Communication Agency Int. srl Anno XXIII - N. 9-10/2017 Sped. in A.P. 45% Art. 2 Comma 20 Lett. B Legge 23/12/96 N. 662 - Filiale di Milano Prezzo di copertina E 2,00
MASTERMEETING IL MEGLIO DEL TURISMO BUSINESS&LEISURE
EZIO INDIANI HOTEL PRINCIPE DI SAVOIA MASTER MEETING • 9-10 2017
«Oggi il turismo è esperienza»
L’ESERCITO DEL WELFIE MANAGER 4.0 L’ITALIA DEGLI EVENTI
La ristorazione in hotel sempre più strategica e gourmand
Il lavoro al tempo dell’A.I.
Camera con vigna
Quando il buongiorno si vede dal mattino
Stagionalità flessibile
Non ci sono più le mezze stagioni. Caldo inatteso, nevicate sorprendenti, ponti o weekend lunghi. Accendi Sky nelle stanze del tuo hotel quando ne hai più bisogno, aggiungendo interi mesi, settimane o singoli giorni alla tua stagionalità fissa. Offri il meglio ai tuoi ospiti anche durante le aperture extra, Sky è vicino al tuo business per darti massima libertà e flessibilità.
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Dom Pedro Lisboa Hotel - Lisbona
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tel. 00385 14566666 www.esplanade.hr
pag. 153
Sales&Marketing Director: Elena Zavagli Ricciardelli
tel. 06 695201 www.grandhoteldelaminerve.com
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Direttore: Marco Migliaccio
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pag. 79
tel. 041 0992870 www.ivhsrl.it
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tel. 06 45661 www.palazzomontemartini.com
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APT Basilicata Cantina Sociale Santadi - Santadi (Ca)
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Grand Hotel De La Minerve - Roma
Green Park Hotel Pamphili - Roma
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Iniziative Venete Group - Venezia
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Turismo de Lisboa Visitors & Convention Bureau - Lisbona
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9-10 2017 www.mastermeeting.it
Owner: Silvia Dalla Bona
CEO Roberto De Zorzi
Direttore Marketing: Alessandro Potenza
Direttore Generale: Giuseppe Marchese
Sviluppo Commerciale: Josè Lorenzo Freitas
Titolare: Martino Pedersoli
Direttore Generale: Gianluca Capone
Executive Assistant to General Manager & PR Coordinator, COFC Unicef Ambassador: Raffaella Mazza
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ph. ales&ales
Cari lettori, Tutti quelli che viaggiano e alloggiano ai piani alti degli hotel di Milano, Londra, Parigi e New York (e non solo loro) sono rimasti profondamente colpiti per l’incendio che, nel giugno scorso, ha distrutto la Grenfell Tower a Londra uccidendo circa 90 persone. Cosa ci può insegnare però questa tragedia? Che le richieste dei Vigili del Fuoco che pretendono negli hotel equipaggiamenti di spegnimento, compartimentazioni, “zone calme”, vie di fuga e scale, tante scale esenti da fuoco e fiamme sono corrette. Purtroppo sono ancora tanti gli alberghi che non rispettano gli standard di sicurezza antincendio, tra utilizzo di materiali di scarsa qualità, vuoti di sorveglianza, disattenzioni al rischio, pessima segnaletica di emergenza, mancanza di allarmi, assenza di sezioni speciali protette per disabili, etc. Sono migliaia gli alberghi (di catena e non) che hanno questi problemi, compresi quelli a torre, con cinquanta anni di vita, che alloggiano i loro clienti con l’automatico rinnovo delle licenze e con le vecchie autorizzazioni dei VVFF. Come potenziali ospiti dobbiamo sapere che, se non cambia il titolare della gestione, le autorità amministrative sono ignare, non ispezionano. E si attivano solo dopo gli incidenti, oppure quando è prevista un’importante ristrutturazione. Se in albergo si
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9-10 2017 www.mastermeeting.it
sviluppa un incendio le responsabilità penali sono tutte dei proprietari, quelle civili delle catene, dei manager e degli operatori specializzati della manutenzione tecnica. Prima della tragedia di Grenfell era così, ora forse gli alberghi verranno sottoposti a nuove ispezioni che, se fossero dettagliate, porterebbero alla chiusura del 20% degli hotel. Con questo non voglio dire che gli alberghi con una vecchia autorizzazione dei VVFF siano poco sicuri, ma se la camera in cui alloggiamo è al decimo piano e non è raggiungibile dalle scale dei Vigili del Fuoco allora conviene fare un giro prima di andare a letto per verificare se la scala antincendio esiste, dove si trova, e se è libera da prodotti infiammabili. Se gli standard di sicurezza non ci sono... conviene dormire in macchina. Quello che appare folle è che se alloggi in un hotel Starwood, Marriott o Holiday Inn i responsabili sono loro perché ti hanno indirizzato in un hotel che non è sicuro. Stessa cosa per le OTA, sulla cui responsabilità si nutrono forti dubbi perché le pagine di prenotazione delle OTA sono piene di disclaimer esposti ovviamente per evitare le responsabilità e la mancanza negligente di sicurezza degli edifici che consigliano.
Mario Mancini
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Attrazione Profonda MILANO • GENOVA • TORINO • VENEZIA • FIRENZE • ROMA • NAPOLI • COSTA SMERALDA • COSTA AZZURRA • GINEVRA • FRANCOFORTE • BERLINO
SOMMARIO
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Indirizzi
6
Cari lettori
HOTEL&FINANZA
13
Notizie sui valori, espansioni, management alberghiero
Ezio Indiani. «Oggi il turismo è esperienza»
Uno sguardo sull’Italia degli eventi
SCENARI DEL TURISMO
34 38
Smart City Smart Congress
40
Turismo medicale
Bit 2018 rilancia sulla meeting industry con un’area dedicata
Volare è meglio se coccolati
MONDO IMPRESA Mi formo, dunque sono
TREND
72
L’INCHIESTA
30
62 68
COVER STORY
26
BUSINESS TRAVEL
Nuove frontiere dell’ospitalità
HOTEL RESTAURANT TRENDS
78
La ristorazione in hotel sempre più strategica e gourmand
RISORSA UOMO
FOCUS BENESSERE
44 48 52 56
L’esercito del Welfie
58
Star bene tra le onde
Economia della bellezza Tutti pazzi per le Medical Spa La Spa in hotel: poker d’assi per incrementare i profitti
80 86
Il lavoro al tempo dell’A.I. La stupidità funzionale… in azienda
LA PAROLA AL FORMATORE
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Del perché le vacanze (a qualcuno) fanno male
UNA METAFORA PER CRESCERE
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Project Management in cucina
FINANCE CONFIDENTIAL
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9-10 2017 www.mastermeeting.it
Diamanti: investimento poco brillante?
SOMMARIO
MI PIACE TOP MICE HOSPITALITY
96 98 100 102 104 108
WINE TASTE
Sheraton Milan Malpensa Airport Hotel and Conference
132
S.H.G. Hotel Antonella Grand Hotel Assisi Lido Palace - Riva del Garda
Fantasie gastronomiche al tramonto
Lisbona
Camera con vigna
NUOVI TURISMI
138 142
The Westin Palace Milano
TOP MICE DESTINATION
112
Una wine lover con tacco 15
Allegroitalia Hotel & Condo
EVENTI IN HOTEL
110
130
Come è bello andar… per mercati Music Travel. Gli italiani tra i protagonisti europei
RIFLESSIONI
144
Le contraddizioni dell’ “Età del turismo”
HOSPITALITY NEWS
148 154
Notizie dal mondo dei viaggi e dell’ospitalità L’altra Istanbul
COLAZIONE CON VISTA
116
Quando il buongiorno si vede dal mattino
SELECTED BY MM
124
Grand Hotel Riviera
TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ
126 128
Handy, uno smartphone gratuito in hotel il meglio dell’intrattenimento con Sky in camera
LE VIE DELL’INCENTIVE
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9-10 2017 www.mastermeeting.it
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Provenza tutti i toni dell’ocra
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In questo numero abbiamo parlato di…
Verona.
Benvenuti in Italia.
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Piazza della Minerva, 69 00186 Roma Tel. 06 695201 - Fax 06 6794165 Email: info@grandhoteldelaminerve.com www.grandhoteldelaminerve.com www.minervaroofgarden.it
HOTELLERIE
QUELLO CHE GLI ALBERGATORI NON SANNO HOTEL TRASACTIONS
QUALI SCELTE PER GLI INVESTITORI NEL 2018? SCENARI
LE PRIME DIFFICOLTÀ DEL GUFO
ITALIAN HOTEL MONITOR Il trend positivo registrato da IHM da inizio anno si consolida anche nei mesi centrali dell’estate, evidenziando un turismo in crescita nelle città d’arte e d’affari
L’EUROPA NON HA PAURA Lo sviluppo dell’offerta ricettiva in Europa marcia più lentamente della crescita della domanda. Ecco perché il 2018 sarà un ottimo anno per gli hotel europei
CAPITALI CINESI SOTTO PRESSIONE IN OCCIDENTE Il governo di Pechino stringe la cinghia e preme sulle società che investono all’estero. Nell’occhio del “ciclone” anche HNA Tourism Group e Shanghai Jin Jiang International Hotels
Editoriale /58&.16457238%32525
Cosa cambia che gli albergatori non sanno
A
ll’Hotel Data Conference 2017 di Nashville un folto gruppo di esperti di marketing e vendite ha suggerito alcune best practices per scoprire e soddisfare le esigenze di diverse “generazioniâ€? di viaggiatori. In Italia questo non capita spesso e la segmentazione dei viaggiatori per etĂ e generazioni rimane pratica piuttosto sconosciuta. Ăˆ invece scontato che in albergo e al ristorante, ogni generazione di viaggiatori/ospiti si aspetti qualcosa di diverso, e non solo un prezzo piĂš basso o un menu piĂš ricco. Gli albergatori
&.16457238%325258 86,'61038/5831-725 7 5326874 61-*5617868*30648+727 -6+620"8*7852,6-2703874468 7)340 8/58 )323+578/644 !25 61,50 8/58 61.-57" /58 5+5258 68 74478 .5,,8 /58 3+7(8 748 $## 8 8 6)0.1618 /58 .13'672 33/ %6 617-6874478 30648 )*3348/64478 3126448!25 61,50 8/58 0*7)7"8 ( ( ! & (8 17/6+71 8 0745783'61782648,6003168/748 $8)328.28'3107 3-453870 0.7468/58$ #874 61-*5(
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devono essere pronti a sintonizzarsi con gli ospiti e offrire loro quello che cercano e si aspettano. Non dite “lo sapevo giĂ â€?, perchĂŠ la maggior parte di voi non conosce affatto le esigenze degli ospiti, segmentate in base alla loro etĂ . Ăˆ un esercizio che pochi di voi hanno fatto, e questo nonostante abbiate ospitato e servito per anni la vostra clientela. Quando capita quindi che il vostro albergo perda clientela, soprattutto veterans e baby boomers, qualcuno causticamente dice: “li perdiamo perchĂŠ muoionoâ€?. Ma non è cosĂŹ. Si perdono decine di clienti perchĂŠ cambiano albergo, perchĂŠ non sono stati coccolati come si deve, perchĂŠ non si sono compresi le loro reali esigenze, aspettative e desideri. D’altra parte, come dimostra una recentissima ricerca di Phocuswright sulle prenotazioni alberghiere, nel 2016, il 51% di questi è stato veicolato attraverso le OTA. Le giovani generazioni digitali, per esempio, cercano gli alberghi guardando contemporaneamente 10 siti differenti prima di trovare la giusta struttura al prezzo corretto e piĂš conveniente (per loro). “I viaggiatori piĂš giovani, amano le offerte meno care - hanno detto in coro i partecipanti al forum – e cercano sempre l’affare della giornataâ€?. Oggi l’obiettivo è conquistarli offrendo servizi speciali, suggerimenti e consigli per fargli vivere al meglio quello che cercano di piĂš: nuove esperienze culturali ed enogastronomiche, per sentirsi il piĂš “localâ€? possibile. Da qui il successo di Airbnb, che fa sentire (e non si sa bene perchĂŠ) molto “localâ€?. Una percezione sulla quale gli albergatori devono lavorare, comunicando di piĂš e organizzando eventi, se non vogliono essere sopraffatti dal colosso della sharing economy. Interessante notare che se i millennials prenotano per lo piĂš attraverso le OTA perchĂŠ non si fidano dei siti degli hotel e delle catene, quelli della X generation e i baby boomers tendono a fidarsi di piĂš del brand e a prenotare direttamente sul sito dell’albergo. Ăˆ un dato che deve far pensare.
Valutare, acquistare e vendere un hotel Master Meeting offre ai suoi lettori un nuovo servizio di consulenza e assistenza rivolto a chi desidera valutare, acquistare o vendere il suo albergo. Contattate la redazione di Master Meeting (tel. 02862327) e sarete richiamati il piĂš rapidamente possibile dai nostri consulenti.
HOTEL TRANSACTIONS
Capitali cinesi sotto pressione in occidente
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opo il picco di 244,6 miliardi del 2016 (35 nella sola Unione Europea) il governo di Pechino ha deciso di stringere la cinghia e mettere pressione sulle società che hanno fatto consistenti investimenti all’estero al fine di rimpatriare i capitali utili non solo a sostenere i grandi progetti infrastrutturali ma anche a fronteggiare l’aumento del debito interno. Certa che la maggior parte di questi capitali siano debiti garantiti dalle banche, l’agenzia amministrativa di scambio con l’estero ha approvato nuove misure che vietano alle banche di proprietà statale di fornire ulteriori crediti alle imprese cinesi, indebolendo così la capacità espansiva delle società. Tra le società con notevoli interessi internazionali nel settore alberghiero finite nell’occhio del “ciclone governativo” ci sono tra le altre Anbang Insurance Group, Dalian Wanda Group, Fosun International, HNA Tourism Group e Shanghai Jin Jiang International Hotels. Gli effetti di queste misure si sono già fatti sentire e nel primo semestre 2017 le acquisizioni fuori dai confini cinesi si sono ridotte di quasi il 50%. Reuters ha riportato anche che il governo cinese avrebbe chiesto ad Anbang di vendere i suoi beni alberghieri, tra cui il Waldorf Astoria New York e Strategic Hotels & Resorts. E ugualmente ad HNA Group proprietario del 52% di Carlson Rezidor Group non sono stati concessi ulteriori crediti per ampliare tale partecipazione azionaria. Il contenimento degli investimenti cinesi nel settore alberghiero è, d’altra parte, coerente con le nuove politiche del governo cinese inerenti non solo con la “Belt and Road Initiative” (le nuove Vie della Seta, terrestre e marittima), ma anche con la volontà di scoraggiare, con norme piuttosto severe, lo sviluppo del segmento alberghiero di lusso, nonostante sia questo a livello mondiale il segmento più performante. Il tutto per evitare che possano risultare an-
cora più evidenti le difficoltà che l’economia interna sta vivendo.
Ma quando c’è di mezzo la Cina tutto è nebuloso e poco chiaro.
Quali scelte per gli investitori nel 2018?
S
i sente parlare continuamente di “ripresa” non solo turistica, ma anche economica e finanziaria. In questo contesto gli investitori e i costruttori di hotel e resort si trovano a dover prendere una decisione strategica: scegliere se investire i propri euro nell’industria alberghiera (che restituisce il 30% di ricavi all’anno) o spostarli su qualcosa di più speculativo. Probabilmente le attività finanziarie che si fanno a tavolino sono più speculative, ma hanno un’elevatissima componente di rischio. Anche investire in un albergo non è una passeggiata, servono garanzie, credito, know how e prestiti di intelligence nonché capacità negoziali. Ecco perché per non complicare ulteriormente le cose la maggior parte degli investitori comprano l’albergo “già fatto” selezionandolo con attenzione. I costruttori invece devono cercare le aree sulle quali costruire e non sempre possono essere centrali e pregiate, quindi positive e sicure per eccellenti business plan. Se il mercato di Milano non fosse vicino alla saturazione e se le aree rimaste avessero prezzi ragionevoli vedremmo sicuramente sorgere cantieri alber-
ghieri per altre 10mila camere. Stessa cosa a Firenze e Roma dove i progetti di costruzione “di buon senso” darebbero risultati economici formidabili. Quali sono allora i fattori di rischio per l’investitore? In caso di nuova costruzione, certamente, quello della burocrazia, dei permessi di costruzione, dei costi di realizzazione... e del design. Un design troppo originale, privo di standard, tipicamente italiano, capace di ottenere il consenso generale, non è detto che assicuri il RevPAR e l’ADR necessari per ripagare l’investimento nel lasso di tempo gradito all’investitore. Nelle città citate è facile ottenere un’occupazione adeguata (70-80% di media) e un GOP soddisfacente con strutture ricettive classiche e tradizionali, ma spesso accade che l’investimento necessario sia sproporzionato e il valore futuro di alienazione non sia soddisfacente per l’investitore, il cui obiettivo è continuare a investire e non gestire alberghi. Supponendo che a breve tutta l’economia ritorni alla normalità e che le banche riprendano a prestare denaro fino al 70-75% dei costi di costruzione (per il resto ci pensa 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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l’equity capital ovvero chi investe), gli investimenti alberghieri si svilupperebbero e si allargherebbero anche a città come Bergamo, Torino, Siena, Napoli, Verona e Bologna, in grado di garantire tassi di occupazione elevati ma che, senza un ritorno alla “normalità” economica e finanziaria pre-crisi, difficilmente vivranno un’espansione alberghiera importante. Cosa che d’altra parte non dispiacerà agli albergatori già piazzati nelle città indicate. Parallelamente fatichiamo ad immaginare sviluppi alberghieri stagionali collegati a “prestiti leggeri” (2-3 milioni di euro) per costruire alberghi stagionali di 40-50 camere a Rimini, Viareggio, Jesolo o Santa Margherita. La disponibilità di questo tipo di proprietà è abbondante, si può scegliere, ma gli hotel stagionali non interessano gli investitori internazionali e raramente quelli italiani. La gestione “indiretta” di queste strutture infatti non solo non produce ritorni sufficienti e trasparenti ma anche in caso di vendita non garantisce profitti finanziari. Al momento c’è una variabile interessante per gli investitori di piccolo cabotaggio: l’acquisto (con ristrutturazione) di un hotel esistente che richiede soli 12 mesi per produrre reddito rispetto ad un progetto di costruzione che richiede almeno tre anni per consolidarsi. Optare per la prima soluzione significa triplicare il flusso di cassa e il potenziale speculativo. Fatte queste considerazioni, assisteremo forse alla realizzazione di un numero crescente di progetti di riutilizzo adattativo e trasformazioni di pa-
Compravendite e gestioni - settembre/ottobre 2017 HOTEL IN VENDITA CATEGORIA
CAMERE
LOCATION
4 stelle
70
Savelletri - Salento
4 stelle - Marina Centro
100
Rimini
4 stelle - prima linea
130
Giulianova (TE)
4 stelle
56
Milano (Fiera City)
4 stelle standard internazionale
45
Montebelluna (TV)
4 stelle
66
Verona
4 stelle
60
Sanremo (IM)
4 stelle
50
Genova
4 stelle
54
Milano (Stazione Centrale)
3 stelle sup.
90
Igea Marina/Bellaria (RN)
3 stelle
42
Salice Terme (PV)
3 stelle - sul mare
30
Rimini - Viserbella
3 stelle - country house
20
Sant’Omero (TE)
HOTEL IN LOCAZIONE 4 stelle
50
Ruvo di Puglia (BA)
4 stelle
90
Venezia - Mestre
4 stelle
60
Firenze
3 stelle
56
Riviera Romagnola
CATENA ITALIANA IN ESPANSIONE CERCA HOTEL (AFFITTO-LOCAZIONE) almeno 80 camere di standard internazionale
lazzi attualmente ad uso ufficio in proprietà alberghiere. Al momento chi vuole investire in questo campo appare molto aggressivo e punta ad acquisire proprietà immobiliari importanti per trasformarle in hotel... a meno di mille euro al metro quadrato. Operazione difficile. Il grande problema del 2018 sarà legato al fatto che i possibili finanziatori e gli investitori dell’ospitali-
tà con le Borse fortemente positive, vorranno modificare il target di investimento: i prestiti fino ad oggi basati su un rendimento tra l’11e il 12% (sul terzo anno di reddito operativo stabilizzato), stanno passando al 12-13-14%. Il vento della ripresa accentua gli indici di rendita dei venture capital e così lo sviluppo nei prossimi tre anni potrebbe essere lento o impercettibile.
Sviluppi immobiliari in Cina
I
n un contesto politico che, come abbiamo visto, sta disincentivando gli investimenti cinesi all’estero nel settore alberghiero e turistico, i progetti di sviluppo alberghiero sul territorio cinese sono invece in forte espansione. Quelli attualmente in corso sono infatti oltre 2.400 per 525.225 nuove camere gestite soprattutto da catene e gruppi internazionali con formule di management contract: • Hilton Worldwide con 292 progetti già cantierati per 71.895 camere di standard Upscale e Upper Upscale;
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9-10 2017 www.mastermeeting.it
• Marriott International con 253 progetti Upscale per 72.062 camere; • InterContinental Hotels Group con 206 progetti Upscale, Upper Upscale e Midscale per 56.354 camere. Dove sono localizzati questi hotel? Tutti nelle maggiori città, dove si concentra la maggior parte della domanda internazionale. Ad esempio a Shanghai i cantieri alberghieri sono addirittura 120 per circa 24mila nuove camere di standard internazionale e a Guangzhou i cantieri operativi sono 113 per 22mila camere.
IL BORSINO DELLE CATENE Accor Hotels (Bourse de Paris)
InterContinental Hotels Group (NYSE)
E43,00
$58,00
42,50
57,00
42,00
56,00
41,50
55,00
41,00
54,00
40,50
53,00
40,00
52,00
39,50
51,00
39,00
50,00
38,50
2017
49,00
11 lug
31 lug
21 ago
11 set
29 set
2017
14 lug
3 ago
23 ago
12 set
2 ott
Choice Hotels International (NYSE)
Hilton Worldwide (NYSE) $70,00
$66,00
69,00
65,00
68,00
64,00
67,00 66,00
63,00
65,00 64,00
62,00
63,00
61,00
62,00 60,00
61,00
59,00
60,00
2017
14 lug
3 ago
23 ago
12 set
2 ott
Hyatt Hotels (NYSE)
2017
14 lug
3 ago
23 ago
12 set
2 ott
Millennium & Copthorne (London Stock Exchange)
$62,00
ÂŁ471,70 462,15
60,00
452,60 58,00 443,04 56,00
433,49 423,94
54,00
2017
17 lug
31 lug
14 ago
28 ago
11 set
25 set
NH Hoteles (Bolsa Madrid)
2017
17 lug
31 lug
14 ago
28 ago
11 set
25 set
MeliĂĄ Hotels International (Bolsa Madrid)
E6,1000
E13,50
6,0000
13,25
5,9000
13,00
5,8000 5,7000
12,75
5,6000 5,5000
12,50
5,4000
12,25
5,3000
12,00
5,2000
11,75
5,1000
2017
17 lug
7 ago
28 ago
15 set
5 ott
2017
14 lug
3 ago
23 ago
12 set
9-10 2017 www.mastermeeting.it
2 ott
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SCENARI
L’Europa non ha paura o sviluppo dell’offerta ricettiva in Europa marcia più lentamente della crescita della domanda. Ecco perché il 2018 sarà un ottimo anno per gli hotel europei, soprattutto quelli localizzati nelle destinazioni di primo livello. E continuerà ad essere così finché la domanda di turismo, sia business che leisure, sarà superiore all’offerta ricettiva disponibile. Attualmente, la nazione turisticamente più attiva per quanto riguarda l’espansione dell’offerta ricettiva è la Germania, che sta cercando di dare risposta alla costante e progressiva crescita del movimento turistico incoming. La città più dinamica in termini di sviluppo ricettivo si conferma invece Londra, i
L
La crescita dell’offerta rimane bassa mentre negli ultimi 7 anni sale il RevPAR Europa - Offerta, Domanda, RevPar % cambio - dal 2011 al 2016, e da 01/2017 a 08/2017 II Offerta % cambio II Domanda % cambio II RevPar % cambio
10% 7%
5%
4% 1%
0%
2011
2012
2013
cui tassi di crescita in fatto di movimento turistico, nonostante la Brexit, continuano ad essere particolarmente positivi. La tavola mostra le condizioni del-
2014
2015
2016
2017 YTD
la domanda e dell’offerta: azzurra la crescita dell’offerta e blu quella della domanda di alloggio... la seconda cresce chiaramente ad un ritmo superiore alla prima.
Airbnb si arma per competere sempre più con gli Hotel irbnb non smette di stupire. E va ancor di più “all’attacco” della clientela degli hotel. La piattaforma leader della sharing economy sta per lanciare un nuovo servizio premium che offrirà agli utenti la possibilità di soggiornare in case di qualità certificata. Il programma, ancora sperimentale, punta a creare un’offerta speciale (premium) di host che rispettano alcuni standard di qualità prefissati dall’azienda. Le prime indiscrezioni di Bloomberg parlano di requisiti molto simili ai classici d’albergo: biancheria nuova e coordinata su tutti i letti, courtesy service monodose in bagno, selezione di tè, caffè e bottigliette d’acqua sempre disponibili in cucina. Qualora possiedano questi requisiti, le case saranno inserite in una lista selezionata e garantita da Airbnb e, molto facilmente, godranno di un posizionamento privilegiato e differenziato nelle rispettive destinazioni.
A
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Questo servizio consentirà ad Airbnb di attirare viaggiatori senior più ricchi, quelli che fino ad ora hanno snobbato Airbnb, perché lo considerano una cosa da giovani squattrinati, e continuano a preferire una comoda e conforte-
vole camera d’albergo. L’inserimento di alcuni servizi di tipo alberghiero, che mancavano anche nelle sistemazioni più lussuose, può essere per Airbnb la chiave per l’ampliamento generazionale dell’utenza.
Le prime difficoltà del Gufo rrivano i primi segnali di cedimento per Tripadvisor? Stando al suo andamento alla Borsa di New York pare di sì. Ma lo confermano anche alcuni albergatori che, dopo aver ricoperto Tripadvisor di insulti e maledizioni, si sono resi conto di un certo calo di recensioni registrato sui loro profili. Secondo alcuni esperti di social media strategy, questo è dovuto innanzitutto al consolidamento della posizione di Booking.com, le cui recensioni, certificate dal soggiorno, sono ritenute più influenti rispetto ad altre fonti. Chi consulta le OTA come Expedia e Booking, a prescindere da dove prenota, lo fa infatti anche per conoscere la valutazione di chi ci ha soggiornato. Cosa che al contrario non avviene con Tripadvisor, che da portale di recensioni non diventerà mai una OTA.
A
D’altra parte il livello di fiducia nei confronti delle recensioni presenti su TA sembra in declino e nonostante il mastodontico Gufo da 390 milioni di visitatori unici al mese – 6,4 milioni solo in Italia – rimanga un riferimento sul mercato turistico italiano in quanto a pasti e pernottamenti generati, la sua affidabilità inizia a scricchiolare. Tra auto-recensioni, false recensioni (a pagamento), giudizi fasulli scritti per dispetto magari da concorrenti sleali, gli stessi albergatori stanno abbandonando quelle alchimie ricercate per condizionare la famosa e ambita classifica. Hanno capito che pesa molto di più il voto di Booking.com... ma soprattutto dovrebbero aver compreso che conta lavorare bene e soddisfare al massimo i propri ospiti, piuttosto che pensare al Gufo. Che non deve essere comunque sottovalutato!
MARKETING&MANAGEMENT
Il concierge al tempo dei social media social media hanno radicalmente cambiato il modo in cui operano gli hotel, specie quelli di catena. E anche il rapporto tra ospiti e concierge si è modificato» lo afferma Philipp Voigt, concierge al The Ritz-Carlton di Vienna. Durante la sua giornata libera, Philipp gira per Vienna alla ricerca di novità e curiosità da suggerire ai suoi ospiti. Chiacchiera con i conducenti delle carrozze a cavallo, va a trovare i migliori ristoratori della città e si mantiene in forma, correndo. Perché poi, almeno una volta alla settimana, accompagna personalmente gli ospiti dell’hotel che vogliono correre lungo il suggestivo circuito del Ring che circonda il centro storico di Vienna (poco meno di 5 km.). «A volte corro con ospiti che non amano parlare, altre volte accompagno ospiti curiosi dell’architettura viennese, del lifestyle di questa città, interessati a ristoranti e caffè». Tra coloro che hanno corso con Philipp c’è anche il presidente di Marriott, Arne Sorenson. Consigli e raccomandazioni sulle migliori cantine vitivinicole della zona, biglietti per il Teatro dell’Opera (il 99% è prenotato per ogni
«I
spettacolo), per la Scuola di Equitazione Spagnola, e accessi speciali nel backstage di luoghi importanti. Grazie alle Chiavi d’Oro Philipp ha molte porte aperte e dispone di una importante rete di relazioni. Ma, soprattutto, gestisce anche (grazie a GoConcierge) oltre 40 mail al giorno che anticipano l’arrivo degli ospiti, con richieste davvero particolari. Come quella di un ospite che, in arrivo da Parigi, dove aveva potuto visitare privatamente il Louvre, voleva vivere qualcosa di speciale. Ecco allora che Philipp
ha ottenuto l’apertura privata del palazzo reale di Schönbrunn. Un altro ospite invece, grazie a Philipp, ha potuto cenare in una cabina sulla Wiener Riesenrad, la ruota panoramica di Vienna. «Tutte le cabine sono state prenotate quella notte, ma una cabina era stata preparata in maniera del tutto speciale». È chiaro che al di là del suo soddisfacente stipendio, sono le mance a rendere speciale il lavoro di Philipp. E a dirci che il lavoro del concierge, negli alberghi di lusso, rimane fondamentale. 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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Italian Hotel Monitor© Aumenta il turismo nelle città d’arte e d’affari
S
econdo l’autorevole Italian Hotel Monitor, che elabora i dati di performance degli alberghi di 39 città capoluogo, in un trend generale che ha visto crescere il movimento turistico su tutta la Penisola, i mesi di luglio e agosto sono stati positivi anche per gli alberghi delle città d’arte e d’affari. Durante i 60 giorni più importanti dell’estate, infatti, l’indice di occupazione camere degli alberghi è cresciuto di +2,3 punti (72,6% media nazionale) e il prezzo medio camera (Average Daily Rate) del +2,4% ad oltre 109 euro. Il trend positivo registrato da IHM da inizio anno si consolida anche nei mesi centrali dell’estate. Sono 36
le città capoluogo (su 39) che fanno registrare un segno più nell’occupazione camere (R.O.) e 31 quelle che mediamente aumentano i prezzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per quanto riguarda la Room Occupancy (R.O.), picchi di performance si riscontrano a Ferrara (+5,5), Napoli (+5,1), Palermo (+4,6). Sorprendente il dato di Bergamo (+4,2). Sono 27 le città, molte delle quali industriali, che superano la soglia del 60% di R.O., indicatore statistico di solidità gestionale. Le città turistiche da segnalare per performance “superiori” sono Rimini (88,1% di R.O.), Pesaro (85,1%), Venezia (84,6%) e Firenze (84,3%).
LUGLIO-AGOSTO 2017 Città
Room Occup. %
Var. RO su 2016
Prezzo 4 stelle
TORINO GENOVA MILANO COMO BRESCIA BERGAMO PARMA REGGIO EMILIA MODENA TRENTO BOLZANO VENEZIA VERONA VICENZA PADOVA TREVISO UDINE TRIESTE FERRARA BOLOGNA
58,9% 76,3% 65,9% 78,2% 51,4% 69,5% 57,3% 47,2% 49,7% 64,1% 75,4% 84,6% 76,0% 58,4% 60,8% 55,3% 65,2% 65,2% 55,4% 54,8%
+0,9 +3,1 +1,7 +1,4 +1,8 +4,2 +3,7 +1,9 +2,2 +2,2 +1,6 +2,2 +2,4 +1,3 +2,2 –1,1 +4,5 +2,1 +5,5 +2,0
97,64 104,53 119,83 122,17 86,05 85,44 87,13 84,72 84,99 87,82 85,74 139,19 93,36 84,84 84,06 82,14 91,78 98,88 83,16 94,54
Città
Room Occup. %
Var. RO su 2016
Prezzo 4 stelle
RAVENNA RIMINI SAN MARINO FIRENZE PISA SIENA ANCONA PESARO PERUGIA ROMA PESCARA NAPOLI BARI TARANTO PALERMO MESSINA CATANIA CAGLIARI SASSARI
69,7% 88,1% 73,2% 84,3% 73,7% 77,8% 72,9% 85,1% 56,8% 76,9% 64,7% 79,5% 55,8% 54,8% 73,8% 68,9% 71,1% 64,5% 63,8%
+2,2 +3,4 +3,3 +1,5 +1,8 +3,6 +3,8 +2,3 +1,1 +1,7 +3,2 +5,1 –0,4 –0,5 +4,6 +1,2 +3,9 +1,6 +2,5
87,99 90,80 90,05 130,46 87,68 95,27 85,03 86,86 87,90 115,11 84,23 102,83 86,28 83,35 94,14 84,31 85,53 91,26 84,81
I prezzi indicati sono quelli di mercato (pagati dal cliente) quindi comprendono IVA e piccola colazione
Analizzando i prezzi, gli aumenti più significativi si registrano a Firenze (+6,1%), Torino e Cagliari (+5,7%), Palermo (+4,3%) e Trieste (+4,2%). In termini assoluti Venezia si conferma la città più cara, con la tariffa media per camera più elevata: 139,19 euro a notte, seguita da Firenze (130,46 euro), Como (122,17 euro), Milano (119,83 euro) e Roma (115,11 euro). Guardando infine nel dettaglio i diversi segmenti aIberghieri, si conferma a. la crescita progressiva del giro d’affari degli hotel Luxury (+1,3 punti di occupazione camere e +3,1% delle tariffe); b. il consolidamento degli alberghi di fascia Upscale (+2,3 punti di occupazione camere e +2,4% del prezzo): c. un ottimo bimestre per la classe Midscale (+2,5 punti l’occupazione; +2% il prezzo). Italian Hotel Monitor, da settembre 2000 osserva, analizza ed elabora la performance dei maggiori capoluoghi di provincia italiani in termini di movimento alberghiero. Il Monitor nazionale di Trademark Italia mensilmente e gratuitamente elabora le risposte di oltre 530 albergatori, gestori indipendenti e dirigenti di catene internazionali ai quali va il nostro reiterato grazie. È uno strumento largamente utilizzato da Fondi d’investimento e istituti di credito per le proprie valutazioni. Si invitano tutti gli operatori dell’ospitalità italiana a 3-4-5 stelle a partecipare a questo prezioso, “anonimo” e semplice strumento di rating commerciale a costo zero. Nessuna complicazione e massima riservatezza. Basta telefonare al n. 0541 56111 e aderire scrivendo a info@trademarkitalia.com.
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REPORT ITALIAN HOTEL MONITOR - LUGLIO-AGOSTO 2017 Occupazione e Prezzo per Città
Zoom sulle città Top Ten
Occupazione % Camere Città
Prezzo Medio
Occupazione % Camere Upscale Midscale
Città
Luxury
Lug-Ago 2017
Lug-Ago 2016
Var 17/16
Lug-Ago 2017
Lug-Ago 2016
Var 17/16
58,9
58,0
0,9
97,64
92,36
5,7%
+ GENOVA
76,3
73,2
3,1
104,53
101,88
2,6%
+ MILANO
65,9
64,2
1,7
119,83
115,71
3,6%
+ COMO
78,2
76,8
1,4
122,17
118,83
2,8%
+ BRESCIA
51,4
49,6
1,8
86,05
85,02
1,2%
+ BERGAMO
69,5
65,3
4,2
85,44
87,02
-1,8%
+ PARMA
57,3
53,6
3,7
87,13
83,93
3,8%
+ REGGIO EMILIA
47,2
45,3
1,9
84,72
82,84
2,3%
+ MODENA
49,7
47,5
2,2
84,99
85,29
-0,4%
+ TRENTO
64,1
61,9
2,2
87,82
87,25
0,7%
+ BOLZANO
75,4
73,8
1,6
85,74
84,34
1,7%
Città
+ VENEZIA
84,6
82,4
2,2
139,19
138,19
0,7%
+ VERONA
76,0
73,6
2,4
93,36
93,39
0,0%
VENEZIA FIRENZE MILANO ROMA GENOVA NAPOLI TORINO BOLOGNA VERONA BARI TOTALE ITALIA
+ TORINO
+ VICENZA
58,4
57,1
1,3
84,84
82,31
3,1%
+ PADOVA
60,8
58,6
2,2
84,06
85,60
-1,8%
- TREVISO
55,3
56,4
-1,1
82,14
84,17
-2,4%
+ UDINE
65,2
60,7
4,5
91,78
89,05
3,1%
+ TRIESTE
65,2
63,1
2,1
90,88
87,18
4,2%
+ FERRARA
55,4
49,9
5,5
83,16
86,58
-4,0%
+ BOLOGNA
54,8
52,8
2,0
94,54
92,81
1,9%
+ RAVENNA
69,7
67,5
2,2
87,99
87,02
1,1%
+ RIMINI
88,1
84,7
3,4
90,80
88,30
2,8%
+ REP. SAN MARINO
73,2
69,9
3,3
90,05
87,89
2,5%
+ FIRENZE
84,3
82,8
1,5
130,46
122,96
6,1%
+ PISA
73,7
71,9
1,8
87,68
86,50
1,4%
+ SIENA
77,8
74,2
3,6
95,27
93,24
2,2%
+ ANCONA
72,9
69,1
3,8
85,03
84,38
0,8%
+ PESARO
85,1
82,8
2,3
86,86
84,00
3,4%
+ PERUGIA
56,8
55,7
1,1
87,90
86,06
2,1%
+ ROMA
76,9
75,2
1,7
115,11
115,27
-0,1%
+ PESCARA
64,7
61,5
3,2
87,23
86,58
0,8%
+ NAPOLI
79,5
74,4
5,1
102,83
100,34
2,5%
- BARI
55,8
56,2
-0,4
86,28
86,10
0,2%
- TARANTO
54,8
55,3
-0,5
83,35
82,09
1,5%
+ PALERMO
73,8
69,2
4,6
94,14
90,29
4,3%
+ MESSINA
65,9
64,7
1,2
84,31
84,36
-0,1%
+ CATANIA
71,1
67,2
3,9
85,53
86,90
-1,6%
+ CAGLIARI
64,5
62,9
1,6
91,26
86,37
5,7%
+ SASSARI
63,8
61,3
2,5
84,81
83,62
1,4%
+ TOTALE ITALIA
72,6
70,3
2,3
109,29
106,73
2,4%
VENEZIA FIRENZE MILANO ROMA GENOVA NAPOLI TORINO BOLOGNA VERONA BARI TOTALE ITALIA
76,5 75,8 62,8 79,6 74,7
Luxury
429,64 366,35 318,88 318,66 350,02
84,6 84,3 65,9 76,9 76,3 79,5 58,9 54,8 76,0 55,8 72,6
76,2 78,7 61,8 73,0 71,8 70,9 62,6 53,9 74,0 55,4 72,7
Prezzo Medio Upscale Midscale
139,19 130,46 119,83 115,11 104,53 102,83 97,64 94,54 93,36 86,28 109,29
87,31 58,73 65,47 64,81 54,57 55,62 55,76 64,27 61,32 55,33 57,83
Occupazione e Prezzo per Tipologia Tipologia
Luxury Upscale Midscale
Tipologia
Luxury Upscale Midscale
Lug-Ago 2017
Occupazione Camere Lug-Ago Var 2016 17/16
74,7 72,6 72,7
73,4 70,3 70,2
1,3 2,3 2,5
Lug-Ago 2017
Prezzo medio Lug-Ago Var 2016 17/16
350,02 109,29 57,83
339,41 106,73 56,72
Fonte: Italian Hotel Monitor - Trademark Italia
9-10 2017 www.mastermeeting.it
21
3,1% 2,4% 2,0%
TREND
Studiando il wellness, il benessere e le SPA
I
n tutta la mia vita credo di avere trascorso meno di dieci ore in una palestra che prometteva bellezza e benessere. Ma ho letto decine di volumi sul wellness. Ho camminato sull’erba con formatori di wellness dinamico che promettevano miracoli. Per assecondare il trend, ho consumato prodotti biologici cari e inutili. Ho persino ascoltato il mio medico che mi raccomandava di fare movimento e di bere due litri d’acqua al giorno. Correre, pedalare, sudare e faticare, mangiare poco e male, negandosi i piaceri della buona tavola. Perché per essere in forma bisogna fare dei sacrifici. Non voglio criticare le teorie del wellness (anche perché dal punto di vista manageriale parleremmo di nulla), alle quali credono sicuramente amici che rispetto perché pesano meno di me, ma, come esperto di marketing, mi chiedo quale tra i tanti elementi che caratte-
rizzano il wellness, il benessere e le SPA attragga maggiormente un prospero esercito di viaggiatori italiani e centro-europei, un esercito di persone tra le quali non tutti hanno un’elevata capacità di spesa e la maggior parte pretende di più di quello che è disposta a pagare. Queste riflessioni sono frutto di un’esperienza che ha contribuito in modo significativo a rendermi quello che sono: un ispiratore e consigliere della formula che negli anni ’90 ha cambiato il modo di fare benessere in Italia. Sto parlando di Saturnia, di quel cratere speciale e dell’albergo un po’ fané che ci sta attorno. Il cambiamento, la trasformazione di Saturnia rappresenta l’essenza stessa del benessere, del wellness e delle SPA. Saturnia è il modello di SPA che raccomando perché ancora si sostiene economicamente al netto della sua unicità. Aureliano Bonini
Il sogno di una SPA che guadagna
O
ggi progettare e gestire le SPA è diventato l’incubo di tanti consulenti che non riescono a garantire redditi e fattibilità ai progetti di wellness, neanche nelle località termali più famose. Eppure il “dovere” di ogni hotel che vuole emergere sul mercato è dotarsi di una SPA, un servizio spesso imprescindibile in termini di offerta, ma problematico a livello gestionale. Gli alberghi che hanno problemi economici con la SPA sono la regola, ma ci sono una decina di eccezioni virtuose: l’Hotel Milano di Bratto, l’Adler di Ortisei e Bagno Vignoni, e quasi tutte le SPA progettate e gestite da QC Terme... la società che preferisco. Sono poche le realtà che hanno la linea giusta: quella delle “piscine ozianti”, nelle quali l’ospite non deve fare niente, non deve curarsi, deve solo stare a mollo nell’acqua calda (36°-37°) e rilassarsi. Niente palestre, massaggi, grotte del sale. L’ospite “deve” solo entrare e uscire dall’acqua calda, trovando sempre un accappatoio caldo e asciutto. Se vi sembra poco vi sbagliate, perché nella maggior parte delle SPA europee l’accappatoio caldo e asciutto ve lo sognate e la temperatura dell’acqua non supera mai i 32 gradi. Aureliano Bonini
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Mezzo secolo per dire addio agli standard di Kemmons Wilson
H
otel William Vale a Brooklyn, New York. Siamo di fronte ad una rivoluzionaria trasformazione del concept di alloggio. Con questo hotel, Williamsburg e Brooklyn si arricchiscono di una struttura ricettiva di 22 piani, con una fantastica vista panoramica su Manhattan, e di un’icona ricca di contenuti leisure, emblematica del superamento di diversi standard dimensionali che hanno fatto la storia americana e definito i canoni del miglior marketing alberghiero. Appare sorprendente e “non standard” la dimensione delle camere che sono piccole, eppure funzionali, e con il balcone, quindi fuori standard. Sono talmente “compatte” da avvicinarsi alla maggioranza delle camere italiane: 2,70 x 5,00 metri (superficie media delle camere inferiore ai 20 metri quadri).
conferma che il format architettonico è in grado di attirare numerosi viaggiatori curiosi, ma anche esperti, addetti ai lavori e newyorchesi che vogliono vedere cosa c’è di nuovo dentro e sotto l’albergo. Un destination hotel insomma con un design così iconico che rende facile identificare quel “faro” di ospitalità. E fa venire voglia di provarlo. L’hotel è stato progettato per ottenere un “effetto resort”, offre una piscina all’aperto, garage ed è full service, con ben tre opzioni ristorative. Tutte le camere dispongono di balcone con vista, grande mediamente 2,5 mq. Le suite hanno una vasca idromassaggio sul balcone e sembrano dire: “non è un hotel leisure, ma quasi”. Vengono poi i piani camere. Un piano tipo ha 16 camere da circa 20 metri quadrati (piccole rispetto agli standard statunitensi) e due suite. Rispetto alla storica misura 4 x 8 metri lineari, bagno compreso, derivata dalle straordinarie esperienze di Kemmons Wilson, questa è una soluzione che aumenta la capacità ricettiva di circa il 40%.
diato da edifici anni ’60 per niente entusiasmanti. Invece molto da segnalare a proposito del food & beverage. L’offerta ristorativa è attraente, a supervisionarla c’è lo chef italo-americano Andrew Carmellini, già premiato in passato con una stella Michelin e due James Beard Award. Non può mancare quindi un ristorante di stile italiano (Leuca) con un’atmosfera più formale e due proposte più casual: una interna, il panoramico Westlight, cocktail bar sul roof top con light food e snacks, destinato a fare tendenza, e una esterna, Mister Dips, una tipica roulotte americana in alluminio Airstream dove mangiare hamburger, patatine fritte e morbidi panini serviti nel nuovo Vale Park, lo spazio verde realizzato dall’albergo e destinato ad animare l’area e i suoi dintorni. A completare l’offerta, una piscina di 60 metri sul tetto del garage. Peccato solo che in questo caso la vista non sia adeguata. L’Hotel William Vale è un esperimento che vedremo apparire spesso sui blog alberghieri, perché lo spazio è stato calibrato in modo diverso ed è incredibilmente funzionale ed efficiente.
