosi “host” che a Londra come a Parigi e Milano gestiscono ciascuno decine di unità in maniera imprenditoriale; d. è turisticamente preparata e non vuole rendere difficile l’affitto, perché sa che, se nella città, c’è scarsità di camere, appartamenti e case disponibili si perdono turisti, quindi room nights e ricavi preziosi; e. che per sua natura vive e prospera di “consenso”, non vuole esse-
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Compravendite e gestioni - marzo 2018 HOTEL IN VENDITA CATEGORIA
CAMERE
LOCATION
4 stelle - prima linea
130
Giulianova (TE)
4 stelle standard internazionale
45
Montebelluna (TV)
4 stelle
70
Verona
4 stelle
90
Sestri Levante
4 stelle
70
Savelletri - Salento
4 stelle
50
Genova
4 stelle
54
Milano (Stazione Centrale)
4 stelle - Marina Centro
105
Rimini
3 stelle
45
Ancona
3 stelle sup.
90
Igea Marina/Bellaria
3 stelle - sul mare
30
Rimini - Viserbella
3 stelle - country house
20
Sant’Omero (TE)
in rosso le vere occasioni di MM
HOTEL IN LOCAZIONE 4 stelle
60
Firenze
3 stelle
56
Riviera Romagnola
• CATENA ITALIANA IN ESPANSIONE CERCA HOTEL (AFFITTO-LOCAZIONE) almeno 80 camere di standard internazionale in città capoluogo • CATENA FRANCESE CERCA EDIFICIO CIELO TERRA di almeno 3.000 mq e/o hotel da convertire di 70/100 camere in città di almeno 50.000 abitanti Chi fosse interessato e volesse approfondire in modo riservato a queste opportunità può contattare Elena tel. 02 862327 elena.genitoni@communicationagency.it
re accusata di scacciare i potenziali, possibili ospiti dalla propria città con atti ostili verso chi offre affittanze brevi. Infine un dato: fino ad ora, solo a Ibiza, la Guardia Civile ha cercato di sanzionare i furbetti che abusano del sistema e del vuoto legislativo, trasformando le loro case in hotel e il proprio condominio in residence fingendo di condividere la propria casa con ignoti ospiti. Nelle altre capitali turistiche da Parigi a Madrid, da Barcellona a Firenze, si fa finta di trovare un accordo con Airbnb per rastrellare qualche
spicciolo, come il 2-3% di imposta di soggiorno sull’importo pagato dal cliente (importo rigorosamente ignoto). L’accordo equivale a una rinuncia ad indagare sulle registrazioni di polizia, sulle norme sanitarie e sulle eventuali imposte comunali e nazionali. I lobbisti già si espongono, firmano accordi fasulli dicendo ai politici che tutto dipende da loro perché sarebbe semplice legiferare e pretendere che le locazioni di breve termine siano registrate in modo semplice, rapido e gratuito utilizzando la rete.
Perché tutti sono contro Airbnb?
M
entre l’Osservatorio Turistico Regionale dell’Emilia Romagna, che Trademark Italia gestisce dal 1986, sta cercando di analizzare la consistenza e la quantità di case che Airbnb affitta sulla Riviera Romagnola sfuggendo a ogni tipo di imposta e di tassa, qualcuno continua a riferire di accordi con l’azienda di San Francisco che si impegnerebbe a pagare delle tasse italiane, come l’imposta di soggiorno, facendo anche donazioni no-profit alle comunità locali. L’atteggiamento di Airbnb è cambiato? Certo è cambiato per continuare a fare i propri affari e anche i propri comodi: il caso di Londra è clamoroso, così quello di Firenze, di Roma e di Perugia. Girano, infatti, voci di accordi e di contratti siglati da
“faccendieri” di Airbnb con alcuni comuni italiani in virtù dei quali un rappresentante di Airbnb promette di farsi carico di un importo percentuale (3% circa) sul prezzo di vendita realmente incassato. In alcuni casi si legge che Airbnb è pronta a contribuire al pagamento dell’imposta sui redditi della persona che affitta e infine c’è anche chi promette di fornire i dati e i nomi dei proprietari delle case insieme al nome di quello che le affitta. Tutto è possibile. Ma se Airbnb davvero vendesse i dati del proprio portafoglio sarebbe una rivoluzione fantastica e incredibile per l’economia turistica nazionale. E, forse, anche la vendita della Fontana di Trevi da parte di Totò ad un ignaro turista americano passerebbe in secondo piano!
Anche gli alberghi in vendita su Airbnb
I
I 7 febbraio Airbnb ha annunciato che, sulla propria piattaforma web, potranno essere presenti anche alberghi indipendenti che soddisfano i suoi specifici standard di ospitalità. Ufficialmente disponibile da marzo, la piattaforma viene lanciata con il
supporto del cloud SiteMinder, ideale per gli hotel in grado di connettersi in tempo reale al sistema di gestione esistente per le informazioni e la prenotazione. Airbnb promette di addebitare un modesto costo di servizio, dal 3% al 5% dell’importo pattuito. Inoltre,
non richiederà agli host di firmare i contratti e gestirà in proprio tutti i pagamenti e le transazioni. SiteMinder ha già più di 28.000 hotel collegati alla sua piattaforma di gestione dei canali e anticipa di essere molto interessata ad accogliere gli hotel Airbnb. 3 2018
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Italian Hotel Monitor© Inizia positivamente il 2018 per gli hotel italiani che vedono crescere sia la R.O. (occupazione camere) che l’ADR (prezzo medio giornaliero) in un mese storicamente non dei più esaltanti in termini di performance. Al vertice della graduatoria Milano, unica città a superare la quota del 70%, davanti a Siena, Firenze e Roma, tutte con una occupazione mensile superiore al 58%. R.O. in crescita in 35 delle 39 città monitorate, con 21 città che superano la soglia del 50% – Prezzi medi in salita in tutte le categorie alberghiere, soprattutto nei 4 stelle: +1,8%.
D
opo un 2017 andato in archivio con una performance complessivamente molto positiva per gli alberghi italiani (occupazione camere media della categoria upscale al 70,1% e prezzo medio camera a 116,02 euro), anche il 2018 parte con il piede giusto. Il mese di gennaio per gli alberghi italiani fa registrare un’occupazione camere della categoria upscale (4 stelle) al 56,2% (più 1,4 punti rispetto allo stesso mese del 2017), così, come in crescita, sono anche la categoria luxury (+1,1 punti) e quella midscale (+0,7 punti). Cresce anche il prezzo medio camera a 102,85 euro (+1,8%). Italian Hotel Monitor registra performance migliori rispetto ad inizio 2017 in 35 città su 39 e una crescita omogenea sia per il turismo business che leisure, con solo 4 città nelle quali la R.O. dichiarata è inferiore rispetto a dodici mesi fa. In termini di Room Occupancy, solo Milano (72,9%) ottiene un risultato superiore al 70%, seguita da Siena (60,7%) e altre 5 città che superano il 55%: Firenze (57,8%), Roma (58,4%), Bolzano (56,8%), Padova (56,5%) e Bergamo (55,9%). Si registrano incrementi superiori ai 3 punti in 6 città: Genova in particolare
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3 2018
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+5,2%, Udine, Reggio Emilia, Perugia, Palermo e Cagliari. Anche, a gennaio 2018, Venezia (la città con il maggior numero di camere in hotel di lusso e storicamente la città più cara) si conferma al vertice in termini di prezzo medio, con un ADR di 137,35 euro a notte per le strutture upscale. Seguono Firenze (116,31 euro), Milano (112,80 euro), Roma (104,88 euro) e Napoli (100,62 euro) tutte oltre quota cento euro. Per quanto riguarda gli hotel midscale (3 stelle), che per capacità ricettiva e diffusione, rappresentano la caratteristica ospitalità italiana, l’occupazione camere si attesta al 52,7% con un prezzo medio a 53,93 euro. Si conferma costantemente positivo anche il trend del segmento luxury con una R.O. al 47,8% in salita di 1,1 punti rispetto al gennaio 2017 e un ADR attestato a 309,65 euro (+0,2%) nelle città in cui IHM analizza tale categoria. Si invitano tutti gli operatori dell’ospitalità italiana a 3-4-5 stelle a partecipare a questo prezioso, “anonimo” e semplice strumento di rating commerciale a costo zero. Nessuna complicazione e massima riservatezza. Basta telefonare al numero 0541.56111 o scrivere a info@trademarkitalia.com.
REPORT ITALIAN HOTEL MONITOR - GENNAIO 2018 Occupazione e Prezzo per Città
Zoom sulle città Top Ten
Occupazione % Camere Città
Prezzo Medio
Gennaio 2018
Gennaio 2017
Var 18/17
Gennaio 2018
Gennaio 2017
Var 18/17
+ TORINO
54,5
53,9
0,6
94,20
95,25
-1,1%
+ GENOVA
52,8
47,6
5,2
92,10
95,47
-3,5%
+ MILANO
72,9
71,4
1,5
112,80
108,99
3,5%
- COMO
44,8
45,1
-0,3
93,71
91,25
2,7%
+ BRESCIA
41,4
39,1
2,3
83,98
83,69
0,3%
+ BERGAMO
55,9
53,4
2,5
86,44
88,51
-2,3%
+ PARMA
43,7
43,3
0,4
86,08
83,90
2,6%
+ REGGIO EMILIA
47,3
44,2
3,1
84,39
83,43
1,2%
+ MODENA
50,3
49,5
0,8
85,84
85,71
0,2%
+ TRENTO
49,5
46,3
3,2
84,36
84,13
0,3%
- BOLZANO
56,8
57,9
-1,1
86,31
85,39
1,1%
+ VENEZIA
42,2
41,6
0,6
137,35
139,46
-1,5%
+ VERONA
45,6
44,4
1,2
92,42
94,27
-2,0%
+ VICENZA
50,3
47,4
2,9
89,36
86,24
3,6%
+ PADOVA
56,5
54,3
2,2
85,60
85,63
0,0%
+ TREVISO
45,3
44,6
0,7
84,94
85,16
-0,3%
+ UDINE
54,1
49,8
4,3
89,33
84,86
5,3%
+ TRIESTE
53,2
52,3
0,9
87,69
86,41
1,5%
+ FERRARA
38,8
36,3
2,5
87,29
91,36
-4,5%
+ BOLOGNA
52,5
51,0
1,5
90,21
87,80
2,7%
+ RAVENNA
45,6
43,6
2,0
86,95
85,18
2,1%
+ RIMINI
48,7
47,9
0,8
82,77
83,38
-0,7%
+ REP. SAN MARINO
49,5
44,6
4,9
87,21
85,35
2,2%
+ FIRENZE
58,7
57,2
1,5
116,31
113,80
2,2%
+ PISA
52,2
50,2
2,0
94,14
92,20
2,1%
+ SIENA
60,7
57,9
2,8
87,10
87,96
-1,0%
+ ANCONA
50,2
48,2
2,0
84,63
83,00
2,0%
- PESARO
42,0
44,2
-2,2
83,62
81,28
2,9%
+ PERUGIA
36,1
32,6
3,5
83,24
80,38
3,6%
+ ROMA
58,4
58,1
0,3
104,88
103,25
1,6%
- PESCARA
41,4
45,0
-3,6
83,61
84,52
-1,1%
+ NAPOLI
53,1
50,3
2,8
100,62
91,89
9,5%
+ BARI
49,5
47,0
2,5
85,88
86,51
-0,7%
+ TARANTO
51,0
49,4
1,6
83,64
80,55
3,8%
+ PALERMO
45,2
41,7
3,5
88,87
85,72
3,7%
+ MESSINA
48,4
47,6
0,8
84,11
83,67
0,5%
+ CATANIA
53,6
52,4
1,2
88,77
82,93
7,0%
+ CAGLIARI
52,1
48,5
3,6
86,87
85,65
1,4%
+ SASSARI
51,4
50,1
1,3
86,22
84,99
1,4%
+ TOTALE ITALIA
56,2
54,8
1,4
102,85
101,05
1,8%
Occupazione % Camere Upscale Midscale
Città
Luxury
VENEZIA FIRENZE MILANO ROMA NAPOLI TORINO VERONA GENOVA BOLOGNA BARI TOTALE ITALIA
Città
43,9 52,6 57,4 43,9 47,8
Luxury
VENEZIA FIRENZE MILANO ROMA NAPOLI TORINO VERONA GENOVA BOLOGNA BARI TOTALE ITALIA
446,17 395,65 260,40 248,19 309,65
42,2 58,7 72,9 58,4 53,1 54,5 45,6 52,8 52,5 49,5 56,2
41,5 58,3 63,7 67,4 52,1 53,3 44,2 50,1 55,7 47,5 52,7
Prezzo Medio Upscale Midscale
137,35 116,31 112,80 104,88 100,62 94,20 92,42 92,10 90,21 85,88 102,85
71,02 61,55 64,59 63,30 51,89 54,11 52,19 50,39 57,23 45,81 53,93
Occupazione e Prezzo per Tipologia Tipologia
Luxury Upscale Midscale
Tipologia
Luxury Upscale Midscale
Gennaio 2018
Occupazione Camere Gennaio Var 2017 18/17
47,8 56,2 52,7
46,7 54,8 52,0
1,1 1,4 0,7
Gennaio 2018
Prezzo medio Gennaio Var 2017 18/17
309,65 102,85 53,93
309,18 101,05 53,66
Fonte: Italian Hotel Monitor - Trademark Italia
3 2018
www.mastermeeting.it
23
0,2% 1,8% 0,5%
TREND
Le tendenze dell’hotel design
I
l design è in continua evoluzione e gli hotel sono spesso veri e propri laboratori di cambiamento. Per il 2018 il focus, secondo i principali designer internazionali, sarà soprattutto sugli spazi dedicati alla ristorazione e a tutto il comparto food & beverage. Ecco le tendenze salienti del design alberghiero nel 2018 emerse da un focus realizzato da HotelsNewsNow con alcuni importanti architetti e designer alberghieri: • i social media stanno trasformando i ristoranti degli hotel in vere e proprie piattaforme di marketing digitale (grazie in particolare alla clientela più giovane). È soprattutto Instagram a “condizionare” il design, lo stile, l’atmosfera, la scelta delle stoviglie... Dal momento che ogni elemento del ristorante può essere fotografato e condiviso online, albergatori, f&b manager e designer dedicano sempre più tempo ormai alla cura dell’ambiente e alla definizione del layout con installazioni artistiche speciali e illuminazione personalizzata. I cosiddetti “momenti Instagram” sono diventati fondamentali non solo per i clienti ma anche per la reputation del ristorante e l’awareness dell’hotel. Tutto deve concorrere a creare un ambiente perfetto per i selfie dei propri clienti; • gli spazi comuni, le lobby, si riducono, mentre le aree F&B si espandono vivacizzando l’accoglienza con soluzioni modulari che puntano a creare situazioni che favoriscano la socializzazione; • dagli hotel internazionali agli hotel locali. L’attenzione che sempre più alberghi pongono alla cultura locale e al contesto urbano e architettonico nel quale devono operare spingono architetti e designer a realizzare strutture ricettive il più contestualizzate pos-
sibile. Non solo il mobilio e gli arredi devono essere coerenti con lo stile locale, anche la proposta food&beverage rispecchia questo mood per far vivere un’esperienza autentica ai propri ospiti; • gli spazi comuni dell’hotel devono essere sempre più pensati per attrarre anche i residenti e i membri della comunità locale. Un incontro di piacere o un meeting di lavoro, una cena di gala o un’esperienza gourmand... ogni elemento dell’hotel deve massimizzare il proprio appeal anche nei confronti dei potenziali ospiti locali (non alloggiati). L’hotel, nel 2018, deve essere pensato, progettato e declinato sempre più come un luogo pubblico, fortemente assimilato all’ambiente circostante con cui deve dialogare il più possibile; • per il cliente, è la prima impressione che conta. I primi dieci secondi sono fondamentali per determinare la sua customer experience e hall e reception la condizionano profondamente. Questi spazi devono dunque essere memorabili e rispecchiare fedelmente lo stile e il carattere dell’hotel nel suo complesso; • nel 2018 torna il colore. Dopo anni all’insegna dei grigi e dei toni neutri, i designer sembrano decisi a ridare colore a pareti, accessori e complementi d’arredo; • interno ed esterno dell’albergo sono destinati a fondersi (laddove è possibile) per offrire nuove esperienze per gli ospiti: dall’accesso alla spiaggia al bar in terrazza, dalla veranda esterna al ristorante interno/esterno si punta a creare una straordinaria connessione con l’ambiente con nuovi accessi per viaggiatori in transito e nuove opportunità di business per l’hotel.
Catene alberghiere in Italia: forse parte lo sviluppo
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econdo le previsioni del rapporto “Hotels and Chains” di Horwath Htl e Confindustria Alberghi con Cassa Depositi e Prestiti nei prossimi due anni le catene alberghiere aumenteranno di 12mila camere la loro capacità ricettiva. E nel 2020 la Penisola sarà “invasa” da circa 250 brand. Un’invasione più di marchi che di catene vere e proprie, più di società di gestione nazionali che di grandi gruppi internazionali con una progressiva polarizzazione tra segmento economy e luxury. Se quantitativamente saranno i gruppi domestici i protagonisti di questo sviluppo, qualitativamente sono gli investitori esteri ad essere i player
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principali del settore, rappresentando il 60% di tutti gli investimenti alberghieri. Gli hotel di catena nel 2018 sono ancora una quota decisamente minoritaria dell’offerta alberghiera nazionale: solo il 4,5% del numero globale di strutture. Una percentuale bassissima, specie se confrontata con i nostri competitor turistici: in Spagna i gruppi rappresentano il 12%, in Germania il 10% e in Francia il 21%. Negli ultimi cinque anni però sembra essersi innescato un trend positivo e gli hotel di catena sono cresciuti di 200 unità e di 20mila camere. Il dato positivo dei nuovi progetti, quelli in “pipeline” inclusi, è legato al fatto che gli inve-
stimenti si concentrano su strutture esistenti, sulla loro ristrutturazione e riqualificazione senza ulteriori cementificazioni. D’altra parte la maggior parte degli immobili disponibili sul mercato, adatti ad essere convertiti in hotel, sono liberi da vincoli contrattuali. Quello che non cambierà radicalmente nel breve periodo è la frammentarietà del sistema alberghiero e la scarsa presenza dei brand internazionali, soprattutto al di fuori delle location di primo livello (Milano, Roma, Firenze, Venezia). Detto questo le prospettive per il settore sono positive con rendite stimate da Duff & Phelps Reag, soprattutto per i trophy asset, attorno al 5-6%.
Ritorno all’indipendenza. quanto costa e cosa comporta?
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bbandonare un marchio e riconquistare la propria indipendenza alberghiera è un processo complesso, non esente da rischi. Può, tuttavia, rivelarsi economicamente e finanziariamente remunerativo per i proprietari se viene fatto bene. Alla base di tutto ci deve essere una attenta analisi di tutti gli elementi e fattori che concorrono a condizionare questo percorso: un’analisi SWOT del procedimento che si va ad attuare. A cominciare dai mercati e dai target che nell’operazione di deflagging si possono perdere o conquistare. Altrettanto fondamentali sono lo stile e l’atmosfera che si vogliono dare al “nuovo” albergo non più brandizzato. L’aggiornamento delle camere e degli spazi pubblici sono un obbligo. C’è poi il tema delle tariffe e della maggior libertà che si ha nell’operare in maniera individuale e indipendente. Anche lo
staff potrebbe cambiare nel momento in cui si rinuncia ad un brand, soprattutto se di livello internazionale. Bisogna fare attenzione perché se il turnover del personale di back office può essere un bene, quello dello staff di front line potrebbe rappresentare un problema, in particolare con la clientela fedele dell’hotel. Non ultimo bisogna affrontare il tema delle OTA, che per un albergo indipendente rappresentano un supporto basilare a livello promozionale e commerciale... molto di più evidentemente che per un hotel già brandizzato. Per non sbagliare e non affrontare tutto questo da soli, non esitate a contattarci: i partner di Trademark Italia e di Master Meeting sono tra i maggiori esperti del settore, possono affiancarvi nel percorso con consigli e suggerimenti utili ad evitare i più comuni errori.
Breaking news Aggiornamenti in corso per Sheraton Il gruppo Marriott International è consapevole che il brand Sheraton ha assoluto bisogno di un’operazione di restyling, e non solo di facciata. L’ultraottantenne brand acquisito nell’operazione Starwood Hotels & Resorts deve oramai inevitabilmente essere sottoposto ad un rinnovamento che non ne snaturi i valori fondanti di accoglienza, sicurezza e comfort ma che attragga le nuove generazioni di viaggiatori scarsamente sintonizzati con i brand classici e... un po’ fané. Sheraton, che conta oltre 450 proprietà in 75 Paesi, pioniere dell’ospitalità statunitense, noto per avere installato il primo sistema di prenotazioni elettroniche automatico nel 1958, nel 1970 è stata la prima catena alberghiera a investire in un numero verde per il contatto diretto degli ospiti. E, ancora oggi, è un marchio di cui i viaggiatori d’affari e la clientela business, si fidano. Sheraton, dopo cinquant’anni di fatturati internazionali “upscale”, deve rinfrescarsi iniziando a lavorare sulla parte hard, il layout degli spazi comuni, gli equipaggiamenti,
gli arredi e le camere, senza dimenticare la proposta food&beverage che, da eccellente, nel corso degli anni è diventata sempre più insignificante. Starwood ha fatto un ottimo lavoro nel “conservare” un brand che negli ultimi tempi non stava più al passo con il mercato. Ora il “nuovo” Sheraton dovrà risultare più attraente e più fresco di prima perché Marriott, nuovo proprietario, intende allargare i target e l’interesse commerciale di Sheraton passando dall’area business a quella leisure. Non sarà una procedura facile per gli hotel italiani che aderiscono a questo brand.
I predatori del nostro salvadanaio: la cassa depositi e prestiti sotto attacco Chiamano il turismo il “nostro petrolio” e infatti la CDP (Cassa Depositi e Prestiti), un tempo inviolabile cassaforte di milioni di ignari italiani che per mezzo secolo ha resistito tenacemente all’assalto dei petrolieri e alle lusinghe di albergatori e gestori di villaggi turistici stagionali, ha deciso circa tre anni fa di entrare nel mondo del turismo e dell’industria alberghiera.
CDP si è così lasciata andare a salvataggi di compagnie alberghiere bollite e società immobiliari che si occupano senza successo di vacanza stagionali. Suona male prestare soldi a chi già va male (o malissimo) ma proprio questo è successo dalle parti del Ministero del Tesoro da cui CDP dipende con le sue controllate. Il fiume di soldi pubblici dagli alberghi aperti tutto l’hanno è passato ad irrorare il mercato stagionale dei villaggi vacanze, che di petrolio non ne producono. Sono prestiti generosi che hanno certamente avuto l’onore della firma del Ministro del Tesoro e del Presidente del Consiglio. Riflettiamo insieme su questo problema del “petrolio stagionale” ovvero dei villaggi turistici balneari e montani. Tutti sanno che raramente funzionano e generano reddito. Come ha riportato nutrita stampa il Ministero del Tesoro, l’ENIT e il nuovo Fondo interno denominato FIT non hanno indagato né chiesto garanzie sulle recenti operazioni Valtur e TH Resorts. La richiesta veniva del resto da persone che avevano le credenziali di Confindustria e Club Med, per cui il “petrolio” doveva esserci. I bilanci degli ultimi tre anni però 3 2018
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facevano acqua da tutte le parti, tanta acqua. Ma se ti chiami Valtur o sei stato presidente della Compagnia delle Opere, sei automaticamente “petroliere”: non c’è bisogno di guardare i tuoi bilanci. Ti presto novantadue milioni di euro per cercare il “petrolio” nelle cinque strutture stagionali distribuite in diverse località italiane. Forse la Cassa, dove stanno i soldi degli italiani, farebbe meglio a non fare operazioni finanziarie a rischio perché, per ora, tra acquisizioni e prestiti. per Atahotels, UNA Hotels, Rocco Forte, Bonomi, Debellini con l’aiuto di Confindustria, la nostra Cassa potrebbe avere prodotto solo NPL. Sarebbe interessante sapere se Calenda e Padoan conosceranno i “petrolieri” che girano attorno alla CDP per capire dove vanno i nostri soldi. Un’occhiata sul web potrebbe essere sufficiente.
La classifica 2018 dei migliori hotel del mondo Come ogni anno, Condè Nast Traveler pubblica la classica degli alberghi preferiti dai suoi oltre 300.000 fidati viaggiatori in tutto il mondo. Ecco i 20 migliori alberghi premiati nel 2017 con i “Readers’ Choice Awards”, luoghi dove il servizio, il comfort, lo stile e la buona cucina rendono il soggiorno memorabile: 1. La Réserve Paris - Hotel and Spa, Francia 2. The Lodhi, New Delhi, India 3. The Gainsborough Bath Spa, Somerset, Regno Unito 4. The Reverie Saigon, Ho Chi Minh City, Vietnam 5. Summer Lodge Country House Hotel and Spa, Dorset, Regno Unito 6. Royal Mansour, Marrakech, Marocco 7. La Residence, Franschhoek, Sud Africa 8. Fasano São Paulo, Brasile 9. Archipelagos Hotel, Mykonos, Grecia 10. Waldorf Astoria Amsterdam, Paesi Bassi 11. Faena Hotel Miami Beach, Florida 12. Como The Treasury, Perth, Australia 13. Ballyfin, Co. Laois, Irlanda 14. Inkaterra La Casona, Cusco, Perù 15. Inkaterra Machu Picchu Pueblo Hotel, Aguas Calientes, Perù
Hotel Wynn ed Encore: se non li conosci devi andarci
16. The Fullerton Hotel, Singapore
Steve Wynn è tuttora il finanziatore, progettista, designer dei due hotel più performanti del mondo. Le soluzioni tecniche, estetiche, teatrali, di comfort e food & beverage che si possono ammirare in questi edifici alberghieri valgono 4 anni di università. Wynn è stato un imprenditore visionario, un promoter con una reputazione leggendaria per aver creato il meglio dell’ospitalità e dell’entertainment. Guai a chi gli nega il ruolo di creatore di un modello di ospitalità che potrebbe cambiare anche l’Europa. Ma anche le persone leggendarie come Wynn, circondate da alcool, droga, azzardo e centinaia di donne attraenti, possono sbagliare. Così travolto da scandali piuttosto piccanti, si è dimesso su richiesta dei suoi investitori, stanchi degli attacchi della stampa e delle denunce di molestie e di abuso collezionate dal grande capo. Sicuramente Wynn sa che la percezione è una cosa e che la realtà è un’altra, ma la potenza dei media, dopo il ciclone Weinstein, ha moltiplicato gli effetti delle accuse costringendo il genio dell’hotellerie a dimettersi. Grazie alle sue dimissioni comun-
18. Hacienda de San Antonio, Comala, Messico
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17. Mystique (Luxury Collection), Santorini, Grecia 19. Waldorf Astoria Dubai Palm Jumeirah, Emirati Arabi 20. Grand Hôtel du Cap-Ferrat (Four Seasons), St-Jean-Cap-Ferrat, Francia
que le azioni del gruppo Wynn Resorts a febbraio sono cresciute del 9%.
Non diminuisce la pressione del governo cinese sugli investimenti alberghieri all’estero L’agenzia di regolamentazione delle assicurazioni cinese ha acquisito il controllo di Anbang Insurance Group e sta analizzando la situazione patrimoniale e finanziaria di tutti gli hotel di lusso statunitensi (oltre una dozzina) di proprietà del gruppo. Tra questi: il Waldorf Astoria e l’Essex House Hotel a New York, il Four Seasons di Austin e Jackson Hole, l’InterContinental di Chicago e Miami. Il WSJ riporta la notizia secondo cui Anbang vuole “mantenere il Waldorf, continuando con il piano di conversione di 1.000 delle 1.400 camere dell’hotel in appartamenti (condhotel)”, nonostante le pressioni delle autorità governative cinesi per far rientrare
in patria i capitali “non strategici” investiti all’estero. Hilton, che ha firmato nel 2015 un accordo di gestione della durata di 100 anni per il Waldorf Astoria, si dichiara fiduciosa sullo stato di avanzamento dei lavori e sui rapporti con Angbang. Anche la New China Life Insurance Co., investitore di Starwood Capital Group, è stata giudicata in violazione delle regole di investimento da parte delle autorità cinesi. Ha 30 giorni per “correggere le violazioni”. Questi dati rendono l’idea di un Paese nel quale procedure organizzative, economiche e finanziarie non sono affatto simili o comparabili a quelle occidentali. Come dimostra l’unanime risoluzione del Congresso del Popolo cinese che fa di Xi Jinping il padre padrone e comandante in eterno di tutto quello che si svolge in Cina o che la coinvolge economicamente e finanziariamente a livello internazionale.
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Outsourcing di qualità Tra le società di housekeeping di lusso nel settore alberghiero italiano, Roberto Bernardone, con la sua GSC, si prepara a nuove sfide dai grandi numeri
✒Cristina Natanne
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Delegare i servizi di pulizia e di housekeeping a terzi è una questione molto delicata: igiene, pulizia, cortesia del personale sono tutte attività cruciali per la customer satisfaction e per il miglioramento del rating di ogni struttura, ragione per
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cui è fondamentale instaurare un rapporto di fiducia e di stima reciproca, come altrettanto importante è affidare ruoli chiave dello staff in struttura a professionisti formati con competenze specifiche. GSC Servizi scarl è una società che opera nel settore multiservizi e facility management da oltre 15 anni. Nata come cooperativa, si è evoluta, negli anni, come società di capitali in una struttura dinamica, attiva su tutto il territorio nazionale e organizzata in tre divisioni: Grandi Clienti, Facility Management, Cleaning Services. L’esperienza maturata nel tempo, e un team costantemente aggiornato e formato, le permettono di soddisfare le esigenze di diversi settori: dalle catene alberghiere alle grandi strutture commerciali, industriali e civili, garantendo servizi studiati su misura che producono economie importanti, privilegiando la qualità dei risultati al top dei suoi obiettivi.
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di chi ci affida servizi fondamentali per lo sviluppo delle proprie attività, consentendoci di essere una parte integrante del lavoro di ogni giorno. Fondamentale per me è la formazione del personale. Senza le persone non si fa impresa».
Gscprofessional.it Tra le nuove strategie dell’azienda di Bernardone, ci sono anche investimenti importanti sul web, strumento oggi di riferimento per il cliente e di cui ogni attività deve tenere conto. Il posizionamento sui motori di ricerca, rafforzato da rating positivi, consolida i risultati raggiunti. Ecco perché la GSC Servizi ha lanciato una piattaforma dedicata ai servizi di outsourcing di lusso specificatamente studiata per il settore alberghiero, www.gscprofessional.it. Una navigazione facile e intuitiva, divisa per aree principali, permette all’utente di individuare da subito le fi-
Sotto, Roberto Bernardone, CEO della GSC Servizi
Nuova mission per il futuro La GSC di Roberto Bernardone, oggi, si conferma con forza partner privilegiato e affidabile per ciascun hotel o struttura ricettiva che voglia fare del servizio un elemento distintivo e altamente personalizzato. «Il nostro team», ci racconta Roberto Bernardone, Ceo dell’azienda, «ha ottenuto risultati importanti e oggi è pronto per nuove sfide, con una nuova visione delle strategie di marketing e una mission precisa per i prossimi 5 anni: essere il primo gruppo in Italia per l’outsourcing alberghiero, un punto di riferimento per tutto il settore ricettivo». Forte di un rafforzamento del gruppo di management e delle figure gestionali di riferimento, oggi la GSC Servizi è tra le prime tre società di outsourcing di lusso nel settore alberghiero italiano. Un risultato davvero eccellente, raggiunto, non solo grazie alle più importanti certificazioni di qualità e sicurezza, ma soprattutto per merito di una strategia commerciale precisa, che investe tempo e risorse nella formazione di personale qualificato. «Dobbiamo il nostro successo», continua Bernardone, ai valori con i quali lavoriamo ogni giorno: attenzione ai dettagli, qualità e tutela del cliente. Outsourcing per noi significa fiducia e soddisfazione 3 2018
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Il business delle pulizie professionali e delle forniture di materiale igienico sanitario è un settore che richiede competenza, grande capacità organizzativa e standard di qualità di altissimo livello
gure di riferimento ricercate: dal personale addetto alla gestione dell’area colazione, alla pulizia e al mantenimento degli standard di camera, dal servizio ristorazione al servizio di portierato e accoglienza, dalla movimentazione bagagli fino al personale addetto al lavaggio e alla sanificazione, nonché alla sicurezza e al controllo qualità. Figure tutte altamente formate dalla GSC Servizi, che si occupa anche di personalizzare dettagli tecnici dell’abbigliamento nonché supervisionare e garantire l’utiliz-
zo di materiali ecosostenibili e a basso impatto ambientale, fin nei dettagli, come ad esempio creare – grazie ad una partnership mirata – calzature di sicurezza per cameriere ai piani dal design elegante e dal massimo comfort o utilizzare nanotecnologie vegetali per prodotti di sanificazione a basso impatto allergico negli ambienti. «Supervisionare l’attività di housekeeper a 360°», continua Bernardone, «grazie ad una squadra manager competente, attenta a controllare e ottimizzare gli standard con continui up-grade, vuole dire, per una struttura, non solo disporre del know how necessario per far fronte a qualsiasi evenienza con la massima tempestività e professionalità, ma an-
PUNTI DI FORZA GSC • controllo qualità • formazione del personale • certificazioni di sicurezza • qualità dei prodotti utilizzati • rispetto per i dipendenti
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che essere portatore di innovazione e competenza, elementi fondamentali per distinguere il proprio core business. Ecco il valore aggiunto che contraddistingue la nostra azienda dalle altre».
Outsourcing significa fiducia Il business delle pulizie professionali e delle forniture di materiale igienico sanitario è un settore che richiede competenze, grande capacità organizzativa e soprattutto standard di qualità di altissimo livello e massima professionalità. La GSC Servizi mette a disposizione un coordinatore hotel e dei supervisori di area (in proporzione al numero del personale impiegato), con il compito di programmare nel tempo un monitoraggio continuo dell’attività e un conseguente aggiornamento su prodotti e servizi. Questo crea un feedback positivo in ogni settore che motiva fortemente il personale e accresce la dinamicità e la qualità del servizio. «Riusciamo a fornire un servizio d’eccellenza», conclude Bernardone, «grazie alla nostra presenza su tutto il territorio ita-
liano e grazie ad un portfolio stanze di oltre 120000/mese ripartite su strutture che vanno da 3 a 5 stelle lusso. Con il tempo la GSC ha acquisito una solidità finanziaria e un’elevatissima affidabilità che gli permette di rispondere a qualunque esigenza evidenziata dal committente».
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Mice, nuove idee per le aziende Dal walking meeting all’escape room, fino alla navigazione business: il mondo degli eventi si rinnova e sono sempre di più le proposte futuribili rivolte alle aziende che amano soluzioni creative
✒Dario Ducasse
Il numero dei viaggi d’affari intrapresi dalle aziende italiane è cresciuto del 10% nei primi nove mesi del 2017
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Italia, patria di poeti, santi, navigatori. E di creativi. Da sempre la fantasia è una delle caratteristiche principali del nostro popolo e anche in un settore come quello del turismo Mice, dove le caratteristiche degli eventi sono in qualche modo codificate secondo canoni più o meno “classici”, è bello e utile uscire ogni tanto dagli schemi. La creatività è, non a caso, una risorsa preziosa quando si devono proporre soluzioni su misura alle aziende che desiderano organizzare eventi, viaggi di incentivazione, team building e congressi. Tra l’altro, per la meeting industry, questo è un momento di ripresa. Come raccontano i dati dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-OICE, la ricerca promossa da Federcongressi&Eventi che fotografa lo stato e le tendenze del settore a partire dagli ultimi tre anni. Realizzato dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica
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del Sacro Cuore - ASERI con il coordinamento del professor Roberto Nelli, lo studio spiega che nel 2016 in Italia sono stati realizzati complessivamente 386.897 eventi di almeno 4 ore con un minimo di 10 partecipanti ciascuno, per un totale di 28.173.514 partecipanti e 42.706.559 presenze. Dati che seppur evidenziano una leggera flessione del numero di eventi (–1,5% rispetto al 2015), attestano però una crescita rispettivamente dell’8,4% del numero dei partecipanti e del 21,5% del numero delle presenze, dando un chiaro segnale della vitalità del settore.
Il valore degli eventi E il quadro positivo è confermato anche dal progressivo aumento, sempre considerando gli ultimi tre anni nella rilevazione statistica, sia per quanto riguarda la dimensione media degli eventi, sia in riferimento alla durata media: la dimensione è
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passata dai 69 partecipanti medi per evento del 2014 ai 73 del 2016 e la durata da 1,2 giorni medi per evento del 2014 a 1,4 del 2016. In particolare, gli eventi della durata superiore a un giorno hanno generato un numero di presenze in crescita del 23% rispetto al 2015 e hanno rappresentato circa l’11,5% del totale delle presenze nelle strutture alberghiere, e similari in Italia, nel 2016. «L’ultima edizione dell’OICE», ha spiegato la Presidente di Federcongressi&eventi Alessandra Albarelli (foto sopra), «indica come il nostro sia un settore di grande importanza per lo sviluppo economico del paese. Il valore dei congressi e degli eventi non è però solo economico ma anche sociale e culturale. È nei congressi e negli eventi che le persone si incontrano per fare innovazione, per aumentare le proprie competenze professionali e per affrontare temi di portata universale quali l’ambiente e la cooperazione».
Crescono il mercato nazionale e internazionale E, proprio alla fine del 2017, sono arrivate anche altre statistiche, quelle contenute nell’Uvet Travel Index, l’indice che consente di stimare l’andamento futuro dell’economia sulla base dei viaggi d’affari e dell’attività economica generata da questi ultimi. Ideato dal gruppo Uvet e sviluppato da Ambrosetti, l’indice si è rivelato negli anni affidabile nell’anticipare il trend. Dallo studio emerge che nei primi nove mesi del 2017 il numero dei viaggi d’affari intrapresi dalle aziende italiane è aumentato del 10% rispetto allo stesso periodo del 2016, facendo prevedere per il prossimo anno un incremento del prodotto interno lordo nazionale dell’1,7/2,1%. Tornando invece di nuovo a dati dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi-OICE, scopriamo anche che la maggioranza dei congressi ed eventi (il 55,4%) continua ad avere una dimensione locale (cioè con partecipanti (relatori esclusi) provenienti prevalentemente dalla medesima regione della sede, tuttavia
arrivano segnali di crescita anche dal mercato nazionale e internazionale. La percentuale di eventi nazionali è passata dal 30,1% al 34,7% mentre quella degli eventi internazionali è passata dal 9,1% al 9,9%.
Un momento del “walking meeting” organizzato a Firenze dalla società italiana “Mice in the bag”
Walking meeting. Soluzione informale ma strutturata Che cosa c’è di meglio, allora, che aiutare ancora di più l’evoluzione del mercato, fornendo soluzioni creative e innovative a chi chiede nuovi format per eventi e incentivi? Una novità arrivata quindi da pochissimo e della quale vale la pena raccontare è quella del “walking meeting”. Di che cosa si tratta? Ricerche recenti hanno scoperto che l’atto del camminare porta a un aumento del pensiero creativo. Prove empiriche hanno suggerito inoltre che gli incontri di questa tipologia conducono a scambi più produttivi che nelle tradizionali riunioni sedute. Da queste premesse è partita “Mice in the bag” - società B2B che porta a contatto buyer e supplier dell’industria Mice per consentire ai supplier di trovare clienti con la minima spesa e dare ai buyer l’opportunità di incontri dal massimo valore aggiunto 3 2018
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L’INCHIESTA
La formula più nuova e innovativa per il team building è quella degli “escape game”: ecco la struttura futuribile messa a punto dalla compagnia di navigazione Royal Caribbean
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per organizzare uno dei suoi eventi “Mice of cards”, solo su invito, a Villa Il Garofalo, a Firenze. Vediamo le caratteristiche di questo format e perché funziona bene: meeting B2B, altamente profilato, ha riunito 23 buyer e 14 operatori da tutta Europa e li ha suddivisi in “walking meeting” informali. Come si è arrivati qui? Dimora storica con una splendida vista su Firenze, Villa Il Garofalo è di proprietà della nobile famiglia Rimbotti. Le sue classiche mura e i suoi ambienti preziosi sono stati sfondo di questo evento che, come i precedenti di Londra e Stoccolma, ha seguito una formula esclusiva: le enormi stanze della villa, le sue spaziose sale e il suo grande terreno con vista mozzafiato su Firenze si sono rivelati lo sfondo perfetto per i “walking meetings”. I delegati hanno espresso notevole soddisfazione per l’incontro, lodandone l’efficacia e l’atmosfera amichevole, che ha mostrato di funzionare meglio rispetto agli ambienti più formali. Roberta Pompeo, Event Planner della società “The Different Twins” ha spiegato: «È una formula veramente innovativa, creativa e ben strutturata. Rappresenta il futuro di questo tipo di eventi perché, più che di un colloquio, si ha bisogno di vivere un’esperienza coi buyer, parlare con loro liberamente anche al di là del lavoro, e senza una tempistica prefissata». «L’intimità che si è creata tra i partecipanti», ha aggiunto Frederico Nogueira, Ceo della società portoghese Dynamize, «ha determinato il successo dell’evento. Il modo in cui è stato
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costruito, senza nessuna pressione, (pressione che in genere c’è quando si organizzano incontri formali), senza alcuna fretta di concludere i colloqui, con tutta la libertà e il tempo per sviluppare relazioni umane, ci ha consentito di ottimizzare al massimo tempi e risultati». Non per nulla altre prove empiriche avevano già suggerito che gli incontri di questa tipologia conducono a scambi più produttivi che nelle tradizionali riunioni sedute. Prima dei meeting è stato organizzato un workshop nel giardino, così da rompere il ghiaccio e permettere a buyer e operatori di conoscersi in modo informale e amichevole».
Arriva il Mice esperienziale Ma la creatività ha colpito ancora e in modo trasversale, come dimostrano questi altri esempi di format innovativi che sono stati presentati recentemente sul mercato italiano. Il primo è quello lanciato da un vero “colosso” del turismo, ovvero del gruppo Eden Hotels & Resorts: si chiama “Eden Mice XP” ed è stato realizzato in collaborazione con Dual, agenzia di comunicazione ed eventi esperta nella progettazione e organizzazione di servizi focalizzati sul business travel. Si tratta di un evento che è strutturato in modo nuovo per fornire agli ospiti alcuni esempi di servizi Mice “ad alto tasso di coinvolgimento”: da esperienze fotografiche a food “tasting”, da sessioni motivazionali a momenti di team building capaci di potenziare le performance aziendali attraverso la
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crescita delle persone. Il tutto attraverso idee appunto innovative come il Casinò Goloso, la Dark Room Sensoriale e gli scatti fotografici emozionali del Mini Me. Un’altra proposta Mice avveniristica è quella messa in piedi dalla divisione turismo di Italian Exhibition Group (IEG): in questo caso l’idea è quella di offrire alle agenzie che organizzano eventi, convention, congressi e viaggi di incentivazione, l’opportunità di incontrare un piccolo gruppo di supplier (destinazioni internazionali, alberghi e centri congressi) in un contesto diverso dal solito, dove alle presentazioni di prodotto si affiancano
schemi che molte agenzie di eventi propongono oggi ai loro clienti, soprattutto a quelli di alto livello. La formula è semplice, ma a suo modo geniale: sono vere e proprie avventure di gruppo che vanno affrontate e risolte restando chiusi (da cui la definizione di escape) in stanze tematiche, veri e propri set cinematografici che propongono atmosfere e storie tratte da film, libri, ambientate in precisi periodi storici, dove bisogna risolvere un enigma. A caso risolto, entro un dato tempo, ci si gode tutti insieme il successo, ad esempio, per avere sconfitto uno scienziato pazzo che voleva diffondere un viSessioni motivazionali e incontri esperienziali sono il futuro del Mice proposto per la clientela più d’élite e luxury
attività di networking, convivialità e approfondimento professionale. Insomma non più il classico workshop con i desk e gli appuntamenti prefissati, ma un nuovo format di incontro fra domanda e offerta: il cui primo esempio si è tenuto a Milano con una particolare attività di navigazione sul Naviglio Grande: 45 minuti a bordo di battello storico, dalla Darsena, centro dei Navigli meneghini, fino a dopo San Cristoforo, durante i quali si sono alternati momenti di networking e un coinvolgente happy hour. Insomma una vera e propria formula esperienziale ad alto tasso di networking professionale che è stata poi ripetuta con una formula leggermente differente anche a Firenze. Si chiama infine “Escape Game” l’attività ancora più elettrizzante e fuori dagli
rus letale per distruggere la specie umana. Un modello che sta sempre più prendendo piede anche in Italia - basti pensare che solo dal 2017 sono state aperte decine di location per “Escape Game” in tutta Italia – e il cui successo si basa su un mix di elementi diversi. Le escape room sono, innanzitutto, un’offerta completamente nuova nel panorama dell’intrattenimento e, più di ogni altro real life game, offrono un’esperienza immersiva e totalizzante. Un’esperienza di team building con “Escape Game” è perfetta sia per svagarsi sia per allenarsi nelle strategie di problem solving di gruppo. Grazie al lavoro in team, infatti, si devono trovare strategie comuni vincenti, rafforzando così spirito di squadra, motivazione, e senso di appartenenza. 3 2018
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2018 Anno del Cibo Italiano Patrimonio, attrattività, esperienza e condivisione: intorno a questi quattro assi ruota il programma dell’Anno del Cibo Italiano con l’obiettivo di rappresentare la produzione eno-gastronomica e la cucina italiana come grandi attrattori turistici del nostro Paese. Quattro ministeri: Mibact, Mipaaf, Maeci e Miur, fanno sistema insieme ad altri attori protagonisti tra cui Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), Enit e Alitalia, per celebrare i nostri prodotti agroalimentari, un pezzo della cultura nazionale e di tutte le identità locali
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Mario Soldati: «Un popolo lo si conosce se si frequenta le sue cucine»
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Il 4 agosto si festeggerà La Notte Bianca del Cibo Italiano. Ad annunciarlo il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, insieme al ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, durante la presentazione nella sede del Mibact, del programma “2018 Anno del Cibo italiano” dedicato allo chef Gualtiero Marchesi. «L’iniziativa per ricordare Pellegrino Artusi nato il 4 agosto del 1820: un grande italiano che ha fatto un pezzo fondamentale della nostra identità grazie alla cultura enogastronomica e culinaria», hanno commentato entrambi i ministri. «Immaginiamo una grande notte ovunque, nel Paese, attraverso la quale raccontare la potenza dei
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nostri territori con piatti, ingredienti, menù esperienze di cultura alimentare che possano dimostrare che il cibo italiano è un’esperienza di tradizione, di continuità e di sviluppo», fa sapere Martina, «il saper fare italiano è straordinario: siamo un popolo di agricoltori, coltivatori, trasformatori di materie prime e poi non c’è paese al mondo con una diversità e ricchezza come quella italiana quando ci si siede a tavola», ha sottolineato, citando una frase di Mario Soldati: «Un popolo lo si conosce se si frequenta le sue cucine». Il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo aggiunge che «investire in cibo ed in vino non è soltanto una parte del mio lavoro legato al turismo, ma è
SCENARI DEL TURISMO
una parte legata alla cultura perché tutti i prodotti agroalimentari e i piatti tipici sono un pezzo della nostra cultura e di quei luoghi»: e precisa: «luoghi dove le comunità locali sono orgogliose, perché ognuno di quei piatti è frutto di secoli di saperi e tradizioni; anche per questo abbiamo lanciato sui social la possibilità di votare il mio piatto preferito #ilmiopiattopreferito ed io comincerò votando #suamaestàlasalamadasugo».
Iniziative e progetti «Con il “2018 Anno del Cibo Italiano” ribadiamo il valore identitario per il Paese, dell’agroalimentare, attraverso iniziative e progetti che, da Nord a Sud, coinvolgono tutti i protagonisti del settore», afferma il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, «perché le nostre eccellenze enogastronomiche non rappresentano solo un’enorme risorsa economica, come confermano i dati dell’export agroalimentare con il record di 41 miliardi di euro nel 2017, ma anche una straordinaria occasione per raccogliere e promuovere una grande eredità culturale». Presieduto dal direttore generale turismo del Mibact, un comitato di 12 esperti, fra i quali Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, imprenditori come Oscar Farinetti, chef come Massimo Bottura e nutrizionisti, come Giorgio Calabrese, fino allo storico Massimo Montanari, in collaborazione con il ministero delle politiche agricole, coordinerà le iniziative che nel corso dell’anno rappresenteranno, soprattutto all’estero, la produzione eno-gastronomica e la cucina come grandi attrazione turistiche. Il cibo diventa così, ancora una volta, un mezzo per conoscere, condividere, confrontarsi. «Lo sperimentiamo ogni giorno nelle realtà locali con i Distretti del cibo, uno strumento nuovo di programmazione territoriale nel quale crediamo molto», sottolinea Franceschini e «lo affermiamo con l’impegno che mettiamo nel sostenere le candidature dei nostri territori e delle pratiche agricole e alimentari nella Lista dei Patrimoni mondiali dell’Unesco: chiave fondamentale anche dal punto di vista turistico». Basti pensare all’enoturismo, uno straordinario settore in crescita. Fra le iniziative in programma c’è La Settimana della Cucina italiana nel Mondo con il coinvolgimento
di ambasciate, consolati e istituti italiani di cultura. Un lungo cartellone di eventi consentirà un viaggio da nord a sud del Belpaese con esperienze gustative differenti. L’Anno del Cibo Italiano, attraverso l’accordo del Mibact con la Cassa Depositi e Prestiti, favorirà anche l’accesso al credito delle imprese del settore turistico-culturale e del turismo enogastronomico con investimenti diretti allo sviluppo di prodotti agricoli ed enogastronomici che possano arricchire i luoghi visitati. Grande attenzione a una campagna di comunicazione, anche sui social, in collaborazione con l’Enit. Reduci dal successo dei Borghi, attraverso le nostre 25 sedi nel mondo promuoveremo i diversi territori mettendo in rilievo i loro prodotti e l’impatto tipico da paese a paese, ci informa il direttore generale, Giovanni Bastianelli: «Il cibo interessa i turisti che vengono in Italia quanto i monumenti. Proseguiremo nelle campagne social, coordinandoci con le Regioni, che già hanno già dato ottimi risultati». Annunciata anche la realizzazione di una piattaforma informativa orientata oltre che alla diffu-
La locandina della campagna promozionale rivolta ai social. Nella foto in basso il ministro Martina e il ministro Franceschini
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sione delle iniziative, all’approfondimento e alla divulgazione dei temi trattati nell’Anno del Cibo Italiano.
