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Cari lettori, l’Italia sta per voltare pagina. Il fattore decisivo si chiama Piano strategico per il turismo. E per la prima volta non si tratta di linee guida di carattere generale ma di un documento del Governo che delinea principi e obiettivi e che passa al vaglio del Parlamento. In questo modo l’Italia, da un lato recupera il distacco accumulato nei confronti di Paesi come la Francia o la Spagna sul fronte della programmazione per lo sviluppo del turismo, e dall’altro, inizia a mettere in campo risorse e progetti in maniera coordinata e condivisa. Soprattutto in maniera orizzontale, mobilitando i soggetti interessati, e verticale con lo sviluppo degli interventi e investimenti. Per questo motivo è opportuno parlare di svolta epocale. La bocciatura della riforma costituzionale da parte dell’elettorato chiamato ad esprimersi attraverso il referendum, ha evitato il riequilibrio dei poteri. Ora lo scenario è chiaro. L’attuazione del Piano strategico è il grande banco di prova che ci attende. Una occasione che il Paese intero non può fallire, nel momento in cui i risultati premiano l’offerta italiana. Dobbiamo dunque investire adesso per consolidare quanto acquisito finora e, soprattutto, per poter innestare la quarta e crescere ancora migliorando il modello italiano. Il Piano – come sottolinea il Mibact – si attuerà attraverso revisioni biennali e la predisposizione e l’attuazione di piani annuali.
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In 100 pagine sono delineate le priorità per valorizzare un settore che vale 171 miliardi di euro, pari all’11,8% del Pil e al 12,8% dell’occupazione, attraverso 13 obiettivi specifici, 52 linee di intervento, racchiuse in 4 obiettivi fondamentali: diversificare l’offerta turistica, innovare il marketing del brand Italia, accrescere la competitività e migliorare la governance del settore. Altri punti fermi del Piano sono: rivoluzione digitale, adeguamento della rete infrastrutturale, riduzione degli oneri burocratici e fiscali, miglioramento della quantità e qualità dell’occupazione, semplificazione del sistema normativo. Particolare attenzione va alla diversificazione delle mete turistiche per indirizzare i flussi turistici verso territori ricchi di potenzialità ancora inespresse, quali aree rurali, piccole e medie città d’arte, parchi naturali e marini. Tutto all’insegna della sostenibilità ambientale e culturale. Possiamo dunque permetterci di perdere questa grande occasione? Può l’Italia permettersi di rinunciare a tornare a essere leader nell’industria turistica, visto il ruolo di culla della moderna cultura del viaggio? La risposta è un “no” senza condizioni. Il modello Expo Milano ci deve guidare e ispirare, abbiamo davanti una occasione unica.
Mario Mancini
SOMMARIO
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Indirizzi
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Cari lettori
HOTEL & FINANZA
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Notizie sui valori, espansioni, management alberghiero
COVER STORY
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WHAT’S NEXT
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Meeting ed eventi: futuro in crescita Spazi eventi del futuro Hotel Acquaviva del Garda
Il Gruppo Plinio nell’ospitalità ha tutto
FOCUS COMO SCENARI DEL TURISMO
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Patrimonio immobiliare pubblico. Una risorsa per il Paese Una Milano da record I Viaggi d’affari nell’era della Brexit Piccole destinazioni crescono I Pst nella competizione turistica europea
68 74 76 78 79 80 82
L’altra stagione del Lago di Como Villa d’Este LarioHotels Grand Hotel Tremezzo Sheraton Lake Como Hotel Villa Erba Hotel Cruise e Hotel Como
Gruppo SEH Hotels
PARMA SELECTED BY MM L’INCHIESTA
48
Le nuove mete 2017
85 86
Città dell’accoglienza e del buon cibo INC Hotels Group a Parma
LA SCELTA DI MM
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Extro Hotels
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SOMMARIO
RISORSA UOMO
148
Engagement. Strumento strategico ancora poco utilizzato in Europa
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Come creare un’impresa di successo partendo dalla fisica
LA PAROLA AL FORMATORE
158 TREND
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Largo ai retired! Le guide turistiche italiane a scuola di cucina La ridefinizione del lusso Le opportunità della Sharing Economy Turismo ispirazionale
TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ
Lo strano matrimonio tra il design thinking e i meeting strategici
UNA METAFORA PER CRESCERE
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Nel mondo dei robot
FINANCE CONFIDENTIAL
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Biotecnologie innovative: un comparto in forte sviluppo
IL PARERE DEL LEGALE
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HOSPITALITY NEWS
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Indel B
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Cantina di Santadi
Scale insidiose in albergo
Notizie dal mondo dei viaggi e dell’ospitalità
PerDormire Hotel Umberto Cesari
LE VIE DELL’INCENTIVE
Viniexport.com
168
Emozioni a San Francisco
178
Indirizzi
TURISMO&CUCINA, UN GEMELLAGGIO CHE PIACE E CHE RENDE
144
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Villa Crespi. Cucina d’autore sul Lago d’Orta
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INTEGRAZIONE STARWOOD E MARRIOTT: NESSUNA RIVOLUZIONE PER ADESSO SCENARI
TURISMO E FINANZA. UN ANNO CHE SORPRENDERÀ
L’INVASIONE DEI CAPITALI CINESI NEGLI HOTEL OCCIDENTALI Dal 2011 in avanti gli investimenti cinesi nel settore alberghiero occidentale sono cresciuti senza sosta fino alle grandi manovre del 2016, con il tentato acquisto di Starwood Hotels & Resorts Worldwide da parte del colosso assicurativo Anbang e la più recente acquisizione di Carlson Hotels da parte di HNA Group.
ITALIAN HOTEL MONITOR Occupazione camere e prezzo medio in crescita per gli alberghi italiani nel 2016. le città più performanti in termini di R.O. sono state Firenze, Roma, Milano, Napoli e Venezia si confermano le città più performanti in termini di R.O. crescono anche i prezzi del +0,3% nei 4 stelle e del +2,5% nei 5 stelle e 5 stelle L.
INNOVAZIONE SÌ, MA SENZA DIMENTICARE LA CUSTOMER SATISFACTION Quando si progetta un albergo nel quale la componente di design è “centrale”, l’architetto, il progettista, il designer devono avere una visione capace di innescare, da un lato, reazioni emotive positive da parte degli ospiti, e dall’altro soddisfare le esigenze economiche di proprietario e investitore nonchè facilitare il lavoro del gestore. Ma soprattutto il progetto deve essere in grado di garantire elevati e percepibili standard di comfort.
Editoriale /58&.16457238%32525
Comfort del vecchio mondo. Optional superato? Viaggi e trasporti: strategie low cost e no frills che mettono a rischio il turismo di qualitĂ e la “buonaâ€? economia
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li aeroporti italiani sono compartecipati e funzionano con il denaro pubblico, che viene elargito in larga misura a molte compagnie aeree per portare voli e passeggeri. Si parla di milioni di euro, un fiume di denaro che passa dalle casse pubbliche a quelle di compagnie low cost cosĂŹ abili da riempire gli aeromobili al punto da farli sembrare delle scomodissime carrozze di terza classe, di ferroviaria memoria. Viaggi privi di qualunque comfort, ma cosĂŹ economici da stuzzicare l’interesse e consentire a milioni di persone di muoversi, spostarsi e interagire sostenendo che in questo modo si favoriscono la socializzazione, l’economia e il turismo. Cosa fanno le compagnie aeree low cost per aumentare il numero dei passeggeri in arrivo e in partenza in una localitĂ che vuole diventare destinazione turistica d‘eccellenza? Fanno marketing o meglio co-marketing, dicono loro. Fanno dumping diciamo noi, ma purtroppo quello che fanno lo fanno con la complicitĂ del sistema pubblico: per farle volare in Italia in co-marketing si spendono circa 150 milioni di euro all’anno, due terzi dei quali, si dice, li incassi la compagnia irlandese Ryanair. Ma qualcosa di “pericolosoâ€? sta per segnare ulteriormente il futuro dei cieli. Ai primi di dicembre infatti United Airlines ha annunciato una nuova tariffa per il 2017, molto intrigante economicamente. Questa nuova tariffa super scontata consentirĂ ai passeggeri di portare con loro unicamente un piccolo elemento in grado di essere posizionato sotto il sedile. Inoltre i posti a sedere non saranno assegnati fino al giorno della partenza, il che significa che le persone che viaggiano insieme (coppie e nuclei famigliari) rischieranno di ritrovarsi separate sull’aereo. Se questa tariffa dovesse avere successo e fare proselitismo, mi chiedo a cosa serve investire in hotel nuovi, innovativi e confortevoli. Sbarcare da un volo senza valigia mi pare assomigli piĂš a un naufragio che a una piacevole occasione fuori casa o ad una trasferta di lavoro. E anche se questa politica tariffaria porterĂ risultati positivi nei bilanci della compagnia aerea che vedrĂ aumentare il proprio load factor e la differenza costi-ricavi, continuo a ritenere (come altri esperti della “vecchia scuolaâ€?) che il viaggio e il trasporto collegato facciano &.16457238%325258 86,'61038/5831-725 7 5326874 61-*5617868*30648+727 -6+620"8*7852,6-2703874468 7)340 8/58 )323+578/644 !25 61,50 8/58 61.-57" /58 5+5258 68 74478 .5,,8 /58 3+7(8 748 $## 8 8 6)0.1618 /58 .13'672 33/ %6 617-6874478 30648 )*3348/64478 3126448!25 61,50 8/58 0*7)7"8 ( ( ! & (8 17/6+71 8 0745783'61782648,6003168/748 $8)328.28'3107 3-453870 0.7468/58$ #874 61-*5(
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parte di quel turismo di qualitĂ , in grado di generare buona economia e buona finanza ed espandere gli affari. D’altro canto i “viaggi da pellegriniâ€? su aeromobili no frills, privi di qualunque servizio in volo ma anche a terra (soprattutto in caso di problemi), verso mete a basso costo non servono a far prosperare l’offerta turistica ma solo a sovraccaricarla antropicamente. Ai millennials però il sovraccarico piace e pure il low cost. Forse vuol dire che il comfort del vecchio mondo è un optional superato e che ciò che è essenziale e basico piace al punto che nei prossimi anni su qualche aeromobile si potrĂ cominciare a volare restando in piedi in quanto saranno disponibili meno sedili e magari senza maschere d’ossigeno e hostess. L’annuncio di questa nuova tariffa economy statunitense ha giĂ fatto il giro del mondo e potete stare certi che indurrĂ altre compagnie ad emularla magari arrivando a completare il ciclo del risparmio in volo con il tanto temuto no toilet onboard. Forse è una pura questione di tempo visto che spesso su quattro toilette solo due funzionano. Mi permetto di anticipare ai lettori italiani che soffrono per la crisi della loro beneamata compagnia di bandiera Alitalia-Etihad che le compagnie aeree del Nord America nel 2015 hanno raccolto 11 miliardi di fatturato con un incremento di circa il 25% rispetto al 2014 e che tutto questo è dovuto ai risparmi di personale, di spazio superfluo, di consumi gratuiti in parallelo all’aumento del massimo carico. Ai viaggiatori di tutte le etĂ , ai cosmopoliti, a chi magari boy scout non è stato, tutto questo piace? Speriamo di no. Per il settore alberghiero c’è il rischio che, guardando troppo ai modelli di business del settore aereo, qualche imprenditore decida di riprodurli nella propria struttura ricettiva offrendo camere d’albergo prive di tutto. Del resto se ci sono migliaia (se non milioni) di persone che per risparmiare qualche euro saliranno su un aereo senza nemmeno il proprio bagaglio a mano ce ne potrebbero essere altrettante disposte ad accettare una camera d’hotel priva di qualunque comfort oltre al letto (piĂš scomodo di quello di casa), il bagno e il riscaldamento. Sarebbe un disastro per l’offerta alberghiera e un enorme passo indietro per l’ospitalitĂ in genere. In albergo, per la reputazione dell’Italia, noi raccomandiamo anche oggi di differenziare al massimo la propria offerta, ma verso l’alto, proponendo il meglio e mai riducendo il servizio al punto minimo essenziale per i “pellegriniâ€?. Ăˆ fondamentale aggiungere elementi e servizi e non toglierli, per elevare la customer satisfation e fidelizzare al massimo i propri ospiti: camere ri-
strutturate, wi-fi gratuito, un eccellente servizio di pulizia, un breakfast indimenticabile. È un dovere assicurare servizi di buona qualità, “migliori di quelli di casa”. Ribadiamo ai passeggeri che si adattano senza problemi, che essere dentro l’industria dell’ospitalità (e vivere di ospitalità) significa far parte della grande industria che comprende trasporti, intermediazione, allog-
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gio, ristorazione, entertainment, un’industria che deve anche consentire spostamenti gradevoli e far sognare posti migliori di quelli dai quali si parte. Perché senza sogni e comfort il viaggio è un freddo trasloco, che sia per piacere o per affari, da non ripetere. Se dunque le modalità low cost e no frills si diffondessero nel settore alberghiero con la stessa rapidità dettata dalle LCA, per le più importanti compagnie alberghiere mondiali sarebbe un disastro in termini di marketing. Gli alberghi diventerebbero dei dormitori a prezzi stracciati, senza alcun valore aggiunto riportando l’ospitalità indietro di secoli, ai tempi delle locande per i viandanti medievali. Ma l’ospitalità per fortuna è altra cosa e ha poco a che vedere con il trasporto aereo soprattutto low cost, la cui priorità è garantire rapidità e sicurezza, non il comfort. Questo è un dato ineludibile che nessuno sembra temere. Avviso a chi se ne intende: i viaggi low cost in-
HOTEL TRANSACTION
L’integrazione Starwood Hotel e Marriott International: nessuna rivoluzione per adesso
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a quando l’acquisizione di Starwood Hotels & Resorts Worldwide da parte di Marriott International è stata finalizzata, gli albergatori affermano che (fino ad ora) non c’è stata alcuna significativa rivoluzione a livello operativo. Tutto è stato gestito con grande abilità e professionalità dai due gruppi che sono riusciti a limitare al minimo i cambiamenti. Innanzitutto è stato garantito agli hotel a marchio Starwood il mantenimento degli standard, che non saranno messi in discussione; potranno essere apportate eventualmente solo piccole modifiche ai vari brand. Nessuna rivoluzione è avvenuta neppure per i programmi fedeltà: la fusione è stata indolore per i programmi Marriott Rewards e Starwood Preferred Guest che continuano ad operare come prima oltre ad essere diventati validi gli uni negli hotel dell’altro brand. Si
tratta di una grande acquisizione a livello promozionale e commerciale per tutti gli alberghi che ampliano notevolmente il proprio portafoglio clienti. E gli ospiti si sono già dimostrati entusiasti del fatto che i loro programmi fedeltà gli offriranno più opzioni. Dal punto di vista operativo gli hotel a marchio Starwood proseguono con il loro normale approccio, la grande attenzione all’esperienza degli ospiti e agli standard di comfort e servizio. Qualche cambiamento è atteso a livello di marketing, mentre anche i sistemi di prenotazione al momento restano i medesimi pre-acquisizione e pare che all’orizzonte non ci siano fusioni dei due sistemi StarwoodMarriott. Anche se alcuni manager affermano che sul lungo periodo la cosa non è praticabile e quindi, prima o poi, si arriverà ad un unico sistema di prenotazione.
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L’invasione dei capitali cinesi negli hotel al 2011 in avanti gli investimenti cinesi nel settore alberghiero occidentale sono cresciuti senza sosta fino alle grandi manovre del 2016, con il tentato acquisto di Starwood Hotels & Resorts Worldwide da parte del colosso assicurativo Anbang e la più recente acquisizione di Carlson Hotels da parte di HNA Group. Il coinvolgimento dei capitali cine-
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to formale alle tensioni legate agli eventi di piazza Tienanmen di Pechino condannati dai paesi occidentali per arrivare alle dichiarazioni del premier cinese Wen Jiabao che nel luglio 2009 annuncia la volontà di implementare ulteriormente gli investimenti cinesi non finanziari all’estero. È il momento della svolta: tra il 2011 e il 2015 è il periodo della cosiddetta “baldoria
si negli alberghi occidentali parte però da molto lontano e prende avvio con le missioni diplomatiche nei primi anni 1970. Grazie ad un’approfondita indagine di Hotels News Now (HNN) possiamo ripercorrere brevemente i momenti salienti della scalata cinese ai grandi gruppi e ai principali asset alberghieri occidentali. Gli albori dei rapporti tra Paesi occidentali e Repubblica Popolare Cinese vengono definiti “fase di accumulo” si protraggono dal 1972, quando per la prima volta il presidente americano Richard Nixon visita la Cina e incontra il leader cinese presidente Mao Zedong, fino al 2009. In questi oltre trent’anni si passa dal reciproco riconoscimen-
degli acquisti”. Iniziano e si consolidano le grandi acquisizioni: • maggio 2011, HNA Group acquista il 20% del gruppo spagnolo NH Hoteles (poi NH Hotels), per 431,6 milioni di euro; • novembre 2013, Sichuan Xinglida Group Enterprises Company acquista il Marriott Torrance South Bay a Los Angeles (487 camere) dal fondo d’investimento immobiliare Diamond Rock per 74 milioni di dollari; • marzo 2014, Jiangsu Pro acquista l’Hotel Valparaiso a Palma de Mallorca per 48 milioni di euro, potrebbe essere il prodromo di una catena; • giugno 2014, secondo una ricerca Cushman & Wakefield, la Cina è
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il terzo maggiore investitore all’estero dopo Stati Uniti e Giappone. Dal 2008 al giugno 2014, gli investimenti cinesi negli alberghi occidentali valgono circa 6,5 miliardi di dollari, il 6% di tutti gli investimenti in uscita dalla Cina. Solo a New York gli investimenti in asset alberghieri rappresentano il 27% del totale. In Europa, su tutti gli investimenti immobiliari effettuati, il 13,6% è stato destinato ad alberghi; • giugno 2014, Kai Yuan Holdings paga 344,51 milioni di euro per il lussuoso Paris Marriott Hotel Champs-Elysees, che include un accordo di gestione con Marriott International fino al 2030; • settembre 2014, Reignwood Gruppo attraverso la controllata Reignwood Investments acquista Ten Trinity Square, accanto alla Torre di Londra, per una somma non comunicata. Contemporaneamente annuncia una partnership con Four Seasons Hotels & Resorts per trasformare la proprietà in un hotel di lusso (l’albergo con 100 camere e 41 residenze private, il secondo Four Seasons della capitale britannica, è stato inaugurato nel mese di gennaio); • ottobre 2014, Anbang Insurance Group acquista il Waldorf Astoria di New York per 2 miliardi di dollari da Hilton Worldwide Holdings; • novembre 2014, Shanghai Jin Jiang International Hotels, Thayer Group e Phoenix Global Investment acquisiscono la prestigiosa società francese Louvre Hotels Group per circa 1,2 miliardi di euro. Il consorzio cinese acquisisce così il controllo dei marchi alberghieri Première Classe, Campanile, Kyriad, Tulip Inn, Golden Tulip e Royal Tulip; • dicembre 2014, Sichuan Xinglida Group porta a termine un altro affare con Diamond Rock e acquisisce per 160 milioni il Marriott LAX Airport Hotel (1.004 camere); • febbraio 2015, Fosun acquista Club Méditerranée per 940 milioni di euro.
A New York il Baccarat Hotel (114 camere) è venduto ancora prima di aprire alla società cinese Sunshine Insurance Group per 230 milioni di dollari. Con 2 milioni di dollari a camera diventa la vendita di maggiore valore per Starwood Capital Group dai tempi del Plaza Hotel; • marzo 2015, Fosun acquista il 5% del colosso del tour operating Thomas Cook per 91,8 milioni di sterline; • agosto 2015, HK CTS Metropark Hotel acquista la società di management britannica Kew Green Hotel per 400 milioni di sterline accaparrandosi 44 hotel nel Regno Unito per un totale di 5.179 camere; • dicembre 2015, scompare temporaneamente il presidente di Fosun, Guo Guangchang (il Warren Buffet d’Oriente). Alcuni rumors collegano la sua assenza con il giro di vite messo in atto dal Governo cinese per combattere la corruzione dilagante negli affari tra sistema pubblico e aziende private. Guo riappare a metà dicembre. Ecco quindi il 2016 e gli “ultimi sviluppi”. Nonostante le gravi difficoltà della borsa di Shanghai che brucia oltre 7 miliardi di dollari tra azioni, futures ed options, l’anno si apre con l’acquisizione, in febbraio, da parte di Cindat Capital Management del 70% di sette alberghi di Manhattan (Holiday Inn, Hampton Inn, Candlewood Suites) da Hersha Hospitality Trust per olte 571 milioni di dollari. A questo nel 2016 seguono altri importanti eventi: • a marzo Anbang Insurance avvia l’acquisizione (che sarà ufficializzata solo 6 mesi dopo) del fondo di investimento immobiliare Strategic Hotels & Resorts, proprietario di 16 alberghi di lusso (tra cui l’Intercontinental di Miami), da Blackstone Group per 6,5 miliardi di dollari; • nello stesso mese il colosso assicurativo cinese prova a dare la scalata a Starwood Hotels & Resorts Worldwide in concorrenza con Marriott International. Una battaglia che come sappiamo è stata poi vinta da Marriott, forse anche per gli sforzi messi in atto
dal governo cinese per fermare l’enorme flusso di capitali in uscita dalla Cina e quindi aumentare le proprie riserve di valuta estera; • ad aprile, HNA Group raggiunge un accordo (i cui termini non sono stati comunicati) per l’acquisizione di Carlson Hospitality Group. L’accordo comprende anche il 51,3% del capitale di Carlson in Rezidor Hotel Group; • a maggio, Shanghai Jin Jiang International Hotels, Thayer Group e Phoenix Global Investment, aumentano la loro partecipazione in Accorhotels fino all’11,7% con l’obiettivo secondo alcuni di arrivare in tempi brevi al 20% delle quote azionarie; • ad agosto, Junson Capital acquista il Doubletree by Hilton Hotel London Docklands Riverside (378 camere) da Bayside Capital un gruppo di private equity affiliato ad HIG; • ad ottobre, HNA spende 6,5 miliardi di dollari (26,25 dollari per azione) per acquisire il 25% di Hilton Worldwide Holdings da
fondo Blackstone; • a dicembre, Chow Tai Fook Enterprises annuncia la definizione dell’accordo per terminare la realizzazione del lussuoso mega resort Baha Mar (707 camere, 40 ristoranti e 2.800 metri quadri di SPA) a Nassau, Bahamas. Si tratta di un investimento del valore di alcuni miliardi di dollari che prevede un ulteriore impegno di spesa per 200 milioni di dollari in vista della apertura di aprile 2017. Certamente la conquista dell’occidente alberghiero non si fermerà qui. Sono ancora numerosissimi, infatti, gli asset che fanno gola al Dragone e che porteranno sempre più investitori cinesi (“guidati” sempre dal governo) ad entrare nel mercato dell’industria alberghiera internazionale sull’onda di quella strategia governativa per cui nella marcia di integrazione nell’economia globale, la Cina sta passando dalle economie emergenti a quelle mature, Europa e Stati Uniti in particolare.
Il futuro di Boscolo
S
econdo le ultime indiscrezioni i Boscolo hotel non saranno acquisiti dal fondo americano Northwood che si era aggiudicato il diritto a trattare in esclusiva l’acquisizione di sette alberghi cinque stelle per oltre 400 milioni di euro. Tra le strutture oggetto della trattativa ci sono i cinque stelle di Venezia, Roma, Firenze, Praga, Nizza, Budapest e Milano. Altre trattative sono in corso con altri interlocutori per un secondo hotel a quattro stelle a Nizza (da trasformare in palazzina per residence di lusso e spazi commerciali al piano terra) e l’Hotel Bellini di Venezia. A sorpresa è recentemente entrato in gara un nuovo big player, il fondo internazionale Värde, che secondo alcune indiscrezioni avrebbe ottenuto un’esclusiva a trattare subentrando proprio a Northwood. Värde si sarebbe avvantaggiato grazie alla posizione accumulata su Boscolo sul fronte debitorio, bat-
tendo la concorrenza di Blackstone e Starwood (affiancato da Prelios). Alla decisione di vendere la famiglia Boscolo, assistita da Mediobanca, sarebbe arrivata perché lo scorso 30 giugno il gruppo non aveva completato i covenant finanziari sui 320 milioni di euro di debito in essere nei confronti di 23 banche, tra le quali Unicredit, Mps, Banco Popolare e Bnl-Bnp Paribas. Da allora Unicredit e Banco Popolare hanno ceduto i loro crediti proprio a Värde: 240 milioni al prezzo di 210 milioni. E, a fine anno, sempre secondo fonti non ufficiali, Värde avrebbe trovato anche un accordo con Mps. Se l’operazione con Värde andasse a buon fine, il fondo americano dovrà ultimare il processo di risanamento dell’azienda avviato da Giorgio Boscolo e condurre la società a raggiungere nel 2017 circa 38 milioni di euro di margine ope1-2 2017 www.mastermeeting.it
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SCENARI
Il turismo e la finanza nel 2017, un anno che sorprenderà
I
l referendum di dicembre si è portato dietro alcune sorprese. A partire dal debito pubblico cresciuto del 5%, le banche da salvare, le catene alberghiere da incorporare (con i soldi della Cassa Depositi e Prestiti), Alitalia nuovamente da rivitalizzare con i soldi degli italiani. Tra buchi e sorprese (poco piacevoli), in Italia, tutto appare più vago, indefinito e questo porta le persone a fare programmi a breve e brevissimo termine. Ma la finanza turistica non deve temere perché c’è una certezza: “l’italiano fa della crisi buone polpette”. Gli italiani non rinunceranno alle vacanze, ne faranno qualcuna in più, non staranno a casa nel fine settimana, sfrutteranno adeguatamente le lunghe ferie pagate, un quarantina di giorni senza impegni di lavoro più una decina di giornate festive con relativo ponte. Così gli alberghi (anche i peggiori), nel 2017, continueranno a riempirsi. Per quanto tempo? Almeno 55 giorni all’anno per il settore balneare e una novantina per quello montano (alpino e dolomitico). Abbiamo recentemente intervistato un campione rappresentativo di operatori turistici italiani, che confermano queste lunghezze stagionali, ma anche che quelle giornate sono appena sufficienti per tenere in piedi le aziende e farle sopravvivere, non per aggiornarle, ringiovanirle e ristrutturarle. Bagliori per il 2017: si prevede un ulteriore piccolo aumento del movimento italiano. Trump permettendo si consoliderà il turismo internazionale, visto che le tensioni terroristiche in varie aree del Mediterraneo non si placheranno e la favorevole congiuntura mediterranea continuerà senza alcun intervento italiano. Nel 2016 si è confermata la nostra incapacità di avviare una vera strategia per aggredire i mercati outgoing in fuga dalle destinazioni mediterranee, con l'Enit imbalsamata, ancora in attesa di essere strutturata. Sempre a Roma una cinquantina di esperti si è lambiccata con l’ennesimo piano strategico nazionale, un
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ridicolo test per dimostrare che non riusciamo a sottrarre quote di clientela internazionale ad altre destinazioni. Anche la strategia per il turismo d’affari si è persa tra le cariatidi ministeriali così, nonostante le favorevoli condizioni internazionali, gli arrivi stranieri sono cresciuti di poco meno del 2%. I fuggitivi dalle coste africane e turche sono andati in crociera oppure in Spagna e in Grecia. Tutto questo considerato, nel 2017 mediamente i numeri saranno simili a quelli del 2016, stessa cosa per i fatturati e i margini operativi, sperando che non arrivino nuove imposte. Categorie soddisfatte e redditi personali salvi. Intanto le strutture invecchiano e i viaggiatori leisure diventano ogni anno più pignoli, critici e insoddisfatti. Novità e sorprese di destinazione: anche per il 2017 si parlerà molto di Salento, un’area della quale milioni di italiani si sono innamorati e dove passano la vacanza principale in luglio e agosto. La passione temporanea per luoghi come il Salento può favorire il destino del Sud e delle Isole a cui si perdonano carenze e
difetti strutturali e organizzativi a fronte di paesaggi, ambienti e atmosfere uniche, ma le coste che reggono economicamente e continuano la propria storia sono quelle basse e più vicine ai grandi bacini urbani settentrionali. Le coste venete, liguri, toscane e romagnole magari non brillano per bellezza ed esclusività dei paesaggi, ma tutti giorni offrono organizzazione, efficienza, animazione e servizi al 78% dei turisti balneari italiani. Gli operatori di queste destinazioni, da noi interpellati, prevedono per il 2017 una crescita del 3% del movimento turistico. Ci sarà anche una ripresa del movimento commerciale, del turismo d’affari, dei convegni e dei congressi, dicono gli operatori del nord. Così, nonostante le incertezze politiche e finanziarie post referendum, potremmo anche rimanere sorpresi per un’annata turistica migliore di quella che meritiamo. Un premio, che porterà un giro d’affari in aumento e concederà un altro anno di tempo per mettere mano all’offerta. Il solo movimento dell’estate 2017 produrrà ricavi per 150-170 miliardi di euro... lordi.
Prospettive di crescita per l’Europa
D
opo un 2016 piuttosto “difficile”, per non dire “pazzesco”, gli analisti dell’industria alberghiera prevedono un 2017 alti e bassi per i Paesi europei. Gli eventi terroristici che hanno colpito la Francia, il Belgio e la Turchia, hanno inciso in maniera pesante sull’andamento dell’anno e sul trend di crescita che si era avviato, per cui anche per il 2017 gli analisti sono piuttosto prudenti e ritengono difficile fare previsioni affidabili. Quel che è certo è che la debolezza della sterlina legata alla Brexit condizionerà il settore dei viaggi nel Regno Unito, soprattutto quelli d’affari, con le prime stime sul RevPAR nella capitale londinese in altalena tra il più e il meno 1%. Senza dimenticare però che l’area londinese concentra il massimo appeal turistico mondiale. La zona euro nel suo complesso vedrà dunque più incertezza con l’Italia che viene considerata uno dei mercati più volatili, seppure con variazioni percentuali poco significative, sia in positivo che in negativo, rispetto al 2016. Dopo un 2016 piuttosto difficile, in cui il RevPAR è diminuito di 15 punti percentuali, in Francia si prevede un 2017 in recupero di almeno il 5% di ricavi per camera. Il 2017 vedrà, tra i Paesi maggiormente in crescita, l’Irlanda, la Polonia e la Spagna. Russia, Germania e Regno Unito saranno quelli più dinamici, con i più elevati numeri di apertura di nuove strutture alberghiere nell’anno.
IL BORSINO DELLE CATENE Starwood Hotels & Resorts Worldwide (NYSE)
Accor Hotels (Bourse de Paris)
$77,00
E39,00
76,50
38,00
76,00
37,00
75,00
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35,00
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34,00
73,50
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InterContinental Hotels Group (NYSE)
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31 ott
7 nov
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28 nov
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9 gen
17 gen
Hilton Worldwide (NYSE)
$46
$58,00
45
56,00
44
54,00
43 52,00 42 50,00
41
48,00
40
46,00
39
2016 2017
31 ott
7 nov
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5 dic
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$56,00
$58,00
54,00
56,00
52,00
54,00
50,00
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48,00
50,00
46,00
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7 nov
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Hyatt Hotels (NYSE)
Choice Hotels International (NYSE)
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27 dic
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17 gen
Morgans Hotel Group (Nasdaq)
2016 2017
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Millennium & Copthorne (London Stock Exchange)
$2,25
ÂŁ470
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465 460
2,15
455
2,10
450 445
2,05
440
2,00
435 430
1,95
2016 2017
8 nov
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16 dic
2016 2017
05 gen
NH Hoteles (Bolsa Madrid)
7 nov
14 nov
21 nov
28 nov
5 dic
12 dic
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9 gen
16 gen
9 gen
16 gen
MeliĂĄ Hotels International (Bolsa Madrid)
E4,20
E11,60
4,10
11,40 11,20
4,00
11,00
3,90
10,80
3,80
10,60
3,70
10,40
3,60
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Italian Hotel Monitor© Occupazione camere e prezzo medio in crescita per gli alberghi italiani nel 2016. Secondo il bilancio consuntivo del Monitor elaborato da Trademark Italia le città più performanti in termini di R.O. sono state Firenze, Roma, Milano, Napoli e Venezia, tutte al di sopra di un eccellente 70% . Tra le 45 città analizzate da Italian Hotel Monitor occupazione camere in crescita addirittura in 40. Oltre alle 5 città sopra al 70%, altre 19 superano il “muro” del 60%. Prezzi medi in aumento del +0,3% nei 4 stelle e del +2,5% nei 5 stelle e 5 stelle L; leggera contrazione nei 3 stelle (–0,2%)
I
l 2016 va in archivio con una performance complessivamente positiva per gli alberghi italiani, con l’occupazione camere media della categoria upscale (4 stelle) al 68,1% (più 1,1 punti rispetto a gennaio-dicembre 2015) e il prezzo medio camera a 113,36 euro (+0,3%). Tra le 45 maggiori città del Paese, Italian Hotel Monitor rileva numeri positivi sia per il turismo business che leisure in 40 città, localizzate in particolare nel centro e nel nord-ovest dell’Italia, mentre solo in 5 città monitorate la RO risulta in flessione rispetto allo scorso anno. In termini di occupazione camere, 24 città ottengono un risultato superiore al 60%, con le prime cinque della graduatoria che superano il 70%: Firenze (74,6%), Roma (73,4%), Milano (71,5%), Napoli (70,6%) e Venezia (70,1%). Completano la top 10 Genova (68,2%), Bergamo (67,1%), Siena (66,3%), Catania (65,7%) e Torino (64,7%). Da segnalare anche la crescita di 4 città che registrano incrementi superiori ai 3 punti: Udine, Bologna, Napoli e Catania. La lenta ma progressiva ripresa del settore è supportata anche dall’incremento dell’ADR (Average Daily Rate, prezzo medio camera): il dato medio nazionale per la categoria upscale (4 stelle) registra un incremento complessivo del +0,3%, con crescite più accentuate in città caratterizzate da quote superiori alla media di clientela internazionale come Firenze (+3,5%), Genova (+2,9%), Bologna e Como (+2,7%), Napoli (+2,5%). Milano sconta invece il confronto con il 2015, l’anno di
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EXPO, e registra una flessione del prezzo medio pari al –5,7%. Venezia, la città con il maggior numero di camere in hotel di lusso e storicamente la città più cara, si conferma al vertice in termini di prezzo medio camera, con un ADR di 154,16 euro a notte (+1,3% rispetto al 2015). Seguono Milano (132,26 euro), Firenze (128,39 euro), Roma (120,28 euro) e Como (113,92 euro). Per quanto riguarda gli hotel midscale (3 stelle), che per capacità ricettiva e diffusione rappresentano la spina dorsale dell’ospitalità italiana, l’occupazione camere raggiunge il 66,1%, in aumento di 0,8 punti sul 2015. Il prezzo medio (inferiore di quasi il 50% rispetto a quello dei 4 stelle), si attesta sui 57,88 euro, un valore sostanzialmente stabile (–0,2%) rispetto al 2015.
Le prospettive per il 2017 Gli operatori aderenti a IHM prevedono un 2017 di ulteriori leggera crescita in linea con il trend dell’ultimo biennio. A meno di particolari eventi e straordinari accadimenti, in virtù del quadro politico ed economico nazionale ed internazionale, l’anno appena cominciato confermerà l’andamento ormai consolidato, con l’incremento della RO che procederà a ritmi più sostenuti di quello dell’ADR. In questo quadro la dipendenza dalle OTA e dai vari canali intermediati continuano a rappresentare un “ostacolo” per la rimuneratività aziendale. Locomotive turistiche del Paese saranno sempre le grandi destinazioni d’arte e cultura e le città più ricche di eventi, elementi gli uni e gli altri in grado di attirare quote crescenti di turismo internazionale.
REPORT ITALIAN HOTEL MONITOR - GEN-DIC 2016 Occupazione e Prezzo per Città Città
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TORINO GENOVA MILANO COMO BRESCIA BERGAMO PARMA REGGIO EMILIA MODENA TRENTO BOLZANO VENEZIA VERONA VICENZA PADOVA TREVISO UDINE TRIESTE FERRARA BOLOGNA RAVENNA RIMINI REP. SAN MARINO FIRENZE PISA SIENA ANCONA PESARO PERUGIA ROMA VITERBO LATINA RIETI PESCARA NAPOLI BARI FOGGIA TARANTO POTENZA REGGIO CALABRIA PALERMO MESSINA CATANIA CAGLIARI SASSARI TOTALE ITALIA
Zoom sulle città Top Ten
Occupazione % Camere Gen-Dic Gen-Dic Var 2016 2015 16/15
64,7 68,2 71,5 62,5 50,3 67,1 59,9 54,0 55,8 57,7 64,2 70,1 61,3 56,1 62,2 58,5 61,1 63,6 56,3 63,2 62,5 64,2 57,4 74,6 64,5 66,3 61,0 60,0 51,5 73,4 51,7 52,5 49,0 56,4 70,6 59,9 44,5 54,9 46,1 51,1 62,6 56,3 65,7 60,1 56,1 68,1
62,0 65,4 71,7 62,6 48,3 65,7 60,6 52,3 53,5 56,3 62,6 69,7 61,1 54,1 61,8 57,0 57,1 61,9 54,6 60,0 61,8 63,7 58,0 74,4 63,7 65,6 59,1 59,9 51,4 72,4 50,6 50,5 50,4 54,7 67,6 58,0 44,5 53,3 45,9 50,0 60,8 55,1 61,5 59,2 54,7 67,0
2,7 2,8 -0,2 -0,1 2,0 1,4 -0,7 1,7 2,3 1,4 1,6 0,4 0,2 2,0 0,4 1,5 4,0 1,7 1,7 3,2 0,7 0,5 -0,6 0,2 0,8 0,7 1,9 0,1 0,1 1,0 1,1 2,0 -1,4 1,7 3,0 1,9 0,0 1,6 0,2 1,1 1,8 1,2 4,2 0,9 1,4 1,1
Gen-Dic 2016
Prezzo Medio Gen-Dic Var 2015 16/15
111,01 102,50 132,26 113,92 85,63 90,18 88,96 84,07 86,57 86,10 86,13 154,16 94,92 84,48 87,15 85,71 89,48 90,60 89,73 99,36 85,82 89,87 84,90 128,39 88,32 96,70 85,83 83,29 86,45 120,28 84,38 83,84 83,01 86,13 102,87 88,00 83,12 82,66 81,24 83,26 92,94 83,84 87,60 87,64 84,32 113,36
108,43 99,58 140,26 110,88 85,82 90,60 87,69 84,03 85,08 87,22 85,64 152,11 94,38 84,87 85,16 85,04 87,01 89,96 90,00 96,78 85,86 88,40 86,42 124,10 88,11 96,72 84,41 84,18 87,62 118,95 84,13 83,92 82,90 85,94 100,39 87,18 82,64 82,72 81,02 83,75 90,74 83,81 91,06 85,27 84,23 113,06
2,4% 2,9% -5,7% 2,7% -0,2% -0,5% 1,4% 0,0% 1,8% -1,3% 0,6% 1,3% 0,6% -0,5% 2,3% 0,8% 2,8% 0,7% -0,3% 2,7% 0,0% 1,7% -1,8% 3,5% 0,2% 0,0% 1,7% -1,1% -1,3% 1,1% 0,3% -0,1% 0,1% 0,2% 2,5% 0,9% 0,6% -0,1% 0,3% -0,6% 2,4% 0,0% -3,8% 2,8% 0,1% 0,3%
Occupazione % Camere Upscale Midscale
Città
Luxury
VENEZIA MILANO FIRENZE ROMA TORINO NAPOLI GENOVA BOLOGNA VERONA BARI TOTALE ITALIA
Città
67,0 66,5 67,7 67,6 67,2
Luxury
VENEZIA MILANO FIRENZE ROMA TORINO NAPOLI GENOVA BOLOGNA VERONA BARI TOTALE ITALIA
437,45 338,92 390,97 324,02 357,96
70,1 71,5 74,6 73,4 64,7 70,6 68,2 63,2 61,3 59,9 68,1
67,0 69,7 70,1 71,7 59,0 66,6 64,7 62,6 60,5 57,7 63,4
Prezzo Medio Upscale Midscale
154,16 132,26 128,39 120,28 111,01 102,87 102,50 99,36 94,92 88,00 113,36
91,39 69,96 59,78 66,47 56,58 55,00 53,57 65,01 57,48 54,73 57,88
Occupazione e Prezzo per Tipologia Tipologia
Luxury Upscale Midscale
Tipologia
Luxury Upscale Midscale
Gen-Dic 2016
Occupazione Camere Gen-Dic Var 2015 16/15
67,2 68,1 63,4
66,9 67,0 62,6
0,3 1,1 0,8
Gen-Dic 2016
Prezzo medio Gen-Dic Var 2015 16/15
357,96 113,36 57,88
349,34 113,06 57,99
Fonte: Italian Hotel Monitor - Trademark Italia
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21
2,5% 0,3% -0,2%
TREND
Innovazione sì, ma senza dimenticare la customer satisfaction
È
chiaro che quando si progetta un albergo nel quale la componente di design è stata definita “centrale”, l’architetto, il progettista, il designer devono avere una visione robusta dell’ospitalità, un modello di gestione che non generi reazioni negative da parte degli ospiti internazionali ma anche qualcosa che inneschi reazioni emotive da parte degli ospiti. Prima di tutto bisogna però che l’albergo sia comprensibile, in grado di offrire a quegli ospiti degli elevati e percepibili standard di comfort. Si può facilmente sbagliare seguendo ad esempio le tanto decantate pratiche ecosostenibili e il minimalismo che mal si combina con
la qualità del servizio. Questo è un appello ad evitare le eccessive innovazioni architettoniche per fare in modo che l’albergo sia fresco, nuovo e alla moda, ma anche emblematico dei classici simboli dell’ospitalità. L’inseguimento di linee architettoniche di modern design con il passare del tempo perde il proprio appeal e questa “lezione” viene proprio dalla città icona del modern design: New York. L’identità dell’hotel deve dunque e sempre essere forte, autentica, iconica, e presentare un sinergico coordinamento tra l’interior design e l’architettura esterna. Perché un conto è progettare un edificio o una scultura urbana che può esse-
Compravendite - novembre 2016 HOTEL IN VENDITA Categoria
Camere
Location
5 stelle
68
Roma
4 stelle
100
Rimini
4 stelle
130
Giulianova (TE)
4 stelle
100
Bari
4 stelle
66
Verona
4 stelle
60
Sanremo (IM)
4 stelle
50
Genova
4 stelle
38
Madonna di Campiglio (TN)
4 stelle
50
Riccione (RN)
4 stelle
54
Milano (Stazione Centrale)
4 stelle
42
Montebelluna (TV)
3 stelle
42
Salice Terme (PV)
3 stelle
30
Rimini - Viserbella
3 stelle
35
Torino
2 stelle
20
Forte dei Marmi (LU)
HOTEL IN LOCAZIONE 4 stelle
50
Ruvo di Puglia (BA)
4 stelle
90
Venezia-Mestre
4 stelle
60
Firenze
3 stelle
56
Riviera Romagnola
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re meravigliosa da vedere, altro è realizzare un hotel di standard internazionale di duecento camere destinate ad ospitare persone, non cose, nel quale la forma deve essere “funzionale” e il design soddisfare gli ospiti tanto da costruire la loro loyalty. Non solo, il progetto deve soddisfare le esigenze economiche di proprietario e investitore, nel contempo facilitare il lavoro del gestore. Su cosa devono allora focalizzarsi gli architetti che progettano hotel? Priorità la funzionalità degli spazi interni, aderendo alle aspettative di chi sarà ospitato. Non uno ma dieci occhi sull’illuminazione, spesso sottovalutata nella sua funzione. Occhio all’impianto di condizionamento, fondamentale così come l’impianto elettrico: entrambi devono essere intuitivi e facili da gestire. Qui le novità tecnologiche si sprecano, i designer sulla qualità dell’aria vorrebbero essere creativi. Non si sbaglia seguendo lo standard, lasciando perdere i sistemi che non garantiscono il “clima” ideale nelle 4 stagioni (conviene sempre optare per un sistema a 4 tubi). Recentemente abbiamo visto sorgere degli hotel pensati per le nuove generazioni, alberghi innovativi che piacciono ai millennials e ai giovani technology-addicted. Purtroppo, alcuni di questi hotel, in pochi anni, hanno cessato di operare perché innovazione, modern design e tecnologia non piacciono al target principale di riferimento dell’industria dell’ospitalità mondiale: i baby boomers. Il marketing generazionale in Italia è poco utilizzato ma dobbiamo prendere atto dei suoi micidiali effetti sulle migliori e più redditizie destinazioni turistiche. Dubai, Londra, Amsterdam, Parigi, ogni città ha caratteristiche proprie che rendono il contesto urbano di vitale
importanza e che condizionano la progettazione di interni ed esterni. Le soluzioni di design devono necessariamente tenerne conto ma con gli occhi aperti sulla tipologia di viaggiatori che si alterneranno nei prossimi dieci anni. L’ospite non si deve adattare al design ma godere del design. Questo perché
gli hotel non devono solamente essere luoghi nei quali riposare. Un hotel di buona reputazione è anche destinazione sociale, luogo di incontri e di sguardi di piacevoli memorie e il design deve contribuire a far vivere un’esperienza speciale all’ospite farlo ritornare. La storia degli alberghi del mondo
occidentale non è solo un episodio commerciale, non è storia di revenue manager, di prenotazioni digitali e di OTA ma sempre di eccellente ospitalità e funzionalità. Sperando ancora che i progettisti ascoltino questi appelli e non li considerino prediche da albergatori datati.
fort che rendono il soggiorno esclusivo e di qualità superiore o simile a quella dei migliori hotel di lusso. Adesso suite e penthouse, degne di hotel a cinque stelle, si trovano sulle grandi navi, dove il servizio premium prevede la presenza costante di un maggiordomo che accoglie i passeggeri all’imbarco, li accompagna in cabina, li aiuta a disfare il bagaglio e rimane a loro disposizione 24 ore su 24. Costa Crociere, MSC e Silversea hanno aggiunto tra i loro servizi speciali anche ristoranti “stellati”, room service dedicato, lounge panoramiche e un servizio di car valet che provvede al parcheggio e alla custodia del veicolo dei clienti fino al termine del viaggio. Ma i clienti top possono anche scegliere per la loro suite la biancheria da letto, le bevande del minibar e i prodotti per il bagno.
spa. E non una sola romantica notte furtiva. Le donne se lo aspettano e gli uomini, con o senza romanzo appresso, stanno alla finestra pronti a cogliere qualche interessante occasione. Qualcuno cerca di ritardare la prenotazione sperando nel solito last minute (o last second), ma normalmente c’è grande anticipo sul fronte delle richieste e delle opzioni. Così segnalano le 56 agenzie viaggi che abbiamo interpellato. E c’è sempre tempo per attrarre gli ospiti in ritardo, con offerte imperdibili, millennials inclusi. Il giorno di San Valentino (che quest’anno è caduto di martedì) è una grande opportunità per il settore della ristorazione, strumento essenziale per celebrare adeguatamente la festa degli innamorati. Da antipasti indimenticabili a romantici dessert ogni menu, ogni proposta gastronomica deve iniziare e terminare in grande. Ovviamente non possono mancare le bollicine (ghiacciate) in camera, accompagnate da fragole e praline di cioccolato. E poi la musica. Se la coppia ha più di 40 anni ci sta bene anche un evento a tema: un concerto, uno spettacolo teatrale, una festa danzante. Il fatturato nel giorno di San Valentino per l’industria del-
Breaking news La suite tra gli alberi Il comfort e l’eleganza di una suite sospesi tra gli alberi, a diretto contatto con la natura, garantisce una vacanza unica e indimenticabile. Il progetto, frutto della creatività dell’architetto Enrico Bariani e improntato a scrupolosi criteri di ecosostenibilità, nasce per dare agli alberghi la possibilità di offrire qualcosa di speciale. Il caso zero è il Park Hotel Olimpia di Brallo di Pregola, sulle colline dell’Oltrepò Pavese, dove l’ecosuite è ubicata in prossimità del corpo centrale dell’hotel, all’interno di un bosco di querce e faggi. È sospesa a 4-5 metri da terra, completamente avvolta dalle fronde, ed è raggiungibile attraverso una passerella anch’essa abbarbicata fra tronchi e rami. Si tratta di una soluzione che consente, come già detto, di vivere a diretto contatto con la natura, con le sue suggestioni, e fruire al contempo di tutti i servizi dell’hotel (ristorante, SPA, area beauty, piscina, etc.) compresi i servizi in camera. Ma soprattutto consente di diversificare i prezzi e regalare un’esperienza unica di rilancio economico. Trademark Italia è partner di questo progetto, contattateci per una proposta ad hoc... è sufficiente avere un giardino! Potrebbe cambiare la percezione del vostro albergo.
