Communication Agency Int. srl Anno XXIII - N. 4/2017 Sped. in A.P. 45% Art. 2 Comma 20 Lett. B Legge 23/12/96 N. 662 - Filiale di Milano Prezzo di copertina E 2,00
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Ente Turistico del Luganese - Lugano
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Hotel Federico II - Jesi (An)
Hotel Savoy Palace - Gardone Riviera (Bs)
Iniziative Venete Group - Venezia
La Plage Resort - Taormina (Me)
Direttore: Vincenzo Spinelli
Direttore: Andrea Ferrari Acciajoli
Owner: Silvia Dalla Bona
CEO Roberto De Zorzi
Managing Director: Giuseppe Marchese
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2 Cari lettori 4 17 (2).qxp_Layout 1 16/05/17 16:36 Pagina 6
Cari lettori, Turismo negato perché aggressivo, distruttivo, dilagante? O turismo gestito, maturo, occasione di scambio culturale e di valorizzazione delle qualità del territorio? Non ho dubbi. Dobbiamo finalmente dimostrare di essere campioni del governo del turismo. Non possiamo subire il grande interesse verso l’Italia e i suoi tesori che nel mondo, oggi, è a livelli molto alti. È una grande sfida che dobbiamo e possiamo vincere con le armi della tradizione e della capacità di governo del territorio, evitando soluzioni semplicistiche, ingestibili sul lungo termine e soprattutto fastidiose per i turisti. Certo ci voglio regole precise e decisioni efficaci. Soprattutto dobbiamo avere obiettivi chiari. Venezia soffre, è vero. Si gioca una partita decisiva, così come a Firenze o a Roma. Dobbiamo avere un occhio di riguardo per i problemi legati alla sicurezza, mai dimenticare questo aspetto così delicato. Controlli, accessi limitati, tornelli sono forse da soli una soluzione univoca? Definitiva? Non credo. Ci vuole una strategia coordinata sul territorio. Il Governo ha dato delle linee guida. I Comuni stanno iniziando a prendere decisioni ad esempio per le aree Unesco, programmando l’offerta commerciale e di ristorazione. Ma il punto è che va gestita nel complesso la
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convivenza sul territorio, dando risposte efficaci anche ai movimenti antimovida che stanno nascendo in varie città. L’Italia con il boom turistico attuale sta cambiando. Dobbiamo rendercene conto. E dobbiamo dare risposte di alto profilo. Un modello potrebbe essere Milano, ad esempio, che ha saputo mettere in campo la condivisione tra città e attività espositive che, di fatto, rappresenta un modello studiato nel mondo. Tutta la città partecipa agli eventi. Così come a Venezia tutta la città può accogliere e offrir esperienze uniche non solo Piazza San Marco. Ben venga un momento di condivisione e coordinamento tra i soggetti locali di gestione del territorio che accoglie il turismo, il Governo e le amministrazioni regionali con l’Unesco, ad esempio. I dati indicano che i flussi cresceranno in maniera esponenziale nel medio termine. Dobbiamo attrezzarci e soprattutto mettere in campo modelli avanzati di gestione del territorio. Solo così potremo essere all’avanguardia nell’industria turistica. Valorizziamo i borghi, le realtà minori. Tutta l’Italia deve essere pronta ad accogliere e a offrire esperienze uniche al turismo mondiale.
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SOMMARIO
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Indice
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Cari lettori
HOTEL&FINANZA
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Notizie sui valori, espansioni, management alberghiero
PREMIO EXCELLENT 2017
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Qualità dell’accoglienza, motore del turismo I premiati Gli sponsor
COVER STORY
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Masseria Traetta. Un modo nuovo di vivere la Puglia
SCENARI DEL TURISMO
FOCUS
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Emilia Romagna. Tanti turismi in un’unica proposta
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Sognando Venezia Ca’ Sagredo Hotel Hilton Molino Stucky Hotel Monaco& Grand Canal San Servolo S.r.l. Villa Barbarich Villa Sagredo
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E il turismo continua a crescere
66
Formazione e occupazione. Il turismo a caccia di talenti
LA PAROLA AL FORMATORE
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Spicca il Mice tra i protagonisti di Bit revolution
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Le Regioni al centro della strategia per lo sviluppo dell’ecosistema startup italiano
RISORSA UOMO
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Essere leader oggi
Il mito del multitasking: una fastidiosa distrazione
UNA METAFORA PER CRESCERE
103
Smart Phone Society
FINANCE CONFIDENTIAL
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Auto elettriche: uno sviluppo (forse) troppo lento
IL PARERE DEL LEGALE
106
Home restaurant: tradizione anglosassone in salsa italiana
TOP BLEISURE HOSPITALITY
108 110 112
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SOMMARIO
LA SCELTA GOURMET DI MM
142
Santa Virginia. Un must per buongustai a Milano
TREND
144 150 156
Masserie: lusso Made in Puglia Luxury Tourism Cresce la voglia di vacanze attive
LE VIE DEL GUSTO
116 118 120 124
Hotel de la Ville Monza
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San Diego/Tijuana il confine gourmet cool
Hotel Bristol Palace Genova Hotel Principe di Savoia
LE VIE DELL’INCENTIVE
Hospitality4you Hotels & Resorts
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Cocoon. Una nuova perla maldiviana
174
Il mondo incantato di Hans Christian Andersen
TOP MICE HOSPITALITY
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Villa Erba
TOP MICE DESTINATION
130
Luganese
TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ
132
Iniziative venete
LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING
134
Be- Wizard! 2017
EVENTI
136
Effetto wow! CWT
COSA C’È DI NUOVO (E DI BELLO)
138 140
Grand Hotel Imperiale Resort & Spa Grand Hotel Tremezzo
MI PIACE
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Dopo grandi vini, in hotel bevo solo acqua. Carlo Pietrasanta
PEOPLE
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Andrea Gandini. Il giovane scultore che restituisce la vita agli alberi morti
FRESH&COOL
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L’aperitivo che ritempra lo spirito
HOSPITALITY NEWS
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Notizie dal mondo dei viaggi e dell’ospitalità
194
Indirizzi
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4 Hotel & Finanza 4 2017.qxp_Layout 1 16/05/17 16:36 Pagina 13
HOTELLERIE
LE PROSPETTIVE DI INVESTIMENTO IN EUROPA HOTEL TRANSACTIONS
NUBI SUL CIELO DELLA FINANZA ALBERGHIERA MANAGEMENT
CONVIENE CONSEGNARE L’ALBERGO A UNA SOCIETÀ DI MANAGEMENT?
ESISTONO DELLE REGOLE PER GLI AFFARI IMMOBILIARI ALBERGHIERI? Il mondo delle transazioni alberghiere è generalmente un mondo senza regole scritte, nel quale, per esempio, in Italia può passare di mano un albergo di 200 camere a “solo” 5 milioni di euro. A riguardo un’etica non esiste. Negli Stati Uniti c’è invece la Fondazione Valutazione che indica i motivi per cui alienazione, cessione, e acquisizione non dovrebbero essere influenzate, praticate perlomeno dai periti immobiliari.
ITALIAN HOTEL MONITOR Il primo trimestre del 2017 va in archivio con una performance complessivamente positiva per gli alberghi italiani, con l’occupazione camere media della categoria upscale (4 stelle) al 60,4% (+1,8%) e il prezzo medio camere a 103,89 euro (+0,6%).
MAY DAY, MAY DAY... TURISMO C’È UN’EMERGENZA Mercato piatto, crescita a zerovirgola, inflazione superiore all’aumento dei prezzi, tasso di occupazione camere sostanzialmente stabile, domanda solo in lievissima crescita. E cosa fanno gli operatori? Aspettano Godot, illudendosi che le OTA facciano da salvatrici dei bilanci aziendali. Ma siamo certi che funzioni così?
4 Hotel & Finanza 4 2017.qxp_Layout 1 16/05/17 16:36 Pagina 14
Editoriale /58&.16457238%32525
Le prospettive di investimento in Europa
I
l BHN (Hotel Investment Survey) è un report recentemente pubblicato che viene completato con il contributo di esperti, advisor e manager del settore alberghiero. Il report è biennale e invita a prestare la massima attenzione alle attività dei maggiori investitori del pianeta. Un’occhiata basta per scoprire che i grandi investitori internazionali stanno acquistando debiti e sofferenze di banche e di assicurazioni italiane che da diversi anni hanno in portafoglio centinaia di alberghi che hanno smesso di pagare le rate e decine di immobili adattabili ad hotel. In sostanza ci sono almeno 500 alberghi in tutta Italia che non pagano l’IMU, il canone di locazione e le rate del mutuo. Siamo di fronte ad un grande, grosso e appetitoso affare al quale i maggiori fondi d’investimento mondiali (grandi compratori di debiti) guardano con scientifico interesse. I piÚ famosi di loro hanno messo gli occhi sul piccolo e &.16457238%325258 86,'61038/5831-725 7 5326874 61-*5617868*30648+727 -6+620"8*7852,6-2703874468 7)340 8/58 )323+578/644 !25 61,50 8/58 61.-57" /58 5+5258 68 74478 .5,,8 /58 3+7(8 748 $## 8 8 6)0.1618 /58 .13'672 33/ %6 617-6874478 30648 )*3348/64478 3126448!25 61,50 8/58 0*7)7"8 ( ( ! & (8 17/6+71 8 0745783'61782648,6003168/748 $8)328.28'3107 3-453870 0.7468/58$ #874 61-*5(
medio terziario tradizionale italiano: quello alberghiero. Stanno trattando strutture ricettive (alcune anche prestigiose) al 20% del loro storico valore. Il silenzio è importante per portare a termine questa attivitĂ che nel 2017 dovrebbe crescere ulteriormente e assumere dimensioni significative con l’arrivo sul mercato dei “mal di panciaâ€? dei maggiori istituti di credito italiani. Le principali societĂ italiane di management sono in fibrillazione e si candidano giĂ a gestire gli alberghi sofferenti per conto degli investitori che, come è noto, non gestiscono mai le aziende che acquisiscono. Se nel 2016 i fondi d’investimento avevano portato a casa a condizioni altamente speculative qualcosa come 200 hotel di varia categoria, nel biennio 2017-2018 potrebbero addirittura essere un migliaio gli hotel destinati a cambiare padrone e gestione. Tra le banche costrette ad alleggerire il debito, assicurazioni con giganteschi portafogli alberghieri e istituti decotti obbligati a cedere immobili ricettivi si prevede un rapido evolvere di investimenti miliardari con investitori internazionali alla ricerca di partners competenti per metterli a reddito..
Valutare, acquistare e vendere un hotel Master Meeting offre ai suoi lettori un nuovo servizio di consulenza e assistenza rivolto a chi desidera valutare, acquistare o vendere il suo albergo. Contattate la redazione di Master Meeting (tel. 02862327) e sarete richiamati il piĂš rapidamente possibile dai nostri consulenti.
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Nubi sul cielo della finanza alberghiera
L’
attuale performance degli alberghi europei sembra mediamente positiva, soprattutto nei grandi e medi centri urbani e nelle localitĂ turistiche di primo livello. Ma anche se i proprietari non si lamentano e gli affittuari brontolano, di fatto i valori immobiliari, da 9 anni, non crescono abbastanza per innovare e ringiovanire le strutture ricettive che ora sono visibilmente invecchiate.
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Da considerare poi le nubi che hanno oscurato lo scenario piĂš recente, come la Brexit e le elezioni nazionali in Francia e Germania, contingenze simili creano sempre instabilitĂ generando incertezza nei players della grande finanza internazionale. Nella generale indifferenza delle nazioni europee per i fenomeni terroristici e in assenza di interventi per fermare gli attentatori, la finanza non riesce a fare
previsioni certe, univoche, di medio e lungo termine. In positivo però, rispetto al 2016, accade che i tre quarti degli operatori interpellati dal BHN Hotel Investments Survey prevedano per il 2017 volumi di fatturato in crescita. In Europa le occasioni di investimento non mancano poichÊ numerose banche UE stanno smobilitando le sofferenze e diversi esperti, analisti e addetti ai lavori vedono
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rosa. Cody Bradshaw di Starwood Capital Group, Theodor Kubák di Union Investment e Chris Martin di HVS Hodges Ward Elliott prevedono, per esempio, che la grande liquidità disponibile sul mercato genererà compratori aggressivi e numeri crescenti di venditori deboli, fattore questo che normalmente facilita gli investimenti internazionali e riduce drasticamente il prezzo per camera. Germania e Gran Bretagna dovrebbero essere i mercati più frequentati dagli investitori. La Germania continuerà ad attrarre capitali stranieri grazie alla generosa disponibilità di denaro a bassi tassi di interesse e in virtù del crescente numero di proprietari alberghieri che per i modesti profitti e il montante potere delle OTA, hanno deciso di disinvestire e spostare il loro denaro in altri campi d’azione. La Gran Bretagna, e Londra in particolare, si confermano un mercato particolarmente attraente per gli investitori e, nonostante la Brexit, le opportunità si moltiplicheranno così come cresceranno i valori immobiliari delle migliori strutture. Per quanto riguarda, invece, il Sud Europa, gli advisor ammettono che gli investimenti si concentrano nei grandi centri urbani di Spagna e Portogallo. In Italia, secondo gli analisti, si attende il momento in cui le banche saranno costrette a cedere il loro debito agli investitori internazionali, il che significa prezzi molto bassi per unità camera (si stima che il prezzo medio si aggiri su 20-25.000 euro per chiave). Difficile, infine, prevedere l’andamento degli investimenti alberghieri nei Paesi dell’Est Europa: da Russia, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria le notizie non filtrano e
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Location
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Roma
4 stelle - centralissimo
100
Rimini
4 stelle - prima linea
130
Giulianova
4 stelle
100
Bari
4 stelle
66
Verona
4 stelle
60
Sanremo
4 stelle
50
Genova
4 stelle
38
Madonna di Campiglio
4 stelle
50
Riccione
4 stelle
54
Milano (Stazione Centrale)
3 stelle
42
Salice Terme (PV)
3 stelle - sul mare
30
Rimini - Viserbella
3 stelle
35
Torino
HOTEL IN LOCAZIONE 4 stelle
50
Ruvo di Puglia
4 stelle
90
Venezia-Mestre
4 stelle
60
Firenze
3 stelle
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Riviera Romagnola
CATENA ITALIANA IN ESPANSIONE CERCA HOTEL DI STANDARD INTERNAZIONALE (AFFITTO-LOCAZIONE) non è dato sapere quale sia l’orientamento dei gestori di immobili spesso di proprietà dello stato. Osservando l’andamento dei maggiori capoluoghi dell’Europa orientale si nota, infatti, lo scarso interesse degli investitori occidentali per gli hotel, dai quali per ora gli investitori cercano di stare alla larga. Complessivamente, quindi, vedremo
cambiare l’ospitalità, assisteremo alle battaglie tra nuove e vecchie piattaforme di prenotazione online, ma senza spallate risolutive e senza fretta. Il 2017 dovrebbe essere un anno positivo per l’Italia e in genere per il turismo intraeuropeo. Vedremo anche vendite e acquisizioni di asset alberghieri non strategici a prezzi che faranno storia.
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Esistono delle regole per gli affari immobiliari alberghieri?
I
l mondo delle transazioni alberghiere è generalmente un mondo senza regole scritte, nel quale, per esempio, in Italia può passare di mano un albergo di 200 camere a “solo” 5 milioni di euro. Questo accade nel 2017 e non si tratta di usura, ma di passaggi essenziali e liquidazione di progetti sbagliati, strutturalmente e finanziariamente. Ci sono resort e villaggi che nessuno vuole, aperti circa 100 giorni all’anno e che non danno reddito. La stagionalità frequentemente penalizza i bilanci e i resort balneari che non si riescono a gestire con un ebit dignitoso e profitti sufficienti per pagare i costi fondamentali vengono svenduti. Non esiste una morale, un’etica a questo riguardo. Esiste però una fondazione, la Fondazione Valutazione, che negli Stati Uniti è espressione del Congresso e cita quello che nelle compravendite non è standard (per distinguerlo da quello che lo è). L’istituzione – per quello che può valere – indica i motivi per cui l’alienazione, la cessione, e l’acquisizione non dovrebbero essere influenzate, sfruttate, praticate, normate, autorizzate, firmate e sottoscritte perlomeno dai periti immobiliari. Ad esempio uno dei testi disponibili da consultare prima di passare alla valutazione immobiliare definisce il valore di mercato come: “Il prezzo più probabile che una proprietà dovrebbe portare in un mercato competitivo e aperto in tutte le condizioni necessarie per una vendita nella quale l’acquirente e il venditore si impegnano ad agire con prudenza e con cognizione di causa, assicurandosi che il prezzo non sia influenzato da condizioni esterne straordinarie, indebite pressioni, minacce personali, ricatti, ostacoli giuridici, vincoli legislativi, etc.”. Per stare nelle regole dell’etica immobiliare la vendita dovrebbe dunque partire da un dato chiaro e specifico, e il passaggio di proprietà dal venditore al compratore dovrebbe avvenire quando: 1. il compratore e il venditore sono positivamente motivati; 2. entrambe le parti sono ben informate sullo stato dell’immobile o ben consigliate sulla salute strutturale; 3. ciascuno agisce convinto di fare il proprio interesse; 4. ci sono tempi ragionevoli di esposizione del prodotto in vendita sul mercato aperto (deve esserci il tempo essenziale per verificare il valore, l’effettiva disponibilità e la legittimità della transazione); 5. il pagamento viene effettuato secondo termini e accordi finanziari chiari e trasparenti e secondo la normativa corrente delle prime 15 nazioni occidentali; 6. il prezzo per camera rappresenta il corrispettivo che normalmente si usa per valutare la proprietà alberghiera. L’alienazione dell’albergo dipende dalla valutazione dell’esercizio considerato “azienda produttiva” quindi per il reddito che è in grado di produrre e non per le stime dell’edificio considerato come asset immobiliare;
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4 2017 www.mastermeeting.it
7. il passaggio di proprietà non deve essere condizionato da contratti vincolanti, condoni, abusi, inadempienze amministrative e/o concessioni speciali a persone che potrebbero rappresentare “servitù” e/o vincoli associati con la vendita. L’etica statunitense sancisce che in ogni vendita è fondamentale stabilire e/o stimare: a. il valore di mercato che dipende sempre dalla quantità di reddito prodotto negli ultimi 5 anni di gestione; b. il prezzo di vendita si determina in base alle richieste/valutazioni del venditore. Prassi abituale di chi vende è quella di utilizzare dei moltiplicatori dell’ebitda per stabilire il valore dell’albergo, ad esempio è frequente l’utilizzo del moltiplicatore 10-15, che significa moltiplicare per 10 o 15 volte la differenza costi-ricavi (GOP) stabilizzata o in alternativa quella dell’ultimo anno; c. la definizione di valore di mercato si basa su due variabili: la prima è il prezzo più alto (che dipende dal venditore), la seconda è il prezzo più probabile (che dipende dal compratore). Concludendo, negli USA o in Europa non esiste un valore oggettivo o che possa essere definito “realista” per ciascuna unità produttiva (la camera, simbolicamente e internazionalmente definita key) disponibile in quell’asset. Per ogni key l’investitore potrebbe offrire un prezzo collegato al principio di sostituzione o comparazione pensando cioè al prezzo pagato per un’attività alternativa ugualmente desiderabile. In sintesi la determinazione del prezzo di un hotel e il suo valore di mercato non sono scienze esatte. La preparazione delle richieste e delle offerte richiede una valutazione non solo dell’età dell’albergo, del suo stato, della location e della quantità di camere, ma anche delle prospettive di performance, un lavoro che, a sua volta, richiede competenza, conoscenza del mercato di riferimento, immaginazione ed empatia ... e qualcuno che sappia tradurle in business plan. Insomma per effettuare un’eticamente corretta transazione alberghiera serve anche: • una visione delle aspettative dell’acquirente e dei suoi obiettivi di vita; • la disponibilità di mezzi, di liquidità dell’acquirente stesso prima del ricorso alle banche; • comprendere quanto impegno personale l’acquirente conta di assegnare alla gestione o alla cura dell’asset; • studiare il livello di simpatia del compratore per il territorio, la location e l’aspetto di quell’asset; • il livello di interesse (e passione) per quell’attività: gestirà direttamente o la affiderà a terzi? In estrema sintesi bisogna immaginare il gap tra il prezzo di vendita (pensato dal venditore) e il valore di mercato (nella mente del compratore). Conclusione: è meglio farsi consigliare da chi ha la capacità di stimare il reddito migliore che quell’asset produrrà.
4 Hotel & Finanza 4 2017.qxp_Layout 1 16/05/17 16:36 Pagina 17
IL BORSINO DELLE CATENE Accor Hotels (Bourse de Paris)
InterContinental Hotels Group (NYSE)
E40,50
$50,00
40,00
49,50
39,50
49,00
39,00
48,50
38,50 48,00
38,00
47,50
37,50 37,00
47,00
36,50
46,50
2017
30 gen
20 feb
10 mar
30 mar
19 apr
Hilton Worldwide (NYSE)
30 gen
21 feb
10 mar
30 mar
19 apr
Choice Hotels International (NYSE)
$60,50 60,00 59,50 59,00 58,50 58,00 57,50 57,00 56,50 56,00
2017
2017
$64,00 63,00 62,00 61,00 60,00 59,00 58,00 57,00 56,00 55,00
30 gen
21 feb
10 mar
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Hyatt Hotels (NYSE)
2017
30 gen
21 feb
10 mar
30 mar
19 apr
Millennium & Copthorne (London Stock Exchange)
$58,00
ÂŁ3,0000
57,00 2,9000
56,00 55,00
2,8000
54,00
2,7000
53,00
2,6000
52,00 2,5000
51,00
2017
30 gen
21 feb
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NH Hoteles (Bolsa Madrid)
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MeliĂĄ Hotels International (Bolsa Madrid) E13,25
E4,700
13,00
4,600
12,75 4,500
12,50
4,400
12,25 12,00
4,300
11,75 4,200
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11,25
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MANAGEMENT
Conviene consegnare l’albergo a una società di management? ocazione, locazione d’immobile, affitto d’azienda sono gli accordi più frequenti nel settore alberghiero. In Italia il cosiddetto “management contract” è poco diffuso, richiede prudenza e buoni advisor, ma per un investitore internazionale non ci sono alternative al management. Il contratto di management si basa su promesse/previsioni di fatturato (ricavo) che a loro volta dipendono dalle previsioni di tasso di occupazione camere (R.O.) e di prezzo medio per camera venduta. Noi consigliamo che il prezzo sul quale fare i conti sia quello IVA e breakfast compresa, perché vediamo frequentemente comparire sui contratti il prezzo senza iva e senza breakfast, sulla scorta di una procedura abituale per il franchising alberghiero (che non c’entra nulla con il business plan aziendale). L’inesperienza dei proprietari e dei loro avvocati introduce talvolta questi piccoli errori, che nella fase di conduzione del test di management, finiscono per togliere trasparenza alle entrate e alle commissioni spettanti a chi temporaneamente dirige e gestisce i ricavi alberghieri. Bisogna sapere che quando si firma un contratto di management a. si ammette innanzitutto di non essere competenti e per questo si ricorre all’altrui esperienza e abilità per la gestione dell’hotel. È un’ammissione che pesa in caso di conflittualità e litigiosità, quindi ha dei costi giuridici importanti; b. il proprietario è arrivato al punto di dire basta a risultati insoddisfacenti e a un’organizzazione del personale costosa ed inefficiente; c. l’obiettivo del cedente è liberare l’hotel da dirigenti che non hanno soddisfatto la proprietà; d. la proprietà vuole ottenere prestazioni migliori di quelle realiz-
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4 2017 www.mastermeeting.it
zate dal proprietario stesso dell’hotel e dai suoi dirigenti o quadri intermedi; e. la proprietà è insoddisfatta degli standard di qualità, della gestione commerciale, del personale, dell’analisi dei costi e dei margini operativi. Di solito il contratto di management si stipula allegando il test di performance, ovvero un business plan che rappresenta la promessa economica ufficiale del gestore al quale la proprietà intende affidare amministrazione e gestione dell’esercizio alberghiero. Il titolare della società di manage-
ment si impegna a condurre l’albergo e implementare il business plan presentato in cambio (di solito) di una fee percentuale sul fatturato e un premio sul margine operativo lordo. La società di management prepara il business plan dopo un attento sopralluogo o due diligence (ispezione dell’immobile, valutazione di tecnologie, equipaggiamenti, attrezzature, impianti, etc.) seguito dall’indagine sulla concorrenza di breve-medio raggio, analisi e verifica del modello organizzativo. La società di management produce un paio di ipotesi di business plan con ricavi ipotetici e costi standard discutendo le quali la proprietà può approvare e/o condividere il modello di gestione che sarà affidato al subentrante per garantire il G.O.P. ovvero il margine lordo prima di imposte, ammorta-
menti e tasse. Di solito i business plan sono due per consentire spazi di manovra al locatore che in ogni caso detta le sue condizioni al locatario e pretende garanzie di fatturato e di GOP (differenza costi-ricavi pre-tax). Come si protegge il proprietario dell’albergo da un business plan coraggioso, persino azzardato che nel tempo potrebbe non confermare le previsioni e i risultati? Di solito il contratto contiene una clausola per la quale il proprietario può rinunciare all’accordo di gestione se per due anni consecutivi l’hotel non raggiunge il 90 per cento delle entrate previste dalla società di management e il 75% del margine operativo lordo. Stando così i patti accade che non si possa interrompere l’accordo prima della fine del 3°anno di gestione, e questo in effetti costituisce un rischio gestionale e giuridico da brividi. Qualche proprietario chiede alla società di management la garanzia del 90% del RevPAR e contemporaneamente garanzie fidejussorie oppure un affitto simbolico del 50% dell’affitto d’azienda stimato per quella location e quel tipo di albergo. Sono condizioni che accentuano la diffidenza e riducono il rapporto fiduciario che sta alla base del contratto di management. In sintesi il contratto di management spesso conduce ad un’elevata litigiosità che spinge le parti a convenire su un arbitrato, quasi sempre costoso e condizionato dal rimborso di tutti gli importi dovuti dal gestore alla proprietà e viceversa. Gli importi oggetto di contesa possono essere rilevanti in quanto se il test (business plan ipotetico) non va a buon fine lo si vede già alla fine del primo anno di gestione e i due partners iniziano da quel momento a contendere su versamenti e pagamenti, e a tutelarsi in vista di complesse valutazioni da parte degli arbitri.
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Il management contract allo specchio
on serve essere avvocati, ma è meglio esserlo quando si ha a che fare con contratti di management. Cedere un hotel a una società di management impone di immaginare quello che può succedere consegnando a un’organizzazione competente la gestione e lo sviluppo di un albergo a 4 o 5 stelle. Frequentemente si parte da una reciproca fiducia fatta di grandi strette di mani, sorrisi sinceri e reciprocità come se non si trattasse di una mera questione di soldi, bensì di un patto amicale. Invece si tratta proprio di affari e di rapporti giuridici complicati, difficili da semplificare anche se la semplificazione è necessaria per chiudere un accordo positivo, pacifico e duraturo. Insomma la base di tutto sarebbe la fiducia reciproca, ma la prassi abituale della proprietà è quella di chiedere garanzie e procurarsi un “paracadute” in caso di controversie. L’esperienza insegna che numerosi proprietari dimenticano la propria negativa performance ed eccedono chiedendo al gestore prescelto delle prestazioni imprudenti e budget aggressivi. Se si insegue l’ottimismo della proprietà spesso si sbaglia. Nel momento in cui si cede la proprietà affidandola alla gestione di una società di management, colui che cede tende a pretendere un GOP più alto di quello che appare realisticamente raggiungibile, quindi si redige un business plan “coraggioso e ottimista”, che raramente funziona alla perfezione per la soddisfazione dei partners. C’è un punto, ad esempio, sul quale naufragano i buoni rapporti tra proprietà e società di management: le manutenzioni, perenne motivo di divisioni e contrasti nei tipici contratti di 6+6 anni di durata. La litigiosità scatta perché non basta dire ordinaria e straordinaria manutenzione, termini questi generici che portano i
N
partners direttamente dagli avvocati. Bisogna che nel budget sia previsto un fondo di almeno il 10% del fatturato inserito nel business plan per la manutenzione, una cifra che non viene mai prevista nella fase negoziale. E conviene che questo 10% venga versato prima dell’avvio del contratto su un conto corrente a due firme. Superato il problema della manutenzione, è importante per la proprietà che la società di management non abbia il diritto di prorogare il contratto dopo il successo e/o fallimento del biennio di test. E per la società di management è importante che gli sforzi promozionali, il know how, il portafoglio clienti e gli equipaggiamenti acquistati per conto di... vengano riconosciuti e rimborsati. Sui soldi non si scherza. Se i due partners non vanno d’accordo, è meglio che si dividano, rapidamente, qualunque sia il marchio o la fama del gestore. Ovviamente i due contraenti devono essere entrambi economicamente soddisfatti dell’interruzione del rapporto e per fare questo occorre che gli advisor delle parti (avvocati e consulenti tecnici) siano bravi, onesti e competenti. Infine, parlando schematicamente di Hotel Management Contract, conviene premettere che in Italia i contratti di locazione e di affitto d’azienda (o ibridi tra i due) sono meno problematici di quelli di management, che non fanno parte (non ancora) del bagaglio giuridico dei magistrati e per i quali non esiste una robusta bibliografia. In breve il management è giuridicamente un mistero per gli avvocati e per i consulenti tecnici dei tribunali. Quindi, prima di avviare una trattativa ai proprietari d’albergo stanchi di gestire direttamente, conviene chiedere ai propri advisor e consulenti se ci sono case histories di hotel management finite bene. E se ci sono... come stanno procedendo o si sono chiuse. 4 2017 www.mastermeeting.it
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SCENARI
May day, may day... turismo c’è un’emergenza
ercato piatto, crescita a zero-virgola, inflazione superiore all’aumento dei prezzi, tasso di occupazione camere sostanzialmente stabile, domanda solo in lievissima crescita. E cosa fanno gli operatori? Aspettano Godot. E come i personaggi della celebre opera teatrale non fanno nulla, immobili ad attendere che Booking.com e tutte le OTA facciano da salvatrici dei bilanci aziendali. Ma siamo certi che così funzioni? Sono migliaia gli operatori in attesa passiva che qualcosa cambi, che il mercato riprenda davvero. Distratti dalla promozione pubblica, illusi di poter fare a meno di portali e online travel agencies, che spendono milioni di euro per fidelizzare turisti e accaparrarsi prenotazioni, moltissimi albergatori italiani hanno dimenticato come si fa a stare sul mercato. Non fanno più nulla di generoso per attrarre la domanda, non annunciano nulla di innovativo in termini di comfort e servizi, non promuovono niente di speciale e accattivante che possa attirare l’attenzione di un viaggiatore. Operatori senza fantasie commerciali che continuano ad operare con
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l’unica leva promozionale e commerciale che conoscono, quella del prezzo, degli sconti e delle tariffe speciali. Con il breakfast gratis (che novità!), il quotidiano o l’ingresso alla SPA compresi. Nessun annuncio che gratifichi davvero i clienti e che dia un tocco personale all’accoglienza e all’esperienza di soggiorno del loro ospite. In questo contesto privo di emozioni ed experience le OTA ci sguazzano. Rendono “insignificanti” gli hotel individuali incapaci di comunicare e far percepire le loro caratteristiche salienti, i loro punti di forza, i loro comfort distintivi. Le OTA fanno leva sulla variabile dominante, il prezzo, sapendo tutto di tutti grazie all’elevatissima dose di informazioni che possiedono su ogni loro cliente. Sanno se acquistiamo tranci di pizza da passeggio o pesce fresco al forno seduti a tavola. Sanno cosa pensiamo, cosa acquistiamo, cosa facciamo del nostro tempo, ma non riescono a scandagliare la nostra vita se noi non regaliamo loro le informazioni cruciali. Senza la nostra distratta collaborazione non conoscerebbero i nostri gusti, le nostre
vere percezioni. L’emergenza nazionale in questa situazione non è evitare le OTA, aggirarne la potenza e sostituirsi a loro con siti internet meravigliosi, ma creare una classificazione alberghiera seria ed affidabile che diventi un reale, corretto e coerente punto di riferimento per i turisti internazionali, i quali, in assenza di un sistema ufficiale che garantisca qualità di comfort, dotazioni e servizi delle strutture alberghiere, non vogliono rischiare e si affidano alle agenzie online, a Booking ed Expedia. Qui trovano le necessarie descrizioni degli hotel che altri turisti hanno giudicato, recensito e che, dunque, possiedono davvero i comfort necessari per riposare senza sorprese e stare (magari) meglio che a casa propria. Se questa non è emergenza allora che cos’è? Si sono visti goffi tentativi, ma comuni, province e regioni, non mettono davvero le mani nella classificazione alberghiera. Preferiscono valorizzare il territorio senza dire la verità sulla qualità dei propri hotel, sulle omissioni in fatto di accoglienza turistica, sulla scarsità di hotel aggiornati e/o innovativi. Possiamo quindi affermare per solidarietà che gli albergatori sono più lenti di Booking e di Expedia le quali sfruttano la primitiva dinamica commerciale, il nanismo e la debolezza strutturale dell’ospitalità italiana. Come gestire lo stallo, la caduta dei profitti e delle riqualificazioni? Se vogliamo che i turisti ci vedano, ci apprezzino, e scelgano le nostre camere bypassando possibilmente le OTA, l’hotel deve presentarsi in modo speciale e raccontare in maniera efficace comfort, dotazioni e servizi che lo rendono veramente speciale. Ciascuno deve esporre un paio di gold standards per piazzarsi nei magnifici 10 dei ranking (di Tripadvisor e simili) che, stringi stringi, sono quelli che generano attenzione e prenotazioni da parte dei viaggiatori.
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Italian Hotel Monitor©
Primo trimestre 2017 positivo per gli alberghi italiani Occupazione camere e prezzo medio in crescita per gli alberghi italiani nel primo trimestre del 2017. Lo rileva il monitor elaborato da Trademark Italia da cui emerge come le città più performanti in termini di RO (Room Occupancy) siano Milano, l’unica a superare il 70%, e Roma, Firenze, Bergamo e Torino, tutte al di sopra del 60% – RO in crescita in 34 delle 39 città rilevate da Italian Hotel Monitor, con 5 città oltre i 3 punti percentuali – Prezzi medi in aumento del +0,6% nei 4 stelle, del +0,8% nei 3 stelle e del +2,7% nei 5 stelle e 5 stelle L.
I
l primo trimestre del 2017 va in archivio con una performance complessivamente positiva per gli alberghi italiani, con l’occupazione camere media della categoria upscale (4 stelle) al 60,4% (più 1,8 punti rispetto a gennaio-marzo 2016) ed il prezzo medio camere a 103,89 euro (+0,6%). Nelle 39 maggiori città italiane, Italian Hotel Monitor rileva numeri positivi sia per il turismo business che leisure in 34 città, in particolare nel centro Italia e nel nord-ovest del Paese. Solamente in 4 città la RO risulta in flessione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (che però comprendeva la Pasqua), mentre in una città risulta uguale al 2016. In termini di Room Occupancy, 5 città ottengono un risultato superiore al 60%, con Milano al vertice della graduatoria che supera il 70%: Milano (71,7%), Roma (64,9%), Firenze (61,9%), Bergamo (61,8%) e Torino (61,5%). Da segnalare anche la crescita di 5 città con incrementi superiori ai 3 punti percentuali: Milano, Bergamo, Parma, Siena e Napoli. La lenta ma progressiva ripresa del settore è supportata anche dall’incremento dell’ADR (Average Daily Rate, prezzo medio camera): il dato medio nazionale per la categoria upscale (4 stelle) registra un incremento complessivo del +0,6%, con 14 città con prezzi in disce-
sa rispetto allo stesso periodo del 2016 e 25 città con prezzi in aumento, fra le quali si distinguono Ancona (+3,5%), Reggio Emilia (+2,5%), Trento (+2,4%), Bologna (+2,4%) e Napoli (+2,3%) con incrementi più accentuati. In termini assoluti, Venezia, la città con il maggior numero di camere in hotel di lusso e storicamente la città più cara, si conferma al vertice del ranking, con un ADR nella categoria upscale di 141,00 euro a notte (–1,5% rispetto allo stesso periodo del 2016). Seguono Milano (120,53 euro), Firenze (113,73 euro), Roma (103,97 euro) e Torino (102,40 euro), tutte al di sopra dei 100,00 euro. A livello nazionale gli alberghi upscale (4 stelle) registrano un indice medio di RO (occupazione camere) del 60,4% (+1,8 punti rispetto allo stesso periodo del 2016) ed un prezzo medio di 103,89 euro (+0,6%). Per quanto riguarda gli hotel midscale (3 stelle), che per capacità ricettiva e diffusione rappresentano la spina dorsale dell’ospitalità italiana, l’occupazione camere raggiunge il 56,1%, in aumento di 0,8 punti sul 2016. Il prezzo medio (inferiore di quasi il 50% rispetto a quello dei 4 stelle), si attesta sui 54,96 euro, in crescita (+0,8%) rispetto al 1° trimestre 2016. Occupazione camere al 55,7% (–0,1 punti) e prezzo medio di 330,72 euro (+2,7%) per la categoria luxury. 4 2017 www.mastermeeting.it
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REPORT ITALIAN HOTEL MONITOR - GENNAIO-MARZO 2017 Occupazione e Prezzo per Città
Zoom sulle città Top Ten
Occupazione % Camere Città
Gen-Mar 2017
Gen-Mar 2016
Prezzo Medio
Var 17/16
Gen-Mar 2017
Gen-Mar 2016
Var 17/16
+ TORINO
61,5
59,1
2,4
102,40
102,49
-0,1%
- GENOVA
56,3
57,1
-0,8
94,75
94,51
0,3%
+ MILANO
71,7
68,5
3,2
120,53
122,16
-1,3%
+ COMO
47,0
46,2
0,8
92,11
92,92
-0,9%
+ BRESCIA
44,3
42,0
2,3
84,69
84,49
0,2%
+ BERGAMO
61,8
57,8
4,0
85,74
86,23
-0,6%
+ PARMA
55,3
51,2
4,1
86,39
86,01
0,4%
+ REGGIO EMILIA
49,4
47,5
1,9
83,11
81,06
2,5%
+ MODENA
52,2
50,5
1,7
86,02
85,53
0,6%
Città
VENEZIA MILANO FIRENZE ROMA TORINO BOLOGNA NAPOLI GENOVA VERONA BARI TOTALE ITALIA
+ TRENTO
51,8
50,4
1,4
85,40
83,41
2,4%
+ BOLZANO
54,9
54,8
0,1
85,91
86,16
-0,3%
Città
- VENEZIA
55,3
55,4
-0,1
141,00
143,21
-1,5%
+ VERONA
49,4
47,9
1,5
91,36
90,30
1,2%
+ VICENZA
50,4
49,8
0,6
86,60
85,81
0,9%
+ PADOVA
54,6
51,7
2,9
83,82
85,05
-1,4%
+ TREVISO
52,9
51,7
1,2
84,35
83,26
1,3%
+ UDINE
55,0
52,1
2,9
86,47
85,86
0,7%
+ TRIESTE
53,9
51,8
2,1
89,26
89,58
-0,4%
VENEZIA MILANO FIRENZE ROMA TORINO BOLOGNA NAPOLI GENOVA VERONA BARI TOTALE ITALIA
+ FERRARA
50,7
48,8
1,9
89,59
90,62
-1,1%
+ BOLOGNA
59,5
59,1
0,4
99,14
96,81
2,4%
+ RAVENNA
53,1
51,7
1,4
84,01
83,94
0,1%
+ RIMINI
50,5
49,3
1,2
83,79
83,89
-0,1%
+ REP. SAN MARINO
48,0
47,2
0,8
81,19
80,23
1,2%
+ FIRENZE
61,9
59,7
2,2
113,73
113,39
0,3%
+ PISA
54,9
53,0
1,9
89,39
88,31
1,2%
+ SIENA
55,8
52,6
3,2
88,24
89,93
-1,9%
+ ANCONA
55,5
52,8
2,7
85,92
83,02
3,5%
- PESARO
48,3
49,8
-1,5
81,91
82,54
-0,8%
- PERUGIA
35,3
37,6
-2,3
84,32
86,80
-2,9%
+ ROMA
64,9
64,3
0,6
103,97
103,12
0,8%
+ PESCARA
50,2
49,7
0,5
83,80
83,51
0,3%
+ NAPOLI
57,5
54,0
3,5
95,74
93,56
2,3%
+ BARI
49,9
49,6
0,3
84,56
83,32
1,5%
+ TARANTO
51,9
51,1
0,8
82,56
82,37
0,2%
+ PALERMO
51,5
49,5
2,0
84,36
86,68
-2,7
+ MESSINA
50,0
49,0
1,0
83,44
82,55
1,1%
+ CATANIA
58,5
58,1
0,4
83,39
82,61
0,9%
+ CAGLIARI
52,0
52,0
0,0
85,05
84,21
1,0%
+ SASSARI
51,6
51,3
0,3
84,33
83,36
1,2%
+ TOTALE ITALIA
60,4
58,6
1,8
103,89
103,30
0,6%
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Occupazione % Camere Upscale Midscale
Luxury
53,1 63,4 53,9 53,6 55,7
Luxury
418,71 350,81 363,97 263,74 330,72
55,3 71,7 61,9 64,9 61,5 59,5 57,5 56,3 49,4 49,9 60,4
54,4 65,9 63,6 66,8 56,3 57,0 56,3 55,9 46,4 49,8 56,1
Prezzo Medio Upscale Midscale
141,00 120,53 113,73 103,97 102,40 99,14 95,74 94,75 91,36 84,56 103,89
78,00 69,22 59,37 62,78 53,92 58,96 51,72 50,87 52,66 49,50 54,96
Occupazione e Prezzo per Tipologia Tipologia
Luxury Upscale Midscale
Tipologia
Luxury Upscale Midscale
Gen-Mar 2017
55,7 60,4 56,1
Occupazione Camere Gen-Mar Var 2016 17/16
55,8 58,6 54,9
-0,1 1,8 1,2
Gen-Mar 2017
Prezzo medio Gen-Mar Var 2016 17/16
330,72 103,89 54,96
322,10 103,30 54,51
Fonte: Italian Hotel Monitor - Trademark Italia
2,7% 0,6% 0,8%
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Breaking news Cravatta si, cravatta no? Vestire sportivo per molti albergatori è un segno di libertà, un modo per sentirsi padroni, gestori liberati dalla “servitù della divisa”. “Io proprietario dopo vent’anni di lavoro non voglio sentirmi obbligato a indossare una giacca che ora è diventata una corazza”. Accade così che si vedano sempre più spesso girare per l’albergo direttori con giacca sportiva e maglietta girocollo stile Armani. Ma in albergo, che non è una casa, il dress code c’è sempre stato e deve, a nostro avviso, restare la regola, lo standard, la trincea di una front line professionale almeno per gli hotel upscale (4 stelle). Lo standard è quello di vestire di scuro con camicia bianca e cravatta, oppure con blazer blu scuro e pantaloni grigi. Lavorare alla reception consente anche l’opzione chiamata tight moderno, ossia giacca nera e pantaloni a righe, ma sempre con camicia bianca e cravatta. Abbiamo visto e suggerito a qualche albergo gioioso di sfruttare delle giacche “modello Brioni” in rosso Valentino fatte apposta per distinguere le giovani receptionist talvolta mortificate dal blue e dal nero. Cerchiamo di seguire le regole almeno in front line, evitando ad esempio che il personale di contatto indossi la camicia azzurra. La regola è imporsi alla vista del cliente con la camicia bianca d’ordinanza e ovviamente una classica cravatta. La norma e il dovere impongono a qualunque albergatore di apparire il più neutro possibile, mai stravaganti ed eccentrici. Guai cercare di apparire personaggi straordinari che vogliono distinguersi dagli ospiti. Il receptionist non deve indossare distintivi, simboli strani, orologi difficilmente contenibili dalla manica della giacca, e soprattutto non mostrare tatuaggi. Sono cose banali forse, che probabilmente si sanno ma che scriviamo a causa della crescente contaminazione dello stile che arriva dalla televisione, dai social media e dal mondo della politica, dove la cravatta è diventata or-
mai un accessorio evitato dai più: Marchionne docet. L’informalità è un vezzo dilagante che non piace tanto ai baby boomers, abituati ad altri stili, ma soprattutto rappresentanti dei due terzi della clientela degli hotel upscale e luxury del pianeta. Dobbiamo considerare la camicia bianca e la cravatta come l’ultimo bastione a difesa dell’eleganza italiana e dello stile alberghiero. Ovviamente parliamo di ospitalità internazionale, non di resort di vacanza su qualche spiaggia tropicale o lido italiano, dove talvolta posso essere ammesse anche polo e bermuda. Essere classici è d’obbligo negli alberghi di qualità. Occorre pensare da clienti, da ospiti, immaginando quello chi ci si aspetta quando si entra in un albergo e si viene accolti da un receptionist, da un manager o dal proprietario direttamente. In albergo esiste un’etica combinata con la storica necessità di rappresentare il “capitale alberghiero” e incarnarne il valore. In front line il dress code non è un optional, neanche per Capodanno e Ferragosto!
Quale futuro per golf & spa hotel resort? La pratica del golf è tra le discipline emergenti in Italia in termini di crescita percentuale, ma rimane ancora un’attività di nicchia. E l’assenza di località turistiche specificamente attrezzate, in grado di soddisfare pienamente le esigenze del turista golfista, costituisce un ostacolo allo sviluppo sistemico di questa proposta turistica. Il binomio golf e turismo ha in sé le potenzialità per essere un elemento importante nella strategia di sviluppo turistico di un’area e/o di un territorio facendo tra l’altro riferimento ad un pubblico prevalentemente over ’50 che dispone di soldi e di tempo. Sono oltre 27 milioni i turisti/golfisti che nel mondo scelgono la meta delle loro vacanze in base della presenza o meno di campi da golf, e producono un giro d’affari di cir-
ca 40 miliardi di euro. In Italia i pernottamenti legati al turismo golfistico sono stimati in poco più di 3 milioni per un fatturato stimato di almeno 300 milioni di euro. Ora supponiamo di far parte della casta degli investitori e di voler puntare su un albergo fatto per durare e per produrre un generoso reddito. La prima opzione sarebbe ovviamente quella di investire su un hotel funzionante o costruirlo ex novo downtown, proprio nel centro cittadino. L’ideale sarebbe una torre di 10 piani con circa 20 camere e junior suites per piano, dotate degli standard internazionali più aggiornati tipo Mandarin Oriental o poco meno. La seconda opzione però potrebbe esser quella di intervenire su un territorio di almeno trenta ettari verdi vicino o in prossimità di una grande città (4050 km.) per farne un resort con il golf (27-36 buche) con un hotel di almeno 150 camere dotato di SPA e almeno 2 ristoranti. Visto che si prevedono tempi neri per i villaggi balneari, data la stagionalità degli hotel di vacanza (soprattutto quelli balneari), alla luce della concorrenza delle crociere (sostituti oggettivi dei resort perché offrono soggiorni di lusso tutto compreso) investire in un progetto finalizzato a soddisfare le esigenze, le fantasie e i desideri di libertà di chi “piedi sul green” ha soldi da spendere, può essere un’interessante opportunità di business. Superato socialmente l’atavico ostracismo nazional-popolare nei confronti di una pratica sportiva che da sempre tende a coinvolgere persone ricche e facoltose, oggi il golf è uno sport praticato anche da persone “normali” che desiderano tirare qualche colpo su green bellissimi e leggendari. Il golf è dunque un grande mercato con caratteristiche di marketing però molto speciali. A chi volesse avvicinarsi all’investimento per un golf resort raccomandiamo di non avere una passione (smodata) per il golf, di non farsi influenzare dai sentimenti, e di 4 2017 www.mastermeeting.it
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considerarlo uno strumento freddo, economico, da sfruttare con garbo e intelligenza per produrre reddito e profitti. Un golf resort con il suo design e le sue suggestioni (fondamentali) è qualcosa di seducente, in grado di ipnotizzare l’investitore, ma questo significa spendere milioni di euro per cambiare l’outlook di un pezzo di territorio che nel breve termine non produrrà profitti, ma lo farà nel lungo periodo. I campi da golf hanno aspettative di vita abbastanza brevi, la loro durata è mediamente di 20 anni, poi bisogna rifare percorsi, sistema di irrigazione, drenaggio, erba e persino la club house (se non ti chiami St. Andrews e hai secoli di storia alle spalle). Questo perché i golfisti che cominciano a giocare a 50 anni a 75 non sono più clienti ma diventano spettatori di open e tornei, eventi di interesse organizzati per campioni professionisti 40enni dalle abilità spettacolari e incredibili. Per reggere il bilancio di un golf resort ci si deve concentrare sulla sostenibilità non tanto della componente ambientale quanto piuttosto dei costi di gestione e manutenzione. Contenerli è veramente difficile e allora bisogna spostare tutta l’attenzione sui ricavi, sui servizi e sui prezzi, puntando sull’esclusività del Club, una questione che i golfisti attuali, anche quelli ricchi, non considerano secondaria. Una questione di marketing, perché i golfisti, si sa, vedono e sentono solo le attività legate al green, la narrazione di colpi magistrali e le performance personali. Molti di loro non ricordano nemmeno il nome del resort nel quale alloggiano perché tanta è la passione per questo sport da consumare indifferentemente letti, bagni, cibi poveri e prodotti nobili quasi senza accorgersi della differenza. Certo è che i turisti che vogliono giocare a golf sono milioni e sono un mercato con enormi potenzialità che fondamentalmente chiede 3 cose: golf, piscine e Spa. Secondo la nostra esperienza i golf resort devono tenere presente alcune linee guida: • chi gioca a golf non cerca assolutamente solo hotel a 5 stelle, c’è
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una crescente fetta di praticanti attenti anche al prezzo; • in considerazione delle sue peculiarità, il golf può essere uno strumento utile per allungare la stagione turistica; • bisogna costruire un’offerta che vada oltre al semplice green fee, includendo ad esempio la golf car, l’iscrizione a una gara, i pasti presso la Club House, una lezione con il maestro del circolo, un gadget; • disporre di un piccolo “putting green” sintetico dove i vostri ospiti potranno cimentarsi (allenarsi, divertirsi, giocare) andando in buca con il put. È molto apprezzato dai figli, anche se non golfisti. Tutto questo senza dimenticare che l’ideale sarebbe che voi stessi, cari albergatori, vi cimentaste con “ferri e legni” per poter intrattenere al meglio i vostri ospiti e condividere le loro gesta golfistiche!
I digital trend dell’ospitalità 2017 Se a dominare lo scenario delle tendenze 2016, sono state principalmente la fusione di grandi brand dell’hotellerie e la crescita della prenotazioni dirette, per il secondo semestre 2017, gli esperti evidenziano, in particolare, il consolidarsi di 6 digital macrotrend: 1. Mobile. Oggi rappresenta il 2030% delle modalità di ricerca hotel utilizzate nel mondo, con una crescita annua della domanda nel settore par al 23%. Le analisi evidenziano come sia sempre più determinante, per la brand awareness di un albergo pianificare una buona strategia mobile in sinergia con quella web. 2. Social Media, driver ispirazionale per i viaggi. Negli ultimi anni, l’aumento della popolarità dei canali sociali ha condizionato fortemente il travel marketing: oggi l’83% dei viaggiatori si rivolge ai social media per scegliere destinazioni e location, lasciandosi “catturare” in particolare dal potere evocativo delle immagini. Da qui l’importanza da parte degli hotel di condividere contenuti accattivanti sui diversi canali social, offrendo, magari, un riconoscimento agli utenti per i contenuti da loro generati. 3. Recensioni online. Oggi quasi il
90% dei consumatori prende in considerazione le valutazioni online prima di procedere all’acquisto. In tale scenario, diventa indispensabile per l’albergatore cercare non solo di soddisfare ma anche di superare le aspettative degli ospiti nell’era digitale, prima, durante e dopo il soggiorno, rispondendo tempestivamente alle recensioni on line (sia a quelle buone che a quelle cattive) per mantenere una reputazione positiva presso il popolo della rete, influencer numero uno del mercato. 4. La personalizzazione, la chiave per fidelizzare la clientela. Nell’industria alberghiera, oggi ultra-competitiva, un’esperienza personalizzata è lo strumento privilegiato per fidelizzare i clienti già ospitati e acquisirne dei nuovi. La buona notizia è che secondo le ultime statistiche, il numero di viaggiatori disposti a fornire dati personali in cambio di un’esperienza alberghiera più personalizzata sta aumentando. In questo senso i social network come Facebook e Instagram possono essere sfruttati intelligentemente per carpire informazioni utili circa le preferenze dei diversi utenti. 5. Gli ospiti desiderano vivere experience appaganti anche fuori l’hotel. La personalizzazione non deve riguardare solo il servizio indoor ma deve estendersi anche alla fruizione della destinazione. Un buon servizio di concierge deve poter offrire dunque suggerimenti e agevolazioni su cosa fare e vedere nelle vicinanze. 6. La tecnologia è una priorità assoluta. La maggior parte dei viaggiatori – non solo i millennials – è oggi esperta utilizzatrice di tecnologie avanzate, tecnologie che vuole poter continuare a usare anche in hotel. Secondo gli ultimi studi del settore, il 54% degli alberghi investirà quest’anno di più sulla tecnologia, in particolare per quanto riguarda la sicurezza dei pagamenti, la domotica e il mobile, per raggiungere in tempo reale gli ospiti, gestire le loro richieste e informarli sulle offerte speciali.