Il cibo italiano è Patrimonio
Il ministro Martina e il ministro Franceschini durante l’affollata conferenza stampa
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Nel 2016, l’Italia si è confermata il primo Paese per numero di prodotti agroalimentari e vinicoli di qualità con riconoscimento Dop, Igp e Stg conferiti dall’UE (Fondazione Qualivita). Iscrizioni nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità e nella Lista del Patrimonio Immateriale Culturale Unesco: i Paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato, l’Arte del pizzaiolo napoletano, la Dieta Mediterranea e la Pratica agricola della vite ad alberello di Pantelleria (Unesco). Inoltre, 169 Strade del vino e dei sapori e circa cento musei del gusto (Università di Bergamo e World Food Travel Association). Il cibo italiano è un fattore caratterizzante dell’immagine turistica del no-
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stro Paese, capace di far nascere un desiderio forte che si traduce in una motivazione al viaggio ed esperienza enogastronomica per turisti e visitatori italiani e stranieri. Secondo World Food Travel Association più di due terzi dei viaggiatori acquista e porta con sé prodotti enogastronomici da consumare e regalare. Uno straordinario veicolo per il brand Italia. Cibo e vino (48%) insieme alla bellezza delle città (49%) e alle opere d’arte ed ai monumenti (48%) sono una delle principali ragioni di un viaggio in Italia (Enit-Ipsos). Il cibo italiano è Esperienza. La domanda di turismo enogastronomico è cresciuta, si è evoluta e oggi desidera vivere esperienze autentiche legate alla conoscenza della cultura enogastronomica nelle molteplici espressioni che è in grado di offrire: cibo, vino, itinerari, tradizioni, produzione, acquisto. In Europa sono circa 600 mila i viaggi all’insegna dell’enogastronomia e oltre 20 milioni quelli che comprendono esperienze enogastronomiche (UNWTO, XXI Rapporto Nazionale Turismo). Il 93% dei turisti leisure ha partecipato ad attività enogastronomiche uniche durante un viaggio effettuato negli ultimi due anni (World Food Travel Association).
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SCENARI DEL TURISMO
Come catturare il “nuovo” viaggiatore? Da Bit 2018 risposte multitarget per il futuro
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Esistono ancora i target? O esistono tanti tipi di viaggio quanti sono i singoli viaggiatori? Anche l’industria del turismo, come la società, è sempre più “liquida”. E richiede costante analisi per riorientare il proprio business secondo esigenze e richieste in continuo mutamento. In questo quadro Bit 2018, conclusasi il 13 febbraio scorso, a fieramilanocity e MiCo, si è confermata come il più importante osservatorio sul settore in Italia. Capace non solo di approfondire le tendenze emergenti. Ma, anche e soprattutto, di offrire agli operatori soluzioni e proposte concrete per valorizzarle in chiave di business. Le aree tematiche, in particolare, quest’anno completavano la parte espositiva con un calendario di incontri specializzati che hanno integrato il palinsesto generale di oltre 90 incontri circa organizzati da Bit e No Frills.
A Bit le Regioni svelano le loro proposte multitarget Tra le tendenze emerse più interessanti, l’evoluzione dell’enogastronomico che, oggi, più che come una motivazione di viaggio fra tante, si configura sempre più come un fattore di attrattività trasversale alle diverse tipologie di viaggio, anche
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grazie al crescente impatto sulle reti sociali, tanto da qualificarsi ormai come social eating. Lo ha evidenziato in particolare la ricerca sul turismo enogastronomico promossa da Bit e condotta dal Master in Economia del Turismo dell’Università Bocconi, che per la prima volta a messo in relazione il segmento con l’attività social delle Regioni, in particolare su Instagram: le più attive sono risultate Trentino (con più di 2,5 post al giorno) e Lombardia (con circa 2 post al giorno), quelle con maggior seguito sono invece Toscana e, a grande distanza, Puglia, Alto Adige e Trentino. Sempre tra le ricerche presentate a Bit, di interesse anche i dati del modello TRIP del CISET sui flussi internazionali: le previsioni confermano anche per l’Italia una dinamica molto positiva e in linea con la crescita record registrata lo scorso anno, con la prospettiva di raggiungere 68,450 milioni di arrivi internazionali nel 2018 grazie a una crescita del 4,7%. Viaggiatori che arrivano da tutto il mondo sempre più spesso per andare oltre il “Grand Tour” e assaporare il buon vivere italiano là dove si esprime al meglio, come nei borghi di charme. A Bit 2018 le Regioni italiane, ritornate in forze, hanno quindi presentato le loro nuove proposte per questi flussi crescenti di nuovi viaggiatori. Particolarmente innovativo, ad esempio, l’inedito gemellaggio tra Lombardia e Puglia, proprio all’insegna dell’enogastronomia. «Il bilancio di questa Bit 2018 è positivo e incoraggiante», ha commentato Antonella Prete, Dirigente settore Turismo & Attrattività di Regione Lombardia, «In occasione della fiera abbiamo potuto avviare anche una preziosa collaborazione con la Regione Puglia, il cui obiettivo è la promozione delle differenze. I nostri progetti guardano sempre più all’internazionalità, anche se per il momento il maggiore interesse verso la nostra regione viene proprio dagli italiani». Per rispondere a questa sfida, anche la
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Campania si è presentata in modalità fortemente innovative, come ha sottolineato l’Assessore allo Sviluppo e Promozione del Turismo, Corrado Matera: «La vera grande novità è rappresentata dal cambio di strategia che l’amministrazione vuole tracciare: integrazione tra i grandi centri, zone costiere e aree interne; integrazione dell’offerta paesaggistica, culturale ed enogastronomica; destagionalizzazione dell’offerta turistica di un territorio variegato che offre attrattive tutto l’anno». Una sfida alla quale l’Abruzzo risponde a sua volta puntando sulla sostenibilità e la riscoperta dei borghi: «Possiamo contare su tre parchi nazionali, un parco regionale e decine di riserve naturali, per una destinazione nel senso del turismo naturalistico e sostenibile. La nostra è una scelta di campo, che tende a valorizzare le bellezze naturalistiche e le prerogative del turismo sostenibile fatto di borghi e di centri antichi che mantengono intatto il valore della qualità della vita», ha spiegato Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione Abruzzo con delega al Turismo.
Far crescere il know-how per valorizzare i segmenti L’altro grande fattore di successo emerso è senz’altro l’importanza di far crescere il know-how e rimanere costantemente aggiornati per riuscire a valorizzare i seg-
menti e le loro contaminazioni. Un ruolo che quest’anno Bit 2018 ha rafforzato grazie alle rinnovate aree tematiche, dove la parte espositiva era completata da un’offerta di convegni specializzati, tutti coordinati – altra novità – dall’Advisory Board formato da esperti dei rispettivi settori, e che hanno integrato gli oltre 90 appuntamenti del palinsesto generale proposto da Bit e No Frills. Ne è un esempio il business travel, rappresentato a Bit 2018 da una rinnovata area MICE, i cui confini sono sempre più sfumati grazie al fenomeno bleisure: viaggi d’affari che diventano anche vacanze o viaggiatori business che ritornano per un viaggio leisure dopo avere scoperto una destinazione magari per un convegno – una modalità, quest’ultima, che tra le mete italiane sta favorendo in modo particolare Milano.
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«Visto il riscontro positivo che gli operatori dell’offerta hanno trovato nell’area MICE, possiamo dirci davvero molto soddisfatti di questa esperienza», ha dichiarato Alessandra Albarelli, Presidente FederCongressi ed Eventi, «ci auguriamo che possa aumentare ancora di più l’attenzione verso il segmento MICE così da coinvolgere ulteriori realtà internazionali. Rendere più densa la partecipazione dei buyer per creare occasioni importanti per l’offerta: questo il nostro interesse ed è questo che abbiamo ottenuto grazie a Bit». Il sistema turismo italiano sembra anche finalmente pronto a cogliere le opportunità della trasformazione digitale, come sottolinea Alex Kornfeind, esperto di digital travel e Digital Ambassador e coordinatore dell’area Be Tech: «Rispetto al• L’enogastronomico si evolve in social eating e diventa fattore di attrattività trasversale alle tipologie di viaggio • L’incoming verso nuovi record anche nel 2018, sospinto dalla voglia di sperimentare il buon vivere italiano • L’integrazione delle offerte, anche tra Regioni diverse, chiave del successo: il caso Lombardia-Puglia • Fondamentali specializzazione e know-how per cogliere le opportunità dei segmenti: grande riscontro per le rinnovate aree tematiche completate da un’offerta convegnistica specializzata
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l’edizione passata, ho notato innanzitutto un salto di qualità delle realtà presenti, molto preparate e capaci. Numeroso anche il pubblico professionale che ha preso parte agli incontri, dimostrando un forte interesse verso le tematiche affrontate. In generale grande passione e rinnovato entusiasmo sono stati i sentimenti dominanti con cui la maggior parte delle aziende ha approcciato quest’anno la Bit». Le soluzioni più interessanti che si sono viste a Bit 2018 hanno spaziato dall’accompagnatore turistico digitale al social network che permette di geolocalizzare le informazioni ed interagire con i luoghi e con gli altri utenti, alla gestione del rapporto tra chi si occupa di prodotti esperienziali e i nuovi canali distributivi. Con il continuo aumento dei flussi cresce anche l’importanza del settore turismo come opportunità professionale, al quale era dedicata l’area Bit 4 Job. «In Bit quest’anno abbiamo visto molto più pubblico, molta più partecipazione e molto più interesse per gli eventi proposti», spiega Oscar Galeazzi, CEO di Soluzione Lavoro Turismo e membro dell’Advisory Board dell’area, «Tante, del resto, le proposte formative e altrettanto numerosi i convegni. Anche le opportunità di lavoro sono maggiori e questo ha rappresentato un punto di forza notevole. Siamo molto soddisfatti in particolare delle aree education e recruiting che hanno riscosso grandi consensi, suscitando notevole interesse tra il pubblico di riferimento». Per informazioni aggiornate sulla manifestazione: www.bit.fieramilano.it, @bitmilano #Bit2018.
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SCENARI DEL TURISMO Fellini visto da Scola - Che strano chiamarsi Federico
Cinecittà rilancia il cinema...
e il turismo
Fellini 100, il nuovo MIAC che ospiterà mostre, una biblio-videoteca, laboratori, ma anche festival ed eventi. Non solo mercato, set e produzioni. Il ritorno al pubblico di Cinecittà e l’acquisizione da parte dell’Istituto Luce hanno creato una vera e propria impresa culturale in grado di generare posti di lavoro anche nel turismo
✒a cura di Tiziana Conte
Da sin. Roberto Cicutto presidente Istituto Luce Cinecittà con il Ministro Franceschini
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Il 3 luglio 2017 gli Studi di Cinecittà sono tornati alla gestione pubblica, il che ha significato l’apertura del cantiere di un’impresa culturale in grado di generare posti di lavoro anche da indotto. «Attirare le grandi produzioni internazionali porta, infatti, alla creazione di nuova occupazione anche nel turismo dal quale deriva 1/3
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della crescita del PIL italiano». Lo ha sottolineato il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, alla conferenza stampa di presentazione dei progetti di sviluppo di Cinecittà e delle iniziative per il centenario della nascita di Federico Fellini nel 2020. Alla conferenza stampa hanno preso parte Nicola Borrelli, direttore generale Cinema, Roberto Cicutto presidente e Ad Istituto Luce Cinecittà, Felice Laudadio, presidente centro Sperimentale di Cinematografia, Gianluca Farinelli, direttore Fondazione Cineteca di Bologna. I sei mesi dall’avviamento del nuovo piano di sviluppo hanno visto la partenza del Cantiere Cinecittà con l’inizio di molte attività già da quest’anno e il varo dei progetti per il triennio 2018-2020. Nuove produzioni, nuovi teatri e rinnovati spazi culturali e didattici. Intanto, «entro fine anno – assicura Cicutto – aprirà il MIAC, il nuovo Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema voluto da Luce-Cinecittà e Mibact: 4 mila metri quadrati negli ex Laboratori di sviluppo e stampa, con
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un’esposizione permanente, spettacolare e immersiva, sull’immaginario degli italiani nel XX e XXI secolo e l’evoluzione della nostra società». «Permetterà a chiunque decida di trascorrere una vacanza nella Capitale, di immergersi in quella che è tuttora la vera cultura italiana», precisa Franceschini, «tra filmati, fotografie, video installazioni, audio, oggetti di scena, testi, macchinari». Il Museo ospiterà anche mostre temporanee, una biblio-videoteca, laboratori didattici, attività in formato Erasmus con scambi e residenze internazionali sui mestieri del cinema e un Laboratorio di conservazione e restauro. L’esposizione permanente “Cinecittà si Mostra” che con i suoi percorsi storici e didattici già conta migliaia di visitatori ogni anno, sarà riallestita nel corso del 2018 da due grandi firme della scenografia mondiale: i premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. dopo la grande mostra-omaggio a Monica Vitti, nello Spazio dei Dioscuri al Quirinale, a marzo, il 4 maggio, invece, debutterà Romevideogamelab, primo festival dell’industria videoludica, ad affiancare Game Hub, incubatore di ricerca e sviluppo con 1000 metri quadrati per scuola di formazione, sportello orientamento per le imprese e spazio coworking. Intanto al Teatro 1, fino al 7 maggio, è in corso la mostra ‘’Cinecittà. Fatti e personaggi tra il cinema e la cronaca’’, realizzata con le foto dell’Ansa e dell’Istituto Luce per festeggiare gli 80 anni della città del cinema che guarda al futuro.
Fellini 100
naio 2020, che sarà dedicato Fellini 100, ‘’importante e internazionale anniversario del cinema italiano”. Per l’occasione Istituto Luce, Centro sperimentale di cinematografia - Cineteca Nazionale e Cineteca di Bologna sono a lavoro per restauro e ristampa, in pellicola e digitale, dell’opera omnia del Maestro. Una retrospettiva che viaggerà nel mondo (già prevista all’inaugurazione del Museo dell’Academy realizzato da Renzo Piano a Los Angeles); i festeggiamenti inizieranno a gennaio 2019, con un calendario di lezioni d’autore, da Roberto Benigni a Nicola Piovani, che diventeranno pubblicazione. «Fellini è il cinema italiano, ma è anche Cinecittà, il direttore d’orchestra di alcuni dei più grandi attori del nostro paese», ha detto il Ministro, ricordando oltre all’inaugurazione del restaurato Cinema Fulgor a Rimini, il finanziamento dello Stato per la creazione del museo Fellini nella sua città: 12 milioni di euro che consentiranno di avere un grande luogo italiano per ricordarlo».
A Cinecittà ripercorrendo le scene del film Roma
Cinecittà: nella Sala Fellini alcuni costumi di scena
Non solo mercato, set e produzioni. Il ritorno al pubblico di Cinecittà e l’acquisizione da parte dell’Istituto Luce ha generato una vera impresa culturale. ‘’Si è creato un circolo virtuoso di attività’’, ci dice il presidente e Ad Roberto Cicutto, presentando i progetti del prossimo triennio a un centinaio di giornalisti in visita ai set storici come quelli di Assisi del San Francesco e di Roma della HBO, passando anche davanti allo storico Teatro 5, per tutti il Teatro di Federico Fellini, proprio come i tanti turisti e appassionati che nei prossimi mesi varcheranno i cancelli alla scoperta della magia del cinema. Ed è al proprio maestro della Dolce Vita, per i 100 anni della sua nascita, il 20 gen3 2018
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Crowdfunding per il turismo Se ne parla ormai da diversi anni e alcuni, eccezionali, casi di grande successo hanno fatto scalpore sui media, per aver raccolto online cifre da capogiro. Tuttavia in Italia, sono ancora pochi a conoscere le potenzialità di questo strumento che sfrutta Internet per rilanciare il concetto di colletta
✒Ginevra Bartoli
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Dalla fine del primo decennio del nuovo millennio ad oggi, ossia dalla nascita dei più famosi portali internazionali e dall’inizio del boom di questo sistema di finanziamento dal basso, il crowdfunding ha coinvolto sempre più idee, progetti, persone, imprese, settori e tipologie di finanziamento, tanto che oggi la piattaforma online più importante, ossia kickstarter, viene visitata ogni giorno da 4 milioni di persone che hanno già sostenuto almeno un progetto e che cercano altre idee da sostenere. Ciononostante ancora sono pochi, specialmente in Italia, a conoscere le dinamiche, le potenzialità e le diverse
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declinazioni di questo nuovo strumento che sfrutta la platea globale di Internet per dilatare a dismisura il concetto antico della colletta. C’è l’aspetto emotivo e filantropico, che porta la folla a sostenere una bella idea imprenditoriale, culturale o sociale, come pura donazione (donation crowdfunding) o in cambio di una successiva ricompensa, una menzione, un gadget o il prodotto in “prevendita” (reward crowdfunding); ma ci sono anche innovative formule di investimento di progetti imprenditoriali e startup, non quotati, che prevedono di raccogliere finanziamenti dal vasto pubblico a fronte
SCENARI DEL TURISMO
rante o una pizzeria per dare un servizio in un quartiere o in luogo dove questo servizio non c’era. Così facendo hanno prima testato il reale interesse di un pubblico per il futuro locale, magari proponendo tre o quattro scenari diversi in termini di stile e design, raccogliendo feedback in merito; poi hanno creato nei backers (finanziatori) un sentimento di partecipazione e il piacere di contribuire a far venire alla luce qualcosa di positivo (anche di specifico: il forno per la pizza), in cambio della fruizione gratuita o scontata del servizio futuro. Infine, hanno raccolto dei soldi per finanziare il progetto».
Per una campagna di successo ci deve essere un’idea forte, che risolva un problema o risponda a un’esigenza condivisa
Come la più classica delle collette... La folla (crowd) diventa il bacino dove raccogliere i fondi (funding) per lo sviluppo e la realizzazione di un progetto. Ma perché il gioco funzioni bisogna coinvolgere e appassionare la propria comunità
di piccole quote azionarie (equity crowdfunding), e altro ancora.
Visibilità e donazioni Anche il settore del turismo può approfittare di queste nuove opportunità di finanziamento e, non dimentichiamo, di marketing: perché la visibilità garantita da queste campagne conta quanto i soldi raccolti. È bene capire, infatti, che uno degli aspetti più interessanti del crowdfunding, nelle declinazioni di donazione o reward, è la possibilità di testare a costo zero un’idea, un prodotto o un servizio presso il proprio pubblico di riferimento e di raccogliere feedback per orientare e, se necessario, adeguare le scelte operative. «Facciamo un esempio che riguarda il food», ci ha detto Maurizio Imparato, crowdfunding trainer e allenatore di talenti. «Ci sono diverse persone che si sono fatte aiutare dal pubblico delle piattaforme di crowdfunding a creare un risto-
Il crowdfunding, che sia declinato nella formula del reward o dell’investimento, se vuole avere successo deve rispondere innanzitutto a poche, essenziali condizioni. «È più semplice di quanto si pensi: ci deve essere una comunità di riferimento, un obiettivo chiaro e definito e la voglia di impegnarsi per raccogliere i soldi necessari a realizzare questo obiettivo», ci ha detto ancora Maurizio Imparato. «Ovviamente non ogni idea può funzionare. Perché una campagna di crowdfunding sia efficace, il progetto deve risolvere un problema o rispondere a un’esigenza condivisa e sentita da vasto gruppo di persone. Questo vale in particolare quando, a fronte del sostegno, viene proposta una ricompensa aggiuntiva, ossia per la formula del reward. L’elemento critico di successo è la capacità di ideare una cosa interessante e coinvolgere la comunità sognante. E il settore turistico è assolutamente adeguato visto che lavora per far emozionare e sognare le persone”. Anzi, proprio in questo settore, si possono immaginare progetti di crowdfunding finalizzati alla fidelizzazione e al rafforzamento delle relazioni con la propria clientela. Lo strumento può essere la proposta di realizzazione di un progetto culturale o 3 2018
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SCENARI DEL TURISMO
LE 3 FORMULE DELL’INVESTIMENTO NEL CROWDFUNDING Singole persone fisiche, investitori professionali e istituzionali possono concorrere alla raccolta di risorse per un progetto imprenditoriale, attraverso piattaforme online e in cambio di remunerazione. Ecco le tre formule più interessanti nelle quali si declina l’investimento nel crowdfunding. Fonte: Osservatorio Crowdfunding, 2° Report italiano sul CrowdInvesting, luglio 2017; Osservatorio MiniBond, 4° Report italiano sui Mini-Bond, febbraio 2018
molteplicità di investitori già acquisiti ex ante, per frazionarne il rischio (modello diffuso), oppure lo presenta alla folla di Internet, la quale può decidere se finanziare o meno il progetto (modello diretto). In Italia gli ultimi dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano parlano di sei piattaforme in ambito consumer e tre in ambito business, per risorse raccolte pari a 88,3 milioni di euro, di cui 15 milioni erogati a imprese e 56,6 milioni solo negli ultimi 12 mesi (dati luglio 2017).
Equitycrowdfunding È la raccolta di capitale attraverso la sottoscrizione diretta sul web di titoli partecipativi di una società. In Italia è stato introdotto dal D.L. Sviluppo-bis del 2012. La novità importante: è appena diventata operativala norma introdotta dalla Legge di Stabilità 2017, che ha esteso tale opportunità (prima riservata a startup e PMI innovative) a tutte le PMI in generale, purché la campagna sia veicolata su piattaforme autorizzate dall’organo di vigilanza della CONSOB e che devono aderire a un sistema di indennizzo, a tutela dei consumatori o stipulare una polizza assicurativa (tra i maggiori: Mama Crowd).
Mini-bondcrowdfunding Lo sviluppo è recente, ma sono ben 105 le imprese italiane, in gran parte PMI, che per la prima volta lo scorso anno hanno raccolto capitale di debito attraverso il mercato mobiliare con emissioni inferiori a 500 milioni di euro, opportunità fino a qualche anno fa appannaggio praticamente esclusivo delle grandi imprese e delle società quotate in Borsa. La raccolta totale effettuata nel 2017 attraverso i mini-bond è stata di 5,5 miliardi di euro, di cui quasi 1,4 miliardi verso le PMI. La commistione tra mini-bond e crowdfunding si sta sperimentando nel calcio: il Frosinone Calcio ha presentato a novembre dello scorso anno la campagna di crowdfunding con la quale punta a collocare, attraverso la piattaforma Tifosy, mini-bond per un importo compreso tra 1 milione e 1,3 milioni di euro. Si tratta di risorse che il club intende utilizzare per realizzare le opere accessorie al nuovo stadio “Benito Stirpe” tra cui il complesso polifunzionale Frosinone Village e altre strutture (centro medico e ristorante), fuori e dentro lo stadio.
Lendingcrowdfunding In questo caso gli investitori possono prestare denaro attraverso Internet a persone fisiche (consumer) o imprese (business) a fronte di un interesse e del rimborso del capitale. La piattaforma seleziona il prestito (generalmente di piccola entità e spesso consumer) attribuendo un rating e lo suddivide fra una
Donazioni o investimenti di piccolo entità possono concorrere alla realizzazione di grandi progetti
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sociale, che coinvolga l’hotel o la destinazione insieme con il suo pubblico di riferimento e che dia ai finanziatori la possibilità di beneficiarne in esclusiva o in modo particolare. Il risultato sarà la condivisione dei valori del brand, un obiettivo che di solito si raggiunge con costi molto elevati di comunicazione.
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Se orientarsi tra le diverse formule (donation, reward o investimento) sembra complicato, bisogna capire che non c’è una formula adatta per un settore in particolare o per un tipo di progetto. Piuttosto si tratta di una scelta di campo sulla base delle proprie potenzialità e dei propri obiettivi. Nel caso della donazione e della ricompensa siamo in presenza di liberalità, donazioni pure e semplici di denaro per un progetto in sviluppo. Se invece parliamo di investimenti il discorso è un po’ diverso: in questo caso si deve avere aver voglia di portarsi a casa dei soci. Dall’inizio di quest’anno la formula dell’equity crowdfunding si è estesa a tutte le PMI. «Il rischio in questo caso è complicare la gestione delle scelte aziendali in presenza di molti piccoli azionisti», avverte Maurizio Imparato. «Per tutelarsi si possono emettere azioni di tipo B, con le quali il possessore ha diritto di partecipare all’assemblea, ma non hai diritto di parola».
SCENARI DEL TURISMO
FareTurismo Il mercato cambia e nascono nuove figure professionali: user experience director, data analyst e sviluppatore mobile. Di questo e di altro si è parlato alla XX edizione di FareTurismo. Seimila visitatori in tre giorni e trenta aziende turistiche che hanno svolto 1000 colloqui per 200 figure professionali da collocare in Italia e all’estero
✒a cura di TiCo
FareTurismo ha accolto al Salone delle Fontane, all'Eur, ben seimila visitatori in tre giorni
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«Anche quest’anno abbiamo accompagnato i giovani ad esprimere il proprio potenziale, indirizzandoli a nuove opportunità di formazione e lavoro nel turismo con seminari formativi, conferenze e colloqui di lavoro». Così Ugo Picarelli, direttore di FareTurismo, si è espresso chiudendo il sipario sulla ventesima edizione della manifestazione che si è svolta a Roma, al Salone delle Fontane all’Eur accogliendo, in tre giorni, seimila visitatori e una trentina di aziende turistiche che hanno svolto 1000 colloqui per 200 figure professionali da collocare in tutta Italia e all’estero. Numerosi e affollatisono stati anche gli appuntamenti tra conferenze e seminari
Ugo Picarelli, direttore di FareTurismo. A destra Francesco Tapinassi della Direzione Generale Turismo del MiBac
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di orientamento e di aggiornamento professionale a cura dei partner: dalle nuove professioni alla formazione specifica per le guide turistiche, dal revenue management alla recente direttiva Ue sui pacchetti turistici. Per l’occasione si è svolto il XIII Incontro dei Presidenti dei Corsi di Laurea in Turismo, in collaborazione con SISTUR, Società Italiana di Scienze del Turismo. Ben 2500 studenti e 200 docenti – di 50 tra Istituti Professionali dei Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera, Tecnici del Turismo e Commerciali con indirizzo turistico – sono arrivati da 9 regioni (Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Veneto) per orientarsi sull’offerta formativa post diploma (corsi ITS, lauree triennali e magistrali) e post laurea (ma-
ster di 1° e 2° livello), competenze emergenti e delle figure professionali con la testimonianza di manager dell’industria turistica, delle startup nel turismo. Formazione e tecnologia e sono le parole chiave del futuro delle imprese del settore turistico. Investendo in questi due settore si possono ottenere risultati di crescita e sviluppo occupazionale. Ed è anche su questi temi che punta il Piano strategico del Turismo 2017-2022 per la competitività dell’offerta italiana. Lo ha sottolineato Francesco Tapinassi della Direzione Generale Turismo del MiBact che ha anche posto l’accento sul tema dell’’innova-
SCENARI DEL TURISMO
zione del processo organizzativo per un paese che è da sempre destinazione ambita, che ha un eccellente livello di ospitalità con ottimi indici di gradimento, ma che è ancora legato ad un modello di offerta turistica ormai superato. Oggi, infatti, si parla di turismo esperenziale. «È in atto una vera rivoluzione organizzativa: non basta più ragionare su quanto è bello il nostro territorio ma su nuovi servizi e nuove esperienze che si possono proporre grazie anche ad attente e aggiornate analisi di mercato possibili con il supporto delle nuove tecnologie», ci ha fatto sapere Tapinasi. Il mercato cambia velocemente come dimostrano i grandi player. Booking@com ha sperimentato booking passion, l’innovativa piattaforma online che dà la possibilità ai viaggiatori di cercare e scoprire destinazioni da sogno in base alle loro passioni». Per restare competitivi occorre quindi anche lavorare sulla formazione adeguando le figure professionalità alle nuove esigenze del mercato.
Nuove professioni e big data “Turismo: nuove professioni, nuove opportunità” è stato il seminario organizzato da Federturismo al quale sono intervenuti Valeria Della Rocca, managing director Solaria Service e ambassador del progetto Ideate European tourism careers di cui Federturismo è capofila; Enrico Verga, analista Scenari internazionali ed Elisa Dal Bosco, presidente di Associazione Italiana Maggiordomi. User experience director, data analyst e sviluppatore mobile sono le nuove professioni richieste da chi opera nel settore del turismo. Le aziende, infatti, oggi più che mai, hanno
bisogno di innovare per sfruttare al meglio le potenzialità del mercato, conquistare nuovi clienti e cogliere le occasioni offerte dall’industria 4.0. Non sempre però sanno a chi affidarsi, per questo servono nuove figure professionali con nuove competenze. E si è parlato anche di big data, una delle più grandi opportunità per le imprese del settore dei viaggi e strumento per supportare le decisioni aziendali, per sviluppare nuovi servizi/prodotti, per programmare meglio la catena di produzione e distribuzione e per conoscere in profondità il proprio mercato. «Occorre però ricordare che questa quantità di dati sarà soggetta ad una rapida obsolescenza», ci fa sapere il presidente di Federturismo Confindustria, Gianfranco Battisti. «Oggi è diventato più semplice elaborare in tempo reale centinaia di fonti e con sempre maggiore frequenza lasciamo ai dati il compito di parlare e di proporre trend prima di ipotizzare la loro stessa esistenza o validità, con la conseguenza che in questo modo fenomeni complessi quali il turismo diventano indubbiamente più visibili e trasparenti, ma anche le inefficienze diventano più evidenti».
Foto di gruppo allo Stand RENAIA (Rete Nazionale Istituti Alberghieri) con gli allievi dell’I.P.S.E.O.A di Roma
Gianfranco Battisti, presidente di Federturismo Confindustria
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HospitalitySud Chiude con oltre 2.000 visitatori la prima edizione di HospitalitySud: unico appuntamento del Centro Sud dedicato alle forniture, ai servizi e alla formazione per l’hotellerie e l’extralberghiero
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Inaugurata lo scorso 21 marzo, la prima edizione di HospitalitySud, il Salone dedicato alle forniture, ai servizi e alla formazione per l’hotellerie e l’extralberghiero si è rivelata un grande successo. Nonostante le avverse condizioni atmosferiche (è caduta neve in Basilicata, Calabria e parte della Campania) l’affluenza di pubblico non ha deluso le aspettative. Sono state oltre 2000 le persone che hanno visitato la fiera svoltasi a Salerno nella prestigiosa location della Stazione Marittima di Zaha Hadid. Soddisfatti anche gli esposi-
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tori che hanno sottolineato quanto l’evento sia stato utile per ampliare il bacino dei clienti della regione e sondare il potenziale del mercato del Sud Italia, territorio per eccellenza a vocazione turistica, che sta vivendo un particolare sviluppo. La soddisfazione per i contatti acquisiti e la riconferma per il prossimo anno di importanti aziende non solo nazionali, sono la dimostrazione della sfida vinta dall’ideatore e Direttore Ugo Picarelli: «La prima edizione di HospitalitySud dimostra che ci sono tutte le condizioni perché un appuntamento del genere possa diventare un riferimento annuale per il mondo dell’ospitalità del Sud Italia. Le considerazioni degli espositori sono state tutte positive, specie per la partecipazione numerosa dell’offerta extralberghiera, che di fatto testimonia l’interesse crescente per le attività legate all’aggiornamento professionale, alla formazione oltre che alle merceologie d’interesse. Già nelle prossime settimane valuteremo le nuove date ed eventualmente una sede più ampia, senza nulla togliere alla straordinaria Stazione Marittima che limiterebbe la crescita in termini di espositori di HospitalitySud. Naturalmente il programma relativo alla formazione è vincente, ma valutere-
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mo anche l’opportunità di dedicare maggiore spazio sia in termini di esposizione che di attività dimostrative al mondo del food. È stato per noi motivo di orgoglio avere la presenza di Renzo Iorio Chief Operating Officer Accor Hotels Italy, Greece, Israel & Malta, la seconda multinazionale al mondo dell’hotellerie, Costanzo Jannotti Pecci Presidente Federterme Confindustria, Marina Lalli Vice Presidente Vicario Federturismo Confindustria, Barbara Casillo Direttore Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Alfonso Pecoraro Scanio Presidente Fondazione Univerde.
HospitalitySud, ideato e organizzato dalla Leader, è stato promosso da Confcommercio Provincia di Salerno Federalberghi Salerno e Confindustria Salerno Gruppo Alberghi, Turismo e Tempo Libero con il patrocinio di: Comune di Salerno, Regione Campania, Camera di Commercio di Salerno, Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Stazione Marittima di Salerno, Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Federterme, Assohotel, Agriturist, FederlegnoArredo, ANICAV Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali, Assosistema, ITALGROB Federazione Italiana Distributori Horeca, EHMA ITALIA European Hotel Managers Association, ADA Associazione Direttori Albergo, AIH Associazione Italiana Housekeeper, AIRA Associazione Italiana Impiegati Albergo, AMIRA Associazione Maitres Italiani Ristoranti ed Alberghi, LE CHIAVI D’ORO FAIPA Federazione delle Associazioni Italiane dei Portieri d’Albergo e Front Office, Fondazione Univerde, Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Salerno, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Salerno, Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Nocera Inferiore, Ordine degli Ingegneri della Provincia di Salerno.
I numeri Nel corso della due giorni, 75 Espositori provenienti da 8 Regioni italiane (Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Toscana, Umbria, Veneto) hanno presentato le loro proposte in 46 diversi settori merceologici, dall’abbigliamento professionale agli articoli cortesia, dalla consulenza strategica alla brand reputation, dal design e complementi d’arredo al food&beverage, dai servizi finanziari e assicurativi alle tecnologie hardware e software di gestione. 70 sono stati i relatori impegnati in oltre 40 appuntamenti, tra seminari di aggiornamento e di formazione e incontri professionali su tematiche attualissime a cui i
visitatori hanno avuto completo accesso gratuito, così come per il Salone Espositivo. Presenti le principali realtà del web quali Tripadvisor e le OLTA On Line Travel Agencies Airbnb, Expedia, HomeAway; main partner dell’evento sono state le aziende protagoniste delle consulenze alberghiere, del vetro, della croissanterie e del pomodoro San Marzano: Blastness, Palumbo Glass, Sammontana, Solania. In soli tre giorni, il sito internet ha registrato 40.000 visite a conferma dell’idea vincente dell’evento: un’opportunità unica per gli operatori Ho.Re.Ca. del Centro Sud Italia. P.T.
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L’invasione
che fa bene all’Italia Non sono “nuovi barbari” ma turisti che amano il Belpaese e sognano di passarci le vacanze. Perché allora non sfruttare i loro desideri per creare finalmente una filiera dell’accoglienza degna di questo nome che possa far crescere il sistema Paese? Ecco le proposte degli addetti ai lavori
✒Dario Ducasse Firenze (nella foto sopra), Roma, Venezia e Milano sono oggi le mete più richieste dai turisti internazionali alla ricerca di una vacanza, anche business e bleisure, nella quale vivere il “made in Italy”
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I turisti stranieri in Italia crescono senza sosta: se nel 2017 sono stati oltre 58,8 milioni i visitatori esteri che hanno trascorso le loro vacanze nel nostro Paese, questo numero, secondo le più recenti previsioni degli addetti ai lavori, dovrebbe addirittura aumentare nei prossimi mesi, fino a giungere a circa 62 milioni (+5%) per la fine dell’anno. Ma perché questo tesoretto di turisti stranieri diventi un vero valore aggiunto per l’economia dell’Italia e per quella delle imprese dell’ospitalità, bisognerebbe finalmente mettere in campo una politica economica nuova che sostenga lo sviluppo e la competitività del turismo italiano. Le imprese di Assoturismo Confesercenti sono in questo senso in prima linea con la proposta di un piano di intervento strategico, basato su quattro pilastri fondamentali e volto a sostenere il settore e a trasformare il rinnovato interesse turistico per l’Italia in una risorsa per l’intera economia nazionale. Prima di analizzarlo nel dettaglio, insieme alle parole del Presidente di Assoturismo Vittorio Messina,
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facciamo un passo indietro e torniamo ai numeri: con 420 milioni di presenze turistiche, di cui quasi la metà rappresentata da stranieri (che da soli hanno prodotto una spesa turistica di oltre 38 miliardi), lo scorso anno è stato sicuramente un anno da incorniciare per il nostro settore vacanziero. Ma non solo: sempre a livello di stime numeriche, i prossimi mesi si preannunciano ancora più dinamici, in particolar modo sul fronte dei visitatori stranieri. Secondo le stime elaborate da CST per Assoturismo infatti, la crescita maggiore è attesa dai Paesi extraeuropei, anche se si prevede un aumento degli arrivi anche dai mercati europei e da quello domestico. Gli esperti, in particolare, prevedono che gli incrementi più consistenti dovrebbero essere registrati da parte dei turisti Usa, per i quali si stima una crescita del 5,5%. L’anno del turismo Europa-Cina poi dovrebbe trainare verso l’alto anche i flussi di visitatori cinesi, con un incremento previsto del 4,5%. Bene anche le attese sulla domanda proveniente da Australia e America
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Latina, viste entrambe in crescita del 3,5%, mentre i visitatori giapponesi dovrebbero aumentare del 2,5%, sempre nel corso del 2018. Sul fronte europeo, invece, i mercati più interessanti per il nostro Paese sono quello tedesco, che ha segnato un aumento del 3% lo scorso anno e che dovrebbe crescere nel 2018 di un ulteriore 2%, la Francia con un +2,5% e l’Inghilterra con la stessa percentuale di crescita.
Il turismo merita più attenzione «L’alto livello di interesse dei mercati esteri nei confronti del nostro Paese è un’occasione da non mancare», sottolinea Vittorio Messina, «ma perché questo tesoretto di turisti stranieri diventi un vero valore aggiunto ci vuole un grande piano nazionale. È chiaro a tutti, quindi, che il turismo merita una maggiore attenzione: occorre individuare le giuste coordinate per accompagnare la crescita e lo sviluppo del settore, mettendo in campo tutte le azioni che consentono di rendere strutturale una domanda turistica che si presenta in forte crescita. Quello di oggi è uno scenario che impone la predisposizione di tutti gli strumenti necessari per restare agganciati a questo trend positivo in modo da rispondere alle aspettative dei viaggiatori, creando un vantaggio competitivo per il nostro sistema turistico. Per questo auspichiamo un piano di intervento articolato in quattro pilastri: dalla ricostituzione di un Ministero per il Turismo che permetta di perseguire una politica unitaria sul turismo, sia su fisco che su promozione, al varo di un programma specifico per sostenere le micro e piccole imprese del settore, soprattutto quelle stagionali. Ma è indispensabile anche agire sul fronte dell’Unione europea, ricalibrando il recepimento delle normative sul turismo e riequilibrando i livelli di tassazione sulla media Ue, e poi occorre varare un progetto concreto di destagionalizzazione che permetta finalmente al nostro Paese di valorizzare la propria offerta turistica per dodici mesi l’anno».
Un ventaglio di proposte concrete «Assoturismo», spiega ancora Vittorio Messina, «proporrà in particolare al Governo un concreto “Patto di sviluppo del Turismo”, attraverso una serie di provve-
dimenti finalizzati ad un allungamento della stagione turistica, soprattutto nell’area del Mezzogiorno, sfruttando il clima favorevole del nostro Paese e le opportunità di capacità ricettiva, di accoglienza e di servizi al turista che le nostre imprese del settore – ristoranti, pubblici esercizi, alberghi, b&b, campeggi – sono in grado di assicurare durante tutto l’anno. Non mancano, poi, nella vision di Assoturismo, altre proposte ed ipotesi molto concrete che potrebbero consentire l’elaborazione di un progetto complessivo di destagionalizzazione dell’attività produttiva e dei flussi turistici, con la contemporanea valorizzazione di territori meno pubblicizzati, sia a livello nazionale che internazionale, e la fruizione di periodi di villeggiatura per fasce di utenti over 65/70 o meno abbienti, in una logica che punti a svincolare l’offerta turistica della stagionalità per mirare, invece, su un’idea di “vacanza lunga un anno”. Un progetto che implicherebbe inevitabilmente anche un aumento dell’occupazione di lavoratori del settore, soprattutto giovani, che potrebbero trovare in strutture turistiche e servizi locali l’opportunità per un lavoro meno precario, evitando di abbandonare il luogo di nascita, o per immigrati che, a seguito di specifici corsi di formazione, potrebbero integrarsi nel tessuto produttivo locale con una maggiore facilitazione nell’inserimento sociale».
Vittorio Messina
È anche una questione di tasse «Il turismo», continua Vittorio Messina, «fornisce un apporto fondamentale ai saldi della bilancia valutaria italiana, ben superiore a quello di altri settori produttivi del made in Italy, come ad esempio l’alimentare e l’arredamento, e più o meno simile a quello dell’abbigliamento. Eppure la percezione del ruolo del turismo nell’export del nostro Paese è debole, al punto che, con l’imposta di soggiorno, si 3 2018
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I 4 PILASTRI PER SOSTENERE LO SVILUPPO TURISTICO DELL’ITALIA SECONDO ASSOTURISMO 1 Ministero del Turismo • Politica unitaria sul turismo; • Promozione coordinata del brand Italia; • Regolamentazione della “Tassa di soggiorno”. 2 Imprese del Turismo • Politica specifica per micro e piccole imprese (MPMI), soprattutto stagionali; • Semplificazione della burocrazia e degli oneri amministrativi; • Abbassamento del Total Tax Rate; • Riduzione del costo del lavoro e semplificazione del CCNL (trattativa di secondo livello); • Fondo per MPMI turistiche con particolare riferimento all’innovazione, riqualificazione, ristrutturazione, formazione, promozione, occupazione; • Accessibilità al credito. 3 Unione Europea • Rivisitazione della normativa dell’Unione per le concessioni di servizi e beni; • Recepimenti delle Direttive Europee da parte delle Regioni in maniera uniforme; • Tassazione omogenea Stati membri (web tax); • IVA dedicata (media UE sul turismo più bassa). 4 Destagionalizzazione • Mobilità turistica con nuove infrastrutture per il trasporto; • Buoni-vacanze; • Nuovi poli turistici.
è arrivati a proporre un “dazio alla rovescia” imposto a chi esporta. La motivazione dell’imposta, prescindendo da quella immediata di fare cassa, starebbe nella necessità che i turisti contribuiscano a pagare i servizi che, altrimenti, sarebbero a solo carico dei residenti. Questa impostazione non tiene conto del valore aggiunto attivato dal turismo, che resta prevalentemente sul territorio dove è stato generato, e dalla consistente quota di tributi locali a carico delle imprese turistiche. Alla luce di tali considerazione, il punto di vista degli operatori del settore non può che essere in favore di una completa revisione, se non dell’eliminazione, di tale imposta. Tuttavia, in considerazione dell’importanza che tale tributo ha ormai assunto per molti Enti locali, un compromesso porrebbe essere raggiunto attraverso quattro punti. Primo, il superamento delle enormi e spesso incomprensibili differenze nelle regole che ciascun Comune turistico può dettare nelle caratteristiche dell’imposta elevata, tanto in termini quantitativi quanto di coloro che
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vi sono effettivamente assoggettati. Secondo, il superamento dell’impostazione che vede le strutture ricettive, attualmente unici soggetti demandati alla riscossione dell’imposta, come responsabili in toto di tale funzione. Terzo, la definizione per legge di termini di preavviso semestrali tra l’introduzione o la modifica dell’imposta e l’inizio della sua effettiva esigibilità. Quarto, una previsione forte e chiara che chiarisca che il gettito dell’imposta debba essere destinato totalmente o prevalentemente ad investimenti da parte dei Comuni per la creazione o il miglioramento di servizi dedicati alla fruizione da parte dei turisti. Infine, restando in tema di tasse e
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parlando di IVA, pensiamo che siano maturi i tempi per un’iniziativa decisa dello Stato italiano in sede UE e che porti all’adozione dell’aliquota IVA ridotta per tutte le transazioni del settore. Per rilanciare il turismo e renderlo ancora di più un volano per l’economia italiana, si chiede di prevedere l’estensione di tale aliquota a tutte le attività turistiche, ad iniziare dalle prestazioni degli stabilimenti balneari e delle discoteche, così come di quelle del settore dell’intermediazione turistica».
Il turismo “sfida” le istituzioni Un piano ben delineato e anche molto
ambizioso insomma ma che porterebbe anche nell’immediato benefici a chi opera, a livello imprenditoriale e industriale, nel settore e crede nella sua crescita facendo anche investimenti. Non il solo presentato da chi crede nel turismo come risorsa fondamentale per il Paese. A precedere Assoturismo di qualche settimana infatti era stata Federalberghi con un documento di oltre ottanta proposte per rilanciare il turismo italiano, sfidando i candidati e le forze politiche a dichiarare pubblicamente quali interventi sarebbero stati disposti a realizzare in caso di vittoria alle scorse elezioni. «La nostra piattaforma programmatica», aveva spiegato
L’Italia con il suo patrimonio storico e artistico unico al mondo è per definizione una destinazione turistica senza uguali. Per sfruttare questo “petrolio” nazionale è necessario che tutto il sistema Paese faccia squadra, ad esempio portando avanti una promozione coordinata del brand Italia
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CREDITS GIANMARCO CECCOTTI
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Bernabò Bocca
Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, «ha la presunzione di individuare i nodi che ostacolano lo sviluppo del settore e che, soprattutto, ci impediscono di competere ad armi pari con l’agguerrita concorrenza internazionale. In questo modo sono state allora formulate più di ottanta proposte concrete, molte delle quali potrebbero essere realizzate in tempi brevi e senza oneri a carico delle finanze pubbliche. Abbiamo indicato con chiarezza alcune priorità tra le quali spiccano: la diminuzione della pressione fiscale, riducendo in primis le tasse sugli immobili, che gravano sulle imprese anche quando sono chiuse o semivuote; il sostegno agli investimenti, con il potenziamento del Turisti brasiliani a Roma: l’anno scorso secondo i dati di Assolutismo i visitatori stranieri della Penisola hanno prodotto una spesa turistica di oltre 38 miliardi di euro
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credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive; lo sviluppo di nuovi servizi riformando le regole anacronistiche che non consentono agli alberghi di ampliare l’offerta; il contrasto all’abusivismo dilagante, per garantire la sicurezza e tutelare turisti, cittadini, lavoratori, imprese ed erario; l’ammodernamento delle reti e delle infrastrutture, per far sì che tutto il nostro paese sia fruibile ed accessibile. Tutto questo perché confidiamo che il prossimo Governo ed il prossimo Parlamento vorranno accettare e fare proprio questo contributo di idee. Se sapremo assecondare lo sviluppo del settore, tutto il Paese ne trarrà beneficio, con ricadute positive sulla produzione di reddito e sull’incremento dell’occupazione». Intitolato “Il turismo lavora per l’Italia”, questo documento è tuttora consultabile sulla home page del sito di Federalberghi. Si potrebbe pensare, infine, che attuare questi miglioramenti per il settore turistico e, quindi, per il Paese, potrebbe essere un problema di risorse. Apparentemente non sarebbe così, almeno secondo quanto aveva già dichiarato il direttore generale Turismo del Ministero Francesco Palumbo qualche tempo fa, in occasione della presentazione del XXI Rapporto sul Turismo italiano: «Esiste un programma attuativo con oltre 600 milioni di euro a disposizione per concretizzare quel “Pia-
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I PUNTI SALIENTI DEL PROGETTO DI ASSOTURISMO Calendario scolastico: modificare il programma scolastico con lo spostamento ad ottobre dell’inizio dell’anno scolastico e l’introduzione di periodi di vacanze nel corso dell’anno didattico, sviluppando in contemporanea a questi periodi, un calendario di eventi specifici, con la creazione di circuiti secondari, segmentando la domanda con la promozione di specifici prodotti e di azioni mirate a determinate fasce del turismo domestico, in località a forte impatto ambientale (pescaturismo, cicloturismo, trekking, terme e benessere). Mobilità turistica: adottare un piano straordinario della mobilità turistica, in grado di facilitare la raggiungibilità e la fruibilità del nostro enorme patrimonio turistico, storico ed ambientale, con particolare attenzione ai centri minori, al Sud d’Italia ed alle Isole, promuovendo circuiti turistici di eccellenza, sostenendo tariffe autostradali ridotte, aumentando il numero delle corse di traghetti, incrementando l’alta velocità ferroviaria nel meridione e l’apertura di aeroporti per i voli low cost e di porti turistici, con un progetto complessivo di rafforzamento della dotazione infrastrutturale nel nostro Mezzogiorno e nella riqualificazione dei servizi di trasporto e di accoglienza, per renderlo definitivamente competitivo a livello internazionale. Buoni vacanze: ripristinare la dotazione finanziaria per la ripartenza del sistema dei “Buoni Vacanze”, indispensabile per favorire la villeggiatura delle fasce sociali meno abbienti, degli studenti e degli over 65/70, attraverso la valorizzazione di territori meno conosciuti e la fruizione della va-
no Strategico del Turismo” presentato su base pluriennale dal 2017 al 2023. È questo il momento per cambiare gli elementi strutturali che ci ostacolano nello sviluppare l’industria e il fatto di aver redatto il Piano Strategico con una vision a 6 anni insieme a Regioni e imprenditori è la dimostrazione di un forte riavvicinamento tra istituzioni e filiera. I temi su cui lavorare ancora, però, non mancano: resta da fare il lavoro sulla competitività a livello industriale innanzitutto. Sul fronte della formazione, poi, per il 2019-2020, lavoreremo sulla creazione di profili manageriali in ambito digitale che si affianchino ai profili professionali più strettamente legati all’albergatoria». Palumbo ha fatto sapere che saranno sostenibilità e digitale i temi in evidenza del programma attuativo del “Piano Strategico del Turismo”: «Il programma attuativo ha step di verifica annuali, che si trasformeranno in realizzazioni concrete di progetti strategici, in
canza in periodi diversi da luglio e agosto, con un impianto organizzativo meno farraginoso di quello adottato negli anni scorsi, mutuando quello introdotto in Francia con l’inserimento nei CCNL, ed una maggiore promozione a livello mediatico di questo strumento da parte del Governo. Fondo: creare uno specifico Fondo nazionale per le piccole e medio imprese turistiche impegnate a mantenere e realizzare concretamente il progetto di allungamento del periodo di apertura delle proprie attività turistiche, con investimenti mirati all’innovazione ed alla riqualificazione della propria offerta, alla ristrutturazione delle attrezzature ed all’acquisto degli immobili in cui operano in affitto, con una defiscalizzazione delle spese sostenute per la formazione e la promozione, con uno sgravio parziale dei contributi previdenziali, per i lavoratori occupati nei periodi di prolungamento della stagione turistica tradizionale estiva ed invernale. Nuovi poli turistici: realizzare nuovi poli di aggregazione turistica nel Mezzogiorno, quali ad esempio il “Grande Salento”, “l’Area del Mediterraneo”, “l’Arcipelago delle Isole Minori” ed altre ancora, valutando le opportunità territoriali tuttora esistenti e le enormi potenzialità di sfruttamento turistico delle aree del nostro Meridione, garantendo agli investitori, imprese leader dei settori di intervento, tempi certi e burocrazia zero, con un finanziamento erogato da fondi strutturali europei o da obbligazioni, emesse direttamente dallo Stato e legate al progetto di investimento complessivo.
cui sostenibilità e digitale avranno un ruolo preponderante. Per migliorare dobbiamo muoverci in maniera coordinata tra pubblico e privato, a diversi livelli». La speranza di tutti ora è che le istituzioni non cambino le carte in tavola a discapito dell’industria del turismo. Francesco Palumbo
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Il biennio d’oro del turismo ferroviario
Boom dei treni storici
130mila turisti a bordo +45% nel biennio 2016-2017. A fare il bilancio la Fondazione FS Italiane il cui presidente Mauro Moretti esprime, insieme al ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario del Franceschini, soddisfazione per i risultati raggiunti. Al via la strategia di sviluppo
✒a cura di TiCo
Ministro Franceschini: «grazie ai treni storici, si scoprono nuovi itinerari paesaggistici e culturali e si investe nel turismo sostenibile»
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Centotrentamila turisti hanno scelto, nell’ultimo biennio, i treni d’epoca di Fondazione FS Italiane per provare l’esperienza di viaggio lenta, alla scoperta dei suggestivi paesaggi della nostra bella Italia e dei suoi luoghi ricchi di storia e cultura. Una crescita del 45% rispetto al biennio precedente, a testimonianza del successo della mobilità dolce, che conta su ben nove linee ferroviarie per 600 chilometri di binari senza tempo a cui se ne aggiungeranno presto ulteriori 100. Risultati raggiunti e sfide future sono stati illustrati a Roma nella sede del Mibact da Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e Mauro Moretti, presidente Fondazione FS Italiane. «L’ultimo biennio ci ha dato modo di consolidare un trend positivo che vogliamo continui, aggiungendo mattoni a questa importante avventura anche con la riqualificazione e il restauro degli elettrotreni, quelli che hanno reso famosa
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l’Italia ferroviaria nel mondo: l’Arlecchino (ETR 250), Settebello (ETR 300), Polifemo (ETR 200) e Pendolino (ETR 450)», dice Franceschini, «perché, grazie ai treni storici, si scoprono nuovi itinerari paesaggistici e culturali e si investe nel turismo sostenibile, favorendo esperienze di viaggio innovative». Il turismo ferroviario, in forte crescita come dimostrano i dati, «è parte di una strategia di sviluppo che ha come fine il rilancio di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che fanno del nostro Paese un luogo unico al mondo». E gli fa eco Moretti: «Quando riusciamo ad abbinare fascino ed efficienza della tecnica e della tecnologia nazionale alle bellezze paesaggistiche e naturali italiane, in una formula turistica innovativa, riscuotiamo successo e siamo esempio e volano per lo sviluppo del sistema Paese». Le regioni Abruzzo, Campania, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Molise, Piemon-
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te, Toscana e Sicilia hanno inserito itinerari con treni d’epoca nei progetti finanziati per sostenere e valorizzare questa nuova offerta turistica. Itinerari che attraggono turisti italiani e stranieri di ogni età che, con questo mezzo, possono meglio apprezzare la bellezza dei paesaggi. Tutto questo è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione con il MiBACT che, dal 3 dicembre 2015, è socio della Fondazione FS Italiane. Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha fornito consistenti contributi economici, fra cui due milioni di euro per il restauro del Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio.