Foto: Jody Kivort
Foto: Lester Ali L’albergo ha 183 camere, non si trova in un’area di passeggio e shopping, anzi sorge dove c’era un’azienda industriale dismessa in una zona che aveva sostanzialmente bisogno di una nuova “attrazione” che invitasse i viaggiatori a visitarla. Il direttore del William Vale
Pur piccole, le camere del “The Vale” sono luminose, bianche, con mobili compatti (piccolo armadio, mobiletti con porte scorrevoli così come la porta del bagno) e un candore che amplia visivamente lo spazio disponibile. Quanto agli spazi comuni, nulla di indimenticabile: la solita lobby al centro di un cortile aperto, uno spazio verde all’esterno, ma asse-
Westlight, panoramico cocktail bar con spettacolare vista su Manhattan 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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Breaking news Quanto costa agli hotel indipendenti la visibilità garantita dalle OTA? In un recente forum organizzato da Trademark Italia è emerso che, per gli hotel indipendenti con una visibilità ridotta sul mercato e con un piccolo budget di marketing a disposizione, essere sulle OTA è un ottimo modo per costruire la propria“esposizione” e migliorare la propria performance (billboard effect). La presenza sulle OTA può portare però a casi di vera e propria “dipendenza commerciale” con una quota di traffico generato dalle OTA pari al 75-80% delle prenotazioni totali, mentre quelle dirette (sito dell’hotel) pesano solamente il 20-25%, se non meno. Gli albergatori ovviamente lavorano per migliorare il proprio booking engine, per rendere più performante il proprio sito, ma le OTA restano dominanti soprattutto per chi lavora molto con i mercati esteri. Per gli alberghi di medio-grandi dimensioni che lavorano con i gruppi, il peso delle OTA si riduce perché questo tipo di mercato richiede attenzioni diverse e servizi particolari che le OTA non forniscono, per cui il canale diretto rimane preferibile anche per poter costruire un’offerta ad hoc e fidelizzare al massimo gli interlocutori. Quali altri vantaggi promozionali e commerciali le OTA garantiscono ad un hotel indipendente? Innanzitutto un risparmio sugli investimenti destinati al proprio sito e al booking engine che non deve forzatamente essere di primo livello. D’altro canto però le commissioni dovute alle OTA (20% circa dei ricavi) potrebbero essere investite nel miglioramento del sito e del motore di prenotazione. Ed è su questo tema che si è scaldato il confronto, con alcuni albergatori indipendenti che si rifiutano di vendere quote crescenti di camere attraverso le OTA rispetto al minimo necessario. “Chi punta tutto sulle OTA lo fa soprattutto per pigrizia o per debolezza del prodotto albergo” hanno dichiarato alcuni albergatori. “Se sei un piccolo ho-
24
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tel e non puoi permetterti di investire certe cifre sull’attività commerciale, allora le OTA sono la tua vita. Ma se le dimensioni del tuo hotel sono discrete (70-80 camere) dipendere dalle OTA è come spararsi sui piedi”. Ovviamente la regola è quella di trovare il giusto equilibrio: si possono negoziare tariffe migliori con le OTA, ma soprattutto gestire allotment e servizi con più flessibilità. Booking.com e simili guardano con attenzione tutte le componenti dell’hotel: se l’hotel è indipendente, in buone condizioni e in posizione attraente allora l’OTA è più interessata a negoziare sui margini. Al contrario se l’hotel è in una location già ampiamente presidiata e l’OTA dispone già di numerose strutture nell’area in questi casi è meno incline a lavorare sulle commissioni. Ecco perché gli albergatori indipendenti devono diversificare i canali della propria vendita. Del resto è più economico generare le proprie prenotazioni direttamente che non pagare commissioni a terze
parti, che potrebbero anche aumentare in futuro. Pay-per-click e Google Adwords sono altri strumenti utilizzabili per spingere clienti verso il proprio sito che è l’unico canale con il quale si possono poi fidelizzare i propri ospiti. Altrimenti vi resta il telefono!
2018, l’anno che sarà Il risultato netto del 2017 per gli hotel italiani è positivo sia per indici di occupazione camere (R.O.) che per RevPAR... e non lo dice solo l’Italian Hotel Monitor. Anche per il 2018 le prime indicazioni prevedono una crescita, seppure ad un ritmo più lento. I margini operativi restano alti (spesso oltre il 30% dei ricavi) ma il settore alberghiero manca della necessaria complicità da parte della grande industria, quella manifatturiera. Per non parlare poi della politica e del mancato supporto del governo attraverso politiche di sostegno ad un settore strategico per questo Paese. Per dare un outlook “finanziario”
I MIGLIORI 10 RISTORANTI IN HOTEL AL MONDO Eleganti, suggestivi, formali ma anche casual. Ecco i 10 migliori ristoranti d’albergo al mondo nel 2017 secondo la prestigiosa rivista americana HOTELS: • Agua by Larbi, One&Only Palmilla, Los Cabos (Messico) prezzo medio: 70 dollari, bevande incluse • Beast & Butterflies, M Social Hotel, Singapore prezzo medio: 30 dollari, bevande escluse • Café Gray Deluxe, The Upper House, Hong Kong prezzo medio: 165 dollari, bevande escluse • Goldfinch Tavern, Four Seasons Hotel, Seattle (USA) prezzo medio: 60 dollari, bevande escluse • Le Cinq, Four Seasons Hotel George V, Parigi (3 stelle Michelin) (Francia) prezzo medio: 280 euro, bevande escluse • Le 1947, Cheval Blanc, Courchevel (3 stelle Michelin) (Francia) prezzo medio: 230 euro, bevande escluse • Novikov Restaurant, Ritz Carlton Hotel, Mosca (Russia) prezzo medio: 50 dollari, bevande escluse • Le Gabriel, La Réserve, Parigi (2 stelle Michelin) (Francia) prezzo medio: 230 euro, bevande escluse • Tapas Molecular Bar, Mandarin Oriental, Tokyo (Giappone) prezzo medio: 200 dollari, bevande incluse • Sra Bua by Kiin Kiin, Siam Kempinski Hotel Bangkok (Thailandia) prezzo medio: 95 dollari, bevande incluse
decoroso a quella che dovrebbe chiamarsi “Industria dell’Ospitalità” bisognerebbe smetterla di affogarla nel mare comunicativo del “turismo”. L’industria dei viaggi, dei trasporti, dell’alloggio e della ristorazione continua ad essere comunemente chiamata “turismo”. È un errore che tutti noi scontiamo con il fatto che questa definizione parla semplicemente (ed erroneamente) solamente di vacanze, di viaggi leisure e business, di escursionismo e bellezze ambientali, monumentali e museali. Ma il turismo, anzi l’Industria dell’Ospitalità è molto di più, è un fenomeno plurimo e complesso, fatto di hardware ancor più che di software, perché “si manifesta” in differenti aspetti e coinvolge tutti i settori non solo economico-produttivi e finanziari ma anche politici, culturali, sociali, antropici, etc. Il settore pur così complesso, e nonostante il caso Alitalia e la latitanza della politica nazionale, sembra sano e solido, ma non così performante in prospettiva come dovrebbe essere dopo un’annata eccezionale come il 2017
Affrontare le emergenze con intelligenza Gli Stai Uniti del sud e i Caraibi sono stati colpiti recentemente da una serie di uragani di straordinaria violenza. Agosto e settembre sono abitualmente momenti delicati dal punto di vista meteorologico per l’area caraibica e gli albergatori sanno come affrontarli. Quelli di quest’anno sono stati particolarmente devastanti, ma anche se qualcuno ha chiuso, altri sono rimasti parzialmente operativi... tutti senza drammatizzare oltre il necessario la situazione, soprattutto a livello di comunicazione. L’esatto contrario di quanto successo in Italia dove gli uragani che hanno colpito il Texas, la Florida e i Caraibi in genere sono stati considerati da alcuni persino un “castigo di Dio” per la mancata firma di Trump del Trattato di Parigi sull’ambiente. Sul posto invece tutti a minimizzare (come si deve fare in questi casi, per quanto possibile), annunciando che alcune zone della regione caraibica come Aruba e Giamaica, non sono state danneggiate dalla
tempesta e che a Bahamas e St. Kitts, inizialmente colpite dall’uragano Irma, le strutture turistiche sono tornate operative e funzionali in pochissimi giorni. Sia il gruppo Hilton che Marriott International ad esempio hanno rilasciato un comunicato stampa nel quale affermano che le proprietà nelle aree interessate dall’uragano hanno implementato i piani di sicurezza e le procedure di emergenza continuando a rimanere in stretto contatto con le autorità locali e i funzionari del turismo al fine di mi-
nimizzare i rischi per gli ospiti e lo staff. Ovviamente le proprietà Hilton e Marriott nelle aree colpite dagli uragani hanno rinunciato alle loro fees di cancellazione. Anche Hyatt ha rilasciato un comunicato simile, senza però far menzione della rinuncia degli hotel prenotati alle penalità di cancellazione. Tutto questo senza far riferimento a punizioni divine o eventi biblici. Ordinaria amministrazione (o quasi) per chi è abituato ad operare in zone soggette alla furia degli uragani. 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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Ezio Indiani:
«Oggi il turismo è esperienza» L’accoglienza luxury è una ricetta che mescola diversi ingredienti: primo tra tutti la soddisfazione dell’ospite, un fattore che si stimola con attenzione, creatività e lavoro duro ✒Davide Deponti
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Ezio Indiani e il Principe di Savoia, una lunga storia di successi
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Essere creativi, stimolare e organizzare “al meglio”, in una frase: rendere il soggiorno in hotel (e che hotel... stiamo parlando del Principe di Savoia di Milano) un’esperienza unica, fantastica e irripetibile, nel senso di diversa ogni volta. Ezio Indiani, general manager dello storico cinque stelle milanese, sa bene che, oggi più che mai, soggiornare al Principe deve essere sempre, innanzitutto, un’esperienza. «È questa la chiave dell’ospitalità nel mondo dell’accoglienza a cinque stelle, dove oramai quasi tutti gli altri servizi, seppure d’elite, sono dati, per così dire, per scontati», spiega Indiani, «oggi il lusso è soprattutto emozione e la differenza
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la fa chi riesce ad offrire un’accoglienza sartoriale, costruita sui gusti e sulle esigenze dell’ospite. Per fare questo occorre però essere adeguatamente strutturati: Al Principe abbiamo, come figura di riferimento per i Vip client e per chi soggiorna in suite, l’Experience Manager, un professionista che ha “ereditato” la funzione di “servizio” all’ospite tipica del Guest Relation Manager, rappresentandone, però, l’evoluzione, ovvero declinandola in senso esperienziale. È lui che raccoglie tutte le informazioni possibili sull’ospite e sui suoi gusti. Che coccola il cliente cercando non solo di capire, ma soprattutto, di anticipare i suoi desiderata e di organiz-
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zare il servizio in base a questi ultimi, in una modalità davvero tailor made. Va da sé che stiamo parlando di un lavoro gravoso e impegnativo: ma vediamo, ogni giorno, qui al Principe, che un tale impegno ripaga tantissimo sotto il profilo della guest satisfaction e dell’occupazione: recentemente abbiamo acquisito numerosi nuovi clienti. A conferma di quanto questa vision sia importante non solo qui ma anche a livello internazionale di Gruppo, le dico che tra pochi giorni volerò a Los Angeles per partecipare a un meeting di Dorchester Collection dedicato proprio al tema dell’experience management. Vi parteciperanno tutti gli experience manager del Gruppo. Sarà un momento formativo importante, di confronto, condivisione e ispirazione. Il servizio, quello basato sulla human relation, è la base dell’experience management: al Principe abbiamo attualmente un team che comprende ben quattro Guest Relation Manager: uno di loro è già “diplomato” Experience Manager, mentre gli altri stanno completando la formazione. Nel giro di un anno vogliamo arrivare a offrire questo tipo di servizio tailor made ad ogni singolo ospite dell’hotel».
Le sculture “futuribili” di Alastair Gibson: quando il Principe regala agli ospiti l'esperienza dell’arte contemporanea
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Il Principe è un hotel da sempre a vocazione bleisure: quello di unire affari e piacere è un trend oggi in continua crescita
Accoglienza fa rima con esperienza: al Principe l’ospitalità è un lusso per tutti
Prepararsi all’accoglienza Un obiettivo chiaro, quello di Ezio Indiani, ma tutt’altro che semplice, come lui stesso fa intuire: «Per soddisfare ai massimi livelli i desideri degli ospiti, è necessario un grande lavoro di ricerca. Non basta conoscere i gusti e le abitudini di chi arriva. Occorre anche saperlo sorprendere con qualcosa di nuovo che sia di suo gradimento. Lo stimolo all’innovazione, qui al Principe, è sempre presente. Per esempio, prima dell’estate, sulla scia di quanto già realizzato in altri alberghi di Dorchester Collection, abbiamo inaugurato in hotel un vivace programma di esposizioni d’opere firmate
da importanti artisti contemporanei come, per esempio, Antonio Nocera che ha esposto i suoi quadri e le sue sculture ispirate al tema di “Pinocchio”, o come Alistair Gibson che, in questi giorni, è presente al Principe con le sue famose sculture “acquatiche” e legate al mondo della Formula Uno. Contiamo di ospitare circa tre mostre all’anno della durata ciascuna di quattro mesi. Un’idea per offrire agli ospiti un’experience nuova, ma anche per rendere la nostra lobby più dinamica: è bello entrare e trovarla ogni volta un po’ diversa».
Un hotel a vocazione bleisure. Dove l’engagement è un lavoro di squadra Da sempre ambito, per la sua allure di intramontabile prestigio, dalla clientela vip, istituzionale e da quella di affari, l’hotel Principe di Savoia è anche un albergo che fa tendenza. «Siamo stati tra i primi a proporci come destinazione bleisure», racconta il gm, «l’idea di unire il momento business a quello di relax e di piacere è sorta in modo spontaneo: oggi il businessman che soggiorna in albergo non si accontenta più unicamente di servizi come il wifi, il ristorante o il centro benessere. Vuole, appena ha un momento libero, godersi al meglio la destinazio-
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ne. Vuole sentirsi appagato, soddisfatto. Per fortuna, ai nostri giorni, è molto più facile e veloce misurare la customer satisfaction grazie ai nuovi strumenti di analisi digitali che consentono di ottenere un feedback preciso e pressoché in tempo reale. Secondo l’ultima reportistica, abbiamo raggiunto un ragguardevole 61% di “guest engagement”, superando il target prefissato per la categoria lusso che normalmente si attesta intorno al 51%. Questo anche perché siamo molto veloci ed efficienti nel risolvere eventuali problemi che si presentano all’ultimo minu-
to: in Dorchester Collection non c’è problema o imprevisto che non sia considerato un’opportunità per creare un legame ancora più saldo e duraturo con l’ospite. Pensi che, nel problem solving, vantiamo un riscontro positivo pari al 67%, contro il 31% registrato abitualmente nel segmento della luxury hotellerie. Questo significa che, al Principe, oltre il doppio dei problemi è stato risolto con la piena soddisfazione dell’ospite. Il segreto del successo nel turismo è questo», sorride Ezio Indiani, «bisogna essere sempre proattivi e far sì che ciascun ospite sia soddisfatto dell’esperienza offerta. A Milano, l’abbiamo finalmente capito. Da Expo in poi, la città è diventata una capitale internazionale non solo della moda e dell’economia, ma anche del bleisure: una destinazione ben organizzata, ricca di cose da vedere e soprattutto di eventi ai quali partecipare. È fondamentale anche curare la formazione del personale: avere collaboratori a tutti i livelli capaci e coinvolti nella mission aziendale fa la differenza nella qualità dell’offerta. Un collaboratore motivato motiverà anche l’ospite. Certo è una strategia aziendale complessa e costosa che presuppone lavoro e continui investimenti, ma che, alla fine, ripaga con la “conquista” dell’ospite». I
Ezio Indiani con l’artista sudafricano Alastair Gibson: le sue sculture “da Formula Uno” rendono la lobby del Principe un luogo ancora più speciale.
Gibson al Principe: la presenza a rotazione di opere d’arte all’avanguardia permette al grande albergo milanese di presentarsi sempre nuovo alla curiosità dei suoi ospiti
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L’INCHIESTA
Uno sguardo sull’Italia degli eventi L’ultimo Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi descrive un comparto vitale, con rialzi significativi per il numero di partecipanti e soprattutto di presenze generate sul territorio, mettendo in luce l’importante impatto generato sull’economia italiana.
✒Barbara Ainis
I Le immagini del servizio si riferiscono alla terza edizione di OICE (Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi)
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Il settore tira un sospiro di sollievo: sono rincuoranti gli ultimi dati relativi alla nostra meeting industry. Il comparto si mostra vitale e in decisa risalita quanto al numero di partecipanti, che nel 2016 hanno superato i 28 milioni, e soprattutto a presenze generate sul territorio, ben 42,7 milioni sempre nel 2016. A dirlo sono le pagine dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi, realizzato da ASERIAlta Scuola in Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Giunto alla terza edizione e promosso da Federcongressi&eventi, l’OICE è il vero punto di riferimento del
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settore, un monitoraggio continuativo di tutti i tipi di eventi organizzati in Italia: dai congressi delle associazioni alle convention, dagli incentive ai lanci di prodotto fino ai meeting promossi da aziende, enti e istituzioni. Le 5.630 sedi coinvolte dall’Osservatorio su tutto il territorio nazionale, dagli alberghi congressuali ai centri congressi, dalle sedi fieristiche agli spazi non convenzionali, hanno consentito di giungere a una stima del mercato dei congressi e degli eventi puntuale e capillare, suddivisa per aree geografiche e per tipologie di sedi. Il
L’INCHIESTA
numero complessivo degli eventi nel 2016, con un minimo di 10 partecipanti e della durata minima di 4 ore, è stato, in realtà, in lieve calo rispetto all’anno precedente (386.897, -1,5%), ma, come già anticipato, lo studio ha mostrato una netta ripresa per numero di partecipanti (+8,4%), per numero di persone per evento (73 contro le 66 del 2015) e soprattutto per presenza (+21,5%). «Il calo del numero di eventi accompagnato da un aumento del numero di partecipanti e di giorni di occupazione delle sedi è il risultato di una strategia posta in essere dal settore italiano alla ricerca di una maggiore efficienza gestionale, che lo sta portando a ospitare un numero progressivamente maggiore di eventi di durata e di dimensione mediamente superiori al passato», ci ha spiegato il prof. Roberto Nelli, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore scientifico dell’OICE. «Si sta assistendo cioè a una progressiva specializzazione dell’offerta, con l’uscita dal mercato delle strutture che in passato ospitavano congressi ed eventi solo in modo occasionale e con l’accrescersi del vantaggio competitivo a favore delle sedi di maggiori dimensioni, tanto che le strutture con una capacità complessiva di almeno 500 posti hanno concentrato nel 2016 il 64,4% dei partecipanti totali (contro il 61% del 2015)».
Internazionalizzazione: un gap ancora da colmare Sono molti, dunque, i segnali positivi che mostrano il mercato degli eventi italiano in ripresa e che indicano con decisione la direzione verso la quale deve tendere il comparto per avvicinarsi alle performance dei competitors internazionali. Gli
Citazione Non mi stancherò mai di ripeterlo: gli eventi aggregativi non sono solo un elemento che sostiene l’industria turistica ma anche uno strumento fondamentale per la diffusione della conoscenza e per la divulgazione della ricerca, promuovendo l’innovazione e lo sviluppo della scienza. Gli eventi rappresentano, inoltre, una parte sempre più importante nelle attività di marketing delle aziende dando impulso alla crescita economica e allo sviluppo delle relazioni. Infine, il futuro del pianeta è deciso dai leader mondiali attraverso incontri internazionali dedicati ai grandi temi universali quali l’ambiente, la cooperazione e la finanza. Noi tutti che operiamo nel settore degli eventi e dei congressi siamo parte attiva di questo ingranaggio e il ruolo professionale che le nostre imprese possono avere è rilevante. Ecco perché diventa importante conoscere i dati sull’attività di congressi ed eventi in Italia nel 2016 ma, soprattutto, compiere insieme un’analisi delle informazioni che ne derivano, con l’auspicio che una maggiore consapevolezza del nostro settore permetta di elevare la qualità di spazi e servizi messi a disposizione degli eventi. Alessandra Albarelli Presidente Federcongressi&eventi
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L’INCHIESTA
eventi locali, nonostante rappresentino ancora la maggioranza (55,4%), sono in calo rispetto all’edizione precedente, a favore di quelli nazionali (34,71%) e di provenienza internazionale (9,9%). «Sebbene la direzione del mercato sia verso la crescita di eventi di più ampio respiro, registriamo ancora un pesante gap sulla vocazione internazionale rispetto ad altre realtà a noi vicine, come Austria, Francia, Germania e Spagna, che sono riuscite - grazie a investimenti mirati e sforzi condivisi anche con le istituzioni - a internazionalizzare molto di più la propria industria degli eventi», ha commentato Armando Mastrapasqua, Senior Director CWT M&E Italia, Egitto, Grecia e Marocco, partner dell’OICE dalla prima edizione. «Ecco perché bisognerebbe valorizzare meglio le potenzialità dei nostri territori e sviluppare le professionalità del settore in questa direzione». Anche sul fronte delle dimensioni degli eventi il nostro Paese deve ancora lavorare, nonostante positivi segnali di miglioramento.
I numeri degli eventi EVENTI REALIZZATI PARTECIPANTI PRESENZE
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386.897 (-1,5%) 28.173.514 (+8,4%) 42.706.559 (+21,5%)
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Ben l’80,9% degli eventi si concentra ancora nelle classi di partecipanti comprese tra le 25 e le 99 persone: in particolare, nella classe tra le 25 e le 49 persone è ricaduto il 45,1% degli eventi e il 23,9% dei partecipanti e nella classe tra le 50 e le 99 persone il 35,8% degli eventi e il 34,1% dei partecipanti. Gli eventi con almeno 500 persone rappresentano solo lo 0,9% degli incontri totali e il 13,2% dei partecipanti.
Eventi: uno strumento di marketing e incentivazione non ancora opportunamente sfruttato dalle aziende A crescere è stata anche la durata media degli eventi, risultata pari a 1,41 giorni (1,35 nel 2015), senza differenze significative per area geografica. Gli eventi di durata superiore a un giorno hanno rappresentato il 23% del totale e hanno registrato 12.584.000 partecipanti, pari a 141 persone in media per evento, e circa 30.779.000 presenze sul territorio (il 72,1% delle presenze totali). Positivo anche il trend degli eventi promossi dalle aziende, che rappresentano la maggioranza, il 56,5% degli eventi che si sono svolti nel 2016 (+2% rispetto all’anno precedente), e hanno coinvolto il 48,9% dei partecipanti totali (contro il 47% del 2015), pur registrando un lieve calo nelle presenze,
L’INCHIESTA LE SEDI DEGLI EVENTI ITALIANI I CARATTERI FONDAMENTALI DEL MERCATO DEI CONGRESSI E DEGLI EVENTI PER TIPOLOGIA DI SEDE TIPOLOGIE DI SEDE CARATTERI FONDAMENTALI
Alberghi congressuali
Rappresentano il 68,1% del totale delle sedi nell’universo considerato Ospitano il 79,6% del totale degli eventi realizzati in Italia La dimensione media degli eventi è di 53 partecipanti Presentano un’elevata quota di partecipanti a eventi internazionali (18,6%) Due terzi dei loro eventi (esclusa la categoria degli altri eventi) sono promossi da aziende • Rispetto al 2015 hanno registrato un lieve calo degli eventi (-1,6%), ma un aumento dei partecipanti (+7,7%)
Centri congressi
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Ospitano il più elevato numero medio di eventi per sede (147) Gli eventi hanno la maggiore durata media (1,5 giorni) Sono attivi mediamente per 224 giorni all’anno Presentano un’elevata quota di partecipanti a eventi internazionali (12%) Il 39,3% dei loro eventi (esclusa la categoria degli altri eventi) è promosso da associazioni con il 46,9% dei partecipanti • Rispetto al 2015 hanno registrato un lieve calo degli eventi (-1,3%), ma un notevole aumento dei partecipanti (+22,8%)
Sedi fieristico congressuali • Ospitano un elevato numero di partecipanti medi per evento (791) • Presentano la maggiore quota di partecipanti a eventi nazionali (56,4%) • Il 60,7% dei loro eventi (esclusa la categoria degli altri eventi) è promosso da aziende • Rispetto al 2015 hanno registrato un calo degli eventi (-12,7%), ma un lieve aumento dei partecipanti (+1,9%) Rappresentano l’8,6% del totale delle sedi nell’universo considerato La dimensione media degli eventi è di 85 partecipanti Sono attive mediamente per 26 giorni all’anno Presentano un’elevata quota di partecipanti a eventi locali (65,8%) Presentano la maggiore quota di eventi (esclusa la categoria degli altri eventi) promossi da aziende (65,9%) • Rispetto al 2015 hanno registrato il maggior calo degli eventi (-18,3%), ma un lieve aumento dei partecipanti (+1,6%)
Dimore storiche
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Sedi istituzionali
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Spazi non convenzionali
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Rappresentano il 10,7% del totale delle sedi nell’universo considerato Ospitano l’11,1% del totale dei partecipanti agli eventi realizzati in Italia Sono attive mediamente per 65 giorni all’anno Presentano un’elevata quota di partecipanti a eventi locali (68,1%) Il 29,5% dei loro eventi (esclusa la categoria degli altri eventi) è promosso da enti e istituzioni • Rispetto al 2015 hanno registrato la maggior crescita sia degli eventi (+19,9%) che dei partecipanti (+23,9%) Rappresentano il 6,7% del totale delle sedi nell’universo considerato Gli eventi hanno la durata media inferiore (1,2 giorni) Presentano la più alta quota di partecipanti a eventi aziendali (74,6%) Rispetto al 2015 hanno registrato un calo sia degli eventi (-11,1%) che dei partecipanti (-20%)
Fonte: Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi
che passano dal 49,5% del 2015 al 48% del 2016. «In questo segmento le skill dei professionisti del settore sono elevate e assolutamente in linea con i top performer internazionali come dimostra il successo delle tante convention multinazionali organizzate nel nostro Paese», ha sottolineato ancora Mastrapasqua. «Tuttavia il gruppo di aziende che organizzano in mo-
do strutturato gli eventi è piuttosto stabile. Sarebbe necessaria una maggiore condivisione e diffusione della cultura degli eventi affinché si percepisca ancora di più il valore aggiunto di questo insostituibile strumento di marketing, comunicazione e incentivazione e si allarghi la platea a nuovi settori merceologici e aree geografiche». I 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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SCENARI DEL TURISMO
Smart City Smart Congress Le città intelligenti favoriscono l’organizzazione di eventi e convegni. E ne traggono vantaggio per lo smart living della smart people
✒Aura Marcelli
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Durante l’evento milanese Digital Mice il tema delle Smart City ha provocato un dibattito stimolante tra gli operatori del settore Mice
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Se ne parla ormai da molti anni, ma forse ancora non è chiaro a tutti che cosa si intenda per Smart City. Che cosa rende una città smart? Quali furbizie vengono messe in campo e a che scopo? La questione è, se vogliamo, molto più semplice di quanto si pensi. La Smart City è una città capace di garantire una qualità della vita elevata ai propri cittadini, alle imprese del territorio e ai turisti che vi soggiornano per i motivi più diversi. Gli strumenti che le amministrazioni hanno a disposizione per aumentare la smartness della propria città sono l’ottimizzazione delle risorse per la sostenibilità, la qualità del sistema di mobilità, la collaborazione e la comunicazione tra pubblico e privato ba-
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sata sulla trasparenza e l’immediatezza, ma anche la cultura e l’educazione. «Nel 2030 le persone che vivranno nelle aree urbane saranno circa 6 miliardi», ha commentato Alessia Maccaferri, giornalista de “Il Sole 24 Ore” e moderatrice dell’incontro Smart City Smart Congress, tenuto lo scorso 13 settembre a Milano durante l’evento Digital MICE, organizzato da QualityTravel. «Il tema delle Smart City non è un tema tecnologico, ma di sopravvivenza. La competizione per attrarre investimenti non sarà più tra stati, ma tra aree urbane». Una competizione sulla quale si giocherà anche il futuro del settore Mice. Perché se è vero che una città smart favorisce l’organizzazione di even-
SCENARI DEL TURISMO
ti, è altrettanto vero che meeting e congressi, di qualità e sostenibili, contribuiscono a rendere i centri urbani ancora più vivibili, vitali e decisamente smart.
Vogliamo creare Smart Citizen «Dobbiamo avere ben chiaro che Smart City non è solo la digitalizzazione dell’amministrazione, non è solo il wi-fi libero, ma è uno sviluppo della città volto a rendere i cittadini più consapevoli e più coinvolti. Quello che vogliamo creare è una Smart City, ma anche e soprattutto degli Smart Citizen». A parlare in questi termini è stato il giovane e dinamico Assessore del Comune di Ravenna, con deleghe al turismo, coordinamento eventi e Smart City, Giacomo Costantini. L’esperienza della città romagnola è emblematica delle buone pratiche che, anche nel nostro Paese, possono condurre verso un presente di maggiore sostenibilità e competi-
tività turistica. «Sono il primo assessore a Ravenna che ha la delega esclusiva al turismo. Nel primo anno di lavoro ci siamo concentrati sul metodo e sul software: metodo - dati - decisioni. La prima cosa da fare è coinvolgere gli attori del ricettivo nella raccolta dei dati (magari al check-in in hotel). Ci sono software sempre più raffinati per l’elaborazione dei Big Data, ma c’è bisogno anche degli operatori. Sapere come sono arrivati i turisti e quale motivazione li ha mossi è fondamentale. Poi, con il wi-fi gratuito, si possono monitorare i movimenti dei turisti sul centro storico per evidenziare i punti
Giacomo Costantini, Assessore del Comune di Ravenna, con deleghe al turismo, coordinamento eventi e Smart City
I SEI PILASTRI DELLA SMART CITY Secondo il Politecnico di Vienna sono sei le dimensioni che definiscono una Smart City 1. Smart Mobility, o mobilità intelligente: integrazione dell’ICT e valorizzazione dell’uso di trasporti pubblici o non motorizzati per gli spostamenti in città. 2. Smart Economy, o economia intelligente: interconnessione locale e pubblica tra le aziende e le amministrazioni; uso di innovazioni ed energie sostenibili per la produzione. 3. Smart Governance, o organizzazione politica intelligente: maggiore trasparenza e diffusione dei dati; uso dell’ICT e delle buste di eGov. 4. Smart Environment, o sostenibilità ambientale: uso di energia “verde”; pianificazione urbana ecosostenibile; costruzione di edifici ecosostenibili 5. Smart living: promozione di uno stile di vita sano, sicuro e culturalmente vivace e felice. 6. Smart People: attenzione verso l’integrazione tra i soggetti della società, valorizzazione della creatività e dell’educazione.
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SCENARI DEL TURISMO
Milano si pone come la città che più di ogni altra in Italia punta dritto verso la Smartness. Ma la piccola Ravenna mostra di non voler rimanere indietro
critici della città. Tutti i dati che riusciamo a raccogliere aiutano a migliorare l’esperienza del turista».
La gestione del turismo: il grande tema dei prossimi anni La Smart City, dunque, non è semplicemente un centro urbano che adotta sistemi digitali, ma è una città che ha l’intelligenza e le intelligenze per analizzare, interpretare e utilizzare i dati disponibili. Questo diventa fondamentale per orientare efficacemente le attività di promozione turistica, integrandole e coordinandole con una gestione attenta dei flussi. «Il grande tema dei prossimi anni sarà la gestione del turismo, più che l’espansione del turismo», ha sottolineato Michele Vianello, Digital Evangelist e digital manager RED, una società di real estate che sviluppa concept innovativi di città, tra i quali quella che promette di essere la prima Smart City di fondazione italiana, Milano 4 You. «Il digitale e l’immensa qualità di dati ci consentono di profilare il cliente e di offrire una promozione personalizzata. La concezione quantitativa del digitale è un’idea sbagliata: la smartness di un’area urbana e l’interazione dei cittadini non si valutano sulla quantità di tecnologia disponibile. Interessa molto di più l’utilizzo della tecnologia. Ogni device produce una quantità infinita di dati. Questi dati se li giocano bene 4 o 5 attori al mondo: Google, Facebook, Amazon e po-
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chi altri. Le amministrazioni pubbliche hanno moltissimi dati, ma se non sono in grado di mescolarli con i dati privati, non possono utilizzarli correttamente. Si dice che i dati saranno il petrolio del futuro. Sì, ma il petrolio grezzo. L’uso corretto del dato può finanziare il welfare nei prossimi anni, può sostituirsi alla tassazione, può garantire predittività dei costi e benefici degli eventi sulla base di seri indicatori, può consentire una previsione dei flussi. Servono competenze sul digitale inteso come strumento. La città smart è la città che sa utilizzare bene i dati, sa metterli a disposizione».
Un volano per il Mice Ma come e in che misura la Smart City può attrarre investimenti ed eventi nel settore Mice? Il nesso causale, a quanto pare, non è diretto, ma è ugualmente forte e determinante. «Noi nella meeting industry non usiamo il concetto di Smart City, ma abbiamo ben chiari i principi che vi stanno alla base», ha chiarito Tobia Salvadori, Bureau Manager, Convention Bureau Italia. «Se andiamo a vedere le statistiche a livello internazionale sulle richieste dei clienti, possiamo rilevare negli ultimi anni uno sbilanciamento verso le necessità logistiche, un inasprimento della richiesta orientata al rapporto qualità-prezzo, un’attenzione focalizzata sulle infrastrutture e sugli spazi idonei, nonché sulla disponibilità di un conven-
SCENARI DEL TURISMO
L’appuntamento Smart City Expo World Congress tion bureau di destinazione, un punto di riferimento costante e competente. La Smart City e gli Smart Citizen, insomma, non vengono esplicitamente richiesti dagli organizzatori dei convegni, ma sono la base fondante. Di fatto sono tre gli elementi a cui guardare e su cui investire per rendere la città smart: attuare politiche di coesione sociale e sviluppo sociale, per avere cittadini smart e, attraverso la formazione, un’imprenditorialità smart; sviluppare i sistemi di connettività interna ed esterna; promuovere la digitalizzazione».
La case history Ravenna Ancora una volta è di esempio l’esperienza di Ravenna, una città di medie dimensioni, ma decisamente cosciente delle proprie potenzialità e dell’importanza della collaborazione sul territorio. «Abbiamo posto particolare attenzione a comprendere a fondo le peculiarità della nostra città – la vocazione al turismo e le potenzialità del porto – e a costruire insieme alle imprese una chiave che possa creare sviluppo territoriale attraverso le nuove tecnologie», ha spiegato l’Assessore Costantini. «Intendiamo caratterizzarci come Hub culturale della Romagna e spingere su ciò che ci connota: non abbiamo un grande palazzo dei congressi, ma diverse sale storiche all’interno di un cen-
Oltre 400 influencer internazionali e innovatori si riuniranno nella capitale della Catalogna per condividere le loro competenze, dibattere sulle sfide che aspettano le nostre città e incoraggiare iniziative inedite e innovative per uno sviluppo sostenibile e smart dei centri urbani. 14-16 novembre 2017 Barcellona Gran Via Venue www.smartcityexpo.com
tro che si percorre a piedi in un raggio di 500 metri. Ci proponiamo per ospitare un “congressuale diffuso” in contesti di grande fascino, offrendo le sale, le attrezzature e mostrandoci pronti a capire rapidamente le esigenze degli organizzatori. E i risultati stanno arrivando, come dimostrano il recente convegno della European Underwater & Baromedical Society e la recentissima conferma di Ravenna come host city per gli European Maritime Days 2022. Per efficientare e ridurre i costi, e consci delle nostre dimensioni, abbiamo messo in campo una serie di collaborazioni con Cervia, prodotto complementare, per la promozione e sull’organizzazione di alcuni servizi. Lavoriamo per dare una gestione manageriale al turismo e ci costituiremo insieme formalmente in un’unica struttura di Destination Management Organization entro il 2018, con bando per chi dovrà commercializzare il nostro prodotto». I
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SCENARI DEL TURISMO
Bit 2018
rilancia sulla meeting industry con un’area dedicata Tre giorni di business mirato con 10 appuntamenti prefissati al giorno, nella cornice di un’area ad accesso controllato che offrirà anche meeting e convegni grazie al coordinamento di un Advisory Board di esperti. Bit 2018 torna a febbraio e punta sempre più sulla segmentazione per motivazioni di viaggio, con una formula che piace a 9 operatori su 10
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Oltre 392 mila eventi organizzati nel 2016 (+11,5% rispetto al 2015) e circa 26 milioni di partecipanti (+7,3% rispetto al 2015) con un evento su 10 di rilevanza internazionale per un totale di oltre il 15% di partecipanti dall’estero. Sono gli interessanti numeri della Meeting Industry Italiana, che sta registrando una notevole crescita. Un mondo dinamico che vuole risposte dinamiche. E al quale Bit 2018, dall’11 al 13 febbraio prossimi a fieramilanocity e Mi.Co – nel cuore della nuova Milano del business presso l’avveniristico complesso di Citylife – si rivolge con una rinnovata formula MICE: all’interno di Bit 2018 sarà infatti allestita un’area delimitata e ad accesso controllato, dove saranno presenti postazioni preallestite per i fornitori della meeting industry.
Tre giornate di business mirato Tre giornate di appuntamenti prefissati allo stand (10 appuntamenti al giorno), tutti nell’area specifica e quindi specializzati, con un intervallo di 1-2 ore tra gli ap-
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puntamenti che permetterà ai buyer di visitare liberamente gli altri stand della manifestazione. Soluzione che soddisfa la richiesta del mondo MICE di poter incontrare altri operatori, oltre a quelli dell’offerta specifica, per poter completare il pacchetto della loro proposta. In particolare, con l’obiettivo di rendere immediatamente efficace la partecipazione delle aziende a questa nuova formula, Bit 2018 ha previsto di invitare un numero di buyer dedicati al mondo MICE, altamente profilati, in un rapporto di 1 a 1,5 rispetto al numero di espositori presenti. Da dove arriveranno i buyer? Per il 70% provengono dai tradizionali mercati forti europei, mentre il restante 30% arriva dai più interessanti mercati extraeuropei. Per
SCENARI DEL TURISMO
Non solo MICE: cresce tutta la Bit Il rinnovato slancio del segmento meeting, grazie a un progetto specifico con la supervisione dell’Advisory Board, è solo una delle novità di Bit 2018. Crescono anche gli altri spazi del 2017: l’area Leisure si rafforza, ritornano i focus Bit4Job (incontro tra domanda e offerta professionali), a Bit of Taste (turismo enogastronomico), Be Tech (soluzioni digitali e social per il turismo) e I love Wedding (programma riservato al segmento nozze). Tra le altre novità della prossima edizione, anche un layout ancora più efficace e agile da visitare, nei padiglioni sovrapposti 3 e 4, con le sale convegni ospitate all’adiacente Centro Congressi MiCo e con duplice ingresso da Porta Colleoni e Porta Teodorico. Confermata infine la sinergia tra manifestazione e città di Milano, un punto di riferimento internazionale per le tematiche lifestyle, e uno dei punti di forza più apprezzati dagli operatori. Una novità, che è anche un ritorno alle Bit “storiche”, sono le date. Il ritorno a febbraio, richiesto dalla maggioranza degli espositori – a conferma del costante dialogo che Fiera Milano intrattiene con tutti gli attori della filiera – permetterà agli operatori di aprire nuovi canali commerciali anticipando la stagione vendite, con grazie all’apertura il primo giorno anche al pubblico dei viaggiatori e i giorni successivi ai soli operatori. quanto riguarda le tipologie professionali, il 70% sarà costituito da intermediari, il 20% da rappresentanti del mondo corporate e il restante 10% delle associazioni. «Oggi il mondo MICE è caratterizzato da una continua evoluzione, in cui non sempre è facile individuare le tendenze», commenta Gabriella Gentile, esperta di Meeting Industry e membro dell’Advisory Board. «Un trend appare comunque chiaro: è quello verso una sempre maggiore personalizzazione, sulla base delle esigenze del cliente. Per questo, in una fiera, gli operatori ricercano nuovi servizi e nuovi
partner, ma anche occasioni di formazione e networking. Il nostro impegno come Advisory Board sarà allineare l’offerta MICE di Bit 2018 alle più recenti evoluzioni dalla filiera, sia in termini di contatti di business, sia di contenuti informativi». A corollario e completamento, un’area centrale dove verranno svolti seminari e workshop legati al mondo MICE. All’interno dello spazio MICE avranno, infatti, luogo convegni, seminari e workshop che, grazie al supporto del MICE Advisory Board – un comitato scientifico composto da esperti del settore, con il compito di indirizzare e coordinare l’area – offriranno momenti di approfondimenti sui trend di questo settore. L’obiettivo è non solo creare occasioni di business mirato, ma più in generale, costruire una formula di contenuti che possa fornire preziosi elementi di know-how per un segmento in forte crescita. P.T.
Una formula che piace Un nuovo concept, quello lanciato nel 2017 e ulteriormente affinato per la prossima edizione, che ha da subito incontrato il favore degli operatori. Avere a Milano una fiera con questa formula piace a oltre 9 operatori su 10. È uno dei dati più eclatanti emersi dall’indagine condotta sui partecipanti all’edizione di quest’anno, che si è infatti chiusa con numeri di tutto rispetto: 50mila visitatori in tre giorni di manifestazione, 1.850 giornalisti e 199 travel blogger che hanno incontrato 2.000 espositori italiani ed esteri, animando 16.353 appuntamenti di business matching, 4.939 speedy meetings e 126 convegni e seminari con 7.568 partecipanti.
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SCENARI DEL TURISMO
Turismo medicale Eccellenze terapeutiche, ricerca medica e alta specializzazione fanno del nostro Paese uno dei migliori al mondo per il Servizio Sanitario. Eppure l’Italia non è ancora percepita come una destinazione per il medical tourism. È arrivato il momento di cogliere tutte le opportunità di questo promettente settore
✒Aura Marcelli
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È un fenomeno sempre più diffuso grazie alla crescente globalizzazione, ma ancora poco indagato. Un esercito di oltre 14 milioni di persone si muove oltre i propri confini nazionali, non per semplice diletto, ma per trovare altrove l’eccellenza delle cure specialistiche, o trattamenti più a buon mercato, o ancora quelle terapie che in patria non sono disponibili. Sono pazienti/turisti – a cui vanno poi aggiunti gli accompagnatori e gli staff medici – le cui trasferte generano un fatturato globale stimato tra i 70 e i 100 miliardi di dollari (stime Patients Beyond Borders e Medical Tourism Association), ma destinato a una crescita del 20% annuo, che porterà già nel 2018 a un giro d’affari di ben 150 miliardi di dollari. Il turismo medicale, non è certo una novità assoluta, al contrario è una tendenza presente un po’ da sempre. Ma se nel passato è stata vissuta solamente come una necessità, ormai da diversi anni è diventata il simbolo di una libera scelta, che sia di natura economica o per ricerca delle eccellenze. L’Italia, però, fino ad ora è rimasta ai margini di questo comparto e il medical tourism da noi è ancora poco sviluppato, se non in termini di outgoing. Infatti, nonostante il nostro Sistema Sanitario Nazionale sia classificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come uno dei migliori al mondo, l’Italia per il momento si distingue principalmente per il gran numero di pazienti (circa 350mila all’anno) che si recano all’estero per curarsi, alla ricerca, per la maggior parte, di trattamenti estetici low cost, cure dentistiche o terapie legate a problematiche normative (fecondazione assistita, ad esempio) o a lunghe liste d’attesa. Quel che ancora manca nel nostro Paese è, invece, un’offerta valida e strutturata in grado di attirare i pazienti stranieri e invogliarli a usufruire dei servizi sanitari nei quali l’Italia eccelle. «Oncologia, cardiologia, ortopedia, neurologia e in parte pediatria: il Sistema Sanitario italiano,
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SCENARI DEL TURISMO
checché se ne dica, ha numerose eccellenze di alta specializzazione, che all’estero sono a volte aree terapeutiche poco seguite o seguite in modo basico», ci conferma Alessandro Santambrogio, direttore marketing di Intercare, la prima Fiera-Congresso Internazionale di Turismo
Medicale, organizzata in Italia per la prima volta alla fine dello scorso mese di maggio, con lo scopo di far conoscere approfonditamente ai buyer internazionali il “sistema Italia” dal punto di vista della sanità. “Le stime del turismo medicale incoming in Italia sono ancora difficili da fare.
Anche il Philips Future Health Index 2017 vede l'Italia al primo posto in Europa per rapporto salute della popolazione/ incidenza della spesa sanitaria sul PIL. ©Philips
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SCENARI DEL TURISMO
Il turismo outgoing italiano
Alessandro Santambrogio, direttore marketing di Intercare, la prima FieraCongresso Internazionale di Turismo Medicale
Le cure dentali sono tra le principali richieste dei turisti medicali italiani outgoing. ©Philips
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Ci sono i dati del Ministero, che parlano di 671.000 i pazienti stranieri che si curano nelle strutture Italiane, ma di questi sono solo circa 5.000 i veri turisti medicali [gli altri sono immigrati residenti o semplici turisti cui capita un infortunio, ndr]. Sebbene i numeri siano contenuti, bisogna ricordare che si tratta di turisti preziosi, con una spesa media per le cure tra i 30 e i 70 mila euro a cui si aggiunge l’indotto, che, secondo una ricerca britannica, incide per cinque volte tanto. Esiste poi un turismo medicale interno tra le regioni italiane, che muove circa 700mila persone. Anche in questo caso, sebbene le cure si diano perlopiù in regime di Sistema Sanitario Nazionale, si genera un indotto importante, visto che i pazienti sono spesso accompagnati dai parenti. E diverse strutture ospedaliere si stanno attrezzando per offrire ospitalità (si veda, ad esempio, l’Hotel Rafael del San Raffaele di Milano)”.
Il Paese più sano al mondo Nonostante le notizie di malasanità colpiscano l’opinione pubblica e rappresentino un vulnus del sistema, è importante
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Nel 2012 l’Italia ha registrato un primo boom di crescita nel turismo medicale outgoing per il numero di pazienti che sceglievano destinazioni estere per le proprie cure: si è passati dai soli 20.000 italiani del 2009, ai 184.000 del 2012 – principalmente verso Croazia, Ungheria e Romania – con una spesa complessiva di ben 537 milioni di euro, suddivisi in poco più di 95 milioni per il soggiorno, oltre 84 milioni per il viaggio e quasi 335 milioni per terapie e interventi. Nel 2014, secondo le stime di Whatclinic.com, la spesa era già salita a 2 miliardi di euro e gli italiani che hanno scelto di curarsi all’estero erano saliti a 340.000, mentre oggi superano largamente i 350.000. Gli ambiti più richiesti, sono le cure dentistiche, i trattamenti estetici, la fecondazione artificiale e gli interventi come cura contro l’obesità.
sapere, riconoscere e, soprattutto, comunicare il fatto che il nostro Sistema Sanitario Nazionale è uno dei migliori al mondo. Perché di questo, all’estero (ma spesso anche in Italia) non se ne ha praticamente notizia. «È un problema molto forte», ci dice ancora Alessandro Santambrogio. «Abbiamo effettuato un sondaggio tra i nostri buyer e ne è emerso che l’Italia non è percepita come meta di turismo medicale. Quelli però che sono venuti alla prima edizione della fiera Intercare sono rimasti tutti sorpresi dal livello delle strutture. Il nostro Paese può avere un mercato molto forte». Un aiuto all’immagine della salute italiana nel mondo arriva dai recenti dati del Bloomberg Global Health Index (2017), secondo cui l’Italia è addirittura il Paese più sano al mondo (comparato ad altri 163 stati). Dal 1990 a oggi l’aspettativa di vita alla nascita ha registrato un ulteriore incremento del 5,7%, con una media attuale intorno agli 83 anni, al pari della Spagna e una delle più alte del nostro continente; mentre il rischio di morte prematura (prima dei 70 anni) si attesta intorno al 9,83% il più basso d’Europa. Questo confortante primato è dovuto anche all’ottimo livello del Sistema Sanitario Nazionale, grazie al quale le patologie che sono considerate acute o molto gravi sono infatti interamente coperte, garantendo un’assistenza certificata e di alto livello.