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XXII EDIZIONE
Premio
Excellent 2017
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Qualità dell’accoglienza motore del turismo Tutte le personalità del turismo e dell’eccellenza italiana, premiate durante l’ultima edizione del Premio Excellent, storico riconoscimento ideato da Communication Agency, sono d’accordo: superare le barriere e accogliere con servizi di qualità a 360°saranno le chiavi di volta per una crescita del settore e di tutto il Paese ✒Davide Deponti
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«Con il Premio Excellent», dice Mario Mancini, presidente di Communication Agency e ideatore dell’ambito riconoscimento giunto quest’anno alla sua XXII edizione, «da sempre intendiamo riconoscere i meriti di chi contribuisce a fare sì che il settore turistico alberghiero, patrimonio di valore assoluto per l’economia del nostro paese e importantissima vetrina per tutto il sistema Italia, sia sempre sinonimo di alta qualità, di stile e, naturalmente, di eccellenza». La cerimonia di
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premiazione di questa XXII Edizione, che è andata in scena nella sontuosa cornice dell’Hotel Principe di Savoia di Milano, ha visto presenti e gratificati con una targa Excellent, alcuni tra i più importanti esponenti del comparto, che tanto dà e sempre più potrà dare all’economia e alla crescita del Paese. Davanti alla platea di oltre cinquecento invitati - esponenti di primo piano del mondo della cultura, dell’economia e del sociale, oltre che i principali protagonisti dell’industria turi-
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ranti nel settore del turismo, ma esponenti dell’eccellenza del Paese, nei diversi ambiti. Quest’anno, tra gli altri, in ambito artistico sono stati premiati il Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro alla Scala di Milano Alexander Pereira e l’architetto e scultore Marcello Pierantoni e un riconoscimento è andato anche al canale Sky Arte HD. Mentre il Premio Excellent BIT, frutto di una collaborazione tra Fiera Milano e Communication Agency, è stato assegnato a MSC Crociere.
stico- alberghiera – sono saliti sul palco, insieme a Mario Mancini, alla presidente di Giuria Ombretta Fumagalli Carulli e alla presentatrice Tessa Gelisio, per essere insigniti dell’edizione 2017 dello storico riconoscimento, Andrea Corsini, Assessore al Turismo della Regione Emilia Romagna, Elena David, Amministratore Delegato di Valtur, brand storico della vacanza che oggi vive una nuova stagione di crescita grazie all’acquisizione da parte della famiglia Bonomi, Lorenza Lain, Direttore Ca’ Sagredo, Luigi Lima, Direttore Generale di Novotel–Mercure e Vice President di AccorHotels Italy, Alessandro Maurizio Cabella, Amministratore delegato Rome Cavalieri Waldorf Astoria, Stefan Neuhaus, Amministratore delegato Tenuta di Castelfalfi. Come di consueto, i Premi Excellent sono stati assegnati dalla qualificata Giuria, anche a personalità non prettamente ope-
Bernabò Bocca, presidente Federalberghi; Mario Mancini, presidente Communication Agency; Ezio Indiani, general manager Principe di Savoia
Il futuro roseo di un comparto che oggi contribuisce per il 10,8% al Pil nazionale La glam night è stata anche l’occasione per tastare il polso dell’industria turistico –alberghiera italiana, settore sempre più trainante dell’economia del Paese che già oggi contribuisce per il 10,8% alla formazione del PIL nazionale, come rivelano le elaborazioni rilasciate dall’istituto Trademark Italia. Sempre secondo l’ultimo report di Trademark, oggi sono addirittura 2 milioni e 600mila (pari al 12% circa di tutta la forza lavoro italiana) gli occupati nell’industria dell’accoglienza italiana, 1 milione e 700mila dei quali “diretti”. «Il turismo, prima ancora che un asset economico», racconta Andrea Corsini, Assessore Regionale al Turismo dell’Emilia Romagna, «è sempre più sinonimo di incontro e di scambio, anche in un mondo come quello di oggi dove troppo spesso si parla invece di costruire muri. La nostra è una Regione turisticamente vir4 2017 www.mastermeeting.it
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Mauro Parolini, assessore allo sviluppo economico Regione Lombardia; Andrea Babbi, segretario generale Confcommercio Emilia Romagna; Daniela Babbi. Sotto, Giorgio Palmucci, presidente Confindustria Alberghi
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tuosa che desidera continuare ad essere tale. Finalmente anche il Governo ha varato un piano strategico dedicato al turismo, un passo importante verso un futuro in cui si potrà fare sicuramente molto altro. Per esempio c’è ancora da superare il problema della carenza infrastrutturale, ma siamo fiduciosi: lo diciamo forti dell’esperienza della nostra cultura dell’ospitalità che, seppur consolidata, non smette mai di guardare avanti».
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Esprime ottimismo anche Alessandro Maurizio Cabella, Amministratore Delegato Rome Cavalieri Waldorf Astoria, «Siamo fiduciosi che nonostante alcuni problemi comuni oggi a tutti i Paesi, come per esempio la sicurezza, il settore del turismo possa continuare a crescere bene come sta facendo già ora. Gli indicatori che ci pervengono anche da Paesi come Usa e Inghilterra sono positivi per il presente e per il prossimo futuro. E si tratta di due mercati fondamentali per l’Italia. Il Waldorf Astoria, in particolare, ha registrato nel 2016 una crescita del 16% e ne aspettiamo una intorno al 13% alla fine del 2017. L’accoglienza italiana ha fatto scuola in passato e può, anzi deve, tornare a farla anche con l’appoggio delle Istituzioni, in particolare per quanto riguarda la questione delle infrastrutture». L’importanza della sicurezza è stata rimarcata dal Generale Teo Luzi, Comandante della Legione Carabinieri Lombardia: «la sicurezza è a fondamento della vita quotidiana in tutti i suoi aspetti e quindi anche nel turismo. Chi viaggia deve poterlo fare in tranquillità e serenità. Fortunatamente l’Italia è una destinazione sicura e percepita tale anche all’estero. L’Arma dei Carabinieri in questo è in prima linea, come sempre. E per il futuro, sono sicuro che il nostro Paese, grazie anche alla sicurezza che garantisce, sarà sempre più una meta
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turistica forte, competitiva e capace di fare da volano all’economia italiana».
Superiamo i nostri limiti Luigi Lima, Direttore Generale NovotelMercure e Vice President AccorHotels Italy ritiene che saranno la condivisione e la convivenza a 360 gradi gli elementi fondanti della crescita del comparto: «oggi viviamo un momento complesso. La geografia del turismo mondiale è anch’essa in continuo mutamento e non senza conflitti e divisioni. Nonostante ciò, l’hotellerie resta un caposaldo, dove l’accoglienza è valore fondante che unisce, al di là di ogni differenza, offrendo al mondo un modello di convivenza a 360 gradi che funziona e che fa bene all’economia. In quest’ottica, il 2017 sarà per AccorHotels un anno di crescita e di “apertura” importante. Abbiamo obiettivi ambiziosi, di ampliamento del business anche in Italia». Ritirando il premio assegnato al padre Paolo Piras, Presidente di Acentro Turismo e GolfVacanze, Laura Piras, Direttore Qualità e Marketing di Acentro Turismo, sottolinea che: «il valore dell’accoglienza resta oggi fondamentale anche se certi equilibri vanno forse rinnovati in un mondo che cambia sempre più velocemente. L’Acentro è specializzata nell’ospitalità in ogni sua declinazione e, nel suo piccolo, ha contribuito ad abbattere alcune barriere, permettendo a uno sport ma-
gnifico come il golf di essere fruibile da tutti. A dare forza e futuro all’Italia sono sempre stati e sempre saranno quegli imprenditori che hanno il coraggio di osare, e la voglia di fare insieme». «Lavoro in una città molto particolare, Venezia», aggiunge Lorenza Lain, Direttore di Ca’ Sagredo, «una città che fin dall’antichità è stata simbolo dell’ospitalità, avendo sempre accolto persone da ogni parte del mondo. Per questo sono sicura che la qualità dell’accoglienza resti un valore imprescindibile nel turismo… Certo, ogni destinazione deve sapere declinare l’ospitalità in base alle proprie peculiarità. Venezia, città aperta a tutti, per esempio, punta soprattutto su un turismo esperienziale di arte e cultura. E così anche Ca’ Sagredo che negli anni ha saputo imporsi sulla scena come luogo non solo di accoglienza ma anche come luogo simbolo di arte e creatività. Dunque, sì a un
Martino Pedersoli, ceo Gruppo Pedersoli
Cav. Nardo Filippetti, president Eden srl, president Astoi con Denise Zanin, head of business marketing&communication SKY Italia (a sinistra) e Cristina De Lellis (a destra)
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Giorgio Vizioli, titolare Studio Vizioli; Roberto Pisoni, direttore SKY Arte HD; Stefania Pinna, conduttrice televisiva SKY TG24; Mario Mancini, presidente Communication Agency; Denise Zanin, head of business marketing&communication SKY Italia; Ivano Airoldi, direttore business SKY Italia
mondo globale ma insieme peculiare, a un mondo aperto a tutti, ma con un’identità forte».
Viaggiare vuol dire anche conoscere Promotore della cultura, in senso lato, è il canale Sky Arte HD. «Il canale è l’unico in Italia ad essere interamente dedicato all’arte in tutte le sue forme, punto di riferimento per appassionati non solo di cultura a 360 gradi ma anche del patrimonio
IL MOVIMENTO TURISTICO IN ITALIA (Numeri in .000) ITALIANI Arrivi Presenze
ALBERGHIERO EXTRALBERGHIERO TOTALE
43.100 11.900 55.000
129.700 62.900 192.600
Arrivi
STRANIERI Presenze
45.900 12.400 58.300
133.300 66.900 200.200
TOTALE Arrivi Presenze
89.000 24.300 113.300
263.000 129.800 392.800
(Elaborazioni e stime Trademark Italia)
DISTRIBUZIONE DEL MOVIMENTO PER TIPO DI LOCALITÀ Destinazione
Quota %
MARE CITTÀ D’ARTE E CULTURA MONTAGNA LAGHI TERME COLLINA ALTRE LOCALITÀ (Elaborazioni e stime Trademark Italia)
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30% 27% 12% 8% 3% 4% 16%
Italia», spiega il direttore Roberto Pisoni, «Con i nostri programmi abbiamo promosso oltre 50 città, 250 luoghi di interesse artistico, 200 eventi culturali e oltre 3.500 appuntamenti sul territorio, certi che mostrare la bellezza al mondo sia un modo per abbattere i muri, reali o virtuali che siano, e stimolare le persone a viaggiare e a conoscere». Il viaggio come incontro e conoscenza è alla base anche della filosofia di MSC Crociere, compagnia di navigazione worldwide, insignita quest’anno dello speciale Premio Excellent Bit. «MSC» dice il Country Manager Leonardo Massa, «è un esempio virtuoso di realtà italiana che valorizza la condivisione: sulle nostre navi lavorano insieme persone di 60 nazionalità diverse, un’opportunità di scambio culturale e di conoscenza che ci consente di offrire ai nostri ospiti un’esperienza di viaggio davvero unica. E i numeri lo confermano. Abbiamo superato il 60% delle prenotazioni previste per il 2017 e stiamo già pensando a come superare il target nel 2018». Credere e investire nel turismo vuol dire anche adoperarsi per far conoscere cose sempre nuove. «Noi di Castelfalfi crediamo in un turismo capace di stimolare le persone a girare il mondo e a vedere luoghi nuovi»,
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dichiara Stefan Neuhaus, Amministratore Delegato Tenuta di Castelfalfi, indirizzo di ospitalità dal fascino unico, immerso in un angolo incantato di Toscana, «turismo come crescita, quindi, anche personale, contro muri fisici e mentali e turismo come occasione di riscoperta della bellezza». Opinione condivisa anche dall’architetto e scultore Marcello Pietrantoni, «spesso e volentieri il turismo e l’ospitalità incarnano con grande intelligenza quegli ideali di eternità e bellezza dei quali il mondo ha necessità per poter progredire».
Turismo un’arma vincente per il futuro dell’Italia «L’accoglienza contribuisce alla crescita del sistema Paese», dice Sergio Stevanato, Presidente Stevanato Group, realtà eccellente dell’imprenditoria made in Italy nel mondo fondata nel 1949 e insignita, durante la serata, dello speciale Premio Pellegrini. Si tratta della più grande azienda a proprietà familiare di progettazione e realizzazione di packaging primario in vetro per l’industria farmaceutica che oggi conta oltre 3000 dipendenti e un fatturato netto, nel 2016, di 456,1 ME (di cui
l’8 % in Italia, il 45 % in Europa e circa il 47 % nel resto del mondo). «Basta dare un’occhiata ai numeri per capire come il turismo possa diventare l’arma vincente per il futuro del Paese, l’occasione italiana per vincere la partita della competitività globale. «In azienda crediamo moltissimo nel valore del confronto internazionale: motivo per cui molti dei nostri giovani dipendenti li mandiamo a fare esperienza all’estero». Eccellenza tutta italiana è anche il Teatro Alla Scala di Milano. «Innovazione, coraggio ed eccellenza. Sono questi i valori che ci ispirano da sempre e che vogliamo promuovere in un mondo come quello di oggi che, in relazione proprio al turismo e
Achille Lineo Colombo Clerici, presidente Assoedilizia con Signora
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PierCarla Delpiano, direttore comunicazione Fiera Milano e presidente Fondazione Stelline; Nello Martini, exhibition manager BIT; Simona Greco, direttore art, fashion, hospitality and travel division Fiera Milano
all’ospitalità, è pieno di entusiasmo, di idee e di voglia di fare», dice il Sovrintendente e Direttore Artistico, Alexander Pereira. «Certo, l’Italia deve ancora lavorare molto per aumentare l’incoming dall’estero: in questo senso, facciamo la nostra parte, portando la Scala nel mondo e contribuendo a far conoscere le bellezze del Paese e i valori della nostra ospitalità. Non per nulla la Scala è oggi il secondo più famoso brand italiano nel globo». «Il turismo è da sempre sinonimo di movi-
Fabrizio Cadei, executive chef Principe di Savoia
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mento e di integrazione», conclude Elena David, Amministratore Delegato di Valtur «e l’Italia vanta, in questo senso, una tradizione millenaria, sia di viaggio alla scoperta del mondo altro, sia di accoglienza aperta nei confronti di chiunque. La sfida è quella di far rivivere questa tradizione interpretandola in chiave attuale. Valtur, al primo anno del suo nuovo corso, grazie all’acquisizione da parte della famiglia Bonomi, sta lavorando duramente per tornare ad essere leader, facendo leva proprio sui valori dell’italian style». ■
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Scopri tutti i protagonisti della serata Excellent nel reportage completo disponibile sul sito www.mastermeeting.it nella sezione Premio Excellent - Fotogallery
La giuria del Premio Ombretta FUMAGALLI CARULLI, Presidente Direttore IUS, Università Cattolica del Sacro Cuore Magda ANTONIOLI CORIGLIANO Direttore MET (Master in Economia del Turismo), Università Bocconi di Milano Paolo BISCIONI Hôtelier Aureliano BONINI Presidente, Trademark Italia Francesco Saverio BORRELLI Procuratore Generale onorario presso la Corte Suprema di Cassazione Claudia BUCCELLATI Titolare CB Marketing&Consulting Paolo CASELLA Professore Ordinario di Diritto Commerciale, Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Milano-Bicocca Achille COLOMBO CLERICI Presidente, Istituto Europa-Asia - Presidente, Assoedilizia - Vice Presidente, Confedilizia Maria Pia D’ANGELLA Director, Deutsche Bank - Deutsche Asset & Wealth Management Jean Marc DROULERS Consigliere, Villa Erba Federico FALCK Presidente, Gruppo Falck Guglielmo GUIDOBONO CAVALCHINI Delegato di Lombardia, Sovrano Militare Ordine di Malta Ezio INDIANI General Manager, Hotel Principe di Savoia Mario MANCINI Presidente, Communication Agency Int. Srl Clemente MIMUN Direttore Responsabile TG5 Pasquale SPINELLI Primario Emerito, Istituto dei Tumori di Milano
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Arma dei Carabinieri Ritira il premio il Generale Teo Luzi, Comandante della Legione Carabinieri Lombardia Massima Istituzione al servizio del cittadino, nella storia d’Italia, l’Arma dei Carabinieri si distingue da sempre per l’impegno profuso nella quotidiana attività di controllo del territorio, di contrasto alla criminalità e di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Ma lo spirito dell’Arma va ben oltre, impegnando le sue forze in un’importante azione di supporto sociale a favore del cittadino anche fuori dal servizio attivo.
Da sin., l’editore Mario Mancini,Ombretta Fumagalli Carulli, presidente di Giuria, il Generale Teo Luzi, Comandante della Legione Carabinieri Lombardia, Achille Colombo Clerici, Presidente, Istituto Europa-Asia e Presidente, Assoedilizia, Gustavo Adolfo Cioppa Sottosegretario alla Presidenza Regione Lombardia e Tessa Gelisio
Alessandro Maurizio Cabella Amministratore Delegato Rome Cavalieri Waldorf Astoria Dal suo insediamento, nel 2014, ad oggi, Alessandro Maurizio Cabella ha portato l’iconico Rome Cavalieri Waldorf Astoria a esemplari traguardi, migliorandone ulteriormente il posizionamento e massimizzandone i profitti. Nel triennio, sotto la sua brillante gestione, GOP, ADR e RevPar sono cresciuti rispettivamente del 15,8, 11,6 e del 6,0%.
Da sin., Mario Mancini, Ombretta Fumagalli Carulli, Alessandro Maurizio Cabella, Amministratore Delegato Rome Cavalieri Waldorf Astoria, Maria Pia D’Angella, Director Deutsche Bank - Deutsche Asset & Wealth Management, Ezio Indiani gm Principe di Savoia Milano e Tessa Gelisio
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Andrea Corsini Assessore Regionale al Turismo dell’Emilia Romagna Dalla promozione del prodotto turistico alla valorizzazione di un mix fra destinazioni e prodotti di eccellenza. È la svolta storica che porta la firma di Andrea Corsini, Assessore Regionale al Turismo dell’Emilia Romagna dal 2015, firmatario della Nuova Legge 4 sul Turismo. La Legge imprime un nuovo passo alla promozione turistica della Regione e risponde ai desiderata del turista contemporaneo, puntando sul turismo d’esperienza e sulla valorizzazione degli highlights dell’Emilia Romagna.
Da sin., Mario Mancini, Ombretta Fumagalli Carulli, Francesco Saverio Borrelli, Procuratore Generale Onorario presso la Corte Suprema di Cassazione, Andrea Corsini, Assessore Regionale al Turismo Regione Emilia Romagna, il senatore Bernabò Bocca, Presidente Sina Hotels e l’imprenditore Federico Falck
Lorenza Lain Direttore Ca’ Sagredo Con grande passione, Lorenza Lain ha riscoperto e valorizzato l’anima e la memoria storica di Palazzo Sagredo, rendendolo oggi luogo simbolo di ospitalità e creatività culturale ben oltre la sua naturale vocazione alberghiera.
Da sin., Mario Mancini, Ombretta Fumagalli Carulli, Lorenza Lain, General Manager Ca’ Sagredo e l’hotelier Paolo Biscioni
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REPORTAGE PREMIO EXCELLENT 2017
Luigi Lima Direttore Generale Novotel-Mercure e Vice President Operations Midscale Brands AccorHotels Italy, Greece, Israel and Malta Durante la sua esemplare carriera all’interno della catena Novotel, Luigi Lima ha ricoperto tutti i ruoli fino a raggiungere il vertice apicale nell’area Italia, Grecia, Israele e Malta, anticipando e seguendo le profonde evoluzioni che hanno caratterizzato il segmento MICE midscale negli ultimi 15 anni.
Da sin., Francesco Saverio Borrelli, Magda Antonioli Corigliano, Luigi Lima, Direttore Generale Novotel - Mercure e Vice President Operations Midscale Brands AccorHotelsItaly, Greece, Israel and Malta e Tessa Gelisio
Stefan Neuhaus Amministratore Delegato Tenuta di Castelfalfi Stefan Neuhaus ha fortemente creduto in un progetto ambizioso contribuendo alla sua realizzazione. È grazie, infatti, anche al suo operato se, oggi, la Tenuta di Castelfalfi torna a vivere come luogo di ospitalità dal fascino unico, fondato su antiche radici e immerso in un angolo incantato di Toscana, dove natura, storia, arte e modernità convivono in perfetto equilibrio. Al visitatore, Castelfalfi apre un mondo di sorprese inattese: dalla produzione di vino e olio, alla tutela della flora e della fauna. Senza dimenticare che c’è anche uno straordinario circuito golfistico e che, a breve, il comprensorio, si arricchirà di un hotel cinque stelle.
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Da sin., Benedetto Consiglio Direttore Generale di Tenuta di Castelfalfi, Marco Metge, General Manager di Tenuta Castelfafi che ritira il premio per Stefan Neuhaus, Amministratore Delegato Tenuta di Castelfalfi, Grazia Parisi, Direttore Marketing&Comunicazione Tenuta Castelfalfi e Tessa Gelisio
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REPORTAGE PREMIO EXCELLENT 2017
Marcello Pietrantoni Architetto e scultore Annoverato tra i 40 scultori più importanti del mondo, Marcello Pietrantoni è un artista di rara sensibilità che ha affiancato alla professione di architetto l’esplorazione di nuove forme e linguaggi artistici, attraverso la ricerca dei più diversi materiali, fino alle sue famose sculture in bronzo iniziate nel 1986. In 60 anni di lavoro, la sua ispirazione rimanda al mondo degli archetipi, in una riflessione continua sul confronto tra tempo immobile e tempo cronologico, e a quel “fare” instancabile che orienta l’uomo verso gli ideali di eternità e bellezza.
Da sin., Mario Mancini, Ombretta Fumagalli Carulli, il filosofo Stefano Zecchi, Marcello Pietrantoni, Architetto e Scultore e Tessa Gelisio
Paolo Piras Presidente di Acentro Turismo SpA e GolfVacanze SpA
Da sin., Mario Mancini, Ombretta Fumagalli, Laura Piras che ritira il premio per il padre Paolo Piras, presidente di Acentro Turismo Spa e GolfVacanze Spa, la professoressa Magda Antonioli Corigliano e Pasquale Spinelli, Primario Emerito, Istituto dei Tumori di Milano
Imprenditore tra i primi in Italia ad aver intuito l’importanza strategica del golf come attrattore di un turismo di alto livello, Paolo Piras ha unito la sua lunga esperienza nel settore dei viaggi con la passione per questo sport, dando vita a Le Rovedine: oggi uno dei campi da golf più rinomati e belli d’Italia, nonché una risorsa preziosa per il turismo e per la ricettività alberghiera di Milano, con oltre 70mila presenze annue. Il percorso 18 buche, aperto tutto l’anno, si snoda all’interno di un polmone verde di 650mila metri quadrati, con specie botaniche autoctone. Nel Paese, rappresenta l’unico public course, ovvero l’unico campo aperto al pubblico senza alcun vincolo di quota azionaria per i giocatori.
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REPORTAGE PREMIO EXCELLENT 2017
Sky Arte HD Ritira il premio Roberto Pisoni, Direttore Sky Arte HD Unico canale in Italia interamente dedicato all’Arte in tutte le sue forme, Sky Arte HD è oggi il punto di riferimento per appassionati di musica, pittura, scultura, letteratura, teatro, fotografia, architettura, design, fumetto e cinema. Divulga passione per la cultura, raccontando “storie” sul mondo dell’arte in modo originale, con un linguaggio contemporaneo e innovativo. Negli ultimi due anni ha offerto grande spazio al patrimonio nazionale, promuovendo oltre 50 città, 250 luoghi di interesse artistico, 200 eventi culturali e oltre 3500 appuntamenti sul territorio. Da sin., il magistrato Ines Marini, Roberto Pisoni Direttore Sky Arte HD e Tessa Gelisio
Teatro Alla Scala di Milano Ritira il premio Alexander Pereira, Sovrintendente e Direttore Artistico Innovazione, coraggio ed eccellenza. Sono questi i valori che ispirano il massimo tempio della lirica italiana, il Teatro Alla Scala di Milano, emblema della cultura musicale italiana nel mondo, ma anche importante risorsa per il turismo nel capoluogo lombardo. La sua continua evoluzione e la sua vocazione internazionale determinano, infatti, rilevanti ricadute positive per il Paese sia nel settore del turismo culturale, sia nello sviluppo di relazioni economiche di più ampio respiro.
Da sin., Ombretta Fumagalli Carulli, Tessa Gelisio, Alexander Pereira, Sovrintendente e Direttore Artistico Teatro alla Scala di Milano, Claudia Buccellati, imprenditrice, e Guglielmo Guidobono Cavalchini, Delegato di Lombardia, Sovrano Militare Ordine di Malta
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REPORTAGE PREMIO EXCELLENT 2017
Valtur by Bonomi Ritira il premio Elena David, Amministratore Delegato Grazie all’acquisizione da parte della famiglia Bonomi, il brand storico della vacanza torna a rappresentare il turismo italiano d’eccellenza. La famiglia Bonomi, coniugando finanza e industria, ha offerto l’opportunità a Valtur di vivere una nuova stagione di crescita, con l’obiettivo di attrarre anche la clientela internazionale verso le destinazioni italiane.
Da sin., Mario Mancini, Paolo Casella, Professore Ordinario di Diritto Commerciale, Facoltà di Giurisprudenza, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Ombretta Fumagalli Carulli, Elena David, Amministratore Delegato Valtur e Carlo Gagliardi Presidente Valtur
Premio Pellegrini a Sergio Stevanato Presidente Stevanato Group
Da sin., Mario Mancini, Ombretta Fumagalli Carulli, Serena Monina Cerutti, rappresentante Fai (Fondo Ambiente Italiano), Sergio Stevanato, Cavaliere del Lavoro, Presidente Stevanato Group, Ernesto Pellegrini
Nata come impresa di famiglia nel 1949, Stevanato Group ha continuato la tradizione evolvendosi fino a diventare una realtà eccelsa dell’imprenditoria made in Italy a livello internazionale. Specializzata in prodotti, processi e soluzioni per l’industria farmaceutica, conta oggi oltre 3000 dipendenti e un fatturato di 456milioni di euro, il 92% del quale realizzato sui mercati esteri. Numeri che ne fanno un fulgido esempio del “fare bene” italiano nel mondo, la dimostrazione di come una costante ricerca della qualità e una buona strategia di supporto al cliente rappresentino la base di un grande successo anche internazionale.
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REPORTAGE PREMIO EXCELLENT 2017
Premio Bit a MSC Crociere Ritira il premio Leonardo Massa, Country Manager MSC CROCIERE
Da sin., Ombretta Fumagalli Carulli, Leonardo Massa Country Manager MSC Crociere, Simona Greco, Responsabile Area Exhibitions Fiera Milano e Tessa Gelisio
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Nel panorama dell’e-travel, il progetto “MSC for me” di MSC CROCIERE si distingue per livello di complessità e carica innovativa. Le sue oltre 130 funzioni smart esprimono particolare attenzione alla centralità del cliente, in un orizzonte tecnologico di ampiezza e lungimiranza uniche nel settore, rendendo ancora più piacevole l’esperienza del viaggio. Realizzato con 11 partner tecnologici leader in un piano industriale decennale da 9 miliardi di euro, “MSC for me” coinvolgerà sia le 12 navi esistenti sia le 11 in costruzione, implementando in ciascuna oltre 16mila punti di connettività. Per le sue caratteristiche uniche, merita una posizione di rilievo nell’offerta digitale di Bit 2017, dove ha scelto di presentarsi al mondo.
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GLI SPONSOR REPORTAGE PREMIO EXCELLENT 2017 Amoretti La Amoretti S.p.A. è una delle aziende italiane più importanti e qualificate nel settore della selezione e fornitura di specialità alimentari per alberghi e ristoranti. L’azienda vanta ben 70 anni d’esperienza nel settore distribuzione, ma la sua storia affonda le radici nel lontano1800, quando la famiglia Amoretti, nel cuore della food valley italiana, iniziò la sua attività di produzione e commercio di salumi. Sin da allora Amoretti è sinonimo di prodotti di qualità, attenzione alle esigenze della clientela, continua ricerca e sapiente personalizzazione delle proprie proposte alimentari
Bit - Fiera Milano Bit - Borsa Internazionale del Turismo da 30 anni è la più importante piattaforma di business e di knowledgesharing del settore in Italia. È leader mondiale nella promozione del prodotto Italia e tra le prime manifestazioni in Europa per le destinazioni internazionali. Il concetto espositivo totalmente rinnovato, basato su una segmentazione dei target che risponde alle esigenze del nuovo turismo esperienziale, è stato premiato dagli operatori con quasi 50mila visitatori, un tasso di rinnovo dei buyer del 60%, circa 17mila appuntamenti di match-making e oltre 7.500 partecipanti in più i 120 convegni ed eventi.
Cantina Santadi La Cantina Santadi, fondata nel 1960, è ubicata nella zona sud-occidentale della Sardegna, il Sulcis, dove regna il vitigno Carignano, la cui Doc è appunto “Carignano del Sulcis”. Il grande enologo Giacomo Tachis ha permesso di far conoscere questo vitigno in tutto il mondo, il Grotta Rossa, il Rocca Rubia e il Terre Brune ne sono la migliore espressione. A questi grandi rossi si accostano i raffinati bianchi Villa di Chiesa, Cala Silente, Pedraia, Villa Solais e Latinia. La generosità del territorio, l’attenzione ai vigneti, alla vinificazione, all’imbottigliamento e all’invecchiamento, garantiscono negli anni la costante qualità e tipicità del prodotto.
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REPORTAGE PREMIO EXCELLENT 2017 GLI SPONSOR Champagne Marguerite Guyot Una gamma di Cuvée originale, caratterizzata da una personalità raffinata ed elegante che si riflette in una veste creativa, ispirata all’armonia della natura ed alla sensualità della donna, come nella visione poetica di Alphonse Mucha e dell’Art Nouveau. Ma anche un viaggio attraverso le varie culture del mondo, in un atmosfera di allegria e convivialità. È così che si presenta la gamma di Cuvee originale di Marguerite Guyot, brand che nasce da una secolare passione di famiglia per lo Champagne della terra di Damery e che trova ispirazione nell’arte: nella firma Marguerite Guyot rivivono l’estro di Mozart e l’istinto di Mirò.
Geminiano Cozzi Venezia 1765 Una storia ricca di fascino e colore, di creatività e audacia. La produzione delle porcellane di Geminiano Cozzi ritorna a splendere dopo 250 anni dalla sua fondazione. Tre sono le anime distintive del nuovo corso di Geminiano Cozzi Venezia 1765. Tradition, tratti dall’archivio storico della Manifattura, ricco di decorazioni policrome; Total White, la purezza e la translucentezza della fine bone china diventa sfondo e cornice ideale per l’estro creativo dei più grandi chef del mondo; Tailor Made, per soddisfare i desideri dei clienti più esigenti e sofisticati con decorazioni totalmente personalizzabili, rigorosamente made in Italy. Tradizione e innovazione si fondono in questo ambizioso progetto che Antonio Tognana ha intrapreso con immenso entusiasmo, profondamente convinto che “il fascino dell’artigianalità veneziana saprà conquistare tutti gli amanti del bello nella sua accezione assoluta”.
handy Primo, unico e originale smartphone completamente personalizzabile è uno strumento intelligente, elegante e gratuito a disposizione dell’ospite per l’intero soggiorno. Portandolo con sé, handy può essere usato per chiamare e navigare senza limiti, gratuitamente, evitando i costi del roaming, e per consultare tutti i servizi dell’hotel, la guida aggiornata della città e ricevere in tempo reale notizie utili e promozioni speciali. Al check-out handy ripulisce tutti i dati e torna nuovo per il prossimo ospite. handy è un servizio rivoluzionario, molto apprezzato sia dal cliente che dall’hotel.
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GLI SPONSOR REPORTAGE PREMIO EXCELLENT 2017 Indosuez Wealth Management Italia (Gruppo Crédit Agricole) Società del Gruppo Crédit Agricole, con alle spalle 140 anni di esperienza nell’ambito della gestione dei grandi patrimoni, Indosuez Wealth Management offre alle famiglie e agli imprenditori servizi mirati per la protezione, valorizzazione e trasmissione del patrimonio, facendo leva anche sul know how e l’esperienza internazionale del brand. Operativa in Italia dal 2015, Indosuez Wealth Management offre alla clientela con ingenti patrimoni (High Net Worth Individuals e Ultra High Net Worth Individuals) soluzioni altamente personalizzate attraverso un’ampia gamma di prodotti e servizi per la gestione del patrimonio.
Iniziative Venete Group Iniziative Venete Group è una realtà leader nel settore dell’outsourcing alberghiero. Presente in diversi paesi dell’Unione europea ed extraeuropei, il gruppo è partner delle principali catene alberghiere internazionali. Tra le prime aziende in Italia ad interpretare l’innovazione dell’esternalizzazione dei servizi, negli anni ha perfezionato un sistema di gestione basato sulla professionalità e sulla competenza dei propri collaboratori, con l’adozione delle più innovative tecnologie. Da sempre, Iniziative Venete Group è anche una concreta opportunità di integrazione ed inserimento lavorativo per i propri dipendenti.
MIL Da 18 anni sul mercato, l’agenzia milanese di incentive e comunicazione MIL – Marketing Incentive Leisure si conferma tra le realtà più interessanti nel mondo degli eventi per l’innovazione e la capacità di intercettare mood e tendenze. Tra le mete incentive 2017, MIL ha scelto Cipro: isola circondata dalle acque degli dei della mitologia greca, culla di Afrodite, crocevia di culture, dove l’oriente e l’occidente si incontrano. Cipro, è l’unico Paese europeo in cui ancora un muro divide la sua capitale e dove il profumo e il colore degli agrumi rende frizzante il clima sempre mite. La filosofia della sua gente si racchiude nella parola KOPIASTE = unisciti a noi, sei il benvenuto. A conquistare l’agenzia milanese sono state proprio l’accoglienza e la generosità dei suoi abitanti unite alla facile fruibilità della destinazione: Cipro è a medio raggio e offre cultura e leisure a costi accessibili
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REPORTAGE PREMIO EXCELLENT 2017 GLI SPONSOR Necta Cura nei dettagli, finiture preziose, illuminazione perfetta e performance di livello eccellente sono le qualità di spicco di Korinto Prime, il nuovo modello NECTA destinato al settore Ho.Re.Ca. prodotto interamente in Italia. Le linee morbide e moderne, l’equilibrio dei materiali impiegati, l’elegante profilo blu che illumina la parte frontale e laterale, il grande display grafico per la gestione di immagini e testo, la tastiera con pulsanti retroilluminati sono solo alcune delle caratteristiche che rendono unica e preziosa questa macchina. Il nuovo ed efficiente sistema di gestione del latte fresco garantisce un’elevata qualità delle bevande e costanza nelle dosi. L’impiego di ingredienti di prima scelta, come il caffè in grani macinato al momento e il latte fresco montato a regola d’arte, permette di offrire un goloso menù di bevande calde, nel rispetto della migliore tradizione italiana.
Pellegrini La Pellegrini, prima azienda del settore a capitale italiano, nasce per opera di Ernesto Pellegrini nel 1965 e individua subito nel servizio completo al cliente la sua vocazione, aggiornando e sviluppando continuamente l’offerta con l’ambizione di essere il partner di riferimento: dalla Ristorazione alle Forniture Alimentari, dai Buoni Pasto al Welfare, dal Vending alle Pulizie, ricercando la soddisfazione dei clienti, anticipandone le esigenze e l’evoluzione del mercato. Opera come azienda responsabile, con un approccio sostenibile. Dà lavoro a 7.500 collaboratori e fattura 500 milioni di euro.
Principe di Savoia Affacciato sulla centralissima Piazza della Repubblica, l’Hotel Principe di Savoia è un albergo cinque stelle lusso, dimora di viaggiatori e personaggi illustri sin dagli anni Venti. Ubicato strategicamente nel centro città, offre una combinazione unica tra tradizione e innovazione in fatto di tecnologia e design. La grande hall è degno preambolo alle 301 stanze e suite elegantemente arredate; trascorrete con noi un’incantevole giornata: dal tè del pomeriggio a Il Salotto alla cena al ristorante Acanto, fino all’immancabile dopocena al Principe Bar. Nessun altro hotel di lusso a Milano offre spazi dedicati a meeting ed eventi comparabili: con ben 11 sale attrezzate in una cornice da sogno.
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GLI SPONSOR REPORTAGE PREMIO EXCELLENT 2017 SchönhuberFranchi Storico ed importante marchio del settore arredo-contract e HORECA, SchönhuberFranchi prosegue il suo percorso di sviluppo industriale e posizionamento nella fascia alta del mercato. Continua ricerca di materiali e tecniche produttive innovative, attenzione al design e all’eleganza della tavola tradizionale e contemporanea, hanno consentito alla azienda di consolidare il proprio brand e di porsi quale fornitore privilegiato delle più importanti catene alberghiere internazionali, grazie alla ampiezza e completezza della gamma e al servizio impeccabile. Da aprile 2017, i prodotti SchönhuberFranchi sono disponibili nello showroom Binova di via Durini (MI)dove è possibile fissare anche appuntamenti direttamente con l’azienda.
Sky Italia È la prima media company in Italia. Fa parte del gruppo Sky plc, leader dell’intrattenimento in Europa con 22 milioni di abbonati in 5 paesi: Italia, Germania, Austria, Regno Unito e Irlanda. Nata nel 2003, Sky Italia opera su diverse piattaforme trasmissive con modelli di business differenti e ha una base abbonati composta da 4,8 milioni di famiglie e da migliaia di clienti business (bar, ristoranti, hotel, aziende). L’offerta Sky propone la migliore esperienza di visione e i contenuti più esclusivi: dalle produzioni originali Sky, al meglio di cinema, sport, news, intrattenimento, serie tv e programmi per bambini.
Trademark Dal 1982 Trademark Italia è la società italiana leader nella consulenza di marketing per l’industria dell’ospitalità. Con le sue consulenze specialistiche, gli osservatori turistici, i progetti alberghieri, gli studi d’area, i piani di sviluppo e i business plan, è in grado di assistere, con la stessa efficacia e competenza, enti pubblici e operatori privati. Trademark Italia si distingue da tutte le società di consulenza per l’esperienza internazionale, per l’abilità di decifrare il mercato, per la sua cultura di management turistico, per le sue pubblicazioni e per i suoi manuali utilizzati da Università e aziende del settore. Dal 2002 è partner del network mondiale di Cayuga Hospitality Consulting Professionals.
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Masseria Traetta Exclusive
Un modo nuovo di vivere la Puglia
Un solo gruppo sotto cui riunire due nuove strutture e tutto il comparto catering, eventi dai grandi numeri cui proporre pacchetti completi ma mai standard, una sinergia stretta con le altre stutture del territorio: Masseria Traetta interpreta e anticipa così i cambiamenti del turismo in Puglia
✒Giulia Gagliardi
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«Non si tratta più di offrire una struttura, anche se di lusso, al cui interno trovare tutto e organizzare eventi con buon cibo, spettacoli e tante attività. Ormai i nostri clienti cercano un modo completamente diverso di vivere il territorio e quello che ha da offrire. Non vogliono più solo Masseria Traetta, ma una vacanza in cui ogni giorno sperimentano un luogo diverso. Abbiamo gruppi che vengono da ogni parte del mondo per conoscere la Puglia e vogliono viverla in tutte le sue sfaccettature. Quindi, per esempio, un giorno organizziamo una festa “rustica” nell’aia, quel-
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lo successivo una serata di gala presso la Masseria. L’ultimo giorno di permanenza può essere dedicato al relax in spiaggia oppure a una visita con pranzo tipico nello scenario di un castello medievale. Quindi un programma completo ma sempre diverso, in cui nessun giorno è uguale ad un altro», ci racconta Giuseppe Primicerio (foto), General Manager di Masseria Traetta, struttura ricettiva cinque stelle lusso di proprietà della famiglia D’Agosto-Cioffi sulla costa che collega Fasano a Ostuni. L’attenzione ai segnali che il mercato lancia agli operatori è uno
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dei punti di forza della sua gestione. L’obiettivo non è solo interpretare i cambiamenti in atto, ma anticiparli, per offrire ai tantissimi turisti e viaggiatori che scelgono questa porzione di Puglia per le proprie vacanze o i propri eventi un servizio oltre le aspettative.
La sinergia con il territorio Fino a ieri il legame con il territorio era un semplice rapporto di scambio, in cui la struttura ricettiva valorizzava le tipicità locali, dal cibo ai caratteri architettonici, dalle bellezze naturali alle possibilità di intrattenimento e il territorio ne traeva benefici di immagine, promozione turistica e ovviamente ricadute economiche. Adesso, in particolare per la Puglia che ha incontrato un enorme successo a livello internazionale, le cose si sono fatte più articolate. Sinergia con il territorio significa ormai creare un ecosistema che include altre strutture ricettive, che siano 4 2017 www.mastermeeting.it
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NON SOLO BANCHETTI Masseria Traetta è una location che si è affermata sul mercato dei grandi eventi, allestiti nelle sue tre sale che offrono un totale di 200 posti. La sala bianca, la sala rossa e la sala caminetto sono disposte intorno a un’area lounge – che si può trasformare in un ambiente con funzioni di welcome e segreteria, oppure per esposizioni e coffee breaks – e affiancano il salone delle feste, vero cuore pulsante della struttura, di solito cornice di pranzi di nozze o banchetti privati, ma utilizzato anche per cene di gala e business lunch. All’esterno sono stati ricavati altri spazi per incontri e ricevimenti. In particolare il grande parco di oltre 40 ettari punteggiato di uliveti e boschi, ma anche l’area attorno alla piscina e l’ampia terrazza panoramica, da sfruttare quasi tutto l’anno grazie a un clima che si mantiene mite nelle stagioni fredde. Attorno alla Masseria, poi, si apre tutto il territorio dell’alto Salento, un luogo che stupisce per l’enorme offerta di luoghi da visitare, tra località d’arte e cultura, paesi caratteristici e scenari naturalistici incontaminati, esperienze da provare, soprattutto in ambito gastronomico, feste e tradizioni da scoprire.
alberghi, masserie, castelli, ristoranti, riserve naturali o interi paesi, con cui organizzare di volta in volta iniziative in grado di stupire e coinvolgere i clienti. «Questo può voler dire chiudere completamente la
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via principale di una cittadina tipica pugliese per allestire un grande pranzo all’aperto, oppure passare una giornata nella riserva naturale marina di Torre Guaceto, per vedere la nostra regione da un’altra prospettiva. Ormai i nostri clienti, che spesso vengono da lontano, come i paesi arabi o l’India, occupano tutta la nostra struttura e richiedono anche spazi aggiuntivi. Si tratta magari di gruppi di 5600 persone. Possono essere qui per un matrimonio o una festa, oppure per un evento business, soprattutto durante tutto il periodo primaverile e da settembre in poi».
Un autentico borgo pugliese «Per supportare queste richieste nella primavera del 2019 è prevista l’apertura di una nuovissima area della nostra masseria. Sarà un borgo autenticamente pugliese ricostruito, fatto solo con materiali naturali, come legno e pietra, in cui l’architettura e lo stile saranno tipici locali. Non useremo metalli e proporremo ai nostri ospiti un completo digital detox che, come noto, ha effetti positivi su mente e corpo. Vogliamo aiutare le persone a ritrovare una comunicazione più personale e diretta. Così come il biologico per la cucina, il detox è una forma di biologico per l’intero essere umano. Ovviamente il nostro front office sarà formato in modo da avvisare il cliente ogni qual volta ci siano delle notizie, personali o professionali, considerate urgenti o prioritarie». Le nuo-
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COVER STORY
CUCINA AUTENTICA E LUXURY CATERING Masseria Traetta non è solo un luogo, ma anche un insieme di professionisti che si sono specializzati nella creazione di ricevimenti e banchetti unici. Per questo hanno fondato Traetta Catering, che rifornisce le tavole e i buffet degli eventi di fascia luxury. Menu che seguono il ritmo delle stagioni, cucina tradizionale pugliese affiancata a proposte internazionali e piatti creativi, un’ampia wine list abbinata e la possibilità di allestire una postazione con barman specializzati nella realizzazione di cocktail e drinks sono i tratti distintivi della sua offerta. Il team di cucina, guidato dallo chef Piero Ferrara, e i sommeliers diretti da Giovanni Semerano, vice-presidente della Fondazione Nazionale SommelierPuglia, lavorano sia per eventi interni alla Masseria, sia all’esterno, dove portano tutta l’eleganza degli allestimenti e anche un servizio di scenografie, luci, suoni e musica studiati ad hoc per l’occasione, secondo un principio di estrema personalizzazione che va al di là delle sole scelte enogastronomiche.
ve camere, 44 in tutto di cui due suite, saranno costruite attorno alla piazzetta centrale e avranno la forma delle cummense, le tipiche abitazioni locali. Saranno collegate idealmente dalla piscina accessibile dalla maggior parte di esse e immerse in una macchia di arbusti mediterranei, in cui respirare essenze selvatiche rare e ormai sconosciute. Inoltre sarà creato un pergolato in legno per il relax pomeridiano, un must nelle calde giornate pugliesi, e un solarium, mentre alcune camere potranno disporre di vasche idromassaggio all’aperto con vista campagna circostante. Lo stile minimalista delle costruzioni sarà rispecchiato dagli arredi essenziali realizzati in materiali naturali, soprattutto il legno d’ulivo, mentre i pavimenti saranno in roccato di Ostuni e le pareti in tufo. Il corpo centrale ospiterà la hall e la nuovissima Spa, un centro benessere che andrà a completare l’offerta wellness della Masseria.
borgo pugliese, è prevista anche la creazione di una nuova struttura ultramoderna direttamente sul mare, Traetta Beach. Si tratterà di 22 stanze, tutte in stile contemporaneo e create a partire da materiali innovativi. I due nuovi edifici affiancheranno il cuore pulsante di Masseria Traetta, che ospita oggi solo sette camere, ricavate dalla ristrutturazione di un edificio di fine Ottocento. Diventata una delle location più esclusive per il turismo luxury nel Sud Italia grazie al mix tra autenticità e servizi moderni, è una destinazione molto nota sul mercato internazionale per matrimoni, feste e banchetti. «Ospitiamo sempre più matrimoni di persone di fede ebraica, per cui abbiamo adattato la cucina alle loro esigenze, così come indiani. Le loro feste durano più giorni e di solito occupano tutta la struttura. A tutti proponiamo un calendario ad hoc, con attività e visite al cincondario. Questi ospiti che vengono da lontano cercano un bel clima, cibo autentico, la storia e la cultura di un luogo millenario. Ed è quello che noi offriamo loro». I
Le altre strutture A completo contrasto con Traetta Resort, il borgo in cui il look and feel saranno il più possibile vicini all’autenticità di un 4 2017 www.mastermeeting.it
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SCENARI DEL TURISMO
Nonostante il terrorismo e le situazioni di instabilità politica non si arresta la voglia di viaggiare nel mondo. Lo hanno rivelato le ultime analisi dell’IPK Travel Monitor. oto di Barbara Barbara Ainis ✒Aura Marcelli, foto
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Tra le destinazioni preferite dal turismo internazionale in testa ci sono sempre le spiagge, ma anche città e capitali stanno vivendo un vero e proprio momento d’oro
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Si impara a convivere con tutto. Anche con la paura, anche con i rischi – percentualmente modesti, ma emotivamente drammatici – del terrorismo. Lo sanno bene la Turchia, la Francia, la Svezia, l’Egitto, Paesi colpiti duramente da cruenti attentati, ma anche e soprattutto destinazioni turistiche che vogliono reagire alla paura. E, in effetti, al di là di una reazione immediata, i turisti internazionali hanno mostrato di reagire positivamente, continuando a viaggiare, anzi viaggiando sempre di più, anche se con maggior cautela. Il 2016 ha segnato un nuovo record, raggiungendo quasi 1.1 miliardi di viaggi internazionali, con una crescita del
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4% sul 2015. Lo riportano gli ultimi dati dell’IPK World Travel Monitor, la ricerca che, come ogni anno, torna ad analizzare i comportamenti dell’outbound travel in oltre 60 Paesi in tutto il mondo (oltre il 90% della domanda globale).
L’Asia corre più veloce È il continente asiatico a trainare la crescita globale di viaggi internazionali. Con un incremento complessivo pari al +9% rispetto al 2015 i Paesi dell’estremo Oriente conducono in volata, seguiti a distanza da quelli sudamericani, che hanno registrato un +5%. Più lenta la crescita in Europa e Nord America, per entrambe
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SCENARI DEL TURISMO
pari al +3%. L’Europa resta comunque in vetta, in termini di volume e in termini assoluti, come mercato di provenienza, rappresentando da sola oltre la metà dei viaggi internazionali globali. Se, invece, guardiamo alle destinazioni, è la Spagna a conquistare il podio più alto, lasciando indietro USA e Germania. Italia e Francia seguono rispettivamente al quarto e quinto posto della classifica riportata da IPK.
Spiagge e città Sole e mare anche nel 2016 hanno rappresentato la scelta più frequente tra i turisti internazionali, con un market share del 28%. Ma una crescita importante è stata registrata proprio dalle città e dalle capitali il cui peso ha raggiunto il 26%. «Nonostante l’impatto subito da alcune città a causa degli attentati terroristici, i city trip stanno vivendo ancora un vero e proprio momento d’oro in tutto il mondo», ha 4 2017 www.mastermeeting.it
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SCENARI DEL TURISMO
FOCUS ON CHINA Con la sua crescita costante, la Cina si è trasformata in una risorsa fondamentale per il mercato turistico di molte destinazioni, non solo in Asia (il 70% dei viaggi all’estero sono verso Hong Kong e Macao), ma anche in Europa e nelle Americhe. I turisti cinesi continueranno a viaggiare all’estero con la stessa crescente frequenza ancora per molti anni, almeno stando a quanto ha affermato il professor Zhang Guangrui, esperto di turismo e Direttore onorario del Tourism Research Center della Chinese Academy of Social Sciences. Ma il profilo di questo viaggiatore sta cambiando, maturando verso un più occidentalizzato stile di viaggio e normalizzando la loro propensione allo shopping “pazzo”, che si porterà su livelli più “razionali”. “I turisti cinesi stanno diventando più maturi e l’offerta di shopping interna sta migliorando, pertanto anche i comportamenti da acquisto irrefrenabile cambieranno, probabilmente prima di quanto non ci si aspetti”, prevede il professor Zhang. «Le destinazioni regionali (Asia) manterranno la parte del leone, ma altre destinazioni potranno crescere. Il concetto di segmentazione sta cominciando a funzionare. Sul mass market come sulle nicchie. Alcuni operatori stanno cominciando a promuovere prodotti tailor-made basati sulle esigenze e i desideri dei turisti. Si tratta di turismo luxury interessato a esperienze di viaggio uniche». L’aumento costante dei turisti cinesi all’estero negli ultimi anni è motivato da condizioni interne – l’introduzione delle due settimane di ferie pagate all’anno, i passaporti privati e l’accesso alle monete straniere, ad esempio – ma anche a condizioni esterne, prima fra tutte la semplificazione delle procedure di visto da parte di molte destinazioni.
L'Asia traina la crescita globale di viaggi internazionali: sia per il 2016 che per il 2017 le percentuali si attestano sul +5%
spiegato Rolf Freitag, CEO di IPK International, in occasione dell’ITB Berlin’s Future Day 2017. Seguono le vacanze itineranti, con una quota del 19%.
Viaggi sì, ma con cautela Per la terza volta IPK International ha condotto durante il mese di febbraio 2017 una speciale ricerca sul tema dei comportamenti di viaggio connessi ai timori legati al terrorismo, su un panel concentrato in 21 mercati di provenienza internazio-
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nali. Lo studio ha rivelato che il 45% dei viaggiatori internazionali ha ammesso di essere influenzato nelle proprie intenzioni di viaggio per il 2017 dalle situazioni di instabilità politica e dai rischi di attentati terroristici. Questo dato mostra una preoccupazione in crescita di 6 punti percentuali rispetto a febbraio 2016. Tuttavia, la ricerca ha mostrato anche notevoli differenze tra i mercati di provenienza in Europa, Asia, Nord e Sudamerica. Alla do-
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SCENARI DEL TURISMO
FOCUS ON USA
manda riguardo quale tipo di effetto abbia avuto l’attuale situazione socio-politica sui propri comportamenti di viaggio, il 16% dei viaggiatori internazionali ha dichiarato di non aver intenzione di fare viaggi all’estero per il 2017. Il 29% ha dichiarato di voler viaggiare all’estero ma solo verso destinazioni percepite come sicure. Questa percezione ha avuto un’evoluzione nell’ultimo anno: mentre nel febbraio 2016 era il 64% degli intervistati a
È stato un anno di alti e bassi per i viaggi nel continente americano. Negli Stati Uniti il mercato del turismo outbound ha registrato ottime performance grazie alla forza del dollaro, al contrario del Sud America e, in particolare, del Brasile, dove i viaggi internazionali hanno subito una riduzione drammatica legata alla crisi economico-politica (migliori le attese per il prossimo anno). Gli USA nel 2016 sono stati uno dei migliori mercati per i viaggi internazionali, con un aumento addirittura del 7% nei primi 8 mesi dell’anno. Il dollaro forte ha permesso di aumentare il potere di acquisto dei viaggiatori statunitensi, generando un aumento della spesa media per viaggio pari al 3%, con un valore medio di 1.800 euro, e un aumento dell’8% del numero di viaggi (tra i 2 e i 3 all’anno, nei primi 8 mesi dell’anno). Sono cresciuti in particolare i viaggi di lunga durata: +12% tra gli 8 e i 15 giorni e +10% oltre i 15 giorni. Di questo hanno beneficiato le destinazioni del continente americano (+7%), ma anche l’Asia (+6%) e l’Europa (+5%). «Guardando a tutti questi dati insieme, è evidente come il 2016 sia stato un anno di vero boom per il mercato USA dei viaggi outbound», ha sottolineato Brian Tress, EY’s Executive Director Real Estate & Hospitality. «Gli statunitensi stanno andando verso una sempre maggiore propensione per le vacanze all’estero e per la voglia di esplorare nuove destinazioni nel mondo».
dichiarare di percepire la Turchia come insicura, nel febbraio 2017 questa convinzione riguardava il 76% I
PREVISIONI 2017 Tra timori e desiderio di viaggiare, anche per l’anno in corso IPK International prevede che sarà la seconda istanza a prevalere con un robusto +4%. L’Asia sarà ancora una volta la locomotiva di questa tendenza in crescita, questa volta però in compagnia del Nord America, entrambi con un +5% previsto per il 2017. Europa e Sudamerica seguiranno con una crescita più lenta, pari al +3%.