Risultati raggiunti Fondazione FS Italiane ha stanziato 80 milioni di euro per il recupero e la valorizzazione di storiche infrastrutture di trasporto: linee ferroviarie, ex caselli e stazioni. Interventi fatti assieme a Rete Ferroviaria Italiana. In particolare, è stato completato il restauro del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, con un investimento di circa 20 milioni di euro. Museo che nel 2017 ha registrato il record di presenze: oltre 110mila visitatori, +58% rispetto al 2016 e +647% rispetto al 2014. Nel luglio 2017 è stato avviato il processo di restauro del Museo di Trieste Campo Marzio per un investimento complessivo di circa 5 milioni di euro. Inoltre, in soli tre anni, sono state, riaperte all’esercizio turistico nove linee ferroviarie per quasi 600 chilometri di binari, per sviluppare il turismo lento e pienamente sostenibile. Nel 2014 sono state riattivate in Lombardia la Ferrovia del Lago, fra Palazzolo sull’Oglio e Paratico Sarnico (10 km); in Toscana la Ferrovia della Val d’Orcia, fra Asciano e Monte Antico (51 km); la Ferrovia del Parco, fra Sulmona e Carpinone che collega Abruzzo e Molise (118 km); e in Sicilia la Ferrovia dei Templi, fra Agrigento Bassa e Porto Empedocle (12 km). Nel 2015 è tornata operativa in Piemonte la Ferrovia della Valsesia, fra Vignale e Varallo Sesia (51 km). Nel 2016 in Piemonte la Ferrovia del Tanaro, fra Ceva e
Ormea (35 km) e in Campania la Ferrovia dell’Irpinia, fra Avellino e Rocchetta (119 km). Nel 2017 ha riaperto la Benevento Bosco Redole che collega Campania e Molise (66 km). Infine, nel 2018, in Friuli Venezia Giulia è tornata operativa la Maniago - Gemona del Friuli (41 km). Nel 2017 i treni storici di Fondazione FS Italiane hanno effettuato circa 770 viaggi (+47% rispetto al 2016, +269% rispetto al 2014), trasportando circa 68.500 viaggiatori (+14% rispetto al 2016, +185% rispetto al 2014). Incassi complessivi oltre 2 milioni di euro (+51% rispetto al 2016, +230% rispetto al 2014). La Fondazione FS Italiane gestisce anche gli archivi storici del Gruppo FS Italiane. Nel 2017 è stato lanciato il nuovo sito internet archiviofondazionefs.it piattaforma digitale che comprende gli orari ferroviari dal 1899 al 2010. Una sezione del portale è invece dedicata all’architettura ferroviaria, con una raccolta di oltre 13mila disegni relativi a 700 progetti di stazioni Presente anche un vasto archivio multimediale con circa 60mila fotografie che raccontano uno spaccato della storia d’Italia dal secondo dopoguerra a oggi.
Risultati e sfide future del turismo ferroviario sono stati illustrati nella Sala della Crociera (foto in alto a sinistra), all’interno del MiBact, da Mauro Moretti e Dario Franceschini (foto in alto a destra), rispettivamente presidente Fondazione FS Italiane e ministro dei Beni Culturali e del Turismo
Treno storico sulla ferrovia Sulmona-Roccaraso
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EXHIBITION INDUSTRY
Fiere italiane, settore in crescita Come stanno le fiere italiane? Molto bene pare: lo dicono i numeri statistici più recenti e lo confermano i principali protagonisti del comparto
✒Dante Daverio
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Alla Mostra d’Oltremare di Napoli vanno in scena diverse fiere molto interessanti come la BMT, storico evento dedicato all’industria del turismo
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Migliora il giro d’affari legato al mercato fieristico italiano e, soprattutto, migliorano i margini del fatturato di questo importante comparto del Mice italiano, a conferma che il trend di ripartenza, e quindi di crescita, del turismo d’affari nella Penisola continua a essere reale. Partiamo dai “freddi” numeri e in particolare da quelli recentemente rilasciati da AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiani) nella sua periodica rilevazione sulle tendenze del comparto condotta dall’Osservatorio Congiunturale AEFI sul settore fieristico. L’indagine, relativa al trimestre ottobredicembre 2017, che ha coinvolto 26 poli fieristici italiani associati ad AEFI, mostra come una parte di questa crescita sia dovuta anche agli operatori esteri che sempre di più scelgono l’Italia come destinazione fieristica. La rilevazione sulle tendenze del settore, inoltre, sembra confermare il trend positivo anche per i prossimi mesi. Spiegano gli esperti di AEFI «l’analisi dei saldi posi-
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tivi e negativi ricavati dalle risposte dei quartieri fieristici interpellati attesta una crescita riguardo a tutti gli indicatori presi in esame. Il saldo complessivo, pari al +15%, è leggermente in crescita rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente, sostanzialmente invariato, a dimostrazione che il trend positivo non cede. Riprende a crescere anche il numero di manifestazioni: il 34,60% dei quartieri coinvolti nell’indagine ha ospitato più rassegne, mentre il 46,18% ha comunque registrato stazionarietà evidenziando nuovamente la tenuta del sistema. In significativa crescita il numero degli espositori: la metà (49,98%) dei 26 associati che hanno partecipato all’indagine ha infatti segnato un aumento, mentre il 19,22% è la componente di coloro che hanno registrato una contrazione. Il saldo del +31% – risultato della differenza tra coloro che prevedono un aumento e coloro che prevedono una diminuzione – indica una performance decisamente positiva, in miglioramento
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rispetto a fine 2016 (+12%). Dall’analisi della provenienza degli espositori, emergono gli italiani e gli europei, entrambi con un saldo del +27%, rispetto alla crescita meno dinamica degli stranieri extra UE che fanno registrare un saldo del +8%. Come conseguenza dell’aumento del numero di manifestazioni e degli espositori, cresce anche la superficie occupata: il 50,02% degli associati partecipanti all’indagine registra un incremento. Il saldo, pari al +19%, è nettamente positivo, anche se meno brillante rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+31%). Il maggiore contributo alla superficie complessiva occupata proviene dagli espositori italiani ed europei, in egual misura, con un saldo del +23%, mentre le aree occupate dagli espositori stranieri extra UE registrano un saldo del +12%».
Accoglienza su misura per la fiera quella dell’avveniristico e iconico NH Fiera di Rho Fiera Milano.
anno (+35%), influenzato dalla forte pressione fiscale. Ottimistiche le previsioni per l’anno appena iniziato, soprattutto per quanto riguarda il numero di espositori, in aumento per il 53,83% dei quartieri che hanno partecipato all’indagine, e per la superficie occupata per cui si prevede un saldo del +46%. Incoraggianti le aspettative sul fronte del numero dei visitatori per il quale si prevede un saldo pari al +38%».
Prospettive rosee per tutto il 2018 Positivi anche i dati relativi ai flussi di visitatori: in aumento per il 38,45% dei rispondenti e diminuito per il 23,06%. Il saldo del +15%, al netto della componente stazionaria, è inferiore rispetto alla chiusura 2016 (+42%). L’andamento del fatturato segna, nel trimestre in esame, un saldo nullo, derivante dalla medesima percentuale di associati rispondenti all’indagine che hanno registrato una crescita o una diminuzione. Il saldo è inferiore rispetto all’ultimo trimestre dello scorso
Vincere le sfide del prossimo futuro E se questa allora è l’istantanea del presente, che cosa aspettarsi per il prossimo futuro? «Se è vero che il clima è complessivamente migliorato», dice Ettore Riello (foto), presidente di AEFI, «è altrettanto vero che permane ancora una situazione di difficoltà per molte piccole realtà.
Tab. 1 - Andamento delle Manifestazioni in Italia 100
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60
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In diminuzione Stazionario
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In aumento
III trimestre 2017
IV trimestre 2017
I trimestre 2017
II trimestre 2017
III trimestre 2016
IV trimestre 2016
I trimestre 2016
II trimestre 2016
III trimestre 2015
IV trimestre 2015
I trimestre 2015
II trimestre 2015
III trimestre 2014
IV trimestre 2014
I trimestre 2014
II trimestre 2014
III trimestre 2013
IV trimestre 2013
I trimestre 2013
II trimestre 2013
III trimestre 2012
IV trimestre 2012
I trimestre 2012
II trimestre 2012
III trimestre 2011
IV trimestre 2011
I trimestre 2011
II trimestre 2011
III trimestre 2010
IV trimestre 2010
I trimestre 2010
II trimestre 2010
IV trimestre 2009
0
(Fonte ricerca AEFI)
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EXHIBITION INDUSTRY Tab. 2 - Manifestazioni italiane internazionali 2018 e 2017 per Regione 2018 Numero % sul totale manifestazioni
Regione
Lombardia
64
30,62
2017 Numero % sul totale manifestazioni
68
34,00
Emilia Romagna
40
19,14
43
21,50
Veneto
24
11,48
26
13,00
Campania
20
9,57
20
10,00
Toscana
19
9,09
17
8,50
Lazio
12
5,74
1
0,50
Trentino Alto Adige
10
4,78
5
2,50
Piemonte
8
4,31
8
4,00
Friuli Venezia Giulia
6
2,87
3
1,50
Puglia
2
0,96
6
3,00
Sicilia
2
0,96
2
1,00
Liguria
1
0,48
1
0,50
Totali
209
100,00
200
100,00
(Fonte elaborazione AEFI su dati di settore)
Un padiglione della Bit di Milano, fiera che da anni segue e racconta il mondo del travelling e dell’ospitalità della Penisola e non solo
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Di sicuro la crisi degli anni scorsi ha determinato un ripensamento del format e dell’offerta fieristica, inducendo molti enti ad ammodernare gli spazi, a puntare maggiormente sui servizi, sulla digitalizzazione e sull’internazionalizzazione per attirare più espositori e buyer anche dall’estero. Strategia indispensabile per poter essere competitivi a livello nazionale e globale». Ma cosa ne pensano a questo punto i più
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diretti interessati, i protagonisti italiani del settore, i rappresentanti di alcune delle più grandi realtà fieristiche italiane? Secondo Piero Bonasegale, direttore di Villa Erba: «È importante parlare dell’impatto economico delle manifestazioni fieristiche sul territorio, una variabile che in Italia, e in particolare sul nostro territorio, è storicamente positiva per l’indotto generato. Ovviamente è sempre possibile migliorare, innovandosi di continuo. Oggi la percezione delle imprese riguardo alle Fiere come strumento di marketing è molto buona. Circa una decina di anni fa in moltissimi temevano che l’avvento sempre più massiccio della comunicazione digitale potesse soppiantare la fiera tradizionale. Cosa che non è avvenuta, anzi, negli ultimi anni – e i numeri lo dimostrano - le fiere sono in rispolvero, con espositori e visitatori in aumento. Il sistema ha saputo usufruire delle nuove tecnologie, senza lasciarsi soppiantare. Sono convinto che, nel business, il face to face continui ad essere un elemento indispensabile così come ritengo vincente, soprattutto per le realtà fieristiche più piccole, puntare sulla specializzazione. È il modo migliore di rapportarsi a un mercato sempre più globale, offrendo un servizio sem-
EXHIBITION INDUSTRY Tab. 3 - I numeri del settore italiano per il 2018 1. Superficie espositiva: 4.200.000 metri quadrati, di cui 2.270.000 coperti 2. Manifestazioni 2018: Totale: 908 209 internazionali 210 nazionali 400 regionali/locali* 89 organizzate all’estero* 3. Manifestazioni internazionali 2018: 209 che si riferiscono principalmente ai settori: tessile (15%); sport, hobby, intrattenimento e arte (14%); gioielli, orologi e accessori (8%); food, bevande e ospitalità (8%); meccanica (8%). Il 96% delle manifestazioni si svolgono nei quartieri fieristici associati AEFI e, di queste, il 50% sono organizzate direttamente. 4. Espositori totali: 200.000 5. Espositori manifestazioni internazionali: 98.000, il 28% circa proviene dall’estero 6. Visitatori totali: 22.000.000 (Fonte stime AEFI)
pre più all’altezza. Unicità (di location e destinazioni) e qualità devono andare di pari passo». Sull’innovazione punta anche Fiera Milano, realtà che da sempre svolge un ruolo centrale nell’economia del Paese, favorendo l’incontro tra aziende anche di medie e piccole dimensioni con tutto il mondo. «Nel corso dei decenni il ruolo delle fiere è cambiato, diventando sempre più da momento dedicato all’esposizione di un prodotto/servizio e di business, ad appuntamento imprescindibile per l’aggiornamento professionale dei settori di riferimento», spiega Simona Greco, direttore manifestazioni travel, fashion, art & hospitality di Fiera Milano. «In questo momento siamo in una fase di transizione, che ci vede impegnati a preparare un nuovo piano industriale, che darà nuova linfa al business di Fiera Milano. Continuano intanto gli accordi per rendere sempre più fluidi i rapporti tra filiere affini, e i “fuori salone” che a Milano, in particolare, se ben coordinati attraverso una cabina di regia in grado di fare rete tra le Istituzioni Territoriali (Comune, Regione, Camera di Commercio, Confcommercio), i privati e Fiera Milano, hanno dimostrato di poter generare un forte indotto sul territorio».
cui faccio parte, c’è il progetto di crescere e differenziarci sempre di più, con l’obiettivo di trasformare Fortezza da Basso in una realtà innovativa, di riferimento per il settore. Dai 18 milioni di ricavi di oggi puntiamo ad arrivare a 22 posizionandoci come destinazione unica e di nicchia, perfetta per fiere d’elite, magari legate al design, al bello, oltre che al fashion. Pensiamo sia giusto usare una location unica ed emozionale come la città di Firenze, nella quale come polo fieristico siamo centralmente calati, per attirare eventi di alto livello che cerchino un contesto di “museo a cielo aperto” come solo noi fiorentini possiamo dare. Per fare ciò quindi non dobbiamo magari ampliare di molto i 65mila metri quadrati espositivi che offriamo oggi ma, soprattutto, offrire ai committenti un servizio sempre più alLeonardo Bassilichi, presidente della Fiera di Firenze. In alto, Simona Greco, direttore manifestazioni travel, fashion, art & hospitality di Fiera Milano
Deve crescere tutto il “sistema” Italia «Oggi siamo una “piccola” realtà», racconta Leonardo Bassilichi, presidente della Fiera di Firenze, «conosciuta principalmente per l’evento Pitti, ma, finalmente, grazie alla nuovissima governance di 3 2018
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EXHIBITION INDUSTRY
Spazi più moderni e servizi di qualità per espositori e visitatori: questa la ricetta per far restare il settore fieristico competitivo sul mercato nazionale e su quello globale
to in fatto di qualità dell’accoglienza e dei servizi a disposizione degli organizzatori. Per attirare eventi d’elite ci vuole un mix di servizi ineccepibili e di contesto da sogno: da qui al 2023, con il nostro piano industriale appena approvato, faremo proprio questo. Per noi resterà sempre prioritario anche l’impatto del polo fieristico sul territorio: tutto il sistema cittadino deve crescere insieme a noi e beneficiare di una location finalmente all’avanguardia. Questo significa lavorare fianco a fianco con il sistema turistico della città per attirare nuovi flussi di business travel». «Per quanto ci riguarda», dice Gianpiero
Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere
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Calzolari, presidente di BolognaFiere, «il secondo semestre del 2017 ha confermato e consolidato il trend evidenziato nei primi mesi dell’anno con un buon andamento di tutte le manifestazioni in programma che hanno registrato un incremento nella presenza di espositori e operatori. Decisamente positiva la crescita degli operatori e degli espositori esteri a dimostrazione, anche, dei positivi segnali provenienti dal mercato. Recentemente abbiamo consolidato il nostro business con il lancio di nuove iniziative, siglando accordi e procedendo ad acquisizioni strategiche per il posizionamento di BolognaFiere sugli scenari internazionali. Oggi, il settore fieristico nazionale presenta numerose eccellenze ed è in grado di misurarsi con i grandi competitor a livello europeo, che, per tradizione, sono soprattutto i quartieri fieristici tedeschi. Sarà sempre più importante, in questo confronto, l’internazionalizzazione delle nostre manifestazioni, il rafforzamento del loro ruolo in qualità di piattaforme verso i mercati emergenti nonché il loro ruolo di facilitatori dell’incoming di espositori e visitatori internazionali. Sul fronte internazionale BolognaFiere ha un know-how che si è consolidato grazie a un’esperienza poliennale: è stato il primo organizzatore del settore a esportare le sue manifestazioni sui mercati emergenti a maggiore indice di attrattività per le imprese. Siamo fortemente impegnati nel promuovere
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i nostri eventi leader come COSMOPROF, la più importante piattaforma mondiale del settore cosmesi e bellezza, sui circuiti internazionali. BolognaFiera è in continua evoluzione, nelle strutture, nei servizi e nelle professionalità. Recentemente ha implementato il comparto degli allestimenti fieristici attraverso l’accordo fra Bfservizi (società al 100% di BolognaFiere, già oggi è tra i player italiani con un Fatturato di oltre 18 milioni di euro, ndr) e GiPLANET, società di allestimento di Padova. La partnership ha dato vita al più importante polo italiano per gli allestimenti, con un fatturato che si attesterà attorno ai 45 milioni di euro. In questo settore sono allo studio altre acquisizioni sia in Italia che all’estero».
Lavorare bene insieme al territorio «La nostra fiera», racconta Donatella Chiodo, presidentessa della Mostra d’Oltremare di Napoli, «ha l’ambizione di diventare key player per il bacino del Mediterraneo, con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo del sistema produttivo di tutte le filiere d’eccellenza, non solo nella città di Napoli, ma anche nella Regione Campania e nel Meridione. Oggi essere ente fieristico e, insieme, gestire un patrimonio monumentale, qualifica la Mostra d’Oltremare anche come promotore del sistema sociale, creando le condizioni affinché i cittadini diventino non solo visitatori degli eventi ma anche i fruitori di un bene collettivo. Negli ultimi tre anni abbiamo raddoppiando il numero di eventi ospitati, aumentando le percentuali di utilizzo delle strutture e rilanciando le attività degli eventi organizzati in proprio. L’impatto delle manifestazioni sul territorio è molto positivo. Ricerche recenti evidenziano che, per ogni euro speso all’interno del quartiere fieristico, la ricaduta economica sul territorio è di circa 7 volte maggiore. Gli enti fieristici e congressuali, come la Mostra d’Oltremare, sono un motore di sviluppo dei territori e delle imprese, uno strumento importante per la costruzione della brand equity, la cooperazione tra imprese e la creazione di nuovi network relazionali. Sempre in un’ottica di sviluppo del territorio, un trend che sta prendendo sempre più piedi è il cosiddetto “fuori salone”: si “esce fuori le mura” del quartiere fieristico per “contaminare” il
Donatella Chiodo, presidentessa della Mostra d’Oltremare di Napoli
territorio e portarlo “dentro le mura”. È un trend molto interessante, che risponde alla voglia di “esperenzialità” delle persone e che credo continuerà ad essere sempre più utilizzato dagli organizzatori per abbattere le “barriere” tra territorio e quartiere fieristico». Lorenzo Cagnoni, presidente IEG (società che unisce Fiera di Rimini e di Vicenza) fa sapere, infine, che: «IEG punterà ulteriormente sul digitale, implementando le aree dei servizi, gli allestimenti e la ristorazione. Il nostro obiettivo è concorrere alla crescita dell’indotto per i territori. Desideriamo aiutare le imprese a far ripartire i consumi interni e a internazionalizzarsi. Per diventare player worldwide, valuteremo, inoltre, possibili integrazioni. Abbiamo alcune preferenze, ma nessuna preclusione, né in Italia, né all’estero».
A Rimini per la fiera autunnale del TTG Incontri sono tantissimi i buyers internazionali che arrivano per scoprire la destinazione Italia
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Italian Exhibition Group Crescita all’estero, in particolare negli Stati Uniti e in Cina, piano di sviluppo dei quartieri fieristici di Rimini e Vicenza sono gli obiettivi del 2018 del gruppo
L L’
L’entrata nel mercato americano degli eventi con l’acquisto del 51% di FB International Inc., specializzata in allestimenti, è l’ultima mossa di Italian Exhibition Group (Ieg). L’operazione, siglata a marzo, riveste un ruolo strategico per la società che unisce Rimini Fiera e Fiera di Vicenza. Porterà, infatti, alla nascita di una New.Co, Ieg Usa, che diventerà, secondo le parole di Lorenzo Cagnoni, presidente e ad di Ieg, «lo strumento operativo per nuove iniziative anche con altri poli fieristici italiani». Guarda, dunque, oltreoceano il gruppo che rappresenta il primo player fieristico per numero di manifestazioni organizzate direttamente (al 90% di proprietà), primo anche per redditività operativa lorda. Ha chiuso il preconsuntivo 2017 con un fatturato consolidato di 129 milioni, un Ebitda di 23 mi-
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lioni e un risultato netto consolidato di oltre 8 milioni. Non trascura, però, il “mercato” interno: è previsto un piano di sviluppo per valorizzare i quartieri fieristici di Rimini e di Vicenza, già Business Center di alto livello, dotati di infrastrutture moderne, e far crescere la rilevanza delle manifestazioni. La fiera di Rimini dispone di un’area complessiva di 460mila mq con padiglioni, sale convegni fino a 730 posti, business center, sale stampa, aree ristorazione, servizi per espositori e pubblico e 11mila posti auto. La fiera di Vicenza si estende su 80mila mq su 9 padiglioni. Le più recenti opere di riqualifi-
cazione hanno riguardato la costruzione della nuova Hall 7, dalla copertura in legno a campata unica più ampia d’Italia e tra le maggiori in Europa, che comprende un’area sopraelevata con zona ristorazione e sale convegni, il rinnovamento del Centro Congressi e la realizzazione di un parcheggio multipiano di 600 posti auto. Lo scorso anno Ieg ha contato 60 manifestazioni, 280 tra congressi ed eventi, 15.649 espositori e 2.648.675 visitatori. Food&Beverage, Green, Technology, Entertainment, Tourism, Transport, Wellness, Jewellery e Fashion, Lifestyle & Innovation sono le filiere di riferimento, nelle quali vanta manifestazioni del calibro di Sigep, Beer Attraction, Vicenzaoro, Rimini Wellness, Ttg Travel Experience. Per ottenere questi risultati Italian Exhibition Group si avvale di 270 operatori su cinque sedi operative e di joint venture all’estero, in particolare Emirati Arabi Uniti e Cina. Federica Serva
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Centro Espositivo e Congressuale Villa Erba Una location che fa rete a livello internazionale, nazionale e territoriale
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Il Centro espositivo e congressuale Villa Erba sulle sponde dello splendido lago di Como si riconferma location rinomata ed apprezzata in tutto il mondo, consapevole del ruolo che ricopre nel settore degli eventi si dimostra attiva su tre livelli: internazionale, nazionale e territoriale. Per quanto riguarda il livello internazionale, Villa Erba, conscia dell’importanza del lavoro in sinergia con gli altri attori del medesimo settore di mercato, partecipa attivamente agli incontri e alle attività organizzate dalle associazioni di categoria di cui è anche socio. I primi di maggio parteciperà alla Conferenza Europea UFI 2018 a Veronafiere, che focalizza il suo impegno nella sfera della exhibition industry, settore fieristico coinvolgendo organizzatori, destinazioni, sedi e servizi. Inoltre a giugno Villa Erba presenzierà al Global Exhibition Day di AEFI, Associazione Esposi-
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zioni e Fiere Italiane, equivalente di UFI a livello nazionale. Nel mese di marzo ha partecipato anche in qualità di sponsor, all’annuale convention di Federcongressi, Associazione nazionale di primo livello che rappresenta unitariamente le imprese pubbliche e private ed i professionisti che svolgono attività connesse con il settore dei congressi, convegni, seminari ed eventi aggregativi, di incentivazione e di comunicazione. «Villa Erba ha voluto partecipare oltre che come associato, anche in qualità di sponsor», dichiara Piero Bonasegale (Direttore di Villa Erba), poiché crede fermamente nell’importanza dell’associazione di categoria: solo condividendo e collaborando per obiettivi comuni si può raggiungere uno scopo unico». Per quanto concerne invece l’attività a livello territoriale, attraverso Lake Como Events Net, diretta da Villa Erba, quale soggetto attuatore, in un’ottica di network territoriale, Villa Erba ha partecipato a BIT - Borsa Internazionale del Turismo, storica fiera internazionale rivolta agli operatori turistici. Villa Erba e Lake Como Events Network, nella nuova area Mice World (spazio interamente dedicato agli organizzatori di convegni, meeting, incentive, exhibition)
hanno partecipato con un desk preposto alla promozione dei servizi rivolti sia al mercato B2B che turistico e al racconto delle peculiarità della struttura, unica nel suo genere. Lake Como Events Network, membro di Convention Bureau Italia e che opera come convention bureau locale è la prima rete di operatori della filiera congressuale del Lago di Como, sinergica al Centro Espositivo Villa Erba e al territorio, che ha l’obiettivo di coordinare e integrare l’offerta turistica e congressuale del territorio, assicurando un’efficiente gestione degli eventi senza costi aggiuntivi. Sempre nel mese di marzo, per il secondo anno consecutivo, Villa Erba è stata riconfermata come location ospitante per Travelux, evento di networking firmato NEBE società italiana leader nella promozione b2b di luxury travel. Dal 15 al 18 marzo, nelle sale del Centro Espositivo e Congressuale di Villa Erba una tre giorni di full immersion con 16 ore di workshop
e 52 appuntamenti prefissati tra operatori turistici e buyer internazionali del turismo luxury. Villa Erba, anche in questo caso, tiene conto della sua mission come creatore di indotto sul territorio e riconferma il suo ruolo ospitando un workshop di altissimo livello al quale hanno partecipato e parteciperanno i più importanti buyers internazionali del settore alberghiero e dei servizi. P.T.
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prevedono allestimenti standard, lasciando campo libero all’immaginazione e alla creatività. Un’oasi di sostenibilità: grazie alla realizzazione di un impianto di condizionamento ad energie rinnovabili con impiego di acqua di lago che riduce del 95% le immissioni di CO2 e di calore nell’atmosfera, Villa Erba è protagonista anche nel campo dell’ecosostenibilità.
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FOCUS TRA IL VERDE DI VERONA E L’AZZURRO DEL LAGO
Una destinazione dal fascino unico e intramontabile
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Il verde di Verona. È il colore scoperto dal grande Paolo Caliari, il famoso pittore nato a Verona, il Veronese appunto, ed è un verde tra lo smeraldo, la malachite e la giada. Gli inglesi lo chiamano “viridian” colore che troviamo anche nel marmo estratto dalle cave nei pressi di Affi: il “verde veronese”. Verona è una delle più importanti città d’arte, l’acqua dell’Adige, da secoli, racconta meravigliose storie dei popoli che hanno lasciato un segno della loro cultura nella città: quella degli Etruschi, dei Celti, dei Romani, dei Longobardi, di Dante, di Cangrande, di Romeo e Giulietta, di Goethe, di Napoleone, dei patrioti risorgimentali, delle due guerre mondiali, che hanno visto terribili bombardamenti, e della ricostruzione fatta da laboriose generazioni. Tutto questo,
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però, non dice nulla della bellezza, dell’eleganza, della vivacità di Verona, scelta sia dai turisti leisure che da operatori Mice per i Musei, per gli spettacoli rock, lirici e balletti che vengono organizzati all’Arena e al Teatro Romano, per la buona cucina (risotti, carni pregiate) e per il carattere degli abitanti che un proverbio veneto definisce “tutti matti”, cioè disposti al divertimento, di carattere aperto e conviviale. La città ha ottimi hotel, nel centro storico come Il Due Torri o nella zona adiacente alla Fiera, come il Crowne Plaza, ma anche a pochi minuti di tangenziale, prima del territorio collinare, verso la Valpolicella o verso il Lago di Garda, sorgono strutture che lavorano tutto l’anno grazie alle manifestazioni fieristiche come Vinitay o Marmomac o Fie-
FOCUS TRA IL VERDE DI VERONA E L’AZZURRO DEL LAGO
Da Verona al Lago di Garda, seguendo i colori che hanno creato una destinazione glam ✒Luciana Sidari
ra Cavalli oppure ospitando eventi Mice, provenienti dall’estero e da operatori italiani, come nel caso di Villa Quaranta Tommasi Wine Hotel & Spa di Pescantina. Molte famiglie veronesi, industriali della moda e produttori di vino, hanno investito anche nell’ospitalità restaurando meravigliose antiche Ville, come nel caso di Villa Amistà del brand Byblos, di Villa della Torre della famiglia Allegrini o di Villa Serego Alighieri. Di pari passo col benessere degli anni 60/70 del ‘900, lo scambio tra le città e il lago si è fatto più intenso. Il lago, al suo turista, offre come plus la storia e l’arte delle città mentre le città offrono la solare mediterraneità del lago. Negli ultimi 30 anni, gli hotels situati sulla costa veronese orientale sono cambiati dando spazio al leisure ma anche al
Mice, ampliando la propria offerta e regalando experience sul territorio grazie a famiglie di produttori di olio e di vino, come i Viola proprietari di Aqualux Hotel o a imprenditori illuminati come le famiglie Stocker, De Beni, Berti che non si sono accontentate di costruire un Hotel, ma anche una filosofia del benessere all’Hotel Caesius Thermae & Spa Resort, o la famiglia Bonizzato che ha realizzato il primo hotel con camere a tema nell’Hotel Parchi del Garda, per chi desidera divertirsi nei Parchi di divertimento come Gardaland, e Caneva World. L’Azzurro Garda. In questi anni si è sviluppato il concetto turistico del “Garda unico” perché, pur facendo quasi da cerniera a tre regioni – Veneto, Trentino, Lombardia – il Lago di Garda o Benàco,
Verona. Ponte Pietra, l’unico rimasto di epoca romana
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FOCUS TRA IL VERDE DI VERONA E L’AZZURRO DEL LAGO
Verona. La fontana di Madonna Verona, in Piazza delle Erbe e l’Arena. Foto Fainello
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presenta caratteristiche geo-morfologiche, storiche, economiche, abbastanza simili. L’occhio attento e amoroso dei fans del lago, però, è pronto a infrangere l’idea dell’unicità: l’acqua è la stessa ma i venti che la increspano – un vero valore aggiunto – si divertono a confondere le acque... Anche le correnti si divertono e se si sta su un’altura, verso Torri del Benaco, si vedono delle striature, dette sesse, che scorrono sulla superficie del Lago: dalla colorazione più chiara rispetto alle altre, hanno un andamento capriccioso ma il risultato, quasi graffi alla Hartung, è stupendo e nessuno si sognerebbe di pensare che sia un fenomeno dovuto alle diverse temperature dell’acqua. Proseguendo verso Garda, Torri, Malcesine, l’azzurro si fa più intenso e quando si arriva alla terrazza naturale dove si trova Riva del Garda, in provincia di Trento, che rappresenta la parte lavorata, modellata dalla natura durante millenni di glaciazioni, erosioni, sollevamenti, terremoti, appare un fitto parco, con piante, alberi, arbusti decisamente mediterranei: palme, bambù, oleandro, leccio, alloro, mirto, pino italico, olivo, cipresso. Ecco come descrive il primo nucleo del giardino di uno
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degli hotels più famosi di Riva del Garda, l’Hotel Du Lac et Du Parc Grand Resort, lo scrittore Carl Torresani, figlio del barone Julius, direttore della Polizia del Lombardo Veneto che, dopo i moti del 1848, si era ritirato a Riva “Mia delizia, mio paradiso, era il giardino... Due ruscelli tersi ed ampi brulicanti di gamberi di fiume lo percorrevano in tutta la sua lunghezza. Alla riva del lago vi era un porto con una grande barca, delle cabine di bagno, un piccolo bosco di Ontani, nelle cui chiome giocava l’Ora, il fresco Aliseo del Garda... E poi il profumo, alla mattina si veniva sopraffatti dal profumo di rose, gigli, garofani, giacinti, glicini e di erbe aromatiche-lavanda, rosmarino, timo, malva...”. Ben prima di Torresani ci hanno pensato pittori, poeti, scrittori a definire e cantare le acque del Garda. Ha iniziato Michel de Montaigne, forse il primo dei grandi viaggiatori, diaristi. Il 30 ottobre del 1580 lo scrittore vuole visitare il lago, famoso
FOCUS TRA IL VERDE DI VERONA E L’AZZURRO DEL LAGO
per il suo ottimo pesce, e, da Riva, osserva il paesaggio lacustre che si estende verso sud, dove la natura viene sapientemente arginata e coltivata dall’ uomo. Così scrive: “Le prospect du lac est infini car il a 35 milles de long. La largeur est 5 milles. Cette tête est au comte de Tirol, mais tout le bas, d’ une part et d’ autre, à la seigneurie de Venise où il y a force belles èglises et tout plein de beaux parcs d’ oliviers, orangers et autres tels fruitiers”. L’autore ci informa così della situazione storico-politica della regione lacustre nella seconda metà del sedicesimo secolo; nel corso del suo viaggio assiste anche allo spettacolo del temporale, che dalle cime aspre delle montagne si sfoga nello specchio d’acqua sottostante, agitandolo pericolosamente. Ma è con W. Goethe che il lago trova il suo più grande interprete e cantore. Arrivato a Rovereto, lo scrittore gira ovunque in carrozza e in barca visita Malcesine,
Torbole, disegnando rovine e scrivendo versi immortali: “Conosci la terra dove i limoni mettono il fiore, le arance d’oro splendono tra le foglie scure, dal cielo azzurro spira un mite vento, quieto sta il mirto e l’alloro è eccelso, la conosci tu forse?”. E non è l’unico, è seguito a ruota da Marie-Henri Beyle, cioè Stendhal, da George Byron, da Heinrich Heine. Scrive, di Riva e del Lago, anche il poeta maledetto, di cultura asburgica Georg Trakl. E qui giunge il giovane praghese Rainer Maria Rilke che compone almeno venti poesie dedicate al Garda, mentre Thomas Mann, in una lettera ad un amico, parlando del posto, scrive: “Qui è bello e mi ristabilisco visibilmente (...) al mattino remo sempre per diverse ore sul lago e, particolarmente all’inizio, sono molto affascinato (...). C’è qualcosa di straordinariamente commovente quando, dopo un lungo periodo di inquietudine, per la prima volta si torna a scivolare in questa quiete
Il traghetto a Lazise
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Sopra, e, in basso immagini di Lazise
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assoluta, dolcemente sussurrante e sciabordante, recinta di monti severi”. E molti critici vedono nel Garda e nella cascata di Varone motivi ispiratori del capolavoro di Mann “La Montagna incantata”. Anche Heinrich Mann, il fratello di Thomas, autore di un libro da cui fu tratto il film “L’Angelo azzurro” con Marlène Dietrich, soggiornò ripetutamente sul Garda, per quasi 20 anni. Arrivò, intorno al 1912, anche David Herbert Lawrence, autore di “Figli e amanti” e dello scandaloso “L’Amante di Lady Chatterley”; fu conquistato dai colori della neve, del lago, del verde, dalla semplicità e dignità delle persone che spesso descrive; venne
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e scrisse anche Franz Kafka, come inviato del giornale praghese Bohemia e nei suoi “Soggiorni rivani” ci informa che molti turisti affollavano già la cittadina di Riva, di provenienza quasi esclusivamente mitteleuropea. Proprio a Riva, Kafka ambientò uno dei suoi racconti, il Cacciatore Gracco. E, dopo, autori più vicini a noi, ecco a toccare le sponde gardesane, altre due figure monumentali della letteratura del ’900, Ezra Pound e James Joyce. In una poesia intitolata Fiamma, Pound si rivolge alle acque del Lago: “O Benàco di Zaffiro in te e nelle tue brume le stessa natura si è fatta metafisica. Chi può guardare in quel blu e non credere?”. Infine, non ultimo, il premio Nobel André Gide che soggiornò a Torri del Benaco all’hotel Gardesana già in età avanzata, grato all’accoglienza della gente del posto, lasciò alla comunità di Torri una bella lettera: “Del meraviglioso ricordo che ne serbo, trarrò la forza per sopportare il lungo cammino dell’inverno” e non ci vuole molto a capire che l’inverno fosse il viaggio finale. Non sono solo i poeti ad occuparsi di Riva del Garda, anche i pittori, per esempio Jean Baptiste Corot, ha dedicato ben tre tele al lago, dove un boschetto incornicia
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le acque nelle quali si rispecchia una barca, tra mille riflessi di luce. Ci sono anche opere preziose di Gustav Klimt che rappresenta una visione di Malcesine e una di Cassone. Non è difficile capire il perché di tanta letteratura sul Garda, in particolare a Riva: il clima ha sempre attirato turisti e persone in fuga dal freddo del nord. L’Alto Garda è stato asburgico e, ancora adesso, ha uno spirito mitteleuropeo: per questioni storiche, il Garda, è stato considerato imperiale e ancora oggi in fondo gli austriaci e i tedeschi si sentono a casa, accolti da rivani che ci tengono, come succede a Madonna di Campiglio, a perpetuare la classe, l’eleganza di una Corte con rievocazioni storiche e sfilate che riportano a Cecco Beppe e a Sissi. L’azzurro del cielo e delle acque non hanno confini e anche le cittadine rivierasche che si affacciano sulla riva bresciana hanno molto da raccontare. Hanno conosciuto un turismo più ricco, una frequentazione internazionale sin dalla fine dell’800, al Grand Hotel di Gardone Riviera dove sorge il Vittoriale di Gabriele D’Annunzio e a Gargnano famosa per il Grand Hotel Villa Feltrinelli. Villa Feltrinelli durante l’epoca fascista fu l’ultima residenza del Duce. Fu costruita alla fine dell’800 dai Conti Feltrinelli, originari di Gargnano e
ricchi commercianti di legname proveniente dall’impero asburgico, utile per l’edilizia e per la costruzione di linee ferroviarie. Trasferiti a Milano concentrarono i loro investimenti nella Casa editrice che ancora porta il loro nome. Il giallo di Limone. Da Riva del Garda a Limone e Gargnano ancora oggi è possibile vedere qualche coltivazione di questo agrume. Coltivato dagli Arabi, giunse dalla Sicilia in Liguria e da quella regione fu portato da monaci francescani a Limone e Gargnano, da dove, coltivato intensivamente, si diffuse insieme a cedri e altri agrumi in tutto il Garda, la zona più a nord dove siano stati mai coltivate queste specie. Ancora oggi ci sono limonaie all’aperto, costruite con tecniche ingegnose che hanno dato vita, nei secoli passati, a un’economia importante e a un paesaggio architettonico, costruito ad hoc. Il Garda è un universo di bellezza, di storia, di tradizione gastronomica. Per quanto ci si sforzi di considerarlo un unicum, ci si ritrova a fare i conti con il fattore umano e con la storia di chi l’ha abitato. Sta a noi amarlo in tutte le sue forme.
Torbole sul golfo nord del Lago di Garda, tra il Monte Baldo e la piana del Sarche è la destinazione più ricercata dagli appassionati di windsurf
Si ringraziano Europlan, per le foto concesse, e Marco Campanardi, fonte preziosa di alcuni riferimenti letterari e storici della sua tesi di laurea 3 2018
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Due Torri Hotel Verona Arte, cultura, gastronomia e grande ospitalità. Il cinque stelle a due passi da Piazza Bra offre ai suoi ospiti un’experience Mice&Bleisure all’insegna dell’esclusività
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Gli affari sono essenzialmente relazioni tra persone e richiedono una buona dose di empatia e creatività. Il luogo migliore per un meeting o un appuntamento di lavoro è perciò una location capace di fornire la giusta ispirazione e lo sfondo ideale per un incontro memorabile: come Verona e il suo 5 stelle, il Due Torri Hotel. Nella città degli shakespeariani Romeo e
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Giulietta, culla per eccellenza dell’Opera italiana, l’arte e la bellezza sono onnipresenti. E l’Hotel vive da sempre al ritmo di questo patrimonio che nutre soprattutto l’anima. Il Trecentesco Palazzo dell’Aquila, oggi Hotel Due Torri, è una location perfetta per meeting e incentive, a partire dalla posizione favorevole. Siamo a pochi passi da Piazza Bra e dalla maestosa Arena, dal balcone dei sospiri di Giulietta, dalla Torre dei Lamberti e il Duomo romanico. Il 5 stelle, membro di The Leading Hotels of the World, che riunisce il gotha degli hotel più prestigiosi al mondo, è uno dei fiori all’occhiello dell’hôtellerie italiana. Regno del “bleisure”, propone un’immersione nella cultura, nella bellezza, nella gastronomia. L’Hotel mette disposizione degli ospiti 7 sale meeting arredate con cura nei dettagli e versatili nell’utilizzo, in grado di ospitare da 20 a 180 persone in una cornice elegante e di grande effetto. Un contesto suggestivo per la realizzazione di eventi di successo.
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Le sale offrono un ambiente raffinato, rilassante e tecnologicamente all’avanguardia. Vari servizi sono compresi: la consegna del materiale istituzionale – cartellina, block notes, penne – il concierge service, la connessione wi-fi gratuita ovunque, l’hospitality desk e il servizio di delivery gratuiti. Uno speciale accordo stretto con Fastweb garantisce ai clienti il top di gamma della connessione veloce ad internet, diretta e immediata: la fibra ottica FTTH, bilanciata a 50 Mbps garantiti con GMB (Guaranteed Minimum Bandwidth). Su richiesta è possibile passare a 100 Mbps, con una trasmissione dati veramente competitiva, l’ideale per meeting e incontri. A “rubare la scena” è la sala meeting che ospita l’Arena Casarini: si tratta di un capolavoro firmato da Pino Casarini, pittore, frescante e scultore, uno dei maestri affreschisti del XX secolo. Sul finire degli anni cinquanta del secolo scorso venne chiamato dal nuovo proprietario Enrico Wallner a realizzare la sala. Questa vera e propria opera d’arte è un biglietto da visita sorprendente, rimasto invisibile e nascosto per decenni, fino ai lavori di restauro realizzati dal Gruppo Duetorrihotels. Oggi è uno degli spazi più interessanti e di particolare effetto scenografico, perfetta per cocktail, banchetti e per qualsiasi tipologia di business meeting o appuntamento mondano nel centro di Verona. L’Arena Casarini è in grado di ospitare fino a 180 persone in un “piccolo teatro” totalmente dipinto con colori vivaci, la cui struttura richiama la forma di un tendone. Pannelli in muratura posti a diversa profondità, come scenografie teatrali, catturano la vita del circo con tinte luminose e vivaci. La sala è protagonista del Premio Casarini, un bando nazionale per gli studenti delle Accademie di Belle Arti di tutta Italia promosso a partire dal 2016 dal Due Torri Hotel e dall’Accademia di Belle Arti di Verona, con il patrocinio di ArtVerona. Al vincitore, la possibilità di lasciare il
proprio segno, decorando, con pittura acrilica, una parete della Sala Accademia, attigua all’Arena Casarini. Per il 5 stelle scaligero è un’occasione per promuovere la vita culturale e artistica cittadina, aprendosi con lungimiranza al territorio e ai giovani talenti che traggono ispirazione da un capolavoro del Novecento. Anche la gastronomia ha voce in capitolo nel determinare la qualità dell’accoglienza. In Terrazza si possono gustare aperitivi, pranzi e cene al lume di candela, e si celebrano su prenotazione occasioni speciali, come cerimonie, cocktail, small party ed eventi. Una cornice elegante e perfettamente attrezzata anche per ospitare eventi di showcooking. Scendendo di piano, il livello è altrettanto elevato. Il ristorante dell’hotel incanta i suoi ospiti con proposte ricche di charme e un’atmosfera raffinata. Le ricette uniscono tradizione, creatività e amore per i prodotti del territorio, vini compresi. Un’attenzione che ha conquistato gli esaminatori della Guida Michelin, che hanno assegnato le Tre Forchette al ristorante. Luciana Sidari
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Palazzo Victoria Un’agorà a cinque stelle dove cultura, arte, storia e grande ospitalità si incontrano in un mix dal fascino unico
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Inserito in un complesso di epoca medievale, nel cuore di Verona, a due passi dall’Arena e affacciato sull’elegante corso di Porta Borsari, Palazzo Victoria offre un’esperienza unica: un vero e proprio viaggio nell’arte e nella storia, grazie anche agli antichi resti romani visibili nel sottosuolo dell’Hotel e agli affreschi di epoca medioevale. Sottoposto nel 2012 a un accurato restyling, il Palazzo offre, oggi, 74 tra camere e suite, costruite intorno ad alcune rovine romane attentamente preservate: vi si trovano reperti medievali e rinascimentali come ampi soffitti, antichi balconi e opere pregiate risalenti al quattordicesimo-quindicesimo secolo. Le decorazioni e gli arredi sono tutti frutto di un prezioso lavoro artigianale in cui spiccano alcune opere di Gaetano Pesce. A rendere unico l’hotel è soprattutto il suo innovativo concept di ospitalità a cinque stelle. Palazzo Victoria si pone, infatti, come
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un’elegante piazza all’interno della città, una sorta di agorà volta a favorire l’incontro tra culture diverse. Un ambiente elegante ma anche piacevolmente informale dove tecnologia, storia e cultura si incontrano in un felice connubio. Dal Victoria Lounge e Café – dove degustare fantastici cocktail e vini pregiati – al Borsari 36, raffinato ristorante con Show Kitchen, tutto nell’hotel è pensato per far vivere un’experience multisensiorale a diretto contatto con l’animus loci. In particolare, in cucina, lo Chef Carmine Calò propone il meglio della tradizione locale, prestando gran-
dissima attenzione alla qualità e alla stagionalità delle materie prime. E, con l’arrivo della primavera, il ristorante apre anche all’esterno, nella Piazzetta Borsari 36, una magnifica corte trecentesca contornata da piante di ulivo e tipici alberi Mediterranei dove pranzare, cenare o semplicemente intrattenersi per un aperitivo. A tutto questo si aggiunge infine il nuovo Tigi Salon. Situato nella lobby è una vera e propria oasi di benessere e sostenibilità dove provare gli esclusivi trattamenti TIGI. P.T.