SCENARI DEL TURISMO
Le nostre prospettive Le potenzialità del mercato e i numeri di tutto rilievo che è in grado di muovere, hanno spinto diverse nazioni ad approcciarlo in modo strutturato, costruendo un vero e proprio marketing di destinazioni sanitarie legato, spesso, a specializzazioni ben definite. È il caso di Croazia, Spagna, Thailandia, Turchia il cui esempio inizia a essere seguito da altre nazioni come Ungheria, Belgio, Repubblica Ceca. «Le principali destinazioni del turismo medicale si muovono in modo coordinato, spesso a livello governativo», ci spiega Alessandro Santambrogio, direttore marketing di Intercare. «Sono i Ministeri del turismo a fissare le linee guida e a supportare la promozione, perché quello del turismo medicale è un flusso che si orienta generalmente verso strutture sanitarie private, capaci di offrire, oltre all’eccellenza medica, anche gli standard d’accoglienza buoni o elevati, richiesti dai turisti medical. La Turchia ha lavorato in modo molto forte con sostegno governativo, ad esempio, e in 4-5 anni ha raggiunto flussi superiori a 500.000 mila turisti medicali. Anche la Croazia si è attivata e ha risolto importanti questioni normative per facilitare il mercato. In Italia, benché il Ministro abbia appoggiato e lodato l’iniziativa di Intercare, ancora non c’è a livello coordinato una strategia. Di contro c’è un grande interesse da parte delle strutture, anche perché la spesa medica italiana è in forte contrazione e gli ospedali, soprattutto privati, cercano nuove fonti. Alcune strutture sono vere e proprie punte di diamante nel settore e hanno cominciato già da 5-6 anni ad attivarsi, ma mediamente c’è ancora poca consapevolezza della complessità del mercato, soprattutto per questioni logistico-organizzative e culturali (lingua, cultura, alimentazione)». L’Italia dovrà puntare a delineare una propria identità e un proprio brand, legato non certo al low cost, ma all’alta specializzazione, alle attività di ricerca medica d’eccellenza, alle tecnologie impiegate e alle nuove modalità terapeutiche. La prima edizione di Intercare, con i suoi tre giorni milanesi dedicati al turismo medicale, ha rappresentato senz’altro un passo in avanti per il nostro Paese. «Siamo molto soddisfatti di questo primo risultato, l’Italia è un Paese che sicuramente ha
grandi potenzialità ancora da sviluppare e Intercare nasce proprio per essere il punto di riferimento italiano e internazionale del Turismo Medicale», ha affermato Maurizio Cavezzali, CEO Equipe International, società specializzata nell’organizzazione di fiere su settori e trend emergenti. «Non vogliamo permettere che una nazione ricca di eccellenze come la nostra rischi di rimanere indietro sotto questo aspetto. La partecipazione e il supporto delle istituzioni a questa prima edizione ci fa ben sperare in una maggiore attenzione e in un futuro in crescita per l’intero settore». I
Alessandro Santambrogio, direttore marketing di Intercare, a destra e Maurizio Cavezzali, CEO Equipe International a sinistra. In basso: la prima edizione della fiera Intercare si è svolta lo scorso maggio a Milano, con lo scopo di far conoscere approfonditamente ai buyer internazionali il “sistema Italia” dal punto di vista della sanità
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FOCUS BENESSERE
L’esercito del Welfie Sport e attività fisica sono sempre più spesso elementi imprescindibili per una vacanza o un soggiorno turistico. Perché chi viaggia aspira a rimanere in forma, ma vuole anche condividere con gli amici selfie sempre più legati al wellness
✒Barbara Ainis
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Un monitor touch screen mostra agli ospiti della catena Hilton i tutorial per allenarsi della privacy delle loro Five Feet to Fitness Room. Credit: Hilton
L’estate appena passata ha celebrato un nuovo, ennesimo cambiamento nei gusti esibizionistico-social-partecipativi dei viaggiatori. Dopo essere stati sommersi dai sorrisi al tramonto, dalle gambe distese sulla sabbia e dagli outfit impeccabili sfoggiati dai nostri amici nelle località vacanziere, quest’anno abbiamo assistito, dalle pagine di Facebook e Instagram, alle loro fatiche: corpi sudati e orgogliosi delle proprie performance in palestra, po-
se scultoree di fronte a panorami mozzafiato per mettere in evidenza ogni singola fascia muscolare, o semplicemente volti stanchi e soddisfatti dopo una partita di beach volley. Insomma la passione per il fitness e il benessere fisico ha messo le destinazioni quasi in ombra sui social. E loro, le destinazioni, se vogliono cavalcare l’onda del momento, devono puntare a offrire un’energizzante activacation, ossia una vacanza ad alto tasso di wellness.
Dalla palestra sull’albero di St.Lucia ai running tour del Marocco: lo sport protagonista di vacanze inconsuete Naturalmente questo è un fenomeno che interessa soprattutto i giovani, benché anche i turisti più adulti non siano poi indifferenti al fascino del fitness in viaggio. Una recentissima ricerca condotta da Hotels.com rivela come il 68% dei giovani italiani tra i 18 e i 35 anni consideri il mantenersi in forma uno degli aspetti più importanti delle proprie vacanze. Minore, ma di tutto rispetto anche la percentuale per gli adulti tra i 35 e i 54 anni, che si attesta al 26%. Il successo crescente della
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FOCUS BENESSERE
Le attività più richieste
vacanza “sportiva” pare sia dovuto, stando ai risultati della ricerca, alla folta schiera di fitness influencer che sui social media uniscono sole, mare e sport. Forse il nome di Kayla Itsines non dirà nulla alla maggior parte dei lettori. Ma la signorina in questione, 25enne australiana dedita al fitness e cofondatrice da un paio d’anni della The Bikini Body Training Company, conta su 7,2 milioni di follower su Instagram (alla data in cui scriviamo), è stata inserita da TIME Magazine tra le 30 persone più influenti al mondo su Internet nel 2016 e, nello stesso anno, la sua App “Sweat with Kayla” ha generato un fatturato da 17 milioni di dollari. Sulla scorta dei nuovi beniamini dei social – in Italia va forte Melissa Zino – i giovani viaggiatori preferiscono postare selfie che li ritraggono sudati per i loro allenamenti (18%) piuttosto che uno scatto sexy in costume (10%). Più in generale i Millennials sono alla ricerca di vacanze originali e insolite, che includano lo sport come protagonista. Le attività sportive sono viste come un mezzo per fare nuove amicizie (25%), ma anche per visitare nuovi posti da una prospettiva diversa dal solito (26%). Non meno importante l’aspetto esperienziale ed esibizionistico: la voglia
La voglia di fitness in viaggio coinvolge sia uomini che donne, naturalmente con preferenze diverse: gli uomini si dedicano più spesso ad attività sportive più impegnative, come kayak (20%), beach volley (41%) e pugilato (9%), mentre il 30% delle donne preferisce discipline come il pilates e lo yoga. In generale le cinque attività che i viaggiatori cercano maggiormente sono: 1. Allenamenti a corpo libero (52%) 2. Attività fisiche all’aperto, come alpinismo o escursionismo (41%) 3. Allenamento con personal trainer (32%) 4. Allenamento di gruppo, ad esempio cross-fit (27%) 5. Attività per perdere peso (24%)
di creare momenti speciali da ricordare muove le scelte del 40% degli intervistati e il 18% non rinuncia a mostrare sui social network quanto si sta divertendo. «C’è stata una vera e propria rivoluzione tra le priorità delle vacanze, e oggi i viaggiatori Millennials pretendono di più», ha dichiarato Isabelle Pinson, Vice Presidente EMEA del brand Hotels.com. «I social media giocano un ruolo fondamentale, poiché i giovani vogliono condividere la loro vita con un semplice click, e il fitness è l’ultimo trend che si sta diffondendo. La presenza di diverse opzioni è diventata così importante che adesso i giovani scelgono l’hotel se permette loro di mantenersi in forma e gli hotel stanno alzando la posta in palio. Dalla palestra sull’albero dove fare spinning a St.Lucia, ai
La Cina, in vista dei Giochi Olimpici Invernali Beijing 2022, sta scommettendo il tutto per tutto sul turismo sportivo
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FOCUS BENESSERE
Il 68% dei giovani italiani tra i 18 e i 35 anni considera il mantenersi in forma uno degli aspetti piu importanti delle proprie vacanze. Credit: Hotels.com
tour guidati per visitare il Marocco a base di running, esistono delle opportunità incredibili per una bella vacanza sportiva».
Nella scelta dell’hotel, menù salutistici e tecnologie fitness portatili Per mostrarsi al meglio nelle foto da postare sui social, al di là di un, a volte scon-
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siderato, uso del filtro bellezza, è necessario fare dei sacrifici. Ma i turisti appassionati di activacation sono pronti a molte rinunce: c’è chi si dice felice di resistere alle tentazioni della buona tavola anche in vacanza (36%), chi è pronto a rinunciare all’ozio e al relax (26%) o all’alcool (24%), alcuni, e non pochi, si spingono persino oltre, preferendo, durante un viaggio, de-
FOCUS BENESSERE
ACTIDESTINATION
dicare il tempo allo sport anziché alle attrazioni locali o ai giri turistici (22%). Al di là delle opinioni in merito, è fondamentale comprendere che fare sport è diventata una componente così importante nelle vacanze, che la richiesta di attrezzature dall’elevato standard qualitativo è notevolmente aumentata. Attrezzature all’avanguardia (25%), personal training (23%), menù salutistici (17%) e un’offerta di tecnologie fitness portatili(15%) sono le caratteristiche che sempre più spesso portano alla scelta dell’hotel. I
Questo nuovo e forte interesse dei giovani turisti nei confronti delle attività sportive in vacanza non è passato inosservato a destinazioni e operatori. Tra i molti esempi di chi sta puntando con decisione al target attivo dei Millennials, la Cina e la catena Hilton mostrano di voler battere sul tempo i concorrenti. • In vista dei Giochi Olimpici Invernali di Beijing del 2022, la Cina si prepara a un vero e proprio boom del turismo sportivo invernale. Il Consiglio di Stato cinese ha così presentato un piano turistico quinquennale (2016-2020) inserendo gli sport invernali come parte fondamentale della strategia che il Paese intende mettere in campo per raggiungere l’obiettivo di aumento delle entrate turistiche per 7 trilioni di yuan (circa un trilione di USD, cioè mille miliardi) entro il 2020. Si stima che saranno oltre 300 milioni solo i cinesi coinvolti nella passione degli sport invernali entro la data dei Giochi Olimpici. I benefici economici già si sono mostrati con evidenza ed efficacia: gli sport invernali sono diventati uno dei punti forti dell’economia dell’Heilongjiang; le aree interne della Mongolia hanno registrato una crescita annuale del fatturato del turismo invernale superiore al 30%; e nella provincia dello Jilin il binomio turismo-sport invernali conta per un terzo del fatturato totale del turismo. • La catena Hilton ha realizzato una nuova categoria di stanze che porta il fitness center fin dentro la propria camera d’albergo. Si chiama Five Feet to Fitness ed è una nuova tipologia di stanza che include oltre 11 attrezzature e accessori per il fitness che consentono ai viaggiatori di allenarsi nella privacy della loro camera. Non si tratta della prima volta che la palestra entra in una stanza d’albergo (lo ha fatto anche IHG fin dal 2012, nei suoi Even Hotels), ma l’iniziativa della Hilton non ha paragoni quanto a equipaggiamento fornito in una camera standard.
In alto: Il Welfie è l’evoluzione del Selfie in salsa wellness. Credit: S.A. Qui a fianco: la scelta dell’hotel passa sempre più spesso dalla disponibilità di attrezzature e spazi per il fitness all’avanguardia. Credit: Hilton
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Economia della Bellezza È la nostra risorsa più grande anche se ancora nessuno si era sognato di misurarla. Fino ad oggi. E si scopre che il bello italiano vale 240 miliardi di euro e potrebbe ambire a crescere di altri 130 miliardi
✒Ginevra Bartoli, foto di Barbara Ainis
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È l’effimero per eccellenza, l’imponderabile e ineffabile oggetto del desiderio che muove e orienta le scelte degli uomini e
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delle donne. Fino ad ora a indagarne l’essenza impalpabile erano state solo le speculazioni di poeti e filosofi. Oggi, invece, è la società di ricerche statistiche Prometeia ad analizzare la bellezza, e in particolare la Bellezza Italiana, per misurarne peso, dimensioni e prospettive di crescita. Questa singolare ambizione, promossa e ideata, neanche a dirlo, dalla Fondazione Italia Patria della Bellezza, ha rivelato che “l’economia della bellezza” nel nostro Paese vale 240 miliardi di euro, pari al 16,5% del nostro prodotto interno lordo annuo. E che il suo valore potrebbe crescere di ulteriori 130 miliardi di euro se le
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aziende italiane raggiungessero le prestazioni delle migliori aziende europee. Un tesoro tutt’altro che imponderabile, un giacimento di fascino sul quale siamo seduti e che potrebbe portare ricchezza e nuovo slancio alla nostra economia.
Misurare la bellezza «L’impegno della nostra Fondazione – e l’obiettivo di questo studio – è dimostrare che la Bellezza del nostro Paese non è un valore effimero, ma una risorsa solida e strategica su cui costruire crescita, sviluppo e benessere: in una parola il futuro», ha commentato Maurizio di Robilant, presidente della Fondazione Italia Patria della Bellezza, committente della ricerca. «Questa ricerca trasforma per la prima volta la bellezza in una dimensione concreta e misurabile, ne valuta la forza e la definisce quale nuova categoria economica in grado di contribuire in modo significativo al PIL del Paese».
Per descrivere in termini quantitativi una virtù intangibile la ricerca ha dovuto concentrarsi sull’individuazione di quelle variabili che fanno della bellezza una dimensione economica misurabile. Sono stati così individuati i comparti produttivi che fanno della bellezza la propria risorsa principale e le produzioni a maggior valor aggiunto: il Made in Italy, ossia i beni di consumo di qualità che valgono insieme 44 miliardi di euro; i beni tecnologici di ingegno, dall’elettronica alla meccanica, incluse auto, moto e nautica da diporto, che generano un valore pari a 32 miliardi; l’industria creativa, quindi design, editoria, musei e spettacoli, capace di muovere 61 miliardi; e, naturalmente, il turismo, che valorizza e produce bellezza per 39 miliardi. A questi comparti e al loro valore economico si aggiungono due ulteriori fattori già rilevanti per l’economia della bellezza (ma che molto di più potrebbero e potranno fare): gli investimenti pubbli-
Design e turismo, creatività, eccellenze e innovazione. La bellezza italiana si declina in molti modi e vale oggi il 16,5% del PIL
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12 AZIONI PER LA VALORIZZAZIONE BENI DI CONSUMO • Sensibilizzare le imprese italiane a un uso più consapevole e massiccio del canale di vendita online. Realizzare accordi di distribuzione locale e sviluppare federazioni di distributori all’estero. • Rafforzare la cultura e il potere evocativo del prodotto italiano di qualità, attraverso: una più diffusa gestione strategica del brand da parte delle imprese; attività di education e campagne di comunicazione mirate nei Paesi stranieri, a cura delle imprese o delle scuole italiane, allo scopo di divulgare presso i consumatori il significato del Made in Italy e le caratteristiche dei suoi prodotti. • Favorire l’accesso ai mercati esteri delle piccole e medie imprese italiane di qualità, attraverso l’istituzione di una trading company nazionale: una società a partecipazione pubblica e privata, specializzata nei servizi di supporto all’export. BENI TECNOLOGICI • Sostenere l’innovazione con l’utilizzo di servizi finanziari erogati con le tecnologie più avanzate (fintech) e prevedere un sistema di incentivi all’attività brevettuale delle piccole e medie imprese. • Valorizzare il capitale umano attraverso una maggior qualificazione dei percorsi tecnico-scientifici e prevedere dei road show dedicati alla cultura politecnica, che aumentino la popolarità di queste materie e svolgano un lavoro di promozione del carattere innovativo delle nuove applicazioni tecnologiche. • Riorganizzare il sistema dei centri di ricerca pubblici del nostro Paese, orientandone l’attività verso la costituzione di un numero ridotto di grandi centri di eccellenza specializzati. INDUSTRIE CREATIVE • Riconoscimento della creatività come settore rilevante e applicazione intensiva delle tecnologie digitali ai mestieri creativi. • Concentrazione dei soggetti creativi in grandi hub (poli universitari o distretti urbani) che comprendano tutti gli aspetti convergenti della nuova creatività: ricerca tecnologica e digitale, arte, cultura, storytelling e design. • Costruzione di un sistema di rating per la valutazione delle idee e dei business plan delle giovani imprese attraverso un board con operatori specializzati e istituzioni finanziarie. TURISMO • Valorizzare le bellezze nascoste del nostro Paese con lo sviluppo di percorsi turistici meno noti e un’adeguata informazione e comunicazione di questi itinerari, concentrando gli investimenti nei territori ad elevato potenziale. • Rafforzare il brand Paese attraverso uno strumento di storytelling che concorra alla valorizzazione dell’Italia in maniera centralizzata e favorisca il rafforzamento della sua reputazione. • Identificare eventi attrattivi in grado di valorizzare il patrimonio storico e naturale diffuso sul territorio, mettendoli a sistema avendo cura di definire un calendario complessivo e creare sinergie e connessioni complementari tra l’evento e gli altri prodotti turistici che il territorio può offrire.
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ci, 60 miliardi stimati, e il mecenatismo, che genera un valore pari a 3 miliardi.
Scenari di crescita Ancor più dell’analisi dello stato dell’arte della bellezza italiana, la ricerca ha voluto fornire un’idea concreta dello sviluppo che il suo contesto economico potrebbe (e dovrebbe) avere nel nostro Paese, non già basandosi su ipotetiche prospettive, ma confrontando l’Italia con le migliori esperienze europee. Ne sono emersi così due scenari di crescita: una crescita definita “coraggiosa”, ipotesi in cui tutte le imprese del settore si allineano alle migliori aziende italiane, con un potenziale di crescita di 52 miliardi, e un’altra “ambiziosa”, ancora maggiore (130 miliardi di crescita potenziale), ma comunque verosimile, visto che prende come obiettivo le prestazioni delle migliori aziende europee. Questo confronto, senza sconti, ma anche senza preconcetti né timori, è stato condotto individuando il Paese benchmark e i suoi punti di forza, isolando le azioni chiave che hanno portato al successo e valutandone la compatibilità con il nostro sistema-Paese. Il margine di crescita più alto (20 miliardi per la crescita “coraggiosa” e 60 miliardi per quella “ambiziosa”) è quello identificato per i beni tecnologici. Una maggior qualificazione dei percorsi tecnico-scien-
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tifici e la promozione di una cultura politecnica, la riorganizzazione del sistema dei centri di ricerca pubblici in favore della loro concentrazione in hub di eccellenza specializzati e un potenziamento degli strumenti di fintech e degli incentivi ai brevetti, avvicinerebbero l’Italia al modello tedesco. Ampia crescita possibile anche per l’industria creativa. In questo caso il modello a cui puntare è quello britannico: la digitalizzazione dei mestieri creativi, la creazione di hub multidisciplinari della creatività e la costruzione di un sistema di rating per la valutazione delle idee e dei business plan delle giovani imprese, porterebbe al comparto tra i 15 e i 42 miliardi in più. Un ruolo chiave nella crescita dell’economia della bellezza italiana lo può giocare anche il turismo. Il fatturato potrebbe aumentare di altri 20 miliardi se si mettessero in atto le pratiche virtuose della Francia: la valorizzazione delle bellezze nascoste del nostro Paese con lo sviluppo di percorsi turistici verso mete meno note; il rafforzamento del brand Paese attraverso lo storytelling; la definizione di eventi attrattivi in grado di valorizzare il patrimonio storico e naturale diffuso sul territorio. La crescita “coraggiosa” verso l’eccellenza nostrana potrebbe, comunque, far crescere il valore del comparto di 12 miliardi.
Infine, per quanto riguarda i beni di consumo di qualità la ricerca rileva un potenziale di crescita tra i 4,6 e i 7,5 miliardi. L’esempio da seguire in questo caso è ancora quello della Francia, e tra le azioni da intraprendere appaiono fondamentali uno sviluppo significativo dell’e-commerce e la diffusione di una maggiore cultura del brand, sia a livello di singola impresa sia a livello Paese. Sarebbe auspicabile, inoltre, l’istituzione di una trading company nazionale che favorisse l’accesso ai mercati esteri delle piccole e medie imprese italiane di qualità. I
Crescita “coraggiosa” e “ambiziosa” si verificherebbero nel momento in cui le nostre imprese riuscissero ad allinearsi rispettivamente alle migliori aziende italiane o alle migliori aziende europee
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FOCUS BENESSERE
Tutti pazzi per le Medical Spa La vacanza come momento da dedicare al benessere mentale ma anche alla salute del nostro organismo. Da qui la nuova tendenza che vede sempre più affermarsi le Medical Spa dove ai trattamenti tipici delle SPA tradizionali si affiancano quelli della medicina estetica, preventiva ma anche curativa, sempre sotto la guida di medici specializzati che seguono i clienti-pazienti con terapie ad hoc. Ecco una selezione di Medical SPA fra quelle che trattano il benessere partendo da uno stile di vita più sano tra saperi antichi e ultimi ritrovati della scienza, perché prevenire è meglio che curare.
✒A cura di Delfina Reginè
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Alexander Angerer (sopra) e Alexander Gardetto (a destra)
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All’Hotel Terme Merano (www.hoteltermemerano.it) oltre agli esclusivi trattamenti wellness nella nuovissima Sky Spa è possibile diagnosticare e curare in tempo una patologia, farsi prescrivere una cura personalizzata e migliorare l’aspetto fisico con piccoli interventi di medicina estetica affidandosi ai dottori Alexander Angerer e Alexander Gardetto, specializzati rispettivamente in medicina preventiva e chirurgia estetica, a disposizione nell’area Medical della Sky Spa. «Ogni sintomo fisico o psicologico ha una causa e deve essere trattato. Intervenire il prima possibile nella cura di una patologia aumenta significativamente le probabilità di successo della terapia», spiega il Dott. Angerer con lunga esperienza nella pratica di medicina accademica, ortomolecolare, fitoterapia e omeopatia abbinata alla medicina tradizionale cinese come concetto di terapia olistica. È un’opportunità
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di cui usufruire quando si è in vacanza perché si ha più tempo per se stessi. Tra le cure proposte l’agopuntura, trattamenti relativi alle intolleranze alimentari, ai disturbi del sonno e alla salute dell’intestino. «In seguito ai risultati del check up prescrivo al paziente una cura personalizzata da fare al rientro a casa». Durante il soggiorno si possono realizzare interventi per il viso e il collo, terapie laser e per l’emicrania, correzioni delle cicatrici e molto altro. «Il mio obiettivo è rifinire la bellezza e mantenere la naturalezza», precisa il Dott. Gardetto, specialista in chirurgia plastica, estetica, ricostruttiva e della mano che vanta una lunga esperienza come fondatore e responsabile dell’unità di chirurgia plastica dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige. La nuova Sky Spa dell’Hotel, oasi di benessere di 3.200 mq con vista a 360° sul paesaggio alpino circostante, ha ampie zone relax, un giardino con palme, tre whirlpool all’aperto e l’Infinity-pool scoperta e riscaldata. Zona saune, sala fitness e cabine per trattamenti benessere, il tutto con vista spettacolare. Oltre alla Sky SPA, a disposizione degli ospiti c’è la Garden SPA del piano terra collegata con tunnel riscaldato alle Terme di Merano raggiungibili in accappatoio.
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Villa Eden Leading Park Retreat Grazie ai consigli di medici e nutrizionisti, personal trainer ed estetisti, chi sceglie Villa Eden Leading Park Retreat (www.villa-eden.com) a Merano, riscopre il piacere della vita sana. Oltre ai programmi personalizzati per perdere peso, rimodellare il fisico e imparare ad alimentarsi in modo corretto, qui si effettuano interventi di medicina estetica eseguiti da professionisti, in ambulatorio. Gli ospiti possono combinare la vacanza con un importante momento dedicato alla correzione di un inestetismo, e ripartire da Villa Eden una volta terminato il breve periodo di recupero. Gli interventi sono pensati come un percorso da affrontare in un’atmosfera serena e in un ambiente raffinato secondo la filosofia di Medical Spa portata avanti dalla titolare Angelika Schmid. Oltre ai classici e mini-invasivi filler, peeling chimici, biorivitalizzanti all’acido ialuronico e botox, a Villa Eden si effettuano interventi per la rigenerazione autologa con PRP (plasma ricco in piastrine) per viso e cuoio capelluto e il famoso ed efficace intervento happy lift (o lifting della pausa pranzo). Anche nella SPA sono previste consulenze personalizzate, trattamenti estetici per cancellare i segni del tempo, eliminare la cellulite e i chili di troppo e grazie agli esercizi specifici migliorare la postura.
Hotel Preidlhof Medical Spa e Fit For Life per gli ospiti dell’Hotel Preidlhof (www.preidlhof.it) quattro stelle sup. in Alto Adige. La prima soluzione propone il programma settimanale “Riduzione del peso” con un metodo testato dal medico di medicina tradizionale cinese, che prevede l’uso di prodotti omeopatici e ristabilisce l’armonia energetica per migliorare la sensazione di benessere ed equilibrio. L’obiettivo è rafforzare i punti deboli del corpo umano grazie ai massaggi specifici e riequilibranti, la digitopressione e l’agopuntura. Dopo un check up generico, viene prescritto un profilo nutrizionale di disintossicazione a base di fibre ed estratti vegetali e applicate una serie di terapie e massaggi schiatsu, riflessologia plantare, analisi del grasso corporeo e del bilancio energetico. Il medico affida il suo paziente al fitness e personal trainer per lezioni giornaliere di
aquafit, pilates, staby gym, ginnastica per la schiena, nordic walking, body Art e jogging. Inoltre, coaching con il mental trainer. Attenzione anche alla sana alimentazione: lo chef dell’Hotel ha messo a punto il menù ricco di ingredienti leggeri e genuini, a base di prodotti tipici locali. La sfida alla perdita di peso e al benessere del proprio corpo la propone anche la formula Fit For Life con una serie di allenamenti e disciplina nell’alimentazione per migliorare la silhouette e aumentare la tonicità dei muscoli. Nel programma Fit For Life i pacchetti Fitness Check e Total Fit Check prevedono la misurazione del lattato per determinare il livello di fatica muscolare, un’analisi corporea dei grassi e del bilancio energetico oltre ai consigli per una sana alimentazione e una consulenza per un allenamento efficace. Il medico dell’Hotel Preidlhof raccomanda un sonno sano e un riposo che dura nel tempo. Non a caso è consentito per ogni camera dell’hotel di scegliere tra 12 diversi guanciali e fra l’imbottitura in spelta, lavanda, lana, cembro, pelo di yak e altre essenze che inducono ad un sonno tranquillo.
A Villa Eden Leading Park Retreat un consulente è a disposizione degli ospiti per cure e trattamenti ad hoc
Bad Moos Dolomites Spa Resort L’Hotel (www.badmoos.it) di Sesto, in Val Fiscalina ha messo a punto programmi di cura ideali per rinforzare l’organismo durante la stagione invernale e approfittare così di una vacanza nelle Dolomiti. Tre i nuovi programmi della Medical Spa per patologie che possono trovare sollievo attraverso fisioterapia e riabilitazione. Il Programma di fisioterapia “Back & Neck” è indicato a chi ha problemi di cervicali, dorsali e lombari acute o croniche, come ernie, contratture dolorose e squilibri posturali. Ideale dopo interventi chirurgici o eventi traumatici a carico del sistema muscolo-scheletrico (fratture, distorsioni, le9-10 2017 www.mastermeeting.it
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naturale. Specialista in medicina interna e medicina dello sport è il dottor Francesco Coscia, medico chirurgo che vanta un master internazionale in medicina di montagna.
Hotel Belvedere Sopra e a destra, l’Hotel Belvedere. In basso, la grotta sulfurea allo Sport & Kurhotel Bad Moos
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sioni) è il PRI (Programma di Riabilitazione Intensiva Precoce), mentre il programma di fisioterapia Frozen Shoulder è indicato per la rigidità e la perdita di mobilità degli arti di origine traumatica, ormonale o funzionale. Il centro medico del Bad Moos Dolomites Spa Resort, aperto agli ospiti interni ed esterni, si occupa in particolare di Medicina dello Sport e Medicina interna. Grazie all’abilitazione del dott. Francesco Coscia, l’hotel può rilasciare l’idoneità medico sportiva agonistica e non. La valutazione della capacità fisica viene eseguita su atleti, ma è anche fondamentale per chi vuole svolgere un’attività sportiva, approfittando della vacanza in montagna. Per quanto riguarda invece la medicina interna, nel centro si svolge anche: valutazione cardiaca e respiratoria attraverso holter e spirometria, valutazione della colonna vertebrale attraverso MediMouse per verificare la postura senza bisogno di radiografie, ecografia delle parti molli utile in particolare post trauma, terapia fisica medica iniziale. Direttore sanitario è Paola Virginia Gigliotti, medico chirurgo, che coniuga da sempre l’esperienza scientifica con quella sportiva, maturata nell’alpinismo di alto livello, al fine di ricercare il benessere attraverso l’esercizio fisico, soprattutto in ambiente
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Il quattro stelle superior si trova al di sopra della città di Bolzano, a San Genesio Atesino, a 1.080 metri di altitudine, sull’altopiano del Salto. Luogo di relax e benes-
sere, di partenza per escursioni, trekking, nordic walking e in mountain bike. Il dott. Hans Leonhardy, specialista in medicina cinese e terapie manuali e naturali si occupa del benessere degli ospiti dell’Hotel Belvedere (www.belvedere-hotel.it). Per 15 anni ha esercitato la sua professione come medico della medicina occidentale e della medicina complementare a Monaco di Baviera. Fra i pacchetti proposti dalla Medical Spa quello dedicato a chi soffre di disturbi recidivi all’apparato motorio che quasi sempre sono dovuti anche allo sviluppo non omogeneo dei diversi gruppi muscolari: prevede check-up dell’apparato motorio, elaborazione di una tabella di allenamento, mioriflessologia (moderno concetto manuale che unisce in maniera intelligente le conoscenze di neuroscienze e miologia), trattamento con agopuntura, massaggio al larice. Chi soffre di disturbi ortopedici (mal di testa, dolori cervicali e alle spalle, gomito del tennista e del golfista, mal di schiena, ischialgia, tinnito) potrà invece usufruire dei benefici dell’agopuntura. La combinazione con il moderno metodo neuromuscolare della mioriflessologia permette di elaborare ulteriori trattamenti altamente efficaci. L’Hotel Belvedere è anche il luogo giusto per smettere di fumare: il monte Pichl, sul quale si trova è un luogo energetico e la sua energia vi sosterrà nel vostro intento. L’applicazione di aghi a
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permanenza (per alcuni giorni) all’orecchio, blocca il meccanismo di dipendenza. Questi sono solo alcuni dei tanti programmi orientati alla salute del fisico ma si effettuano anche trattamenti per disturbi ormonali con mioriflessologia, agopuntura e fitoterapia cinese o mirati alla cura delle allergie tramite l’agopuntura e consulenze alimentare.
Grand Hotel des Iles Borromées & SPA Il Des Iles Centro Benessere Stresa (www.centrobenesserestresa.com) è la luxury medical SPA del Grand Hotel des Iles Borromées di Stresa (www.borromees.it), sul Lago Maggiore. Qui si trattano comuni imperfezioni del viso e del corpo migliorando l’aspetto estetico ma anche il benessere psicofisico. L’approccio olistico della medicina tradizionale cinese e le terapie di medicina non convenzionale come osteopatia, terapia cranio-sacrale e Tuinà, indicate anche in età pediatrica, completano l’offerta. Tutti i prodotti utilizzati sono regolamentati da specifica autorizzazione del Ministero della Sanità. Alle terapie di medicina estetica è possibile abbinare i trattamenti con macchinari specifici (Oxyfat, Tri-active Deka, Winform, Compex) così come l’intervento di terapiste specializzate in massaggi anticellulite, drenanti e trattamenti estetici specifici per ogni inestetismo del corpo e del viso. La SPA Des Iles Centro Benessere Stresa, che nel 2014 ha festeggiato i 30 anni di attività, propone pacchetti bellezza e benessere personalizzati per soggiorni dai due ai sette giorni oltre a trattamenti e percorsi in Day Spa. Quattro i programmi principali: Salute e Bellezza, Lunga Vita, Equilibrio Energetico e Assoluto Relax. Il tutto senza trascurare il legame imprescindibile tra benessere psicofisico e sana alimentazione. A disposizione degli ospiti: un’area fitness attrezzata con macchine Technogym di ultima generazione e una zona per il corpo libero, con personal trainer; sauna e bagno turco; piscine indoor e outdoor; il parco dell’hotel per passeggiate nel magico scenario del lago.
Gallery, in una formula innovativa che coniuga benessere e prevenzione associati ad un soggiorno rigenerante. Il centro polifunzionale per tutte le esigenze sanitarie, mediche ed educative è specializzato in programmi di prevenzione attiva per la lotta contro l’obesità e le malattie cardiovascolari. La Medical SPA vanta uno staff di ricercatori in tutti gli ambiti della moderna medicina preventiva (psicologi, nutrizionisti, cardiologi, fisiatri, ecc.), in grado di valutare lo stato di salute aiutando a monitorarlo per tutta la vita grazie ad un innovativo sistema digitale. Durante il soggiorno nel modernissimo LHI Hotel Medical SPA si potranno scoprire i benefici della formula “LHI Vitality Week”, una settimana di vero benessere per mantenersi in forma tutto l’anno: dormire su letti speciali, check-up polispecialistico, menù con prodotti “km 0” con consulenza nutrizionale personalizzata, idrobalneoterapia in piscine alimentate con acqua di mare, shopping promozionale nella galleria del benessere, medical wellness con personal trainer e tanto altro ancora. Il tutto con un solo obiettivo: mantenersi in salute senza liste di attesa, senza stress ed imparando a vivere con gioia. I
Sopra e sotto, Des-IlesCentro-Benessere-Stresa dove migliorare l’aspetto estetico e il benessere psicofisico senza trascurare la sana alimentazione
LHI Hotel Medical SPA A Lecce la nuova LHI SPA (Life Healthcare International) racchiude Hotel, Medical Check-up, Thalasso SPA e Shopping 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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La Spa in hotel: poker d’assi per incrementare i profitti Piace al turista leisure ma anche a quello business e Mice. La ricetta per una Spa di successo è puntare su architettura, progettazione ed esperienzialità
✒Simona Lovati
Storia di un successo
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Le immagini del servizio si riferiscono al Convegno “Hub Turismo Terme & Benessere”
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All’indomani della tre giorni Hub Turismo Terme & Benessere, svoltasi lo scorso settembre al centro congressi Palazzo delle Stelline a Milano, il verdetto è stato unanime. La Spa è il quid in più che fa la differenza in una struttura alberghiera. E non solo in materia di leisure. Quando si tratta di organizzare un meeting aziendale, la presenza di un’area benessere in un hotel gioca un punto a favore.
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Per potere sfruttare appieno la potenzialità di una Spa in una struttura a vocazione events, è opportuno tenere in considerazione la tipologia di clientela, che spesso negli urban hotel ha una permanenza di circa 1,3 notti, come spiega Dario Benedetto, titolare e fondatore di Spa Industry, società organizzatrice di corsi ed educational dedicati a questo segmento di mercato. In questi casi è opportuno sfruttare al meglio le giornate convegnistiche, affiancando proposte wellness su misura, ma non precludere mai l’ingresso alla zona benessere alla clientela esterna. «Per questo motivo», sottolinea l’esperto, «è indispensabile separare la Spa dagli altri servizi erogati, sia in termini di spazi sia di costi, per ottenere una revenue significativa – basti pensare che nella maggior parte dei casi il fatturato degli ospiti dell’hotel si aggira attorno a un misero 78 percento – e affidarsi a specialisti a livello di progettazione e management».
Un gap culturale Non dimentichiamo, poi, che agli italiani manca una vera e propria cultura del benessere. «Gli americani e gli abitanti dei Paesi nordici», continua Benedetto, «sono grandi frequentatori di circuiti termali e Spa e dedicano del tempo nell’arco delle loro giornate a questo tipo di attività. Un trend ancora lontano dalle nostre abitudini».
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IL PATRIMONIO “SALUTE” La nostra Penisola possiede un’enorme ricchezza in acque termali, come spiega Aldo Ferruzzi, vicepresidente di Federterme/Confindustria e presidente della Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale: «L’Italia, ad oggi, conta 384 aziende termali, operative in 19 Regioni e in 190 Comuni, con un fatturato di 1.500 milioni di euro e circa 65mila addetti (diretti e indiretti). La reputazione della nostra offerta termale si è costruita e consolidata nei secoli, fin dal tempo dei Romani, che ne sono considerati gli inventori, con fini igienici, ricreativi e curativi. Attualmente, l’offerta termale rappresenta una componente fondamentale per il sistema sanitario italiano e una risorsa con grandi potenzialità per l’attrattività e il turismo del benessere sui territori, con benefici diretti anche in termini di destagionalizzazione, con appropriate forme di collaborazione tra pubblico e privato».
La mise en place L’architettura della Spa è fondamentale per generare guadagni, come commenta l’architetto Simone Micheli con la sua relazione: «La Spa come opera per massimizzare i profitti e vincere le future battaglie commerciali». La Spa-opera è connessa al tema della creazione di storie uniche che abbiano in sé un segno di universalità e di condivisa riconoscibilità. In questa connotazione la Spa-opera non è tale per la sua bellezza in base a meri canoni estetico-stilistici, ma per il messaggio di coerenza globale che trasmette e il vissuto totalizzante che suscita nel suo fruitore, in cui l’esperienza si trasforma in attiva memoria. Ai giorni nostri è un diktat tenere in considerazione diversi parametri nella progettazione, come la comunicazione tra interno ed esterno, la capacità di accoglienza, la declinazione dei servizi, la dimensione logistica e funzionale e ultimo, ma non per ordine di importanza, la skill nello stimolare e nutrire il territorio circostante. «All’interno della zona non debbono sussistere dissonanze», dice Micheli, «è proprio la globale assonanza di progettazione e la sapiente gestione delle sue caratteristiche distintive che concorre a creare quell’universo di coerenza e di intime connessioni che ne fa un’opera».
Una risorsa a 360 gradi Le acque termali dello Stivale vantano comprovati effetti terapeutici. Un benefit che si declina anche al giro d’affari. “L’andamento delle stagioni termali 2015 e 2016 ha lasciato intravedere un’inversione di tendenza e un timido percorso di ripresa nel 2017”, conclude Ferruzzi, «i cambiamenti in atto degli stili di vita richiedono di attivare anche processi di cambiamento per superare problemi preesistenti alla crisi del 2008, a partire dalla riforma della stessa Legge di riordino del settore termale, avviata in Parlamento sulla proposta di Legge degli Onorevoli Fanucci, Camani e altri».
cando con i simboli del territorio di appartenenza – il cosiddetto genius loci – per creare un’offerta a regola d’arte. La seconda mossa è porre l’ospite al centro dell’esperienza, coinvolgendo tutti e cinque i sensi e, perché no, anche il sesto, quello della percezione». I rituali e l’ambiente devono essere coinvolgenti e lasciare un gradito ricordo, per creare fidelizzazione e favorire il passaparola. I
Fare comunicazione Ma come accendere l’attenzione sulla Spa, in modo da catalizzare un maggior numero di fruitori anche in prospettiva di meeting aziendali? «Innanzitutto è importante distinguersi ed essere riconoscibili», rivela Cinzia Galletto, a capo dell’ufficio stampa Blu Communication, «gio9-10 2017 www.mastermeeting.it
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Star bene tra le onde
Il segmento del turismo wellness crescerà a livello globale di quasi il 10% l’anno nel prossimo quinquennio. Un numero sempre maggiore di persone cerca, infatti, di coniugare la vacanza con l’attività fisica. Le compagnie di navigazione si adeguano assecondando questo trend con programmi ad hoc e servizi personalizzati che prevedono attività sportive, corsi di yoga, pilates, menù dedicati e tanto altro ancora
✒Tiziana Conte
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La wellness experience su Msc grazie a Technogym e all’App esclusiva continua anche dopo la crociera
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Cambiano le esigenze dei viaggiatori e le compagnie di navigazione si adeguano, assecondando nuovi trend e spesso anticipandoli. Sarà anche per questo che il settore delle crociere non conosce crisi: sul fronte dei passeggeri europei, con un totale di 6,7 milioni di viaggiatori, il 2016 ha registrato un aumento del 3,4% rispetto al 2015. L’Italia è al 3° posto tra i mercati comunitari con una quota dell’11%. Il settore è solido nonostante la crisi e per il futuro è prevista una costante crescita. In effetti, cosa c’è di meglio di una crociera per ricaricare le batterie lasciandosi cullare dalle onde, respirando la benefica aria di mare, rilassandosi in una esclusiva SPA vista mare sorseggiando un aperitivo al tramonto ed emozionandosi guardando il sole che nasce dal mare? E a bordo potremo anche fare il pieno di coccole, grazie ai massaggi per ogni tipo di esigenza, o rassodare il fisico praticando sport. Già, perché le Compagnie di navigazione offrono prodotti diversificati investendo sempre più sull’offerta wellness.
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La Wellness Experience di MSC Crociere «Secondo le proiezioni, il segmento del turismo wellness crescerà a livello globale di quasi il 10% all’anno nel prossimo quinquennio», ci spiega Gianni Onorato, chief executive officer di MSC Crociere. «Un numero sempre maggiore di persone cerca di coniugare la vacanza con l’attività fisica. Per questo, abbiamo approntato con Technogym, l’esperienza wellness per i nostri ospiti, personalizzata e a 360°». Una novità assoluta del settore, lanciata con l’arrivo dell’ammiraglia MSC Meraviglia, che consente di vivere un’esperienza interamente rivolta al wellness grazie a tecnologie all’avanguardia, ad una selezione di alimenti e bevande servite durante la giornata, alla presenza a bordo di trainer certificati, ma anche ad attività da svolgere a terra, durante gli scali. Comprendere le motivazioni degli ospiti, come ad esempio il desiderio di essere in forma dentro e fuori, migliorare le proprie prestazioni sportive, oppure sem-
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plicemente essere più sani, è fondamentale per creare un programma motivazionale: per questo al momento della prenotazione della crociera, gli ospiti sono invitati a compilare, online, un questionario. Una volta a bordo, dopo un’analisi della composizione corporea ed un colloquio, il trainer effettuerà una valutazione e metterà a punto un programma personalizzato per la durata della crociera. I partecipanti, grazie all’accesso internet gratuito, potranno utilizzare l’App Mywellness di Technogym, in esclusiva per Msc Crociere. Questa piattaforma innovativa, a sostegno del programma di allenamento a bordo, potrà essere utilizzata anche al ritorno a casa. Durante la crociera, invece, gli ospiti potranno accedere al programma di corsi di fitness e seguire i propri appuntamenti, le lezioni di gruppo, per il training di base e a corpo libero, le lezioni di Group Cycle Technogym, la Bella Barre, Tai Chi, Pilates e Yoga. Le attività a terra dedicate esclusivamente ai partecipanti della Wellness Experience sono state concepite a complemento del programma fitness di bordo, in modo da scoprire le meraviglie di ciascuna destinazione mantenendosi attivi. Prevedono, per esempio: jogging nell’antica Olimpia, giro in bicicletta a Copenaghen, escursioni sul monte Fløyen in Norvegia, un divertente triathlon a Cozumel con kayak, corsa e snorkeling, oppure ancora un allenamento sulla spiaggia di Rio de Janeiro. La Wellness Experience si concentra anche sulla sana alimentazione. In collaborazione con il team di esperti di nutrizione è stata sviluppata un’ampia varietà di menù bilanciati. Il buffet ha un corner dedicato
al wellness, con una selezione di piatti disponibili a colazione, pranzo e cena, concepiti per soddisfare le esigenze più diverse. Anche il menù sposa il wellness per la colazione in camera e il bar della Aurea Spa serve una nuova selezione di bevande proteiche ed energy drink. Infine gli ospiti della Wellness Experience potranno scegliere le cabine situate sui ponti superiori e nelle aree più esclusive della nave e avranno anche un minibar improntato al wellness, che offrirà sport drink, e un canale Fitness TV che trasmetterà video creati dagli esperti di Technogym. È possibile prenotare una crociera scegliendo l’esperienza Wellness a bordo della nuova ammiraglia Msc Meraviglia per una crociera di una settimana nel Mediterraneo occidentale con partenze da Genova, Napoli o Messina e tappe a Malta, Spagna e Francia. Con l’arrivo di MSC Meraviglia si è ampliata anche l’MSC Aurea Spa, centro benessere balinese presente su tutte le 12 attuali navi della flotta. La MSC Aurea Spa ha una superficie totale di 1.100 m2 e offre 20 diversi tipi di massaggi, 20 trattamenti per il corpo, 26 trattamenti per il viso ed
L’MSC Aurea Spa, centro benessere balinese, è presente in tutte le navi della flotta
La spettacolare piscina dell'ammiraglia MSC Meraviglia, varata questa estate
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A bordo delle navi navi Costa tutto il benessere delle terme per recuperare la giusta energia
un’area termale dove trovano spazio una “Stanza del Sale”, la cascata di ghiaccio, la sauna e il bagno turco. Ampia la gamma di trattamenti Medi-spa sviluppati dal Professor Piero Berrino, e di trattamenti Mya Advance, Q-Frequency, elettroporazione e anti-età somministrati a bordo da medici con specifica formazione. All’interno dell’MSC Aurea Spa si trova anche un enorme fitness center panoramico dotato dei migliori attrezzi Technogym. Informazioni al sito www.msccrociere.it.