Sorpasso: le navi da crociera assicurano agli ospiti comfort migliori di quelli alberghieri Le crociere si sono affermate come una tipologia di vacanza adatta ad ogni stile di viaggio e disponibilità economica. Ma sempre più, a bordo, vengono offerti servizi e com-
San Valentino, un’interessante opportunità per l’ospitalità italiana San Valentino mobilita, ogni anno, i revenue manager, tutti in trincea, impegnati a stuzzicare la parte alta del mercato per vendere, magari, una settimana di vacanza, più facilmente un lungo week end nelle
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COVER STORY
Il Gruppo Plinio
nell’ospitalità ha tutto Abbiamo incontrato Pino De Lorenzo, presidente e deus ex machina dell’azienda che negli ultimi anni ha investito in strutture di design votate all’ospitalità business
✒Davide Deponti
«LL’ Pino De Lorenzo, presidente di Gruppo Plinio
«L’Italia potrebbe vivere, e bene, di turismo. Anzi, dovrebbe». In questa breve frase, che Pino De Lorenzo ha lanciato, timidamente, nel corso della nostra intervista, si possono facilmente scorgere la forza, i sogni e la tenacia di un imprenditore che una volta, semplicisticamente, si sarebbe definito “self made man”. Il suo percorso di business, partito con la ristorazione, primo amore che non si dimentica – e infatti del Gruppo Plinio fanno par-
te anche sei ristoranti –, e giunto con grande successo fino all’hotellerie high level, mostra invece come questo schivo manager abbia sempre avuto le idee chiare e abbia compiuto il suo percorso imprenditoriale mixando scelte intelligenti e opportunità da cogliere. Da Arosio ad Inverigo, passando per Briosco, e da Albavilla fino in Liguria, nell’affascinante Rapallo, De Lorenzo ha saputo trasformare il concetto di turismo più classico in straordinarie iniziative, non solo ospitalità e cibo, ma anche accoglienza, un concetto che sta alla base della sua politica imprenditoriale. «Investire per la crescita delle strutture e allo stesso modo dei luoghi che le ospitano è sempre stato uno dei miei obiettivi. Ovviamente, cosa imprescindibile per ogni albergatore, puntando anche sulla
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qualità estrema del servizio, oltre che su un’azione di marketing che oggi si deve perseguire, anche a livello web e social. Come imprenditore, nasco nella ristorazione, e infatti nel Gruppo Plinio abbiamo ancora diversi ristoranti di grandi dimensioni che funzionano bene grazie al nostro storico know how – sono il Plinio 1988 e il Ristorante La Spiga ad Arosio, il Simposio a Inverigo, La Rizulin e il Ristorante Bel Sit a Briosco –. A partire dal 1998, ho iniziato a interessarmi anche al mondo dell’ospitalità, lavoro splendido e appassionante. Il primo albergo che ho aperto è stato l’Arosio Hotel, che considero il capostipite delle strutture brianzole, ognuna delle quali ha preso il nome del paese che la ospita, ovvero l’Inverigo Hotel e l’Albavilla Hotel&Co con il Ristorante Lariò».
Voglia di fare e duro lavoro Diverso è il caso di Rapallo, piccola e deliziosa cittadina della Liguria di Levante dove il Gruppo Plinio possiede l’Europa Hotel Design Spa 1877: è una struttura 4 stelle superior originariamente ricavata da un antico palazzo dei primi del Seicento, oggi interamente rinnovato e caratterizzato da arredi ispirati alle nuove tendenze minimal che creano un’atmosfera piacevolmente raffinata. Dotato anche di un modernissimo centro benessere e del ristorante Plinio Riviera, l’albergo offre servizi e professionalità di alto livello, oltre a essere situato a due passi dal lungomare, dalle spiagge e dall’imbarcadero, punto di partenza dei battelli per Portofino e per le affascinanti Cinque Terre. «L’esperienza di Rapallo», sottolinea De Lorenzo, «in cinque anni ci ha dato gran-
La facciata contemporanea di Albavilla Hotel&Co racconta la passione del Gruppo Plinio per un’idea di hotellerie innovativa e all'avanguardia
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COVER STORY WWW.RAYCLEVER.COM
dissime soddisfazioni: è una location nella quale si lavora dodici mesi all’anno e solo con un turismo di qualità, rappresentato per il 60% da clientela straniera. Certo non è stato facile: abbiamo lavorato, infatti, tanto sulla struttura per riqualificare l’offerta e modernizzarla, rendendola all’avanguardia. Se la Liguria ha la fortuna di essere geograficamente perfetta per un pubblico di livello, oggi è necessario lavorare anche per svecchiare la mentalità del turismo in Riviera. Qui, il turismo d’alta gamma può dare davvero tanto, ma va fatto un grande lavoro. Non le nascondo che la voglia per il futuro è di ampliare il business in Liguria, un territorio che mi ha dato grandi soddisfazioni. Trovare un’altra struttura simile da rilanciare potrebbe essere una bella opportunità di crescita». Un fiume in piena, Pino De Lorenzo, quando si parla di voglia di fare e di turismo, con un mirino puntato al business travel, ma senza volerlo avere come target esclusivo. «Il Mice è un obiettivo ma non il solo: la nostra idea è più allargata. Anche perché al momento la percentuale del congressuale incide circa al 30% sul giro d’affari dei nostri hotel. D’altronde con tre strutture su quattro siamo in una zona vicinissima al Lago di Como, ma anche a Milano, città business per eccellenza».
Il servizio è il perno dell’ospitalità che funziona Allora non stupisce che per il Gruppo Plinio il 2016 sia stato un anno ottimo, anche grazie a una buona crescita di tutto il turismo in Italia. «È un trend che ci auguriamo continui, in particolare, in questa area lombarda», insiste De Lorenzo. «Abbiamo creduto nella crescita che poi è arrivata, anche grazie a scelte “politiche” azzeccate come quella di ospitare Expo
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2015. Intanto il Gruppo ha continuato a investire dotandosi di un servizio di alto livello e di strutture in grado di intercettare diversi tipi di turismo. Abbiamo un sistema di offerta a quattro stelle che comprende anche la ristorazione e che, quindi, si pone come partner perfetto per tutte le tipologie di eventi e per tutte le diverse sfaccettature del mondo Mice, compreso il wedding. Il futuro? Mi aspetto una crescita in parallelo sia del mercato italiano sia di quello estero. Non per nulla come imprenditore sono più concentrato sull’ospitalità. Come ho fatto negli ultimi anni, anche perché mi sono molto divertito. Ho seguito in prima persona i cantieri e ho partecipato attivamente alle scelte di materiali e di soluzioni progettuali. La parte creativa è sicuramente quella che mi affascina di più. Da persona curiosa quale sono, ho girato anche altre strutture per capire come lavoravano e per prendere il meglio da ciascuna per poi metterci del mio e creare un servizio molto accurato ed elegante». La voglia di fare c’è sempre, anche se il successo è arrivato, WWW.RAYCLEVER.COM
Negli alberghi del Gruppo Plinio tutto è pensato per dare un servizio allo stesso tempo utile e affascinante al cliente, anche gli spazi comuni e i saloni. A destra, meeting ristretti e momenti di business importante si possono organizzare negli spazi ricercati e suggestivi dell’Albavilla Hotel&Co. Al centro: l’affascinante giardino dell’Europa Hotel Design Spa 1877 di Rapallo, fiore all’occhiello del Gruppo Plinio. Sotto: lo stile contemporaneo dell’Inverigo Hotel
COVER STORY
sembra dire Pino De Lorenzo che non nasconde di puntare su quel rilancio della destinazione Italia di cui si parla tanto: «dall’Italia non bisogna scappare. Bisogna avere, invece, il coraggio di investire qui e creare lavoro e ospitalità d’alta gamma: c’è tanto da fare e occorre anche attrarre la clientela con soluzioni nuove: per questo seguiamo con grande attenzione web e social. Fondamentale è poi avere il team giusto: per fortuna non sono solo, ho dei collaboratori molto bravi che sono un po’ anche la mia famiglia e senza i quali non avrei fatto nulla».
Fare accoglienza, trasmettere emozioni Attenzione massima al prodotto e vista aperta al mercato sono le regole d’oro che Pino De Lorenzo segue per restare sempre sulla cresta dell’onda con i suoi hotel. «Perché scegliere un hotel del Gruppo Plinio per un evento o un viaggio di lavoro? Innanzitutto, perché offriamo location attuali e di design dove sono garantiti un’ospitalità high level e un servizio impeccabile. Al cliente poniamo sempre massima attenzione. I nostri hotel si contraddistinguono anche per l’ottimo rapporto tra qualità e prezzo: sono strutture grandi con tante camere, per questo applichiamo un sistema di prezzi modulare con un listino flessibile che soddisfa ogni esigenza del mercato». Per i viaggiatori d’affari c’è il 4 stelle business Inverigo Hotel, dotato di 28 stanze di design. Per la clientela Mice, il quattro stelle Aro-
sio Hotel offre spazi e servizi per eventi di ogni tipologia. Infine, perfetto esempio di evoluzione dell’hotellerie, pensato per soggiorni brevi, con camere che sono uniche per stile e design, c’è il raffinato Albavilla Hotel&Co, un 4 stelle superior con oltre cento stanze, ristorante di livello, il Lariò, e palestra. «A tutto ciò», conclude il presidente, «si aggiunge la nostra GP Mobile Kitchen: si tratta di una cucina professionale mobile montata su un tir che offre la possibilità di fare ristorazione ovunque. Evoluzione in chiave business dello street food, è una struttura itinerante che può servire anche mille pasti al giorno e che può essere utilizzata per grandi eventi, come il Giro d’Italia di cui siamo stati partner per quattro anni. Insomma mi piace dire che siamo un’azienda in costante evoluzione, sempre attenta a quello che succede in giro, e alla ricerca continua di nuove opportunità. Un po’ come faccio io quando viaggio per piacere: mi piace capire cosa fanno gli altri hotel per trasmettere emozioni. In fondo, il nostro è un lavoro semplice: bisogna far star bene l’ospite». ■
Qui sopra e in basso: perfetto mix tra design e ospitalità creatività, l’Albavilla Hotel&Co è concepito come un esempio di hotellerie high level, fatta di piccoli particolari che lo rendono un capolavoro di audaci interpretazioni pop
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SCENARI DEL TURISMO
Patrimonio immobiliare pubblico Una risorsa per il Paese Siglato l’Accordo Demanio-Confindustria Alberghi per l’uso turistico degli immobili pubblici ✒Tiziana Conte
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Il direttore dell’Agenzia del Demanio e il presidente di Confindustria Alberghi firmano l’accordo per l’uso turistico degli immobili pubblici
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«Un protocollo che formalizza una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato che va avanti ormai da un paio di anni con ottimi risultati per entrambi». È il commento di Roberto Reggi direttore dell’Agenzia del Demanio, alla firma dell’accordo tra l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi e l’Agenzia del Demanio, che ha come obiettivo individuare ambiti di azione comuni volti a valorizzare il patrimonio immobiliare pubblico in un settore, quello del turismo, che rappresenta per l’Italia una chiave di rilancio per l’economia. «Una collaborazione che abbiamo pensato di formalizzare ed estendere in un futuro ad altri sottoscrittori perché vogliamo mettere insieme la
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domanda – rappresentata dall’Aica e dai suoi associati – e l’offerta, gli immobili dello Stato, in maniera sistematica e non occasionale», precisa Reggi. L’Aica è alla ricerca di immobili adeguati alle proprie esigenze per presentare al mercato un’offerta turistica sempre più evoluta e il Demanio dispone di immobili che non sono strategici per uso governativo ma lo sono per il paese e «noi li offriamo volentieri insieme agli immobili di tutti gli enti territoriali, delle regioni e comuni per essere utilizzati al meglio». Con i comuni fa sapere Reggi «ci siamo resi disponibili nelle azioni di valorizzazione dei loro beni in quanto hanno difficoltà a valorizzarli». Insomma c’è un pac-
SCENARI DEL TURISMO
La stretta di mano tra Roberto Reggi e Giorgio Palmucci consolida la collaborazione tra Agenzia del Demanio e Confindustria Alberghi per lo sviluppo di iniziative comuni nel settore turistico e di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico
chetto di immobili che sono interessanti per gli investitori. Il Direttore dell’Agenzia del Demanio ha inoltre fatto sapere che fra i progetti avviati e conclusi con successo ci sono i bandi dei fari costieri: «Ci stanno dando soddisfazioni e lo scorso 19 dicembre c’è stato il secondo bando esteso alle torri costiere». I beni che il Demanio mette a disposizione sono beni pronti, già in regola dal punto di vista documentale catastale e urbanistico: «Non chiediamo al mercato di risolvere i problemi con i sindaci, col catasto ecc., ci pensiamo noi offrendo le condizioni per poter intervenire coi lavori e progetti con soggetti che rappresentano lo Stato ma che hanno una natura privatistica come Cassa Depositi e Prestiti che ha un pacchetto di immobili acquistato da noi ma che loro completano dal punto di vista dello sviluppo». Negli ultimi anni l’offerta turistica italiana ha modificato il proprio profilo sul mercato mostrando un aumento del 22,5% per gli alberghi di fascia alta che, rispetto al 14,5% del 2008, rappresentano il 18,2% del totale. Secondo l’Italy Hotel Investment snapshot di EY Hospitality, il 2015 è stato un anno particolarmente importante per il settore, con un volume di transazione di 795 mln di euro (+47% rispetto al 2014). Il trend positivo è proseguito anche durante il corso del 2016, che si è chiuso con un volume di transazioni di circa 1 mld di euro. «Per la prima volta a Cannes nel 2016 ci
siamo presentati come Stato italiano come squadra unita pubblico-privato offrendo in una vetrina 220 immobili di pregio, disponibili, che hanno suscitato interesse. Sempre insieme Pubblico e Privato andremo agli eventi Real Estate di Cannes Berlino e Monaco», conclude Reggi. Il presidente Confindustria Alberghi, Giorgio Palmucci, fa sapere che gli investitori esteri sono attratti dal mercato alberghiero italiano e che grande interesse è rivolto alle strutture già esistenti su Roma, Milano, Firenze e Venezia. «L’Italia è considerata un mercato stabile su cui investire e per questo spingiamo sulla promozione del prodotto». Il settore è ancora caratterizzato da un’eccessiva frammentarietà dell’offerta dovuta anche alle dimensioni delle strutture. «Il nostro obiettivo è intercettare investitori e operatori internazionali interessati al prodotto turistico del Belpaese. All’evento annuale di Berlino, l’International Hotel Investment Forum», annuncia Palmucci, «saremo presenti a marzo, sia con l’Agenzia del Demanio sia con la cassa Deposito e Prestiti, nello spazio Italian Hospitality per un miglior approccio verso gli investitori esteri; e quest’anno parteciperà anche il sottosegretario al Mise, il Ministero dello Sviluppo Economico, per raccontare cosa si sta facendo per la valorizzazione dei beni del demanio a finalità turistiche. Con il protocollo siglato oggi aggiungiamo un nuovo tassello al quadro di rilancio del turismo italiano». ■ 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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SCENARI DEL TURISMO
Una Milano da record La città registra il 10% del PIL e il 25% dei brevetti italiani. Volano turismo e investimenti. Se ne parlerà in Bit 2017. L’outlook tracciato per Fiera Milano Congressi dal Lab on the International Meeting Industry (LAMCI) evidenzia un +17,1% di pernottamenti internazionali. Circa 34 mila gli eventi, con quasi 2,3 milioni di partecipanti per circa 50 mila giornate, e più di 3,5 milioni di presenze
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Un PIL paragonabile a interi stati europei, alta densità di creatività e innovazione. Una crescente attrattività internazionale, con numeri in costante aumento nel turismo e, in particolare, nel congressuale. Questa la Milano nel contesto internazionale che emerge da Milan By Numbers 2015, un’istantanea sulle prospettive della città delineata per Bit – Borsa Internazionale del Turismo – dal Research Lab on the International Meeting Industry (LAMCI), iniziativa sviluppata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali
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dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (ASERI) in collaborazione con Fiera Milano Congressi. Per il prossimo futuro, Milano si prepara a diventare ancora più attrattiva per il segmento Mice con un’agenda dove spiccano altre trasformazioni urbanistiche, dal completamento dei progetti Porta Nuova e Citylife alla riprogettazione di ben 1,25 milioni di mq di scali ferroviari dismessi; nuovi poli culturali firmati da grandi archistar, come la Fondazione Prada di Rem Koolhaas o l’appena inaugurata Fondazione Feltrinelli di Herzog & De Meuron; e le prospettive aperte dall’insediamento nell’area Expo del nuovo campus de La Statale e del progetto Human Technopole. Per cogliere al meglio questa evoluzione trasformandola in opportunità di business, Bit 2017 riserverà al business travel un posto di primo piano sul palcoscenico di fieramilanocity dal 2 al 4 aprile 2017: al Mice sarà dedicata una delle 4 aree portanti oltre a Leisure, Luxury e Sport. Uno spazio per il business mirato, dove gli espositori incontreranno in maniera più
SCENARI DEL TURISMO
profilata buyer, decisori aziendali e visitatori professionali, anche grazie a un’agenda di incontri prefissati. Ma anche un momento di approfondimento, confronto e scambio su dati, fatti e tendenze grazie al programma di eventi che si avvarrà dell’expertise di Federcongressi&Eventi, associazione partner della manifestazione. Nel dettaglio del mondo Travel, nei consuntivi relativi al 2015, la città ha registrato 11.741.374 pernottamenti totali di cui 7.258.350 internazionali (+17,1% sul 2014) con un tasso medio annuo di occupazione delle stanze di hotel pari al 69,3%. E i dati del 2016, seppur ancora parziali, segnano una tenuta, con circa un +2% rispetto ai record del 2015. Circa un quinto (19%) dei pernottamenti è generato dalla meeting industry: terza su 243 città europee per superficie espositiva coperta e settima per superficie totale dedicata a congressi ed eventi, nel 2015 l’area metropolitana ha totalizzato 33.718 meeting ed eventi per 2,27 milioni di partecipanti (secondo l’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi) e ha ospitato 93 congressi associativi internazionali (rilevati da ICCA) per 64.110 partecipanti, 21a a livello mon-
diale per numero di eventi di questo tipo. Le 316 sedi congressuali dell’area metropolitana (220 solo a Milano città) rappresentano oltre un terzo (33,8%) delle 934 strutture della Lombardia (prima regione in Italia) e circa un quinto (19,7%) di quelle del Nordovest, mentre sono pari al 5,5% di tutte le 5.407 sedi oggetto di rilevazione da parte dell’OICE in Italia. Le giornate complessive sono state 49.892 e hanno totalizzato 3.569.426 presenze. Un evento in media ha una durata di una giornata e mezza, con una presenza di 67 partecipanti. L’appuntamento con Bit 2017 è in fieramilanocity a Milano da domenica 2 a martedì 4 aprile. Per informazioni aggiornate sulla manifestazione: www.bit.fieramilano.it, @bitmilano #Bit2017. P.T.
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© VISIT BRITAIN
SCENARI DEL TURISMO
I viaggi d’affari nell’era della Brexit A circa otto mesi dal referendum che ha sancito l’uscita della UK dall’Unione Europea il mercato non sembra aver subito le conseguenze nefaste che erano state previste. Questa volta le Cassandre hanno sbagliato. Almeno per ora
✒Ginevra Bartoli
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© BUSINESS TRAVEL SHOW
Aspettando la Brexit, Londra resta la capitale del business travel e degli eventi
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Una cosa è certa: di certo non c’è niente. E farebbero bene a ricordarselo tutti prima di lanciarsi con sicurezza in previsioni. Che si tratti di meteo o di economia il ri-
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schio, è quello di fare una figuraccia e, nel caso si sia dotati di aplomb e buona educazione, doversi scusare. Agli inglesi questi sicuramente non mancano e così il 6 gennaio scorso Andrew Haldane, eminente Chief Economist della Banca d’Inghilterra ha ammesso il relativo fallimento nella previsione delle dinamiche economiche: dopo il referendum sulla Brexit dello scorso giugno avrebbe dovuto seguire una recessione quasi immediata, mentre il 2016 si è chiuso per la UK con una crescita del 2,2%, il miglior risultato dei G7. E il 2017 sta cominciando meglio del previsto. Vero è che la Brexit non è ancora cominciata (e dopo la sentenza della Corte Suprema le trattative con la UE saranno ulteriormente rimandate), ma, per ora, la tempesta non c’è stata e Haldane ha dovuto affermare: «è giusto ammettere che la nostra professione è in crisi».
SCENARI DEL TURISMO
Così, guardandoci bene dal fare previsioni economiche, preferiamo osservare i dati più recenti per capire, per ora, quale effetto abbia avuto, se lo ha avuto, la decisione degli inglesi sul settore del turismo e in particolare del turismo d’affari. Un sondaggio, pubblicato a fine dicembre scorso dalla Confindustria britannica (Cbi), ha raccolto i timori e le priorità espresse da migliaia di imprese di diversi settori, in vista delle trattative con la UE: le compagnie aeree e il settore turistico hanno chiesto, come prevedibile, garanzie sulla facilità di movimento tra i Paesi. Questo sarà senza dubbio un elemento determinante, ma ad oggi la situazione qual è? Il presente dei viaggi d’affari sembra non aver subito alcun impatto dall’approvazione della Brexit. La Gran Bretagna resta per i business traveller italiani la terza destinazione per volumi di spesa.Il Paese ha segnato un lieve calo tra il 2015 e il 2016, dal 16% al 15%, ma la tendenza risulta essere in linea con gli altri Paesi europei, stando all’ultima Business Travel Survey di Uvet American Express, che ha analizzato i dati del primi tre trimestri 2016. Fatto salvo per la Germania, seconda in classifica con il 17,9%, che ha registrato un incremento dell’1%, anche le altre destinazioni europee hanno segnato dei cali, compresa la Francia (dal 21,5% del 2015 al 19,3% del 2016), che comunque ha confermato la propria leadership tra le mete business del vecchio continente.
+ 24% di trasferte nel periodo 2014-2016 In generale, secondo la Business Travel Survey, nei primi nove mesi del 2016 il numero dei viaggi d’affari è cresciuto del 10% rispetto allo stesso periodo del 2015, mentre è continuata la discesa delle spese medie per trasferta. Rispetto al 2015 il costo medio è sceso di 13 euro. Considerando l’ultimo triennio 2014-2016, il numero di trasferte è aumentato del 24% mentre le spese di viaggio solo dell’8%. Il calo delle spese dell’ultimo anno è attribuibile anche alla diminuzione dei prezzi dei biglietti delle principali tratte aeree sia nazionali, sia internazionali. Il prezzo medio dei biglietti aerei Milano-Londra è sceso di 48 euro (da 452 a 404 euro), Milano-Parigi addirittura di 99 euro (da 407 a 308 euro), Roma-Madrid è sceso di 42 euro (da 342 a
300 euro). Queste variazioni hanno sicuramente inciso visto anche che, dopo uno stop nel 2015, il traffico aereo europeo è ripartito nel 2016 con una crescita del 7% (mentre quello intercontinentale mostra una riduzione del 3%). In tutto questo anche nel 2016 Londra ha mantenuto la seconda posizione tra le città europee dei viaggi d’affari, dopo Parigi, quanto a numero di biglietti aerei. Un lieve calo c’è stato per entrambe: Parigi nei primi tre trimestri del 2015 aveva segnato un 12,8%, mentre nello stesso periodo del 2016 ha registrato un 12,2%. Londra nel 2015 rappresentava l’8,9%, mentre nel 2016 si è attestata sull’8,4%. L’unica capitale europea in crescita, sebbene sesta in classifica, è Francoforte (da 3,5% a 3,7%). Non sembrano esserci stati dunque, successivamente al referendum di giugno, effetti particolari sui numeri del turismo business dall’Italia. La stessa Survey di Uvet, con il commento del Think Tank italiano The European House - Ambrosetti, minimizza
La Gran Bretagna ha confermato nel 2016 la terza posizione tra le principali destinazioni dei business traveller italiani. Credits: © Barbara Ainis
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SCENARI DEL TURISMO
© BARBARA AINIS
per votare. A seguito del risultato del referendum la compagnia aerea low-cost irlandese aveva dichiarato che avrebbe concentrato la propria crescita lontano dalla UK e che non avrebbe assegnato i nuovi aeromobili, già previsti per gli aeroporti britannici. Ora, però, a distanza di circa otto mesi, le scelte della compagnia stanno cambiando, con nuove rotte da Stansted e nuovi aeromobili che saranno probabilmente schierati a Glasgow, in Scozia. Il capo delle operazioni commerciali di Ryanair, David O’Brien ha dichiarato che i cambiamenti non vogliono dire che la compagnia abbia cambiato la sua opinione sull’uscita della Gran Bretagna dalla UE.
A Londra il Business Travel Show
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la questione in generale affermando che non si sono registrate particolari tensioni sugli spread in seguito all’approvazione della Brexit, grazie alla buona guardia della BCE, e anche sul fronte commerciale la nostra esposizione nei confronti del Regno Unito è di gran lunga inferiore a quella di Germania e Francia e di Paesi del Nord Europa come Olanda e Belgio. L’Italia esporta nel Regno Unito circa 27 miliardi di dollari, un quarto della Germania che esporta in UK quasi 100 miliardi di dollari. Anche Francia con 40 miliardi di dollari, Olanda con 55 miliardi di dollari e Belgio con 34 miliardi di dollari esportano in UK più dell’Italia. Ancora maggiore è il differenziale in termini di surplus commerciale: l’Italia genera 12 miliardi di dollari di attivo commerciale verso UK, contro i 50 miliardi di dollari della Germania. Anche al di là del nostro Paese la situazione sembra per ora non destare preoccupazioni. A conferma di ciò, suo malgrado,interviene nei fatti uno dei più decisi oppositori della Brexit, Michael O’Leary, potente CEO di Ryanair. O’Leary era ed è profondamente contrario all’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, tanto che nei giorni precedenti il referendum aveva comprato pagine pubblicitarie sui quotidiani a sostegno del “Remain” e aveva offerto biglietti aerei scontati per chi fosse tornato a casa
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© VISIT BRITAIN
Gli arrivi nei due scali internazionali della capitale britannica non sono diminuiti dopo il referendum di giugno
Di fatto, però, a oggi lo scalo di London Stansted non ha sofferto alcun impatto dalla decisione della Brexit, gestendo 24,3 milioni di passeggeri nel 2016, la stragrande maggioranza di Ryanair. Che per il 2017 prevede di ricevere nello scalo a nord della capitale inglese 20 milioni di persone. E proprio dall’aeroporto di Stensted, come da quello di Heathrow, arriveranno a Londra a fine febbraio buyer, operatori, travel manager e giornalisti da tutto il mondo per il più grande appuntamento europeo del settore Mice, il Business Travel Show. Gli organizzatori sembrano tutt’altro che pessimisti e si aspettano un anno di grandi numeri e grandi disponibilità, con il 32% dei buyer che si presenterà con un budget più alto dello scorso anno da spendere. Nel 2016 era stato solo il 29% a poterci contare e così il 2017 interromperà una catena al ribasso iniziata nel 2013. Crescono anche i budget destinati ai biglietti aerei: l’85% dei buyers potrà spendere come lo scorso anno o di più
© VISIT BRITAIN
SCENARI DEL TURISMO
© VISIT BRITAIN
L’ottimismo dei buyer rispecchia le analisi e le previsioni, questa volta pare realistiche, del report GBTA BTI Outlook Western Europe recentemente condotto dalla GBTA, Global Business Travel Association (GBTA). L’indagine descrive il settore dei viaggi d’affari nei principali mercati dell’Europa dell’Ovest (Germania,
Gran Bretagna, Francia, Italia e Spagna), tutto sommato in buona salute: la crescita nel 2016 è stata del 6%, leggermente più alta rispetto a quella di altri settori, e per il 2017 l’associazione si aspetta una crescita del 4,7%, superiore a quella degli USA, che dovrebbe raggiungere il 3,8%. Il potenziale impatto della Brexit sembra evitato, anche se ci potranno essere settori specifici maggiormente coinvolti in eventuali cambiamenti: il costo dei trasporti aerei, la facilità dei movimenti attraverso i confini, nel caso di irrigidimento in tema di visti, le eventuali limitazioni al libero scambio di merci e denaro, le eventuali limitazioni e imposizioni sui lavoratori europei in UK. ■
Contro le nefaste previsioni, l'ottimismo sembra prevalere nel settore degli eventi e dei viaggi d'affari europeo anche nel 2017
© BUSINESS TRAVEL SHOW
(40%) quando nel 2016 queste condizioni favorevoli riguardavano il 76% dei buyer (33% con budget più ricchi).
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Piccole destinazioni crescono Vere novità o vecchie conoscenze che tornano in auge, il 2017 si prepara ad assistere a una crescita dei voli verso Paesi affascinanti ed esotici. Ecco le destinazioni emergenti e i consigli per un viaggio sempre più inedito
✒Barbara Ainis Il Cile, con il suo patrimonio faunistico, è tra i Paesi emergenti nelle preferenze dei viaggiatori italiani. ©Turismo Chile
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Le previsioni sulle tendenze nel settore del turismo sono sempre un po’ arbitrarie. Ma una ricerca del sito web leader nelle ricerche di voli aerei ci fornisce una misura quanto più oggettiva possibile per spingerci nel più affascinante dei vaticini d’inizio anno: quali sono le destinazioni turistiche emergenti per il 2017? Stando all’ultimo studio sui Travel Trend realizzato da Skyscanner, il maggior incremento di ricerche di voli dall’Italia negli ultimi tre anni vede sul podio Iran, Maldive e Myanmar. E poi ancora i ghiacci dell’Islanda, i Caraibi di Porto Rico, i panorami sorprendenti dell’Uruguay, il misticismo dello Sri Lanka, i contrasti del Cile, l’esotismo dietro casa di Malta e il fascino della Colombia. «Guardando ai trend degli ultimi anni ci accorgiamo di come i viaggiatori italiani siano sempre più flessibili nella scelta della destinazione di viaggio e più attenti rispetto al passato a valutare le destinazioni in base a criteri quali la situazione politica ed economica di un paese, in aggiunta naturalmente alla sua offerta turistica complessiva», ha commentato Filip-
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po De Matteis, Marketing Manager per l’Italia di Skyscanner. «In linea con le tendenze globali, anche gli italiani recepiscono oramai il fascino di alcuni luoghi meno frequentati dal turismo globale o che in funzione di cambiamenti nello scenario politico-economico hanno mostrato un’apertura al turismo internazionale, come nel caso di Iran e Myanmar. È poi interessante notare la notevole ascesa registrata da due destinazioni europee, Islanda e Malta, favorita da collegamenti aerei più frequenti e da investimenti per la promozione e destagionalizzazione dell’offerta e particolarmente significativi durante l’ultimo anno».
TRA SORPRESE INATTESE E PIACEVOLI CONFERME ECCO PERCHÉ GLI ITALIANI SONO SEMPRE PIÙ ATTRATTI DA QUESTI MERAVIGLIOSI PAESI Iran + 24,6% L’antica Persia, con la sua storia affascinante, la sua cultura unica, le spettacolari
SCENARI DEL TURISMO
I tesori architettonici e le tradizioni dell’Iran incantano sempre più turisti in partenza dall’Italia. ©www.ambasciatairan.it
architetture e i suoi scenari avvolti nel mistero, è la destinazione che maggiormente è cresciuta nell’interesse degli italiani negli ultimi anni. La questione, stando anche ai numeri d’oltre Oceano, sembra essere non se visitare l’Iran, ma quando farlo, meglio se prima che il turismo di massa ne adulteri l’esperienza. Il Paese, infatti, è ancora relativamente poco visitato internazionalmente, ma il turismo cresce rapidamente e già sono presenti offerte di accoglienza di buon livello internazionale, specie tra Tehran e Mashad (ma il primo hotel cinque stelle sarà inaugurato probabilmente quest’anno dalla catena Meliá nel distretto di Salman Sahrh). In Iran si può andare da soli. Fatte salve alcune fondamentali regole di comportamento, viaggiare in Iran è comunque sicuro e la popolazione è accogliente e amichevole con gli stranieri. Ma per chi non sia esperto della regione è raccomandabile partecipare a un viaggio organizzato: sono sempre più i tour operator che si stanno specializzando in tour esclusivi e indimenticabili alla scoperta dell’Iran, risolvendo le questioni burocra-
tiche e supportando il viaggiatore nelle questioni culturali e religiose. Tra le tappe imprescindibili ci sono i palazzi e le moschee di Isafahan, il sito archeologico di Persepoli, la città di Kerman in mezzo al deserto, Na’incon la famosa moschea e Yazd, la città di Zaratustra. QUANDO ANDARE: ottobre e novembre; da evitare il Ramadan e il Nawru¯z.
Maldive + 24,5% Questo paradiso dell’Oceano Indiano non è certo una novità per i turisti italiani. Ma
Le Maldive aumentano ulteriormente la loro attrattività per il 2017 ©Visit Maldives
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Nuovi lussuosi resort si preparano all’inaugurazione durante il 2017 negli atolli più spettacolari. ©Visit Maldives
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delle sue 1.200 isole sono abitate appena 200. E le restanti mille? Il Governo delle Maldive ha deciso lo scorso anno di ampliare il numero di atolli a disposizione per progetti di hotellerie. E così, grazie alle molte novità previste per il 2017, sta crescendo esponenzialmente l’interesse per questa destinazione da sogno. A febbraio apriranno il Kandima Maldives sull’atollo di Dhaalu e il Mercure Maldi-
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ves Kooddoo sull’atollo di Gaafu Alifu; a metà anno sarà il turno del Grand Park Kohdhipparu e del LUX* North Male Atoll a North Male; a ottobre 2017 le Maldive in stile italiano apriranno con il Baglioni Resort sempre nell’atollo di Dhaalu, mentre il lusso spagnolo del Gran Meliá Maldives ha scelto l’isola di Thaa. QUANDO ANDARE: praticamente sempre, l’ideale è tra febbraio e marzo.
SCENARI DEL TURISMO
Myanmar + 20,8% Anche in questo caso non si tratta di un’assoluta novità, ma per molti l’ex Birmania rappresenta ancora un sogno inesplorato. Da quando nel 2012 ha riaperto i suoi confini, dopo mezzo secolo di dittatura, le meraviglie del Myanmar hanno attirato turisti e operatori da tutto il mondo. Ma il trend è destinato a crescere sempre di più: deliziosi boutique hotel e lussuosi hotel cinque stelle (a Yangon ci sono un The Strand, uno Shangri-La e il Belmond Governor’s) hanno già connotato il Paese come nuova destinazione luxury, mentre i molti progetti per il futuro fanno presagire (o temere) una vera e propria esplosione di visitatori. Del resto il fascino certo non manca a questo angolo di paradiso affacciato sul Golfo del Bengala: le pagode dorate di Shwedagon, Mandalay, Sagain e Bagan, il lago Inle, circondato dalle montagne, la spiaggia tropicale di Ngapali, gli antichi templi di Bagan e Mingun, la gente legata alle tradizioni e i alla spiritualità. QUANDO ANDARE: da novembre a marzo.
l’offerta anche nelle stagioni autunnali e primaverili (ma anche la straordinaria performance della squadra nazionale du-
La natura intatta del Myanmar accoglie un numero sempre maggiore di turisti, dall’Italia e da tutto il mondo. ©Myanmar Tourism
In tutte le stagioni l’Islanda riserva spettacoli naturali indimenticabili
Islanda +19,2% L’isola dei geyser e dell’aurora boreale continua la sua fortunata ascesa come destinazione sempre più desiderata e apprezzata. Complice l’incremento dei voli diretti dall’Italia e il potenziamento del1-2 2017 www.mastermeeting.it
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SCENARI DEL TURISMO
L'aurora boreale resta una delle attrazioni più suggestive per l’isola più ad Ovest d’Europa
rante gli Europei di calcio 2016) lo scorso anno l’incremento dell’interesse per l’Islanda ha raggiunto un +30,6% rispetto al 2015. In questa terra di ghiacciai e vulcani, del resto, si può trovare un mix davvero unico di natura, storia e arte: un bagno rigenerante alle sorgenti termali di Myvatn o nella Laguna Blu, tra i 37 e i 39 gradi; una visita al Parco Nazionale di Vatnajokull, tra laghi, cascate, montagne e il ghiacciaio più grande del mondo dopo i Poli; la scalata alla bizzarra chiesa di Hallgrìmur di Reykjavik; e ancora il di-
Le spiagge caraibiche di Porto Rico accolgono sempre più turisti italiani
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vertimento delle luminose notti estive della capitale. QUANDO ANDARE: da maggio ad agosto. Per le aurore boreali, nei mesi invernali.
Porto Rico +18,8% Spiagge, natura, avventura e relax, cultura e vita notturna, shopping e gastronomia. Lo stato USA caraibico, finora ai margini del turismo italiano, si mostra sempre più come una destinazione di grande fascino e sicura. I timori per il vi-
SCENARI DEL TURISMO
rus Zika, trasmesso dalle zanzare, non hanno scoraggiato i turisti che in numero sempre maggiore cercano voli per San Juan (in effetti, tranne nel caso di gravidanza, non ci sono rischi particolari). Le ragioni per un viaggio nell’isola sono molte: la foresta pluviale de El Yunque; la capitale coloniale fortificata; le spiagge incantevoli e le isole paradisiache de La Culebrita, Icacos, Caja de Muertos e Palomino; l’incredibile baia bioluminescente e il mix unico di culture taino, spagnola, africana e statunitense. QUANDO ANDARE: da novembre a maggio.
Uruguay +18,3% Avevate mai pensato all’Uruguay? Probabilmente no, ma forse è ora di prendere in considerazione questo affascinante Paese sudamericano. Le spiagge sono le attrazioni principali, d’acqua dolce, sul Rio de la Plata, o d’acqua salata, sull’Oceano nelle regioni di Maldonado e Rocha. Ma lungo il litorale uruguayo si trovano anche interessanti stazioni termali, come Salto, dove le terme si accompagnano alla cultura e all’arte coloniale. Il Paese è anche e soprattutto un paradiso per appassionati di ecoturismo, che vogliano vivere esperienze indimenticabili come veri gauchos, a cavallo nelle grandi praterie vicino Punta del Este e Montevideo, la dinamica e affascinante capitale. QUANDO ANDARE: da dicembre ad aprile.