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Villa Quaranta Tommasi Wine Hotel & SPA Nel cuore della Valpolicella classica, a 20 minuti da Verona, una top destination appartenente alla famiglia viticoltrice Tommasi che offre un intrigante mix di antico e moderno e che soddisfa ogni esigenza di soggiorno e di evento
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Villa Quaranta Tommasi Wine Hotel & SPA è un’ampia struttura in una posizione baricentrica eccezionale 20 minuti dal lago di Garda, 20 minuti da Verona, 10 minuti dalla terra dell’Amarone, a un’ora e mezza da Milano o da Venezia. Sviluppata su 20.000 mq, con parco, giardini e più edifici, sia storici che moderni, è di proprietà della famiglia Tommasi, notissimi viticoltori e produttori della Valpolicella Classica che vantano un patrimonio viticolo che si estende, oltre che in Veneto, su più di 500 ettari in quattro regioni d’Italia: in Toscana con podere Casisano a Montalcino e Poggio al Tufo in Maremma; in Puglia a Manduria con Masseria Surani e in Lombardia nell’Oltrepò pavese con Tenuta Caseo e in Basilicata con l’Aglianico del Vulture di Paternoster.
Il connubio tra antico & moderno All’interno delle mura che delimitano il parco vi sono la storica Villa padronale risalente al XVII secolo, la Chiesa di origine romanica all’interno della corte storica che ospita ora il Ristorante Borgo Antico,
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la Cantina in Villa e La Bottega del Gusto che accolgono gli ospiti in una suggestiva e rustica atmosfera per degustare i prodotti del territorio, accompagnati dalla carta dei vini, quasi 1000 etichette, premiata con due calici da Wine Spectator per il 4° anno consecutivo.
Le camere Nella corticella seicentesca, attigua alla Villa padronale, sono inserite gran parte delle camere dell’hotel, mentre, direttamente collegati al corpo centrale, vi sono i moderni edifici con ampia lobby-reception, altre lussuose camere e una tranquilla dependance. Le 79 camere sono arredate in stile classico; dotate di ogni comfort e si distinguono l’una dall’altra per dimensione, colore ed arredo, oltre che per diversa categoria (Deluxe, Tripla, Family Room, Minisuite, Suite e Standard) e dispongono tutte di televisione satellitare, telefono con linea diretta, aria condizionata e riscaldamento autonomi, asciugacapelli, frigobar, bagno privato con doccia (nelle Suite vasca idromassaggio), cassaforte digitale. La copertura Wifi è gratuita anche nelle aree comuni.
Il Centro Congressi ed eventi e la SPA Lo stile classico delle zone storiche dà ancora più risalto alla modernità degli edifici che completano la struttura: il Centro Congressi ed Eventi, composto da 8 sale modulari con capienza fino a 450 posti, attrezzato con le più avanzate tec-
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nologie, è il fiore all’occhiello di Villa Quaranta; il Centro Benessere Terme della Valpolicella, 2500 mq di stile e benessere dove l’acqua termale salsobromoiodica è la protagonista di trattamenti speciali ed esclusivi, offerti in 1000 mq di Piscine Termali Interne e Piscina esterna estiva,225 mq di Area Saune - Thermarium, 520 mq Area Fitness e 500 mq Area Beauty, dove si possono richiedere trattamenti viso e corpo con la linea cosmetica Vinoterapia, eseguita con i vini Valpolicella e Amarone. Inoltre il Centro Medico SPA Clinic offre un’ampia gamma di servizi medici e diagnostici in regime privato, grazie alla collaborazione di medici specialisti di eccellenza, a strumenti di ultima generazione e alla balneoterapia.
Una vasta gamma di esperienze Sorge spontanea una domanda al General Manager Luca Carrara su quale sia il segreto del successo che ha fatto registrare un significativo aumento in termini di fatturato Mice. «Villa Quaranta», risponde Carrara, «propone originali esperienze per team building aziendali, alcune legate al benessere, altre alla cucina gourmet, altre suggerite dalla ricchezza culturale di Verona o alla varietà del territorio circostante vicino alla Valpolicella e al Lago di Garda, grazie a queste, nel 2018 rafforzeremo la richiesta di meeting internazionali».
Benessere attivo La SPA di Villa Quaranta in collaborazione con Base Training Lab propone il “Benessere Attivo” come attività di team building aziendale. Fra le offerte: il Functional Training per solidificare le capacità di leadership, il Mad Body Training per testare i propri limiti, lo Yoga ed il Pilates per imparare ad ascoltare se stessi.
Lo chef seleziona le materie prime personalmente e predilige la filiera corta del km zero. È innamorato dei vini e dei prodotti del territorio, che esalta nella sua cucina.
Un’esperienza per gourmet al Caffè Dante Bistrot Lo storico locale in Piazza dei Signori, di proprietà Tommasi, si propone per i singoli gourmet in una veste moderna, in forma di bistrot con servizio giovane ed efficace, menu attuale che fa di qualità, stagionalità e moderna creatività i suoi segni distintivi. In tutto 90 posti a sedere ed in aggiunta un plateatico esterno estivo sotto alla maestosa Torre Lamberti (www. caffedante.it).
Esperienze culturali legate all’offerta veronese In collaborazione con Veronality, inoltre, vengono proposte anche esperienze leisure, anche solo per due persone, o per gruppi scegliendo da un portfolio di esperienze per conoscere Verona e la Valpolicella a piedi, in Vespa, ecc. L.S.
Chef per un giorno È una delle esperienze di team building che si possono vivere al Ristornate Borgo Antico di Villa Quaranta. Guidati dallo Chef del Borgo Antico Claudio Mazzurega, nativo di Valeggio sul Mincio, si scopriranno ricette della tradizione, basate sui prodotti tipici del territorio veronese. Divisi in gruppi, per i quali il lavoro di squadra è fondamentale, si metteranno le mani in pasta, si degusteranno vini e si assaggeranno tutte le preparazioni. 3 2018
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Aqualux Hotel SPA Suite&Terme Raffinato hotel di Bardolino, progettato e costruito secondo una filosofia architettonica che ha voluto coniugare charme e sostenibilità, certificata da KlimaHotel. Il risultato è un contesto di benessere totale e armonia rigenerante per gli ospiti
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Aqualux Hotel SPA Suite&Terme, quattro stelle Superior, è aperto tutto l’anno. Dal 2014 è diretto da Lara Udovini (foto), presente già dalla fase di progettazione e startup. In questi cinque anni, la direzione ha sviluppato e valorizzato le due anime dell’Hotel: leisure e business. Dal 2015, l’hotel fa parte del brand internazionale
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Worldhotels. Per rispondere alle richieste del mondo business con servizi d’eccellenza, offre l’“Aqualux Congress Center” con 1.200 mq di spazio congressuale, moderno ed efficiente, due sale per riunioni plenarie (rispettivamente per 175 e 120 persone) e tre altre sale di differenti misure, con forme modulabili e caratteristiche che possono essere adattate alle singole situazioni, a seconda delle esigenze e delle richieste (meeting, conferenze, corsi di formazione, presentazioni, esclusivi board meeting). Tutte le sale offrono dotazioni hi-tech, con impianti tecnologici firmati Creston, azienda leader del settore, e con attrezzature di ultima generazione. A queste si aggiungono: l’elegante foyer, perfetto per esposizioni, cocktail, aperitivi e fiori all’occhiello dell’area meeting - la caratteristica cantina di vini /oli selezionati tra i prodotti migliori del Garda e la Cigar Lounge Area, per esclusive degustazioni di sigari e whiskey pregiati. L’Hotel offre stile, design, funzionalità e
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attenzione alla persona: anche nelle proposte dei coffee break non mancano spunti healthy quali tisane, acque detox, prodotti bio e frutta secca, così pure i light lunch creati dallo Chef Simone Gottardello, che punta su materie prime scelte con cura, con una preferenza per quelle di stagione e a km 0.
Gusto e comfort L’Hotel offre due ristoranti: Evo, per chi desideri cenare à la carte, con piatti costruiti con cura e con ingredienti genuini, offerti dal territorio, nel rispetto della stagionalità; e Italian Taste, ristorante dedicato agli ospiti residenti che hanno scelto la formula della mezza pensione. Il menù cambia sette volte all’anno e, nella bella stagione, si può pranzare o cenare anche all’esterno, in giardino. Particolarmente confortevoli sono le camere sono in tutto 125 e comprendono 61 Comfort room, 46 Aqua room, 4 family suite, 8 Garden Suite, 6 Round suite. Arredate elegantemente, pensate per il benessere dell’ospite anche per la climatizzazione, si affacciano quasi tutte sul giardino, una distesa verde dove spiccano le piscine esterne. Wifi e parcheggio sono gratuiti e inclusi nei servizi dell’hotel.
Mens sana in corpore sano È una massima valida sia per gli ospiti “leisure” che per chi deve dare il meglio di sé al lavoro. Si sa, infatti, che chi è più sano e più soddisfatto, dà performances migliori. Per questo Aqualux ha pensato a un’offerta business speciale, il Fit-Pack, che include: • Un’ora di running o di nordic walking
con un personal trainer dalle 7 alle 8 del mattino che consente di energizzare il corpo e ossigenare la mente prima di una riunione impegnativa • Sala meeting (9.00-18.00) attrezzata con videoproiettore, schermo, flipchart, guardaroba • 2 Coffee break, AM e PM • Light lunch a km 0 Costo 53 Euro per persona (per un minimo di 15 persone)
Le proposte di Aqualux per il post congress L’Hotel è il luogo ideale anche per attività di team building, grazie all’ampia proposta di attività originali, per esempio una gara/percorso su strada in collaborazione con Tesla per attività di “Driving School”, active painting, degustazioni sensoriali di vino, cooking o cocktail class, rispettivamente con lo chef Simone Gottardello e con i bartender dello Sparkling Lounge. A completare l’offerta ci sono i 1000 mq dell’area Aqua Welness & Spa, per vivere momenti di relax e ritrovare l’armonia. L.S.
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Hotel Caesius Thermae & Spa Resort Ha compiuto da poco il decimo anno di attività e, come il vino buono che si produce in questa terra, l’hotel di Bardolino, aggiunge colore, sapore e corpo alle sue offerte, annunciando un anno ricco di novità A proposito di acqua... Nel giardino sgorgava la sorgente dell’acqua termale, un tempo imbottigliata, e l’abitudine a questa sana pratica continua ancora oggi, per gli amanti delle virtù minerali dell’acqua che alimenta il centro termale, grazie alle cure idropiniche (acqua da bere con proprietà drenanti e detossinanti) e alla balneoterapia nelle tre vasche termali, al percorso Kneipp, alle docce emozionali, alla vasca di thalassoterapia, alle inalazioni, ai fanghi e ai circuiti di saune.
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Il Resort vanta una posizione fantastica. Si trova, infatti, sulla famosa “Gardesana orientale”, a Cisano, toponimo di origine latina, probabile nome di persona Caesius o Cisius, che si ritrova anche in altre province, abitate dagli antichi romani. Appena si esce dalla struttura, attraversando la strada, ci si trova sul romantico lungolago e, in pochi minuti di passeggiata tonificante o in bicicletta, quest’ultima messa a disposizione dall’Hotel, si raggiunge Bardolino uno dei luoghi di villeggiatura del Lago di Garda più amati.
La struttura a misura di ospite L’Hotel Caesius Thermae & Spa Resort è costituito da cinque padiglioni, per un totale di 40mila metri quadrati, che si affacciano verso il lago e l’eden azzurro e verde dell’Hotel. Dall’esterno, non si può capire quanto il giardino sia verde e fiorito, impreziosito da piscine per adulti e bambini. La continua spinta verso l’eccellenza, accompagnata da un’accurata ricerca nei campi della salute e del benessere, ha premiato l’Hotel Caesius, rendendolo una location di riferimento per tutti coloro che desiderano soggiornare in un’oasi di tranquillità, dove rigenerare corpo e mente.
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I programmi di Evelina Flachi e il Centro di medicina ayurveda Per una perfetta remise en forme, Hotel Caesius, in collaborazione con la nutrizionista Evelina Flachi, offre programmi detossinanti e snellenti, ideati su misura a seconda delle esigenze. A seguito di un’accurata visita medica verrà identificato un percorso di corretta nutrizione con dieta fisiologica personalizzata, affiancata a trattamenti specializzati. Fiore all’occhiello della struttura, il Centro di medician ayurveda è perfettamente attrezzato e in grado di offrire all’ospite un’ampia gamma di servizi di provata efficacia che uniscono la tradizione della più antica medicina indiana alle tecniche di massaggio più moderne. L’ospite viene accompagnato durante l’esperienza ayur-
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vedica dai consigli e dalle prescrizioni del dott. Silvano Pomari e del suo team. Un’esperienza che non si conclude tra le cabine del centro, ma che continua a tavola, dove è possibile assaporare menù ayurvedici mirati a ristabilire l’equilibrio di corpo e mente, in base al proprio dosha. Il Centro Benessere Termale permette anche di prenotare visite con lo specialista medico estetico dott. Merlin, che, con un team di esperti del viso, guidati dalla visagista Sabina Bonvissuto, renderanno completo il percorso.
Sane e golose news dalla cucina Il profumo della tradizione e l’attaccamento al territorio si percepisce anche in cucina, dove lo Chef Salandini e la sua brigade de cuisine prediligono l’utilizzo di prodotti stagionali, biologici e a km zero per garantire la massima qualità al giusto valore. Il piacere della buona cucina all’Hotel Caesius inizia sin dal mattino con La Boutique del Gusto organizzata in un’area totalmente riqualificata. L’offerta esaudisce ogni desiderio per un giusto risveglio: 13 tipi di cereali, brioches, krapfen, torte, crostate, plumcakes e pan dolce sfornati quotidianamente dalla pasticceria interna. Pane di ogni tipo, dall’integrale al pane bianco, frutta fresca, yogurt da bere e biologici, un’importante varietà di infusi in filtro e in foglie e succhi di frutta serviti in bottiglie di vetro. Gli ospiti hanno la possibilità di cimentarsi nella creazione della propria centrifuga, combinando a piacere i vari prodotti presentati
a vista. Uno Chef è a disposizione tutte le mattine per la preparazione di crepes dolci e salate. Un tocco di italianità è dato dall’Angolo della moca dove assaporare il gusto vero del caffè italiano. Il Caesius ha un’attenzione particolare per i suoi ospiti più piccoli con l’Angolo dei bambini, che propone un gran numero di prodotti a loro dedicati, dai cereali più conosciuti alla fontana di cioccolato, dalle confezioni di latte monoporzione ai succhi formato mini. La ristorazione si è reinventata anche per quanto riguarda la sua offerta serale con l’introduzione della Grand Carte che ha ampliato enormemente la scelta dei piatti. Questa nuova formula, che sta riscontrando un ampio consenso, prevede 6 antipasti, 7 primi, 10 secondi di cui 5 di carne e 5 di pesce e un ricercato buffet di dolci che variano quotidianamente. Gli ospiti hanno anche la possibilità di fare un’esperienza di cucina ayurvedica, provando il menù giornaliero specifico o di riscoprire la tradizione veneta, grazie a un menù basato su ricette tradizionali preparate dalle mani esperte degli chef.
Il Centro Congressi La struttura con le sue accoglienti 185 camere costantemente rinnovate, è adatta ad ospitare sia il turista leisure che il target congressuale. Il multifunzionale Centro Congressi, composto da 6 sale modulari di cui la plenaria a 300 posti attrae da anni aziende nazionali e internazionali per l’organizzazione dei propri eventi. L’alta qualità dei servizi e degli ambienti della struttura fanno trasparire la passione, l’esperienza e l’attenzione quotidiana che tutto lo staff impiega nel suo lavoro. Questo è senza dubbio il valore aggiunto dell’Hotel Caesius Thermae & SPA Resort. Luciana Sidari 3 2018
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Hotel Du Lac et Du Parc Grand Resort Il resort annuncia grandi novità, tra l’apertura di una nuova sala congressi e il restyling delle camere. Per un’ospitalità Mice&Bleisure ancora più intrigante e completa
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I primi mesi del 2018 registrano una ventata di novità. La Proprietà ha deciso infatti di completare il rinnovamento del Du Lac et Du Parc – iniziato con il restyling dell’ingresso, della hall, della zona bar e del Ristorante e la realizzazione di una piscina coperta nel parco – con la costruzione della nuova Sala Congressi, il rifacimento della facciata sud dell’hotel e la completa ristrutturazione delle camere al 6° piano dell’edificio principale: le nuove “deluxe vista lago” sono arredate mo-
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dernamente, con colori che ricordano le sfumature del lago, pavimenti in legno di noce, con accoglienti bagni, nei quali gli ospiti troveranno una nuova, esclusiva linea cortesia firmata Philip Martin’s. La nuova sala meeting, arredata in stile contemporaneo, ha una capienza di 240 posti a platea ed è equipaggiata con le più moderne attrezzature tecniche, fra cui un grande schermo 4 x 3 m. ed un videoproiettore Epson 5500 lumen fullHD. La sala potrà essere utilizzata inoltre per ricevimenti, cene e spettacoli. Per presentazioni che richiedano allestimenti con attrezzature particolari – come ad esempio esposizioni di autovetture – è sempre disponibile l’altra sala congressi, che si affaccia sul grande parco del resort. L’investimento della Proprietà nei nuovi spazi congressuali nasce con l’obiettivo di riqualificare l’offerta rivolta al settore Mice e di prolungare la stagione in primavera e in autunno, rafforzando così ulteriormente la partnership con il Centro Congressi di Riva del Garda, attivo tutto l’anno.
FOCUS TRA IL VERDE DI VERONA E L’AZZURRO DEL LAGO
Gli ampi spazi del Resort I numeri parlano chiaro. La notevole ricettività (153 camere, 67 suites, 34 cottages, garages e posti auto per oltre 250 vetture) permette di accogliere meeting di dimensioni ridotte o soggiorni incentive anche durante l’estate, poiché l’ospite leisure non viene in alcun modo disturbato, non c’è quindi alcuna preclusione ad organizzare eventi aziendali, congressi e incentive nei mesi estivi. Naturalmente i momenti migliori per i meeting sono tra aprile e giugno e nella stagione autunnale, quando il manto verde del parco si accende di foglie dai mille colori per il foliage.
I servizi conviviali a corollario I coffee break possono essere organizzati nel patio adiacente o nella nuova Sala Glicine che si affaccia sul patio o sul terrazzo del Molo44 Lounge Bar & Bistrot. I pranzi di lavoro, gli aperitivi e le cene possono avere luogo al Ristorante “Aria” e nella Veranda, perfetta in particolare per gala dinner. Questi ultimi, all’occorrenza, possono essere organizzati anche nella Sala Rosa, vicino alla nuova sala meeting. Ai partecipanti di meeting e incentive vengono proposti anche simpatici e gustosi barbecue alla Capannina, il ristorante del parco aperto nella bella stagione. Le iniziative post congress sono numerose e varie, grazie alle opportunità che il territorio offre: si va dalle escursioni sul lago con motoscafo privato o con imbarcazioni a vela (goletta due alberi “Siora
Veronica”), a diverse attività sportive, acquatiche (windsurf, vela, catamarano, kayak, stand-up-paddle, canyoning) e di terra (mountain bike, arrampicata, trekking, nordic walking), tutte organizzabili dal Multisport center Sailing DuLac; non mancano nemmeno le proposte culturali come la visita al MAG (Museo Alto Garda), al MART (museo di arte contemporanea di Rovereto), al MUSE (Museo delle Scienze di Trento), alla casa-museo di D’Annunzio (Il Vittoriale di Gardone Riviera). Si possono poi organizzare visite alle Centrali Idroelettriche, la più interessante delle quali è la Centrale di Riva del Garda, recentemente aperta al pubblico.
Le degustazioni Sempre molto richieste le visite alle cantine, tutte molto ben attrezzate per ricevere in modo adeguato gli ospiti. Poiché anche l’olio extravergine d’oliva è un prodotto d’eccellenza del territorio, i frantoi più importanti propongono anche la degustazione dell’olio. Lo staff dell’hotel è a disposizione per organizzare visite guidate con degustazioni. Chi cerca il relax, può scegliere tra il centro benessere e il parco di 7 ettari che lo circonda. L.S.
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Riva del Garda Fierecongressi
e il progetto Digital Meeting Marketing Il Centro Congressi di Riva del Garda è uno spazio per eventi che amplifica la visibilità e la comunicazione dell’evento che prende luogo al suo interno attraverso innovativi servizi di comunicazione digitale
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Con l’Event Social Manager (social media manager che organizza e gestisce un evento in diretta sul web) e la creazione di un percorso formativo personalizzato per PCO e società medico scientifiche, come il Digital Meeting Marketing, il contenitore diventa volano di contenuti.
Digital Meeting Marketing
Il progetto #DiMeeMa (acronimo di Digital Meeting Marketing) è nato nel 2015 dall’incontro di tre professionisti: Ga-
briella Gentile esperta di marketing congressuale e di organizzazione eventi, Antonio Maresca consulente di marketing digitale per il turismo e Alessandra Albarelli, Congress Manager di Riva del Garda Fierecongressi, che con le sue conoscenze trasversali in organizzazione, comunicazione, marketing e digitale ha costituito il trait d’union di questo team. Analizzando le fasi del processo di comunicazione di un evento, e comparando la comunicazione tradizionale a quella digitale, i coach si sono resi conto che nel mondo dei congressi associativi medicoscientifici l’applicazione del digitale è ancora molto bassa e quindi potenzialmente ricca di nuove opportunità da esplorare.
I social per informare meglio e di più Per massimizzare l’efficacia non solo nella fase di preparazione ma anche durante lo svolgimento dell’evento, momento in cui le risorse sono impegnate nell’operativo, è stata inserita la figura dell’Event So-
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MATTIA BONAVIDA
FOCUS TRA IL VERDE DI VERONA E L’AZZURRO DEL LAGO
cial Manager, assistente specializzato nel digitale capace di amplificare sui social la visibilità degli eventi, fiere e congressi allo scopo di diffondere informazioni, interagire con la community, stimolare curiosità, interesse, partecipazione e prolungare nel tempo gli effetti dell’evento stesso, attraverso i canali del marketing digitale.
Un progetto che ha già iniziato a dare frutti Sono state proprio le agenzie che hanno partecipato al percorso formativo proposto da Riva del Garda Fierecongressi, a raccogliere i primi frutti, creando nuove opportunità commerciali da proporre agli sponsor degli eventi, generando nuovi servizi e un tipo di comunicazione innovativa che ha implementato il network di relazioni post evento. Ma i risultati positivi sono anche di tipo sociale, perché sono stati formati oltre 150 giovani Event Social Manager, molti dei quali hanno trasformato l’occasionalità della professione in una attività full time per il settore.
ne, per far conoscere e aumentare l’attrattività di Riva del Garda come location per eventi Mice.
La qualità della destinazione certificata dalla rete tra imprese Riva del Garda Fierecongressi insieme a Garda Trentino è inoltre il fondatore del Club di prodotto Riva del Garda Mice, nato per promuovere il turismo congressuale nella destinazione. Conta 22 hotel aderenti, per un totale di circa 1.200 camere situate walking distance dalle tre strutture congressuali del Club: il Centro Congressi di Riva del Garda (plenaria da 900 posti e ulteriori 6 sale meeting modulabili fino a 14 sale breakout e 2 aree polivalenti per un totale di 4.700 mq); Astoria Park Hotel con la sala plenaria che può ospitare fino a 300 persone e divisibile in 2, 3 o 4 sale modulari da 40 a 130 posti; e il Du Lac e Du Parc Grand Resort con una plenaria da 250 posti modulabile fino a tre sale, e ulteriori 4 sale da 20 a 150 posti. L.S.
Innovazione nei servizi In occasione della XI Convention Federcongressi&Eventi 2018, Riva del Garda Fierecongressi ha candidato il progetto DiMeeMa agli FCE Awards, riconoscimento che premia creatività e innovazione applicata a prodotti e servizi della meeting industry. La giuria ha riconosciuto che il progetto unisce formazione, marketing e qualità ai servizi del Centro Congressi di Riva del Garda attraverso un format originale che ha trovato l’interesse di tanti PCO e Provider; inoltre la formazione è divenuta marketing della destinazio3 2018
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Hotel Parchi del Garda UNICA SOLUZIONE
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Hotel Parchi del Garda • Congress Centre Lago di Garda Lazise, Verona • Italy Tel. +39 045 6499640 congress@hpdg.it www.hotelparchidelgarda.it
FOCUS LUGANO
Lugano e la sua Regione
La Svizzera che non ti aspetti COPYRIGHT LAC 2015 FOTO STUDIO PAGI
COPYRIGHT ENTE TURISTICO DEL LUGANESE
Cultura, storia, arte, natura e buon cibo rappresentano le tante sfaccettature di una destinazione ricca di luoghi da scoprire
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Non solo lago. Non solo montagna. Non solo caffè storici o locali in cui provare i piatti della tradizione. Non solo grandi aree verdi o ville antiche. O meglio, tutto questo ma anche molto di più, in un’area, come quella di Lugano e della regione circostante, che permette di scoprire un altro modo di vedere e sperimentare la Svizzera, ricco di sorprese.
Focus sul gusto Quest’anno tocca a Lugano rappresentare la capofila dell’eccellenza vinicola e gastronomica svizzera. La città è stata infatti designata Città del gusto 2018 e ospiterà a settembre un fitto calendario di iniziative per promuoverne la cucina. Ma non è necessario aspettare l’autunno per andare alla scoperta dei sapori locali, basati su piatti sem-
plici ma ricchi di gusto, tipici della tradizione contadina e di alpeggio, dalla trippa al risotto, dalle carni arrosto ai formaggi con pane bigio, da accompagnare con il Merlot, il vino per eccellenza della regione ticinese. Questi piatti, rivisitati con creatività o strettamente aderenti la tradizione e gustati nel grotto, una vera istituzione locale, si possono sperimentare tutto l’anno nei migliori ristoranti della regione. Sono state anche pensate alcune attività dedicate ai gruppi, incluso il tour cruise and cook, con esplorazione del lago Ceresio e preparazione di un tipico risotto in un grotto, e il food and wine tour, con visita a piedi della città e degustazioni studiate ad hoc. Anche la regione di Lugano offre svariate opportunità per chi vuole scoprire una cucina poco conosciuta. Per esem-
LE NOVITÀ PER IL 2018
pio, la fattoria Moncucchetto, che domina su una tenuta di 6,5 ettari da cui si ricava una selezionatissima produzione di 30 bottiglie, organizza wine tasting, corsi di cucina, banchetti e ricevimenti con i piatti curati dello Chef Andrea Muggiano, appassionato di prodotti locali e ingredienti stagionali.
Nuove attività tra natura e cultura Destinazione ricca di possibilità per viaggi leisure, soggiorni business o per l’organizzazione di eventi e incontri di qualsiasi tipo e dimensione, Lugano e la sua regione offrono non solo spazi e servizi, ma anche molteplici attività tra cui scegliere. Tra le novità si distingue la visita in realtà aumentata della Villa Ciani, il palazzo storico simbolo della città, che permette di “vedere e sentire” l’edificio come si presentava nel passato. Agli amanti delle attività outdoor, invece, sono dedicati oltre 370 km di percorsi in mountain bike, ben segnalati e perfettamente mantenuti, all’interno di scenari mozzafiato e facilmente accessibili anche dai centri urbani. Giulia Gagliardi COPYRIGHT DAVIDE ADAMOLI
Con il nuovo anno il brand territoriale si rinnova per puntare con ancora maggiore forza su due capisaldi: la varietà di proposte e luoghi che compongono questa destinazione e l’integrazione stretta tra la città e la regione circostante. Oltre al Palazzo dei Congressi con sala anfiteatro da 1.130 persone per gli eventi business, ci sono infatti diverse altre venues destinate agli eventi a Lugano e dintorni, come il LAC, il centro culturale, che dispone di diverse sale multifunzionali, mentre per banchetti e ricevimenti di nozze è da segnalare Villa Heleneum. meeting.luganoregion.com 3 2018
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FOCUS LUGANO
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Swiss Diamond Hotel Conosciuto per l’accuratezza del servizio, questo raffinato hotel rappresenta l’emblema dell’ospitalità elvetica a 5 stelle ed è al centro di uno scenario unico, quello del lago di Lugano
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Immerso in uno splendido scenario montuoso, l’Hotel Swiss Diamond è circondato da un panorama unico e indimenticabile dove la maestosità delle Alpi si unisce al romanticismo delle acque del Lago di Lugano. Questa struttura è rinomata per l’accuratezza del servizio offerto ed è adatta a soddisfare le esigenze di una clientela internazionale che apprezza il valore dell’ospitalità elvetica a cinque stelle. Situato in uno dei tratti più suggestivi del Lago di Lugano, nel piccolo borgo lacustre di Vico Morcote, a 20 minuti dal centro di Lugano, il Swiss Diamond è sicuramente la base ideale per chi voglia andare alla scoperta delle più celebri località del Canton Ticino, tra paesaggi mozzafiato e acque cristalline. E, per chi ama, la mondanità, Lugano, con la sua atmosfera cosmopolita, i suoi musei, il suo lussureggiante lungolago, e il Casinò, offre tantissime distrazioni per una vacanza all’insegna della cultura, del divertimento e dello shopping.
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Leisure e Benessere L’ospite che sceglie il Swiss Diamond Hotel si ritroverà in un luogo senza tempo nel quale potrà apprezzare i piaceri dell’alta cucina gourmet di ispirazione mediterranea, grazie alle diverse proposte offerte dai tre ristoranti e dall’elegante bar, uniti ad una vasta scelta di camere e suite adatte alle più disparate esigenze e a un servizio puntuale ed impeccabile. Le camere e suite in dotazione sono complessivamente 86, con affaccio sul lago o sul lussureggiante giardino dell’hotel. La versatilità degli spazi rende il Swiss Diamond Hotel location ideale per soggiorni leisure, nonché per eventi privati o di lavoro. Tutta una serie di servizi aggiuntivi è pensata sia per chi desidera una vacanza o un breve soggiorno dedicati al benessere, grazie agli eccellenti trattamenti proposti dalla Diamond SPA e dal Venus Wellness Center – quest’ultimo con piscina interna, piscina esterna, saune e bagno vapore – sia per chi desi-
FOCUS LUGANO
dera una location speciale per eventi aziendali, meeting incentive, o per festeggiare ricorrenze particolari come anniversari e matrimoni. Inoltre, la presenza di sei pontili per l’attracco privato di motoscafi e battelli trasforma l’hotel in punto di partenza ideale per meravigliose escursioni lacustri.
Eventi esclusivi Per eventi privati, come banchetti di nozze, cene danzanti, feste, sfilate di moda, concerti, cocktails, l’hotel può accogliere fino a 200 invitati nel suo meraviglioso terrazzo con vista lago, situato al sesto piano, dove si trova anche il ristorante gourmet Panorama. Esclusivissimo anche il ristorante Lago, raggiungibile, per un pranzo o una cena “pieds dans l’eau». Mentre, nel raffinato ambiente del ristorante Des Artistes, l’hotel propone quotidianamente stuzzicanti show cooking oltre a un ricco buffet per la prima colazione, che alla domenica si apre al rito del brunch con proposte anche alla “Lampada”. Il Bar-brasserie Orient, invece, intrattiene tutte le sere i suoi ospiti con musica dal vivo e con pregiate selezioni di cocktails, distillati e whisky, con possibilità di cenare fino a tardi. Per i meeting, infine, sono a disposizione degli ospiti varie sale, di cui alcune anche con vetrate panoramiche con vista lago, per riunioni da 15 fino a 100 partecipanti.
mente raggiungibile in aereo, in automobile e in treno. L’aeroporto internazionale di Milano Malpensa dista poco più di 30 minuti d’auto mentre l’aeroporto locale di Lugano-Agno è collegato con i principali scali svizzeri. L’hotel offre ai suoi ospiti il servizio di navetta gratuito per il centro e la stazione di Lugano, per l’aeroporto di Agno e per Melide dove sorge il famoso parco della Swiss Miniature. Lugano, capoluogo cantonale, è una città che tutto l’anno ospita festival musicali e artistici, offrendo tantissime opportunità legate allo shopping, alla gastronomia e all’intrattenimento. Al tempo stesso, Morcote, premiata nel 2017, come prima destinazione turistica della Svizzera, ha saputo conservare intatta l’atmosfera di antico villaggio di pescatori, in modo che l’ospite possa godere anche di un’atmosfera più appartata rispetto alla mondanità cittadina, che resta comunque raggiungibile a piedi, percorrendo la promenade del lungolago, con i suoi caffè e i tipici “grotti” affacciati sulla riva del Ceresio e i suoi graziosi giardini. Silvia Fissore
Collegamenti internazionali Lo Swiss Diamond Hotel, vanta una posizione decisamente strategica. Situato sul principale asse di collegamento tra il nord e il sud d’Europa, infatti, è comoda3 2018
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Cresce la voglia di benessere. A casa come in viaggio c’è sempre più bisogno di prendersi cura del proprio corpo e della propria mente, forse per compensare i ritmi frenetici e, a volte, alienanti, della vita di tutti i giorni e del lavoro, o forse anche per una maggior coscienza di sé e desiderio di concentrarsi sul proprio equilibrio
✒Aura Marcelli
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Se nel 2017 era una persona su dieci a pensare di fare un viaggio all’insegna della salute e del benessere, per il 2018 il dato è raddoppiato, stando a una recente ricerca di Booking.com, e la tendenza wellness promette di condizionare le scelte di moltissimi viaggiatori. Ognuno, naturalmente, intende il benessere alla propria maniera. C’è chi per sentirsi bene e scaricare le tensioni accumulate deve immergersi nella natura, chi vuole affidarsi nelle mani di specialisti, chi ha bisogno di circondarsi di bellezza ed equilibrio e chi vuole semplicemente ritrovare il sorriso e
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la tranquillità. Qualunque sia il proprio concetto di benessere, ecco i principali trend di viaggi e vacanze che mettono il wellness al centro dell’offerta.
A piedi È in assoluto la moda del momento, un ritorno alla tradizione del pellegrinaggio, inteso però laicamente, come percorso di ricerca del benessere interiore e dell’equilibrio psicofisico. Ma è anche un modo slow e perfetto per entrare in contatto con la natura e il paesaggio, riscoprendone ritmi e dimensioni più a misura d’uo-
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BARBARA AINIS
BARBARA AINIS
Sentirsi bene è uno degli obiettivi principali della vacanza 2018. Camminare nella natura è vissuto come il modo migliore per raggiungere il benessere
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In viaggio si possono abbandonare o sospendere le cattive abitudini. Quest'anno la vacanza detox dice addio agli zuccheri e al telefonino
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mo. Il 55% degli intervistati nell’indagine di Booking.com si è detto interessato a escursioni e camminate. Ma al di là della pur meravigliosa esperienza di un trekking più o meno impegnativo, camminare oggi può voler dire molto di più. La tecnica del cammino lento si sta diffondendo
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velocemente e si compone di volta in volta di diversi elementi – il contatto con la natura, il ritorno all’osservazione e all’orientamento senza GPS, la meditazione in cammino – che la rendono una scelta sempre più interessante e condivisa. In Italia è molto attiva l’Associazione Cul-
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gestione migliore e maggiori energie a disposizione, con attività rilassanti, come massaggi, meditazione e agopuntura, e con programmi specifici per spegnere lo smartphone e riscoprire il contatto con noi stessi. Per prepararsi alle rinunce di dolci e bibite con la giusta dose di convinzione è appena stato pubblicato in italiano il libro: “Sugar Detox” del team di esperti Kurt Mosetter, Wolfang Simon, Thorsten Probost e Anna Cavelius, edito da red!. Per saperne di più sulle vacanze digital detox il guru italiano è Alessio Carciofi, creatore della metodologia Digital Felix (www.digitaldetox.it).
A tutto medical
turale Il Movimento Lento (www.movimentolento.it), che da anni promuove lo “slow travel” come stile di vita.
Detox Negli anni Ottanta il nemico numero uno erano i grassi. Negli anni Novanta e all’inizio del nuovo millennio si dichiarava guerra ai carboidrati. Oggi la tendenza detox si rivolge agli zuccheri e alla tecnologia. Utili entrambi nella giusta dose, rischiano di intossicare corpo e mente nei casi, frequenti, di eccesso. Ecco, allora, che, da un capo all’altro del mondo, proprio la vacanza diventa l’occasione per dire basta, per un periodo di tempo limitato e sopportabile, a queste due tentazioni. Ma come per ogni abitudine o dipendenza, la sola volontà spesso non è sufficiente a sostenere una scelta di disintossicazione. Spa e wellness resort allora propongono programmi per aiutare gli ospiti in questa pausa depurativa dalle calorie o dalle onde elettromagnetiche, con diete su misura, che promettono in pochi giorni di restituire una pelle più bella, una di-
Un numero sempre più importante di viaggiatori ha scoperto l’utilità di unire la vacanza e il piacere di un ambiente elegante e accogliente, alle necessità di prendersi cura di specifiche situazioni o patologie.Il turismo medicale è una realtà sempre più diffusa, a partire dal mondo anglosassone, mossa dall’opportunità di risparmio sulle terapie o dall’eccellenza professionale e di accoglienza di alcuni hotel medicali e medical spa. Dall’odontoiatria alla perdita di peso, fino alla cura patologie più serie, sono molte le motivazioni che portano a viaggiare alla ricerca di un luogo piacevole dove affrontare problemi di salute. In alcuni casi, non si tratta solo di una scelta esclusiva ed elitaria di cura, ma dell’unica opportunità per una famiglia colpita da gravi difficoltà di vivere un momento di normalità e serenità, di fare una vacanza, insomma, come
Riabilitazioni e cure mediche si possono svolgere nell'ambiente piacevole, accogliente e inclusivo di un medical hotel o di una medical Spa. Nella foto, l’Ermitage Medical Hotel, di Abano Terme
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La felicità si può cercare e coltivare. Anche in vacanza
tutte le altre famiglie. A questo scopo è nata “Il sogno di Eleonora” (www.ilsognodieleonora.it) un’associazione fondata da Marco Maggia, proprietario dell’Ermitage Medical Hotel di Abano Terme, un hotel unico nel suo genere in Italia per attrezzature ed equipe medica, ma anche papà di Eleonora, una bimba vissuta solo 52 giorni, a causa di una malattia genetica rara (l’Atrofia Muscolare Spinale). In memoria della piccola Eleonora, la famiglia ha dato vita, tra l’altro, a un progetto grazie al quale bambini e ragazzi affetti da gravi patologie di tipo genetico, insieme alle loro famiglie, possono vivere una piacevole vacanza in un ambiente sicuro, protetto, ma non ospedalizzato.La camera 21 dell’hotel, una suite ad alta accessibilità, è offerta a titolo completamente gratuito dall’Ermitage in ogni periodo dell’anno: qui gli ospiti si possono sentire accolti e non discriminati e, secondo le condizioni psicofisiche di ciascuno, possono usufruire anche dei servizi di riabilitazione, medicina fisica e termale dell’albergo.
Happy Holiday Sono le esperienze a farci felici, non le cose in sé. O forse andando ancora più in là, è la capacità di risvegliare la felicità dentro noi stessi a procurarci quelle sensazioni di benessere profondo legate alla produzione della serotonina. La buona notizia è che la vacanza può essere il mo-
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mento migliore per coltivare la felicità. Non solo quando si sceglie una destinazione esclusiva e meravigliosa, ma anche e soprattutto quando si decide di sperimentare attività pensate specificatamente per stimolare e favorire la produzione dell’ormone della felicità: dallo yoga della
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risata agli smile-asana, fino alla inner-smile meditation. Sono diversi anche in Italia gli hotel, le spiagge, gli agriturismo e le città dove si organizzano “ridenti” sessioni per stimolare il nostro corpo a produrre felicità. Merito anche della popolarità acquisita dal tema grazie alle originali performance di Terenzio Traisci, comico, psicologo del lavoro e trainer, che insegna, via social e durante eventi, aziendali e non, gli esercizi che ci garantiscono sane e ristoratrici risate, grazie alla sua Ingegneria del Buonumore.
Sogni d’oro La privazione del sonno è causa diretta di molteplici patologie fisiche e psichiche, dallo stress cronico all’abbassamento delle difese del sistema immunitario, dall’aumento di peso alla depressione. Ritmi di vita frenetici e problemi quotidiani influiscono pesantemente sulla qualità e la durata del nostro sonno. E, purtroppo, non sempre le vacanze portano rimedio, anzi può capitare che il viaggio, il fuso orario diverso o le mutate abitudini influiscano negativamente sul riposo. Sempre più spesso, dunque, la necessità di benessere coincide con quella di recuperare un son-
no ristoratore. E non bastano tisane rilassanti per risolvere un problema a volte davvero invalidante. Ecco allora che hotel e Spa propongono programmi specifici ed efficaci, finalizzati a migliorare la qualità del nostro prezioso riposo. In queste vere e proprie Sleeping Farm si insegnano tecniche ed esercizi di rilassamento (da portare come patrimonio di conoscenza anche a casa), si svolgono incontri individuali per evidenziare le caratteristiche del problema, si offrono arredamenti ed essenze capaci di stimolare il relax e si garantisce la qualità migliore dei materassi e una vasta scelta di cuscini per tutte le esigenze e i gusti.
La buona salute passa dal buon riposo. Hotel e Spa propongono pacchetti specifici per recuperare un sonno ristoratore, come nell’Hotel Aqua Dome di Längenfeld, in Austria
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Più sprint
con il me time! Pigrizia e vizi a tavola ci hanno fatto compagnia nei mesi freddi? La sfida è riconquistare un corretto equilibrio pisco-fisico a colpi di wellness per affrontare gli impegni professionali della seconda parte dell’anno e non farsi trovare impreparati all’appuntamento con l’estate
✒Simona Lovati
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Lo stare bene è un connubio di diversi fattori. In prima linea, sentirsi bene con se stessi. Nella foto: una cabina della Vair Spa di Borgo Egnazia
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Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi. Niente di più vero. Specie per l’event manager, che per “contratto” deve essere sempre più smart sia sul piano mentale sia su quello fisico, per tenere testa a repentini cambi di jet leg e fitte schedule che il ruolo gli impone. Ma come ricaricare le batterie tra uno scalo e l’altro o tra i giri di valzer di convention e presentazioni? Secondo gli utenti di Pinterest, piattaforma social made in USA per condividere immagini e video, i trend che si profilano per i prossimi mesi del 2018 sono per la maggior parte a vantaggio di un approccio globale e olistico al benessere, dal fitness ai rituali wellness. Parola d’ordine: stimolare i canali energetici del corpo e rasserenare lo spirito.
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Moving on! Vincono i training che puntano sul potenziamento muscolare, ma non fine a se stesso. L’obiettivo da raggiungere è rafforzare la struttura ossea e bilanciare la postura, per evitare mal di schiena e dolori alle articolazioni. Massima importanza anche per la fase che precede l’attività fisica e quella che la conclude con esercizi di stretching, per ottimizzare i risultati. Tra le discipline più apprezzate, lo yoga si riconferma sul podio con una novità. Accanto al tappetino, l’oggetto di culto per quest’anno è la ruota, una sorta di hula hop ma molto più piccolo, ideale per distendere e potenziare spalle, schiena, addome e fianchi. Anche il tai chi si aggiudica un posto d’onore, un’attività che come lo yoga si concentra sulla respirazione, apportando benefici anche sul piano della concentrazione. Ma il vero lusso è il cosiddetto “me time”, ovvero il bisogno di
FOCUS BENESSERE
prendersi una pausa da tutto e da tutti, non necessariamente lontani da casa o dal luogo di lavoro. L’importante è riuscire a concentrarsi su se stessi e ritrovare un po’ di pace interiore.
Girovagando È ormai dimostrato come la Spa sia uno degli atout preferenziali nella scelta della location MICE. Da Nord a Sud dello Stivale (ma anche oltre confine) non mancano proposte brand-new per rilassarsi e rigenerarsi, senza trascurare il lato beauty. • Si chiama Body Active Massage, il nuovo concept firmato Comfort Zone (da provare per esempio al Club 10 Fitness & Beauty Center dell’hotel Principe di Savoia a Milano), un trattamento remineralizzante, rimodellante e tonificante, che si avvale di una speciale maschera corpo a base di placton e argilla gialla del Brasile e del wood mas-
sager roller, un bastone in legno con il quale l’operatore esegue manualità ispirate al tuina (una tecnica orientale). Obiettivo: favorire lo snellimento e stimolare un’azione lipolitica localizzata. www.comfortzone.it • La Vair Spa di Borgo Egnazia a Sevelletri di Fasano (BR) ha studiato la mise en place di tre nuovi “ritiri”, chiamati Tarant, Iyengar yoga e Furé. Il primo è dedicato all’universo femminile e consiste in un mix di danze, trattamenti Spa, musiche e piatti del territorio ispirati al rito del tarantismo pugliese. Il secondo retreat punta a disintossicarsi e a purificarsi grazie a yoga e a un rituale studiato ad hoc. Il terzo è stato pensato per quanti desiderano liberare la mente e ritrovare la forma perfetta, tramite attività en plein air e una dieta su misura. www.borgoegnazia.it • Le terme dell’Aqua Dome, nei pressi di
Il bagno turco è il preludio a molti rituali, perché consente di aprire i pori della cute e renderla così più ricettiva. Nella foto: le terme dell’Aqua Dome
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Innsbruck, propongono due new entry. La prima sono i lettini rivestiti con lana di pecora, aromatizzati con una miscela a tutto relax a base di legno di cirmolo e rododendro, sul quale viene praticato un massaggio con batuffoli di lana. La lanolina favorisce la corretta circolazione e riattiva il metabolismo. La seconda è il massaggio per il riequilibrio energetico del corpo, che attenua le tensioni muscolari e rilancia il flusso energetico. Comprende anche un peeling con ingredienti 100% naturali e una maschera drenante per il viso. www.aqua-dome.at • Per festeggiare l’anno cinese del cane, le Spa del Mandarin Oriental invitano a scoprire il programma Year of the Earth Dog Experience, ispirato alla posizione del nostro amico a quattro zampe che guarda verso il basso. Il trattamento utilizza i potenti effetti del Flourish Oil, un mix di citronella, cardamomo e coriandolo, in associazione a pietre calde curative e a un massaggio addominale lenitivo, per rilasciare lo stress e ravvivare la mente. A conclusione verrà offerto un tè alla prugna e un tradizionale lai see cinese, il fortunato pacchetto rosso dove in regalo il cliente troverà un altro trattamento Spa da provare nel 2018. www.mandarinoriental.it Sopra, iI massaggi aiutano a rassodare i tessuti e sono anche un valido alleato per allentare la tensione in caso di stress. Nella foto: una manovra del Body Active Massage. Qui a fianco, l’anno cinese del cane favorisce nuove azioni, pianificazioni ed energia mirata al raggiungimento del successo. Nella foto: il soin delle Spa del Mandarin Oriental
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FOCUS BENESSERE
Lo yoga è ancora mantiene la pole position: distende la muscolatura, migliora la postura e dà una mano alla concentrazione. Nella foto: una lezione yoga a Borgo Egnazia
PROPOSTA MICRO PER RISULTATI MACRO Negli ultimi anni la medicina estetica ha cercato soluzioni sempre più soft e mini invasive, per permettere a donne e uomini di piacersi senza alterare lineamenti e volumi del viso e ritornare nell’immediato alla propria quotidianità. Un elemento essenziale per chi per professione è sempre a contatto con il pubblico e deve seguire una rigida agenda giornaliera. ALTA PRECISIONE L’ultima frontiera sono gli ultrasuoni micro-focalizzati (high intensity focused ultrasould), un metodo ideale dopo i 45 anni. «L’energia degli ultrasuoni può essere veicolata in profondità nei tessuti cutanei», spiega la dottoressa Michela Galimberti (foto), medico e chirurgo estetico e direttore sanitario Iclid (Istituto di chirurgia e laser-chirurgia in dermatologia a Milano), «a nove millimetri di profondità sono efficaci nella riduzione non chirurgica del pannicolo adiposo, a 4,5 millimetri producono una serie di punti di denaturazione termica del muscolo con un effetto lifting, mentre a tre mm stimolano una rigenerazione delle fibre di collagene con effetto rassodante e rimpolpante. Con azione a 1,5 mm si va ad agire sulle rughe superficiali». IL WORKOUT La tecnica si esegue su pelle pulita e priva di infezioni, acne o psoriasi. Gli uomini devono essere rasati, in quanto la barba è un ostacolo al passaggio degli ultrasuoni e le donne devono essere struccate alla perfezione. Il medico segna la zona da trattare con linee della dimensione della testina degli ultrasuoni, dopodiché si stende del gel simile a quello da ecografia e su questo si passa il manipolo che emette
una scarica di ultrasuoni per un numero compreso tra 25 e 40 per zona. «Il trattamento è un po’ fastidioso», prosegue la specialista, «perché le onde degli ultrasuoni colpiscono la fascia muscolare per indurre micro-zone di coagulazione, responsabili del rassodamento dei tessuti. A conclusione, si elimina il gel e si applica una crema lenitiva. La pelle appare leggermente arrossata e gonfia, ma questi effetti collaterali scompaiono in 24 ore». La durata di un trattamento che coinvolge collo, volto e fronte va da un’ora e mezza a due ore. THE DAY AFTER «Il post trattamento non richiede attenzioni particolari», conclude Galimberti, «si può andare in spiaggia e prendere il sole. Sono controindicati solo sauna e bagno turco per un paio di giorni. Vietato però sottoporsi a un qualsiasi intervento chirurgo nei sei mesi precedenti la seduta». 3 2018
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Parco dei Principi Grand Hotel & Spa Un’icona del lusso internazionale che custodisce il centro benessere più esclusivo di Roma: la Prince Spa
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All’inizio era solo un’idea, un po’ visionaria per un albergo centralissimo come il Parco dei Principi ma, soprattutto, perché nella Capitale non c’erano ancora strutture come questa. Eppure l’intuizione di Roberto Naldi, in quel lontano 2006, si è rivelata sin da subito vincente per le sue preziose caratteristiche, uniche nel suo genere. La Prince Spa è un’area immensa, con una metratura di 2000mq, situata proprio all’interno del Parco dei Principi Grand Hotel & Spa, una perla preziosa della Roberto Naldi Collection. Legni pregiati e pietre naturali, che creano giochi di luce magici ed esotici, sono i materiali che ne caratterizzano gli am-
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bienti, richiamando la natura e i suoi elementi (acqua, aria, terra, fuoco) e dandole un tratto di design unico e personalissimo, premiato più volte per la sua eleganza.