Benessere termale sulle navi Costa Tutto il benessere delle terme per recuperare le energie, a bordo delle navi Costa Diadema, Costa Fascinosa, Costa Favolosa, Costa Deliziosa, Costa Luminosa, Costa Pacifica e Costa neoRomantica. Qui è possibile ritrovare l’equilibrio in tanti modi: nella lounge Tempio della Pace, con un bagno talassoterapico a temperatura corporea ai sali del Mar Morto o con un bagno turco aromatico per un’esperienza olistica avvolgente. E per una sferzata di energia si potrà scegliere fra i numerosi trattamenti e massaggi ayurvedico, terapeutico balinese o con la stone therapy. Sulle navi Costa il benessere passa anche dalla tavola con ingredienti sani e genuini. Con la formula Deluxe, che prevede il pernottamento in ampie suites, sono inclusi, nella tariffa: colazioni, pranzi e cene in un’area riservata, maggiordomo sempre a disposizione, una giornata da trascorrere all’interno dell’area termale, esperienze di degustazione e altri privilegi. Per chi sceglie cabina o suite Samsara è incluso nel prezzo l’accesso all’area termale per tutta la durata della crociera. Nell’attrezzato centro benessere ampia scelta di massaggi rilassanti e terapeutici alla ionitermia, al bambù o alle alghe elemisi; con le pietre calde per sciogliere le tensioni. Per tonificarsi e stimolare l’ener-
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gia: percorsi sportivi, yoga, pilates e kinesis. E poi il bagno turco per eliminare le tossine, sauna tonificante, idromassaggio e momenti di relax su una chaise longue, magari sorseggiando un tè giapponese. Con Costa il benessere raggiunge il massimo nella Samsara, la Spa di bordo presente su alcune navi della flotta. È un’autentica beauty farm di ispirazione orientale, affacciata sul mare e situata sui ponti più alti della nave. Alcune Samsara sono molto ampie: su Costa Fascinosa, Costa Favolosa e Costa Pacifica superano i 6.000 metri quadrati e occupano più ponti. Sulla Costa Diadema, la SPA si sviluppa addirittura su 4 ponti con jacuzzi all’aperto e zona privacy. E dopo il bagno talassoterapico con i sali del Mar Morto, il percorso termale si conclude con il relax nel Tempio della Pace. A bordo della Costa Fascinosa, la Samsara Spa, su due piani, dispone di palestra, terme, piscina per talassoterapia, sale trattamenti, sauna, bagno turco, solarium UVA, Cabine e Suite, 5 vasche idromassaggio, 4 piscine, di cui una con copertura semovente. E per i più sportivi: campo polisportivo e percorso jogging esterno. (Info su www.costacrociere.it).
Yoga, Fitness e Pilates in veliero All’ombra delle vele rivolte al vento, cullati dallo sciabordio delle onde, inebriati dal profumo di salsedine e avvolti dalla calda luce dei tramonti e delle albe, si può partecipare a lezioni gratuite giornaliere di yoga, pilates e meditazione sul ponte esterno dei maestosi velieri firmati Mikael Krafft. Così la compagnia di navigazione Star Clipper propone una vacanza utile a rinvigorire il corpo e a liberare la mente, apprendendo l’arte della meditazione e del rilassamento, a bordo di Royal Clipper (cinque alberi) e dei gemelli Star Clipper o Star Flyer (quattro alberi). Si navigherà in compagnia degli istruttori, alla volta del Mediterraneo occidentale, fra le Isole Grenadine o in Indonesia, per citare qualche esempio delle numerose proposte che si possono consultare sul sito www.straclipper.com. Gli spazi comuni dei tre clipper dispongono di piscine, biblioteca, Tropical Bar, piano bar ed una sala ristorante dove gustare piatti della cucina internazionale. I due velieri gemelli Star Flyer e Star Clipper, possono ospi-
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tare fino ad un massimo di 170 passeggeri ciascuno, mentre l’ammiraglia 5 Royal Clipper ospita fino a 227 passeggeri ed è pure dotata di un piccolo centro benessere. Info su www.starclippers.com
Un resort a filo d’acqua Il veliero 5 Tridenti Club Med 2, della Exclusive Collection Club Med, disegnato e arredato dal famoso designer Sophie Jacqmin accoglie i suoi ospiti con tantissime attività per godere appieno la vacanza sia a bordo che fuori dalla nave. Il centro fitness, le piscine coperte, corsi di pilates, la sala nautica con il suo accesso alle immersioni, il kayak, la vela, lo sci nautico, il windsurf o il relax presso il centro
termale: tutto il meglio per una vacanza da sogno. È l’ideale per chi sogna di svegliarsi circondato dal mare e di esplorare ogni giorno un luogo diverso, senza rinunciare al comfort pari a uno yacht privato, in un’atmosfera intima, rilassante ed esclusiva. Con un deck nautico in teak di oltre 80mq, Club Med 2 offre la possibilità di sperimentare un’ampia varietà di attività sportive adatte sia ad adulti che a ragazzi, sotto la guida esperta dei G.O® Club Med. Per chi, invece, vuole farsi coccolare a bordo, c’è l’esclusiva Spa by Carita anche con saune e piscine. La crociera Meditativa “Equilibrio Perfetto” prevede lezioni di yoga per piccoli gruppi, tenute da esperti insegnanti, adatte sia ai principianti che agli appassionati yoganisti. Il veliero Club Med 2 navigherà lungo le coste mediterranee, dalla Francia alla Grecia, passando per la Spagna e l’Italia, facendo scalo nei porti più affascinanti. Si possono effettuare anche mini-crociere per le Isole Cicladi, Capri, le Baleari, la Costa Azzurra e tanto altro ed effettuare escursioni in totale libertà o programmate, con guida, nei paesi in cui si fa scalo. Informazioni su www.clubmed.it/r/ClubMed-2/s. I
Con Star Clipper per rinvigorire il corpo e liberare la mente fra massaggi, yoga e pilates
Il veliero 5 Tridenti Club Med 2, coccola gli ospiti anche nell’esclusiva Spa by Carita, dispone di piscina e consente attività sportive
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Volare è meglio
se coccolati Sono sempre più numerosi e sofisticati i servizi che le compagnie aeree dedicano alla clientela business che ogni anno registra numeri in crescita. I viaggi d’affari con l’aereo, dal Belpaese, nel 2016 hanno registrato una dinamica positiva (+2,2% sull’anno precedente) soprattutto sul mercato intercontinentale e in particolare sulle destinazioni minori dell’Asia. Ecco una selezione di servizi ad hoc che alcune compagnie dedicano a questi passeggeri
✒Delfina Reginè
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Stando ai dati del Nuovo Osservatorio sui Viaggi d’Affari (Nova) saranno sempre più numerosi coloro che dall’Italia si sposteranno per affari con l’aereo: un mezzo che, nel 2016, ha registrato una dinamica positiva (+2,2% sull’anno precedente) soprattutto sul mercato intercontinentale. Sul piano geografico le destinazioni minori dell’Asia sono quelle dove il 2016 ha segnato la maggiore crescita dei viaggi dal Belpaese. Ma in generale, a livello mondiale, il segmento di mercato è in crescita
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costante. Ed è anche in vista di questo che le compagnie aeree dedicano sempre più attenzione alla clientela business che, per Cathay Pacific, «genera il 50% del traffico passeggeri costituendo una fetta rilevante di quello generato dall’Italia dove è presente da 30 anni». A confermarlo è Daniele Bordogna sales & marketing manager Italia della Compagnia di Hong Kong che effettua servizio passeggeri da Milano Malpensa e Roma Fiumicino. «Anche per questo i nostri sforzi sono da
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sempre concentrati nell’offrire servizi ad hoc; questo ci ha permesso di vincere l’IMA Awards 2017 con il titolo di Miglior compagnia per viaggiatori d’affari nei collegamenti verso l’Asia». Dal 1946, grazie ai suoi 144 aeromobili di linea, Cathay collega oltre 190 destinazioni nel mondo di cui 90 città dell’area Asia pacifica, incluse 20 località della Cina continentale. La nuova esperienza di volo Cathay è con Airbus 350-900: a fusoliera larga su un totale di 280 posti 38 sono di business class con poltrone disegnate da Studio F.A. Porsche che si trasformano in un vero letto, il più grande di tutta la flotta. Oltre a usufruire di maggiore spazio, si può utilizzare il sistema di intrattenimento anche per comunicare con il personale di bordo. Il Wi-Fi a pagamento consente di inviare e ricevere e-mail e collegarsi ai propri social network. Senza costi aggiuntivi, invece, è la navigazione sul sito Cathay Pacific, di alcuni partner e per ri-
cevere le ultime notizie dal mondo dai tre canali TV live. Oltre all’A350 che copre i voli long-haul da Hong Kong a Europa, Australia e Canada, l’esperienza Life Well Travelled si vive anche negli altri aeromobili della flotta, tra cui i Boeing 777ER che collegano l’Italia con Hong Kong dove la business class offre uno spazio in cui è possibile dormire, mangiare, lavorare, leggere, guardare la Tv, o semplicemente rilassarsi, senza dover rinunciare alla propria privacy. Il sedile, totalmente reclinabile a 180°, diventa un letto con possibilità di cambiare la posizione del supporto lombare attraverso comandi laterali. L’offerta di intrattenimento è su schermo TV da 15 pollici con Audio e Video on Demand. Il pluripremiato sistema StudioCX offre una scelta tra 100 film, 500 show TV, 888 CD musicali, 22 frequenze radio e 70 giochi in nove. Amenity kit, in versione maschile e femminile, con prodotti naturali di bellezza. Coccole di
La Royal Silk Thai offre un ampio spazio a bordo e sedili che si trasformano in letti lunghi oltre 180 cm
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In alto a destra e a sinistra The Cabin, una delle sei lounge che accolgono i clienti Cathay in attesa dei voli in partenza da Hong Kong e si contraddistingue anche per l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia, connessione Wi-Fi ad alta velocità e il servizio d’intrattenimento
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gusto con Delight, Pacific Sunrise, Oriental Breeze e Cloud Nine i cocktail serviti ai passeggeri di first e business class. Ogni mese si alternano una proposta alcolica e una analcolica. Di alto livello la soluzione culinaria, con quattro menù principali, una rinomata carta vini, e la possibilità di richiedere snack e bevande in ogni momento. Numerose le partnership con rinomate realtà gourmet che firmano in esclusiva i menù di first e business class. Gli ultimi in ordine di tempo sono stati Hyatt Hotels & Resorts e Tosca, ristorante 2 stelle Michelin di Hong Kong. Da gustare in cabina c’è anche il caffè Illy. Lo spirito di accoglienza di Cathay Pacific lo si trova anche nelle sei lounge nell’aeroporto di Hong Kong, dedicate ai passeggeri di first e business class, oltre che ai soci del programma fedeltà Marco Polo Club dal livello Silver in su. Per chi arriva è stata progettata The Arrival, per chi parte The Wing, The Bridge, The Cabin e la The Pier studiata per restituire momenti di lusso e relax anche a chi è in transito. The Pier Business Class rievoca le strade di Hong Kong dividendo lo spazio in “corsia di sorpasso” – per chi anche di fretta non rinuncia al piacere di piccoli lussi e proposte ristorative di tipo street food – e “corsia lenta” per rilassarsi in un ampio salotto dalle comode e celebri poltrone Solo Chair. A disposizione anche una zona benessere dotata di 14 suite con doccia e una sala relax con lettini e poggiapiedi, dove rigenerarsi prima di proseguire il viaggio. L’accesso all’area relax avviene attraversando la Tea House con una vasta selezione di tè serviti da un esperto. The Bridge è riservato ai passeggeri Cathay Pacific di First e Business Class, ai soci del Marco Polo Club (livello Silver e superiori) e ai soci oneworld (Sapphire e superiori) in
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transito dall’aeroporto internazionale di Hong; propone un’offerta gastronomica che spazia dallo street food, alla cucina di altissima qualità con menu della tradizione asiatica e occidentale. Al Coffee Loft la sosta è per un caffè o speciali infusioni di the accompagnati da muffin, pasticcini e biscotti appena sfornati. Nella zona IT disponibili i servizi Wi-Fi ad alta velocità e iMac. All’interno di The Wing, punta di diamante di Cathay Pacific all’aeroporto di Hong Kong, c’è la lounge di business class: sei postazioni di lavoro completamente equipaggiate, comodi divani ed esclusive poltrone Solus Chair e 24 docce lusso. A questo si aggiungono The Noodle Bar, The Long Bar e il Coffee Loft. Al Gate 23 dell’aeroporto di Hong Kong. La lounge The Cabin, dal design ultra moderno, è incentrata al benessere dei passeggeri in attesa del volo, con 5 aree: la reception, The IT Zone, The Deli, The Health Bar e la zona relax e si contraddistingue anche per l’utilizzo di tecnologie d’avanguardia, connessione Wi-Fi ad alta velocità e il servizio d’intrattenimento. I passeggeri di First e Business Class e i soci Marco Polo Club (Gold e Diamond) in arrivo, hanno a disposizione l’ala lounge The Arrival che aiuta a rilassarsi dopo il viaggio, prima di lasciare l’aeroporto, con otto fantastiche “suite doccia” e un buffet self-service. Ancora prima di raggiungere l’aeroporto i passeggeri in possesso di un biglietto Business hanno la possibilità di prenotare gratuitamente il transfer in treno da e per l’aeroporto di partenza. Per Milano Malpensa, il servizio è attivo dalle stazioni di Bologna, Brescia, Firenze, Padova, Torino, Venezia Mestre, Verona e Vicenza con treno Frecciarossa e Malpensa Express da Milano Centrale. Per Roma Fiumicino, invece, da Bologna, Firenze, Napoli e Salerno in treno Frecciarossa e collegamento con Leonardo Express. A chi acquista un biglietto con tariffa promozionale in Business è riservato uno sconto speciale fino al 30% sull’acquisto del proprio biglietto. Novità anche per l’esclusivo Limousine Service dedicato ai passeggeri di First Class (che possono raggiungere l’aeroporto entro un raggio di distanza di 80 km per gli scali di Milano Malpensa), per quelli in volo da e per Hong Kong e Venezia o in connessione con un volo Cathay Pacific da e per
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Francoforte, Parigi, Londra, Zurigo. A chi preferisce raggiungere l’aeroporto con la propria auto, sia dall’hub di Malpensa che da quello di Fiumicino, Cathay Pacific offre ai passeggeri di first e business class fino a 7 giorni di parcheggio gratuito. I passeggeri di First e Business Class in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, possono godere di un periodo di sosta gratuito fino a un massimo di 7 giorni. Usufruendo di benefit riservati ai passeggeri di Cathay Pacific e grazie a diverse partnership, i viaggiatori attraverso il sito cathaypacific.it, possono scegliere di aggiungere esperienze extra per un viaggio 100% Life Well Travelled, sia per business che per leisure. Le agevolazioni al check-in prevedono una riduzione fino al 40% degli addebiti per eccedenza di bagaglio, e un aumento della franchigia del proprio bagaglio da stiva di 10 kg arrivando a 50 kg in first class e 40 kg in business.
Thai Airways Nell’aprile del 1974, la compagnia di bandiera thailandese inaugurò la rotta RomaBangkok. Da allora, il network di Thai Airways è in continua espansione ed anche se il leisure rappresenta il 60% del traffico dall’Italia un buon 40 per cento è costituito dalla clientela business. I viaggiatori possono scegliere fra le 70 destinazioni in 4 continenti, servite dall’hub Suvarnabhumi Airport di Bangkok che dedica ai passeggeri di classe Royal First e Royal Silk (Business Class) in partenza, un’accoglienza esclusiva nell’area Royal Orchid Premium: 5.000 mq dove rilassarsi
(mentre il personale dedicato si occupa delle formalità di check-in), sedersi al ristorante con menu à la carte o dedicarsi al lavoro nell’attrezzato Business Center dotato di tecnologia all’avanguardia e servizio segreteria; godere di esclusive lounges con intrattenimento multimediale, massaggi, ristoranti, business center e meeting rooms. Unica compagnia orientale a volare non-stop dall’Italia alla Thailandia, Thai Airways opera da Milano Malpensa e Roma Fiumicino con A350900 e con 32 posti in Royal Silk (Business Class) che offre uno ampio spazio personale e un touchscreen 16 pollici, sistema di intrattenimento all’avanguardia Audio/Video on demand, con centinaia di canali; sedili reclinabili di 180° che si trasformano in letti lunghi oltre 180 cm, telefono personale e presa per laptop. La ristorazione Royal Silk Class prevede servizio di bordo con ricercata cucina orientale ed internazionale e possibilità di prenotare innumerevoli menù speciali. Per i frequent travellers, la Royal Silk Class prevede trattamento preferenziale all’atto della prenotazione, accesso a lounge esclusive, cabine separate a bordo. Prima del volo i passeggeri di classe business in partenza dall’hub milanese di Malpensa hanno diritto al Servizio “Fast Track”, evitando lunghe file. Inoltre, hanno possibilità di late boarding e di usufruire di una delle sei lussuose Royal Silk Lounge del Bangkok Suvarnabhumi Airport, dotate di Wi-fi. E ancora: prenotazioni preferenziali, assistenza bagaglio, imbarco riservato e accesso a lounge aeroportuali di prima classe nelle maggiori destinazioni servite 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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La nuova Premium Lounge di Tap, all’aeroporto Humberto Delgado di Lisbona, al sesto piano dell’area Schenghen dispone anche di business centre, ristorante, bar e molti altri servizi
da Thai Airways. Uso delle lounges dei membri Star Alliance in tutto il mondo. L’esclusiva Royal Orchid Spa Lounge del Bangkok Suvarnabhumi Airport cura il benessere dei passeggeri Royal First Class e Royal Silk Class proponendo una vasta gamma di trattamenti tradizionali e non, Gym room, tisane depurative e snack naturali. Un’esperienza da fare dopo il check-in o durante il transito tra un volo e l’altro. I passeggeri Royal Silk Class godranno di un massaggio tradizionale della durata di 30 minuti al collo ed alle spalle o plantare, per alleviare la tensione di un lungo viaggio o prepararsi ad una lunga traversata. La Royal Orchid SPA Lounge (667 mq), situata presso il settore D al 3° livello, fa parte dei privilegi riservati ai passeggeri premium di Thai Airways. Dopo il check in dedicato e i canali rapidi per il controllo passaporti, l’area lounge offre agli ospiti le più innovative facilities come la meeting room, la connessione internet wireless, l’area ristoro. Thai Airways si è aggiudicata il “World’s Best Airline Lounges Spa Facility” nel contesto degli Skytrax World Airline Awards 2015.
TAP Portugal Il suo hub di Lisbona è una porta d’ingresso verso l’America Latina, l’Africa e il Nord America. Attualmente la compagnia di bandiera del Portogallo serve 88 destinazioni in 38 Paesi del mondo ed opera voli plurisettimanali tra Italia e Portogallo con partenze da Roma, Milano, Bologna e Venezia verso Lisbona. A livello globale sono operati mediamente 2.500 voli alla
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settimana con una moderna flotta composta da 77 aeromobili, e presto sarà offerto ancora più comfort grazie ai 53 Airbus appena ordinati. Ai viaggiatori d’affari farà piacere sapere che di recente la Tap ha inaugurato la Premium Lounge all’aeroporto Humberto Delgado di Lisbona per accogliere al meglio in ben 850 mq, fino a 260 persone, al sesto piano dell’area Schenghen, consentendo una piacevole vista sulla pista. A disposizione: zona relax, business centre, oltre a un’area ristorante e bar e molti altri servizi esclusivi. L’accesso è riservato ai membri Victoria Gold e Star Alliance Gold ma anche ai passeggeri tap|executive, tap|top executive, Victoria Silver che viaggiano su voli intercontinentali TAP. Il nuovo sistema tariffario, all’insegna della flessibilità, consente di scegliere la tariffa che meglio risponde alle proprie esigenze di viaggio con due opzioni per chi sceglie la classe business: la tariffa Executive, che comprende accesso alle lounge e imbarco prioritario, offre un viaggio con tutti i comfort a prezzi attraenti; la tariffa Top executive che consente di modificare o richiedere gratuitamente rimborsi di biglietti, imbarcare in stiva tre valigie di max. 32 kg ciascuna e portare in cabina due bagagli a mano di max. 8 kg ciascuno. Le nuove tariffe TAP consentono di usufruire della massima flessibilità senza più vincoli legati ai tempi di permanenza (min/max stay) e la possibilità di acquistare anche singole porzioni di viaggio One Way. Infine, tutte le tariffe TAP intercontinentali consentono di fare uno stopover gratuito a Lisbona per un massimo
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di 72 ore, nella tratta di andata oppure in quella di ritorno. In classe Executive La configurazione della cabina dei due nuovi Airbus A330-200 di recente acquisizione, prevede 20 poltrone completamente “lie flat” di Stella Solstys, che diventano dei veri e propri letti, in un contesto dotato di tutta una serie di comodità: supporti per le cuffie, luce di lettura individuale, tavolini e vani portaoggetti, portabottiglie, ingressi USB e prese elettriche singole in ciascun posto. Durante il volo si possono gustare eccellenti vini portoghesi – 3 di questi sono stati annoverati tra i migliori serviti dalle compagnie aeree di tutto il mondo dalla rivista nord-americana Global Traveler – abbinati ai sofisticati menu della tradizione portoghese, reinterpretati in chiave moderna dal famoso chef Vitor Sobral e da altri rinomati chef portoghesi. A bordo, inoltre, si potrà godere del nuovissimo sistema d’intrattenimento individuale on demand EX-3 di Panasonic. Da segnalare anche il nuovo servizio, l’edicola digitale, che consente di scaricare gratuitamente riviste o giornali (sette con la Tap|executive), anche in italiano e direttamente sul proprio tablet o smartphone per poi leggerle offline a bordo.
Gruppo Air France KLM Circa il 30% dei passeggeri del Gruppo Air France KLM ogni anno vola per affari. Oltre a tutti i servizi dedicati ai passeggeri di classe business (lounge, priority boarding, bagaglio supplementare, posti migliori a bordo) così come semplicemente ai possessori della tessera Platinum Flying Blue (programma frequent flyer di Air France KLM) sono riservati numerosi vantaggi anche prima del volo: per esempio, l’auto privata con chauffeur da/per Malpensa per chi viaggi in Business e Premiere; il parcheggio gratuito all`aeroporto di Malpensa (per i passeggeri di Platinum e Club 2000) o all`aeroporto di Torino per quelli di Platinum e Club 2000 che hanno anche il parcheggio gratuito lunga sosta all`aeroporto di Genova. Il Servizio Meet&Greet consente invece di prenotare un servizio personalizzato di accompagnamento all`aeroporto di Parigi Charleds de Gaulle, anche per chi è in transito. Fra le novità, KLM ha lanciato Anytime For You, il servizio di ristorazione che offre maggior libertà di scelta ai passeggeri della
World Business Class. Oltre ai tradizionali pasti di tre portate, disponibili a pranzo e a cena, il menù Anytime For You comprende una selezione speciale di otto pietanze gustose e salutari, di cui piatti caldi e freddi, dolci e salati con possibilità di ordinarle per tutto il tempo del volo, anche dopo il regolare servizio dei pasti. Il piatto scelto viene preparato e servito come in un ristorante. “A giudicare dall’apprezzamento espresso da molti dei nostri clienti, il nuovo servizio soddisfa a pieno le esigenze di chi viaggia, offrendo maggior scelta e versatilità. Ed è esattamente questo il risultato a cui miriamo: offrire ai nostri passeggeri un’esperienza positiva e memorabile”, commenta Wim Spelt, direttore del Product Management. Sui voli intercontinentali KLM regala a tutti i passeggeri di classe business le Delftware (Delft House), tipiche casette olandesi in ceramica di Delft che contengono il famoso liquore olandese Bolt. Ne sono state prodotte 97, una per ogni anno di vita del vettore. E c’è grande attesa per la nuova lounge business di Amsterdam Schiphol (area extra Schenghen per cui voli intercontinentali) che completerà i lavori del suo primo e terzo piano entro giugno 2018 e sarà inaugurata del tutto a marzo 2019. I
Il benvenuto a bordo dei voli Air France
La nuova lounge business di Amsterdam Schiphol (area extra Schenghen) sarà completata entro marzo 2019
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MONDO IMPRESA
Mi formo, dunque sono
Ci aspetta un futuro sempre più digitale e i professionisti che dovranno guidarlo devono formarsi fin da ora per essere pronti alle sfide più difficili dell’innovazione. Ecco le caratteristiche che non devono mancare al perfetto manager 4.0
✒Dario Ducasse
Carlo Poledrini, Presidente di Fondirigenti
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Il “manager 4.0” dovrà essere: capace di migliorare i processi attraverso la gestione e l’implementazione di roadmap tecnologiche; abile nell’analisi dei dati e nella creazione di valore; in grado di sfruttare l’Artificial Intelligence gestendo risorse “smart” come wearable devices, Cloud, Big Data e architetture IT-OT. Sono questi i tre “indizi” che formano l’identikit del perfetto manager del futuro prossimo, o meglio dell’epoca della quarta rivoluzione industriale, secondo quanto è emerso in occasione dell’evento “Industry 4.0: iniziative strategiche e competenze manageriali”. Organizzato da ALDAI-Federmanager, associazione che è la maggiore organizzazione territoriale del sistema Federmanager, il meeting spiega come saranno i manager del futuro e presenta il Fondiri-
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genti, il fondo promosso da Confindustria e Federmanager interprofessionale creato per investire nella formazione dei manager. Tanti gli esperti del settore manageriale e della formazione intervenuti, a partire dal Presidente di Fondirigenti Carlo Poledrini, che per primo ha posto l’accento sull’importanza della formazione, e in particolar modo della formazione digitale come chiave di volta per la creazione dei professionisti del futuro: «da studi scientifici pubblicati dall’Università di Berkeley sulle imprese aderenti a Fondirigenti», spiega Poledrini, «emerge che l’aumento dell’1% di investimento in formazione manageriale si traduce in +0,08% di produttività aziendale. Il nostro ruolo diventa quindi fondamentale e dopo aver stanziato ben 5 milioni di euro nel 2016,
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ticolo pagina 80) è stata indicata come il fattore potenziale che può portare al raddoppio della crescita economica, con un balzo della produttività del 40% dei 12 Paesi presi in esame. Tuttavia risulta che tra le posizioni apicali delle aziende stesse solo il 10% delle persone ha esperienza in campo e che c’è carenza di cultura e formazione digitale. Un rischio confermato anche dal report di Accenture, secondo il quale entro il 2020 oltre un terzo delle skills richieste proverranno da competenze che oggi non sono considerate fondamentali. È anche per questo che come associazione riteniamo prioritario attivarci sul fronte della formazione affinché i dirigenti che si trovano oggi sul mercato del lavoro maturino tutte le competenze utili a diventare Manager 4.0. Ed ecco perché in aggiunta ai servizi forniti con Fondirigenti, la nostra associazione ALDAI-Federmanager stipula ogni anno importanti accordi per la formazione manageriale di altissimo profilo con Enti e Università: ultimo, ma non per importanza, è la partnership con il MIP – Politecnico di Milano Graduate School of Business». quest’anno dedicheremo altri 2,7 milioni per la diffusione della cultura digitale e il supporto del passaggio dall’analogico al digitale attraverso iniziative strategiche per l’industry 4.0 attivate in collaborazione con le associazioni dei soci su tutto il territorio nazionale».
I dati sempre più protagonisti La conferma sulla necessità di investire nella formazione dei manager è stata confermata dall’ intervento di Marco Taisch, Professore Ordinario della School of Management Manufacturing Group del Politecnico di Milano: «Il nuovo protagonista nell’industry 4.0», dice Taisch, « è e sarà sempre più il “dato”; e i manager devono e dovranno avere le competenze per gestire questo nuovo fattore. L’attività decisionale avrà tempi sempre più ridotti e dovrà necessariamente essere basata sulla lettura e sull’analisi degli elementi raccolti attraverso le nuove tecnologie». In tema di nuove tecnologie e del loro utilizzo il Vice Presidente ALDAI-Federmanager, Bruno Villani ha spiegato: «nel corso dell’ultimo Word Economic Forum di Davos l’intelligenza artificiale (vedi ar-
Marco Taisch, Professore Ordinario della School of Management Manufacturing Group del Politecnico di Milano
L’importanza del capitale umano Formazione e digitalizzazione, ma senza dimenticare il “peso” e il ruolo della persona. «Per trasformare l’industria, innanzitutto servono le persone», ha sottolineato il Presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, «e quello che per alcuni potrebbe essere il conflitto tra uomini e robot si potrà a mio avviso superare attraverso un piano nazionale di sostegno alla crescita del capitale umano. È innegabile
Bruno Villani, Vice Presidente ALDAIFedermanager
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MONDO IMPRESA Voglia di Industria, progresso e formazione Nella prossima legge di bilancio ci saranno incentivi alla formazione 4.0: lo ha annunciato il Governo specificando che gli attuali incentivi previsti dal “Piano Industria 4.0” varato a inizio anno verranno prorogati, riferendosi in particolare al superammortamento (attualmente al 140%), all’iperammortamento per gli investimenti in digitale (al 250%), e al credito d’imposta per quanto riguarda i settori ricerca e sviluppo. L’idea era già stata rilanciata poche settimane fa dal Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda secondo il quale l’intenzione dell’esecutivo di mettere a punto un nuovo capitolo nel piano Industria 4.0, interamente dedicato al lavoro e da inserire appunto nella prossima manovra economica, continuava a essere una priorità per la crescita del Paese. Lo stesso Calenda, nel giorno di apertura dell’Innovation Week italiana, come gli addetti ai lavori chiamano la settimana dei vertici G7 su Industria, Scienza e Lavoro svoltasi a settembre a Torino, ha aggiunto: «è importante innanzitutto ragionare sulla crescita digitale delle piccole e medie imprese, per cercare di capire come possano entrare in questo nuovo rinascimento, in questa rivoluzione produttiva. Poi ovviamente ci sono i temi etici e le implicazioni sul lavoro sollevati dallo sviluppo delle nuove tecnologie e dall’impatto atteso sull’economia globale. Per questo dobbiamo ragionare anche sulle sfide e le opportunità che legano il ruolo dell’intelligenza artificiale alla cyber sicurezza. I sette paesi democratici più forti devono trovare su questo una posizione comune. Comunque sia con il secondo capitolo di Industria 4.0 vogliamo innanzitutto impegnarci per riqualificare le competenze che sono divenute obsolete per una parte dei lavoratori tutti, anche dei manager. Il tema sarà al centro della politica industriale italiana ed europea nei prossimi anni: per questo la partita delle competenze e della formazione va giocata in attacco anche per sconfiggere quel rifiuto della modernità che vediamo emergere sempre più spesso nelle nostre società». infatti che servano competenze manageriali e professionalità sempre più sofisticate per far fronte alla cosiddetta rivoluzione digitale. È proprio per questo motivo che con Federmanager abbiamo messo in campo numerose iniziative per aggiornare e certificare le competenze manageriali indispensabili a un’industria italiana che sia competitiva e forte sui mercati esteri. Il nostro impegno è massimo perché questa è l’occasione per modernizzare il Paese e non possiamo perderla». Una visione che mixa umano e artificiale alla quale hanno fatto eco anche le parole del Presidente di ALDAI-Federmanager, Romano Ambrogi. È stato invece Michele Angelo Verna, Direttore Generale Assolombarda e Consigliere di Amministrazione di Fondirigenti che, dopo aver
Stefano Cuzzilla, Presidente di Federmanager
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ricordato gli impatti della quarta rivoluzione industriale sul mondo del lavoro, ha voluto sottolineare anche l’importanza del fare “sistema” per affrontare i grandi cambiamenti in atto. «Nell’incrocio tra manifattura e digitale è il capitale umano che farà la differenza, soprattutto per chi dirige. Mai come oggi ci vuole l’impegno di tutti, non solo di Assolombarda con le collaborazioni con Fondirigenti, sul tema dell’innovazione. E sono fiero di sottolineare che proprio Assolombarda, con il progetto T.I.M.E. 4.0, si è focalizzata in particolare sui fabbisogni del management delle piccole e medie imprese, quelle che costituiscono la rete essenziale del mondo imprenditoriale del Paese».
Attenzione al gap culturale E la conferma dell’importanza della formazione digitale dei manager è recentemente arrivata anche dall’Osservatorio Expotraining, una delle principali fonti di studio sul settore, i cui più recenti dati andranno anche a costituire il rimo “Libro Bianco sulla Formazione”. Intanto però questi dati sono stati rilasciati come anticipazione di ExpoTraining, la più importante manifestazione in Italia sulla formazione e il lavoro a Milano a fine ottobre. E sono numeri che fanno riflettere, innanzitutto perché spiegano come la formazione digitale nelle aziende italiane dovrebbero farla sopratutto manager ed imprenditori. Più nel dettaglio tra i dati che sono dedicati a fotografare la situazione digitale nelle imprese italiane, si parte con una percentuale che sorprende: infatti secondo ExpoTraining ben il 63% dei giovani lavoratori (sotto i 35 anni, NDR) ritiene di saperne di più dei propri manager in tema di digitale. Un dato che è in buona parte confermato dal 49% di imprenditori delle piccole e medie imprese, che ammette di non avere una adeguata conoscenza del settore, sia per quanto riguarda le possibili innovazioni organizzative interne, sia per quanto riguarda le potenzialità promozionali e di marketing (panel di 500 interviste con metodo CAWI a cura di Osservatorio ExpoTraining, sono escluse le PMI del settore IT, NDR). Insomma pare chiaro come ci sia da colmare un gap che è culturale, non solo generazionale. C’è poi un altro dato che è significativo: solo il 59% delle imprese pre-
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vede di promuovere nei prossimi 12 mesi delle attività di formazione al digitale per il proprio management, addirittura meno di quelle che pensano di organizzarle per gli altri dipendenti, che sono il 77%. Certo sono numeri in crescita rispetto allo scorso anno (con un +4%), ma comunque ancora insufficienti rispetto alle necessità attuali del mercato che invece si sta sempre di più digitalizzando.
Rivoluzione anche antropologica Pessimismo per il futuro? Assolutamente no, perché tante sono comunque le testimonianze che gli italiani sono pronti ad affrontare le sfide dell’innovazione: ben l’87% dei nostri connazionali è ottimista sugli effetti della digitalizzazione e soprattutto l’85% dei lavoratori è disposto ad aggiornarsi per seguire i trend dell’innovazione. È quanto emerso dal “Convegno 2017” di Inaz, società milanese, specializzata in software e servizi per gestire le risorse umane e dedicato al “percorso
dell’impresa nell’era del digitale”, il meeting ha parlato anche di “formazione al futuro” e, in particolare il presidente e amministratore delegato di Inaz, Linda Gilli, ha spiegato: «la digitalizzazione sta cambiando il mondo e inevitabilmente anche il lavoro e le imprese. La nostra convinzione è che tutte le imprese, sia private che pubbliche, debbano percorrere con forza e determinazione questa strada per crescere e durare nel tempo. Certo dovrebbe essere un’innovazione che porti alla crescita economica delle imprese e parallelamente anche a una crescita personale dei lavoratori. D’altronde parliamo di un mondo del lavoro nel quale le sfere del privato e del pubblico saranno sempre più interconnesse». Certo, come ha sottolineato l’economista Marco Vitale: «la rivoluzione digitale è un salto antropologico senza precedenti e, come tale, per essere affrontato, ha bisogno di una conoscenza – e quindi di una formazione – profonda». I
Romano Ambrogi, Presidente di ALDAIFedermanager
La digitalizzazione sta cambiando il mondo e inevitabilmente anche il lavoro e le imprese: in futuro le sfere del privato e del pubblico saranno sempre più interconnesse
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TREND
Nuove frontiere
dell’ospitalità La sfida di domani? Valorizzare il proprio business alberghiero grazie alle potenzialità del mondo digitale. Stando sempre attenti a intercettare i nuovi trend
✒Dante Daverio
L
Le dinamiche legate all’online, in un’epoca nella quale tutto scorre velocemente, sono un fattore imprescindibile per capire le future evoluzioni del mercato turistico ed intercettare nuovi flussi. È proprio con questa premessa che durante il recente convegno “Nuove frontiere dell’ospitalità, dal web al new business”, i organizzato a Bari da AICA Confindustria Alberghi, i rappresentanti delle associazioni di albergatori, di istituzioni e del portale web TripAdvisor si sono confrontati per capire come valorizzare il business alberghiero sfruttando sempre più le potenzialità del mondo digitale. Master Meeting ha preso spunto da questo evento per indagare sulle tendenze del momento e sui nuovi sistemi digitali utili ad aumentare la competitività di un hotel.
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Dando un’occhiata ai dati presentati al convegno da TripAdvisor su scelte e abitudini dei turisti digitali worldwide, emerge, per esempio, come trend, la preferenza per mete leisure quali Basilicata e Puglia: sul portale, gli alloggi ottengono un punteggio medio rispettivamente di 4,38 e 4,28. Interessante anche il dato relativo alla nazionalità dei turisti digital di TripAdvisor: a ricercare maggiormente le località del sud Italia sono USA, UK seguiti da Francia e Germania. «I dati confermano l’interesse di TripAdvisor non solo per il nostro Paese ma anche per tutte le singole realtà locali», ha spiegato Valentina Quattro, portavoce di TripAdvisor per l’Italia, «I risultati del sondaggio mostrano anche l’interesse, da parte delle aziende, a collaborare tutti insieme per cresce-
TREND
Per i nuovi consumatori, in particolare rappresentati dalla Generazione Z, il “new luxury” non è più solo l’esperienza fisica di una location, ma anche quella “mobile” e condivisibile
re insieme. Ma soprattutto la buona notizia è che finalmente la percezione di TripAdvisor è risultata nel complesso positiva per il 68% da parte degli albergatori intervistati. È giunto il momento di sfruttare la mole di contenuti digitali in modo che per gli stessi albergatori sia possibile dar vita a una crescita della domanda, parallelamente a un miglioramento dei servizi».
l’hotellerie italiana a incrementare il proprio business e a competere sul mercato internazionale». Fondamentale è dunque conoscere gli strumenti tecnologici per restare oggi sulla cresta dell’onda in un settore, quello dell’ospitalità, che cambia sempre più velocemente. Ecco quindi che da TripAdvisor a Instagram il passo è breve: perché? Perché il social fotografico di “proprietà” del colosso Facebook, continua a crescere e a diffondersi, aumentando di conseguenza anche la propria attrattiva agli occhi delle aziende, in primis ovviamente di quelle che operano nel mondo del turismo e che tanto puntano sull’immagine, sia delle proprie strutture che delle destinazioni dove quest’ultime sono inserite. La notizia dei 2 milioni di inserzionisti attivi, sulla piattaforma Instagram (lo scorso marzo erano solo un milione) diventa, dunque, di grande interesse per chi fa business nell’ospitalità. Da un punto di vista commerciale questi dati si spiegano col fatto che l’aumentata attrattiva digitale del social è direttamente proporzionale all’incremento dell’enga-
Le aziende più evolute puntano su format immersivi per conquistare gli utenti social «È stato un giorno importante», ha raccontato, a commento del successo del convegno di Bari, Massimo Salomone (foto), Presidente della Sezione Turismo di Confindustria Bari e Bat, «Siamo certi che occorra dialogare costruttivamente con TripAdvisor, confrontarsi e ragionare insieme su come gestire al meglio la reputazione online e su mezzi e strategie commerciali messe a disposizione dal mondo digitale per aiutare gli imprenditori del9-10 2017 www.mastermeeting.it
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TREND Le 5 migliori pagine aziendali LinkedIn (e i 5 migliori suggerimenti che ne derivano su come ogni impresa può ottimizzare la propria e in generale usare i social per generare più engagement e migliore reputation) 1. Hays (multinazionale della ricerca e selezione con 1,8 milioni di follower): insegna che “essere utili al proprio pubblico” è assolutamente uno dei punti di forza della pagina. In che modo? Con gli aggiornamenti di contenuti di qualità ma soprattutto con i consigli al proprio target di riferimento. 2. Schneider Electric (azienda francese con 963mila follower): dimostra “la forza delle immagini” attraverso l’utilizzo di immagini originali (cioè non di stock) di alta qualità, accattivanti e pertinenti al messaggio. LinkedIn sottolinea insomma l’importanza dei contenuti visivi per incrementare la diffusione dei post e l’engagement sulla pagina. 3. Nike (multinazionale sportiva con 1,2 milioni di follower): spiega che vince “l’azienda raccontata dai dipendenti”. Un’azienda che popola la propria
pagina con contenuti prodotti anche dai suoi dipendenti è un ottimo modo per raccontare la “reale” vita aziendale a chi la visita. 4. Cisco (multinazionale dell’hi-tech con 1,5 milioni di follower): insegna che è necessario differenziare presenza e contenuti. L’azienda ha infatti creato una pagina per ognuna delle proprie divisioni per poter veicolare su ognuna di esse i messaggi più rilevanti per il target specifico. 5. Quinta DXC Technology (azienda americana dell’IT con 543mila follower): mostra che è utile “cominciare la conversazione”. La sua pagina infatti si caratterizza per le domande che pone ai propri utenti con l’obiettivo di generare interazione e per le risposte e i commenti che non manca mai di fornire.
gement degli utenti, soprattutto sul fronte dei video e dei dispositivi mobili: spiegano da Instagram che il tempo trascorso dagli utenti a guardare video sulla piattaforma aumenta dell’80% ogni anno, e oggi l’utente medio trascorre sul social 24 minuti al giorno, che salgono a 32 per gli under 25. Inoltre, l’80% degli “instagrammer” segue il profilo di almeno un’azienda e lo scorso mese 180 milioni di utenti hanno visitato un sito, chiesto indicazioni, scritto e-mail e messaggi per scoprire di più su un’impresa. Le aziende più evolute, dal canto loro, già sperimentano i format più immersivi per entrare in contatto con gli utenti del social: se 15 milioni di aziende oggi hanno un profilo business su Instagram, il 50% di quelle presenti sulla piattaforma ha prodotto almeno una “Instagram Story” nell’ultimo mese, mentre un terzo delle “storie” più viste su Instagram sono state realizzate da aziende.
Facciamo le presentazioni Restando nel magico, ma complicato per chi non lo conosce bene o lo frequenta solo superficialmente, mondo dei social, un esempio particolare è quello legato a LinkedIn. Portale dedicato normalmente alla ricerca e alla presentazione di posizioni lavorative, è oggi uno dei social media più in ascesa anche a livello di utilizzo “commerciale” da parte delle imprese che sempre di più aprono su di esso profili aziendali anche per “presentare” al mondo digitale la propria attività. Lo stesso LinkedIn lo sa bene ed è per questo che recentemente ha chiesto ai suoi 500 mi-
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lioni di iscritti nel mondo di segnalare quali sono proprio le pagine aziendali che li hanno colpiti di più. Dopodiche ha valutato le “nomination” ricevute, stilando l’elenco delle migliori pagine aziendali, in base alla qualità di contenuti e immagini e a come vengono utilizzate per valorizzare al meglio il brand – insomma il proprio “prodotto” – presso il pubblico di riferimento, ma non solo. Questa interessantissima analisi ha permesso di capire anche la reale capacità delle aziende di sfruttare quelle stesse pagine per generare engagement e interagire attivamente con chi le visita, ovvero con aspiranti dipendenti ma allo stesso tempo aspiranti clienti e comunque potenziali divulgatori in positivo della propria immagine e del proprio business sul web. Ecco allora che ciò che ne risulta, ovvero la “Best LinkedIn Company Pages 2017”, cioè la classifica delle migliori pagine aziendali su LinkedIn, è soprattutto una collezione di buoni esempi su come le aziende dovrebbero gestire la propria presenza sui social in modo professionale, ovvero per sfruttarne appieno le potenzialità in termini di costruzione della reputazione, capacità attrattiva nei confronti nei migliori talenti, comunicazione dei valori di brand e condivisione di contenuti professionali. La “lezione” poi è anche più generica: ovvero mai sottovalutare il peso che la propria immagine digitale ha nella creazione di consenso e quindi anche di ritorno commerciale. Se a un imprenditore del turismo e dell’ospitalità salta più facilmente all’occhio che la propria reputazio-
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ne su un TripAdvisor è più direttamente collegata alla possibilità di attirare clienti, le strategie digitali del web 2.0, attraverso l’esempio di LinkedIn, ci insegnano che non bisogna mai sottovalutare le potenzialità dei social, nemmeno di quelli che a prima vista appaiono poco in argomento con il proprio business.
Il nuovo valore dell’esperienza Insomma è un fatto sempre più acclarato che il digitale e l’iperconnettività stanno cambiando in maniera permanente il mercato dell’ospitalità e, allo stesso tempo, stanno facendo evolvere i consumatori che domandano già soluzioni avveniristiche. A maggior ragione quando sono clienti di aziende e hotel specializzati nell’accoglienza luxury. Lo ha spiegato recentemente e con interessantissimi dati il convegno dal titolo “The New Way of Luxury” organizzato da Aigo, società di marketing e comunicazione che opera in turismo, trasporti e ospitalità, con l’obiettivo di indagare i vari aspetti del comparto assieme ai protagonisti del settore. Durante l’incontro, per lo stesso motivo, è stata presentata in anteprima la ricerca a cura di Wouter Geerts, Senior Travel Analyst di Euromonitor e intitolata “Post-Luxury Travel: The Changing Expectations of Luxury Travellers”. Che è partita da una premessa: lo scenario internazionale dei viaggi di alta gamma è in una fase di radicale trasformazione e si può perciò parlare davvero di un nuovo corso del travel e in particolare del luxury travel che si traduce in un nuovo modo di sentire l’espe-
rienza di viaggio, esperienza che diventa valore solo se è unica, efficiente, personale e condivisibile. Secondo lo stesso Wouter Geerts: «Oggi è lo stesso viaggiatore a dettare il cambiamento. I nuovi consumatori, tra cui i Millennials e in particolare la Generazione Z, i primi ad essere nati in piena era digitale, hanno infatti un atteggiamento diverso nei confronti del lusso: il “new luxury” non è più il solo possesso ma è l’esperienza unica che non è solo fisica, ma diventa “mobile” e condivisibile. Si può parlare a buon titolo di “democratizzazione dell’esperienza di lusso” alla luce dell’incremento della capacità di spesa della fascia media, come indicato da Euromonitor. E così è proprio la tecnologia che, oltre a rendere l’informazione accessibile, offre la possibilità di creare nuovi servizi che arricchiscono la percezione del viaggio, unendo prodotti diversi, anche luxury e low cost, all’interno della stessa esperienza di consumo». Una visione futuribile ma sempre più vicina grazie anche alle potenzialità del mondo digitale, come ha suggerito a sua volta Joakim Everstin (foto), Head of Innovation per Sabre in Emea: «La tecnologia
LinkedIn è oggi uno tra i portali più in ascesa anche a livello di utilizzo “commerciale”. Sempre più imprese aprono un profilo per “presentare” al mondo digitale la propria attività
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IPERCONNESSI E SEMPRE PIÙ VELOCI ANCHE DURANTE I MEETING Tra i nuovi strumenti digitali da saper utilizzare per valorizzare il proprio business alberghiero e rendere la propria impresa dell’ospitalità sempre più performante, non mancano certo quelli più direttamente legati al mondo del Mice e dell’accoglienza congressuale. Un esempio davvero futuribile è allora quello in arrivo dalla Silicon Valley e chiamato Tywi. Stiamo parlando di un software davvero speciale perché ha la capacità di portare la traduzione simultanea direttamente sugli smartphone dei delegati: questo programma infatti consente ai gestori delle location per eventi e dei centri congressi di fornire agli ospiti la traduzione simultanea senza allestire una sala con cabine, mixer audio e cavi, senza distribuire auricolari e senza spese per gli interpreti. Insomma è l’assenza di attrezzatura (che comporta la riduzione dei costi per il servizio di traduzione simultanea), il valore aggiunto di questo software per la traduzione multilingua lanciato da Translate Your World, società di tecnologia con sede a Cupertino, in California. Come funziona? Niente spesa per traduttori e niente noleggio dei dispositivi per ascoltarne la voce: per funzionare ha bisogno solo di due computer portatili muniti del software. Il primo portatile si collega al sito di Tywi e trasmette l’audio dell’evento agli interpreti che, fisicamente, possono trovarsi in qualsiasi parte del mondo. Il secondo computer “raccoglie” le traduzioni per trasmetterle in tempo reale agli smartphone dei delegati: l’ascolto sui dispositivi avviene in streaming cliccando sul link Tywi dell’evento e non richiede quindi né di scaricare applicazioni né di connettersi a internet. Inoltre, nel caso di eventi residenziali, il software può anche trasformare la voce dell’interprete in sottotitoli tradotti in più lingue da proiettare sulle pareti, sui monitor e sui maxi schermi. Tywi è compatibile anche con i più diffusi software di online meeting come Skype e può quindi essere utilizzato per webinar ed eventi ibridi. In questo caso i partecipanti che hanno bisogno della traduzione la ottengono collegandosi direttamente al sito di Tywi o inserendone il link nella chat del software per i meeting online.
sta trasformando l’esperienza del viaggio molto rapidamente. Dai robot umanoidi che accolgono e registrano gli ospiti in hotel alle vacanze virtualmente immersive, fino ai chatbot basati sull’intelligenza artificiale con tratti di personalità ben definiti. Insomma proprio grazie all’abbondanza di tecnologia alla quale tutti noi abbiamo accesso, il viaggio sta diventando un’esperienza sempre più fluida, più personalizzata e più interattiva. E le nuove tecnologie che si affacciano sul mercato permettono agli imprenditori del turismo di trovare il modo migliore di implementarle nell’industria dei viaggi, con l’obiettivo di migliorare l’intera esperienza e renderla esclusiva, sartoriale».