Sri Lanka + 17%
Benessere e natura selvaggia fanno dello Sri Lanka una delle destinazioni emergenti, in Italia e nel mondo. ©Sri Lanka Travel
È nota da sempre come l’Isola Risplendente e la sua bellezza è leggendaria. Ma il terribile conflitto tra le Tigri Tamil e il governo ne ha impedito lo sviluppo turistico fino al 2010. Da allora il Paese si è aperto agli stranieri, ma fino ad oggi in Italia è stato percepito più che altro come una destinazione da viaggi di nozze. Fino ad oggi perché ora l’interesse verso questo meraviglioso Paese e la sua variegata offerta d’accoglienza sta crescendo notevolmente. E non sono solo gli italiani a scoprire e a desiderare sempre di più lo Sri Lanka. L’americana Bloomberg ha messo il Paese asiatico in cima alle destinazioni emergenti per il mercato USA. Non è difficile capire i motivi di tanto interesse: la spettacolare ricchezza della 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Le spiagge vergini a Nord del Cile e le tradizionali danze dell’Isola di Pasqua. ©Turismo ChileAlex Fuentes
fauna selvatica, tra cui l’iconico leopardo e la più grande mandria di elefanti di tutto il mondo; l’impressionante fascino delle antiche rovine di Anuradhapura e Polonnaruwa che non hanno nulla da invidiare alla più nota Angkor Wat cambogiana; le incredibili cave di Dambulla, la città sacra di Kandy e la pittoresca NuwaraEliya; le spiagge idilliache circondate da colline lussureggianti. QUANDO ANDARE: da dicembre a marzo sulle coste occidentali e meridionali e sulle montagne e da maggio a settembre sulla costa orientale.
Cile + 15,9% Stretto tra le Ande e il Pacifico, il Cile è noto per essere il Paese più lungo del mondo (e tra i più stretti, con una lar-
ghezza di non oltre 180 chilometri). Questa particolare condizione regala ai suoi visitatori una costa infinita, di oltre 4300 chilometri, con le bellissime spiagge di acqua cristallina, sabbia dorata e palme del Nord dove rilassarsi e godere delle miti temperature, ma anche una varietà naturale impressionante: dal deserto di Atacama, noto come Valle della Luna, al ghiacciaio di San Rafael, che si estende per 15 chilometri fino all’omonima laguna, dalla colorata e bohemien Valparaiso, ai picchi e ai laghi dal colore irreale del parco nazionale Torrese del Paine. Un capitolo a parte è rappresentato dalle isole: dalla piccola Magdalena, che tra settembre e ottobre accoglie oltre 120mila pinguini di Magellano, all’iconica Isola di Pasqua, nel bel mezzo del Pacifico, con le sue incredibili e inspiegabili 887 gigantesche teste Moai e una delle più belle spiagge del Paese, Anakena. QUANDO ANDARE: da dicembre a febbraio per la Patagonia e le spiagge; da settembre a novembre e da marzo a maggio per la regione dei laghi e per le regioni vinicole.
Malta + 14,9% Da quando nel 2012 La Valletta è stata dichiarata Città Europea della Cultura 2018, la capitale e i suoi capolavori barocchi hanno ritrovato nuova vita e nuovo splendore, oltre ad un dinamico brulichio di nuove attività legate all’accoglienza. La nuova porta gioiello della città è a firma di
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Renzo Piano e, con i toni gialli della pietra calcarea di Gozo, Valletta City Gate include il nuovo Parlamento, il teatro all’aperto e il ponte e il fossato che hanno ritrovato le dimensioni originali. Nel 2016 sono stati 300mila gli italiani (cifra record) che hanno approfittato dell’occasione per riscoprire le antiche isole di Malta, Gozo e Comino, la loro storia di oltre 7mila anni, la loro cultura un po’ siciliana, un po’ africana e un po’ anglosassone, la natura spettacolare tra mare e roccia. Le novità del 2017 promettono di far crescere ancora di più i numeri e l’interesse. Tra le più importanti: aprirà il MU A, il nuovo museo maltese delle belle arti nell’antico Auberge d’Italie, la casa dei Cavalieri di Malta di origine italiana e riaprirà il Phoenicia, lo storico hotel dove nel ’38 veniva a bere il suo whisky Winston Churchill, oltre a molti altri boutique hotel a 4 e 5 stelle, che saranno pronti in tempo per l’appuntamento del 2018. QUANDO ANDARE: da febbraio a maggio e da settembre a dicembre.
Paese è destinata a un’impennata. Le sue ricchezze sono ancora per molti sconosciute: la straordinaria valle di Cocora, con le palme più alte e scenografiche del mondo, il deserto color ocra di Tatacoa, le tradizioni del Tayrona National Park di Cartagena, il glamour di Bogotà. E naturalmente le spettacolari spiagge bianche del Caribe e quelle nere sull’Oceano Pacifico. QUANDO ANDARE: tutto l’anno, ma il momento migliore è tra febbraio e marzo. ■
La riservata Red Bay e il panorama su Gozo
La natura incontaminata della Colombia ©Colombia Travel
Colombia + 12,2% Superati i problemi di instabilità con l’accordo di pace siglato lo scorso ottobre, la Colombia può considerarsi finalmente sicura dopo oltre 50 anni. E se una buona fetta di turisti italiani già avevano intuito la tendenza negli ultimi anni, la crescita dell’interesse verso questo bellissimo 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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SCENARI DEL TURISMO
I Pst nella competizione turistica europea Al Via l’Osservatorio permanente che intende monitorare costantemente la realizzazione e lo sviluppo dei documenti di programmazione del turismo su scala nazionale dei Paesi principali player (Francia e Inghilterra in testa) del Vecchio Continente, che nel 2015, con 607,6 milioni di turisti internazionali entrati nelle frontiere, continuano a detenere oltre il 51% dei flussi internazionali di tutto il mondo
✒TiCo
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Il Vecchio Continente, con 607,6 milioni di turisti internazionali entrati nelle frontiere, continua a detenere il 51% dei flussi internazionali. L’Italia potrebbe sicuramente accaparrarsi una fetta più consistente di turisti studiando mosse e strategie dei competitor. Parte da questa considerazione il nuovo Osservatorio Permanente Sui Piani Strategici Del Turismo Europeo presentato nel corso del convegno “I Pst Nella Competizione Turistica Europea: Focus su Francia e Inghilterra”, organizzato da Confturismo Confcommercio con la partnership scientifica di Ciset-Università Cà Foscari Venezia. Sotto la lente i piani dei dieci paesi top player del turismo europeo: Francia, in testa; Inghilterra, sotto osserva-
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zione per il fenomeno Brexit, Spagna, alla cui strategia – ritenuta particolarmente valida – fanno riferimento sia inglesi che francesi; Germania, Danimarca, Irlanda, Malta, Olanda, Portogallo, Fiandre. «Sono particolarmente orgoglioso del lavoro svolto per la creazione di un Osservatorio permanente sui Piani Strategici del Turismo europeo», ha commentato Luca Patanè, presidente di ConfturismoConfcommercio durante il suo intervento. «Confrontare, analizzare i piani strategici del turismo adottati nei paesi europei, si è rivelato di grande interesse in un quadro di competizione sempre più intensa e di ricerca di soluzioni e posizionamenti innovativi, individuando best practice e nuovi orientamenti di
successo». Confturismo, fa sapere Patanè, «metterà i risultati dell’Osservatorio a disposizione delle Istituzioni, delle pubbliche Amministrazioni e degli operatori italiani, nella convinzione di potere in questo modo contribuire al migliore sviluppo dell’economia del turismo non solo dell’Italia, ma anche dell’Europa nel suo complesso». «Un confronto, quello fra i PST europei, utile per la predisposizione del Piano Strategico per lo sviluppo del Turismo in Italia», ha aggiunto Alberto Corti, direttore di Confturismo-Confcommercio, precisando: «Nessuno mai in Europa aveva fatto un’analisi incrociata di questo tipo. Ed il primo risultato è che non c’è una ricetta univoca: nell’ambito dei rapporti Stato-Re-
SCENARI DEL TURISMO A sin. Palumbo e Patanè. In basso, a sin., Alberto Corti, direttore di Confturismo-Confcommercio. A destra, Fabio Lazzerini, consigliere delegato Enit
gioni, ad esempio, l’Inghilterra decentra al massimo, la Francia centralizza ogni cosa. L’importante è che il piano funzioni».
Il Rapporto Mara Manente, Direttore CISETUniversità Cà Foscari Venezia spiega che il Rapporto su i Pst europei «compara elementi di interesse generale: dalla governance istituzionale e della promozione agli obiettivi strategici dichiarati, ai segmenti target individuati, ai contenuti delle singole strategie di sviluppo e marketing: aspetti che consentono a Istituzioni, Amministrazioni e Imprese, di capire, ad esempio, dove si concentrano i maggiori competitor per le strategie di promozione e commercializzazione». L’analisi trasversale prosegue poi per temi specifici di grande attualità nella competizione europea: politica dei visti e fiscale, rapporto con la cultura e con le politiche per il lavoro, posizionamento rispetto all’adozione di strumenti web/digitali per il settore e rispetto alle novità del mondo della cosiddetta sharing economy, ruolo e definizione della cultura fra gli attrattori turistici e approccio alla sostenibilità. Tutti elementi al centro anche del PST 2017-2022 del nostro Paese, da cui l’utilità indiscutibile del lavoro effettuato dall’Osservatorio Confturismo-
Confcommercio. Il Rapporto procede quindi, analizzando i Piani strategici di Inghilterra e Francia, ma ponendo entrambi questi documenti in riferimento con la Spagna. Una scelta non casuale, non solo perché quest’ultima è uno dei “very big player” sullo scenario turistico europeo, ma anche perché entrambi i Piani, quello inglese e quello francese, fanno esplicito riferimento in alcune delle loro considerazioni proprio al Piano spagnolo, riconoscendo di fatto alla Spagna un valore di benchmark. «Questa prima ricognizione ci indica l’importanza, per una governance efficace del Turismo, di una chiara definizione di ruoli e responsabilità nonché di un sistema di “Intelligence”, a supporto anche delle imprese e degli attori territoriali. Emerge inoltre la necessità di evolvere l’offerta culturale in una chiave dinamica e contemporanea, che sappia intercettare un pubblico nuovo e target sempre più differenziati», commenta Mara Manente, Direttore CISET-Università Cà Foscari Venezia. E le fa eco Francesco Palumbo, direttore Turismo del Mibact, sottolineando che «passi avanti si stanno facendo in questo senso come dimostrano le iniziative messe in atto dallo stesso Ministero insieme ai privati con lo scopo di rileggere il turismo culturale in una chiave che più si adatti alle esigenze del turista di oggi. Un esempio recente è quello del turismo enogastronomico che troverà nuovi spunti per svilupparsi e coinvolgere anche centri minori e borghi grazie anche ai nuovi corsi rivolti alle guide. Certo ci sono ancora molte cose da fare «ma siamo sulla strada giusta», aggiunge Fabio Lazzerini, consigliere delegato Enit, che concorda sul «puntare sulla cultura ma con criteri innovativi, e continuare sulle strategie di promozione adottate dal “nuovo” Enit e che stanno già dando risultati positivi, ma anche di
guardare all’esempio dei competitor e puntare sullo sviluppo dei trasporti per coinvolgere nuovi territori alleggerendo quelli ad alta concentrazione turistica».
Cosa imparare Dal raffronto dei 10 PST emerge l’importanza di scardinare gli schemi ricorrendo a criteri innovativi di segmentazione della domanda, ad esempio ricorrendo all’individuazione di Fandom e tribù; mettere al centro la cultura nelle scelte dei turisti – tendenza due volte più forte per i Danesi che per gli Italiani se misurata in spesa annua – ma privilegiando una cultura dinamica e ben più ampia della semplice delimitazione alle bellezze artistiche e architettoniche; importanza chiave dello sviluppo dei trasporti per ampliare il raggio di azione e spostamento del turista dai centri di inveterata attrazione alle nuove aree; politica concreta di sostegno allo sviluppo e riqualificazione dell’offerta privata di servizi turisti. Emerge inoltre come, nella governance del settore, non esistono modelli ottimali per tutti: il Regno Unito, la Spagna e la Francia adottano modelli tra di loro molto diversi e soprattutto gli ultimi due segnati da un crescente livello di accentramento in capo allo Stato. Ciò tuttavia non toglie che tutte e tre queste realtà esprimano politiche di successo nella competizione turistica europea e mondiale. In sostanza, ogni tipo di ripartizione delle competenze sul turismo può essere strumentale o meno allo sviluppo: tutto dipende dalla capacità effettiva di gestire efficacemente il modello che si è scelto. ■
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SCENARI DEL TURISMO
Gruppo SEH Hotels L’associazione di albergatori indipendenti nata in Francia punta a ingrandire il numero di soci in Italia, grazie ai servizi tecnologici e commerciali d’alta qualità che offre
✒Dante Daverio gramma fedeltà di grande appeal alla formazione del personale. Tutte “soluzioni”, queste, che aiutano direttamente gli albergatori nell’ottimizzazione e nel miglioramento dell’azienda e della redditività, consentendo loro di proporre servizi di qualità alla loro clientela».
Una valida alternativa al franchising delle catene integrate
«U
I contemporanei spazi comuni (sopra) e una suite (sotto) del Relais du Silence Vinilia Wine Resort di Manduria, nei pressi di Taranto in Puglia
«Un’associazione tra albergatori che lavora al completo servizio dei propri soci». Presenta così l’identità e la mission del Gruppo SEH (Société Européenne d’Hôtellerie) il Country Manager Italia, Enrico Ieri. Perché un albergatore italiano dovrebbe aderire? «Per tanti motivi tutti validi», risponde il manager, « in primo luogo, SEH offre ai propri associati una gamma di servizi estremamente completa: da attività promozionali fatte ad hoc, online e offline, a strumenti per la commercializzazione; da supporto tecnologico di ultima generazione (oltre a due siti web infatti c’è anche un App) a operazioni di marketing strategico; da un pro-
Nata in Francia nel 1967, SEH si è subito presentata al mercato come una vera e propria associazione di categoria: fin dal primo momento, i suoi membri, tutti albergatori indipendenti, si sono uniti per fare sistema e migliorare il proprio modello di business. Attività che non ha tardato a dare i suoi frutti, crescendo man mano. Oggi SEH opera su scala europea e internazionale, portando un sistema imprenditoriale di successo, basato sulla potenza del sistema associativo e sulla ricchezza di uno know-how sviluppato e perpetuato da strutture completamente diverse le une dalle altre. Senza contare che, attraverso la semplice ma efficace differenziazione dei quattro marchi aderenti e la rete europea così costruita, SEH è in grado di offrire a tutti i clienti un’offerta vasta e completa di strutture, che vanno dal segmento “economy” alla categoria 5 stelle e possono pertanto rispondere a qualunque aspettativa. Un valore aggiunto che dà visibilità e valore a tutti gli albergatori indipendenti appartenenti all’associazione, i quali, grazie proprio al dinamismo multimarca, oltre che alla messa in comune dei mezzi, all’assistenza commerciale e allo spirito “cooperativo” dei membri, possono oggi trovare in SEH una valida alternativa di fronte alle soluzioni in franchising delle catene integrate.
Al servizio dell’hotellerie Oggi sono 543 gli hotel presenti in 11 Paesi in Europa (tra i quali Francia, Italia, Spagna, Svizzera, Germania, Portogallo, Austria e Ungheria), più uno in Canada, che propongono un totale di oltre 20mila camere, suddivisi in quattro marchi alber-
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SCENARI DEL TURISMO
ghieri che corrispondono a classificazioni diverse e che sono complementari in termini di collocazione e di prodotto. Il primo brand è “P’tit Dej-Hotel” (www.ptitdejhotel.com) e racchiude 40 hotel indipendenti a 1 e 2 stelle che si caratterizzano come hotel comodi e di qualità a prezzi contenuti. Quindi c’è “Inter-Hotel” (http:// it.inter-hotel.com/), brand che racchiude ben 300 hotel indipendenti a 2 e 3 stelle che hanno anche una forte vocazione business. Con il marchio “Qualys-Hotel” (http://it.qualys-hotel.com/) sono raggruppati, invece, 35 hotel indipendenti a 3 e 4 stelle che garantiscono prestazioni di fascia alta anche per soggiorni di gruppo. Infine ecco il brand probabilmente più noto che è “Relais du Silence” (http://it.relais dusilence.com/) e che comprende una selezione di hotel a 3, 4 e 5 stelle destinati di norma a un pubblico di nicchia, in cerca di una cornice eccezionale e di prestazioni di fascia alta. «La prerogativa più interessante», insiste Enrico Ieri, «che SEH fornisce ai suoi associati è quella di garantire loro massima libertà nella gestione dell’hotel, affiancando ad essa un’attività commerciale di ampia rilevanza che una struttura, da sola, non potrebbe avere. Penso ad esempio alle due Guide che stampiamo ogni anno in 250mila copie ognuna, una specifica per il brand Relais du Silnce e una multimarchio per tutti i 543 hotel, e che sono distribuite in tutto il mondo. Senza dimenticare i servizi tecnologici e digitali che comprendono la SEH Box (un sistema di booking multicanale composto da un channell manager e un booking online per il sito degli alberghi e connesso a tutti i canali di distribuzione proposti da SEH), due siti web, un’App e un sistema che aiuta a migliorare la propra reputazione on-line, attraverso l’invio di questionari di soddisfazione ai clienti. Poiché lo scopo dell’associazione è quello di far crescere il business dei soci, tutto quello che SEH guadagna viene investito in servizi e azioni di visibilità dei propri marchi e degli alberghi stessi, con l’obiet-
tivo di favorire il più possibile le prenotazioni dirette: Come ogni albergatore oggi sa bene, quello della disintermediazione è uno degli scogli maggiori da superare in questo settore. Per quello, dal 1° gennaio 2017, per rinforzare ulteriormente la vendita attraverso i canali diretti (i siti SEH e quelli degli hotel) e poter puntare a pieno su una strategia di disintermediazione, SEH ha deciso di sopprimere completamente le proprie commissioni. Senza sottovalutare poi la questione delle formule di ospitalità in sharing: abbiamo molto apprezzato la recente presa di posizione del Governo italiano; anche noi stiamo operando, a livello nazionale e internazionale, per combattere questo fenomeno di “concorrenza sleale». Realtà relativamente nuova sul mercato italiano, SEH punta a espandersi oggi anche nel Belpaese. «I dati del 2016», conclude Ieri, «ci mostrano una tendenza positiva sia nel fatturato che nella progressione del numero di affiliati: abbiamo un grande progetto per lo sviluppo in Italia da portare avanti anche attraverso partnership con realtà alberghiere più strutturate, come abbiamo fatto di recente in Spagna con il gruppo Zenit Hotels». ■
A sin.: l’affascinante architettura del Vinilia Wine Resort, new entry per il brand Relais du Silence. Qui sopra: comfort e tranquillità nelle camere del Qualys-Hotel Royal di Torino. Sotto, tutte le stanze del Qualys-Hotel Nasco di Milano sono spaziose e accoglienti
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L’INCHIESTA
I borghi, luoghi ricchi di storia, cultura e tradizioni, rappresentano il cardine per la crescita di un turismo sostenibile, capace di creare autentiche esperienze per i visitatori e di permettere lo sviluppo armonico delle comunità locali
Le nuove mete
2017
Organi istituzionali, addetti ai lavori e stakeholders, sono tutti concordi: le destinazioni turistiche, anche business, in rampa di lancio per il nuovo anno, saranno i borghi e le location dell’Italia “minore”. Ecco perché...
✒Dario Ducasse
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L’INCHIESTA
BORGHI AUTENTICI
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Fuori dalle rotte più battute per riscoprire le destinazioni meno note ma ugualmente affascinanti. E dove se non in Italia innanzitutto, ovvero nel Paese degli infiniti borghi storici. Tanto è vero che è stato proprio il Ministro (da poco riconfermato) del Turismo, Dario Franceschini a sottolineare come: «In Italia aumenta tutto il turismo, anche quello colto e di qualità: per questo motivo, dopo il boom di presenze nel 2016, durante l’anno dei “Cammini”, abbiamo deciso che il 2017, turisticamente parlando, sarà l’anno dei “Borghi”». Insomma, se tutte le rilevazioni più recenti dimostrano un settore congressuale e degli eventi in grande rilancio – ad esempio il Convention Bureau Italia ha svelato che a metà novembre del 2016 aveva già registrato un +70% di richieste ricevute rispetto al totale del 2015 – è una piacevole sorpresa sapere che, anche a livello istituzionale, si pensa non solo a confermare i numeri delle mete più note, da Milano a Roma, ma anche a dare una decisa spinta a tante nuove location turistiche, sia business che leisure. «In continuità con quanto fatto del governo Renzi», ha aggiunto Franceschini, «stiamo proseguendo sulla valorizzazione e promozione di un turismo sempre più a 360 gradi. Per questo abbiamo deciso di sostenere l’anno dei borghi. Sono essi infatti luoghi ricchi di storia, cultura e tradizioni, che rappresentano il cardine per la crescita di un turismo sostenibile, capace di creare autentiche esperienze per i visitatori e di permettere lo sviluppo armonico delle comunità che vi vivono».
Borghi Autentici d’Italia (www.borghiautenticiditalia.it) è un’Associazione che riunisce piccoli e medi comuni, enti territoriali ed organismi misti di sviluppo locale, attorno all’obiettivo di un modello di sviluppo locale sostenibile, equo, rispettoso dei luoghi e delle persone e attento alla valorizzazione delle identità locali. Negli anni però questo progetto si è trasformato in un’iniziativa sempre più articolata e competitiva, fino ad assumere la forma odierna di una rete di borghi italiani i cui protagonisti sono le comunità, gli amministratori e gli operatori economici, sociali e culturali dei luoghi. Si è andato così delineando uno strumento di aggregazione e sviluppo, ora a disposizione di tutte quelle realtà che non si lamentano del declino e dei problemi, e che sono consapevoli di avere risorse ed opportunità per individuare nuove strade per uno sviluppo futuro. I Borghi Autentici sono impegnati in un percorso, talvolta complesso, di miglioramento continuo della struttura urbana, dei servizi verso i cittadini, del contesto sociale, ambientale e culturale per portare ad un graduale e costante incremento della qualità di vita della popolazione. L’Associazione Borghi Autentici considera la comunità locale quale elemento decisivo del proprio disegno di sviluppo. La comunità quale luogo, contesto umano e culturale, che è sinonimo del buon vivere, di gusto, di un saper fare creativo e di una dimensione sociale dolce; una comunità che si apre all’esterno e diviene “Comunità Ospitale” protagonista della nuova Soft Economy.
Un Atlante dei Borghi d’Italia Ecco allora che lo stesso Ministro ha firmato una Direttiva che prevede la costituzione del Comitato di Coordinamento per i Borghi turistici italiani (al di sotto dei 5.000 abitanti), favorendo anche l’organizzazione di un Forum Nazionale sui Borghi, al fine di avviare un processo partecipato per individuare buone pratiche e costruire politiche integrate di valorizzazione, e quella di un ”Atlante dei Borghi d’Italia”; e infine di lanciare il riconoscimento annuale di “borgo smart” per la comunità locale dimostratasi più attiva nell’ambito dell’innovazione dell’offerta turistica.
Sopra, Vieste, una delle mete magiche che fa parte dell’Associazione dei Borghi Autentici d’Italia. In basso, Dario Franceschini
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L’INCHIESTA
Il panorama di Castro: il borgo salentino è uno dei 5.585 “Piccoli Comuni” che una nuova legge in via di approvazione vuole aiutare nello sviluppo, anche turistico
«I borghi che costellano il territorio delle nostre regioni», ha concluso Franceschini, «sono un punto di forza del nostro turismo come abbiamo sottolineato anche nel recente Piano Strategico per il Turismo, strumento che fa dell’innovazione, della sostenibilità, dell’accessibilità e della competitività, i cardini su cui rilanciare la leadership dell’Italia nel mercato turistico internazionale. Il riconosciuto connubio territorio-patrimonio, materiale ed immateriale, fa sì che tra le destinazioni emergenti vi siano i borghi quali luoghi dei cammini, del turismo lento, dell’autenticità, della qualità di vita. Ecco perché innovazione, specializzazione e integrazione sono parole chiave anche per il turismo delle mete meno note».
Un Piano per andare forte Già presentato al Consiglio dei Ministri, il Piano Strategico del Turismo 2017-2022 delinea lo sviluppo del settore nei prossimi sei anni ed è, secondo il Ministro «Un documento di svolta che rafforza l’idea di Italia come museo diffuso e, proponendo anche nuove destinazioni, individua nel turismo, sostenibile e di qualità, uno strumento di policy per il benessere economi-
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co e sociale di tutti. Senza contare che si parte col piede giusto, perché i dati del 2016 sono molto positivi: gli arrivi internazionali sono cresciuti del 4,3% e anche per il 2017 si conferma un trend di crescita superiore al 4%. Per i principali centri di ricerca, la previsione a fine anno degli arrivi internazionali nel 2016 è abbondantemente superiore ai 60 milioni. Inoltre, i dati degli arrivi complessivi, italiani e stranieri, sul territorio nazionale sono saliti del 50% tra il 2001 e il 2015. Il 52% degli arrivi totali è di provenienza italiana, il 70% degli arrivi internazionali è di provenienza europea (dati Confturismo-CISET, Cernobbio 2016, NDR). Riguardo agli investimenti poi, il flusso dovrebbe crescere con una media annua dell’1,8% nei prossimi dieci anni, per attestarsi su un valore di 10,9 miliardi nel 2026, il 3,4% del totale». E tra i quattro macro obiettivi del Piano c’è quindi proprio quello di “Innovare, specializzare e integrare l’offerta nazionale: la realizzazione, in collaborazione con le Regioni, del primo Catalogo dei prodotti e delle destinazioni italiane. Progetti innovativi di formazione delle guide del patrimonio storico e culturale con gli attrattori enogastronomici. Creazione di forme
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di percorrenza alternative (vie e cammini). Potenziamento dell’attrattività del sistema dei Siti Unesco e delle città della cultura. Incentivi alla fruizione responsabile di contesti paesaggistici diffusi anche attraverso il recupero a fini di ricettività di qualità del patrimonio demaniale dismesso quali fari, case cantoniere e stazioni. Trasformazione dei grandi “landmark” italiani del turismo balneare e delle grandi città d’arte in “porte di accesso” ad altri territori emergenti, dalla grande capacità attrattiva ancora non espressa”. Insomma si penserà molto alle classiche mete del turismo nazionale ma moltissimo anche a quelle nuove.
Uniti per crescere A condividere le idee di sviluppo del turismo italiano verso nuove e sempre più diverse mete non poteva non esserci il rinnovato ENIT: è per questo motivo infatti che la prima settimana del Piano Editoriale comune tra i social media team di ENIT e delle Regioni Italiane aderenti all’iniziativa è stato dedicato proprio all’Anno dei Borghi in Italia. È stato così creato l’hashtag #ItalianVillages attraverso il quale è iniziato sui social il racconto collettivo della bellezza di quell’Italia meno conosciuta ma autentica ed affascinante. L’iniziativa è la prima di una serie di azioni frutto della progettualità di quel Laboratorio Social delle Regioni fortemente voluto da ENIT per dare continuità ed efficacia a iniziative di comunicazione partecipate. Compito dell’ente sarà allora quello di stimolare nuovi flussi turistici, anche internazionali, alla scoperta di esperienze di vita reale e di interazione diretta con i luoghi in un contesto umano, sociale e culturale sinonimo del buon vivere, di un saper fare creativo che si apre all’esterno e diviene comunità ospitale. L’Italia dei Borghi rientra fra le priorità del Piano Strategico Triennale di Enit che già lo scorso anno aveva firmato una Convenzione con l’Associazione “I Borghi Più Belli d’Italia” (www.borghipiubelliditalia.it) per sottolinearne il ruolo e l’importanza come chiave di crescita e sviluppo delle aree interne. E a conferma che il 2017 potrà essere davvero l’anno del rilancio delle nuove mete turistiche italiane arrivano anche le parole di Ermete Realacci, presidente della “Com-
missione Ambiente della Camera” che, in un post sulla sua pagina Facebook ha spiegato: «Sarebbe un bel risultato se in questo 2017 da poco iniziato si arrivasse all’approvazione definitiva della legge per la valorizzazione dei “Piccoli Comuni” di cui sono primo firmatario. Verrebbe a coincidere con l’Anno nazionale dei Borghi indetto dal Ministero e del Turismo e non solo. Si tratta infatti di un testo approvato all’unanimità alla Camera lo scorso 28 settembre e ora all’esame del Senato, nato a partire da una proposta di legge che aiuterà l’Italia ad essere più forte e coesa. Proprio per questo mi auguro che Palazzo Madama lo approvi il prima possibile, sarebbe un bel segnale. Non dimentichiamo che i nostri 5.585 “Piccoli Comuni” amministrano più della metà del territorio nazionale e che in essi vivono oltre 10 milioni di italiani. Non parliamo, quindi, solo di un’eredità del passato, ma anche di una straordinaria occasione per difendere le nostre qualità e proiettarle nel futuro. La legge sui Piccoli Comuni propone misure per favorire la diffusione della banda larga, una dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, itinerari di mobilità e turismo».
Peculiarità delle destinazioni “minori”, come il borgo di Montesagale, è quella di essere scenari di vita quotidiana e insieme parte di quel museo diffuso che è l’Italia
Ermete Realacci, presidente della “Commissione Ambiente della Camera”
Un asset strategico per il futuro E se la parola d’ordine del 2017 turistico sarà “borghi”, non stupisce affatto che sia stato denominata proprio “Borghi - Viaggio Italiano” anche la nuova azione interregionale, coordinata dall’Emilia-Romagna, che ha lo scopo di mettere in rete eccellenze architettoniche, paesaggistiche, urbanistiche e che punta alla tutela del patrimonio storico–ambientale diffuso in 800 borghi sul territorio nazionale, oltre che soprattutto a promuoverne le attività 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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L’INCHIESTA
Repubblica Dominicana, “vecchia” ma sempre nuova Storica meta per il mercato turistico italiano, sia business che leisure, la Repubblica Dominicana è un ottimo esempio internazionale di Paese che continua con costanza gli investimenti nell’industria alberghiera per diversificare l’offerta di ospitalità, migliorare le infrastrutture e i servizi nel paese e dare uno slancio all’economia facendo crescere il PIL. Tutto grazie a un mix di capitali stranieri in arrivo nel paese e della strategia del Governo che crea le condizioni favorevoli per appoggiare e incentivare gli investimenti privati. Tanto è vero che la società di rating Standard & Poor’s, nell’ultimo rapporto del 2016, ha espresso una buona valutazione sull’economia dominicana nel breve e lungo termine e prevede che nei prossimi anni la crescita economica sia più alta rispetto agli altri paesi d’America Latina e dei Caraibi. Tante le strutture alberghiere inaugurate di recente che aggiungono novità di prodotto oltre che di destinazione al grande Paese caraibico: tra queste ad esempio c’è l’Intercontinental Real Santo Domingo, un hotel a 5 stelle con 227 camere sulla Avenida Winston Churchill, nella parte moderna della capitale con la più alta concentrazione di centri commerciali, banche e luoghi di intrattenimento. Ecco poi il Nickelodeon Hotels & Resorts che ha aperto in località Uvero Alto, nella zona turistica di Punta Cana. È il primo stabilimento del marchio di intrattenimento per bambini Nickelodeon fuori degli Stati Uniti. E ancora il Sunscape, della catena AM Resorts ha appena debuttato a Puerto Plata sulla Costa Nord nel complesso turistico di Playa Dorada. Infine, proprio nel 2017, sono previste numerose nuove aper-
La Isla de los Pajaros, posta nell’estremo nordovest, è una delle mete meno note che la Repubblica Dominicana si sta impegnando a far conoscere all’industria del travel
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ture tra le quali quella dell’Hotel Hampton by Hilton Las Americas, con un investimento di oltre 7 milioni di dollari. Gli Hampton sono hotel pensati principalmente per il mercato del turismo d’affari e, nel caso particolare della Repubblica Dominicana, il progetto ha lo scopo di soddisfare la domanda di chi viaggia all’estero o ritorna nel paese e cerca alloggio in un hotel vicino all’aeroporto. In Repubblica Dominicana infine non manca nemmeno la valorizzazione di mete poco note sul mercato internazionale. Come Montecristi, nell’estremo nordovest del Paese dove, oltre alla barriera corallina, si trovano il bellissimo parco nazionale di El Morro, tra mangrovie, pellicani e distese di gigari, e le Cayos Los Siete Hermanos, isolette vergini che delimitano un’area corallina di 30 km con un’incantevole fauna marina. E ancora negli ultimi anni l’offerta turistica di Puerto Plata si è ampliata con una vasta gamma di strutture alberghiere di grande pregio, quali Casa Colonial, Blu Jack Tar, Grand Paradise e Gran Ventana. Constanza infine è la più bella valle dei Caraibi, con temperature fresche, una forte cultura e luoghi di una bellezza mozzafiato, come l’ecolodge Villa Pajón, nel Parco Nazionale Valle Nuevo, che ha bei sentieri che attraversano foreste di pini e torrenti d’acqua o la Riserva Scientifica Ebano Verde che offre passeggiate nella foresta. La zona presenta una varietà di ranchos immersi nella natura che organizzano anche numerose escursioni legate all’avventura e all’ecoturismo, tra le quali rafting, zip line, passeggiate a cavallo. È una destinazione must per chi ama stare all’aria aperta.
turistico–ricettive, in modo da arrivare a creare un indotto in grado di dare sostegno allo sviluppo economico del Paese. Secondo molti esperti di turismo internazionale, spiegano i promotori dell’iniziativa, nella riscoperta dei centri storici italiani oggi meno conosciuti rispetto alle grandi città d’arte, ma con un patrimonio
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artistico e culturale italiano consistente, si cela un asset strategico per il futuro del nostro turismo. Stiamo infatti parlando di un vero e proprio tesoro nascosto che può essere fortemente competitivo a livello globale, rivolgendosi a un target di pubblico raffinato e colto, soprattutto business e bleisure. Questo progetto prevede la creazione di un sistema di promozione coordinata tra 14 Regioni italiane per meglio competere sul mercato turistico nazionale e internazionale avanzando proposte che vadano oltre il classico soggiorno: un viaggio esperienziale che oggi viene fortemente richiesto dai turisti e dagli organizzatori di eventi, alla ricerca di sensazioni autentiche in luoghi meno conosciuti, anche in periodi destagionalizzati, attraverso la riscoperta di prodotti tipici e tradizioni. E durante la presentazione del progetto, avvenuta durante l’ultima edizione della fiera TTG Incontri di Rimini, è stato mostrato come esso punti a far conoscere e proporre a livello nazionale, oltre che internazionale, circa 800 tra bor-
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ghi e località italiane legate a illustri personaggi della cultura nazionale: i Borghi d’Italia, i Borghi Storici Marinari, i Borghi delle terre Malatestiane e del Montefeltro, le Località dei Paesaggi d’Autore.
Favorire l’incoming turistico “Borghi - Viaggio Italiano” è una iniziativa realizzata nell’ambito dei progetti interregionali di sviluppo turistico Dpr 158/07, che vede la Regione Emilia-Romagna come capofila, ma è condivisa con altre 13 Regioni: Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna, Sicilia. La presentazione a Rimini ha rivelato il logo del progetto, un’immagine originale che fonde diverse valenze dei quattro settori che vanno a comporlo, rese immediatamente riconoscibili, e ha avuto anche la funzione di suscitare curiosità verso i prossimi passi dell’iniziativa che prevedono l’introduzione di strumenti moderni e innovativi per la conoscenza di questi 800 gioielli del patrimonio nazionale, e dalla prossima primavera una attività diretta sul territorio, per favorire l’incoming turistico. A tal proposito l’assessore al Turismo e Commercio dell’Emilia-Romagna Andrea Corsini e la dirigente responsabile dei progetti interregionali Laura Schiff hanno spiegato: «La Regione Emilia-Romagna è profonda-
mente orgogliosa di guidare questo progetto che centra pienamente quell’obiettivo, il fare rete, che viene spesso indicato come prioritario per la valorizzazione del territorio. In questa occasione ci sono 14 Regioni che hanno scelto di perseguire un traguardo comune, la piena rivalutazione di un patrimonio enorme che presenta ancora grandi spazi di sviluppo. Peculiarità dei borghi è quella di essere scenari di vita quotidiana, e insieme parte di quel museo diffuso che è l’Italia. In questi centri, di cui la nostra regione e l’Italia sono ricche, piccole comunità vivono a contatto con gioielli artistici, urbanistici e
Una veduta di Gallipoli, in Puglia: la regione partecipa al progetto “Borghi - Viaggio Italiano” insieme ad altri 13 territori italiani, guidati dall’Emilia Romagna. Sotto, uno scorcio di Corinaldo, antico borgo toscano, con la scalinata e il Pozzo Polenta
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L’INCHIESTA
Palazzo degli Anziani di Pistoia, meta minore, eletta capitale della Cultura 2017. Innovazione, specializzazione e integrazione sono parole chiave anche per il turismo delle mete meno note
architettonici. Questo patrimonio inoltre rappresenta la testimonianza di una dimensione umana da ritrovare e allo stesso tempo è una grande risorsa da sviluppare per il nostro turismo». Al loro fianco Francesco Tapinassi, rappresentante del Ministero del Turismo, che ha espresso la massima soddisfazione per quanto presentato, sottolineandone la piena coerenza col Piano strategico di sviluppo del turismo italiano e con l’idea ministeriale dell’“Anno dei Borghi” per questo 2017.
Aprire le porte verso le mete nuove Sostenitrice del Piano Strategico del Turismo e della creazione di nuove formule di turismo e dell’allargamento del ventaglio delle mete turistiche italiane ai piccoli borghi, e non solo, è anche il Sottosegretario al Turismo, Dorina Bianchi (foto), che aveva diretto il tavolo tra ministero, Regioni e operatori del settore dal quale è uscita la bozza definitiva del piano. «Dobbiamo far rimanere i turisti più a lungo», ha spiegato la Bianchi, anch’essa riconfermata nel governo Gentiloni, «farli
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spendere di più e aumentare la destagionalizzazione degli arrivi. Bisogna uscire soprattutto dalla vecchia logica del sovrasfruttamento di grandi mete e prodotti maturi, quali ad esempio le grandi località balneari. Queste “solite” mete invece dovranno diventare vere e proprie “porte d’accesso” verso le “destinazioni emergenti” e quelle “nuove”, che proprio grazie al lavoro previsto dal Piano riusciremo a mappare. Una cartina che dovranno essere le Regioni a disegnare, ma su cui alcune bandierine si possono già collocare: si tratta delle 21 città candidate a capitale europea della cultura, da Ravenna alla vincitrice Matera e i cui progetti potranno essere comunque finanziati; della cinquantina di siti Unesco italiani, dei parchi naturali e dei cammini storici. Qualche progetto è già stato avviato, come i bandi con i quali Anas e Demanio hanno dato in concessione case cantoniere e fari per trasformarli in hotel e ristoranti. Come ministero assicuriamo poi che le risorse non mancano, tra budget dei vari ministeri, fondi regionali e europei, incentivi per le startup». Con una sicurezza in più rispetto al passato, insiste la Bianchi: «non ci sarà la prevedibile lotta per spartirsi la torta economica, tra settori e tra territori. Grazie al Piano abbiamo cambiato metodo, la vera novità è che questo progetto nasce dal basso e i rapporti con gli enti locali sono ottimi. Finora i singoli territori erano andati “alla guerra” in ordine sparso, per esempio nel marketing, ed anche per questo l’Italia stava perdendo posizioni. La sfida oggi è anche preservare la loro autonomia, coordinandoli però sotto un unico brand Italia». ■
ph. ales&ales
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Meeting ed eventi:
futuro in crescita
A pochi mesi del nuovo anno turistico le previsioni sul giro d’affari del Mice sono positive: per gli esperti l’Italia può continuare a essere una meta di appeal
✒Davide Deponti
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Dopo anni di vacche magre dovute alla crisi economica internazionale, oltre che al calo degli spostamenti a seguito delle paure di molti sulla sicurezza dell’Europa, il mercato turistico italiano sta vivendo, dalla fine del 2015, una vera e propria rinascita. Se dal punto di vista leisure sono le mete di mare estive a tirare con forza l’industria, per quanto riguarda il turismo business e congressuale, si è visto negli ultimi anni una crescita interessante del settore che pare proprio sia destinata a continuare. Come suggeriscono ad esempio le recenti stime previsionali sull’industria dell’ospitalità che arrivano dall’indagine congiunturale condotta dal Ciset (Centro Internazionale di Studi
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sull’Economia Turistica) coinvolgendo gli operatori della filiera turistica. Secondo questi dati, infatti, nei prossimi 6 mesi gli arrivi internazionali in Italia sono destinati ad aumentare rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con la Germania che si conferma il principale paese di provenienza dei flussi, seguito dalla Francia e dal Giappone.
I paesi del Nord, i mercati di riferimento per l’incoming A contribuire al buon andamento saranno in particolare, sottolinea Ciset, gli arrivi dovuti al turismo d’affari, mentre quelli per partecipare a congressi e convegni rimarranno comunque stabili. Guardando
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A rafforzare l’appeal dell’Italia, ha rilevato l’indagine, sono l’aumento della qualità della sua offerta turistica e l’essere percepita come una destinazione sicura, elementi nuovi che vanno ad aggiungersi all’attrattività del suo patrimonio storico, artistico e naturalistico. Le destinazioni più gettonate saranno le isole e le regioni del Nord Italia.
Un’industria in crescita
Sebbene in alcune aree geografiche ci possa essere una diminuzione nella spesa meeting delle aziende, le previsioni di quest’anno indicano in media un aumento nella dimensione dei gruppi (+6% in Europa, +5% in Asia Pacifico, +3/5% in Nord America) e una crescita complessiva dell’industria
ancora all’incoming europeo, Ciset sottolinea che flussi in crescita sono attesi da Svezia, Norvegia, Danimarca e Olanda. I paesi dei Nord continueranno, infatti, a essere importanti mercati di riferimento insieme a quelli di Spagna, Belgio e Lussemburgo. Segnali positivi arrivano poi anche dai “mercati di nicchia” come Romania, Ungheria e Polonia e, soprattutto, dal mercato russo, in ripresa dopo la fine dell’embargo. Per quanto riguarda invece gli arrivi extraeuropei, ad aumentare saranno quelli del Sud America, con Brasile e Argentina in testa, della Cina, della Corea e del Sudafrica. In salita anche il numero di viaggiatori provenienti da uno dei più importanti mercati big spender, quello cioè degli Emirati Arabi. Tra i paesi in crescita i grandi assenti sono gli Stati Uniti e il Regno Unito i cui flussi nel prossimo semestre rimarranno stabili per la situazione politica non ancora ben definita di entrambi.
Insomma si tratta di uno scenario turistico positivo, nel quale pure le previsioni legate più direttamente al mondo del turismo Mice indicano positività. Lo si scopre dando un’occhiata approfondita al nuovo CWT Meetings & Events Forecast 2017: si tratta dello studio che la divisione di Carlson Wagonlit Travel specializzata nell’organizzazione di eventi compie ogni anno grazie all’analisi di dati e approfondimenti relativi a tutti gli aspetti del settore, e che, proprio per questo, riesce a offrire ai meeting planner aziendali informazioni utili e suggerimenti pratici per pianificare con successo il budget Mice per il prossimo anno. Innanzitutto spiega lo studio, a livello globale gli analisti prevedono un rallentamento nella crescita del PIL nel 2017, segnale economico che può essere un momento favorevole per i planner per ottenere un miglior rapporto qualità-prezzo e ridurre il costo medio dell’organizzazione di un evento per partecipante. Sebbene in alcune aree geografiche ci possa essere una diminuzione nella spesa meeting dei clienti, le previsioni di quest’anno indicano in media un aumento nella dimensione dei gruppi (+6% in Europa, +5% in Asia Pacifico, +3/5% in Nord America) e una crescita complessiva dell’industria. «Guardando al 2017», ha spiegato Cindy Fisher (foto), vice president e global head di CWT Meetings & Events, «il nostro studio prevede una crescita significativa
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Tre suggerimenti per i professionisti Mice Gli esperti di CWT, in chiusura del loro Forecast, hanno pubblicato tre suggerimenti dedicati ai professionisti del mondo Mice che vogliono migliorare la gestione del business congressuale rendendolo ancora più profittevole. 1. Implementare programmi di Strategic Meetings Management: fare un focus sulla strategia, non sulla tattica, iniziando da aree specifiche, per poi ampliare il raggio di azione in modo graduale, considerando la possibilità di affidare in outsourcing parti del programma per accelerarne lo sviluppo e aggiungere competenze esterne, in particolare per il venue sourcing. 2. Ottimizzare la tecnologia: riconsiderare l’utilizzo delle tecnologie in azienda per ottimizzare l’organizzazione e gestione. 3. Implementare una strategia ad hoc per gli small meeting: sfruttare quindi le sinergie tra business travel e small meeting per ottimizzare costi e benefici.