Accogliere e coccolare l’ospite La Prince Spa è senz’altro il centro benessere più esclusivo della Capitale, un luogo dove vivere un’esperienza di benessere unica. Qui il tempo perde la sua dimensione, permettendo subito all’ospite di immergersi in un’atmosfera di armonia, ideale per riprendere consapevolezza del proprio corpo. Fiore all’occhiello è la maestosa piscina interna con un magnifico cielo stellato dai colori avvolgenti e soffusi, tappezzato di cristalli Swarovski che brillano mentre ci si rilassa in uno dei percorsi con idromassaggi o nella piscina di 25 metri igienizzata ad ozono. «La filosofia della Prince SPA è accogliere, conoscere e coccolare l’ospite», ci racconta il Manager&SPA Director Stefano Biondi (foto a sinistra), «un lusso accessibile da vivere come un’esperienza unica». Si inizia ovviamente con un check up completo che permette di individuare trattamenti personalizzati, con il massimo risultato per il cliente, in quanto studiati sulle sue necessità. La varietà dei trattamenti è davvero notevole, per offrire un servizio al top alla clientela più esigente.
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Prince Spa: I love FITNESS Moltissimi i corsi fitness offerti dalla struttura, tra cui il classico Acquagym, l’Aero Step e Workout, oltre a nuoto, ginnastica posturale, yoga, spinning, ecc. Qui però è possibile trovare anche corsi fitness innovativi e integrati a tecniche sportive e posturali, come il Muay Thai Training, che utilizza la preparazione fisica degli sport da combattimento abbinato alle principali tecniche di difesa e attacco della Muay Thai, o il Booty Barre, che utilizza i fondamentali della sbarra di danza classica per la tonificazione con palla, elastici e pesetti, utile per la consapevolezza corporea del Pilates e training a tempo di musica. Da provare anche il Fitness Funzionale, che racchiude esercizi ispirati a gesti apparentemente semplici, provenienti dalla vita quotidiana, che coinvolgono il maggior numero di distretti muscolari, e l’I.C.T. (Interval Circuit Training), un lavoro organico (cardiovascolare) alternato a lavoro muscolare con attrezzi fitness integrati tramite l’utilizzo di TRX (esercizi in sospensione), per tonificare la muscolatura in maniera completa e motivante.
Nella zona umida ci si può rilassare tra il bagno turco dai mosaici colorati e le saune bio e finlandese. Completano il percorso le docce emozionali, la fontana di ghiaccio e la doccia svedese.
Trattamenti esclusivi e personalizzabili All’interno dell’ampia Area Beauty, si possono scoprire le proposte wellness per il viso e il corpo, con l’esclusiva linea cosmetica Maria Galland. 12 cabine multisensoriali, di cui 2 Spa Suite per i trattamenti di coppia, accolgono l’ospite con tutti i comfort per rilassarsi in un’atmosfera accogliente. Qui è possibile anche approfittare di pacchetti per trattamenti davvero particolari ed esclusivi, grazie anche a due metodologie innovative e di ultima generazione in fatto di estetica: l’epilazione definitiva con il laser e il lipomassage LPG. Il primo rappresenta una delle tecniche più efficaci per un’epilazione progressiva, in grado di rimuovere il pelo in modo permanente, sia per il corpo che per il viso, con trattamenti che vanno dai 10 minuti per il viso ad un massimo di 120 per gambe e cosce; l’LPG è invece
l’apparecchiatura ideale per interventi mirati, come ridurre l’adiposità localizzata, contrastando la cellulite con funzioni di drenaggio modellante e in grado di riattivare efficacemente il sistema circolatorio e linfatico, con effetti benefici su tutto l’organismo. Ogni trattamento è sempre preceduto da una fase conoscitiva per fare tesoro di tutte le peculiarità del cliente che, grazie alla formazione e professionalità dello staff, diventano le linee guida entro cui costruire il percorso di benessere più adatto a noi. Completano l’offerta una sala fitness attrezzatissima, open view sull’area bar, dove godersi una sosta relax tra un trattamento e l’altro in massima libertà. La Prince Spa ha inoltre, come eccellenza, una sala pesi adibita ed attrezzata per accogliere e permettere allenamenti specifici di sportivi professionisti di alto livello quali boxeur, tennisti, squadre di calcio e di rugby.
Un’oasi del lusso nel verde di Roma Tutto questo nella splendida cornice del Parco dei Principi Grand Hotel& Spa, una elegante oasi nel cuore verde di Roma di livello internazionale, frequentata dal jet set della moda, del cinema e della politica, cornice perfetta per eventi e congressi di ogni tipologia. L’hotel è anche punto di riferimento nonché base preferita per molte società sportive (calcio, rugby, ecc.) proprio per i suoi ampi spazi e la sua ricca proposta fitness. Un ampio parcheggio, con abbonamenti inclusi nei pacchetti benessere, garantisce anche agli esterni una facile fruizione di tutte le aree della struttura, un piccolo mondo in cui gli ospiti possono staccare la mente dagli impegni quotidiani e perdersi in un’atmosfera rilassante e di puro relax. C.C.
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Terme di Saturnia Spa & Golf Resort Nella Spa più premiata d’Europa il benessere è un concetto in continua evoluzione, una vera e propria cultura dell’armonia, in grado di rispondere alle esigenze di ogni ospite
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Una visione d’insieme ricca di suggestioni, dove spesso una nebbiolina impalpabile sulla piscina-sorgente immerge gli ospiti in un’atmosfera ancestrale, di certo lontana dalla frenesia della vita quotidiana. Questo è Terme di Saturnia, situato ai piedi dell’omonimo borgo medievale, un Resort che sorge in uno dei luoghi più suggestivi dell’intera penisola, la Maremma toscana. Qui ogni tipo di evento è possibile, dal relax di coppia, alla pausa rigenerante fino ad attività di team building esclusive e da non dimenticare. È proprio nel cuore di queste colline che si snoda il percorso delle acque termali di Saturnia, dalle pendici del Monte Amiata fino alle micro fessure della roccia, che sfocia nella grande piscina di fronte l’elegante edificio dell’albergo, un’antica costruzione in travertino. Tutto è declinato secondo il concetto principe di “armonia”, a partire dalle atmosfere degli ambienti. Affiliato al prestigioso circuito The Leading Hotels of the World e premiato da sempre come location simbolo del benessere in tutto il mondo, il resort offre 128 camere realizzate secondo “la filosofia dell’habitat” che si basa sulla continua ricerca dell’equilibrio e sinergia con il mondo circostante, dalle nuances degli arredi, in toni morbidi e riposanti, fino a materiali utilizzati, sempre naturali come legno, marmo e travertino, che ammorbidiscono la linearità dello stile contemporaneo con la calda tradizione toscana.
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Prendere consapevolezza della propria persona Cuore pulsante del Resort è la SPA, innovativa e all avanguardia. Premiata come “Migliore Spa Termale al mondo” dai lettori di Condé Nast Traveller, ma anche come “Best International Natural & Thermae Spa”, la Spa è un mix di successo fra eleganza, comfort, relax ed expertise medica. Lo staff è al servizio del benessere totale, e gli ospiti ricevono consulenze personalizzate scegliendo tra trattamenti rigeneranti, naturopatia, massaggi, trattamenti estetici, consulenze dermatologiche, dietologiche e cure termali. Le Terme di Saturnia sfruttano infatti il prezioso patrimonio delle acque termali a 37°C che si rigenerano ogni 4 ore, per 6 volte al giorno, garantendo una sensazione di benessere diffuso che va ad integrarsi con le più avanzate attrezzature e metodologie di cosmesi. Le tensioni accumulate durante l’inverno, qui, lasciano spazio al buonumore, ci si sente liberi di abbandonare le convenzioni formali, camminare senza scarpe, indossare un caldo e morbido accappatoio, dimenticare il cellulare per godersi la pace della na-
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tura, dedicarsi alla cura di sé e riprendere consapevolezza della propria persona.
Inventare nuove dimensioni di group building Ecco perché in questa cornice esclusiva e rilassante anche meeting ed eventi incentive vedono moltiplicare il loro potenziale di comunicazione, ravvivando la formula standard degli incontri aziendali e mettendo i partecipanti nelle condizioni ideali per beneficiare dei contenuti delle business sessions, rafforzando il loro senso di appartenenza all’azienda. Le virtù dell’acqua termale e un approccio al benessere olistico davvero distintivo, rappresentano un concreto valore aggiunto per la riuscita di ogni tipo di programma di team building, da preparare con lo staff in base alla durata del meeting, alle ore di lavoro, al budget ecc., e capace di definire nuove dimensioni di group building, con momenti di svago e relax di gruppo, ritenuti molto efficaci in termini di motivazione. Terme di Saturnia Spa & Resort gode anche di un esclusivo campo da Golf, un percorso da campionato 18 buche, 6.316 metri par 72, concepito nel totale rispetto delle norme per la salvaguardia della natura locale e di recente insignito della Certificazione GEO. Il progetto è stato realizzato dall’Arch. Ronald Fream dello studio Golfplan. Il percorso da campionato dista solo 100mt dall’Hotel e si estende per ben 70 ettari. Alcune zone leggermente collinari e qualche fairway ondulato caratterizzano l’intera area del campo. I tre ruscelli, i grandi ostacoli d’acqua presenti nelle buche 1, 2, 3, 9 e 18, i bunkers di sabbia silicea e i green circondati da graduali mount, ne fanno
un’oasi scenograficamente suggestiva, rendendola un’esperienza di sport piacevole anche per i non esperti.
Un angolo di Toscana tutto da scoprire Il benessere tout court viene declinato ovviamente anche nell’offerta gastronomica. All’interno del Resort, il ristorante AQUALUCE offre una cucina mediterranea, nella quale non mancano raffinati e fantasiosi accostamenti culinari, mentre il ristorante ALL’ACQUACOTTA rivisita la tradizione e la genuinità della cucina toscana e maremmana. E dopo il relax, gli ospiti di Terme di Saturnia Spa & Golf Resort potranno scoprire le meraviglie di questo angolo di Toscana. Percorrendo le strade costeggiate da pini marittimi secolari, potranno raggiungere i vicini borghi di Pitigliano, Sorano e Sovana, arroccati sulle cime delle famose vallate di tufo, o spingersi fino al mare di Capalbio o dell’Argentario, soltanto a mezz’ora dal Resort. Cristina Chiarotti
“Ispirazioni di Maremma”, La nuova esperienza toscana A Terme di Saturnia Spa&Golf Resort tutto viene creato per poter riscoprire il vero senso di relax e il valore di coccolarsi. Avvolti dai profumi e colori della Maremma, gli ospiti vedranno risvegliarsi i cinque sensi grazie ai trattamenti “Ispirazioni di Maremma”, ideati per rendere omaggio alle tradizioni del territorio. Il Concept di benessere si articola in 3 esperienze “al naturale”: Ulivitas, enfatizzato da una particolare tecnica di massaggio; Nutrimelis, per donare a pelli secche e stressate una setosità unica; Oleo Benessere, detossinante e idratante. Per proseguire i benefici effetti del soggiorno, fondamentale la Linea Cosmetica Termale che, grazie al BiogleaTM, l’estratto di plancton ricavato dalle alghe (o bioglee), ricco di aminoacidi, zolfo, potassio e magnesio, permette di continuare i trattamenti estetici del centro comodamente a casa. Le sue straordinarie proprietà idratanti sono il plus della Linea Cosmetica Terme di Saturnia, all’avanguardia anche dal punto di vista cosmetologico.
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Victoria Terme Hotel A Tivoli, un luogo dove usufruire di esclusivi pacchetti benessere in una splendida spa, a soli due passi dalla Capitale
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Il Victoria Terme Hotel di Tivoli, hotel benessere e termale immerso nello splendido parco delle Acque Albule - Terme di Roma, è un’oasi di armonia dove rilassarsi a due passi dalla Città Eterna. Costruito con i criteri dell’architettura contemporanea e dotato di ogni comfort, l’hotel è davvero la meta ideale per chi desidera un soggiorno unico ed indimenticabile. La sua strategica posizione ne fa, inoltre,
uno degli hotel con spa termale più apprezzati del Centro Italia. La struttura dispone di 158 camere di diversa tipologia e dotate di servizi esclusivi e funzionali a rendere il più rilassante possibile ogni soggiorno. Lo stile è moderno, l’accoglienza calda e l’obiettivo è far sentire subito l’ospite a proprio agio.
Benessere e trattamenti personalizzati L’adiacente stabilimento delle Terme di Roma è particolarmente noto per le sue acque albule (ovvero biancastre) che, grazie all’alta componente sulfurea, garantiscono eccellenti effetti antibatterici ed antinfiammatori sull’intero organismo, tanto da essere sfruttate per varie cure termali e trattamenti estetici. L’hotel offre ai suoi ospiti la possibilità di prenotare cure termali in convenzione con il SSN (Servizio Sanitario Nazionale) oppure di usufruire di pacchetti benessere con incluso l’ingresso nella spa “Le Vie del Benessere”, dotata di sauna, bagno di vapore aromatizzato e docce emozionali, grande vasca termale portata a temperatura
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con isole idromassaggio, zona Kneipp, percorsi vascolari, area relax e servizio tisane. Il set spa (accappatoio, telo e ciabattine) viene fornito direttamente dall’hotel. La varietà dei trattamenti è tale da soddisfare ogni esigenza, così come lo staff, puntuale e preparato, che opera in confortevoli cabine provviste di cromo, musico ed aromaterapia per un coinvolgimento totale dei sensi. L’offerta benessere e relax è completata dal parco piscine termali esterno (aperto solo nella stagione estiva), che mette a disposizione circa 6.000mq di specchio acqueo, distribuito su 4 piscine, due delle quali adatte anche ai bambini.
Meeting e spazi per ogni tipo di evento Il Victoria Terme Hotel dispone di due sale meeting, “Sala Vittoria” e la nuovissima “Sala Vesta”, capaci di ospitare fino a 180 persone. Ogni sala conferenze è dotata di attrezzature tecniche all’avanguardia, per soddisfare le esigenze di qualsiasi tipo di evento: meeting, convention aziendali, campagne pubblicitarie, congressi medici, ecc. Oltre ad un piacevole luogo di lavoro, il Victoria Terme Hotel rende disponibili ampi spazi per piacevoli coffee break, cocktail e cene di lavoro, tutto con al supporto di uno staff qualificato sempre a disposizione, per curare ogni dettaglio con attenzione e buon gusto. Per una piacevole pausa gourmet, ecco la sala ristorante, ampia e luminosa, con vista sul parco piscine delle “Acque Albule” Terme di Roma. Qui la cucina è diretta da Chef di esperienza internazionale, in grado di
assecondare le esigenze di tutti gli ospiti, anche di coloro che seguono diete o prediligono alimenti specifici. La professionalità offerta consente a tutto lo staff di cucinare i migliori piatti tipici della tradizione italiana e laziale, seguendo un gusto sano, fatto di abbinamenti corretti e ben bilanciati.
Un punto di partenza perfetto Oltre al benessere e alle cure termali, il Victoria Terme Hotel propone anche un ampio ventaglio di idee per il tempo libero, come la possibilità di visitare i due patrimoni UNESCO di Tivoli, Villa d’Este e Villa Adriana, o di organizzare passeggiate naturalistiche nel Parco Villa Gregoriana, di fare shopping nei vicini outlet e centri commerciali, tra i più grandi del Centro Italia. La favorevole posizione della struttura, inoltre, permette di raggiungere in pochi minuti il centro storico di Roma, dove poter ammirare i monumentali simboli della capitale. Il Victoria Terme Hotel è la struttura ideale per vivere esperienze di benessere, i cui effetti avranno ripercussioni positive sia sul proprio spirito che sul proprio corpo, ma è una meta ideale anche per regalarsi una rigenerante vacanza culturale. C.C.
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Vivosa Apulia Resort
Programmi antistress, mind activities, formule healthy food in spiaggia e totale immersione nella natura sono le carte vincenti di questo ecoresort sulla costa orientale del Salento, a Marina d’Ugento Unico resort in Italia a essere certificato come struttura antistress e tra i primi nel mondo a sposare questa mission, il Vivosa Apulia è un angolo incantato di relax e benessere sulle coste ioniche della Puglia, nel cuore del Salento. A garantire un’esperienza antistress per i suoi ospiti concorrono moltissimi diversi elementi, a partire dallo scenario naturale in cui è immerso, la rigogliosa pineta del Parco Naturale regionale Litorale di Ugento, e continuando con i programmi wellness, che trovano non solo espressione nei percorsi e nei rituali della Spa, ma anche a tavola, in spiaggia, mentre si pratica attività fisica e in ogni altro momento della giornata.
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Dedicato alle famiglie – con un occhio di riguardo per i bambini – il Resort rappresenta anche la location ideale per team building, convention e meeting, sia per gli spazi a disposizione, sia per le esperienze proposte, dalle outdoor meeting rooms ai programmi specifici contro lo stress.
Benessere a misura di aziende Il Vivosa, resort 4 stelle interamente realizzato in pietra locale per un’armoniosa fusione con il paesaggio naturale circostante, ha costruito tutta la propria offerta attorno ai concetti di benessere, relax ed ecosostenibilità. Struttura eco-friendly riconosciuta da Ecoresort e Gold Travel Life, ha lanciato il brand Unique Antistress Quality, un sistema che certifica la politica antistress delle aziende con cui lavora e testimonia il loro impegno verso il benessere dei lavoratori. Per farlo ha ideato un’offerta di attività antistress innovativa a cura del team dell’Antistress Academy, che prevede molti tasselli, dalle mind activities al cibo salutare, dai programmi wellness a workshop dedicati. Ogni programma è costruito ad hoc sulle specifiche caratteristiche delle persone che vi prenderanno parte e del contesto lavorativo in cui si trovano, ma sono tutti accomunati da una serie di laboratori e attività che spaziano dalle arti orientali,
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come yoga e qi gong, a speciali sessioni di mindfulness, dall’esercizio fisico immersi nella natura con il suo potere rigenerante (golf e nordic walking sono tra le scelte più popolari), alla food therapy, per mangiare in modo sano e consapevole. Inoltre un accento particolare è posto sul basso impatto ambientale di tutte le attività. Un esempio tra tutti è l’eco golf, vera alternativa eco-friendly rispetto alla pratica tradizionale di questo sport: si limita l’intervento sul terreno e se ne rispetta la configurazione naturale, che risulta così essere altrettanto se non più impegnativa ancora. L’ecogolf al Vivosa si può giocare sia in pineta, seguendo un percorso da 9 buche, sia in spiaggia, dove si utilizzano palline e mazze rigorosamente biodegradabili (e commestibili per i pesci). Adrenalina e immersione nella natura sono anche i capisaldi di un’altra attività molto popolare, il Parco avventura in pineta, dove mettersi alla prova tra passerelle, ponti e carrucole sospese tra gli alberi, esplorando il bosco da una diversa prospettiva.
Cucina salutare e benessere in Spa Anche il cibo riveste un ruolo fondamentale nei programmi antistress e wellness del Vivosa, a partire dalla consapevolezza di quanto lo stare bene sia condizionato da quello che mangiamo. Nasce così il progetto Energy Cooking, in collaborazione con la Nutritional Cooking Consultant Paola Di Giambattista, che si traduce in un’offerta alimentare creata su misura, che prevede un mangiare equilibrato, sano e ricco di energie. Inoltre il Resort
propone diversi laboratori dedicati, che si occupano di recupero e riciclo creativo in cucina (Green Life), di ricette vegetariane e vegane (Kitchen With Love) e di bellezza (From Kitchen to Beauty, che permettere di creare ricette di bellezza sfruttando gli alimenti), insieme a percorsi di degustazioni personalizzate per mangiare sano e informato. Non manca poi la Spa, a base di cosmesi vegetale e prodotti km 0, con area umida a diverse temperature e gradienti di umidità, piscina idromassaggio en plein air, docce emozionali e cromoterapiche e cabine per i trattamenti ispirate ai chackra. Trattamento distintivo del Vivosa è il Sixth Sense Ritual Massage, che sa ispirare e stimolare tutti i sensi, per un viaggio alla scoperta di sè che è anche un’esperienza extrasensoriale. Altra novità è il “Tranquillity Rituale del Sonno” con prodotti organici e naturali, per ritrovare un sano rapporto con il dormire. Giulia Gagliardi
Spazi per il business Il centro congressi, ampliato per ospitare fino a circa 500 persone, dispone di sei sale, polifunzionali e versatili, inclusa la sala plenaria ulteriormente divisibile in quattro spazi attrezzati, un grande foyer con caffè e una serie di spazi espositivi e salette di minori dimensioni per eventi collaterali. All’esterno si trova un’area da 1.200 mq, il Damiano’s Garden, perfetto per show-cooking e special events. Sempre all’aperto ci sono le innovative Outdoor Meeting Rooms, spazi immersi nel verde del parco, destinati a piccoli gruppi e pensati per seminari e workshop, come punto di appoggio durante attività sportive e di team building e in generale per una totale immersione in uno scenario naturale incontaminato. Per quanto riguarda l’ospitalità, il resort è articolato in corti realizzate in tipica pietra locale, attorno a cui si aprono le stanze, tutte con giardino o balcone, e offre due ristoranti, tra cui ‘A Puteca, dove sperimentare un viaggio nei sapori tradizionali della Puglia guidati dalle ricette dell’Executive Chef Mario Romano, e Via Appia, con formula buffet, piscina con 4 vasche, spiaggia attrezzata su un mare cristallino, pineta e area fun&sport. www.vivosaresort.com - mice@vivosaresort.com - Marina di Ugento, Lecce
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Dove nuotano
i sogni
Spiagge incantevoli di sabbia bianca, rocce granitiche scolpite dal maestrale, sentieri di macchia mediterranea e scenografiche dune. Questo angolo di paradiso è un esempio di turismo sostenibile e di esclusività che incanta tanto i viaggiatori leisure, quanto quelli corporate e Mice
✒Aura Marcelli
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È difficile spiegare a parole la sensazione che si prova all’arrivo all’aeroporto di Olbia. Chi non ci è ancora mai stato farà fatica a comprendere perché questo piccolo e per nulla moderno scalo riesce ad emozionare tanto. Il segreto sta tutto nel funzionamento del nostro senso più antico, l’olfatto. Appena scesi dall’aereo, prima di salire sul pulmino che porta all’interno dell’aerostazione, il vento tiepido della Sardegna porta i profumi di mirto e liquirizia, insieme a quello salmastro del mare a due passi. E quelle sensazioni raggiungono in una minuscola frazione di secondo le parti del nostro cervello che controllano le emozioni e la memoria. Così, come le madeleine del proustiano “Alla ricerca del tempo perduto”, questi caldi profumi ci fanno emozionare e tornare alla mente, prima ancora di mettere piede fuori dall’aeroporto, le spiagge incantevoli di sabbia bianca, le grandi rocce granitiche scolpite dal maestrale, i sentieri nella macchia mediterranea e le dune, che lo sviluppo sostenibile del turismo nell’isola ha tutelato e salvaguardato. Questo piccolo aeroporto a ridosso degli stagni, delle spiagge e della città di Olbia serve il tratto di litorale più esclusivo della Sardegna, poco più di 20 chilometri di litorale selvaggio e lusso impeccabile, che gli hanno fatto meritare l’appellativo di Caribe italiano. Anzi, forse per affetto, forse per orgoglio patriottico, osiamo di-
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re che le sue acque trasparenti dalle mille tonalità di azzurro e verde, le sue grandi spiagge di fine sabbia bianca, alternate a piccole calette e dominate da suggestive scogliere, l’eleganza degli hotel e dei resort e l’assoluta privacy offerta rendono quasi superfluo il paragone. Non a caso la Costa Smeralda e il suo panorama unico hanno saputo attrarre il turismo di più alto livello negli ultimi sessant’anni. Porto Cervo è l’indiscussa capitale di questo angolo di paradiso. Dalla sua piazzetta sono passati Greta Garbo e la principessa Margaret d’Inghilterra, Gianni Agnelli e il re Juan Carlos di Spagna, Jaqueline Kennedy e uno stuolo di attori holliwoodiani. Ma, senza dubbio alcuno, il nome VIP più importante per questo litorale dell’isola è quello del principe Karim Aga Khan. Nel 1962 l’Iman dei musulmani ismaeliti sciiti, insieme ad altri imprenditori e banchieri internazionali, comprò 1800 ettari di costa tra Arzachena e Olbia, immaginando
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una vera rivoluzione turistica. Alle spalle delle spiagge meravigliose, a quel tempo, c’erano solo terreni improduttivi, ripudiati dagli antichi proprietari: niente strade, né elettricità, né acqua, né servizi. Il porto più esclusivo della Sardegna fu immaginato e disegnato ex-novo dall’architetto Luigi Vetti. L’idea felice fu quella di riprodurre un borgo marinaro mediterraneo, in uno stile mescolato e inventato che diventò ben presto “tradizionale” per il Nord dell’isola. Il progetto iniziale già includeva un hotel di lusso, con moli adeguati alle imbarcazioni esclusive degli ospiti, negozi e servizi a cinque stelle. Negli stessi anni sorsero altri hotel esclusivi, ville prestigiose, boutique, lo Yacht Club Costa Smeralda e un campo da golf 18 buche. Oggi nei pressi delle spiagge più belle e nel rispetto della natura e del suo equilibrio – da Capriccioli alla Spiaggia del Principe, da Long Beach a Grande Pevero, da Romazzino a La Pitrizza e a
Liscia Ruja, solo per citarne alcune – sorgono un centinaio di hotel, circa la metà a 4 o 5 stelle.
Porto Rotondo e Baja Sardinia Poco a Sud e poco ad Ovest del confini della Costa Smeralda propriamente detta si trovano altre meraviglie che a ragione vengono assimilate a questa destinazione esclusiva. Scendendo verso Olbia, si raggiunge la tranquilla, bellissima e profonda insenatura di Porto Rotondo, continuazione ideale dello stile e della filosofia del lusso delle spiagge smeraldine, declinati in una atmosfera di eleganza meno formale, ma non meno incantevole. Il porto e il paesino furono realizzati pure da zero dai conti veneziani Luigi e Nicolò Donà delle Rose, con l’idea che Porto Rotondo potesse essere un “milieu” d’artisti e intellettuali, chiamati a contribuirne alla realizzazione. Lo scultore Andrea Cascella si occupò di progettare il luogo d’in-
Il vento maestrale ha scolpito le rocce granitiche, creando forme sorprendenti e cornici meravigliose da cui ammirare la Costa Smeralda. Nella foto: Palau
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In alto, la Spiaggia del Principe e, in basso, Cala Coticcio a La Maddalena sono due delle più spettacolari baie della costa Nord-Ovest della Sardegna. ©Elisa Locci
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contro per eccellenza, quella Piazzetta San Marco che è il fulcro circolare della movida del borgo, e la facciata della chiesa di San Lorenzo; il giovane artista Mario Ceroli realizzò l’interno della chiesa, in forma di carena di nave rovesciata, e il Teatro in granito, ispirato ai teatri greci e romani; lo scultore Giancarlo Sangregorio fu l’autore della darsena dei pescatori. Oggi Porto Rotondo accoglie i suoi ospiti negli esclusivi hotel e nelle meravigliose ville (forse la più famosa è Villa Certosa di Silvio Berlusconi), affacciati alle magnifiche spiagge di Punta di Lepre, Cugnana, Punta Volpe, Marinella o di quelle che portano il nome dei personaggi famosi che le hanno amate: Spiaggia Ira (la preferita della principessa e attrice Ira
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Fürstenberg), Spiaggia Shirley Bassey e Spiaggia Hruska (in nome della dinastia degli Hruska... odontoiatri di Papi, dei re e degli Zar). Procedendo, invece, verso Ovest, dopo Poltu Quatu, si trova la bellissima e altrettanto esclusiva Baja Sardinia. Questo fu uno dei primi sviluppi turistici sulla scia della geniale intuizione dell’Aga Khan. Oggi è una delle destinazioni più famose e apprezzate, grazie alla sua lunga spiaggia di sabbia fina e bianca, bagnata dal mare turchese e protetta dal prezioso arcipelago de La Maddalena. Alle spalle della spiaggia, la piazza centrale è il cuore vibrante del borgo, tra ristoranti, boutique ed eleganti bar. E, proprio di notte, Baja Sardinia si trasforma in un luogo
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straordinario, che attira e incanta con le sue vetrine illuminate, i mercatini, i club e le discoteche più famose del Nord della Sardegna. Yacht e splendide barche trovano attracco nel fiordo naturale di Poltu Quatu a due passi, mentre sull’altro lato si sviluppa la profonda insenatura di Cannigione, con le sue meravigliose spiagge protette dal maestrale, come Spiaggia Mannena e Le Piscine L’Uticeddu.
venti minuti di navigazione, si attraversa il braccio di mare che separa la costa da La Maddalena, l’isola principale dell’omonimo arcipelago, tanto vicino alla Costa Smeralda e tanto lontano dalla sua indole mondana. Tra le sue 62 isole e isolette, Parco nazionale protetto dal 1994, si dimentica tutto per abbandonarsi alla meraviglia naturale delle 300 meravigliose spiagge. Per orientarsi tra tante opzioni è sufficiente scegliere secondo la direzione del vento, trovando sempre specchi d’acqua protetti e magnifici, come la baia di Bassa Trinità di La Maddalena, l’incredibile Spiaggia Rosa di Budelli, o la splendida Cala Santa Maria, che porta il nome della sua piccola isola.
La famosa e realistica roccia di Capo d’Orso a Palau
La spiaggia di Capriccioli vicino a Porto Cervo. ©Gabriele Maltinti
Il vento del Nord La Costa Smeralda è famosa per le sue incredibili rocce granitiche, modellate dal mare e dal vento fino a formare sagome di animali potenti e suggestive. La più bella e nota è senza dubbio la Roccia dell’Orso che domina, incredibilmente realistica, il promontorio di Capo d’Orso a Palau, all’estremo Nord della Sardegna e a poca distanza da Cannigione. Il borgo di Palau, come quello della vicina Santa Teresa di Gallura, non sono stati creati a beneficio dei turisti. Si tratta di cittadine storiche con una propria identità definita (da non perdere Palazzo Fresi, del XIX secolo a Palau, e la torre aragonese del XIV secolo, simbolo di Santa Teresa), circondate da chilometri di costa selvaggia, punteggiata da meravigliose spiagge, alcune perfette per gli appassionati di surf e vela, come la spiaggia di Porto Pollo, altre tranquille e protette, come La Sciumara o Rena Bianca. Da Palau, in
I RISTORANTI DA NON PERDERE • Lu Stazzu - Porto Rotondo (www.ristorantelustazzuportorotondo.com) • Frati Rossi (www.fratirossi.it) e Il Pescatore (www.ilpescatorerestaurant.com) - Porto Cervo. • La Gritta - Palau (www.ristorantelagritta.it ) • La Risacca - Cannigione (www.ristorantelarisacca.it)
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Colonna Resort Un resort nel cuore della Costa Smeralda dove realizzare il sogno di una vacanza di lusso con una qualità assoluta
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Ammiraglia del Gruppo ITI Hotels, il Colonna Resort 5 stelle di Porto Cervo è uno dei luoghi più esclusivi della Costa Smeralda. Premiato già dal 2009 come “Luxury Beach Resort in the world”, alla fiera del Lusso di Lugano per la sua esclusività, la struttura fa parte della ITI Hotels, considerata da molti il primo gruppo alberghiero italiano perché è l’unico che rappresenta oltre 40 hotel nel mondo, 4 e 5 stelle, in Europa, Caraibi, Usa, Brasile. Oltre 90 anni di storia per la “Traditional Italian Hospitality” nel mondo, una tradizione ITI Hotels che nasce nel lontano 1921. L’Hotel si estende in un parco verde di circa 60.000mq, in prossimità della spiaggia di Cala Granu, a soli 2km da Por-
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to Cervo. Le 250 camere sono immerse in un’atmosfera unica ed esclusiva, con ambienti eleganti e raffinati che ripropongono la tradizionale ospitalità dell’isola. Il Resort è quindi una vera oasi di relax e di piacere per coloro che sono alla ricerca di un hotel di lusso sul mare cristallino della Sardegna settentrionale. Al suo interno, un impeccabile servizio a 5 stelle, un Centro Benessere&SPA, una spiaggia privata, 7 incantevoli piscine di acqua marina e 2 eleganti ristoranti con vista mare, in cui gustare eccellenti specialità gastronomiche ricercate, costituiscono un ventaglio di offerta esclusivo difficile da dimenticare.
Meeting & Eventi dai grandi numeri Il Colonna Resort si affaccia con orgoglio sul mercato Meeting e Incentive offrendo una vasta gamma di servizi: dalle aree di conference che ospitano da 10 a 500 ospiti, tutte dotate della più moderna attrezzatura tecnica. Gli eventi sono seguiti da personale qualificato e dedicato in ogni fase dell’organizzazione, garantendo una riuscita impeccabile. All’esterno, arricchisce l’offerta un notevole spazio eventi, dove, ogni anno, si susseguono party esclusivi, dai lanci di prodotto alle occasioni mondane, tutti dal forte impatto visivo ed emozionale. Il Resort ospita al suo interno un esclusivo Centro Congressi, unico nel suo genere e di ampia funzio-
DESTINAZIONE COSTA SMERALDA
nalità, tra i più grandi dell’intera Costa Smeralda. Il Conference Center è capace di ospitare fino a 700 delegati grazie alla sala plenaria di oltre 430mq e a una sala meeting separata di 160mq. A completare l’offerta, 5 salette informali, capaci di accogliere dalle 10 alle 30 persone ciascuna. La Sala Colonna (plenaria) in grado di accogliere fino a 432 persone, grazie a un sistema di pannelli mobili e insonorizzati, può essere suddivisa in due ampie sale meeting: la Sala Smeralda, con capacità di 208 persone; e la Sala Beach, con capacità di 224 persone. L’adiacente Sala Corallina può, invece, ospitare fino a 160 delegati, mentre le 5 Salette Break Out, all’ultimo piano dell’hotel e con luce naturale, sono adatte ai piccoli meeting e alle riunioni informali e ospitano dalle 5 alle 30 persone a platea. Tutte le sale, elegantemente arredate, sono dotate delle strumentazioni audio, video e tecnologiche di base e sono allestibili secondo le più svariate esigenze (a teatro, banchi scuola, cabaret e platea). Dispongono di un accesso diretto dalla hall e, grazie all’abbattimento delle barriere architettoniche, sono facilmente accessibili ai diversamente abili. L’elegante Foyer è uno spazio ideale per dare il benvenuto ai delegati ed ospitare welcome drinks e coffee break.
Relax sul mare e gastronomia ricercata Il Colonna Resort dispone di 250 camere tra Standard, Superior, Deluxe e Suites, tutte finemente arredate in stile sardo, con mobili colori pastello impreziosite dai ricami della tradizione tessile dell’isola. Le camere Standard e Deluxe si suddividono tra vista mare e vista giardino, regalano atmosfere calde, raccolte ed accoglienti. Le Suites, rigorosamente vista mare, offrono gli ambienti più lussuosi ed esclusivi dell’hotel. La proposta gastronomica del Colonna Resort dedica ai propri ospiti i piatti della tradizione locale rivisitati con un pizzico di modernità, ma non mancano le specialità nazionali ed internazionali create dalle mani sapienti degli chef. L’hotel dispo-
ne di 2 ristoranti, il Ristorante Colonna e il Ristorante Pagoda e di due bar, il Colonna Caffe e il Beach Bar, dove riposarsi per un piacevole break durante tutte le ore del giorno. Inoltre, è a disposizione degli ospiti, un Room Service con Menu dedicato, attivo 24 ore su 24, e per i più piccoli la possibilità di pranzare e cenare in compagnia del nostro staff in una sala del ristorante a loro dedicata.
Coccole di benessere in SPA Il Colonna Resort è dotato di una splendida SPA e di un Centro Benessere e Fitness di circa 1.000mq, interamente dedicato alla bellezza e al benessere di mente e corpo. Un’atmosfera calda ed accogliente dove dedicare del tempo a se stessi e farsi coccolare con amore e professionalità. La SPA è composta da una piscina interna di acqua di mare riscaldata e ampie sedute con idrogetti e giochi d’acqua, Docce Emozionali, Area Thermarium con bagno turco aromatizzato, Sauna finlandese e Tisaneria. Il Centro è dotato inoltre di 5 cabine massaggio, di un centro estetico, inclusa un’area fitness con attrezzature cardio firmate Technogym. C.C.
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Generazione Y la più ricercata dalle aziende Curiosi, digitali, infaticabili e molto ambiziosi: sono i lavoratori della Generazione Y che sempre di più si affacciano nelle aziende italiane e internazionali...
✒Duccio da Boninsegna
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Da San an F Francisco ran a Hong Kong, i giovani nati nat a i tra ggli li aanni n Ottanta e il 2000 si stanno guadagnando guadagna ando l’attenzione dei datori di lavoro di tutto tutt il mondo. Intraprendenti, e digital addicted: in “Peter Pan Pan curiosi” c particolare p artticolare ssono queste loro caratteristiconvincendo grandi aziencche he che che stanno stan a de e imprenditori ad assumerli. E si tratta di una tendenza che sta emergendo anche in Italia con alcuni esempi virtuosi. È questo quanto in sostanza emerge da uno studio condotto su oltre 60 testate internazionali da Espresso Communication per FourStars - agenzia leader nel recruiting e placement di junior profiles. La ricerca ha coinvolto anche un panel di 20 imprenditori italiani, per comprendere le ragioni dell’espansione del trend mondiale, oltre che nazionale, delle assunzioni di millennials e per capire se vi è un’effettiva influenza in crescita anche sul problematico panorama lavorativo italiano.
Ambiziosi e social connected, i millennials piacciono sempre più anche all’hotellerie e alla politica Ma come sono e come si comportano, una volta entrati nel mondo del lavoro, queste ultime generazioni di professionisti? Quasi sempre, spiega la ricerca, sono estremamente ambiziosi e di conseguenza prediligono posti di lavoro che favoriscono possibilità di carriera, crescita personale e qualità di vita; e, naturalmente, sono – in ogni momento della giornata, anche sul lavoro – perennemente immersi
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nel mondo dei social media. Ed è anche per questo che i membri della cosiddetta Generazione Y, sono visti dagli imprenditori di tutto il mondo come un esercito di lavoratori titolati e motivati, capaci fin da molto giovani di fare “rete” e contatti “sociali” con estrema facilità. Così si scopre che, in particolare Oltreoceano, questi millennials stanno riscuotendo sempre più successo ai colloqui di lavoro: basti pensare che proprio negli Stati Uniti, come riportato da Forbes, i giovani lavoratori rappresenteranno, nel 2020, ben il 51% del totale della forza lavoro. Una cifra che, almeno momentaneamente, si
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scontra con la più triste realtà italiana dove, secondo recenti dati ISTAT, gli occupati tra i 15 e i 34 anni sono appena 5 milioni, ovvero circa il 22% della forza lavoro totale, mentre il dato della disoccupazione giovanile resta quasi stabilmente superiore al 34%. La situazione sta però lentamente cambiando anche nel Belpaese: la tendenza internazionale a puntare sui millennials sta condizionando anche le scelte di alcune aziende virtuose, che stanno cominciando a scommettere su di loro. Luxottica, FourStars, Movym, Tanaza e Fluidmesh, sono solo alcune delle imprese all’interno delle quali la divisione
delle risorse umane sta abbracciando i giovani. E recentissimamente anche il mondo del turismo ha dato grandi aperture ai millennials: «Il mondo dell’ospitalità e della recettività» dice l’esperta del settore Elena David, «necessitano sempre di più di competenze giovani e capaci, professionisti in grado di parlare più lingue e di abbinare alle doti umane anche quelle digitali». Anche la politica sta cambiando marcia sul tema. Basti pensare alla scelta di Matteo Renzi che, rieletto segretario del PD, ha deciso di attorniarsi di millennials, ovvero di giovani dai 19 ai 29 anni, per com-
Ai giovani della Generazione Y piace definirsi orgogliosamente dei lavoratori incalliti, o piu precisamente “work matyrs” in quanto “obsessed” dal lavoro. E i dati mostrano un stupefacente numero di millennials che ha raggiunto in breve tempo posizioni manageriali.
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Chiara Grosso, presidente e CEO FourStars. In basso, Christopher W. Cabrera, founder e CEO di Xactly Corp
porre la nuova direzione del partito. Un’attrattiva che deriva, come sottolineato da uno studio condotto dalla UNC’s Kenan-Flagler Business School e dallo YEC, lo Young Entrepreneur Council di Chicago, anche dalla loro spiccata capacità di comunicare attraverso la rete e i social network.
Lavoro come esperienza esistenziale Oggi in Italia, tornando nel mondo del lavoro tout court, un esempio virtuoso per il numero di assunzioni di millennials è rappresentato da FourStars, agenzia leader nel recruiting e placement di junior profiles. Chiara Grosso, presidente e CEO dell’azienda ci ha spiegato infatti che: «Sul mondo del lavoro i millennials si possono considerare la prima generazione veramente diversa, con logiche relazionali e priorità di vita profondamente differenti rispetto alle generazioni precedenti, in ottica digitale ma non solo. Mi piace lavorare con i giovani della Generazione Y perché hanno valori che condividiamo in azienda: lavorano per vivere e non vivono per lavorare, sognano uno stile di vita più che una professione, hanno bisogno di credere in ciò che fanno, sono idealisti, hanno fiducia nella meritocrazia e riconoscono un capo autorevole ma non autoritario. Ecco perché ad oggi il nostro staff è composto da circa il 50% di millennials, mentre la stragrande maggioranza delle sue risorse interne, il 90%, è composto da donne. Certo oggi l’Italia è ancora molto indietro per quanto riguardano i numeri delle assunzioni giovanili. Addirittura la Cina si sta mostrando in linea con il trend di assumere giovani: lo confermano i numerosi candidati che abbiamo inserito a Shanghai e Hong Kong». E questa vision è confermata pienamente anche da Peter Fleming, professore di Business and Society presso la Cass Business School di Londra, «la peculiarità della Generazione Y risiede nel desiderio di far coincidere valori personali e lavoro come connubio esistenziale». Dice Fle-
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ming. E ancora molto recentemente Christopher W. Cabrera, founder e CEO di Xactly Corp, ha affermato su Businesswire.com che: «I millennials cercano nel lavoro qualcosa più di uno stipendio: vogliono lavorare in un ambiente stimolante nel quale possano partecipare attivamente e offrire un contributo concreto e riconosciuto. Basti pensare che nella Silicon Valley, la competizione per questi giovani talenti è motivo di orgoglio, e il fatto che l’azienda ponga il focus sulla persona rende il luogo di lavoro il posto ideale per esprimere se stessi. Anche il Dayton Daily News, facendo riferimento al report del Center for Generational Kinetics, ha affermato che il 60% dei millennials sceglie di lavorare in un’azienda piuttosto che in un’altra in base agli intenti dell’organizzazione. Proprio per questo, per conquistare la loro fedeltà, è indispensabile che le stesse aziende possiedano una corporate culture desiderabile, rispettino principi etici ed ecosostenibili,
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e forniscano opportunità di formazione e crescita».
Sempre connessi ma poco pazienti Certo, siamo in un mondo del lavoro sempre più difficile e competitivo e per i giovani in cerca di lavoro, in Italia soprattutto, non sono tutte rose e fiori. «I millennials sono molto sfidanti per chi li assume», spiega Chiara Grosso, «perché possono essere facili da stimolare tanto quanto difficili da governare: possono essere molto fragili e di facile demotivazione, e questo accresce la sfida a non deluderli. Tra i loro apporti maggiori all’azienda vi è ovviamente la nascita di nuove idee. Tra le loro mancanze invece vi è la debolezza in disciplina e fedeltà. Purtroppo infatti non conoscono più il posto fisso, e in quest’ottica anche per l’azienda “trattenerli” significa dargli contenuto. Vivono costantemente connessi, e questo fa circolare l’informazione. Non hanno il tempo di desiderare: pensano, cliccano,
ricevono. Questo indebolisce la loro capacità di attesa, la loro tenacia. Ed è tutto questo che li rende una sfida per le organizzazioni aziendali complesse». Tanto che proprio queste problematiche sono state approfondite anche da uno studio condotto da Scout Exchange e Oracle HCM Users Group e riportato sul Chicago Tribune, il quale ha rivelato che, nonostante le ricorrenti connotazioni negative, numerosi direttori delle risorse umane intervistati ripongono speranza nei giovani nati tra la metà degli anni 80 e la fine dei 90. Sebbene, spiega lo studio, si tratta di lavoratori che tendano ad abbandonare l’azienda per la quale lavorano dopo qualche anno, i motivi per i quali vale la pena investire sulla loro assunzione sono molteplici: questi giovani innanzitutto sono in grado di supportare l’azienda ad affrontare il cambiamento, individuare le tendenze in corso, integrare tradizione e innovazione soprattutto mediante la loro specializzazione nelle tecnologie, favorendo
I millennials sono molto sfidanti per chi li assume perché possono essere facili da stimolare tanto quanto difficili da governare: possono essere molto fragili e di facile demotivazione, e questo accresce la sfida a non deluderli
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Tutti “a bordo”. Si lavora... (fonte: Top Employers Institute) 1) Prima del primo giorno di lavoro Si forniscono al neoassunto tutte le informazioni relative all’organizzazione, alle regole e ai possibili sviluppi di carriera. Inoltre, gli si dà accesso a un portale dedicato di onboarding per fargli conoscere l’identità e le caratteristiche dell’azienda e quale sarà la sua futura realtà professionale. – Il 67% delle aziende consegna informazioni, manualistica, regole aziendali e percorsi di carriera. – Il 95% consegna un manuale esplicativo dettagliato sull’azienda. – Il 23% permette l’accesso a un portale di onboarding prima dell’assunzione. 2) La prima settimana di lavoro Si coinvolge attivamente il top management, che presenta ufficialmente il nuovo membro del team ai colleghi con occasioni di socializzazione dedicate, gli illustra il ruolo professionale e le aspettative dell’azienda, gli assegna un tutor e ne raccoglie il primo feedback. – Il 76% delle aziende analizzate prevede che siano i top manager a presentare il neoassunto. – Il 71% organizza pranzi di benvenuto con tutto il team. – Il 44% assegna un tutor al nuovo assunto. – Il 57% chiede al neoassunto una valutazione sull’accoglienza e sulle prime impressioni in azienda. 3) I primi tre mesi di lavoro Si entra nel vivo dell’attività lavorativa e il focus si sposta sulle prime valutazioni e monitoraggi. In un’ottica di crescita non solo professionale, ma anche umana, vengono favorite e incoraggiate attività di condivisione sui social media. – L’89% delle aziende prevede incontri regolari di monitoraggio. – Il 70% organizza meeting con l’executive management. – Il 59% promuove attività di condivisione sui social media. 4) Alla fine del primo anno di lavoro È il momento di tirare le somme e delle prime valutazioni ufficiali. Si può procedere alla valutazione delle performance e pianificare in maniera concreta un percorso di sviluppo professionale. Sono anche previste sessioni di verifica per analizzare l’esito del percorso formativo e puntualizzare gli obiettivi futuri. – Il 68% delle aziende valuta il nuovo assunto tramite KPI (indicatori-chiave di prestazione). – Nel 58% delle aziende sono previste valutazioni da parte del management. – Nel 58% delle aziende sono previste sessioni di follow up a un anno dall’assunzione.
quindi una maggiore competitività sul mercato. I millennials sono ovviamente già “digital natives”: secondo uno studio riportato dall’Harvard Business Review, si aspettano che le tecnologie che migliorano le loro vite personali guidino l’innovazione e la comunicazione anche ed ugualmente nell’ambiente di lavoro. Infatti l’uso dei social media in azienda incide positivamente sia sull’innovazione sia sul
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coinvolgimento dei lavoratori. E su questa interpretazione del rapporto con i lavoratori millennials è d’accordo anche Valeria Magoni, Marketing Manager di Tanaza: « Il dialogo tra dipendenti più esperti e le “nuove reclute” è sempre estremamente fruttuoso e permette alle aziende di individuare opportunità e sfide che altrimenti sarebbe difficile cogliere e affrontare. i millennials estremamente abili nell’usare nuove tecnologie, contribuiscono a trainare l’azienda verso il futuro, rendendola in grado di interagire con i clienti più giovani. Sono anche più propensi a imparare e a migliorarsi professionalmente».