Eccellenza “immateriale” Per un esperto dell’hotellerie come Maurizio Saccani, Global Director of Operations di Rocco Forte Hotels, c’è però di
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più da fare: «Oltre alla tecnologia, che rende più fluida l’esperienza del consumatore, oggi gioca un ruolo chiave il servizio. Tanto si è discusso di human touch e di centralità del cliente, ma oggi l’industria dell’ospitalità ha raggiunto le vette dell’eccellenza al punto tale che si può fare la differenza solo sul piano di un fattore immateriale come quello che corrisponde al servizio. Ora tanto migliorabile proprio grazie alle meraviglie della tecnologia digitale». E qui sta il perno: «L’affermazione delle nuove attitudini digitali al viaggio, ha aggiunto Wouter Geerts, «ha modificato anche il prodotto, obbligando l’hotellerie a un’evoluzione. Per questo gli hotel di lusso hanno sofferto in maniera minore della concorrenza di siti come Airbnb – che stanno erodendo quote di
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mercato agli alberghi tradizionali – in particolare nelle città. Il 2015 e il 2016 sono stati anni ottimi per il segmento più alto dell’offerta. Gli hotel di medio costo, invece, hanno registrato una crescita modesta nello sviluppo, con molti budget hotel attivamente impegnati a migliorarsi per riuscire a competere. Si prevede che, in termini di vendite, gli hotel di lusso registreranno il 2,9% di crescita media annua tra il 2016 e il 2020. È chiaro quindi che la domanda attuale sta cambiando lo scenario e che gli hotel di fascia media dovranno trovare un modo per distinguersi da quelli low cost. Gran parte della crescita registrata negli hotel di categoria superiore si deve ai turisti provenienti dai mercati emergenti, in particolare Asia Pacifica e Medio Oriente». Insomma, il cambiamen-
to è in atto e il mercato è destinato a evolversi verso quanto chiede il cliente. Un cliente che è sempre più digital oriented ed esigente. Dal punto di vista delle aziende dell’accoglienza quindi, se da un lato si vede come l’ultra-luxury si restringa a pochi, polarizzato sempre più in alto, dall’altro si nota però la grande crescita dell’affordable luxury, in quanto crescono i potenziali consumatori di servizi/prodotti di viaggio di alta gamma accessibili. Oggi infatti il vero lusso si intende come esperienza personale e intangibile: e in tutto ciò, ovviamente, la tecnologia facilita e rende più efficiente il processo di selezione, prenotazione e fruizione del prodotto/servizio turistico, lasciando maggior tempo per godere dell’esperienza, quella vera, da vivere e condividere. I
La tecnologia sta trasformando l’esperienza del viaggio molto rapidamente. Dai robot umanoidi che accolgono e registrano gli ospiti in hotel alle vacanze virtualmente immersive, fino ai chatbot basati sull’intelligenza artificiale
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HOTEL RESTAURANT TRENDS
a cura di Stefano Bonini sbonini@trademarkitalia.com
La ristorazione in hotel sempre più strategica e gourmand
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Ormai la ristorazione è diventata un comune argomento da bar. Tra Master Chef vari, prove del cuoco e ricettari televisivi la cucina è diventata centrale nelle nostre chiacchierate quotidiane... tra colleghi come tra amici. Nel grande universo della ristorazione, Master Meeting ha deciso di puntare i riflettori su un segmento molto specifico e in forte rilancio, a livello di reputazione: la ristorazione d’albergo. Anzi la ristorazione in albergo, quel nuovo modo di fare cucina in hotel, lontano anni luce dalla classica “pensione completa” che ha contributo a fare grandi migliaia di alberghi della nostra Penisola, tanto al mare quanto in montagna. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando nel 1889, due grandi pionieri dell’ospitalità come César Ritz e Auguste Escoffier inaugurarono il Savoy Hotel di Londra e codificarono le regole della table d’hôtel. Per lungo tempo la ristorazione alberghiera ha rappresentato un’offerta accessoria di grandissima importanza per l’ospite, in quanto garanzia di qualità di servizio, digeribilità e materie prime, cura degli arredi delle sale oltre che naturalmente rispetto delle norme igienico-sanitarie. L’ospite dell’albergo era solito del resto trascorrere molto tempo a tavola per interagire e socializzare con gli altri clienti a fronte anche di soggiorni piuttosto lunghi durante i quali si optava (quasi) sempre per la formula di pensione completa. Anche perché i ristoranti esterni, presenti nelle medesime località, erano locande o trattorie di mediocre qualità dal punto di vista del cibo, del servizio, dell’ambiente e delle condizioni igieniche. Oggi le cose sono cambiate, i gusti dei viaggiatori si sono evoluti e la formula della pensione completa (o mezza) si è ossidata e sta decli-
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nando: dilagante il luogo comune secondo cui “negli alberghi si mangia male”. Tanto che non pochi hotel a fronte di stanchezza, riduzione della domanda e dei profitti, cercano di esternalizzare il servizio di ristorazione, affidandosi a ristoratori indipendenti, purtroppo non sempre di specchiata fama e professionalità e spesso svendendo anche qualità e valore del breakfast. Ecco allora crescere lo spazio per una ristorazione fresca, attenta al territorio, alla stagionalità dei prodotti e tesa a valorizzare le materie prime locali con un servizio che attira e non scaccia i clienti. Così in presenza di turisti sempre più attenti al cibo, sempre più educati e desiderosi di mangiare bene (se “local” ancora meglio), anche gli alberghi si stanno affermando come luoghi del “mangiar bene”. Puntare sulla qualità della propria offerta gastronomica è diventato per le strutture alberghiere un ele-
mento di forte appeal anche nei confronti della clientela locale. Un dato questo che ha spalancato le porte degli hotel ad ospiti locali inattesi, curiosi, residenti o alloggiati che fino a ieri non erano affatto “perfetti benvenuti”. Il ristorante d’albergo che raccomandiamo deve attrarre anche turisti d’affari e viaggiatori gourmet perché in Italia ci sono alberghi con ristoranti che hanno conquistato reputazione e credibilità, fama e onori, come mai in passato e stanno sfruttando la gloria del proprio servizio. Lo confermano le 84 strutture alberghiere che nel 2017 la Guida Michelin ha premiato addirittura con le stelle (il 25% di tutti i ristoranti stellati della famosissima Guida Rossa). Niente allarmismi, vi stiamo raccontando una “rivoluzione” silenziosa, economica e culturale, che in molti casi ha riposizionato non solo i ristoranti degli alberghi ma gli hotel stessi, attraverso una proposta ristorativa innovativa e di qualità, che promuove e diffonde non solo il nome dell’albergo ma la location gastronomica stessa. Consapevoli che ormai la ristorazione in albergo non è più predisposta in anticipo, secondo regole da “collegio”, gli albergatori più innovativi si trovano di fronte ad una sfida stimolante con il vantaggio che il rischio imprenditoriale, solitamente elevato nel settore ristorativo, qui viene (parzialmente) ammortizzato dalla componente alloggio. Per rendere onore e merito a questi lungimiranti imprenditori alberghieri che, nonostante gli elevati costi fissi e il notevole rischio d’impresa, con creatività e orgoglio hanno riportato in hotel la qualità della ristorazione, Master Meeting e Communication Agency dal prossimo Premio Excellent 2018 inseriranno nella gamma dei premiati anche i ristoranti d’albergo “eccellenti”. I
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Il lavoro al tempo dell’A.I. Di quali competenze avrà sempre più bisogno il mondo professionale? Quali mestieri nasceranno e quali moriranno per la concorrenza di macchine sempre più intelligenti? Una cosa è certa, nel prossimo futuro conteranno oltre a nuove skill informatiche, anche competenze umanistiche interdisciplinari e trasversali, indispensabili per leggere e interpretare i big data
✒Gaia Fiertler
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Sul futuro del lavoro, dati alla mano, le scommesse sono aperte, si delineano scenari dei più disparati, le ricerche ci rassicurano o viceversa ci spaventano. E, intanto, sistemi automatici interattivi entrano nella nostra vita quotidiana, in banca, sui telefoni (chatterbox), nelle transazioni finanziarie (roboadvisor), ma anche nei colloqui di selezione per un posto di lavoro. E tra le molteplici voci si leva l’avvertimento di chi, come l’antropologo Francesco Varanini, ricorda che dipende da noi quanto potere dare alle macchine, quanto e in cosa farci sostituire. È una
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scelta etica, al di là del recupero di efficienza e, spesso, di precisione dei robot, che peraltro possono simulare e scegliere su modelli matematici dati (algoritmi), ma non possono inventare il nuovo, come Varanini spiega in “Macchine per pensare” (Guerini e associati 2016). Immaginare, creare, cambiare, innovare restano prerogative umane. E anche ponderare un contesto, le sfumature, la dimensione relazionale di una decisione resta una caratteristica umana, forse meno “scientifica” senza la macchina, ma con quell’intuito e saggezza che aiutano a valutare nel
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modo più opportuno gli elementi in gioco. Il calcolo si può anche fare, ma lasciando la decisione finale all’uomo.
Così ci troviamo immersi nell’apparente paradosso di una digitalizzazione pervasiva del mondo industriale e dell’organizzazione del lavoro, che richiede da un lato competenze tecniche nuove e sofisticate e, dall’altro lato, competenze umanistiche interdisciplinari e trasversali che aumentino la capacità di leggere e interpretare i dati, elaborati statisticamente da server potenti. Bisognerà saper collegare i punti, risolvere problemi, tentare strade nuove e motivare il capitale umano, quello che lavorerà ancora, con intelligenza emotiva, che parli ai team non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi, tenendo conto anche delle aspettative, del carattere e delle emozioni altrui. Un’attitudine alla creatività, alle arti, a tentare il nuovo sviluppando il cosiddetto “pensiero laterale” per abituarsi a pensare “out of the box” servirà anche alle persone che non rientreranno nell’economia della informazione, che già ora concentra il maggiore capitale con una forza lavoro altamente specializzata ma dai numeri ridotti rispetto al ben più vasto mercato del lavoro. Per esempio, come ha ricordato l’economista Francesco Giavazzi a un incontro organizzato a settembre in Bocconi dall’American School of Milan per i suoi studenti (“The future of jobs: skills and competencies for future leaders”), Facebook ha un valore di mercato di 374 bilioni di dollari ma solo 14.500 dipendenti e Microsoft un valore di mercato di 400 bilioni di dollari e solo 114.000 dipendenti.
I robot possono simulare e scegliere su modelli matematici dati (algoritmi), ma non possono inventare il nuovo. Immaginare, creare, cambiare, innovare restano prerogative umane
A sin., l’antropologo Francesco Varanini. Qui sotto, il suo libro “Macchine per pensare”
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L’intelligenza artificiale potrebbe raddoppiare il tasso di crescita delle economie sviluppate entro il 2035 e aumentare la produttività del lavoro con incrementi fino al 40%, a patto che si intervenga radicalmente sul modo di produrre e si rafforzino i ruoli e le competenze delle persone nel guidare la crescita
Un processo inarrestabile Molti analisti sostengono che le competenze digitali diffuse, benché ora manchino (McKinsey prevede un divario tra domanda e offerta di data scientist, coloro che interpretano i big data, del 40-60% entro un anno), comunque non andranno a colmare la perdita di posti di lavoro quando sarà a regime l’automazione di tante attività, a basso e medio valore aggiunto. Le previsioni più nere sono quelle del World Economic Forum (2016), secondo cui la proporzione sarà di 1 a 5, cioè perderemo 5 posti di lavoro per ogni nuovo occupato, in pratica 5 milioni di posti di lavoro non saranno reintegrabili nei prossimi anni (su 7 milioni di posti distrutti
Alfredo Biffi, Sda professor e professore associato di Organizzazione Aziendale all’Università degli Studi dell’Insubria, autore con Pier Franco Camussone di “Lavoreremo ancora?” (sopra)
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dalla concorrenza delle macchine solo 1,8 generabili con nuove funzioni). Uno studio del 2013 di Frey e Osborne calcola invece che, su 138 milioni di lavoratori (il 91% della forza lavoro Usa), potrebbe essere sostituito da sistemi intelligenti il 47%, parzialmente o totalmente. I settori maggiormente interessati saranno la logistica, i trasporti e la produzione in generale, mentre tra le attività d’ufficio l’amministrazione e il back office. «Non abbiamo certezze, ma il processo di digitalizzazione e di innovazione con la robotica e l’intelligenza artificiale è inarrestabile e sarebbe preoccupante anche solo la proporzione di 1 a 2», commenta Alfredo Biffi, Sda professor e professore associato di Organizzazione Aziendale all’Università degli Studi dell’Insubria, autore con Pier Franco Camussone di “Lavoreremo ancora? Tecnologie informatiche e occupazione” (Egea, 2017). «Significherà, infatti, che la società sarà divisa tra i pochi detentori della economia della informazione (le piattaforme Internet capaci di fornire molteplici servizi con poca manodopera specializzata); gli scienziati e i manager della tecnologia e i tecnici super specializzati per gestire e manutenere le
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Quando le riunioni servono a qualcosa
macchine da un lato e, dall’altro, una massa estromessa dal mercato del lavoro per i nuovi modelli organizzativi, che non avrà neanche reddito per acquistare i prodotti e i servizi della stessa Industria 4.0».
Le competenze per contrastare la riduzione dei posti di lavoro Per gli economisti e i decisori questo vorrà dire anche ripensare l’organizzazione sociale e i sistemi educativi, da un lato per indirizzare queste masse a esprimere altre abilità, passioni, creatività («Come fossero cultori delle arti e mestieri come in epoca classica, o rinascimentale, ma in grandi numeri, con la questione che non tutti hanno però determinati talenti e attitudini», precisa Biffi), dall’altro per favorire la ricerca in ambiti nuovi o ancora poco sviluppati e creare nuovi filoni di business. «In generale, comunque, a tutti servirà un modello di formazione non solo basato sulle materie scientifiche, le cosiddette “Stem”, ma anche sul pensiero classico, umanistico, per portare l’attenzione sulle singole capacità personali e sulle competenze meta-cognitive: riflettere sul pensiero, imparare ad apprendere, intuire, innovare e trovare soluzioni nuo-
Analizzando gli uffici del personale più efficaci e proattivi, la maggior parte si incontra con l’amministratore delegato almeno due volte al mese per rafforzare il legame strategico e garantire l’allineamento al business. In particolare, come spiega Alberto Navarra (foto), HR Transformation Leader Mercer Italia, le direzioni Hr che hanno adottato diffusamente modelli di “shared services” sulle attività a basso valore aggiunto e implementato invece ruoli di business partner a valore aggiunto, si sono dimostrate le più efficaci nell’allineare le politiche Hr alle esigenze di business. Secondo l’indagine Mercer “Hr Transformation Study 2017”, condotta a livello globale (43 Paesi, tra cui l’Italia), le direzioni del personale altamente performanti sono caratterizzate dalla capacità di fare evolvere il proprio modello di organizzazione interna, rafforzare le capacità strategiche dei propri collaboratori e digitalizzare sia i processi che l’esperienza-utente del dipendente. «Il potere predittivo di analytics e big data, la presenza capillare dell’automazione, gli spunti dell’intelligenza artificiale e dell’Industria 4.0, tutti fattori che possiamo sintetizzare come “digitalizzazione”, obbligano le imprese a ridisegnare la loro organizzazione interna, i processi aziendali e le competenze richieste. Le organizzazioni stanno ricercando maggiore efficienza e maggiore agilità in risposta al cambiamento e questo richiede necessariamente l’adozione di un mix di tecnologie, senza dimenticare la centralità dell’elemento umano», commenta Marco Valerio Morelli ad Mercer Italia. Se da un lato la ricerca Mercer Global Talent Trends Study 2017 rileva che la maggioranza (93%) degli alti dirigenti sta pianificando un ridisegno organizzativo nei prossimi due anni ed il 41% immagina di spostare le funzioni di staff verso gli “shared services”, dall’altro, tra le direzioni HR rispondenti all’indagine HR Transformation Study solo il 17% prevede di modificare il modello in uso. Ma fra le più performanti, più di due terzi (68%) l’hanno già fatto negli ultimi cinque anni, prendono decisioni in maniera centralizzata e coerente in tutte le sedi e il modello di servizio evolve, delegando ai servizi condivisi le attività Hr a minor valore aggiunto e investendo invece sulla formazione e la crescita delle proprie persone in una direzione più strategica e di vicinanza al business.
ve per non essere fagocitati dagli algoritmi e dalle macchine, ma guidarli e governarli. Il ruolo dell’HR, per esempio, sarà quello di creare e mantenere le condizioni per la innovazione continua, stimolando una mentalità e un ecosistema adeguati», prosegue Biffi. 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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Le aspettative sono altissime anche a livello mondiale: l’80% dei manager intervistati nell’ultima ricerca di The Boston Consulting Group e del Mit Sloan Management Review, “Reshaping business with artificial intelligence (A.I.)”, vede una opportunità nell’intelligenza artificiale e solo il 40% anche un rischio
Se da un lato ci sarà dunque la tentazione di sostituire forza lavoro umana con macchine a ciclo continuo che, tra l’altro, saranno sempre più “pensanti”, capaci di dialogare fra loro e di prendere decisioni, dall’altro lato si assiste a una rivincita del
I lavori che verranno CA Technologies ha individuato 8 figure professionali che garantiranno le migliori opportunità di lavoro, che per ora sono merce rara sul mercato: il data protection officer, il digital information officer, il cyber security expert, il big data engineer, il mobile application developer, il data scientist, l’esperto in metodologie “Agile” e l’Internet of things expert. Altre figure potranno profilarsi con l’innovazione continua, che non riusciamo ancora neanche a immaginarci ma, di certo, a farla da padroni saranno gli ingegneri, che anche in Italia stanno avendo un’accelerazione, anche se non in tutte le discipline. I più gettonati sono gli ingegneri del settore informatico, elettronico e delle telecomunicazioni (+20,6% rispetto al 2015) e gli specializzati in gestionale e logistica, automazione, medica, biomedica e clinica e modellistica matematico-fisica (+26%), mentre calano i civili e gli ambientali (–5,5%) - fonte Excelsior (Unioncamere e Ministero del lavoro). Tutti professionisti, quelli più ricercati, con competenze integrate, che richiedono anche una certa elasticità mentale e capacità di comunicazione. Lo conferma anche Adecco Group che, accanto alla cassetta degli attrezzi delle singole professioni, raccoglie sempre più dalle aziende anche la richiesta di soft skill. Le più richieste oggi sono problem solving, lavoro di gruppo, gestione delle risorse, pensiero critico, negoziazione, controllo qualità, orientamento al servizio, presa di decisione, ascolto attivo, creatività. Nei prossimi anni nella fabbrica intelligente serviranno anche intelligenza emotiva, flessibilità cognitiva e capacità di creare empatia e fiducia per far funzionare gruppi di lavoro interfunzionali e interdisciplinari temporanei che dovranno trovare in remoto, senza conoscersi, soluzioni su progetti specifici.
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pensiero critico e creativo che, a certi livelli strategici, decisionali e anche relazionali, non sarà così freddamente sostituibile da sistemi algoritmici predittivi. O così dovrebbe, perché per esempio sui limiti dei roboadvisor a supporto, o sostituzione, del consulente finanziario il dibattito è in corso. Ad ogni modo, al crescere dell’intelligenza di computer e robot, anche all’uomo è richiesto di fare uno sforzo in più, con un recupero di pensiero sistemico e multidisciplinare, con flessibilità cognitiva e intelligenza emotiva e sociale. A gennaio, a Davos, Accenture Strategy ha sdoganato concetti come intelligenza emotiva, pensiero critico e creatività, indicate come competenze che potrebbero contrastare la riduzione dei posti di lavoro legata alla crescente automazione. Secondo l’indagine condotta su un campione di oltre 10mila lavoratori di 10 diversi paesi, infatti, se si riuscisse a raddoppiare il ritmo con cui si sviluppano queste competenze, la quota di posti di lavoro a rischio diminuirebbe dal 10 al 4% negli Stati Uniti entro il 2025, dal 9% al 6% nel Regno Unito e dal 10% al 5% in Germania.
Aspettative altissime a livello mondiale L’intelligenza artificiale potrebbe raddoppiare il tasso di crescita delle economie sviluppate entro il 2035 e aumentare la produttività del lavoro con incrementi fino al 40%, a patto che si intervenga radicalmente sul modo di produrre e si rafforzino i ruoli e le competenze delle persone nel guidare la crescita. «L’automazione
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rappresenta una opportunità se si accelerano le skill innovative», commenta Marco Morchio, responsabile per l’Italia, Europa centrale e Grecia di Accenture Strategy. «Nell’era digitale è necessario investire in una nuova strategia di evoluzione dei dipendenti, che li metta al centro. È proprio sul potenziale umano, che rappresenta l’asset su cui l’automazione non può intervenire, che i manager devono far leva. Si tratta di una “skill revolution” che genererà valore per ogni impresa e contrasterà l’impatto negativo sui livelli occupazionali dovuta alle tecnologie che automatizzano il lavoro». Le aspettative sono altissime anche a livello mondiale: l’80% dei manager intervistati nell’ultima ricerca di The Boston Consulting Group e del Mit Sloan Management Review, “Reshaping business with artificial intelligence”, vede una opportunità nell’intelligenza artificiale e solo il 40% anche un rischio. In pratica, tre quarti dei 3mila manager e analisti di 21 diversi settori intervistati in 112 Paesi si aspetta attraverso l’intelligenza artificiale di creare nuove linee di business, o comunque di guadagnare o mantenere un vantaggio competitivo. Di contro, si è agli albori nell’applicazione di questi sistemi
Marco Morchio, responsabile per l’Italia, Europa centrale e Grecia di Accenture Strategy
ai propri processi o ai servizi. Solo un’organizzazione su 20 ha sviluppato processi o offerte in maniera estensiva e appena una su cinque in maniera limitata. Inoltre, meno del 40% delle società ha una strategia dedicata e, tra le stesse grandi imprese, quelle con più di 100mila dipendenti, solo la metà ne ha una. Eppure sanno che la rivoluzione è in arrivo: 6 su 10 si aspettano forti impatti entro cinque anni, in particolare sull’information technology, sulle operations & manufacturing, sulla gestione della supply chain e sulle relazioni con i clienti. I Secondo l’indagine Mercer “Hr Transformation Study 2017”, le direzioni del personale altamente performanti sono caratterizzate dalla capacità di fare evolvere il proprio modello di organizzazione interna, rafforzare le capacità strategiche dei propri collaboratori e digitalizzare sia i processi che l’esperienza-utente del dipendente
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La stupidità funzionale... in azienda Meglio un dipendente che non si pone domande o uno dotato di spirito critico? Una ricerca svela le vere intenzioni dei responsabili delle risorse umane, tra efficienza e creatività
✒Ginevra Bartoli
È Tra stupidità funzionale e conflitto creativo si gioca il successo delle aziende. E il benessere dei lavoratori. Credits: randstad
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È un concetto relativamente nuovo per il pubblico dei non addetti ai lavori, eppure ormai già molto di moda. Linguisti e sociologi lo utilizzano da tempo per misurare l’andamento intellettuale e di consapevolezza della popolazione, ma oggi il termine è decisamente inflazionato: basta scorrere i commenti ai post di Facebook per trovare utenti che si accusano vicendevolmente, e per lo più a ragione, di essere degli analfabeti funzionali, ossia persone (più o meno) capaci di leggere, scrivere e far di conto, ma totalmente incapaci di comprendere un messaggio, se non elementare, e di coglierne il senso. Sembra che una vera epidemia di questa triste condizione affligga in particolare gli italiani, coinvolgendo 7 connazionali su 10. Non stupisce, dunque, che le medesime difficoltà di comprensione e partecipazione consapevole possano intervenire anche in ambito lavorativo, in ufficio, negli incontri con fornitori e collaboratori. Ma le aziende che parte hanno nella diffusione a macchia d’olio di questa piaga delle coscienze? La arginano o la favoriscono? Se lo sono domandati i ricercatori responsabili dell’indagine HR Trends&SalarySurvey 2017, promossa da randstad in collaborazione con ASAG, l’Alta Scuola di Psicologia Agostino Gemelli dell’Università Cattolica. E il risultato non nasconde una certa ambiguità.
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Stupidità pura o funzionale? Nessun imprenditore e nessun responsabile delle risorse umane, ovviamente, ambirà mai ad avere per dipendenti delle persone prive d’intelligenza. Ma è pur vero che in molti contesti organizzativi si stimola e si favorisce un approccio e una visione mono-focali ed efficientiste rispetto alle pratiche consolidate. In altre parole: i dipendenti non devono essere degli stupidi tout court, ma neanche porsi troppe domande, mettere in discussione le regole del gioco in vigore, né criticarne i principi fondanti, pena, è quel che si teme, una perdita di efficienza ed efficacia del lavoro. Questo è il paradosso della stupidità, come definito in un recente lavoro da Mats Alvesson, nel quale si palesa la contrapposizione tra “stupidità pura”, ossia una vera incapacità o carenza intellettiva, e “stupidità funzionale”, che, al contrario, richiede un certo grado di intelligenza, ma priva di senso critico e consapevolezza.
La sfida delle HR per aggirare l’atrofia cerebrale L’aspettativa implicita nei confronti dei lavoratori, insomma, sarebbe in molti casi di restare focalizzati su quanto viene loro richiesto e aderire al modello proposto senza metterlo in discussione. Questo meccanismo, se da un lato può garantire
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un certo grado di funzionalità, dall’altro porta ad una progressiva mancanza di flessibilità, capacità riflessiva, consapevolezza e ragionamento. E benché il cervello non sia un muscolo, il rischio che si atrofizzi con lo scarso utilizzo è comunque alto. La sfida per i responsabili delle HR, dunque, per non trovarsi domani un esercito di “stupidi funzionali” come risorse umane, è oggi quella di ricercare un giusto equilibrio tra le necessità di efficacia ed efficienza e il bisogno di innovazione e pensiero critico. La maggior parte degli intervistati concorda con questo obiettivo – non tanto per la salubrità dell’ambiente di lavoro, quanto sempre in un’ottica di efficienza – prendendo le distanze dalla gestione dell’organizzazione basata su un modello marcatamente pedagogico-militare che rinuncia alla componente critica. L’80% dei manager intervistati ritiene che aderire passivamente ai progetti non permetta un reale coinvolgimento e un’identificazione con gli obiettivi di lavoro; il 76% sostiene che non promuovere il pensiero critico possa ridurre la vitalità e la reattività dell’azienda e la sua potenzialità competitiva; mentre il 70% è d’accordo sul fatto che sia nell’interesse delle aziende lasciare spazio alle specificità e all’intelligenza critica del singolo professionista. Solo un residuale 9% sostiene invece che non soffermarsi in maniera critica sulle attività da svolgere velocizzi i processi, migliori l’efficienza e garantisca l’attuazione delle decisioni. Questo in teoria, almeno. Quando però la ricerca è tornata a interrogare gli stessi manager, ipotizzando una cultura aziendale che favorisca la gestione dell’organizzazione secondo il modello verticale e chiedendo quali potessero essere gli effetti pratici sul successo o il fallimento degli obiettivi azien-
dali, ben oltre il 50% degli intervistati ha affermato che la stupidità funzionale possa portare alla realizzazione dei target (36%) o che non porti né al successo né al fallimento (21%). Il restante 43% è convinto, invece, che l’assenza di pensiero critico possa portare al fallimento degli obiettivi aziendali. I vantaggi di un’adesione non consapevole alle pratiche e alle scelte aziendali si riscontrerebbero nella possibilità di raggiungere con maggiore rapidità gli obiettivi prefissati (46% d’accordo, contro il 25% in disaccordo) e la riduzione dei costi di gestione (35% d’accordo, contro il 25% in disaccordo). I rischi di un simile approccio sono invece riconosciuti sul piano strategico: secondo il 59% sfavorirebbe le capacità d’innovazione dell’azienda (contro un 33% convinto del contrario); secondo il 49% la stupidità funzionale offrirebbe maggiori probabilità di fallire gli obiettivi di ridefinizione degli standard di settore, di prodotto e di servizio (contro un 31% che sostiene la tesi opposta).
Oltre la metà dei manager è ancora convinto che la stupidità funzionale sia un vantaggio, o tuttalpiù indifferente ai fini della realizzazione degli obiettivi aziendali. Credits: randstad
Il conflitto creativo Come antitesi della stupidità funzionale troviamo la propensione al confronto di prospettive differenti. La necessità sempre più impellente di essere capaci di flessibilità in termini di strategie, piani di 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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I 3 ATTEGGIAMENTI I conservatori - 45% Più rappresentati in Piemonte e nelle aziende fino a 100 dipendenti. Età media tra i 41 e i 50 anni. Questo è il segmento che si caratterizza per una tendenza moderatamente riformista (ma ospita anche una frangia - 11% - di veri e propri conservatori): gli interlocutori (azienda e gruppo dirigente) dissuadono attivamente la messa in discussione delle aspettative dei vertici e, contemporaneamente, ammettono che questa linea di condotta richieda ai dipendenti un adattamento che mortifica le migliori intelligenze e riduce la vitalità dell’azienda. Secondo loro: la stupidità funzionale velocizza i processi, migliora l’efficienza e garantisce l’attuazione delle decisioni, il conflitto creativo va evitato, porta disordine ed è poco efficace
Gli esploratori - 31% Più rappresentati in Veneto e nelle aziende che operano a livello globale da 100 fino a 500 dipendenti. Età media fino ai 40 e oltre i 50 anni. Piena assunzione della responsabilità di una presa di posizione senza compromessi: la differenza come valore e non come problema. Avventurosi, ma non avventurieri, si pongono al pieno servizio della prospettiva aziendale che mettono al centro della riflessione: più che al “come” sono interessati al “cosa” (il fine/l’obiettivo prima dei mezzi/gli strumenti). Secondo loro: la stupidità funzionale riduce la vitalità e la competitività delle aziende. Accumula problemi interni e inerzia sul mercato. Il conflitto creativo è inevitabile e necessario per l’innovazione organizzativa. Porta alla produzione di idee nuove.
I costruttori - 24% Più rappresentati in Veneto e nelle aziende che operano a livello nazionale con oltre 500 dipendenti. L’approccio appare strettamente pragmatico, ma è evidente anche la preoccupazione di porre le giuste basi di sicurezza in modo che l’attuazione della strategia sia garantita. Cercano l’equilibrio fra le molte componenti che rendono fertile e positivo il confronto fra idee così da compensare eventuali tendenze sfavorevoli. Secondo loro: la stupidità funzionale è più spesso una richiesta implicita dei team leader. I più intelligenti si adattano rapidamente pur di lavorare. Il team leader deve saper gestire il conflitto creativo per raggiungere gli obiettivi. Per poter esprimere punti di vista diversi serve una cultura aziendale che lo permetta.
In alto: per ottenere il massimo dal conflitto creativo ci vogliono leader capaci di gestirlo e valorizzarlo. Credits: randstad
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lavoro e management ha messo al centro degli studi, negli ultimi anni in particolare, il ruolo della creatività in azienda. La domanda (e la sfida) per i responsabili delle risorse umane è se sia possibile o meno prefigurare scenari organizzativi in cui il conflitto non sia vissuto con timore, ma possa essere rappresentato e “usato” come strumento generativo e portatore di nuova vitalità nelle pratiche del dayby-day e nella vision a lungo termine. La risposta degli intervistati nella ricerca HR Trends &SalarySurvey 2017, promos-
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sa da randstad, è stata una forte, ma non incondizionata, adesione a una organizzazione che lasci spazio al confronto di prospettive differenti. L’adesione è percepita come una sorta di pre-requisito ideale, ma gli HR mettono molto ben in evidenza anche che si tratta di un processo che necessita di un elevato livello di concertazione: la buona riuscita è, infatti, il risultato della concomitanza di molti fattori tra i quali qualità individuali, oculata gestione da parte dei leader, chiarezza comunicativa e condivisione degli obiettivi. Per l’84% dei manager fiducia e stima, sono premesse indispensabili in un gruppo di lavoro per gestire il conflitto creativo (ed evitare ripercussioni relazionali) e il team leader deve essere in grado di promuovere il confronto e saper gestire il conflitto in funzione del raggiungimento degli obiettivi; per l’82% chiarezza e condivisione degli obiettivi di lavoro sono condizioni necessarie alla gestione funzionale e generativa del conflitto; mentre per il 14% in un’azienda il conflitto va evitato perché porta disordine e poca efficacia. In questo caso teoria e prassi sembrano essere maggiormente allineate e il conflitto creativo nella maggior parte dei casi assume lo status di un vero e proprio strumento di lavoro, efficace e proficuo sotto ogni profilo. Secondo il 64% dei manager, infatti, può portare alla realizzazione degli obiettivi aziendali, per il 24% si tratta di un elemento neutro e per il 12% può essere, invece, un elemento controproducente. Dall’innovazione (78%) alla ridefinizione degli standard (71%), dal clima di scambio all’interno del team di lavoro (78%) alla definizione di gruppi articolati per competenze e personalità (78%), tutti questi obiettivi sono percepiti dagli intervistati come più facilmente raggiungibili grazie al conflitto creativo. I
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Del perché le vacanze (a qualcuno) fanno male
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Si chiama Holiday Blues e non è, un pezzo musicale. Si tratta invece del simpatico nome affibbiato dagli statunitensi a una forma di depressione post vacanza che può andare da pochi giorni a una/due settimane. Alcuni sintomi sono: Insonnia, cefalee, alterazioni dell’appetito, intolleranza ed irritabilità verso tutto e tutti, spossatezza cronica, calo della concentrazione, ansia da prestazione lavorativa A prima vista sembrerebbe più che normale sentirsi a disagio nel momento in cui sostituiamo il bel cielo terso del mare a quello latte sporco di Milano e il fruscio delle onde o la musica delle nostre serate si trasformano nel clangore dei tram e negli strombettii dei clacson e spiagge e palme cambiano nell’arredo del nostro ufficio. Eppure è un fenomeno che non riguarda solo chi ha un impiego ed è costretto a tornare alla routine o allo stress del traffico, ma riguarda tutti i vacanzieri, compresi i bambini, gli studenti, e gli anziani. Studi recenti dicono che la sindrome colpisce oltre il 30% degli italiani. Qual è il punto interessante? Se-
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condo me è legato ad un altro dato: ovvero che i soggetti più predisposti a soffrire di questa sindrome sono quelli che hanno caricato le vacanze di maggiori aspettative. Insomma pare che molti aspettino e vivano le vacanze come il momento del “riscatto” da un anno di frustrazione, fatica e grigiore. Aspettandosi di vivere esperienze entusiasmanti, conoscere gente speciale, provare emozioni intense e sentirsi speciali. Ovviamente nel momento in cui l’esperienza non si dimostra all’altezza tutto crolla e si rientra più stanchi e frustrati di prima. Ma perché ci si riduce così? Perché la necessità di condensare in 15 giorni tutte queste aspettative e tutti questi desideri? Perché insomma la vacanza deve diventare il momento programmato in cui finalmente possiamo e dobbiamo essere felici e per cui magari ci siamo preparati con largo anticipo terrorizzati anche dallo spauracchio della infame “prova costume”? Il meccanismo è perverso e le cause sono essenzialmente due: • da un lato il solito modernissimo squilibrio tra vita privata e lavoro (a vantaggio di quest’ultimo) e
una difficoltà sempre più grande a trovare il nostro centro nel quotidiano • dall’’altro l’incapacità di essere veramente “disponibili” all’esperienza della vacanza Cosa significa quest’ultimo punto? Lo spiega bene la famosa storia zen della tazza di tè: Un filosofo si recò un giorno da un maestro zen e gli dichiarò: “Sono venuto a informarmi sullo Zen, su quali siano i suoi principi ed i suoi scopi”. “Posso offrirti una tazza di tè?” gli domandò il maestro. E incominciò a versare il tè da una teiera. Quando la tazza fu colma, il maestro continuò a versare il liquido, che traboccò. “Ma che cosa fai?” sbottò il filosofo. “Non vedi che la tazza é piena?” “Come questa tazza” disse il maestro “anche la tua mente è troppo piena di opinioni e di congetture perché le si possa versare dentro qualcosa d’altro. Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la tua tazza? Se la nostra tazza è troppo piena di progetti, aspettative, desideri, non resterà spazio per le opportunità reali che la nostra agognata vacanza ci pone di fronte, e, come già detto, quando siamo troppo focalizzati su qualcosa, perdiamo di vista tutto il resto. Tra l’altro, la parola vacanza viene proprio da “vuoto” e questo dovrebbe essere già un’indicazione. Quali consigli ci potrebbe dare quindi il maestro zen per un approccio “sano” alle ferie? Innanzitutto di considerare il vuoto come una vera risorsa, da non riempire a tutti i costi. Quindi di essere il più possibile nel momento, qualsiasi esso sia. Rallentare, non per “riposare” fantozzianamente ma per ricominciare ad accorgersi della ricchezza attorno a noi. Scegliere la semplicità e soprattutto non settare irrealistiche aspettative. E neppure limiti. Quasi sempre (e tutti lo sanno), le esperienze più ricche sono quelle inaspettate. I
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Strani tempi questi dove uomini che hanno superato i 40 chattano tra loro vantando l’acquisto di una nuova padella anti-aderente, esaltando l’uso della curcuma, magnificando l’ultimo libro dello chef stellato di turno. Sono professionisti, manager, impiegati ed operai e hanno finalmente imparato a non temere i fornelli e ad oltrepassare la soglia della cucina non solo per mettere le gambe sotto il tavolo. Sono tempi in cui la TV ha sostituito la simpatica Ave Ninchi attrice e cuoca per diletto negli anni 70, con testosteronici e raffinati chef che sembrano avere un grande fascino su donne e bambini. Si parla tantissimo di cibo, di vini, di qualità, di stili ed abitudini alimentari con un
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dato di fatto: la nostra meravigliosa cucina mediterranea ci porta sul podio dei popoli più longevi. Questo scenario costituisce il setting ideale per una nuova generazione di cuochi e cuoche che portano il project management in cucina. “Dai venite, facciamo due spaghetti...” non si usa più. Non si arriva stanchi alle 19,00 a casa dal lavoro per aprire il frigo e utilizzare le risorse disponibili per mangiare qualcosa insieme. La cena si programma, si pianifica, ci si approvvigiona delle materie prime che (come insegnano i grandi della televisione) devono essere di qualità. Il tavolo della cucina viene preparato come un tavolo operatorio e si calcolano i tempi per la preparazione
dei vari piatti, così da infilarci dentro un paio di mail e magari anche una doccia. La materia viene ammirata, annusata, fotografata per poi andare su facebook. Gli arnesi sono sempre più intriganti: il pela pomodori, la grattugia per zucchine, il coltello di ceramica e così via. Il cuoco è un ingegnere gestionale: impara ad usare lo spazio in maniera “lean” seguendo i principi giapponesi del kanban. Impara presto che lo smaltimento dei rifiuti deve essere tempestivo, differenziato come da norme provinciali, e che la pulizia deve essere costante per evitare di trovarsi in mancanza di spazio sufficiente per operare. Si lavora per imparare ad evitare sprechi: il modo migliore è abbandonare le tecniche artigianali del “fare ad occhio” ed affidarsi a bilance digitali e alla consulenza degli esperti negozianti che suggeriscono quantità e modalità di consumo. Tutto diventa rituale, tutto e bello ed elegante; anche la presenza dell’assistente di turno, perfetto per prendere questo e quello e per sciacquare un cucchiaio o una palettina (si tratta in genere del marito o della moglie meno dotati) è parte di questa danza della qualità totale. Il servizio viene pensato e l’arte trova ulteriore soddisfazione nella presentazione accattivante del prodotto finale al “cliente” che attende in soggiorno curioso e affamato. C’è tanta qualità in tutta questa cosa e attenzione ai particolari, passione e voglia di sperimentare, ma anche di migliorare i processi appresi magari da una vecchia zia o dalla mamma. Se ci fosse nelle piccole e medie imprese italiane, la medesima attenzione ai processi, curando la formazione ed investendo sugli strumenti di produzioni, rispettando le regole ed esaltando il principio della qualità totale, non saremmo solo la nazione più longeva, ma forse anche quella più ricca. Buon appetito e buon lavoro! I
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FINANCE CONFIDENTIAL
a cura di Andrea G. Moscatelli mag2063@yahoo.it
Diamanti: investimento poco brillante?
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La crisi economica, che, talvolta ha trascinato banche e strumenti finanziari nel gorgo delle perdite strutturali da parte dei risparmiatori incauti o troppo fiduciosi dei loro consulenti, ha rivitalizzato l’attenzione verso i cosiddetti beni rifugio. Alla presenza di un mercato immobiliare, vessato dalla tassazione, e inevitabilmente trascinato nella crisi per la contrazione dell’erogazione dei mutui, alcuni risparmiatori si sono indirizzati alla ricerca di beni che, a detta degli esperti, non risentono delle fluttuazioni dei mercati e dei rischi sulle banche: oro e diamanti. Le pietre preziose da sempre hanno affascinato l’essere umano, sia che vengano incastonate in gioielli per la felicità delle signore, sia che rimangano naturali a sottolineare, con il loro brillare, il valore intrinseco determinato in massima parte dal prezzo pagato. Premesso che il mercato dei diamanti è rappresentato per l’80% circa da pietre utilizzabili a fini industriali per la loro durezza e durata, sino a qualche decennio fa la produzione mondiale passava attraverso la commercializzazione di un solo soggetto: la De Beers che, quale unico intermediario acquistava dai produttori (Russia, Botswana, Zimbawe, Repubblica del Congo e Australia i principali produttori) e rivendeva con commissione ai gioiellieri. Dal 1994 con la scoperta di nuovi giacimenti in Canada e Russia, anche altri soggetti si sono affacciati sul mercato a scardinare il monopolio della De Beers e creando, di fatto, un mercato competitivo sui diamanti, che dal 2001 vede la presenza di quotazioni su questi difficili oggetti da valutare. Il prezzo base dei diamanti varia
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sulla base delle cosiddette quattro C: Carato, Colore, Chiarezza, Cut (taglio). L’unità di misura è il peso rappresentato dal “carato” corrispondente a un quinto di grammo ossia 0,20 grammi, e il prezzo per carato varia dai 5.000 ai 18.000 dollari in funzione delle altre tre C sopraindicate. Inoltre il prezzo del diamante varia più che proporzionalmente per peso per cui non è corretto applicare il prezzo per carato quale unità di misura standard per definire il prezzo finale di un diamante di maggiori dimensioni. Il diamante quindi ha un prezzo di riferimento per carato indicato in una Borsa merci, che tuttavia è regolata da pochi grandi intermediari, e che quindi mostra un andamento molto più volatile di uno strumento finanziario, oltre al fatto che una sua eventuale vendita deve passare necessariamente da questi intermediari. Altre informazioni necessarie per valutare la bontà dell’acquisto, ai fini della sua considerazione quale bene rifugio, sono i costi aggiuntivi da sommare al prezzo stabilito, quali l’IVA 22%, la commissione degli intermediari, ovvero il primo distributore (DeBeers ad esempio) e il soggetto che lo commercializza vendendolo al privato che arriva ad applicare una commissione anche del 10%. Ultimamente ci sono state grandi discussioni sul tema “diamante”, ovvero se sia corretto denominare il diamante strumento d’investimento, e sull’argomento è intervenuta la Consob per fermare un’attività di vendita con riacquisto dopo un periodo prefissato a prezzo stabilito, identificandola quale attività di sollecitazione del risparmio e come tale riservata ai soggetti autorizzati dal testo unico della finanza.