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SCENARI DEL TURISMO
Le Regioni al centro della strategia per lo sviluppo dell’ecosistema startup Italiano Le Regioni italiane si dimostrano attive nel sostegno alla creazione di nuove imprese e le startup innovative rappresentano uno dei pochi strumenti capaci di rispondere al bisogno di lavoro delle giovani generazioni. In tutta Italia ci sono più di 5.500 startup innovative che danno lavoro ormai a più di 23mila persone. E soprattutto sono considerate il supporto della nuova rivoluzione digitale
✒Delfina Reginè
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Con circa 70 interventi realizzati nelle Programmazioni 2007-2013 e 2014-2020, le Regioni italiane si dimostrano attive nel sostegno alla creazione di nuove imprese. E se Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Marche e Toscana hanno attivato un numero maggiore di iniziative, altre, come ad es. Campania, Sicilia, Puglia hanno scelto di puntare su alcuni strumenti, in certi casi di natura più complessa, con una consistente dotazione di risorse. Sono alcuni risultati emersi nell’ambito del convegno “Strategie, policy e progetti delle Regioni italiane a supporto
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delle startup innovative” organizzato dall’Associazione Italia Startup e dalla Commissione Attività Produttive della Conferenza delle Regioni e Province Autonome in partnership con l’azienda associata Warrant Group e con il patrocinio di Unindustria. Nel corso dell’evento che si è svolto a Roma, si è dibattuto rispetto a politiche, finanziamenti, provvedimenti e progetti regionali a favore delle startup, nel contesto della policy europea e nazionale. Il convegno si inserisce in un progetto più ampio di sostegno concreto all’ecosistema dell’innovazione italiano, in
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SCENARI DEL TURISMO
raccordo con la Commissione Attività Produttive della Conferenza delle Regioni, già avviato con la realizzazione del primo portale di monitoraggio dei bandi pubblici, nazionali e regionali, a supporto delle startup, in collaborazione con l’azienda associata Warrant Group. In tutta Italia ci sono più di 5.500 startup innovative che danno lavoro a più di 23mila persone. E soprattutto sono considerate il supporto della nuova rivoluzione digitale. Le Regioni fra l’altro sono responsabili della programmazione per l’utilizzo dei fondi europei del periodo 2014-2020 che gli assessori di Friuli Venezia Giulia, Marche, Lombardia, Liguria, Sardegna, Campania e Puglia presenti all’incontro a Roma hanno dichiarato di destinare a supporto delle startup, anche se in maniere e forme diverse. «Il ruolo delle Regioni, di supporto alla crescita delle giovani imprese innovative, come anche allo sviluppo di quelle esistenti, è
fondamentale per la crescita ed il benessere dei territori», dichiara Marco Bicocchi Pichi, presidente Italia Startup sottolineando l’importanza del coordinamento delle politiche regionali, nazionali ed Europee. È infatti nel rafforzamento e nella creazione di condizioni strutturali di vantaggio competitivo e specializzazione che le regioni, l’Italia e l’Unione Europea, possono cogliere le grandi opportunità dell’economia, della conoscenza e valorizzare la proprie competenze e diversità culturali. «Il lavoro svolto dagli assessori nella Commissione Attività Produttive è importante», precisa nel suo intervento Stefano Bonaccini (presidente Regione Emilia-Romagna), presidente della Conferenza delle Regioni, «dimostra come, a livello territoriale, ci sia un’imprenditoria dinamica che risponde alle sollecitazioni delle istituzioni regionali impegnate a difendere e valorizzare il made in Italy con processi di internazionalizzazione delle aziende, muovendo un volano fondamentale come le startup innovative» che, ag-
Marco Bicocchi Pichi, presidente Italia Startup
Stefano Bonaccini (presidente Regione Emilia-Romagna), presidente della Conferenza delle Regioni
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SCENARI DEL TURISMO
Manuela Bora (Assessore Regione Marche), coordinatrice della commissione Attivita produttive della Conferenza delle Regioni
giunge Manuela Bora (Assessore Regione Marche), coordinatrice della commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni, «rappresentano uno dei pochi strumenti capaci di rispondere al bisogno di lavoro delle giovani generazioni e di perseguire la loro idea di lavoro, individuando e aprendo a nuove nicchie di mercato attraverso nuovi prodotti, servizi e sistemi di produzione ad elevato contenuto innovativo».
Le policy messe in campo dalle regioni Durante l’evento sono stati presentati i risultati del dossier sulle “Iniziative delle regioni a favore delle startup”, realizzato dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome allo scopo di monitorare gli interventi messi in campo e il loro andamento, con uno sguardo particolare alle innovazioni legislative introdotte in materia. Dalla relazione tutte le Regioni italiane risultano attive nel sostegno alla creazione di nuove imprese. Si rileva, inoltre, come sia aumentato il numero di quelle
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che hanno definito a livello regionale la startup innovativa. Con riferimento ai settori economici interessati si sottolinea come nell’attuale Programmazione comunitaria 2014-2020 tutte le Regioni e P.A. abbiano realizzato interventi a favore delle startup in coerenza con le priorità e gli ambiti tematici contenuti nella Strategia regionale di Specializzazione Intelligente (S3). Inoltre, si sono sviluppate, iniziative sul piano dell’autoimprenditorialità, rivolte a soggetti specifici come persone a rischio sul mercato del lavoro, giovani e donne e soggetti svantaggiati (immigrati,disabili ecc.), nonché a favore delle imprese del terzo settore costituende o costituite (es. associazioni riconosciute e cooperative sociali). Rispetto proprio ai bandi dedicati all’imprenditoria femminile si evidenziano in particolare regioni quali la Campania, il Friuli Venezia Giulia, le Marche e la Toscana. Sono state previste misure a favore delle startup volte a stimolare l’innovazione del tessuto imprenditoriale. Gli interventi in questo caso sono molteplici e vanno dalla previsione di borse di ricerca per l’elaborazione di idee progettuali, alle fasi che precedono l’avvio di startup, sostegno degli spin off universitari, accademici e aziendali per le imprese ad alto potenziale tecnologico, supporto dell’investimento imprenditoriale nella primissima fase di sperimentazione dell’idea di impresa, fino al sostegno degli investimenti innovativi dell’impresa (es. Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto). La ricerca rileva, inoltre, iniziative specifiche volte a sostenere la promozione, il consolidamento e lo sviluppo dell’ecosistema delle startup innovative a favore, ad esempio, di acceleratori d’impresa, incubatori, Business Angels, portali di crowdfunding, nonché la creazione di nuove imprese di produzione di servizi innovativi (es. Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia). Con riferimento alle modalità di intervento, emerge che oltre i contributi in conto capitale e a fondo perduto si stanno diffondendo altre forme di sostegno più complesse, che prevedono l’acquisizione di una partecipazione al capitale di rischio di imprese innovative non solo nelle fasi iniziali di vita (early
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SCENARI DEL TURISMO
stage) ma anche per l’attuazione di programmi di crescita aziendale (expansion financing), specie laddove operino in settori ad alto contenuto tecnologico o innovativo (es. Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Sardegna, Sicilia, Toscana). Emerge, infine, come alcune Regioni abbiano previsto misure per la riduzione della pressione fiscale a favore delle imprese startup innovative (Lazio e Lombardia) nonché interventi specifici a favore delle startup innovative a vocazione sociale operanti nelle aree del welfare (Lombardia, Puglia). «Il confronto sulle policy regionali e il monitoraggio delle opportunità offerte dalle Regioni», ha commentato Federico Barilli, Segretario Generale Italia Startup, «costituiscono due tasselli di un’unica strategia che mettiamo a disposizione in primis degli associati e dei loro partner, ma più in generale dell’ecosistema e delle istituzioni, in coerenza con la missione dell’Associazione».
Criticità e interventi di altri enti Le principali criticità rilevate fanno riferimento alla qualità dei business plan e dei piani finanziari, alla capacità di autofinanziamento dei proponenti, alla difficoltà di accesso al credito nonché alle problematicità inerenti la chiara individuazione dell’attività di ricerca industrializzabile. La relazione mette in luce come sul territorio nazionale siano stati effettuati diversi interventi a favore delle startup innovative da enti terzi rispetto alle Regioni, soprattutto da parte di Camere di commercio, Consorzi e associazioni di categoria, volti sia a sostenerne l’avvio attraverso l’erogazione di contributi, incentivi, sovvenzioni ma anche a favorire l’accesso al credito, attraverso la concessione di ulteriori garanzie. Inoltre, sono previsti progetti volti ad offrire servizi di consulenza normativa, fiscale e finanziaria, assistenza allo sviluppo-ottimizzazione del modello di business e formazione.
ve soprattutto nel manifatturiero e centinaia di idee che ci arrivano. Il problema su cui ci stiamo concentrando è come aiutarle a superare la “valle della morte”, cioè quel passaggio da idea a prodotto da immettere sul mercato che in molte non riescono a risolvere». Bora sottolinea anche che «le Marche è la seconda regione italiana con la più elevata incidenza di start up innovative in rapporto al totale delle società di capitali (subito dopo il Trentino-Alto Adige) ed è anche fra le regioni con i più alti tassi di attivazione di start up innovative (in proporzione alla popolazione)». Il Friuli Venezia Giulia è invece, con il Piemonte, tra le regioni più innovative d’Europa e le sue due province di Trieste e Pordenone, sono nei primi dieci posti nella graduatoria nazionale che misura il rapporto tra nuove aziende avanzate rispetto alle società di capitali presenti nell’area. Infine, la regione è leader nella penisola per numeri di brevetti, per l’introduzione di innovazioni organizzative o di marketing nelle PMI. Lo ha reso noto il vicepresidente della Regione, Sergio Bolzonello, durante la tavola rotonda alla quale hanno partecipato anche i suoi colleghi delle Regioni Marche, Lombardia, Liguria, Sardegna, Campania e Puglia. Le startup registrate a febbraio del 2017 sono 163, la maggior parte delle quali nel settore dei servizi. Del totale, 60 sono in provincia di Trieste (50 nei servizi), 52 in quella di Udine (35), 42 nel Pordenonese (16) e 9 nel Goriziano (5). «La Regione sta adottando una politica di supporto accompagnando le imprese nei loro progetti di crescita. Le risorse investite deri-
Federico Barilli, Segretario Generale Italia Startup
Cosa si muove nelle Regioni «Nelle Marche, dove c’è un’impresa ogni dieci abitanti, abbiamo stanziato 8 milioni di euro per supportare le fasi di realizzazione e commercializzazione delle startup», fa sapere l’assessora Manuela Bora, «Abbiamo 313 startup registrate, atti4 2017 www.mastermeeting.it
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SCENARI DEL TURISMO
vano anche dai 90 milioni di fondi Por Fesr 2014-20, di cui circa 17 milioni destinati a questo settore, 5,6 utilizzati come venture Capital e 10 mln a supporto di nuove realtà imprenditoriali, il restante corrobora il sistema». Al di là delle risorse, c’è un substrato formativo portato avanti con il progetto Imprenderò che si traduce in promozione della cultura imprenditoriale a sostegno dei processi per la creazione di nuova impresa e lavoro autonomo. Bolzonello ha sottolineato che vi sono altre iniziative alle quali la Regione ha partecipato per fare rete con il mondo imprenditoriale e incentivare la nascita di nuove imprese innovative. È il caso di Startup Fvg, iniziativa di Confindustria in collaborazione con parchi scientifici regionali, atenei del Fvg e fondazioni bancarie della regione. Il progetto consente ai partecipanti di valutare la realizzabilità delle nuove idee imprenditoriali e di creare le condizioni per avviare e sviluppare la propria attività di impresa. Per quanto riguarda la Liguria, negli ultimi due anni si è passati da 50 start up, iscritte al registro delle imprese, alle attuali 123. «Un risultato positivo, ottenuto anche grazie alla messa a sistema di una serie di strumenti, a partire dai bandi Por Fers su ricerca e innovazione da 10 milioni di euro, con cui abbiamo contribuito a sostenere lo sviluppo di idee innovative in concrete realtà aziendali», ha commentato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Edoardo Rixi, presentando i risultati raggiunti. «Nei primi tre mesi del 2017, si sono iscritte al registro camerale delle imprese, 20 nuove start up: nel corso del 2016 erano state 38 le nuove iscrizioni. Dopo il successo dell’ultima edizione dello Smau di Milano, dove la Regione Liguria mancava da anni, abbiamo deciso di portare le nostre start up innovative all’appuntamento Smau di Berlino 2017 e di organizzare anche una giornata, in autunno, a Genova, dedicata a questo settore in forte espansione e che apre molte opportunità per la Liguria». L’assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, Mauro Parolini, ci fa sapere che sono stati messi a disposizione 80 milioni di euro ed una prima misura, Intraprendo, per sostenere la nascita delle imprese o la loro fase iniziale, «ma occorre anche sostenere la loro cre-
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scita perché troppe start up muoiono giovani e quindi adotteremo un’altra misura di affiancamento e aiuto perché la capacità di strutturarsi finanziariamente e industrialmente possa essere sostenuta adeguatamente». «In Campania stiamo lavorando molto per promuovere il nostro sistema di Startup ovviamente legato alla policy per l’innovazione», dichiara l’Assessore Valeria Fascione, precisando che «stanno per partire interessanti strumenti: dagli studi di fattibilità, per quegli imprenditori che hanno idee di nuovi prodotti e nuovi servizi e hanno bisogno di un sostegno all’avvio, ad un bando interessante per le startup e, ancora, una nuova piattaforma di opening innovation che vuole attrarre sul nostro territorio la domanda di ricerca e innovazione di grandi player a cui intendiamo rispondere con il nostro ecosistema di startup e Pmi». Menzione finale per l’unico caso di finanziamento a sportello e non per bando, quello deciso dalla Regione Puglia che ha creato Puglia Sviluppo, una società finanziaria così «evitiamo la dispersione e riusciamo a entrare nel merito di ogni progetto da finanziare», spiega Pierpaolo Caliandro, dirigente della società. Per quanto riguarda la Regione Molise, il presidente Paolo di Laura Frattura fa sapere che «tra i primi beneficiari delle opportunità che stiamo costruendo con il Fondo europeo per lo sviluppo regionale mettiamo i giovani molisani, ai quali destiniamo le agevolazioni più consistenti: il primo bando guarda a loro, alla valorizzazione delle loro capacità innovative». Due i milioni di euro stanziati per sostenere la creazione di startup innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza e le iniziative di spin-off della ricerca. «Il contributo a fondo perduto sarà pari al 50 percento delle spese ammissibili e verrà maggiorato dal 10 percento nel caso di start up innovative la cui compagine presenti almeno una delle seguenti caratteristiche: interamente costituita da persone di età non superiore ai 40 anni; interamente costituita da donne. Il contributo massimo concedibile per ogni singola istanza sarà di 120 mila euro. «Il bando, pubblicato, risponde all’attenzione che diamo ai giovani molisani e all’opportunità che meritano di costruire il futuro del nostro Molise», conclude Frattura. I
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SCENARI DEL TURISMO
Formazione e occupazione Il turismo a caccia di talenti Un comparto importante della nostra economia, quello del turismo, in grado di produrre più del 10% del Pil e più del 12% degli occupati. Incoraggianti i dati del primo trimestre che registrano più del doppio delle assunzioni rispetto allo stesso periodo del 2016 e il triplo di quelle stagionali. Ma si può fare di più migliorando la qualità dell’offerta ricettiva e la formazione; puntando sull’innovazione tecnologica, adeguandosi alle trasformazioni del mercato
✒a cura di TiCo
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Stando ai dati di Unioncamere sarebbero 44.840 le assunzioni del primo trimestre del 2017. Più del doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando erano 18.040. Triplicati risultano gli stagionali: 21 mila, contro i 7.090 del trimestre 2016. Con il segno più anche il 2016, che registra una crescita del 5,4% di assunzioni sullo scorso anno, assestandosi a 178.820 e con il 6,5% in più di non stagionali (52.320 unità) e un aumento del 5% degli stagionali (126.500 unità). Numeri importanti che spiegano l’impegno del governo nel mettere al centro delle sue politiche questo settore. Un impegno che si è concretizzato anche con la messa a punto del Piano Strategico del Turismo. Di questo e non solo, si è parlato nel corso della manifestazione FareTurismo a Roma al Salone delle Fontane all’Eur: tre giorni per confrontarsi con esperti del settore e in cui numerosa è stata l’affluen-
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za di giovani che si sono candidati alle posizioni aperte da To e aziende che li hanno incontrati e valutati nei propri stand. «Se nel nostro Paese tutti riconoscono che il turismo è risorsa fondamentale rispetto ad altri settori, allora il governo deve dichiararlo obiettivo strategico impegnandosi con norme dedicate dal punto di vista fiscale, lavorativo e che abbassino il costo del lavoro». Così ha detto Ignazio Abrignani presidente Osservatorio Parlamentare per il Turismo, nel suo intervento alla conferenza stampa di apertura della manifestazione in cui si è parlato di formazione e occupazione. Coordinatore Ugo Picarelli, direttore di FareTurismo, che ha invitato a intervenire Francesco Palumbo, direttore generale Turismo del Mibact; Claudio Albonetti, presidente Assoturismo Confesercenti; Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria-Alberghi; Adriano Meloni, as-
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SCENARI DEL TURISMO
sessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale; Giuseppe Roscioli, vicepresidente vicario Federalberghi. «Il Piano Strategico per il Turismo dà grande prospettiva di crescita quindi di occupazione e mi auguro che ci siano le risorse necessarie perché tutto ciò avvenga», ha aggiunto Abrignani. E gli fa eco Francesco Palumbo: «Il Piano ha messo insieme gli obiettivi dei diversi protagonisti del turismo, infatti, è stato scritto con le Regioni e gli operatori del settore per condividerne le priorità: questo vuol dire che il governo ha già preso atto che è un settore strategico su cui puntare per il rilancio dell’economia». Quattro gli obiettivi principali del PST: il primo è la valorizzazione del territorio integrando consolidando e migliorando la qualità di destinazioni e prodotti esistenti (l’80 per cento della domanda italiana è concentrata sul balneare) e sviluppandone di nuovi per soddisfare la domanda dei paesi emergenti. Il secondo obiettivo punta a mettere il turista al centro dell’esperienza. «Dobbiamo capire cosa vogliono e come ci vedono i visitatori per conquistare nuovi mercati, come ad esempio quello cinese che ad oggi muove 80 milioni di viaggiatori nel mondo e a breve saranno 500 milioni». Il terzo obiettivo è integrazione e interoperabilità: due concetti chiave della strategia complessiva del Piano, che riflettono l’esigenza di promuovere un’azione coordinata fra organizzazioni diverse ed eterogenee che condividono obiettivi, pubblici o di impresa, reciprocamente vantaggiosi. Le politiche per il turismo non possono essere solo settoriali. L’attrazione turistica è la risultante di fattori molteplici, come la disponibilità delle infrastrutture e dei servizi, l’accessibilità dei luoghi, la qualità ter-
ritoriale in senso ampio, la regolazione delle imprese e della concorrenza, le condizioni di lavoro. «Integrare le politiche è un’esigenza che comporta, naturalmente, la cooperazione permanente e organizzata delle istituzioni e delle agenzie che, ai diversi livelli (nazionale, regionale e territoriale) ne sono titolari. Una condizione per la costruzione delle politiche è inoltre integrare gli attori del sistema del turismo, che ha al suo centro il vastissimo e variegato sistema delle imprese».
Da sin., Ignazio Abrignani, presidente Osservatorio Parlamentare per il Turismo; Ugo Picarelli, direttore di FareTurismo; Adriano Meloni, assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale
Competitività e lavoro Il 4 punto del PST si sviluppa su competitività e lavoro. La capacità competitiva dell’Italia nel mercato internazionale del turismo ha attualmente potenzialità non completamente espresse. Il nostro Paese rimane una meta di eccellenza ma con diverse aree di miglioramento che, in linea generale, riguardano: l’innovazione tecnologica e organizzativa, la reattività alle trasformazioni del mercato, le competenze e le condizioni per l’attività delle imprese.«Dobbiamo migliorare la qualità dell’offerta ricettiva», su cui pure lavoriamo con il mondo delle imprese perché il
A sin., Francesco Palumbo, direttore generale Turismo del Mibact. Qui sotto, Giuseppe Roscioli, vicepresidente vicario Federalberghi e Patrizio Roversi
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SCENARI DEL TURISMO
Un momento della conferenza stampa
Claudio Albonetti, presidente Assoturismo Confesercenti
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tax credit tende a garantire nei prossimi anni 420 milioni complessivi per riqualificare l’offerta del patrimonio di accoglienza italiano - ma dobbiamo lavorare anche per migliorare l’accoglienza in generale», precisa Palumbo, anche perché «fare la guerra ai colossi della sharing economy non paga, meglio che gli alberghi si concentrino sulla qualificazione della propria offerta», sostiene, «affinché chi incontra il turista sia una persona competente in materia, conosca le lingue e sappia raccontare l’esperienza territoriale». Su questi punti si deve concentrare chi opera in prima linea: dall’albergatore alle hostess che accolgono il cliente in aeroporto agli operatori turistici che vanno preparati a dovere. Il sistema universitario non è in grado di fornire servizi di formazione nel corso della vita lavorativa di un operato-
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re. «Per questo con gli Its potremmo capire, regione per regione, di che tipo di formazione hanno bisogno le imprese del territorio e con queste ultime definire il programma formativo sulle proprie esigenze ed esperienze». Altri punti su cui bisognerà lavorare per qualificare l’offerta, sono la conoscenza delle lingue straniere e il digitale, vero gap del nostro sistema pubblico e imprenditoriale privato che «si potrebbe riqualificare coinvolgendo le competenze dei giovani». Palumbo ha annunciato quindi la costituzione, a breve, di un board per assicurare un percorso formativo d’eccellenza rispondente alle necessità delle imprese e del mercato. «Parteciperanno il mondo delle imprese, quello accademico, il Mibact e il Miur per approntare le linee-guida che individuino anche nuove figure professionali». Albonetti nel ricordare che le imprese ricettive in Italia sono circa 34 mila e le strutture pubbliche che organizzano il turismo sul territorio 13.500, afferma: «Dovremmo volare ma non è così. Fenomeni come la sharing economy si stanno affermando sempre più e non certo per la qualità dell’offerta ma perché costano meno. Se vogliamo rivitalizzare il sistema bisogna riscrivere le regole, fare un piano strategico in cui alle imprese venga chiesto quali sono i fattori limitanti, affinché possano avere migliori performance per il futuro del nostro turismo, dei nostri territori e dell’economia diffusa». Secondo Palmucci «il turismo continuerà a crescere nel Belpaese sia dal punto di vista
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SCENARI DEL TURISMO
quantitativo, che qualitativo, creando nuovi posti di lavoro perché lo spazio c’è, per lavorare, se teniamo presente i nuovi desideri e le nuove aspettative del viaggiatore. E la formazione in questo senso è fondamentale così come sono importanti gli stage perché la teoria deve essere accompagnata dalla pratica». Concorde Giuseppe Roscioli: «Oggi si cercano sempre più figure specializzate, che conoscano almeno due lingue straniere, legate al web, per esempio nel pricing o nel food & beverage, a cui l’offerta formativa deve rispondere». il vicepresidente di Federalberghi sottolinea «il gap tra formazione e mondo delle imprese e lo stage se di almeno sei mesi è una delle soluzioni vincenti per chi aspira all’assunzione». Formazione e preparazione all’accoglienza quindi, «ma anche trasporti e promozione sono temi su cui bisognerà lavorare per dare una marcia in più al turismo». A mettere a fuoco uno dei limiti della ricettività nella Capitale, dove il turismo è la principale risorsa generando ogni anno un indotto di 10 miliardi di euro sui 130 mld complessivi, è l’assessore allo Svilup-
Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria-Alberghi
po Economico e al Turismo Adriano Meloni: «Si può fare di più se consideriamo che ogni anno arrivano 14 milioni di turisti e la durata media del soggiorno è di 2,4 notti e i due terzi dei visitatori non tornano più». Un problema legato, secondo l’assessore, alla mancanza di un’accoglienza adeguata e sul quale occorre intervenire migliorando due aspetti fondamentali: professionalità e serietà. A Roma 200 mila persone lavorano nel turismo e bisogna puntare sull’innalzamento del livello professionale così come su quello delle strutture ricettive il cui giudizio da parte dei turisti risulterebbe più basso rispetto a quello di Berlino o di Londra. «Se riusciremo a innalzare di qualche punto il giudizio, potremo fare grandi passi avanti», ha aggiunto. I
Il primo passo del Piano Strategico per il Turismo è la valorizzazione del territorio integrando consolidando e migliorando la qualità di destinazioni e prodotti esistenti e sviluppandone di nuovi per soddisfare la domanda dei paesi emergenti
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SCENARI DEL TURISMO
Spicca il MICE
tra i protagonisti della Bit revolution Forte attenzione degli operatori per congressuale e business travel, che hanno contribuito al successo della nuova formula: in totale, 16.353 incontri di match-making (+13%), 7.500 presenze ai 120 convegni. Già partite le prenotazioni per la prossima edizione
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Il verdetto degli operatori del settore è unanime: il MICE è stato tra i protagonisti del rilancio di Bit nella nuova formula su 3 giorni a fieramilanocity. E non solo perché diversi espositori – come le Regioni Puglia, Toscana e Veneto – hanno scelto di duplicare la loro presenza per essere presenti in modo più mirato nell’area dedicata a questo mercato in crescita. Anche perché, grazie al forte investimento sui buyer – che quest’anno presentavano un tasso di rinnovo di ben il 60% – è cresciuta la presenza di buyer specializzati.
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«I miei clienti sono soprattutto grandi multinazionali che organizzano eventi di altissimo profilo e cercano solo location in alto di gamma», dice per esempio una nuova buyer dagli Stati Uniti, specializzata nel settore. «L’Italia è una delle destinazioni preferite per il convegnistico di fascia alta e qui a Bit trovo proposte in linea con il mio target, supportate da servizi ad hoc». Come risultato, top player ed enti del turismo sono già in pista per l’edizione 2018 e manifestazioni d’interesse sono state espresse già durante la mostra. A convincere gli operatori, oltre alla nuova location a più stretto contatto con la città, sono stati soprattutto la qualità dei contenuti e il forte investimento sui buyer: erano 1.500 i top buyer profilati italiani ed esteri, oltre a più di 200 travel blogger e 2.000 esponenti dei media accreditati. Nel complesso, nelle tre giornate di business si sono tenuti 16.353 incontri di matchmaking (+13% rispetto al 2016), che hanno fatto incontrare con i loro target i
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SCENARI DEL TURISMO
2.000 espositori presenti. Valutati di alto livello, inoltre, i contenuti del ricco palinsesto di eventi, ospitato in uno dei centri congressi più grandi ed efficienti d’Europa quale il MiCo: più di 7.500 persone hanno partecipato ai 120 appuntamenti, ai quali si aggiungono le decine di eventi organizzati direttamente dagli operatori. A sottolineare la rinata verve della manifestazione, rientri prestigiosi come Abruzzo, Molise e Veneto fra le Regioni italiane o gli Stati Uniti tra i Paesi esteri, presenti ai massimi livelli con Visit USA. Particolarmente di alto livello quest’anno le rappresentanze istituzionali, che hanno visto la presenza di diversi Ministri del Turismo. «Abbiamo scelto Bit perché è il luogo ideale per presentare agli italiani la nuova Argentina aperta al mondo», ha dichiarato il Ministro per il Turismo Gustavo Santos, «in occasione di Bit abbiamo anche proposto tariffe speciali per i voli che, grazie al nuovo accordo di code-sharing tra Alitalia e Aerolineas Argentinas, raggiungono sempre più destinazioni in un Paese che si estende per 5.000 km con una varietà incedibile di paesaggi». «Ho deciso di partecipare di persona a Bit per valutarne direttamente l’efficacia e il responso è decisamente positivo», ha aggiunto il Ministro per il Turismo della Croazia, Gari Cappelli, «soprattutto per la quantità e qualità degli incontri di business. Posso già anticipare che l’anno prossimo intendiamo ampliare la nostra presenza».
«Per noi è stato un punto di ripartenza», afferma Olga Mazzoni, Presidente per l’Italia di Visit Usa, «per promuovere gli USA insieme su una piazza imprescindibile come Milano e sul mercato italiano, che per noi è tra i “number one”. Esserci con una nuova Bit 2017 è guardare al futuro».
Esperienza positiva anche per gli operatori del prodotto Italia «Ritengo ottima la soluzione di dare più spazio al B2B», afferma l’Assessore al turismo della Regione del Veneto, Federico Caner. «Per questo la nostra Regione ha deciso di tornare a Bit dopo l’assenza dell’anno scorso, perché sono state privilegiate le opportunità di incontro tra gli operatori, i quali hanno manifestato soddisfazione per la Borsa così organizzata. Il nuovo layout basato sui target, inoltre, riprende quello che già propone il Veneto». «Anche quest’anno, a Bit abbiamo trovato gli interlocutori giusti per presentare le nostre principali novità», commenta Alberto Peruzzini, direttore dell’Agenzia Regionale Toscana Promozione Turistica. «Come la partnership con l’Adventure Travel Trade Association per sviluppare l’offerta di turismo-avventura. Progetto che abbiamo deciso di lanciare proprio qui a Bit e che ha riscosso un grande interesse». In forte crescita, quest’anno, infine, l’impatto social della manifestazione: in questi giorni #Bit 2017 è stato trending topic su Twitter. Positivo il sentiment (fonte: Sentiment Viz) con un engagement di 13.900 interazioni, un reach di 2.189.912 persone (+54% rispetto all’anno scorso) e 16.800.000 views (+100% rispetto all’anno scorso) (Fonte: Keyhole, Talkwalker). P.T.
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Tanti turismi in un’unica proposta La Regione lancia una nuova strategia di promo-commercializzazione turistica: dai prodotti alle destinazioni, per essere competitivi sul mercato mondiale della vacanza e dei soggiorni Mice&Bleisure
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Cambia il modo di concepire il viaggio (di piacere o di lavoro) – sempre più esperienziale ed orientato alla fruizione, in un unico soggiorno, di prodotti differenti, dal food alla natura, da sport e wellness ad arte e cultura – e anche le strategie di promozione turistica si evolvono. L’Emilia Romagna, che con la Legge 7/1998 sul Turismo sancì, prima in Italia, la sinergia tra pubblico e privato nell’attività di
Sopra, il borgo Comacchio Trepponti. A destra, Museo Ferrari Maranello (Mo)
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promozione turistica, adegua i suoi strumenti di governance alle esigenze del nuovo viaggiatore, con un significativo cambio di marcia. Con la Nuova Legge 4/2016 sul turismo, che porta la firma dell’Assessore Andrea Corsini, si passa dai “prodotti” (costa, terme, città d’arte ed appennino) alle “destinazioni”, con i singoli territori che diventano attori primari del sistema di coordinamento turistico e un’offerta di viaggio esperienziale eterogeneo che contempla più elementi insieme, dalla Motor Valley ad arte e cultura, passando per l’enogastronomia, il wellness, natura e sport e tanto altro. Ad oggi sono state individuate tre destinazioni, con APT Servizi Emilia Romagna, l’Azienda di Promozione Turistica Regionale, a fare da “collante”: la Destinazione Romagna (che comprende i territori delle province di Rimini, Ravenna, Forlì-Cesena e Ferrara), la Destinazione
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Città metropolitana di Bologna (che comprenderà anche Modena) e infine la destinazione Emilia occidentale (con Reggio Emilia, Parma e Piacenza).
La Via Emilia trait d’union dei mille volti della Regione «Con il superamento dei confini», sottolinea l’Assessore Regionale al Turismo Andrea Corsini, «valorizziamo le destinazioni che condividono le vocazioni turistiche. L’obiettivo è dare più efficacia al sistema regionale di promo-commercializzazione». Tanti “turismi” in un’unica proposta di viaggio esperienziale quindi. E la Via Emilia a fare da trait d’union, con i suoi 2200 anni di storia e la funzione di simbolico “navigatore satellitare” per andare alla scoperta dell’Emilia Romagna e dei suoi mille volti, da quelli più noti ed amati alle proposte più innovative legate allo slow tourism. Ecco quindi la Motor Valley con i suoi brand storici (Ferrari, Lamborghini, Maserati, Pagani, Ducati solo per citare i principali) da scoprire in 9 musei aziendali, 21 collezioni private, 4 autodromi e
un ricco calendario annuale di appuntamenti di caratura internazionale, dalla Mille Miglia alla Moto GP (http:// www.motorvalley.it). E ancora la Food Valley, con 44 prodotti Dop e Igp (primato europeo), 24 vini Dop (22 Doc e 2 Docg) e 9 Igp (nuova denominazione che sostituisce la precedente Igt), 15 Presidi Slow Food e oltre 200 prodotti tradizionali iscritti nell’Atlante ministeriale, sen-
Dall’alto: Parmigiano Reggiano e tagliatelle al ragù, due specialità gastronomiche della Regione
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Wellness Valley, yoga in spiaggia e fitness in palestra. Trekking in Appennino. Sotto, Moto GP al Misano World Circuit
za dimenticare la cucina stellata, i musei del cibo, Parma insignita del titolo di Città Creativa Unesco della Gastronomia, la Scuola di Cucina Internazionale Alma a Colorno e Casa Artusi a Forlimpopoli e tanto altro ancora. L’Emilia Romagna vanta anche una Wellness Valley unica, dove l’alta qualità di vita è il risultato di alimentazione sana, attività sportiva e una ricca offerta di arte, natura e cultura. Benessere che diventa prodotto turistico, grazie all’iniziativa di alcuni dei più virtuosi e dinamici operatori turistici roma-
gnoli, che insieme alla Regione hanno dato vita al Consorzio Wellness Valley - Romagna Benessere, che mette in rete le eccellenze collegate al benessere e all’alta qualità di vita presenti sul territorio. Per andare alla scoperta della Wellness Valley sono attive, tutto l’anno, proposte di viaggio esperienziale all’insegna di movimento a contatto con la natura, buon cibo e ospitalità genuina. Sono una ventina le strutture alberghiere certificate che si caratterizzano per servizi wellnessoriented all’altezza dei migliori standard internazionali: spa e palestra aperte almeno 10 ore al giorno 7 giorni su 7, personale competente in tema di benessere, menù equilibrati e sani a base dei prodotti locali certificati Dop, Igp e presidi Slow Food (www.visitwellnessvalley.it).
“2200 anni lungo la Via Emilia” tra Modena, Parma, Reggio Emilia e Piacenza Proprio alla Via Emilia e ai suoi 2200 anni sono dedicate le iniziative che Modena, Parma, Reggio Emilia e Piacenza propongono, da questa primavera, per celebrare il loro passato di città romane sviluppatesi lungo la strada voluta da Marco Emilio Lepido: Mutina e Parma, colonie fondate nel 183 a.C., e Regium Lepidi istituita come forum in quegli anni. “2200 anni lungo la Via Emilia” propone mostre, incontri ed eventi in tutte e tre le città (www. 2200anniemilia.it). Modena-Mutina: definita da Cicerone firmissima et splendidissima, Mutina è stata una delle più importanti città romane dell’Italia settentrionale ma, a differen-
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za di molte altre che condividono la stessa origine, non presenta evidenze del suo glorioso passato. In realtà la città romana esiste e si trova al di sotto delle strade del centro storico modenese, custodita dai depositi delle alluvioni che si verificarono in epoca tardoantica. Il rapporto con questa realtà sepolta è stato pressoché continuo nel corso dei secoli e si è rivelato di fondamentale importanza nella costruzione dell’identità culturale cittadina. Con le celebrazioni del 2017 si vuole rendere percepibile la realtà sepolta di Mutina attraverso una serie di eventi coordinati dai Musei Civici e una mostra, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia di Bologna, riuniti dal titolo Mutina Splendidissima, che favoriscano il dialogo fra passato e presente valorizzando tutti gli aspetti che lo straordinario patrimonio della romanità ha lasciato alla città moderna (www.mutinasplendidissima.it). Reggio Emilia è l’unica città emiliana che conservi nel proprio nome il ricordo del suo fondatore, il console Marco Emilio Lepido e della Via Aemilia. Per tutto il 2017 e 2018 i Musei Civici, prendendo il via dalle recenti scoperte archeologiche in città, propongono un articolato programma di mostre ed eventi destinati a valorizzare i primordi del fenomeno urbano in Emilia. La mostra Lo Scavo in Piazza. Una casa, una strada, una città
(fino al 31 agosto 2017) documenta la storia di un quartiere suburbano, alla luce degli scavi archeologici in piazza Vittoria, mentre La buona strada. Regium Lepidi e la via Aemilia (23 novembre 2017 - 8 aprile 2018), documenta la fortuna della
Reggio Emilia: veduta ricostruttiva a volo d’uccello. In basso, solchi strada romana novi ark
Le “Vie di Dante”, tra Toscana e Romagna sulle tracce del Sommo Poeta All’ultima edizione della BIT, la Borsa del Turismo di Milano (2-4 aprile), la Regione ha presentato ufficialmente alla stampa il progetto interregionale Le Vie di Dante, progetto turistico interregionale dedicato ai luoghi tra Toscana e Romagna che il sommo poeta attraversò durante il suo esilio (intrapreso nel 1302, in seguito alla condanna a morte da parte dei Guelfi Neri saliti al potere a Firenze) e terminato a Ravenna, dove ancora oggi sono custodite le sue spoglie. Emilia Romagna e Toscana, attraverso i rispettivi enti di promozione turistica (Apt Servizi Emilia Romagna e Toscana Promozione) fanno squadra assieme per definire una proposta di viaggio esperienziale immersi in uno dei paesaggi più ricchi di fascino a cavallo tra le due regioni. Sono sette i comuni toccati dal Progetto, con le loro testimonianze del passato, la loro identità e tradizione e il legame con Dante: Firenze, Scarperia e San Piero, Borgo San Lorenzo, Marradi, Brisighella, Faenza e Ravenna. Un’esperienza di viaggio unica, tra antichi palazzi, pievi romaniche, piccoli borghi, musei e biblioteche, botteghe artigiane e una natura incontaminata, salendo sul “trenino” che collega Faenza a Firenze via Marradi, oppure in sella a una bici lungo l’antica Via Faentina, o ancora a piedi attraverso uno dei tanti percorsi di trekking tra i territori provinciali ravennate e fiorentino. Tra le prime azioni del neonato Progetto c’è la pratica cartina con immagini (distribuita negli Uffici Informazioni, IAT, dei Comuni e alle fiere di settore) che per ognuna delle sette tappe indica, dopo una breve introduzione, i luoghi da non perdere, con indicazione dei siti internet e recapiti dei relativi uffici turistici per eventuali approfondimenti. In aprile sono stati avviati gli incontri con gli operatori turistici pubblici e privati dei territori romagnolo e toscano, interessati ad essere parte attiva del Progetto attraverso l’adesione ad un apposito disciplinare (che definisce gli standard delle strutture ricettive aderenti e dei servizi che offrono, nonché le caratteristiche tipo dei pacchetti soggiorno proposti). Sono inoltre previsti, da maggio, anche press tour per la stampa italiana ed estera ed educational per tour operator. Tra le attività in programma anche l’attivazione di un sito internet “Vie di Dante” ed azioni sui social network.
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Il borgo di Dozza, Biennale del Muro Dipinto. In basso, applique cintura in bronzo con raffigurazione di un legionario, Modena, Via Emilia Est, località Fossalta
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strada dagli antefatti in età preromana sino al Medioevo e riporta l’attenzione sulla figura del costruttore, il console Marco Emilio Lepido. Apparecchiature all’avanguardia come i caschi OculusRift, le postazioni olografiche di Z-space, le proiezioni 3D di Dreamoc, i QR code consentono la navigazione immersiva e una ricostruzione digitale di Regium Lepidi (www.musei.re.it). Numerosi anche gli eventi che la città di Parma ha ideato per i “2200 anni lungo la via Emilia”. Tra questi, il ciclo di con-
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ferenze e visite guidate Fondazione Città di Parma 183 A.C. sulle tracce della Parma romana, gli incontri de Il Battistero si svela, dedicati a uno dei monumenti simbolo della città, le esposizioni, come Archeologia e alimentazione nell’eredità di Parma romana, che ripercorrerà le origini della cultura alimentare parmense, o Alla scoperta della Cisa Romana che riporterà gli esiti della ricerca archeologica sulla sella del Monte Valoria. Arricchiscono il programma il concorso tematico per giovani illustratori, i percorsi Parma Sotterranea alla scoperta della città nascosta tra l’età romana e il Novecento, la creazione di Aemilia 187 a.C., nuovo spazio pubblico museale nell’area del Ponte Ghiaia, la Festa della storia incentrato sui 2200 anni della fondazione cittadina e un importante convegno scientifico internazionale (www.comune.parma.it/parma2200). Piacenza a partire da marzo 2018 renderà omaggio al suo passato di colonia romana con un ricco programma di iniziative ed incontri al Museo Archeologico di Palazzo Farnese e nel centro città. Previsto anche l’allestimento di un percorso lungo l’antica “Placentia”, con l’apertura di spazi privati in cui scavi archeologici hanno riportato alla luce testimonianze di epoca romana. In programma anche visite guidate al Museo Archeologico con reperti civici del territorio emiliano, tra cui anche il “fegato etrusco”, uno dei ritrovamenti bronzei più prestigiosi delle colle-
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Il borgo di Fontanellato Rocca Sanvitale e portici (ph Gino Dell’Amico)
zioni civiche. Prevista inoltre una mostra importante con enti ed istituzioni locali, un percorso turistico da Piacenza a Veleia Romana e interventi di promozione della via Emilia da Piacenza a Rimini.
2017 Anno dei Borghi Italiani: Emilia Romagna capofila del progetto con 58 borghi Il 2017 è l’anno dei Borghi Storici Italiani, un patrimonio spesso poco conosciuto, che nel nostro Paese conta circa 1.000 località, tra le “Bandiere Arancioni” del Touring Club Italiano, i “Borghi Più Belli d’Italia” promosso dalla Consulta del Turismo dell Associazione dei Comuni Italiani (ANCI), i “Borghi Autentici” e i “Gioielli d’Italia”, ai quali si aggiungono i Borghi storici marinari, contraddistinti da testimonianze architettoniche, monumentali e della antica tradizione marinara ancora visibili. Il Progetto “Borghi - Viaggio Italiano” è un sistema di promozione coordinata tra 18 regioni che ha lo scopo di far conoscere il grande patrimonio diffuso che caratterizza l’Italia, per offrire nuove occasioni di visita al mercato turistico internazionale (http://www.viaggio-italiano.it/). L’Emilia Romagna, forte di 58 borghi, è anche
capofila del Progetto, con un’offerta che si dipana lungo l’antichissima e romana Via Emilia, e che tocca le valli dell’Appennino, dal Piacentino fino alla Romagna. Molti dei borghi emiliano romagnoli sono presenti in più di una classifica, sono stati premiati da più enti o associazioni. Alcuni, si potrebbe dire, sono quasi indirizzi segreti: talvolta sono poco conosciuti perché non fanno parte dei circuiti di massa. Si possono incontrare castelli misteriosi, borghi fortificati, antiche pievi, ristoranti con un’atmosfera familiare e piazze piene
Il borgo di Brisighella
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La “quinta” ceramica realizzata da Kengo Kuma a Casalgrande
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di vita, dove cogliere dalle chiacchiere della gente il vero spirito del luogo o divertirsi semplicemente ad ammirare il via vai dai ritmi blandi. Sulle colline piacentine ci sono: Bobbio, Castell’Arquato e Vigoleno - Vernasca. Nel Parmense brillano: Berceto, Busseto, Compiano, Fontanellato, Sala Baganza. Sulla sponda del Po reggiano si trova Gualtieri. Nel territorio di Modena Castelvetro di Modena, Fanano, Fiumalbo e Sestola. A mezz’ora da Bologna c’è un piccolo gioiello ed è Dozza Imolese, a due passi si incontra Brisighella sulle colline ravennati. Nel cuore più verde della Romagna, nel territorio di Forlì e Cesena ci sono: Bertinoro, Bagno di Romagna, Castrocaro Terme, Civitella di Romagna, Dovadola, Forlimpopoli, Galeata, Longiano, Meldola, Modigliana, Portico e San Benedetto, Predappio, Premilcuore, Santa Sofia, Rocca San Casciano, Monteleone - Roncofreddo, Tredozio. A due passi da Rimini ecco poi i borghi di Montefiore Conca Montegridolfo Pennabilli, San Giovanni in Marignano, San Leo, Verucchio. Chi ama il mare, può scoprire l’itinerario dei Borghi Storici Marinari affacciati sulla costa: Comacchio (Fe), Cervia (Ra), Cesenatico (Fc), Bellaria e Borgo San Giuliano Rimini (Rn). In tanta bellezza e poesia, c’è anche il circuito dei Borghi del Malatesta e del Mon-
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tefeltro nel Riminese. Qui troviamo, oltre ai già citati in precedenza San Leo, Pennabilli, Verucchio, San Giovanni in Marignano, Montegridolfo e Montefiore Conca, anche: Casteldelci, il centro storico di Rimini, Maiolo, Novafeltria, Sant’Agata Feltria, Talamello, SantArcangelo di Romagna, Poggio Torriana, Coriano, Gemmano, Montescudo-Montecolombo, San Clemente, Morciano di Romagna, Mondaino e Saludecio. I borghi dell’Emilia Romagna, assieme a quelli delle altre Regioni italiane, saranno presenti nella Mostra “Borghi Viaggio italiano” prevista a Roma, per tutto il mese di maggio, nella storica sede delle Terme di Diocleziano. E accoglieranno i turisti che vorranno conoscerli direttamente nel Tour “Passaborgo”, organizzato nei mesi da giugno a settembre. Un week end in questi luoghi è pura poesia.
Ceramic Land, un soggiorno alla scoperta della ceramica, tra tecnologia e artigianato La ceramica dell’Emilia Romagna – dalla maiolica artigianale faentina di fama internazionale al più importante distretto ceramico industriale del mondo, quello di Sassuolo – diventa prodotto turistico. E lo fa all’insegna della Via Emilia, brand turistico regionale. I Comuni di Faenza e Sassuolo hanno firmato, in sinergia con la
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Regione Emilia Romagna, un accordo triennale per la nascita e valorizzazione del Comprensorio Ceramico Regionale come destinazione turistica. L’accordo prevede una collaborazione strategica tra le due realtà, finalizzata all’affermazione di un “cluster” regionale della ceramica, attraverso una comune strategia coordinata di marketing territoriale. Oltre ad individuare un calendario di eventi di livello internazionale e forte richiamo turistico – ma anche economico-imprenditoriale – nei territori coinvolti, i Comuni capofila dell’accordo si impegnano a dialogare con il settore della ricerca e dell’alta formazione, al fine di condividere comuni linee di sviluppo del settore ceramico a livello tecnologico, artistico e di design. Non solo, i due comuni capofila coinvolgeranno e coordineranno i territori interessati dal progetto, gli operatori turistici e le strutture museali ed espositive, e potranno ampliare la partecipazione ad altre realtà che abbiamo caratteristiche adeguate per l’adesione al comprensorio. L’accordo interessa una realtà che, tra il distretto ceramico di Sassuolo e quello romagnolo tra Faenza e Imola conta 93 aziende, che occupano 17.700 dipendenti
con un fatturato annuo di 5,1 miliardi di euro. «Lungo la via Emilia, a pochi chilometri di distanza», sottolinea l’Assessore Regionale al Turismo Andrea Corsini, «si concentrano due eccellenze mondiali della nostra Regione, il fascino millenario dell’antica arte maiolica faentina e le avveniristiche tecnologie del polo ceramico di Sassuolo. L’accordo che abbiamo siglato costituisce il primo, importante passo per la valorizzazione di queste eccellenze come destinazione turistica unica, in perfetta linea con la Nuova Legge sul Turismo che abbiamo recentemente varato. Un accordo che permetterà ai nostri ospiti di vivere esperienze indimenticabili: assistere dal vivo alla nascita di una preziosa maiolica o vedere all’opera una moderna pressa che crea con precisione chirurgica lastre ceramiche di grandissime dimensioni. Senza dimenticare il viaggio nella storia offerto dal Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, le visite agli atelier artistici o il racconto della ceramica industriale offerto dai musei aziendali sassolesi. E, ad arricchire questa esperienza, ci sono l’inimitabile tavola emiliano romagnola, i suggestivi paesaggi tra la Roma-
Lastre in grès porcellanato per la rotonda di Daniel Libeskind a Casalgrande. A sin., Artigianato artistico, Ceramica di Faenza
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FOCUS EMILIA ROMAGNA STRUTTURE DI PREGIO E ALL’AVANGUARDIA, ANCHE PER GRANDI NUMERI L’offerta congressuale di Rimini ha al centro il nuovo Palacongressi firmato dallo Studio GMP di Amburgo. Quella di Rimini è una delle strutture più grandi d’Italia, con 11.000 mq di superficie espositiva, 39 sale e una capienza massima di 9.000 posti. Il Palacongressi di Rimini è gestito dal Convention Bureau della Riviera di Rimini, Event & Conference Division di IEG - Italian Exhibition Group spa, società nata dalla fusione delle Fiere di Rimini e Vicenza e l’innovativo modello gestionale prevede (grazie al Consorzio Aia Palas) la partecipazione dei più importanti alberghi del territorio. Prima “Wellness location congressuale” del nostro Paese, il Palacongressi propone ai congressisti i principi di qualità della vita della Wellness Foundation promossa da Technogym, marchio leader mondiale del settore benessere. Attenzione anche alla responsabilità sociale con l’adesione al progetto per il recupero del cibo “Food for Good from meetings to solidarity” in collaborazione con Federcongressi. L’offerta di strutture congressuali nel Riminese si arricchisce degli spazi espositivi IEG di Rimini Fiera (con 16 padiglioni per una superficie espositiva totale di 109.000 mq e 24 sale convegni, tutte modulabili da 30 a 730 posti) e di altri contenitori: dal Palariccione al Centro Congressi del Grand Hotel di Rimini, dal Palazzo dei Congressi di Bellaria al Centro congressi SGR Servizi di Rimini. A Parma, immerso nel verde di un parco secolare il
Paganini Congressi – costituito dall’Auditorium Paganini e dalle sale congressuali collegate – è uno splendido esempio di recupero di architettura industriale firmato da Renzo Piano, in grado di ospitare e dar vita a eventi musicali e a convention aziendali, congressi e meeting di varie dimensioni. Alla sala da 780 posti dell’Auditorium Paganini si affiancano 5 spazi polifunzionali, con una capacità totale di circa 1700 posti tra cui spicca la Sala Ipogea, da 340 posti, costruita sotto il livello del terreno ma dotata di pareti a vetrata che ne permettono l’illuminazione naturale. Il Teatro Regio di Parma apre a concerti, congressi e meeting le sue sale riccamente decorate. I 1092 posti della sala principale e la disponibilità di eleganti spazi interni ne fanno uno scenario ideale per accogliere eventi di grande prestigio. Va poi sottolineato come, negli ultimi anni, il “Verdi Festival” sia diventato sempre di più un prodotto turistico, oltre che culturale. Parma Incoming, per esempio, propone interessanti offerte mirate ad operatori italiani e internazionali specializzati in incentive ed eventi speciali. Un altro importante contenitore congressuale di Parma è il Palacassa, raffinata struttura situata nel quartiere fieristico della città, con 17.000 metri quadri di superficie perfettamente modulabile (7 sale da 100 a 600 posti) e capace di ospitare grandi congressi sino a 5000 posti a sedere e 6000 in piedi.
gna e l’Emilia, e la tradizionale vocazione all’ospitalità della nostra gente». Tecnologia e artigianato, design industriale e antica manifattura, il neonato polo turistico ceramico emiliano romagnolo aprirà ai turisti le porte di tante e diverse realtà, dalle 30 botteghe ceramiche artigiane agli altrettanti atelier di artisti del faentino, passando per il Museo della Ceramica allestito nel Castello di Spezzano nel modenese (con la sezione multimediale “Manodopera” che racconta degli uomini e delle donne che hanno fatto la storia della ceramica modenese) e il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, insignito dall’Unesco del titolo di Testimone di Cultura di Pace e “custode” di 60.000 reperti di ogni epoca. Oltre ai musei privati dedicati agli artisti faentini, dal Museo Carlo Zauli a quello delle Ceramiche Gatti, passando per il Museo Tramonti, e contemplando eccellenze storico culturali come Palazzo Ducale di Sassuolo, il nuovo circuito turistico comprenderà anche le due rotonde realizzate a Casalgrande (Mo) dagli architetti di fama mondiale Kengo Kuma e Daniel Libeskind. La prima è una suggestiva “quinta” muraria ottenuta dall’assemblaggio di
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1.052 lastre ceramiche di un bianco purissimo, il cui aspetto varia secondo la posizione dell’osservatore. L’opera di Libeskind, interamente rivestita con speciali lastre in grès porcellanato caratterizzate da un motivo frattale a rilievo, si sviluppa invece in verticale con una spirale che raggiunge i 25 metri di altezza. Da non dimenticare infine, i tanti musei d’impresa diffusi sul territorio distrettuale sassolese che raccontano una storia di design industriale di grande successo internazionale.