Flessibili e in cerca di stimoli forti Le qualità dei nostri millennials non finiscono qui. Come sostiene una ricerca condotta da Project: Time Off e GfK e citata anche su Harvard Business Review: ai giovani della Generazione Y piace definirsi orgogliosamente dei lavoratori incalliti, o più precisamente “work matyrs” in quanto “obsessed” e dediti al lavoro. I dati mostrano un stupefacente numero di millennials che ha raggiunto in breve tempo posizioni manageriali e preferisce lavorare piuttosto che usufruire delle ferie maturate per una vacanza. Perché allora questi giovani si trasformano spesso in “work martyrs”? Come ha scritto Tomas Chamorro Premuzic, CEO di Hogan Assessments e professore di Business Psychology alla University College London e alla Columbia University, recentemente sul quotidiano inglese “The Guardian”: «La determinazione e la diligenza della Generazione Y è avvalorata dal forte sentimento di autorealizzazione che sperimenta nello svolgimento del proprio lavoro, confinando spesso nel narcisismo. I millennials si sentono insostituibili: l’ambizione e il desiderio di apprendere e avanzare velocemente all’interno dell’organizzazione richiede una certa attenzione da parte dei datori di lavoro, i quali devono essere sempre presenti, disponibili a donare feedback, accogliere nuove idee e promuovere una cultura aziendale flessibile e stimolante». Non stupisce neppure quindi, in quest’ottica, che una ricerca riportata dal “Financial Times”, sostiene anche che le donne millennials, in particolare, siano convinte di poter conquista-
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re maggiori posizioni di leadership all’interno delle organizzazioni rispetto alle loro madri e alle donne delle generazioni precedenti.
Onborarding oggi Ma le aziende italiane sono pronte a confrontarsi con questi spiriti indomiti nelle loro realtà quotidiane molto spesso troppo ingessate? Come deve essere possibile per loro integrare i nuovi e giovani arrivati, favorendo motivazione e produttività? In definitiva: come si deve strutturare oggi un efficace processo di onboarding, ovvero inserimento? Lo ha spiegato abbastanza bene una recente ricerca che Top Employers Institute, società che certifica le aziende con performance di eccellenza nella gestione delle risorse umane, ha condotto presso le aziende italiane certificate nel 2017 come “top employer”. E il punto di partenza è: tutto cambia, tutto si aggiorna, e anche i processi aziendali devono tenere il passo coi tempi. Se quindi una volta il processo di inserimento di un nuovo arrivato si esauriva in una rapida presentazione ai colleghi, un giro dell’ufficio e, nei casi migliori, la consegna di un qualche manualetto di istruzioni, dopodiché il nuovo arrivato doveva cavarsela per lo più da solo nel capire cosa fare, al massimo affiancato da un collega già indaffarato di suo, oggi il processo di inserimento nelle aziende dei nuovi assunti è radicalmente cambiato. E per una ragione molto concreta: quanto più in fretta le persone riescono a orientarsi nel nuovo lavoro, a familiarizzare con gli obiettivi e la cultura aziendale, a capire cosa ci si aspetta da loro e a integrarsi nel team, tanto prima diventeranno autonome, produttive e in grado di esercitare al meglio il proprio potenziale. Ecco allora che il sistema di onboarding, ma se volete chiamatelo sempre del “primo giorno di lavoro”, si è quindi trasformato in un processo aziendale vero e proprio, che comincia prima ancora che il nuovo membro del team metta piede in ufficio e che può durare anche un intero anno. Si tratta infatti di un vero e proprio iter di formazione teso ad accogliere e orientare il nuovo venuto che non soltanto velocizza i tempi della piena produttività, ma costruisce la motivazione e il coinvolgimento della nuova risorsa ridu-
cendo il rischio di turnover, che secondo alcune statistiche può arrivare al 30% nei primi due anni di lavoro. E se si considera che per sostituire un dipendente l’azienda deve sostenere un costo pari al 25% del suo stipendio annuale, il calcolo di convenienza dell’onboarding è presto fatto. «I dati della ricerca confermano che l’onboarding si sta affermando tra le aziende più evolute come una priorità aziendale e strumento di attrazione e fidelizzazione di talenti più giovani in particolare», ha spiegato Massimo Begelle Deputy Country Manager di Top Employers Institute Italia. Un processo di inserimento in azienda efficace e ben strutturato significa la possibilità di avere più rapidamente dipendenti pienamente produttivi e consapevoli della cultura aziendale e rappresenta un investimento proattivo, che si traduce in una crescita anche a livello aziendale». E gli ha fatto eco David Plink, ceo di Top Employers Institute, «in una situazione di mercato nella quale i candidati più giovani hanno sempre più accesso alle informazioni relative all’azienda nella quale andranno a lavorare, un percorso di ingresso che valorizzi l’integrazione sociale e culturale dei nuovi assunti rappresenta un importante elemento di attrazione e fidelizzazione dei talenti e aumenta sensibilmente l’appeal aziendale».
Negli Stati Uniti, come riportato da Forbes, i giovani lavoratori rappresenteranno, nel 2020, ben il 51% del totale della forza lavoro. Una cifra che, almeno momentaneamente, si scontra con la più triste realtà italiana dove, secondo i dati ISTAT 2016, gli occupati tra i 15 e i 34 anni sono appena 5 milioni, ovvero circa il 22% della forza lavoro totale, mentre il dato della disoccupazione giovanile resta quasi stabilmente superiore al 34%
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HOTEL RESTAURANT TRENDS
a cura di Stefano Bonini sbonini@trademarkitalia.com
Costruire una proposta attraente
per la clientela locale
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Ci sono molte modi per riprogettare l’offerta F&B di un albergo e fare in modo che agli ospiti che chiedono “dove posso andare a cena in un ristorante locale?” i receptionist possano rispondere convinti “qui da noi”. Perché questo avvenga è prima di tutto necessario che il ristorante dell’hotel sia un luogo nel quale non solo gli ospiti alloggiati ma anche la clientela esterna, la gente del posto, si senta a proprio agio. Detto già dell’importanza dell’ingresso diretto dall’esterno e del-
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l’adeguata segnaletica per valorizzarne l’“indipendenza” rispetto all’albergo, la sfida è quella di rendere attraente e accattivante la proposta di hardware e software del ristorante. Oggi una proposta ristorativa moderna e persuasiva, per competere con i migliori ristoranti locali, deve concepire il ristorante d’albergo come un luogo aperto a tutti, in grado di abbattere l’atavica barriera psicologica che ha sempre tenuto lontana la clientela non alloggiata. Quella che in passato frequenta-
va il ristorante dell’hotel unicamente in occasione di banchetti e cerimonie. Nell’hotellerie 3.0 la ristorazione riveste un ruolo fondamentale per determinare l’experience degli ospiti, creare fidelizzazione e produrre valore aggiunto. E i nuovi progetti alberghieri lo dimostrano, con spazi dedicati al food&beverage non solo centrali rispetto al flusso degli ospiti ma soprattutto strategici per mettere in connessione l’albergo stesso con l’ambiente esterno. La ristorazione rivendica e merita
HOTEL RESTAURANT TRENDS
un progetto ad hoc in cui il concept gastronomico sposi la filosofia dell’hotel ma in un contesto che sia il più possibile “de-alberghizzato” per attirare più clientela locale possibile e rendere il ristorante un efficiente centro di ricavo. Visto che oggi andare al ristorante ha più a che fare con le relazioni e con lo stare bene piuttosto che con la fame, il contenitore (atmosfera, layout, illuminazione, divise del personale, apparecchiatura, etc.) è determinante per il successo del ristorante tanto quanto (se non di più) la qualità dell’esperienza culinaria. Contemporaneo, coerente certo con l’albergo in cui si trova ma con diversi elementi di richia-
mo al genius loci, il punto focale non è tanto il prodotto che si vende, quanto la percezione che i clienti hanno di piatti e pietanze grazie all’ambiente, al servizio, all’arredamento, all’illuminazione. E per questo è determinante anche il contributo del restaurant manager, un moderno patron, quel padrone di casa che raramente si incontra nei ristoranti degli hotel. Una figura “semidivina” che è molto di più di un semplice maitre o sommelier. Riconosce i clienti, si ricorda dei loro gusti in termini di cibo e servizio, è in grado di coccolarli e farli sentire speciali. Conosce bene il mercato e i fornitori, gode di una reputazione consolidata e rispetta-
ta a livello locale. Con serate a tema e degustazioni enogastronomiche si possono poi aprire le porte del ristorante e favorire la conoscenza della propria offerta gastronomica. Che deve essere costruita su alcune specialità, qualcosa di eccezionalmente buono per cui vale la pena entrare in un ristorante d’hotel. Essere unici e speciali per un piatto tipico locale, per l’offerta di pesce crudo o di carne alla brace, per le paste fatte in casa o i dessert contribuisce a fare breccia nelle abitudini dei clienti locali, a caratterizzarsi, a costruirsi una personalità apprezzata anche dagli ospiti alloggiati. È quello che hanno fatto in maniera incredibile nel piccolo Inn at Bay Fortune sulla sperduta isola canadese Prince Edward nella costa orientale del Canada. Durante l’estate in questo suggestivo resort a 5 stelle i proprietari, lo chef Michael Smith e sua moglie Chastity, offrono ai loro ospiti un pasto serale chiamato “The Feast”, un’esperienza gastronomica composta da una serie di quattro incredibili “momenti” di cibo all’aperto che iniziano con l’Oyster Hour e proseguono con l’esplorazione dei giardini e degli orti organici del resort. Alle 19, poi, inizia la cena vera e propria con un menu di sette portate con pane fatto in casa e appena sfornato dal forno a legna, salumi locali, pesce affumicato, zuppa di pesce locale, la loro celebre insalata organica e le migliori carni arrosto possibili, con anche pesce e verdure preparati davanti ai vostri occhi. Un menù che cambia ogni giorno e valorizza incredibilmente gli ingredienti provenienti dalla fattoria e dall’orto dell’hotel ma anche da un selezionatissimo gruppo di agricoltori, pescatori, casari e artigiani dell’isola. Ad accompagnare il tutto birre artigianali e vini locali con le impareggiabili raccomandazioni dello staff per il migliore abbinamento... perché alla fine di tutto è sempre il servizio a fare la differenza! 3 2018
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GOURMET EXPERIENCE
Grand Hotel Tremezzo Dopo una lunga collaborazione, il famoso Grand Hotel sul Lago di Como rende omaggio al Maestro della cucina italiana, Gualtiero Marchesi
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Meta tra le più amate sul lago per la sua eleganza e per la bellezza del panorama su Bellagio e le Grigne, il Grand Hotel Tremezzo è rinomato anche per un’esperienza gourmet al di fuori dell’ordinario. Si sono incontrati nel 2011, Gualtiero Marchesi, genio della cucina italiana, e il Grand Hotel Tremezzo, due vertici di raffinatezza e di amore per l’arte, la tradizione, l’ospitalità. Da questo incontro eccezionale è nata una collaborazione felice che ha permesso agli ospiti dello storico Palace, nato nel 1910, e del suo famoso ristorante La Terrazza di scoprire l’intramontabile ricchezza dei piatti “firma” del grande chef. Dopo anni di stretta collaborazione, Osvaldo Presazzi, Executive Chef del Grand Hotel, è oggi orgoglioso di portare avanti con passione e sensibilità la lezione appresa dal Maestro Marchesi, riproponen-
Osvaldo Presazzi con il Maestro Gualtiero Marchesi
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do i suoi piatti d’autore nell’incantevole scenario di uno dei laghi più romantici al mondo. Uno di questi in particolare, il “Riso e Oro”, che da quest’anno sarà accompagnato da un certificato per ricordare all’ospite un “momento italiano” davvero speciale. «Ho trascorso otto anni a fianco non solo di uno dei più grandi cuochi al mondo», ricorda Presazzi, «ma a fianco di un uomo di un’eleganza, di un garbo, di una creatività e soprattutto di una semplicità infinita». Sempre seguendo la filosofia Marchesi, il menu del ristorante si rinnova continuamente sul filo delle stagioni per sedurre con leggerezza e personalità gli ospiti, reinterpretando con fantasia la grande tradi-
zione italiana. È il lago il protagonista assoluto, per la vista e per il palato, dentro e fuori dal piatto... Ad accrescere il piacere sono poi lo charme e il romanticismo della location, la splendida terrazza dell’albergo dove un tempo Greta Garbo amava trascorrere le ore ammirando la bellezza del panorama. Ma al Grand Hotel è ancora ampia la scelta per chi ama scoprire la vera cucina italiana in tutte le sue sfumature. La creatività contemporanea del giovane Chef Martin Vitaloni delizia gli ospiti al ristorante informale “L’Escale”, una versione chic della trattoria e del wine bar ispirata alla sosta leggera ed elegante durante la navigazione sul lago. Si scopre poi un angolo di golosità immerso nel parco secolare, il “T Pizza”, che conquista con la semplicità del piatto simbolo del gusto italiano, e infine, a un soffio dal lago e dalla piscina galleggiante, il “T Beach” esalta i sapori più veri davanti al panorama impareggiabile della punta di Bellagio che si tuffa nelle acque. La quintessenza della dolce vita. Federica Serva
ph. ales&ales
GOURMET EXPERIENCE
Sheraton Lake Como Hotel La cucina d’autore di Francesco Soletti, chef del ristorante “Kitchen”, si distingue per raffinatezza e creatività e rappresenta la proposta gourmet dell’albergo
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Immerso nel suo splendido parco, Sheraton Lake Como Hotel non è solamente l’albergo per un soggiorno alla scoperta delle bellezze del Lago di Como o per l’organizzazione di un congresso o di una serata speciale, ma è anche una meta per esperienze gastronomiche. L’offerta ristorativa ha la sua punta di diamante nel ristorante “Kitchen”, guidato da Francesco Soletti (foto in basso). Il giovane e talentuoso chef è stato riconfermato anche per il 2018 al timone della brigata di cucina che stupisce gli ospiti che si accomodano nella elegante e luminosa sala del ristorante o che scelgono il piacevole dehors nei mesi estivi.
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La cucina di Francesco Soletti trasmette la sua filosofia di vita e racconta il suo percorso professionale e privato dove la tradizione del Sud d’Italia si intreccia con l’internazionalità e arriva sulle sponde del lago di Como. La passione per il cibo e la sua preparazione apprese in famiglia e l’attenzione per la scelta dei prodotti locali in una terra generosa come quella sua d’origine, la Campania, lo portano dopo la formazione iniziale a perfezionarsi in alcune delle migliori cucine stellate del mondo per tornare in Italia al ristorante La Pergola di Heinz Beck (3 stelle Michelin). Qui arriva a ricoprire il ruolo di
sous chef fino a gestire l’apertura dei suoi ristoranti in Portogallo e Dubai, e poi giunge al “Kitchen”. Le sue proposte si distinguono per una costante ricerca di prodotti di alta qualità, puntando su materie prime legate al territorio e alla stagionalità per far risaltare i sapori e i colori caratteristici della terra italiana e mediterranea. Nel menu, piatti dai gusti forti e inaspettati, come il risotto con menta, gorgonzola dolce e gambero rosso di Mazara o il piccione preparato con cavolo rosso marinato e fermentato, cavoli di Bruxelles e foie gras. Al “Kitchen” l’albergo affianca il ristorante “Gusto” sotto la sapiente direzione dell’Executive Chef Carlo Molon, la cui cucina si basa sulla rivisitazione delle ricette tradizionali italiane con un tocco di modernità. I piatti sono serviti in un ambiente raffinato e contemporaneo. Lo chef è alla guida anche del ristorante “Kincho”, aperto in primavera e in estate a bordo piscina. Ispirato al concetto di cucina “all day dining”, offre piatti gustosi a tutte le ore del giorno e ha le sue specialità nelle carni alla griglia e nella pizza di tipo napoletano cotta nel forno a legna. F.S.
TOP BLEISURE HOSPITALITY
Grand Hotel Ritz Un 5 stelle lusso di personalità e classe, pronto a nuove sfide grazie ad una vocazione Mice di alto livello tutta da scoprire
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Se questo nuovo anno ha già visto segnali positivi nel settore dell’accoglienza della Capitale e una volontà forte di riscatto sul mercato, per il Gran Hotel Ritz di Roma, il 2018 è iniziato con un importante percorso, fatto di consolidamento del prestigio raggiunto, ma anche di nuove sfide e obiettivi da raggiungere. Il merito va senz’altro alla Proprietà, la famiglia Puccini che, sia per il Ritz che per il Regent – l’altra struttura di famiglia – ha voluto dare un impulso preciso soprattutto nella scelta gestionale. Un nuovo gruppo di management è già al lavoro da un paio di mesi con uno staff di riferimento affiatato e professionale. La filosofia commerciale del nuovo management segue un’idea di qualità e di offerta ben precisa: migliorare la struttura con operazioni di restyling
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volte a esaltarne le caratteristiche peculiari, una fase che al Ritz si è già peraltro conclusa; una grande attenzione al servizio, con una cura dei particolari personalizzata; la creazione di strategie commerciali studiate su misura, allargando il bacino di utenza e rafforzandone la competitività con un’attenta politica di comarketing e un forte slancio all’attività Mice, riposizionando l’hotel in una fascia di riferimento più adeguata alle sue qualità. La Proprietà, assieme alla Direzione, sta inoltre valutando il Brand Internazionale più affine alle strutture ed in grado di valorizzarle sia dal punto di vista commerciale che di prodotto, al fine di dar luogo ad una importante Partnership in Franchising.
Location esclusiva e ricercata Riservato, poliedrico ed elegante: queste le caratteristiche principali del Grand Hotel Ritz, 5 stelle lusso raffinato, con scelte di design che lo rendono davvero unico, naturalmente votato al Mice in ogni sua declinazione per ampiezza di spazi, luminosità e gusto degli ambienti. Le sue 100 camere, 50 suite e 50 junior suite, sono state rinnovate nel design soprattutto inserendo dettagli di pregio di preziosa fattura; al sesto piano le 4 Presidential Suite, di diverse tipologie e declinate con i nomi dei grandi maestri della musica, Verdi, Puccini, Mascagni e Vivaldi, offrono ampi terrazzi panoramici e ambienti dove rilassarsi nel massimo comfort. Sono camere speciali, sempre in una morbida luce naturale, concepite per viaggiatori estremamente esigenti, che vantano spazi dai 70 a più di 170mq, alcune con un ampio soggiorno e con comodi office corner, cabine armadio e bagni in
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marmo con doppio lavabo e vasca o doccia a idromassaggio. Particolare la Suite più grande, uno stile impero rivisitato in chiave moderna, con una zona bagno divisa in tre sezioni, una splendida cascata in mosaico al centro e una zona notte e living raffinata. D’altronde l’Hotel vanta una lunga tradizione di ospitalità ai massimi livelli. Aperto nel 1960 per volontà dell’Ing. Gino Puccini, da allora è stato sempre gestito dalla famiglia. Una particolarità che ne ha garantito un upgrade costante e di lusso rendendolo punto di riferimento per una clientela leisure d’elité, complice la vicinanza con l’Auditorium della Musica, con la Galleria nazionale d’Arte moderna e contemporanea, e con numerose ambasciate nel quartiere Parioli. Inoltre, la posizione strategica nel cuore residenziale della Città ma a solo una fermata metro da Piazza del Popolo, costituisce un comodo accesso alla scoperta delle bellezze di Roma.
Emozioni gourmet e panorami romani Anche il ristorante “Le Roof” del settimo piano, 400mq con una sala interna per ospitare fino a 80 coperti e 20 ospiti nella loggia esterna semicoperta, è un ambiente tutto da scoprire. Il top floor dell’hotel accoglie gli ospiti a pranzo e cena con scelte gourmet proposte dalla ristorazione ricercata di uno chef eclettico, Gaetano Costa, maestro di alta cucina mediterranea che rivisita in chiave innovativa la tradizione gastronomica italiana. Aperto tutti i giorni a pranzo e a cena, anche agli esterni, il Le Roof è una location ideale anche per degustare aperitivi e drink nell’originale Bar interamente rivestito di mosaico bianco, magari per godersi il tramonto sulla Città Eterna. “Olympia” è invece l’oasi del benessere dell’hotel, gestita direttamente dalla struttura, dove la parola d’ordine è relax in armonia. Dotata di cabine con lettini di calda sabbia al quarzo che possono anche trasformarsi in suite esclusiva per due persone, vanta una grande e accogliente area umida completata da una grande vasca idromassaggio cromoterapica, lettini effervescenti e lame d’acqua cervicali per rilassarsi e recuperare energie. Anche l’Hotel Regent, poco distante, ha beneficiato di un revamping recente che
“Mice al Ritz, declinazione naturale” Il Grand Hotel Ritz vanta un Centro Congressi di riferimento nella Capitale, con una capienza variabile dagli 8 ai 500 ospiti (in allestimento a cocktail), da declinare nelle 6 sale a disposizione, alcune dotate di luce naturale e tutte modernamente attrezzate, con numerose possibilità di usufruire di aree antistanti le sale meeting, dedicate a coffee break e servizi ristorativi che garantiscono completezza e piena flessibilità organizzativa. La Sala Plana, la Chelini, la Regency e la Euclide variano dai 20 ai 90mq, e sono ideali per piccole-medie riunioni o eventi privati; per cocktail o presentazioni più ampie, ecco la Sala Civinini e la Sala Empire, quest’ultima arricchita di pregiati stucchi, ideale per sfilate, cene di gala, lancio eventi, concerti e presentazioni, un ambiente che si presta anche a svariate soluzioni di allestimento per la sua particolare forma circolare. Per occasioni particolari, il ristorante Le Roof può essere invece una scelta più emozionale e d’effetto.
ha rinnovato le 201 camere esistenti. Qui, la nuova policy gestionale valorizzerà nei prossimi mesi il suo importante Congress Center con sale meeting dotate di luce naturale e ambienti comuni fruibili in ogni ora del giorno, sempre in dinamicità di allestimenti e soluzioni personalizzate. C.C.
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Hotel Casale Immerso nel paesaggio delle dolci colline marchigiane, l’Hotel Casale di Colli del Tronto, in Provincia di Ascoli Piceno, è una struttura business, dalla gradevole atmosfera familiare, con ambienti eleganti e comfort moderni. Ideale per meeting e soggiorni leisure
La bellezza dell’entroterra Piceno, con le sue dolci colline, e il fascino di un antico borgo medievale: questa è l’atmosfera che circonda il Casale, splendido business hotel che si presta ad accogliere eventi aziendali di ogni sorta. Il complesso ricettivo, a pochi chilometri dal mare Adriatico, in provincia di Ascoli Piceno, e vicino alle principali vie di trasporto e arterie (quindi facilmente raggiungibile), l’hotel nasce dalla magistrale ristrutturazione di un antico borgo e dispone di diverse sale che possono fare da cornice ad ogni tipologia di evento aziendale, dal meeting al convegno, dall’esposizione al congresso... Si potrà inoltre contare sulla disponibilità di uno staff accorto e preparato. Le sale, oltre una ventina, sono tutte ben ristrutturate, eleganti, accoglienti e dotate di
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ogni confort. Si può, per esempio, scegliere tra la moderna sala Raffaello, la Gioconda-Leonardo, la Baco, la Crivelli, la Iris, e, ancora, tra la sala Rosatea, Azalea, Erica, Orchidea. Le sale possono accogliere da un minimo di 20 a un massimo di 1200 persone e si possono organizzare anche più eventi in contemporanea. A disposizione ci sono i più moderni sistemi tecnologici: sistema audio e microfoni fissi o “gelato”, maxi schermo, videoproiettori, lavagna a fogli mobili, penna laser, connessione ADSL. Caratteri-
stiche, queste, che fanno del centro congressi del Casale uno dei maggiori – per spazi, tecnologie e qualità dei servizi – presenti nelle Marche. Qualunque esigenza qui verrà accolta e soddisfatta. Al Casale il cliente troverà anche servizi esclusivi e suggerimenti per un’autentica life experience sul territorio. Non solo meeting, quindi, ma anche relax, gusto e benessere. L’Hotel Casale dispone infatti di 209 camere dotate di ogni comfort, ben 4 sale ristorante, dove gustare ottime specialità regionali e nazionali e di una splendida spa, con centro benessere e piscina coperta, per trattamenti e massaggi. Tutto questo in una cornice invidiabile, facilmente raggiungibile. L’azienda che vuole dare ancora più lustro alla propria immagine aziendale, non ha, dunque, che da scegliere il meglio: l’Hotel Casale! Silvia Fissore
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Hotel Principe di Savoia Lo stile italiano si riconosce subito: gusto, bellezza, attenzione ai dettagli e cura del cliente. L’hotel Principe di Savoia di Milano è un esempio di ricettività che unisce la migliore tradizione del made in Italy all’innovazione, offrendo un’experience di lusso a 360 gradi
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Situato a Milano, in Piazza della Repubblica, uno dei punti più frequentati della città, con alle spalle quasi un secolo di storia, l’hotel Principe di Savoia, del luxury brand Dorchester Collection, è un’icona dell’alta ospitalità che deve il successo alla capacità di innovarsi continuamente senza perdere la sua identità. Soggiornando in una delle sue 287 camere e 44 suite, al Principe si vive un’autentica royal experience, circondati da comfort, bellezza e servizio, tutto all’insegna
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dell’esclusività. Ciascuna diversa dall’altra, le camere dispongono delle più moderne tecnologie e sono un omaggio al made in Italy più raffinato; tanto per farsi un’idea, nei bagni di marmo si trova un’ampia scelta di prodotti Acqua di Parma. L’architettura degli spazi e gli arredi d’epoca evocano un’atmosfera di eleganza, mai ingessata, però, dove si respira un allure raffinato e cosmopolita. Molto belle e confortevoli, in particolare, la Camera Premium, con zona giorno separata e la Ambassador Suite, che rievoca i fasti dei ruggenti anni Venti. Ma il fiore all’occhiello resta la Presidential Suite, con tre camere da letto e una terrazza panoramica con vista spettacolare sulla città; dove ci si può persino rilassare con un bagno nella piscina interna.
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Hot spot trendy per aperitivi, pranzi e cene Al ristorante Acanto si vivono viaggi del gusto memorabili. Non a caso il restogourmet del Principe è un indirizzo must per l’alta cucina e per il servizio impeccabile. Di recente Principe di Savoia ha stretto partnership con famosi brand di design, dando vita alla novità gastronomica a tema Tavolo Cristallo. Un’esperienza di sensoriale unica, dove i cristalli Swarovski fanno da cornice alla tavola vestita con una mise en place di Stefano Ricci Home. Grazie allo staff e allo chef Alessandro Buffolino, ogni richiesta del festeggiato verrà esaudita: compleanni, anniversari, feste di laurea. L’Hotel è anche punto di riferimento per aperitivi, grazie al suo Principe Bar, noto per la sua atmosfera particolare. Qui spiccano il lampadario composto da ben 5000 elementi e le opere di Mimmo Rotella che rimandano ai film italiani più celebri. Ideale per un aperitivo o eventi privati, il bar dispone di una consolle Dj per momenti conviviali di live music.
Proposte primavera estate 2018 A fare del Principe di Savoia un’icona cittadina è anche la sua capacità di far vivere agli ospiti un’esperienza sul territorio declinata nel segno dell’esclusività e dell’originalità. Le idee al Principe non mancano mai, in particolare, con l’arrivo della bella stagione. In calendario, quest’anno, c’è come novità, un’emozionante gita a bordo di un’Alfa Romeo 4C Spider che da Arese (museo dell’Alfa) porta fino al lago di Como, mentre, per gli amanti
Benessere da 10 e lode Il Club 10 Fitness & Beauty Center è un rifugio per chi, anche in vacanza, non rinuncia alla forma. Il numero non è stato scelto a caso: lo spazio si trova al decimo piano, la vista su Milano è spettacolare e la qualità è dei servizi ottima. Da dieci, appunto. Con tanto di lode. Palestra, piscina e spa, tutte concentrate in un unico luogo di vera classe. Pavimento e pareti in legno riscaldano l’ambiente conferendogli naturalità, mentre i macchinari all’avanguardia firmati Technogym della Palestra garantiscono le migliori perfomance di allenamento. E non mancano neppure le tecnologie di intrattenimento per tenersi in forma senza annoiarsi, come minischermo TV, auricolare, fast track control e joystick, né sistemi innovati di ventilazione per diffondere aria profumata. Con 60 mq, infine, la piscina dell’hotel si aggiudica il primato della più grande Spa milanese. Ubicati in una zona tranquilla, si trovano la vasca idromassaggio jacuzzi, sauna e bagno turco. Sempre per vivere un’esperienza di puro benessere e relax si può optare per un massaggio in spa, anche in coppia. Neppure la scelta dei prodotti è stata lasciata al caso: la direzione ha scelto infatti le linee dei brand Comfort Zone e Sensai. della montagna, c’è la possibilità di prenotare un volo in elicottero fino al Bernia. Da provare infine lo Scented Tour, alla scoperta di boutique e musei dedicati ai profumi. Tutte le offerte prevedono il servizio di limousine gratuito da e per il centro città. Matteo Melani
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Ostuni Rosa Marina Resort Struttura che unisce il comfort e le formule all inclusive di un villaggio vacanze con gli spazi e le opportunità per meeting e incentive, all’interno di una cornice dove la natura rigogliosa incontra le tradizioni e la cultura tipiche della Puglia
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Lussureggiante macchia mediterranea, con i suoi profumi e colori, mare cristallino e spiagge bianchissime: questo lo scenario in cui è immerso il complesso dell’Ostuni Rosa Marina Resort, destinazione dalla doppia vocazione, struttura all in-
Mice in riva al mare
Non solo villaggio vacanze: il resort Ostuni Rosa Marina ha un’intera area dedicata a meeting e congressi, al coperto, oltre a diversi spazi all’esterno, da utilizzare per welcome cocktail, buffet e coffee break, cene di gala sotto le stelle e special events. Due le sale disponibili, da 370 e 150 posti, ulteriormente modulabili e divisibili in soluzioni di minori dimensioni, accanto ad ambienti più raccolti per incontri informali, colloqui ed eventi collaterali. All’esterno si trovano due zone che possono essere allestite in esclusiva: quella del laghetto, raccolta attorno allo specchio d’acqua, e il Pontile che, oltre al ristorante già citato, offre un american bar. Anche i giardini e la spiaggia, che si raggiunge con una passeggiata in mezzo alla macchia mediterranea o con un breve tragitto sul trenino interno Rosa Marina Express, sono stati spesso cornice di allestimenti ad hoc, per momenti conviviali o attività di team building.
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clusive e destinazione Mice, a Ostuni, perla del Salento. A soli 30 km dall’aeroporto di Brindisi, questo villaggio si trova disseminato tra giardini fioriti, palme e ulivi secolari, con tante diverse aree all’aperto in cui inscenare eventi e occasioni, ma anche rilassarsi e fare il pieno di benessere. A 300 metri dal resort c’è la spiaggia, un’insenatura naturale di sabbia fine e di dune da cui si raggiungono le tante calette incontaminate di questo tratto di costa.
Mediterraneo da scoprire Tra i tratti distintivi del resort c’è sicuramente il suo stretto legame con il territorio, che si declina in ogni aspetto delle sue attività, dalla cucina, che si basa sulle materie prime locali e sui piatti della tra-
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dizione, agli sport, che privilegiano il contatto con la natura e la possibilità di ritrovare energia e benessere, dal wellness, con i prodotti tipici del luogo, alle visite e alle esperienze nei parchi e nelle città più caratteristiche del Salento e della Valle d’Itria. Mangiare bene, sano, seguendo i dettami delle stagioni è alla base della cucina dei due ristoranti del resort, uno dei quali, Il Pontile, è in spiaggia, affacciato sul mare, e offre pranzi a base di specialità di pesce e light buffet. Ma il benessere non si conquista solo a tavola: nel punto wellness Rosmarin trattamenti e massaggi a base di prodotti naturali sono dedicati alla bellezza e alla salute di viso e corpo. All’aperto le attività sportive si trasformano in gioco e divertimento, tra i due campi da tennis, quello da volley e i due in erba sintetica per il calcetto, mentre per un esercizio fisico più strutturato c’è la vicina fitness area. Poco distante anche un rinomato green, il San Domenico Golf Club, sia per principianti che vogliano imparare a dare i primi colpi sia per esperti in cerca di sfide. Il resort è anche il punto
di partenza ideale per andare alla scoperta dei luoghi icona del Salento, tra Ostuni, la città bianca, con la sua caratteristica architettura, i trulli di Alberobello, le aree archeologiche e i parchi naturali, le Grotte di Castellana e, per visite da un giorno, Lecce con i suoi monumenti barocchi e la suggestiva Matera, con i suoi sassi dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Giulia Gagliardi
I numeri del Resort 240 camere, 12 spazi meeting complessivi con una capienza fino a 650 posti, 700 coperti totali tra i due ristoranti e le aree dining all’aperto, 500 mq di spazi espositivi, 300 posti auto: questi numeri parlano di una struttura in grado di accogliere eventi di ogni tipo e dimensione, con tutta la flessibilità necessaria per rispondere a ogni possibile esigenza e un team ormai collaudato.
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Masseria Traetta
La bella stagione è alle porte e molte coppie stanno programmando il proprio matrimonio. Per vivere il giorno più bello della vita in un’atmosfera da sogno che unisce il luxury con il local, c’è Masseria Traetta
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Situata ad Ostuni, una delle zone più famose della Puglia, la masseria conserva la sua tradizione aprendosi all’innovazione e all’internazionalizzazione. Con la sua struttura, risalente alla fine del XIX secolo, e i suoi 40 ettari di terreno, circondati da oliveti e aree boschive, Masseria Traetta è la location perfetta per un pranzo, una cena o un rinfresco di nozze all’aria aperta. Di proprietà della famiglia D’Agosto-Cioffi, l’edificio è stato restaurato nel 2008, recuperando beni storici e ambientalistici che si possono tuttora ammirare. Il colore predominante dell’esterno è il bianco che, oltre a riprendere la tinta di un abito da sposa, ricorda proprio il cen-
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tro della città di Ostuni, un tempo dipinta con calce bianca. Il bianco viene poi ripreso anche dai tavoli e dalle sedie, che conferiscono una sensazione total white di lusso e comfort. Per vivere un’experience a 360 grandi con la natura, non si può non sfruttare l’immenso parco che la masseria dispone. In mezzo a oliveti, ciliegi e frutteti, vengono allestiti banchetti di grande impatto scenografico. La masseria è in grado di ospitare fino a 300 invitati e la cura per i dettagli, si vede anche nelle sale e spazi lounge, dotati delle più moderne tecnologie. Qui si può fare due chiacchiere o prendere un aperitivo prima di cena. L’attenzione verso il cliente si esprime anche nella grande professionalità del personale, che insieme alla direzione, si plasma intorno alle richieste dell’utente: c’è chi desidera un matrimonio in stile pugliese, chi in stile antico-romano e chi, addirittura in stile far-west. La flessibilità è il punto di forza della location: d’altronde il 60% delle prenotazioni di eventi wedding proviene da fuori del territorio pugliese. Il know-how della masseria non è passato inosservato agli addetti ai lavori, tanto che l’azienda ha aperto un ramo di catering che serve strutture di prestigio. Ma la ciliegina sulla torta resta la suite nuziale: uno spazio di vastità, eleganza, relax per garantire il massimo del soggiorno alla masseria.
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di nomi che va dai DOC pugliesi fino allo champagne.
Servizi unici per un giorno unico Bio e internazionale: tutto il gusto del cibo Mangiare alla cucina di Masseria Traetta rappresenta un’esperienza enogastronomica indimenticabile: dall’antipasto al dessert si gustano pietanze genuine e raffinate. Le farine usate per la produzione delle paste alimentari provengono dai semi delle piante dei terreni della masseria, e il prodotto finale rimane naturale senza subire contaminazioni, proprio come la frutta e la verdura raccolte nei campi di proprietà. Si tratta di una valorizzazione dell’agricoltura locale che fa della masseria un’icona dello stile biologico. Vista la sua vocazione ad accogliere anche ospiti internazionali, la masseria propone specialità da tutto il mondo, come le ostriche Gillardeau o il caviale. Dalla scelta degli ingredienti fino alla preparazione dei piatti, tutte le operazioni sono guidate dallo chef Piero Ferrara. L’unione fra Made in Italy e influenza internazionale si nota anche nel beverage, con una vasta gamma
Ciò che rende la masseria un punto di riferimento per i neosposi è la qualità dei servizi, innovativi e alla moda. Lo shooting fotografico è un servizio di punta per gli ospiti della masseria. Oltre alle foto capture di sposi e invitati (ad esempio i novelli sposi che si parlano o due commensali che sorridono), la Masseria mette a disposizione “cartelloni” simili a quelli che si vedono sul red carpet degli Oscar. Ciò dimostra l’attenzione verso la cultura del presente e porta allegria tra i clienti. Alla fine di una festa però, la musica è un elemento che non manca mai, e si può ballare sia fuori che nei locali interni. Non sempre il cielo è stellato, talvolta si può incappare in giornate nuvolose. Ma nessun problema, Masseria Traetta si è dotata di un apparecchio scenografico in grado di “emettere” stelle sulle strutture esterne. Questa soluzione è praticata soprattutto in inverno, quando il grigiore copre il colore blu del cielo. Matteo Melani
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CoeLux® Pensato per gli spazi indoor, il sistema CoeLux® porta il sole dove non c’è, ricreando l’effetto ottico della luce calda e diretta del nostro Astro. Mentre la nuova funzione Switch to Moon, disponibile per i sistemi CoeLux® 45 HC e CoeLux® 60 HC dà vita a un meraviglioso cielo notturno
di Rayleigh, il processo naturale che causa la diffusione delle radiazioni solari nel cielo. L’azienda che ha sviluppato questa tecnologia è Coelux Srl, nata a Como nel 2009 e insediatasi all’interno del Polo Tecnologico di Como NeXT. Il suo fondatore
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Se il sole non arriva, perché non portarlo dove vorremmo che arrivasse con la sua luce? Parte da questo presupposto l’italianissima invenzione che sta già rivoluzionando il mondo dell’illuminazione. Si tratta dei sistemi CoeLux®, vere e proprie “finestre artificiali” che portano uno spaccato di cielo luminoso là dove il sole non arriva: sotto le banchine della metro, nei supermercati, nei garage interrati e nei sotterranei di alberghi, scuole, ospedali, così come nelle aree non illuminate di SPA, spogliatoi e centri Wellness. Si tratta di un nuovo tipo di luce artificiale in grado di ingannare l’occhio umano grazie a nanoparticelle che simulano la dispersione
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e CEO, il Professor Paolo Di Trapani, dell’Università dell’Insubria, ha dedicato 10 anni di studio e lavoro per implementare questo sistema che replica, grazie all’azione di un proiettore LED e di un sofisticato sistema ottico, la sensazione di distanza fra il cielo e il sole, ricostruendo ciò che accade nell’atmosfera in chilometri e chilometri di distanza. Le applicazioni potenziali sono infinite: dall’illuminazione di spazi al chiuso, alla riproduzione della luce naturale in posti in cui le ore di luce solare sono poche. Simulando la forma e la funzione di una finestra, questi sistemi d’illuminazione riproducono l’effetto benefico della luce calda del sole con quella azzurra e diffusa del cielo ricreando indoor luci, forme e volumi tipici dell’outdoor per una nuova dimensione dello spazio architettonico. Lo scorso marzo, in occasione della fiera Light + Bilding di Francoforte, sono state presentate altre due importanti novità: CoeLux LS (Long Sky) e la modalità “Switch to Moon” per i sistemi CoeLux 45 HC e CoeLux 60 HC. In particolare il primo è un sistema compatto e caratterizzato dal sole e da una grande apertura: la finestra, infatti, misura 29,5 x 108, 6 cm. Il sistema è disponibile in due versioni, CoeLux LS Matte e CoeLux LS Ice che si differenziano tra loro per finitura e di-
mensione della cornice. Il sistema ricrea, a seconda del movimento dello spettatore nello spazio, la sensazione di un cielo limpido e cristallino o la percezione di una leggera foschia. Progettato per essere installato in qualsiasi tipo di controsoffitto può essere posizionato singolarmente, modularmente o in linea per ricreare la magia di infiniti e profondi corrodi di luce anche negli spazi più bui. Silvia Fissore
SWITCH TO MOON La modalità “Switch to Moon”, regala un sorprendente passaggio da una scenografia diurna a una notturna. Una luce morbida e leggera in grado di risplendere sugli oggetti creando eteree ombre blu e regalando la sensazione di una finestra spalancata sulla luna piena in uno spazio infinito. «La luna, a differenza del sole, si lascia guardare; sembra voglia farsi guardare», commenta Paolo Di Trapani. «È lei che quando splende sola, nel cielo, ci chiama fuori dalle quattro mura per indurci ad abitare uno spazio più grande. Lei è il primo sasso nel fiume, su cui il ponte dei raggi si poggia aprendo la via verso il cosmo. Questa è la luna: una finestra spalancata sulla vera casa dell’essere umano: l’universo».
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Ecofin Group Non solo outsourcing... La nota azienda romana di servizi punta sul mondo della ristorazione e sulla gestione alberghiera. Tutto in un’ottica, come sempre, di innovazione e flessibilità
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«Da sempre facciamo dell’innovazione uno dei nostri punti di forza, organizzandosi in base alle richieste del mercato», ci racconta Marco Massarut (foto sopra), Administrator & General Manager di Ecofin Group. «Siamo partiti dal mondo dei servizi per l’hotellerie e siamo fieri di poter dire che, oggi, Ecofin Group è uno dei principali player che opera a livello nazionale nell’outsourcing alberghiero. Il nostro è un team composto da giovani professionisti e tecnici con consolidato know how nei servizi di housekeeping, servizi food&beverage, gestione alberghiera, consulenze direzionali, management e formazione del personale. Fornire servizi in outsourcing vuol dire per prima cosa poter dare “qualità” all’albergatore che ti sceglie: è finito il tempo delle corse a proporre il prezzo più basso. Adesso vince
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chi propone un servizio di qualità che sgravi l’imprenditore alberghiero da occupazioni e preoccupazioni che fanno parte del business dell’accoglienza ma che sono gestibili da terzi con meno problemi e minor fatica. Non bisogna dimenticare che fattori come la pulizia sono il biglietto da visita dell’albergo. Viviamo nel tempo dei social e ricevere una recensione negativa sul web in tempo reale può essere rovinoso per la brand reputation di un hotel. Oggi una critica on line costa molto di più di un fornitore cattivo. Conviene dunque investire in qualità. L’appalto va interpretato anche dal punto di vista del fornitore con costi giusti, che non possono essere troppo bassi: la qualità ha un prezzo e questo prezzo è una garanzia per fornitori e appaltatori. Quando i prezzi sono troppo bassi, qualcosa non torna. Ecofin
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Group, ad esempio, da sempre, applica il contratto nazionale per i suoi collaboratori. Il vantaggio di un appalto di fiducia, non è il costo basso, ma la flessibilità del servizio fornito: se il committente ha dieci camere occupate pagherà la pulizia di quelle soltanto. Non si risparmia mai sulla qualità dei servizi forniti al cliente: l’ospitalità, soprattutto quella a cinque stelle, non se lo può permettere. Occorre rispettare gli standard internazionali e quindi ci vuole anche una formazione adeguata. Dal 2018 non lavoriamo più in subappalto ma solo con contratti diretti. L’albergatore stipula un contratto con noi e noi assumiamo il lavoratore. È una scelta che dà sicurezza al committente e siamo sicuri che funzionerà. La passione e la professionalità sono le forze che ci aprono a nuove sfide e che garantiscono, al nostro cliente, flessibilità e miglioramento continuo dei processi, questo grazie a sistemi di gestione del personale mirati a ottimizzare sempre più i costi operativi. I servizi e i prodotti che offriamo sono costruiti su misura per le esigenze dei nostri committenti; dopo un’accurata analisi sul luogo, tenendo conto che in un’Italia come quella attuale, che è sempre più destinazione turistica a 360 gradi e internazionale – si pensi ad esempio a Milano, diventata dopo Expo 2015 una capitale del turismo leisure – non ci si può proporre con servizi inadeguati.
dei collaboratori. Quindi, anche nella ristorazione ci avvaliamo di professionalità consolidate, forti anche dell’esperienza maturata nella gestione di undici ristoranti del gruppo ATAHotels. Oggi, inoltre, annoveriamo nel nostro carnet un altro “nome” importante: il ristorante del Baglioni Hotels La Vela di Punta Ala, aprirà a brevissimo e sarà per noi una bella scommessa. L’hotel è, infatti, una destinazione anche per eventi e, in questo senso, può costituire un progetto pilota da riproporre in altre destinazioni. Da diverso tempo, gestiamo poi, con successo, due ristoranti “non di hotel”, uno a Milano e l’altro a Roma mentre, recentemente, abbiamo preso in gestione due alberghi a Cesenatico: quello della gestione alberghiera è un settore a cui pensiamo di dedicarci sempre di più, con l’intenzione di specializzarci nella proposta di modelli innovativi che rappresenteranno l’evoluzione del nostro business nell’outsourcing. Un mondo, quest’ultimo, che non abbandoneremo, ma che renderemo più selettivo, puntando ancora di più su skills altamente professionali e qualità dei servizi. D.D.
Nuove strade Grazie al successo nel settore dell’outsourcing, oggi, Ecofin Group ha deciso di percorrere nuove strade: «abbiamo deciso», continua Marco Massarut, «di occuparci più direttamente anche di ristorazione e gestione alberghiera. Due attività che rappresentano la naturale evoluzione del nostro modello di business pensato per il mondo dell’accoglienza. La ristorazione, soprattutto, è una sfida difficile ma determinante per rendersi più visibili sul mercato. A fare la differenza è sempre la qualità che non può prescindere dalla scelta 3 2018
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Zeus Energy Group
Azienda leader nell’efficientamento energetico, individua le migliori soluzioni tecnico-impiantistico per ottenere risparmi duraturi
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Zeus Energy Group è una energy company attiva dal 2016 che si presenta sul mercato come partner di supporto alle aziende - principalmente alberghiere ma non solo - per migliorare la loro efficienza energetica, lo specialista del risparmio energetico, un risparmio che condivide con il cliente. Due le linee principali della sua filosofia di intervento: il risparmio economico e la salvaguardia dell’ambiente, obiettivi perseguibili simultaneamente e con risultati vincenti attraverso un utilizzo finalmente razionale dell’energia.
Energy Group utilizza un approccio integrato sia sugli impianti termici che su quelli elettrici utilizzando varie tecnologie tra cui: pompe di calore ad alta efficienza; caldaie a condensazione; impianti solari ad integrazione dei circuiti di raffrescamento; impianti solari ad alta concentrazione; cogenerazione e trigenerazione, stabilizzatori dei carichi elettrici e rifasatori; installazione di inverter sui macchinari che ne sono sprovvisti; impianti fotovoltaici.
Step by step Approccio integrato e tecnologie avanzate Zeus non è una società che vende elettricità o gas metano, ma un partner affidabile che aiuta il cliente ad individuare i punti critici del sistema energetico aziendale, progettando gratuitamente le soluzioni tecniche che hanno il miglior rapporto costi/benefici, sostenendo il costo per i nuovi impianti o il miglioramento di quelli esistenti per poi dividere con il cliente il risparmio ottenuto. Il cliente trattiene quindi il risparmio di sua competenza (minimo il 10%) e gira a Zeus la differenza in rate mensili posticipate rispetto al verificarsi del risparmio. In generale, Zeus
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Entrando nel dettaglio, la consulenza di Zeus Energy Group si sviluppa in 5 step. Nella fase 1, un periodo di approccio iniziale necessario per conoscere l’attività del cliente, si procede ad una vera e propria acquisizione dati. Il cliente fornisce lo storico dei consumi (ultime 12 bollette di luce e gas) e gli schemi elettrici di impianto, mentre il personale specializzato effettua un sopralluogo gratuito sul campo, per localizzare tutte le criticità. Nella fase 2, Zeus propone un primo intervento con risparmi garantiti del 10% sui costi storici. Al cliente viene infatti proposto un contratto “condizionato”, sottoposto cioè alla condizione che Zeus individui,
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mediante il monitoraggio dei consumi, degli interventi che portino un risparmio effettivo superiore al 10%. È solo nella fase 3 che Zeus installa, gratuitamente, il proprio sistema di monitoraggio dei consumi per un periodo di almeno 10 giorni. Il sistema di monitoraggio è di piccolissime dimensioni e non intralcia in alcun modo l’operatività degli impianti del cliente. Segue poi una fase di analisi incrociata, durante la quale i dati raccolti vengono analizzati ed elaborati attraverso gli algoritmi del sistema ZEM - Zeus Energy Management, che traccia l’energy reduction target da raggiungere. Al termine del processo, Zeus conferma l’offerta di risparmio condiviso al Cliente, che prevede il pagamento di una fee mensile, posticipata rispetto al risparmio ottenuto.
Nessun pensiero, risparmio facile e immediato L’impegno del cliente è quindi minimo, poiché il suo compito è fornire i dati di consumo con gli schemi di impianto elettrico e consentire i sopralluoghi dei tecnici di ZEUS. Al contrario i benefici sono immediati poiché ottiene subito una diagnosi energetica gratuita ed un controllo delle fatture dei fornitori di elettricità e gas metano. Una volta applicato il contratto potrà controllare, sul portale ZEUS per il monitoraggio, che ci sia il risparmio garantito. Ottiene inoltre impianti nuovi e
la messa a norma di quelli esistenti. Il pagamento della fee mensile a ZEUS, sarà una fase ancora ulteriore e solo dopo che il risparmio si è verificato. In più, al termine del contratto il cliente diviene proprietario effettivo degli impianti/attrezzature installati da ZEUS, e dopo la fine del contratto potrà godere di tutto il risparmio realizzato. C.C.