Per sancire questo principio le parti sono entrate in causa arrivando sino alla sentenza della Cassazione che nel 2014 ha stabilito la correttezza dell’interpretazione dell’Organo di vigilanza: vendere un diamante promettendo il riacquisto ad un prezzo maggiore è attività finanziaria di risparmio e quindi riservata a banche ed a società finanziarie autorizzate che devono proporre l’investimento corredato con il prospetto informativo e tutta la documentazione prevista a riguardo. Anche a seguito di questa sentenza alcuni intermediari si sono rivolti
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alle banche stringendo accordi per la vendita nelle filiali dei diamanti. Si tratta ovviamente di pietre ufficialmente valutate e corredate dell’indispensabile certificato di autenticità emesso da un istituto gemmologico riconosciuto a livello internazionale, ma anche con queste cautele la materia rimane controversa. Nel mese di giugno l’ANSA ha pubblicato la notizia di alcune perquisizioni avvenute da parte della Guardia di Finanza per la raccolta di documentazione nelle principali banche del Paese. Le attività di controllo erano atte a verificare
l’operatività con riguardo alla correttezza della documentazione consegnata al cliente e soprattutto al prezzo finale che in alcuni casi sembrerebbe essere molto superiore al valore di quotazione delle pietre. Evidentemente le commissioni applicate e l’IVA ha fatto lievitare talmente il prezzo da ritenere che una successiva vendita, che potrebbe essere eseguita unicamente attraverso la banca che ne gestisce la giacenza, comporterebbe per il risparmiatore una probabile perdita. Attendiamo lo sviluppo dei controlli ed i risultati cui porterà. Con riferimento ad un eventuale
futuro spread positivo dato dalla differenza da quanto pagato a quanto possa essere possibile realizzare con la vendita, bisogna valutare se alcune stime sulla produzione dei diamanti nei prossimi anni, che potrebbero diminuire per quantità ed aumentare il costo di estrazione, sono azzeccate. Se estrarre nuovi diamanti sarà più costoso e se i giacimenti tenderanno ad esaurirsi, è molto probabile che gli intermediari aumenteranno il prezzo di vendita dello stock presente e pertanto un’eventuale vendita potrebbe determinare uno spread positivo anche in presenza di rilevanti oneri aggiuntivi al prezzo di acquisto. Nonostante queste premesse, i diamanti mantengono alcune caratteristiche d’indubbio interesse, ovvero la facilità di trasporto, la totale esenzione da tasse di successione, la concretezza del bene a fronte dell’investimento finanziario che rimane “virtuale” e, se effettuato in strumenti finanziari rischiosi o obbligazioni subordinate di certe banche, nel peggiore dei casi l’abbiamo visto dissolversi completamente. In conclusione, a proposito del voler considerare l’acquisto di diamanti un investimento, alla data attuale, il diamante pur affascinando per la sua brillantezza, presenta difficoltà da parte dei neofiti di accertarne il prezzo proposto, di acquistarlo al valore di mercato, pagando una ragionevole commissione agli intermediari. Viene valutato in un mercato definito da parte di pochi soggetti che possono modificare il prezzo; presenta delle quotazioni con alta volatilità, ed infine non è certo che a distanza di anni si possano recuperare le somme sborsate. Meglio regalarlo incastonato su un anello alla propria moglie, o alla propria fidanzata: tenendo presente che se regalato come pegno di fidanzamento, in considerazione della rilevanza del suo valore, la Cassazione ha stabilito che in caso di rottura della promessa deve essere restituito. I 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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Menù ispirati alla Mediterraneità Il ristorante “Il Canneto” è stato ristrutturato dallo studio Saporiti Italia Group e oggi accoglie gli ospiti in uno spazio rinnovato nel design, dai colori chiari, con tocchi accesi, le sedute verdi e gialle che
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richiamano i rigogliosi ulivi e che trasformano l’atmosfera della sala in un giardino mediterraneo. L’intero spazio, di giorno, è immerso in una suggestiva luce naturale, mentre, alla sera, ecco accendersi le speciali lampade a sospensione Empatia di Artemide, capaci di creare un ambiente soft, intimo e accogliente. La vista viene accompagnata da nuove proposte per il gusto, grazie all’introduzione di una speciale cooking live station in sala che vedrà protagonista lo chef D’Ambrosio e le sue creazioni, fortemente ispirate alla tradizione mediterranea e in connessione con l’omonima personale di Giorgio Melzi, un artista che ha scelto, con le sue opere contemporanee, di trasmettere allo spettatore un’idea originale dell’essenza della Mediterraneità. Originario di Napoli, Chef D’Ambrosio ha visto crescere il suo entusiasmo e dedizione per i prodotti d’eccellenza, una filosofia del gusto che l’ha portato a creare proposte legate alla tradizione partenopea con un tocco internazionale. Se in mattinata la cooking live station sarà parte integrante del buffet delle colazioni, ogni sera dalle 19:00 alle 22:30, verranno preparati piatti a base di pasta fresca ripiena, confezionata, cotta e servita al momento. I clienti potranno scegliere tra accostamenti creati ad hoc dallo Chef, che mirano sempre ad esaltare la qualità dei prodotti della cucina italiana seguendone la stagionalità. Tra le proposte già in carta: Ravioli allo zafferano di San Gimignano con Chianina, porcino e pecorino Toscano, Tortelli con cime rape, cozze e briciole di tarallo e Raviolo con ricotta, melanzane e pomodoro secco. Questo speciale spazio è stato rinominato Oilloco, in dialetto campano “Ecco a
voi, questo siamo noi!”, e mira a presentare agli ospiti l’essenza della cucina de Il Canneto: semplice e genuina ma allo stesso tempo creativa e di eccellenza.
Spa bio ed eco-friendly Fedele alla sua filosofia, offrire un binomio di relax e benessere, L’hotel vanta anche un’ altra chicca: la Shine Spa, 800mq di ambienti con 5 sale trattamenti, sauna, bagno turco, piscina, palestra ed aree relax, un tour di salute e benessere che spazia dalle Alpi alle isole. Una filosofia bio ed eco-friendly tutta italiana, improntata all’utilizzo di prodotti nostrani di alta qualità certificati bio (Dolomitic Water, Zuma profumi, Carthusia profumi di Capri), accuratamente scelti, in un’ottica anche di un ritorno etico e sociale. A questo si aggiungono trattamenti a base di oli essenziali di piante medicinali della macchia mediterranea e fragranze floreali, prodotte artigianalmente dalle più antiche e rinomate aziende profumiere di Capri e della Sicilia. Un mix armonico, per una bio ed eco-friendly spa che rende ancora più unica l’offerta dello Sheraton Milan Malpensa, con trattamenti di salute e bellezza esclusivi. Cristina Chiarotti
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S.H.G. Hotel Antonella L’hotel, appartenente a Salute Hospitality Group, società di gestione alberghiera in continua espansione, vanta grandi spazi e servizi mice impeccabili
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Situato a Pomezia, a pochi chilometri di distanza da Roma, l’Hotel Antonella è la soluzione ideale per chi desidera essere vicino alla Capitale ma sostare in una zona limitrofa più tranquilla e più vicina agli scali aeroportuali. L’hotel, che dispone di 133 camere, è infatti l’albergo ideale sia per chi soggiorna per lavoro, sia per chi vuole visitare la Città, grazie alla vicinanza agli aeroporti di Fiumicino e di Ciampino. L’albergo è inoltre collegato con comode navette alla stazione ferroviaria di Pomezia. Accoglienza, eleganza e tranquillità distinguono lo stile dell’Hotel Antonella e lo rendono la scelta perfetta per l’organizzazione di conferenze, eventi, workshop e ricevimenti.
Location versatile e grandi spazi Una conferenza, un meeting aziendale o un corso di formazione potranno essere organizzati nella struttura con l’aiuto di un personale altamente qualificato. Lo staff offrirà tutte le attenzioni necessarie per l’ottimale svolgimento dell’evento, all’interno di un ambiente elegante, per-
fettamente in linea con lo stile dell’hotel. Le sale potranno essere disposte a platea, ospitando fino a 800 persone, a “banchi scuola” fino a 350 persone o a ferro di cavallo, per 150 persone. L’albergo propone anche un’interessante offerta gastronomica con menu stagionali per gustare l’ottima cucina romana e italiana. Il menu del mese è una divertente iniziativa presentata con un concept visivo di appeal. Speciali “Menu Gusto” sono sempre presenti per dare la possibilità agli ospiti di intraprendere un percorso enogastronomico tra tradizione e innovazione. Per esigenze particolari o gruppi, è possibile richiedere menu a tema personalizzati o scegliere arredi a tema per creare location ad hoc. Il ristorante si sviluppa in una Sala ristorante dove ordinare alla carta, 350 coperti, nella Sala Fiordaliso, 130 coperti, nella Sala Fiori, 250 coperti e nella Sala Margherita, 600 coperti. Tutte le sale sono dotate di audio in filodiffusione, videoproiettori dall’alto, palco per orchestra e pista da ballo. Per chi predilige un luogo più informale e tranquillo, ecco il Bar Lounge dell’Hotel dove degustare anche i piatti à la carte a prezzi particolarmente favorevoli.
S.H.G., strategie di ospitalità L’Hotel Antonella di Pomezia fa parte del S.H.G. (Salute Hospitality Group), una so-
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Il team del Salute Hospitality Group
cietà di gestione alberghiera giovane e in forte espansione, che si pone come mission quella di far coesistere la soddisfazione del cliente con la creazione di valore, senza trascurare la marginalità e l’efficienza gestionale. S.H.G., oggi con un portfolio di una decina di strutture in città strategicamente rilevanti sia per la clientela leisure sia per quella business per un totale di circa 1200 camere, coglie le opportunità offerte dal mercato, con l’obiettivo di creare aziende alberghiere efficienti. «La forza del nostro gruppo», spiega Federico Facchini, marketing manager di SHG, «consiste nel realizzare sinergie sul fronte organizzativo, gestionale e commerciale. In futuro prevediamo l’acquisizione di aziende alberghiere affini, per clientela e posizionamento, a quelle già in portafoglio. Il nostro obiettivo ultimo è di creare una relazione forte con il cliente, secondo una logica di one to one marketing: segmentare il mercato, identificarne i bisogni e interagire con il singolo ospite, arrivando a proporre un’offerta unica e differente rispetto ai competitor.”
Salute Hospitality Group - Hotel Il Gruppo conta ad oggi 10 strutture alberghiere diverse per posizione e caratteristiche strutturali ma strategiche sul territorio e in linea con criteri di ospitalità ai massimi standard. Sono, nel dettaglio: • Venezia - “Salute Palace” • Varese, Induno Olona - “Villa Porro Pirelli” • Vicenza - “Hotel de la Ville” • Varese, Somma Lombardo - “Grand Hotel Milano Malpensa” • Verona - “SHG Hotel Verona” • Verona - “SHG Hotel Catullo” • Roma - “SHG Hotel Portamaggiore” • Pomezia (RM) - “SHG Hotel Antonella” • Lago Maggiore, Belgirate - “SHG Hotel Villa Carlotta” • Bologna, Zola Predosa - “SHG Hotel Bologna” Infine, la recentissima operazione in Venezia-San Marco denominata “Ca’ di Dio”, destinata ad essere trasformata in Hotel a 5 Stelle Lusso. Il Gruppo conta ad oggi 10 strutture alberghiere in città strategicamente rilevanti sia per la clientela leisure sia per quella business, per un totale di circa 1200 camere. C.C.
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Grand Hotel Assisi Elegante ed immerso nella natura delle colline umbre, l’hotel propone un Centro Congressi moderno e una gastronomia ricercata
ratterizzata da esclusivi momenti di relax ed emozioni del tutto singolari.
Privacy e panorami suggestivi
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Situato in un incantevole luogo di pace, tra il verde degli ulivi delle colline circostanti, il Grand Hotel Assisi si colloca per dimensione e qualità ai vertici dell’ospitalità regionale umbra, offrendo una straordinaria atmosfera che solo ad Assisi è possibile trovare, dall’alto dei suoi 500 metri di altitudine. Qui, complici i profumi e i sapori di una terra unica, l’ospitalità trova la sua migliore formula, fatta di gusto e cortesia, di raffinatezza e di l’eleganza, unita all’attenzione per ogni più piccolo dettaglio. Impossibile rinunciare ad avere il privilegio di soggiornare in questo angolo di paradiso, dove natura, arte e cultura si combinano alla perfezione, e dove il viaggiatore leisure o business potrà vivere un’esperienza unica ca-
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La struttura propone 155 camere di varie tipologie, tutte confortevoli e dotate di climatizzazione autonoma, TV con digitale terrestre, mini-bar gratuito, telefono con linea esterna diretta, cassaforte digitale, connessione internet Wi-Fi, ecc.: quattro le tipologie disponibili, dalla Deluxe, un’ampia camera di circa 29mq con area salotto, vasca idromassaggio e terrazza privata, alla Superior e Classic, fino alla Family, ideale per 4 persone, tipologie diverse per un’unica filosofia di accoglienza all’insegna della privacy e tranquillità, con una meravigliosa vista sulla città o sulla montagna oppure sul giardino.
Location ideale per meeting ed eventi Moderno e funzionale il Centro Congressi, realizzato con lo scopo di offrire ampi spazi attrezzati per la convegnistica: dalle
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salette per riunioni esecutive o ad uso segreteria, alla sala meeting Leonardo per 30-60 persone, fino al versatile Auditorium, sala conferenze che può ospitare fino a 450 posti, con totale libertà di allestimenti in quanto modulabile e quindi facilmente adattabile ad ogni esigenza. Uno spazio espositivo di circa 300mq completa l’offerta congressuale. Alla logistica si affianca una proposta gastronomica personalizzata ed attenta alle esigenze della clientela. La cucina del Grand Hotel Assisi è stata infatti improntata ad una meticolosa ricerca dei piatti tipici regionali, per riscoprire il gusto degli antichi sapori: dalle paste rigorosamente fatte in casa, all’olio d’oliva di puro frantoio, fino ai gustosi tartufi dei quali la terra di San Francesco è ricca, per gustare lo squisito connubio tra succulente pietanze e pregiati vini delle colline umbre. Il Ristorante Giotto è dotato anche di un ampio patio che, durante la bella stagione, crea una tranquilla atmosfera, ideale per gustare i sapori locali immersi nella quiete del giardino. Inoltre, il Roof garden del Grand Hotel Assisi, arredato con gusto ed eleganza, può ospitare fino a 150 persone. A questo si aggiunge la prestigiosa sala banchetti, che può ospitare fino a 300 persone con patio e giardino offrendo soluzioni per ogni esigenza, con raffinati servizi al tavolo o ricchi buffet presentati negli eleganti spazi.
Armonia e relax tra le colline umbre
doccia solare e speciali trattamenti estetici e massaggi, per un viaggio nel mondo dei sensi coccolati dalle mani qualificate di esperti operatori. La SPA & Centro Benessere situata all’interno del Grand Hotel Assisi offre l’eccellenza e la qualità di numerosi trattamenti per il corpo, grazie alla collaborazione di uno staff qualificato ed esperto: tra questi, idromassaggio, trattamenti viso, trattamenti corpo, massaggi e particolari impacchi nel lettino Nuvola, docce emozionali e bagno turco. Qui gli ospiti possono rilassarsi e trascorre un soggiorno all’insegna di ritmi meno cittadini e più legati allo splendido paesaggio circostante, per ritrovare una nuova vitalità e un benessere completo di anima e corpo. Cristina Chiarotti
Per non rinunciare ad un momento di benessere, il Grand Hotel Assisi non manca di una piscina interna riscaldata e di una Spa con un rilassante percorso benessere,
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Lido Palace - Riva Del Garda Una storia bellissima tra passato e presente che ha ripreso vista dopo 111 anni te, la ricca e solida borghesia alla quale il nuovo spirito della Belle Epoque, aveva permesso di esibire se non quarti di nobiltà, denaro e intraprendenza. E non è un caso che proprio nei Saloni del Lido, nella notte di san Silvestro del 1899, allo scoccare della mezzanotte, si desse il benvenuto al 1900. C’era stato un vivace passa-parola e veniva facile raggiungere questa salubre località, partendo da Parigi con l’Orient Express, facendo scalo a Vienna e quindi continuando il viaggio a sud, verso il Garda.
Il Lido Palace oggi
S Da sin. Gabriele Galieni (anche in alto a destra) e Paolo Pederzolli
Stampe e foto d’epoca parlano chiaro: Riva del Garda è sempre stata una delle destinazioni più amate dalla Corte asburgica e dagli intellettuali mitteleuropei, vuoi per motivi storici – il Lago di Garda è sempre stato considerato il giardino di casa dagli Imperiali – vuoi per la bellezza del paesaggio e il clima mediterraneo. Non poteva mancare una residenza adeguata ai viaggiatori che affrontavano il Grand Tour e, sicuramente, il Lido Palace – come si indovina in un’immagine d’epoca che lo riprende dall’attuale Via Carducci – era il più importante, una bella costruzione di quattro piani, circondata dal verde, da aiuole e fontane.
La belle Epoque Sempre una stampa d’epoca ci permette di osservare la silhouette di un piroscafo a vapore attraccato quasi davanti alla facciata dell’Hotel, rivolta verso il lago e il paesaggio. Qui soggiornavano aristocratici e famiglie della nuova classe emergen-
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Di tanta bellezza fino ai tempi recenti era rimasto poco, le due guerre mondiali avevano lasciato pesanti conseguenze economiche, fiaccato la voglia di imprenditori di investire nel turismo, interrotto abitudini consolidate di presenze straniere, trasformato la vocazione di un territorio, più conosciuto ormai per soggiorni di salute che per piacevole turismo. Il destino del Lido Palace, degradato da
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anni di incuria, cambia nel giugno del 2011, quando un gruppo di imprenditori, di cui è ancora oggi presidente Paolo Pederzolli, rileva da una società controllata dal Comune e dalla Provincia di Trento il 49% delle quote pubbliche. La lungimiranza di Paolo Pederzolli ha ancora una volta trovato terreno fertile su cui costruire un progetto innovativo. A distanza di 101 anni, una completa ristrutturazione, durata due anni, ha valorizzato tutto l’esistente storico in stile Liberty, dimostrando che, quando pubblico e privato si incontrano per una buona causa, il risultato è formidabile. Il Lido Palace, primo Cinque stelle Lusso che fa parte di The Leading Hotels of the World, è diretto da Gabriele Galieni, general manager chiamato dal Presidente a condividere il grande progetto di rilancio e a dirigere anche l’altra perla della società, Hotel Du Lac et Du Parc Grand Resort, sottoposto anch’esso a un importante restyling firmato dall’architetto Alberto Cecchetto (iniziato nel 2015 che finirà con una riorganizzazione armonica degli spazi e soprattutto dell’acqua e del verde). Il Lido Palace nel frattempo ha stretto i tempi dettati dal business plan ed ha registrato in anticipo il pareggio di bilancio. Lo ha fatto senza perdere di vista l’alta qualità erogata, posizionandosi nella Top Ten dei migliori 5 stelle Italiani e raggiungendo il podio nella misurazione della The Leading Hotels of the World. Questo è stato possibile gra-
zie alla professionalità di tutto lo staff sia in termini di efficienza che di cordialità.
Le Camere Il Lido Palace offre in tutto 42 camere: 30 doppie e Deluxe con una superficie di 35/45 mq e letto King Size, dispongono di scrittoio e cabina armadio in solido wengè; 6 Junior Suite di circa 55 mq con vista lago e salotto. Nella stanza da bagno doccia e vasca da bagno sono separate; 4 Executive Junior Suite con letto King Size di circa 60 mq con vista sul lago e sulle
L’AREA MEETING Benché il Lido Palace abbia un’architettura vocata al leisure, dispone di tre sale meeting che in caso di Meeting Board, incentive, presentazioni di prodotti di marchi di lusso completano l’offerta globale. Sala Albola: è la più piccola delle sale meeting, misura 28 mq e si affaccia sul parco per due lati. Ideale per un allestimento ad aula, riesce ad ospitare piccole riunioni di lavoro con un massimo di 8-10 partecipanti. Sala Adige: di 65 mq, ospita fino a 60 persone con una disposizione a platea. È presente un tavolo relatori, un impianto audio, uno schermo ed un sistema di videoproiezione che la rende ideale per presentazioni. Sala Sarca: dotata di un lungo tavolo di forma ovale ed ampia 47 mq, è ideale per incontri di 10-12 persone. Dispone di videoproiettore e schermo.
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CXI SPA La Centoundici Spa rappresenta in pieno il new deal del Lido Palace. Dispone di 1.500 mq ed è pensata per essere all’avanguardia: basti citare il trattamento all’uva bianca di CXI, quello al siero di Vipera Templare, i brand Super Prestige di Skinceutical e Niance.La CXI Medical Beauty completa un perc,orso di benessere e bellezza che utilizza in sinergia i prodotti cosmeceutici di altissima gamma ed i più nobili prodotti biologici. Il dialogo tra ingredienti pregiati e selezionati tra le migliori proposte internazionali unitamente ai trattamenti anti-aging ristabiliscono l’equilibrio interiore ed esteriore. Hic et Nunc, il Lusso, la Bellezza, la Natura, qui ed ora.
“Italiano”. L’opera dell’Archistar Alberto Cecchetto riscuote consensi che vanno ben oltre i confini nazionali.
La cucina del Lido Palace montagne circostanti. Ogni camera dispone di un salotto con divano e poltrona. Nella stanza da bagno doccia e vasca sono separate; 2 Suite, la Baldo e l’Apponale, di circa 120 mq e con letto King Size da 220 cm, sono situate nell’ultimo piano, fronte lago. Dispongono di salotto con tavolo da pranzo e angolo bar. Ognuna ha due stanze da bagno completamente accessoriate, la vasca da bagno con vista sul lago ed una terrazza dal panorama mozzafiato. Tutte le camere del Lido Palace mettono a disposizione le ultime tecnologie di controllo climatico, TV satellitare, connessione Wi-fi gratuita e minibar. Le stanze da bagno in Corian dispongono di vasca da bagno, pavimento in resina riscaldato e specchio antivapore. Gli ampi rivestimenti in Cor-ten nelle aree pubbliche coniugano in maniera armoniosa il grande patrimonio storico del Palazzo con un concetto di design moderno e soprattutto
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Diretta da Giuseppe Sestito, Executive Chef stellato Michelin di esperienza internazionale, la cucina del Lido Palace vuole dimostrare come la freschezza degli ingredienti elaborati dal talento di mani esperte sappiano sorprendere per la loro semplice unicità. Al Tremani Bistrot l’ospite può lasciarsi cullare dalla straordinaria vista panoramica sul lago, e dal profilo dei monti che svettano nel cielo, dominando il paese di Riva del Garda. È il luogo ideale per gustare a colazione un’ampia selezione di piatti leggeri e saporiti, preparati con i migliori ingredienti mediterranei. Al Ristorante Il Re della Busa, una terrazza allungata come la prua di una nave, protesa verso il lago, la sera é illuminata a lume di candela. Un ristorante elegante e raffinato dove Giuseppe Sestito e il suo team sa impressionare gli ospiti con una cucina a base di pesce di lago e di mare: Il Re della Busa è aperto tutte le sere. Luciana Sidari
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The Westin Palace, Milano Un’offerta gastronomica all’insegna del benessere, da gustare negli ambienti raffinati di una location dalle mille sorprese
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The Westin Palace Milano è il punto di riferimento dell’hotellerie di lusso a Milano, dove un eccellente servizio e la posizione strategica, ottima per raggiungere i punti di interesse della città e la stazione centrale di Milano, offrono agli ospiti un’esperienza di soggiorno unica e indimenticabile. Tradizionalmente conosciuto come una delle location preferite dall’alta società per organizzare eventi e feste private, rappresenta un luogo d’incontro elegante e sofisticato sia per i viaggiatori internazionali che locali.
La location perfetta per ogni occasione The Westin Palace Milan è infatti una location prestigiosa per l’organizzazione di eventi aziendali e privati di diversa natura, da piccole riunioni a grandi feste e congressi: le 14 sale modulari possono ospitare fino a 400 persone e tutti gli spazi sono attrezzati con tecnologia di ultima generazione, internet WIFI e ad alta velocità. Con la bella stagione, sono particolarmente apprezzati gli spazi all’aperto, come le due splendide terrazze, la Ivory Terrace al primo piano, con cascate di gel-
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somini in fiore e un rigoglioso giardino pensile, e la Roof Terrace, al settimo e ultimo piano, in cui la vista mozzafiato diventa la scenografia più spettacolare. Per quanto riguarda l’offerta gastronomica, la filosofia del brand privilegia il benessere a tavola: il ristorante PanEVO offre una cucina mediterranea curata dallo Chef Augusto Tombolato (foto a destra), garanzia di un’esperienza culinaria delicata e sorprendente. Selezionando personalmente gli ingredienti, lo Chef Augusto preferisce disegnare il menù di giorno in giorno, proponendo piatti sem-
pre freschi e di qualità. È per questo che il ristorante PanEVO con il suo ambiente intimo e familiare, si conferma perfetto per una prima colazione a buffet o per una cena intima con menu alla carta, anche quando, solo durante la stagione estiva, apre la sua incantevole terrazza privata l’Ivory Terrace. Per una piacevole sosta brunch, ma non solo, è The Lounge Bar a fare da protagonista, oggi ampliato e rinnovato con una ristrutturazione degli spazi, una location perfetta per tutti i giorni – dalla colazione veloce all’italiana alla cena informale passando per il Combo Lunch, un pasto completo garantito in soli 15 minuti. Durante il weekend, invece, è sempre un appuntamento da non mancare il Sunday Brunch, perfetto per rilassarsi in compagnia di amici o parenti con una formula variegata, ricca ma salutare e che include piatti vegetariani e scelte SuperfoodsRX. C.C.
EVENTI IN HOTEL
Fantasie gastronomiche al tramonto All’Hotel Scala di Milano, una raffinata soireé con vista per congedare l’estate e inaugurare una nuova stagione all’insegna della grande ospitalità e della bonne cuisine
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“Fantasie gastronomiche al tramonto”. È con questo accattivante claim che, lo scorso 27 settembre, la Sky Terrace Bar dell’Hotel Scala di Milano si è resa protagonista di un evento glam nel cuore cittadino. Gli ospiti - un parterre di albergatori e general manager di hotel milanesi di alta gamma, accompagnati da alcuni top client – sono stati accolti dai padroni di casa, Vittorio Modena e signora, e dal direttore Diego Brachetti. A tutti i presenti è stato fatto dono di un gradito cadeau: una graziosa violetta coltivata nell’ortogiardino di casa per le signore, e una elegante power-bank griffata HMS per i signori. Dopo il welcome, gli ospiti sono stati invitati a un ricco aperitivo nel lounge bar con, in sottofondo, le delicate note di un pianoforte. Successivamente, la soi-
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reé si è trasferita sulla terrazza panoramica, dove si trova anche la chicca dell’hotel, l’orto-giardino, da cui si può ammirare lo skyline più suggestivo di Milano. Qui è stata servita una raffinata cena in stile “rinascimentale” accompagnata dalle note di un’arpa suonata dal vivo. Eccellente il menu, ricco di sapori italiani, a cominciare dall’antipasto, una tartare di salmone, mele, pesche nettarine ed emulsione ai lamponi. La cena è proseguita con un tris di primi: risotto Carnaroli Riserva del Parco del Ticino con funghi porcini testa nera trifolati e mirtilli; Lasagnetta di pasta all’uovo con spinacini novelli, crescenza DOP Cascina Cirenaica con pinoli e Gnocchetti sardi all’emulsione di barbabietola olive taggiasche e capperi di Pantelleria. Come seconda portata, è stato servito, invece, uno Spada alla plancia con finocchi abbrustoliti, riduzione di arancia e pesto di aneto. Successivamente, un tocco di freschezza con il sorbetto al limone e menta coltivata nell’orto di
EVENTI IN HOTEL
casa, per poi passare a un ottimo filetto di fassona in crosta, tagliato a vista e servito con caponata di verdure e riduzione di marsala. Delizioso, infine, il dessert: un delicatissimo soffiato al cioccolato, nocciole piemontesi e salsa alle fragole. La serata è stata offerta dall’Hotel Milano Scala con l’aiuto di Iniziative Venete Group rappresentata dal proprietario Roberto De Zorzi, e da Amoretti Spa, nella persona del titolare Icilio Amoretti accompagnato, per l’occasione, dal responsabile commerciale Giuliano Martini. Due aziende che appartengono entrambe alla migliore imprenditorialità Made in Italy. Iniziative Venete Group è oggi una realtà leader nel settore dell’outsourcing alberghiero. Presente in diversi paesi dell’Unione europea ed extraeuropei, è partner delle principali catene alberghiere internazionali. È stata tra le prime aziende in Italia ad interpretare l’innovazione dell’esternalizzazione dei servizi. Negli anni ha perfezionato un sistema di gestione basato sulla professionalità e sulla competenza dei propri collaboratori, con l’adozione delle più innovative tecnologie. Da sempre Iniziative Venete è anche una concreta opportunità di integrazione ed inserimento lavorativo per i propri dipendenti. Di recente la società ha siglato un accordo con l’azienda greca Alter Ego, dando vita alla Partner Hotel, una realtà di outsourcing rivolta al comparto alberghiero ellenico. Brand leader nella selezione e fornitura di specialità alimentari per alberghi e ristoranti, la Amoretti S.p.A. vanta ben 70 anni d’esperienza nel settore distribuzione, ma la sua storia affonda le radici nel lontano1800, quando la famiglia Amoretti, nel cuore della food valley italiana, iniziava la sua attività di produzione e commercio di salumi. Sin da allora Amoretti è si-
nonimo di prodotti di qualità, attenzione alle esigenze della clientela, continua ricerca e sapiente personalizzazione delle proprie proposte alimentari. P.T.
L’ORTO SUL TETTO CON VISTA Indirizzo di charme della Milano più di tendenza, nel cuore del quartiere artistico di Brera, l’Hotel Milano Scala figura “tra i quattro motivi per visitare Milano” nella prestigiosa guida turistica del New York Times. Il boutique hotel coniuga perfettamente antico e moderno: si trova all’interno di un elegante palazzo ottocentesco con ambienti di design che si prestano molto bene a fare da cornice a eventi glam e kermesse internazionali. Lo stile dell’albergo è eco-chic, pensato per il viaggiatore contemporaneo evoluto che, insieme al comfort e all’experience, è attento anche all’aspetto dell’ambiente. Ed è proprio nell’orto-giardino ambientato sulla Sky Terrace Bar, una delle terrazze panoramiche di Milano più suggestive, che si esprime al massimo la filosofia green dell’Hotel. Da questa privilegiata postazione si possono ammirare il Duomo, il Castello Sforzesco e il nuovo skyline di Porta Nuova fino alle Alpi. La location è il contesto giusto e originale per eventi trendy, cocktail, finger food dove protagonisti sono i prodotti freschi di stagione dell’orto di casa. La Sky Terrace è prenotabile anche per eventi aziendali e privati.
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TOP MICE DESTINATION
Lisbona
meta sempre più appealing per meeting ed eventi Secondo le ultime stime ICCA la capitale portoghese si posiziona al nono posto della classifica mondiale (ottava città in Europa) delle top mice destination mondiali. Grazie a un mix unico di alta ospitalità, bellezza, arte, natura e buon cibo
✒Maria Elisa Avignone chieste per eventi aziendali di alto profilo, davanti a città come Copenhagen, Roma, Hong Kong, Stoccolma, Praga e Pechino, mentre in Europa, Lisbona si collo-
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Oggi tra le destinazioni più appealing per congressi e meeting di livello, spicca Lisbona. Non a caso, l’ultimo report dell’Associazione ICCA (International Congress & Convention), piazza la capitale del Portogallo al nono posto delle capitali più ri-
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TOP MICE DESTINATION
ca addirittura all’ottavo posto. Un risultato che è il frutto di uno sforzo congiunto, di un ottimo lavoro di squadra, e che rivela una regia esperta nella valorizzazione e promozione delle risorse della destinazione. A fare della città una meta privilegiata per il turismo business è la straordinaria offerta turistica, differenziata e di qualità, sia a livello di infrastrutture, che di servizi e di experience fruibili su tutto il territorio. Last but non least, da considerare anche l’ottimo rapporto qualità prezzo che rende Lisbona un competitor agguerrito sul mercato, insieme alla facile accessibilità, altro punto di forza non trascurabile: la capitale è raggiungibile agevolmente da tutto il mondo: l’aeroporto si
trova in città ed è provvisto di accesso diretto alla metropolitana.
Un’emozione dietro ogni angolo C’è qualcosa di magico nella città di Lisbona. Di irresistibilmente vitale. Un cuore che batte nelle pietre dei marciapiedi, nelle acque del fiume e del mare, nei chilometri di sabbie dorate, nella luce bianca che inonda gli edifici. Ma, soprattutto, nelle persone che la abitano: gente cordiale e che sa come far sentire a proprio agio i forestieri. Basta percorrere lentamente la città e se ne possono assaporare tutte le mille sfumature. A partire dai monumenti artistici, e dalla natura ricca e invitante anche nei dintorni: la Riserva
I tetti dell’Alfama. Credit: Barbara Ainis
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TOP MICE DESTINATION Cascais, Estoril e Guincho Località vivace e cosmopolita, Cascais rifulge ancora oggi del suo antico fascino aristocratico. La sua caratteristica più attraente sono le belle spiagge: si può scegliere tra quelle situate nella riparata baia cittadina o quelle un po’ più distanti, nella zona del Guincho, inserite nel Parco Naturale Sintra-Cascais, che offrono condizioni ottimali per praticare il surf e il windsurf. Da visitare la suggestiva Boca do Inferno, con le sue rupi scoscese e caverne, dove si è soverchiati dalla forza del mare. Vicino a Cascais, si trova Estoril, altra destinazione glam e vivace, famosa per il Casino, l’elegante spiaggia, le stazioni termali, i campi da golf e gli alberghi di lusso.
Un tram aspetta i turisti davanti all'arco sulla Rua Augusta. Credit: Barbara Ainis
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Naturale dell’Istuario Tejo, la più grande del Portogallo e una delle più importanti d’Europa, custodisce un’inconsueta varietà di specie tra pesci, crostacei e, in particolare, uccelli che, qui, fanno tappa durante i loro viaggi migratori, attirando, ogni anno, numerosi appassionati di birdwatching. Da vedere, inoltre, le paludi di Tejo lezíria, un complesso impressionante di aree umide, creato per proteggere questa porzione di territorio dalle maree, e Alcochete, la città del sale, alimento che per anni ha rappresentato l’oro bianco della regione. Ogni quartiere della capitale ha davvero la sua anima, la sua storia, la sua personalità che non è mai statica ma si evolve di continuo, in un dialogo vivace tra passato e presente. Certo, il modo migliore per scoprire la città è percorrerla a piedi, lentamente, soffermandosi in ogni suo angolo, ma si può anche scegliere di attraversarla a bordo dello storico tram 28. Se si vuole cogliere lo spirito del glorioso passato letterario di Lisbona, bisogna visitare, innanzitutto, il quartiere Chiado, con l’emozionante spettacolo del fado, le piccole librerie e le sue vetrine eleganti. Qui è bello passeggiare – chi vuole può fare anche shopping (la zona brulica di
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negozi grandi firme e botteghe artigiane) –, ma è bello anche concedersi una pausa relax in uno dei tanti caffè dell’elegante Rossio o della Baixa pombalina, il quartiere simbolo della rinascita di Lisbona. Per gli amanti della tradizione, l’Alfama – che fa parte dei quartieri arabi insieme alla Mouraria e alla Graça – regalerà emozioni uniche, con i suoi scorci pittoreschi e romantici: come resistere al fascino dei panni stesi al vento, tra i tetti che si affacciano sul fiume Tago? I golosi non potranno mancare una visita al quartiere di Belém, grazioso quartiere ad ovest del centro di Lisbona ricco di attrattive turistiche tra monumenti storici, musei e parchi, lungo il suggestivo estuario del Tago e famoso anche per la sua vena dolce: il suo marchio di fabbrica è proprio la piccola pasticceria. Nel quartiere si trova anche il monastero dos Jerónimos che, insieme alla Torre di Belém (entrambi in stile manuelino e patrimonio Unesco) e al Museo alle scoperte, rappresenta una celebrazione del periodo storico più importante della nazione portoghese e costituisce una delle più importanti attrazioni turistiche di Lisbona. Senza contare che il Centro Culturale di Belém offre tutto l’anno un ricco calendario di mostre e manifestazioni culturali.
Tra movida e modernità Per i “tiratardi, il regno della movida è, senza dubbio, il vivace Barrio Alto, ricco di locali, gallerie d’arte, ristoranti bar all’aperto, caffetterie. Da qui si può scendere con la funicolare Bica in Pink Street a Cais do Sodré, altro luogo culto della movida, insieme a Santos, famoso per i locali notturni e le discoteche. Per vedere la Lisbona moderna, bisogna, invece, recarsi in Piazza Marquês de Pombal, situata vicino al Parco Eduardo VII, alla fine dell’Avenida da Liberdade. Qui si erge il monumento al Marchese di Pombal, governatore di Lisbona dal 1750 al 1777, insieme a un leone, classico simbolo del potere, e si trovano gli edifici più rappresentativi del cuore economico della città ma anche gli alberghi più importanti. La zona è perfetta per soggiorni leisure e business: è tranquilla e ben servita dai mezzi di trasporto. Vale la pena fare anche una passeggiata nell’Avenida da Liberdade de La Baixa e nel Parque
TOP MICE DESTINATION
A 25 chilometri da Lisbona... Sintra Pittoresca cittadina portoghese tra le colline di pini della Serra, Sintra è un’oasi felice, specie d’estate, grazie alla freschezza del suo clima. Non a caso l’aristocrazia di un tempo soleva trascorrere in questa località i periodi di vacanza e relax. Qui si trovano splendidi palazzi, giardini decorativi e residenze stravaganti. Da vedere il Palazzo Comunale, il Palazzo Pena, monumento simbolo del Romanticismo del XIX secolo e il Castello dei Mori che, tra le sue imponenti mura, racconta delle battaglie dei tempi passati. Altro luogo suggestivo da visitare è Cape Roca, il punto più occidentale del continente Europeo.
Eduardo VII, il parco più grande di Lisbona, dove si trova il giardino botanico di Estufa Fria. Il cuore moderno della città pulsa anche nel Parco delle Nazioni, che si estende lungo il lato nord-orientale dell’estuario del Tago. Il quartiere è stato rimodernato a partire da una desolata landa industriale creata per Expo ’98 e da allora è stato trasformato nel centro del Portogallo imprenditoriale.
Navigando lungo il fiume Il fiume Tago (Tejo in portoghese) è uno dei tratti più suggestivi di Lisbona. Mentre se ne percorre la lunga sponda, si avverte il suo stretto legame con la città. Lisbona è l’unica capitale europea ad avere sia un fiume che un porto sull’oceano: il Tago nasce in Spagna e sfocia nell’Atlantico dopo oltre 800 chilometri. I suoi riflessi dorati gli sono valsi l’appellativo di “mare di paglia”. Un’idea post congress emozionante è senz’altro la crociera sul Tejo. Si parte da Plaza del Comercio e si possono scegliere diversi itinerari: si può visitare la città, oppure fare un’escursione naturalistica nei dintorni dell’estuario del Tejo. Ma si può anche decidere di percorrere il lungofiume a piedi o in bicicletta. I
La vista sul fiume dal Lisboa Congress Center, nel quartiere di Bele m. Credit: Barbara Ainis
Una città da girare anche di notte, tra scenari incantevoli e spettacoli di fado. Credit: Barbara Ainis
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COLAZIONE CON VISTA
Quando il buongiorno
si vede dal mattino
Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino allora meglio iniziare alla grande, magari con una buona colazione e una vista mozzafiato. Avremo una marcia in più per affrontare la giornata soprattutto se ci troviamo fuori casa per lavoro, ma anche per diletto
✒Tiziana Conte
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La bellezza di un paesaggio riempie il cuore, ci regala gioia di vivere e stimola la creatività, così come una bella e sana colazione è in gado di soddisfare la vista e soprattutto il palato donandoci la giusta energia. Prima di prenotare un albergo, quindi, il consiglio è di informarsi su questi due importanti aspetti magari consultando qualche motore di ricerca e verificare leggendo le recensioni. Noi ne abbiamo selezionati alcuni che sicuramente non deluderanno le vostre aspettative. In Alta Pusteria, all’imbocco della Val Fiscalina, sotto lo sguardo imponente delle Dolomiti di Sesto, il Bad Moos Dolomites
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Spa Resort, perfettamente inserito nell’ambiente naturale circostante, già all’arrivo sorprende gli ospiti con la vista dalle sue grandi vetrate che danno la sensazione di essere un tutt’uno con le maestose montagne che lo circondano. La ricca e genuina colazione si potrà consumare gustandosi il panorama dalla propria camera con balcone o da una delle esclusive suite mansardate, situate al quarto piano, che in 50 mq hanno anche caminetto e bagno con vasca idromassaggio. La vista mozzafiato sulle Dolomiti e sulla Val Fiscalina sarà il modo migliore per iniziare la giornata. Se si chiudono gli occhi e si
COLAZIONE CON VISTA
inspira a fondo, non si può non sentirne giovamento. Il viaggio culinario al Bad Moos inizia con la prima colazione e con un pieghevole dove si riportano le previsioni meteorologiche previste per la giornata, servizio non indifferente per un turista in vacanza in montagna; le news legate al periodo di villeggiatura, la ricetta del giorno e infine il trattamento del giorno nella SPA. Il buffet, posto al centro della sala, è curatissimo e ricco: la colazione “all’italiana” contempla marmellate artigianali al miele, muesli ai cereali, yogurt fatto in casa, burro fresco, succhi, centrifughe e spremute preparate al momento; croissant caldi, biscotti e torte fatte in casa. (www.badmoos.it). Il Wellnessresort Alpenschlössl & Linderhof di Cadipietra (BZ) direttamente sulle piste degli impianti di risalita del Klausberg, dispone di ben 32 suites nella Spa Lodge, con vista della Valle Aurina, individuali ed esclusive poiché ogni camera rispecchia una
personalità: la suite romantica, con caminetto, vasca per due e un raffinato letto circolare posizionato al centro della stanza e orientato verso la vetrata panoramica; la bio-suite completamente realizzata in legno e materiali naturali, contraddistinta dalle tinte del marrone e del verde; la suite vital, luminosa e colorata; la suite lifestyle, elegante e raffinata. Chi c’è stato lo definisce “wellnessresort gourmet”, basti pensare che il resort riceve ogni anno il prestigioso riconoscimento della guida gastronomica Gault Millau per l’arte culinaria e l’atmosfera particolarmente piacevole. Merito del talento degli chef Günther e Christoph, dell’eccezionale qualità dei prodotti selezionati attentamente e del servizio impeccabile con colazione abbondante e su misura in grado di accontentare vegetariani, vegani, e studiata per allergie al glutine e intolleranze alimentari. Tra i prodotti freschi di stagione e di provenienza locale e certa troviamo ad esempio le marmellate, composte di frutta e mostarde di Alpe Pragas prodotte nella valle di Braies; mentre da Fiè dello Sciliar arriva il caffè tostato del maestro torrefattore Caroma, che sostiene tra l’altro l’economia ecologica ed equo solidale, il pane e i prodotti da forno del vicino panificio, l’acqua Plose di Bressanone. Latticini e formaggi biologici freschi e stagionati artigianali, di pecora e mucca, provengono da numerose realtà locali. (www.wellnessresort.it). A Villa Eden Leading Park Retreat (www.villaeden.com) nella zona residenziale alta di
In apertura, Bad Moos Dolomites Spa Resort. Qui sopra, Villa Eden Leading Park Retreat
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COLAZIONE CON VISTA
Excelsior Dolomites Life Resort. In basso, Hotel The Penz di Innsbruck
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Merano (BZ), la colazione è servita durante la bella stagione sulla meravigliosa terrazza che si affaccia sul giardino con piscina e regala la vista della sottostante vallata e delle maestose vette che la circondano. Lo stesso panorama si gode dalla sala coperta, durante il resto dell’anno. Assecondando la filosofia dell’hotel, improntata sul benessere, anche la prima colazione è ricca di prodotti salutari come estratti e succhi di frutta naturali, muesli, dolci fatti in casa, yogurt, frutta fresca e tisane rigeneranti. L’Excelsior Dolomites Life Resort, quattro stelle superior a San Vigilio di Marebbe (BZ) (www.myexcelsior.com), propone cola-
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zioni luculliane, dolci e salate, con prodotti fatti in hotel: pane, torte, croissant; spremute e centrifughe fresche, il tutto servito sia all’aperto che nella sala panoramica dalle ampie vetrate con la spettacolare vista delle più scenografiche montagne italiane: le Dolomiti. Qui si è scelto di far entrare ovunque lo spettacolo di questi monti leggendari. Se quindi al risveglio preferite fare colazione nel silenzio assoluto, potrete gustarvela godendovi lo spettacolo della natura dalle vetrate di una delle 49 camere dagli spazi ampi e luminosi in pietra e legno dal design contemporaneo. La vacanza, secondo l’Excelsior Dolomites Life Resort è respirare la forza della montagna e portarsene a casa il più possibile.
Abbracciati dalle vette alpine Il ristorante 5th Floor dell’Hotel The Penz di Innsbruck apre la sala della colazione anche a tutti coloro che desiderano iniziare la giornata con la carica giusta per affrontare escursioni e discese sulle piste che circondano la capitale delle Alpi. Le maestose cime si possono ammirare già durante la colazione, che viene ser-
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vita nell’accogliente rooftop terrace al quinto piano dell’hotel. Dal lunedì al venerdì, dalle 6.30 alle 11 (nei weekend l’orario è dalle 7 alle 12), il ristorante propone una colazione sfiziosa, composta da tanti piatti tradizionali affiancati da proposte insolite e invitanti. Frutta di stagione ed esotica, muesli fatto in casa, formaggio, ma anche antipasti, patè, piatti a base di uova e molte altre delizie dolci e salate. Hotel di design firmato da Dominique Perrault, perfettamente integrato nel centro storico della città e vista sulla Nordkette, The Penz dispone di 92 camere, facciata con specchi e un‘esclusiva terrazza bar all’ultimo piano (www.thepenz.com).
Lo spettacolo del Lago di Garda Il Lido Palace di Riva del Garda (TN), 5 stelle che gode di una posizione favolosa sul lago, offre viste mozzafiato dalla sala colazione e dalle suite. Nato nel 1899 divenne leggendario. Situato a Riva (TN), uno degli scorci più poetici e suggestivi del Lago di Garda e buen retiro della famiglia reale dell’Impero Asburgico, dell’alta borghesia, di artisti e intellettuali come Thomas Mann, Franz Kafka e Friedrich Nietsche, l’hotel fu pervaso dall’atmosfera charmant della Bella Epoque. Il suo meraviglioso stile Liberty è stato ripristinato ed esaltato dal contrasto con metallo, resine e vetro. Nuovo è l’abito di alta sartoria confezionato su misura, dal taglio contemporaneo: 42 tra camere e suite con vista sul Lago e le montagne circostanti; due ristoranti “Tremani” e “Il Re della Busa”, entrambi contenuti nell’involucro a forma di prua della nave in corten, con ampie vetrate e magistralmente diretti dallo chef Stellato Giuseppe Sestito (www.lido-palace.it).
chi e dove vide la luce, da un amore adultero, il Duca Federico da Montefeltro, è possibile trascorre una vacanza che sa di nobiltà e Medioevo. Lo chef stella Michelin Walter Passeri prepara colazioni indimenticabili da gustare anche in una delle 12 stanze o nella suite della Torre, ammirando oltre al panorama anche i soffitti decorati, le travature in legno, gli archi in pietra, così come il mobilio, le stampe ed i dipinti che fanno bella mostra di sé nelle suite. Tradizione ed innovazione convivono all’interno di queste mura, così dalle ampie stanze da bagno è possibile ammirare lo spettacolo delle antiche valli dell’Umbria mentre ci si rilassa nella vasca idromassaggio sorseggiando un caffè o un tè. Il ricco buffet della colazione dolce e salata prevede torte e marmellate fatte in casa; yogurt al naturale, frutta secca, cereali, muesli, miele di Petroia, frutta sciroppata e frutta fresca, succhi di frutta ma anche selezioni di salumi umbri al taglio, formaggi IGP, pane, uova in varie preparazioni, verdure. Non manca l’angolo del tè e tisane.