Secondo gli analisti, nei prossimi 6 mesi gli arrivi internazionali in Italia sono destinati ad aumentare rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con la Germania che si conferma il principale paese di provenienza dei flussi, seguito dalla Francia e dal Giappone
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per i meeting ed eventi in diverse aree del mondo, comprese l’Europa e l’Italia. Gestendo con maggiore flessibilità date e destinazioni, i planner aziendali potranno trarre pieno vantaggio dal mercato attuale per ottimizzare i risultati dei loro meeting ed eventi». Lo studio indica, in particolare, un aumento in media nella dimensione dei gruppi con diverse evidenze suddivise per aree geografiche: parlando di Europa e di Italia, per il 2017, bisognerà aspettarsi più severe linee guida aziendali, budget ridotti, obiettivi di risparmio e regolamenta-
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zione di alcuni settori; tutti elementi che potrebbero favorire la scelta di alberghi di categoria media ma non far scendere il giro d’affari, anzi. A tale proposito lo studio segnala agli addetti ai lavori i trend globali che faranno la fortuna di chi ospiterà e realizzerà meeting ed eventi proprio durante l’anno. Per quanto riguarda le questioni legate alla sicurezza, sarà da attuare una sempre maggiore attenzione durante l’organizzazione di un evento. Come? Oltre al tradizionale tracking dei viaggiatori aerei, la questione sicurezza si allargherà fino a includere tutte le persone coinvolte in un meeting, a qualsiasi titolo (dagli speaker allo staff tecnico, al singolo partecipante), così da facilitare i piani d’emergenza. Crescerà anche la voglia di interazione virtuale, con un forte aumento dell’utilizzo della tecnologia, in modo da permettere ad esempio anche ai partecipanti in remoto di essere coinvolti e interagire in modalità bidirezionale.
Rendere il business più profittevole Per quanto riguarda invece l’ambito “Food & Beverage”, la previsione e il suggerimento è che i prezzi saranno destinati ad
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CBI: 2017 anno del Mice Membership, attività, comunicazione e richieste: il 2016 si è concluso con un bilancio più che positivo per il Convention Bureau Italia che ha presentato i risultati conseguiti e le attività pianificate per il 2017 nel corso dell’ultima Assemblea dei Soci dell’anno. E, dopo un’ottima annata, anche il 2017 si prevede sarà uno snodo importante per il settore congressuale, a cominciare dalle partnership. Grazie agli accordi stipulati da CBI con grandi players internazionali, tutti i soci ed operatori italiani potranno finalmente partecipare ad eventi b2b fino ad oggi molto ambiti ma ritenuti spesso troppo costosi. Sempre più stretta poi anche la collaborazione con la rinnovata ENIT per la promozione della destinazione sui mercati internazionali, che si concretizza non solo attraverso una stretta partnership sulle tre principali fiere di settore, ma anche nella presentazione congiunta dei 4 workshop Mice in programma a Londra, Bruxelles, New York City e Washington nel mese di marzo. Workshop organizzati da Convention Bureau Italia grazie anche al fattivo supporto della sede centrale e degli uffici esteri di ENIT. Inoltre, grazie alla collaborazione con la compagnia aerea Air Dolomiti, nel corso del 2017, saranno organizzati tre fam trip nelle città di Bologna, Torino e Padova, dedicati a clienti basati nella Germania del sud e che saranno anche presentati durante un evento in programma a Monaco di Baviera a fine gennaio. «Sono estremamente soddisfatta», ha spiegato Carlotta Ferrari (foto), Presidente del Convention Bureau Italia, «di come si è concluso il 2016. Il crescente numero dei Soci e la fiducia accordataci dalle catene alberghiere rappresentano, poi, un segnale importante in vista del prossimo futuro».
aumentare a livello globale. I motivi sono legati soprattutto all’aumento dei costi di produzione, al cambiamento nelle importazioni ed esportazioni e alla crescita di particolari richieste alimentari da parte dei partecipanti. Altro trend, che però viene svelato da una “fonte” diversa, ma che è sempre legato a un aumento di prezzi, è quello riferito alle tariffe alberghiere ed è quindi un’anticipazione che fa felice il mondo dell’hotellerie. Secondo, infatti, le previsioni della società di consulenza Advito, che ogni anno realizza l’Advito Industry Forecast 2017 sulle tariffe nel mondo travel, nel 2017 i costi delle camere in hotel saranno in rialzo del 5% a livello globale e del 2% in media in Europa e in Italia. Sempre secondo lo studio, rimarranno invece stabili i prezzi degli spostamenti aerei a causa del basso costo del carburante e del calo della domanda su alcune tratte. Solo le tariffe business cresceranno ma appena dell’1% circa. Anche in questo caso però si tratta di variazioni che hanno a che fare con le diverse aree geografiche del mondo: perciò si avranno delle tariffe per voli intra-continentali stabili in Europa, America Latina e del Nord, mentre in Asia e Pacifico sud-occidentale si potrà vedere un incremento fino al 3%. Le tariffe in classe economica intercontinentali dovrebbero invece scendere leggermente dovunque, tranne che in Europa. ■
Il mercato eventi italiano è in crescita, come certificato anche dagli esperti del Convention Bureau Italia, realtà sempre più presente e attiva
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Spazi eventi del futuro Trend e novità per location di successo secondo meeting planner, operatori e fornitori ✒Barbara Ainis
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In apertura: la richiesta numero uno in assoluto, in fatto di tecnologia, resta comunque la disponibilità di una connessione internet di alta qualità (in una scala di importanza da 1 a 10, 9,2 per i meeting planner, 9 per i fornitori e 9,4 per gli operatori), per supportare le esigenze di connettività dei device dei partecipanti, sempre più numerosi nell’epoca del Bring Your Own Device
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Negli ultimi anni si stanno delineando nuove tendenze e nuove esigenze che attraversano trasversalmente il mondo del turismo, business e leisure, cambiando profondamente il profilo e i connotati anche degli eventi e degli spazi destinati ad ospitarli. I meeting planner raccolgono i segnali del mercato e i feedback dei partecipanti ricercando, per eventi di ogni dimensione e tipologia, un mix originale e inedito di turismo esperienziale, socializzazione, internet hi-speed e tecnologia innovativa, eccellenze enogastronomiche e benessere. E se per le event venue di oggi ancora non è semplice rispondere ad aspettative così alte e ad esigenze mutate così in fretta, la
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direzione verso la quale tutti dovranno puntare è, nei fatti, questa: originalità della destinazione e della location, flessibilità estrema in termini strutturali come in termini di servizio, disponibilità di luoghi alternativi per la socializzazione e di elementi di design, che favoriscano il relax e la condivisione, di tecnologie funzionali e ricreative e di proposte gastronomiche sorprendenti. Tutto questo, oltre al concetto sempre più importante di “experience creation”, da declinare secondo le caratteristiche dell’evento e dei partecipanti.
Spazi sempre più su misura Operatori e fornitori concordano sul fatto che una tendenza fondamentale per
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gli eventi del prossimo futuro (ma anche del presente) è quella dei creative meeting space. Creatività e originalità sono al centro degli interessi degli organizzatori, a quanto sostiene il recente e autorevole report dell’IACC, Meeting Room of the Future. «I clienti vogliono scegliere la presentazione degli spazi in base alle proprie esigenze, non si accontentano più delle disposizioni tradizionali, che percepiscono come banali e old fashion», sostiene Rachel Bartlett di Warwick Conferences, uno dei partecipanti alla survey del IACC. «Diverse configurazioni sono richieste sempre più spesso. Lo Staff di una venue deve essere pronto a reagire e flessibile al cambiamento, anche imprevisto, durante una stessa giornata, per rispondere alle mutevoli richieste e alle esigenze individuali delle aziende». Circa il 66% degli operatori che gestiscono spazi per eventi ha anticipato che nei
prossimi 3-5 anni la flessibilità dell’offerta diventerà sempre più importante, addirittura più rilevante della disponibilità delle tecnologie interattive. La stessa importanza è attribuita alla flessibilità anche dai meeting planner intervistati, che però invertono l’ordine delle priorità e la posizionano subito dopo le tecnologie. Ma cosa si intende per flessibilità? Le risposte raccolte dalla ricerca dello IACC in questo caso non sono omogenee: per il 40% dei meeting planner assume una grande importanza la disponibilità di spazi di networking adiacenti agli spazi meeting (contro il 29% degli operatori); mentre il 50% dei fornitori, architetti e meeting space designer, vede in atto un cambiamento nella domanda di vari tipi di layout degli spazi, in particolare con la richiesta di sale di grande capacità (oltre i 100 delegati) e di piccola capacità (sotto i 25), con tavoli e sedie facilmente modulabili nella disposizione, condizione attualmente di-
Originalità e autenticità sono priorità anche quando si parla di food. Le tendenze puntano al finger food locale e di qualità. ©Barbara Ainis
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Benessere e gusto si incontrano sui buffet sempre più non-stop, che devono concorrere a rendere l'esperienza dell'evento memorabile. ©Barbara Ainis
sponibile nel 69% delle venue (per il 75% delle loro sale o oltre).
Unconventional e multi- purpose Un’altra tendenza in tema di originalità è il boom imminente (o forse già in atto) degli spazi meeting “alternativi”. Il lavoro è sempre più informale e anche gli spazi eventi devono sganciarsi da standard e formalismi eccessivi se non vogliono fare la fine dei dinosauri. Il trend è segnalato dal report 10 Events Trend 2017 dell’Event Manager Blog, tra le fonti online più importanti e autorevoli a livello globale per il settore degli eventi. «Nel 2017 assisteremo ad un ulteriore spostamento in questa direzione, con le location tradizionali per eventi e meeting, come gli hotel, che dovranno reinventarsi per offrire spazi sempre più casual, informali e multi-purpose», afferma nel report Pádraic Gilligan, Managing Partner dell’agenzia di marketing specializzata SoolNua e collaboratore di Event MB. «Questo risulta evidente vista la esplosione delle piattaforme di sharing che offrono nuove location per le nuove generazioni. Loft privati, studi fotografici e sale prova sono alternative dinamiche apprezzate e preferite alle hotel meeting venues che non si rinnovano». Sono in particolare i brand che si rivolgono a un target giovane, under 35, che mostrano di apprezzare magazzini in disuso e location alternative, da trasformare in estemporanee venue per i loro eventi esperienziali.
Food & Beverage La ricerca dell’autenticità è un trend fondamentale che influenza anche le scelte delle meeting destination e degli spazi eventi. In questa tendenza il food acquisisce un’importanza primaria, in relazione alla sua provenienza e alla sostenibilità.
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Gli operatori che meglio stanno rispondendo a questa nuova richiesta del mercato hanno capito che il break si deve trasformare in una vera esperienza gastronomica e lasciare nei partecipanti un ricordo indelebile. La tendenza principale è quella del non-stop buffet: secondo il report del IACC, il 20% degli operatori vede in crescita la scelta di rinfreschi continuativi che permettano ai partecipanti di scegliere come e quando fare il proprio break. Anziché distrarre dal meeting, questo si è rivelato un modo efficace di stimolare il networking e la creazione di relazioni, aumentando la soddisfazione dei delegati. Non solo break frequenti o continui: gli spazi eventi del futuro (molto prossimo)
WHAT’S NEXT
dovranno anche puntare su cibo e bevande salutari, finger-food dall’anima e il profumo “local” che permettano ai partecipanti scoprire le specialità gastronomiche del luogo, apprezzarne la qualità e l’originalità, ma anche di muoversi agevolmente e continuare a intessere relazioni. Gli operatori che gestiscono gli spazi e soprattutto i fornitori stanno implementando sempre più iniziative orientate alla salute e al benessere in relazione al cibo, comunicando l’importanza delle proprie scelte in termini di sostenibilità, promuovendo l’uso di ingredienti salutari e valorizzando i prodotti a km 0 (o quasi). Il food può diventare anche il tema fondamentale per iniziative interattive di team building durante gli eventi, con il coinvolgimento diretto degli chef.
Tecnologia La tecnologia utilizzata nei meeting e negli eventi è in costante evoluzione e per gli operatori e i fornitori è ormai imprescindibile essere sempre certi di offrire ai propri clienti equipaggiamenti adeguati, efficienti e aggiornati. È ancora oltre il 61% degli operatori intervistati per il report Meeting Room of the Future ad acquistare i propri apparati tecnologici, mentre solo il 14% sceglie un contratto di leasing o noleggio. Un equipaggiamento in leasing, per una durata del contratto indicativa di cinque anni, garantisce che la venue possa contare sulla tecnologia più aggiornata.
Spazi meeting alternativi e spazi di networking informali adiacenti all'evento. La flessibilità delle venue sarà l'elemento premiante del futuro. ©Barbara Ainis
La richiesta numero uno in assoluto, in fatto di tecnologia, resta comunque la di1-2 2017 www.mastermeeting.it
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meeting planner ha rilevato che l’accesso a queste tecnologie (hardware per videoconferenze, schermi condivisi, telepresenza, strumenti per incoraggiare la partecipazione dell’audience, piattaforme di comunicazione collaborativa, app dedicate, realtà virtuale) è molto più importante di quanto non fosse cinque anni fa. Il numero di operatori che offrono attualmente queste tecnologie è però ancora contenuto (11,8% free, 31,6% con costo per il cliente), con il 57% delle venue che non offre ancora questo servizio.
Experience Creation Gli operatori che gestiscono gli spazi per eventi e meeting ritengono di dover indirizzare le richieste dei propri clienti offrendo meeting room e spazi disegnati per favorire la creatività, proposte gastronomiche tematiche, ma anche proponendo spazi e attività per promuovere iniziative di team building
sponibilità di una connessione internet di alta qualità (in una scala di importanza da 1 a 10, 9,2 per i meeting planner, 9 per i fornitori e 9,4 per gli operatori), per supportare le esigenze di connettività dei device dei partecipanti, sempre più numerosi nell’epoca del Bring Your Own Device. Molte venue calcolano il consumo della banda moltiplicando per 3 il numero di partecipanti all’evento, che spesso portano con sé laptop, tablet, smartphone, ma anche smartwatch e altri device indossabili connessi. Se da una parte questo proliferare di apparecchi comporta una spesa maggiore per gli operatori per quanto riguarda la connessione ad internet, d’altra parte contribuisce anche alla riduzione di altri costi, come ad esempio del personale in sala: ci sono app e piattaforme di audience engagement che consentono velocemente ed efficacemente ai partecipanti di intervenire durante l’evento con le proprie domande, senza bisogno di microfoni e hostess. Attualmente l’89% degli spazi per eventi e meeting offrono gratuitamente la connessione ad internet, ma il 55% di loro richiede di registrarsi. Altri elementi importanti secondo gli intervistati per il report IACC sono risultati essere: l’acustica degli spazi e le tecnologie del suono che contribuiscono a una migliore diffusione sonora (8,8 per i meeting planner, 8,9 per i fornitori e 8,7 per gli operatori) e l’illuminazione delle sale (8,7 per i meeting planner, 8,4 per i fornitori e 8,7 per gli operatori). Discorso a parte per le tecnologie collaborative e interattive. Oltre il 77% dei
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Un elemento chiave per l’evoluzione futura degli eventi e degli spazi deputati a ospitarli è rappresentato dalla crescente importanza dell’esperienza da vivere. Circa il 75% dei meeting planner ha dichiarato che la “experience creation” è una parte sempre più importante del loro compito, stando a quanto riporta il report Meeting Room of the Future. La sfida degli organizzatori è ormai quella di tenere l’attenzione del pubblico, in diretta competizione con le distrazioni di altri impegni e dei social media. Per riuscirci devono puntare sul loro coinvolgimento attraverso esperienze forti: gamification, design thinking e matchmaking sono tra gli esempi di esperienze che soddisfano questo trend. Gli operatori e i fornitori sono ben al corrente delle mutate aspettative dei partecipanti agli eventi e ai meeting, e in molti (il 55,7% degli operatori e il 51% dei fornitori) hanno compreso che fornire una esperienza indimenticabile, con nuove opzioni tra le quali far scegliere i meeting planner, è parte del loro lavoro. Per i fornitori si tratta di customizzare i loro servizi per avvicinarsi il più possibile agli obiettivi dei clienti e di offrire servizi per incoraggiare l’interazione e il coinvolgimento dell’audience, suggerendo agli operatori aggiunte uniche e innovative ai programmi dei loro clienti. Gli operatori che gestiscono gli spazi per eventi e meeting ritengono di dover indirizzare le richieste dei propri clienti offrendo meeting room e spazi disegnati per favorire la creatività, proposte gastronomiche tematiche, ma anche proponendo spazi e attività per promuovere iniziative di team building. ■
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SPAZI EVENTI DEL FUTURO
Hotel Acquaviva del Garda Terme e Grandi Alberghi Sirmione offre alle aziende la possibilità di organizzare in un’unica location più eventi dalle differenti atmosfere, garantendo un contesto di grande appeal e un servizio personalizzato al top
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Terme e Grandi Alberghi Sirmione con l’Hotel Acquaviva del Garda rappresenta una destinazione Mice davvero unica sul territorio, perfetta per eventi di ogni tipo, anche di grandi dimensioni e di più giorni, grazie a un mix ottimamente calibrato tra spazi business, leisure e benessere. Lo testimoniano i numerosi eventi che si sono susseguiti in questi anni, da convegni mondiali di medicina a convention aziendali di marchi prestigiosi nel mercato automotive, fashion, finanziario. La struttura, caratterizzata da un design elegante e moderno, arricchito da opere
d’arte di grande impatto scenografico, mette, infatti, a disposizione un’offerta integrata di ambienti performanti e tra loro sinergici, adattabili ad ogni tipo di esigenza e perfetti per rappresentare aziende moderne, innovative e smart. Tutto questo in una cornice paesaggistica di grande suggestione – il lago di Garda – facilmente raggiungibile, a metà strada tra Milano e Venezia, sulle principali vie di comunicazione, e con la Spa Termale Aquaria a un passo. Nell’hotel si organizzano congressi, meeting, eventi, coinvolgenti team building, spettacolari cene di gala, matrimoni e post congress, contando sull’assistenza di un team di professionisti multilingue in grado di supportare il cliente in ogni fase dell’evento e del soggiorno. A disposizione, il meeting planner trova una serie di servizi integrati quali allestimenti scenografici, tensostrutture, cartellonistica, attrezzature tecniche, servizio di traduzione simultanea, musica, intrattenimento, transfer, acquisto di omaggi per ospiti e relatori, e un programma per gli accompagnatori.
Una ricca offerta di spazi per eventi tailor made L’hotel è dotato di 7 sale meeting, 1 sala plenaria con oltre 200 posti, 3 sale fino a
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WHAT’S NEXT Dai grandi meeting agli eventi in esclusiva Terme e Grandi Alberghi Sirmione offre alta ospitalità per qualsiasi tipo di evento: dal meeting aziendale, ai matrimoni, fino ai matching. Grazie al PalaCreberg Sirmione, si possono organizzare anche eventi per grandi numeri, fino a 500 persone. Mentre, per eventi in esclusiva, Terme di Sirmione offre la Spa Termale Aquaria: oltre 10.000 mq tra parco e spazi allestibili e personalizzabili, dove gli eventi diventano davvero indimenticabili. Con la formula in esclusiva, l’azienda può prenotare l’intera struttura, il parco e tutti gli spazi allestibili. Aquaria è anche la location ideale per attività di incentivazione e lanci di prodotto.
50 posti e altre 3 sale fino a 12 posti, tutte con luce naturale, insonorizzate e tecnologicamente attrezzate. Con il bel tempo, la disponibilità di spazi si amplia anche nel parco di ottomila metri quadrati con piscina, oppure sulla spiaggia privata o, ancora, sulla grande terrazza rooftop vista lago. A corollario dell’offerta, la struttura offre un’eccellente proposta ristorativa all’insegna dei sapori della tradizione locale e del benessere. I piatti del territorio sono rivisitati anche in chiave salutistica con un menu benessere che tiene conto delle più autorevoli indicazioni scientifiche nell’ambito della nutrizione. Pranzi e cene si possono allestire in ben 3 location, che offrono atmosfere diverse ma la stessa qualità del servizio: la sala interna del Ristorante Caravaggio, il Giardino d’Inverno e la Terrazza al primo piano, circondata dal verde del giardino.
Post congress e incentive tra Spa e Natura La spa dell’hotel o la rinomata Spa Termale Aquaria offrono relax e benessere a cornice dell’evento. La spa dell’hotel è dotata di piscina indoor riscaldata con idromassaggi, lettini a immersione, sauna, bagno turco, doccia emozionale, sala fitness e beauty farm, che si presta a far da cornice anche a post congress e incentive. La Spa Termale Aquaria offre 10mila metri quadrati di relax e benessere termale con piscine termali interne e esterne, circuito saune e bagni di vapore, sauna finlandese esterna, sale relax polisensoriali, oltre a cabine per trattamenti. Tantissime e di grande appeal sono le opportunità proposte anche dai dintorni: si
possono organizzare visite alle città d’arte, ai poli dello shopping, a cantine, frantoi, aziende agricole e gite in motoscafo o in battello. P.T.
Un hotel che offre un’autentica creative experience sul territorio L’Hotel Acquaviva del Garda si trova nel golfo di Desenzano, poco distante da un’incantevole passeggiata che consente di ammirare dalla riva lo splendido scenario del lago di Garda. La struttura dispone di 80 camere – suddivise in cinque tipologie, luminose, ampie, arredate in rilassanti nuance pastello – di un ristorante gourmet, il Caravaggio, collocato al piano terra, in un ambiente elegante e luminoso. Nella bella stagione, la terrazza al primo piano, immersa nel giardino e con splendida vista lago diventa una piacevole location per pranzi, cene o cocktail. Al piano terra si trova anche il Lounge Bar, utilizzato nel periodo invernale, mentre, al primo piano c’è l’American Bar, estivo, che si affaccia sul giardino. Un piccolo chiosco allieta i visitatori sia a bordo piscina che nella spiaggia privata dell’hotel, con vasca Jacuzzi, alla quale si accede mediante un passaggio sotterraneo impreziosito da splendide opere d’arte. Di grande attrattiva la posizione dell’hotel, dalla quale si può ammirare il lago e raggiungere la cittadina di Sirmione, con la Rocca Scaligera e le celebri Grotte di Catullo, il Duomo di Salò, il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera, l’Isola del Garda con la sua villa e la Casa del Podestà di Lonato. A pochi chilometri si trovano i parchi divertimento Gardaland, CanevaWorld, lo zoo safari del Parco Natura Viva, il grande Parco Giardino Sigurtà, il parco Jungle Adventure e il circuito di go-kart South Garda Karting oltre a diversi campi da golf. Infine, con gli storici battelli di Navigarda, la possibilità di circumnavigare il Lago di Garda, il lago più grande d’Italia.
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L’altra stagione del Lago di Como Da novembre a marzo, il Lago offre suggestioni uniche e nuove opportunità di soggiorni ed eventi di grande appeal, a tariffe molto convenienti ✒Maddalena Fumagalli
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FOCUS COMO
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onosciuto in tutto il mondo come Lago di Como, il Lario ha un’offerta turistica da fare invidia a chiunque, un fascino intrinseco che lascia ogni visitatore a bocca aperta.
In estate e in primavera le strade che costeggiano il Lago sono piene di turisti, le ville hanno calendari fitti di matrimoni e gli alberghi registrano il tutto esaurito, con percentuali di occupazione in aumen1-2 2017 www.mastermeeting.it
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FOCUS COMO
Veduta della città di Como
I palazzi storici che si affacciano su Piazza Cavour, la piazza principale di Como. A destra, Villa Olmo, la facciata
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to ogni anno, sia per i soggiorni leisure che per gli eventi aziendali: la destinazione è tra le scelte Mice preferite da noti brand internazionali, e non solo nel periodo estivo. Negli ultimi anni si è fatto molto, infatti, per incentivare l’ “altra stagione”, ovvero quel periodo che inizia a novembre e finisce agli inizi di marzo. Molti eventi (lanci di prodotto, meeting direzionali) avvengono proprio in questi mesi. Il Lago è bello tutto l’anno; in ogni stagione c’è sempre qualcosa da fare e ogni stagione è diversa dall’altra per paesaggi, colori, atmosfere e attività ed è importante trasmettere questo messaggio. Molti alberghi hanno deciso di rimanere aperti tutto l’anno o di allungare la stagione il più possibile, limitando al minimo i
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giorni di chiusura e rendendosi disponibili ad aperture straordinarie. Tra l’altro occorre considerare che sul Lago sta crescendo l’offerta turistica con l’arrivo, dopo Starwood, della seconda catena internazionale, Hilton, e l’apertura di un nuovo 5 stelle, Il Sereno. Grazie alle sinergie che si sono create con gli altri operatori del territorio e alle infinite opportunità che il Lago e non solo – ricordiamoci che a pochi minuti ci sono le montagne – offrono in autunno ed
FOCUS COMO
CHI È MIZAR Mizar è una società dinamica, di alta professionalità. L’esperienza trentennale dei fondatori e il profilo internazionale dei collaboratori, combinati con la cura dei dettagli e la qualità del made in Italy, assicurano affidabilità, competenza ed innovazione nella realizzazione di eventi, nella gestione alberghiera o nell’organizzazione di soggiorni business e leisure. Mizar conosce le infinite potenzialità del “lago più bello del mondo”: il Lago di Como, luogo amato in tutto il mondo, offre ampie opportunità di business, grazie alle sue location uniche con panorami indimenticabili, e preziosi momenti di pausa, come la navigazione in battello immersi nella natura con destinazione... relax. Mizar srl Via 5 Giornate 2R - 22012 Cernobbio (Como) info@mizarconventions.com - www.mizarconventions.com
inverno, il numero di richieste nazionali ed internazionali di eventi corporate è aumentato in maniera considerevole. Questi sono passi importanti per svincolarsi da una mentalità che riduce la stagionalità di alcune parti d’Italia solo ad alcuni periodi. È fondamentale che tutti gli operatori del settore facciano la loro parte in una logica di prodotto che integri l’offerta ricettiva, il centro espositivo Villa Erba, le ville, l’arte, le tradizioni, la natura e l’enogastronomia. Ma è altrettanto fondamentale comunicare questi aspetti attraverso l’integrazione dei media oggi a disposizione, puntando
sugli aspetti emozionali, di opinione e di informazione. Altro elemento da considerare è che diverse strutture, in autunno e in inverno, offrono tariffe e pacchetti meeting a prezzi inferiori rispetto alla primavera e all’estate, competitivi con altre destinazioni italiane ed internazionali.
A sin., in alto, Nesso. Sotto, Tempio Voltiano. In basso, veduta dell’Isola Comacina
Il Mice sul Lago e i mercati emergenti Di pari passo bisogna stimolare la domanda anche riprendendo gli incentivi per eventi organizzati in bassa stagione e costruendo una diversa fruizione delle risorse. Questa politica è molto apprezzata dai mercati emergenti. Fino a qualche an-
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IL TURISMO IN PROVINCIA DI COMO NEL 1° SEMESTRE 2016 Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Camera di Commercio di Como su dati provvisori Eupolis Lombardia - ISTAT
Continua la corsa del settore turistico provinciale: nel 1° semestre 2016 stabiliti i nuovi valori massimi di arrivi e presenze sul territorio lariano. Gli arrivi totali sono stati oltre 463.000 (+7,1% rispetto allo stesso periodo del 2015): gli italiani che hanno passato almeno una notte nelle strutture ricettive lariane sono stati più di 144.000 (+6,2%); gli ospiti esteri sono stati quasi 319.000 (+7,5%). Le presenze totali sono risultate pari a quasi 1.100.000, in aumento del +5,8% rispetto al 1° semestre 2015. Sono cresciuti sia i pernottamenti degli ospiti italiani (pari a 299.400, +3,1%) sia quelli dei turisti esteri (799.000, +6,8%). 10,0
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In alto: veduta del Duomo di Como da Brunate. A destra, Magic Light Festival, la facciata del Duomo di Como e, sotto, Piazza Verdi
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italiani
stranieri
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no fa, paesi come India e Cina non conoscevano il segmento Mice. Ora queste economie si sono aperte al mondo e guardano molto al rapporto qualità/prezzo indipendentemente da altri fattori che possono influire sulla scelta di una possibile destinazione per eventi in Occidente, come le temperature basse o le maggiori
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probabilità di pioggia. Anzi, alcuni operatori indiani organizzatori di eventi, durante un fam trip sul Lago, hanno apprezzato la pioggia e il clima fresco. Mizar, come DMC basata a Cernobbio e con esperienza pluriventennale, è sempre attenta all’offerta complessiva del Lago, per potere offrire ai clienti idee originali o format consolidati ma innovativi, suggerendo nuovi locali, nuove location per eventi, le particolari iniziative promosse dal territorio, il tutto provato personalmente. Un esempio su tutti è la proposta di team building legati alla scuola florovivaistica di Minoprio con tema le zucche o la caccia al tesoro natalizia al tramonto per il centro di Como che permette di apprezzare il Magic Light Festival. ■
PER UN EVENTO ESCLUSIVO... ...SUL LAGO PIĂ™ ESCLUSIVO!
121 camere doppie di varie tipologie: 1 Penthouse Suite, 1 Suite con Loggia, 5 Junior Suite, 50 camere deluxe-spa o executive, 10 deluxe in Villa Imperiale, 30 superior e 35 camere classic Centro Benessere I-SPA con: area umida I-space dotata di sauna, bagno vapore, piscina idro-massaggio, stanza del sale, docce emozionali e sala dei sogni; I-vip la Dolce SPA Privata per massaggi di coppia, sale per massaggi e trattamenti, sala Fitness Centro Convegni con due saloni polifunzionali da 200 e 300 posti: sala Bellagio e Sala Bassanini e 10 salette per riunioni da 10 a 50 persone Piscina panoramica, pool bar, attracco privato per motoscafi e battelli Ristorante gourmet Imperialino sul lago con le sale Volta e Manzoni Risorante La Cascata affacciato sul giardino Antico Bar della Regina e Bistro con veranda sul giardino Campo pratica golf con putting green e driving range Campo da tennis in erba sintetica Garage interno con 140 posti auto riservati
A 30 minuti d’auto da Fiera Milano e Aeroporto Internazionale di Malpensa GRAND HOTEL IMPERIALE RESORT & SPA Vi a R e g i n a Ve c c h i a 2 4 / 2 6 - 2 2 0 1 0 M o l t r a s i o - C o m o Te l . 0 3 1 3 4 6 1 1 1 F a x 0 3 1 3 4 6 1 2 0 w w w. i m p e r i a l e m o l t r a s i o . i t
FOCUS COMO
Villa d’Este A Cernobbio, su quella meravigliosa sponda del Lago di Como, si celebra la storia senza eguali di un hotel che è una destinazione nella destinazione, oltre a una location dalla caratteristiche uniche Sopra, una bella veduta di Villa d’Este con in primo piano sulla sinistra Villa Cima. A destra, lo scenografico interno di Villa Cima
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Eleganza classica, comfort assoluto e glamour hollywodiano, fatto di saloni sontuosi dalle volte decorate, oltre che di splendenti lampadari di Murano e di decorazioni con disegni raffinati. Questa è Villa d’Este, una location che è da sempre un must dell’ospitalità in riva al Lago di Como e che nel corso degli anni si è rinnovata nella tradizione. Restauri e ammodernamenti hanno perfettamente rispettato l’eleganza degli ambienti e mantenuto quell’eleganza senza tempo che da sempre la contraddistingue. Il prossimo 16 marzo, in vista della riapertura dopo il consueto break invernale, Villa d’Este si presenterà ai “nastri di partenza” del 2017 con diverse interessanti novità e piacevoli conferme. Quest’anno gli importanti investimenti per i consueti lavori invernali si sono concentrati soprattutto sul rifacimento delle cucine dell’hotel: la ristorazione è da sempre considerata uno dei fiori all’occhiello di Villa d’Este e il Ristorante Veranda una delle tavole più reputate sotto la guida attenta dello chef Michele Zambanini. Un servizio alto di gamma, balletti di maître e sommelier che si dedicano anima e cuore a soddisfare ogni desiderio degli ospiti anche al Grill che è l’alternativa meno formale ma sempre molto chic, e al ristorante Il Platano, dove dalla piccola terrazza si gode la vista più bella sul lago. Se passeggiare nei dieci ettari di parco, magnifico esempio di giardi-
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no rinascimentale all’italiana e patrimonio nazionale, o prendere un motoscafo per raggiungere Bellagio e avvicinarsi alle rive per lasciarsi sedurre dai profumi dei giardini di Villa Carlotta a Tremezzo, oppure semplicemente lasciarsi trasportare dall’atmosfera del luogo per trovare la propria ispirazione come hanno fatto poeti e musicisti, Stendhal, Liszt... non fosse ancora abbastanza, ebbene Villa d’Este propone un tocco di classe e unicità in più.
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Le ville per un’esperienza di stile Sono i soggiorni disponibili nelle ville private: chi desidera vivere un’esperienza più indipendente, all’interno della proprietà trova infatti quattro eleganti ville risalenti al XIX secolo: Villa Cima sulla riva del lago (650 metri quadri e 4 camere), Villa Malakoff (300 metri quadri e 4 camere), Villa Garrovo (700 metri quadri e 5 camere) e la Mosaic House (90 metri quadri e 1 camera) nel parco. In poche parole, tutta l’intimità di una villa privata di grande lusso unita ai servizi all’altezza della “casa madre”. Tra le quattro location più esclusive di Villa d’Este, spiccano Villa Garrovo e Mosaic House che sono state aperte alla clientela lo scorso anno dopo una ristrutturazione totale. Villa Garrovo, che risale al 1833, si trova nel parco di Villa d’Este ed ha vista sul lago e sui giardini. Ha tre livelli che uniscono una magnifica e spaziosa zona giorno con grandi vetrate vista lago, cucina ben attrezzata, sei camere da letto con bagni in marmo e un’area relax con palestra. Unica poi la luminosa veranda che affaccia sul giardino interno dove gli ospiti possono rilassarsi in tranquillità. È invece nell’angolo più magico dei giardini di Villa d’Este, dove si trovano l’iconico mosaico e il suo ninfeo, che si raggiunge la Mosaic House. Recentemente ristrutturata, vi si accede attraverso un cortile privato e offre un’area living con cucina attrezzata, una one-bedroom Suite, un grande bagno in marmo con dressing room attigua e bagno per gli ospiti. Costruita nel 1815, Villa Cima è la più antica, a filo d’acqua e a po-
chi passi dall’Edificio del Cardinale, è composta da tre livelli: ha salotto con terrazza, sala da pranzo, cucina e quattro camere da letto, tutte con vista lago, balcone o terrazza, guardaroba e bagno in marmo. Risalente al 1860, Villa Malakoff infine si sviluppa anch’essa su tre piani e offre salotto con terrazza e vista sul lago, sala da pranzo, cucina e quattro camere da letto doppie, tutte con guardaroba e bagno in marmo. Due di queste camere dispongono di balconcini privati con vista lago. La villa è inoltre dotata di ascensore. Grazie allora anche alla magnifica accoglienza delle sue ville private, Villa d’Este, membro di The Leading Hotels of the World, si conferma fiore all’occhiello dell’omonimo Gruppo Alberghiero, cui fa capo anche la prestigiosa Villa La Massa a Firenze. Diretta con stile e garbo da Danilo Zucchetti, Villa d’Este mantiene intatta la sua anima nell’avanguardia dell’hotellerie mondiale. D.D.
Qui sopra, la Mosaic House situata all’interno del Ninfeo di Villa d’Este.
A sin., l’elegante veranda di Villa Garrovo
Uno dei terrazzini con vista Lago di Villa Malakoff
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FOCUS COMO
LarioHotels Grazie alle sue tre strutture di pregio – l’Albergo Terminus, l’Hotel Villa Flori e il Posta Design Hotel – il gruppo offre la possibilità di scegliere la location ideale per vivere al meglio l’esperienza “Lago di Como”
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Hotel Villa Flori, Albergo Terminus e Posta Design Hotel: si declina in tre proposte, differenti ma complementari tra loro, l’offerta che il gruppo LarioHotels dedica a chi vuole andare alla scoperta, o alla riscoperta, di un mondo magico chiamato “Lago di Como”, non importa si tratti di un soggiorno per business o di un soggiorno per vacanza. Tutte e tre le strutture, infatti, insieme ai loro raffinati ristoranti – il Raimondi, il Bar delle Terme – sono caratterizzate da uno charme straordinario che non deriva solo dal contesto naturale nelle quali sono inserite, ma anche dal modello di business che da oltre un secolo ha permesso la cre-
scita e il successo di LarioHotels sul territorio. Un modello fondato su tre regole chiave: il servizio, la posizione perfetta, che sia nel centro storico o sul lago pieds dans l’eau, e la vera passione per l’accoglienza high level. Il servizio dei tre hotel è molto ben organizzato, e anche a supporto della clientela business, italiana e internazionale, è in grado di offrire un’accoglienza elegante e tagliata su misura per rispondere alle esigenze specifiche degli ospiti, siano essi i partecipanti di un meeting in house, oppure ospiti che abbiano la necessità di assistenza “per muoversi” con agilità sul territorio.
Posizionato tra il centro di Como e il delizioso borgo di Cernobbio, si trova l’Hotel Villa Flori Ricavato da un antico edificio costruito nell’Ottocento dal Marchese Raimondi, e già dimora ambita dalla nobiltà lombarda, l’albergo è posto a picco sul lago con una vista davvero scenografica. Completamente rinnovato nel 2011, non ha perso nulla della magica atmosfera ottocentesca, fatta di preziosi pavimenti a parquet e dettagli degli antichi complementi d’arredo, a cui si aggiungono i più recenti confort e facilities: dal lounge bar fronte lago ai servizi hi tech nelle camere e nelle suite, dal centro fitness al bagno turco. Tutti i saloni si aprono verso l’esterno, e sono ideali per ospitare anche
Hotel Villa Flori
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meeting di piccole e medie dimensioni: 3 sale conferenze collocate al piano lago si aprono sulla terrazza dalla vista mozzafiato; belle, spaziose e luminose, sono dotate delle più moderne tecnologie e possono ospitare fino a 100 persone. A disposizione dei meeting planner c’è poi un servizio di assistenza completo che garantisce la privacy durante lo svolgimento e soddisfa ogni tipo di esigenza. L’Hotel Villa Flori offre inoltre ai suoi ospiti la Gran Lago Suite: una meravigliosa villa privata affacciata sul lago e dall’atmosfera unica che si trova all’interno del parco dell’hotel, ma totalmente protetta dalla ricca vegetazione per consentire una privacy assoluta. 200mq di interni e 200mq di terrazza privata che la circondano completamente rendono questo luogo perfetto per un weekend , una settimana di vacanza o per organizzare un evento speciale.
FOCUS COMO
Tra arte, lusso e storia Nato dalla completa ristrutturazione di un edificio di inizio Novecento, del quale ha conservato lo stile Liberty, anche l’Albergo Terminus è posto in una posizione invidiabile, sotto tutti i punti di vista: nel cuore di Como, a due passi dal Duomo e dal centro storico della città, si affaccia direttamente sul Lago. L’accoglienza è elegante e il livello di comfort è massimo. Nella Hall, dove spicca il grandioso loggiato, e nei saloni d’epoca, ogni dettaglio è originale: le ringhiere, le lampade in ghisa, gli stucchi delicati alle pareti e i quadri del Novecento lombardo. Dalla Hall si accede al ristorante, mentre all’ultimo piano si trova una palestra di 80 metri quadrati attrezzata con macchinari Technogym. Terminus è un “appoggio” perfetto per chi ama l’atmosfera cittadina ed è anche una sede perfetta per organizzare meeting o eventi privati nel cuore di Como. In particolare, è a disposizione la Sala Venezia al piano terra dell’albergo che guarda il lago ed è affacciata sul giardino. Può ospitare fino a 50 persone e dispone di tutte le più moderne tecnologie. Alle porte del centro storico, ma a due passi dal lago, si trova anche il Posta Design Hotel, ospitato in uno dei primi edifici progettati dal famoso architetto razionalista Giuseppe Terragni. Completamente rinnovato e riaperto nel 2014, l’albergo è stato ristrutturato in chiave moderna con un’attenzione alla funzionalità degli spazi ma con occhio attento alla purezza
estetica originale. Grandissima cura è stata usata per preservare i dettagli del design “Terragni”, come la scala interna, l’utilizzo del marmo “Giallo d’Istria” usato, in particolare, nelle sale da bagno. I pavimenti son in legno di rovere nazionale trattato “a fumo” e nel resto degli arredi sono stati utilizzati materiali e accessori di produzione italiana del design italiano di alta gamma. L’eleganza degli arredi riflette lo stile d’ospitalità del Posta Design Hotel, uno stile discreto ma pieno di glamour: aperto a coloro che cercano un luogo bello, confortevole e di grande classe e che, allo stesso tempo, vogliono vivere in totale autonomia e libertà. Infine a disposizione il bistrot a pian terreno, cornice perfetta anche per un drink post meeting o per un caffè davanti a una delle piazze antiche più belle di Como. D.D.
Albergo Terminus
Posta Design Hotel
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FOCUS COMO
Grand Hotel Tremezzo Una storia di famiglia e di ospitalità italiana capace di reinventarsi anno dopo anno. Nel cuore della Riviera delle Azalee
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Il lago di Como è certamente uno dei laghi (e dei luoghi) più famosi e ricchi di fascino del mondo. Il turismo internazionale di élite lo ha eletto da sempre tra le sue destinazioni preferite, facendo di questo spicchio di territorio una meta irrinunciabile del Grand Tour. A contribuire al fascino di questa celebre destinazione vi sono la bellezza del paesaggio e la dolcezza del clima, e c’è, soprattutto, una capacità di rinnovarsi restando fuori dal tempo, che lo ha reso unico, e continua a essere il suo segreto. Quello stesso segreto che il Grand Hotel Tremezzo ha fatto suo per stupire ogni anno e in ogni momento della stagione i propri ospiti. È infatti con un profondo legame con il “suo” lago che il Grand Hotel Tremezzo ha costruito negli anni la sua storia, una storia di famiglia e di ospitalità italiana, fatta allo stesso tempo di rispetto della tradizio-
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ne e di capacità di reinventarsi anno dopo anno. Una storia che lo rende ancora oggi un autentico Palace dove è ancora possibile ritrovare il fascino intatto della villeggiatura. L’iconico Grand Hotel che sorge proprio nel cuore della Riviera delle Azalee riapre quest’anno le sue porte agli ospiti il 6 marzo, con una stagione alle spalle costellata di premi e successi. Insignito di uno degli ambiti Premi Excellent lo scorso febbraio, nominato “Hotel dell’Anno” di Preferred Hotels & Resorts - brand leader a livello mondiale nell’hotellerie di lusso, premiato durante i Virtuoso Best of the Best Awards – gli Oscar dell’ospitalità – per la sua nuovissima T Spa, e incluso nella celeberrima Conde Nast Traveler Gold List – la lista degli alberghi più “hot” dell’anno. «Questi sono solo alcuni degli importanti riconoscimenti che hanno coronato il grande impegno di questi anni appassionanti e un po’ magici», commenta la famiglia proprietaria dell’Hotel, «Ma non lo vogliamo considerare un punto di arrivo, perché il domani stimola la fantasia e ci incuriosisce molto».