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RISORSA UOMO
Alternanza Scuola-Lavoro Un percorso formativo ed esperienziale per ridurre la distanza tra il mondo accademico e l’impresa. Un’opportunità in particolare per il settore del turismo e dell’ospitalità
✒Barbara Ainis L’incontro tra giovani studenti e aziende può e deve rappresentare l’occasione per costruire il futuro di entrambi
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Tra il mondo del lavoro e quello della scuola c’è un rapporto complesso, a volte di stretta collaborazione e sinergia, altre volte di maggiore distanza, a causa di scarsa conoscenza reciproca, pregiudizi e fraintendimenti. Uno strumento che entra in campo per accorciare queste lontanan-
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ze è l’Alternanza Scuola-Lavoro: una realtà consolidata da molti anni per alcuni istituti scolastici, quelli del professionale e gli istituti tecnici, e una novità recente per altri, licei in primis, questo percorso formativo ed esperienziale è diventato da due anni, con la legge 107 del 2015 della “Buona Scuola”, obbligo per tutti gli studenti del triennio delle scuole superiori. Un esercito di giovanissimi, che, nella stragrande maggioranza con entusiasmo, ma non senza dubbi e criticità, parte alla scoperta del mondo del lavoro, entrando in contatto, durante gli anni del percorso scolastico, con le imprese, le professioni e le regole di un mondo che li attende. E il settore del turismo è, oggi più che mai, protagonista di questa contaminazione, accogliendo, ormai già da oltre 25 anni, gli studenti degli istituti alberghieri e, più di recente, anche quelli provenienti dagli istituti tecnici informatici e dai licei linguistici. «Bisogna innanzitutto allontanare un fraintendimento», ci ha detto Anna Maria Zilli, presidente della Rete Nazionale
RISORSA UOMO
Istituti Alberghieri (Re.Na.I.A.). «Non si tratta solo di fare un’esperienza in azienda. L’ASL (Alternanza Scuola-Lavoro) è una progettazione complessa di un percorso formativo, fatto di visite aziendali in Italia e all’estero, testimonianze, incontri con esperti, moduli di settore, corsi specifici sui temi della sicurezza. Molte volte si concentra l’attenzione solo sul momento conclusivo: lo stage. La scuola, invece, deve progettare e deve farlo diversamente dal passato. Si tratta di riuscire a “curvare” tutte le materie, non solo quelle di indirizzo, al fine di cercare di sviluppare contenuti specifici per aiutare i ragazzi a inserirsi, un domani, in un contesto di lavoro». A trarne vantaggio, quando l’Alternanza funziona davvero, sono tutti i protagonisti di questo momento d’incontro: le aziende, le scuole e gli studenti.
Il bottone rosso contro gli abusi A salire agli onori della cronaca negli ultimi tempi, in merito all’Alternanza ScuolaLavoro, sono stati i casi di abusi, o presunti tali, denunciati e gridati dai ragazzi scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso. L’accusa verso alcune aziende coinvolte nei progetti di alternanza è stata quella di sfruttare manodopera gratuita. Ma se è vero che delle serie criticità si sono, in effetti, verificate, in particolare e in maniera grave in termini di mancato rispetto della sicurezza e degli orari o di totale inattività nell’esperienza che doveva essere formativa, i dati di recentissime indagini sull’ASL raccontano invece di un altissimo livello di soddisfazione tra i ragazzi: l’85% degli studenti considera utili le esperienze di alternanza e l’80% le considera interessanti, stando all’indagine di Almadiploma sul Profilo dei Diplomati 2017; oltre il 90% degli studenti si ritiene soddisfatto o molto soddisfatto delle esperienze vissute, secondo la ricerca L’Alternanza Positiva, realizzata per il secondo anno da Sale Scuole Viaggi. Nonostante, dunque, il sentimento diffuso sia positivo, il MIUR ha istituito, insieme con altre misure che vanno a rilanciare e chiarire alcuni punti della legge sull’alternanza, un sistema di controllo diretto i cui protagonisti sono i ragazzi stessi. È il cosiddetto bottone rosso: uno strumento di tutela che consente agli studenti di segnalare situazioni di criticità che ostacolano
o impediscono il corretto svolgimento dei percorsi di ASL. Le critiche più importanti, in realtà, arrivano dagli studenti delle scuole superiori che solo negli ultimi due anni si sono trovate a dover gestire i progetti di alternanza: mentre negli istituti professionali e tecnici le percentuali dei ragazzi che ritengono utili queste esperienze formative toccano rispettivamente il 94% e l‘87%, tra i liceali questo dato scende al 77%. Sembra dunque che lo scontento possa essere attribuibile ad una ancor scarsa esperienza da parte delle scuole e degli studenti delle potenzialità reali dello strumento dell’alternanza e, quindi, ad un ancor poco oliato funzionamento del sistema. Perché, invece, è proprio dall’incontro virtuoso tra scuola e imprese che possono trarre vantaggio, in primo luogo, gli studenti.
La stragrande maggioranza degli studenti considera utili e interessanti le esperienze di Alternanza Scuola-Lavoro
Orientamento, didattica, alternanza Perché i progetti di ASL abbiano successo è fondamentale che siano ideati e sviluppati tenendo presente le tre fondamentali istanze che trasformano un’esperienza in azienda in un’esperienza formativa, differenziandola dal classico stage. La prima necessità è quella dell’orientamento: le attività di orientamento si svolgono negli istituti scolastici attraverso incontri tra docenti, allievi e imprenditori o tutor aziendali, sia nella fase di avvio dell’anno scolastico, sia in occasione delle giornate organizzate ad hoc dagli istituti o in altre occasioni durante l’anno. A questo segue la didattica, in una doppia accezione: l’impresa, partecipa alla formazione in aula con l’intervento di esperti, per “narrare” la propria esperienza pro3 2018
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RISORSA UOMO Nativi digitali: il Web è servito A volte i progetti di Alternanza Scuola-Lavoro possono essere davvero la risposta a un bisogno concreto. Così è stato per il FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, che dopo essersi scontrata con il mondo di Internet e dei social ha deciso di incontrarlo, dialogando con tutti i vertici delle principali piattaforme web per entrare da protagonisti in questo mondo, sfruttandone gli strumenti e penalizzandone gli usi distorti. E senza perdere l’identità e l’anima del fare accoglienza all’italiana. Proprio in quest’ottica si colloca il progetto di ASL del FIPE in collaborazione con Tripadvisor, The Fork, Google e Deliveroo. «È qui per noi l’incontro impresa-scuola: nel costruire figure professionali nuove e smart che accompagnino in questa nuova riorganizzazione le aziende per stare sul mercato», ci ha detto Aldo Mario Cursano, Vice Presidente Vicario Fipe e Presidente Fipe Toscana. «La scuola e gli studenti per noi sono fondamentali, anche per la familiarità che i giovani hanno con questi nuovi strumenti. Ci rivolgiamo in particolare a istituti tecnici informatici e la sfida è quella di integrare il linguaggio dell’informatica e della tecnica, con la filosofia dell’impresa e la necessità di condivisione dei valori. Vogliamo coinvolgere i ragazzi per fargli vedere il futuro e lo facciamo con le più grandi piattaforme web al mondo che hanno già in mano l’evoluzione del futuro. Prima di tutto si comincia con sessioni di 4 ore dedicate ad ogni piattaforma, per trasferire ai ragazzi come anche le prenotazioni online possano stimolare la creatività. Poi si prosegue con la Selezione di importanti aziende, attive e vivaci sui temi del digitale, nelle quali questi ragazzi possano fare un’esperienza realmente formativa, farsi conoscere ad aziende serie del mercato. Per le aziende il vantaggio è costituito dalla possibilità di conoscere giovani che possano portare valore integrandosi alla filosofia aziendale e fidelizzandosi al modello d’impresa».
In alto a destra, Aldo Mario Cursano, Vice Presidente Vicario Fipe e Presidente Fipe Toscana
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fessionale e, a seconda delle competenze specifiche, per illustrare l’organizzazione del lavoro – nel caso del turismo, ad esempio, dei reparti in albergo, le tecniche di approccio alla clientela, aspetti legati all’amministrazione, le tecniche di web marketing, il revenue management, la brand reputation. Infine, c’è l’alternanza vera e propria, ossia la possibilità per gli allievi di svolgere tirocini all’interno delle strutture ricettive. Solo dalla giusta combinazione di questi elementi può emergere un’esperienza completa ed efficace. Ne è assolutamente convinta Federalberghi, che nel 2012 ha siglato il Protocollo d’Intesa denominato. «Rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro», poi aggiornato il 7 marzo 2016, in considera-
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zione delle novità normative della legge n. 107, e che nel marzo 2014 ha sottoscritto con Re.Na.I.A., la Rete Nazionale degli Istituti Alberghieri, un altro protocollo che ha come obiettivo la realizzazione di forme di alternanza scuola-lavoro e l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro turistico. «È l’azienda il luogo dove orientarsi, svolgere un’esperienza di lavoro, crescere con gli altri, e questo si fa prima di conseguire il diploma, si fa quando si è ancora a scuola», ha affermato Dinno De Risi, presidente CNGA, lo scorso settembre a Jesolo, nel primo degli incontri dedicati da Federalberghi all’Alternanza Scuola-Lavoro. «Il Comitato Nazionale Giovani Albergatori svolge, all’interno del mondo associativo di Federalberghi un ruolo importante: quello di ponte tra le scuole e le aziende; tra gli studenti e gli imprenditori. Lo facciamo attraverso quello che abbiamo chiamato “Progetto scuola”, un impegno che viene da lontano, perché c’è sempre stato un «rapporto» tra i due mondi, quello della scuola – soprattutto le scuole professionali – e il mondo alberghiero. Mi preme sottolineare solo che, così delineato, il sistema di alternanza è un modello vincente per tutti: per le imprese, che dispongono di un canale preferenziale con le scuole e i futuri lavoratori del settore; per le associazioni, che hanno l’opportunità di creare progetti per il territorio; per giovani albergatori, i quali possono partecipare ad un progetto concreto, utile per tutto il sistema; per gli allievi, perché hanno la possibilità di fare esperienza sul campo; per le scuole, che in tal modo arricchiscono l’offerta formativa e le opportunità di transizione al lavoro».
Le imprese dove fare ASL La scelta delle aziende e la costruzione dei progetti di alternanza sono processi
RISORSA UOMO LE NOVITÀ DAL MIUR 2
delicati e complessi. Troppo spesso, soprattutto immediatamente dopo l’entrata in vigore della legge 107/2015, questo compito è stato svolto in fretta e senza programmazione. Oltre il 49% delle aziende, stando ai dati dell’indagine L’Alternanza positiva, sono state reperite in collaborazione con le famiglie che si sono attivate tra parenti e conoscenti per proporre spazi e contesti per l’alternanza, a volte non del tutto adeguati. Nel 27% dei casi la ricerca è stata condotta dai docenti e in circa il 12% dei casi da un’agenzia esterna. Questo è il caso, ad esempio di Sale Scuola Viaggi, una originale commistione tra agenzia viaggi e agenzia del lavoro, che si occupa di affiancare e orientare la scuola nei percorsi scelti, dalle visite aziendali, agli stage, dalle simulazioni d’impresa agli stage all’estero. «Si tratta di scegliere le aziende che sappiano offrire agli studenti esperienze per comprendere, prima del tempo, il mondo del lavoro», ci ha spiegato Samuele Zerbini, direttore di Sale Scuola Viaggi. «Ciascun tipo di esperienza, in realtà, offre delle competenze diverse. Se una scuola decide che è prioritario avere competenze specifiche si vanno a cercare aziende di un settore specifico. Se, invece, la scuola vuole sviluppare competenze trasversali, come lavorare in team, rispettare gli orari, rispettare le consegne, ci si può rivolgere anche ad aziende ed esperienze diverse». E dal punto di vista delle aziende? Quali sono le ragioni che dovrebbero spingere un’impresa, magari di medio piccole dimensioni, come molte nel settore del turismo, ad accogliere gli studenti? «Si è sempre detto che la scuola non si apriva al mondo del lavoro, ma anche le aziende in molti casi non guardavano alla scuola, arroccandosi su un pregiudizio che vede gli stagisti come un problema, anziché come un’opportunità. Per un’azienda aprirsi agli studenti, invece, vuol dire, innanzi tutto, confrontarsi con altri modi e altri mondi, contaminarsi con saperi “freschi” che vengono dalla scuola. Un’azienda migliora con il semplice confronto. Si creano nuove relazioni e si conoscono da vicino i giovani che saranno i dipendenti nel futuro – nel settore alberghiero e ristorativo è il primo elemento di scelta del personale – e si trasmette il proprio sapere
• La Carta dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli studenti in Alternanza prevista dalla legge 107 del 2015, pubblicata lo scorso 16 dicembre sul sito del MIUR e scritta assieme alle rappresentanze studentesche. La Carta garantirà: l’accesso a una formazione personalizzata e coerente con il piano di studi, da svolgere in un ambiente di qualità, con obiettivi di apprendimento chiari; un’informazione completa sul progetto, che deve prevedere un tutor scolastico e uno nella struttura ospitante, e la formazione sulla normativa sanitaria e sulla sicurezza sul lavoro; il diritto a manifestare un giudizio sull’efficacia e sulla coerenza del percorso. • La piattaforma digitale www.alternanza.miur.gov.it per l’Alternanza per la semplificazione della gestione quotidiana, del monitoraggio e della valutazione dell’Alternanza da parte degli studenti, delle scuole e delle strutture ospitanti. Nello stesso spazio gli student potranno seguire un corso on line di formazione sulla sicurezza sui luoghi di lavoro realizzato con INAIL. • Il bottone rosso, strumento di tutela a fronte di irregolarità, che permetterà agli studenti di segnalare le criticità che ostacolano o impediscono il corretto svolgimento dei percorsi. • Una task force nazionale per gestire e risolvere le segnalazioni arrivate attraverso il bottone rosso, composta da 100 docenti distaccati presso i venti Uffici scolastici regionali e 10 dirigenti dell’amministrazione, attivi presso la struttura centrale del Ministero. • 1000 tutor ANPAL, operativi gradualmente dall’inizio del 2018 che aiuteranno le scuole nella costruzione di reti territoriali per l’Alternanza. • Il patto di integrità, a garanzia del rispetto della normativa fiscale e anticorruzione, che dovranno sottoscrivere le strutture ospitanti per poter attivare le convenzioni con le scuole. • Il rafforzamento della formazione per i docenti/tutor dedicati all’Alternanza. • Un Osservatorio Nazionale per l’Alternanza Scuola-Lavoro di qualità.
alla scuola assicurando anche alla propria impresa un futuro più adatto. Senza dimenticare la responsabilità sociale d’impresa: rendere un contributo alla società nella quale si opera».
A sinistra Samuele Zerbini, direttore di Sale Scuola Viaggi
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LA PAROLA AL FORMATORE
a cura di Paolo Mazzaglia di Otherwise srl pmz@otherwise.it
E se l’intelligenza emotiva fosse la chiave per salvarci dall’automazione?
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Come cambierà il lavoro nei prossimi anni? Qualche dato interessante e forse anche lievemente inquietante. Boston Consulting Group ha predetto che nel 2025 oltre un quarto dei lavori verrà rimpiazzato da un software o da un robot e la Oxford University stima che il 35% dei lavori in UK saranno a rischio automazione. Di fatto Intelligenza artificiale, digitalizzazione, robotica non sono più un futuro da fantascienza ma un solido fenomeno del presente. Tra questi proprio l’intelligenza artificiale sta penetrando ogni settore, dai trasporti alle finanze, dall’ambito legale a quello educativo fino ad arrivare al customer service e alla medicina. Gli esempi sono ovunque e giusto per citare alcuni big player: Skype ha lanciato un sistema di traduzione istantaneo, Google sta investendo nell’auto che si guida da sola e IBM Watson sta collaborando con centri specializzati per personalizzare i trattamenti del cancro. E quindi? Cosa succederà di noi? Su cosa dobbiamo investire per avere ancora un futuro nel mondo del lavoro? Secondo uno studio condotto da Goran Roos ci sarà nel futuro un aumento di richieste in due tipi di lavoro: quello poco o pochissimo qualificato, come i servizi di pulizia, e quello estremamente qualificato, come avvocati, medici, ingegneri. Questi aumenti di richiesta non compenseranno una grande diminuzione però, quello dei lavori di fascia intermedia, ad esempio quelli di personale di back office ed in alcuni casi di front office. Come prepararsi a questa sfida per non “retrocedere” a lavori meno qualificati? Il primo step secondo me è quello di sviluppare le attitudini alla gestione del cambiamento ed una importante “learning agility”. Infatti per riqualificarsi si do-
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vranno acquisire abilità e competenze negli ambiti ITC e tecnologico, di processo, di settore, specifici di business, finanziari e non meno importanti elementi soft come: skills comunicazionali, orientamento alla risoluzione dei problemi, capacità di design, creatività, pensiero prospettico, e in generale tutto ciò che riguarda l’intelligenza emotiva. Se al momento le macchine possono sostituirci ad esempio per processare un documento o produrre una fattura ancora, per fortuna, non possono farlo su quelli che forse sono gli aspetti più prettamente umani del nostro lavoro e quindi, per pensare in modo prospettico
appunto, bisogna cominciare ora ad investire su queste competenze per essere preparati per il futuro. Un effetto collaterale positivo è che lavorare ad esempio sull’intelligenza emotiva non solo è strategico per il nostro futuro lavorativo ma contribuisce ad una esistenza più consapevole, sana, orientata ai nostri valori profondi e quindi in sintesi più felice. Mi sembra un buon motivo per prenderla seriamente in considerazione per ritornare a lavorare non solo sul ruolo ma sull’uomo dietro al ruolo e approfittare dell’avanzamento tecnologico per elevarci, riqualificarci e valorizzare il contributo unico che ciascuno in potenza può dare.
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Segmentazione:
assurdo anche pensarlo
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È bello anche il parcheggio. È grande, le cameriere simpatiche e sorridenti e vanno veloci. I colori sono giusti, gli odori invitanti. Grande come un hangar, pieno per un terzo. “Certo ci sono giornate migliori...”, mi dice il proprietario figlio d’arte e gestore preoccupato: “...sai con 25 persone di servizio non c’è da scherzare.” Ma io non voglio scherzare, anzi,
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voglio fare sul serio e convincerti a cambiare. Cambiare è un lutto e lo è anche fisiologicamente. Ma quando mi dici che paghi l’affitto per questo bastimento di ristorante, mi chiedo se sia io il cieco oppure tu. “Sai in Italia non conviene più lavorare... mi viene di mollare tutto... qui non riesco a distrarmi un attimo... se ci sono io le cose vanno, ma poi... basta che... e poi non si
lavora più come una volta... qui vicino si mangia con 6 euro una bistecca... chissà cosa ti danno...”. Per giustificare il mancato cambiamento la nostra mente propone una ricchissima serie di alibi degni di un meno gourmet, tutto per non affrontare la realtà e la necessità di imparare a segmentare. Non ci vuole una laurea in Marketing: si prende il proprio mercato (numero di coperti per turno); si divide in singole unità (target) in base a criteri di scelta, di comportamento di acquisto, di orario, di frequenza e poi questi vengono riagglomerati sulla base di variabili in gruppi sociali ed economici più o meno ampi, detti appunto “segmenti”. Cominciamo con il menu: basta con questo libro da studiare che appare un’enciclopedia di cucina. Immaginiamo menu diversi per persone con esigenze diverse, separiamo l’offerta in base ai bisogni: la pizza, la cucina, i piatti gourmet, i bambini e le diete alternative sono un esempio. Inoltre una struttura molto grande può anche prevedere zone ben definite dove si mangiano cose ben definite con un servizio ben definito sia questo orientato a salire di target di spesa o magari a scendere verso un setting sportivo e giovanile. Significa che se entro “nell’hangar” scelgo dove sedermi e questo significa che ho scelto il tipo di consumo a cui pensavo quella sera. Non solo posso offrire un “luogo” della mia sala, magari appositamente allestito per evidenziare il suo diverso contributo alla soddisfazione del cliente, ma anche il tempo inteso come un orario dedicato o una giornata prestabilita per famiglie, dove ottenere sconti speciali per i bambini e menu speciali. Se il consumatore può scegliere garantito dalla tua qualità è soddisfatto ed oggi, grazie all’abbondanza dell’offerta, tutti vogliono scegliere senza trascurare alcuna opzione.
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Forex:
opzioni binarie al capolinea?
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Negli ultimi tempi è diventata una prassi fastidiosa ricevere nella casella di posta elettronica un messaggio commerciale che recita più o meno così: “Casalinga di 36 anni si è arricchita da casa con un’applicazione che investe sul Forex, cosa aspetti a farlo anche tu?”. Il messaggio si riferisce all’operatività on-line sui cambi, facilitata da alcuni broker specializzati in software che consentono la negoziazione con contratti OB (opzioni binarie); ma per capire come ci si è arrivati, si deve fare un tuffo nel passato. Gli storici raccontano che nel 1971 l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, decise di abbandonare la convertibilità del dollaro con l’oro avviando la riforma dei cambi tra le valute e portando alla costituzione del Forex il Foreign Exchange Market. Il mercato dei cambi. Il Forex comprende le circa 50 principali monete esistenti sul pianeta, che vengono scambiate giornalmente sviluppando un volume di affari impressionante stimato in oltre 4.000 miliardi di dollari. Si deve tenere conto che per effetto della rotazione terrestre, il mercato degli scambi monetari sulle valute non si ferma mai: quando è mattino in Nuova Zelanda, è notte in California, quindi esiste sempre qualcuno che acquista o vende moneta sia dollaro USA o euro, contribuisce a modificare il prezzo e specula sulle variazioni tra le rispettive valute. Non essendo più vincolate alla valutazione dell’oro, le valute che rappresentano una nazione o come nel caso dell’euro, una coalizione di nazioni, sono soggette a variazioni nei confronti delle altre valute per molteplici fattori tecnici quali la situazione politica, l’inflazione e i dati
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economici complessivi. Il rapporto di cambio tra una valuta e l’altra quindi, dovrebbe rispecchiare tali parametri e, in un mondo senza speculazione finanziaria, la valuta del vicino dovrebbe essere acquistata per concludere affari in quella nazione o venduta a seguito dell’incasso per esportazioni avvenute. Tuttavia, dove c’è finanza nasce l’istinto speculativo ed in presenza di un mercato regolamentato come il Forex, la fluttuazione dei rapporti di cambio delle valute ha spinto un numero sempre più crescente d’intermediari (o Broker), ad appronta-
re strumenti per trattare contratti sui rapporti di cambio tra cui menzioniamo uno dei più semplici ed utilizzati il CFD (contract for difference). Con questo tipo di contratto derivato OTC, si acquista o si vende una coppia di valute, ipotizzando che il rapporto tra le due valute possa aumentare o diminuire e nel caso, si guadagna la differenza denominata spread o pip. Il Forex Broker mette a disposizione del suo cliente la piattaforma di scambio, una serie di applicazioni per le analisi e le simulazioni, informazioni e corsi on line e normal-
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mente si accontenta di incassare una percentuale sul pip, ossia sul guadagno realizzato dal cliente. In questo modo il servizio prestato sembra gratuito ed il cliente non paga nulla se non effettua operazioni. Ma dal lontano 1971 ad oggi il mondo informatico si è totalmente stravolto ed attraverso internet l’accesso ai mercati finanziari con il cosiddetto trading online, ogni possessore di un personal computer, tablet o smartphone, può operare su strumenti finanziari incluso il mercato FOREX che di gran lunga molto più semplice e veloce. La nostra mitica casalinga, lavorando sulle piccole variazioni tra le valute che si determinano giornalmente, effettua veloci operazioni speculative confidando di ricavarne un guadagno.
Ad aumentare questa indole strettamente speculativa si aggiunga il fatto che i FOREX-Broker forniscono ai propri clienti la leva finanziaria consentendo di decuplicare i soldi investiti nei contratti CFD: ad esempio con una leva di 50 bloccando un contratto di 500 euro effettivi, l’operazione si avvia con un capitale di riferimento di 25.000 euro ed il guadagno o la perdita si realizza su tale ammontare, che ovviamente non può essere superiore ai 500 euro. I contratti CFD su valute quindi, sono semplici da realizzare e sono attivabili da qualunque cliente intestatario di un conto corrente o una carta di credito prepagata, anche con una giacenza di pochi spiccioli, evidenziando delle potenzialità di guadagno rilevanti per i broker che per tale motivo hanno avviato campagne di marketing piuttosto aggressive sul canale Web studiando una formula di approccio al mercato ancora più elementare denominata BO (opzioni binarie). Con le Opzioni Binarie non devi neppure studiare l’andamento delle valute ed ipotizzare un loro apprezzamento o deprezzamento valutando i fattori macroeconomici che regolano le valute per guadagnare lo spread percentuale. Il contratto che si apre con una controparte è molto simile ad una scommessa con la quale punti una somma sull’ipotesi che la valuta aumenti da lì a un periodo prestabilito che può essere anche solo di 60 secondi. Se si realizza,
incassi l’importo scommesso e lo spread generato, in caso contrario la somma scommessa defalcata dalla perdita. Questo è il motivo per il quale in molti siano spinti a considerare questi contratti molto più simili ad un gioco d’azzardo che ad una forma d’investimento. Di tale avviso sembra essere anche l’ESMA (Autorità Europea per la Sicurezza dei Mercati finanziari) un Organismo che supervisiona le attività finanziarie nell’Unione Europea e condotta dai suoi cittadini. Tale Struttura di controllo, a distanza di anni dall’esistenza delle speculazioni binarie, ha deciso di intervenire nello scorso mese di gennaio e con un’informativa ESMA 35-43904 con la quale preannuncia una serie di disposizioni che vorrebbe varare sull’argomento. Agli addetti ai lavori viene dato il termine del 5 febbraio per far pervenire le loro osservazioni sulle limitazioni che interebbe imporre al mercato ed in particolar modo proibire in assoluto i contratti di Opzioni Binarie per i clienti retail (ovvero tutti i residenti nell’Unione Europea) e limitare la leva finanziaria a 30:1 per i contratti CFD al fine di limitare le perdite ai clienti, ma soprattutto proibire la campagna di marketing aggressivo via web a supporto di un’attività speculativa che sembrerebbe comporti più perdite che guadagni alle incaute casalinghe. Appellandosi alla libertà dell’individuo qualcuno ha storto il naso dinanzi all’intromissione da parte dell’ESMA, a limitare l’operatività dei soli residenti dell’Unione Europea sul tema del Forex e delle opzioni binarie. È giusto limitare l’operatività degli individui, competenti e non, per salvaguardarli da un rischio di perdita finanziaria oppure è un’ingerenza che discrimina gli operatori di un mondo globalizzato? Le opzioni binarie sembrano essere arrivate al capolinea, anche se, in attesa di leggere le disposizioni finali dell’EMSA c’è qualcuno che scommette il contrario. 3 2018
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IL PARERE DEL LEGALE
a cura dell’avvocato Roberta Borghini
Quando la crociera naufraga
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È la vacanza luxury per antonomasia, l’occasione per godersi un meritato ozio e indossare un bell’abito, per alcuni il sogno di una vita: per questo, quando in crociera qualcosa va storto, i giudici sfoderano un particolare rigore nelle loro pronunce. Un caso limite è quello che riguarda un giudice della Corte d’Appello di Venezia – questa volta in veste di turista insieme alla moglie – che, pur avendo pagato integralmente il viaggio e riempito le valigie, non ha nemmeno oltrepassato il molo della città lagunare. In altre parole, dato che il tour operator non aveva trasmesso le somme incassate alla compagnia di navigazione genovese, i due coniugi non si sono imbarcati sulla “Costa Serena”. L’esito della causa, però, ha dato soddisfazione ai due sfortunati viaggiatori che si sono visti rimborsare dalla compagnia armatoriale l’intera somma sborsata per la crociera (euro 3.736,00), oltre ad un risarcimento di 5mila euro per il danno da “vacanza rovinata” (Tribunale di Padova, II sez. civ., Dott. Irene Cecchetto). La scelta dell’itinerario riveste grande importanza all’atto della prenotazione di una crociera, tant’è che l’improvviso cambio di destinazione gode di ampia tutela in tribunale. Il Tribunale di Torino ha ritenuto significative le modifiche apportate ad un contratto riguardanti la soppressione di alcune gite ed escursioni, comunicate al turista il giorno stesso dell’imbarco: delle visite originariamente previste in Croazia, Turchia, Egitto e Grecia erano state mantenute solo le escursioni nelle località greche (sentenza 2 maggio 2005). Stessa sorte per una coppia di coniugi catanesi che aveva acquistato con largo anticipo una crociera di 12 giorni per l’ottobre 2015 sia in Terrasanta che in Grecia e, solo a metà del viaggio, aveva appreso che tutte le visite in Israele erano state soppresse per il pericolo di attentati: in questo caso, il giudice
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di pace Antonio Pagano ha condannato la compagnia di navigazione a risarcire i clienti con l’importo di euro 1.500,00 per la “vacanza rovinata” e al pagamento delle spese legali. Anche il bagaglio per una crociera viene preparato con cura, al punto che la navigazione alleggerita dallo smarrimento delle valigie viene
considerata senz’altro meritevole di risarcimento “per il sol fatto che i passeggeri vengono privati di quanto da loro portato in viaggio, per soddisfare le proprie esigenze personali, e di quanto di loro appartenenza; circostanza questa da sola idonea a turbare, anche parzialmente, ogni vacanza”. È quanto ha stabilito il giudice di pace di Catania, dott.ssa Laura Milazzo, chiamata a pronunciarsi suoi disagi subiti da una famiglia composta da madre e due figli nel corso della crociera “Grandi città del Baltico”
che prevedeva anche il trasferimento in aereo da Catania a Roma e da Roma a Copenaghen. Dato che i malcapitati turisti erano stati costretti a “privarsi dei propri beni ed effetti personali per almeno la metà della crociera”, il giudice ha sancito che la crociera è a tutti gli effetti un pacchetto turistico e ha condannato la compagnia di navigazione al risarcimento di 500,00 euro ciascuno per la signora e la figlia e di 300,00 euro per il figlio, che aveva ricevuto la valigia per primo con tutti i propri effetti. Fatto salvo, naturalmente, il diritto di rivalersi nei confronti della compagnia aerea (sentenza n. 1926 del 27 giugno 2014). Idem per il pacchetto turistico “Sole di mezzanotte - Fiordi norvegesi”, anch’esso scombussolato dalla perdita delle valigie. Secondo il Tribunale di Reggio Calabria “L’organizzatore ed il venditore (intermediario) della crociera turistica sono responsabili dell’operato degli ausiliari di cui si sono serviti e, in particolare, rispondono dei danni derivanti dalla ritardata restituzione del bagaglio da parte del vettore aereo incaricato del servizio di trasporto, con il quale i crocieristi non hanno concluso direttamente alcun contratto, non avendo scelto né la compagnia aerea, né il tipo di collegamento, né gli orari del volo” (sentenza 24 febbraio 2014).
Anche il comfort rientra nel pacchetto motivazionale di una crociera. Va da sé che una crociera con cabina rumorosa non è sicuramente degna delle aspettative e dà diritto ad un risarcimento per il danno non patrimoniale che ne è conseguito (Tribunale di Napoli, sentenza del 30 dicembre 2008). Ancor di più la crociera “Tè nel deserto”, fonte di grandi sofferenze fisiche per due anziani coniugi costretti ad effettuare nel mese di agosto, senza aria condizionata, il seguente torrido itinerario: Napoli, Alessandria di Egitto, Limassol, Rodi, Malta La Valletta, Tripoli, Savona e Napoli. È pacifico che il disservizio all’aria condizionata – in località ove “il grande caldo è fatto notorio (e non contestato)” – abbia cagionato una grave situazione di prostrazione fisica alla coppia, che ha accusato ripercussioni sfavorevoli anche alla serenità ed armonia del loro rapporto: il giudice di pace di Roma ha riconosciuto per tale danno non patrimoniale un risarcimento pari a 200,00 euro per il marito e 300,00 euro per la moglie, più cagionevole di salute (sez. V civ., sent. 2495 del 16 febbraio 2009). Se volete rivolgere qualche domanda all’avvocato Roberta Borghini potete scrivere a: avv.borghini@alice.it
Nel cuore di Roma, in via dei Chiavari, dieci anni di cucina di mare d’eccellenza: al Sanlorenzo la parola d’ordine è cucina di ricercata materia prima, moderna per leggerezza ed immediatezza dei sapori, un percorso tra i profumi del Mediterraneo. Tra i piatti must i crudi, gli immancabili spaghetti ai ricci, i crostacei e il pescato fresco che arriva giornalmente. Il servizio è ispirato al modello delle grandi maison francesi senza perdere il fascino dell’accoglienza di una ricercata casa borghese contemporanea, con la possibilità di mangiare anche al bancone con uno chef dedicato. La cantina vanta oltre 900 etichette di grande taratura e di respiro internazionale. Attraversando la strada al civico 57 ecco l’ingresso del GentileSanlorenzo, una boutique alimentare di classe con gastronomia pret a porter centrata sui piatti della tradizione campana. “Un pezzo della mia terra, nella terra che mi ha ospitato” dice il patron Enrico Pierri che con la socia Elena Lenzini e l’amico Alberto Zampino hanno dato vita ad una vera e propria bottega del gusto. Il grano del Pastificio Gentile sposa la proposta di mare del Sanlorenzo offrendo l’eccellenza dell’enogastronomia campana sul territorio romano.
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MERCATI IN CRESCITA
Un anno d’oro per l’India Il 2018 celebra 70 anni di rapporti diplomatici tra l’Italia e l’India, Paese che negli ultimi anni ha investito in riforme economiche per liberalizzare gli investimenti esteri in diversi settori
✒Mario Masciullo
«È
«È un anno speciale per l’India», ha dichiarato Reenat Sandhu, Ambasciatore per l’Italia, illustrando i progressi nelle relazioni economiche tra Italia e India, in riferimento, in particolare, al piano d’azione volto ad aumentare l’incoming italiano nel Paese. «Quest’anno ricorrono i 70 anni di relazioni diplomatiche tra India e Italia, evento importante per il quale sono state programmate diverse iniziative come Il Festival del cibo Indiano, tenutosi recente-
S.E. Reenat Sandhu, l’On. S. Gozi Sottosegr. di Stato,Presidenza del Consiglio dei Ministri e B. Della Vedova Sottosegr. di Stato, Ministero degli Affari Esteri e della Coop.ne Internaz.le
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mente con grande successo a Roma», ha detto l’Ambasciatore, aggiungendo che molti altri eventi sono previsti in Italia, su argomenti che spaziano dall’economia, al folclore all’arte e alla cultura.
Un’economia che cresce del 7,2% l’anno Per quanto riguarda le relazioni commerciali tra i due Paesi, l’economia indiana sta crescendo a un tasso del 7,2% all’anno, confermandosi l’economia in più rapida crescita al mondo. Crescita che sta creando nuove opportunità di business e collaborazione. Finora il commercio bilaterale ha superato gli 8 miliardi di euro, ma è ancora al di sotto del suo potenziale. India e Italia possono collaborare in modo proficuo nel campo dell’alta tecnologia, del design, dell’energia solare, dei macchinari, dell’elettronica, dell’infrastruttura e della trasformazione alimentare.
MERCATI IN CRESCITA Qui a fianco, S.E. Reenat Sandhu e S.E. L. Angeloni, Ambasciatore dell’Italia in India alla inaugurazione della settimana del Food Festival Indiano tenutosi a Roma
santi iniziative tra yoga, arte e cultura saranno in cartellone nei prossimi mesi a Roma e a Milano.
L’India in mostra
«La visita del Primo Ministro Gentiloni lo scorso ottobre», prosegue l’Ambasciatore, «ha aperto nuovi orizzonti per il partenariato India-Italia. Abbiamo identificato settori che riteniamo essere di interesse comune. Da qui l’auspicio di unire le sinergie e di elevare le nostre relazioni a nuovi traguardi. L’India ha attuato diverse riforme economiche per liberalizzare gli investimenti esteri in diversi settori come ferrovie, aeronautica, industria alimentare, infrastrutture, costruzioni. Inoltre, sono stati fatti molti passi avanti per snellire la burocrazia nelle intermediazioni con l’India. Inoltre, il governo Indiano ha introdotto la tassa sui beni e servizi (GST), che creerà una struttura fiscale comune per il Paese e che sarà di grande vantaggio per gli investitori».
Qualche anticipazione sugli eventi in programma Per celebrare 70 anni di Relazioni Diplomatiche, l’India ha in serbo una serie di attività culturali sul territorio italiano. Dopo l’esibizione del gruppo Sarod sponsorizzato dall’ICCR guidato da Sh. Partha Sarathi Chowdhury presso l’Accademia Filarmonica Romana, a Roma, organizzata da FIND- India-Europe Foundation for New Dialogues, è stata la volta del Giuliana Soscia Indo Jazz Project organizzato da ISMEO - Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente all’Auditorium Parco della Musica, il 19 marzo e il 23 e il 24 del Dance e del Music Performance al Teatro di Villa Torlonia. Ma molte altre interes-
Un programma dedicato a mettere in risalto l’immagine dell’India in Italia è in corso a Roma, Napoli e Milano: gli autobus turistici sono “rivestiti” con diverse immagini dell’India e il logo dei “70 anni” oltre a manifesti affissi in città. La pubblicità sui giornali di categoria viaggi e periodici di largo consumo completa il piano di promozione dell’India per il 2018. «Cerchiamo di informare le generazioni di viaggiatori di tutte le età delle innumerevoli attrazioni che offre l’India: turismo d’avventura, fauna selvatica, yoga, turismo medico, spiagge, golf, turismo spirituale, alpinismo, rafting sui fiumi, turismo rurale e altro ancora», spiega l’ambasciatore. «Per agevolare i viaggi verso l’India, ci sono iniziative come l’e-visa (visto elettronico) e più collegamenti aerei diretti da Roma e Milano».
Turismo Indiano in Italia «Non solo spiritualità, cultura, gastronomia. L’India è pronta a conquistare gli italiani anche con l’adrenalina». Parola di Chilka Gangadhar, direttore dell’Ufficio Nazionale del Turismo Indiano in Italia, che a Milano ha presentato le attività e la promozione per il 2018, Anno del Turismo d’Avventura in India. «Nel 2017 oltre 90mila italiani hanno scelto il nostro Paese. Mr. Gangadhar Chilka con Siamo molto soddisfatti ma il trend l’Ambasciatore S,E. Reenat Sandhu è in crescita e ci aspettiamo di superare quota 100mila quest’anno», prosegue Gangadhar, «Per questo puntiamo sempre di più sulle nicchie per fare dell’India una destinazione da visitare 365 giorni all’anno con l’obiettivo di avere un tasso di crescita del 10% nei prossimi tre anni». Meta privilegiata per i viaggiatori alla ricerca di tranquillità e meditazione, il Paese offre un ventaglio sempre più ampio di attività che attraversano da nord a sud tutto il subcontinente. Dalle piste di sci dell’Himalaya ai numerosi campi da golf a Dehli e Mumbai. «Non solo ayurveda, yoga, monumenti e luoghi sacri del buddismo, quindi, ma sport avventura, e una natura selvaggia e rigogliosa tutta da scoprire. In India è possibile divertirsi, in qualsiasi stagione, con lo sport preferito Per il trekking, gli stati più richiesti sono l’Uttaranchal, l’Himachal Pradesh, il Dadakh, la zona del Darjeeling e il Sikkim mentre per gli sport acquatici si può scegliere lo stato di Goa e gli arcipelaghi oceanici.
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Giovanni Sgalambro «Quando viaggio per lavoro, mi piace uscire a cena, ma anche i ristoranti degli alberghi sono degni di attenzione!»
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Top manager in importanti società italiane e internazionali, Giovanni Sgalambro (foto sopra), è oggi Direttore Organizzazione, Change Management e Digitalization, Industrie Cartarie Tronchetti, una delle più importanti realtà europee del settore, con sede a Lucca. Da sempre, Giovanni Sgalambro si considera cittadino del mondo, in quanto il lavoro lo ha condotto ai quattro angoli del globo, per riunioni, meeting, incontri, trattative. Abituato a viaggiare, fine conoscitore delle caratteristiche dell’ospitalità locale e internazionale (non solo grandi catene, quindi), Sgalambro è solito esprimere le proprie preferenze e partecipa alla scelta degli hotel dove sosterà o soggiornerà, sempre tenendo conto della policy aziendale: «Dipende dall’azienda in cui lavoro», spiega, «per lo più lo concordo con l’assistente nell’ambito di una lista di alberghi prestabiliti per i viaggi di lavoro dei manager».
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E quali sono le cose alle quali pone attenzione per prime, quando entra in una stanza d’albergo? «Prima di tutto la dimensione, che deve essere spaziosa. In secondo luogo, i cuscini, perché non sono uguali in tutto il mondo (cambiano a seconda delle usanze anche nelle catene internazionali) e io riposo meglio se i guanciali non sono troppo morbidi. Per il resto, la mia esperienza di giramondo mi ha portato a essere abbastanza flessibile, a sapermi adattare, naturalmente facendo salvi determinati standard di comfort». Quali attenzioni apprezza di più da parte dell’albergo in cui soggiorna? «Mi piace che la sala da bagno sia bene attrezzata e di poter disporre di un ampio accappatoio e delle pantofole. Inoltre, presto molta attenzione al menù del ristorante, che spesso è poco considerato ma che, a volte, riserva gradevolissime sorprese gastronomiche!». E quali difetti sono veramente difficili da sopportare? «Sicuramente, una doccia che funziona male (e capita più spesso di quanto non si creda!). Poi, considero un vero e proprio incubo il fatto di non riuscire a regolare bene la temperatura (si passa da troppo calda a troppo fredda, senza riuscire ad avere la temperatura desiderata) e, soprattutto, che il condizionatore dell’aria sia rumoroso». Nei suoi viaggi di lavoro utilizza i servizi accessori degli alberghi (spa, piscine, attrezzature per lo sport)? «Se posso sì: apprezzo molto la disponibilità di una palestra, di una spa e di una piscina, che utilizzo spesso e volentieri, sia in chiusura di giornata, sia al mattino, prima di fare colazione: per me è importante poter fare un po’ di ginnastica, o comunque di movimento, anche nell’ambito di giornate di lavoro particolarmente intense». Abitualmente cena al ristorante dell’albergo o preferisce uscire? «Se posso, se ho tempo e se le circostanze lo consentono, preferisco uscire a cercare un ristorante che mi faccia assaporare l’atmosfera del paese in cui mi trovo: a
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volte mi faccio consigliare, altre volte lo cerco su internet, altre volte ancora scelgo un locale che mi ispira… ma, come dicevo, anche i ristoranti d’albergo sono degni di attenzione». Può dirci almeno un paio di alberghi – uno in Italia e uno all’estero – che ha frequentato nel corso dei suoi viaggi che ricorda con maggiore piacere? «Per quanto riguarda l’Italia, tra i tanti alberghi dove sono stato nei miei viaggi di lavoro, mi è rimasto impresso il ricordo dell’Hotel Excelsior di Palermo, dove sono stato anni fa: stanze molto grandi, un’atmosfera unica, ricca di fascino, un lusso elegante e non sfarzoso... e per di più a un prezzo realmente contenuto, per una struttura di quel livello! Per quanto riguarda l’estero, sono veramente tantissimi gli alberghi che ricordo con piacere. Se ne devo scegliere uno, cito volentieri l’Hyatt a Berlino». C’è un viaggio che ha compiuto e che non dimenticherà mai? «Tra i viaggi di lavoro, ricordo un soggiorno bellissimo all’Hotel Venice di Las Vegas, mentre tra quelli di piacere (anche se c’era di mezzo anche un po’ il lavoro) il viaggio ottenuto da IBM (dove lavoravo)
per il conseguimento del Premio Global Golden Circle, al Bali Hyatt in Indonesia; vorrei anche aggiungere una permanenza, per un viaggio personale, al Sandals Negril Beach Resort & Spa, in Giamaica (hotel extra lusso di proprietà del presidente Trump)». E quello nel cassetto? «I posti dove vorrei andare sono tanti e spero di riuscire a visitarne almeno una parte: mi affascina l’idea di visitare l’Australia, ma anche quella di scaldarmi al sole di Maldive, Seychelles, Turk and Caicos...». I ristoranti d’albergo dove ha mangiato meglio? «Sono tre, due in Italia e uno all’estero: i ristoranti dell’Hotel Capo San Vito, in Sicilia, dell’Hotel Cappuccini a Gubbio, e quello del già citato Sandals di Negril». P.T.
L’eccellenza nel settore del “tissue” Con già oltre 25 anni di esperienza nel ramo cartario, Industrie Cartarie Tronchetti fa il proprio ingresso nel settore del tissue nel 1978, con il primo stabilimento italiano a Piano della Rocca, Lucca. L’obiettivo era quello di differenziarsi nel mercato, producendo solo carta ad uso domestico di alta qualità da pura fibra
vergine. Una scelta di fondo, rimasta inalterata sino ad oggi. Nel 1982 nasce il marchio Foxy, leader del mercato europeo. Oggi il Gruppo con una capacità produttiva di 540 mila tonnellate annue, un fatturato di 700 milioni di euro, sedi e stabilimenti in diversi paesi europei, comprende ICT SpA, ICT Ibèrica, ICT Poland, ICT France, ICT Deutschland, Europaper e Pozzani Disposables.
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Unesco
largo ai giovani Si è tenuto a Matera alla fine del mese di febbraio il primo Unesco Italian Youth Forum. Ragazzi e ragazze tra i 18 e i 35 anni tutti insieme per dibattere sui grandi temi del patrimonio culturale
✒Barbara Ainis
Antonio Libonati, segretario generale nazionale e co-fondatore dell’Associazione italiana Giovani per l’Unesco
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Non è stato un caso la scelta di Matera. La Città Capitale Europea della Cultura 2019 compie quest’anno il 25esimo anniversario della sua appartenenza alla lista dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco. E più o meno cinque lustri potrebbe essere pure l’età media dei partecipanti al convegno che si è tenuto poche settimane fa, alla fine di febbraio, per celebrare il primo Unesco Italian Youth Forum, alla presenza di numerosi relatori italiani ed internazionali. Giovani tra i 18 e i 35 anni, provenienti da tutta Italia e da esperienze personali e lavorative diverse, si sono riuniti per parlare di patrimonio, di economia, di società, di ambiente e di lavoro, tutto sotto il grande cappello della cultura. A promuovere l’evento, e a organizzarlo nei minimi dettagli, è stata l’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco, sotto l’egida dell’Unesco e della Commissione Nazionale Italiana per Unesco, presente il presidente Franco Bernabé: «Matera è simbolo del riscatto della tutela del patri-
monio culturale. La diversità va vista come valore e non come elemento dal quale difendersi. Viviamo in una società in cui il patrimonio è concepito come bene di consumo, la protezione del patrimonio deve andare al di là di questa idea. Il processo di integrazione europea rende la protezione del patrimonio una sfida importante, dobbiamo muoverci verso questa direzione. La cultura ha valore non solo ereditario, ma si basa anche su un processo di evoluzione e prosperità, un processo che si appoggia sulla creatività».
Il futuro di un patrimonio antico L’Italia, come è noto, è il Paese nel mondo con il numero più alto di siti inseriti nella lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco. Sono ben 53, lungo tutto lo stivale, più o meno noti all’interno dei nostri stessi confini. La loro valorizzazione, oltre che dai progetti di tutela, deve passare dalla comunicazione. Ecco perché i
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giovani devono entrare in campo. «Unesco è una sorta di Ministero mondiale della Cultura, con obiettivi globali di tutela del patrimonio in pericolo e sviluppo sostenibile», ci ha detto Antonio Libonati, 30 anni, avvocato impegnato sul tema dei beni culturali, segretario generale nazionale e co-fondatore dell’Associazione italiana Giovani per l’Unesco (fino al Forum di Matera la denominazione era Comitato giovani della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco). «Noi supportiamo tutte le campagne in Italia a livello giovanile, ma ci siamo accorti in particolare di come l’agenzia sia vista spesso in modo limitato. Percepita come qualcosa di statico. Noi, allora, comunichiamo le attività dell’Unesco con il nostro linguaggio: attraverso i canali social, dalle pagine del nostro sito (www.unescogiovani.it), organizzando eventi con un approccio diretto. La natura dei nostri progetti ha il proprio focus nell’innovazione tecnologica. Insie-
I Sassi di Matera sono stati scelti come location diffusa per il primo grande evento nazionale dell'Associazione. Foto in alto ©Barbara Ainis
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Patrimonio, economia, società, ambiente e lavoro sono stati i grandi temi trattati nel Forum. Tutti al servizio della cultura
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me a Google Arts & Culture, ad esempio, alla fine dello scorso anno, abbiamo realizzato il Grand Tour d’Italia: una realtà immersiva, per visitare sul web alcune delle più belle città italiane, conoscendone le storie del passato. È la più grande piattaforma digitale dedicata alla cultura e consente a tutti di vivere la tradizione esclusiva del Grand Tour ottocentesco, quello del “Viaggio in Italia” di Goethe. Venezia, Roma, Siena e Palermo con i loro tesori sono a disposizione di tutti”. Tra i progetti autonomi promossi dall’Associazione, particolare attenzione è data al rapporto con le scuole. «Con Unesco Edu formiamo gli studenti degli ultimi anni delle scuole superiori, presentando e introducendo l’Unesco e le sue attività», ha spiegato ancora Libonati. «Ma realizziamo anche progetti di alternanza scuola-lavoro all’interno di aziende, musei e star-
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tup. Quest’anno abbiamo scelto un nuovo focus: i patrimoni del futuro. Saranno individuati dagli studenti, proprio pensando al domani: magari un’opera muraria in una periferia o la canzone rap delle periferie napoletane. Ogni regione porterà la sua proposta e saranno esposte in una grande mostra a giugno a Roma». L’evento di Matera ha celebrato i giovani italiani come perfetti ambasciatori Unesco: costruito da loro e per loro, questo primo Forum che, tra l’altro sostiene la campagna “Verità per Giulio Regeni”, è stato la dimostrazione della grande efficienza, competenza ed energia dei membri dell’Associazione. «Con il successo del Forum di Matera, l’Associazione Giovani per l’Unesco si conferma come una delle più importanti organizzazioni italiane in ambito culturale e sociale», ha dichiarato il presidente Paolo Petrocelli.
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«Centinaia di giovani soci hanno rinnovato il loro impegno nell’andare a contribuire in tutta Italia alla promozione di un’idea di cultura, educazione e sviluppo che guarda al futuro con speranza, determinazione e ottimismo. Nei prossimi mesi, lanceremo una call per selezionare nuovi giovani soci in tutte le regioni d’Italia. Vogliamo diventare un punto di riferimento sempre più autorevole a livello nazionale. Per farlo abbiamo bisogno delle migliori giovani forze, le più qualificate, le più motivate. Siamo pronti a crescere e lavorare ancora di più su tutto il territorio».