Turismo Congressuale in Emilia Romagna tra Rimini, Bologna e Parma Il turismo legato alla meeting industry rappresenta sempre più un prodotto centrale nell’offerta turistica dell’Emilia Romagna, come confermato anche dalla nuova Legge Regionale sul Turismo. La presenza di qualificati Centri Congressi (tra cui spiccano quelli di Rimini e Bologna) assieme alla professionalità degli addetti al settore e alla qualità dell’accoglienza, fanno dell’Emilia Romagna un grande “parco congressuale” leader in Italia e a livello internazionale. Il Progetto regionale MICE (Meeting, Incentive, Con-
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gressi ed Eventi) continua a valorizzare l’offerta congressuale e sostenere le attività messe in atto dagli operatori per rafforzare la regione come una della destinazioni leader per la Meeting Industry. Gli operatori privati in tutta la regione, con eccellenze nei poli di Bologna, Rimini e Parma, hanno dimostrato ampiamente di saper sfruttare le risorse turistiche a servizio del mondo degli eventi. In questi anni, infatti, si è sviluppato molto anche il segmento dei viaggi incentive legati ai prodotti turistici di eccellenza quali Motor Valley (test drive e attività in autodromi tra Modena e Maranello) e Food Valley (corsi di cucina, da quelli base per fare la sfoglia alle lezioni degli chef professionisti della Scuola Alma a Colorno, passando per degustazioni guidate in azienda vinicole), gli aperitivi all’opera e l’organizzazione di eventi privati a teatro. Due esempi per originali incentive. Recentemente la “Pagani Automobili” (di San Cesario sul Panaro) ha aperto l’area produttiva del nuovo stabilimento con visite su prenotazione, unite ad un tour guidato dello show room. L’apertura a Bologna, nell’ottobre 2017, di FICO Eataly World (il più grande parco agroalimentare europeo) sarà invece l’occasione per programmi aziendali che permettono di “fare esperienza” della cultura enogastronomica regionale. La città di Bologna mette a disposizione degli eventi sedi di grande capienza e prestigio. In primo piano c’è il quartiere fieristico - tra i più importanti d’Europa - for-
mato da tre strutture direttamente collegate che possono essere utilizzate in modo indipendente o in contemporanea. Un’altra sede prestigiosa per eventi si trova nel cuore della città: è lo splendido Palazzo Re Enzo, un elegante edificio del XIII secolo. Oltre alle sedi più capienti e più note, Bologna mette a disposizione ben 120 edifici tra storici e non convenzionali per allestire eventi dal carattere inconfondibile. Tra queste l’elegante Aula Magna di Santa Lucia e la sala “Stabat Mater” all’interno dell’Archiginnasio. Per coordinare le attività di accoglienza di eventi business nel 2015 è stato creato il “Bologna Convention Bureau” (www.bolognaconventionbureau.com) come divisione aziendale di Bologna Welcome, il tourist board che si occupa dello sviluppo e della gestione delle attività di accoglienza turistica della città. Il “Bologna Convention Bureau” – punto di riferimento per chi organizza un evento a Bologna – promuove la città sul mercato MICE per attrarre, nella destinazione, eventi congressuali, aziendali, di incentivazione e di ogni altro genere, nazionali ed internazionali. Il “Bologna Convention Bureau” associa attualmente oltre 60 operatori – con lunga esperienza nel settore degli eventi – tra centri congressi, alberghi, dimore storiche, sedi di diversa natura, organizzatori professionali di congressi (PCO) e fornitori di servizi ausiliari ed è l’interlocutore per promuovere le diverse opportunità offerte dalla destinazione Bologna. I
Palacongressi Rimini
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FOCUS VENEZIA
Sognando Venezia Chi erano i Veneziani e come hanno fatto a costruire la città più desiderata e imitata al mondo? ✒Luciana Sidari
Le cupole della Basilica della Salute al tramonto
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assiodoro, segretario di Teodorico, fu uno dei primi, nel 537 d.C., in una lettera indirizzata ai tribuni marittimi delle Venezie a descrivere i Veneziani (cioè in senso lato coloro che abitavano tra Ravenna, il Po e l’Adriatico) definendoli come operosi, meritevoli, responsabili, centrando con poche parole alcune caratteristiche loro e del sistema sociale di quella che sarebbe stata la società veneziana: erano pescatori, vivevano di pesce, in terre dove spadroneggiavano le maree, in case fragili somiglianti a nidi d’uccelli, ma tutte uguali, ove non c’era posto per l’invidia e per il vizio, perché tutti, ricchi e poveri erano uguali e coesi, al lavoro nelle saline, dove non venivano usati l’aratro e l’erpice, ma il rullo, per produrre il sale, moneta sonante per gli scambi in terra e in mare e dove, legata al palo fuori di casa, non c’erano il cavallo o il mulo, ma la barca pronta a salpare per trasportare merci, al servizio dei committenti.
Una città con un ricco corredo genetico, vocata alla solidarietà sociale Impressionante, ma in questa lettera c’è tutta la vocazione di Venezia e dei Veneziani che seppero creare un modello sociale solidale e soprattutto tesaurizzare quell’ansia genetica di superare i limiti del conosciuto per avventurarsi in quei mari, in quelle terre e in quei deserti dei quali furono signori, intrecciando relazio-
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ni economiche, fino al famoso Catai di Marco Polo. A parte la probabile favola della fondazione di Venezia per mano di fuggiaschi che in quattro e quattr’otto abbandonarono la romana Altino per vivere sugli isolotti della laguna, di vero c’è che tra la seconda metà del VI secolo fino al IX secolo si formò quel complesso nucleo urbano che è oggi la città. Venezia nacque con un ricco corredo genetico: nel suo dna scorreva il meglio della cultura troiana (Padova viene fondata da Antenore principe troiano) romana, barbarica, bizantina cristiana, ecc. Questo spiega la singolarità di Venezia, la sua bellezza caleidoscopica, la sua capacità di fondere tutte le culture, anche quelle nemiche, l’odiato turco, amato quando faceva comodo,in un unico scintillante mosaico (I mosaici della Cattedrale di Torcello parlano chiaro). Se pensiamo alle navi veneziane, costruite nell’Arzanà, il glorioso Arsenale citato da Dante nell’Inferno: Quale ne l’arzanà de’ Viniziani bolle l’inverno la tenace pece a rimpalmare i legni lor non sani, ché navicar non ponno – in quella vece chi fa suo legno novo e chi ristoppa le coste a quel che più vïaggi fece; chi ribatte da proda e chi da poppa; altri fa remi e altri volge sarte; chi terzeruolo e artimon rintoppa; tal, non per foco ma per divin’arte, bollia là giuso una pegola spessa, che ’nviscava la ripa d’ogne parte. (La divina Commedia, Inferno, Canto XXI)
dobbiamo immaginare anche il brulichio dei residenti, che lavoravano e partecipavano alle antiche arti. Nel Museo Correr è conservata una serie di insegne delle Arti, cioè le corporazioni a cui bisognava iscriversi per esercitare qualsiasi tipo di attività artigianale e commerciale a Venezia. Create nel Medioevo, le Arti rimasero in vita fino alla fine della Repubblica; avevano un regolamento molto rigido, la Mariegola, ed erano controllate dallo Stato, in particolare dalla Magistratura della Giustizia Vecchia, che aveva sede nel Palazzo dei Camerlenghi presso il Ponte di
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FOCUS VENEZIA
Rialto. Dobbiamo immaginare anche la presenza di viaggiatori, i foresti, che arrivavano per vari motivi a San Marco e a Rialto. Si mangiava nelle furatole, si beveva nelle osterie, si alloggiava nelle locande, si profittava delle grazie delle meretrici in quartieri dedicati, per esempio quelli famigerati, gestiti nel XV secolo dalla Famiglia Rampani a San Cassian (da qui il brutto termine carampana, che indicava una meretrice sfiorita, che aveva perso la sua bellezza e giovinezza e che si dava per pochi soldi (regalando spesso generosamente il mal francese che i cugini francesi a loro volta chiamavano il male italiano). Gli stranieri arrivavano per mare e per terra e restavano abbagliati dalla bellezza teatrale, scenica, dalla città e dalla licenziosità che vigeva e che in fondo non scandalizzava più di tanto, il rimedio infatti era indecente quanto il male, basti pensare al toponimo del “Sotoportego delle tette” sul quale si affacciavano belle e giovani prostitute incaricate di riportare sulla retta via giovani omosessuali con le loro grazie a pagamento... A Venezia esisteva dal 1355 una organizzazione di albergatori, i così detti cameranti, che si riunivano nella Chiesa di San Matteo a Rialto tutti i lunedì. L’iter burocratico per aprire un’attività era breve: l’autorizzazione da parte del Maggior Consiglio, un’insegna chiara e originale, un po’ di passaparola, oggi lo chiameremmo marketing, il pagamento di una tassa. Ogni ospite veniva registrato e riceveva un permesso di residenza, senza di questo poteva anche essere arrestato. Servi e padroni (e in terraferma anche animali) erano sistemati nella stessa locanda, chiamata allora ostaria. Tutte, Lo Sturion, la Campana, la Luna, Il Selvatico (oggi dépendance
dell’Hotel Monaco&Grand Canal) la Spada, la Scimia, Il Sol, Il Cavalletto, avevano prezzi molto alti. Dal XVII secolo molti Palazzi privati vennero trasformati in alberghi, il Leon Bianco ospitò perfino l’imperatore Giuseppe II e gli eredi al trono di Russia, arrivati per il carnevale. Nei primi dell’800 Giuseppe Dal Niel trasferì la sua attività in un Palazzo in Riva degli Schiavoni, divenuto l’Hotel Danieli, uno dei simboli di Venezia. Con l’inizio del XIX secolo a Venezia non arrivano più solo nobili ma anche borghesi, la nuova nobiltà del denaro, e soprattutto la città si apre al turismo marino, incredibile ma il primo ad offrire sia l’acqua dolce che quella di mare, fu l’Hotel Bauer nel 1844. Sorte esclusiva avevano l’ospite coronato, l’alta nobiltà, gli artisti, scrittori, scienziati, spiriti fortunati che preceduti dalla loro fama, esibivano lettere di presentazione di amici altolocati, le quali garantivano l’ospitalità in Palazzi privati. Lord Byron fu a lungo ospite dei Palazzi Mocenigo, Galileo Galilei fu ospite dei Sagredo, Wagner di Palazzo Vendramin. I nobili veneziani erano curiosi del mondo “foresto”, i cenacoli, i salotti pullulavano di belle cortigiane e di nobildonne che gareggiavano per i gioielli, gli abiti, e perché no anche per cultura, non dimentichiamo che la prostituta numero 205 con casa a Santa Maria Formosa, con la madre mezzana e tariffa di 2 scudi, cioè Veronica Franco, era una poetessa e che fu dato a lei l’incarico di incantare il re di Francia Enrico III nel 1574. I Veneziani naturalmente nelle grandi occasioni spendevano e spandevano, giocavano e spesso si rovinavano. D’altronde a Venezia era sempre festa, si ha memoria del Carnevale dal 1094 sotto il dogado di Vitale Falier, nel 1296 il Senato dichiarò festivo l’ultimo giorno di Carnevale. Il periodo delle feste era naturalmente l’occasione per in-
A sin., Mercato di Rialto con traghetto e Gondole di Santa Sofia. Qui sopra, Riva degli Schiavoni
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FOCUS VENEZIA
Le gondole con il famoso ferro da prua, cha ha funzione decorativa e simbolica rappresenta infatti i sestieri (quartieri) in cui è divisa Venezia
sanire, per compiere eccessi praticati in maschera e il Carnevale poteva durare anche sei mesi, perché portava fiumi di denaro. I luoghi dove si celebravano i riti del divertimento erano i Palazzi privati e naturalmente il famosissimo Ridotto, aperto nel 1638, cioè il tempio del Gioco d’azzardo (oggi come allora visitabile in Calle Vallaresso, cuore dell’Hotel Monaco & Grand Canal) dove tutti, giovani e vecchi, donne e uomini, cortigiane e seduttori, bari, re, nobili, persino il Doge, giocavano con il volto mascherato, tranne, oggi diremmo i croupier, allora nobili decaduti, i famosi barnabotti che conducevano i giochi. Di nuovo è uno strano concetto di democrazia, il Ridotto era accessibile a tutti, la parità consisteva nell’inseguire la dea bendata, e anche nel dare sfogo a quell’istinto primordiale che possiamo definire un mix micidiale di calcolo, agon, di fortuna, alea, di maschera mimicry, azzardo- rischiovertigine ilynx. Se non ci fossero stati il gioco d’azzardo e il carnevale non avremmo avuto le opere meravigliose, dipinte da Gabriel Bella, da Pietro Longhi, da Giovanni Grevenbroch, Alessandro Magnasco, Francesco Guardi, Lorenzo Tiepolo, presenti nei Civici Musei Veneziani. E non avremmo avuto nemmeno Giacomo Casanova.
La “Riviera di Venezia” e le sue ville La grandeur di Venezia dal 1500 fino all’arrivo di Napoleone, è visibile anche nella terraferma: da Venezia a Bergamo “il Leone” ha lasciato ville, palazzi, monumenti, circa 4.000, verso ovest e verso Belluno e il Friuli a nord est. La nobiltà veneziana disseminò questo ampio territorio con residenze di servizio all’attività agricola e nel tempo sempre più ricche e rispondenti al cursus honorum e diremmo oggi status symbol del potere delle famiglie. Le famose Ville Venete sono visibili ancora oggi, il Fiume Brenta rivolge loro un corteggia-
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mento lento e come un tempo si può arrivare in battello, anche in house boat, per ripercorrere le emozioni dei primi amanti del grand tour, fra questi W. Goethe, che scrisse: “Soltanto poche parole sul viaggio da Padova a Venezia: la navigazione sul Brenta con un pubblico battello, in compagnia di gente ben educata (perché gli italiani sono riguardosi fra loro) è comoda e piacevole. Le rive sono abbellite da giardini e da padiglioni, piccoli villaggi si affacciano alla sponda, costeggiata a tratti dall’animata strada maestra. Poiché il corso del fiume è regolato da chiuse, bisogna spesso fare delle piccole soste, di cui si può approfittare per dare un’occhiata al paese e per gustare i frutti che vengono offerti in abbondanza. Poi si risale sul battello e si continua la nostra via, attraverso un mondo vivace, tutto fertilità e animazione”. La Riviera del Brenta fu citata, cantata, vissuta da grandi scrittori e poeti, da filosofi, magistrati, Dante Alighieri, Giacomo Casanova, George Byron, Philippe de Commynes, Gabriele D’annunzio e Eleonora Duse, Arrigo Boito, Ernest Hemingway, Charles de Brosses, Charles Montesquieu, Thomas Mann e da tanti tantissimi sconosciuti viaggiatori che arrivano ogni anno per meglio comprendere il fenomeno Villa Veneta. Oggi molte ville sono visitabili lungo il percorso che da Padova porta a Venezia, tra le più famose Villa Sagredo, Villa Foscarini Rossi, Villa Pisani detta La Nazionale, Villa Widmann Rezzonico Foscari, Villa Valier, Villa Foscari detta la Malcontenta; sono presenti anche molti ristoranti, specializzati in pesce di mare e piatti a base di primizie del territorio, molti B&B, molti piccoli hotels, altri adatti a un turista esigente, come quelli della famiglia Dal Corso (Villa Margherita Romantik Hotel e Villa Franceschi Relais Chateaux). Alcuni hanno anche una vocazione Mice o orientata al tema wedding. In ogni caso la “Riviera di Venezia” famosa anche per la produzione di calzature di lusso, merita di essere visitata tanto quanto Venezia. Bisogna farlo immaginando di essere un personaggio di Carlo Goldoni che scrisse le “Gioie della Villeggiatura”. Durante tutto l’anno ci sono eventi in villa, concerti, rappresentazioni teatrali, eventi sportivi internazionali come la Venice Marathon, eventi legati all’enogastronomia. I
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FOCUS VENEZIA
Ca’ Sagredo Hotel Un palazzo storico, un monumento nazionale, un museo e da pochi anni un hotel cinque stelle lusso, nel quale l’ospitalità odierna rinnova quella del passato, testimoniata dall’amore della famiglia Sagredo per la cultura, la scienza, l’arte
Ca’ Sagredo Risalente al XIII secolo, il Palazzo, originariamente di proprietà della famiglia Morosini, fu acquisito dai Sagredo, una famiglia nobile che da secoli viveva nel quartiere di Santa Sofia. Il cognome Sagredo deriva dalla parola “segreto”, poiché si diceva che la famiglia, che aveva lontane origini romane, fosse segretamente consigliera dell’Imperatore. Governatori della Dalmazia, arrivarono a Venezia nel IX secolo ed entrarono a far parte del Gran Consiglio nel 1100 per aver riportato Sebenico sotto la dominazione di Venezia.
I rapporti con le corti europee Al ramo Santa Sofia della famiglia apparteneva Giovanni, cancelliere e tesoriere
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della Repubblica, che come ambasciatore presso la corte di Luigi XIV riuscì ad ottenere supporto per la guerra di Venezia a Creta e il privilegio personale di poter aggiungere i gigli francesi al suo stemma di famiglia. Più tardi, nel corso di un’altra missione diplomatica in Inghilterra, fu eletto Procuratore da Oliver Cromwell.
Non solo politica La famiglia Sagredo contò numerosi protettori delle arti e delle scienze: Gianfrancesco fu un grande ricercatore e amico di Galileo, che gli aveva dedicato il “Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo” mentre Zaccaria possedeva una delle collezioni artistiche più celebri d’Europa; Gherardo stesso, che aveva comprato il palazzo, era proprietario, tra gli altri tesori, anche di quattro affreschi e di una tela di Giambattista Tiepolo, opere scomparse nel XIX secolo. Un fascicolo conservato al Museo Correr testimonia la ricchezza dei Sagredo che, in occasione delle sontuose nozze della figlia Marina con Andrea Pisani, ricevono sfarzosamente gli ospiti il 18 aprile 1741. Le ricevute pagate da Cecilia Sagredo ai fornitori raccontano molto dello stile di vita dei Sagredo, molto generosi con gli ospiti tra i quali, oltre a Galileo Galilei e agli artisti, ai quali furono affidati stucchi e affreschi, anche Montesquieu, Breval, Goldoni, Gozzi, Le-
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FOCUS VENEZIA
La memoria storica. Conoscere e promuovere per ospitare cultura. Isabella Collavizza, storica dell’arte
comte, D’Annunzio e naturalmente tutte le nobili famiglie veneziane.
Grandi artisti per una grande famiglia Nell’acquistare il Palazzo, Gherardo Sagredo lo fece ristrutturare per renderlo adeguato alla posizione sociale della famiglia. Commissionò all’’architetto Andrea Tirali il progetto di una grandiosa scalinata coperta, le pareti della quale furono decorate da Pietro Longhi nel 1734, con un affresco raffigurante “La caduta dei Giganti” ispirato dalla Battaglia dei Giganti di Giulio Romano presente nel Palazzo Te di Mantova. Lo scalone conduce fino al Portego ed è decorato da dipinti di Andrea Urbani. La Sala della Musica è particolarmente interessante, si estende per l’altezza di due piani ed è decorata con affreschi a motivi architettonici illusionistici, opera di Gaspare Diziani.
Al centro del progetto di riscoperta e valorizzazione della memoria storica di Palazzo Sagredo c’è l’impegno e la consapevolezza della sua direttrice, Lorenza Lain, per il valore culturale del patrimonio storico-artistico che questo luogo custodisce da secoli. Impegno che si è tradotto negli anni nel sostegno alla conoscenza del glorioso passato della nobile famiglia attraverso la ricerca storica, prima che alla sua promozione attraverso eventi, conferenze d’arte e progetti scientifici. L’illustre casata si presenta così oggi attraverso i suoi celebrati membri dal primo proprietario, il doge Nicolò, a Zaccaria, collezionista d’arte, al mecenate Gerardo, fino ad Agostino, ultimo erede Sagredo. La figura di quest’ultimo, in particolare, oggetto di studio da parte di chi scrive, è stata così riscoperta nella veste di conoscitore e intellettuale in contatto con la società artistico-letteraria a livello nazionale; consigliere della veneziana Accademia delle Belle Arti, primo conservatore del neo nato Museo Civico Correr, cui lascerà in legato la sua collezione d’arte, nonché senatore del giovane Regno d’Italia. Ad arricchire il già ricco quadro ha contribuito il recupero di opere provenienti dalle collezioni di Santa Sofia, ora conservate presso importanti istituzioni museali, così come la recente scoperta di documenti preziosi che fanno luce su curiosità e aneddoti diversi, di cui il fascicolo relativo alle nozze Sagredo-Pisani ne offre una testimonianza significativa.
Stefano e i Barbarigo) e ultimo erede maschio, alla sua morte Gherardo lasciò il suo palazzo al ramo più ricco della famiglia Sagredo. A causa della battaglia legale tra i vari rami della famiglia Sagredo, la caduta della Repubblica e l’impoverimento generale delle grandi famiglie nobili, il palazzo rimase com’è giunto a noi prima del restauro recente. Luciana Sidari
L’estinzione dei Sagredo Padre di due figlie, sposate con uomini di famiglie ricche e nobili (i Pisani di Santo
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FOCUS VENEZIA
Hilton Molino Stucky Venice Un moderno capolavoro veneziano, oggi lussuoso 5 stelle, racconta agli ospiti la storia del territorio
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ilton Molino Stucky Venice sorge su quella che era una delle architetture industriali più note della città, nell’Isola della Giudecca, costruita a cavallo tra Ottocento e Novecento e annoverata tra i più bei mulini europei. Il primo progetto della struttura risale al 1884 su iniziativa dell’industriale veneziano Giovanni Stucky, il quale, demoliti la chiesa ed il convento di San Biagio e Cataldo, commissiona all’architetto tedesco Ernst Wullekopf un edificio semplice interamente in laterizi rossi. Ad opera finita, nel 1895, il Molino si presentava ancor più ricco grazie all’aggiunta della torre, del deposito di farina e dell’elegante facciata neogotica. Da allora l’edificio ha conosciuto numerosi ampliamenti per aumentare la capacità produttiva.
Da roccaforte industriale alla crisi In pochi anni la struttura si trova a ricoprire un’area di oltre 30.000 mq con una produzione di circa 50 tonnellate di farina
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al giorno. L’attività era intensa grazie alla tecnologia d’avanguardia di cui il Molino disponeva che, complice un meccanismo fisico di caduta dall’alto, permetteva di trasferire il grano dalle navi al processo interno di macinazione. Molino Stucky diventa ben presto un’importante realtà del territorio (vi erano infatti occupati 1500 operai, 24 ore su 24), una roccaforte produttiva di riferimento per la città di Venezia. Dopo i conflitti mondiali, con l’incalzare della concorrenza e con la morte del fondatore Giovanni Stucky, il Molino attraversa una fase di crisi che lo porta nel 1955 alla cessazione dell’attività e alla chiusura di un capitolo di fasti e successi. Gli anni in cui il Molino giace abbandonato si ammantano di leggende, di avvistamenti di luci e bagliori, che pure permettono il ritrovamento del corpo della Beata Giuliana di Collalto, sepolta nel cimitero del monastero che sorgeva nell’area dell’attuale Molino Stucky.
Landmark della città di Venezia La nuova vita del Molino Stucky comincia nel 1988, quando il Ministero per i Beni Culturali decide di apporre il vincolo su tutta la struttura e stabilisce la sua trasformazione in un complesso alberghiero,
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FOCUS VENEZIA
cominciata nel 2002. Il 1° giugno 2007 apre l’Hotel Hilton Molino Stucky. Il mantenimento del nome e dell’architettura, nonostante l’incendio del 2003, vuole lasciare vivo il ricordo storico e la volontà di Giovanni Stucky di “instaurare un rapporto con la città”. Oggi questo moderno capolavoro veneziano, ormai divenuto landmark della città lagunare, riesce a coniugare intimità e grandi spazi dando vita ad un hotel unico nel suo genere. Primo per una vista spettacolare sulla Laguna cui è collegata in pochi minuti da un servizio navetta. Poi per la ricchezza dell’offerta. Non solo l’Hilton Molino Stucky è la location ideale per viaggi di piacere o di lavoro, con una collezione di sette ristoranti e bar, la seconda spa più grande in città e la piscina panoramica con la vista migliore di Venezia, ma il suo fascino antico racconta ancora oggi agli ospiti la storia dell’ex-granaio: nelle sue travi imponenti e nei soffitti a forma di silos, nelle torrette appuntite e negli esterni restaurati di mattoni rossi, nei giardini rigogliosi e nelle finestre alte e strette. Un mosaico originale del mulino impreziosisce la facciata della torre, mentre la campana originale, che annunciava la fine della giornata lavorativa, è ancora appesa nella lobby.
Vista mozzafiato, location raffinate L’hotel ospita 379 camere, tra cui la Presidential Suite situata sulla sommità della torre a 35 metri di altezza, che vanta il primato di suite più alta di Venezia. Grazie alla sua posizione privilegiata è l’unica dell’hotel ad avere accesso alla torretta neogotica da cui godere di una emozio-
nante vista sull’intera laguna e a godere di un’area privata dotata di Jacuzzi in vasca a mosaico dorato e doccia emozionale. Il Centro Congressi dell’Hilton Molino Stucky Venice è invece un sogno diventato realtà, e con i suoi 2.500 mq può definirsi il più grande polo congressuale della Laguna. Conferenze, mostre, congressi, ma anche lanci di prodotti, sfilate di moda e convention aziendali sono solo alcune delle tipologie di evento che la prestigiosa location può ospitare, cui si aggiungono dinamicità degli spazi e degli allestimenti, unita ad un servizio catering d’eccezione. La gastronomia veneziana è raccontata dalla ricchissima selezione di prestigiosi ristoranti e bar, tra cui il raffinato e raccolto Aromi, il Molino Restaurant, ospitato in due edifici della struttura originale, il Rialto Lobby Bar&Lounge per gustare un drink o un caffè; il Bacaromi, dove si rivive l’atmosfera accogliente del bacaro in chiave raffinata, e l’esclusivo Skyline Rooftop Bar. Per una pausa di benessere, ecco invece l’eforea Spa, su 600 mq, il secondo più grande centro benessere di Venezia, ubicata nell’area un tempo occupata dagli uffici di Giovanni Stucky, proprio dove è stata posata la prima pietra di un edificio entrato nella storia. Cristina Chiarotti
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FOCUS VENEZIA
Hotel Monaco & Grand Canal
Venezia è da sempre la città del gioco: il gioco d’azzardo, il gioco dell’amore, il gioco dell’apparire,il gioco della trasgressione .Nel cuore dell’Hotel Monaco & Grand Canal c’è l’antico Ridotto, dove, da metà del XVII secolo fino al 1774, tutto il mondo è entrato per celebrare riti impossibili in altre città, perché, come diceva Wolfgang Goethe “Venezia è paragonabile solo a se stessa” continuò a dilagare per tutta la città e, alla fine, lo Stato trovò conveniente cavalcare l’onda del vizio, legalizzandolo, all’interno di un palazzo affittatogli da Marco Dandolo che fu adibito a pubblico Ridotto. Inizialmente il Ridotto appariva diviso in varie sale, con pareti ricoperte da grandi riquadri di cuoio a disegni d’oro, alla foggia turca. Un quadro di Gabriel Bella invece presenta un grande cambiamento, proponendo un Ridotto simile all’attuale Salone dell’Hotel Monaco & Grand Canal.
Giocatori, bari, cortigiane
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l gioco d’azzardo è nato a Venezia. Era il 1172, quando una nave proveniente dall’Oriente attraccò nel bacino di San Marco, portando due antiche colonne (forse tre) che restarono a giacere sulla riva finché il doge non emanò un bando promettendo una ricca ricompensa a chi ingegnosamente avrebbe trovato il sistema per erigerle. Secondo il cronista Marin Sanudo, fu un tale Nicola Barattieri a portare a compimento l’opera, chiedendo al Doge una sciocchezzuola: poter giocare a dadi nello spazio tra le due colonne. Questo l’aneddoto che sancirebbe la nascita del gioco d’azzardo. Naturalmente il gioco
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Il gioco è da sempre democratico. Quasi tutti i giocatori perdevano alla Bassetta, pochi vincevano e pile di monete d’oro troneggiavano sui banchi tenuti dai Barnabotti (nobili decaduti che svolgevano il ruolo di croupier) gli unici che non indossavano la maschera, in mezzo a un mondo rutilante di gioielli, colori, piume e fogge provenienti da tutto il mondo. Ben altra musica in giro: nelle osterie, sotto i portici e nei casini, si gioca al faraone, alla zecchinetta, allo sbaraglino, al picchetto, al mercante in fiera.
Si spengono le luci Tutto questo mondo descritto da scrittori e viaggiatori curiosi, si spegne nel 1774.
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FOCUS VENEZIA
Con la caduta della Repubblica, il 12 maggio 1797, l’ingresso degli Austriaci e la cessione a Napoleone (che fa in tempo ad abbattere una chiesa e a costruire l’Ala Napoleonica ove oggi c’è il Muso Correr), a Venezia, non si ha più voglia di giocare, cala il sipario come a teatro. Venezia cade definitivamente il 2 luglio del 1849 a seguito del primo bombardamento aereo ad opera del generale Radetzky. Sarà il Risorgimento a farla rinascere dalle sue ceneri come la Fenice. Con Venezia risorge anche il Ridotto, usato per feste e balli di carnevale. Nel 1936 si ventila l’ipotesi di una riapertura, ma la Curia si oppone, e il Ridotto viene utilizzato come cinema, nel 1947, e poi, nel 1957, come Teatro cittadino, una vera bomboniera.
la Punta della Dogana, le Zitelle della Giudecca e l’Isola di San Giorgio. Le camere sono 126, comprese quelle di Palazzo Selvadego, a pochi metri dall’Hotel. Molte sono fresche di restyling e hanno pavimenti in parquet, boiserie, tessuti preziosi, con colori delicati contemporanei. La cucina dell’Hotel Monaco è mitica quanto il suo Direttore: nel menu à la carte della Terrazza sono presenti tutti i piatti della tradizione veneziana, veneta, italiana, che cambiano a seconda delle stagioni, offrendo il meglio delle primizie degli orti delle Isole di Venezia e del pesce della Laguna. Marco Mulargia, responsabile eventi, da anni, offre esperienze interessanti per il post congress.
L’Antico Ridotto L’intervento del Gruppo Benetton Il Direttore Gabriele Marchiori presente sin dall’apertura nel 2002 sottolinea che «Il Ridotto è tornato alla sua bellezza originaria, quando il Gruppo Benetton già proprietario dell’Hotel Monaco & Grand Canal, ha acquisito tutto il comunicante complesso del Ridotto, fino in Bocca di Piazza, valorizzando naturalmente tutto il cuore storico dell’insieme».
L’Hotel Monaco & Grand Canal oggi Situato in una posizione eccezionale – con l’ingresso in Calle Vallaresso e l’affaccio sul Canal Grande con la famosa Terrazza Ristorante davanti alla quale stazionano le gondole – l’edificio domina una vista incantevole: la Basilica della Salute,
Comprende il magnifico Salone immortalato da grandi pittori e otto sale che offrono uno straordinario complesso che permette opportunità impensabili a Venezia. Che cosa offre il Ridotto? «Una cornice storica autentica e raffinata, in una posizione invidiabile», risponde il direttore Marchiori, «vi si possono organizzare ricevimenti per 600 persone, oppure meeting per 270 persone, in unico ambiente: soluzione a Venezia in area marciana impossibile in altra struttura» Siamo d’accordo: chiunque varcando la soglia del Ridotto, entra nella storia. Luciana Sidari
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FOCUS VENEZIA
San Servolo S.r.l. Buone news da Venezia: gli operatori congressuali possono contare su San Servolo, dove alta tecnologia digitale, storia e arte veneziane assicurano il successo per meeting, eventi e corsi di formazione residenziali
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Isola di San Servolo. Raggiungibile in dieci minuti di vaporetto da San Marco, San Servolo, dall’alto, appare come una grande piattaforma di 40.000 mq, con costruzioni di varie epoche e molto verde. Sviluppatosi nei secoli, il parco – oggi uno dei più grandi di Venezia – è parte integrante dell’Isola e ricco di essenze antiche e pregiate, molte inusuali per Venezia. L’isola fu un insediamento benedettino tra il VII e il XVII secolo e, a partire dal 1715, ospedale militare. Sia sotto la dominazione austriaca che sotto quella francese, l’ospedale fu riservato ai malati di mente. Ai giorni nostri, con la legge nota come “legge Basaglia” (dal cognome del medico veneziano), nel 1978, l’ospedale fu chiuso e la Provincia
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di Venezia, oggi Città metropolitana di Venezia, proprietaria dell’isola, avviò il recupero edilizio, costituendo un centro di promozione multiculturale. Nel 2004 è nata la Società San Servolo Servizi – oggi denominata San Servolo S.r.l. – alla quale ha dato il compito di salvaguardare, gestire e valorizzare l’Isola di San Servolo, dove è ospitato il Museo della Follia, in cui sono raccolti documenti e oggetti storici che riguardano la medicina psichiatrica tra il 1700 e il 1978. Anche il Museo di Torcello e Villa Widmann a Mira, un gioiello architettonico della Riviera del Brenta, sono affidati a San Servolo S.r.l.
Un Giga al secondo L’Isola è anche una piattaforma digitale di quattro kilometri quadrati e nella città dove la lentezza è un valore, un piacere, le comunicazioni da San Servolo viaggiano alla sorprendente velocità di 1 giga al secondo... Dispone di 12 sale congressuali, luminose ed accoglienti, con capienza da 15 a 240 posti. Dotate di moderne attrezzature audiovisive e copertura internet wi-fi, le sale possono essere allestite secondo le esigenze più diverse e, collegando due o più sale con impianto a circuito chiuso, è possibile aumentare il numero
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FOCUS VENEZIA
di partecipanti ad una stessa sessione. Uno staff esperto e qualificato è a disposizione per assicurare la riuscita di qualsiasi evento. In un cortile raccolto, chiuso da un porticato sorretto da eleganti pilastri, sorge il bellissimo Chiostro risalente al IX secolo, con due campanili e un timpano importante. Dalla Terrazza si gode dell’impareggiabile vista di San Marco, immaginiamo 220 posti a sedere per cena di gala, 400 in piedi, situazione molto richiesta in occasione di ricevimenti di nozze.
San Servolo e gli imprenditori Quello che in parte mancava a San Servolo era il rapporto con il mondo dell’imprenditoria locale ma oggi l’Amministratore Unico ha le idee chiarissime sul rilancio dell’Isola, che attualmente ospita circa 200/250 eventi all’anno e offre 175 camere: «Dalle pagine di Master Meeting», dice Andrea Berro (foto), «invito soggetti privati e aziende del territorio a venire a conoscere la nostra realtà mettendo a loro disposizione il nostro knowhow e la nostra lunga esperienza nella ge-
stione di attività Mice e post-congress. A breve, partirà un progetto di rinnovo dell’Isola legato al design. Di recente, inoltre, siamo entrati a far parte del Global Compact Network Italia, fondazione nata con lo scopo primario di contribuire allo sviluppo in Italia del Global Compact delle Nazioni Unite, convinti che il successo di un’impresa venga anche dall’orientamento all’innovazione, dalla fiducia e dalla reputazione conquistate, dalla qualità delle relazioni con clienti e fornitori e dalla capacità di contribuire alla crescita del benessere delle comunità e dell’ambiente».
Il Rilancio di Villa Widmann Anche Villa Widmann a Mira, iconica villa settecentesca, nella famosa Riviera del Brenta, si situa nel mercato Mice con 6 Sale Meeting, copertura wi-fi, collegamento in video-conferenza per meeting fino a 100 persone. La Villa, che fa parte anche del Circuito delle ville visitabili tra Venezia e Padova, si presta per ricevimenti di nozze, esposizioni di prodotto, eventi legati alla cultura del vino, concerti (l’acustica è ottima) e conferenze. Davanti al suo ingresso sostano, come nel passato – quando il Brenta era solcato dai famosi Burchielli – le moderne motorboat dalle quali scendono gruppi di turisti affascinati dalla villa, arredata e ben tenuta. L.S.
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Villa Barbarich Denominata “fabrica voluptuosa” in un lontano passato, Villa Barbarich ha riaperto, nel 2015, come urban resort di charme, dopo un accurato restauro conservativo durato ben sette anni
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n po’ di storia. Villa Barbarich fu costruita nella prima metà del XVI secolo, in sostituzione di una casa colonica distrutta durante l’assalto di un’accozzaglia di truppe spagnole ed imperiali, fanalino di coda della Lega di Cambrai, lega formatasi, contro la Repubblica di Venezia, il 10 dicembre 1508 ad opera dalle maggiori potenze europee (Sacro Romano Impero, Francia e Spagna), allo scopo di mantenere l’egemonia sui territori della penisola italiana. Edificata in una posizione strategica – tra la strada che conduce a Castelfranco Veneto e il fiume Marzenego, raggiungibile in un minuto dall’uscita Castellana della tangenziale di Mestre – la villa ebbe da subito un legame stretto con Venezia, appar-
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tenendo nel tempo a diverse famiglie altolocate. Di certo c’è che la Villa appartenne a Dario Malipiero e passò in eredità ad alcuni rappresentanti delle più nobili famiglie veneziane, come i Foscari, i Gritti, i Filippi, e i Pezzana–Tessier, finché, nel 1863, subentra il generale Eugenio Barbarich, apprezzato studioso di storia, che la lascerà alla figlia. Sarà quest’ultima, alla fine del XX secolo, a cedere la villa. Successivamente, altre vicende porteranno all’attuale proprietà, alla quale si devono il compimento dell’oneroso restauro della villa, durato ben sette anni, e la sua trasformazione in hotel. Un importante libro sta per essere editato e sicuramente la storia di Villa Barbarich sarà approfondita. Oggi i caratteri architettonici cinquecenteschi sono ben visibili, così come si fanno ammirare gli affreschi importanti (perfettamente restaurati e dai colori nitidi), attribuiti a Ludovico Toeput, detto il Pozzoserrato, artista fiammingo operante a Venezia e in particolare a Treviso.
Nell’Hotel la Voluptas c’è ancora tutta Da ricerche d’archivio sappiamo che Villa Barbarich, in un lontano passato, fu denominata una “fabrica voluptuosa”. Una “Voluptas” che ancora oggi si coglie all’interno dell’hotel... Nella religione romana, “Voluptas” o “Volupta” è una divinità di
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straordinaria bellezza nata dall’unione di Cupido (detto anche Amore) e Psiche. La favola di Amore e Psiche è narrata da Apuleio nelle Metamorfosi, in un racconto talmente tenero che, da sempre, è stato oggetto di studio e rappresentazione da parte di artisti: un esempio per tutti la meravigliosa statua, in marmo palpitante di Antonio Canova. Voluptas è conosciuta come la personificazione del piacere sensuale, e, più in astratto, della bellezza e dell’armonia. Detto ciò è naturale presupporre che sia proprio per il suo grande pregio storico-artistico, per i suoi begli affreschi, per il mulino e la barchessa che Villa Barbarich abbia in passato meritato l’appellativo di “fabrica voluptuosa”.
Le camere Villa Barbarich, a pochi minuti dal centro di Mestre, da Venezia e da Treviso, offre la piacevolezza di un urban resort di charme con 31 camere, di diversa dimensione e tipologia, tutte ben arredate, con tessuti e comfort di ottima qualità. Si può scegliere tra 2 suites, 4 de luxe, 5 superior nel piano Mansarda, 20 Comfort, 5 Superior, affacciate su un open space e una Mansarda – con travi d’epoca, illuminata da finestroni ovoidali – che può essere affittata in esclusiva, insieme con le camere, per board meeting, anniversari, show room, presentazioni di collezioni ed esposizioni temporanee.
L’ospitalità di Villa Barbarich Aperto in sordina, nel 2015, l’Hotel, quattro stelle superior, si è aggiudicato nel 2016 il Premio Villa Veneta, prendendo da subito consapevolezza della propria dimensione e delle proprie grandi potenzialità, sotto la guida del direttore Christian Zingarelli che ha formato una bella squadra, posizionando strategicamente il prodotto sul mercato presso un target mirato di tour operator e di responsabili dei settori Mice e wedding. Tutto questo prima della presentazione ufficiale che avverrà il prossimo 15 giugno con una grande festa.
Cosa offre in più A disposizione degli ospiti ci sono inoltre un grande parcheggio,una SPA, una sala fitness, una piscina esterna attrezzata con solarium, utilizzabile come scenografica cornice anche in occasione di eventi. Altro contesto di charme che si presta ad accogliere ricevimenti e presentazioni è La Veranda porticata che si apre su un enorme spazio verde, impreziosito da un ponticello e dal fiume. Da non dimenticare infine l’ottimo Ristorante Malipiero, aperto anche alla clientela esterna. L.S.
Il Ristorante Malipiero Prende nome dalla nobile famiglia veneziana che più ha dato lustro alla Villa, il Ristorante Malipiero che oggi occupa le magnifiche sale affrescate, la cui dislocazione costituisce una strategica pianta a T: in occasione di una Gourmet Experience o di un ricevimento è possibile sistemare quattro tavoli quadrati e 12 tavoli tondi, per complessivamente 90 persone. La ristorazione si distingue per la qualità delle materie prime, a km 0 o biologiche, per la fedeltà al territorio e alla tradizione veneta e, in particolare, a quella veneziana.
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Villa Sagredo Situata a Vigonovo, uno dei comuni della Riviera del Brenta, questa storica villa cinquecentesca, appartenuta alla nobile famiglia Sagredo, rappresenta oggi una novità nel settore degli eventi in villa Villa Sagredo e la famiglia Bano Dopo diverse traversie, si giunge all’attuale proprietà Bano: grazie agli interventi strutturali e alla sistemazione dell’area verde, il complesso architettonico e il parco naturalistico hanno riacquistato l’antico fascino. Oggi Elisabetta Bano mette a disposizione questa meravigliosa Villa Veneta, dall’accogliente e armoniosa atmosfera di una casa privata, per eventi aziendali, istituzionali, feste e cerimonie.
Eventi In Villa
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illa Sagredo fu costruita nel XVI secolo dai nobili Sagredo come casa dominicale, dove la famiglia si recava per attendere agli affari, secondo la consuetudine della nobiltà veneziana di quel tempo. La villa assunse maggior prestigio mano a mano che i Sagredo – il cui albero genealogico annovera tra gli illustri
Il Ristorante Antichi Granai La cucina del Ristorante Antichi Granai propone piatti della tradizione veneta e veneziana – a base di materie prime stagionali e di ottima qualità, rivisitati con un tocco di fusion. Oltre a pranzi e cene aziendali, si possono organizzare serate a tema e ricevimenti di nozze. Per eventuali pernottamenti la proprietà consiglia prestigiosi hotel della Riviera del Brenta e di Padova.
membri un doge, un patriarca, un ambasciatore – raccoglievano gloria e ricchezza. In quel tempo, i Sagredo figuravano nell’elenco delle famiglie aristocratiche più ricche, colte e ben frequentate: in villa e al Palazzo di Venezia fu ospite anche Galileo Galilei. Purtroppo la famiglia conobbe una decadenza irreversibile estinguendosi, per mancanza di eredi nel 1871, con Agostino che visse per quasi tutto il XIX secolo in Villa Sagredo a Vigonovo.
La location offre due antichi edifici, la Villa e il ristorante Antichi Granai, entrambi immersi in un parco scenografico. Le due strutture sono dotate di cucine, servizi autonomi e vasti parcheggi. In caso di un evento si può contare anche sul salone d’ingresso e sulle tre sale laterali; mentre, al piano nobile, sono disponibili il Salone Sagredo, con pianta a T dove con 120 posti a platea e 4 sale comunicanti. Naturalmente il Salone Sagredo è la cornice migliore per una cena di gala o un meeting. L.S.
Il parco Di ben 40.000 mq, il parco è un’architettura verde che dialoga con l’architettura di pietra, diventando elemento oltre che di decoro anche funzionale: grazie alla sua vastità, vi si possono infatti allestire incontri aggregativi di vario genere: ludico, sportivo, culturale...
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Essere leader oggi Più uno stato d’animo che uno stile vero e proprio, una buona leadership è quella che non oppone bensì integra abilità e funzioni del cervello che in genere si attribuiscono più al femminile o al maschile, combinando al meglio le qualità di chiara visione, mission, empatia e coraggio
✒Gaia Fiertler
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Oggi a tutti è richiesto di essere leader, quantomeno di se stessi, come capacità di guidarsi e ispirarsi, trovando dentro di sé la motivazione per fare al meglio quello che si fa, per individuare e perseguire la propria strada o per trovarne di nuove se quella vecchia si è interrotta o non è più convincente. Se poi appena appena in azienda si è un capo, anche intermedio, allora è richiesto che questa capacità venga esercitata anche con i collaboratori e, via via che si sale di ruolo, con tutte le risorse che si gestiscono. Lo stile che oggi va per la maggiore, nel mondo che cambia di continuo e con organizzazioni sempre più piatte, è quello collaborativo e partecipativo, dove ognuno possa espri-
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mere e voglia dare il proprio contributo al business, partendo da una vision condivisa, che sia coerente con la mission aziendale. L’osservazione ha mostrato che, nel guidare e ispirare, ci sono modalità più femminili e altre più maschili, differenze di gestione che hanno aperto un ampio dibattito su quale sia la soluzione vincente, se una polarizzazione degli approcci con “promossi e bocciati” o non, piuttosto, una integrazione dei due modelli, coniugando il meglio dei differenti stili. Su questo tema abbiamo chiesto un approfondimento all’executive e business coach Massimo Bandinelli (foto), leadership trainer che il 14 giugno terrà un workshop sulla leadership femminile a
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Milano presso Assolombarda: “Essere leader, oggi. Tra visione ed empatia, maschile e femminile”. Esiste una leadership femminile o al femminile? «Secondo me no, nel senso che non esistono differenze di genere rispetto a cosa
sia la leadership, che è principalmente uno stato d’animo interiore. Le donne leader sono come gli uomini leader: hanno una chiara visione cui si ispirano, creano un contesto cui gli altri desiderino appartenere e hanno alcune abilità di leadership, come l’empatia, che sempre più connotano questo ruolo». L’empatia non è più femminile che maschile? «L’empatia è un’abilità che si impara se si vuole, e se ci interessa apprenderla. Tra l’altro i neuroni specchio spiegherebbero scientificamente questa possibilità e capacità di mettersi nei panni degli altri, di ripeterne le azioni e, allargando il discorso, di sentire come loro. Piuttosto, il punto è che molte donne e molti uomini che vogliono sviluppare la propria leadership non credono affatto che l’empatia e tutto il mondo emotivo correlato siano gli elementi principali su cui lavorare». In che senso la leadership è uno stato d’animo? «La leadership è l’esercizio di un ruolo, quello di leader, che coinvolge delle abilità personali di pensiero strategico, di pensiero sistemico e di definizione di obiettivi chiari e sfidanti sulla base di una vision. Detto questo però, se prima non si genera dentro di sé uno stato d’animo (o un insieme di stati d’animo) facilitanti l’apprendimento di queste abilità, come la gioia, la passione, la determinazione, l’amore per il progetto, che sono appunto tutte emozioni, sarà molto difficile esprimere una leadership efficace e attrattiva. Non ho mai visto, in azienda, un vero leader che fosse in guerra con la vita, oppure in preda alla paura di osare 24 ore su 24, o immerso nella malinconia più profonda. In questo senso, la leadership è sentire un certo tipo di stati d’animo, la cosiddetta “area chiara” delle emozioni.
L’empatia è un’abilità che si impara se si vuole. Gli stessi neuroni specchio spiegherebbero scientificamente questa possibilità e capacità di mettersi nei panni degli altri
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Un leader è anche qualcuno che può decidere, valutandone gli effetti, se recitare un ruolo che non gli appartiene o se agire a partire da una propria ispirazione. In questo caso la sfida sta proprio nell’avere una chiara visione personale e senso della mission
Saperle esprimere e riconoscere, nonché convogliarle in azioni che mirino a costruire un contesto dove gli altri desiderino stare». Se la leadership coinvolge anche le emozioni, le donne non sono avvantaggiate? «Questa forse è l’unica vera differenza tra maschi e femmine: le donne hanno un livello di connessione con le proprie emozioni più sviluppato». In pratica le donne usano di più l’intelligenza emotiva e la parte emotiva del cervello? «Potrebbero, ma è sempre rischioso ge-
Una leadership efficace nasce dal sapere esprimere e riconoscere le emozioni e dal saperle convogliare in azioni che mirino a costruire un contesto dove gli altri desiderino stare
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neralizzare. Sono più in contatto con le proprie emozioni, le riconoscono più facilmente ma poi bisogna saperle gestire, mediare, armonizzare. È un compito di uomini e donne, indistintamente, imparare a usare l’intelligenza emotiva, e con essa l’empatia, in modo efficace. Una qualità della leadership è infatti quella di saper guidare con rigore ed empatia, in modo adattivo». Vision chiara ma anche capacità adattiva, empatica. È la tipica coesistenza degli opposti di oggi, fare di più con meno, idee chiare ma anche flessibili perché altrimenti non si portano a
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Partire dalla propria vision personale per ingaggiare risorse ed energie bordo i collaboratori? In questa flessibilità siamo avvantaggiate noi donne che per natura dobbiamo essere più multitasking e siamo appunto agevolate da un pensiero più di sintesi e del “tenere insieme” più che a silos? «Gestire ambiguità, paradossi, enigmi è una delle principali sfide che un leader è chiamato ad affrontare. Detto questo, le donne credo siano avvantaggiate perché riescono più facilmente ad accedere alla sfera emotiva e a riconoscerla negli altri. E sono avvantaggiate forse perché hanno una psicologia più olistica, più legata al tutto che alle singole parti (emisfero destro del cervello intuitivo e sintetico, che ragiona per immagini versus emisfero sinistro analitico e sequenziale, che ragiona coi numeri e il linguaggio). Sul multitasking, invece, ho qualche dubbio, poiché esperimenti scientifici recenti sembrano sfatare molto questo mito su uomini e donne». Quindi la vera sfida del leader oggi, uomo o donna che sia, è quella di integrare abilità, funzioni del cervello che si tendono ad attribuire più al femminile o al maschile. Il leader deve riuscire ad armonizzarle: guidare con rigore ed empatia insieme. «Sì, sono richieste abilità relazionali, di empatia, pensiero sistemico e strategico e, a monte, occorre essere visionari. Ci vuole visione, un profondo senso della propria missione nel ruolo e il coraggio di osare. Senza questi presupposti, difficile per uomini e donne creare un contesto al quale gli altri desiderino appartenere». Che cos’è e come di costruisce questa visione che deve guidare il leader stesso... «Esiste una vision personale (vedi box) e una di ruolo. Il punto è farle stare insieme, trovando una forma di allineamento personale. D’altra parte, un leader è anche qualcuno che può decidere, valutandone gli effetti, se recitare un ruolo che non gli appartiene o se agire a partire da una propria ispirazione, costi quel che costi. In questo caso la sfida sta proprio nell’avere una chiara visione personale e senso della mission e realizzarla affrontando il contesto, qualsiasi esso sia, creando un ambiente che le persone sentano di voler condividere, agendo in modo coordinato e attorno allo stesso proposito».
Nell’ebook “Le sei leggi della gioia di vincere” (www.mbandinelli.it) Massimo Bandinelli accompagna il lettore alla scoperta delle sei leggi che, in 14 anni di attività di coaching e consulenza, ha sempre visto in azione nelle storie di cambiamento e di successo delle persone, sia in azienda che nella vita personale. Il taglio del libro è esperienziale, con tanti casi pratici alternati a momenti di riflessione e a domande per portare il lettore a guidare il proprio cambiamento e il proprio successo con metodo e consapevolezza. “Forse siamo cresciuti credendo che non fosse possibile realizzare la vita che sognavamo e che in realtà avremmo dovuto accontentarci di seguire le orme di chi ci aveva preceduto. O forse abbiamo creduto di non meritarci ciò di cui avevamo veramente bisogno. E questa è la seconda menzogna, forse la peggiore, che ci possiamo raccontare», scrive Bandinelli nell’Introduzione. Le sei leggi invece da scoprire e fare proprie sono le seguenti: 1. Non esiste una vita sbagliata. Esistono solo modi sbagliati per arrivare a definire la propria visione e, conseguentemente, a realizzarla. 2. Non c’è peggiore e velenosa tossina del “Vorrei ma non lo merito”. Dobbiamo ritornare a sentire una profonda connessione con il senso del proprio valore a prescindere. Essa è l’unica via per farcela. 3. Non esiste il fallimento, ma esiste solo il feedback. Il coraggio e la determinazione sono l’anima e lo spirito di qualsiasi viaggio meraviglioso e ricco di possibilità. 4. È necessario occuparsi di comprendere la relazione esistente tra i personali livelli di coerenza e le prestazioni che eroghiamo nel fare quello che facciamo. 5. Il miglior selfie che ci possiamo fare è quello di guardarsi dentro e non avere paura di quello che troviamo. 6. Dobbiamo fare cose diverse da quelle che abbiamo sempre fatto. Tra le tante, curare in modo eccellente le proprie relazioni umane è il vero capitale sociale di ciascuno di noi. Non è mai tardi per incominciare.