Dopo intensi lavori invernali il Grand Hotel Tremezzo presenta infatti come ogni anno molte novità per l’apertura della nuova stagione. Uno dei progetti di punta è ancora una volta firmato dallo studio di architettura Venelli Kramer, che si è occupato di rinnovare completamente l’Escale, il ristorante informale dell’hotel, mentre per il ristorante “La Terrazza” è confermata la consulenza di Gualtiero Marchesi, che firma un menu gourmet, tra cui il celebre “riso oro e zafferano”.
Una nuova ed elegante barca a motore “Batt” ed una caratteristica Lucia (la barca tradizionale del Lago di Como) saranno a disposizione degli ospiti per navigare le acque del lago e lasciare ricordi indelebili. E come fiore all’occhiello tra le tante novità, ad arricchire l’offerta del Grand Hotel Tremezzo sarà l’accesso esclusivo ad una privata dimora storica tra le più belle ed importanti sul lago, Villa Sola Cabiati, che potrà essere location di eventi straordinari ed esperienze speciali eccezionalmente per gli ospiti dell’hotel. P.T.
FOCUS COMO
Sheraton Lake Como Hotel Sheraton Lake Como Hotel, a due anni dall’apertura, è una destinazione sempre più concentrata su eventi Mice e occasioni speciali
Sheraton Lake Como Hotel è sia un albergo, ideale per scoprire la bellezza del Lago di Como e delle sue famose ville, sia una location affascinante per una cena raffinata, un pranzo veloce, una festa sul prato o anche un pic-nic. L’hotel è una cornice perfetta per eventi su misura: dall’incontro di lavoro ai party privati, dagli happy hour nel parco fino ai banchetti, personalizzabili grazie all’estro creativo dell’Executive Chef Carlo Molon, alla guida del ristorante Gusto, la cui cucina si basa sulla rivisitazione delle ricette tradizionali, aggiungendo un tocco moderno alla rinomata cucina italiana. I sapori delle grigliate mediterranee hanno invece ispirato il Ristorante Kincho, nella cornice del parco che include anche una pizzeria e un bar.
questa stagione, gestito direttamente dall’hotel. Il ristorante, adibito anche come spazio eventi, rappresenta l’alternativa di alta cucina dedicata agli ospiti, ed è aperto – come tutti gli altri ristoranti e bar dell’hotel – a residenti e non. Il Bar Fresco, all’interno dell’hotel invece, completamente rivisitato, sarà la location ideale per gustare cocktail e creativi finger food. Undici le soluzioni meeting, con metrature e caratteristiche varie, in cui gli ambienti possono all’occorrenza essere collegati tra loro, creando un unico enorme spazio di oltre 800 mq che può accogliere fino a mille partecipanti, mentre all’aperto si trova il parco da dieci-
mila metri quadrati, riservabile in esclusiva e da allestire con addobbi floreali e tavoli per cocktail, buffet e ricevimenti fino a 500 persone. Banchetti, feste private e matrimoni rappresentano una delle voci più importanti nel calendario degli eventi ospitati dallo Sheraton. A completare l’offerta Mice dell’hotel vi è Spazio Como, struttura avveniristica progettata dall’architetto Attilio Terragni, sospesa sull’acqua, per congressi: un auditorium polifunzionale dal design futuristico in grado di accogliere fino a 350 persone. Per il business è disponibile anche una Club Lounge, che può trasformarsi in uno spazio per un meeting informale, per socializzare, navigare in internet grazie alla connessione Wi-Fi o rilassarsi con un drink e uno snack. Molto belle e confortevoli anche le 137 camere, che includono quattro suite, tutte caratterizzate da ambienti spaziosi, accoglienti e luminosi oltre che da allestimenti e arredi di grande qualità. L.C.
L’offerta ristorativa di Sheraton Lake Como Hotel Sheraton Lake Como Hotel da quest’anno riaccoglie sotto il suo ombrello, il Ristorante Kitchen, da
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FOCUS COMO
Villa Erba Storia e tradizione unite a innovazione e tecnologia. Al centro, il capitale umano. Questo è oggi il Centro Espositivo Villa Erba, sul lago di Como, struttura polivalente con grande funzionalità degli spazi, capace di ospitare eventi di qualunque tipo, diversi uno dall’altro, sviluppati singolarmente in una delle aree a disposizione o anche contemporaneamente
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Villa Erba è un lago, un parco secolare, una dimora storica scelta nel tempo da figure importanti della cultura, come quella di Luchino Visconti, e, infine, è un centro espositivo di oltre 10.000 mq, costantemente adeguato con tecnologie moderne e rispondente a criteri di ecosostenibilità. In continuità nel presente con un occhio attento al passato, ovvero l’esperienza, per dare le giuste risposte al mercato. Sono tanti i brand italiani e internazionali che hanno scelto Villa Erba per lanciare nuovi prodotti o per meeting aziendali. Tra questi: Luxottica, Ferrari, Porsche, Scania, Bulgari, Nespresso, Swarovski, Hermes. Anche per l’anno 2017, Villa Erba si pone l’obiettivo di destagionalizzare l’attività incentivando l’utilizzo dei suoi spazi anche in periodi dell’anno meno favorevoli da un
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punto di vista climatico. Vogliamo offrire ai nostri clienti – afferma il Direttore Generale Piero Bonasegale – servizi di alta qualità con un sensibile vantaggio economico legato alla destagionalizzazione, ovvero con tariffe agevolate per gli affitti degli spazi e per le prenotazioni degli alberghi. Villa Erba e il lago di Como mantengono invariato il loro fascino e la loro attrattività durante tutto l’anno, incluso nei mesi autunnali e invernali che, oltretutto, da anni non sono più caratterizzati da temperature rigide per molti mesi e consentono di utilizzare tutti gli spazi esterni anche a novembre o dicembre. La luce
più tenue dei mesi invernali dona al paesaggio lacustre un’ineguagliabile bellezza, e anche una giornata con la neve può essere indimenticabile e suscitare emozioni uniche (vedi foto). Per presentare i servizi che offre sia al mercato B2B che al mercato B2C Villa Erba sarà presente come espositore all’edizione 2017 del Bit - Borsa Internazionale del Turismo che si terrà a fieramilanocity da domenica 2 a martedì 4 aprile. Una vetrina internazionale importante che richiama a Milano i più importanti operatori del settore turistico tra cui, appunto, il Centro Espositivo Villa Erba. P.T.
UN MODERNO CENTRO CONGRESSI
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DI UNA VILLA ANTICA
SULLE RIVE DEL LAGO PIÙ BELLO DEL MONDO Solo a Villa Erba è possibile trovare tutto questo. Polivalenza della struttura e funzionalità degli spazi permettono di organizzare eventi di qualunque tipo, in una singola area o contemporaneamente in tutto lo spazio a disposizione. Per consentire la massima personalizzazione e la massima libertà nell’accoglienza dei propri ospiti, gli ambienti non
prevedono allestimenti standard, lasciando campo libero all’immaginazione e alla creatività. Un’oasi di sostenibilità: grazie alla realizzazione di un impianto di condizionamento ad energie rinnovabili con impiego di acqua di lago che riduce del 95% le immissioni di CO2 e di calore nell’atmosfera, Villa Erba è protagonista anche nel campo dell’ecosostenibilità.
Centro internazionale esposizioni e congressi Cernobbio - Largo Luchino Visconti 4 - Lago di Como - Italy - Ph +39 031 3491 - info@villaerba.it - www.villaerba.it
FOCUS COMO
Hotel Cruise e Hotel Como Siti nelle vicinanze del lago di Como, sono due strutture moderne ed eleganti, dalla forte vocazione business, consolidata anche dalla posizione strategica, nel mezzo dell’importante crocevia di Milano Malpensa e Lugano
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L’Hotel Cruise e l’Hotel Como sono due eleganti strutture 4 stelle recentemente ristrutturate e facenti parte del gruppo Sampietro Hotels, una realtà italo-olandese che da circa 30 anni unisce passione e creatività alla concretezza ed efficienza. L’Hotel Cruise, che conta 218 camere, è situato a Montano Lucino, alle porte di Como e del suo magnifico lago; l’Hotel Como, invece, che dispone di 79 camere, si trova proprio nel centro dell’omonima cittadina. Entrambi vantano una posizione molto strategica nel mezzo dell’importante crocevia tra Milano e Lugano (Svizzera) e vicino agli aeroporti di Milano Malpensa (a soli 25 minuti di auto grazie alla nuova Pedemontana) e Lugano Agno (Svizzera). Per questo motivo hanno sviluppato una forte vocazione business e congressuale e accolgono una clientela decisamente internazionale, che utilizza le strutture come punto di appoggio per ulteriori itinerari verso nord o verso sud. Non manca tuttavia anche un cospicuo flusso di turisti leisure, soprattut-
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to famiglie nord-europee che transitano di passaggio verso il centro e il sud della nostra Penisola.
Camere con ogni comfort Gli ospiti apprezzano particolarmente le camere, spaziose e arredate con cura nei dettagli e dotate di ogni comfort e tecnologia, dalla TV a schermo piatto al wi-fi gratuito, dal mini bar all’ampia sala da bagno, dal set per le bevande calde all’accappatoio e al kit di cortesia. Nell’hotel Cruise, 67 camere matrimoniali recentemente ristrutturate sono abbinabili all’uso di un garage privato dotato di presa per ricaricare gratuitamente l’auto elettrica: ideale per le famiglie di passaggio che non devono scaricare i bagagli o per chi partecipa a moto o autoraduni e voglia mettere in sicurezza il proprio automezzo.
FOCUS COMO
Molto gradita anche la colazione del mattino caratterizzata in entrambi gli hotel da un ricco e gustoso buffet servito a partire dalle 7 del mattino che comprende piatti caldi, con ampia scelta tra dolce e salato, e che presta particolare attenzione alle esigenze di celiaci e intolleranti al lattosio.
Sale meeting Per le attività congressuali, l’Hotel Cruise dispone di 4 sale meeting multifunzionali capaci di contenere fino a 200 persone, supportate da attrezzature all’avanguardia, collegamento wi-fi e dall’assistenza tecnica di uno staff esperto. L’Hotel vanta un ampio parcheggio esterno di 5.000 mq, con 240 posti auto ad uso gratuito e con 6 posti pullman, ideale anche per grandi esposizioni con tensostrutture. Particolarmente curato il suo servizio di ristorazione, che propone soluzioni versatili per ogni evento, da un semplice coffee break nel raffinato lounge bar alla cena di gala nel sofisticato Cruise Restaurant guidato dall’Executive Chef Andrea Stivaletta. L’Hotel offre, inoltre, un internet point e un’attrezzata palestra per gli amanti del fitness. Anche l’Hotel Como, totalmente ristrutturato nel 2016, è perfettamente attrezzato per ospitare meeting ed eventi, disponendo di 1 moderna sala modulare in grado di ospitare complessivamente 75 persone. E nella bella stagione, per le pause pre e post congressuali, gli ospiti possono rilassarsi nella splendida piscina posizionata sul terrazzo all’ultimo piano, l’elegante Roof Garden, con vista mozzafiato sul panorama collinare comasco, dotato di pool
bar dove sorseggiare ottimi cocktail. Al piano terra si trova, invece, il ristorante dell’hotel che è aperto in esclusiva solo per gli eventi business e il personale è a disposizione per concordare qualsiasi soluzione: dal light lunch, alla cena più formale.
Il Lago e i dintorni Lo staff dei due hotel è a disposizione per organizzare una vasta gamma di attività post-congress: escursioni in barca sul lago di Como, dove poter ammirare ville maestose, molte appartenenti a celebrità e magnati internazionali, team building, shopping tour, serate al casinò e molto altro. Fra le mete più apprezzate non può mancare Bellagio, la Perla del Lago di Como, l’incantevole Isola Comacina, Cernobbio con Villa d’Este e Villa Erba, o il paesino di Brunate, raggiungibile attraverso la caratteristica funicolare, dove poter ammirare lo splendore del lago dall’alto. Da non dimenticare la vicina Lugano, in Svizzera, con il suo Casinò e il suo lungolago, dove è possibile respirare un’atmosfera multietnica a pochi minuti dal confine italiano. Per gli appassionati di golf, inoltre, c’è l’imbarazzo della scelta, visto che nei paraggi si trovano ben 7 campi, tra cui quello di Monticello, a soli 10 minuti di auto e quello di Villa d’Este Montorfano a circa 20 minuti. S.F. 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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PARMA SELECTED BY MM
Città dell’accoglienza e del buon cibo Tutta l’area che da Piacenza va fino a Reggio Emilia e oltre e che ha in Parma il suo cuore è denominata Valle del cibo, per i tanti prodotti tipici, dalla pasta ai salumi ai formaggi, diventati simbolo dell’Italia nel mondo, nonché per la presenza di importanti realtà produttive. Non a caso a Parma è stata assegnata l’Agenzia Europea della Sicurezza Alimentare con compiti di controllo per conto della Commissione europea e del Parlamento europeo. Offrire cibo è da sempre il primo gesto di accoglienza, e quando il cibo offerto è frutto di tradizioni, cure sapienti e passione allora l’accoglienza diventa arte. Il Gruppo Inc della famiglia Incerti – nato oltre novant’anni fa da una rinomata trattoria con annessa fermata del tram, in provincia di Parma – porta avanti questi valori, promuovendo uno stile di accoglienza che esprime la vera anima della Food Valley, della sua gente e dei suoi prodotti. Inc Hotels è anche professionalità, attenzione all’innovazione e qualità del servizio. 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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PARMA
SELECTED BY MM
INC Hotels Group a Parma Un solo gruppo, 7 strutture alberghiere di cui 4 a Parma. Diverse per approccio e stile ma tutte con un forte orientamento al business, compongono l’offerta ricettiva di INC Hotels a Parma
In questa pagina immagini del Best Western Hotel Farnese
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Quasi 600 camere, 21 sale meeting, 7 ristoranti e tantissime occasioni per trasformare l’appuntamento business in un piacevole soggiorno leisure: sono questi gli elementi che caratterizzano l’offerta del Gruppo INC Hotels, specializzato in hotel e residence tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Nato da una trattoria in provincia di Parma, oggi alla sua guida c’è la quinta generazione della famiglia Incerti, da oltre 90 anni impegnata nel segmento dell’ospitalità nell’area emiliana.
Focus su Parma È proprio a Parma che si trovano le destinazioni simbolo dell’ospitalità della famiglia. Da una parte c’è il Best Western Hotel Farnese, struttura che omaggia nel nome uno dei casati che hanno fatto la storia della città e che offre l’unica piscina sco-
perta con idromassaggio del centro; dall’altra l’Hotel San Marco, hotel business 4 stelle che ha di recente rinnovato e potenziato tutta la dotazione tecnologica dedicata a meeting e congressi. Insieme a queste, fanno parte del sistema INC Hotels altre due soluzioni, l’Holiday Inn Express Parma, un edificio dal design contemporaneo che si trasforma in una location per incontri fino a 50 partecipanti, e gli appartamenti e i loft del Residence Palazzo Toscani, in pieno centro, che con le sue formule long stay (almeno due settimane) è destinato ai business travellers che arrivano in città per eventi, fiere o trasferte.
Best Western Hotel Farnese: incontri di charme Comoda per raggiungere il centro di Parma, ma allo stesso tempo vicina alle principali vie di comunicazione che portano in città, questa struttura si è da poco dotata di un nuovo spazio meeting, portando la sua offerta per incontri ed eventi a tre sale, con una capienza massima di 60 posti. Il centro congressi, inoltre, ospita quattro soluzioni per lavorare comodamente in un ufficio completamente attrezzato di giorno, per poi trasformarsi in camere da letto per la notte: i day office
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PARMA
Il Gruppo INC Hotels Parma, Piacenza e Reggio Emilia in cifre
sono un unicum nel panorama dell’ospitalità a Parma. All’esterno si trova la piscina attorno a cui organizzare cocktail e coffee break, mentre, per appuntamenti gastronomici più formali, c’è il ristorante 51/A, da 150 posti, in cui degustare il meglio della (ricchissima) tradizione culinaria locale.
Niente meglio dei numeri racconta la vocazione business degli hotel del Gruppo. Tra Parma, Piacenza e Reggio ci sono otto diverse strutture, tra hotel 3 e 4 stelle e residence, con spazi dalle dimensioni e dai caratteri diversi, ma la certezza di trovare in tutti: Wi-Fi con possibilità di linee a banda dedicata, sala regia con impianti audio-video di ultima generazione, proiettori HD fino a 7.000 lm, luce naturale, ampio parcheggio, soluzioni flessibili per occasioni conviviali, dai coffee break ai banchetti alle cene di gala, fino alla presenza di una capacità ricettiva senza paragoni nella regione, con oltre mille posti letto. Inoltre, ciascuna struttura può diventare il punto di partenza per andare alla scoperta del territorio, che offre tante occasioni, come i food tour tra i caseifici e i prosciuttifici da cui escono i prodotti che meglio esprimono questa terra, le visite ai castelli che punteggiano l’area tra Parma e Piacenza e un’intera giornata dedicata agli appassionati di motori e velocità tra il Museo Ferrari e la collezione Maserati.
Hotel San Marco: all for business Completamente rinnovate nelle attrezzature e nelle dotazioni tecnologiche, le otto sale del San Marco rappresentano il cuore dell’offerta Mice del Gruppo, con una capienza che va dalle 6 alle 200 persone e la modularità necessaria per ospitare qualsiasi tipo di evento, dal congresso plenario alle presentazioni, dagli incentive ai colloqui di lavoro e ai workshop. Anche in questo caso la location è stata scelta per essere collocata strategicamente tra i principali punti di interesse di Parma (il centro si trova a dieci minuti in auto, i padiglioni fieristici e l’aeroporto a 5 km) e gli snodi austradali (l’hotel è a poche centinaia di metri dall’uscita Parma Ovest), nel cuore della Food Valley italiana e al centro di un territorio ricco di opportunità e occasioni. La buona cucina tipica emiliana è naturalmente la principale at-
trazione per chi visita queste terre: oltre alla degustazione di prosciutto crudo di Parma e di Parmigiano Reggiano che caratterizza il ricco buffet della colazione, il ristorante L’Incontro propone una carta che abbina sapientemente i sapori della tradizione locale con le migliori espressioni della cucina internazionale.
Cinque ambienti dell’Hotel San Marco
Giulia Gagliardi
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LA SCELTA DI MM
Extro Hotels Nell’era della digitalizzazione globale e all’interno di un panorama commerciale sempre più orientato all’internalizzazione dei mercati, il gruppo italiano Extro Hotels rappresenta un modello di hotellerie indipendente rivolto al futuro che si caratterizza per la gestione dinamica, orientata alle nuove tendenze di settore
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Gruppo in costante evoluzione, perfettamente allineato alla vivacità del capoluogo lombardo, Extro Hotels possiede tre realtà alberghiere con una specifica identità ma accomunate, oltre che dalla gestione, dall’ambizione di offrire servizi volti a promuovere l’eccellenza dell’ospitalità italiana nel mondo: Hotel Mozart, accogliente struttura e “sorella maggiore” del gruppo; Grand Visconti Palace, elegante urban resort, riconvertito da un antico mulino degli anni ’20; Uptown Palace, moderno edificio che svetta nel centro di Milano. Queste le tre proposte che la rete commerciale offre, supportata da partnerships di primaria importanza nel comparto dei consortia internazionali e dei GDS, per potenziare i rapporti con il segmento corporate. D’altra parte, gli hotels sono strategicamente presenti sul web, ormai protagonista indiscusso del travel leisure, sia con dei nuovi siti proprietari fully responsive, sia attraverso l’intermediazione dei principali portali di prenotazioni alberghiere e dei metasearch. Inoltre, in un’ottica di omogeneità delle strategie commerciali distri-
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butive, Hotel Mozart non sarà più rappresentato da Best Western. Grazie anche alla recente apertura della fermata Gerusalemme, linea metropolitana lilla, ubicata proprio di fronte all’Hotel Mozart, e al completamento dell’avveniristico progetto urbanistico CityLife TreTorri, che trasformerà l’area dell’ex fiera campionaria nel nuovo polo assicurativo meneghino, si consolida e rafforza la vocazione business del gruppo Extro Hotels. Grand Visconti Palace, nella sua connotazione di resort, a seguito di Expo 2015 e degli ultimi eventi culturali dal calibro internazionale che hanno coinvolto la città, sta re-
gistrando l’attenzione da parte di un target sempre più eterogeneo e mosso da interessi non solo business, ma anche leisure. Per adeguarsi alle nuove tendenze, le camere sono state protagoniste di un recente restyling: l’atmosfera classica ha subito contaminazioni stilistiche metropolitane attraverso l’utilizzo di suggestioni cromatiche ricercate ed originali. A queste si accosta un design caratterizzato da un lusso metropolitano sobrio e mai ostentato, tipicamente made in Italy, che rispetta l’originaria impostazione architettonica dell’intero edificio. Uptown Palace è l’ultimo nato nel gruppo e rappresenta un connubio vincente tra eleganza e modernità. Testimonianza della dinamicità che caratterizza Extro Hotels, la struttura accoglie una clientela esigente ed internazionale alla ricerca di un ambiente unico e di classe. Il gruppo ha piena fiducia nella progressiva digitalizzazione e per questo ha deciso di consolidare la propria scelta gestionale affidandosi a consulenti di prestigio per la fornitura e la gestione dei servizi online, in grado di personalizzare e valorizzare, seppure all’interno di un’ottica di globalizzazione, l’identità di ogni singolo hotel. Il tutto con un costante sguardo al futuro. P.T.
LA LOCATION DEL MESE
Hotel Casale Immerso nella natura, situato in posizione strategica nell’entroterra Piceno, l’Hotel Casale di Colli del Tronto, in Provincia di Ascoli Piceno, è un business hotel, dalla gradevole atmosfera familiare, con ambienti eleganti e comfort moderni. Ideale per meeting e soggiorni leisure
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Un tuffo al cuore: ecco cosa si prova di fronte all’atmosfera inaspettata del Casale, anche quando lo si sceglie come location per un meeting. L’Hotel Casale è infatti un perfetto business hotel che si presta ad accogliere eventi aziendali di ogni sorta. Il complesso ricettivo, a pochi chilometri dal mare Adriatico e vicino alle principali vie di trasporto e arterie (quindi facilmente raggiungibile), ricavato dalla magistrale ristrutturazione di un antico borgo, dispone, infatti, di diverse sale che possono fare da cornice ad ogni tipologia di evento aziendale, dal meeting al convegno, dall’esposizione al congresso... Si potrà inoltre contare sulla disponibilità di uno staff accorto e preparato. Le sale, oltre una ventina, sono tutte ben strutturate, eleganti, accoglienti e dotate di ogni confort. Si può, per esempio, scegliere tra la moderna sala Raffaello, la Gioconda-Leonardo, la Baco, la Crivelli, la Iris, e, ancora, tra la sala Rosatea, Azalea, Erica, Orchidea. Le sale possono accogliere da un minimo di 20 a un massimo di 1200 persone e si possono organizzare anche più eventi in contemporanea. A dispo-
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sizione ci sono i più moderni sistemi tecnologici: sistema audio e microfoni fissi o “gelato”, maxi schermo, videoproiettori, lavagna a fogli mobili, penna laser, connessione ADSL. Caratteristiche, queste, che fanno del centro congressi del Casale uno dei maggiori – per spazi, tecnologie e qualità dei servizi – presenti nelle Marche. Qualunque esigenza qui verrà accolta e soddisfatta. Al Casale il cliente troverà anche servizi esclusivi e suggerimenti per un’autentica life experience sul territorio. Non solo mee-
ting, quindi, ma anche relax, gusto e benessere. L’Hotel Casale dispone infatti di 209 camere dotate di ogni comfort, ben 4 sale ristorante, dove gustare ottime specialità regionali e nazionali e di una splendida spa, con centro benessere e piscina coperta, per trattamenti e massaggi. Tutto questo in una cornice invidiabile, facilmente raggiungibile. L’azienda che vuole dare ancora più lustro alla propria immagine aziendale, non ha, dunque, che da scegliere il meglio: l’Hotel Casale! P.T.
TOP BLEISURE HOSPITALITY
Venezia è conosciuta in tutto il mondo come la città del Carnevale, che ieri come oggi, ogni anno impazza nelle Calli, nei Campi, nei Sestieri, in Piazza San Marco. A Ca’ Sagredo Hotel c’è un modo tutto particolare per non sentirsi turista ma protagonista di questa festa Un momento del corteo carnevalesco di gondole che ha sfilato dal Bacino di San Marco, lungo il Canal Grande, fino a Ca’ Sagredo, l’esclusivo hotel di Lorenza Lain che quest’anno festeggia il suo decimo anniversario
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I viaggiatori che a partire dal ’600, attratti dalla fama delle sue meraviglie, arrivavano a Venezia, restavano senza dubbio abbagliati, perché la realtà superava la fantasia, anche negli eccessi. Il Carnevale durava in pratica sei mesi, si andava a volto coperto quanto si voleva, per mantenere l’anonimato e per permettersi qualunque “licenza”, senza essere censurati. Il ’600 e il ’700 sono i secoli della Venezia più trasgressiva e ancora oggi nei “nizioletti” (cioè i “lenzuolini”) i riquadri dove sono impressi i nomi delle calli, troviamo una toponomastica (esempio il Ponte delle Tette, o Calle delle Carampane) che ci fa riflettere sul costume dell’epoca e sulla moralità in generale. Di quelle epoche e sul tema Carnevale ci
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sono rimaste oltre alle descrizioni letterarie (da Montaigne, a De Brosses, fino a Byron) testimonianze iconografiche favolose di pittori di grande fama, come il Bella, Longhi, Tiepolo, Canaletto, Caffi e naturalmente i preziosi abiti custoditi nel Museo di Ca’ Rezzonico e nel Museo del Costume di Palazzo Mocenigo. Qual è il senso del Carnevale oggi? Incredibilmente ancora oggi, Venezia celebra se stessa in questo grande rito collettivo, durante il quale la gente può “insanire”, cioè perdere quel controllo sociale, togliersi la maschera di tutti I giorni, per indossarne una di fantasia e vivere per una sera, un giorno, una settimana, una second life più divertente della first, nella quale tutti sono (e siamo) in un certo senso cristallizzati.
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venta una regale rappresentazione, una finzione, ma anche un tuffo nel “verosimile”, infatti che importanza ha che siano passati secoli? Il Carnevale e il suo fascino a Ca’ Sagredo sono più vivi che mai. Naturalmente il Carnevale ha un inizio e una fine ma a Venezia il tempo è una categoria capricciosa, aristotelica, che si può anticipare, vivere nelle date canoniche o posticipare: a Venezia tutto è possibile e l’Hotel è ben lieto di organizzare un evento su misura, per coppie, gruppi o per aziende che vogliano far vivere un’esperienza indimenticabile ai propri ospiti e per chi volesse saperne di più c’è il sito www.venicecarnival.org/it.
San Valentino a Ca’ Sagredo Il Carnevale a Ca’ Sagredo Lorenza Lain, general manager dell’Hotel e appassionata di storia e arte veneziane, e membro dell’Associazione Internazionale per il Carnevale di Venezia ha ospitato a Ca’ Sagredo, come tutti gli anni, l’evento clou del Carnevale 2017 svoltosi sabato 25 febbraio a partire dalle 15.30. Un corteo di gondole ha sfilato dal Bacino di San Marco, lungo il Canal Grande, fino a Ca’ Sagredo. Si trattava del Corteo delle Nazioni, organizzato in onore del Corpo Consolare di Venezia. Nel Portego del Palazzo gli ospiti hanno potuto assistere a un concerto di musica lirica e quindi partecipare, nella splendida cornice della Sala della Musica, famosa per gli affreschi di Gaspare Diziani, a un raffinato cocktail, durante il quale naturalmente era d’obbligo indossare il costume di Carnevale, indispensabile per calarsi nella finzione che a Ca’ Sagredo per magia, ogni volta, diventa realtà: lo Scalone d’onore con affreschi di Pietro Longhi è una cornice insuperabile perché natural, e salire e scendere dallo Scalone, in maschera, di-
A Carnevale iniziato, si inserisce nel già ricco calendario di febbraio 2017, anche la tradizionale ricorrenza di San Valentino, un santo forse mai esistito, che però è diventato, specie nella cultura anglosassone e poi in quella europea, simbolo della promessa d’amore e della fedeltà tra gli innamorati. Se sommiamo l’alone romantico di questa festa all’atmosfera romanti-
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ga romantica... Le persone amate si possono coccolare e sorprendere in molti modi, per esempio qualche anno fa, con la complicità della direzione, un cliente americano ha chiesto di organizzare un giro in gondola per la sua fidanzata e una volta ritornati a Ca’ Sagredo, una cascata di petali di rose ha accompagnato un’indimenticabile richiesta di matrimonio. Proprio il giorno di San Valentino, oltre all’offerta di un pacchetto di soggiorno è prevista una cena con un intrattenimento molto, molto romantico: la rappresentazione teatrale di Romeo and Juliet, una delle opere più conosciute di William Shakespeare, interpretata da attori dell’Associazione Shakespeare in Veneto che si svolgerà nel Saloni principali dell’Hotel. La recitazione sarà in inglese e un accompagnatore introdurrà ogni scena in italiano.
Le attività culturali di Ca’ Sagredo
ca per antonomasia di Venezia, avremo una scenografia speciale per una ricorrenza, per una dichiarazione, per una fu-
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Visto il successo del 2016, anno che celebrava I 500 anni dalla morte del grande drammaturgo inglese, per tutto il 2017, avranno luogo le rappresentazioni shakespeariane, titoli e date sono consultabili sul sito www.shakespeareinveneto.it. Luciana Sidari
Verona.
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Grand Hotel Villa Torretta Ha da poco compiuto 400 + 10 anni questa storica villa di origine rinascimentale che si trova alle porte di Milano, nel Parco Nord, e che è stata inserita nel prestigioso circuito MGallery by Sofitel della rete internazionale Accor
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Il Grand Hotel Villa Torretta, lo scorso novembre, ha spento 410 candeline. Anzi, 400 + 10: i primi 400 anni sono quelli passati dalla fondazione di questa villa, un palazzo signorile nato per volontà della contessa Delia Spìnola Anguissòla su precedenti insediamenti, mentre 10 sono quelli trascorsi dall’acquisizione da parte di GDF Group S.p.A., holding che opera nel turismo, con strutture ricettive e ristoranti, nel settore immobiliare e in quello sanitario. Il compleanno è stato l’occasione per fare un primo bilancio dopo la riapertura dell’hotel, che ha restituito alla
città uno dei suoi edifici più rappresentativi, una villa gentilizia in cui hanno abitato le grandi famiglie di Milano e che sarà anche protagonista di una vasta e articolata ricerca accademica volta a tracciare le vicende che nei secoli hanno animato la vita della dimora e dei suoi proprietari all’interno del contesto territoriale e politico dell’Alto Milanese. In attesa della pubblicazione prevista nell’arco di due anni, già oggi è disponibile un ebook, scaricabile gratuitamente come app, per raccontare attraverso immagini e visual l’edificio, la sua storia e il suo patrimonio artistico, insieme con le opportunità turistiche aperte da questa seconda vita della struttura.
Nuovo polo dell’accoglienza a Milano Il Grand Hotel Villa Torretta è stato il primo albergo rilanciato da GDF Group, con l’obiettivo di ridare vitalità a una dimora dalla lunga storia e che ha visto tra i suoi abitanti tutti i grandi nomi dell’aristocrazia cittadina. Ultimi in ordine di tempo sono stati i De Ponti, dopodiché l’edificio venne trasformato in dormitorio per gli operai della vicina Breda (subito dopo la Seconda Guerra Mondiale) e quindi ab-
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bandonato. La società guidata da Guido Della Frera (vincitore del premio Excellent 2016) ha però creduto nella possibilità di un recupero e di una promozione e quindi, dopo i lavori di ristrutturazione che hanno permesso di ritrovare i caratteri originari di questa “villa di delizie e di piaceri” seicentesca, essa è stata adattata alle esigenze di una struttura ricettiva di lusso. I lavori, che secondo il Fondo Ambiente Italiano hanno reso Villa Torretta tra i luoghi storici e artistici meglio recuperati di Milano, hanno riportato alla luce
affreschi, decorazioni e importanti opere pittoriche, che oggi si integrano armoniosamente con le nuove aggiunte, come il ristorante gourmet Il Vico della Torretta e il centro congressi con 11 sale meeting. In tutto, al suo interno, sono state ricavate 78 camere, soluzioni di charme che abbinano arredi d’epoca, affreschi, soffitti con travi in legno a vista e marmi con mobili realizzati ad hoc e comfort moderni. Le stesse linee guida hanno caratterizzato la realizzazione delle sale del ristorante, affacciato sul chiostro del Piano Nobile della Villa, che in pochi anni ha saputo affermarsi come un indirizzo imperdibile per chi vuole degustare le specialità della tradizione milanese (è stato premiato per il suo risotto allo zafferano) e italiana.
l’offerta turistica di Milano, il Villa Torretta ha investito molto nella creazione di un polo business all’avanguardia. Qui la strumentazione avanzata, che comprende connessione Wi-Fi potenziata (vale a dire fibra ottica di ultima generazione e banda ultra larga con possibile upgrade fino a 100Mb) e sistema di videoproiezione specifica per i grandi ambienti, si accompagna a spazi dalla forte connotazione storica: le sale sono dieci, tutte ricavate da ambienti che facevano parte della dimora gentilizia e che quindi ne conservano la struttura elegante, i pregiati decori e i dettagli originari. L’Auditorium è invece uno spazio nuovo, allestito ad anfiteatro, per inscenare eventi di grandi dimensioni (fino a 300 partecipanti), cui si accede da un foyer che svolge funzioni di accoglienza, segreteria e spazio per coffee break. Un cenno meritano ancora i giardini all’italiana che circondano la villa, un’oasi di verde che fa parte dell’area del parco Nord e che nasconde al suo interno una piccola cappella (la villa è sede di matrimoni civili), una delle tappe delle visite guidate che una domenica al mese il gruppo organizza per permettere al pubblico di conoscere questo edificio iconico della storia di Milano. G.G.
Il centro congressi e il parco Inserito all’interno nel prestigioso circuito MGallery by Sofitel della rete internazionale Accor, un riconoscimento del grande lavoro svolto per riqualificare la struttura, restituendo al pubblico e al territorio un pezzo di storia e potenziando 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Hotel Cosmopolita Centrale e accogliente, tra il classico e il moderno, l’hotel del Gruppo G&WHotels permette di vivere la Capitale a 360° gradi
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Con una nuova Hall di grande impatto e con l’aggiunta di 14 camere Lifestyle in stile moderno, l’Hotel Cosmopolita regala oggi una esperienza unica e di grande pregio a coloro che sognano un raffinato soggiorno nella Città Eterna o una esclusiva location per il turismo d’affari, posizionato com’è proprio nel cuore del centro storico, in uno dei palazzi nobili della Roma seicentesca, a pochi passi dai Fori Imperiali, dal Colosseo e da Piazza Venezia.
Comfort e servizio tailor made Gli ambienti dell’Hotel Cosmopolita vivono di piacevoli contrasti tra l’antico e il moderno. Dettagli classici si armonizzano con nuove concezioni di urban style, sempre all’insegna dell’eleganza e delle atmosfere accoglienti, con un servizio cordiale ed efficiente capace di
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rendere l’esperienza in albergo un luogo dove essere protagonista. Le camere Classic, dopo un sapiente maquillage, mantengono dettagli in legno e stoffe pregiate, mentre le Lifestyle prediligono linee più essenziali e l’ottimizzazione degli spazi. Tutte hanno Wi-Fi gratuito, TV a schermo piatto con canali satellitari, scrivania e minibar. La proposta meeting conta invece su due sale riunioni, con un massimo di 40 persone, posizionate in un’area riservata dell’Hotel. Confortevoli e silenziose, hanno accesso Wi-Fi a Internet e possono essere dotate di tutti i servizi di comunicazione necessari. Inoltre, per un tocco di originalità, è possibile ri-
chiedere il Roof Garden per le riunioni, dove vengono servite le colazioni anche durante la stagione invernale. Nell’area della Hall, l’hotel offre anche postazioni multimediali con Wi-Fi gratuito e un Lounge Bar dove potersi concedere un veloce break durante la giornata o un piacevole aperitivo ad ogni ora del giorno. Tra i numerosi servizi anche un comodo trasporto navetta per l’aeroporto (a pagamento).
Nel cuore della città La sua principale peculiarità è comunque la sua incredibile posizione, che consente di vivere sia la Roma della cultura che quella dello shopping. Dall’Hotel Cosmopolita infatti si può avere la possibilità di raggiungere a piedi le più esclusive vie della moda: via del Corso, via dei Condotti, via Frattina, via Margutta e piazza di Spagna, per vivere la Città Eterna nel massimo comfort e ad ogni ora della giornata. Cristina Chiarotti
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Hotel Rossini al Teatro L’antico teatro civico, nel cuore di Imperia, trasformato in boutique hotel dall’iniziativa delle famiglia Carli dell’omonima azienda olearia, inizia questa primavera un’opera di rinnovamento dei servizi
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Lo storico teatro di Imperia, diventato oggi un hotel di charme orientato al business, con l’arrivo della primavera, inizia un’opera di rinnovamento che coinvolgerà le camere al sesto piano. Una volta conclusa questa prima fase, i lavori si estenderanno al resto della struttura. L’obiettivo non è tanto il rinnovo degli arredi o dei decori, dato che l’hotel ha una
storia relativamente giovane, essendo stato aperto circa 10 anni fa, quanto il potenziamento dei servizi e delle facilities che accoglieranno i suoi ospiti. Nuovi canali tv, complementary coffee and water sono solo due esempi di quello che troveranno in camera nei prossimi mesi. «Il progetto di rivalutazione delle stanze del piano executive è soltanto il primo passo di un più ampio programma di miglioramento e ampliamento dei servizi che offriamo ai nostri clienti business e non solo», spiega Alberto Tita, il direttore del Rossini al Teatro.
Dalle scene ai meeting L’iniziativa è stata di Gianfranco Carli, dell’omonima famiglia che gestisce la famosa azienda di olio extravergine. Una decina di anni fa, decise di restituire alla sua città, Imperia, un edificio che ne era stato uno dei simboli, il teatro civico Principe Umberto. Fondato alla fine dell’Ottocento, era poi diventato un cinema dedicato al compositore Rossini, ma ben presto aveva rischiato di andare in-
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Tra turismo e benessere All’interno del Rossini al Teatro è stato ricavato anche un centro benessere con Spa, cui si accede direttamente dalle camere (anche se è comunque aperto al pubblico esterno). Realizzato con tonalità calde e colori pastello e caratterizzato da un design minimalista, qui gli ospiti sono guidati in un percorso di completo relax dalla musica di sottofondo e dal costante richiamo sonoro dell’acqua. Una volta rigenerati non può mancare una visita a Imperia e ai suoi dintorni, magari a passo lento e con un mezzo ecologico: per questo l’hotel mette a disposizione delle biciclette con cui non solo andare alla scoperta della cittadina, ma anche percorrere parte della pista ciclabile della Riviera di Ponente, il grande progetto di via dedicata esclusivamente alle due ruote che si snoda lungo il mare tra Ospedaletti e Diano Marina. Questa parte di Liguria, poi, offre itinerari tra i borghi storici (come quello che arriva a Bussana Vecchia, un villaggio abitato solo da artisti), percorsi enogastronomici (perfettamente in tema è la Strada dell’olio, che percorre 21 comuni della provincia di Imperia), tour nel verde (per chi non vuole uscire da Imperia c’è il Parco Urbano) e naturalmente spiagge e mare.
contro alla chiusura e al declino, prima che l’imponente opera di ristrutturazione da lui promossa ne riportasse alla luce tutto lo splendore. Oggi l’hotel Rossini al Teatro presenta ancora molti dei caratteri originari della struttura: non solo sono rimasti intatti i colonnati, le volte e i dettagli in legno, ma sono stati restituiti a nuova vita parte degli spazi, come gli antichi camerini di prova trasformati nei salotti delle junior suite. Questa particolare connotazione, insieme con la passione olearia della famiglia Carli, caratterizza anche gli spazi meeting, contesti inediti per incontri, riunioni, appuntamenti culturali ed eventi, che si trovano parte all’interno dell’hotel e parte nella sede dell’azienda. Lo spazio più originale è sicuramente la sala Museo dell’Olivo, connessa con l’omonima esposizione che raccoglie la collezione della famiglia Carli e che testimonia l’importanza e la diffusione dell’olio nel bacino del Mediterraneo, fin dalle prime prove documentali del suo commercio nelle tavolette babilonesi del II millennio a.C. La sala può ospitare fino a 90 persone ed è attrezzata con cabina di regia, schermo per le proiezioni, un avanzato sistema audio-video, gazebo esterno
per il catering e welcome desk. Un secondo ambiente strettamente legato alla storia dell’azienda Carli e che oggi rivive in una nuova veste è la sala del frantoio, riadattata come spazio polifunzionale, per esposizioni, mostre, cocktail e altri momenti conviviali. Le altre due soluzioni si trovano all’interno del Rossini al Teatro: la Sala Conferenze (45 posti) e la Sala Teatro (12), entrambe attrezzate e illuminate dalla luce naturale. Meno formali, ma altrettanto caldi e accoglienti, altri due spazi, pensati per il relax degli ospiti o per allestire buffet o coffee break. Il primo è la sala lettura, un ambiente chiuso da grandi vetrate che permette di spaziare con lo sguardo a 360° sulla città e che si trova all’interno della torre scenica del teatro. Il secondo è la terrazza, dove ci si incontra all’ora dell’aperitivo o dopo cena per sorseggiare un drink e che ha di fronte la vista delle maestose Alpi liguri. Giulia Gagliardi
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Hotel Savoy Palace Questo hotel ricco di storia e di charme, inserito in un paesaggio incantevole, è sicuramente una delle location più rappresentative del Lago di Garda per chi sceglie una vacanza business o di piacere
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L’Hotel Savoy Palace, da oltre un secolo, rappresenta l’ideale per chi cerca l’esclusività e il comfort nella quiete delle rive lacustri del Garda, dove la mitezza del clima rende piacevole il soggiorno in qualsiasi momento dell’anno. Questo hotel, dove si respira ancora l’eleganza del periodo Liberty, è sicuramente una delle location più rappresentative di queste zone ricche di bellezze paesaggistiche e artistiche. Qui l’ospite può vivere momenti di puro relax, sorseggiando un drink a bor-
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do piscina sulle note di una frizzante melodia, o degustare dell’ottimo cibo a lume di candela. Oppure può decidere di scoprire il fascino delle cittadine affacciate sul lago o ammirare i panorami mozzafiato delle colline che circondano il Garda, attraverso sentieri di trekking indimenticabili, da percorrere a piedi, in bici o a cavallo. Sono veramente moltissime le ragioni che rendono incantevole una vacanza o anche solo un breve soggiorno di affari all’Hotel Savoy Palace a Gardone Ri-
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ideale per la realizzazione di eventi esclusivi. La sala del ristorante Angelo Landi mantiene intatto il fascino e lo splendore dell’epoca Liberty, quando l’hotel venne costruito, e la cucina proposta si caratterizza per la ricerca costante della qualità, in un menu che spazia dai piatti tradizionali italiani a quelli di gusto più internazionale. Tra i molti servizi per i clienti, l’hotel ospita un centro benessere, il Savoy Wellness, fatto di ambienti caldi e accoglienti, perfetti per ritrovare armonia e benessere psico-fisico dopo una giornata di lavoro o di escursioni. Silvia Fissore viera. Per non parlare del comfort delle camere, suddivise in Classic, Superior, Deluxe e Prestige, luminose e finemente arredate, dotate di TV satellitare, connessione wi-fi gratuita, frigo bar, cassetta di sicurezza e aria condizionata autonoma.