Il modello italiano La storia di questi giovani nasce non più di quattro anni fa, quando a seguito di esperienze di stage internazionali, il gruppo di quelli che avrebbero poi fondato in Italia Unesco Giovani conosce le rappresentanze giovanili che già esistevano in altri Paesi. In Italia questa realtà nasce alla fine del 2014, ma da allora è diventata un modello internazionale. «La differenza sta nella nostra capillarità sul territorio: per invitare i giovani ad aderire abbiamo fatto bandi pubblici, pubblicati sul nostro sito, sul sito dell’Unesco e presso le Università», ci ha chiarito il segretario nazionale Libonati. «Hanno risposto ad oggi oltre 300 studenti, ricercatori, artisti, professionisti, manager e imprenditori. Ci siamo organizzati in un board nazionale,
composto da presidente, segretario e due vice-presidenti; nelle regioni siamo presenti con uno o due rappresentanti che hanno selezionato a loro volta come minimo 10 soci. Così abbiamo creato una rete di persone che concorrono direttamente alle attività – non è un semplice tesseramento – come è stato ora nel caso del Forum di Matera, gestito e organizzato dal team Basilicata, con il supporto di quello della Puglia e di altri soci impegnati nell’organizzazione di workshop tematici. Nel 2016 siamo stati invitati davanti all’Assemblea Generale per spiegare come avevamo fatto ad essere presenti così in modo capillare in Italia». Proprio l’importanza di questo sistema di reclutamento di “agenti di cultura”, a supporto della struttura istituzionale culturale è stato sottolineato durante l’Unesco Italian Youth Forum, da Luisa Montevecchi, Direttore del Servizio I, Coordinamento MiBACT – Ufficio Unesco, come pure da Paolo Verri, Direttore Fondazione Matera Basilicata 2019, che, presentando il format “Patrimonio in gioco” – itinerario esplorativo del patrimonio tangibile e intangibile tra i luoghi, le persone e i progetti di Matera 2019, iscritto nel cartellone degli eventi per l’Anno europeo del Patrimonio MiBACT – ha affermato: «è di estrema importanza far vivere il patrimonio, perché sono le persone e i progetti che incidono sulla sua vita e valorizzazione».
In poco più di tre anni l'Associazione Italiana Giovani per l'Unesco ha imposto l'Italia come modello internazionale per capillarità ed efficienza. Foto in alto ©Barbara Ainis
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Hotellerie e nuovo concept di accoglienza Nuovi players e nuovi trend hanno capovolto lo scenario dell’hotellerie. Come trasformare un momento di forte cambiamento in una chance? Ecco alcuni suggerimenti ed esperienze di successo raccontate da chi è riuscito ad attrarre nicchie di mercato con nuovi modi di concepire e organizzare spazi e servizi: dal look del breakfast a quello del bar che diventa luogo d’incontro anche per la clientela esterna
✒a cura di Delfina Reginé
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Il mercato cambia e gli albergatori si rimboccano le maniche e cercano nuovi soluzioni per fare revenue in anni in cui l’offerta di case vacanze e B&B, aumenta a macchia d’olio, soprattutto a Roma e provincia, dove, da agosto 2016 ad agosto 2017, Airbnb registrava 30.912 annunci di alloggi con incremento del 13,34% sullo stesso periodo 2015-2016. Ecco allora che l’orientamento dei giovani albergatori è cercare nuovi spunti e aprirsi a nicchie di mercato per migliorare le performances aziendali. «Puntiamo su alcuni segmenti che in periodi come quelli che stiamo attraversando, in cui ci sono nuove forme di concorrenza, una dilatazione della bassa stagione e un crollo delle tariffe medie, possono tornare utili», ci spiega Daniel Franchi che rappresenta i giovani albergatori di Federalberghi Roma, «Per esempio, il segmento family non è da sottovalutare soprattutto in bassa stagione e per gli alberghi che solitamente hanno clientela business, visto che le famiglie si spostano proprio nel fine settimana; ovviamente questa scelta comporterà maggiore attenzione al menù, così come arredi e accessori ad hoc, insomma una spesa minima di investimento ma con un ritorno in termini di guadagno. Un altro mercato
Daniel Franchi: «il segmento family non è da sottovalutare soprattutto in bassa stagione e per gli alberghi che solitamente hanno clientela business, visto che le famiglie si spostano proprio nel fine settimana»
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interessante su cui puntare è costituito da coloro che non si separerebbero mai dal proprio amico a quattro zampe e che costituiscono numeri da non sottovalutare. Basti pensare che “il 55% delle famiglie in Italia ha un cane e che nel nostro Paese ci sono 12 mila alberghi che si definiscono Pet Friendly. Sarebbe sufficiente dedicare piccole attenzioni con una cuccia, qualche ciotola e cibo ad hoc».
Stessi spazi, diversi usi Case history di successo quella dell’Hotel San Francesco albergo di tre stelle nel caratteristico quartiere di Trastevere a Roma. Una vera chicca con le sue 24 camere ricavate da un ex seminario. Fin dall’apertura, fatta salva la parentesi dell’11 settembre del 2001, i primi sette anni sono stati un crescendo dal punto di vista del fatturato. «L’inversione di tendenza inizia alla fine del 2008», ci racconta il proprietario, Daniele Frontoni, «e, dopo sette anni che il prezzo medio camera si abbassava, cresceva l’occupazione e la redditività non era più sufficiente a gestire la struttura, ho incominciato a farmi delle domande, a cercare le cause e una soluzione». Daniele si rende conto che le cause non erano certo da attribuire al calo della destinazione Roma, che, al contrario, cresceva nel numero di visitatori, e nemmeno dalla brand reputation: «Le recensioni dei miei clienti erano rimaste costanti, a un buon livello. Quindi, dopo aver escluso anche l’ipotesi di una politica tariffaria sbagliata, non restava che controllare eventuali nuovi competitor nella zona. Ed ecco la sorpresa: dal 2001 al 2008, a Trastevere, si erano aggiunti solo due piccoli hotel, ma le case vacanze nella zona erano diventate una
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miriade. Quando ho aperto l’hotel ho puntato proprio al fatto che nell’area non vi fossero molte strutture». Amara constatazione che, comunque, non scoraggia l’imprenditore. Decide quindi di fare un’analisi di mercato per capire i vantaggi che poteva offrire la sua struttura rispetto a quelle extra alberghiere a partire dallo spazio, ma il confronto non regge: «Il mio albergo, ricavato da un ex seminario, offre 14 metri quadrati per le camere da letto, mentre le dimensioni degli appartamenti non vanno al di sotto dei 30 metri quadrati». Svantaggio anche sulle tariffe: «Le più basse che noi pratichiamo, quando c’è meno richiesta, si aggirano sui 60 euro per due posti, mentre, nella casa vacanza, i prezzi sono in media 30 euro, da 2 fino a sei posti». Quindi Frontoni si concentra sui servizi: la reception 24 ore su 24, rispetto alla casa vacanza che, al massimo, offre l’assistenza all’arrivo per consegna chiavi, costituisce un plus insieme all’house keeping (riassetto delle stanze e la biancheria pulita) anche se non stiamo comunque parlando di qualcosa di così irrinunciabile. La funzione del receptionist oggi è sostituibile da moderni smartphone e connessione Wi-Fi che consentono informazioni anche più precise e aggiornate, così come il cambio biancheria tutti i giorni: se ne può fare a meno. La colazione invece poteva essere la leva giusta, un vantaggio reale rispetto al soggiorno nella casa vacanza. Con le tariffe così basse però mi sono reso conto che non potevo più includere la colazione e, quindi, per applicare una tariffa più alta, ho dovuto apportare delle migliorie, aumentando il numero dei coperti, ristrutturando la sala con un minimo investimento passando da 16 posti a 26 posti: un incremento del 70 per cento che ha evitato l’attesa al mattino per il breakfast. La ristrutturazione ha comportato uno sforzo economico, che necessitava di essere pubblicizzato, e per questo abbiamo utilizzato internet facebook advertising per segna-
lare con un post in lingua inglese ai turisti che si trovano nell’arco di qualche chilometro la novità del breakfast ed essere così rintracciati da nuovi clienti e non solo delle case vacanza della zona. Abbiamo separato il prezzo della colazione da quello della stanza ma, ovviamente, con un servizio migliore. Così, dopo i primi clienti delle case vacanze entrati solo per il breakfast, abbiamo pensato di espandere il servizio anche agli uffici e aziende limitrofe. Per questo abbiamo dovuto allargare la cucina e provveduto al restyling della hall con salottini e bancone bar, in sostituzione della reception, trasformando l’area in un grande spazio in cui anche l’attesa diventa piacevole relax, magari gustando un caffè. Ora stiamo pensando di diversificare la ristorazione con light lunch e perchè no aperitivi, dopo cena, finger food. Ho investito su una nuova risorsa in cucina per preparare tutto in house, migliorato la presentazione del buffet, riorganizzato la sala incrementando i posti e valorizzato l’aspetto del food anche nella comunicazione».
Daniele Frontoni nella foto in alto a sinistra e i nuovi spazi del suo albergo nelle foto in alto e in basso
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Nelle foto in alto e in basso Il Gin Corner nato da un'idea di Barbara Ricci (foto a destra)
Un brand nel brand Nato da un’idea di Barbara Ricci, titolare con la famiglia dell’Hotel Adriano, da 53 anni nel cuore della capitale, The Gin Corner non è solo un bar d’albergo. «Grazie alla passione per i viaggi e la voglia di scoprire quello che accadeva nei paesi a noi vicini, ho avuto il desiderio di portare in Italia un bar tematico che cavalcasse il trend europeo del gin», ci spiega Barbara Ricci che nel 2013 apre The Gin Corner. «Ed è stato subito un successo: i risultati sono stati sorprendenti anche in termini di fatturato, sono aumentati i clienti e l’angolo dedicato al gin è diventato uno degli indirizzi più mondani della
città». Non a caso nel 2013 The Gin Corner è premiato come New Format da Horeca24 mentre nel 2015 e nel 2017 si classifica ai Baraward come miglior bar d’albergo in Italia. Il bar tematico ha dato vita ad un mondo parallelo che ha coinvolto le case produttrici. «Attraverso un piano strategico multicanale e integrato ab-
biamo costruito la nostra presenza come brand con iniziative mirate a far crescere la cultura del gin e far conoscere il The Gin Corner e tutte le sue etichette. Un grande lavoro, quindi, dietro al successo di questa brillante idea che si è sviluppata con una gin school, eventi aziendali e privati, una rubrica editoriale The Gin Lady su IlGin.it, la creazione di un format The Gin Masterclass, l’ideazione di un piano editoriale, la creazione di pagine sui canali social.
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L’agriturismo che non ti aspetti Sono sempre più numerosi coloro che scelgono la vacanza a contatto con madre natura prediligendo gli agriturismi che offrono un soggiorno esperenziale e alloggi fuori dal comune: una richiesta che registra una crescita del 15% nel 2017, secondo un sondaggio del portale Agriturismo.it. nel Belpaese non mancano le soluzioni più originali. Noi ne abbiamo selezionate alcune
✒a cura di Tiziana Conte
U Agriturismo Azienda Agricola Della Mezzaluna
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Uno dei trend più diffusi da Nord a Sud dello Stivale è il recupero di stalle, fienili e mulini da utilizzare come camere da letto o sale per la ristorazione integrandole alla struttura principale. Così come è sempre più diffusa la tendenza di dormire in un immobile storico: trullo, dammuso, masseria, gradita soprattutto agli stranieri e di creare stanze a tema. È la fotografia scattata dall’’osservatorio del portale Agriturismo.it, secondo cui la vacanza in agriturismo ha segnato un aumento del 7% nel 2017 e per l’anno in corso è prevista un’ulteriore crescita. Partendo da questa premessa, «i proprietari degli agriturismo stanno cercando sempre più di personalizzare l’esperienza degli ospiti e un
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modo per farlo è quello di recuperare o creare degli alloggi molto particolari e unici nel loro genere», ci spiega Veronica Mariani, fondatrice di Agriturismo.it. Una scelta che ha portato ad un aumento della richiesta per questa tipologia di alloggi, del 15 per cento nel corso del 2017. Ecco, quindi, alcune delle soluzioni tra le più originali e di tendenza da Nord al Sud senza tralasciare il Centro del Belpaese.
Dormire nei caravan originali tzigani ungheresi Dei primi del Novecento, o in quelli degli Anni Sessanta, appartenuti a famiglie di giostrai e circensi, recuperati e trasformati in comode camere con bagno privato, è possibile all’Agriturismo Azienda Agricola Della Mezzaluna, sulla collina di Stiava, tra il mare della Versilia e le Alpi Apuane. Si potrà soggiornare immersi nel silenzio dell’uliveto circostante dove
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pascolano libere caprette camosciate e godere del panorama sul litorale della Versilia. L’azienda, nata nel 2006 dalla passione per la terra e dal desiderio di realizzare prodotti di qualità, produce olio e vino e alleva asini amiatini e pecore zerasche. Info su www.aziendaagricoladellamezzaluna.com
Soggiornare nella casa sull’Albero Dalla quale godere della vista sul bosco, non più dal basso verso l’alto, ma da chioma a chioma, non ha prezzo: è da provare all’Agriturismo Fattoria La Prugnola, in provincia di Pisa, dove i più romantici e sognatori potranno vivere l’esperienza di dormire in una Yurta, le tipiche tende delle antiche popolazioni nomadi della Mongolia. Due soluzioni originali, in alternativa all’offerta classica, disponibile nelle case coloniche ristrutturate mantenendo i tipici elementi dell’architettura rurale toscana (travi a vista, archi, cotto e pietre). Info su www.laprugnola.it Sulla riscoperta della vita in tenda si inserisce il recente trend del glamping, adottato da diversi agriturismi, che mettono a disposizione degli ospiti tende glamour e confortevoli come quelle dell’Agriglamping Podere Pianetti a Castagneto Carducci (Livorno) che nella natura suggestiva della Costa degli Etruschi, a soli 400 mt dal mare, dispone di Luxury Lodge Tents, di 66 mq arredate in stile country. con particolare cura per rendere gli interni caldi ed accoglienti. unendo il fascino di una vacanza all’aria aperta a tutti i confort di un hotel a 5 stelle con tanto di Jacuzzi, wi-fi, Tv sat. Fra le novità introdotte di recente, anche la possibilità di dormire nei luxury caravan dotati di ogni cmnfort incluso veranda e vasca idromassaggio esterna. Info su www.poderepianetti.it
Per rivivere usi e costumi di un tempo Da provare almeno per una notte il materasso di balle di fieno o il soggiorno nelle case interamente costruite con la paglia, come nell’Agriturismo Il Filo di Paglia nell’ incontaminato biodistretto della Val di Vara, vicino ai famosi borghi
Qui sopra e in apertura: Agriturismo Fattoria La Prugnola
Agriglamping Podere Pianetti
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Oasi di Galbusera BiancaAgriturismo Bio di Charme
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marinari delle Cinque Terre e all’Alta Via dei Monti Liguri. Qui troverete la Prima Casa di Paglia della Liguria, intonacata interamente in terra cruda e calce naturale, costruita dalla famiglia Azaghi, proprietaria dell’agriturismo. In alternativa si potrà scegliere fra altre due tipologie di alloggio: la villetta del ’900 restaurata in bioedilizia e con terrazze che si affacciano sul bosco e giardini, o in piccolo appartamento di antiche origini, intonacato in terra cruda, vicino a d un’immensa quercia centenaria. L’intera casa poggia su una roccia gigantesca, lasciata a vista con le sue belle venature in un’area
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dell’abitazione e da qui il nome “la grotta dello gnomo”. Il ristorante, con lo Chef Marco Azaghi, propone una cucina legata alla tradizione ligure e mediterranea ma saldamente basata sui prodotti dell’azienda agricola biologica e su carni, salumi e formaggi da mucche cabannine, allevate in azienda. Le attività della fattoria prevedono anche iniziative a tema: “come raggiungere l’autosufficienza in armonia con la natura”; “come curavano le nostre bisnonne con erbe medicamentose e degustazione tisane”; “come fare il pane con la pasta madre e senza il lievito”; “il ciclo del latte: dalla mungitura allo yogurt e al formaggio”. Qui si organizzano anche eventi aziendali, corsi di cucina, di produzione di Fermentati Thailandesi, di orticoltura biologica, di bioedilizia, di costruzione thermocompost. Info su www.agriturismoilfilodipaglia.it
Dormire su un letto di balle di fieno È una sensazione che non si può descrivere ma che si può provare all’Oasi di Galbusera Bianca-Agriturismo Bio di Charme con alloggi tra cui la Stanza del Fieno in cui si ha voglia di rotolarsi con l’amato. L’Oasi, WWF per la Biodiversità; si trova in Brianza nel Parco di Montevecchia e della Valle del Curone ed è anche azienda agricola biologica biodinamica di
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20 ettari con colline terrazzate, prati, boschi, vigneti e frutteti. L’anima dell’ oasi è l’antico borgo di 5 cascine, noto fin dal Trecento e ristrutturato in bioarchitettura con consumo di energie rinnovabili. Raccolte attorno alla corte principale, completamente ristrutturate in bioarchitettura e arredate con materiali da riciclo, le stanze sono diverse l’una dall’altra: arredate a tema raccontano le avventure di vita dell’inventore dell’Oasi di Galbusera Bianca, Gaetano Besana, e sono dei piccoli mondi visionari dove sognare ed immaginare attraverso gli oggetti ritrovati e legni di recupero trasformati in arredi di charme. Tra i servizi proposti: massaggi e trattamenti olisitici: ayurveda, reiki, shiatsu, riflessologia plantare e molto altro; fattorie e orti didattici; Osteria Bio di cucina naturale vegetariana, vegana, e tradizionale, dove il cibo è ricerca di sapori perduti, di prodotti coltivati nell’azienda agricola biologica biodinamica e di aziende agricole del territorio. Info su www.oasigalbuserabianca.it
Sentirsi dame o cavalieri a corte È una sensazione che si può provare all’Agriturismo Castello di Monticelli a Marsciano (Perugia) posizionato sulla sommità di una collina da cui si gode uno spettacolare panorama. La dimora, di valenza storica, conserva le caratteristiche di un castello medievale, facendoci sentire ospiti a corte in un contesto dove il tempo scorre lento regalandoci serenità. Un sapiente restauro, mantiene intatte le caratteristiche originarie del castello che vanta quattro torri inserite all’interno di un borgo di rara bellezza. Si potrà trascorrere la notte dormendo nell’antica torre del sesto secolo dove non manca il caminetto a rendere l’atmosfera ancora più accogliente nelle serate invernali. L’immenso parco con le sue due piscine regala momenti di grande relax e il ristorante propone piatti tipici della tradizione umbra e italiani, serviti nelle sale medie-
vali dove la mattina si può gustare una prima colazione con prodotti locali: marmellata, prosciutto, formaggio, verdure e frutta dell’orto biologico. In estate, la colazione è servita sotto un pergolato con vista su Perugia. Nella tenuta si svolgono corsi di cucina e degustazione del vino; incontri con un ricercatore di tartufi e produttori di olio d’oliva o formaggi freschi e stagionati. Info su www.castellomonticelli.com
Agriturismo Castello di Monticelli a Marsciano
Soggiornare nelle antiche pajare Nella campagna salentina di Gallipoli, l’Agriturismo Rosso Terra, accoglie i suoi ospiti in antiche e caratteristiche pajare, antichissime costruzioni rurali in pietra adibite a depositi attrezzi e luogo di riposo dei contadini, ristrutturate e dotate di ogni confort e da una masseria in stile coloniale dalla tipica forma a “staffa di cavallo” avvolgendoli nella quiete della campagna salentina tra ulivi secolari, mandorli, agrumeti, muretti a secco. Potrete decidere se soggiornare in suite con il tetto a volta o in una pajara con la pietra a vista e farvi coccolare con i massaggi, immersi nella natura. Info su www.masseriarossoterra.com 3 2018
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CRM in hotel, un lavoro di squadra Connesso alle altre business unit in maniera costante, il CRM può migliorare la propria brand reputation e aiutare a distinguersi dalla concorrenza
✒Cristina Chiarotti
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Strategico, operativo, analitico o collaborativo. Non stiamo parlando delle qualità necessarie per una figura direzionale, né descrivendo il profilo corrispondente al punteggio raggiunto in un test. Queste sono le più recenti evoluzioni delle tipologie di CRM attualmente sul mercato, un software gestionale indispensabile per fidelizzare la clientela rispondendo alle sue esigenze in tempo reale, un sistema di approccio all’ospite che sta cambiando le dinamiche di accoglienza alberghiera dilatandone la finestra di interesse. L’evoluzione verso il mobile e l’entrata dei dati Social nelle moderne strategie di marketing offrono alle strutture alberghiere potenti strumenti di business. Il CRM del futuro non solo aiuterà l’hotel a monitorare il mercato e le preferenze nell’esperienza di viaggio dei potenziali clienti, magari anticipandole, ma può diventare un allea-
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to prezioso per una fidelizzazione costante, dal Pre-stay al Post-stay.
Dal database al CRM evoluto All’inizio era poco più di un database, un elenco di informazioni. Negli anni Ottanta, quando ancora non era conosciuto con il nome Customer Relationship Management, il Database Marketing era lo strumento principe utilizzato dalle aziende per creare focus group con i propri clienti. Presto però il DM mostra i suoi limiti, una raccolta dati troppo ripetitiva e poco dinamica, ininfluente sullo sviluppo del marketing. Ecco perché nel corso degli anni ’90 il sistema inizia ad evolversi, diventando il più complesso CRM, un software duale che da una parte continua a immagazzinare informazioni, ma dall’altra consente la comunicazione con i nominativi in diverse modalità, creando un
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feedback di dati interessante. I CRM di oggi, sofisticati software multifunzionali, sono strutturati in maniera del tutto simile alle piattaforme dei più famosi social network, con funzioni di comunicazione avanzata come ad esempio la possibilità di entrare in contatto con i clienti tramite chat-on-line. Non solo. Attraverso il Customer Relationship Management possiamo monitorare e analizzare i flussi e le prenotazioni, pianificare le attività da svolgere, gestire i contatti con la possibi-
lità di modificare, crearne ed eventualmente eliminare un profilo, archiviare i dati e fare da supporto al cliente tramite l’assistenza dedicata, ecc. Ecco perché l’integrazione Social sarà il salto del futuro, un’evoluzione capace di far confluire i target di preferenza dell’utente nelle strategie di marketing in modo da creare un servizio sempre più personalizzato e pronto a rispondere alle esigenze di ognuno di noi.
L’evoluzione verso il mobile e l’entrata dei dati Social nelle moderne strategie di marketing offrono alle strutture alberghiere potenti strumenti di business
CRM in Hotel Nella nuova frontiera della gestione alberghiera 4.0, il CRM è diventato uno strumento indispensabile per prevenire il gap tra le aspettative dei clienti e il servizio fornito dall’hotel. Sembra infatti che sia ancora alta la percentuale delle strutture che è convinta di offrire un’esperienza di livello superiore, soprattutto in fatto di
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servizi dedicati, mentre solo una piccola parte della clientela ammette di ricevere un trattamento pari alle promesse fatte in fase di prenotazione. Monitorare il feedback in tempo reale e andare incontro alle sempre più mutevoli esigenze dei viaggiatori richiede, quindi, capacità di analisi e una gestione di management efficace e dinamica. I 3 grandi step da percorrere per un corretto utilizzo di qualsiasi software CRM sono: immagazzinare quanti più dati possibile (Big Data), analizzarli con metodo e attivare canali multipli di comunicazione con l’ospite per fornire servizi personalizzati in tempo reale. Fondamentale è il contatto costante con il cliente e l’analisi dei bisogni attraverso molteplicità di strumenti, come newsletter, mailing, sms, chat, ma anche sistemi più ‘tradizionali’ come lettere e telefonate, che oggi stanno recuperando valore comunicativo. In qualsiasi modalità si voglia declinare, il contatto è basilare per attività di advanced analytics con cui mappare nel nostro database evoluto ogni singolo cliente.
Social marketing, verso il Digital CRM Ognuno di noi, in ogni momento della giornata, fornisce preziose informazioni attraverso l’utilizzo dei Social. Un commento, un hastag o un like su Instagram o Facebook costituisce un’indicazione precisa dei nostri gusti e dei nostri interessi. Questa è la nuova frontiere del CRM 4.0, in Digital CRM, un’evoluzione digitale attraverso l’implementazione marketing dei dati social, che può costruire una visione globale del consumatore, ovviamente da analizzare e gestire con competenze specifiche.
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Monitorare preferenze e richieste Le informazioni che è possibile acquisire su un cliente non sono esclusivamente i dati forniti in fase di prenotazione, che peraltro possono essere di spunto per strategie di Post-stay (ad esempio, memorizzando la data di nascita e programmando nel tempo una mailing di auguri in cui inserire una proposta di soggiorno), ma si ottengono dall’analisi e memorizzazione delle sue abitudini, dalle richieste ricevute nei diversi reparti e dalle conversazioni con il personale. Potrebbe essere importante ricordarsi quale giornale o riviste preferisce, se ha richiesto una camera no smoking, se è vegetariano, se è uno sportivo, se ricopre un incarico importante, se è un appassionato di arte e così via. Queste piccole informazioni, non sono banali né inutili, ma costituiscono un tratto distintivo di servizio fuori dagli standard. Inoltre, in genere il cliente predilige un servizio veloce, con flessibilità nei canali di contatto. Si può fornire un servizio attraverso un portale self-service, utilizzare le community e le chat-on-line, in modo da permettere ai clienti di avere un supporto disponibile H24, soprattutto privilegiando strumenti mobile per rispondere in tempo reale.
Customer satisfation: un asset strategico per il business I cosiddetti Big Data sono quindi il fulcro vitale per elaborazioni statistiche attendibili e per segmentare i clienti in specifiche scale. Una volta analizzate e organiz-
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Comunicare a 360° Il CRM evoluto è una strategia che prevede l’utilizzo di diverse modalità di comunicare con il cliente. Gli strumenti di comunicazione preferenziali dell’hotel possono essere sia off line (a tu per tu con il cliente, telefonicamente, con posta ordinaria, ecc.) che on line (e-mail, newsletter, blog, chat, sms, forum, social networks, ecc.). A queste informazioni, vanno aggiunti i report del personale addetto al front office, al booking, al marketing, ecc. ossia di tutte quelle figure che direttamente o indirettamente comunicano con il cliente durante il suo soggiorno.
zate le informazioni, è possibile sviluppare un’offerta commerciale personalizzata tale da rendere la customer satisfation un asset strategico per il business. Definire come priorità la maggior soddisfazione possibile del cliente in struttura può tradursi nel tempo in una crescita fino al 95%. È evidente che quindi l’efficienza del CRM è un concetto strettamente legato alla strategia di marketing privilegiata dall’hotel, non ché all’integrazione tra i processi aziendali interni, sia del business-to-consumer che del business-to-business. Come sempre, però, i processi automatizzati non bastano. È ovvio che nessun software può essere la bacchetta magica del successo di un’azienda, soprattutto nel campo dell’accoglienza, dove il rapporto con il cliente rappresenta la variabile per eccellenza.
Un lavoro di squadra Ecco perché è importante trasformare il customer service in un obiettivo comune, un lavoro di squadra da costruire in
stretta sinergia con il marketing e il sales, fornendo strumenti operativi che interagiscono tra di loro. Il customer service deve essere connesso alle altre business unit in maniera costante, non solo per affrontare le necessità dei clienti più rapidamente, ma nell’ottica di migliorare la propria brand reputation e distinguersi dalla concorrenza. Inoltre, grazie ad un CRM evoluto davvero capace di fare tesoro delle informazioni raccolte, si richiama idealmente il concetto base di considerare il proprio cliente un ospite speciale, non brandizzato né omologato fra i tanti, ma ben identificato nei propri gusti e necessità, tanto da farlo diventare nel tempo un involontario quanto prezioso testimonial della sua esperienza di viaggio. Far capire che ci si sta prendendo cura delle sue esigenze, in fase di prenotazione, durante la permanenza ma soprattutto nei contatti che seguiranno al termine del soggiorno, potrebbe voler dire creare davvero le basi per un’ospitalità differente.
Le informazioni che è possibile acquisire su un cliente non sono esclusivamente i dati forniti in fase di prenotazione, che peraltro possono essere di spunto per strategie di Post-stay, ma si ottengono dall’analisi e memorizzazione delle sue abitudini, dalle richieste ricevute nei diversi reparti e dalle conversazioni con il personale
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Mobile Photography # marketing del future L’ultima frontiera della fotografia strizza l’occhio al mondo dell’hotellerie, perché nessuno fa pubblicità meglio di un top influencer
✒Cristina Chiarotti
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Ormai è un rito; vediamo qualcosa che ci piace, tiriamo fuori lo smartphone ed ecco uno o due scatti al massimo, e via, a condividere sulla piattaforma social che frequentiamo di più, con un post ad hoc, uno stato accattivante e rigorosamente il tag “dove ti trovi” attivato. La mobile photography sta cambiando il concetto e l’utilizzo della fotografia tradizionale in
uno strumento per raccontare città, luoghi, emozioni, ma anche pillole di vita quotidiana, avvenimenti importanti o leggeri, sempre da condividere con i nostri amici virtuali, magari per poche ore. I dati sull’esplosione della fotografia nei social network parlano chiaro. Nel 2014 le foto scattate erano 880 miliardi: una ogni due minuti. Oggi la cifra è raddoppiata ed è destinata a crescere in maniera esponenziale. Tra i social con il maggiore potenziale spicca Instagram, entrato nell’interesse dei grandi network della comunicazione e tra le priorità dei sales&marketing più accorti. E nel turismo Mice, tour operator e promoter, vanno incontro a questo trend, integrandolo con strategie di customer relationship management avanzate.
Smartphone. Uno strumento potente Ma perché Instagram è una delle piattaforme più in crescita? Il segreto del suo successo, oltre alla facilità di utilizzo, è collegato strettamente all’eccezionale evoluzione dei nuovi smartphone, capaci di scattare immagini fino a 12 megapixel che immortalano i momenti più salienti della nostra giornata: entriamo per esempio, in un hotel, ci guardiamo in giro, e appena vediamo un particolare interessante ecco che viene subito documentato. Così come la nostra camera, la vista dal balcone, il kit di benvenuto, il piatto più gustoso della nostra cena gourmet, la
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LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING
nostra pausa benessere in Spa, tutto può essere on-line in pochi clic...
Instagram, brand awareness in uno scatto Instagram ci permette di farlo nella maniera più semplice e intuitiva, e non solo. Molti dei grandi brand alberghieri, strutturalmente attrezzati per strategie di comunicazione mirate, sanno di cosa è capace Instagram. Un post del perfetto vassoio colazione sulla terrazza della propria camera, magari con vista panoramica, può generare fino a molte migliaia di like, in maniera più rapida di Facebook. L’utente può spedire la foto ad amici senza pubblicarla, ma generando interazioni, può sceglierla come profilo, può inserirla nelle sue foto preferite rendendola più accattivante con una serie di filtri e arricchirla di hastag di riferimento che contribuiscono a scalare le classifiche delle keywords più utilizzate nei motori di ricerca. Un’operazione di brand reputation attivata con pochi clic, che tra l’altro rende l’ospite inconsapevolmente testimonial della struttura, in una sorta di “passaparola virtuale” in grado di migliorare la propria brand awareness e l’engagement con i propri potenziali clienti. Perché il bacino di riferimento è veramente vasto. Anzi globale. Prima di tutto i numeri. A giugno 2016 gli utenti mensili di Instagram erano 500 milioni. Dopo 6 mesi erano già passati a 600. E nei 4 mesi successivi, si sono aggiunti altri 100 milioni di utenti che hanno portato il social a 700 milioni di utenti attivi.
In una parola: Stories
like totali offrendo una possibilità di engagement superiore a qualsiasi altro social network, 84 volte maggiore di Twitter, 54 volte superiore a Pinterest e 10 volte maggiore rispetto a Facebook, attivo più in Europa che in altri continenti e che tra l’altro negli ultimi anni si sta attestando in una fascia di utenza alta, un social cosiddetto“senior”, mentre il pubblico di fascia più giovane predilige Instagram e Snapchat.
Sopra, la pagina dell’Hotel Eden Roma. Molti dei grandi brand alberghieri attrezzati per strategie di comunicazione social sanno di cosa è capace Instagram. Un post del vassoio colazione sulla terrazza della propria camera, magari con vista panoramica, può generare fino a migliaia di like e molte interazioni
Listening e Monitoring È chiaro che, per utilizzare al meglio tutti i dati che possono essere estrapolati dai social, è necessaria una seria attività di listening e di monitoring per almeno alcuni mesi. In questa fase preliminare, vengono in aiuto piattaforme di monitoraggio avanzato che possono fornire una mappa importante dalla quale partire e su cui costruire le proprie campagne media. Al contempo, può essere utile conoscere alcuni strumenti che il web mette a disposizione. Klout, per esempio, è un servizio che offre analisi e statistiche personaliz-
Un grandissimo contributo a questa crescita è stato portato senza dubbio dall’introduzione, ad agosto 2016, delle Stories. Instagram stories, permette di condividere immagini e video che rimangono visibili solo per 24 ore e non vengono pubblicati. Un meccanismo di marketing interessante, in cui il countdown di visione invoglia l’utente a cliccare subito su questa storia virtuale temporanea, per non perderla. Ogni clic va ad incrementare l’algoritmo di ricerca dell’utente che ha creato il post contribuendo a farlo salire nelle classifiche.Ecco perché ogni giorno su Instagram vengono pubblicati, in media, 95 milioni di post con 4,2 miliardi di 3 2018
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LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING
spensabili sono invece software come Iconosquare, strumento a pagamento grazie al quale è possibile vedere e gestire sul web il proprio profilo Instagram visualizzando il feed, gestendo i commenti e soprattutto potendo visualizzare statistiche sulle attività del proprio account, oltre a creare elenchi di trend keywords, top contributor e top influencer, nonché curve di sentiment geolocalizzati, e moltissimi altri canali operativi. Tutti strumenti utili a mantenere alti i livelli di engagement per persuadere l’algoritmo a mostrare nel feed il proprio contenuto.
Mobile photograpy, album di “esperienze”
Sopra, Palazzo Montemartini in uno scatto Instagram. Condividere una foto-post è facile, meglio se corredata di hastag e tag. Per un buon utilizzo della piattaforma social, bisogna anche analizzare i feed e gestire al meglio i commenti degli altri utenti
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zate sui social, stimando l’influenza degli utenti attraverso il Klout score (da 0 a 100), ottenuto dal grado di interazione dei profili utente su piattaforme di social networking. Il punteggio esprime un indice di gradimento puramente quantitativo, ma permette di individuare e premiare gli utenti più visibili. Un hotel può ad esempio concedergli dei piccoli benefit: “Are you an important client? Additional service to customers with high score”, puntando sull’influencer come testimonial. Anche Kred, si occupa di analisi di social media, con due punteggi diversi, l’“influenza”, intesa come la probabilità che l’utente ispiri fiducia e che i followers seguano le sue indicazioni e l’outreach cioè la tendenza a condividere il contenuto di altre persone con i propri followers. Indi-
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Insomma, se il marketing di oggi deve passare attraverso i social, fondamentale è scegliere il social più adatto e lo staff più competente per promuovere la propria struttura, per amplificare la propria comunicazione e valorizzare il brand attraverso le proprie pagine social median-
te campagne mirate e personalizzate. La nuova frontiera della fotografia, la mobile photograpy si è rivelata una preziosa alleata di tutte le campagne media, forse più dei video, non solo perché testimonia direttamente l’esperienza, il luogo dove vorremmo essere, il cibo che vorremmo mangiare, le escursioni che vorremmo fare, anche a migliaia di chilometri di distanza, ma perché rende possibile e naturale la sua fruibilità, e fissa la sua valenza nell’album dei ricordi, oggi non più cartaceo e chiuso in un cassetto, ma virtuale e condivisibile con tutti. Un mondo connesso in cui, tra tool e algoritmi, rimane sul campo la sfida vera di creare una comunicazione intelligente e originale, sempre vincente.
LE VIE DELL’INCENTIVE
Una bella scoperta Mice A meno di un’ora di treno da Washington, Baltimora è una città interessante e dotata di strutture e attrattive anche per chi organizza congressi ed eventi
✒Leonardo Felician Nello stato del Maryland c’è una destinazione bella e ancora poco conosciuta dai viaggiatori Mice italiani; stiamo parlando di Baltimora. La città offre a imprese e aziende numerose attrattive e una rete di strutture all’avanguardia tecnologicamente attrezzate come il centralissimo Baltimora Convention Center (www.bccenter.org), i numerosi alberghi downtown con grande capacità ricettiva e sale riunioni di tutti i tipi in grado di accogliere anche i maxi congressi. Facilmente raggiungibile dall’Europa, Baltimora è servita dal proprio aeroporto, comodo da raggiungere anche in treno, ma anche dal grande aeroporto di Washington Dulles International che dista un’ora in macchina, senza contare gli altri scali della
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trafficatissima costa est degli Stati Uniti, come New York e Philadelphia comodamente raggiungibili in treno o bus. Se i treni Amtrak collegano efficacemente le grandi città costiere, è meno consigliabile invece muoversi in macchina sulle caotiche e affollate interstatali che qui si incrociano numerose. Baltimora è anche famosa per i suoi centri di eccellenza in campo medico come l’ospedale e il campus scientifico della Johns Hopkins University.
Tra parchi e colline Con i suoi 600mila abitanti, Baltimora è la capitale del piccolo stato del Maryland affacciato sull’Atlantico. La città si trova sul fiume Patapsco, non lontano dalla
LE VIE DELL’INCENTIVE
su un piedestallo di 10 metri.Il centro cittadino si sviluppa sull’acqua del riparatissimo porto interno, attivo già a inizio Settecento e completamente riqualificato in tempi recenti pur conservando il suo fascino d’epoca: un’escursione in motoscafo alla scoperta dell’estuario è uno dei must della visita della città, la cui visita è gradevole in tutte le stagioni.
Qui sopra: veduta aerea del centro di Baltimora. In apertura, il National Aquarium
A spasso per la città. Tra musei e buon cibo Baia di Chesapeake in cui si getta ed è uno dei centri storici degli Stati Uniti: a Fort Henry che ne difende l’accesso dal mare si tenne un celebre assedio degli inglesi all’epoca dell’Indipendenza americana nel 1812. La città, ricchissima di parchi, giardini e spazi pubblici, è chiamata Monumental City perché a Mount Vernon Place, una collinetta che segna il centro cittadino, fu innalzata una colonna alta 40 metri sormontata da un’enorme statua di George Washington che posa
Tra le attrazioni turistiche che comprendono una ventina di interessanti musei e collezioni, anche se si dispone di poco tempo va visitato il National Aquarium, uno dei più grandi degli Stati Uniti, in bella posizione proprio in mezzo al porto. È
In basso a sinistra: architettura vittoriana sulla Charles Street. Qui sotto, passeggiata lungomare sull’Inner Harbor
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LE VIE DELL’INCENTIVE
L’imponente edificio neoclassico del Baltimore Museum of Arts
formato da due edifici comunicanti e una visita alle sue numerose vasche con 20mila specie di animali marini, molto adatta ai bambini come agli adulti, richiede diverse ore. Appena usciti dall’aquario, ormeggiate sul tranquillo specchio d’acqua interno, si trovano le cinque navi storiche tra cui il sommergibile USS Torsk attivo nella seconda guerra mondiale, l’antica USS Constellation, splendido veliero e ultima nave da guerra americana esclusivamente a vela varata nel 1854 prima dell’avvento del vapore, il Taney, l’ultima nave da guerra sopravvissuta all’attacco di Pearl Harbour, nonché la nave faro della baia del Chesapeake. Baltimora offre anche una serie di musei assai interessanti, che possono essere visitati anche facendo uso della Harbor Pass, una carta di accesso valida per più giorni destinata ai visitatori. In pittoresca posizione sull’acqua in luogo di ritrovo e di passeggio per gli abitanti della città si affaccia anche l’edificio del Maryland Science Center, dove alcune esposizioni di scienza e tecnologia sono allestite con un chiaro intento didattico molto tipico nei musei statunitensi. Bisogna prendere l’autobus invece per raggiungere lo splendido Baltimore Museum of Art, che racco-
OSPITALITÀ Tutte le principali catene alberghiere internazionali sono presenti a Baltimora con hotel di grandi dimensioni in posizione centrale e con eccellenti dotazioni: Four Seasons, Hyatt, Hilton, Radisson, Sheraton. Ma sono presenti anche alcuni gruppi americani poco conosciuti in Europa, ma molto diffusi nelle principali città degli Stati Uniti, come il gruppo Kimpton Hotels &Restaurants e il Sonesta Hotels & Resorts. L’alta torre in mattoni rossi del Royal Sonesta domina il porto interno con camere dalla vista suggestiva: si pranza e si cena in un’atmosfera coloniale al primo piano al ristorante Explorers.
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glie una collezione di oltre 90mila pezzi di pittura e scultura provenienti da tutto il mondo che spaziano dall’antichità ai post impressionisti. L’edificio centenario in stile classico colonnato, lievemente rialzato da una scalinata e sormontato da una cupola si trova nella zona universitaria della città, dove l’architettura non è più fatta da moderni grattacieli che si specchiano nell’acqua come nel downtown, bensì da case vittoriane a due piani, contornate da piccoli giardini affacciati sulla strada, dalle porte spesso colorate e impreziosite da colonnine. Chi ha interessi artistici non deve perdere la visita del Walters Art Museum in Charles Street, una collezione privata di rara ricchezza in particolare per la scultura greca, i sarcofagi romani, l’arte medioevale e i codici miniati, i gioielli Art Nouveau e le opere di artisti americani.
LE VIE DELL’INCENTIVE
Sopra, la torre rossa dell’hotel Royal Sonesta si specchia sulle acque tranquille dell'Inner Harbor. Qui a fianco, una suggestiva immagine notturna della skyline di Baltimora
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HOSPITALITY NEWS N O T I Z I E DA L M O N D O D E I V I AG G I E D E L L’ O S P I TA L I T À
Nuove acquisizioni, giri di poltrona, offerte ed eventi
Un’altra Villa Widmann Villa Widmann – realizzata nei primi anni del 1700 dagli Sceriman e residenza estiva della famiglia Widmann – è oggi nuovamente aperta al pubblico dopo alcuni anni di parziale chiusura e imponenti lavori di restyling che hanno interessato il parco e alcune parti comuni con un investimento di 85mila euro. Altri interventi programmati per l’inizio del 2019 coinvolgeranno il muro perimetrale e le statue monumentali. Attualmente Villa Widmann è ufficio IAT territoriale e punto di riferimento di alcune organizzazioni e associazioni locali, è visitabile da martedì a domenica dalle 10,00 alle 16,30. Da poco è aperta al pubblico anche una nuova caffetteria.
Apre nei sassi di Matera un 5 stelle con SPA incastonata nella roccia A Matera nel centro dei Sassi, è nato da poco un cinque stelle dal fascino indiscusso: l’Aquatio Cave Luxury Hotel & SPA, un luogo di charme e relax, progettato per far vivere all’ospite l’esperienza unica di un soggiorno in una delle più antiche città del mondo, Matera, Capitale Europea della Cultura 2019. L’Hotel mette a disposizione 35 camere incastonate nel tufo, arredate da Simone Micheli con accesso diretto alla hall, al ristorante e alla SPA. Il centro benessere è un viaggio attraverso il tempo, dove, nei locali un tempo adibiti ad abitazioni e cantine, è possibile rilassarsi e disintossicarsi. Molto bella la piscina riscaldata, incassata nella roccia. A disposizione anche cabine
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massaggi ed estetica. Per rigenerarsi dopo una giornata di lavoro sono infine a disposizione il bar e il ristorante, quest’ultimo anche con area all’aperto nella corte, location ideale per una cena di lavoro, un evento o un post congress, dove, immersi nella storia, si può assaporare la tipica cucina materana accompagnata da una ricercata selezione di vini del territorio.
Il Global Meetings Industry Day 2018 MPI ha scelto la Slovenia Si è svolto all’Hotel Perla di Nova Gorica, in Slovenia, lo scorso 13 aprile il GMID (Global Meetings Industry Day). La terza edizione di questo format internazionale ha fatto come sempre incontrare i protagonisti del business per mostrare il reale impatto che convegni, conferenze, convention, viaggi
incentive e fiere hanno sulle persone, sul business e sulle comunità. Si è trattato di una giornata durante la quale il meglio della Meeting Industry europea si è incontrata per un momento di celebrazione, confronto e networking. Non è mancato neppure un divertente team building di frontiera per fare conoscere in maniera intelligente i buyers con i suppliers. «Abbiamo scelto Nova Gorica come sede dell’evento per coinvolgere anche quei luoghi che non hanno un capitolo specifico di MPI in Europa», spiega Mauro Bernardini, Presidente di MPI Italia Chapter «ma che sono molto attivi dal punto di vista congressuale e, in questo caso specifico, sono anche molto vicini sia territorialmente che culturalmente all’Italia». Quasi in contemporanea si terranno eventi della stessa tipologia in tutto il mondo, a conferma dell’importanza di organizzare momenti di condivisione per un settore in continua crescita che ha un impatto sempre più crescente sul PIL di tutte le nazioni. «Siamo specializzati con successo da anni nell’offerta di servizi per il Mice», dice Suzana Pavlin, sales manager Gruppo Hit «e siamo orgogliosi di essere stati selezionati da un’organizzazione prestigiosa come MPI per ospitare il Global Meetings Industry Day. Si tratta di un’occasione di visibilità importante anche per gli attori del territorio e sono certa che contribuirà a rafforzare ulteriormente il posizionamento di Hit, di Nova Gorica e della Slovenia nel panorama del settore congressuale su scala europea». Info: www.thecasinoperla.com.
Costiera Amalfitana: apre la stagione dell’Hotel Raito di Vietri sul Mare Il magnifico resort del Gruppo Ragosta Collection, l’Hotel Raito, lo scorso 2 marzo ha aperto le porte all’estate, pronto ad accogliere ospiti leisure e business nella sua scenografica cornice sul Golfo di Salerno. L’Hotel è la soluzione per-
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fetta per eventi di alto livello e riunioni di lavoro. A disposizione sia ampi spazi outdoor sia salette luminose tecnologicamente all’avanguardia. Agli amanti della buona cucina, lo Chef Francesco Russo propone al ristorante Il Golfo i piatti tipici della tradizione italiana e mediterranea, mentre al Lounge Bar & Grill la specialità sono i piatti preparati con i prodotti dell’orto di “Casa”. Gli amanti dello sport all’aria aperta e del bien-être possono approfittare delle due piscine esterne e dell’ExPure SPA con bagno turco, lettini sensoriali, piscina coperta con acqua riscaldata, vasca idromassaggio, area relax, solarium, parrucchiere e cabine massaggi per trattamenti personalizzati. Info: www.hotelraito.it
Abruzzo, un museo a cielo aperto In Abruzzo la natura è modello di sviluppo con circa il 30% del territorio sotto tutela. Tante sono le meraviglie tra borghi, eremi, castelli, chiese, vestigia antiche e so-
prattutto paesaggi che rendono la regione un vero e proprio museo all’aperto, nonché un paradiso della biodiversità: vi si conservano infinite specie vegetali e animali tra cui l’orso marsicano, il lupo, il camoscio, esemplari rari in via di estinzione. Sopravvivono poi, unici in Italia, i “relitti glaciali” residui di flora e fauna preesistenti all’ultima glaciazione. La natura qui regna sovrana Non a caso questa terra è nota come il “cuore verde d’Europa” e la “regione dei parchi”: Vi si trovano i Parchi Nazionali del Gran Sasso – monti della Laga, della Majella e d’Abruzzo, Lazio e Molise – PNA). Pescasseroli (in provincia di Aquila), nota come località turistica invernale ed estiva, è circondata da laghi e dagli accoglienti borghi di Barrea e Scanno, famosi anche per la realizzazione di oreficeria e di merletti al tombolo. Nel PNA – che vanta 150 itinerari escursionistici – e nelle Riserve si praticano trekking, escursioni e windsurf su lago. Il torrentismo, invece, è per i temerari, sul fiume Vomano (TE) e sul
fiume Aventino, nel versante chietino della Majella, la montagna madre. Sono ben 15 le località sciistiche e Roccaraso (AQ), con 130 km di piste, è la località più prenotata nella stagione invernale. Ma l’Abruzzo è noto anche per la qualità dell’artigianato locali e per l’enogastronomia, celebrata dalle Guide Espresso e Gambero Rosso in virtù della sua offerta ricca e variegata tra materie prime (formaggi, agnelli, salumi), zafferano DOP di Navelli (AQ), vigneti tradizionali, vitigni autoctoni, Montepulciano e Trebbiano, al top tra i 10 vini d’Italia presenti al Vinitaly tra 90 produttori vinicoli e olio di oliva. La Regione – in collaborazione con le DMC (Destination Management Company), la PMC (Product Management Company) e gli operatori turistici – ha inventato un nuovo marketing turistico: Abruzzo Open Day (Abruzzo Open Day Winter e Abruzzo Open Day Summer) operazione pubblica di destagionalizzazione dei flussi turistici. L’obiettivo è mostrare ciò che accade durante l’anno per stimolare il “ritorno” dei turisti.
Matera Collection: MICE e Wedding di qualità Soft brand alberghiero composto da 7 boutique hotel, che si prestano molto bene ad eventi Mice e al wedding internazionale, Matera Collection mette a disposizione 92 camere disposte nel raggio di 500 metri dando vita a un albergo diffuso di charme a Matera, città che si sta affermando e posizionando sempre più come una tra le più interessanti mete turistiche in Italia. La conformazione dei Sassi, le caratteristiche ambientali e strutturali del centro storico ne fanno una destinazione unica, dal 1993, patrimonio Unesco Heritage. Un altro, più recente, riconoscimento è arrivato con la nomina a Capitale Europea della Cultura per il 2019 e la Lonely Planet ha inserito Matera tra le 10 mete da visitare nella sua recente pubblicazione “Best in Travel 2018”.
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