Che cosa consiglia quindi a un- una aspirante leader? «Consiglio di osare, partendo da una chiara visione del ruolo e di “se stesso” nel ruolo. Significa chiarirsi che cosa si vuole realizzare, quali progetti professionali e personali si vogliono portare avanti e di redigere un piano concreto per attuarli. Ma ancor di più, chiedersi quanta passione si ha, internamente, per le persone. Quanta voglia di accompagnarle e di stimolarle davanti alle sfide di tutti i giorni. Se lo stato d’animo è questo, se si “ama” stare con le persone e costruire con loro, metà del lavoro è già fatto». I 4 2017 www.mastermeeting.it
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LA PAROLA AL FORMATORE
a cura di Paolo Mazzaglia di Otherwise srl pmz@otherwise.it
Il mito del multitasking: una fastidiosa distrazione
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Il primo mito è che quello relativo a cosa sia il multitasking. Cercare di ascoltare una riunione mentre stiamo contemporaneamente parlando al cellulare è multitasking, o meglio un tentativo di fare multitasking destinato a fallire. Diversi studi scientifici hanno portato alla luce il fatto che non siamo in grado di portare alla coscienza due cose contemporaneamente, ad esempio concentrarci sul messaggio da scrivere ed ascoltare la riunione. O ancora ascoltare il collega che ci parla e mandare un messaggio con il telefonino. Eppure vedo sempre più gente che scrive (email, messaggi, fogli excel) mentre partecipa alle riunioni o mentre finge di prestare attenzione al collega o al collaboratore. Dichiarando con orgoglio che lui ha troppo da fare per fare una cosa alla volta e che comunque vive con il suo tempo, la performance, e taac riesce a far tutto. Sono pronto alla sfida se necessario e a dimostrare che quando si prova a far così si fa male o malissimo almeno una delle due cose,
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se non tutte e due, e si perde anche molto più tempo. Dicevamo che il primo mito è che quello relativo a cosa sia il multitasking (dovremmo averlo chiarito sopra) perché l’altro male che ci affligge si chiama in realtà switchtasking. Che significa passare da una attività all’altra in modo frenetico. Un esempio? Sto scrivendo una email ma ricevo una notifica di messaggio su what’s up... sospendo la email e rispondo al messaggio quindi mi viene in mente di chiamare il collega al telefono. Gli parlo e appena terminata la chiamata entra in ufficio un altro collega quando se ne va ritorno al pc ma do prima un’occhiata ai nuovi messaggi in arrivo ne leggo due, rispondo ad uno e torno a scrivere la mail in precedenza. L’attenzione è frammentata e i risultati (negativi) sono: • 40% di produttività in meno • 2 h perse al giorno • Danneggiamento delle relazioni! • Non riusciamo MAI ad entrare nello stato di Flusso. Eppure passare il concetto di disci-
plinarsi, cercare di fare una cosa alla volta (nei limiti della ragionevolezza) e stare nel momento con le persone con cui siamo senza essere costantemente cablati a qualcosa è difficilissimo. Quando se ne parla grandi levate di scudi a difendere il proprio lifestyle e ad affermare con orgoglio che il proprio posto di lavoro è un tale inferno in terra dove solo gli eroi del multi/switch tasking possono sopravvivere. Il problema non è la tecnologia si badi bene, la tecnologia è fantastica. Sono i comportamenti che le si sono avvolti attorno come un’edera velenosa. Eppure tutti si lamentano di non avere abbastanza tempo e non riuscire a stare dietro al carico. Ribadisco: 2 ore perse al giorno e 40% di produttività in meno. Per non parlare della pessima impressione che fate a chi vi sta parlando mentre voi armeggiate su qualche arnese. Attenzione: sempre di più la vita sta diventando una fastidiosa distrazione dalla nostra email. Meditate gente, meditate. ■
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a cura di Leonardo Frontani edu@leonardofrontani.com
UNA METAFORA PER CRESCERE
Smart Phone Society
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Sarà un caso, ma circa 2 anni fa non avevo il mio profilo su Facebook e non avevo nemmeno bisogno di occhiali per leggere; inoltre la mia cervicale si era quietata. Oggi sono attivo sui social, ho un paio di occhiali da lettura e ogni 5 giorni ho un giorno di mal di collo. Forse sto esagerando, ma diamine, guardatevi intorno. Non voglio avere atteggiamenti da novello Ned Ludd che si scaglia contro le macchine per preservare l’uomo dall’orribile cambiamento tecnologico; però non vi siete accorti che passiamo ore davanti agli schermi? Prima c’era solo la tv ora abbiamo tablet, smartphone e pc. La cosa si nota in maniera macroscopica con le nuove generazioni. Siete mai stati ad una festa di bambini? Il 20% gioca ai classici giochi de-strutturati e fisici, tipici di questi avvenimenti infantili. L’altro 80% si assembla in grappoli di giovane umanità tenuti insieme da un video gioco che sia in un device portatile o sulla più classica delle TV. Una volta erano i dolci e i cuccioli a cata-
lizzare l’attenzione dei bambini, oggi sono le immagini. Ci sono esperienze di vita quotidiana per me molto emblematiche che intendo chiamare “alienazione”. Due amiche poco più che adolescenti sono sedute al bar dietro ad uno spritz: ambedue sono intente a messaggiare e non parlano tra loro. In un centro commerciale, in un angolo riservato con qualche panchina, seggono una dozzina di adolescenti. Si passa di lì per andare al bagno e quindi è inevitabile accorgersi che 8 di loro hanno il cellulare in mano e 4 lo stanno usando. Ci dovrebbe essere un vociare e risate sguaiate, ma c’è quasi silenzio; al ristorante accanto a noi una coppia di signore con un bambino di circa 10 mesi: davanti a lui poggiato ad una bottiglia di acqua minerale uno smartphone su cui scorrono le immagini dei teletubbies mentre su tutti i tavoli, tutto intorno a me ci sono cellulari pronti all’uso; sull’autostrada una macchina ha un’andatura sospetta. Potrebbe essere un ubriaco che sfreccia a 130
all’ora. Invece, superandolo mi accorgo che sta guardando il cellulare! In aula mi arriva un partecipante abbracciato ad un computer portatile (solo io lo chiamo ancora così anziché laptop) e nell’altra mano un cellulare. Rimane seduto in questo modo per 90 minuti (giuro!), poi mi dice che purtroppo ha una skype call e se ne va. Infine leggo una statistica: negli Stati Uniti 6 persone su 10 dichiarano che la prima cosa che fanno quando si svegliano è guardare il telefono! Finora ci abbiamo scherzato sopra. Lo smartphone è un grande strumento che facilita la vita e quindi i piccoli danno collaterali ci sembravano accettabili. Ma ora ci siamo resi conto che qualcosa non va. La scienza comincia ad interessarsi alla dipendenza da schermo, da social network, da connessione. Ebbene, l’apprendimento tramite schermo è illusorio. Non si riesce ad imparare e memorizzare ciò che leggiamo su schermo elettronico. L’uso del cellulare compulsivo è legato all’enorme quantità di stress che questa società con le sue leggi legate al “fare” e al successo produce: usiamo il cellulare come se fosse una sigaretta o un bicchiere di vino; vedere che qualcuno ci cerca ci fa sentire bene, importanti, fa crescere l’autostima e produce dopamina! Allo stesso modo sui social siamo aggrediti da falsità e da pressioni all’odio che hanno un forte effetto depressivo. Inoltre si è attivato il meccanismo della “mostrazione” con una continua ricerca di sponsorizzazione delle nostre cose migliori. Infine la visibile perdita del confronto, del senso della relazione, dell’attenzione all’altro, dell’ascolto. Se litigo su wapp non imparo nulla su me stesso e sull’altro. Non so voi, ma secondo me ci stiamo perdendo il meglio, però forse la pensavano così anche i nobili che spocchiosi alla fine dell’Ottocento, si rifiutavano di avere in casa il telefono in quanto espressione di volgarità e cattivo gusto. I 4 2017 www.mastermeeting.it
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FINANCE CONFIDENTIAL
a cura di Andrea G. Moscatelli mag2063@yahoo.it
Auto elettriche: uno sviluppo (forse) troppo lento
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Il mercato delle auto è uno dei principali mercati del pianeta, determinando importanti effetti economici sulle economie regionali e grandi dubbi sulla sostenibilità di crescita in termini di costi ed inquinamento. I primi esperimenti per lo sviluppo di un’auto elettrica risalgono alla metà dell’800, e come ben sappiamo si è presto abbandonato il progetto per orientarsi nella direzione dei motori a combustione interna che utilizzano carburante di origine fossile: petrolio e gas. Ciò nonostante, sospinti principalmente dalle linee strategiche Europee del 2010 che prevedono di ridurre entro il 2050 almeno il 60% delle emissioni di CO2, la ricerca di motori elettrici da installare su auto di serie è tornata una priorità continentale. Le case automobilistiche tuttavia, non totalmente convinte che i consumatori siano pronti ad una rivoluzione culturale, hanno risposto progettando autovetture in alluminio sempre più leggere, con motori a combustione interna sempre meno inquinanti, ma che rispecchiano la domanda attuale. In alcuni casi, con riferimento alle cosiddette “supercar”, si è proceduto a montare motori elettrici per aumentare i cavalli disponibili, ma la strada per l’auto elettrica in sostituzione ai modelli attuali, appare ancora lunga. Peraltro, è naturale come, dovendo sostituire un bene con un altro, l’uomo medio valuti che il cambiamento debba comportare dei miglioramenti rispetto al passato o, se ciò non è possibile, almeno gli stessi vantaggi. Con riguardo all’auto elettrica i limiti attuali, che i ricercatori tendono ad allargare sono relativi principalmente all’autonomia ed ai tempi
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di ricarica delle batterie al litio, principale soluzione adottata dalle case automobilistiche per accumulare l’energia utile al funzionamento delle vetture. Tuttavia, sebbene gli sforzi prodotti negli ultimi anni, l’autonomia delle batterie al litio rimane bassa: anche per gli ultimi modelli presentati al salone di Ginevra tenutosi dal 4 al 19 marzo, si parla di aumento dell’autonomia sino a 200 o 300 km, con obiettivi di raddoppio per alcune case automobilistiche, nonché il potenziamento delle colonnine di ricarica rapida sparse sul territorio. Considerando che la ricarica rapida presso le colonnine speciali comporta un dispendio di tempo non inferiore ai 45 minuti, si può capire come al momento l’auto totalmente elettrica alimentata con batterie al litio non sia performante per percorrere lunghe distanze, e si debba ricorrere ai cosiddetti motori ibridi che uniscono l’elettrico con il motore tradizionale. Anni addietro incrociai un progetto di una casa automobilistica europea che aveva in progetto la realizzazione sui tratti autostradali di stazioni di servizio esclusivo da destinare ai propri clienti per la sostituzione delle batterie. Il progetto prevedeva di dotare tutte le vetture di un tipo standard di batteria facilmente sostituibile, quindi rendere disponibili le proprie stazioni di servizio di batterie in sostituzione per consentire agli utenti un cambio di batteria veloce, operando come le automobiline per bambini. Essendo trascorso più di un lustro e non avendo aggiornamenti a riguardo, viene da supporre che l’idea sia tramontata anche per via degli importanti investimenti previsti, sia in termini di rivoluzione nella produzione di au-
tovetture che di costi puri per la realizzazione della rete di rifornimento. Nel momento in cui l’autonomia diventa un limite, il rifornimento facile e rapido ricopre il ruolo determinante per il successo dell’auto elettrica in competizione con i motori tradizionali. È proprio ciò che ha pensato la Hundai con il modello ix35 fuel cell, realizzando il motore elettrico ad idrogeno, rifornibile come un rifornimento normale di gas metano e che utilizza la com-
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FINANCE CONFIDENTIAL
binazione idrogeno e ossigeno per produrre energia da destinare ad una batteria che alimenta il motore elettrico: scarto di produzione acqua. Prezzo auto intorno ai 58 mila euro, ma colonnine di rifornimento rare e difficili da realizzare e materia prima anch’essa non presente in natura, quindi da realizzare o attraverso la combustione di fossili (quindi si torna alla non soluzione di energia pulita) o attraverso elettrolisi che a sua volta necessita di un grande dispendio di energia elettrica (e quindi energia nucleare se non fossile). L’unica proposta fuori dagli schemi alla data attuale è rappresentata dalla QUANTiNo, una vettura ancora sperimentale presentata come prototipo nel 2015 e che tale è ri-
masta con forti dubbi sia sulla sua effettiva convenienza sia sulla sperimentazione. Questa autovettura nasce dall’idea di un inventore svizzero Nunzio La Vecchia che dopo un lungo percorso di avvicinamento nel 2013 fonda la Nanoflowcell AG e quindi una serie di aziende che tendono a sviluppare motori di flusso ionico per gli impieghi più disparati compresa l’autotrazione. Come tutti gli inventori, il Sig. La Vecchia pare sia passato anche attraverso richieste milionarie di rimborsi per prestiti non restituiti e forse grane giudiziarie, ma la sua perseveranza l’ha condotto a presentare nuovamente all’ultimo salone di Ginevra la sua vettura a flusso ionico affermando di avere sviluppato una soluzione con auto-
nomia di 1.000 chilometri con due serbatoi di 250 litri di acqua salata e ionizzata, e la possibilità di rifornire il liquido ionizzato con un semplice rifornimento. La sua idea è di mettere a contatto due liquidi con cariche ioniche differenti e quindi attraverso una membrana acquisire l’energia prodotta in una batteria facendo evaporare l’acqua residua. La batteria muove il motore elettrico mentre il sale scaricato di energia è raccolto in un filtro da sostituire ogni 10.000 chilometri. La Nanoflowcell AG, dall’anno della sua fondazione in Svizzera si è allargata costituendo altre società tra cui una società in Germania, dedicata proprio allo sviluppo della soluzione per autovetture. Al momento è ancora un prototipo, non si conoscono né il prezzo di produzione come neppure come si intende realizzare l’eventuale rete di rifornimento. In ultima analisi, quello che sembra evidenziarsi è come le differenti soluzioni, proprio perché utilizzano tecnologie differenti, siano complesse da semplificare ed economicamente molto dispendiose, motivo per il quale al momento le case automobilistiche sembrano restie ad abbandonare il caro vecchio petrolio. La benzina ed il gasolio sono nocivi alla salute ma utilizzabile da tutti i produttori in misura diremmo standard, si evitano al momento ingentissimi investimenti sulla rete distributiva, peraltro non avendo al momento ancora identificato la soluzione definitiva del futuro prossimo. La strategia dei grandi costruttori, che prevede un cambiamento radicale non potrà attendere tempi lunghi di realizzazione. In particolar modo il Consiglio Europeo spinge affinché si proceda alla diminuzione delle emissioni inquinanti ed alcuni Paesi iniziano a discutere sull’identificazione della data a partire dalla quale tutti i veicoli in circolazione dovranno essere dotati di un motore elettrico, la sfida è aperta. I 4 2017 www.mastermeeting.it
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IL PARERE DEL LEGALE
a cura dell’avvocato Roberta Borghini
Home restaurant:
tradizione anglosassone in salsa italiana
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Il nome anglosassone non deve trarre in inganno. L’esperienza degli home restaurant, in Italia, ha un precedente illustre nelle Cesarine, cuoche per passione che hanno deciso di aprire le loro case per condividere col mondo i ricettari di famiglia. La nostra sapienza culinaria è un patrimonio inestimabile che ben può dare origine anche ad attività di ristorazione “casalinga”: un fenomeno in piena crescita che, considerati i nuovi numeri, invoca una regolamentazione ad hoc. Compito non facile, poiché una legge in materia deve strizzare l’occhio alla sharing economy e favorire lo sviluppo del social eating, ma nel contempo arginare fenomeni di concorrenza sleale, evasione fiscale e contributiva, nonché tutelare la salute pubblica. Per non parlare della compatibilità con i regolamenti condominiali. In attesa dell’ultima parola, che spetta al voto del Senato, il testo unificato del disegno di legge C. 3258, approvato dalla Camera lo scorso 17 gennaio, prova a disciplinare in 7 articoli l’attività di ristorazione in abitazione privata. Per evitare che quella dei cuochi domestici diventi un’attività professionale nascosta e per fare in modo che mantenga il proprio carattere saltuario, la ristorazione fai da te non potrà percepire proventi annui superiori a 5.000 euro, né servire un numero di coperti superiore alle 500 unità per anno solare. A questi “paletti”, si aggiunge l’obbligo di affidarsi alle piattaforme digitali dedicate per relazionarsi con i potenziali clienti e il pagamento obbligatorio tramite sistemi elettronici e dunque tracciabili, per scongiurare l’evasione fiscale: non sarà pertanto possibile telefonare direttamente o pagare in contanti. In ogni caso, la partecipazione dell’utente
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fruitore all’evento richiederà l’assenso dell’operatore cuoco; inoltre, le attività di home restaurant dovranno essere inserite nella piattaforma digitale almeno 30 minuti prima dell’inizio dell’evento enogastronomico e l’eventuale cancellazione del servizio dovrà rimanere memorizzata. Il tutto, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di protezione dei dati personali. Anche le location dovranno possedere determinati requisiti; si prevede, in particolare, che le case-ristorante abbiano le caratteristiche di abitabilità ed igiene previste dalla legislazione vigente, ma l’attività di accoglienza culinaria domestica non rende necessaria la modifica della destinazione d’uso. Con l’evidente intento di tenere separata l’attività di social eating da quella di AirBnb, non si possono organizzare cene a pagamento in appartamenti privati affittati per brevi pe-
riodi. Il gestore della piattaforma, inoltre, dovrà verificare che gli utenti operatori cuochi (i quali dovranno possedere anche i requisiti di onorabilità) siano assicurati per i rischi derivanti dall’attività di home food e che lo sia la stessa unità abitativa per la responsabilità civile verso terzi. Cambia qualcosa se a cena vengono invitati parenti o amici? In questo caso, la legge non si applica e la table d’hôte per conoscenti è salva. ■
Il disegno di legge “Disciplina dell’attività di home restaurant”, all’art. 2 applica le seguenti definizioni: a) “home restaurant: l’attività occasionale finalizzata alla condivisione di eventi enogastronomici esercitata da persone fisiche all’interno delle unità immobiliari ad uso abitativo, per il tramite di piattaforme digitali che mettono in contatto gli utenti anche a titolo gratuito, e con preparazione dei pasti all’interno delle strutture medesime; b) gestore: il soggetto che gestisce la piattaforma digitale finalizzata all’organizzazione di eventi enogastronomici; c) utente operatore cuoco: il soggetto che attraverso la piattaforma digitale svolge l’attività di home restaurant; d) utente fruitore: il soggetto che attraverso la piattaforma digitale utilizza il servizio di home restaurant condiviso dall’utente operatore cuoco”. Se volete rivolgere qualche domanda all’avvocato Roberta Borghini potete scrivere a: avv.borghini@alice.it
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TOP BLEISURE HOSPITALITY
Grand Hotel De La Minerve Location esclusiva dal Roof Garden mozzafiato, l’hotel regala spazi interni all’insegna del comfort più lussuoso ed esclusivo anche per eventi meeting ricercati da ricordare
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Da uno a quindici minuti a piedi. Ecco il tempo massimo che si impiega uscendo dal cinque stelle lusso Gran Hotel de la Minerve, proprio dietro al Pantheon, per raggiungere alcuni dei luoghi più famosi nell’immaginario di viaggio internazionale: piazza Navona, Fontana di Trevi, piazza di Spagna, San Pietro e il Colosseo con i Fori Imperiali sono le mete che è possibile scoprire in completa libertà, passeggiando tra le vie del centro storico di una Città davvero Eterna. Tutto nel massimo
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comfort e coccolati da un lusso ricercato, mai scontato.
Residenza storica nel cuore di Roma Il Grand Hotel de la Minerve è un gioiello alberghiero a cinque stelle lusso nel centro pulsante della Capitale, un albergo che ha saputo confermarsi nel tempo come una location unica per incontri importanti e per eventi da non dimenticare. L’edificio venne costruito nel 1620 come residenza urbana della famiglia Fonseca e nel 1700 divenne la residenza romana preferita da molti aristocratici viaggiatori europei, intellettuali e artisti, ideale punto di partenza per scoprire la città, a pochi passi dal Pantheon e nel cuore della Roma barocca. Un giardino d’inverno, costruito nella corte interna, fu aggiunto nell’Ottocento e costituisce ora la magnifica hall dell’albergo. Ristrutturato nel 1990 dalla Famiglia Billi – che ne cura ancora oggi l’attività – grazie ad un progetto dell’architetto Paolo Portoghesi, l’hotel è da sempre fulcro di incontri internazionali, una dimora che sa accogliere – con lusso e ospitalità di classe – celebrità del
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mondo artistico, politico, culturale ed economico, senza rinunciare ad essere meta preferita di un turismo bleisure ricercato. Gli ospiti che lo scelgono sono sicuri di trovare grande servizio, cura per i particolari, comfort assoluto e atmosfere accoglienti.
Meeting ricercati da ricordare La sua proposta meeting include quattro sale di diversa capienza. Per eventi business di rango e ricorrenze particolari è ideale lo splendido Salone Olimpo, ampio ed elegantemente arredato, in grado di accogliere fino a 120 persone e impreziosito con le bellissime opere in marmo dello scultore Rinaldo Rinaldi, allievo del Canova della seconda metà dell’800. Per meeting più riservati sono ideali la Sala Iside, la Sala Cavour, e la Galileo, capaci di ospitare da 10 fino a 25 persone. La struttura dispone inoltre di un bellissimo Roof Garden, un palcoscenico di 420mq open space a 360°, di recente attrezzato con una tensostruttura stabile, che permette di godere tutto l’anno della sua straordinaria veduta e che ospita il Ristorante sia d’estate che d’inverno – aperto anche alla clientela esterna – e il
bar da aprile a ottobre, anch’esso aperto agli esterni. Sul Roof Garden, ormai un luogo rinomato nella Capitale per ogni evento importante, è possibile organizzare meeting aziendali o cene di gala eleganti e suggestive, grazie a una vista mozzafiato su Roma; anche il ristorante può diventare un luogo ideale per colazioni d’affari e incontri di lavoro o per serate d’atmosfera, una location privilegiata dalla quale godere del mite clima romano. Sul Roof è possibile organizzare eventi esclusivi fino a 140 persone a cocktail e fino a 120 sedute: dalle convention aziendali alle cerimonie private, sempre con un menù personalissimo. Qui, infatti, si possono assaporare i piatti tipici della cucina locale interpretati con ricercatezza dallo chef. Da vivere con massima libertà anche gli spazi interni dell’Hotel. Molte delle 135 camere, tra superior, deluxe, junior suite e suite, godono di una doppia vista su piazza della Minerva con il Pantheon sullo sfondo e propongono spazi vivibili all’insegna del comfort più lussuoso ed esclusivo, dalle sistemazioni family alle camere comunicanti. Cristina Chiarotti
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Toscana Resort Castelfalfi Cresce l’offerta leisure e business con l’apertura de Il Castelfalfi - TUI Blue Selection, una punta di diamante nell’ospitalità di lusso internazionale
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Toscana Resort Castelfalfi è un antico borgo medievale ricco di tradizione che, dopo un lungo periodo di relativo abbandono, ha avuto la fortuna di tornare al suo splendore grazie ad un attento restauro. Situato nel cuore della Toscana, nel Comune di Montaione, tra Firenze e Volterra, il borgo gode di una posizione invidiabile. Protagonista di questa rinascita è TUI Group, leader mondiale nei servizi integrati per il turismo, che nel 2007 ha deciso di acquistare tutta la proprietà e di ridare nuova vita all’intera area: più di 1.100 ettari tra vigne, oliveti, boschi, laghi e una riserva naturale. La Tenuta, che si caratterizza per eleganza, stile e raffinatezza, offre un’ampia varietà di outlet tra cui 48 appartamenti, vari casali, alcuni negozi, un hotel di charme 4 stelle – “La Tabaccaia” – il campo da golf più grande della Toscana con un doppio percorso a 27 buche, 4 piscine, 3 ristoranti guidati da chef rinomati (la Trattoria “il Rosmarino”, il Ristorante “La Rocca” e il Ristorante “La Via del Sale”), e 5 bar (il Lounge bar de La Tabaccaia, Le Piscine Café, il bar della Club House, Il Giglio Blu, il lobby bar Ecrù). Di recente questo borgo residenziale ed esclusivo, davvero unico nel suo genere, si è arricchito di un hotel a 5 stelle “Il Castelfalfi - TUI BLUE SELECTION”, che completa un’offerta Mice davvero ecce-
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zionale con esperienze dedicate tutte da vivere.
TUI BLUE a 5 stelle italiane Il Castelfalfi - TUI BLUE SELECTION è la prima struttura cinque stelle del segmento lusso di TUI BLUE, il nuovo brand tedesco alberghiero che fa capo a TUI Group. L’hotel offre servizi esclusivi ai propri ospiti. Prima di tutto una posizione panoramica che domina tutta la valle e regala una vista spettacolare, poi 120 camere, di cui 67 classic, 24 deluxe, 6 grand deluxe, 15 executive e 8 suites, tutte impreziosite da caldi arredi e colori naturali che richiamano quelli del paesaggio toscano. Quattro le sale meeting, Honovere, Trust, Unique, Inspiration che in allestimento a teatro vanno da un minimo di 70
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ad un massimo di 180 persone. Oltre a “La Via del Sale”, fine dining restaurant panoramico che propone un’autentica cucina italiana firmata dall’Executive Chef Francesco Ferretti, sono a disposizione degli ospiti il pool bar “Giglio Blu” e il lobby bar “Ecrù”, pensati per rilassarsi, gustando proposte gastronomiche particolari e cocktail dal sapore tutto toscano. Per momenti di puro relax, il nuovo cinque stelle propone ai propri ospiti La Spa di 1.000 mq con sauna, bio-sauna e bagno turco con una ricca selezione di trattamenti e terapie formulate su misura per l’ospite. «Siamo contenti dell’apertura de Il Castelfalfi che ci permette di arricchire la nostra offerta leisure e business», dichiara Stefan Neuhaus, CEO di Toscana Resort Castelfalfi, «per noi Il Castelfalfi rappresenta la punta di diamante delle proposte della Tenuta e ci auguriamo di poter condividere con i nostri ospiti sempre più numerosi l’esperienza di questa hospitality esclusiva».
sure (business e leisure) all’insegna del benessere a 360 gradi, puntando su emozioni esperienziali soprattutto per eventi Mice. Arricchire il lusso con il piacere degli occhi grazie ad una struttura immersa nella natura, senza dimenticare il piacere del palato con una gastronomia a km zero di raffinata qualità contribuisce a rendere il soggiorno non solo esclusivo ma perfettamente integrato con il contesto. In quest’ottica anche la sostenibilità economica del borgo, fortemente voluta dalla proprietà, garantita anche dall’agricoltura e dall’artigianato, coerentemente con lo spirito che anima l’intero progetto: l’azienda agricola della Tenuta, infatti, produce ben cinque etichette vinicole, due oli extravergine di oliva biologici, oltre a farro perlato artigianalmente.
Sopra, Stefan Neuhaus, CEO Toscana Resort Castelfalfi
Cristina Chiarotti
Mice in natura, atmosfera e lusso Innumerevoli sono le tipologie di eventi che può ospitare il Toscana Resort Castelfalfi: da un matrimonio da sogno in una location esclusiva a incentives, meeting e lanci di prodotto, magari da testare sul luogo. Inoltre, la presenza nel Castello della “Rosso Toscano Cooking School”, può rendere particolari anche attività di team building ed eventi aziendali, sia nelle sale meeting situate all’interno della struttura del Castello, che negli spazi esterni, magari approfittando nella bella stagione del giardino e delle splendide terrazze con vista panoramica per serate di atmosfera, che possono ospitare più di 200 persone a banchetto. Costruito secondo i principi della bioedilizia, usando materiali tradizionali quali il legno e la pietra, riscaldato da una centrale termica a biomassa alimentata con il cippato – prodotto in parte dalla Tenuta – l’intero Toscana Resort Castelfalfi punta a promuovere una filosofia del viaggio blei-
La Tabaccaia Ad impreziosire Toscana Resort Castelfalfi è anche La Tabaccaia, un hotel di charme con 30 camere che richiama nel design il suo ricco passato, una ex fabbrica di tabacco, tipica del territorio. Tre le sale meeting, la Lobby (con una capienza max di 155 persone a teatro) e le sale Garibaldi e Modigliani (entrambe con max 50 persone a teatro).
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Ostuni Rosa Marina Resort Splendido resort immerso nella macchia mediterranea, vicino al mare di Ostuni
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A pochi passi dal mare della marina di Ostuni, facilmente raggiungibile dai due aeroporti pugliesi di Brindisi e di Bari, all’interno di una storica tenuta definita romanticamente come la piccola città di sole e da cui ne deriva il nome, (Rosa Marina), sorge l’Ostuni Rosa Marina Resort,
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elegante albergo con affaccio sulla costa adriatica.
La storia Si narra che la storia del villaggio abbia avuto inizio un giorno a seguito di una geniale intuizione avuta da due facoltosi gentiluomini inglesi a caccia d’affari, Mr.Gaspar e Mr.Lubin, che individuarono in questa lingua di territorio pugliese, alla fine degli anni 50, dopo il secondo conflitto mondiale, la zona adatta a quelle che erano sia dal punto di vista climatico che morfologico, le necessità di sua Maestà Britannica. L’amministrazione di molti protettorati Inglesi situati un po’ in tutto il mondo, doveva essere riorganizzata, e per centinaia di funzionari e burocrati inglesi, vissuti per intere generazioni in luoghi caratterizzati da climi e abitudini totalmente differenti da quelli della madre Patria, si presentava la necessità di un ricollocamento dopo anni di onorato servizio; il destino volle che la scelta cadesse sulla
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ridente terra di Puglia ed in particolare su Ostuni. Dopo qualche anno, la strategia ipotizzata dai due gentiluomini inglesi incontrò delle difficoltà e le risorse iniziali che erano state investite, cominciavano ad esaurirsi pregiudicando l’avvenire delle operazioni. Ma ogni grande impresa ha il suo protagonista e per Rosa Marina Max Schachter fu il personaggio chiave. Austriaco scampato miracolosamente dai campi di sterminio per ebrei, divenuto cittadino canadese dopo essersi trasferito, acquisì da Gaspar e da Lubin, il diritto del contratto sull’appezzamento di terreno e, avvalendosi dell’ausilio di due brillanti professionisti operanti nell’ambito internazionale, l’architetto Ernesto Azzolin e l’ingegnere Serban Dunareanu, furono in seguito, tutti insieme, gli indiscussi protagonisti della creazione del villaggio.
Una delle mete più ambite ed esclusive della Puglia
Il resort L’Ostuni Rosa Marina Resort, sorge su una vasta area, immerso totalmente nel verde, di una folta e splendida vegetazione tipica della macchia mediterranea. La sua struttura architettonica è contraddistinta da spazi confortevoli e luminosi con ampie verande inserite completamente in un suggestivo contesto naturale. Ognuna delle 240 tra camere e suite, tutte finemente ristrutturate nel 2016, è elegantemente arredata e dotata dei più moderni comfort. I suoi due ristoranti, Il Centrale all’interno con più sale disponibili e con la possibilità di cenare anche a bordo piscina, ed Il Pontile ubicato lungo la spiaggia privata di sabbia dell’Hotel, propongono non solo i piatti tipici della gustosissima cucina pugliese, ma anche quelli della cucina mediterranea in genere, con la cura della scelta di ingredienti e prodotti freschi, che solo il territorio circostante è capace di offrire.
Con il tempo l’interesse per la zona si dimostrò più forte quello dei Pugliesi rispetto a quello internazionale che era stato ipotizzato e che era stato motivo della scoperta di Rosa Marina. La Valle d’Itria era semisconosciuta, Ostuni era solo un nome sulla carta geografica e persino i trulli, dei ruderi ingombranti di cui sbarazzarsi, ma Rosa Marina divenne presto una delle mete più ambite ed esclusive della Puglia e fu teatro di un’esplosione turistica che ad oggi non si è mai arrestata 4 2017 www.mastermeeting.it
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Un territorio circostante ricco di storia e di località attrattive Raggiungibile con estrema facilità con una breve camminata a piedi o con caratteristico trenino su rotaie a disposizione per i clienti dell’Hotel è la spiaggia privata dell’Hotel caratterizzata da un’insenatura naturale di sabbia fine, da cui è possibile raggiungere le vicine calette, passeggiando restando sempre a contatto diretto con la natura. Chi non ama la sabbia e il sale del mare e preferisce la comodità dell’acqua dolce, può usufruire delle due piscine, di cui una denominata Laghetto, per la forma particolare e l’effetto di un grande specchio d’acqua che ne dà alla vista. L’Ostuni Rosa Marina Resort oltre ad essere luogo di vacanza ben si adatta anche allo svolgimento di meeting ed incentive con le sue sale, modernamente attrezzate, con una capienza che va dalle 200 alle 400 persone. Per chi ama la vacanza all’insegna dello sport, i 2 campi da tennis illuminati, il campo da volley, i due campi da calcetto in erba sintetica di cui uno per bambini, sono l’ideale, mentre per gli appassionati di golf, a meno di 20 minuti dal Resort, è possibile raggiungere l’esclusivo San Domenico Golf Club. P.T.
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Ubicato alle porte del Parco delle Dune Costiere e a due passi dalla Riserva Naturale di Torre Guaceto, Ostuni Rosa Marina Resort è un ideale punto di partenza per percorrere sentieri naturalistici e inebriarsi con il profumo del sale del mare alto salentino. Questo fa si che non sia un semplice villaggio turistico, ma piuttosto un’esperienza di accoglienza sensoriale e territoriale, un perfetto connubio tra relax e scoperta di natura, tradizioni, marinità. Ostuni conosciuta come la “città bianca” per la sua unicità architettonica e paesaggistica fatta di vicoli suggestivi, di un candido ricamo di case in pietra, palazzi e palazzetti barocchi uniti da scale, viuzze e botteghe. Il sito archeologico di Egnazia, citato da Plinio ed Orazio, inserito in un felice contesto naturalistico-ambientale, è uno dei più interessanti della Puglia. Le Grotte di Castellana, con itinerari suggestivi ricchi di caverne, grotte e profonde voragini, avute origine cento milioni di anni fa, quando la Puglia era immersa da un antico mare. Alberobello, patrimonio dell’UNESCO dal 1996, capitale dei trulli in Puglia, costruzioni tipiche pugliesi ormai conosciute in tutto il mondo, le cui cupole sono composte da cerchi di pietre sovrapposti, che rappresentano una sofisticata e allo stesso tempo semplice forma d’arte e di architettura. L’Ostuni Rosa Marina Resort si candida a tutti gli effetti ad essere punto di riferimento esclusivo nell’ormai rinomato territorio pugliese, territorio ricco di cultura e tradizioni, che vengono da secoli tramandate.
MM Partner di fiducia 4 17.qxp_Layout 1 16/05/17 11:49 Pagina 1
Da oltre 40 anni siamo partner di fiducia degli operatori dell’industria turistico alberghiera di alta gamma.
Cover story Lo spazio editoriale dove scoprire in tempo reale tutte le novità che riguardano il settore del turismo e dell'ospitalità di alto livello
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Hotel de la Ville Monza
A Small Luxury Hotel of the World Rinnovamento nella tradizione per lo storico albergo lombardo: l’eccellenza nell’ospitalità luxury con un’attenzione all’innovazione tecnologica e non solo
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«Il mondo del turismo sta cambiando profondamente rispetto al passato e, per riuscire a seguire l’evoluzione del mercato, bisogna disporre di una acuta sensibilità per “aggiustare” il prodotto e per attuare efficaci strategie commerciali. In particolare bisogna sapere che non esiste più una logica di rapporti standardizzati con contratti predefiniti: oggi il mercato vuole sempre più libertà e personalizzazione, non solo a livello leisure, ma anche e soprattutto nel segmento Mice». Ha le
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idee chiare Francesco Nardi, Revenue and Marketing Manager dell’Hotel de la Ville di Monza, e soprattutto sa come metterle in pratica. Sarà che l’hotellerie ce l’ha nel Dna, essendo il rappresentante della quarta generazione di una famiglia che, da oltre sessanta anni, è davvero un modello per chi fa “grande” ospitalità. Figlio di Luigi Nardi e nipote di Arcangelo (detto Tany), i due fratelli che da anni rappresentano l’anima storica dell’albergo, Francesco ha seguito la tradizione laureandosi al prestigioso Glion Institute of Higher Education con sede in Svizzera specializzato nell’insegnamento della gestione alberghiera. E se da oltre mezzo secolo e sempre con successo la famiglia è titolare dell’esclusiva struttura di 70 camere, affacciata sulla Villa Reale di Monza e sul suo splendido parco, Francesco Nardi è titolare della vision puntata sul futuro dell’azienda. «Il settore meeting ed eventi pare essere per fortuna in ripresa», aggiunge, «un po’ dappertutto ma molto anche nella nostra area geografica di competenza, quella milanese. Grazie all’onda lunga di Expo 2015, che si è rivelata soprattutto un’azzeccatissima operazione di marketing territoriale, Milano re-
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sta attualmente uno dei “most valued places to be”! Questo anche grazie al fatto che nel mondo crescono il desiderio, la possibilità e la necessità di viaggiare e di conoscere, in particolar modo per la generazione Millennials. È con loro che ci si deve confrontare oggi per capire le loro esigenze sia per viaggi di piacere che d’affari. Noi all’Hotel de la Ville lo stiamo già facendo proponendo al nuovo pubblico un viaggio esperienziale sia nel settore upscale che nel Mice. Come ribadito dalla Small Luxury Hotels of the World alla quale siamo affiliati dal 2008, il segreto del successo è quindi proporre un’esperienza di soggiorno autentica e originale. Anche i business traveller, così come le aziende, oggi non vogliono più un incentive classico, ma l’“evento esperienza” che possa essere ricordato con piacere e che quindi dia un valore aggiunto a committente e partecipanti. E poiché le ultime ricerche di settore dicono che nel 2025 il 50% dei turisti saranno Millennials, è indispensabile, come anticipavo, essere in grado di rispondere al futuro mercato del travel. Ovviamente è proprio su questo aspetto che ci stiamo impegnando ed essendo il nostro un hotel indipendente, possiamo essere più dinamici adeguando facilmente l’offerta alla nuova domanda».
Servizi d’alta gamma Un’offerta che è il frutto di un lungo lavoro fatto di passione e impegno, oltre che di risultati. Nel 2000 l’Hotel de la Ville ha vinto infatti l’ambito premio nazionale “Hotel of the Year”, per la categoria Business Hotel, mentre nel 2002 i Nardi hanno ottenuto il premio “Excellent Award”, come riconoscimento ai migliori imprenditori e manager dell’industria-turistico alberghiera italiana. E ancora nel 2014, l’hotel della famiglia Nardi riceve il “Finalist Award” nella categoria Best Service in
Europa, nell’ambito del premio Condè Nast Johansens dedicato ai migliori Luxury Hotels nel mondo, già vinto nel 2008. L’anno seguente l’albergo entra nella prestigiosa catena Châteaux & Hôtels Collection, presieduta da Alain Ducasse. A lui il compito di selezionare gli alberghi che uniscono all’ospitalità di pregio l’alta ristorazione. E non è un caso, come sottolinea Francesco Nardi: «L’aspetto tecnologico è un must dell’innovazione e dell’offerta di lusso di oggi, ma da solo non basta: ecco allora che il nostro management, come da tradizione dell’albergo, continua a puntare molto anche sull’aspetto gastronomico del soggiorno. La cucina di alto livello quindi resta come sempre un punto di forza della nostra grande ospitalità, tanto che il ristorante dell’hotel, il Derby Grill, è da anni segnalato dalle più rinomate guide di settore come il primo indirizzo gourmet di Monza e provincia. In aggiunta a ciò tengo infine a sottolineare come si siano instaurati proficui rapporti di collaborazione con importanti operatori del territorio: dalla Villa Reale di Monza, di fronte a noi, ai musei cittadini e ancora all’Autodromo, per offrire al Mice e al leisure un ventaglio unico di opportunità vincenti». Dd
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Hotel Bristol Palace Genova Un gioiello dell’ospitalità made in Italy, tra i più antichi e prestigiosi alberghi di Genova. Cornice di fascino per eventi Mice e feste leggendarie
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Cos’hanno in comune gli slanci poetici di D’Annunzio, la sensibilità e l’eleganza di Nureyev, la visionarietà di Hitchcock? Un luogo, o meglio, un’atmosfera, quella dell’Hotel Bristol Palace di Genova, elegante palazzo Liberty in pieno centro a Genova, uno degli hotel più antichi e conosciuti della città. Una “vibrazione” creativa percorre queste sale finemente decorate, dove risuonano oggi come ieri i passi di artisti, uomini di stato e celebrità. Fin dalla sua apertura, nel 1905, il Bristol è stato considerato uno dei più prestigiosi hotel della città, sofisticata cornice per feste leggendarie.
Una struttura di charme in costante rinnovamento Quattro stelle appartenente al Gruppo Duetorrihotels – eccellenza dell’hotellerie italiana nel segno del Made in Italy – il Bristol, membro dei Locali Storici d’Italia, rappresenta un “porto sicuro” per viaggia-
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tori e turisti, grazie anche alla vicinanza all’aeroporto di Nizza. È dal 2010 che Duetorrihotels investe per valorizzare le proprie strutture, restituendo ad alcune tra le più belle città d’arte italiane come appunto Genova, un importante patrimonio culturale e artistico. L’Hotel Bristol negli ultimi tempi è stato completamente rinnovato e ristrutturato grazie a interventi nelle zone comuni – dalle sale meeting ai corridoi – e nelle camere: un segno tangibile del costante rinnovamento della struttura che accoglie i suoi ospiti in un’atmosfera sospesa tra antica eleganza e design contemporaneo.
Punto di riferimento in città per meeting ed eventi L’Hotel Bristol è un punto di riferimento in città per workshop aziendali, happening e incontri business: le sue nove sale meeting, ampie e luminose, sono in grado di ospitare da piccoli gruppi fino a 200 persone.
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UN PREZIOSO DESIGN E TANTE ATTENZIONI SPECIALI L’hotel conserva oggi strutture e preziosi arredi originali dell’Ottocento e del primo Novecento, restituiti a nuova vita dopo un sapiente lavoro di restauro. Oggi si possono ammirare i salotti Napoleone III, i pavimenti in parquet e le pareti pregiate delle sale banchetti e convegni, la bellissima porta girevole in cristallo. Ma uno dei dettagli più pregiati dell’Hotel è lo scalone ellittico in marmo bianco, in puro stile Liberty. La sua delicata e avvolgente spirale avrebbe ispirato ad Alfred Hitchcock – ospite del Bristol durante le riprese di Caccia al ladro – il film “Vertigo”, conosciuto in Italia come “La donna che visse due volte”. Oltre a vantare un raffinato design, l’hotel coccola i suoi ospiti con tante attenzioni speciali, a partire dalla colazione. È particolarmente piacevole cominciare la giornata con prodotti biologici e a chilometro zero, dolci da forno, la gustosa focaccia alla genovese e, a scelta, un American breakfast di prima qualità, da assaporare nella cornice di magnifiche sale con affreschi. Una zona del buffet è riservata ai prodotti senza glutine e per celiaci. Quanto al Il Ristorante “Giotto”, è un importante tassello dell’eccellenza gastronomica genovese, dove assaporare proposte della tradizione ligure reinterpretate con fantasia, estro e competenza. L’hotel offre inoltre la comodità di una splendida terrazza di 80 metri quadrati, riparata da due grandi vele, ideale per un lunch o una cena con un ricco menu à la carte.
All’interno, atmosfere Belle Epoque, fanno da cornice alle moderne dotazioni tecnologiche, access point e Wi-Fi. Tra i fiori all’occhiello, la Sala Michelangelo, antica sala di lettura dell’Hotel, che ha conservato il grande specchio, le ap-
pliques alle pareti e il lampadario centrale, splendidi arredi d’epoca. Gli ospiti, in ogni area dell’hotel, possono contare sul top di gamma della connessione veloce: uno speciale accordo stretto con Fastweb garantisce infatti 50Mpbs con GMB (Guaranteed Minimum Bandwidth). Il Bristol è sempre più internet friendly: su richiesta è possibile passare a 100Mpbs, con una trasmissione dati veramente competitiva, l’ideale per meeting e incontri. P.T.
WALKING DISTANCE DALLE BELLEZZE DELLA CITTÀ Oltre la soglia del Bristol si estende una delle più belle e vitali città italiane. In effetti, uno dei suoi punti di forza è la posizione. Siamo in pieno centro, a due passi dal Palazzo Ducale e da Piazza de Ferrari, dal teatro Carlo Felice e dai più importanti musei e palazzi di Genova: via XX Settembre, costruita tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, è un susseguirsi di eleganti palazzi, tra i quali spicca appunto il Bristol Palace. Vale la pena di esplorare la città: le “meravigliose strade genovesi, contorte, tortuose, ripide, vertiginose, cunicolari” di cui scriveva Henry James, folgorato da Genova, nella sua raccolta di saggi “Ore italiane”. Tra i luoghi da visitare a Genova, città, insieme popolare e aristocratica, antica e moderna, ci sono i Palazzi dei Rolli, un sistema urbanistico nella Lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, progettato dai nobili genovesi; senza dimenticare il Porto Antico, una struttura progettata dall’archistar Renzo Piano che include l’Acquario di Genova, uno tra i più grandi e moderni d’Europa. Una bella passeggiata conduce direttamente ai piedi della Lanterna, simbolo di Genova, uno dei più antichi fari in funzione. Dalla cima, alta 117 metri, si può ammirare il colpo d’occhio sul mare, di fronte, e sulla città, alle spalle, una stupenda vista panoramica.
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Principe di Savoia Eleganza ed esclusività “made in Milano” fanno di quest’hotel un’icona dello stile e dell’hotellerie italiana. Che si declina nell’ospitalità alberghiera ma anche in diverse anime complementari: scopriamole insieme, dalla gastronomia al wellness
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Un albergo che da sempre rappresenta l’essenza più vera della città di Milano e del suo modo elegante di fare ospitalità. Dagli anni Venti del secolo scorso, poi, quello del Principe di Savoia è uno stile di accoglienza preciso che offre ai suoi ospiti, tutti, nessuno escluso, un’esperienza straordinaria di lusso e comfort. Che si declina, come è ovvio che sia, innanzitutto all’interno delle 287 camere e delle 44 suite – tra le quali spiccano le nuovissime
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9 Principe Suite per realizzare le quali l’architetto Francesca Basu ha tratto ispirazione da un mix di moda, arte e architettura tutto meneghino: in tutte l’ospite trova bagni in marmo, accessori esclusivi, prodotti della linea Acqua di Parma, televisori LCD interattivi, accesso a internet ad alta velocità e Wi-Fi (inoltre disponibile anche in tutte le aree comuni). Ma il Principe resta il Principe in ogni sua espressione: in ognuna delle varie anime
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dell’hotel – quella enogastronomica come quella legata al wellness, quella ludica come quella artistica – l’ospitalità griffata Principe di Savoia, appartenente alla prestigiosa collana di hotellerie internazionale Dorchester Collection, dimostra un’eccellenza e uno stile prezioso e raffinato che ha pochi uguali, non solo a Milano, ma in ogni parte del mondo.
Acanto: indirizzo gourmet e salotto esclusivo E se la cifra dell’accoglienza made in Italy si misura molto in relazione all’elevata qualità culinaria della proposta “food & beverage”, ecco allora che il Principe di Savoia, grazie all’offerta gourmand del suo Ristorante Acanto, può donare ai suoi ospiti un’esperienza unica e affascinante. Che parte della creatività dello chef Alessandro Buffolino, il quale combina la maestria del suo talento a tecniche culinarie innovative in piatti di qualità eccezionale, che si gustano anche nella deliziosa veranda affacciata su un giardino con vista sulla fontana del XVIII secolo. Ma non basta: il Ristorante Acanto è
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anche un salotto esclusivo nel quale il Principe mette in scena eventi imperdibili: come ad esempio i “Giovedì in musica”, che per tutto il mese di aprile hanno portato il repertorio di musica swing e jazz del trio-live “Italian Swing Frequency” (piano, sax e contrabbasso accompagnati da una voce femminile) ad accompagnare le ricette uniche dello chef Buffolino, a loro volta predisposte in momenti di degustazione da tre o quattro portate. Una volta sola al mese poi ecco che Acanto diventa il palcoscenico delle Cene Gourmet: quella del 10 maggio ad esempio è stata preparata a 4 mani con lo Chef del Lord Byron di Forte dei Marmi, men-
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tre, nelle altre occasioni, viene proposta una serata gourmand con menu degustazione realizzato con un partner “food & beverage”. A giugno, per esempio, è in calendario la Cena Gourmet in collaborazione con la prestigiosa cantina Benanti.
Momenti alla moda Simbolo dell’italianità, esaltata attraverso l’utilizzo di materiali e installazioni create da maestranze artigianali d’eccellenza, il Salotto Lobby Lounge dell’Hotel Principe di Savoia di Milano è uno spazio che si presta ad essere vissuto in ogni momento della giornata come avvolgente luogo di incontro, sia per meeting sia per appuntamenti à la page. Non solo grazie alla sua ambientazione dallo stile contemporaneo, espressa nelle forme regali delle pareti rivestite in marmo e delle boiserie in legno intagliato, oltre che nel monumentale dipinto di Luca Giordano che affianca la leggerezza spettacolare del lampadario a 48 bracci in vetro di Murano creato da Barovier e Toso. Il Salotto, infatti, regala ai suoi ospiti inaspettate promo mensili: come “Salad Bar” (dal 18 aprile al 30 giugno, dalle 12 alle 15, i clienti possono comporre da soli il loro piatto light, insalate di stagioni, seguendo i loro gusti e preferenze), o come “Centrifuga Mania” (appuntamento previsto per giugno e luglio e durante il quale ogni ospite potrà
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crearsi il suo smoothies accompagnato da un piccolo snack di frutta). E se il momento della giornata da caratterizzare con unicità arriva all’ora dell’aperitivo, o ancora più tardi, ecco che il Principe di Savoia offre un altro dei suoi palcoscenici unici. È il Principe Bar, location di stile ed eleganza nella quale si possono ammirare citazioni di design italiano degli anni Sessanta e Settanta che mixano le trasparenze luminose della parete di cristallo che sovrasta il bancone del bar con le opere d’arte, tra le quali spiccano i collage di Mimmo Rotella che rimandano a storiche pellicole italiane come “La Dolce Vita” e “Matrimonio all’Italiana”. Il centro della sala poi si focalizza nell’isola in velluto sagomata interamente attorno a un antico pianoforte a coda, che vela una consolle da DJ all’avanguardia: da qui, per due serate speciali ogni mese, si crea un DJ Set esclusivo “Made in Principe” che parte dall’ora dell’aperitivo e continua nella notte milanese.
rato la Spa più esclusiva di Milano, offre una serie di trattamenti personalizzati con prodotti di Sensai e Comfort Zone, ma non solo. La struttura si estende infatti per ben 500 metri quadri e comprende piscina riscaldata, palestra, Jacuzzi, sauna, bagno turco, cabine per massaggi, spogliatoi con docce in marmo, chaise longue e solarium. E proprio in vista dell’estate oramai alle porte ecco che il Club 10 Fitness & Beauty Center offre agli ospiti interessanti promozioni per prepararsi ad affrontare nel modo giusto la stagione delle vacanze. D.D.
Esperienze di wellness Last but not least ecco un’altra delle anime ricche dell’hotel, quella legata al benessere, e che si esplicita nel Club 10 Fitness & Beauty Center, innovativo spazio wellness che è situato all’ultimo piano dell’albergo e che dispone di una terrazza con vista panoramica sulla città. Conside4 2017 www.mastermeeting.it
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Hospitality4you Hotels & Resorts Un gruppo alberghiero con una rete di strutture di qualità, gestita da professionisti dell’hotellerie con anni di esperienza nel settore alberghiero presso importanti realtà turistiche italiane, per regalare all’ospite un’esperienza unica
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Hospitality4you nasce con una semplice idea vincente, cioè offrire ai propri ospiti, sia che viaggino per piacere o per lavoro, per un lungo periodo oppure solo per una notte, per una cena galante o per un evento mondano, un’esperienza di soggiorno indimenticabile. Per riuscire in questo intento, la filosofia di accoglienza di hospitality4you si è liberata dalle anguste logiche delle offerte stagionali, dei pacchetti preconfezionati e dell’offerta turistica standard, puntando con decisione sul gradimento dell’ospite, che merita una cura e un’attenzione tailor made, secondo esigenze e richieste cui lo staff di ogni struttura è capace di dare una risposta appassionata e competente. Ma quali sono i punti di forza di Hospitality4you? Tre le linee guida principali che ispirano la filosofia azienda-
le: la capacità di saper operare efficacemente nella gestione di hotel le cui prestazioni sono al di sotto dell’effettive potenzialità riqualificandone l’offerta e i processi manageriali, ottimizzando le performance su ricavi, margini di profitto, controllo di gestione e gestione finanziaria; la capacità di avviamento di nuove strutture alberghiere, anche in fase di conversione o rebranding; la possibilità di gestire e coordinare tutti gli aspetti della vita di una struttura alberghiera, sia in ambito organizzativo, legale, amministrativo, informatico, ecc. Ecco perché, dopo anni di attività nelle più importanti realtà del settore turistico ed alberghiero, il team di professionisti che ha dato vita ad hospitality4you Hotels & Resorts ha preso in gestione diretta alcune delle più suggestive strutture ricettive italiane.