Eventi di prestigio Due eleganti sale per banchetti e quattro ampie meeting-room (con capacità da 50 a 150 posti circa) costituiscono la cornice
IL GARDA Protagonista indiscusso è il bellissimo lungolago, tutto da vivere in qualsiasi momento della giornata: dal primo mattino, quando le sue spiagge sono inondate di sole, fino al tramonto, quando si trasforma in un salotto dove ascoltare musica dal vivo, prendere un aperitivo o cenare. Nei dintorni, poi, sono molti i luoghi di interesse storico e naturalistico, raggiungibili col battello o via terra: Isola del Garda, la Rocca del Garda, Sirmione, il Vittoriale di D’Annunzio, Punta San Vigilio. A mezz’ora di auto, inoltre, si trova Verona, la romantica città di Giulietta e Romeo, con la sua Arena.
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Masseria Traetta Exclusive
Un parco di ulivi secolari, una struttura oggetto di uno scrupoloso e attento lavoro di recupero, il comfort di un hotel 5 stelle e l’intimità e la quiete di un’antica dimora. Questi e molti altri gli ingredienti di successo di questa splendida location in Puglia, pensata per accogliere momenti di relax, così come cerimonie ed eventi di successo
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La Masseria Traetta Exclusive, con i suoi candidi muri in travertino incastonati in mezzo al verde brillante della macchia mediterranea, sorge in un parco di 40 ettari di ulivi secolari, proprio accanto a Ostuni, una delle località più note e frequentate della Puglia. Questa esclusiva struttura 5 stelle, categoria lusso, è frutto della riconversione di una tradizionale costruzione locale, una masseria appunto, con origini che risalgono alla fine del XIX secolo. Oggi è una delle location più apprezzate dal turismo luxury nel Sud Ita-
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lia, ricercata non solo dalla clientela leisure, ma anche da chi voglia celebrare eventi di alto livello, cerimonie private, meeting e banchetti. Le sue atmosfere quiete e riservate, la cura scrupolosa dei dettagli, la configurano come un luogo unico dove allestire eventi su misura e garantire il pieno successo di qualsiasi soggiorno, di piacere o d’affari.
L’offerta gastronomica Tra gli elementi che maggiormente colpiscono e interessano coloro che scelgono Masseria Traetta Exclusive per le proprie necessità business c’è innanzitutto
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l’aspetto gastronomico, inteso nell’ottica della ricerca della salute e del benessere. Qui la solida tradizione culinaria della Puglia fa da base alla sperimentazione e alla ricerca di piatti, in cui i prodotti e i sapori locali vengono combinati e valorizzati. Anche per questo oggi la Masseria Traetta Exclusive si posiziona sul mercato come cornice di banchetti e cerimonie, per i quali offre un attento servizio catering e banqueting sia all’interno della struttura sia, su richiesta, in location esterne. Il cliente può contare su uno staff qualificato che progetta e cura con massima attenzione tutte le fasi dell’evento.
La ricchezza del territorio Il contesto paesaggistico e culturale, inoltre, è un richiamo non indifferente. Ostuni è da sempre considerata la perla della Regione e a pochi chilometri si estende un territorio unico, quello dell’Alto Salento, oggi riconosciuto per la sua bellezza indiscussa, per il buon cibo e la ricchezza artistica delle sue cittadine. Una ricchezza che permette di spaziare e di proporre sempre nuovi spunti per attività post congress o di team building. La Masseria propone attività variegate, studiate e individuate caso per caso, in quanto il settore MICE è sempre più orientato verso la richiesta di personalizzazione ed esclusività.
Per quanto riguarda gli spazi a disposizione del mondo congressuale, la struttura offre tre sale e un’area lounge per un totale di circa 300 posti. La più capiente è la sala Bianca, che può accogliere fino a 200 persone e può essere allestita a platea o a banchi di scuola. Accanto a questa, la sala Rossa, da 24 partecipanti massimo, quindi la sala con Camino, in grado di ospitare da tre a sette persone, per meeting informali e riservati. Le tre sale ruotano attorno a un vasto salone centrale, o area lounge, un’anticamera con funzioni di accoglienza e segreteria, che può accogliere fino a 50 persone. Accanto alle sale convegni tradizionali, la Masseria ha il suo cuore nel salone delle feste, utilizzato soprattutto per pranzi di nozze o banchetti privati, ma che si presta anche per cene di gala e business lunch. All’esterno si trovano la piscina e un’ampia terrazza panoramica, che, grazie al clima mite durante tutto l’arco dell’anno, si possono utilizzare in ogni stagione per organizzare cocktail di benvenuto o aperitivi post-meeting. P.T.
Ampi spazi per l’accoglienza indoor e out door Tratto distintivo di un soggiorno in questa location è il sicuramente il carattere rilassante e raccolto degli ambienti, che garantisce la massima privacy e tranquillità a chi vi soggiorna. Nella bella stagione, gli ospiti possono godere anche di una spiaggia privata, raggiungibile in pochi minuti grazie a un sevizio di shuttle. 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Relais Monaco Country Hotel & Spa Tutto il fascino della Marca Trevigiana coniugato con un’ospitalità di prim’ordine
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Il Relais Monaco Country Hotel & Spa è un’oasi di tranquillità alle porte di Treviso, capoluogo della Marca Gioiosa, dal quale si raggiunge in poco tempo Venezia, che offre una straordinaria combinazione di paesaggi, arte, storia, bellezze naturali, ospitalità e buona tavola, capace di far innamorare il viaggiatore. Scenari che cambiano continuamente, segnati dall’armonia della pianura e dai rilievi delle Prealpi Trevigiane, dalle morbide colline del Prosecco e dai boschi del Montello e del Cansiglio, dalle città gran-
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di e dalle small art cities famose nel mondo come Asol, Castelfranco o Conegliano, ecco il felice territorio della Marca Gioiosa et Amorosa, un mosaico di bellezze tutte da scoprire.
Il complesso architettonico Il Relais Monaco sorge a Paderno di Ponzano Veneto, in provincia di Treviso, lungo l’antica via consolare Postumia, realizzata nel 148 a.C. dal console romano Spurio Postumio Albino nei territori della Gallia Cisalpina, l’odierna pianura padana. Per accedere alla Villa dalla via Postumia si attraversa un lungo viale ricoperto da un sapiente intreccio di tralci di viti e fiancheggiato dai filari di una curatissima vigna. La villa risale all’inizio del XIX secolo e venne fatta costruire dalla nobile famiglia Persico, originaria di Bergamo, che nel 1685 fu aggregata al Veneto Patriziato per benemerenze militari, nonché per le forti sovvenzioni offerte alla Repubblica Veneziana. Nel corso del tempo la villa cambiò proprietario, passando dai nobili Persico al Conte Guarnieri, il cui ultimo discendente, rimasto solo, cedette alle insistenze dello chef-gourmet trevigiano Alfredo Beltrame, il quale la trasformò in un raffinato albergo-ristorante ne-
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gli anni ’60 del secolo scorso e ne fece uno degli indirizzi più esclusivi della provincia dando così inizio a una catena denominata con parola ampezzana “Toulà”, con affermati ristoranti sia in Italia che all’estero. La Villa ha assunto un ulteriore alone di celebrità quando, nel 1965, tra le sue stanze, è stato girato il film di Pietro Germi, Signore e Signori, con Virna Lisi, Gastone Moschin, Alberto Lionello e Olga Villi. La pellicola è stata inoltre vincitrice del Grand Prix per il miglior film al 19º Festival di Cannes.
Il Relais Monaco oggi Il recente restauro degli anni ’90 fu affidato dalla nuova proprietà, la Famiglia Benetton, all’architetto Tobia Scarpa, il quale sviluppò una nuova volumetria perfettamente integrata all’esistente, dedicata al Mice e alla banchettistica. Nel parco, infine, anch’esso oggetto di riqualificazione, fu inserita un’ampia piscina e al termine dell’intervento, la villa venne denominata Relais Monaco. Al suo interno trovano oggi posto un raffinato hotel dotato di 79 camere, di cui 17 suite e junior suite, un ristorante gourmet dove gustare le migliori specialità regionali e un centro congressi ed eventi composto da 5 sale capaci di ospitare fino a 240 persone.
spazio dedicato al relax e al benessere interamente pensato e realizzato da Sainte Claire, una delle aziende di maggior spicco nel panorama italiano. La Spa è a disposizione degli ospiti dell’hotel e del pubblico esterno con un’ampia offerta di contenuti di assoluta avanguardia in tema di wellness. Silvia Favaron, responsabile della gestione della Spa evidenzia che «sono stati selezionati i migliori trattamenti estetici per uomo e donna e una ricca scelta di massaggi. Sono, inoltre, disponibili gli esclusivi trattamenti di vinoterapia, percorsi di remise en forme e sessioni estetiche pensate per i futuri sposi». Pur conservando la nuova personalità assunta dal 1999, Relais Monaco è cambiato profondamente nello spirito, infatti sempre più sta diventando quello che il suo nome prometteva, è proprio vero che nomina sunt consequentia rerum, finalmente questa bella villa è diventata un country hotel con un centro benessere fantastico e last but not least, un luogo dove le aziende ameranno anche lavorare. Luciana Sidari
La novità del 2017 Alla fine del 2016 è stata inauguratala la nuovissima Country Spa fortemente voluta dal General Manager Enrico Mazzocco che giustamente sottolinea l’importanza dell’intervento: «l’investimento aggiunge valore all’offerta leisure di questa splendida villa veneta e apre le porte ad un nuovo segmento di mercato all’insegna dello slow tourism, la cui clientela è interessata ad un viaggiare lento e rilassante, alla buona cucina, nonché all’arte e alla cultura dei luoghi che visita. In questo senso, Treviso e la sua provincia hanno un grande e ancora inespresso potenziale e il Relais Monaco, con la sua Country Spa, offre un motivo in più per conoscerlo». La Country Spa del Relais Monaco è uno 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Largo ai retired! Vogliono viaggiare, spendere e scoprire nuove destinazioni. Hanno tempo a disposizione e voglia di godersi la vita. Se i Millennials sono il futuro, i turisti over 55 sono il presente più roseo del leisure travel
✒testo e foto di Barbara Ainis
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Raggiunto il traguardo della pensione i viaggiatori hanno più tempo e soldi a disposizione per i viaggi
Anche gli ultimi Baby Boomers, quelli nati nel 1964, hanno ormai da qualche anno superato la soglia dei cinquanta, mentre i loro fratelli maggiori, nati a partire dal 1945, si sono lasciati alle spalle il traguardo dei settanta. Qualcuno potrebbe pensare per loro a una lenta, ma ormai imminente uscita di scena dalla vita attiva. Beh questo qualcuno prenderebbe una vera e propria cantonata, come si suol dire, visto che per i figli del dopoguerra il
divertimento sembra essere appena cominciato. L’importanza dei viaggiatori “più maturi” nel settore turistico è assoluta: benestanti o comunque con disponibilità mediamente maggiori rispetto alle generazioni più giovani (per la prima volta negli ultimi settant’anni i figli sono più poveri dei padri, secondo un rapporto di McKinsey di qualche mese fa), pensionati (o in dirittura d’arrivo) con molto più tempo a disposizione anche fuori stagione e desiderosi di godersi in viaggio gli anni di meritato riposo. Analizzare le loro preferenze e le loro motivazioni è diventato oggi essenziale per gli operatori del settore. In Europa in particolar modo, visto che i ricchi “retired” d’Oltreoceano hanno una particolare predilezione per i Paesi del vecchio continente. Recenti ricerche e statistiche fanno il punto sui trend dei viaggiatori giovani dentro. La più recente è la Long-haul Travel Sentiment Survey & Index pubblicatalo scorso dicembre dalla European Travel Commission. La ricerca conferma che le più popolari destinazioni europee restano la prima scelta per i viaggiatori over 55 pro-
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TREND
venienti dai principali mercati esteri, in particolare Brasile, USA, Giappone, Cina e Russia, ma al contempo registra una tendenza in crescita rispetto allo scorso anno dei viaggiatori Baby Boomers interessati a scoprire mete meno note e conosciute e a imparare di più sulla storia, la natura e la cultura europee. Nella classifica dei Paesi più apprezzati, nel 2015 e 2016, l’Italia è seconda con il 26% delle preferenze, con un certo distacco dalla prima classificata, la Francia, con il 33%. Segue a ruota la Germania con il 25%, mentre più indietro risultano Spagna (16%), UK (15%), Portogallo (11%), Grecia (9%) e Austria (8%). Resta un 10% di viaggiatori over 55 ancora indecisi su quale destinazione europea scegliere per il loro prossimo viaggio. Tendenzialmente il favore nei confronti dell’Europa è cresciuto in maniera rilevante nell’ultimo anno: i Baby Boomers brasiliani hanno aumentato rispettivamente del +7% e del +9% le loro preferenze nei confronti di Francia e Italia; gli statunitensi hanno premiato con un +8% la Germania; mentre il Giappone si è decisamente orientato verso la Francia, con un +10% nelle preferenze dei turisti maturi. Dalla ricerca dell’ETC emerge come questi turisti siano più attenti, curiosi ed esigenti rispetto alla media dei turisti. Considerano la storia europea e il suo patrimonio culturale come la motivazione primaria (19% contro il 15% del turista medio) che spinge a programmare un viaggio nel vecchio continente. Apprezzano la natura e i panorami più suggestivi (18% contro il 17%), sono sicuramente attratti dai monumenti più importanti (17% contro il 15%), ma questo dato ha presentato una tendenza in calo nell’ultimo anno. A ulteriore dimostrazione dell’infondatezza di una supposta inattività di turisti Baby Boomers e senior, sono proprio loro a mostrare una maggiore disposizione e un maggior interesse a vedere più cose possibili in un tempo limitato (12% contro l’11%). Infine si mostrano in linea con la media dei turisti quanto all’interesse a conoscere cultura e stile di vita locali (10% ma il dato è in aumento). A seconda della provenienza risultano evidenti dalla ricerca ETC le tendenze
nelle preferenze in viaggio dei viaggiatori over 55. Il turista nord americano ha mostrato un aumentato interesse, +11% dal 2015 al 2016, per conoscere di più riguardo alla storia e al patrimonio culturale europeo. I cinesi non più giovani sono sempre più alla ricerca del fascino naturalistico dei panorami europei (+8%). I brasiliani, invece, sembrano meno interessati alle esperienze spirituali che in passato (–5%) e i giapponesi hanno raffreddato la loro tradizionale passione per le visite turistiche (–8%). Cultura, natura, ma anche buon cibo: i turisti Baby Boomers e senior sono più interessati ad andare alla scoperta delle delizie del palato europee rispetto ai loro figli o nipoti, maggiormente concentrati, invece, sullo shopping e la vacanza attiva.
Crociere e spiagge sono tra le mete preferite dai turisti più maturi, insieme alle città europee con il loro ricco patrimonio storico e culturale
Per i prossimi vent’anni i Baby Boomers saranno senza alcun dubbio la vera forza finanziaria dietro il leisure travel (Brent Green) 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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TREND LA TOP SIX DEGLI OVER 60 IN VIAGGIO Secondo l’opinione di Brent Green, esperto di marketing per la generazione del Baby Boom e autore di Generation Reinvention e Marketing to Leading Edge Baby Boomers 1. Esperienze creative. I Baby Boomers tra i 61 e i 70 anni cercano esperienze di viaggio fuori dal comune. Vogliono attività immersive e creative. Non vogliono solo mangiare pasta, ma vogliono prepararla, vogliono sapere dove cresce il grano dal quale si prepara. 2. Autenticità. Gli over 60 danno valore alle esperienze culturalmente rilevanti e autentiche. Vogliono vedere e sperimentare la tradizione e conoscere destinazioni meno note. 3. Salute e benessere. Sono viaggiatori attenti e attivi: noleggiano biciclette, camminano per chilometri nelle città, vogliono mangiare bene, ma alimenti salutari e non ricchi di colesterolo. 4. Comunità e famiglia. I viaggiatori over 60 danno importanza al viaggio in famiglia, con figli e nipoti, o in compagnia di amici. 5. Crescita personale. Questi viaggiatori desiderano viaggi che li arricchiscano approfondendo la loro conoscenza della storia, della cultura o del senso profondo di un luogo. 6. Sostenibilità e eco-responsabilità. Anche gli over 60 sono preoccupati per l’ambiente. Desiderano impegnarsi in iniziative filantropiche e caritatevoli, vogliono fare esperienze di viaggio nelle quali poter realizzare qualcosa di significativo per aiutare gli altri. Che si tratti di un viaggio con associazioni filantropiche o un viaggio di piacere a cui si accompagnino esperienze sostenibili e responsabili.
Da un viaggio i turisti Baby Boomers e Senior cercano relax, esotismo, ma anche avventura, esperienze e autenticità
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La AARP Foundation ha concentrato la sua ultima ricerca sugli over 50 statunitensi. Ne è emerso che la quasi totalità dei Baby Boomers USA ha programmato per il 2016 viaggi di piacere, in media 4-5 durante l’anno. Per il 45% del campione si
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è trattato di viaggi sia nazionali sia internazionali e un ulteriore 5% ha guardato solo all’estero. In generale hanno viaggiato per passare del tempo con i propri cari, per rilassarsi e rigenerarsi e per fuggire dalla quotidianità. Questi viaggiatori non sono eccessivamente preoccupati del costo del viaggio e i due terzi di loro ha dichiarato che le tariffe aeree più elevate non hanno un particolare impatto sui loro piani vacanzieri. Portano con sé le proprie medicine, scarpe comode, la macchina fotografica, gli occhiali da sole e un buon libro.L’Europa e i Caraibi sono le destinazioni privilegiate dai Baby Boomers statunitensi. Secondo la ricerca della AARP, città, spiagge e crociere sono prime a pari merito tra i desiderata. Nella scelta degli hotel i “must have” risultano essere il wi-fi gratuito e la colazione inclusa. I Social media non hanno se non una residuale importanza, con i due terzi dei Baby Boomers USA che afferma di non condividere alcunché della loro vacanza sui canali social. Tuttavia vogliono
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essere connessi per restare in contatto con il mondo e le notizie. I non pensionati hanno spesso anche l’esigenza di dedicare del tempo al lavoro, per un terzo del campione almeno il 10% del tempo della propria vacanza. Secondo il trip barometer “Trend di viaggio 2016” di Tripadvisor, basato su un panel mondiale, la differenza generazionale più interessante è rappresentata dal budget. Gli over 65 sono in cima alla classifica con 7.900 dollari a disposizione in media a viaggio, ben al di sopra di quanto destinato dai 35-64enni (5.700 dollari) e soprattutto dai 18-34enni (3.300 dollari). Le ragioni per spendere di più per i turisti più maturi sono prevalentemente la possibilità di visitare nuovi luoghi della propria lista di desideri (39%) e la gratificazione per sé e la propria famiglia (39%). Insomma perché pensano proprio di meritarselo. Nella scelta dell’hotel, un po’ a sorpresa, vince il plus di una vista indimenticabile, fattore chiave per il 68% dei
viaggiatori over 65, mentre per la scelta della destinazione è determinante la disponibilità della tipologia di alloggio desiderato. Si confermano fondamentali tra le offerte degli hotel la colazione inclusa (42%) e la scelta dei ristoranti (24%). Le attività in crescita nel 2016 sono state le crociere (15%) e i viaggi Solo Traveller (11%). Infine, gli over 65, secondo Tripadvisor, non partono senza la loro macchina fotografica (77%) e senza una guida cartacea (54%). ■ 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Le guide turistiche italiane a scuola di cucina Al via il Progetto di Formazione Enogastronomica per le guide. È l’iniziativa presentata al Mibact da Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi e da Confguide
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“D’ora in poi le visite guidate avranno tutto un altro sapore”, parola di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e Confguide, (associazione che rappresenta 17mila guide turistiche) che hanno messo a punto il Progetto di Formazione Enogastronomica per guide con l’obiettivo di rendere più attrattiva l’Italia nella competizione turistica mondiale. L’iniziativa nasce anche alla luce dei dati dell’Ufficio Studi di Fipe secondo cui la domanda turistica straniera mette la qualità del mangiare e bere al secondo posto tra le motivazioni più importanti del viaggio nel nostro Paese con una spesa di 8,4 miliardi di euro in bar e ristoranti nel 2015 e di 9 miliardi di euro previsti per il 2016. «I dati sulla percezione dell’Italia indicano che tra le cose che i turisti apprezzano di più ci sono i ristoranti. al primo posto, le pasticcerie e i bar, i musei e le spiagge», ha spiegato Luciano Sbraga, direttore del Centro studi Fipe, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Progetto, nella sede del Mibact, motivando così la scelta dell’investimento sul progetto, realizzato interamente con fondi privati». Alla conferenza hanno preso la parola anche il direttore al Turismo del Mibact; Francesco Palumbo, Maria Paola Migliosi, presidente della Confguide e per la Fipe
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il vicepresidente Aldo Cursano. Il Progetto si ispira alle direttive contenute nel Piano Strategico del Turismo 2017-2022 voluto dal ministro Dario Franceschini, ed è «pensato per valorizzare l’offerta enogastronomica integrandola con quella d’arte e cultura», ha spiegato il direttore al Turismo del Mibact, Francesco Palumbo. «È il primo progetto operativo del Piano che nasce da convergenze di obiettivi comuni e mette i singoli attori del comparto turistico a lavorare nella stessa direzione». «La competizione sui mercati internazionali si gioca sul valore dei servizi e sempre più sull’aspetto esperienziale», fa sapere Cursano. «Il turista è cambiato, non a caso il mercato di Firenze fa più visite degli Uffizi». Questo deve far riflettere. «Le guide italiane formate all’enogastronomia trasformeranno la visita in esperienza, generando valore aggiunto all’economia del territorio», precisa il Vicepresidente Fipe. A beneficiare degli effetti del progetto
saranno infatti anche le imprese locali: ristoratori, produttori, agricoltori e commercianti. L’iniziativa vuole anche dilatare i grandi flussi dalle solite località attrattori di turismo ai centri minori e borghi. Il progetto prenderà il via a Milano ma coinvolgerà entro i prossimi mesi anche Emilia Romagna, Toscana, Puglia per poi estendersi ulteriormente. «Dal 16 gennaio le guide che ne faranno richiesta parteciperanno ai corsi – moduli formativi di 28 ore – che si terranno nelle aule e in luoghi dove il cibo nasce o viene prodotto: ristoranti tipici, pasticcerie storiche, gastronomie gourmet locali di tendenza legati agli aperitivi, aziende dell’agroalimentare e territori come, per citare un esempio, quelli del riso nel Lodigiano», spiega Migliosi. Ad accompagnare alla scoperta del patrimonio enogastronomico nazionale saranno chef stellati come Claudio Sadler, Giancarlo Morelli e Andrea Berton e importanti sommelier che consentiranno alle guide di acquisire un’esperienza con l’obiettivo di far percepire al turista l’autenticità del luogo che visita, offrendogli un servizio ancora più completo e di qualità». ■
In alto: Francesco Palumbo Aldo Cursano. Qui sotto, Luciano Sbraga Fipe e Maria Paola Migliosi
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La ridefinizione del lusso Come cambierà, nel prossimo futuro, la luxury experience proposta dagli hotel di alta gamma? Ecco che cosa ci dicono i trend più attuali e il sentiment del mercato
✒Dante Daverio Negli ultimi due anni nel capoluogo lombardo sono state inaugurate circa 2mila camere e ulteriori mille si prevedono per il prossimo biennio. In particolare, nel centro, hanno aperto 5 stelle importanti come il Bianca Maria Palace, il Senato Hotel e il Mandarin Oriental (foto)
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Avete mai pensato a un hotel talmente lussuoso da essere non soltanto tagliato al cento per cento sui gusti del cliente, ma anche “costruito” in tutto e per tutto per quest’ultimo? Ebbene oggi esiste: è quello fornito da un servizio che si chiama Blink e che è stato lanciato pochissimo tempo fa per “rendere la vacanza di lusso ancora più esclusiva”. L’idea, varata da Black Tomato, tour operator britannico specializzato in viaggi upper level, promette di rivoluzionare il concetto stesso di vacanza di lusso. In pratica il cliente dell’operatore decide quale è la destinazione che vuole visitare e Blink inizia il suo lavoro occupandosi innanzitutto di localizzare una zona edificabile, in quella meta, nella quale poter costruire un temporary hotel totalmente personalizzato, con tanto di personale, ristorante e servizi di diverso tipo. Le strutture che ospitano le stanze e le parti comuni dell’hotel sarebbero, ovviamente, provvisorie, ma di gran lusso oltre che realizzabili in diverse forme, a cupola, a tenda tropicale, ma anche in materiali differenti e più stabili.
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Secondo il fondatore di Black Tomato, Tom Marchant: «Oggi, la possibilità di avere un hotel costruito appositamente per sé è l’ultima frontiera dei viaggi di lusso, soprattutto perché permette di realizzare vacanze anche in luoghi non dotati di strutture alberghiere di alto livello. L’unico vincolo è la necessità di un discreto advance booking: dai tre a cinque mesi è il tempo necessario per realizzare l’hotel su misura nella destinazione scelta dal cliente».
Il Belpaese fa scuola Se questo è il lusso portato all’estrema potenza e quello, chissà, del prossimo futuro, restando a realtà più “classiche” e consolidate, abbiamo cercato di scoprire quali sono i trend e i sentiment oggi più richiesti proprio nel mondo dell’ospitalità luxury in Italia. Iniziando da un primo e importante punto di riferimento nel lusso, il Belpaese fa sempre scuola. Lo ha confermato recentissimamente anche una rivista internazionale prestigiosa e “business oriented” come Forbes. Infatti,
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nella classifica dei dieci migliori luxury hotel del 2016 al mondo pubblicata dal magazine, il primo posto è stato guadagnato dal Four Seasons Florence del capoluogo toscano, struttura che è risultata la migliore sulla base dell’eleganza e delle esperienze offerte. Riaperto nel 2016, l’hotel è stato in particolare definito dalla rivista “resort urbano senza paragoni”, elogiato per l’eleganza e per l’offerta culinaria, stellata Michelin. Senza contare che oggi nel mondo è anche un’altra grande città italiana, ovvero Milano, quella che risulta essere nel mirino dei grandi investitori alberghieri. Il capoluogo lombardo ha chiuso infatti il 2016 registrando un incremento significativo di nuove aperture proprio a cinque stelle. Secondo un’indagine della Camera di Commercio meneghina, pubblicata anche dal Corriere della Sera, negli ultimi due anni nella città sono state inaugurate circa 2mila nuove camere e ulteriori mille si prevedono per il prossimo biennio, ma soprattutto numerose sono state proprio le aperture a 5 stelle nel centro della metropoli lombarda, come il Bianca Maria Palace, il Senato Hotel e il Mandarin Oriental. Insomma il primo trend della luxury experience del prossimo futuro è chiaro: il lusso va vissuto in Italia.
re su misura come gli inglesi di Black Tomato, ma che piuttosto allarga al campo del lusso uno dei trend che negli ultimi anni è sempre più forte nell’industria del turismo, quello dello sharing. Si chiama Italian Way questa nuova start up meneghina che in pratica è una sorta di “affittacamere” di lusso che al momento si rivolge a una clientela che è per il 70 per cento business ed internazionale. La sua proposta vede l’affitto a Milano di appartamenti e location full optional per brevi periodi, con tutti i servizi dell’alta qualità alberghiera inclusi, molti dei quali predisposti su diretta richiesta del cliente. Tra questi ci sono servizio di personal shopper, chef a domicilio, animazione a domicilio per i più piccoli e benessere. Ecco insomma un nuovo modo di intendere il luxury travel, ma anche il principio della
Il lusso del Rome Cavalieri, autentico resort nel cuore di Roma, è anche nel magico panorama che offre sulla Città Eterna. Sotto, per molti ospiti una vera luxury esperience deve comprendere servizi di altissima qualità come quelli legati al wellness
Hotel Sharing Proprio a Milano però è da pochissimo tempo nata una realtà “diversa”, che non arriva certo a proporre l’hotel da costrui1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Nella classifica dei dieci migliori luxury hotel del 2016 stilata dalla rivista Forbes, il primo posto se lo è aggiudicato il Four Seasons Florence, definito dalla rivista “resort urbano senza paragoni”, elogiato per l’eleganza e per la cucina stellata Michelin
sharing economy, che qui si fondono con la comodità di un’abitazione in pieno centro a Milano, per un’autentica local experience meneghina. «Abbiamo una clientela che punta al lusso e al benessere», spiegano i titolari di Italian Way, «ai clienti offriamo un servizio alberghiero professionale con cucine totalmente equipaggiate, accoglienza personalizzata dall’arrivo alla partenza e collegamento ai mezzi di trasporto pubblici della città. Superata la soglia di 400 appartamenti proporremo anche il direct booking».
L’ospite al centro di tutto E restando a Milano si trova anche un’altra delle eccellenze per il luxury: è la stanza vincitrice del “World’s Leading Hotel Suite 2016”, ovvero la Suite Katara dell’Hotel Gallia di Milano che, per il secondo anno consecutivo è stata considerata la più bella e lussuosa del mondo. Superando camere quali la Dubai Presidential Suite dell’Atlantis The Palm, la Palace Suite dell’Emirates Palace e la Presidential Suite al The Bellagio Las Vegas. Se è evidente che il Belpaese resta in prima fila quale meta ambita dai turisti luxury, gli operatori italiani del settore non devono certo dimenticare di restare sempre aggiornati sulle tendenze all’avanguardia. A raccontare queste ultime sono due interessanti studi. Il primo è quello realizzato da Sabre Hospitality Solutions in collaborazione con TrendWatching, società specializzata nel tracciare e analizzare i mo-
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delli di comportamento e le aspettative dei consumatori. Lo studio, tra i macro trend della luxury ospitality, evidenzia quello sinteticamente riassunto nella formula “YOUniverse - L’ospite al centro di tutto”: sempre più, l’hotel corrisponderà ai gusti personali dei suoi ospiti, grazie anche all’ausilio delle nuove tecnologie come, ad esempio, il riconoscimento facciale e i sensori biometrici, che consentiranno di personalizzare ulteriormente la guest experience arrivando a intercettare anche le motivazioni subconscie dei clienti. Ma più personalizzazione significherà anche più scelta con la conseguente necessità, da parte delle strutture ricettive di investire maggiormente nella brand awareness.
Far conoscere i propri desideri ai brand Il secondo studio dedicato ai trend dell’ospitalità di lusso è quello di American Express Travel, presentato durante l’ultima edizione dell’International Luxury Travel Market di Cannes. Anche questa ricerca evidenzia l’importanza crescente della customer centricity, «oggi i consumatori high spender», ha spiegato Claire Bennett, executive vice president di American Express Travel, «sono più informati rispetto al passato, con idee precise riguardo a ciò che stanno cercando: si tratti di un upgrade durante il volo, o del suggerimento di un nuovo ristorante, sanno esattamente quello che vogliono, e
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sono sempre più propensi a comunicare i propri desideri ai brand del travel». In questo scenario, un ruolo sempre più importante sarà quello svolto dagli intermediari e dagli organizzatori di eventi e di viaggi, chiamati a diventare dei veri e propri “concierge” per i viaggiatori luxury. Tornando invece alle tendenze per il prossimo futuro, sul fronte dei voli, saranno le prenotazioni delle “classi Premium” a crescere, si stima, addirittura del 208% anno su anno. Crescerà anche il segmento “hotellerie di nicchia”, composto da strutture design e ispirate al lifestyle, in riferimento al quale ci si aspetta un incremento delle prenotazioni intorno al 30%.
I turisti più evoluti cercano esperienze Conclusione? «Nei prossimi dieci anni il tasso di crescita dei viaggi di lusso internazionali si prospetta essere del 6,2%, quasi di un terzo superiore al resto del mondo dei viaggi (4,8%), sintomo della progressiva polarizzazione del mondo dei viaggi», come spiega Francesca Benati, amministratore delegato e direttore generale Amadeus Italia. «Secondo il recente report “Shaping the Future of Luxury Travel”, basato sui dati dell’istituto Tourism Economics, facente parte di Oxford Economics Group, si prevede anche una stabile crescita del 2,8%, anno su anno, dei viaggi con jet privato nell’Europa Occidentale. E, per quanto riguarda l’Italia, il
Nel segmento del turismo di lusso da sempre il Belpaese fa scuola, facilitato anche dalla presenza di hotel high level direttamente nei centri storici di Roma, Milano, Firenze e Venezia. In basso: una suite del Rome Cavalieri: secondo diverse ricerche internazionali la gratificazione dei desideri personali dell’ospite – messo “al centro” – è il trend principale del luxury del prossimo futuro
mercato lusso continuerà a crescere in linea con quello del resto d’Europa». A livello internazionale il luxury travel, nel 2016, ha registrato una crescita per l’incoming in Italia del +17%: si tratta di un incremento decisamente più forte rispetto a tutto il resto del volato incoming dello stesso mese, che si ferma al +1,7%. A conclusione della ricerca c’è poi un’analisi che mette a confronto le esperienze con i beni materiali e che rivela un’ultima tendenza molto importante: se i turisti della classe media dei mercati emergenti ricercano il possesso di beni materiali, quelli della classe alta e dei mercati maturi si dimostrano più interessati alle esperienze. «È questo un trend chiave», ha concluso Benati, «per comprendere davvero il futuro del luxury travel». ■
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Le opportunità della Sharing Economy Al di là dell’ospitalità extra-alberghiera e delle sue criticità, l’economia del condividere sta influenzando l’intero settore turistico e ha tutte le intenzioni di cambiare la vita di viaggiatori e operatori. Ecco le storie di chi ha raccolto la sfida e ne ha fatto il proprio business
✒Ginevra Bartoli
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In un momento come quello attuale, in cui il turista cerca sempre più spesso occasioni per entrare in contatto con la realtà del posto, sperimentare esperienze autentiche e calarsi nella cultura local, la sharing economy trova terreno fertile per conquistare il favore e le preferenze di un numero crescente e importante di viaggiatori. L’arrivo di Airbnb e l’affermarsi del trend dell’ospitalità extra-alberghiera, dai profili a volte o spesso poco regolamentati, ha scardinato gli equilibri del mondo dell’accoglienza professionale, in concomitanza con la non facile congiuntura economica. Tuttavia, la sharing economy non è una moda passeggera, né una tendenza relegata alla sola condivisione di un alloggio privato. E a chi opera nel turismo, pur sempre auspicando una concorrenza la più leale possibile, conviene prendere atto di questo cambiamento di paradigma e, magari, cercare di cavalcarlo.
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Molti degli aspetti che sono alla base del successo della sharing economy non sono necessariamente in contrasto con l’accoglienza tradizionale e possono integrarsi a essa per offrire al turista alternative chiaramente distinte nelle loro caratteristiche, o, magari, nuove formule di ospitalità che sappiano fondere il meglio delle due filosofie di viaggio. Ci sono catene alberghiere che stanno declinando il modello Airbnb al proprio business, creando particolari soluzioni di accoglienza borderline, con i servizi e la qualità dell’hotel e l’autenticità di un soggiorno local. Ci sono operatori che integrano l’offerta tradizionale con l’offerta sharing per dare al cliente la più vasta scelta possibile.Come pure ci sono nuove imprese, potenziali partner anche per chi fa turismo nella forma più tradizionale, che stanno proponendo originali servizi sharing ai turisti, rispondendo con originalità accattivante a esigenze altrimenti non soddi-
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sfatte. Lo sviluppo di nuove idee è continuo, nel mondo come in Italia. Ecco alcuni esempi.
Home meets Hotel – AccorHotels www.oasiscollections.com All’inizio del 2016 il colosso alberghiero francese ha acquisito il 30% della società Oasis Collections, pioniera nella commistione tra affitti privati e servizi alberghieri, fondata a Buenos Aires nel 2009. Con oltre 1.500 proprietà selezionate – appartamenti privati e ville di lusso – in 18 destinazioni in America Latina, Stati Uniti ed Europa (ma con importanti prospettive di crescita), Oasis Collection offre, ad una clientela internazionale di viaggiatori, soluzioni di accoglienza originali, ma anche servizi personalizzati leisure e corporate, tra i quali l’attenzione alla qualità della biancheria da bagno e da letto, l’efficienza hi-speed del collegamento internet, il servizio di concierge e l’accesso a Club esclusivi. Diversamente da Airbnb, Oasis ha personale proprio in ogni destinazione per l’accoglienza personale degli ospiti e per fornire loro una assistenza da local insider 24 ore su 24, 7 giorni su 7. «Oasis Collezioni ci permette di esplorare una nuova offerta complementare agli hotel di lusso», ha spiegato in occasione dell'acquisizione Vivek Badrinath, fino a pochi mesi fa vice A.D. di AccorHotels. «Siamo lieti di lavorare con giovani talenti che condividono la nostra idea di ospitalità e la nostra cultura digitale».
Sharing business travel – CarlsonWagonlit Travel A partire dal 1 ottobre 2016 è operativa la partnership tra CWT, leader nell’organiz-
zazione di viaggi d’affari e di meeting ed eventi, e il principale protagonista dell’economia della condivisione, il famigerato Airbnb. Grazie all’accordo globale siglato nel mese di luglio di quest’anno, i responsabili viaggi delle aziende clienti CWT sono in grado di offrire ai collaboratori più opzioni per le proprie trasferte, continuando a garantire sicurezza e tracciabilità, oltre a una maggiore flessibilità. CWT metteva già a disposizione dei suoi viaggiatori quasi mezzo milione di hotel; ora il numero complessivo delle strutture tra cui i viaggiatori serviti da CWT potranno scegliere è raddoppiato. «I viaggi d’affari stanno evolvendo rapidamente, in particolare cresce la richiesta da parte dei viaggiatori di maggiori opzioni e di personalizzare il loro viaggio”, ha sottolineato Scott Brennan, President Hotels di CWT. «Con l’aggiunta di Airbnb alla nostra offerta, forniamo ai travel manager proprio la flessibilità di cui hanno bisogno. Questo accordo sarà particolarmente utile per i viaggiatori che effettuano trasferte di lungo periodo e che non vogliono necessariamente soggiornare in un hotel».
Oasis Collection e Spacebase sono due esempi di come la sharing economy può cambiare il mercato del turismo e diversificare l'offerta, sia business sia leisure
Business venues condivise – Spacebase www.spacebase.com Questa è una piattaforma online stile Airbnb, ma totalmente votata alla ricerca di location originali per eventi e meeting. Privati, ristoranti, spazi di co-working e anche studi fotografici, house boat e cantine vitivinicole possono proporsi per ospitare eventi business (in genere dalle 10 alle 100 persone), garantendo servizi full audio-video e catering opzionali. Lan1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Stanno nascendo numerose start-up turistiche in Italia, spesso focalizzate sul concetto di condivisione, con ottime prospettive di successo
ciata all’inizio del 2015 e basata a Berlino, Spacebase sta raccogliendo l’interesse di grandi e piccole imprese internazionali, alla ricerca di soluzioni originali per alcuni dei loro eventi.
A bordo della sharing economy – atboat www.atboat.com La democratizzazione della nautica passa dalla condivisione. Le barche sono giochini costosi e poterle condividere su questo sito, start-up tutta italiana on line da marzo 2016, rappresenta una reale opportunità: per i possessori di ammortizzarne le spese e per i fruitori di godere di un servizio conveniente ed efficiente. La scelta, semplice e immediata, si fa in base alla località, al periodo richiesto e alla tipologia di imbarcazione: a motore o a vela, con o senza equipaggio, intera o in condivisione, da 4 a 24 metri. Gratis per l’utente e per l’armatore, alla piattaforma spetta solo la commissione sulla prenotazione effettiva. Il pagamento di quanto pattuito per l’imbarcazione scelta avviene in rapporto diretto tra fornitore e cliente.
Marketplace per tour esperienziali – Lookals www.lookals.com Basato sul concetto di consumo collaborativo e sulla condivisione di competenze, anche questo sito è il prodotto di una start-up italiana. Si tratta di un luogo di centralizzazione per professionisti locali del turismo – 924 tour, 512 guide su 18 regioni del Bel Paese – e di decentralizzazione per le scelte del turista, anche su ambiti e proposte marginalizzati normal-
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mente dai tour operator. Questo marketplace, attualmente in italiano, inglese e giapponese, offre gratuitamente visibilità, comunicazione e copywriting a fornitori locali professionali in grado di proporre esperienze uniche e autentiche.
Condividere la passione per lo sport – Sharewood www.gosharewood.com Chi ama lo sport lo vuole praticare anche in vacanza. Ma non sempre è possibile portare con sé la propria attrezzatura o, magari, si ha voglia di provare qualche nuova esperienza adrenalinica. Questo portale risponde alle esigenze degli sportivi in viaggio, mettendoli in contatto con altri sportivi appassionati, residenti nelle località di villeggiatura o nelle città prescelte,interessati a noleggiare i propri sci, tavole da snow, biciclette, surf, kitesurf, canoe e molto altro. Il vantaggio per chi acquista il noleggio è quello di trovare attrezzatura di livello superiore o a prezzi inferiori a quelli dei noleggiatori tradizionali. I fornitori, d’altro canto, possono essere privati con attrezzature in ottime condizioni o anche rentalshop locali, comunque disposti a condividere non solo le attrezzature sportive (anche quelle più particolari come le hand bike, gli snowscoot e gli stand up paddles), ma anche informazioni e consigli da esperto locale. La start-up italiana è in fase di lancio in tutto il mondo e, in pieno spirito sharing, ha attiva una campagna di crowdfunding sulla piattaforma www.crowdfundme.it, attraverso la quale la community può supportare economicamente il sito, investendo nel progetto in cambio di equity. ■
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Anziché cercare un’ispirazione per scegliere il prossimo viaggio, la nuova tendenza è partire alla ricerca di una ispirazione. Ma per farlo non bisogna chiedersi dove viaggiare, ma chi incontrare...
✒Aura Marcelli Non è certo una novità accostare le parole “turismo” e “ispirazione”. Da sempre, fin dal tempo dei Grand Tour europei, il viaggio è stato non solo un momento di scoperta di luoghi e bellezze esotiche, ma anche un’opportunità di crescita e di stimolo personale. Oggi che siamo nel pieno del boom del turismo esperienziale, con i viaggiatori più esperti ed esigenti che cercano proposte inedite, originali e indimenticabili, questo binomio è diventato ancor più attuale e significativo. Strano dunque che ancora nessuno nel mondo
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Un’idea innovativa nata da un gruppo di giovani bolognesi
avesse pensato di proporre in modo forte questa accoppiata. L’hanno fatto dei ragazzi italiani, in una di quelle intuizioni che sembrano l’inizio di una storia di successo in stile USA (glielo auguriamo). Lo hanno fatto dalla provincia bolognese, riassumendo complessi concetti di marketing turistico in una semplice e diretta provocazione rivolta al viaggiatore: “Non chiederti più dove, ma chi”. Chi vuoi incontrare nel tuo prossimo viaggio? Da chi vuoi farti ispirare?