Il Lido Palace di Riva del Garda. Sotto, Castello di Petroia
Tra pittoreschi paesaggi umbri Svegliarsi e sentirsi una principessa. È la sensazione che si prova pernottando al Castello di Petroia (www.petroia.it), maniero millenario tra Gubbio e Perugia, dove la suite nella torre regala la splendida vista sulla tenuta: valli, pascoli, terreni arati e boschi, paesaggi nitidi e luminosi che gli occhi attenti di Piero della Francesca e del Perugino vollero rendere immortali nelle loro tele. Nel Castello di Petroia, già dimora di feudatari, conti e du9-10 2017 www.mastermeeting.it
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COLAZIONE CON VISTA
Sopra, Palazzo Scanderbeg. Sotto, Hotel Capo d’Africa. A destra, Hotel Splendide Royal
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Il breakfast sui tetti di Roma La scelta della prima colazione, a Palazzo Scanderbeg nel cuore di Roma, è un’esperienza unica per gusti ed esigenze diversi. Oltre alle bevande calde, come the e caffè, diversi sono i prodotti e menù in linea con l’umore mattutino. Per rimanere leggeri “Be Light” propone frutta e verdure fresche, orzo con verdure fresche di stagione, cestino con prodotti del forno, yogurt bio e centrifuga di carota, sedano, mela e zenzero. Chi ha la stoffa del campione può ordinare “Be Champion” con selezione di salumi e formaggi, uova bollite, cestino con prodotti del forno sia dolci che salati, yogurt bio e spremuta d’arancia. Per una colazione da re “Be Scanderbeg” prevede salmone affumicato e prosecco, fragole, omelette, cestino con i prodotti freschi del forno sia dolci che salati, yogurt bio e spremuta d’arancia. La prima colazione viene preparata su richiesta e servita nella quiete
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della Morning Room con vista sui tetti di Roma. In alternativa può essere gustata nella privacy della propria residenza: qui un maggiordomo potrà servirla nell’orario desiderato. Il Palazzo si sviluppa su quattro piani in forme eclettiche cinquecentesche, che ospitano 11 esclusivi appartamenti, tutti diversi uno dall’altro per ampiezza e struttura, alcuni con moderne cucine private attrezzate e terrazze con vista sui tetti di Roma; tra questi le iconiche Suite Ambassador, Scanderbeg e Victory nonché l’Annex con ingresso privato dedicato. Servizi esclusivi, come il maggiordomo e lo “chef a domicilio” su richiesta rendono il soggiorno un’esperienza indimenticabile. Un’atmosfera unica per una dimora accogliente e finemente arredata, dove godere di servizi esclusivi personalizzati: la vera “casa lontano
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da casa” nel cuore di Roma. (www.palazzoscanderbeg.com). All’Hotel Capo d’Africa per la vista c’è solo l’imbarazzo della scelta: la prima colazione rigorosamente fatta in casa dallo chef Erio Ivaldi, si può gustare all’Attico Bistrot, nella sala interna o in una delle due terrazze, da un lato all’ombra della Basilica dei SS Quattro Coronati, quasi a toccarla con un dito, dall’altro ammirando il Colosseo. (www.hotelcapodafrica.com). L’elegante Crystal Lounge al 6° piano dell’Hotel Splendide Royal (www.splendideroyal. com) regala panorami sul centro storico e sulla Basilica di San Pietro, accogliendo gli ospiti con una colazione a buffet (dolce e salata) a base di prodotti freschi e a km0, come, per esempio, lo yogurt e la frutta di stagione o la pasticceria: torte, croissants, muffins realizzati dallo chef
patissier Sebastien Delandre. Lo stile sobrio e contemporaneo della Crystal Lounge trasforma questa sala nel posto in cui Roma si rispecchia in se stessa: qui vivono spazi di luce naturale ovunque, anche
Hotel Eden
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COLAZIONE CON VISTA
La magia del mare e degli antichi sapori A coloro che preferiscono la vista mare consigliamo l’Hotel Raito, a Vietri sul Mare, sulla costiera amalfitana. Lo chef Francesco Russo prepara ogni giorni tanti piatti gustosi, dal dolce al salato, per una vera prima colazione partenopea: qui il gusto, la vista e l’olfatto non hanno eguali, grazie all’incredibile panorama che si prospetta mentre si assaggiano le tante prelibatezze, anche adatte a diverse esigenze nutrizionali, con il profumo dei limoni che si sprigiona nell’aria. L’Hotel Raito, membro di Ragosta Hotels Collec-
Grand Hotel de la Minerve
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nella magica atmosfera del terrazzo, nelle serate dei mesi più caldi. E chi preferisce un ambiente più intimo potrà sempre optare per la colazione in camera, o magari, complice una giornata di sole, sulla terrazza della propria junior suite, ovviamente godendo di quella vista che solo Roma riesce a regalare. L’Hotel Eden (www.dorchestercollection.com) a Via Ludovisi, nel cuore elegante della Capitale, offre agli ospiti dell’albergo, ma anche a quelli esterni, la possibilità di gustare una prima colazione davanti ad una delle più spettacolari viste su tremila anni di storia godibile dal sesto piano a Il Giardino Ristorante & Bar, dalle 7 alle 11:30. Il buffet è ricco di proposte golose e salutari come quelle biologiche, vegane e per celiaci. Il menu, a cura dello chef Fabio Ciervo è improntato al “benessere”. Molte delle camere offrono splendide viste ed è possibile ordinare la colazione preferita nella propria stanza. A pochi passi dal Pantheon, Piazza Navona e Fontana di Trevi, il Grand Hotel de la Minerve, (www.grandhoteldelaminerve.com) in un palazzo seicentesco in Piazza della Minerva, ha conservato nelle sue linee eleganti l’atmosfera di una “casa” aristocratica, accogliente e confortevole. La colazione all’americana con prodotti anche per vegani e celiaci è servita tutti i giorni dalle ore 6.30 alle ore 10.30 al ristorante Minerva Roof Garden che regala da un lato la vista su Piazza Venezia e dall’altro quella su San Pietro. Il servizio in camera consente di prenotare la colazione e gustarsela godendosi la vista dalla propria stanza, suite o junior suite.
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COLAZIONE CON VISTA
tion, è facilmente raggiungibile da luoghi di interesse turistico, storico ed archeologico come Amalfi, Positano, Pompei ed Ercolano (www.ragostahotels.com). Sempre per restare in tema di mare, in Sicilia, a La Plage Resort di Taormina, nel regno della pasticceria, la prima colazione ha un gusto irrinunciabile: dai classici cannoli siciliani passando per i formaggi e le tante prelibatezze sia dolci che salate preparate ogni giorno dallo Chef Giovanni Grasso, la giornata inizia nel migliore dei modi. Basta poi alzare gli occhi dal piatto e il panorama sembra una cartolina: il verde
della natura con le bouganville digradano verso la spiaggia ai propri piedi e proprio di fronte la magia di Isola Bella. (www.ragostahotels.com). Dalla Sicilia alla Puglia, in un’invidiabile quanto emozionante posizione fronte mare, in località Losciale, a Monopoli, La Peschiera (www.peschierahotel.com) è il boutique hotel “pied dans l’eau”, cinque stelle lusso ricavato da un’antica riserva di pesca borbonica: ospita solo 13 camere progettate per essere un tutt’uno con il mare. La colazione? Servita in suite con vista mare e con un’ampia scelta di bevande, dolci e cibi salati. I
La Peschiera
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COLAZIONE CON VISTA SELECTED BY MM
Grand Hotel Riviera Una ricca proposta a buffet trova spazio nella luminosa sala Nereide dell’hotel, in puro stile mediterraneo. Sullo sfondo la spettacolare vista della Baia del Golfo di Gallipoli
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Ogni giorno una proposta ricca e invitante, caratterizzata da una mise en place a tema con cui stupire gli ospiti; e sullo sfondo la baia dello Ionio con le sue acque cristalline. La prima colazione al Grand Hotel Riviera – storico albergo del Salento, ritornato agli antichi splendori dopo una completa ed accurata ristrutturazione – diventa un momento di privilegiato relax e si trasforma in un’esperienza che tocca tutti i sensi, in particolare il gusto e la vista. L’hotel, infatti, è adagiato su una spettacolare scogliera terrazzata che si affaccia sul mare ed è protetto tutto intorno da una rigogliosa vegetazione di macchia mediterranea. All’ospite si offre così uno degli scenari più suggestivi del Golfo di Gallipoli. Nella splendida sala Nereide, arredata nei colori luminosi del mediterraneo e circondata dal blu del mare, viene quotidianamente proposta a buffet una ricca prima colazione dove l’ospite può lasciarsi tentare sia dalle proposte più classiche e legate alla tradizione mediterranea, sia da quelle più internazionali. Il buffet, infatti, offre un’incredibile varietà di vivande dolci e salate,
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preparate con cura e fantasia dallo Chef e allestite ogni giorno in modo differente, secondo l’estro di un’allestitrice che rinnova quotidianamente la coreografia. Ed ecco che piatti caldi e salati di impronta internazionale, come le omlettes o le scrambled eggs guarnite con bacon, si alternano ai più tradizionali e fragranti prodotti da forno tipici della tavola mediterranea. Accanto alle torte soffici, alle squisite cro-
state, ai croissants profumati e ai deliziosi muffins, preparati quotidianamente dallo Chef e pensati per chi a colazione predilige i sapori dolci, non mancano proposte alternative per chi, invece, sceglie una colazione di impronta più sportiva, a base di fiocchi di cerali, frutta fresca, yogurt e spremute. E al ricco buffet si accompagna naturalmente un’accurata selezione di bevande sia calde – con caffè, thè e infusi – che fresche e dissetanti, per iniziare la giornata con la carica e l’energia giuste. Silvia Fissore
TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ
handy, uno smartphone gratuito in hotel Ricavi in aumento per il settore alberghiero grazie alla tecnologia mobile
ro, che combina in un dispositivo integrato la praticità degli smartphone con l’offerta di servizi forniti dalla struttura ricettiva. Il sogno di ogni albergatore – convincere gli ospiti ad utilizzare i servizi messi a disposizione dalla struttura conservando la fedeltà del cliente – diviene finalmente realtà. Accanto a nuove opportunità di guadagno per la struttura, infatti, handy risponde anche ai bisogni dei viaggiatori, che ricevono connessione senza limiti e informazioni costantemente aggiornate.
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La rivoluzione digitale rappresenta un’enorme sfida per il comparto alberghiero. Nel mondo iper connesso è fondamentale delineare strategie innovative in fatto di tecnologia, per soddisfare le aspettative di clienti in cerca di esperienze d’alta qualità e stare al passo con i competitor. Non è un caso che, nel 2017, il 57% degli hotel investirà in tecnologia una cifra superiore, rispetto all’anno precedente. Vincere questa sfida passa necessariamente attraverso l’innovazione e la capacità di metterla in pratica più rapidamente dei competitor, utilizzando l’elaborazione dei dati per aumentare la soddisfazione dei clienti.
La soluzione che rivoluziona il concetto di ospitalità handy è la soluzione di viaggio innovativa pensata apposta per il settore alberghie-
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Grandi esperienze e massima soddisfazione per gli ospiti handy è uno smartphone gratuito, destinato alla clientela come parte dei servizi messi a disposizione dall’hotel. Ogni smartphone viene customizzato secondo le esigenze della struttura, con l’obiettivo di migliorare l’esperienza complessiva degli ospiti durante il soggiorno. Questi potranno effettuare chiamate nazionali e internazionali, e soprattutto potranno portarlo con sé: grazie alla connessione internet illimitata, handy diventa così un prezioso supporto nella scoperta della destinazione scelta. handy è dotato inoltre di una ricca selezione di guide LUXOS dedicate a destinazioni e lifestyle, per un’esperienza di viaggio all’insegna del lusso. Che siano fanatici dell’avventura o maniaci dello shopping, gli ospiti dell’hotel vivranno un’esperienza su misura grazie al-
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la possibilità di far interagire i propri profili social con le app attive su handy, geolocalizzate per offrire servizi extra personalizzati. Il dispositivo consente inoltre accesso immediato ai numeri verdi e a quelli d’emergenza.
Con handy cresce il fatturato Grazie alle nuove tecnologie, i dati su comportamento e interessi dei viaggiatori sono ormai immediatamente accessibili, e il loro uso è determinante per competere sui mercati globali. Con HotelPortal, handy aiuta gli hotel a sfruttare i dati raccolti per comprendere e ottimizzare le preferenze dei propri ospiti, creando per loro esperienze sempre più stimolanti. Estremamente utile per gli hotel partner è l’integrazione di handy con TripAdvisor, che consente agli ospiti di valutare da subito e in tempo reale, con un semplice click, il proprio soggiorno. Sotto questo profilo, handy può già vantare per i propri hotel partner un miglioramento del rating su TripAdvisor pari a 0.31 punti. Le funzioni call-to-action caratteristiche di handy, come le notifiche push, danno la possibilità agli hotel di promuovere altri
servizi, ad esempio nei comparti MICE e F&B. Con il sistema POS, infatti, gli ospiti possono accedere attraverso handy a tutti i servizi, favorendone l’utilizzo e i potenziali ricavi. Finora handy ha fatto crescere sia il grado di soddisfazione dei clienti che i ricavi negli hotel partner, i cui migliori rating si sono tradotti in +3.4% nell’indice RevPAR (ricavo per camere disponibili). Grazie all’estesa copertura del servizio, handy ha dimostrato una crescita dei ricavi incrementali pari al 20%. Ad oggi handy è disponibile in settanta città, copre 300000 stanze, ed ha aiutato a restare connessi diciotto milioni di viaggiatori. I suoi partner includono hotel di indiscusso prestigio come Ritz London, Fuellerton Singapore e Hotel Du Collectionneur, Paris, oltre a grandi gruppi alberghieri come Starwood, Marriott, Hilton, Accor, Shangri-La, Langham e Meliá. www.handy.travel P.T.
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Il meglio dell’intrattenimento con Sky in camera
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Sky, la prima media company italiana, ha sviluppato per i suoi clienti hotel due tipologie di prodotto per offrire la migliore esperienza d’intrattenimento TV agli ospiti in camera: centralizzato digitale e decoder in camera. Per entrambe le soluzioni Sky ha reso disponibile un’applicazione web per supportare il personale dell’hotel nella gestione dell’abbonamento Sky direttamente da reception.
Centralizzato digitale È la soluzione che permette di portare Sky in tutte le camere in modo semplice e di personalizzare in ogni momento una parte dei canali disponibili, per soddisfare le diverse esigenze di intrattenimento degli ospiti. L’installazione è facile e veloce perché sfrutta l’impianto TV già presente in struttura, è compatibile con tutti i TV e con i nuovi standard del Digitale Terrestre DVB-T2. Fra i suoi vantaggi c’è anche l’opzione “calcio live” che consente di sintonizzare automaticamente i canali modificabili su Sky Calcio in occasione delle partite in diretta per una programmazione senza interruzioni.
Decoder in camera Con il decoder in camera l’hotel
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può garantire il massimo della qualità di Sky con un impianto su misura per la struttura. Questa soluzione permette di offrire agli ospiti la migliore esperienza televisiva con oltre 140 canali di tutti generi, anche in lingua originale e con tanti contenuti in alta definizione. In più sono disponibili oltre 50 canali pay per view con l’esclusiva programmazione di Sky Primafila. Il decoder permette di accedere ai canali interattivi ed è dotato della guida multilingue per gli ospiti internazionali.
Per un hotel Sky le novità non finiscono mai Sky punta a rendere ancora più solida la sua partnership con gli hotel cercando ogni giorno mezzi innovativi e nuove soluzioni che generi-
no opportunità di business per chi fa già parte della famiglia Sky. Per questo ha pensato due grandi novità: la prima è la Stagionalità Flessibile, un servizio che rispondendo alle esigenze di personalizzazione e flessibilità delle strutture alberghiere, permette di attivare la visione di Sky nelle stanze direttamente dalla reception aggiungendo interi mesi, settimane o singoli giorni alla stagionalità fissa. La seconda è Hotel Booking di Sky, un portale di prenotazione riservato agli hotel con Sky in camera che vuole creare un contatto diretto tra hotel e ospiti abbonati che anche in vacanza potranno godere della loro programmazione preferita. P.T.
MI PIACE
Una wine lover su tacco 15 Spumeggiante, glamour, wine & food addict, nota per il suo blog Geisha Gourmet e i suoi tacchi vertiginosi, abbiamo incontrato la giornalista e scrittrice Francesca Negri, in libreria con il suo ultimo romanzo, Tutta colpa di un Ruinart Rosé, reloaded di Sex & the wine
✒Alessandra Caputo
A Roma, la scrittrice ha apprezzato molto la cucina dell’Imago, ristorante dell’Hotel Hassler
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Cronista enogastronomica, diplomata WSET (Wine & Spirit Education Trust, ovvero l’unica certificazione internazionale legata al vino), Francesca Negri scrive libri di cucina e di vino ma anche romanzi. Fa parte dell’Associazione nazionale Donne del Vino, della Confraternita della Vite e del Vino del Trento e del Sovrano e Nobilissimo Ordine dell’Amarone e del Recioto che le ha conferito anche il titolo di Cavaliere. Comunicare in maniera molto emoziona-
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le e glamour è la caratteristica che la contraddistingue. «Racconto il vino in stile pop, senza utilizzare termini troppo aulici, cercando di semplificare il più possibile, emozionare e dare suggestioni», racconta Francesca, «voglio rivolgermi al grande pubblico, da qui nasce l’idea di scrivere romanzi: Tutta colpa di un Ruinart Rosé è un romanzo d’amore che ha diversi piani di lettura. Oltre agli evidenti messaggi di indipendenza, quello a cui tengo di più è nel capitolo della Food Revolution, mi riferisco al nuovo simbolo dell’emancipazione di noi ragazze, ovvero il cibo e il vino senza sensi di colpa. Prenderci questi piaceri enogastronomici con moderazione, scrollandoci di dosso canoni estetici, perché siamo ancora tanto legate a questi condizionamenti». La protagonista Cleo è una viaggiatrice, quali sono le caratteristiche che cerca Francesca Negri per i suoi viaggi d’affari? «In un hotel mi piace trovare cortesia, efficienza, comfort, funzionalità e un’ele-
MI PIACE
ganza sobria». Esperta e amante del nettare di Bacco ma anche della buona cucina, quali sono i ristoranti di hotel che predilige? «A Roma, La Pergola, 3 stelle Michelin di Heinz Beck all’interno del Rome Cavalieri Hilton, Villa Agrippina e Imago dell’Hotel Hassler, il ristorante stellato Piccolo Principe al Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio. A Milano c’è il Vun del Park Hyatt e tra le mete cult il Mandarin Oriental con un ambiente esclusivo e una cucina gourmet di classe. L’Hotel Terme Manzi con il ristorante Il Mosaico a Ischia, il Relais Don Alfonso a S. Agata sui Due Golfi, nato dal successo della famiglia Iaccarino, che per prima ha portato la cucina gourmet sulla Costa Sorrentina. A Firenze meta cult è l’Hotel St. Regis con il suo ristorante Winter Garden by Caino o il ristorante Borgo San Jacopo del Lungarno Hotel (proprietà Ferragamo) ma anche l’Hotel Pellicano a Porto Ercole e l’Antica Trattoria Toscana de L’Andana». La meta per una fuga dalla routine? «Il posto del cuore è Formentera, non per il glamour ma per l’atmosfera molto easy chic che si respira. Sono due i ristoranti di hotel che frequento, il Sol Post dell’Hotel Cala Saona e quello del Gecko, a Mitjiorn, location dal tramonto splendido con uno stile culinario che punta all’utilizzo di ottime materie prime e un pizzico di creatività». Quale vino elegge per descrivere se stessa? «Uno Champagne Salon o un Krug. Sempre qualcosa di spumeggiante, facile da vivere e da bere con tante sfumature che ti cambiano nel bicchiere e che non ti stancano in fretta ma ti sorprendono». Francesca ci racconta che il personaggio femminile nel quale si rivede è la Sherazade di Mille e una notte «l’idea di diventare una wine Sherazade che accompagna i lettori e racconta una storia nuova per ogni vino», come ha fatto due anni fa in 1001 vini da bere almeno una volta nella vita, una guida originale e fuori dagli schemi. Il vino che descrive l’estate? «Lugana Ca’ dei Frati che per me è il top, il mio stile di Lugana, perché non è molto fruttato, mi piacciono i vini molto minerali e poco fruttati. Collio bianco Edi Keber, Critone di Librandi, Calabria, in generale tutti i bianchi ma anche i rossi che si pos-
sono bere freschi. Amo gli spagnoli come Albariño Marimorena di Casa Rojo o Pulpo di Pagos Del Rey. Mi diverte molto bere la Sangria Blanca e il Gin tonic. D’estate prediligo vini un po’ più leggeri, meno impegnativi, meno cerebrali non barricati e che il fisico riesce a percepire meglio». C’è poi il progetto Wine Passport, format digitale 3.0 ideato dalla Negri per raccontare il mondo del vino al pubblico del web. «È nato l’autunno scorso con l’obiettivo di trasmettere il corretto approccio nei confronti del vino e di altre bevande alcoliche. Il vino italiano all’estero è narrato egregiamente da colleghi giornalisti stranieri ma mi sono detta: perché un’italiana non può raccontare il vino della sua Terra? Insieme a esperti del settore abbiamo investito in questo progetto per presentare il vino e i territori italiani con uno stile veloce cercando di catturare l’attenzione e far venire voglia di stappare le bottiglie o addirittura andare a farsi un viaggetto in quei territori». I
Sempre a Roma, tra i ristoranti preferiti da Francesca Negri c’è quello del Rome Cavalieri Hilton: “La Pergola”, 3 stelle Michelin di Heinz Beck
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WINE TASTE
Camera con vigna
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Una vacanza immersi in distese di vigneti dove crescono uve pregiate e si degustano calici dâ&#x20AC;&#x2122;autore frutto della passione di viticoltori che hanno recuperato il rapporto genuino con la terra. Magari dopo aver partecipato alla vendemmia, ad un wine tour o una istruttiva vista al museo del vino per poi ritrovare antichi sapori durante degustazioni di vini e prodotti tipici e concludere la giornata con trattamenti di vinoterapia. Ă&#x2C6; la nuova tendenza in tema di vacanze autunnali e da nord a sud dello Stivale si possono trovare nu-
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merose soluzioni per trascorrere qualche giorno di relax rigenerando corpo e mente allâ&#x20AC;&#x2122;insegna del buon vino. A San Pancrazio Salentino (BR), nella tenuta Castello Monaci nella suggestiva cornice dellâ&#x20AC;&#x2122;immenso vigneto dove nasce il pregiato e omonimo vino, da un paio di anni le antiche scuderie del cinquecentesco e suggestivo Castello Monaci sono state trasformate in wine resort con dieci esclusive stanze alcune con terrazza e vista sui vigneti altre con patio e tutte con wifi gratuito piscina esterna attrezzata e
WINE TASTE
La vendemmia come una volta, il gusto di vini pregiati, i benefici della vinoterapia soggiornando in luoghi di charme in mezzo a sconfinati filari di viti. Da nord a sud dello Stivale non c’è che l’imbarazzo della scelta per assecondare questa nuova tendenza
✒Tiziana Conte
zona benessere con vasca idromassaggio e bagno turco. Ogni stanza ha il nome di un vino prodotto qui. Ma si può anche scegliere di pernottare nel Casale Metrano, una casina settecentesca da cui sono state ricavate ulteriori cinque camere. In un’antica cantina invece ha trovato spazio un ristorante per una trentina di posti a sedere e dall’atmosfera intima e una cucina che propone piatti tipici regionali. I più romantici invece possono optare per una delle tre stanze all’interno del Castello Monaci dai massicci torrioni ad-
dolciti dall’edera, già insediamento di Monaci Basiliani che lo utilizzarono come luogo di culto e che divenne, poi, dimora di nobili famiglie: dai Martino ai Parry Graniger fino ai Provenzano di Ugento la cui ultima discendente, coniugata Memmo, ne detiene attualmente la proprietà. Sei secoli di storia per una fortificazione che mantiene immutato il suo fascino e conserva ancora opere d’arte di notevole interesse storico e artistico. Una vacanza che rigenera corpo e mente fra passeggiate rilassanti ma anche istruttive con pos9-10 2017 www.mastermeeting.it
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A Castello Monaci si può partecipare alla Wine Experience con esperti viticoltori e sommelier per conoscere storia e segreti di vini e vigneti
A Montebelli Agriturismo e Country Hotel la vendemmia è una festa all'insegna della tradizione, da condividere con gli ospiti
sibilità di visitare la adiacente rinomata cantina Monaci e degustare i vini con i sommelier e poi tornare indietro nel tempo visitando il Museo Merum, all’interno di uno stabilimento vinicolo risalente agli anni ’30, per comprendere l’evoluzione della cultura vinicola salentina, dove degustare e acquistare i vini più pregiati, grazie all’enoteca e a uno spazio dedicato ai prodotti tipici della Terra D’Arneo. Sempre all’interno della tenuta Monaci l’interessante frantoio ipogeo dove degustare anche l’olio prodotto in loco. Si potranno trascorrere momenti di puro relax nella piscina esterna e attrezzata o nell’area benessere interna, con vasca idromassaggio e bagno turco in esclusiva per 2 persone, dove farsi coccolare con mas-
saggi e trattamenti di vinoterapia. Un punto di partenza privilegiato, Castello Monaci, per esplorare le meraviglie del territorio raggiungibili in pochi minuti di macchina, come le spiagge ioniche di Punta Prosciutto, Torre Lapillo e Porto Cesareo. Per poi tornare in camera e godere del silenzio della natura: 3.000 piante di ulivi e 200 ettari di vigneti circondano il castello, in uno scenario incantevole. Nella cantina di tufo edificata negli anni ’70 dalla famiglia Memmo trovano posto oltre 1.000 barriques e 18 botti di rovere francese. I vini sono ottenuti principalmente da vitigni autoctoni: Primitivo, Negramaro e Malvasia Nera di Lecce, nomi che provengono da leggende lontane, per condurci nelle atmosfere del mito, Artas e Aiace, richiamando alla mente le origini greche di quelle terre: Medos, Kreos, Maru, Piluna. Castello Monaci organizza una Wine Experience con esperti viticoltori e sommelier che vi condurranno a conoscere i segreti dei vigneti, le speciali strumentazioni della cantina e la storia narrata all’interno dei tour guidati che termineranno sempre con la degustazione dei vini e di altre specialità gastronomiche del territorio. (www.castellomonaci.com)
Benessere di...vino A Montebelli Agriturismo e Country Hotel di Caldana (GR), resort in Maremma che fa dell’agricoltura biologica la
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propria filosofia, la tradizione si segue con grande orgoglio con la Festa della Vendemmia tra balli, canti, vino e piatti della tradizione. La stagione che accompagna verso l’autunno non può che essere dedicata alla vigna che qui dona frutti che si trasformano in preziosi vini rossi e bianchi. Il momento è perfetto per coccolarsi con sedute di vinoterapia all’interno dell’accogliente spa del resort grazie ai preziosi elementi contenuti nell’uva e nei vinaccioli la pelle riacquista tono e vigore, con un effetto anti-age immediato. Il segreto è il polifenolo, sostanza presente all’interno dei vinaccioli, considerata come la più efficace trappola naturale per i radicali liberi principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo. I vari trattamenti di vinoterapia, come lo scrub con le bucce d’uva e sale marino, o i massaggi con vinaccioli, liberano la pelle dalle cellule morte dandole un aspetto luminoso e giovane. Il trattamento corpo della durata di 1 ora e mezza, inizia con uno scrub ai sali minerali e olio al mosto d’uva. Segue un massaggio corpo di 40 minuti, completato da un trattamento al viso e decolleté. Alla fine del trattamento, viene offerto un
calice di vino Fabula Rosè. Il soggiorno di tre notti con la prima colazione e un pranzo degustazione con un calice di vino prodotto a Montebelli abbinato ad ogni portata è proposto a partire da 515 euro per due persone. Sei notti con la prima colazione, un pranzo degustazione, due cene, un omaggio di vino e un trattamento di bellezza al mosto d’uva della durata di un’ora è proposto a partire da 950 euro per due persone. (www.montebelli.com)
Nel vigneto altoatesino Uno chalet da sogno immerso in un vigneto con vista sull’intera Val d’Adige, piscina panoramica, silenzio e profumo d’uva. È la Tenuta Eichenstein, moderno maso (all’interno c’è una suite di 200mq con sauna) dell’albergatore e viticoltore Josef Waldner, proprietario del Romantik Hotel Oberwirt di Marlengo (BZ), vicino Merano. Da 11 generazioni la sua famiglia possiede una tenuta vinicola, tradizione da cui Josef ha coltivato il talento di produrre vini eccellenti, pieni di carattere e fruttati, sfruttando l’ideale clima del territorio e le molte ore di sole. Uve Sauvignon Blanc (55%), Weißbugun-
Vista sull’intera Val d’Adige, piscina panoramica, silenzio e profumo d’uva. È quanto offre Romantik-HotelOberwirtTenuta-Eichenstein
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nell’azienda agricola, dove ogni giorno nascono ortaggi e frutta e dove pascolano maiali di razza autoctona, bovini di razza bianca della valle del Po, oche, anatre, polli e pavoni. Un mondo contadino, ma raffinato, di cui sentirsi subito parte e di cui scoprire riti e segreti. Soggiornare nel maniero fra i vigneti della Bassa Parmense costa 140 euro a camera a notte. (www.acpallavicina.com/relais)
Sommelier tra le vigne
Un mondo contadino, ma raffinato, di cui sentirsi subito parte. È il mondo dell'Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense. Foto di Edoardo-Fornaciari
der (35%) e Riesling (10%), vitigni coltivati in Alto Adige da più di un secolo, hanno dato origine al vino bianco Gloria Dei. Uve Merlot (65%) e di Cabernet Franc (35%) creano l’armonia del vino rosso Baccara. A questi vini d’autore si aggiungono il Riesling e Chardonnay monovarietali e la Riserva bianca “Seppelaia”, uno Chardonnay Barrique, che prende il nome da Josef, chiamato da familiari e amici “Sepp”. Viene prodotto utilizzando solo gli acini migliori e più maturi. I vini si possono assaporare alla tavola dello Chef Werner Seidner. Prezzi da 330 euro al giorno per 2 persone per un soggiorno di 7 notti, da 380 euro per una vacanza di 4 notti, da 430 euro per 2 notti. (www.romantikhotels.com)
La vendemmia alla Corte sul Po I vigneti si mettono in bella mostra sulla strada che da Zibello arriva all’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR), tempio gourmet dai sapori genuini dei fratelli Luciano e Massimo Spigaroli. Quando è tempo di vendemmia, gli ospiti di questo castello trecentesco circondato dagli orti e dai campi delle terre del Po, partecipano al tradizionale rituale della raccolta dell’uva, protagonisti dei sapori autentici che si possono degustare alla tavola del ristorante. Fortana del Taro, Fortanella, Tamburen, Rosso del Motto, Strologo, Fior Fiore di Fortana, Carlo Verdi sono le bottiglie prodotte
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Fare vini e renderli unici è un’arte per Stefan e Kathi Pramstrahler che tra le Dolomiti dell’Alpe di Siusi producono il raffinato vino Grottner, protetto in vecchie botti. È la linfa pregiata del Maso Grottner, un rifugio vinicolo che con i suoi 800 anni di storia è tutelato dai Beni Culturali. I vigneti crescono vigorosi tra le vette Patrimonio Mondiale Unesco e danno origine a rinomate bottiglie di Pinot Bianco Pica, Traminer aromatico Tetrix, Sauvignon Bubo e Pinot nero Corax affinato in barrique, che prendono nome da uccelli dal carattere forte, come i vini, un’altra passione dello Chef Stefan, sempre pronto a narrarne le affascinanti storie. Quando è tempo di vendemmia gli ospiti possono partecipare alla festa della raccolta dell’uva per poi degustare i vini
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nell’esclusivo albergo dalle antiche torri e vista sullo Sciliar, Romantik Hotel Turm di Fiè allo Sciliar (BZ), che tra ambienti storici e opere d’arte ospita anche una straordinaria cantina di roccia. (www.romantikhotels.com)
Idromassaggio in botte Il benessere ha i colori dell’uva alle Terme della Salvarola, sulle colline di Modena, dove la vendemmia 2017 è occasione per rigenerarsi con i trattamenti e la linea cosmetica a base di vite, uva, vinaccioli e mosto, dalle proprietà antiossidanti ed anti invecchiamento. L’idromassaggio in botte con mosto concentrato ed acqua termale è la chicca dopo aver provato la gioia della raccolta dell’uva che, appena staccata dalla vite, diventa ingrediente prezioso per speciali esperienze di wellness. Una notte in camera doppia e 2 giornate benessere – che includono body peeling all’uva e biocereali per eliminare le cellule morte, massaggio con uva fresca e olio di vinaccioli, oltre all’esperienza della vendemmia ed una degustazione di vini – costano 229 euro a persona. Si può scegliere anche la sola visita dei vigneti abbinata a vari tipi di degustazione. L’Esperienza Cantina comprende la vendemmia, con possibilità di pigiatura e/o di
asporto dell’uva raccolta per i trattamenti della Spa Termale Balnea, con buffet leggero oppure con degustazioni in abbinamento con tigelle e gnocco fritto per pranzo o cena e buffet di prodotti tipici. L’Esperienza Cantina “Full” comprende invece la vendemmia, tigelle e gnocco fritto per pranzo o cena e buffet di prodotti tipici. Le Terme della Salvarola propongono anche degustazioni guidate (circa 1h 30) su prenotazione, da 15 a 30 euro a persona; escursioni a piedi, in bicicletta o cavallo (con prenotazione anticipata) lungo la ciclabile Campogalliano - Rupe Del Pescale nel Parco Naturale del Secchia, con eventuale deviazione sul borgo di Castellarano; visite guidate a circuiti che comprendono più cantine nelle Doc, ovvero Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di S. Croce, Colli di Scandiano e Canossa; cene e buffet su richiesta; mini corsi di potatura e gestione del vigneto, con esperti docenti e su prenotazione. (www.termesalvarola.it/balnea) I
Maso Grottner: rifugio vinicolo che con i suoi 800 anni di storia è tutelato dai Beni Culturali
Alle Terme della Salvarola l’idromassaggio in botte con mosto concentrato ed acqua termale è solo uno dei tanti trattamenti a base di uva e vino
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Come è bello andar...
per mercati
I mercati al centro di itinerari turistici, mete privilegiate per scoprire la cultura e le tradizioni culinarie locali. E a Roma è grande il successo del nuovo Mercato Centrale alla Stazione Termini, nella riqualificata location che ospita botteghe con eccellenze della gastronomia italiana. Luogo ideale per incontri di lavoro o percorsi gastronomici da proporre ai turisti stranieri, come fa City Sightseeing Roma. E cresce anche l’interesse per le visite ai mercati rionali storici grazie al progetto Mercati D’autore che sta per lanciare una piattaforma online
✒Tiziana Conte
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Un vero viaggiatore lo sa: per immergersi nello spirito di un Paese non si può tralasciare il mercato, quel luogo in grado di far vibrare tutti i nostri sensi, dove ogni profumo, ogni colore, ogni sapore, ogni volto, racconta la storia del territorio e della sua gente. Negli ultimi anni, poi, con la crescita del turismo legato al cibo, il mercato è diventato anche meta dei viaggi organizzati. E non ci sono soltanto i tour operator ma anche gli albergatori ad
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offrire questo tipo di esperienza con tanto di personal food shopper, un esperto di prodotti enogastronomici che accompagna i turisti offrendo un valore aggiunto ad una vacanza. Scoprendo i prodotti e la loro lavorazione i clienti possano infatti meglio entrare in contatto con tradizioni, usi e costumi locali approfondendo la conoscenza del paese visitato. Un nuovo modo di parlare di cibo e di raccontare il gusto lo propone Mercato Centrale. Una
NUOVI TURISMI
realtà nata dal progetto di Umberto Montano, imprenditore della ristorazione che da oltre quarant’anni si occupa di cibo di qualità, realizzata insieme al gruppo ECVacanze di Claudio Cardini – leader europeo del settore dei campeggi e del turismo all’aria aperta – che ha saputo generare nell’ambito del cibo un linguaggio nuovo, che fa della semplicità il suo maggior punto di forza. Dopo Il Mercato Centrale Firenze che nel 2014 ha restituito al capoluogo toscano uno dei luoghi più significativi della città, il primo piano del mercato coperto di San Lorenzo, ad ottobre 2016 Mercato Centrale è sbarcato a Roma Termini, sotto la Cappa Mazzoniana realizzata negli anni Trenta in marmo portoghese, dalle venature grigio-rosa, dall’architetto Angiolo Mazzoni. Così l’ex dopo lavoro ferroviario, storicamente luogo di incontro e condivisione, è tornato a vivere la sua funzione originale diventando meta di aggregazione, in cui ci-
bo e cultura si fondono in maniera spontanea e naturale grazie agli artigiani che nelle loro botteghe oltre ad esporre prodotti freschi, li elaborano e li cuociono. «Gli artigiani sono il cuore del progetto», ci fa sapere la responsabile marketing Simona Sacco, «nessuno meglio di loro è in grado di raccontarne le qualità e i punti di forza dei propri prodotti». Lo sviluppo degli spazi è pensato per offrire la massima visibilità del prodotto e delle persone che lo lavorano. Nei 1900 mq di superficie con 500 posti a sedere, le 15 botteghe tutte a vista, poste al piano terra, sono protagoniste dell’ideale piazza, mentre la dispensa, il vino e la tavola del ristorante occupano il primo piano. I visitatori possono acquistare e gustare il pane, i dolci, le pizze e focacce del forno tradizionale di Gabriele Bonci, rinomato panettiere della capitale; la carne e i salumi selezionati dal macellaio romano Roberto Liberati insieme all’allevatore e produttore Fausto Savigni; il pesce fresco di Edoardo Galluzzi dell’Antica Pescheria Galluzzi dal 1984, gli sfiziosi triangoli di pizza Trapizzino riempiti con ricette della tradizione romanesca, inventato a Testaccio da Stefano Callegari ed esportato oltre oceano dall’amico Paul Pansera; i fritti croccanti e saporiti di Martino Bellincampi titolare della friggitoria Pastella; le paste fresche di Egidio Michelis; i carciofi di Alessandro Conti, titolare della storica bottega in Campo de’ Fiori, giusto per citare qualche esempio. Sotto l’imponente Cappa trova luogo pure l’area caffetteria con le miscele monorigine e blend di Franco Mondi di MondiCaffè,
A Stazione Termini, sotto la Cappa Mazzoniana è tornato a vivere il dopolavoro ferroviario con la nuova e vivace veste de Il Mercato Centrale
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Secondo l’Osservatorio Nazionale delle Filiere del Turismo - dati Unioncamere-Sicamera, quella enogastronomica è una delle principali motivazioni che spingono il turista a scegliere di intraprendere un viaggio in Italia. Il turista enogastronomico “tipo” è di nazionalità estera per il 50,3% (Francia, Germania e Regno Unito sono i principali bacini di origine) mentre i nostri connazionali provengono perlopiù da Lombardia, Lazio e Veneto. I turisti sia italiani che stranieri si considerano molto soddisfatti della vacanza enogastronomica in Italia che si aggiudica un voto di 8,1. I turisti stranieri, in particolare, hanno un’ottima percezione dell’Italia come meta enogastronomica che supera in tale settore Paesi come Francia e Spagna. I turisti cinesi e statunitensi indicano il Belpaese come unica destinazione enogastronomica. Per i tedeschi, l’Italia è al primo posto come destinazione per una vacanza all’insegna del cibo. La “cucina” è la motivazione che raccoglie il più alto livello di soddisfazione dopo il “patrimonio artistico” e le “bellezze naturali” sia fra i turisti stranieri che italiani. (Fonti: “Food Travel Monitor 2016” del World Food Travel Association e Rapporto sul turismo italiano 2016, a cura di Unicredit, in collaborazione con il Touring Club italiano).
Il ristorante del primo piano è guidato da Oliver Glowig che valorizza la cucina romanesca con creatività mentre al secondo piano lo Spazio Fare si presta anche ad ospitare eventi
importante realtà romana che dà valore alla tradizione del caffè all’italiana. Nell’area bar per gli estimatori delle bionde, rosse e scure ci sono le proposte di Birra Moretti. Il ristorante del primo piano guidato da Oliver Glowig valorizza la cucina romanesca rivisitata con creatività ma nel rispetto della tradizione e usando solo le migliori materie prime. L’ambiente è semplice e informale, una tavola dove mangiare, scoprire, parlare e confrontarsi.
Spazio agli eventi Spazio Fare, al secondo piano, è adibito a ospitare eventi vista la vocazione del Mercato Centrale nell’essere promotore di sinergie e collaborazioni con gli enti del territorio. La sala può essere modellata a seconda delle esigenze del cliente; allestita per conferenze, meeting e team building aziendali. «Abbiamo tutta la stru-
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mentazione audio video necessaria e l’intero spazio può ospitare fino a un massimo di 150 persone in piedi», ci fa sapere Simona Sacco. «Ci sono diverse formule per l’organizzazione degli eventi aziendali: affitto sala e buffet con le migliori specialità dei nostri artigiani; affitto sala e pranzo\cena presso il nostro ristorante», precisa, «e in via eccezionale offriamo lo spazio in esclusiva, come già successo per un’azienda del settore pubblico energetico, per un’altra di surgelati, per citare solo qualche esempio».
Mercati D’autore Dal Mercato Centrale ai mercati rionali: bene prezioso, da tutelare e incentivare, sempre più amato dai turisti ma anche dai cittadini che aspettano il sabato per andare a fare finalmente la spesa dai contadini; un’occasione per incontrare l’amico o l’amica del quartiere, per fare quattro chiacchiere e fra un chilo di zucchine e un etto di prosciutto per sedersi al bar a prendere un caffè o nell’apposito corner dedicato per leggere qualche pagina di un libro. Accade all’interno dell’area foyer del mercato di Piazza Alessandria dove una libreria si arricchisce continuamente di nuovi volumi grazie al contribuito dei frequentatori e abitanti del quartiere, felici di poter godere di uno spazio dove sostare, leggere, lavorare in un contesto non convenzionale ed accogliente come il salotto della propria casa. Il restyling del Mercato Nomentano di Piazza Alessan-
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dria è stato il primo esempio di riqualificazione di un mercato rionale che ha dato il via al progetto Mercati d’Autore nato nel 2015 da un’idea della società di servizi Apre Roma che lavora a fianco delle realtà mercatali romane e agli operatori del settore. Come ci spiega la project manager Titty Gentile, «intende rappresentare un modello di best practice per contribuire al rilancio di questo inestimabile patrimonio della capitale». E gli operatori dei mercati «sono disposti ad investire per il miglioramento della struttura dove svolgono la propria attività». Essere partner di questo progetto «significa iniziare un percorso di cambiamento, aderire agli standard di qualità definiti dalla Carta dei Valori, dotarsi di un “regolamento” affinché tutte le realtà partecipanti siano caratterizzati dal medesimo livello di organizzazione interna, servizi erogati al cliente, qualità dei prodotti, sicurezza alimentare e dei luoghi di lavoro». Il futuro dei mercati è quindi nella capacità di innovarsi e rinnovarsi attingendo all’enorme bagaglio di tradizioni e di valori che ciascun mercato custodisce. E il cambiamento è già in atto: c’è fermento nei mercati romani sempre più decisi a seguire le esperienze tracciate da quelli delle grandi capitali europee. Si aprono le porte anche dopo gli orari di attività, per ospitare eventi artistici e musicali, restituendo al quartiere uno spazio culturale, in un’atmosfera allegra e accogliente, in un posto adatto per famiglie, giovani, anziani. Con grande successo proseguono gli appuntamenti del #dopomercato organizzati dal Mercato Trieste di Via Chiana, tutto accompagnato da degustazioni di prodotti del territorio e di stagione. Anche il mercato Talenti in via Grazia Deledda ospita eventi serali della rassegna #fuorimercato con box aperti degustazioni e musica dal vivo. Il calendario e le informazioni sugli eventi che si svolgono nei tanti mercati rionali sono pubblicate al sito www.mercatidauotore.it
cliente. È quanto si prefigge Mercati in Rete, il progetto di Apre Roma finanziato dalla Regione Lazio, nell’ambito del bando dedicato alle reti d’impresa del commercio, per la realizzazione di un programma focalizzato su azioni di marketing e promozione anche attraverso un’applicazione scaricabile su smartphone e tablet ed un sito dedicato. «Attraverso l’applicazione, i cui contenuti saranno realizzati in italiano ed in inglese, sarà anche possibile promuovere le attività presenti nei mercati e gli itinerari ad hoc per consentire ai turisti di meglio orientarsi fra le tante e interessanti realtà romane», ci dice Titty Gentile. «Attraverso la piattaforma informatica i mercati aderenti saranno uniti in rete non solo virtualmente in quanto saranno condivise azioni e strategie per restituire competitività ad un importante segmento del commercio della Capitale». Il lancio del progetto sarà accompagnato da una campagna pubblicitaria su larga scala in modo da raggiungere i diversi target: turisti, abitanti del quartiere, clienti fidelizzati, clienti potenziali. I
Il cuore de Il Mercato Centrale raccolto sotto la spettacolare Cappa Mazzoniana risalente agli anni Trenta
Dopo il restyling il mercato di Piazza Alessandria si arricchisce di nuovi spazi dedicati alla cultura
Mercati in Rete Promuovere i mercati rionali della Capitale che rappresentano una risorsa non solo dal punto di vista economico ma anche turistico, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie e favorire il miglioramento qualitativo dei sevizi erogati al 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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Music Travel Gli Italiani tra i protagonisti europei Un fenomeno in ascesa, quello del Music Travel, specialmente nel Belpaese. I Millennial italiani sono disposti a volare migliaia di chilometri per partecipare a un evento musicale. Emerge anche da un’indagine commissionata da Volagratis.com, del gruppo Lastminute.com, che proprio nell’ottica di supportare coloro che si fanno trasportare dalla musica ha realizzato, con Spotify, il mini sito #MusicMakesYouTravel - http://music.volagratis.com
✒a cura di TiCo
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Per gli italiani la musica e le vacanze vanno di pari passo. Che sia pop, rock, latino-americana, rnb o classica poco importa. Secondo l’indagine condotta da Volagratis.com e Lasteminute.com, per il 95% degli italiani intervistati la musica stimola la volontà di allontanarsi e fuggire dalla routine quotidiana e contribuisce a farci sentire in modalità “vacanza”, molto più che per inglesi (67%) e francesi (89%) e appena sopra gli spagnoli, a quota 94%. L’indagine è stata svolta su un campione di 8000 persone (2000 per ciascun paese: Francia, Italia, Regno Unito e Spagna) che hanno viaggiato all’estero sulle rotte musicali. Ma se già sapevamo della passione dei nostri connazionali per i viaggi e la musica, ciò che di nuovo emerge dal sondaggio non è solo la capacità della musica di innescare la voglia di viaggiare, ma soprattutto del suo potenziale nell’influenzare le scelte di viaggio. Chi non ha mai sentito il richiamo di visitare la West Coast ascoltando Californication dei Red Hot Chili Peppers o di volare a Londra sulle note dei Beatles o a Los Angeles su quelle di La La Land? «Leghiamo alla musica molte delle nostre sensazioni ed emozioni così come lo facciamo con i posti che visitiamo e con le esperienze che
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viviamo quando viaggiamo», ci fa sapere Yannic Pluymackers, marketing director di lastminute.com group. «E non a caso, quello che emerge dalla nostra indagine è che musica e viaggi, per gli italiani, sono due facce della stessa medaglia: la musica contribuisce ad accendere la loro voglia di viaggiare ed è per loro fonte di ispirazione quando si tratta di scegliere la prossima destinazione delle vacanze. Con il nostro progetto #MusicMakesYouTravel siamo felici di dare loro una mano per poter seguire due delle loro più grandi passioni», ci spiega il marketing director.