Holiday Inn Nola Naples Vulcano Buono - Nola La struttura offre 143 camere, ristorante e sale meeting, e si caratterizza per la peculiarità della hall, che si sviluppa in una delle falde del vulcano ricreato dall’architetto Renzo Piano. L’Holiday Inn Nola Naples - Vulcano Buono è in una posizione ottimale per i viaggiatori d’affari e di piacere. L’hotel si trova all’interno (con accesso diretto) del Centro Commerciale Vulcano Buono nel quale si trovano un Centro Fitness e Benessere, un cinema multisala e una galleria commerciale con 160 negozi e area ristorazione. A soli 20
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minuti dall’aeroporto internazionale di Napoli e a 25 minuti da Caserta e Salerno, dotato di accesso diretto allo svincolo autostradale di Nola, l’Holiday Inn Nola Naples - Vulcano Buono è l’hotel ideale per raggiungere le diverse attrattive della Campania in piena comodità, evitando il traffico cittadino.
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Sunbay Park Hotel Civitavecchia & Stabilimento La Scogliera Civitavecchia Situato a soli 30 minuti da Roma e dall’aeroporto Leonardo da Vinci, offre incantevoli viste sul mare e sul porto turistico Riva di Traiano. Grazie alla posizione della struttura, appena fuori Civitavecchia e nel cuore dell’Etruria meridionale, il Sunbay Park Hotel offre la possibilità di trascorrere un soggiorno circondati dalla tranquillità della natura; un vero e proprio piccolo Resort alle porte di Roma, che coniuga l’accoglienza all’ottima ristorazione. Conta 58 camere, una raffinata ristorazione con oltre 300 coperti, piscina panoramica, campi da beach tennis, campi da tennis, palestra e centro fitness, grazie alla convenzione con l’adiacente circolo sportivo, darsena privata con 65 posti barca e uno stabilimento balneare con 200 posti lettino, 60 cabine e due piscine. Le strutture sportive e le piscine, la possibilità di compiere numerose escursioni nei dintorni, oltre alla possibilità di recarsi facilmente a Roma (i collegamenti via treno portano gli ospiti in circa 50 minuti a Trastevere), rendono completa l’esperienza di soggiorno dell’ospite. A questo si aggiunge la possibilità di effettuare banchetti con varie location, dalla piscina nel giardino
dell’hotel a quella sul mare, oltre alle sale che si affacciano su un panorama mozzafiato.
Hotel e Aparthotel Baia del Sole & Stabilimento Balneare Le Palme Civitavecchia L’Hotel Baia del Sole si compone di 44 camere, anche queste di diverse metrature e composizione, con possibilità di ospitare oltre 100 persone. L’Aparthotel consta invece di 28 appartamenti in formula residence, le cui dimensioni si spingono fino a 100mq, con possibilità di ospitare oltre 120 persone. Lo Stabilimento Balneare Le Palme è dotato di due piscine, campo 4 2017 www.mastermeeting.it
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sportivo, cabine, aree snack e 400 posti lettino. Queste tre strutture contornano l’area su cui insiste il Sunbay Park Hotel, generando insieme un complesso ricettivo di 130 unità abitative, mezzo chilometro di fronte mare, 5 piscine, 3 campi sportivi con diverse superfici, più aree ristorative aperte al pubblico (ristorante, pizzeria, chioschi bar).
montorio di Monte Argentario, collegato alla costa dai tomboli della Giannella e della Feniglia. L’albergo dispone di una piccola baia privata, attrezzata con sdraio e ombrelloni. Le ampie terrazze comuni garantiscono spazi per il relax e la ristorazione, assicurata dall’ottimo ristorante dell’hotel “Il Calvelletto” con cucina tipica toscana.
Hotel Filippo II Porto Santo Stefano
Hotel Boite & Residence Corte Borca di Cadore
La struttura, dotata di 34 unità, tra appartamenti e suite, quasi tutte con vista mare, sorge in un luogo esclusivo, sul pro-
Entrambe le strutture sono situate a meno di 15 km da Cortina d’Ampezzo e a soli 3 km dagli impianti di risalita Donaria, a San Vito di Cadore, raggiungibili con il servizio navetta offerto agli ospiti. L’Hotel Boite è dotato di 84 camere, tutte con balcone, esposte al sole e con una splendida vista delle Dolomiti. Il Residence Corte consta di 45 appartamenti, di varie dimensioni, aree ricreative e ristorative, con un potenziale ricettivo complessivo di oltre 350 posti letto. Il ristorante, le aree ricreative, la pizzeria e la birreria, poste all’interno dell’Hotel Boite, oltre alle immancabili aree tecniche per gli sciatori, completano l’offerta per gli ospiti dell’hotel e del residence, che potranno usufruire anche del Centro Benessere “Corte Spa”. C.C.
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MAGAZINE D’OPINIONE SUL MONDO DEL TURISMO Abbonamento annuale al costo di soli 30 euro Incluso supplemento annuale a Master Meeting “Directory Excellent” e spese di spedizione Per abbonarsi: • effettuare un versamento tramite bollettino postale sul c/c 55001911 intestato a: Communication Agency Int. Srl - via S. Simpliciano 4, 20121 Milano specificando nella causale: abbonamento annuale Master Meeting • fotocopiare e inviare per fax o e-mail a Communication Agency, Milano
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Villa Erba Premiata da Federcongressi Con l’Fce Member Choice Awards e di nuovo espositore alla Bit - Borsa Internazionale Del Turismo
Da sin., Piero Bonasegale, Direttore Villa Erba; Mario Buscema, Past President Federcongressi; Alessandra Albarelli Presidente in carica Federcongressi
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Il Centro Internazionale Esposizioni e Congressi Villa Erba di Cernobbio, sul lago di Como, non è solo la location di punta del proprio territorio, ma un vero e proprio centro di produzione di eventi. E prodotto internamente, con una sinergica azione di co-marketing con i fornitori, è stato l’evento del 15 giugno scorso con il quale la struttura ha festeggiato i suoi 30 anni di attività e grazie al quale si è aggiudicata il premio Excellence Awards 2017 organizzato da Federcongressi. La scorsa settimana, a Riva del Garda, in occasione della decima edizione della convention annuale dei soci, la giuria – presieduta da Margherita Franchetti, a cui si è unito il voto dei partecipan-
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ti alla convention – ha premiato i quattro migliori eventi in concorso organizzati nell’anno 2016 per le seguenti categorie: destinazioni e Sedi, DMC e Incentivazione, Organizzazione congressi, eventi e Provider ECM, Servizi e Consulenze. A Villa Erba, in concorso con l’evento celebrativo del 30esimo anniversario è stato assegnato, per l’innovazione e la creatività riscontrata, l’FCE Member Choice Awards. «L’evento del trentesimo», spiega Piero Bonasegale Direttore di Villa Erba, «è stato un successo di pubblico e di emozioni. Oltre 700 invitati hanno potuto apprezzare le bellezze di una location unica dove storia e innovazione si fondono in un perfetto equilibrio. La soddisfazione di aver vinto questo premio è ancora maggiore perché il risultato è stato sancito da una platea di professionisti del settore di altissimo livello e di notevole competenza; un premio alla professionalità e alla capacità del personale di Villa Erba che si dimostra efficiente e preparato, sempre pronto ad accogliere e seguire il cliente affinché possa realizzare al meglio il suo evento, offrendo all’occorrenza anche la consulenza per la produzione completa, sia esso una convention, una fiera o un matrimonio da favola».
Villa Erba, fortemente orientata all’innovazione, ha voluto anche rilanciarsi con un ritorno alla Bit Borsa Internazionale del Turismo, storica fiera internazionale che per l’edizione 2017, appena conclusa, si è proposta totalmente rinnovata, con un nuovo format fieristico, targettizzato e rivolto in prevalenza a selezionati e qualificati operatori del settore. Villa Erba, con Lake Como Events Network, ha preso parte alla manifestazione nella nuova area Mice World (spazio interamente dedicato agli organizzatori di convegni, meeting, incentive, exhibition) con uno stand preposto alla promozione dei propri servizi rivolti sia al mercato B2B che al mercato B2C. «Sono stati molti i contatti business raggiunti nei 4 giorni di fiera», spiega Piero Bonasegale, «con una netta prevalenza di appuntamenti con organizzatori stranieri provenienti da Russia, India, Brasile, Usa, Cina, Francia e Spagna. È un segnale forte che ha confermato l’interesse verso Villa Erba, diventato un brand riconosciuto e apprezzato a livello internazionale sia dagli operatori nazionali e internazionali del mondo del turismo che dalla meeting industry». P.T.
UN MODERNO cENtRO cONgREssi
i M M E R s O N E l g R a N D E Pa R c O
Di UNa Villa aNtica
sUllE RiVE DEl lagO Più bEllO DEl MONDO Solo a Villa Erba è possibile trovare tutto questo. Polivalenza della struttura e funzionalità degli spazi permettono di organizzare eventi di qualunque tipo, in una singola area o contemporaneamente in tutto lo spazio a disposizione. Per consentire la massima personalizzazione e la massima libertà nell’accoglienza dei propri ospiti, gli ambienti non
prevedono allestimenti standard, lasciando campo libero all’immaginazione e alla creatività. Un’oasi di sostenibilità: grazie alla realizzazione di un impianto di condizionamento ad energie rinnovabili con impiego di acqua di lago che riduce del 95% le immissioni di cO2 e di calore nell’atmosfera, Villa Erba è protagonista anche nel campo dell’ecosostenibilità.
Centro internazionale esposizioni e congressi cernobbio - largo luchino Visconti 4 - lago di como - italy - Ph +39 031 3491 - info@villaerba.it - www.villaerba.it
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Luganese Una destinazione all-in-one tutta da scoprire, 365 giorni l’anno
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Sopra, panoramica Regione del Luganese. © Enrico Boggia. In basso, Piazza Riforma, Lugano. © Stephan Schacher
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C’è solo una destinazione in grado di riunire atmosfere mediterranee, una cultura cosmopolita, una forte tradizione enogastronomica, un’offerta incentive straordinaria, servizi congressuali e alberghieri all’avanguardia... Il tutto in un ambiente a misura d’uomo e, per giunta, a pochi chilometri da un aeroporto internazionale. La regione del Luganese è sicuramente una meta che non teme paragoni e che gode di un ottimo posizionamento come meta Mice e incentive nel panorama internazionale. In estate e in primavera le strade che co-
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steggiano il Lago sono piene di turisti, le venues per eventi registrano spesso il tutto esaurito per matrimoni ed eventi privati, mentre gli hotel registrano ottime percentuali di occupazione. Sempre di più la destinazione risulta essere tra le scelte Mice preferite da grandi aziende multinazionali e dalle realtà più piccole italiane, e non solo nel periodo estivo. Negli ultimi anni si è fatto molto, infatti, per incentivare quel periodo che inizia a novembre e finisce agli inizi di marzo. Molti eventi (lanci di prodotto, meeting direzionali) avvengono proprio in questi mesi. Lugano MICE coordina e mette a sistema l’intera offerta congressuale del territorio del Luganese, potendo contare su più di 40 strutture alberghiere e prestatori di servizi di lunga tradizione, garanti di una forte professionalità e di un autentico amore per l’ospitalità. Non solo, a questi sono da aggiungere le numerose location per eventi e meetings, all’interno di ville d’epoca, cantine vitivinicole, cantieri navali, palazzi storici e hotel congressuali. A chiudere la lista, il Palazzo dei Congressi e il LAC, Lugano Arte e Cultura, entrambi adatti ad ospitare eventi di medie-grosse dimensioni, strategicamente localizzati nel centro cittadino a due passi dal lago, dalle principali attrazioni turistiche e dai ristoranti di maggior calibro
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TOP MICE DESTINATION
cinese, le influenze dalla vicina Italia e quelle tipiche della Svizzera interna – e trova espressione in numerosi festival, percorsi tematici che animano le vie del centro storico cittadino in vari momenti dell’anno. P.T.
A TUTTO INCENTIVE
della città. L’offerta gourmand è del resto uno dei capisaldi del territorio luganese – in cui convergono l’elemento locale ti-
Le sinergie i servizi di Lugano MICE spaziano dalla preparazione di candidature a congressi e manifestazioni nazionali ed internazionali all’attività di supporto dell’evento, dalla ricerca di contingenti alberghieri al reperimento di staff e fornitori qualificati sul territorio fino all’organizzazione di incentive e di attività ricreative alla scoperta del territorio. Le possibilità per incentive e team building sono infinite: dalle escursioni e dalle arrampicate alle visite storiche e culturali, dai percorsi enogastronomici alle attività sportive, dagli orienteering ai photorally sul territorio. Lugano MICE è senza dubbio il punto di riferimento migliore per accedere alle infinite opportunità che la regione del Luganese mette a disposizione per gli organizzatori di eventi e di congressi. Maggiori Informazioni: ww.luganomice.ch
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TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ
Iniziative Venete Un’esperienza di 40 anni al servizio del mercato dell’accoglienza, formazione continua e specifica per i dipendenti, progetti ad hoc per ogni struttura sono alla base del business di questa azienda specializzata in hotel cleaning e non solo
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«Nata da 40 anni di esperienza tramandata attraverso tre generazioni, da quando l’azienda forniva servizi di pulizia alle navi da crociera, Iniziative Venete, come è strutturata oggi, nasce nel 2000, e lavora soprattutto con le grandi catene alberghiere e gli hotel di lusso sul mercato nazionale. Ma siamo anche presenti in Armenia, in Austria, a Londra con IVH Management e di recente siamo entrati anche nel settore in Grecia», ci racconta Roberto De Zorzi, fondatore e CEO dell’azienda veneta. Il suo core business sono i servizi di cleaning, che si rivolgono in prevalenza al segmento degli hotel quattro e cinque stelle, con 1,2 milioni di camere pulite. Inoltre ha sviluppato una specifica expertise sul settore congressuale, cui fornisce non solo servizi di pulizia, ma anche di accoglienza, sicurezza, allestimento degli spazi e transfer. Ha poi avviato delle collaborazioni con personale specializzato in interpretariato e tradu-
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zione, ufficio stampa, organizzazione del calendario per gli accompagnatori ed editoria, per la trascrizione e l’elaborazione degli interventi, trasformati in testi ed editati. «Affianchiamo al nostro tradizionale servizio di cleaning anche questa specifica attenzione per il mercato congressuale perchè ormai i grandi convegni si svolgono sempre di più all’interno degli hotel, che sono il nostro target naturale».
Formazione continua e progetti dedicati Sono 1.400 i dipendenti di Iniziative Venete. Dipendenti e non collaboratori, come ci tiene a sottolineare De Zorzi, che nella sua azienda ha attuato una politica di inclusione e rispetto dei lavoratori che la rende una mosca bianca in un mercato in cui spesso all’improvvisazione dei proprietari va di pari passo la totale mancanza di garanzie per le maestranze. Tutti inquadrati con i contratti di lavoro propri
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TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ
I BAMBINI AL LAVORO Iniziative Venete, anche se lavora su tutto il territorio nazionale e oltre, è profondamente legata alla città in cui è nata. Per questo è più volte intervenuta in situazioni critiche, per restituire a Venezia il decoro e la bellezza che merita. Per esempio, si è attivata per pulire il ponte di Calatrava ed eliminare le scritte da quello di Rialto. Più di recente ha coinvolto 500 bambini delle scuole locali, cui ha affidato il compito di segnalare i luoghi di cui prendersi cura in città, in un’iniziativa che sarà oggetto di una premiazione il 10 maggio al Molino Stucky Hilton Venice.
del settore, vengono formati costantemente per offrire un servizio altamente professionale e soprattutto studiato ad hoc di volta in volta. «Abbiamo creato un istituto interno dedicato alla formazione dei dipendenti, l’Academy. Oltre ai corsi basilari dedicati a sicurezza e igiene, per ogni cliente impostiamo un piano personalizzato, che condividiamo con i nostri dipendenti per offrire un servizio mai standard e in linea con le esigenze e le aspettative dell’hotel», sottolinea. Iniziative Venete è anche stata protagonista più volte di azioni di ricollocamento dei dipendenti in esubero di grandi alberghi, soprattutto sul territorio veneziano. «Oltre a garantire i livelli occupazionali di queste persone, ne abbiamo anche conservato la professionalità. In molti casi si trattava di lavoratori che avevano speso decenni nel settore: sarebbe stato un grande spreco disperderne le capacità e l’esperienza». Inoltre, l’azienda attua costantemente delle politiche di inclusione di persone in situazione di disagio, italiani ed emigrati, a cui garantisce dei percorsi di apprendimento del lavoro e di effettivo impiego pagati, offrendo loro una professione, la possibilità di essere indipendenti e una migliore prospettiva di vita.
non formate. Chiaramente l’albergo rimane poi scottato da queste esperienze negative e pensa che l’unica soluzione sia tornare indietro, reinternalizzando. In realtà realtà solide come la nostra non devono fare altro che aspettare e tutte le
aziende che lavorano male spariranno dal mercato da sole nel giro di pochi anni». E aggiunge: «secondo me l’aspetto del risparmio nell’outsourcing è relativo, visto che se si inquadrano i lavoratori in regola il costo del lavoro non è inferiore. Quello che offre in più è la flessibilità di rispondere ai momenti di picco o calo del lavoro e la professionalità di chi acquisisce esperienze in realtà diverse e le sa adattare di volta in volta al contesto specifico». P.T.
La forza dell’outsourcing Nell’ambito dell’hospitality affidare all’esterno alcuni servizi è stato a più riprese criticato. L’outsourcing è spesso visto come un modo volto solo ad abbattere i costi, a scapito della qualità del servizio, della professionalità degli operatori e della loro sicurezza. Come ci spiega De Zorzi: «Purtroppo in questo settore ci sono tanti improvvisati, che usano prodotti di cattiva qualità e maestranze provvisorie e 4 2017 www.mastermeeting.it
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LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING
BE-Wizard! 2017 Dalla navigazione online alla digital experience
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La digital experience è stato il tema al centro della IX edizione di BE-Wizard! svoltasi al Palacongressi di Rimini dal 31 marzo al 1 aprile. L’evento, di caratura internazionale, ha portato sulla scena una sessantina di esperti in materia di webmarketing, ad oggi uno degli strumenti più utili ed efficaci per migliorare vendite e reputazione. La due giorni si è confermata un laboratorio dell’innovazione per la sperimentazione di nuovi percorsi, tra diverse competenze d’alto profilo, contributi specialisti di stakeholder del comparto digital e accreditati esperti. Grande l’affluenza da tutta Italia, Emilia-Romagna Lombardia e Veneto in testa, ma anche dal centro (Lazio, Marche e Toscana) e dal Sud (Puglia, Sicilia e Sardegna in particolare).
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Persone reali e profili digitali sono oggi un unico mondo In risposta alla rapida e continua evoluzione del settore tecnologico, l’evento ha fornito risposte e strumenti di lavoro sia agli imprenditori del turismo, che a quelli del settore food e business on line, addet-
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LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING
ti ai lavori inclusi. Oggi gli utenti sono diventati multiscreen (anche in Italia ormai il 50% delle ricerche avviene da mobile) e vivono in una realtà virtuale tra negozi online, realtà aumentata e social media. È in atto un processo della digitalizzazione della realtà che sta provocando una contaminazione costante e reciproca della dimensione fisica e di quella digitale, come ha dichiarato anche Paolo Zanzottera durante il suo intervento a Rimini «Non ha più senso distinguere tra esperienza reale e digitale. Persone reali e profili digitali sono ormai la stessa cosa, ed è ora di digitalizzare i modelli di business considerato che ormai non distinguiamo più digitale e fisico; è un unico mondo, non ha più senso parlare di popolo della rete. Il futuro? Marketing e comunicazione off e on line devono avere un unico atteggiamento». Nella sessione specialistica dedicata al turismo, Destination Management e Destination Marketing, hotellerie e brand identity sono stati i principali focus trattati. Tra i contributi più seguiti in tema di Digital Marketing per il Turismo 2.0 quello di Josep Ejarque, tra i massimi esperti di promozione turistica, dedicato al tema user generated content: «Il 76% dei turisti posta immagini relative ai luoghi di vacanza sui profili social e il 72% degli utenti attivi su Facebook si registra in una location durante un viaggio. È evidente, dunque, che per una destinazione come per una struttura ricettiva diventa fondamentale ottimizzare a proprio vantaggio i contenuti generati on line, considerato anche che il 52% degli utenti Facebook riconosce di ispirarsi alle immagini che gli amici pubblicano in bacheca e conferma che racconti e foto postati hanno influenzato la loro scelta. A supporto di ciò, un altro dato importante: l’81% dei turisti ritiene importanti le opinioni di altri turisti e il 49% non prenota senza prima analizzarne le recensioni». La grande trasformazione – secondo Ejarque – è che da un mercato di domanda si è passati ad un mercato di offerta «Il turista, vuole certo ancora flessibilità, comodità, convenienza, ma soprattutto desidera informazioni; ciò nonostante il 76% dei turisti considera le informazioni ufficiali poco credibili», ha aggiunto l’esperto durante il suo intervento. «L’influenza delle raccomandazioni digitali sta generando forti ri-
percussioni nel comparto: i dati di Oxford Economics dicono che Tripadvisor ha influenzato il 13% dei viaggi internazionali. Per quanto riguarda la scelta della destinazione e dell’hotel, i viaggiatori sono stati condizionati dalle recensioni degli utenti in base alle quali sono state prese decisioni di viaggio, mentre per quanto riguarda il turismo domestico l’impatto è stato del 7%». «Il mondo sta cambiando e continuerà a cambiare radicalmente e rapidamente», è stato il commento di Enrico Pozzi, ideatore di BE-Wizard! «e proprio partendo da questa premessa, in questa edizione, è stato dato spazio ancora più ampio alle sessioni specialistiche e ai case study di successo. La mission dell’evento è fornire al pubblico una formazione immediatamente trasferibile e applicabile nel proprio ambito di business specifico, perché per emergere occorre cambiare approccio velocemente». Durante la giornata d’apertura l’hashtag #bewizard si è posizionato tra i primi cinque trend topic Italia su Twitter. P.T.
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Effetto wow! Visione strategica, creatività, coinvolgimento dei partecipanti e perfetta execution sono fondamentali per realizzare eventi di successo. Come dimostrano le recenti convention organizzate da CWT Meetings & Events per GE Oil & Gas e CocaCola Hellenic Bottling Company
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Il mercato degli eventi sta cambiando e CWT Meetings & Events sta investendo in modo massiccio sull’innovazione e sulle persone per offrire ancora più valore aggiunto ai clienti. Dal focus sulle nuove tecnologie digitali, sui social e sul mobile, promosso dalla nuova strategia globale CWT M&E 3.0, alla partnership esclusiva stretta di recente con International SOS
per garantire la safety & security dei partecipanti agli eventi. Fino allo sviluppo di skill e professionalità, grazie al rafforzamento del team italiano con l’acquisizione di profili provenienti dal mondo dell’event marketing e della comunicazione. Con l’obiettivo di garantire creatività, capacità di innovazione e un elevato ROI degli eventi per i clienti.
“Together” è meglio Una recente case history che conferma questo approccio è l’evento “Together. We fuel the future”, ovvero l’Annual Customer Meeting 2017 di GE Oil & Gas, che ha richiamato a Firenze circa 1.400 partecipanti da ogni parte del mondo e che è stato affidato a CWT M&E per il secondo anno consecutivo. La convention - organizzata con la collaborazione di Casta Diva Group - è stata ospitata nella cornice del nuovo Teatro dell’Opera di Firenze, completamente rivisitato per immergere i partecipanti nel mood dell’evento fin dal loro arrivo. All’interno, gli ospiti sono stati accolti da
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EVENTI
una scenografia avveniristica: uno “spider” con schermi digitali interattivi integrati tracciava il percorso di visita e quattro virtual room immersive proponevano un’originale esperienza per conoscere i nuovi prodotti in lancio. Il retropalco invece è stato trasformato per ospitare una serie di sale allestite ex novo, e modificate nel corso delle giornate di evento per accogliere le 40 sessioni di approfondimento tecnologico e di networking. Anche la gestione tecnica è stata complessa, garantita da un’efficiente macchina organizzativa che, per esempio, ha permesso di gestire l’accredito di 1.400 persone in un’ora. Gli allestimenti, ad alto contenuto tecnologico, prevedevano anche un maxi schermo a led di circa 400 metri quadrati e diversi touch screen.
Un approccio “social” «L’edizione 2017 della convention è stata caratterizzata da una multi customer experience gestita a 360 gradi, ovvero dal coinvolgimento attivo di tutti i partecipanti e dalla capacità di costruire una comunicazione immediata e di facile e veloce decodifica», dichiara Armando Mastrapasqua, senior director di CWT Meetings & Events Italia, Grecia, Egitto e Marocco. «Questo sarà nel futuro, oltre alla comprovata capacità di production e logistica, l’elemento distintivo su cui i nostri clienti potranno fare affidamento». Molto curate son state infatti la comunicazione e l’interazione social, fin dalle prime fasi di preparazione dell’evento, costruendo un percorso di ingaggio tramite diverse comunicazioni in sequenza e l’invio di un video del backstage della convention come teaser. Durante l’evento un’app dedicata aggregava tutti i contenuti generati dai partecipanti – video, foto e post detti “vox pops” – che hanno rafforzato ancora di più l’engagement.
Destinazione Roma, Italia Analogo successo per la Leadership Conference internazionale di Coca-Cola Hellenic Bottling Company, organizzata da
CWT Meetings & Events, in partnership con Egg Events, a Roma. Oltre 350 senior manager di 28 Paesi si sono riuniti per 3 giorni per condividere i risultati del gruppo e le strategie future, all’insegna dei valori del brand e dell’italianità. Ogni aspetto dell’evento è stato declinato coerentemente e curato con attenzione al dettaglio. Dall’ideazione del concept alle attività di comunicazione anche digitali, dalla scelta della location agli allestimenti, dall’entertainment alla logistica, alla segreteria organizzativa. «Con grande piacere abbiamo supportato Coca-Cola HBC nella realizzazione della loro annuale conference. Un momento importante per la vita dell’azienda che volevamo restasse impresso nella memoria di tutti i partecipanti», racconta Mastrapasqua. Momenti di business fortemente immersivi e attività ricreative e di networking in una serie selezionata di location tra le migliori che Roma può offrire: questo in particolare il cocktail vincente di CWT M&E. Dalla sede individuata per la convention, l’iconico Cavalieri Waldorf Astoria di Roma, la cui sala plenaria è stata trasformata con un suggestivo tunnel d’ingresso e allestita con un grande ciclorama ledwall lungo 130 metri, illuminazione, totem e corner con i colori Coca-Cola. Per proseguire – tra le varie attività – con la performance di una originale band che ha utilizzato le classiche bottigliette Coca-Cola in vetro come unico strumento musicale. E il finale a effetto con il party dinner all’Acquario Romano, originale e sorprendente struttura di fine Ottocento rivelatasi perfetta per una festa in stile “Dolce Vita”, tra paparazzi, un set cinematografico per le foto ricordo, una mostra con le affiche pubblicitarie storiche di Coca-Cola, live music e dj set. P.T. 4 2017 www.mastermeeting.it
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COSA C’È DI NUOVO (E DI BELLO)
Grand Hotel Imperiale Resort & Spa Nuova vita per il ristorante gourmet Imperialino e 18 camere executive sono le novità per il 2017 di questo lussuoso hotel direttamente affacciato sul Lago di Como, un’icona dell’ospitalità lariana
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«Se gli altri preferiscono non rischiare, stare fermi in attesa di tempi migliori, questa non è certo la filosofia dei soci propietari di questa azienda che dirigo da dieci anni», esordisce Silvestro De Bolfo, Direttore del Grand Hotel Imperiale di Moltrasio, location di lusso sulle sponde del Lago di Como. «Per l’azienda fare impresa vuol dire continuare a investire. Di recente, quindi, è stato demolito e rifatto ex novo il nostro fiore all’occhiello, il ristorante Imperialino. Aperto per la prima volta nel 1995, è la nostra proposta “pieds dans l’eau”, con una carta gourmet e oggi
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due nuove sale indipendenti. Vogliamo così rispondere alle tante richieste di eventi, in particolare pranzi e cerimonie nuziali, che riceviamo per la nostra struttura».
Il nuovo Imperialino e le camere executive L’opera di completo restyling del ristorante ha interessato sia la parte delle cucine, sia le sale aperte al pubblico (dedicate a Volta e Manzoni), tra cui la veranda affacciata sul lago. quella che non è cambiata è la qualità dell’offerta gastronomica, affidata alla creatività dello chef Sebastiano Adobati e della sua brigata, che propone una cucina ispirata alla tradizione italiana con sfumature lombarde e piemontesi. Classificato “3 forchette - ristorante ameno” sulla guida Michelin, non è l’unica destinazione culinaria dell’Imperiale. L’altro ristorante, La Cascata, è strettamente legato agli ingredienti e alle ricette del territorio lariano. Guidato dallo chef Michele Carraro, offre una sala da 300 posti e la rilassante cornice della veranda affacciata sul giardino. Oltre alla cucina, l’investimento per l’ammodernamento degli spazi ha interessato anche le camere. Dopo avere inaugurato lo scorso anno la Penthouse Suite con
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COSA C’È DI NUOVO (E DI BELLO)
terrazzo sul lago di 40 mq e vista panoramica che abbraccia la parte storica di Como e il suggestivo villaggio di Faggeto Lario, la nuova stagione si è aperta con la possibilità di scegliere tra le diciotto nuove camere executive, il cui layout è caratterizzato da pavimenti in legno, bagni in marmo e preziosi tessuti.
Gli altri investimenti: il centro benessere e gli spazi meeting Nel corso degli anni la struttura ha visto notevoli cambiamenti, dovuti alla volontà di innovare, ingrandire e migliorare il servizio. In particolare, quelli che hanno più inciso sull’offerta dell’Imperiale sono stati la creazione di un’intera area benessere e l’apertura della sala polifunzionale per eventi fino a 300 persone. L’Imperiale Spa, o I-SPA, è una proposta per il wellness e il beauty ispirata agli elementi più autentici e distintivi del territorio: la pietra locale, che è il principale materiale con cui sono costruiti i suoi spazi, l’acqua, che è il filo conduttore dei percorsi benessere, i prodotti, creati a partire dagli ingredienti naturali che si trovano in loco, e i colori, che riprendono le tonalità del lago e del suo entroterra. I trattamenti, articolati in I-Beauty, I-Classics e I-Rituals, sono una combinazione di metodi classici, massaggi orientali, percorsi tra vasche e stanze a diverse temperature e differenti livelli di umidità e pacchetti completi per lei e per lui. L’altra grande novità che ha caratterizzato tutto il reparto meeting e congressi dell’area del lago di Como è stata la creazione del polo supertecnologico dell’Impe-
riale. La sala Bassanini è la più grande della struttura, con 300 posti. Oltre ad essere equipaggiato di attrezzatura audio-video, l’ambiente è anche insonorizzato, per cui ospita feste con musica e spettacoli. Di dimensioni poco inferiori, la sala Bellagio può accogliere fino a 250 persone e si presta anche come cornice per cene e serate di gala grazie allo scenografico pavimento in marmo e al soppalco. Il centro congressi offre altre dieci salette, mentre all’esterno ci sono diversi spazi per allestire buffet, cene sotto le stelle, oppure welcome cocktail e feste, come le terrazze affacciate direttamente sul lago, il giardino e il bordo piscina. In particolare quello della piscina panoramica a lago, con attracco privato di battelli e motoscafi e pool bar. P.T.
La nuova stagione 2017 L’imperiale ha riaperto le porte per la nuova stagione a marzo. Oltre all’edificio principale, offre anche la Villa Imperiale, una residenza privata affacciata sul lago con suite e camere deluxe, grandi terrazzi, arredi in autentico stile italiano e dettagli preziosi, per un soggiorno all’insegna di eleganza e privacy.
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COSA C’È DI NUOVO (E DI BELLO)
Grand Hotel Tremezzo
Nuova esclusiva collaborazione tra l’iconico Grand Hotel, che ha fatto del benessere e dello stretto legame con il lago di Como i suoi tratti distintivi, e la vicina Villa Sola Cabiati, nobile residenza settecentesca dei duchi Serbelloni ancora oggi emblema di secoli di storia ed eleganza
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“Hotel dell’anno” 2016 per il gruppo Preferred Hotels & Resorts, il Gran Hotel Tremezzo inizia la stagione annunciando un nuovo sodalizio di eleganza aristocratica e ospitalità con Villa Sola Cabiati, un capolavoro dell’architettura italiana e un’icona della storia del Lago di Como. Come sottolinea Paolo De Santis, Amministratore Delegato dell’hotel: «la villa è un gioiello dell’arte e del saper vivere italiano, che fino a ieri era esclusivamente privato. Abbiamo aperto le porte di questa magnifica residenza nobiliare ai nostri ospiti. Un’esperienza, siamo certi, che
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permetterà di scoprire l’anima più segreta e aristocratica del Lago di Como, rendendo ancora più memorabile ogni vacanza al Grand Hotel Tremezzo».
La Villa Sola Cabiati tra storia e ospitalità A darle l’aspetto che ancora oggi si può ammirare fu Gian Galeazzo Serbelloni, dell’omonima famiglia di duchi che amava molto questa residenza estiva sulla Riviera Tremezzina del Lago di Como. Soprannominata “La Quiete” dal precettore del duchino, Giuseppe Parini, la villa è caratterizzata da un corpo centrale affiancato da due ali laterali, un imponente scalone e balconi in marmo con persiane azzurre che rendono omaggio ai colori del lago. Attorno il grande giardino all’italia-
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T Experiences Esclusività, legame con il territorio, il lago come cornice: gli stessi caratteri della nuova collaborazione con la Villa Sola Cabiati sono anche alla base delle T Experiences, attività ed esperienze uniche che il Grand Hotel Tremezzo dedica ai suoi ospiti per vivere in pieno il soggiorno e concedersi una vacanza di puro benessere. Ce n’è per tutti i gusti. Chi ama il lago può esplorarlo via acqua a bordo delle lance veneziane Ruy e Batt, con itinerari personalizzabili e la possibilità di fare un aperitivo al tramonto o un brindisi sotto le stelle, oppure dal cielo, in idrovolante, con cui spingersi fino a Como e Lugano. Per una diversa prospettiva le meravigliose sponde del lago offrono moltissimo, tra ville storiche con splendidi giardini, borghi perduti nel tempo, sentieri montani e tanto altro, da conoscere rigorosamente a piedi grazie a una delle passeggiate che ne toccano i luoghi più interessanti, come la Greenway del centro lago e il chilometro della conoscenza, che collega i giardini di tre delle più belle ville della città di Como. E poi shopping, con autista e personal shopper tra i negozi d’alta moda e le sartorie artigianali, percorsi culturali e corsi di pittura e fotografia, attività sportive e gastronomia, tra degustazioni di vini, passeggiate tra i filari di viti in Valtellina e corsi di cucina.
na, diviso in quattro grandi parterres fioriti. Le decorazioni interne sono opera della bottega del Tiepolo, che realizzò un ciclo di affreschi ispirati a un tema classico come l’Eneide di Virgilio. Notevole anche la collazione di arredi, arazzi e vasellame, tra cui la camera da letto di Napoleone e della moglie, portata qui da Palazzo Serbelloni a Milano.
Una nuova sinergia Il collegamento tra la villa e l’hotel, che si trovano a pochi minuti di distanza, è garantito da un servizio di limousine via terra e via acqua. Insieme rappresentano una testimonianza e un omaggio ai due secoli che più hanno caratterizzato il Lago di Como. Da una parte il Settecento, l’epoca delle grandi ville aristocratiche neoclassiche e del grand tour, dall’altra il Novecento, con i suoi grandi alberghi internazionali e lo sviluppo del turismo.
100 anni di storia senza mai fermarsi Il Gran Hotel Tremezzo ha accolto i suoi primi ospiti nel 1910. Oggi, a distanza di più di 100 anni, rimane una delle destinazioni più amate sul Lago di Como per l’eleganza del Palace, il comfort delle camere, le spettacolari piscine, in particolare WOW Water On the Water, specchio d’acqua galleggiante nel lago, e i tanti spazi all’aperto che offrono una vista a 360° su Bellagio, la Riviera delle Azalee e le vette rocciose delle Grigne. E, ancora, l’atmosfera internazionale e la cucina raffinata con menu firmato da Gualtiero Marchesi, per citare solo alcuni dei suoi tratti distintivi. Una speciale attenzione è stata dedicata al benessere, con la T Spa nelle sale d’epoca della Villa Emilia e la Spa Suite, opera dello studio di architettura Venelli Kramer così come le Rooftop Suite all’ultimo piano, scenografiche ed esclusive, con terrazza privata sul lago, jacuzzi all’aperto e servizio di maggiordomo.
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LA SCELTA GOURMET DI MM
Santa Virginia
Un must per i buongustai a Milano Grande viaggiatore ed appassionato di lettura con l’imprenditoria e l’interesse per la cucina nel DNA, Francesco Sciacca ha coronato il suo sogno: aprire un ristorante nel cuore di Milano. A fine gennaio è nato il Santa Virginia, in via San Marco 5. Un indirizzo gourmet per amanti della buona cucina italiana
✒Barbara Troilo
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Figlio di un importante imprenditore ed avviato ad una promettente carriera nell’azienda di famiglia, Francesco Sciacca deve la sua scelta di diventare ristoratore ad un brutto incidente in scooter che lo ha costretto ad un anno di immobilità, anno durante il quale medita e rivede la sua vita e il suo futuro. Decide così di seguire la sua grande passione per la cucina, in gran parte trasmessagli dalla nonna materna, pugliese ed ottima cuoca. Fermamente intenzionato a non risparmiarsi pur di realizzare il suo grande sogno –
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avere un giorno un ristorante tutto suo – Francesco si iscrive a un corso da chef professionista alla scuola del Gambero Rosso a Roma, dove si diploma come il migliore del suo corso conquistando, al saggio finale, pubblico ed insegnanti con un risotto tricolore dedicato a Milano. Dopodiché, con umiltà e duro lavoro, intraprende una serie di importanti esperienze formative: partecipa all’apertura di Unico Milano, lavora al Verdura Golf Resort, al fianco degli chef Fabio Baldassarre ed Enrico Bartolini e prosegue poi con
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LA SCELTA GOURMET DI MM
i ristoranti Mozza e Sans Souci di Montecarlo. In pochi anni brucia le tappe facendo la gavetta iniziando come aiuto cuoco fino ad arrivare al 9 gennaio di quest’anno alla realizzazione del suo più importante progetto: il ristorante Santa Virginia nel cuore di Brera. Il nome del ristorante vuole essere un omaggio alla sorella, soprannominata scherzosamente “santa” in famiglia. Nel logo sono evidenti una aureola ed una codina di diavolo che simboleggiano i due fratelli, ma anche la tradizione della buona cucina italiana (l’aureola) con un poco di trasgressione (la codina), senza mai sconvolgere gli equilibri di gusto e di profumi ai quali siamo abituati. Virginia Sciacca ha fattivamente contri-
buito alla realizzazione del ristorante. Esperta di comunicazione, con importanti esperienze professionali in Dolce&Gabbana e in Ferrari, lavora attualmente per una importante griffe di moda. A lei si devono la cura della comunicazione istituzionale così come la decorazione e la scelta degli arredi. Grazie al suo tocco, il ristorante è molto accogliente, l’atmosfera è calda ed ogni dettaglio minuziosamente curato: dai colori delle pareti blu balena, agli specchi, agli oggetti, ai libri d’arte, di cucina e di fotografia. Lontano dalle evanescenti mode gastronomiche, qui si gustano pietanze della tradizione, che spesso è reinterpretata, ma mai sconvolta. Niente nouvelle cousine e niente cucina molecolare. Solo i migliori piatti della gastronomia italiana, rivisitati dallo chef Diego Pecchia, allievo
di Paola Budel, con estro e occhio instancabilmente attento alla qualità delle materie prime ed alle tecniche di cottura. Ogni mese viene proposto un nuovo menù di 20 portate tra carne - la cotoletta alla milanese a orecchio di elefante è un must che vale da solo un pranzo o una cena al Santa Virginia - pesce e proposte vegetariane. Immancabili i primi con il pesce e le verdure di stagione, la purea di topinambur, le tartare, sia di carne che di pesce e l’irrinunciabile polpo arrosto. Last but not least una ricca carta di vini italiani e non di tutto rispetto. Detto ciò non stupisce il fatto che, a soli pochi mesi dall’apertura, il Santa Virginia faccia già parlare – molto bene – di sé, richiamando una clientela sia italiana che straniera, molti vip della moda e dell’imprenditoria ed anche alcune fra le più famose firme del vicino Corriere della Sera. Il ristorante è aperto dal lunedì al sabato e, a breve – fa sapere Francesco Sciacca – offrirà anche aperitivi e metterà a disposizione, per pranzi e cene nella bella stagione, lo scenografico dehor su Piazza San Marco. I
Virginia e Francesco Sciacca
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Masserie:
lusso Made in Puglia
Una forte identità, rispetto del territorio e delle tradizioni. Sono questi, oggi, i capisaldi del turismo d’eccellenza in Puglia che, nella masseria, trova la sua espressione d’accoglienza più autentica ed elegante. Per un turismo diverso e non di massa
✒Aura Marcelli
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Il ritorno della bella stagione è festeggiato in Puglia dallo sbocciare dei fiori colorati che crescono spontanei negli uliveti. Tappeti arancioni di calendula, violetti di malva e gialli di acetosella tornano ad abbellire le campagne pugliesi, dopo decenni di assenza, grazie alle pratiche sempre più sostenibili e alla forte sensibilità al biologico dimostrata negli ultimi anni dai coltivatori. Merito di scelte politiche e amministrative, e merito, anche, del turismo, che qui in Puglia si declina secondo
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i principi del rispetto del territorio, delle tradizioni e dell’ambiente. Prodotti bio e a km 0 sulle tavole, assenza pressoché totale di diserbanti e anticrittogamici sul terreno, rispetto dell’ambiente e dell’identità del territorio: sono questi i pilastri su cui si sta sviluppando il turismo d’eccellenza nella regione. Le masserie ne sono l’esempio più emblematico. Vero e proprio brand identitario della Puglia nel mondo, hanno saputo inventare un modo unico di ospitare, nel quale lusso e auten-
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ticità, eleganza e relax, storia e design convivono in un equilibrio di successo.
La risposta a Briatore La Puglia continua a scommettere sul fascino delle masserie, tant’è che la Regione ha appena stanziato quasi 6 milioni di euro come co-investimento pubblico per quattro interventi di recupero e ristrutturazione, a fini turistico ricettivi, tra cui tre destinati ad antiche masserie – Masseria Cerra, a Otranto, Masseria Rauccio, a
nord di Lecce, e Masseria Bianca ad Alezio – che saranno convertite in nuovi templi dell’accoglienza Made in Puglia. «Ancora un’altra operazione che segue ai tanti investimenti già fatti dalla Regione in questa direzione», ha commentato l’assessore all’Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia Loredana Capone, «un’operazione che ci permette di ottenere più risultati importanti e di centrare più obiettivi. Infatti, restaurando e valorizzando masserie e dimore storiche che
L'eleganza autentica e l'assoluto relax offerto dalla campagna pugliese, fanno delle masserie delle location indimenticabili per vacanze e meeting bleisure. Nella foto: la spettacolare piscina della Masseria Traetta Exclusive
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Il cielo terso del Salento illumina la cangiante pietra leccese e i gioielli architettonici del Barocco. © Barbara Ainis
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sono tipiche del tessuto culturale e dell’ambiente della Puglia, da un lato, proponiamo il rispetto dell’identità dei luoghi e preserviamo le tradizioni e l’unicità del territorio, dall’altro potenziamo e miglioriamo l’offerta turistico ricettiva per far godere una vacanza unica a turisti esigenti. Con il Piano strategico Puglia364 – ha continuato la Capone – abbiamo fatto una scelta importante insieme con gli operatori turistici pugliesi, quella di pre-
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servare l’autenticità della Puglia e di farne anzi un must per un turismo diverso e non di massa. La Puglia punta a diventare una nuova destinazione autentica e fuori dai circuiti di massa e godibile tutto l’anno e proprio le masserie e le dimore storiche rappresentano uno dei punti di forza di questa strategia». Quella dell’assessore sembra una risposta a distanza di alcuni mesi alle affermazioni di Flavio Briatore che nel settembre
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scorso, durante l’incontro Prospettive a Mezzogiorno a Otranto, ebbe a dire «Ci sono persone che spendono 10-20mila euro al giorno quando sono in vacanza, a questi turisti non bastano cascine e masserie, prati e scogliere: vogliono hotel extralusso, porti per i loro yacht e tanto divertimento... Il ricco vuole tutto e subito. Io so bene come ragiona chi ha molti soldi: non vuole prati né musei ma lusso, servizi impeccabili e tanta movida». L’imprenditore, che inaugurerà quest’estate il suo nuovo esclusivo e discusso lido Twinga Otranto proprio su una bella spiaggia della cittadina salentina, è noto per le sue posizioni estreme e provocatorie in termi-
ni di turismo e lusso. L’assessore Capone gli aveva già risposto nell’occasione settembrina, dando un deciso alt alle sue idee sulla necessità di alberghi di lusso sul mare. Ma come spesso accade, il rischio è quello di schierarsi in difesa dell’una o dell’altra istanza senza guardare con equilibrio alla questione. La proverbiale antipatia di Briatore non deve far cadere nel nulla il fatto che i turismi e i turisti sono tanti, con tante esigenze diverse. E che, fermo restando il fondamentale principio di tutela del territorio e del paesaggio, non sarebbe una follia pensare di proporre in Puglia anche una tipologia di accoglienza diversa, che possa rispondere ad altre esigenze e ad altre attese. Magari allungando la stagionalità in una regione baciata da un clima gradevole per quasi tutto l’anno.
A pochi chilometri di distanza dalle masserie si trovano le spiagge più incantevoli del Salento. © Barbara Ainis
Sorprendenti masserie Detto questo, le masserie rappresentano, e con ragione, l’eccellenza dell’offerta turistica salentina e pugliese. Pur rappresentando oramai un simbolo efficace e riconosciuto, la vacanza in masseria è ancora una vacanza “sorpresa”. Paradossalmente più per gli italiani che per gli stranieri. Il mercato anglosassone conosce benissimo le masserie e la Puglia, su cui ha spostato il fuoco dell’attenzione dopo aver portato a saturazione il Tuscany Charming. I nostri connazionali, invece,
Solitarie e suggestive, le antiche masserie fortificate sono testimoni d'eccellenza del passato e dell'identità della Puglia. Nella foto, l'affascinante Masseria Bernardini di Nardò, risalente al XIV secolo (www.masseriabernardini.com)
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Il mercato anglosassone conosce benissimo le masserie e la Puglia. Gli italiani, paradossalmente, molto meno. Nelle foto, la Masseria Bernardini di Nardò
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spesso, non sanno bene che cosa sia veramente una masseria, pur subendo il fascino della “vacanza di tendenza”. È così che la richiesta più frequente dei turisti italiani alle agenzie riguarda le masserie “sul mare”... se non fosse che le masserie sono dimore di campagna, autentici e antichi testimoni della produzione agricola che ha caratterizzato per secoli l’economia latifondista della Puglia, edifici con un’identità ben definita e profondamente radicata nelle tradizioni delle terre, degli ulivi, delle viti di questi territori meravigliosi. Non con le loro pur splendide spiagge. Più o meno vicine al mare che siano, le masserie sono luoghi unici da scoprire e godere nella loro essenza più vera e autentica. Ognuna ha le sue peculiarità e racconta una storia da condividere. Le più antiche risalgono al XV e al XVI secolo, riconoscibili per la costruzione fortificata perimetrata da alti muri che termina con una torre. Erano, a quel tempo, torri di avvistamento contro le aggressioni delle navi dei pirati. Successivamente sono diventate aziende agricole, ricoveri per i lavoratori e per gli animali, ma
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le loro architetture essenziali, luminose del bianco abbacinante della pietra barese e brindisina o del tufo giallognolo del Salento, minimaliste e assolutamente identitarie, le rendono oggi location meravigliose per soggiorni di lusso ed eleganza. Invece di cercare quello che una vera masseria non ha – ad esempio la spiaggia – chi sceglie un soggiorno in una di queste magnifiche strutture – che sia per vacanza leisure o, come accade sempre più spesso, per gruppi di incentive, team building o meeting bleisure – è bene che si prepari a vivere un’esperienza indimenticabile e inedita: dormire nelle camere ricavate da antichi frantoi ipogei, mangiare piatti di deliziosa e autentica cucina loca-
I VIP IN MASSERIA Il fenomeno turistico ebbe inizio al principio degli anni 90. Precursore fu Leonardo Mondadori che proprio in quegli anni comprò la masseria Lamacoppa nel territorio di Ostuni, la restaurò e cominciò a invitare amici famosi del jet set. Attori, designer, sportivi, professionisti e politici scoprirono così la Puglia e le sue masserie e da allora sono in molti ad aver trasformato queste imponenti e solitarie costruzioni in residenze esclusive e private: dal manager Franco Tatò all’ex calciatore Roberto Donadoni, dall’attrice Helen Mirren allo stilista Ennio Capasa, dall’oncologo Umberto Veronesi al critico musicale Anthony Tommasini e all’ex vice presidente di Confindustria Pasquale Pistorio. Chi non se l’è comprata, in masseria va in vacanza, dal direttore Ferruccio de Bortoli a Sean Connery, da Pierferdinando Casini all’imprenditore Marco Tronchetti Provera e all’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, scegliendo tra i magnifici hotel e resort 4 e 5 stelle che compongono l’offerta lusso più apprezzata della Puglia.
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le, con ingredienti davvero a km 0 perché coltivati nell’orto della masseria, sperimentare la pace, la tranquillità e il relax che sanno regalare la natura, gli ulivi e i panorami della campagna pugliese. Forse questo concetto di vacanza non sarà nella to-do-list di tutti, magari non di quei viaggiatori luxury in cerca di movida a cui di riferiva Briatore. Di certo non si tratta di un richiamo per il turismo di massa né per quello mordi e fuggi. Chi soggiorna in masseria è un cliente esigente e curioso, con un livello culturale e un potere di spesa superiori alla media, al quale non interessa stare tutto il giorno in piscina, ma che, al contrario, ama girare, conosce-
re a fondo la cultura e il fascino locale più autentico, andare a scoprire l’arte e le bellezze naturali delle località circostanti. E anche in questo la Puglia non lascia di certo delusi, offrendo tutt’intorno alle sue più belle masserie, da Monopoli al Salento, passando per la Valle d’Itria, moltissime occasioni per rendere indimenticabile la propria esperienza di viaggio: dalle mille spiagge caraibiche del litorale salentino alle città d’arte di Lecce, Otranto e Ostuni, dalla meravigliosa abbazia bizantina di Santa Maria di Cerrate, un gioiello nel mezzo del nulla, all’incredibile ciclo di affreschi della chiesa di Santa Caterina di Alessandria a Galatina, dalla bellissima e modaiola penisola fortificata di Gallipoli ai borghi più incantevoli, come Specchia e Locorotondo, Alberobello e Manduria (centro della produzione del Primitivo), Martina Franca e Alberona. I
Privacy, accoglienza esclusiva ed esperienze autentiche: un mix ideale che fa delle masserie pugliesi un brand turistico riconosciuto in tutto il mondo. Nelle foto, l’elegante Masseria Alchimia di Fasano, felice incontro di storia e design, opera della proprietaria Caroline Groszer (www.alchimia-collection.it)
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Luxury Tourism È uno dei pochi settori che hanno saputo crescere anche negli anni della crisi, con un giro d’affari stimato in 300 miliardi di euro nel 2016. Ma il turismo di lusso, in tutte le sue svariate accezioni, è anche e soprattutto un anticipatore di trend e comportamenti di consumo, che presto o tardi, come continuiamo a osservare negli ultimi anni, riguarderanno altri target, meno esclusivi, del turismo
✒Testo e foto di Barbara Ainis
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La crescita del luxury travel e dovuta non tanto ad un aumento della spesa, quanto all’aumento del numero di viaggiatori, con i nuovi turisti dai mercati emergenti e quelli che, dai mercati maturi, si sono rivolti per la prima volta al segmento lusso
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Tra democratizzazione del lusso e stravaganti eccessi, è di fondamentale importanza comprendere le ragioni e le motivazioni che spingono il viaggiatore luxury alla ricerca di prodotti e servizi sempre più customizzati, per rispondere adeguatamente oggi alle richieste di questo esigente cliente e per prepararsi per tempo a ciò che muoverà il mercato nel suo complesso tra qualche anno. Un aiuto fondamentale alla comprensione arriva dall’attenta analisi “Il turismo di lusso: stato at-
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tuale e potenzialità”, recentemente presentata alla BIT di Milano e condotta dalla professoressa Magda Antonioli Corigliano, Direttrice Master in Economia del Turismo, Università Bocconi, e da Sara Bricchi, Ricercatrice dello stesso MET.