Il turismo ispirazionale mette le persone al centro
Vivisostenibile
A casa di Anna e Sergio, nell’Agriturismo del Cimone nell’Appennino modenese
«Tutto è iniziato nel 2012 da un blog» ci ha raccontato Silvia Salmieri, giovane ideatrice, insieme al marito Valerio Betti di quello che oggi è Destinazione Umana, un sito, un magazine e un piccolo tour operator dai grandi sogni e dalle grandi prospettive. «Lavoravo come impiegata in un ambito completamente diverso, ma ne ero stanca. Insieme a Valerio ho aperto 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Cambio vita, ruralità, innovazione e spiritualità. Tutte le ispirazioni a portata di click
questo blog un po’ per gioco, chiamandolo Vivisostenibile. Ma dopo nove mesi si sono aperte delle prospettive grazie al web, ai social e a quel clima di fermento dell’innovazione sociale bolognese, che in quegli anni ha visto la città rinascere e prendere una forma diversa e più umana: spazi di coworking, spirito cooperativo e di condivisione, un contesto frizzante da cui abbiamo tratto ispirazione. Abbiamo avuto l’opportunità di aprire un B&B in provincia di Bologna. Mi colpì molto il fatto che i viaggiatori che arrivavano erano interessati ad uno scambio con me. Passavamo molto tempo a chiacchierare perché vedevano in me una ragazza giovane che stava realizzando il loro sogno».
Cambiare vita è possibile e fa bene all’anima Tra crisi economica e crisi personale or-
mai “pandemica”, sono sempre di più le persone, giovani e meno giovani, che vorrebbero cambiare vita e rimettere se stessi al centro delle proprie scelte, personali e lavorative. Alcuni hanno il coraggio di farlo, altri no, ma sapere che è possibile in qualche modo fa bene all’anima, ci fa percepire uno spiraglio, la possibilità di una scelta, ci regala un’ispirazione che va a colmare un vuoto, il nostro vuoto. Ecco: l’ispirazione. «La mia esperienza da host è durata solo un anno, ma avevo capito una cosa: le piccole strutture con elevati standard di accoglienza e sostenibilità ambientale non avevano strumenti efficaci di promozione. E allora abbiamo trasformato il blog che si è evoluto nell’associazione Vivisostenibile, per promuovere un tipo di turismo diverso, più umano. Al centro l’uomo, l’uomo che parte e l’uomo che accoglie, territori meno noti, ma molto belli,tendenzialmente meno frequentati di altre mete. In un anno 30 strutture si sono associate eabbiamo aperto un portale dedicato».
Nascono i brainstorming weekend Così nel 2014 nasce Destinazione Umana con l’idea, geniale a nostro avviso, di suggerire un cambio di paradigma: non dove vuoi andare ma chi vuoi conoscere. La rete è cresciuta includendo oggi 80 destina-
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zioni in tutta Italia. Le strutture, perlopiù piccole e a gestione familiare, ma non esclusivamente extra-alberghiere, si propongono all’associazione e fanno un incontro conoscitivo per verificare se il gestore abbia capito il senso: la condivisione di un progetto di vita e di lavoro. Ma l’ispirazione legata al cambiamento di vita è solo una delle quattro proposte dal portale. «Abbiamo identificato quattro aree, che, in base alla nostra esperienza, sono le più interessanti e rilevanti oggi. Il cambiamento di vita è sicuramente la prima: i viaggiatori vogliono dare una svolta e vogliono incontrare altre persone che lo abbiano fatto, solo per curiosità o magari per avere da loro una vera consulenza (li chiamiamo brainstorming weekend) per decidere se e come mettere in pratica la propria ispirazione». C’è poi l’area dell’innovazione, sempre in ambito turistico, enogastronomico o agricolo. In questo caso si incontrano imprenditori che hanno fatto scelte innovative di successo e con loro i viaggiatori attuano sinergie e si scambiano idee e ispirazioni, senza il timore che l’idea venga rubata, ma certi che dal confronto nascano nuove opportunità. La spiritualità è un’altra ispirazione importante cercata da chi vuole trovare nel viaggio l’occasione di ricrearsi a diretto contatto con persone che dello yoga, della meditazione o del mondo olistico hanno fatto la propria vita. E infine la terra e la ruralità come ispirazione primigenia, da condividere con chi ha scelto di mettere la natura al centro della propria vita e del proprio lavoro. L’intuizione di Silvia e Valerio guarda al-
l’estero e alla collaborazione con gli imprenditori. «Ci hanno contattato per replicare altrove la nostra idea: il nostro obiettivo è radicarci in Italia, ma anche allargarci all’estero con itinerari su misura», ci ha confermato Silvia. «Oggi siamo una società di persone, un tour operator con un team di sette amici, il più “vecchio” ha 34 anni. Siamo un’azienda umana e collaboriamo con le aziende, come clienti, organizzando esperienze di team building, e come fornitori, per portare gruppi, in particolare dall’estero, interessati al Made in Italy. L’azienda (agroalimentare o di design) diventa una tappa del viaggio, fonte di ispirazione per i viaggiatori». ■
Condividere il sogno della nuova vita di Erika e Alessandro sulle colline toscane
Destinazione Umana è anche un libro
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Amoretti S.p.A. Specialità Alimentari Più di 10 mila prodotti, tra DOP, tipici e internazionali, fanno parte del catalogo di questa azienda, ancora a conduzione familiare e con una lunga storia alle spalle, che rifornisce l’industria dell’ospitalità italiana
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Nelle aziende, soprattutto quelle a carattere familiare, il successo è determinato dalle persone e dalle loro idee. La Amoretti non fa eccezione. Nata a fine Ottocento come salumeria a Salsomaggiore, nel cuore della food valley italiana, guida-
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ta da Icilio Amoretti, il nonno dell’attuale proprietario che ne continua il nome e la tradizione, il salto di qualità lo ha fatto subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando Agide Amoretti, il figlio, colse l’opportunità di ingrandirsi, tentando una strada per l’epoca molto coraggiosa. La sua idea è stata infatti quella di andare oltre il commercio al dettaglio che la famiglia praticava da generazioni per fornire materie prime e prodotti alimentari all’industria turistica e alberghiera del Paese. Lo sviluppo di quest’ultima, insieme con la lungimirante decisione di Amoretti, ha permesso all’azienda di diventare uno dei punti di riferimento per la fornitura di ingredienti, cibi pronti, vini, specialità italiane e internazionali alle strutture ricettive italiane. Oggi, dopo oltre 70 anni di attività, alla guida dell’azienda c’è un secondo Icilio, che continua ad ampliare il carnet di prodotti forniti e a potenziare la rete di distribuzione.
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Specialità alimentari e consulenza personalizzata Prodotti a marchio proprio, specialità distribuite in esclusiva, una selezione delle migliori espressioni regionali e internazionali, test accurati prima di inserire un alimento nel listino Amoretti e consulenza per nuovi menu e prodotti: sono questi i criteri che hanno permesso di aumentare il numero delle referenze negli anni (attualmente se ne contano oltre 10 mila). Nel catalogo sono comprese produzioni DOP, soprattutto da Emilia, Toscana e Liguria, come salumi, formaggi e olio, specialità estere, come salmone, foie gras e spezie, ma anche cibi pronti, dolci, salse, vini, champagne, tè e tanti altri ancora, per un giro del mondo gastronomico che ha l’obiettivo di soddisfare i palati gourmet, di adattarsi alle tavole più raffinate e di rispettare anche eventuali intolleranze – sono infatti comprese linee di prodotti senza glutine, biologici e vegani –.
tagli con le salse e mostarde, mentre le salumerie offrono una selezione di prodotti locali, inclusi il culatello di Zibello Dop stagionato 2 anni, il prosciutto di Parma 36 mesi, lo strolghino, la spalla cotta di San Secondo e il salame di Felino, accompagnati da focaccia calda, crema di parmigiano, salse e dalla speciale giardiniera della casa. G.G.
Le salumerie e il ristorante Nonostante tutte le evoluzioni, la tradizione non è stata dimenticata e ancora oggi la famiglia Amoretti possiede due salumerie, quella storica di Salsomaggiore e una seconda accanto alla sede di Parola di Fontanellato, nei pressi di Parma. Proprio qui ha aperto anche un ristorante, il Romanini, la cui cucina è fortemente legata ai sapori del territorio parmense e alle sue specialità, come i tortelli con ricotta ed erbette, gli anolini al parmigiano in brodo di cappone e il bollito misto sette 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Cantina di Santadi Consolidare la posizione sui mercati internazionali puntando sulla gamma di vini definita Le Eccellenze: questo l’obiettivo per il 2017 della Cantina, espressione della migliore realtà cooperativa sarda
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Lo scorso anno si è chiuso con alcune novità e molte certezze per la Cantina di Santadi. Tra le novità c’è stato l’arrivo del vino liquoroso vinificato porto, il Festa Noria, appena immesso sul mercato ma già premiato dall’Associazione Italiana Sommeliers con la massima onorificenza, le quattro viti. Prodotto a partire dalle uve autoctone del Cannonau, è un vino da meditazione, indicato per accompagnare i momenti importanti della vita. Tra le conferme, invece, tutta la gamma delle Eccellenze, che conta altre sei etichette (oltre alla nuova nata), in prevalenza rossi da cultivar locali che recano il marchio DOC o IGP, a testimonianza del profondo legame tra la Cantina e il territorio di cui è espressione.
gnano, e che ha saputo portare al di fuori della Sardegna i sapori di questa terra. Insieme alle altre referenze, tra cui sono da citare almeno il Monica di Sardegna, il Cannonau, il Vermentino e il Nuragus di Cagliari, il Valli di Porto Pino e l’Isola dei Nuraghi, ha conosciuto una grande diffusione non solo sul mercato casalingo ed europeo, dove rifornisce in prevalenza ristoranti e strutture ricettive, ma anche in altre parti del mondo, come Stati Uniti, America del Sud, Cina, Giappone. Nonostante la distanza e la grande diversità della tradizione enogastronomica, i vini della Cantina sono riusciti a portare un pezzo di Sardegna su tavole così lontane.
Dalla vendemmia alla tavola
Il padre dell’enologia italiana e i valori della Cantina
La vendemmia, che si è svolta con metodi tradizionali tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre, è stata impegnativa, ma i primi risultati sono incoraggianti e parlano di un 2017 in grado di mantere le promesse. Come sempre il grande protagonista di ogni annata è il Terre Brune, un’etichetta che ha permesso di riscoprire un antico cultivar autoctono, quello delle uve Cari-
Vera ambasciatrice della regione (e soprattutto del Sulcis, zona sud-occidentale della Sardegna), la Cantina produce vini con uno spirito ancora autenticamente cooperativo: una rete di 200 piccoli produttori, tutti localizzati entro un raggio di 30 km, garantiscono la coltivazione delle uve che saranno lavorate nella Cantina. L’altro asse portante che ha modellato la fisionomia del-
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la Cantina nei suoi oltre 50 anni di vita è il rifiuto della massificazione, in nome di una produzione più ristretta ma che punta, per ogni singola bottiglia, all’eccellenza. Infine, ci sono le persone. Oltre ad Antonello Pilloni, presidente storico che ricopre la carica ininterrottamente dal 1976, determinante è stato il ruolo dell’enologo di fama internazionale Giacomo Tachis, che diede una nuova impostazione al lavoro. È infatti di Tachis l’idea di passare dalla produzione del vino sfuso a quella di etichette selezionate, come è suo il costante richiamo alle radici e al territorio. Scomparso lo scorso anno (in questi giorni ricorre il primo anniversario), ha lasciato un segno indelebile sul modo di fare e sui principi che guidano la Cantina, che deve a lui il successo nei mercati internazionali. G.G.
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EHSI Leader nella fornitura di housekeeping per l’hotellerie 4 e 5 stelle, la società di Cosimo Delli Carri rappresenta oggi un network di alta professionalità, in grado di soddisfare le esigenze di un mercato mutevole che richiede una gestione sempre più dinamica e flessibile del servizio
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La forza di EHSI sta anche nel suo giovane e preparato team. In primo piano, seduto, Cosimo Delli Carri (anche nell’altra pagina)
«Non solo l’abito fa il monaco, ma ne è anche la reale rappresentazione», esordisce così Cosimo Delli Carri l’A.D. di EHSI, società di servizi housekeeping per l’hotellerie 4 e 5 stelle in Italia. «In un mercato turistico sempre più indicizzato online», continua l’imprenditore, «la brand reputation di una struttura alberghiera è indissolubilmente legata alla customer satisfaction. E chi lavora nel settore dell’ospitalità sa bene come sia fondamentale garantire una “room experien-
ce” all’altezza delle aspettative generate. In questo, EHSI si pone non come un semplice fornitore ma come un partner sinergico finalizzato all’ottenimento dei risultati di gradimento e qualità. Per noi è fondamentale il monitoraggio della customer satisfaction di ogni singola struttura servita. L’aggregazione degli indici di soddisfacimento costituisce un sostanziale asset per EHSI ed è uno dei valori che ne determinano la collocazione nel mercato di riferimento».
I vantaggi dell’outsourcing per l’hotel Non vi è dubbio che affidarsi a un soggetto esterno per la fornitura dei servizi di housekeeping comporti importanti vantaggi per l’albergatore. «Primo tra tutti», ricorda Delli Carri, «l’ottimizzazione di tempi e risorse (economiche e umane): tutte le attività di pianificazione, approvvigionamento di prodotti e attrezzature, mobilitazione delle risorse, formazione del personale e gestione amministrativa dello stesso vengono demandate al partner scelto. E, poi, va considerato, come indiscutibile valore aggiunto, l’azzera-
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TOP QUALITY AL SERVIZIO DELL’OSPITALITÀ Più attenzione per il ricettivo turistico, industria a cielo aperto che rappresenta l’Italia
mento del rischio d’impresa su una componente decisamente sostanziale del costo del “prodotto camera. Volendo riassumere, i vantaggi sono: qualità certa, costo certo e rischio monitorabile ad horas».
Come scegliere la società giusta Sul mercato ci sono diverse realtà che propongono l’housekeeping in outsourcing. Situazione che rende difficile orientarsi nella scelta. Il problema è, insomma, come riconoscere un’azienda veramente affidabile. A questo riguardo, l’ad di EHSI raccomanda sempre di verificare le referenze sulle piattaforme on line. «Le referenze permettono la verifica della storicità», dice Delli Carri, «e poi c’è il contatto diretto, in fase commerciale, con le risorse e i servizi d’impresa della società fornitrice. È importante constatare regolarità e puntualità nel servizio. L’albergatore deve essere messo nella condizione di verificare la congruità di tutti i parametri di affidabilità della società scelta come partner». Nata nel 2011, a seguito nella normalizzazione legislativa dell’outsourcing, EHSI si avvale dell’esperienza consolidata dei soggetti fondatori nel settore dell’housekeeping, valorizzando le potenzialità della “rete servizi” per rispondere alle necessità delle strutture turistico-ricettive all’interno di un mercato in continua evoluzione che richiede una gestione sempre più dinamica e flessibile. «Collaboriamo con oltre 130 strutture ricettive su tutto il territorio nazionale, sia in regime di pieno esercizio (circa 100 hotels) sia in regime di stagionalità (circa 30 strutture), mobilitando risorse umane con punte, in concomitanza dei periodi di alta stagione, di oltre 2 mila persone», spiega l’ad, «la nostra capillare presenza sul territorio nazionale ci permette di essere l’interfaccia preferenziale per gruppi alberghieri nazionali e importanti catene internazionali. I nostri numeri parlano per noi: ad oggi, da Mila-
«In un comparto produttivo ad altissimo potenziale come quello del turismo», dice Cosimo Delli Carri, «dove il nostro Paese mostra una continua crescita anche a discapito di altre mete europee, e con il sacrificio dei cosiddetti itinerari alternativi che invece soffrono la competitività, pagando dazio per effetto di una comunicazione istituzionale insoddisfacente, ci aspettiamo che le Istituzioni promuovano la qualificazione degli operatori abilitati e la selezione di tutti gli attori del processo. Insomma c’è da auspicarsi un atto di responsabilizzazione da parte del Governo per il comparto turistico alberghiero, l’unica e vera industria a cielo aperto che rappresenta l’Italia, con il suo inestimabile patrimonio di strutture e di bellezze storico-culturale-enogastronomiche. In attesa di questi sviluppi, EHSI punta sempre più ad offrire un servizio globale ed integrato fornendo qualità estensiva a tutto il progetto imprenditoriale del cliente. Per clienti che lavorano principalmente con ricettività su gruppi, forniamo il servizio “camera vestita”; per clienti sviluppatori di convegnistica interveniamo a supporto con servizi globali dall’allestimento al catering; per clienti che hanno il prodotto globale, supportiamo il progetto fino alla gestione del servizio di ristorazione interna. Queste sono solo alcune delle soluzioni di supporto all’albergatore e che identificano EHSI come partner flessibile e in costante sintonia con l’evoluzione del mercato».
no a Palermo, serviamo oltre 8000 camere di Strutture 4-5★ con un indice di gradimento sulla qualità della pulizia che secondo i giudizi di Booking.com tocca una media nazionale di 8.7 con picchi fino al 9.8. Sono numeri di cui andiamo fieri e che ci spingono a continuare il cammino intrapreso nell’ottica di un costante monitoraggio della qualità della performance e di un’attenzione alla formazione continua del personale».
Il valore di un know how costruito sull’esperienza dei grandi brand internazionali L’asset tangibile del valore di EHSI è rappresentato dalle risorse interne dell’azienda, pronte a intervenire e a risolvere con puntualità ogni tipo di problematica. «Le maggiori difficoltà», dice Cosimo Delli Carri, «si riscontrano nella fase di armonizzazione dei processi produttivi tra l’operatività del servizio di Hosekeeping e la struttura organizzativa del cliente. È per questo che EHSI individua, in fase di start-up della partnership, l’interfaccia deputata alla gestione/risoluzione, composta da collaboratori professionisti dotati di elevate competenze operative, consolidatesi sugli standard di riferimento di brand internazionali, nostri clienti, come Marriott, Sheraton, Starwood, Hilton, Hotusa, Planetaria». P.T. 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Indel B Sul mercato da cinquant’anni, Indel B è oggi il partner di riferimento dell’hotellerie di alta gamma, in particolare, per la fornitura di minibar e casseforti essere, ancora oggi, i punti cardini dell’offerta dell’azienda che, negli anni, si è conquistata la stima e la fiducia degli albergatori quale partner di riferimento, in particolare, per la fornitura di minibar e casseforti nelle camere d’hotel.
Il nuovo minibar per hotel K Cellar 36 Ecosmart
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Compie, quest’anno, mezzo secolo Indel B, l’azienda romagnola specializzata nella fornitura di minibar, televisori, casseforti e serrature elettroniche, oggi brand sinonimo di qualità e innovazione nell’hotellerie di alto livello. È il 1967 quando la società, sfruttando l’invenzione del compressore semi ermetico per produrre freddo in piccole dimensioni, realizza i suoi primi piccoli frigoriferi a 12/24V che, grazie alla corrente continua, funzionano in movimento e sono perfetti per nautica, veicoli da trasporto e tempo libero.
È un ibrido tra minibar e cantina per vini che porta in camera l’eleganza e l’affidabilità di una cantina, sfruttando al massimo la tecnologia di ultima
generazione dei minibar di Indel B. In classe efficienza energetica A++ e doppia temperatura, il minibar si avvale del sistema Ecosmart brevettato dall’azienda. Inoltre, la cantinetta K Cellar 36 Ecosmart si presenta con un’elegante porta in vetro nero specchiato e griglie estraibili, dove la prima può essere utilizzata come comodo porta bevande e snack. È da sottolineare che tutti i minibar Indel B ottemperano alla normativa europea sull’efficienza energetica 643/2009. P.T.
Indel B alla conquista dello Spazio Nel 1982, grazie alle sue doti di grande flessibilità, Indel B viene scelta dalla Nasa per realizzare un frigorifero da installare sullo Shuttle Columbia, in grado di funzionare in assenza di gravità e con rotazioni a 360 gradi. Versatilità e qualità della produzione continuano ad
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Safe Box Disponibile nelle versioni 10 e 30 L, la cassaforte Safe Box di Indel B si presenta oggi con una nuova struttura in acciaio, ancora più solida, e un sistema di chiusura doppio, con nuovo ed elegante display a led retro-illuminato e tastiera a filo.
www.consorzioseaman.com
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PerDormire Hotel Un marchio del Materassificio Montalese, sinonimo di eccellenza made in Italy che, all’hotel, offre non un semplice materasso ma un “sistema letto” integrato, in grado di garantire un’ottima qualità del sonno, e un efficace strumento di marketing e di brand reputation
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È una realtà tutta italiana, fondata a Montale dalla famiglia Caso, quella del Materassificio Montalese, oggi seconda fabbrica produttrice di materassi nel Paese. Con oltre quarant’anni di storia alle spalle, l’azienda ha saputo portare avanti la tradizione artigianale, integrandola con l’innovazione, sia tecnologica che di prodotto.
Attualmente nei 20mila metri quadrati di stabilimenti, si producono circa 4000 materassi al giorno. Un successo non da poco se si considera che si era partiti da 40. «Crescono i numeri», dice Emiliano Izzi, Contract Division Manager, «ma resta identica la cura per i dettagli e per la qualità, ereditata dalle nostre solide radici artigianali».
Il progetto “PerDormire Hotel” Partito in sordina nel 2012, il progetto “PerDormire Hotel” destinato al settore HORECA, è oggi un marchio consolidato nell’hotellerie di qualità su tutto il territorio nazionale, con una rete commerciale dedicata. «La nostra mission è trasmettere la cultura del buon dormire, l’attenzione al benessere e al comfort del letto è oggi una priorità per chi soggiorna fuori casa», dice Emiliano Izzi, «per questo non parliamo mai solo di materasso ma di “sistema letto”, che comprende anche testate, reti, guanciali e divani letto certificati in classe 1IM. L’albergo che si vuole distinguere deve garantire un buon riposo
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all’ospite». Punto di forza dell’offerta, oltre all’alta qualità: «siamo i primi sul mercato sia per materassi in poliuretano e in memory sia per il molleggio insacchettato», sottolinea Izzi. «Ci rivolgiamo sia all’hotel di lusso sia al tre stelle», spiega il direttore commerciale e marketing Paolo Luchi (foto sopra), «il nostro rapporto con l’albergatore è di tipo consulenziale: mettiamo a disposizione la nostra esperienza cinquantennale di produttori, con la conoscenza dei mercati internazionali esportando da anni in oltre 40 paese nel mondo. Chiediamo sempre ai nostri albergatori quali sono e da dove provengono maggiormente i loro ospiti, per proporgli il “sistema letto” più corrispondente alle sue necessità. Abbiamo un prodotto certificato per ogni livello di comfort richiesto o abitudine posturali, che siano asiatici, americani o europei. Nel consegnare la camera, l’albergatore può chiedere all’ospite quale delle opzioni preferisca, grazie alla possibilità di creare ambienti con livelli di comfort diversi. Un riguardo sempre molto gradito, che fa sentire il cliente coccolato. Con l’evento “sistema letto 2.0” non ci limitiamo a spiegare i vantaggi di una buona qualità del sonno grazie al supporto adeguato, spieghiamo anche come un “sistema letto” brevettato secondo
Grande attenzione per l’ambiente e la salute Il Materassificio Montalese opera nel rispetto dei più elevati standard di sicurezza, ergonomia e attenzione per l’ambiente. Lo attestano le numerose certificazioni conseguite, tra cui la Oeko Tex Standard 100, che garantisce l’assenza di sostanze nocive nei prodotti, la LGA Pruf Zertifikat, la 1IM del Ministero dell’Interno per la resistenza al fuoco, i certificati BS 100 (UK) e 16CFR1633: 2006 (USA) e il CATAS. «Disponiamo inoltre della licenza del marchio Woolmark e di una vasta gamma di prodotti (materassi e cuscini) omologati “Dispositivo Medico”», spiega Izzi. «Con il programma di igienizzazione “PerDormirenobedbugs.com” diamo una risposta efficace al problema dei parassiti, sia in fase di acquisto che dopo, come cura del prodotto, attraverso un trattamento ad hoc, da effettuare in camera, che inibisce la proliferazione». standard di eccellenza, sia un investimento, una strategia per vendere meglio la camera. Siamo, inoltre molto attenti al rapporto qualità prezzo. I nostri materassi sono realizzati con materiali ecologici, belli da vedere e a prezzi competitivi». Oggi l’azienda è un marchio importante nel retail italiano ed estero e conta oltre 100 punti vendita in Italia ed oltre 40 mercati esteri. La ricerca è una costante di tutta la produzione: «il nostro reparto di Ricerca e Sviluppo è quotidianamente impegnato nello studio e nella realizzazione di prodotti sempre migliori, attraverso l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia e di materiali innovativi e con il supporto dei più moderni sistemi per testare i materassi e assicurare che offrano il massimo comfort» spiega Paolo Luchi, «Siamo inoltre molto attivi nella comunicazione: da maggio 2015 promuoviamo i nostri prodotti anche sulle reti Nazionali». P.T. 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Umberto Cesari Una sfida iniziata negli anni ’60, oggi ricca di diversi tipi di vitigni e nuove eccellenti etichette, ma sempre fedele ad un’unica filosofia: la passione per il vino
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Credere fortemente nel territorio e impegnarsi per valorizzarlo e promuoverlo. Sono questi i punti di forza dell’azienda di Umberto Cesari e di sua moglie Giuliana, che partendo da 20 ettari di terreno negli anni Sessanta, ricchi di tradizione, hanno saputo creare prodotti straordinari espor-
tati in tutto il mondo. L’azienda è situata sulle colline che dominano l’antica via Emilia, proprio al confine tra Emilia e Romagna, ad una altitudine che varia dai 300 ai 450 metri s.l.m. Nel cuore di questa regione, a Castel San Pietro Terme, Umberto Cesari ha coltivato la passione per un’enologia di qualità legata al territorio, capace di produrre vini di rango grazie ad uve di particolare ricchezza frutto di una attenta coltivazione.
Le potenzialità del Sangiovese A favorire la vendemmia è soprattutto il clima mite delle colline emiliane, caratterizzate da una buona ventilazione. I declivi che si susseguono fino alla Toscana sono protetti da una corona di calanchi, in questa zona denominati “azzurri” per via del colore ceruleo che i pendii assumono durante le giornate soleggiate. «Siamo stati tra i primi in Emilia Romagna a credere nelle grandi potenzialità del Sangiovese, ideale in questo clima», racconta Umberto Cesari, «e abbiamo fatto del Sangiovese di qualità la nostra principale filosofia produttiva. Gli originari 20 ettari si sono ampliati negli anni raggiungendo attualmente circa 170 ettari di proprietà e 180 in affitto da conferitori. At-
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tualmente, l’azienda comprende 6 poderi, Casetta, Parolino, Ca’ Grande, Laurento, Liano e Tauleto, sui quali – attenti alle caratteristiche naturali del territorio – abbiamo distribuito la produzione di uve bianche e di uve rosse. Il valore della natura va sempre rispettato». Parallelamente infatti, l’Azienda ha sempre rivolto il proprio impegno alla valorizzazione dei vitigni tipici della regione, in un’ottica di conservazione della tradizione. Per questo ancora oggi coltiva con passione Trebbiano, Albana di Romagna e Pignoletto. Inoltre, l’attenzione verso i consumatori e la continua sperimentazione hanno permesso di introdurre altre varietà internazionali, come Merlot, Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Sauvignon Blanc.
Accoglienza e degustazione, una priorità Passione per il vino non significa solo coltivazione. «La filosofia della nostra azienda», continua Umberto Cesari, «è soprattutto condividere gli spazi, invitare gli ospiti a vedere, scoprire, passeggiare, ascoltare, assaggiare, luoghi e prodotti. Vogliamo coinvolgere le persone attraverso percorsi stimolanti ed unici, per un’esperienza enogastronomica indimenticabile». Sono possibili infatti visite in azienda seguite da degustazioni di vini, guidate da personale esperto e poliglotta (italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo). I tour, in genere durata di un’ora e mezza circa, prevedono la visita guidata dell’azienda, una breve passeggiata tra i filari e nelle cantine dove viene illustrato e spiegato il processo di produzione, e una sosta nella tasting room, il cuore delle visite, in cui vengono proposti in degustazione una scelta di vini sempre accompagnati dall’assaggio di prodotti tipici regionali, che ne esaltino le caratteristiche aromatiche e di gusto. Qui il valore dell’accoglienza è una priorità, una modalità autentica per valorizzare le ricchezze del territorio e le eccellenze del made in Italy.
Verso il futuro, nel segno della tradizione In quest’ottica e per celebrare i cinquant’anni dalla fondazione, un traguardo e un nuovo inizio, la proprietà ha voluto costruire una nuova sede, in via Stanzano 2160, proprio in mezzo ai vigneti e poco lontano dalla zona di vinificazione, una struttura moderna ed ecosostenibile, dotata delle tecnologie più avanzate, capace di rispecchiare i valori e le caratteristiche della filosofia dell’azienda. Una sede istituzionale, ma anche il centro delle attività dell’azienda: l’edificio, infatti, accoglie gli uffici e soprattutto offre ai clienti un’esperienza tutta nuova. Al piano interrato, infatti, una bottaia di circa 2000mq mantenuta a temperatura e umidità costante accoglie oltre 600 tra botti grandi, barrique e tonneaux. Al piano terra, invece, lo shop e la tasting room offrono ai clienti l’occasione di degustare i vini nella loro massima espressione. Il negozio, infatti, mette a disposizione la tecnologia dei dispenser enomatic per mantenere inalterate le caratteristiche dei vini in mescita, mentre la sala degustazione si propone come un ambiente caldo e accogliente inserito in una cornice mozzafiato.
Sopra, la Bottaia e in basso il wine shop dell'Azienda. Nella pagina accanto in basso, Umberto Cesari
Cristina Chiarotti
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Viniexport.com Una borsa valori per il vino online grazie alla quale accedere al mercato globale, attraverso certificazioni di qualità e servizio door to door
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Anche il mercato del vino cambia fisionomia, si mette in paro con i tempi digitali e affronta la sfida del mercato globale con nuovi strumenti. È questa l’idea di fondo di Viniexport.com, un progetto nato nel 2015 con l’obiettivo di innovare il settore del trading nazionale e internazionale del vino. Il fondatore e CEO Eugenio Picca, 33 anni, MBA IE Madrid, ha una lunga esperienza nel trading di commodities ed è socio di maggioranza di Tenuta Merolla,
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una cantina di medie dimensioni in provincia di Benevento. Nel 2015 dopo alcuni mesi di rifinitura del modello e validazione da parte del mercato, Viniexport.com è diventata una Srl grazie anche ad un investimento da parte del fondo di investimento FIRA Spa.
Parole chiave e ottimizzazione di budget Viniexport.com funziona come una borsa valori, in cui le singole denominazioni d’origine che identificano una tipologia di vino, cioè la vera chiave di ricerca con cui i compratori mondiali ricercano il prodotto, vengono quotate e scambiate attraverso un meccanismo ad asta a negoziazione continua. Il vantaggio derivante dall’uso di Viniexport per i compratori di vino è legato alla possibilità di azzerare i costi di selezione di nuovi produttori e all’ottimizzazione del proprio budget di spesa in funzione della qualità e del prezzo. «Il meccanismo di accesso alla piattaforma», ci spiega Eugenio Picca, «è molto semplice. I produttori (Seller) che intendono vendere vino sul sito si registrano e spediscono un campione a VX. Un team di Sommelier, in partnership con Fondazione Italiana Sommelier, classifica il vino in una fra cinque possibili fasce di
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qualità/prezzo riferite ai vini appartenenti alla medesima denominazione. Il cliente, che accetta all’iscrizione di certificare il suo prodotto, entra allora in un circuito di ricerca globale, un aiuto prezioso per tutti quei pregiati produttori locali che hanno difficolta ad accedere alle grandi piazze di acquisto». Il vantaggio derivante dall’adesione a Viniexport per i produttori di vino, è infatti legato all’accesso ai grandi compratori nazionali ed internazionali, altrimenti arduo per tutte le PMI dedite alla produzione vinicola.
Una realtà in crescita Viniexport (VX) è il principale distributore digitale di vino in Italia, con un portafoglio di 5.000 + etichette e 200.000.000 di bottiglie potenzialmente disponibili per la vendita. «La nostra piattaforma è stata lanciata a ottobre 2015 e l’azienda chiuderà il 2016 con oltre 1.000.000 bottiglie vendute e oltre due milioni di transato», continua Eugenio Picca, «un trend di crescita davvero positivo e che ci fa ben sperare per il futuro. In un’ottica di continua crescita apriremo entro i prossimi 18 mesi una sede in Spagna, una su Londra e una su Berlino». Viniexport ad oggi serve oltre 1.500 clien-
I tre punti di forza di ViniExport.com Piattaforma innovativa e di facile, offre tre principali vantaggi: ottimizzazione del prezzo di acquisto; servizio door to door; densità del portafoglio. A questo si aggiunge una visibilità a 360° sul mercato globale anche per i piccoli produttori.
ti del Canale Ho.re.ca tra essi vi sono catene alberghiere internazionali e alcune compagnie aree. «Un’altro importante valore aggiunto della nostra azienda», conclude Picca, «è il servizio door to door, una scelta molto gradita dai nostri clienti e senz’altro uno dei fattori determinanti del nostro successo. Un successo va condiviso con Giovanni De Caro e Rocco Micucci per essere stati i primi a credere in Viniexport e nel suo team a cui va il mio particolare ringraziamento». C.C. 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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TURISMO &CUCINA,
UN GEMELLAGGIO CHE PIACE ECHERENDE “Il viaggio è un sentimento, non soltanto un fatto” diceva Mario Soldati. E, si sa, tra i fattori capaci di suscitare forti emozioni durevoli nel tempo, il cibo occupa da sempre un posto di assoluto rilievo. A dimostrazione di quanto il binomio turismo&cucina sia anche oggi più che mai saldo e redditizio c’è un recente progetto di formazione enogastronomica per guide (pag. 114) il cui obiettivo è quello di rendere più attrattiva l’Italia nella competizione turistica mondiale, puntando proprio sulla sua ricca tradizione culinaria. Secondo una recente ricerca di Fipe la domanda turistica straniera metterebbe infatti la qualità del mangiare e del bere tra le moti-
vazioni più importanti del viaggio nel nostro Paese con una spesa di 9 miliardi di euro in bar e ristoranti nel 2016. Dati che fanno gola anche all’hotellerie, oggi sempre più attrezzata per accogliere gastronauti esigenti e raffinati, che non sono solo gli ospiti dell’hotel. A brillare nel firmamento odierno della ristorazione alberghiera italiana sono tanti nomi dell’hotellerie di catena ma anche di hotel individuali che hanno fatto della cucina un tratto distintivo della loro filosofia di accoglienza e del loro successo. Un esempio tra tutti è Villa Crespi, la cui cucina è affidata alla grande regia di Antonino Cannavacciuolo, chef tra i più quotati del momento. 143
UN GEMELLAGGIO
TURISMO & CUCINA CHE PIACE E CHE RENDE
Cucina d’autore sul lago d’Orta
Lo chef Antonino Cannavacciuolo e sua moglie Cinzia Primatesta aprono le porte del Relais & Chateaux Villa Crespi e del Cannavacciuolo Cafè & Bistrot per la realizzazione di eventi privati ed aziendali dove presentano accoglienza e servizi di alto livello, in grado di regalare un esperienza indimenticabile
✒Ca.Mu. In alto, Villa Crespi nell’incantevole panorama del Lago d’Orta
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Incorniciato dal lago d’Orta e immerso in un enorme parco secolare a poche centinaia di metri dall’acqua e dal Sacro Monte patrimonio dell’UNESCO, il Relais & Chateaux Villa Crespi, è una magnifica Maison in stile moresco di sei camere, otto suites e una esclusiva suite dedicata al benessere. Dal 1999 la dimora è gestita dallo chef Antonino Cannavacciuolo e
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dalla moglie Cinzia Primatesta, che hanno avuto tra gli altri, il piacere di portare il Ristorante Villa Crespi al riconoscimento di due stelle Michelin. Lo Chef nella sua filosofia di cucina si propone con portate innovative che giocano ad abbinare piatti della tradizione campana (sua terra d’origine) ai sapori piemontesi.
TURISMO & CUCINA
della giornata. Mantenendo gli alti standard di qualità che contraddistinguono Cannavacciuolo il locale propone anche servizio di asporto dedicato. In primavera, il Cannavacciuolo Bistrot aprirà una nuova sede nel cuore di Torino.
Lo Chef Antonino Cannavacciuolo all’interno del Cannavacciuolo Café & Bistrot di Novara (crediti FTFOTO)
Antonino Cannavacciuolo: un grande amore nato in famiglia Per lo chef Cannavacciuolo sono l’accoglienza e il calore i tratti distintivi della grande ristorazione alberghiera made in Italy. «Oggi, come ieri», racconta lo chef, «la ristorazione, ha per il nostro paese un ruolo fondamentale ed esprime la passione italiana per il cibo, l’ospitalità e la cultura. Le stesse nuove tendenze sono un richiamo al nostro patrimonio: si ricercano sempre più materie prime di altissima qualità, legate agli antichi metodi di lavorazione». L’amore per la cucina accompagna Antonino fin dalla sua primissima infanzia. «Ho avuto la fortuna di crescere in un ambiente familiare dove il cibo era protagonista e scandiva i ritmi delle stagioni e delle festività», racconta, «ed è proprio ai piatti di quando ero bambino
Tavolo imperiale allestito per un evento privato nella Sala Rossa di Villa Crespi
Villa Crespi con la sua raffinata atmosfera mediorientale, le sfarzose sale da pranzo, ed i meravigliosi giardini è adatta ad ospitare eventi mettendo a disposizione un’offerta di servizi tailor made.
Un nuovo concept ristorativo Nel centro di Novara nella cornice dello storico Teatro Coccia, si trova il “Cannavacciuolo Cafè & Bistrot”, la nuova realtà gestita da Antonino e Cinzia con un concetto di ristorazione informale e alla portata di tutti dove lo stile dello Chef viene presentato in chiave Bistrot. I locali arredati in stile vintage si snodano tra spazi in e outdoor perfetti per trascorrere in modo conviviale ogni momento 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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ANDREA TORELLI
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Sopra, il bistrot al piano superiore del Cannavacciuolo Café & Bistrot di Novara. A destra, lo Chef Antonino Cannavacciuolo e la moglie Cinzia Primatesta. In basso, un interno del Cannavacciuolo Café & Bistrot di Novara (crediti FTFOTO)
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che associo i miei ricordi più cari, come la “Parmigiana di melanzane” di mia mamma, sinceramente la migliore che abbia mai mangiato, che rappresenta per me il ricordo del sapore di casa e della mia terra». A fare da mentore allo chef è stato, primo tra tutti, il padre, anche lui cuoco: «Mi ribadiva all’infinito che se avessi voluto intraprendere questa strada, avrei dovuto impegnarmi con serietà e prepararmi ad affrontare tantissimi ostacoli. La mia famiglia inizialmente non era convinta della mia scelta ma, alla fine, vedendomi tanto determinato, si è arresa». Ed è proprio la grande determinazione a non risparmiarsi mai il segreto del successo della cucina di Cannavacciuolo. «Ho sempre dato il massimo per ottenere nuovi risultati e andare oltre. Una filosofia di vita che continua a darmi forza e ad accompagnarmi nella quotidianità». Certo, poi, oltre l’impegno e la bravura, a favorire il successo di un chef c’è anche la popolarità mediatica. Mai come oggi, infatti, gli chef hanno raggiunto lo status di celebrity, al pari delle star dello spetta-
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colo. «Un fenomeno che», dice Antonino Cannavacciuolo, «ha il doppio merito di avere avvicinato il grande pubblico alla cultura del cibo di qualità e di aver investito gli chef del ruolo di “ambasciatori” della buona cucina». «Ma – avverte Cannavacciuolo – è bene sempre distinguere tra il ruolo televisivo e la quotidianità del lavoro in cucina. Inizialmente, avevo parecchi dubbi ad apparire in tv, tuttavia ho voluto provare e, sinceramente, sono davvero contento di aver affrontato anche questa nuova sfida, che come ogni esperienza, mi ha insegnato tanto e dato la fortuna di conoscere persone fantastiche. Lavorare in tv con altri chef è stata anche l’occasione di fare squadra e crescere insieme in armonia, in un confronto frizzante dove, insieme al duro lavoro, non sono mancati i momenti di svago». Insomma, ad Antonino Cannavacciuolo, la cucina ha regalato grandi soddisfazioni e grandi emozioni, «la mia fortuna è che faccio ciò che più amo, in serenità. Certo, talvolta sono costretto a sacrificare il tempo in famiglia, ma cerco di fare del mio meglio perché ciò accada il meno possibile». Alla domanda “il personaggio famoso che più ha avuto piacere di invitare al suo tavolo?” Cannavacciuolo non ha dubbi: «Da grande tifoso del Napoli ho avuto l’onore, un paio di anni fa, di avere ospite a Villa Crespi Maradona e, per me è stato come se si avverasse un sogno. Cucinare per il mio idolo piatti a base di pesce è stata una gioia indescrivibile. Mi sentivo come un bambino quando scarta i regali di Natale». ■
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Engagement
Strumento strategico ancora poco utilizzato in Europa In Italia e, più in generale, in Europa, i dipendenti delle aziende faticano ancora a sentirsi coinvolti, dichiarandosi poco contenti della loro situazione lavorativa ed estranei alla cultura aziendale. Solo i manager sembrano più soddisfatti dei riconoscimenti avuti e delle prospettive future
✒Gaia Fiertler
C
Tra i passi per aumentare il livello di engagement c’è la digitalizzazione del processo di sviluppo, per esempio creando una esperienza di onboarding guidata dalle tecnologie, in modo che il neoassunto possa allinearsi al business in modo soddisfacente e intuitivo
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Continuano le indagini sul livello di coinvolgimento dei dipendenti nelle aziende, il cosiddetto “engagement”, e sono sempre più sofisticate e approfondite, ma le aziende sembrano fare orecchio da mercante. Restano basse motivazione al lavoro e fiducia nei propri capi e nelle prospettive di carriera, come pure la disponibilità a farsi in quattro, a fare propria la strategia e a sentirsi parte della cultura aziendale. Prevalgono invece diffidenza e rassegnazione, quando si smette di sperare di andarsene. In Europa la situazione è più grave che in altre aree del mondo e lo è di più fra i non manager, professional, tecnici, impiegati un po’ abbandonati a se stes-
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si e alla propria auto-motivazione, che non tra i manager. I capi infatti sembrano più soddisfatti del loro posto di lavoro, degli strumenti a disposizione, dei riconoscimenti avuti e delle prospettive future. Sono queste le evidenze più marcate emerse dalla ultima ricerca di Oracle, “From theory to action. A practical look at what really drives employee engagement”, svolta in 20 Paesi con 4.706 interviste in aziende con oltre 250 dipendenti.
I sette fattori La ricerca è molto accurata, perché oltre a confrontare le varie aree del mondo e le differenze tra i livelli organizzativi, analizza da vicino sette fattori che, collegati fra
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loro, agiscono sull’engagement. Questi sono la Leadership, la Performance, il Talent Management e Development, la Role Effectiveness, il Reward, la Culture and Values e la Digital Employee Experience. I fattori a impatto diretto sull’engagement sono solo tre: il ruolo che si ricopre, il sistema di retribuzione e lo sviluppo professionale, ma ciascuno è collegato agli altri quattro che sono, quindi, altrettanto critici. Per esempio, componenti soft come i valori e la cultura aziendale stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nella valutazione che i dipendenti danno del proprio posto di lavoro. «La retribuzione sarà sempre un elemento di motivazione per i dipendenti di qualsiasi livello, ma la forza lavoro oggi assegna un grande valore anche alla cultura aziendale», commenta Melanie Hache-Barrois, HCM Strategy Director di Oracle per il Sud Europa. «Le persone vogliono sentire di giocare un ruolo significativo nel successo della loro azienda. Le idee innovative nascono a tutti i livelli di gerarchia e stipendio, ma le aziende rischiano di disperdere contributi di valore se non danno a tutto lo staff l’opportunità di mettere in luce i propri talenti».