L’indagine Gli italiani che dichiarano infatti di sentirsi ispirati a viaggiare da una canzone o da un video musicale sarebbero, sempre secondo l’indagine, il 78%, secondi in Europa soltanto agli spagnoli (82%) e davanti ai francesi con il 75%. Non solo, il 50% del campione intervistato sarebbe pronto a fare la valigia per visitare un luogo storico legato alla musica o per assistere a un famoso spettacolo musicale, con i millenial che tra gli italiani sono il gruppo più propenso a percorrere lunghe distanze per dare sfogo alle proprie passioni legate alla musica. Il 18% dei giovani adulti tra
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i 25 e i 34 anni, infatti, sarebbe disposto a viaggiare oltre i 2000 km per partecipare a festival, eventi musicali e concerti. Ed è proprio la volontà di partecipare al concerto del proprio artista preferito o di vivere l’esperienza dei più noti festival musicali europei ciò che, con il 60% delle preferenze, attira maggiormente i music traveller italiani, mentre il desiderio di visitare siti storici legati alla musica come Abby Road a Londra, Woodstock a NYC o la tomba di Jim Morrison a Parigi raccoglie i consensi del 42% degli intervistati. Ma l’interesse e la voglia di musica degli italiani quando viaggiano va ben oltre e i nostri connazionali si scoprono attenti pianificatori: prima di partire quasi il 90% si documenta sulla musica del paese che andrà a visitare e raccoglie informazioni su club, festival, artisti e canzoni locali mentre quasi in quattro su cinque (78%) preparano specifiche playlist da ascoltare mentre sono in vacanza, più che gli spagnoli (74%), i francesi (58%) e gli inglesi (36%). L’indagine di Volagratis.com rivela anche alcuni elementi “inaspettati” legati ai gusti degli italiani in campo musicale. Sarà per il culto dei classici tormentoni estivi o forse per un’attitudine “malinconica”, in ogni caso i dati parlano chiaro: siamo i primi in Europa – seguiti da Spagna (70%), Francia (63%) e UK (50%) – a custodire segretamente il ricordo delle canzoni ascoltate e cantate in vacanza: da “Andiamo a Comandare” di Fabio Rovazzi
Un’ampia offerta integrata Lanciato in Italia nel 2004, Volagratis è stato il pioniere dei motori di ricerca per voli. Oggi il sito propone un’ampia offerta integrata: voli di compagnie aeree tradizionali e low cost, soggiorni in hotel, pacchetti vacanze, crociere, servizi di auto a noleggio e altri prodotti e servizi legati ai viaggi e al tempo libero. I clienti possono cercare, comparare e prenotare rapidamente le offerte più convenienti. Volagratis è parte di lastminute.com group, una travel company nel settore dei viaggi online e del tempo libero a livello mondiale. Il Gruppo opera attraverso un portafoglio di brand noti come lastminute.com, Bravofly, Rumbo, Volagratis e Jetcost.
Il nuovo sito Proprio nell’ottica di supportare coloro che si fanno trasportare dalla musica, Volagratis.com e Latminute.com hanno creato, insieme a Spotify, il mini sito #MusicMakesYouTravel – dove i “melomani” potranno trovare le mappe interattive di alcune delle città più importanti dal punto di vista musicale come, per citare qualche esempio: Amsterdam, Londra, Berlino e New York, con i relativi luoghi d’interesse, speciali playlist appositamente create per fare da colonne sonore ai diversi itinerari musicali e guide delle città personalizzate da sei artisti di fama internazionale –. Una volta selezionata la destinazione e scelto il genere musicale, apparirà la mappa della città con i locali dove poter ascoltare musica dal vivo, o a tema, con tanto di descrizione, ma anche suggerimenti ed eventi musicali da non perdere. Per esempio, a New York, per gli appassionati di musica rock ed electro il sito suggerisce anche una passeggiata sulla vivace strada di Broadway a Williamsburg, tra ristoranti e bar e una sosta in uno dei migliori locali di musica a New York, il Baby All Right. “Qui troverete sempre dei fantastici eventi; che si tratti di una artista locale ed emergente o di un DJ affermato, il divertimento sarà assicurato!” scrivono sul sito. a “Despasito” di Luis Fonsi, da “We no speak americano” di Yolanda Be Cool a “Duele el corazon” di Enrique Iglesias, il 77% degli italiani ha confessato di “vergognarsi” di alcune delle canzoni tipicamente estive incluse nella propria playlist, mentre il 21% ha anche dichiarato di avere un debole per le canzoni kitsch. I
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Le contraddizioni dell’“Età del turismo” In un’epoca come la nostra, dominata dalla cultura del viaggio, non è facile mettere veramente in discussione il senso di questo viaggiare. Eppure anche il turismo porta con sé contrasti irrisolvibili che in un futuro (lontano) condurranno inevitabilmente alla sua fine. Ce lo spiega Marco D’Eramo, con il suo libro I Selfie del Mondo
✒Barbara Marcelli
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L’allargamento del turismo di massa ha portato alla diffusione di un sentimento elitario: viaggiatori contro turisti
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Noi appassionati viaggiatori abbiamo la netta sensazione che l’aspirazione al viaggio faccia parte di ogni uomo, che sia un bisogno naturale di tutti, la cui soddisfazione crescente, sebbene non priva di controindicazioni, non faccia che arricchire la nostra anima e la nostra cultura. E forse è vero. Eppure il turismo come lo conosciamo e lo intendiamo oggi, con la sua pervasività, la sua democraticità e la sua “necessità”, è un fenomeno assolutamente inedito e recente, che mai prima degli ultimi decenni (o dal dopoguerra, se vogliamo), in nessun luogo e in nessun tempo, aveva coinvolto e condizionato le scelte e le attese di intere popolazioni. Come fu per l’acciaio e l’imperialismo, anche il turismo è espressione e motore di un’epoca, la nostra, che si identifica a tal punto con la cultura del viaggio da non essere in grado di riconoscerne la natura contingente. Ecco perché disturba così tanto sentirsi dire che, come ogni cosa umana, anche il turismo e la sua epoca hanno avuto un inizio e avranno una fine.
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A ricordarcelo, in un libro intellettualmente provocatorio (anche se il suo autore rifiuta questa definizione), è Marco D’Eramo, giornalista e scrittore, autore del recente I Selfie del Mondo, edito da Feltrinelli. È un libro che solleva le contraddizioni interne al turismo, le conseguenze non volute, non destinate a risolversi hegelianamente, ma semplicemente a essere sostituite da altre contraddizioni, altrettanto inessenziali, altrettanto marginali. Fino a quando anche l’«Età del turismo», oggi (e ancora per molto, si prevede) all’apice della sua manifestazione, volgerà a termine.
Contraddizione #1 L’autentico è l’inautentico Uno dei concetti fondanti dell’attrattiva turistica di un luogo è quello dell’autenticità. Il turista, oggi ancor più che nel passato, vuole conoscere la vera essenza di un luogo, l’espressione autentica della sua anima e del modo di vivere dei suoi abitanti. Ma che cosa si intende con autenti-
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co – si chiede D’Eramo ne I Selfie del Mondo – ? «L’autenticità è costruita: viene nominata nel momento in cui c’è qualcosa di non autentico», ci spiega l’autore e a sostegno cita, tra gli altri Mark Twain, e Roland Barthes. Nel libro si legge che, come l’opera d’arte diventa “autentica” solo dopo che la prima copia è stata prodotta, così la ricerca della “vera essenza di un luogo” è possibile solo perché e quando questa essenza è stata considerata “pittoresca”, riprodotta dai media, sancita come marker e promessa quale mito dell’autentico. Paradossalmente, l’autenticità, per essere vissuta come autentica, deve essere, dunque, marcata come autentica, mediata e, dunque, violata. Da questo derivano le curiose contraddizioni dell’autenticità nel turismo: la delusione, che si prova a volte davanti al vero, percepito come meno “autentico” della sua rappresentazione; la relatività, che rende autentico il paesino in contrasto con la città, la città in contrasto con la metropoli, il quartiere popolare in contrasto con il centro, il centro storico in contrasto con l’ibrido della vita reale; la messa in scena, infine, sempre più raffinata e articolata per rispondere alle esigenze di turisti scaltri e curiosi, anche del dietro le quinte.
Contraddizione #2 Viaggiatore vs turista «Il turismo come lo conosciamo oggi è un modo di viaggiare dovuto a varie coincidenze», ci ha detto Marco D’Eramo. «La
facilità degli spostamenti, dovuta alla rivoluzione nei trasporti, ha reso iperinteressante viaggiare; le ferie pagate per tutti e le pensioni garantite hanno trasformato quella che era una pratica delle élite in una pratica universale; la “villeggiatura” degli aristocratici si è trasformata nelle “vacanze” del borghese e nelle “ferie” del proletario”. Questa democratizzazione del viaggiare ha generato divisione, disprezzo e insofferenza, tanto che ognuno si ama definire un viaggiatore, in contrapposizione agli “altri” turisti molesti. Gli stessi abitanti delle destinazioni più turistiche mostrano i segni di un certo “aristocraticismo d’accatto” come lo definisce D’Eramo: si vorrebbero sì i turisti, ma pochi e ricchissimi. Torna così alla mente Groucho Marx e la sua geniale sentenza: “Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me”. Oggi però siamo già di fronte a un nuovo cambiamento, una nuova rivoluzione sociale – il lavoro salariato tende a sbriciolarsi, diminuisce la certezza delle garanzie sociali e le classi dominanti soffrono della stessa scarsità di tempo per le vacanze delle famiglie meno agiate – che tende a modificare gli equilibri turistici e le dinamiche che connotano e differenziano le classi economiche del viaggiare.
Il libro I Selfie del Mondo, Feltrinelli, e il suo autore Marco D’Eramo
Contraddizione #3 Conservazione fino a che punto? Sembrerebbe il concetto più nobile e l’ultimo che si possa mettere in discussione. Eppure anche la virtuosa pratica della conservazione è un valore contingente (l’idea stessa prende forma solo nell’800) di una certa modernità e non è scevra da contraddizioni. D’Eramo la definisce come “Urbanicidio a fin di bene” e afferma 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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Le piccole città turistiche si trasformano in fondali teatrali, affascinanti ma inautentici
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addirittura che il prestigioso riconoscimento dell’UNESCO ai siti e alle città World Heritage, altro non è che un’etichetta mortifera, una lusinga per tassidermisti, un sigillo che decreta la morte della città e la nascita di un fondale teatrale. Detto così fa un po’ impressione, ma di fronte alle argomentazioni del D’Eramo, non si può negare che la sua tesi abbia una sua ragion d’essere e meriti una riflessione. «Si conservano le pietre, ma le città non sono le pietre, ma la vita. Se si tende a conservare all’estremo la gente fugge e la vita della città si perde. Come fu per le città monoindustriali queste di oggi sono città monoturistiche, parchi a tema a beneficio dei turisti», ci ha chiarito l’autore, non critico verso ogni iniziativa di conservazione, ovviamente, ma verso una idealizzazione ed estremizzazione del concetto. «Preservare vuol dire imbalsamare, o surgelare, risparmiare dall’usura e dalle cicatrici del tempo: vuol dire letteralmente fermare il tempo, fissarlo
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come in un’istantanea fotografica, sottrarlo quindi al cambiamento, al divenire», si legge nel libro. Se ancora non siete convinti, ci suggerisce, che se nel 450 a.C. avessero protetto l’Acropoli di Atene come era allora, non avremmo né i Propilei, né il Partenone, né l’Eretteo, o, ancora, che l’Unesco non avrebbe permesso alla Roma del Cinquecento e del Seicento di produrre quell’ammirevole pot-pourri di antichità, manierismo e barocco. «Va trovato un equilibrio tra costruire e preservare», si augura D’Eramo nel suo libro, «noi volevamo vivere in città che includessero musei e opere d’arte, non in mausolei con annesso dormitorio [...] Più piccola è la città, più rapido l’urbanicidio. Ormai le San Gimignano non si contano più».
Contraddizione #4 Così vicino così lontano Il mondo non è mai stato alla portata di tutti come oggi. Un miliardo e 235 milioni di persone hanno varcato i confini del proprio Paese nel 2016 e se si contassero i turisti domestici, che pure si spostano di molti e molti chilometri, si dovrebbe aggiungere una cifra 4 volte superiore. Ma anche in questo caso c’è il rovescio della medaglia. «È stato avvicinato il mondo lontano e allontanato il mondo vicino», ha voluto sottolineare Marco D’Eramo. «La nostra geografia mentale non è più concentrica, ma a macchia di leopardo, con isole di familiarità in mari di ignoranza». Si legge ancora nel libro I Selfie del Mondo: «Ricordo che quando mio figlio
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aveva sedici anni ci accorgemmo che aveva visitato Maputo, New York, e Pechino, ma non era mai stato a Lucca, Siena o Pistoia. Lo stesso avviene per la nostra conoscenza delle città: personalmente conosco quartieri di Chicago, Parigi, New York o Londra meglio di intere aree di Roma, che in gran parte mi è sconosciuta nonostante vi abbia trascorso una buona fetta della mia vita». Questo ci porta ad avere un rapporto da turista anche nel luogo in cui abitiamo. Il viaggiare è divenuto, secondo D’Eramo, un modo di essere nel mondo nomadico per residenti temporanei.
Contraddizione #5 L’industria pesante del turismo Il turismo è ormai la più importante industria del XXI secolo: contribuisce per il 10,2% (7.600 miliardi di dollari) al PIL mondiale, dà lavoro direttamente a 108 milioni di persone e continuerà a crescere del 4% per almeno i prossimi 10 anni. Ma che tipo di attività è il turismo? – abbiamo chiesto all’autore: «Il turismo mette a profitto dei beni immateriali: il tramonto sull’Acropoli, l’alba su Machu Pichu, il panorama delle tre cime di Lavaredo. Ma allo stesso tempo deve dotarsi di un’infrastruttura e una sovrastruttura pesantissime per alloggiare, nutrire e trasportare il viaggiatore. Il turismo è realmente un’industria come lo sono state
agli inizi del 900 l’industria dell’automobile o dell’acciaio, perché cambia tutto, stravolge le città e la natura». In realtà, si legge nel libro, il turismo, superfluo e postmoderno, è al contempo l’industria più pesante, più importante, più generatrice di cash-flow del XXI secolo e, ahimè, più inquinante: «secondo la World Tourism Organization delle Nazioni Unite, il puro e semplice trasporto aereo turistico produce il 5% dell’anidride carbonica globale emessa dall’umanità e, se tutto resta come è oggi, nel 2035 le emissioni di anidride carbonica turistica saranno aumentate del 130%: tanto che s’invoca sempre più spesso un turismo sostenibile, altrettanto ossimorico dello sviluppo sostenibile». D’altronde il parallelo con la prima rivoluzione industriale resta valido anche oltre. «Il turismo è come la vecchia industria: non solo uccide ma fa vivere», aggiunge Marco D’Eramo per completare il quadro irrisolvibilmente contraddittorio dell’età del turismo. «Il turismo uccide le città, ma le fa vivere allo stesso tempo. La conservazione uccide se stessa perché i visitatori danneggiano. È un’industria di sostituzione, che ha a che vedere con il capitale economico, ma anche con il capitale culturale e con il capitale sociale. È un’industria moderna che richiede una cultura moderna». E molto è ancora da fare. I
Il turismo come la vecchia industria fa vivere le città, ma in un certo senso le uccide
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HOSPITALITY NEWS N O T I Z I E DA L M O N D O D E I V I AG G I E D E L L’ O S P I TA L I T À
Nuove acquisizioni, giri di poltrona, offerte ed eventi
Remìse en forme firmata Prince Spa L’autunno e l’inverno sono un periodo fantastico per vivere la Capitale con le sue giornate più corte e l’atmosfera più intima che invita a trovare ristoro in hotel di charme e a prendersi cura di sé, in totale relax. Alla Prince Spa del Parco dei Principi Grand Hotel&Spa (della Roberto Naldi Collection), albergo di punta dell’hotellerie di qualità romana, mani sapienti sanno come coccolare e rimettere in forma gli ospiti tutto l’anno. In questa oasi di relax si possono provare i trattamenti più all’avanguardia per una “remìse en forme” integrale come il Soin Thalasso Visage (50 min, prezzo 80 euro) un ottimo trattamento idratante di Maria Galland che lascia la pelle fresca, morbida e idratata, grazie alle proprietà energizzanti dell’acqua di mare. Per chi desidera, invece, un effetto drenante e snellente, la Prince Spa ha pensato al Trattamento Corpo al fango (45 min, 70 euro), mentre, chi ha bisogno di una sferzata di energia, di rimineralizzare, drenare e snellire il corpo, può scegliere il Massaggio Circolatorio (50 min, 80 euro) che stimola l’ossigenazione delle cellule e degli organi, eliminando le scorie accumulate nei tessuti del sistema linfatico e favorendo il drenaggio dei liquidi in eccesso. Per godere di momenti rigeneranti e coccole di puro benessere, la Prince Spa ha pensato anche ad uno speciale Avvolgimento allo yogurt e frutti tropicali (45 min, 80 euro), ideale per ripristinare l’equilibrio idrolipidico della pelle con effetto anti aging. La Prince Spa è aperta anche alla clientela esterna. A disposizione, inoltre, un’area fitness di 500mq con attrezzature Technogym di ultima generazione. E al Prince Spa Bar c’è spazio anche per il gusto con sfiziosi menù detox, centrifugati e cocktail vitaminici.
I viaggiatori d’affari sono più produttivi in trasferta grazie alle tecnologie Secondo il CWT Connected Traveler Study, pubblicato da Carlson Wagonlit Travel, i viaggiatori d’affari stanno utilizzando più tecnologie
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e si sentono più produttivi mentre sono in viaggio per lavoro. L’indagine condotta su oltre 1.900 viaggiatori d’affari ha rilevato che portano con sé in media 4 diversi tipi di device (telefono cellulare, tablet, iPod, pc) e che lo smartphone è in-
dicato come “strumento di viaggio di cui non si può far a meno”, dato che l’80% dei viaggiatori in tutto il mondo si affida al telefono per portare avanti il proprio lavoro. Per quanto riguarda l’Italia, i viaggiatori d’affari sono in cerca di opportunità. L’88% degli intervistati, infatti, cerca in modo proattivo occasioni per viaggiare - un dato di nove punti superiore a qualunque altro Paese in Europa - e l’83% trova stimolanti i viaggi di lavoro. Gli italiani, in particolare, amano esplorare e sono molto socievoli in viaggio, tanto che quasi tre su quattro (73%) amano dedicare tempo alla visita dei luoghi in cui viaggiano e quasi lo stesso numero (72%) cerca di socializzare. Ma, sebbene amino viaggiare, anche gli italiani sentono nostalgia di casa al punto che la metà dichiara di sentire le persone con cui vive più di una volta al giorno. Grazie alla tecnologia, la maggior parte dei viaggiatori ritiene che oggi sia più facile affrontare un viaggio. Ciò ha portato una maggioranza significativa (78%) degli intervistati a cercare l’opportunità di viaggiare per lavoro e quasi la stessa percentuale considera i viaggi d’affari stimolanti (72%). Più della metà (55%) per organizzare una trasferta, fa riferimento a esperienze di viaggio precedenti, oltre ai siti web degli hotel (54%) e delle compagnie aeree (50%). La maggior parte delle app usate dai viaggiatori (45%) riguarda i vettori e gli alberghi ma sono usate spesso (41%) anche quelle che forniscono mappe. «Il viaggiatore d’affari può essere molto più produttivo rispetto a solo cinque anni fa grazie alla tecnologia», sottolinea Simon Nowroz, chief marketing officer di Carlson Wagonlit Travel, «basti pensare ai passi avanti compiuti rispetto a quando il viaggiatore perdeva tempo aspettando un volo, in taxi e in hotel. Ora può connettersi e lavorare mentre è in aereo o ovunque si trovi. Grazie alla continua diffusio-
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ne dei tablet, così come di numerose app, i viaggiatori sono sempre connessi e possono portare avanti il proprio lavoro». Secondo lo studio, le relazioni di lavoro e la produttività sono rafforzate dai viaggi d’affari dato che quasi 9 viaggiatori su 10 dichiarano che i viaggi li hanno aiutati ad accrescere le proprie conoscenze e acquisire nuove prospettive e l’80% indica che i viaggi d’affari hanno aumentato la loro produttività. Inoltre, più di 9 viaggiatori su 10 (93%) sostengono che i viaggi positivi superano quelli negativi per stabilire e mantenere relazioni di lavoro, e quasi 8 su 10 (77%) ritengono che siano positivi anche in riferimento alla loro vita personale. Due sono le aree principali di preoccupazione per i business traveller: sicurezza e benessere. Anche se due terzi degli intervistati (67%) è convinto che i viaggi oggi siano più sicuri, quasi la metà (46%) è preoccupato per la propria sicurezza e per questa ragione più viaggiatori (68%) hanno acquistato “talvolta o sempre” un’assicurazione di viaggio. Chi va in trasferta ha anche difficoltà a mantenere le proprie abitudini riguardo all’esercizio fisico e al benessere generale, visto che più della metà (54%) afferma che esse vengono alterate mentre sono fuori casa.
Colazione da veri gourmand al Caesius All’’Hotel Caesius Thermæ & SPA Resort, splendido quattro stelle sul lago di Garda, a pochi passi dalla spiaggia e circondato da una vegetazione rigogliosa, non c’è giornata che non inizi con un abbraccio di dolcezza. Qui, ad accogliere e coccolare gli ospiti al mattino, ci pensa infatti la Boutique del Gusto, il rinnovato angolo buffet della sala colazioni che, da oggi, sfoggia un look ancora più cool, mettendo in tavola golose proposte all’insegna della genuinità e in sintonia con la migliore tradizione culinaria del territorio. Tutto questo in uno spazio addirittura raddoppiato, dove,
per gli intenditori del caffè all’italiana, trova posto anche l’angolo Moka con le miscele più pregiate e i nuovi freschissimi succhi in bottiglia di vetro. La Boutique si articola su due aree, un’interna e una esterna (plateatico) che offrono entrambe una vasta scelta di bevande, frutta, yogurt, affettati, formaggi, cereali, dessert, preparati tutti con ingredienti selezionati, e gustosissime crepes dolci e salate fatte in casa.
IHG. Annunciati i nomi dei nuovi Chief Executive Officer IHG®, InterContinental Hotels Group, una delle aziende leader a livello mondiale di hotel, annuncia la creazione di una nuova regione operativa, Europa, Medio Oriente, Asia e Africa (EMEAA), con a capo
due Chief Executive Officer (CEO). Kenneth Macpherson, attuale CEO della Grande Cina per IHG, sarà a capo della nuova regione EMEAA creata riunendo due delle divisioni operative di IHG: Europa e Asia, Medio Oriente e Africa. A sostituire Kenneth è Jolyon Bulley, che è stato promosso a CEO della Grande Cina. Queste modifiche saranno effettive all’inizio del 2018. Kenneth, attualmente responsabile della gestione, dello sviluppo e della redditività della regione con la crescita più rapida della società, è entrato a far parte di IHG nell’aprile 2013 da Diageo, azienda dove è stato quasi 20 anni. Ha vissuto e lavorato in Cina dal 2005. Durante la sua carriera, è stato in diverse sedi in Asia, Regno Unito e Sudafrica. La sua esperien9-10 2017 www.mastermeeting.it
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za approfondita e la conoscenza del business in tre continenti saranno fondamentali per questo nuovo ruolo. La regione EMEAA avrà sede principale nel Regno Unito e opererà attraverso consolidate divisioni subregionali con sedi in diverse località, tra cui Singapore, per assicurare che l’attività rimanga strettamente connessa con le strutture, gli ospiti e il personale. Unificando due regioni così forti e stabili, l’azienda potrà focalizzarsi su un’ulteriore crescita grazie ad una maggiore agilità e efficacia. Jolyon Bulley è attualmente Chief Operating Officer (COO) per le Americhe e responsabile del Team Operativo nella regione più grande di IHG con quasi 4.000 hotel. Con la sua nomina a CEO della Grande Cina, Jolyon diventerà anche membro del Comitato Esecutivo (CE) internazionale di IHG. Jolyon ha un’esperienza di decenni nell’industria alberghiera, tra cui 16 anni in IHG. È entrato a far parte del Gruppo nel 2001, in qualità di Direttore del Team Operativo per il Nuovo Galles del Sud in Australia e da allora ha assunto ruoli di leadership in diverse divisioni. Jolyon è stato COO per la Grande Cina dal 2011 al 2014, occupandosi della supervisione della pianificazione strategica nelle prestazioni.
H.n.h. Hotels & Resorts S.p.A gestirà il DoubleTree by Hilton Trieste Sarà H.n.h. Hotels & Resorts S.p.A., uno dei principali player indipendenti dell’hôtellerie italiana, a gestire il DoubleTree by Hilton di Trieste. L’Hotel aprirà nel sontuoso palazzo di inizio ’900 che ospitava la sede della compagnia assicurativa Ras, oggi proprietà di Allianz Italia, in Piazza della Repubblica. Alla sottoscrizione del contratto di locazione con Allianz Italia, è seguito l’accordo di franchising tra H.n.h. Hotels & Resorts S.p.A. e la catena alberghiera internazionale Hilton, la quale, grazie a questa operazione, aprirà il venticinquesi-
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mo Hotel a marchio Hilton in Italia ed il primo a Trieste. L’apertura è prevista nei primi mesi del 2019 ma gli interventi di ristrutturazione e conversione sono già in corso. Il progetto di restauro e trasformazione firmato dallo Studio Caberlon Caroppi, che interesserà soprattutto gli ambienti interni, è stato studiato per riflettere l’anima più autentica dell’affascinante capoluogo giuliano, approdo di navi e di fermenti culturali. L’armonizzazione stilistica della monumentale fontana dei leoni dello scultore
Gianni Marine delle architetture razionaliste con gli ascensori panoramici e le innovative soluzioni di arredo, offriranno una nuova lettura degli spazi per gli ospiti in visita alla città. Luca Boccato, Amministratore Delegato di H.n.h. Hotels & Resorts S.p.A. commenta: “Il DoubleTree by Hilton di Trieste rappresenta per H.n.h. Hotels & Resorts S.p.A. la seconda collaborazione con Hilton ed è sicuramente un traguardo importante nella crescita di questa partnership. Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta
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di gestione e messo fin da subito grande passione in questo progetto. La stessa passione che ha mosso Allianz Italia nel voler rivalorizzare un edificio storico di inestimabile pregio per restituirlo alla città di Trieste e lo Studio Caberlon Caroppi, curatore dell’interior design, nell’ideazione di camere e spazi comuni. Per il nostro Gruppo, che gestisce ad oggi 11 strutture nel Nord Italia, “welcome to our passion” non è soltanto un claim ma è lo stile che ci contraddistingue ed il carattere che intendiamo dare anche al nuovo DoubleTree by Hilton di Trieste». «Trieste, capoluogo del Friuli Venezia Giulia, significativo punto di riferimento per i viaggiatori business e meta privilegiata per il turismo, è anche il porto marittimo più importante d’Italia».
EDEN MICE XP: l’offerta esperienziale rivolta al business travel Eden Hotels & Resorts potenzia l’offerta rivolta al segmento Mice con un nuovo prodotto: l’Eden Mice Xp. Nato in collaborazione con Dual – agenzia di comunicazione ed eventi esperta nella progettazione e organizzazione di servizi focalizzati sul business travel – offre soluzioni personalizzate, servizi di team building e di formazione innovativi all’interno delle otto meravigliose location italiane proposte da Eden Hotels & Resorts. Si può scegliere tra diverse opzioni tutte “ad alto tasso di coinvolgimento” come esperienze fotografiche, food, tasting, sessioni motivazionali e di team building «Grazie alla collaborazione con Dual, oggi Eden Hotels&Resorts progetta e propone servizi altamente customizzati, dedicati al segmento Mice», dichiara il Cavaliere del Lavoro Dr. Nardo Filippetti, Presidente del Gruppo Eden, aggiungendo che «le strutture di Eden Hotels & Resorts intendono valorizzare il meglio dell’ospitalità italiana nei target leisure e business, attraverso le eccellenze del made in Italy, servizi al
top e un aggiornamento delle proposte in ottica bleisure, dove oltre al meeting prende sempre più spazio il fattore “esperienza”».
Casina Valadier compie 200 anni e IGuzzi la illumina scenograficamente Il bicentenario dell’edificio simbolo della Roma Ottocentesca è stato celebrato, in grande stile, lo scorso settembre con un party esclusivo. Oltre 600 gli ospiti, attentamente selezionati, tra cui Renato Balestra, Tony Renis, Anna Pettinelli, Carlo Rossella e Ettore Riello. La celebrazione, fortemente voluta dalla famiglia Montefusco – che ha recentemente acquisito la totalità della gestione della struttura – si è svolta in perfetta sintonia con le caratteristiche di questo meravi-
glioso edificio, con la sua storia ed il suo fascino. Accolti alle ore 20.00 da una band in perfetto stile anni 30, composta da alcuni tra i migliori musicisti jazzisti d’Italia, ha dato il via a questa magica serata. Gli ospiti sono stati accolti da figure vestite di luce e da uno speciale menù studiato dallo chef Massimo D’Innocenti, che ha visto la presentazione di alcuni piatti innovativi realizzati appositamente in occasione del bicentenario. L’atteso discorso del Presidente Eduardo Montefusco ha segnato il vero inizio di un evento che ha voluto riportare in vita l’edificio storico ispirandosi agli anni in cui la Casina ha vissuto i suoi periodi di massimo splendore: ad animare la serata un video mapping che ha ripercorso, con suoni luci ed imma9-10 2017 www.mastermeeting.it
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gini, la storia dell’Italia, di Roma e della Casina stessa: un excursus affascinante e spettacolare a partire dalla nascita come cisterna romana, per poi arrivare all’affidamento da parte di Napoleone all’architetto più in voga dell’epoca, Giuseppe Valadier, e giungere ai primi del ’900 che hanno fatto della Casina un luogo di incontro di artisti, filosofi, filantropi, per approdare, infine, al periodo più contemporaneo. «Celebrare la storia di questo magnifico edificio mi riempie di gioia», ha detto il Presidente Eduardo Montefusco «Auguro altri 200 anni di grande splendore e fascino alla nostra Casina Valadier, patrimonio di Roma e d’Italia». Dopodiché il presidente ha introdotto il momento clou della serata, presentando la nuova spettacolare illuminazione scenografica e architetturale realizzata da IGuzzini, che si avvale della più moderna ed ecosostenibile tecnologia a led. Sono stati utilizzati oltre 150 proiettori e Streep led per l’illuminazione dell’intero complesso, di cui 120 proiettori destinati alle le aree verdi, con un consumo totale di soli di 1.2 kW.
Hilton lancia il progetto “Africa Growth” Hilton ha investito un totale di 50milioni di dollari nell’iniziativa Africa Growth, un progetto che si svilupperà nei prossimi cinque anni per supportare la crescita del proprio portfolio di hotel nell’Africa Subsahariana. Questi fondi verranno utilizzati per finanziare la conversione di circa 100 hotel (200.000 camere all’incirca) – dislocati in diversi Paesi africani – in strutture a marchio Hilton, principalmente con i brand Hilton Hotels & Resorts, DoubleTree by Hilton e Curio Collection by Hilton, lanciato di recente. Patrick Fitzgibbon, Senior Vice President, Development, Europe, Middle East and Africa, Hilton ha commentato: «Per Hilton la crescita in Africa è un impegno fonda-
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L’aperitivo è un must al Concept45 di Hilton Milan Nel cuore dell’innovativo distretto milanese di Porta Nuova, a due passi dalla Stazione Centrale, l’Hilton Milan è la location ideale dove gustare un aperitivo post ufficio con amici e colleghi. Un angolo di relax e divertimento in cui assaporare deliziosi piatti della tradizione italiana e sorseggiare ottimi cocktail, preparati da esperti barman. Il mood dell’aperitivo riprende lo stile urban chic dell’identità Hilton, espressione di un perfetto mix tra glamour e comfort secondo un concept esclusivo ed accattivante. Uno stile proposto con successo presso Concept45, il lobby restaurant completamente rinnovato lo scorso anno, dove “testare” l’expertise culinaria, frutto della costante sperimentazione dello chef Paolo Ghirardi, con i pregiati vini della Cantina Moser, fiore all’occhiello della tradizione viticola trentina. Il menù dell’aperitivo comprende una ricca proposta di Finger Food, appositamente selezionato dalla lunghissima esperienza degli chef dell’Hotel Hilton Milano, il tutto accompagnato da prestigiosi DJ SET e live music. L’appuntamento è per tutti i mercoledì dalle 18,30 alle 21,30. L’aperitivo è aperto al pubblico e il costo è a partire da 12 euro.
mentale, vista la nostra presenza nel continente da oltre 50 anni. La strategia di convertire hotel già esistenti in strutture a marchio Hilton è risultata vincente in diversi mercati e ci aspettiamo che sia lo stesso in Africa». Questi hotel potranno beneficiare delle straordinarie piattaforme commerciali di Hilton e del prestigio dei suoi brand. Patrick Fitzgibbon ha aggiunto: “Il portfolio di brand a nostra disposizione permette ai proprietari degli hotel di scegliere il marchio che meglio si adatta alla loro struttura. Abbiamo già avviato il progetto grazie alla firma per l’apertura di
due hotel: la nostra prima struttura a marchio DoubleTree by Hilton in Kenya e il nostro primo hotel in assoluto in Ruanda, e speriamo di poter annunciare nuove aperture entro la fine dell’anno». La prima struttura a beneficiare di questo progetto è l’Amber Hotel di Nairobi, che offre 109 camere, e che verrà rilanciato con il marchio upscale DoubleTree by Hilton. La seconda struttura è l’Ubumwe Grande Hotel, un hotel di 153 camere che sorge nel business district di Kigali, che entrerà anch’esso a far parte del brand upscale DoubleTree by Hilton nel 2018. I
H
istorical venue. ReďŹ ned luxury. Spectacular facilities.
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L’altra Istanbul.
Viaggio fotografico di Simone De Fraja
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i si deve perdere per trovare l’Altra Istanbul, ove c’è sempre un’altra spiegazione e niente è come sembra. “Ad Istanbul vi ero capitato, fugacemente per una giornata [...] Fu una escursione densa e stipata, dalla mattina alla sera, di cui sono rimasti vaghi ma piacevoli ricordi”. Così inizia l’introduzione del libro fotografico di Simone De Fraja, avvocato ed eclettico appassionato di culture nonché studioso di storia medioevale. Un incipit distratto, per una sosta quasi casuale che invece diventa per l’autore l’occasione per conoscere una città avvolgente e a rimanerne conquistato. “Se questa Istanbul in bianco e nero fosse una sposa – citano le recensioni del volume – queste pagine sarebbero un’appassionante dichiarazione d’amore del suo narratore e i verbi, disseminati qua e là, in prima persona plurale, mal celano che non è il solo ad amarla;
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il pranzo, poi, nella catapecchia a picco sul Mar Nero nel borgo di pescatori, ha il sapore di un pranzo di nozze, il più semplice e povero, il più bello”. Corredano il racconto le foto in bianco e nero dell’autore che, tra panorami e particolari di vita quotidiana, aiutano il lettore
ad immedesimarsi nell’atmosfera dell’antica Costantinopoli, come in un magico viaggio nell’immaginazione. De Fraja, avvocato, si occupa prevalentemente di materia penale. È attualmente Presidente della Camera Penale di Arezzo. È stato docente per alcuni anni presso istituti scolastici superiori con contratti a progetto per l’insegnamento della storia e corsi monografici sull’incastellamento e della castellologia. Docente presso l’Uniter di Arezzo, collabora con la Scuola di Formazione Forense di Arezzo. Avvocato, saggista e studioso del periodo medioevale, presso l’Università di Firenze facoltà Architettura collabora con la Facoltà di Architettura Dida Documentation
and management small historical settlements, correlatore di tesi sull’incastellamento e restauro centri fortificati. Il suo interesse personale si è più volte concentrato sulla storia del territorio di Arezzo con saggi pubblicati. Consigliere Scientifico presso l’Istituto Italiano dei Castelli si occupa di castellologia con speciale riferimento alle fortificazioni locali e del Vicino Oriente, in ordine alle quali ha tenuto alcuni interventi e conferenze. Tra le molte attività, è anche Accademico Presso l’Accademia Petrarca di Arezzo e socio fondatore della Società Storica Aretina. Oltre ai numerosi saggi apparsi in riviste specializzate si ricordano, tra le recenti pubblicazioni, «Fortificazioni Medioevali in Valcerfone, ricognizione e censimento», (2011); «Fortificazioni Medioevali in Valmarecchia, il Comune di Badia Tedalda», (2013) per i titpi della Socità Storica Aretina; «Nepi. Fortificazione e immagine» (2015), «Le fortificazioni di Clemente V» (2017), con Phasar Edilzioni. Tra i saggi recentemente apparsi si ricordano quelli relativi alle fortificazioni medioevali lungo l’Arno a stampa su riviste scientifiche accreditate ANVUR quali «Notizie di Storia» “Assediati ed assedianti nel cenotafio Tarlati” (20-2005), “Pietramala, da castello di strada alla esemplare distruzione” (302013), “L’assedio della fortificazione di Poggio Santa Cecilia” (312015), nonché «Annali Aretini» “Forma urbis Pratoveteris” (XIX2012) e “Il Senso dell’Antico” (XXIV-2016). C.C.
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Provenza
tutti i toni dell’ocra
Mentre nell’immaginario comune la bella regione del Sud della Francia si tinge del viola dei campi di lavanda, c’è un’altra suggestione cromatica che aspetta, tutto l’anno, di sorprendere il viaggiatore. Con le sue mille sfumature
✒Testo e foto di Barbara Ainis
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Rocce dall’aspetto irreale, pinnacoli stagliati nel cielo azzurro, colonne, piramidi, strette gole e vaste terrazze naturali aperte su uno scenario da favola, tinto di rosso, di giallo e arancione. Non siamo in Colorado e questo non è il Gran Canyon. Ci troviamo, invece, nel più piccolo e vicino Massiccio del Luberon, a pochi chilometri da Avignone, nel bel mezzo di uno dei giacimenti d’ocra più estesi al mondo. Questo vero gioiello della Provenza è uno dei segreti più affascinanti e sorprendenti della Francia meridionale, un panorama dai colori saturi e intensi, scolpito dall’uomo, dal vento e dalla pioggia, e capace di spodestare, nella memoria di chi lo visita, persino l’iconica immagine provenzale degli immensi campi di
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lavanda in primavera. Sentieri indimenticabili serpeggiano tra queste suggestive rocce sedimentarie e si insinuano fin dentro gallerie impressionanti, miniere oggi in disuso, testimonianza dell’epoca d’oro di questo prezioso pigmento naturale.
I sentieri dell’ocra La fortuna di Roussillon, un piccolo e affascinante borgo della Vaucluse, classificato tra i “villaggi più belli di Francia”, gira tutta intorno all’ocra. Nota per le sue proprietà cromatiche fin dal Paleolitico, la terra di queste montagne fu al centro di un’intensa attività di estrazione e commercio in tutto il mondo a partire dalla fine del XVIII secolo e fino a buona parte del secolo scorso. Quando i colori sinteti-
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ci spodestarono i pigmenti naturali (troppo costosi, anche se infinitamente più belli) le miniere chiusero e le fabbriche cessarono la loro attività di lavaggio e separazione della sabbia (oggi rimane solo un sito di produzione attivo). Eppure l’ocra non ha smesso di costituire il vero tesoro di questa regione, riscoperta da un turismo di qualità, meta esclusiva per viaggiatori alla ricerca di esperienze uniche e originali. L’anima stessa di Roussillon è tinta dei toni caldi di questa terra: le facciate delle sue case, le persiane rosse aperte sulle sue strade e le piazze, le botteghe artigiane di bellissime ceramiche affacciate sui vicoli mostrano con orgoglio le molte sfumature di colore che si ottengono dagli ossidi di ferro, manganese e titanio di cui è ricca la collina su cui si erge la cittadina. E proprio a due passi dal centro storico si apre il Sentier des Ocres: un percorso di circa 45 minuti, tra pini marittimi, castagni e le incredibili formazioni rocciose che ricordano le suggestioni dei Canyon del sudovest degli
USA, ma anche la magia irreale dei Camini delle Fate della Cappadocia e l’illusione del deserto. Si cammina sulla sabbia, tra i pinnacoli e le falesie, e, se anche si riesce a resistere alla tentazione di affondare le mani nel colore, alla fine si esce inevitabilmente con i vestiti e le scarpe ricoperti dalla polvere rossa. Quindi la raccomandazione è sempre quella di evitare di vestirsi di bianco.
Le case di Roussillon sono tinte delle diverse sfumature dell’ocra e sorgono direttamente sulle impressionanti falesie rosse
Un museo per raccontare la storia del colore A poca distanza da Roussillon e dal suo spettacolare sentiero si trova il Conservatorio dell’ocra e dei pigmenti applicati Okhra. È un museo didattico che racconta la storia del colore naturale e di queste terre, ne svela i segreti dell’estrazione e della trasformazione e affascina artisti e non con le mille sfumature ricavate dai preziosi ossidi: dal rosso più intenso, all’arancio, dal giallo al marrone, fino al viola. Il Centro è realizzato a ridosso dell’antica fabbrica Mathieu, che tra il 9-10 2017 www.mastermeeting.it
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In un raggio di pochi chilometri si possono visitare sentieri affascinanti, miniere abbandonate e veri e propri canyon scavati nella roccia sedimentaria dai colori sorprendenti
1921 e il 1963 ha prodotto circa mille tonnellate di ocra all’anno. Oggi il mulino, il sistema di lavaggio e il forno sono visitabili per comprendere tutti i processi del trattamento dei minerali.
Canyon e gallerie sotterranee A venti chilometri da Roussillon si trova un’altra tappa imprescindibile del percorso alla scoperta dell’ocra. Si tratta della bella cittadina di Rustel, che, pur non contando sul fascino del borgo color della terra, è la porta d’ingresso del cosiddetto Colorado Provenzale. E il soprannome non è sovrastimato. Il panorama che si gode nei suggestivi e lunghi percorsi, da 1 a 4 ore di cammino con nomi evocativi come Camini delle fate, Falesie dei
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Giganti o Sentiero del Sahara, trasporta davvero il visitatore in altri spazi e altri tempi. L’uomo e la natura hanno disegnato le incredibili formazioni geologiche del Luberon, ma il primo artefice di questo spettacolo di colori è il mare. Lontano chilometri oggi, milioni di anni fa il mare copriva il Massiccio del Luberon e le sue rocce sedimentarie, ricche di ferro e altri minerali, sono l’origine di quell’argilla marina, chiamata glauconite, da cui si estrae l’ocra. Le 24 sfumature di colore,
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Gli usi dell’ocra
La leggenda
L’ocra è un colorante resistente e inalterabile, utilizzato nella fabbricazione di vernici, pitture e rivestimenti. Per via della sua natura argillosa, veniva anche usata come addensante nell’industria del linoleum, del caucciù, della carta e cartoni, oltre ad essere impiegata nell’industria cosmetica, nella farmacia, nelle belle arti e persino come colorante nell’industria alimentare.
Mentre la geologia ci parla dell’ossidazione del ferro, del manganese e del titanio, la cultura popolare dà una spiegazione molto più romantica all’origine dei colori spettacolari della terra e delle rocce del Luberon. La leggenda narra di un amore infelice, quello tra Guglielmo e Sermonda, moglie di Raimondo d’Avignone, signore del borgo di Roussillon alla fine del XII secolo. Il marito tradito venne a conoscenza dell’inganno e della passione incontrollabile tra i due, meditando la più terribile delle vendette. Condusse così il giovane Guglielmo a caccia, lo uccise e gli strappò il cuore. La sera, tornato al castello, ordinò al cuoco di cucinare proprio il cuore di Guglielmo e di servirlo per cena all’ignara Sermonda. Solo al termine del pasto il marito ferito nell’orgoglio rivelò alla giovane il macabro ingrediente. Sconvolta dal dolore Sermonda scappò e si gettò dall’alto della falesia su cui sorgeva il castello. Il sangue dei due amanti tinse così di rosso le terre circostanti il borgo di Roussillon.
in cui è classificato il pigmento naturale, derivano proprio dall’ossidazione dei minerali di cui si compone il terreno. Tra pinnacoli svettanti e alte falesie questi sentieri sono un vero e proprio paradiso per chiunque ami la fotografia. Se Roussillon e Rustrel furono cave a cielo aperto, scavate fino a 20 metri di profondità, fino a dare forma agli spettacolari canyon di oggi, molti furono anche i chilometri di gallerie che penetravano nella montagna per estrarre la preziosa
sabbia colorata. A Gargas, a metà strada tra i due borghi, si trovano le Mines de Bruoux, un reticolo di tunnel lungo oltre 40 chilometri, oggi visitabili dai turisti, sebbene solo in piccola parte (650 metri) e muniti di cappotto, visto che la temperatura media è di 10°. Quel che si apre alla vista di chi entra per queste spettacolari gallerie, che furono realizzate e utilizzate a partire dal 1848, è difficile da descrivere: cattedrali scavate nella roccia, volte magnifiche alte fino a 15 metri, solide e compatte tanto da non richiedere l’utilizzo di puntellature, illuminate sapientemente in modo da svelarne i colori saturi e tutta l’indimenticabile suggestione. I
Dalla sabbia vengono estratti gli ossidi dei metalli, responsabili dei meravigliosi colori che hanno assunto nel corso di milioni di anni le terre di questo lembo di Provenza
Info www.visitprovence.com ww.luberon-apt.fr www.okhra.com www.colorado-provencal.com www.minesdebruoux.fr
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