Verso un nuovo concetto di lusso L’industria turistica, come è ormai noto, si sta sempre più polarizzando: turismo low-cost e turismo di lusso si stanno rinforzando, mentre il segmento midscale
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soffre maggiormente la crisi. La crescita del luxury travel è dovuta non tanto ad un aumento della spesa, quanto all’aumento del numero di viaggiatori: nuovi turisti provenienti dai mercati emergenti, ma anche turisti provenienti da mercati maturi che si sono rivolti per la prima volta al segmento luxury. Le previsioni ci parlano di una crescita futura di tutte le tipologie di viaggio legate al segmento lusso, ma sarà il lungo raggio ad aumentare maggiormente. Si stima infatti che nel 2025 il numero dei viaggi di lusso a lungo raggio eguaglierà quasi quello dei viaggi di lusso nazionali, sempre prima componente di questo mercato. Il segmento luxury è costituito per la maggior parte da turismo leisure (74%), interessato a tour, short break in destinazioni urbane, mare e crociere. Ma il turismo MICE (e in minor misura i viaggi d’affari) che copre il restante 26%, sta au-
mentando di importanza grazie alla sempre più diffusa pratica del “Bluxury” (IPK, 2015). Analizzando dati qualitativi e quantitativi provenienti da diverse fonti, lo studio bocconiano ha voluto mettere in chiaro innanzi tutto che cosa sia oggi il lusso. L’idea stessa di lusso, il significato e il senso attribuito a questo termine hanno subito un’evoluzione nel corso del tempo. Oggi il lusso è sempre meno ostentazione e possesso, è sempre meno legato ai beni materiali e sempre più orientato, invece, alle passioni, alla soddisfazione personale e alle esperienze uniche. Da questo cambio di paradigma il turismo di lusso ne ha tutto da guadagnare: un recentissimo sondaggio di Skift, condotto nel 2017, ha mostrato come oltre il 50% degli intervistati avesse dichiarato di preferire un’esperienza di viaggio all’acquisto di un
Al viaggio di lusso non possono mancare le piu esclusive comodita, ma tutto deve trasformarsi in un’emozione da ricordare
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TREND Viaggiatori HNWI (High Net Worth Individuals, patrimonio oltre 1 milione di dollari) • Sono frequent traveller e big spender: il budget non è per loro un problema; in media spendono 3265 E a persona a viaggio, che aumentano se si guardano le intenzioni sul breve futuro (4240 E) • Il comfort è per loro un must: la maggior parte viaggia in business o first class e soggiorna in una struttura alberghiera 4 o 5 stelle • Si recano spesso in destinazioni affermate, avendo come driver principali di scelta la cultura e le attrazioni (31%) • Il 70% sceglie tour indipendenti, ma sono disposti a pagare un premium price per un esperto che organizzi loro un viaggio tailor made (I pacchetti sono comunque ancora popolari tra i viaggiatori asiatici) • Grande importanza è riservata alla possibilità di vivere esperienze esclusive, apprendere nuove conoscenze/sviluppare nuove skills e fare viaggi unici, da cui poter trarre felicità e compiere un percorso di crescita personale • I siti degli operatori turistici, i portali degli enti del turismo e le recensioni di viaggio sono le fonti più consultate in fase di programmazione della vacanza
za degli ambienti all’unicità delle attività proposte, deve trasformarsi in un’emozione da ricordare. Una bella sfida, che gli operatori internazionali del settore stanno raccogliendo insieme a risultati in controtendenza con il resto del mercato: tra il 2011 e il 2015 il turismo di lusso ha registrato un aumento annuo pari a un +4,5% e si prevede da qui al 2025 una crescita ancor più decisa, pari al +6,2% annuo (contro una crescita stimata del settore travel nel suo complesso di +4,5% annuo, Amadeus 2016). E in effetti lo scorso anno hotellerie e crociere di lusso hanno chiuso rispettivamente con un +4% e un +5% di tutto rispetto, nonostante il terrorismo, nonostante la Brexit e la generale incertezza.
Chi è il luxury traveller
Hotellerie e crociere di lusso hanno registrato nel 2016 una crescita rispettivamente del +4% e del +5%
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bene di lusso, con picchi del 75%, nel caso del Messico, e di quasi il 70% per la Spagna, il Giappone e gli USA. Questo non vuol certo dire che al viaggio di lusso possano mancare le più esclusive comodità, al contrario essenziali e imprescindibili, ma tutto, dalla personalizzazione del servizio alle amenities, dall’elegan-
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Si stima che nel mondo vi siano circa 14 milioni di “ricchi” (High Net Worth Individuals, ossia persone il cui patrimonio supera il milione di dollari, esclusa la casa di residenza – Capgemini, 2015), concentrati in Nord America (soprattutto USA), Europa e Asia Pacific (la regione a maggior crescita, +50% dal 2007), e 2100 “su-
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per-ricchi” miliardari (Hurun, 2015), per la stragrande maggioranza concentrati negli USA e in Cina. Ma a questi è necessario sommare tutti coloro che pur avendo un patrimonio inferiore si rivolgono di tanto in tanto a prodotti e servizi di lusso, dal momento in cui è sempre meno netta la distinzione tra premium e luxury nel mondo del turismo. «Per dare una definizione del luxury traveller la segmentazione del target è fondamentale, ma non deve più essere una segmentazione geogra-
Viaggiatori billionaire In viaggio i billionaire tendono a mantenere gli stessi standard e la stessa routine della loro vita quotidiana. 4 sono le esigenze principali in questo senso: • Flessibilità: possono molto spesso cambiare idea all’ultimo momento; gli operatori che si vogliono relazionare con loro devono imparare ad essere elastici se non vogliono perdere il cliente a favore di un loro competitor • Privacy: quando viaggiano tendono ad alloggiare in ville private all’interno di strutture alberghiere di lusso, così da poter coniugare il servizio offerto da una struttura ricettiva con una maggiore riservatezza • Famiglia: molti gradiscono essere seguiti anche in viaggio dal loro entourage; l’essere in grado di non cambiare il proprio stile di vita consente infatti loro di rilassarsi maggiormente e di «risparmiare» tempo relazionandosi con persone che conoscono le loro abitudini ed esigenze, tempo che può essere dedicato alla propria famiglia o alle proprie passioni • Esperienze personalizzate: ricercano esperienze che possano essere adattate alla loro personalità, al loro stile di vita e ai loro bisogni; amano essere sorpresi e ricevere attenzioni espressamente dedicate a loro e a nessun altro (es. ricevere direttamente in camera un pasto cucinato dal loro ristorante preferito in città, per il loro shopping, poter accedere ad una boutique durante l’orario di chiusura con tutto il personale dedicato...)
fica o socio-demografica: sono i comportamenti di consumo, oltre al livello di ricchezza accumulata, a indicare chi siano i luxury traveler», ha sottolineato la professoressa Antonioli Corigliano. «Guardiamo come fanno nella grande distribuzione: le proposte si rivolgono ai single, alle persone attente al biologico, ossia a persone accomunate da interessi e comportamenti». In base a questo approccio l’analisi della Bocconi propone la definizione di cinque segmenti. Ci sono coloro per cui il lusso è parte integrante della vita quotidiana e risulta essere condizione necessaria per vivere una vita di confort caratterizzata da privacy e discrezione. Per questi consumatori il prezzo non è la priorità, sanno ciò che desiderano e selezioneranno in ogni occasione un prodotto luxury. All’estremo opposto vi sono coloro che si rivolgono al prodotto luxury solo in occasioni speciali. Il lusso è concepito come una gratificazione da conceder-
Ciò che accomuna tutti i turisti luxury e la ricerca di esperienze uniche e impagabili, innovative e caratterizzate da alti livelli di qualita e personalizzazione
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Le previsioni parlano di una crescita futura di tutte le tipologie di viaggio legate al segmento lusso, ma sara il lungo raggio ad aumentare maggiormente
si di tanto in tanto: ciò che questi consumatori ricercano è una wow-experience, qualcosa che superi le loro aspettative e li sorprenda. Spesso utilizzano i punti fedeltà accumulati per concedersi un upgrade di classe in aereo o in hotel; sono pronti a spendere per esperienze che considerano significative (cene in ristoranti stellati, wellness...), ma per concedersele sono pronti a compromessi su altri aspetti del viaggio. Vi sono poi viaggiatori con molti soldi e poco tempo. Non hanno aspettative particolari dal viaggio, ma impegni tassativi che determinano quando possono viaggiare e quando no: spesso i loro piani cambiano all’ultimo momento. La mancanza di tempo fa sì che spesso deleghino l’organizzazione del viaggio ad un intermediario e siano disposti a pagare per questa expertise; nel poco tempo libero, che amano trascorrere con la famiglia, ricercano privacy e relax. Soprattutto tra i
Il 50% degli intervistati ha dichiarato di preferire un’esperienza di viaggio all’acquisto di un bene di lusso
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nuovi ricchi, vi sono consumatori per cui il lusso è sinonimo di opulenza e ostentazione: l’esperienza di viaggio di questi turisti è all’insegna del glamour e dello sfarzo. Vogliono divertirsi e amano condividere quanto vivono sui social media. Gli influencer sono il loro riferimento nella selezione della destinazione e delle esperienze di viaggio. Ciò che li accomuna tutti è, comunque, la ricerca di esperienze, intese come accesso a qualcosa di unico, per pochi selezionati (“a money-can’t-buy experience”), innovativo, caratterizzato da alti livelli di qualità e personalizzazione. I turisti luxu-
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L’ITALIA DEL LUSSO
ry in vacanza vogliono vivere esperienze che suscitino emozioni e ricordi/storie da condividere, o che consentano di apprendere nuove conoscenze/praticare o perfezionare skill già acquisite (“esperienze trasformative”). Si calcola che, a livello globale, le esperienze rappresentino il 55% della spesa per il segmento lusso (Lux Redux) e siano soprattutto connesse a: enogastronomia, arte (intesa soprattutto come contemporanea), wellness-fitness e sport estremi, shopping. Ma oggi l’intero viaggio può e deve farsi esperienza: dalla digital experience in fase di prenotazione (internet risulta la prima fonte di informazione, nonché canale di prenotazione per i luxury traveller – il 72% si rivolge direttamente al sito dell’hotel o della compagnia aerea – Resonance, 2016), al trasporto aereo, al soggiorno in hotel (sempre più immerso nel tessuto e nella cultura locali), al rientro a casa al termine del viaggio con la condivisione del proprio vissuto. Il 70% dei luxury traveller sceglie tour indipendenti (Visa), ma la maggior parte di essi ricerca anche l’esperienza di un consulente, sia egli un concierge o un operatore dell’intermediazione, che sia in grado di tradurre le necessità ed i sogni del singolo in un’esperienza tailor-made, nonché di metterlo in contatto con i brand e le realtà del lusso nella destinazione. Questo deve far riflettere sull’importanza del ruolo dell’intermediario e spingere gli operatori del settore a ripensare la loro funzione per rispondere a queste esigenze al contempo di autonomia e di ricerca di supporto esperto ed efficace: non più semplici fornitori di servizi, dunque, ma professionisti in grado di dialogare e cooperare, per offrire un
Diversi studi e ranking segnalano l’Italia come destinazione topof-mind e maggiormente desiderata dai luxury traveller (Virtuoso 2017 e Travel Leaders Group 2017 al primo posto, Traveller Made 2017 al secondo posto dopo il Giappone). Eppure allo stato attuale il nostro paese non primeggia né per arrivi, né per spesa dei luxury traveller. Ci sono ancora importanti margini di miglioramento per competere con le altre destinazioni lusso apprezzate internazionalmente. I temi sono quelli noti delle pratiche di ottenimento dei visti, del rapporto qualità/prezzo non sempre ottimo, della frammentazione dell’offerta che risulta anche in un minor numero di camere luxury rispetto ad altre destinazioni competitor, della poco coordinate attività di promozione (on ed off-line). Secondo dati recenti (2015) comunque il luxury travel rappresenta il 12,2% dei flussi nel il nostro paese, che sale al 20,8% se si considera solamente la componente straniera (Becheri, 2015). In termini di spesa, nel 2016 il segmento ha generato un giro d’affari di 7,3 miliardi di euro (con un +7% rispetto all’anno precedente, fonte Amadeus 2016). Ad attrarre gli stranieri nel nostro Paese è sempre il Made in Italy e l’«Italian way of life»: bellezze artistiche e paesaggistiche abbinate ad una cucina raffinata, un’accoglienza calda e personalizzata, senza contare le infinite possibilità di shopping offerte dal nostro paese, che consentono di prolungare il piacere ed il ricordo della vacanza attraverso l’acquisto ed il possesso di prodotti iconici abbinati all’Italia. Il turista luxury è attratto sempre meno da destinazioni specifiche (solo per citarne alcune: le città d’arte, la campagna toscana, la Costa Smeralda...) e sempre più dalle esperienze fruibili presso la destinazione. Da noi si aspettano esperienze autentiche, in contrapposizione a destinazioni che offrono attrazioni «costruite», ma anche ovviamente la presenza di strutture ricettive e servizi turistici di alto livello.
unico prodotto esperienziale omogeneo e unitario, con l’aiuto fondamentale della tecnologia mobile, ma puntando innanzi tutto alla qualità e alla preparazione delle risorse umane. I Cucina raffinata ed esperienze indimenticabili sono al top degli interessi del viaggiatore luxury
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Cresce la voglia
di vacanze attive Sarà perché le nostre vite lavorative sono destinate sempre più alla sedentarietà, sarà perché siamo più informati sull’importanza del movimento per la nostra salute, fatto sta che sono sempre più numerosi coloro che approfittano della vacanza per praticare sport o attività fisica. Fiorisce, quindi, da parte di tour operator ed alberghi, l’offerta di pacchetti ad hoc, spazi attrezzati, personal trainer
✒Tiziana Conte
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Se 2016 è stato l’anno dei nuovi turismi improntati all’attenzione alla natura, alle aree protette, allo sport e all’attività fisica, l’anno corrente porta in se le premesse per una riconferma di questo trend. Comuni italiani, aree protette e strutture ricettive stanno andando a braccetto per la promozione di un turismo legato a un’offerta diversificata e di qualità per il rilancio dei territori. Secondo Legambiente Turismo il 79% dei viaggiatori quando sceglie una struttura ricettiva considera importanti gli accorgimenti eco-friendly ma anche le piste ciclabili e il cicloturi-
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smo (che conta in Italia un giro d’affari pari a circa 2 miliardi di euro), soprattutto per le regioni del nord che offrono molti chilometri di ciclovie e servizi accessori. Altro aspetto fondamentale nella scelta è legato al benessere anche per il moltiplicarsi di esperienze come le “ricette verdi”: prescrizioni fatte da professionisti del settore medico che incoraggiano i turisti a scegliere vacanze attive come vere e proprie ricette sanitarie per rimanere in buona salute. «I numeri ci indicano un cambio di passo epocale nel mondo del turismo, sempre
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più improntato alla sostenibilità e all’offerta green», sottolinea Sebastiano Venneri, presidente Vivilitalia. «Il 2015 è stato l’anno delle vacanze verdi, in cui la legge di stabilità ha riconosciuto ben 91 milioni per le ciclovie turistiche, e anche il 2016 ha messo in luce il turismo verde come traino per tutto il comparto turistico: basti pensare all’aumento del 10% nella scelta di vacanze sostenibile o al numero sempre crescente di cicloturisti». Anche CartOrange, il più grande network di consulenti per viaggiare, che da sempre punta sul turismo esperienziale e consapevole, individua nelle vacanze attive a base di sport ed escursioni un vero e proprio trend. «Nello scegliere il viaggio non è più importante solo la destinazione, ma anche tutte le attività che vi si possono svolgere, con preferenza per quelle a contatto con la natura e lo spirito autentico dei luoghi», afferma Flavia Mingione, responsabile Viaggi CartOrange. «La tendenza riguarda tutti, non solo i viaggiatori più sportivi o gli escursionisti esperti. La classica vacanza al mare è
sempre la più gettonata fra gli italiani, ma sono sempre di più i clienti che ci chiedono di abbinare alla spiaggia esperienze diverse: vela, equitazione, kayak, e anche escursioni in bicicletta e trekking per conoscere meglio il paese di destinazione. Sono tutte esperienze che arricchiscono la vacanza, momenti indimenticabili da vivere in alcuni casi anche con i bambini, per tutta la famiglia». Fra le soluzioni di viaggio CartOrange, la Namibia con un lancio in paracadute. «A Swakopmund, dopo un briefing con un professionista», spiega Flavia Mingione, «si decolla con un piccolo aeromobile per un volo panoramico di circa mezz’ora. Dopodiché si raggiungono i 10mila piedi d’altezza, ci si lancia con l’istruttore in caduta libera ai 220 km orari per circa 30-35 secondi prima che il paracadute venga aperto; il volo con il paracadute durerà ancora 5-8 minuti». Ma ci sarebbe pure l’Eco-turismo a Sri Lanka: trekking e rafting in notturna ed escursioni in canoa verso antichi templi. «I fiumi dello Sri Lanka, Kelani, Sitawaka e Kotmale, sono ideali per il rafting», precisa Mingione. «Una particolarità è il rafting notturno nelle notti che precedono la luna piena (poya), un modo ancora più suggestivo per esplorare scenari unici. Sempre in notturna, da non perdere il trekking con vista all’alba del Picco di Adamo». E ancora il Vietnam, sport e wellness nel paradiso escursionistico di Dalat, villaggio costruito a inizio ’900 dai francesi. «Trekking, kayak e mountain bike sono solo alcuni degli sport che qui si possono praticare, per poi rilassarsi magari in una spa». Si possono poi scoprire cultura e tradizioni delle isole Cook con il trekking a Rarotonga. «Si visita un villaggio tradizionale, lambendo i resti di anti-
La montagna, d’estate e d’inverno, si presta a numerosi sport, salutari passeggiate ed escursioni. Tutte attività proposte dai Vitalpina Hotels
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In Alta Badia, nel cuore delle Dolomiti, la nuova area Movimënt è luogo ideale per giornate di sport all'aria aperta
chi marae, cioè luoghi di culto sacrificali, e facendo tappa di capanna in capanna per conoscere storia e costumi dell’isola». L’escursione si conclude con un banchetto tradizionale. L’Inca Trail in Perù è invece un percorso spettacolare tra le vette delle Ande con destinazione finale Machu Picchu, dove si arriva all’alba in tempo per veder sorgere il sole dall’Inti Punku. «La nostra proposta prevede un trekking di 4 giorni e 3 notti con altitudine massima di 5.200 metri, alla scoperta di bellezze naturalistiche e siti inca unici. Si è assistiti da una guida, mentre i portantini allestiscono i campi e preparano i pasti. Occorrono comunque un po’ di allenamento e spirito di adattamento, poiché si cammina tutto il giorno e si dorme in tenda, ad altitudini notevoli. Ma è un’esperienza indimenticabile». Questi sono solo alcuni degli esempi di vacanze attive consigliate da CartOrange. Molti altri spunti si potranno trovare sul sito www.cartoramge.com
Ecobnb, la Community del Turismo Sostenibile, offre anche percorsi per passeggiate, trekking e mountain biking
La Toscana punta al turismo sportivo
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A credere nel binomio vincente sport e turismo è anche la Regione Toscana che a
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dicembre 2016 ha firmato l’accordo di collaborazione con Toscana Promozione Turistica, Coni Toscana, Cip Toscana e Anci, con l’obiettivo di sviluppare azioni per promuovere e diffondere iniziative sportive con rilevanza turistica e incentivare la pratica sportiva, anche come risorsa economica, tramite l’accoglienza di eventi sportivi nazionali e internazionali. Non si punterà solo ai grandi eventi, ma soprattutto agli appuntamenti dei calendari ordinari delle federazioni sportive nazionali. «Un passaggio strategico per la promozione della Toscana come destinazione per il turismo sportivo», spiega Alberto Peruzzini, direttore di Toscana Promozione Turistica. «Il mercato del turismo sportivo, in particolare nel segmento quantitativamente più importante dello sport-turismo, ha assunto infatti un peso tale da non poter più essere circoscritto ad una dimensione di nicchia per una regione come la Toscana», afferma, e basta leggere i numeri per rendersene conto. Dal 2008 al 2015 i flussi turistici diretti sul territorio toscano e derivanti dalle varie attività sportive sono cresciuti del 20% generando un volume di affari di oltre 800 milioni di euro. Un trend positivo confermato anche nel 2016 e che si inserisce in un contesto globale che vedrà questo particolare settore raggiungere, entro il 2017, un valore di circa 91 miliardi di dollari. L’accordo prevede 70mila euro dalla Regione al Coni (20mila dall’assessorato allo sport e 50mila da Toscana Promozione Turistica) per individuare, attrarre e sostenere iniziative sportive da tenersi in Toscana. «Un accordo importante che fa leva su caratteristiche specifiche del nostro territorio», commenta l’assessore Saccardi, «come la rete di impianti sportivi che offrono un’articolata gamma di opportunità ludico-sportive e la presenza di territori a vocazione turistico-sportiva in
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grado di fornire un’offerta di qualità, con elevati standard nell’ambito dell’accoglienza ricettiva». Per la valorizzazione e per la promozione turistica dell’offerta sportiva regionale, ha sottolineato l’Assessore «è necessaria una sinergia di competenze ed esperienze, ed è proprio quanto stiamo facendo con questo accordo». Lo sport come grande veicolo di inclusione sociale, ma anche come attrattore di presenze turistiche. «Peraltro la volontà condivisa è quella di non puntare solo sui grandi eventi, ma soprattutto di attrarre in Toscana gli appuntamenti dei calendari ordinari delle federazioni sportive nazionali, che anch’essi attirano notevoli presenze».
Camminare nei boschi e dormire sugli alberi Un recente studio dell’Università di Stanford, portato avanti dal ricercatore Gregory Bratman, dimostra che camminare nei boschi ha effetti benefici sulla nostra salute fisica e mentale. Lo studio ha coinvolto 38 soggetti che vivono in zone urbane, che hanno risposto ad un questionario volto a misurare la tendenza alla formulazione di pensieri negativi e a scansioni cerebrali sulla corteccia prefrontale subgenuale. Nella seconda fase i partecipanti sono stati divisi in due gruppi: un gruppo ha passeggiato per 90 minuti in un parco vicino a Standford, mentre l’altro ha camminato lunga una strada trafficata di Palo Alto. Coloro che hanno passeggiato immersi nella natura hanno mostrato una diminuzione nella formulazione di pensieri negativi, un abbassamento della pressione e un rapido cambiamento positivo sull’umore. Ecobnb, la Community del Turismo Sostenibile, offre la possibilità di vivere questa esperienza in vacanza. Oltre duemila le strutture ricettive ecologiche presenti nel suo network (http:// ecobnb.it), che vanno dalla casa sull’albero all’agriturismo biologico e che consentono di praticare osservazioni naturalistiche e percorsi per passeggiate, trekking e mountain biking. Un esempio? Nel Cuore del Cilento la residenza d’epoca Borgo Riccio Slow Holiday, circondata da uliveti, prati e boschi, mette a disposizione dei propri ospiti biciclette consentendo un più stretto e salutare contatto con la natura. Nella verde Umbria il villaggio eco-
logico Libera Università è costituito da casette in pietra e bungalow disposti sul fianco della collina in quattro milioni di metri quadrati di verde e 20 km di stradine nel bosco. Intorno tutta una valle con un torrente limpido che scorre tra le colline coperte di boschi e oliveti. Si organizzano passeggiate anche con la guida che aiuta a riconoscere piante selvatiche, alberi, erbe officinali, tracce di animali e si può partecipare ai laboratori creativi o corsi di yoga ma anche farsi coccolare con massaggi anti stress. Ecobnb propone destinazioni anche fuori dell’Italia per vivere esperienze di viaggio rispettose dell’ambiente, gustando cibo biologico in agriturismi alimentati da elettricità verde ed esplorando l’Italia e l’Europa attraverso itinerari a piedi, in bici o a cavallo, per salvare l’ambiente mentre salviamo il nostro fisico e l’umore.
L’altipiano dell’Alta Badia che racchiude l’area Movimënt è caratterizzato da morbidi sentieri da percorrere a piedi o con la bici
Movimento tra le vette La montagna, sia d’estate che d’inverno, si presta a numerose attività sportive: sci, carving, fondo, snowboard, ciaspole ma anche a semplici e salutari passeggiate ed escursioni, per poi rilassarsi in un hotel, ma meglio se del Gruppo Vitalpina che mette al centro della propria offerta lo sport e l’escursionismo e l’attenzione al benessere. Gli albergatori Vitalpina sono guide alpine per passione e per questo la loro competenza primaria è proprio l’escursione in montagna in tutte le sue possibili declinazioni. Con 102 guide alpine patentate e 17 mila chilometri di sentieri escursionistici in Alto Adige, la noia è bandita. Fra le attività di base proposte dai vari alberghi del Gruppo, che adottano la formula “attiva”: almeno tre escursioni guidate, sia in estate che d’inverno; consulenza per escursioni individuali, informazioni sulle sette migliori proposte 4 2017 www.mastermeeting.it
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escursionistiche, almeno tre proposte di sport e attività all’aria aperta; servizio di trasporto per le escursioni; noleggio di attrezzatura professionale, biblioteca con testi sugli itinerari e mappe. A chi sta programmando una vacanza in Alta Badia farà sicuramente piacere sapere che nel cuore delle Dolomiti, da qualche mese c’è la nuova area Movimënt, luogo ideale per trascorrere giornate di svago all’aria aperta, praticare fitness, passeggiate in quota ma anche free climbing, speed hiking, tandem flights, mountain bike, slackline, geocaching e tante attività. Per i più attivi e temerari, Movimënt offre la possibilità di prepararsi in tutta sicurezza per le principali attività di montagna, come scalare e sciare. L’altipiano dell’Alta Badia che racchiude l’area Movimënt è caratterizzato da morbidi sentieri da percorrere a piedi o con la bici. Nei Rent Points è possibile noleggiare le E-MTB, comode mountain bike con pedalata assistita. Non mancano le zone relax dove riposare dopo le tante attività svolte. Laghetti, maxi-sdraio di legno panoramiche, percorsi di riflessologia plantare e Kneipp.
Avventura e adrenalina Canyon Park è il Parco Avventura che si trova nella gola delle Strette di Cocciglia, località Scesta a Bagni di Lucca. Protetto da un tetto di vegetazione si nasconde un tratto del fiume Lima con pareti a strapiombo, un antico oratorio e un ponte di origini romane. Un percorso avventuroso per sfidare se stessi e vivere una giornata a contatto con la natura, quello costruito all’interno del Canyon Park di Scesta, in provincia di Lucca. Perfetto per una giornata in famiglia o fra amici, per una particolare attività di team building o per una sfida da affrontare in solitaria, il successo del parco conta non solo sul bellissimo luogo in cui si trova, ma anche su personale qualificato e disponibile, che aiuta gli ospiti ad affrontare i passaggi più adrenalinici con il sorriso. Il parco costituisce, oltre che un appuntamento con lo sport, anche una proposta di aggregazione per vivere la natura al meglio. Il percorso si sviluppa tra ponti nepalesi, teleferiche e passaggi acrobatici che, nonostante il nome, possono essere affrontati da tutti in totale sicurezza. I gruppi vengono affiancati da una guida che si oc-
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cupa di seguire e instradare gli ospiti, sempre agganciati all’innovativo “sistema di vita continuo” che, ancorando i visitatori al percorso, costituisce una garanzia per godere il percorso in sicurezza. Per chi non fosse i vena di spericolatezze, il parco è accessibile anche “dal basso” tramite le visite con SUP, ovvero standing up paddle, per pagaiare attraverso le acque del fiume. È possibile, inoltre, accedere al canyon anche in gommone per una attività di soft rafting con guida, oppure risalire il torrente facendo dell’aquatrekking.
Tra cielo e mare Le bellezze paesaggistiche della Costiera Amalfitana esaltano la gioia di praticare lo sport preferito: si può veleggiare fra insenature, grotte e spiagge raggiungibili solo dal mare, provare il kayak o lo stand up paddle. Ad Amalfi è possibile anche fare immersioni subacquee con escursioni guidate: la zona è ricca di grotte, cavità e angoli nascosti. Chi non ama gli sport d’acqua può optare per scarpinate e arrampicate per sentieri e mulattiere che percorrono valli, boschi e borghi. Da Amalfi parte una strada ripida e tortuosa che porta al “balcone della Costiera” a 600 m sul livello del mare, da cui si snodano diversi sentieri tra i quali il più fa-
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moso è il “Sentiero degli dei” che offre scorci panoramici unici dagli affacci a strapiombo a profondi valloni con torrenti, pareti rocciose e boschi di castagni, o eremi medievali. Anche una passeggiata a cavallo è un modo emozionante per scoprire la natura dei Monti Lattari, passando attraverso paesi e boschi, talvolta affacciandosi sul golfo da qualche terrazza panoramica e infine raggiungendo il mare. I numerosi sentieri si prestano anche al trekking e alla bicicletta, piuttosto impegnativi dato il dislivello della costiera. Per godere di entrambe le prospettive, mare e montagna, l’ideale è volare con il parapendio ammirando lo splendido panorama della Costiera Amalfitana e del Parco Nazionale del Cilento. Dopo aver messo a dura prova il fisico, un meritato riposo lo potrete trovare a pochi minuti di distanza da Amalfi, in uno dei punti più suggestivi della Costiera, all’Hotel Santa Caterina (www.hotelsantacaterina.it). A picco sul mare, l’hotel offre anche un’attrezzata Spa dove rilassare i vostri muscoli con gli esclusivi massaggi al limone E che dire della suite “Follia Amalfitana” con la sua minipiscina tonda con vetrata, piscina privata e vista mozzafiato sulla baia o della suite “Giulietta e Romeo” con terrazzino a picco sul mare e piscina privata. Il Santa Caterina, sinonimo di lusso,
coccole e relax, organizza numerose attività sportive consentendo di vivere il territorio praticando lo sport preferito e mantenendosi in perfetta forma. Per prepararsi alle numerose attività all’aria aperta, l’Hotel offre una suggestiva palestra vista mare, completa di attrezzi e tapis roulant. Dopo lo sport ci si può rilassare al Beach Club, da cui si possono anche prendere barche private e motoscafi per gite ed escursioni su prenotazione.
Negli hotel Vitalpina, in Alto Adige, la noia è bandita grazie alle 102 guide alpine e 17 mila km di sentieri escursionistici. In basso, camminare nei boschi ha effetti benefici sulla nostra salute fisica e mentale
Fattorie con percorsi intelligenti nel verde Far diventare la campagna salentina una palestra a cielo aperto. Corpo, mente, natura e cibo sano: ecco i 4 pilastri su cui si fonda il progetto made in Salento, Fattorie Sportive, frutto di un accordo tra Fidal, la Federazione italiana di atletica leggera, e Cia, la Confederazione italiana agricoltori che si occupa dell’ambiente rurale come luogo dove coltivare benessere, salute, buona cucina e vacanza in relax. Al centro del progetto ci sono i cosiddetti “percorsi intelligenti”: vere e proprie piste di allenamento nel verde, in cui correre o camminare immersi in luoghi dove la cultura agroalimentare è di casa, scoprendo tra orti, alberi di ulivo e da frutto, quali sono e come si producono tutti quegli alimenti indispensabili per una dieta corretta, equilibrata e fondamentali sia per l’atleta professionista, sia per chi fa movimento per il gusto di stare bene. A credere fortemente in questo percorso green per atleti è stata l’azienda agrituristica Serine, tra le prime in Salento a dare vita alla Fattoria Sportiva. La Masseria, agriturismo di Castrignano del Capo, in provincia di Lecce, dista 3 km da Santa Maria di Leuca; qui si possono sperimentare: il Fitness Trail, con esercizi a corpo libero tra gli uliveti, jogging e camminate lungo i sentieri “intelligenti”. I 4 2017 www.mastermeeting.it
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San Diego/Tijuana
Il confine gourmet cool
Mentre la politica allontana e i muri dividono, il turismo unisce. La famigerata frontiera tra Messico e USA è in realtà una destinazione che affascina sempre più viaggiatori. Merito del mix originale di cultura latina e anglosassone, della vivace vita culturale, delle spiagge mozzafiato e di una fantastica offerta enogastronomica
✒Testo e foto di Barbara Ainis Tra boutade infelici e preoccupanti promesse, l’era Trump, appena cominciata, ha messo sotto i riflettori internazionali il confine tra Messico e USA. Si fa un gran parlare di un “terrific wall” da costruire, spesso trascurando di segnalare che il muro, tutt’altro che straordinario (questa è l’accezione del termine preferita da Trump), già c’è e corre tra cemento armato e filo spinato lungo oltre mille delle tremila miglia che separano i due Paesi. Ma per fortuna i muri (e ce ne sono tanti nel mondo) non riescono a fer-
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mare la fantasia, i sogni, l’arte e neppure il turismo. Per verificarlo siamo andati proprio lì, tra San Diego e Tijuana, abbiamo attraversato il confine e abbiamo verificato che, anche dopo l’elezione del nuovo presidente USA, le due città di frontiera sono, insieme, una grande, affascinante destinazione turistica, un’occasione unica per conoscere e vivere l’incontro, inevitabile e benefico, tra due culture diverse. Dalle bellissime spiagge a Nord di San Diego ai vigneti a Sud di Tijuana, dall’elegante waterfront della più latina
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LE VIE DEL GUSTO
delle metropoli statunitensi al dinamismo della più anglofila delle città messicane, dall’eccellenza gourmet dei ristoranti californiani alla delizia sorprendente della cucina Baja Med e dello street food della Bassa California, sono davvero molte le ragioni per superare muri e pregiudizi e scoprire, così, il confine gourmet più cool al mondo.
A Nord del confine Se il vostro sogno californiano include sole tutto l’anno, surf e lunghe spiagge dorate, San Diego è la città che più di ogni altra incarna questo spirito rilassato ed edonista, leggenda per generazioni di giovani e meno giovani. Avamposto meridionale statunitense sull’Oceano Pacifico, San Diego è una piccola metropoli, con meno di 1,4 milioni di abitanti, e proprio queste sue dimensioni contenute la rendono una città molto gradevole, vivibile e facile da visitare. La sua natura intercul-
turale è evidente ovunque: nei suoi affascinanti contrasti architettonici, nei volti diversi dei giovani che passeggiano e fanno jogging sul suo curatissimo waterfront, nelle chiacchiere per la strada che incrociano, con divertita alternanza, l’inglese sfacciato del Sud con lo spagnolo cantilenante alla messicana. Ma la commistione tra anima latina e identità USA non è frutto solamente della recente immigrazione, piuttosto della storia curiosa e affascinante di questa città. San Diego, infatti, fu fondata nel XVIII dal padre francescano Junipero Serra, nella missione di San Diego di Alcalá, primo insediamento spagnolo in tutta la regione di quella che allora si conosceva come Alta California o Nuova California (la California, invece, era l’attuale Bassa California messicana). Con l’indipendenza del Messico dalla Spagna, al principio dell’Ottocento, i suoi territori divennero una delle provincie messicane, ma per poco. Già
Il sole della California brilla nel suo massimo splendore sul waterfront di San Diego come sull’isola di Coronado
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LE VIE DEL GUSTO
Cento chilometri di spiagge affascinanti accolgono, a Nord di San Diego, surfisti e turisti in cerca di relax. In basso: il Financial District di San Diego visto dall'isola di Coronado
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nel 1850 gli Stati Uniti, vincendo la alquanto surreale guerra messicano-statunitense, strapparono la California al Messico, insieme con Nevada, Utah, Colorado, Arizona, Nuovo Messico e Wyoming, in cambio del pagamento di 18 milioni di dollari e della garanzia della cittadinanza statunitense per le famiglie messicane che abitavano quei territori. Ecco che, tra i discendenti di quei lontani californiani e gli immigrati dei successivi 167 anni, oggi il 24% degli abitanti di San Diego ha origini messicane. Centro pulsante di questa società multiculturale è l’emergente Barrio Logan: dai murales del Chicano Park alle gallerie d’arte nate nei vecchi magazzini portuali, fino ai ristoranti cult della
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tradizione messicana e alle più apprezzate birrerie artigianali, questo quartiere si sta rivelando come uno dei più dinamici e interessanti della città. Proprio dal Barrio Logan parte il lungo e scenografico ponte che collega la terraferma alla tranquilla e pittoresca isola di Coronado, l’altra faccia, quella più anglosassone, di San Diego. L’isola è tutta un susseguirsi di curatissimi giardini, ristoranti e boutique, tra villette esclusive, golf club, spiagge e porti turistici. Affacciato sull’Oceano, di fronte a una lunga spiaggia, si trova il lussuoso e storico Hotel del Coronado, costruito nel 1880 in un originale stile vittoriano, con i tetti rossi e gli edifici in legno dipinti di bianco, che si dice abbiano ispirato la città di Esmeralda nel film Il mago di Oz e che per certo hanno fatto da scenografia al leggendario A qualcuno piace caldo, con Marilyn Monroe, Jack Lemmon e Tony Curtis. Dall’altra parte dell’isola, nel Centennial Park, vicino al molo dove attraccano i traghetti diretti al Brodway Pier e alla bella passeggiata della North Harbour Drive, si gode della vista più indimenticabile sulla Downtown. In una cornice impeccabile di lampioni, aiuole e parapetti, si possono fotografare i grattacieli del Financial District, stagliati nel cielo californiano, terso e azzurro, le case basse del Gaslamp Quarter, il quartiere
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LE VIE DEL GUSTO
storico del XIX secolo, che di notte si anima di locali e bella gente, e le barche a vela attraccate all’Embarcadero del Marriott Marquis San Diego Marina. Il polmone verde di San Diego è il bellissimo e vivace Balboa Park, che si trova tra i ristoranti e i farmer’s market di Little Italy, le birrerie di North Park e i negozi hipster e indie di South Park. Al suo interno si possono visitare: 16 giardini unici, tra i quali l’affascinante Japanese Friendship Garden, il tripudio di rose dell’Inez Grant Parker Memorial Rose Garden e il bellissimo Botanical Building; 15 musei e teatri, inclusi il Centro Cultural de la Raza e il San Diego Museum of Art; e il famoso Zoo cittadino. Ma San Diego non sarebbe l’emblema del California Dream senza i suoi cento meravigliosi chilometri di costa. Appena usciti dalla città, percorrendo verso Nord la strada panoramica, si arriva alla bellissima scogliera e alle spiagge di La Jolla, il gioiello di San Diego. Questo idilliaco paesino, esclusiva destinazione per il relax di locali e forestieri, è un piccolo paradiso di hotel di lusso, boutique raffinate, gallerie d’arte e prestigiosi campi da golf. I surfisti in cerca di onde popolano le belle e lunghe spiagge di Del Mar, Cardiff ed Encinitas, ma il surf spot preferito sembra essere Tamarack a Carlsbad, dove le onde che si infrangono sul fondale sabbioso permettono di surfare dentro adrenalinici tunnel d’acqua. E per chi non fosse appassionato di sport, ma di enogastronomia, i villaggi della costa possono
essere ugualmente una scoperta entusiasmante. Proprio a Carlsbad si trovano alcune piccole, ma interessanti Urban Wineries, come quella la Witch Creek Winery o la Carruth Cellars, nelle cui tasting rooms si possono degustare i vini di questi giovani produttori locali, in un ambiente informale e originale. Nell’interno di Del Mar, invece, si trova il vero tempio dell’accoglienza e dell’eccellenza gastronomica di San Diego: il Fairmont Grand Del Mar. Questo impeccabile e lussuoso resort in perfetto stile coloniale offre 249 eleganti ed esclusive stanze, una magnifica Spa, un campo da golf a firma di Tom Fazio e un servizio Five Diamond Awarded. Il suo ristorante Addison è il regno dello chef William Bradley, capace di incantare i palati più raffinati con il suo originale tocco, che unisce ingredienti locali all’ispirazione contemporanea della cucina francese (indimenticabile lo Chef’s Tasting Menu, accompagnato da una sublime selezione di vini).
I dintorni della città regalano deliziose esperienze enogastronomiche: da una informale coppa di vino in una Urban Winery (sopra la Witch Creek Winery) alle indimenticabili creazioni dello chef Bradley del ristorante Addison, nel Fairmont Grand del Mar (a sinistra)
Le scogliere de La Jolla Cove
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Solo pochi minuti di attesa al controllo passaporti ed ecco il Messico
La bella architettura eclettica della cantina Adobe Guadalupe e l’affascinante design della cantina Decantos
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Passando la frontiera In pochi minuti di taxi dal centro di San Diego si raggiunge San Ysidro, praticamente un sobborgo della metropoli. Qui si trovano i due passaggi pedonali per superare la frontiera con il Messico. Lo storico US Custom and Border Protection è un lungo corridoio scoperto, tutto dipinto di grigio, attraverso il quale si accede ai tornelli e ai controlli di frontiera sotto una scritta, altrettanto grigia, che riporta il nome MEXICO. Per alleggerire l’intenso traffico di turisti e cittadini regolari dei due Stati che ogni giorno attraversano il confine per lavoro o per divertimento, per far shopping o per comprare
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medicine a basso prezzo (non è certo da qui che cercano di passare gli illegali, ma da ben più pericolosi varchi, nel deserto del Sonoma), a poche centinaia di metri, la scorsa estate, è stato inaugurato il nuovo Pedwest US, un passaggio più moderno e comodo per chi viaggia con i trolley al seguito. Noi li abbiamo provati entram-
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bi, andata e ritorno, e in tutti e due i casi passare il famigerato confine non ha richiesto più di qualche minuto di attesa.
A Sud del confine A dispetto di separazioni e diffidenza sono chiamate città sorelle. Brownsville e Matamoros, Laredo e Nuevo Laredo, El Paso e Ciudad Juarez, tra le altre. E naturalmente San Diego e Tijuana. I muri, per quanto spessi e sorvegliati, restano permeabili alle idee e alla voglia di comunicare con il vicino. Così proprio Tijuana, la città che nell’immaginario collettivo è una delle più pericolose al mondo, ha saputo trasformare in un vantaggio la propria identità di frontiera, facendo della sua commistione unica tra tradizione messicana e tendenza esterofila il suo maggiore punto di forza come destinazione enogastronomica, culturale e turistica. Le tante iniziative culturali per i giovani – di cui gran protagonista è da decenni il bellissimo Centro Cultural Tijuana, che ospita il Museo de la California, l’impressionante spazio espositivo El Cubo e l’enorme sfera del Domo IMAX – insieme con la crescita delle opportunità di lavoro legale connesse allo sviluppo turistico, hanno sottratto spazio e forza alla delinquenza organizzata e oggi la città è
diventata decisamente più sicura che nel passato. Ne è convinto anche il New York Times che all’inizio di quest’anno ha inserito Tijuana all’ottavo posto nella sua classifica mondiale dei luoghi da visitare nel 2017. Appena attraversato il confine, il Messico arriva subito, dirompente, a dare il benvenuto. Il traffico caotico e rumoroso, il profumo di tacos, la musica, i colori saturi e le facce allegre sono tutti lì pronti a stordire e ad affascinare i nuovi arrivati. E del resto Tijuana è la città del divertimento per antonomasia, da scoprire prima di notte, e poi, con calma, di giorno. Nonostante le sue dimensioni notevoli (conta circa 1,6 milioni di abitanti), la vita e i divertimenti al calar del sole si concentrano in un solo lungo incrocio, quello tra la dinamica e iconica Avenida Revolucion, piena di negozi, ristoranti, bar e locali, e la Sexta, o Calle Flores Magón, la protagonista incontrastata della
I colori e i profumi del Messico cominciano da Tijuana
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La giovane capitale della Bassa California sta diventando negli ultimi anni una moderna metropoli. In basso: il Centro Cultural Tijuana e la grande sfera del Domo IMAX
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movida notturna. Qui ci sono luoghi che hanno fatto leggenda e che vale la pena visitare per calarsi nello spirito più autentico di Tijuana. C’è l’hotel e ristorante Caesar, dove nel 1924 l’italiano Cesare Cardini inventò la Caesar Salad, ricetta famosa e storpiata in tutto il mondo; c’è la popolare discoteca Las Pulgas, aperta (e piena) 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con cinque sale per ballare pop, rock e l’amata musica norteña; c’è il bar “Dandy del Sur”, il più antico bar di Tijuana, con le sue insegne al neon, la musica del juke box e la penombra, nella quale sorseggiare un Tamarindo Martini o un Especial a
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base di Rum sotto la foto di Anthony Bourdain. Proprio questo grande chef statunitense è stato uno dei principali responsabili dello sdoganamento di Tijuana come destinazione enogastronomica e turistica. L’episodio di No Reservation (il programma cult di food&travel condotto da Bourdain) dedicato nel 2012 alla città e alla Baja California è ancora considerato negli USA come la Bibbia per muoversi e mangiare al di là del confine, tra alta cucina e fish tacos dei food truck. Bourdain si faceva introdurre alle creative delizie culinarie di Tijuana, tra gli altri, da un collega dell’Olimpo gastronomico, Javier Plascencia, forse il miglior rappresentante dell’identità orgogliosamente di frontiera di questa città: tijuanense appassionato surfista e giocatore di golf, nei suoi ristoranti di qua e di là dal confine – innanzi tutto Misión 19 a Tijuana e Bracero, Cocina de Raiz a San Diego – porta il suo originale e delizioso concetto di cucina, basato sugli ingredienti e i sapori tipici locali reinterpretati secondo i dettami della cucina d’autore e le influenze internazionali. Un altro nome imprescindibile dell’identità gastronomica di Tijuana è quello dello chef Miguel Ángel Guerrero, il creatore della cucina Baja Med, fusione eccellente e seguitissima tra cucina messicana, cucina mediterranea e cucina
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LE VIE DEL GUSTO
orientale. Le occasioni per mangiare bene in città sono davvero molte e, nonostante il proverbiale machismo messicano, sempre più spesso opera di magnifiche chef donne. Come Nancy León, chef del sorprendente Chan’s Bistrot, dove la fusione della Baja Med viene ribaltata e sono i piatti della cucina orientale (Nancy viene da una famiglia di ristoratori cinesi apprezzatissimi a Tijuana) ad incontrare i sapori e le ispirazioni della gastronomia messicana e internazionale. Appena fuori Tijuana, nella vicina Tecate, Pueblo Magico famoso per la birra e le mille fogge del suo pane dolce, ancora una donna incanta gli appassionati Foodies con i suoi deliziosi piatti, questa volta legati alla tradizione puramente locale e agli insegnamenti delle donne della sua famiglia: è Mariela Manzano, chef e proprietaria del suggestivo Lugar de Nos, dove tutto, dal sorprendente menù alla decorazione, è frutto della sua creatività. “Un’altra Napa, solo migliore”, si trova a Sud di Tijuana e Tecate. A dirlo è sempre lo chef Bourdain incantato dal microclima e dai sapori della Valle de Guadalupe, un triangolo fertile di vigneti e piccole case vitivinicole, stretto tra le montagne brulle della Baja California e la brezza del vicino Oceano Pacifico. Gli spagnoli impiantarono qui le prime viti fin dal XVIII secolo e, sebbene la produzione di vino a scopo commerciale abbia poco più di un secolo di storia (nel 1888 venne fondata l’azienda Santo Tomas, attiva ancora oggi) e sia ancora di piccole dimensioni, oggi questa è una delle regioni vitivinicole più interessanti e in maggiore espansione del continente americano. Scendendo da Tecate in direzione di Ensenada (il bel porto sul Pacifico da cui salpare per affascinanti crociere e dove gustare per pochi pesos le migliori vongole “chocolate” e altre delizie del mare) si incontra per prima la più famosa e grande tra le cantine della valle, L.A. Cetto, fondata nel 1926 da immigrati piemontesi, a cui va riconosciuto innanzi tutto il merito di aver introdotto in Messico la cultura del vino (ancora agli inizi, se si pensa che il consumo medio è di una bottiglia all’anno, ma fino a qualche anno fa era di un bicchiere). In questo angolo affascinante di Bassa California a riservare interessanti sorprese sono in particolare i rossi, sempre
di più capaci di competere internazionalmente e di vincere premi prestigiosi, come il Casta Tinta Syrah 2013, della cantina Casta de Vinos, medaglia d’oro lo scorso anno al Concorso Mondiale di Bruxelles. Altre etichette eccellenti portano il nome di La Lomita, El Cielo, Casa de Piedra, Adobe Guadalupe, Monte Xanic, solo per fare qualche esempio. Alla qualità in netta crescita si accompagnano una maniacale attenzione per il design – bellissima e scenografica la cantina Decantos – la proverbiale attitudine messicana all’accoglienza – indimenticabile una notte nei luxury glamping tra i vigneti di Encuentro Guadalupe e Cuatro Cuatros –, e un’eccellente offerta gastronomica – dai famosi La Esperanza, dello chef Miguel Ángel Guerrero, e Finca Altozano, di Javier Plascencia, al delizioso Adobe Food Truck e al giardino ristorante del TrasLomita. Il risultato è una delle più affascinanti strade del vino a livello internazionale. I
Oggi come ieri Tijuana è la città dei divertimenti per eccellenza (nella foto il bar del ristorante Caesar)
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Cocoon Una nuova perla maldiviana Un luogo incantevole dove rigenerarsi, tonificarsi, crogiolarsi al sole e nuotare in acque incredibilmente trasparenti durante il nostro inverno
✒Linda Smiderle Barattieri
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Inaugurato il 26 dicembre scorso nella piccola isola corallina dal nome impronunciabile Ookolhufinolhu (ocolufinolu... forse) nell’atollo di Lhaviyani (laviani...) a una trentina di minuti di idrovolante dall’aeroporto di Malè, la capitale delle Maldive, Coocon è un autentico paradiso della vacanza. Una vista mozzafiato si gode lungo tutto il tragitto che conduce al resort: isole e isolotti dal verde intenso contornati da spiagge bianchissime immersi in acque cristalline dai colori che
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passano dal bianco delle lagune al turchese fino al blu oltremare contornato dal filo chiaro del reef: un incanto paradisiaco che si ripete per molte delle oltre mille isole dell’arcipelago.
150 tra villette, suite e lagoon suite in totale privacy Chic, e dal design minimalista che fa trasparire l’indiscussa italianità (il proprietario è milanese), il resort offre diverse tipologie di accomodation (in tutto 150): si
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LE VIE DELL’INCENTIVE
può organizzare di andare a vedere i delfini o ancora, fare un picnic su uno degli isolotti deserti, o visitare l’isola dei pescatori. Per i più esperti, ci sono il diving, gli sport acquatici e le gite sulle moto d’acqua.
A sinistra, una Beach Suite all’imbrunire situata sulla punta estrema dell’isoletta. Qui sopra un fermo immagine di uno spettacolare tramonto
Giovanni, il plus del resort può scegliere tra villette, suite e lagoon suite. A queste si aggiungono tre ristoranti e due bar. La struttura si estende su tutta la lussureggiante isoletta assicurando a ciascun ospite totale privacy. Incredibile il piacere di camminare a piedi nudi sulla sabbia, che non scotta mai anche durante le ore più calde, ripulita ogni giorno dai coralli che l’alta marea sospinge sulla spiaggia. Oltre al gradevolissimo ozio a all’assoluto relax, le opportunità di divertirsi non mancano: basta prendere la barca per raggiungere il reef e godersi lo spettacolo dei coloratissimi pesci che sguazzano nella barriera corallina (anche se in questa zona, dopo lo tsunami, la barriera è quasi totalmente bianca) facendo snorkeling oppure si
La sera il must è un romantico e suggestivo aperitivo al tramonto (in queste ore la luce è davvero qualcosa di incredibile) seguito da una cena in stile casual, l’occasione giusta per conoscere il vero plus del resort: Giovanni De Ambrosis, il cuoco italianissimo! Una piacevole sorpresa in particolare per chi non ama il cibo speziato, alla base della cucina maldiviana. Pasta al ragù, pizza al taglio con olive, margherita, napoletana e schiacciatine, insalate “nostrane”, vero parmigiano reggiano, gorgonzola... Insomma prelibatezze italiane che vanno a sommarsi al pesce freschissimo (tonni, polipi, aragoste e tanto altro) alla verdura e alla frutta eccezionalmente buona ma anche a piatti arabi, cinesi, africani. Un superbo buffet dal variopinto mix e con cucina a vista, che 4 2017 www.mastermeeting.it
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LE VIE DELL’INCENTIVE
Vista da una delle Beach Villa con il mare in burrasca. In basso, lo chef Giovanni De Ambrosis con un suo collaboratore
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sa soddisfare una clientela internazionale ma dove trionfa il tricolore: non per nulla Giovanni De Ambrosis è stato recentemente premiato come ambasciatore del gusto italiano dalla federazione italiana cuochi. E per chi non lo conoscesse ancora, ecco qualche nota biografica. De Ambrosis nasce a Varese, nel ’77, si diplo-
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ma alla scuola alberghiera di Stresa, accumula numerosissime esperienze in prestigiosi ristoranti e in grandi alberghi, prima in Italia (dall’entroterra varesino a Venezia, da Stresa a Villasimius) e poi all’estero (Svizzera, Stati Uniti, Russia, Zanzibar, Cina e Dubai). Una carriera professionale che gli permette di acquisire pro-
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fonde conoscenze non solo nella ristorazione ma anche nell’hotel managing e nell’amministrazione, alle prese con la gestione di uno staff multi-etnico e multiculturale. Oltre alla preparazione è la simpatia l’altra grande dote di Giovanni, che come racconta lui stesso – tante volte lo aiuta a sopperire a quei piccoli inconve-
nienti che si possono verificare in particolare in occasione dell’apertura di un resort, «per esempio», ricorda, «quando, a seguito di un violento temporale notturno, si è allagata una camera a causa di uno scarico mal inserito». Esperienza e simpatia che di certo rendono più facile all’ospite accettare eventuali piccoli disagi. Recentemente Giovanni ha anche aperto a Dubai una sua società specializzata nell’avviamento di start-up: dalla progettazione della ristorazione e della cucina, al servizio, dalla ricerca e assunzione del personale fino ai livelli manageriali, alla scelta dell’interior design del ristorante, con responsabilità del planning finanziario e del budget. I
Vista dall’idrovolante. A sin, in basso un istruttore di moto d’acqua mentre verifica la capacità di effettuare lo snorkeling
Il patio di una delle Beach Villa con la brocca dell’acqua per togliere la sabbia dai piedi prima di entrare in camera
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Il mondo incantato di
Hans Christian
Andersen Viaggio in Danimarca, sulla verde isola di Fionia e nella città di Odense sulle tracce dei luoghi che hanno ispirato le novelle fantastiche di Andersen
✒Alessandra Caputo
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Nella prima edizione della raccolta di Quaranta Novelle di Hans Christian Andersen, Giosuè Carducci scriveva alla traduttrice Maria Pezzé Pascolato: «Tra le tante cose di cui vo debitore alla signora Astrid Ahnfelt metto ora per prima l’idea che ha ispirato in Lei di mandarmi in dono le novelle di Andersen. Qualche cosa ne aveva intravisto in una traduzione tedesca; ma ora ne gusto la fantasia nativa e profonda, la grazia e l’andamento tutto poetico tra mesto e sereno. Io non so nulla di danese, ma giuro che la sua traduzione deve esser fedele ed elegante». La scrittrice svedese Ahnfelt aveva portato a Re Oscar il volume delle Poesie complete del Carducci; successivamente, in una visita che fece al poeta nel 1902 gli parlò di Andersen e della traduzione della Pascolato. Il Carducci si divertì a farsi raccontare la novella del brutto anatroccolo che era invece un cigno. Le novelle di Andersen sono un classico senza tempo e per ogni età, rivolte a quel “fanciullino” che vive nell’anima di tutti noi mantenendo intatta la sua candida purezza e poesia. Ma da dove nasce la poesia di Andersen? Quali sono i luoghi che hanno ispirato la sua arte scrittoria? Nella bellissima, verde e rigogliosa isola di Fionia, nota come “giardino di Danimarca” per le sue bellezze naturali e i fiabeschi manieri, immaginate una piccola e antica città caratterizzata dai tetti acuminati, una città dove le strade, le case, ogni singolo particolare è in grado di raccontarvi leggende fantastiche e a volte paurose. Stiamo parlando di Odense, la più antica città della Scandinavia che ha visto nascere il re delle fiabe nel 1805.
A sinistra, la Cattedrale di Odense © VisitOdense. Qui sopra, una bella immagine del Flower Festival © VisitOdense
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EVENTI A ODENSE Festival dei fiori 17-20 agosto Fiori ovunque! Un’occasione per guardare, sentire e annusare più di 180mila fiori, piante e verdure disposte in composizioni originali, secondo uno specifico tema che si rinnova ogni anno per soddisfare i 100mila visitatori che ospita. Il Festival di Hans Christian Andersen 20-27 agosto 2017 Ogni anno ad agosto Odense festeggia il suo celebre cittadino con un festival a lui interamente dedicato, un’occasione unica per lasciare spazio all’immaginazione, alle fiabe, all’avventura. Sono più di 270, di cui 250 gratuiti, gli appuntamenti in programma nella settimana di cabaret, concerti, sfilate ed esperienze artistiche. Come diceva nel suo tempo: “La nostra era è l’era della favola” e questo vale ancora nel 2017. La Parata di Hans Christian Andersen 1 luglio - 13 agosto 2017 Da non perdere per tutti gli appassionati di fiabe, lo spettacolo “21 Fairytales in 21 Minutes”, con Torben Iversen nei panni di Hans Christian Andersen, e l’omonima Parata in scena tutti i giorni tranne la domenica (alle ore 11.00, 13.00 e 15.00). Harry Potter Festival 20-21 ottobre Il Festival dedicato al famoso mago Harry Potter è un evento annuale che si svolge in autunno, periodo nel quale le scuole in Danimarca chiudono per una settimana. Il festival è organizzato dalla biblioteca centrale della città e offre ogni anno una motivazione di esperienze magiche per grandi e piccini.
Vi guideremo in un tour alla scoperta dei luoghi dove il più grande scrittore della Danimarca è nato e cresciuto, ispirandosi per le sue fiabe e i valori raccontati. Un delizioso angolo nel quartiere storico della città © VisitOdense
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A spasso a Odense La prima tappa di un tour sulle tracce dell’autore è la casa natale di Andersen, un’abitazione gialla nel vecchio quartiere di Odense che permette di ripercorrere la vita e le opere del famoso scrittore, mostrando anche una raccolta completa di disegni e ritagli di carta. Diventata un museo nel 1908, è uno dei più antichi al mondo a lui dedicati. Oltre alla vecchia casetta gialla, in cui sono stati mantenuti gli ambienti dell’epoca, è stata aggiunta un’ala moderna che ospita un allestimento multimediale e interattivo. Il viaggio prosegue nella casa d’infanzia in Munkemøllestræd, vicino alla cattedrale, dove Andersen visse dai 2 ai 14 anni. Trasformata in museo nel 1930, anche qui l’arredamento è rimasto fedele a quello descritto dallo scrittore che, nelle sue memorie, raccontava le condizioni anguste e la povertà del 1800 a Odense. Nelle stan-
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ze potrete vedere diversi manoscritti e diari originali. Accanto alla casa museo si apre un mondo straordinario per i bambini, il Fyrtøjet (L’acciarino magico), un centro culturale per l’infanzia dove i bambini e le loro famiglie possono giocare con vestiti, trucchi e scenografie legate alle fiabe, tra musica, teatro e arti figurative. Il mondo incantato rivive anche al Villaggio di Fionia (Den Fynske Landsby), un museo all’aperto dove è ricostruito l’ambiente di un villaggio danese tra il 1700 e il 1900, con case di pietra e legna, un laghetto e una deliziosa stradina. Durante l’estate si anima di figuranti in costume che raccontano la vita quotidiana nella campagna danese del XIX secolo. Odense è accoccolata nell’isola di Fionia, regione ricca di castelli e manieri, come l’incantevole Egeskov Castle. Il nome deriva da Odino, il dio nordico della guerra,
della poesia e della saggezza, patrono perfetto per una città ricca di storia e cultura. Odense risale all’epoca pre-vichinga ed è ricca di testimonianze di diversi periodi storici. Da visitare la chiesa di St. Hans, dove il celebre scrittore venne battezzato e la cattedrale di Sankt Knuds, unico esempio di architettura gotica in Danimarca, dove Hans Christian Andersen ricevette la cresima. Proseguendo un tour alla scoperta dell’autore, andate al Municipio, Rådhuset, dove Andersen venne dichiarato cittadino onorario il 6 dicembre 1867 e poi recatevi al monastero francescano, Gråbrødre Kloster, nel cui giardino giocava spesso da bambino. Nel teatro della città il piccolo Andersen, affascinato dal palcoscenico, debuttò come comparsa. Infine, riservate del tempo da dedicare alla visita del Giardino del Re, Kongens Ha-
La casa e il museo di Hans Christian Andersen in Hans Jensens Stræde, l’ingresso è sul lato dell’edificio in Bangs Boder © VisitOdense
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Hans Christian Andersen e di Odense e si equilibra perfettamente a livello internazionale e locale». Il progetto gioca un ruolo importante nei cambiamenti radicali in corso nel centro cittadino, in particolare la chiusura dell’arteria principale Thomas B. Thriges Gade. Precedentemente la strada attraversava tutta la città e fa ora parte dei 9mila mq della zona coinvolta nel piano di lavoro che include, oltre all’area circostante il Museo Hans Christian Andersen, il Centro Culturale per bambini Fyrtøjet e il parco Lotzes Have. Basandosi sul mondo fiabesco e affiancato da incantevoli giardini, l’obiettivo è l’unione del Museo Andersen con il Centro Culturale per bambini Fyrtøjet, ottenendo così un’attrazione decisamente ampliata.
Odense a tavola La Fionia vanta un’ottima cucina con particolare attenzione a prodotti locali e di stagione. A pranzo il miglior smørrebrød si trova da Kong Volmer (Brandts Passage 13) nel quartiere di Brandts, invece per uno spuntino a base di prodotti e piatti locali il posto da visitare è Caroline (Nørregade 28). Merita una sosta il Cafe Fleuri (Nørrega-
Il giardino di Hans Christian Andersen, sul fondo la Cattedrale © VisitOdense. In basso, Il Castello delle Fiabe dove si svolge l’Hans Christian Parade © VisitOdense
ve, e del Castello di Odense dove alloggiavano i re quando si trovavano in città. La madre di Andersen lavorò per un periodo nel castello mentre lui, da ragazzo, giocava nei giardini con il principe ereditario, il futuro Frederik VII.
2020, una nuova Casa di Andersen Nel futuro di questa cittadina danese c’è un progetto importante e innovativo curato dall’architetto giapponese Kengo Kuma: la realizzazione di un museo dedicato allo scrittore. Il museo ruoterà intorno al mondo delle fiabe e l’architetto Kuma ha sbaragliato la concorrenza di importanti studi internazionali che hanno partecipato alla gara per aggiudicarsi il progetto. La proposta di Kuma e dei suoi partner danesi ha catturato l’attenzione del sindaco di Odense, Anker Boye, presidente della giuria. «La sua proposta – ha dichiarato il sindaco – è di una qualità senza uguali, in grado di catturare l’essenza di
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LE VIE DELL’INCENTIVE Dove dormire de 28) o il Themsens fristelser (Overgade 32), dove trovare anche buone idee per regali golosi. Per l’aperitivo da non perdere la speciale birra al micro birrificio Christian 4tal (Vintapperstræde 31) che prende il nome dal monarca più famoso. Per la sera, avrete l’imbarazzo della scelta per vivere un’ottima esperienza gastronomica. Al ristorante Under Lindetræet (Ramsherred 2), che si affaccia sulla casa di Andersen, o alla storica locanda Sortebro Kro (Sejerskovvej 20).
Shopping Ogni mercoledì e sabato, l’area di fronte alla Concert Hall si trasforma nel mercato più grande della Fionia. Sulle bancarelle potrete trovare prodotti freschi provenienti dalle fattorie vicine. Nel centro, da non perdere, un mercato dell’antiquariato e molti negozi specializzati. Da visitare anche il Rosengaardcenteret, il centro commerciale più grande della Danimarca, a pochi minuti dal centro cittadino. Fate un giro nell’antica drogheria Kramboden (Nedergade 24) dove immergersi in un altro secolo e trovare curiosi regali d’altri tempi. Particolare è Riceteria (Mageløs 1), una speciale combinazione di negozio e caffetteria per un’esperienza ricca di
Castello di Broholm Broholm Slot, Broholmsvej 32, Gudme www.broholm.dk Il bellissimo castello risale a 350 anni fa e offre romantiche suite e una cucina a base di prodotti locali dell’isola, ha anche una propria varietà di mele. Il pacchetto Andersen, oltre al soggiorno, offre cena gourmet e pass per visitare alcune delle attrazioni dedicate all’autore. Radisson Blu H.C. Andersen Radisson Blu H.C. Andersen hotel, Claus Bergsgade, 7, Odense www.radissonblu.com/en/hotel-odense?facilitatorld=CSOSEO Nel cuore di Odense, a due passi dai mercatini e dalle principali attrazioni della città.
Dove mangiare Pasfal Brandts Passage 31, Odense http://www.thomaspasfall.dk/ Qui il cibo si gusta a cominciare dagli occhi. Cucina nordica di qualità in un ambiente rilassante con un ottimo servizio e buon vino. Gronttørvet Sortebrødre Torv 9, Odense http://xn—restaurantgrnttorvet-mcc.dk Cucina tradizionale danese. Location storica molto bella, con vista sulla vecchia piazza Sortebrodre. Ottima cucina tradizionale danese e buon servizio. Gastroteket Nørregade 39, Odense http://www.gastroteket.dk/restaurant-cafe/ Proprietari francesi ma cucina nordica. La filosofia di questo ristorante è puntare sui sapori e sulla scelta delle materie prime. Nel negozio è possibile anche acquistare vini, salumi e tante prelibatezze, specialità danesi e francesi.
colori. La raccolta del miglior artigianato danese dalla ceramica, ai tessili, passando per gioielli e vetro la trovate da Dina Vejling (Brandts Passage 28).
Curiosità Ogni anno, in occasione del compleanno dello scrittore, il 2 aprile, viene distribuita la birra di Hans Christian Andersen con un’etichetta raffigurante un suo ritaglio di carta, ogni anno diverso. A idearla il birrificio Albani di Odense, che l’ha prodotta per la prima volta nel 1988 per festeggiare i 1000 anni della città di Odense. A bassa fermentazione e a lunga stagionatura, la birra di Andersen ha un gusto leggero e viene distribuita in bottiglie numerate, rendendola così anche un oggetto da collezione. I 4 2017 www.mastermeeting.it
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Dopo grandi vini, in hotel, bevo solo acqua Viticoltore appassionato e presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino, Carlo Pietrasanta si divide tra la sua Cantina a San Colombano al Lambro, unica doc della provincia di Milano, e i viaggi in giro per il mondo. L’albergo dei suoi sogni? Di carattere, pulitissimo e soprattutto dotato di spa e piscina
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Per l’imprenditore non c’è niente di meglio di qualche bracciata in piscina, per chiudere una giornata di viaggio e di lavoro o per iniziarne una in piena efficienza
Figlio e nipote d’arte, Carlo Pietrasanta si autodefinisce prima di tutto un vignaiolo, secondo la nobile accezione che il grande Luigi Veronelli diede di questo termine. Produttore di eccellenti vini, ottenuti dalle vigne prospicienti quel gioiellino che è il colle di San Colombano al Lambro, dove si trova anche la sua azienda vitivinicola, con la cantina e l’antica e pittoresca barricaia. In questo vero e proprio scrigno di bellezza, però, Caro Pietrasanta sta assai meno di quanto vorrebbe. È infatti eternamente in viaggio perché, oltre a condurre la sua
Pietrasanta nutre qualche diffidenza per i ristoranti d’hotel. Tuttavia, ricorda con piacere i ravioli di pesce “scacchiera” dell’Hotel Europa di Rapallo
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Cantina, ricopre anche la carica di presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino, che ha contribuito a costituire (con altri lungimiranti pionieri) 25 anni fa, e della quale è tuttora una delle anime. Oltre che il presidente. Sempre in giro per l’Italia, quindi, ma anche all’estero, dove porta frequenti ambasciate di una delle realtà più conosciute e apprezzate del nostro paese: i grandi vini di qualità. Ma come sceglie gli alberghi per le sue soste? «Dopo un’attenta selezione, il Movimento Turismo del Vino ha stipulato una convenzione con un consorzio alberghiero che riunisce oltre 70 alberghi in tutta Italia: Space Hotels. Non è una catena, ma un’associazione di singoli proprietari, ognuno con la sua personalità e il suo stile. Hanno tutti in comune una caratteristica fondamentale: l’estrema pulizia delle stanze e dei bagni. E io, su questo punto, sono molto esigente, anche per quanto riguarda le lenzuola. Trovo insopportabile, poi, l’odore di fumo (che per fortuna ormai è rarissimo) e non mi importa granché del frigobar». E la cosa sembra ovvia, visto che Pietrasanta, per lavoro, ha ogni giorno l’opportunità di degustare i migliori vini d’Italia: «Alla sera, conferma, mi basta che ci sia acqua, fresca e abbondante!» Altro dettaglio che apprezza molto è una buona prima colazione, possibilmente con il buffet internazionale, dolce ma anche salato. Indispensabile, inoltre, un efficiente wifi: «Uso spesso la camera d’albergo per lavorare, sia nelle soste tra un appuntamento e l’altro sia alla sera, sul tardi, quando con tranquillità sbrigo la corrispondenza e pianifico la giornata successiva». Pietrasanta ha anche un piccolo innocente segreto: in tutte le stagioni, porta sempre con sé il costume da bagno: «Non so, in anticipo, se l’albergo dove andrò ha una
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piscina o una sauna ma, se questi servizi sono disponibili, non voglio doverci rinunciare perché non ho con me il costume. Non c’è niente di meglio di qualche bracciata o di una tonificante sudata, per chiudere una giornata di viaggio e di lavoro o per iniziarne una in piena efficienza!». Come molti, Pietrasanta nutre qualche diffidenza per il ristorante degli alberghi: «È raro trovarne di veramente buoni, a meno che non siamo celebri per la cura della cucina o che ci si trovi in località di villeggiatura». Tuttavia, tra i suoi ricordi più belli, il ristorante di un albergo c’è: «Si tratta del Ristorante il Trattato (che però ora ha cambiato gestione), dell’Hotel Europa di Rapallo: anni fa ho mangiato dei memorabili ravioli di pesce chiamati scacchiera». A un ricordo lontano, Pietrasanta ne abbina però uno molto recente quando gli chiediamo di citare un albergo italiano che abbia particolarmente apprezzato: «Sono stato al Notre Maison di Cogne esattamente un anno fa, per una manifestazione vinicola, e l’ho trovato una vera chicca, per charme, accoglienza, cura dei particolari. E una favolosa piscina, piccolina, ma circondata da una vetrata dalla quale la vista spaziava per tutto il fondovalle, allora innevato. Per quanto riguarda l’estero, ho un indelebile ricordo di un albergo in India, a Jai-
La Cantina di Carlo Pietrasanta appartiene alla sua famiglia dall’inizio del 1800. Produce vini rossi e bianchi, in linea con la tradizione del terroir e con una punta d’orgoglio derivante dal fatto che San Colombano al Lambro è l’unica doc della provincia di Milano, città a cui Carlo è profondamente legato. Nel 1993, ha fondato il Movimento Turismo del Vino, che raccoglie oggi oltre 1000 fra le più prestigiose cantine d’Italia, selezionate sulla base di specifici requisiti. Primo fra tutti, quello della qualità dell’accoglienza enoturistica. Con il suo impegno costante il Movimento Turismo del Vino mira ad accrescere il settore enoturistico nazionale, che rappresenta una risorsa economica fondamentale per lo sviluppo dei territori. Ai turisti del vino infatti il Movimento vuole fare conoscere i prodotti delle cantine aderenti e offrire un esempio di come si può fare impresa nel rispetto delle tradizioni, della salvaguardia ambientale e dell’agricoltura di qualità.
pur: il Rambagh Palace, ricavato dalla ristrutturazione di una villa che era appartenuta a un sultano. Un posto da mille e una notte, anche se io ce ne ho dormito soltanto una!» E per il futuro, dove vorrebbe andare? «Ho, come tutti, anche io il mio sogno nel cassetto, ammette Pietrasanta: vorrei andare a visitare l’Australia, dove non sono mai stato». E cosa l’attira? «Praticamente tutto: le grandi città, la barriera corallina, il deserto. E naturalmente gli splendidi vigneti che si trovano in quella parte di mondo!». Giorgio Vizioli 4 2017 www.mastermeeting.it
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Andrea Gandini
Il giovane scultore che restituisce la vita agli alberi morti Un sogno che si realizza quello del giovane scultore Andrea Gandini che, liceale, a soli 17 anni, inizia quasi per caso, spinto dalla passione per l’arte, a scolpire i tronchi degli alberi abbattuti. Sono molti i quartieri della città dove passeggiando ci si può imbattere nelle sue sculture. Oggi la sua passione lo ha reso famoso e sono in molti a contenderselo anche per lavori all’interno di alberghi
✒Tiziana Conte
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Ci sorprendono all’improvviso tra le auto e i passanti distratti. Sono i volti scolpiti nei tronchi morti dal giovane sculture Gandini. A destra, Gandini mentre scolpisce un tronco di Via Cola di Rienzo a Roma
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Roma si sa è una città che non finisce mai di stupirti, la città della bellezza e dell’arte dove da sempre gli artisti sono arrivati a cercare ispirazione e hanno lasciato traccia con i loro capolavori. Così può capitare di fare tante volte la stessa strada e poi un giorno all’improvviso trovarla trasformata da graffiti, installazioni scultoree, e non solo. Ed è in questo contesto che negli ultimi due anni un giovane artista ha fatto incuriosire numerosi passanti un po’ per l’età, un liceale di 17 anni quando ha incominciato due anni fa, un po’ per il messaggio che ha trasmesso e continua a trasmettere, scolpendo con grande passione i tronchi degli alberi morti. Stiamo parlando di Andrea Gandini. Lo abbiamo incontrato casualmente, durante una passeggiata in Prati, a Via Cola di Rienzo, frequentatissima via dello shopping, mentre plasmava un tronco con scalpello e mazzuolo fra i passanti che lo immortalavano con i propri cellulari. Di poche parole ma sempre gentile, Andrea risponde alle domande sempre con un sorriso e un grazie per i compli-
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menti ricevuti. «Ho iniziato a scolpire al terzo anno di liceo artistico, quasi per caso, dopo aver trovato un pezzo di legno durante una vacanza in Abruzzo. Al ritorno a Roma raccoglievo i pezzi di platano che mi portavo in garage dove, per più di un anno, tutti i pomeriggi mi rifugiavo a plasmarli, fino a quando un giorno, sprovvisto di materia prima, ho deciso di continuare l’attività su strada». Così, in poco più di due anni, Andrea ha fatto rivivere una quarantina di tronchi di alberi un po’ ovunque in città: Monteverde, Trastevere, Testaccio, Aventino, Ostiense, Prati, solo per citare alcuni quartieri. Incide di getto, giocando con le venature del legno e assecondando le forme dei tronchi da cui estrae i suoi personaggi, quasi a liberare l’anima dell’albero, a restituirgli una dignità donandogli una seconda vita. Fra le sue prime opere un bellissimo feto a simboleggiare la vita che nasce là dove fini-
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PEOPLE
sce. Le sue creazioni non hanno un nome bensì un numero e rappresentano soprattutto volti, quasi sempre dall’espressione triste. Quando ha iniziato Andrea non guadagnava, ma oggi la sua passione è diventata anche un lavoro a tempo pieno. Infatti lo abbiamo seguito durante un lavoro a Via Ozanam nel quartiere Monte Verde, ha iniziato di buon mattino e si è fermato soltanto per una breve pausa pranzo. Nel primo pomeriggio era di nuovo sul posto di lavoro per rifinire il tutto e completare l’opera in un giorno. Sono molti i complimenti che riceve soprattutto dagli anziani e di coetanei, ed in molti gli fanno delle offerte in denaro. «Se lo merita perché rende più bella la nostra città», sottolinea qualche abitante del quartiere. Qualche anziano si ferma, gli fa un complimento e tira ad indovinare sul volto del personaggio che sta per emergere dal tronco. Ma è a libera interpretazione perché Andrea, prima di incominciare, non ha in mente uno specifico soggetto. «Le forme le visualizzo man mano che scolpisco», ci dice divertito da quello che diventa quasi un gioco del tira ad indovinare il personaggio. Spesso la gente, sul sito fb di Andrea, segnala i tronchi morti e lui arriva sul posto munito dei suoi attrezzi per trasformarli in opere d’arte. Intanto il nome del giovane artista continua a girare e se lo contendono in molti. Lo hanno addirittura chiamato i proprietari del Park hotel Villa Grazioli di Frascati dove ha realizzato, nel grande parco, una mega scultura lignea da un secolare cedro. Un lavoro durato quasi un mese che gli ha dato grandi soddisfazioni. Recentemente poi, su iniziativa dell’associazione Prati Fiscali DeDesign, che si è posta l’obiettivo di riqualificare il quartiere, Andrea Gandini è stato chiamato a scolpire i monconi d’albero nello square di Via dei Prati Fiscali. Due i sogni nel cassetto che vorrebbe realizzare l’artista romano: continuare gli studi d’arte all’università di Londra e fare un’esperienza di viaggio in Australia; nel frattempo continua a lavorare per le strade della capitale perché, sottolinea: «Mi piace il rapporto diretto con il pubblico, vedere l’immediata reazione davanti alle mie opere». Ed è importante anche il rapporto con i social: «Sono un ragazzo di questo tempo ed ho necessita di condividere i miei lavori e
che le persone li condividano». A marzo, Gandini ha ricevuto anche l’ambito premio Il Sognatore organizzato dal giornale Lo Strillo a Napoli, consegnato a 5 personalità che si sono distinte per il percorso di vita, perché hanno fatto sognare gli altri, o per aver realizzato i propri sogni. Nel 2015 era stato chiamato in Campidoglio a ritirare Il Premio simpatia, detto anche oscar capitolino, conferito annualmente, a partire dal 1971, a coloro i quali si sono distinti nel sociale. I
Le opere di Gandini rappresentano soprattutto volti, quasi sempre dall’espressione triste. Gandini: «Le forme le visualizzo man mano che scolpisco»
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L’aperitivo che ritempra lo spirito A chi non è capitato, dopo una giornata di lavoro, di desiderare qualche momento di relax o di distrazione, magari sorseggiando un aperitivo? Ecco allora una selezione dei luoghi più glam di Torino, Milano, Firenze, Roma e Napoli, dove riconciliarsi col mondo godendo di una spettacolare vista su siti monumentali o apprezzando il design e l’atmosfera intrisa di storia o, ancora, la qualità e varietà di cocktails che un abile e simpatico bartender riesce a realizzare facendoci tornare il sorriso
✒Tiziana Conte
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Milano. Atmosfere vintage al Bar Camparino nella Galleria Vittorio Emanuele II in Piazza del Duomo
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Al contrario di quello che pensano i più, l’aperitivo non è nato a Milano ma a Torino, alla fine del Settecento, sotto i portici di piazza Castello, dove Antonio Benedetto Carpano inventò il Vermouth: vino liquoroso aromatizzato con erbe e spezie. Da allora la bevanda è stata esportata in tutto il mondo e, successivamente, prodotta da Cinzano e Martini & Rossi dive-
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nendo, con l’appellativo di “Martini”, l’aperitivo per eccellenza.
Torino Se vi trovate a Torino, quindi, l’aperitivo è d’obbligo e per i locali non avrete che l’imbarazzo della scelta: dai caffè storici del centro, ai nuovi ritrovi in stile lounge sui Murazzi (il lungofiume), potrete finire
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FRESH&COOL
il pomeriggio con un drink accompagnato da stuzzichini a base di prodotti tipici piemontesi in versione finger food. Se vi piacciono i panorami mozzafiato, allora potrete optare per Lounge Bar al 37esimo piano del Grattacielo Intesa Sanpaolo, in corso Inghilterra. Immerso nel verde della serra bioclimatica, ricca di essenze esotiche e mediterranee che si affaccia a perdita d’occhio su Torino, il locale ha aperto i battenti l’estate scorsa ed offre nuove esperienze di gusto, con abbinamenti ricercati, a cura dello chef Ivan Milani. Ma è la carta dei cocktail che racconta l’impegno nel rendere unica questa esperienza. Attivo da 20 anni nel settore bar & mixology, il bartender Mirko Turconi, vi stupirà con i suoi cocktail. Ricca anche l’offerta di spirits e liquori e proposte analcoliche. Tappa d’obbligo del nostro aperitour è il Quadrilatero Romano, il nu-
cleo antico della città, zona di locali di tendenza come Lobelix Café, al civico 4 di Piazza Savoia. La cornice di una piazza ottocentesca con al centro il celebre obelisco diletterà la vostra vista. Ampia scelta di cocktail e birre da poter gustare insieme ai piatti di un buffet dai sapori mediterranei. Se invece siete alla ricerca di un posto che vi faccia sentire un po’ come nel salotto di casa vostra, allora potrete fare una sosta a La Drogheria, nel cuore della città, sotto i portici di piazza Vittorio, per un cocktail tra arredi di design in un vivace locale con dehors sulla piazza. Sarete accolti da una calda atmosfera, in un luogo intimo ed informale, liberi di scegliere se accomodarvi in salotto, in sala da pranzo o in cucina. Spazio connesso da sempre con la città e con gli eventi culturali che in essa si svolgono, questo cocktail bar ha puntato su ricerca e innovazione che lo hanno portato a diventare un punto di riferimento per chi ama la qualità del bere e del mangiare.
Aperitivo con vista su Torino dal 37 piano del Lounge Bar del Grattacielo Intesa Sanpaolo
Spazi accoglienti come in un salotto di casa a La Drogheria di Torino, nel cuore della città
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FRESH&COOL
La Terrazza Aperol a Milano con lo straordinario colpo d’occhio sulle guglie del Duomo
Al Milano Cafè, in zona Sempione, ognuno trova il suo spazio tra salotti ed angoli living, libri e riviste antichi
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Milano Se l’aperitivo affonda le sue radici a Torino, a Milano va comunque il merito di averlo trasformato in fenomeno sociale nel 1900, quando la lista dei drink si allunga e si arricchisce anche quella degli stuzzichini. Dagli anni Ottanta in poi, con la Milano da bere, la città meneghina diventa la capitale di questo rito e l’aperitivo decolla come formula mondana per eccellenza. Se vi piacciano le atmosfere vintage allora fate un salto al Bar Camparino nella Galleria Vittorio Emanuele II, a Piazza del Duomo. Il bar aprì i battenti nel 1915 sotto la guida di Gaspare Campari a cui si deve un nuovo modo di bere: dallo scantinato un impianto idraulico garantiva un flusso continuo di seltz ghiacciato fino al bancone di mescita consen-
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tendo drink sempre freddi. La vera rivoluzione però fu quella di proporre un liquore bitter, fino ad allora utilizzato come digestivo, nel momento che precede la cena, lanciando la moda dell’aperitivo. Qui si davano appuntamento personaggi illustri, politici, artisti e musicisti di ritorno dal teatro La Scala, come usavano fare Verdi e Toscanini. La sua storia e la sua attività continuano attualmente sotto la gestione di Orlando Chiari e Teresa Miani, rispettivamente genero e figlia di Guglielmo Miani, il sarto pugliese approdato a Milano nel 1922, che acquisì la gestione del bar negli anni Sessanta. A Via Plinio, al civico 39, il Bar Basso è una vera e propria istituzione milanese, celebre in tutto il mondo per l’invenzione del Negroni Sbagliato. Giuseppe Basso lo trasformò da trattoria in bar nel 1947. Se prima di quella data i cocktails potevano essere consumati solo nelle lounge di hotel di lusso internazionali, da allora iniziarono ad essere shakerati anche in questo bar che nel 1967 assunse la connotazione di “american cocktail bar” che lo contraddistingue ancora oggi che è di proprietà della famiglia Stocchetto. Da sempre luogo d’incontro privilegiato di designer, giornalisti, artisti e scrittori, qui sono nati il Rossini e, nel 1972, il Negroni Sbagliato di Mirko Stocchetto che confuse la bottiglia del gin con quella del prosecco, creando così un drink che oggi è diventato una tradizione. Oggi la lista dei cocktail del Bar Basso conta oltre 500 drink. Il vero successo di questo locale risiede nel
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suo spirito innovativo e precursore di tendenze, che ha saputo ogni volta cogliere e immortalare lo spirito di un’epoca. Un altro luogo da non mancare, unico per la sua spettacolare vista, è la Terrazza Aperol a Piazza Duomo angolo Galleria Vittorio Emanuele, offre uno straordinario colpo d’occhio sulle guglie del Duomo, così vicine da sembrare quasi a portata di mano. Una location per l’aperitivo all’insegna della convivialità e naturalmente di Aperol Spritz. Dall’ingresso, al ristorante, alla lounge del bar, tutto è studiato per favorire la socialità e per godersi la vista. Ampio l’assortimento di cocktail (es. Cosmopolitan, Caipiroska, Aperol Spritz) anche analcolici. L’aperitivo unisce la tradizione milanese a quella del tapas-bar in versione gourmet. Il cartoccio di chips di patate rappresenta l’elemento distintivo che accompagna gli aperitivi. Punto di riferimento della Milano da bere, al 37 di Via Procaccini, Milano Cafè, in zona Sempione, è uno dei locali della città dal design più curato: un immenso open space di mille metri quadrati, dove una sofisticata illuminazione disegna salotti ed angoli living dall’arredo ricercato, ma anche antichi libri e riviste del Novecento. Una grande terrazza esterna è l’ideale per un cocktail durante le belle stagioni. Ricco l’aperitivo a buffet, specialità mediterranee per l’happy hour e dalle ore 22.00 cocktail bar. Punto di riferimento degli amanti della night life ospita spesso Dj Set eventi e concerti. Tra i cocktail specialità il Chinotto Cubano, la Virgin Colada Special e il St-Germain.
Firenze Decisamente fashion, situato nella centralissima via dei Benci 43/r, nella zona di Santa Croce, Soul Kitchen si configura come una delle anime più vive della realtà fiorentina, dove insieme all’ottimo aperitivo tipicamente toscano potrete godervi concerti in versione unplugged nella sottostante cantina, oppure dj-set. Un’atmosfera familiare, dove si comincia dall’aperitivo e si prosegue fino a tarda notte. Se vi piacciano le serate animate e siete alla ricerca di un ambiente più giovanile allora Kitsch, a Viale Antonio Gramsci, 1, oppure Kitsch Deux, nella centrale Via San Gallo, al civico 22r, sono due indirizzi per voi. Tra arredi barocchi,
specchi, statue e tappezzeria in stile animalier gustare un cocktail si trasformerà in una piacevole esperienza. il brand Kitsch nasce dall’idea di due amici, Fabio Ragazzini e Marco Torelli spinti dalla passione per la socialità i drinks e la cucina. Grazie all’esperienza culinaria di Fabio Ragazzini e alla conoscenza enologica di Marco Torelli, i locali sono famosi per l’Apericena ma anche per il dopo cena movimentato.
Roma. Salotto 42 accoglie gli ospiti a Piazza di Pietra, con la vista dell’antistante e imponente tempio di Adriano
Roma Un luogo dove sfogliare una rivista di design, sorseggiare un cocktail o un bicchiere di vino accompagnandolo con qualche gustoso spuntino, contemplando la maestosità dell’antistante tempio di Adriano. È Salotto 42, a Piazza di Pietra, a due passi dal Pantheon, nato da un’idea di Damiano Mazzarella che nel 2004 introdusse un uovo modo di vivere il bar circondati da libri e riviste di grafica, design, fotografia, moda e allietati da un sottofondo musicale, comodamente seduti su divani e poltrone stile anni Cinquanta e lampade Decò. Qui troverete un ambiente chic e 4 2017 www.mastermeeting.it
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Roma. Aperitivo sofisticato da Baccano, bistrot dall'atmosfera vagamente parigina di inizio secolo
A Roma l’aperitivo ha più gusto se con vista dalle tante terrazze dei numerosi locali del centro storico
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cosmopolita, frequentato da businessman e amanti della movida Atmosfera decisamente retrò d’inizio secolo e vagamente parigina, la troverete da Baccano, il bistrot di via delle Muratte, a pochi metri dalla Fontana di Trevi. Da non perdere l’’aperitivo ostriche e champagne. Ma se preferite un cocktail, allora non avrete che l’imbarazzo della scelta grazie all’abile e creativo bar manager Luca D’Amato. Cocktails bar, bistrot, ristorante, bar à huitres. Un locale per tutti, aperto ogni giorno, dove poter mangiare dalle prime ore del mattino fino a tarda notte, con la cucina che chiude a mezzanotte e mezza e il banco della gastronomia alle ore una
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e trenta. Più lontano dal centro, nel caratteristico quartiere Testaccio, alle pendici del Monte dei Cocci, Ketumbar, in Via Galvani 24, propone ogni sera anche l’aperitivo biologico e musica live. In questo spazioso locale, dove l’antico e il moderno sono accostati e integrati con gusto, ognuno potrà scegliersi un angolo dove rilassarsi e non solo. Gli appassionati della lettura potranno depositare, prelevare e leggere libri nell’angolo bookcrossing; chi non può fare a meno dei social network, cellulare e tablet potrà usufruire del Wi-fi; chi preferisce socializzare potrà scegliere i divani o durante la bella stagione gli ambienti esterni e la terrazza. Qui si beve e si mangia sano con le bio eccellenze del territorio e ingredienti sapientemente mescolati da Stefano Tanoni e Alessia Arduini per aperitivi, brunch pranzo e cena con proposte di terra e di mare, ed ampia scelta vegetariana e vegana. Ampio spazio alle birre artigianali, agli estratti e centrifughe. Molto fornita la cantina per chi preferisce i vini. Trascorrere qualche ora in questo luogo sarà come entrare nelle viscere della città antica tra i cocci di anfore romane all’interno di uno degli edifici più antichi della zona, Museo diffuso Monte Testaccio, a due passi dal museo d’Arte Contemporanea MACRO che sorge nel complesso ottocentesco dell’ex-Mattatoio. Fra i locali più trendy ci sarebbe anche Cybo a pochi metri da Piazza Navona, sotto la medievale Tor Millina. La prima cosa che noterete è la disponibilità del personale. Il Wine &
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Cocktail Bar offre vini e distillati di pregio ed una ampia lista di cocktail, tradizionali o innovati da gustare al tavolo, al bancone o seduti all’esterno a contatto con la caratterista atmosfera dei vicoli della Città Eterna. Da non perdere il Pisco Sour, famoso cocktail peruviano preparato dal bravo e simpatico barman, proveniente proprio dal paese andino. E se l’aperitivo avrà stuzzicato la fame vi potrete accomodare nella sala ristorante dove i piatti preparati sotto la guida di abili chef delizieranno il vostro palato e i vostri occhi per la qualità e il “design” di ogni piatto preparato sul momento con i migliori ingredienti.
Napoli Un luogo intriso di storia che conserva ancora tutto il fascino di un tempo è il Gambrinus, punto di riferimento tra i più importanti della vita culturale della città, dal 1860 con il nome di Gran Caffè. Affacciato su Piazza Plebiscito e Palazzo Reale, il Gran Caffè diventa nel 1890, dopo un lavoro di restauro, uno scrigno prezioso di opere d’arte: marmi di Jenny e Fiore, stucchi del Bocchetta, bassorilievi del Cepparulo, tappezzerie del Porcelli; pareti decorate dai più importanti paesaggisti napoletani. Per festeggiare la sua rinascita fu ribattezzato “Gran Caffè Gambrinus”, in nome del leggendario re delle Fiandre (Jan Primus) inventore della birra, rendendo così omaggio alle più famose bevande d’Europa: la birra, nordica, bionda e fredda e il caffè, scuro, bollente,
tipicamente napoletano. Membro dell’Associazione Culturale Locali Storici d’Italia, un aperitivo qui è un must fosse soltanto per una full immersion nella storia. Nobili, politici, giornalisti, letterati e artisti di fama internazionale si sono incontrati nei suoi saloni nel corso dei secoli anche per discutere e scrivere versi come nella migliore tradizione del caffè letterario. Qui l’imperatrice d’Austria Sissi, degustò un ottimo gelato alla violetta, Gabriele D’Annunzio scrisse i versi della celebre canzone “A’vucchella”, Matilde Serao fondò il quotidiano “Il Mattino” e il filosofo francese Jean-Paul Sartre scrisse pensieri su Napoli “davanti a una granita che guardavo malinconicamente mentre si scioglieva nella sua coppa di smalto”. Punto d’incontro della movida napoletana è La Caffettiera, da 35 anni nello storico edificio di Palazzo Calabritto, nell’accogliente Piazza dei Martiri. Un locale ma soprattutto un brand creato dalla famiglia di imprenditori napoletani Campajola che è diventato negli anni simbolo di bontà gastronomica e tipicità territoriali. Nell’area lounge bar, si potranno gustare cocktail innovativi, che spaziano dal Caffè ad altri aromi, dalla versione dolce e fruttata alla tipologia alcolica e dal retrogusto più amaro, creati utilizzando tecniche come affumicature, affinamenti in botte e miscelazione molecolare e accompagnati da finger food. La Caffettiera è anche l’unica sede al Sud per Ferrari Spazio Bollicine, ampio anche l’assortimento di vini e liquori tra i più pregiati. I
Cybo, il locale più trendy della capitale per un pisco sour come in Perù
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HOSPITALITY NEWS N O T I Z I E DA L M O N D O D E I V I AG G I E D E L L’ O S P I TA L I T À
Nuove acquisizioni, giri di poltrona, offerte ed eventi
Cena vegana con Red e Chiara Canzian al Grand Hotel Ritz Roma Lo scorso maggio, l’hotel Ritz di Roma ha ospitato una serata speciale alla scoperta del valore di una scelta etica e della qualità di una cucina sana e naturale. L’occasione l’hanno offerta Chiara e Red Canzian dei Pooh che hanno scelto l’hotel capitolino per presentare il loro libro “Sano, Vegano Italiano” (Rizzoli editore): un omaggio al cibo italiano, ricco per tradizione di piatti vegani da gustare tutto l’anno. Una copia del libro con dedica è stata donata anche a tutti gli ospiti intervenuti. A fare da teatro all’evento, il Ristorante Panoramico “Le Roof” by Chef Gaetano Costa del Grand Hotel Ritz, albergo glam della Capitale, particolarmente amato da artisti e musicisti. Nei pressi si trovano sia l’Auditorium Parco della Musica sia lo storico Studio di registrazione del Forum Music Village location da sfruttare per eventi e team building musicali. Prenotazioni e info: tel. 06 802291 - 06 802292973 - info@grandhotelritzroma.com
Earth Hour: aperitivo al buio all’Hilton Milan Lo scorso 25 marzo l’elegante hotel milanese ha proposto un aperitivo al buio, animato da led colorati, candele e musica dal vivo, per contribuire alla causa globale del WWF. Era il 2007 quando il WWF lanciava per la prima volta a Sydney l’Earth Hour, o “Ora della Ter-
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ra”, invitando cittadini, istituzioni e imprese a spegnere le luci per un’ora: dalla città australiana, questa grande iniziativa di sensibilizzazione al cambiamento climatico si è diffusa sempre più, diventando una vera e propria mobilitazione globale. Anche l’hotel Hilton Milan è orgoglioso di supportare l’iniziativa, condividendo appieno il messaggio di questa sfida globale: “insieme si può fare una grande differenza, ognuno col proprio contributo”. I LED colorati sono stati allestiti dal gruppo Netick, sponsor dell’aperitivo insieme a Martini.
Grandi riconoscimenti allo Sheraton Roma In occasione del Marriott Europe General Managers Conference, tenutosi a Londra dal 10 al 13 aprile, Arne Sorenson, President & CEO Marriott International Inc. ha conferito allo Sheraton Roma Hotel & Conference Center l’“Operational Excellence Award” per gli straordinari risultati finanziari ed operativi conseguiti nel 2016. Anche Giuseppe De Martino, General Manager dell’albergo, è stato insignito dello “Special Recognition Award” da Amy McPherson, President & Managing Director Marriott Europe, a riconoscimento dell’opera svolta dal 2013 – anno in cui ha assunto la direzione dell’albergo – fino ad oggi. In questi quattro anni, nonostante le condizioni di mercato poco favorevoli, l’albergo si è imposto nuovamente tra i leader nel panorama dell’ospitalità italiana ed internazionale, tanto da essere stato incluso da Cvent, per il secondo anno consecutivo, fra i 10 migliori alberghi congressuali e
meeting d’Europa. Questi traguardi sono stati raggiunti grazie alla professionalità di tutti i dipendenti dello Sheraton Roma e allo spirito di squadra.
Hotel Regent Porto Montenegro: Mice nel sito del patrimonio dell’UNESCO Il Regent Porto Montenegro è un lussuoso hotel con vista sulla Baia di Boka, patrimonio dell’UNESCO, nel cuore del villaggio di Porto Montenegro. Si tratta di un hotel ideale sia per la clientela business sia per viaggi di piacere, grazie ai suoi gustosissimi ristoranti, le fantastiche spa, le accoglienti stanze e suite e le ben organizzate sale congressi. L’architettura dell’edifico evoca lo stile veneziano, mentre l’interno rispecchia la cultura e la storia di Porto Montenegro, richiamando la posizione prominente che ha sul porto attraverso divertenti accostamenti di stile nautico, come le classiche righe bianche e blu nelle camere da letto. L’hotel gode di ampi spazi esterni, l’elegante terrazza che si affaccia sul porto può essere utilizzata per colazioni, pranzi e cene, con vista panoramica sulla città. I quattro ristoranti così come gli spazi esterni possono essere prenotati per eventi (aziendali e privati). All’interno si trovano altre tre sale congressi, attrezzate con tutti gli strumenti tecnologici, WiFi, AV sound system, proiettori e schermi, oltre al supporto tecnico fornito dallo stesso hotel. La Teodo Ballroom può ospitare fino a 250 persone, illuminata da luce naturale grazie alle grandi finestre che si affacciano sulla marina, è adatta a conferenze business o a cene private. La Regent Lounge, dalle fattezze di un teatro, può ospitare fino a 60 persone (80 per ricevimenti), e gode di un bar per offrire buffet e bevande. Più piccola e intima è la Salon Boka, nella quale si possono organizzare eventi fino a 12 persone. Per occasioni speciali e private è possibile organizzare eventi e cene su
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un isolotto in riva al mare, l’Italian Garden con vista spettacolare sulla baia. Qui si possono accogliere fino a 250 ospiti e organizzare cene e aperitivi, serviti direttamente da ristorante, bar e pasticceria dell’hotel. Infine, al Winter Garden, è possibile organizzare coffee break e pranzi durante i congressi o eventi business. per il tempo libero si può scegliere tra la Spa (di ispirazione asiatica), un tour a Porto Montenegro, alla città vecchia di Kotor, sito del patrimonio UNESCO e alle cittadine di Perast e Budva o un’escursione in barca.
Green Park Hotel Pamphili: la scelta ideale per un soggiorno business e leisure a Roma A pochi passi dal centro e dalla Città del Vaticano, il quattro stelle Green Park Hotel Pamphili è una location strategica per soggiorni sia di piacere che di lavoro, con un ventaglio di offerte dinamiche e interessanti, specialmente per l’organizzazione di meeting e congressi. Tre le sale meeting della struttura, con una capienza complessiva di 342 persone, tutte con luce naturale e di diverse dimensioni e con la possibilità di allestimenti diversificati. L’Aula Magna è una grande sala per meeting fino a 250 persone a platea, tecnologicamente attrezzata. Situata al piano terra e illuminata da una calda luce naturale da entrambi i lati, ha dimensioni di 350mq con possibilità di ridurre lo spazio a 170 mq, ospitando così 120 persone a platea. È ideale per meeting ed eventi aziendali, ma anche per conferenze o presentazioni, inclusi corsi di formazione grazie a un’adeguata attrezzatura tecnica che include videoproiettore,
Cascais: lo charme della costa atlantica Cascais e la sua spettacolare costa sono un must-see per tutti i visitatori del Portogallo. Bagnata dall’Oceano Atlantico, la regione si trova a soli 25 km da Lisbona e dall’aeroporto internazionale. La sua forma rettangolare si allunga da Carcavelos a Praia do Guincho. Poco distante si trova Cabo da Roca, il punto più occidentale del continente europeo. Con il suo clima temperato, la Riviera portoghese – così è conosciuta la regione – vanta una sorprendete varietà di paesaggi e attrazioni, combinando un largo numero di attività in una destinazione davvero unica. Dal puro piacere al business: golf, sole, mare e sport acquatici, a Cascais si può fare tutto. La destinazione offre anche nuova definizione del concetto di turismo: economico e basato su attività. 9 ragioni per visitare Cascais nel 2017: 1. La verità è che ovunque si voglia andare, da Cascais ci si arriverà in fretta – che sia una spiaggia o che sia la campagna, un borgo o il centro di una città cosmopolita. 2. C’è un’ampia offerta di hotel, ristoranti, bar e attrazione – la più nota è il Casino di Estoril, il più grande in Europa, con il suo fitto calendario di concerti e attività culturali. 3. La regione offre un buon mix per rilassarsi, fare sport e organizzare meeting aziendali. 4. Durante la celebrazione dei 650 anni dalla fondazione della città, Cascais è diventata leader del turismo moderno, responsabile ed ecologicamente sostenibile. 5. La regione è nota anche per il suo ambiente naturale, con 300 giorni di sole all’anno, e per le strutture adatte a ogni tipo di sport: parapendio, arrampicata, mountain bike, surf e kitesurf, equitazione, polo, tennis, e tutti i tipi di vela e di sport acquatici a motore. 6. È rarissimo nel mondo trovare un parco naturale così vicino a una capitale. Il Sintra Cascais Natural Park è gestito in modo tale da preservare ogni specie animale e vegetale presente in questa parte occidentale dell’Europa. 7. La regione vanta di 7 campi da golf, sparsi su tutto il territorio, e sono considerati i migliori in Europa, sono tutti localizzati in posizioni privilegiate con le migliori attrezzature e infrastrutture. 8. Cascais ha tutto ciò che gli amanti del lusso e del design cercano. Il 5 stelle Grand Real Villa Italia Hotel & Spa (dimora storica del re d’Italia Umberto II) o il 5 stelle The Oitavos Hotel (che coniuga il design moderno con una location naturale all’interno del Sintra-Cascais Natural Park), tra tanti altri sono la scelta perfetta come rifugio romantico ispirato alla bellezza senza tempo della costa atlantica. 9. Gli amanti della bellezza rimarranno incantati dalla bellezza dei Palazzi di Sintra. Giardini rigogliosi dall’aspetto esotico con la combinazione di diversi stili danno a questi palazzi il senso unico di storia che ha portato Sintra a entrare a far parte dei siti del Patrimonio Unesco. www.visitcascais.com
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schermo, sistema di amplificazione, podio per i relatori, microfoni, lavagna a fogli mobili, 2 cabine di regia e sala segreteria. La Sala Pegaso si trova al primo piano dello stabile, ha una superficie di 80mq ed è capace di accogliere fino a 72 persone con allestimento fisso in stile teatro. Per riunioni più riservate ecco infine la Sala Romana, situata al terzo piano dello stabile, quindi in una zona più riservata e dalla massima privacy, ideale per sessioni lavorative di piccoli gruppi fino a un massimo di 20 delegati, da accogliere o con un grande tavolo ovale (max 16 persone) o con un più classico allestimento a platea (max 20 persone). A disposizione anche il Ristorante Oasis, col suo patio esterno e un bell’affaccio sul giardino, un ambiente arioso e accogliente dove poter degustare i piatti dello chef e una buona selezione di vini. Nelle aree comuni non mancano gli spazi per un break veloce o per un piacevole aperitivo, mentre per gli instancabili sportivi è a disposizione un’agevole palestra attrezzata con macchinari Technogym. Completano l’offerta 153 camere arredate con gusto classico ed elegante che offrono ambienti spaziosi e confortevoli e Wi-Fi (gratuito in tutto l’edificio), un ampio parcheggio interno gratuito e il grande parco che circonda la struttura rendendo così l’hotel una vera oasi di verde.
Le Suite del Rome Cavalieri: un’esperienza unica nella Città Eterna Il Rome Cavalieri, vero e proprio “resort” nel cuore di Roma, presenta le nuove suites, e lancia un programma speciale di esperienze uniche da vivere in occasione di un soggiorno nella Città Eterna. Gli ospiti delle suite del Cavalieri potranno accedere ad una serie di iniziative pensate su misura in base alla stagione, ai gusti e desideri personali, da vivere sia in città che in albergo. Durante la bella stagione, le attività si concentrano sul
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benessere, tra trattamenti Detox, Yoga e sedute di fitness funzionale e sulla natura con visita guidata all’Orto Botanico di Roma e la visita privata ai Giardini Vaticani. Sempre d’estate si possono organizzare picnic nel parco dell’hotel – con la selezione dei migliori prodotti locali – e giornate interamente dedicate al gelato, che potrà essere degustato a tutte le ore a bordo piscina. E di sera da non perdere il tour notturno in Vespa. Infine per gli amanti dello shopping, appuntamenti privati negli atelier del made in Italy e nei negozi più esclusivi con la possibilità di visionare e scegliere le nuove collezioni nella privacy della propria suite. Il tutto, naturalmente, corredato dal trasfer in limousine dagli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, e dall’accesso all’Imperial Club, la lounge situata al settimo piano dell’hotel e riservata agli ospiti delle Camere Imperial e delle Suites. Le Corner Suites e le Vista Suites del Rome Cavalieri, Waldorf Astoria Hotels & Resorts rinascono a nuova vita, con un intervento che ne vede modificati la struttura, l’arredo e i servizi a disposizione dei loro ospiti. Tutte diverse una dall’altra, permettono di soggiornare godendo nella quotidianità di opere d’arte degne di un grande museo caratteristica, questa, che ricorre in ogni angolo del Rome Cavalieri, un luogo speciale, vero resort nel cuore della Città Eterna.
La Bagnaia Resort, magia tra le colline senesi Un villaggio medievale trasformato in un magnifico e lussuoso hotel
diffuso: tutto questo e molto di più è La Bagnaia Golf & Spa Resort Siena, affascinante struttura che è andata ad aggiungersi alle già tante proprietà di alto livello che compongono la Curio Collection by Hilton. Collezione di esclusivi hotel e resort indipendenti, ognuno dei quali è apprezzato per la propria unicità, Curio Collection by Hilton sbarca quindi finalmente anche in Italia, accogliendo il resort La Bagnaia all’interno di un gruppo di oltre 30 hotel sparsi in tutto il mondo. Questo in particolare poi “trasuda” bellezza e italianità da tutti i pori: posto a soli 12 chilometri dalla città di Siena, Patrimonio dell’Umanità nonché una delle destinazioni turistiche più apprezzate d’Italia, La Bagnaia non è solo essa stessa una location alberghiera unica, ma anche permette a suoi ospiti di raggiungere facilmente le numerose attrazioni della città, da Piazza del Campo alla Torre del Mangia, dal Duomo di Siena alla cattedrale di Santa Maria Assunta. Impregnati di storia e cultura, Siena e i suoi dintorni sono una destinazione perfetta per turismo d’affari, organizzazione di eventi top e incentive: Suddivisa in diversi edifici e in due borghi principali, Borgo La Bagnaia e Borgo la Filetta, la struttura è circondata dalle verdi e dolci colline toscana e ospita al suo interno, su una superficie di 1,100 ettari, anche una straordinaria Spa wellness e un campo da golf a 18 buche. Inoltre sono ben 99 camere per gli ospiti, 12 delle quali suite, ciascuna arredata con opere d’arte uniche che danno un ulteriore tocco d’eleganza. I
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4 6 6 2 ; 9 Direttore Responsabile 8 8 Caporedattore : 8 Responsabile traffico pubblicitario ' 5 Responsabile Internet / 8 # Segreteria/Abbonamenti ' 5 Grafica 5 " 99 Stampa 35 . - 8 ! . ) 1 ,8/+ PR : : Commmunication Agency Int. srl - Direzione, redazione, amministrazione - 7 7 6 8 $ # *** 2 A QUESTO NUMERO HANNO COLLABORATO : :) < 4 ; 4 6 < 1 3 < 5 5 < 7 ; $ < ( 7 < 7 2 1 < 3 1 < 9 : < 7 ( ; < 5 76 ; ) < < 8 3
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A.N.E.S.
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INDIRIZZI
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