Come innalzare la motivazione Oracle suggerisce una serie di interventi per cercare di innalzare il livello di moti-
vazione e coinvolgimento dei dipendenti. Neanche uno su due, per esempio, il 47%, ritiene che i propri capi siano visibili e disponibili (58% manager, 36% non manager) e sostiene di ricevere il riconoscimento per un lavoro ben fatto (57% manager, 37,5% non manager) e scende a 44% la percentuale di chi ha fiducia nella leadership della propria azienda. Cosa fare allora per ribaltare questi numeri? Oracle suggerisce di stare più in contatto diretto con i propri collaboratori e di rendersi più “visibili”, anche attraverso i tool digitali (messaggistica istantanea, videoconferenze, app collaborative). Quindi portare attenzione e riconoscimento al contributo di ciascuno, essere un esempio di comunicazione aperta e seguire anche i neoassunti nella fase delicata dell’onboarding. La prima impressione è quella che conta sia per il datore di lavoro sia per le new entry. Circa le performance, poi, il 46% dice di essere regolarmente valutato (56% manager, 35% non manager), il 54% ritiene equo l’ultimo performance review (61% manager, 48% non manager) e solo il 36% dice che la valutazione delle proprie performance comprende anche il punto di vista dei pari (47,5% manager, 25,2% non manager). Come cambiare le cose? Una via è quella di tenere sempre aperto il canale del feedback e della valutazione per finalizzare gli obiettivi di breve termine. Non è più pensabile fare il punto della situazione solo una volta all’anno, per esempio. Gli strumenti ci sono per una valutazione continua, nel tempo, in chiave collaborativa. «Oggi abbiamo tutti gli strumenti, anche tecnologici, per creare opportunità di relazione, di coinvolgimento, percorsi che prevedano un feedback immediato, rendano personalizzabile la propria esperienza
La retribuzione sarà sempre un elemento di motivazione per i dipendenti di qualsiasi livello, ma la forza lavoro oggi assegna un grande valore anche alla cultura aziendale. In basso, Melanie HacheBarrois, HCM Strategy Director di Oracle per il Sud Europa
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sul lavoro», prosegue Melanie Hache-Barrois, «ma gli strumenti funzionano solo se sono dati davvero a tutti, mentre in diverse aziende solo uno strato della forza lavoro, quello più alto, ha davvero tutti gli strumenti per accedere alle opportunità. Questo crea una frattura interna in cui si pensa di essere in grado di coinvolgere i dipendenti, ma in realtà i progetti non funzionano bene perché non sono state costruite le basi di valore comune, accessibili e condivisibili da tutti, a prescindere dal ruolo. È anche una eredità della cultura tradizionale che aveva un approccio “top down” e che oggi non è più adatta al modo in cui viviamo, compreso il lavoro. Le figure tecniche, gli operativi, oggi hanno una posizione che li mette in condizione di avere un impatto più forte che in passato ma, nella logica tradizionale, questo cambiamento non viene preso sufficientemente in considerazione nel costruire i processi di engagement. Rispetto ai livelli “più bassi”, per esempio, manca una capacità o una abitudine consolidata di comunicare al dipendente il valore del suo contributo, che è uno strumento importante di engagement».
La situazione in Europa E in Europa si accentua la differenza di soddisfazione tra chi non è manager e chi lo è. Solo uno su quattro ritiene di seguire un percorso di apprendimento legato al proprio piano di sviluppo, contro il 60% dei manager e solo il 31% dice di aver avuto un confronto sul proprio percorso di carriera nell’ultimo anno, contro il 70% dei senior e direttori. Come leggere questa scarsa attenzione delle aziende europee ai propri collaboratori? «Nella vecchia Europa dove il valore dell’individuo, delle sue passioni, della sua ricerca di senso ha trovato nei secoli molteplici e alte espressioni, si permette alle aziende di continuare a portare avanti un pensiero dominante, e dunque una modalità di funzionamento, che collega poco l’engagement delle persone alla performance aziendale», spiega Marina Capizzi, partner di Gso Company, società di consulenza nell’ambito delle risorse umane e autrice de “Il salto di qualità dei numero uno” (Gruppo24Ore, Milano 2013), «Non considerare questo collegamento significa non assumere quale punto foca-
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CARRIERA ADDIO La prospettiva di carriera è sempre un elemento chiave nella preferenza di un’azienda a un’altra e nella scelta di restarci a lungo, eppure i datori di lavoro non sembrano prenderla troppo sul serio come elemento di attraction e retention. Solo per il 38% dei 31.000 intervistati del Global Workforce Study 2016 di Willis Towers Watson, la propria azienda offre adeguate opportunità di crescita, mentre il 44% pensa di doversene andare per sperare di far carriera. Opposta la visione dei responsabili aziendali: il 69% ritiene di essere efficace nel dare possibilità di carriera, mentre il 46% dice che sta migliorando rispetto all’anno prima. Secondo Edoardo Cesarini (foto), managing director di Willis Towers Watson Italia, «le aziende hanno una visione più ottimistica più per fattori economici favorevoli che non per efficaci prassi manageriali. Vista l’alta percentuale di dipendenti non soddisfatti, infatti, c’è un chiaro disallineamento tra i due punti di vista». Nell’area Emea, in particolare, è basso anche il livello di engagement: su 11mila intervistati solo un terzo ha un alto livello di motivazione. E se la senior leadership viene indicata come un top driver, meno della metà ha però fiducia nei propri capi (42%). Così, attrarre e tenersi stretti i talenti resta un nodo critico, come mostra anche il Global Talent Management and Rewards Survey sempre di Willis Towers Watson: su un campione di oltre 2.000 aziende nel mondo, di cui circa 430 in Emea, oltre un quinto sarebbe pronto a lasciare il posto di lavoro entro due anni. Elevata è infatti la difficoltà di retention: pari al 53% per i top performer, al 56% per i dipendenti con alto potenzia-
le la catena del valore tra mondo individuale (ciò che l’individuo può dare), mondo aziendale (ciò che le aziende possono generare in termini economici, di innovazione tecnologica e culturale) e contesto sociale». D’altronde, l’engagement è ormai riconosciuto come un fattore strategico che incide anche sulla produttività. Prosegue a tale proposito Melanie HacheBarrois: «L’esperienza e la durata nella propria posizione sono beni di valore, ma non sono più considerati i soli indicatori del potenziale di un dipendente e del valore che apporta all’azienda. I leader di alcune delle più grandi aziende oggi sono più giovani di molti dei loro dipendenti. Pertanto, il coinvolgimento dei lavoratori deve essere considerato un elemento centrale per tutti e non solo per il senior team. Bisogna coltivare il talento a tutti i livelli per garantirsi un successo nel lungo termine, e tocca ai responsabili delle risorse umane farsi avanti e assicurarsi che l’azienda abbia un approccio democratico alle opportunità di formazione e di sviluppo». Purtroppo i numeri restituiscono un quadro ben diverso. Riguardo alla gestio-
le e al 41% per quelli con competenze critiche. Infine, ben il 60% delle aziende ha difficoltà ad attrarre dipendenti con competenze critiche, che arriva al 62% per i top performer e al 63% per quelli ad alto potenziale. Commenta Cesarini: «Considerando l’attuale instabilità dell’ambiente lavorativo e l’influenza della tecnologia su ruoli e mercato del lavoro, per le aziende la necessità di attrarre e trattenere i migliori dipendenti non è mai stata così forte. Le nostre indagini evidenziano che i dipendenti ambiscono a lavorare in organizzazioni che offrano una retribuzione equa, sicurezza del posto di lavoro e opportunità di avanzamento di carriera. Sebbene le aziende generalmente comprendano queste priorità, tuttavia rimangono delle differenze di opinione in alcune aree chiave». E conclude: «Per fare attraction e retention dei talenti le aziende devono focalizzarsi sull’engagement dei dipendenti se vogliono raggiungere migliori risultati di business. A tale scopo la leadership, includendo supervisor, manager e senior executive, gioca un ruolo molto critico».
ne dei talenti e allo sviluppo professionale, per esempio, solo il 43% ritiene di essere aiutato a crescere in azienda (54% manager e 31% non manager); il 39% dice che vengono usati tool collaborativi di formazione in rete per favorire lo sviluppo (50% manager e 28% non manager) e per il 41% ci sono uguali opportunità di crescita (51% manager, 31% non manager). Le azioni suggerite per far crescere le persone internamente, che è uno dei principali driver di attraction e retention delle risorse, sono il potenziamento della mobilità interna attraverso la tecnologia e l’esperienza digitale che aiutano a individuare la presenza e assenza di competenze chiave e a far crescere le persone per colmare quei gap. Rendere disponibili le competenze presenti all’interno contribuisce infatti a cambiare ruolo più facilmente, arricchendo il bagaglio delle esperienze dei singoli e del know-how aziendale, oltre gli interessi dei singoli uffici. Si suggerisce inoltre di far sì che il raggiungimento dei risultati sia allineato allo sviluppo professionale delle persone e di incoraggiare l’apprendimento informale at-
Marina Capizzi, partner di Gso Company
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Per aumentare la motivazione in azienda è utile stare più in contatto diretto con i propri collaboratori e rendersi più “visibili”, anche attraverso i tool digitali (messaggistica istantanea, videoconferenze, app collaborative)
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traverso i nuovi strumenti, come YouTube e i contenuti creati dagli utenti.
Manca la correlazione tra la percezione del proprio contributo e il coinvolgimento in azienda La consapevolezza e soddisfazione crescono un po’ di più, con gap meno rilevanti tra capi e collaboratori, nell’efficacia del ruolo. Il 56% infatti si sente in grado di prendere decisioni autonome (67,8% manager, 45,5% non manager). Il 68% sa cosa si aspettano i capi da lui (73% manager, 62% non manager) e il 59% vede l’impatto del suo lavoro sul cliente finale (67,2% manager, 51,8% non manager). Tuttavia, l’inversione di tendenza è solo apparente, perché non c’è correlazione diretta tra il percepire l’efficacia del proprio lavoro e il sentirsi coinvolti in azienda. «Sapere di avere le competenze giuste», spiega Melanie Hache-Barrois, «ha a che fare con il valore che si dà a se stessi e che oggi si è sempre più attenti a proiettare all’esterno, penso a concetti come quello di personal branding. Anche chi sa di valere può pensare che l’azienda non ne sfrutti appieno il valore, e questo incide negativamente sul suo grado di coinvolgimento». Se si passa alla retribuzione, per esempio, il 41% dice di essere retribuito equamente e solo 36% ritiene di essere ricompensato in base ai risultati. I prossimi passi da fare sono quelli di collegare di più la retribuzione ai risultati e garantire l’equità dei premi; ripensare la politica di retribuzione, tenendo conto delle aspettative dei dipendenti; dare feedback più frequenti sull’andamento delle performance; usare tool per individuare i soggetti deboli e retribuirli adeguatamente e far comprendere chiaramente la politica retributiva aziendale.
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Quanto a cultura e valori, poi, solo il 38% dice che l’azienda sostiene cause condivisibili (49,4% manager, 27,5% non manager); il 36% dice che l’azienda lascia il tempo per azioni di volontariato (46,4% manager, 26,1% non manager); il 38% pensa che l’azienda sia interessata al benessere dei dipendenti e il 40% dice che l’azienda promuove forme di lavoro flessibile (52,8% dei manager e il 29,3% dei non manager). Azioni correttive per un maggior allineamento alla cultura aziendale potrebbero essere quelle di scegliere i collaboratori con valori allineati a quelli del business; favorire una cultura produttiva ma flessibile; sviluppare il welfare aziendale e incoraggiare occasioni di volontariato in cui si possano realizzare anche obiettivi personali. Infine, circa il settimo fattore, l’esperienza digitale, il 41% dice che il processo di onboarding prepara in modo efficiente al proprio successo e il 44% dice che l’azienda utilizza le tecnologie più recenti per poter avere risultati di business migliori (53,8% manager, 34% non manager). I suggerimenti a tal proposito sono di digitalizzare il processo di sviluppo, rendendo visibili le opportunità di crescita; creare una esperienza di onboarding guidata dalle tecnologie, in modo che il neoassunto possa allinearsi al business in modo soddisfacente e intuitivo; migliorare le previsioni con il supporto degli analytics, attraverso cruscotti aziendali; aumentare la mobilità interna attraverso job posting; trovare i talenti attraverso piattaforme social e stimolare i dipendenti, certo solo se soddisfatti, a diventare ambasciatori del brand attraverso gli stessi canali. «Sono ancora pochi i capi che aiutano i collaboratori a collocare la loro azione dentro la catena del valore», conclude Capizzi, «limitandosi al “cosa devi fare”, ma non ingaggiandole sul “perché”, sui benefici della loro azione sui risultati e non sfidandole abbastanza a usare la loro passione e le loro capacità per trovare il “come”. Eppure, qualcosa si muove. Sta infatti maturando, anche in Italia, la consapevolezza che il nuovo mondo richieda una modalità di funzionamento dell’impresa che trovi l’energia per competere nell’unione delle risorse più pregiate che le persone mettono in campo». ■
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Come creare un’impresa di successo partendo dalla fisica
L’invisibile fa parte del reale e lo influenza più del visibile. La fisica quantistica tra le persone dimostra infatti che viviamo in un mondo di energia e di vibrazione che muove la materia e indirizza le azioni e le relazioni tra persone. A seconda di come risuoniamo (pensiamo) creiamo un sistema di abbondanza o di scarsità. Teoria che, sostiene l’ingegnere Giovanni Vota, è applicabile anche al mondo del lavoro
✒Guia Cappelletti
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Se vuoi, puoi perché tutto dipende da te e se pensi positivo, il mondo ti sorriderà. Sembrano slogan new age della fine degli anni Novanta, eppure la fisica quantistica ha confermato le intuizioni di antiche tradizioni spirituali tornate di moda. Attraverso le equazioni di numerosi premi nobel del Novecento come l’italiano Carlo Rubbia, si dimostra infatti che l’invisibile esiste sotto forma di energia e vibrazione, che muovono le particelle visibili in una direzione o nell’altra in base alla loro frequenza secondo la legge di risonanza (frequenze uguali risuonano tra loro e si attraggono) e si dimostra che il reale è sempre e solo interpretabile, non conoscibile per se stesso perché sempre relativo a un qualche punto di osservazione. La com-
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prensione di queste scoperte ha effetti inimmaginabili, a prima vista, sulla vita delle persone e sull’espressione del potenziale umano. Per capirne di più abbiamo intervistato Giovanni Vota, ingegnere elettronico, che nel libro “L’azienda quantica. Come creare e gestire olisticamente un’impresa di successo” ci prende per mano e ci guida attraverso le potenzialità della nostra esistenza individuale, sociale e professionale. Com’è che siamo noi a costruire la nostra realtà e quindi anche il successo della nostra azienda? «Noi creiamo la realtà con i nostri pensieri, credenze ed emozioni, perché siamo fatti di onde elettromagnetiche che si attraggono e respingono a seconda della
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frequenza delle stesse. In pratica, siamo antenne che attirano e rimandano vibrazioni, sintonizzandosi sui diversi livelli di frequenza. Come ha dimostrato la fisica quantistica, ogni particella è un miliardesimo del campo energetico sottostante, quindi è solo una piccola parte delle possibili combinazioni dettate dal campo quantico (invisibile ma influente sulla realtà). Dipende quindi da come risuoniamo, se con frequenze alte di abbondanza, amore, gratitudine, o con frequenze basse di rabbia, paura e competizione, se costruiamo un sistema di abbondanza o di scarsità». Non è proprio intuitivo questo discorso su un nostro presunto potere creatore... ci sentiamo più spesso vittime delle sfavorevoli congiunture economiche. «In effetti è difficile comprenderlo con l’utilizzo esclusivo o preponderante del pensiero razionale della mente conscia, che riesce a registrare una minima parte dei dati-informazioni che il cervello limbico (subconscio e superconscio) processa in un secondo. Se, invece, si lasciano emergere le altre parti del cervello, allora è possibile avere un maggior potere creativo e creatore e incidere di più sulla realtà e sul mondo che si desidera realizzare. Alla fin fine, tra le antiche sapienze olistiche e la fisica quantistica, tra le intenzioni e gli effetti delle azioni, corre un filo sottile che tutto lega in una coerenza sorprendente e potenziante al tempo stesso». Per questo lei suggerisce a capi
azienda e collaboratori di avere sempre chiaro il tipo di motivazione che muove le loro decisioni e i loro comportamenti? «Sì, perché il fare di per sé è neutro, mentre dipende dall’energia sottostante la direzione che prenderà e le frequenze che attirerà. Per esempio, si possono provare emozioni di soddisfazione insieme con gli altri o contro gli altri. L’emozione sembra essere la stessa, ma l’intenzione da cui origina è opposta e anche gli effetti saranno ben diversi. Nel primo caso, si ha successo insieme agli altri e si crea un contesto di benessere diffuso; nel secondo caso invece la logica è quella secondo cui qualcuno vince e qualcuno perde, e quindi gli effetti saranno comunque di scarsità e paura. Avere coscienza delle proprie reali intenzioni richiede ascolto di sé, osservazione dei propri pensieri, emozioni e stati d’animo e aiuta chiedersi: “Che cosa voglio nella mia vita? Salute, successo, benessere economico?”. Allora la cosa migliore è augurare a tutti, fornitori, clienti, collaboratori, conoscenti e sconosciuti abbondanza e benessere. Per la legge di azione e reazione e per quella di risonanza, infatti, accade sempre ciò che si crede. Se si crede che qualcosa non funzioni non funzionerà. Se si crede che funzioni funzionerà, in ogni caso si avvererà ciò che si crede. Pensi alla crisi: in ogni periodo di crisi c’è chi fallisce e chi ha successo. La 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Essere consapevoli dell’influenza dei propri pensieri e motivazioni è un passo avanti per regolare meglio società e organizzazioni. Comprendere e iniziare a verificare che, in termini comuni, si raccoglie quello che si semina, è una buona cosa per essere leader capaci
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differenza sta nelle credenze. La crisi, come tutto, c’è se ci credi. Noi siamo cocreatori della nostra realtà». Come si spiega? «La fisica quantistica ha dimostrato che siamo vibrazione, onde elettromagnetiche che si muovono, vibrano a frequenze diverse, sintonizzandosi con le onde simili. Si confermano così le antiche sapienze secondo cui tutto è uno e interconnesso, gli uguali si attraggono e l’amore ha il potere di riportare tutto a sé, ad amore originario. In questa dimensione fisica che conferma l’antica spiritualità, ciò che conta è l’essere, non il fare. Quando ci allineiamo al puro amore interiore e lo lasciamo sorgere, questo ci nutre e si riversa nel mondo e nutre tutto ciò che è aperto a essere nutrito». È anche un tema di respons-abilità, l’abilità nel rispondere alle diverse situazioni scegliendo da che parte stare? «Sì, certo, noi siamo responsabili della realtà che creiamo. Dipende da noi se attingere alle vibrazioni e frequenze dell’abbondanza, della gratitudine e dell’amore, che sono le più alte, e quindi emettere onde che si sintonizzano su quella stessa
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frequenza e attirare nel nostro eco-sistema pienezza e abbondanza, o viceversa emettere frequenze basse di paura, sensi di colpa, rabbia e favorire eco-sistemi di scarsità. Noi siamo antenne che emettono segnali e ne ricevono altrettanti, coerenti con le nostre stesse emissioni». Questo dà anche molta forza e speranza... «Sì, il potenziale della vita è enorme se ci si sintonizza sulle frequenze giuste, ma finché si ascolta solo la parte razionale del cervello, quella delle onde beta collegate all’emisfero sinistro, al linguaggio e alla mente conscia che ha il limite di cogliere solo duemila dei 40mila dati al secondo che la mente riceve, è evidente che non attingiamo alla gran parte dell’energia disponibile nell’universo». Come connettersi allora all’energia che sta sotto ciò che si vede e si cataloga in modo binario, smettendo di interpretare, guidare e muovere tutto con una parte ridotta del cervello? «Le pratiche di meditazione, lo yoga, e la tecnica stessa che descrivo nel libro “Spiritual Quantum Coaching” attivano le onde del cervello che connettono con dimensioni più profonde rispetto alla sem-
RISORSA UOMO A SCUOLA DI LEADERSHIP SPIRITUALE
plice logica binaria, offrendo grandi possibilità creative. In particolare le onde alfa sono collegate all’emisfero destro, quello del pensiero per immagini e suoni, che favorisce le intuizioni, l’ispirazione, l’introspezione, il problem solving creativo. Attivando le onde alfa si è più concentrati, si apprende meglio e più in fretta e si riduce lo stress». E se si riesce ad attivare le onde theta e delta cosa succede? «Le onde theta aprono alla dimensione dell’energia e dell’informazione, facendoci accedere al subconscio e superconscio in modo consapevole. Si può vivere nell’amore e nella gratitudine, trasformare paure e sensi di colpa (che sono nel subconscio e possiamo cambiare modificando la percezione della realtà) e sperimentare insieme la dimensione fisica e quella energetica e spirituale. Siamo nel campo delle Medicine energetiche spirituali e delle pratiche spirituali. In particolare, con le onde delta siamo in connessione con il campo quantico dell’amore, gratitudine e intelligenza infinita (superconscio)». Non è chiedere troppo a persone comuni che vorrebbero solo fare il proprio lavoro, senza troppo stress e pressioni continue, il dedicarsi a queste pratiche ascetiche? «Già essere consapevoli dell’influenza dei propri pensieri e motivazioni sarebbe un gran passo avanti per regolare meglio società e organizzazioni. Comprendere e iniziare a verificare che, in termini comuni, si raccoglie quello che si semina, sarebbe una buona cosa per essere leader capaci. Se i piani aziendali e i contratti sono mossi solo dalla paura non si creerà prosperità, se invece si inizia a ragionare in un logica “win-win” sarà più facile creare mercati collaborativi soddisfacenti per tutti. Le faccio un esempio: l’open source nell’informatica è stata una scelta precisa di Sun Microsystems negli anni ’90, quando il gruppo americano per cui lavoravo scelse di mettere a disposizione del mercato il linguaggio che aveva inventato, Java. Avrebbe potuto venderlo, invece lo mise a disposizione di tutti, favorendo così lo sviluppo di altri operatori, ma traendone vantaggio esso stesso per l’effetto volano innescato. Un altro caso è quello di mettere a disposizione degli altri i propri talenti e unicità, dando priorità al
Nove lezioni in nove mesi per prendere coscienza del proprio potenziale in azienda attraverso esercizi di mindfulness e yoga e lezioni sulla fisica quantistica, le neuroscienze e la relazione con l’apprendimento e le decisioni. Beyond International, società di executive search, coaching e formazione, ha messo a punto un percorso di leadership spirituale, di carattere olistico, proprio per aiutare i capi a connettersi con il senso, il “why” del proprio esistere e del proprio lavoro e guidare con rinnovata energia, fiducia, motivazione e padronanza di sé i propri collaboratori. Da una ricerca su 380 candidati manager è infatti emerso che, nonostante la stragrande maggioranza abbia partecipato a corsi di leadership, alla fine si sente lo stesso improduttiva e stressata, tendendo a complicare i problemi e a non agire, facendo fatica a staccare nel tempo libero e sentendosi in colpa se spegne il telefonino. Più profondamente, prova mancanza di senso e un bisogno di nutrimento. Come uscire allora da questa empasse? Luisa Bagnoli, ceo di Beyond International, tenta una strada diversa: «Le vecchie teorie di management non rispondono più ai nuovi bisogni di decifrare, decidere e pianificare nell’incertezza continua. Oggi il solo fare non basta più, bisogna passare all’essere, ma se si è e non si fa non succede nulla, quindi come integrare i due piani di realtà finora separati? Voglio portare conoscenza sull’energia che muove la materia e indirizza le azioni e le relazioni tra persone, colleghi, clienti e fornitori, competitor. Se le nostre intenzioni verso il mercato, i competitor, i nostri clienti e fornitori si muovono in una logica positiva e costruttiva “win-win”, dove ci sia abbondanza e benessere per tutti, detto in termini più sottili se sono mossa da gratitudine e amore, anche le risposte dell’ambiente saranno di abbondanza e benessere per tutti. Ma viviamo in una epoca dove si preferisce far prevalere il senso di scarsità e quindi di paura di non farcela, di fallire, di non essere pagati e quindi non si paga per primi, non si investe sulle persone e non se ne riconosce il valore e il contributo; dove alla fine la concorrenza è vissuta in modo distruttivo e non costruttivo. Che la cooperazione e la collaborazione portino a risultati di business migliori è dimostrato da tante survey aziendali ed economiche, eppure si continua a coltivare paura e diffidenza. Bisogna fare un profondo cambio culturale e oggi abbiamo anche la conferma della scienza che la visione collaborativa e cooperativa è quella che risolleverà questo mondo allo sbando». servizio e non ai soldi. In tal caso i soldi arriveranno di conseguenza, se invece sono al centro del nostro interesse sarà più difficile prosperare, perché l’intenzione sarà limitata a noi e quindi restrittiva, non moltiplicherà il benessere. Inoltre, quando si inizia a meditare si sta meglio, si recuperano energie e ci si apre a nuove possibilità, accadono cose nuove, inaspettate, oltre ogni aspettativa. Non è una cosa difficile da fare, si tratta solo di ■ creare nuove abitudini». 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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LA PAROLA AL FORMATORE
a cura di Paolo Mazzaglia di Otherwise srl pmz@otherwise.it
Lo strano matrimonio tra il design thinking e i meeting strategici
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I meeting sono una noia colossale e un tormento in azienda. Da una parte le cattive abitudini degli italiani (che riescono ad arrivare in ritardo anche ad un meeting per parlare di come migliorare la puntualità dei meeting) e che non smettono di scrivere e mail e messaggi dicendo “parlate parlate tanto io vi ascolto” (non funziona in generale e, come le donne ben sanno, tanto meno se chi lo dice è un maschio che due cose assieme proprio non sa fare). Dall’altra la pessima organizzazione degli stessi: obiettivi poco chia-
tempo e la voglia di scrivere e mail durante il meeting i problemi sono fondamentalmente due: da una parte non gli interessa quello che si sta dicendo (e quindi cosa ci fa li?), dall’altra non è coinvolto fattivamente (e quindi cosa ci fa li?). Sono entrambi problemi di design del meeting stesso. Ormai non basta più infatti arraffazzonare un’agenda e un po’ di colleghi per discutere e parlare attorno al tavolo. A maggior ragione quando la posta in gioco è alta. La nuova virtuosa tendenza colta da chi è più avanti è quella di trattare
ri, invitati che son li solo perché “fa brutto non invitarli” e via dicendo. Tutti li patiscono, tutti si lamentano ma si fa poco a riguardo. Come mai? Il peccato è “originale”. Prima infatti di mettere alla berlina i cattivi comportamenti delle persone bisogna pensare al contesto, all’ambiente, alla dinamica di meeting e workshop. Se un partecipante ha il
un meeting come un mini evento, che va disegnato in tutte le sue parti. In sostanza bisogna chiarire molto bene: – qual è l’obiettivo finale del meeting e quali sono i sotto obiettivi che ci consentiranno di raggiungerli – in quale “modalità” di meeting siamo (noi ne identifichiamo sei
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di base che “montate” tra loro coprono ogni tipo di bisogno) – come “accendere” il fuoco ed ingaggiare, motivare, ispirare, informare dinamicamente i partecipanti – come alternare le fasi divergenti e le fasi convergenti tipiche del “design thinking” – quali strumenti operativi (preferibilmente visuali) usare per condurre le singole fasi del meeting in modo operativo e collaborativo – chi invitare e in quale momento del meeting farlo intervenire. Infine, soprattutto se parliamo di meeting o workshop strategici, la qualità della sala è particolarmente importante. Lo spazio esterno si riflette sullo spazio mentale delle persone, ed è difficile chiedere di essere “illuminati” da idee creative in uno spazio stretto e buio. Serve luce quindi, e spazio a sufficienza per svolgere i lavori operativi di cui un buon meeting dovrebbe essere ricco. Se poi il meeting è in formato “visual collaboration” avere pareti o metaplan a disposizione per affiggere gli strumenti visuali, oltre che ad una buona proiezione ed un buon impianto audio, diventa fondamentale. Purtroppo una mentalità vecchia porta a non occuparsi dei meeting in questo modo (“è lavoro, non deve essere piacevole per forza no?”) e vengono trascurate sia la preparazione, sia gli strumenti, sia la location. Resta solo come spesso accade la voglia di lamentarsi. Peccato, perché oggi non ci sono più scuse ed esistono sia le location sia le metodologie per creare in poche semplici mosse meeting concreti e di grande coinvolgimento. Forse il blocco è mentale, forse sembra più complicato e costoso di quello che è nella realtà (quanto costano però ad una azienda le ore di lavoro sprecate in meeting improduttivi?). In ogni caso torna facilmente alla memoria il vecchio detto: “l’essenza della follia è fare le stesse cose allo stesso modo e sperare in un risultato diverso”. ■
a cura di Leonardo Frontani edu@leonardofrontani.com
UNA METAFORA PER CRESCERE
Nel mondo dei robot
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Ned Ludd entra di notte nell’edificio, ha con se un piccone ed una piccola lampada ad olio. Senza esitare, guidato dalla sua rabbia, si dirige a passo veloce alla demoniaca struttura che il suo padrone ha acquistato per tessere la lana delle colonie. Scarica su essa tutta la sua convinzione che quella mostruosità sarebbe stata l’inizio della fine. La colpisce con violenza, la frantuma ed infine la brucia. Questo accadeva nel 1779 dando vita al movimento definito luddismo, orientato a distruggere le nuove macchine industriali per salvare il lavoro e la vita dell’uomo. I luddisti hanno pienamente fallito. La seduzione delle macchine e della tecnologia è stata evidentemente troppo forte. Abbiamo tutti sempre pensato al miracolo di costruire qualcosa che sia capace di sostituire l’uomo con efficienza e resistenza e addirittura sia capace di fare ciò che nessun uo-
mo può riuscire a fare da solo: Il sogno umano di essere uguale a Dio e riuscire a creare vita con tutte le sue funzioni, trova espressione in tutte le scienze applicate dalla medicina alla fisica. Dall’addomesticamento del fuoco ai viaggi spaziali ne abbiamo fatta di strada in circa 40.000 anni; infatti la nostra intelligenza migliore è quella che ci insegna ad imparare. Negli ultimi 15 anni si sono raggiunte conoscenze in quantità ed importanza equivalenti a quelle degli ultimi 150 e in questi il peso della conoscenza è stato il medesimo degli ultimi 1500. Ora accelereremo ancora, perché a pensare non saranno solo gli umani, ma anche le macchine con la loro capacità incredibile di calcolo ed anche i primi esempi di intelligenza artificiale. A tutti è evidente come la tecnologia abbia portato cambiamenti fondamentali nella società umana. Se tornassimo al livello di
Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. (Isaac Asimov, prima legge dei robot)
sviluppo tecnologico del 1984, nessuno sarebbe in grado di fare le stesse cose che fa oggi in termini di velocità e quantità. Come sarebbe un mondo senza personal computer, senza web, senza telefonia mobile ? Non credo si riesca facilmente ad immaginarlo. Siamo alle porte dell’era dei robot. Fin dagli anni 50 alcuni scrittori futurologi, hanno cominciato a raccontare di un mondo servito dai robot umanoidi. Siamo stati affascinati e spaventati dalla cinematografia e dalla letteratura che ci prospettavano una civiltà umana convivente con dei servi accondiscendenti e specializzati, in grado di sostituirci, supportarci, proteggerci, ma incapaci di amarci. Quel mondo è qui e credo che in pochi si rendano conto di quanto siamo vicini alla creazione d’intelligenza e di qualcosa che assomigli alla coscienza. L’industria, con la rivoluzione 4.0 si prepara a completare la digitalizzazione dei processi ad ogni livello e ove possibile ad inserire macchine “pensanti” nelle funzioni produttive. Questo, sebbene molti lo neghino, significherà che molti uomini non serviranno più. I teorici dell’intelligenza artificiale si sbracciano nel dirci che a quegli uomini saranno aperte nuove professioni e a tutti sarà possibile lavorare di meno grazie a questa rivoluzione. Io personalmente non ci credo. Il mio lavoro nelle aziende, con certi imprenditori, mi mostra ogni giorno che se si può fare a meno di qualcuno non si esita a prendere questa decisione. Staremo a vedere, non possiamo fermare questa storia. Sulle emozioni di queste macchine stiamo ancora lavorando e pare che per il momento non ci siano grandi progressi... fortunatamente. Non vorrei svegliarmi una mattina ed essere avvelenato dalla mia unità di produzione alimentare C2360F, perché ha saputo dalla mia auto, totalmente intelligente, che sono stato in un concessionario per sostituirla con una di nuova generazione. ■ 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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FINANCE CONFIDENTIAL
a cura di Andrea G. Moscatelli mag2063@yahoo.it
Biotecnologie innovative:
un comparto in forte sviluppo
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Affrontare il tema delle biotecnologie è piuttosto complicato in considerazione delle molteplici conoscenze scientifiche necessarie e per il vastissimo campo di applicazione, cui la definizione fa riferimento. Per restringere il campo alle cosiddette biotecnologie innovative, si fa riferimento a un evento occorso circa venti anni fa ossia alla tecnologia del Dna ricombinante scaturita dall’impiego di strumenti tecnologici applicati alle conoscenze della biologia molecolare resa possibile dalla mappatura del Dna. A partire da questo momento lo studio dell’ingegneria genetica, la sua sperimentazione e le conseguenti applicazioni, ha riguardato settori differenti, tra i principali la ricerca di nuovi strumenti diagnostici e farmaci per la salute umana e la manipolazione del patrimonio genetico nelle coltivazioni, per creare raccolti con caratteristiche nutrizionali e di resistenza agli attacchi esterni più efficaci rispetto ai metodi tradizionali, innescando inevitabilmente dibattiti tra sostenitori e detrattori. Tralasciando di addentrarsi nel campo scivoloso delle polemiche sulle possibili implicazioni dell’ingegneria genetica in alcuni settori produttivi, è indubbio osservare come il settore delle biotecnologie innovative negli ultimi decenni sia in costante crescita per numero di soggetti che intraprendono nuove iniziative e per capitali investiti, attratti dalle nuove opportunità di remunerazione. Relativamente a quest’ambito, è necessario sottolineare come, per sviluppare servizi o prodotti partendo dall’ingegneria genetica, siano necessari rilevanti investimenti a fronte d’idee che potrebbero avere periodi di sviluppo lunghi senza la certezza di un risul-
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tato e quindi in termini finanziari, operazioni per chi finanzia ad alto rischio, anche se ad alto rendimento qualora il processo di realizzazione e di sperimentazione terminasse con un successo. Con riferimento alle applicazioni in campo medico dell’ingegneria genetica, sembra ci sia una condivisione di vedute sulla loro importanza e sulla loro necessità per aggredire alcune patologie che non erano aggredibili efficacemente con i trattamenti tradizionali e ciò ha determinato nel settore finanziario storie di successo e un ap-
proccio positivo per le nuove iniziative che si affacciano sul mercato. Va da sé che in questi ambiti, oltre agli investimenti necessari e ai tempi di sviluppo gli operatori devono tener conto che i trattamenti devono sottostare a rigidi controlli sperimentali che mediamente durano dai dieci ai dodici anni, lasciando i finanziatori per lungo tempo in attesa di poter ricevere i frutti del proprio capitale a rischio. Proprio per queste motivazioni il settore pubblico è coinvolto solo marginalmente nello sviluppo di biotecnologie mentre, in considerazione del-
FINANCE CONFIDENTIAL
l’alto rischio dell’investimento le iniziative sono supportate principalmente dai soggetti che cercano iniziative del genere che possano generare importanti rendimenti quali i fondi di Private equity. Le storie di successo sono numerose, tra queste si può citare la Genentech, fondata nel 1976 che ha studiato e realizzato quale primo prodotto nel 1982 la sintetizzazione dell’insulina umana per la cura del diabete e che da quel successo ne ha inanellati diversi sino ad essere acquistata nel 2009 dal gruppo svizzero Hoffman-La Roche, pare per un importo intorno ai 46 miliardi di dollari. A sottolineare quanto il settore sia dinamico, recenti studi di società specializzate nel seguire queste transazioni indicano valutazioni con moltiplicatori sugli utili intorno al venti, in altre parole, le
società biotech vengono cedute a soggetti che sono disposti a pagare un prezzo corrispondente all’utile dell’ultimo anno, moltiplicato per i venti anni successivi. Anche chi decide di rimanere sul mercato con i propri mezzi ricorrendo alla quotazione mostra valutazioni di tutto rilievo come ad esempio la Amgen Inc. che produce farmaci quali inibitori di necrosi tumorale e agenti stimolanti per la produzione di globuli rossi e che vede una valutazione (con riferimento ad inizio gennaio 2017) di complessivi 118 miliardi di dollari con un rendimento su base annua del 2,9%. Analizzando i colossi del comparto, si registrano altre storie di successo quali la Gilead Science, società impegnata nello sviluppo e commercializzazione di terapie innovative e che ha focalizzato la sua ricerca in aree terapeutiche quali malattie ematiche, epatiche e infettive come HIV. Il campo d’intervento riguardante la salute umana è molto vasto e la ricerca attraverso la genetica consente di approcciarsi ai problemi sino ad ora irrisolti considerando lo studio di nuove soluzioni; è certamente un processo lungo e dispendioso in termini di tempo e risorse, e probabilmente riguardo ad alcune patologie i beneficiari delle nuove sperimentazioni potrebbero essere persone differenti rispetto a chi oggi è il paziente cui ci si rivolge per lo studio, tuttavia è la frontiera verso la quale c’è un notevole interesse collettivo. Per quanto riguarda il consumatore, non sono tutte rose e fiori, poiché la biotecnologia innovativa innesta una riflessione etica sul costo di questi farmaci sul mercato. Come abbiamo visto, le società private per sostenere i lunghi anni di sviluppo senza conseguire ricavi si sono inevitabilmente indebitate e devono restituire i finanziamenti oltre ad iniziare a remunerare gli azionisti che per decenni hanno lasciato infruttiferi e con alto rischio
il capitale. Va da sé che i prodotti non siano a buon mercato, almeno nei primi anni di commercializzazione, sempre che i governi dei Paesi illuminati, non facciano opportune convenzioni per poter acquistare loro i farmaci ed i trattamenti da destinare a prezzi calmierati alla popolazione. A riguardo si deve anche sottolineare come alcuni brevetti esclusivi, stiano per scadere con la conseguente possibilità di iniziare la produzione dei cosiddetti farmaci generici a costi ci si immagina decisamente inferiori, e che in ambito economico apre una nuovo mercato di sviluppo. E in Italia come siamo posizionati? Prendendo spunto da un interessante articolo apparso su “La Repubblica” nel maggio dello scorso anno, il comparto delle Biotecnologie varrebbe 9,4 miliardi di euro circa e ricomprende circa 500 imprese che impiegano circa 9.200 addetti di cui il 53% opera nel settore della salute umana. In Lombardia sono attestate circa il 30% delle imprese che però producono il 51% del fatturato (dati ripresi dalla Assobiotec di Federchimica). In perfetta sintonia con la matrice del nostro sistema economico, le imprese operanti nel settore sono per lo più di piccola dimensione, tuttavia questa frammentazione consente stimoli interni di crescita per impulso dei suoi principali attori superiori alle società di grandi dimensioni, tali da consentire una previsione di crescita del fatturato per il 2017 e 2018 di oltre il 10%. In un portafoglio d’investimento diversificato, che abbia una visione temporale a medio periodo, sarebbe consigliabile valutare l’ipotesi di allocare una parte destinato ad impieghi ad alto rischio, in un prodotto quale, ad esempio, un fondo di investimento dedicato alle società del settore biotecnologico e farmaceutico rivolto all’innovazione, un settore previsto in crescita parallelamente all’aumento nel mondo, del potere di acquisto da parte delle nuove “classi medie”. ■ 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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IL PARERE DEL LEGALE
a cura dell’avvocato Roberta Borghini
Scale insidiose in albergo
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Non appena un cliente mette piede in hotel, sorge in capo all’albergatore un vero e proprio “dovere di protezione” nei confronti della sua persona. Il motivo è facilmente intuibile: quando soggiorna nei locali di un albergo, il cliente si affida completamente all’organizzazione della struttura ricettiva, dalla quale dipendono in toto la sua incolumità, la sua salute e persino il suo relax. Se è vero che il dovere di protezione non rappresenta una prestazione in senso proprio, come tale esigibile dal gestore (ad esempio, reclamando la sostituzione di una serratura insicura), è altrettanto vero che, se patisce dei danni a causa delle dotazioni della struttura o delle camere, il cliente avrà diritto al risarcimento degli stessi. La giurisprudenza si è occupata a vario titolo della questione, con esiti contrastanti, ma con un “filo rosso” che percorre tutte le pronunce: in altre parole, tutte le decisioni sulla responsabilità dell’albergatore si inquadrano nella responsabilità da custodia prevista dall’art. 2051 c.c., con la conseguenza che, ai fini della sua configurabilità, è sufficiente che il dan-
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neggiato fornisca la prova della sussistenza del nesso causale tra la cosa che ha provocato l’incidente e l’evento dannoso, mentre l’albergatore, per andare esente da responsabilità, dovrà provare il caso fortuito. In questo senso “il danno occorso al cliente di una pensione, a seguito del distacco del lavandino dalla parete, deve essere risarcito in virtù dell’accertamento del nesso causale, poiché l’evento rientra nelle conseguenze normali del fatto, e della colpa, essendo stato il danno arrecato dalla cosa” (Trib. Roma, sez. XIII, 14 febbraio 2007). Sugli stessi pre-
supposti, è stato riconosciuto dalla Corte d’Appello di Napoli il risarcimento dei danni subiti da una turista inciampata nella soglia di marmo della scala che accede dall’area esterna al piano seminterrato di un albergo di Torre del Greco: “A nulla rileva che la soglia non fosse rotta, posto che il fatto che fosse rialzata di circa un dito e mezzo rispetto alla rimanente superficie, non trova spiegazione nelle normali tecniche di costruzione e costituisce una vera e propria insidia soprattutto per le persone anziane che utilizzano la struttura alberghiera per rilassarsi, legittimamente confidando nel fatto che essa non nasconda particolari pericoli” (sentenza dell’11 dicembre 2000). Altrettanto insidiose sono state considerate le scale esterne di un albergo di Pantelleria, costituenti il passaggio obbligato dal ristorante alle camere, prive di corrimano e protezioni antiscivolo; ad avviso del giudice “quelle scale [...] appaiono realizzate in pietra unita con malta cementizia; [...] la loro forma irregolare ed il piano sconnesso, può costituire un pericolo per gli avventori della struttura; conseguentemente, considerato l’uso cui esse sono destinate [...], si deve ritenere sussistente in capo al proprietario l’obbligo di predisporre adeguate cautele e protezioni, nonostante i riferiti vincoli ambientali” (Giudice di Pace di Ottaviano, sentenza 17/3/2011). ■
La scala di collegamento tra i vari piani di una pensione veneziana è stata, invece, ritenuta innocua dalla Corte d’Appello di Venezia (“la scala presenta caratteristiche di assoluta normalità, per quanto riguarda l’ampiezza della pedata ed il livello di alzata”). In questo caso, la causa della caduta è stata attribuita al comportamento di un’arzilla turista che “all’epoca ultrasessantenne, aveva affrontato la discesa dalla scala con modalità imprevedibili per la loro sconsideratezza, cioè indossando scarpe con il tacco alto, recando sul volto una maschera di carnevale, che limitava la visibilità, e con entrambe le mani impegnate l’una dalla borsa e l’altra dalla sigaretta, donde l’impossibilità di avvalersi dell’appoggio al mancorrente della balaustra della scala (sentenza del 18 aprile 2008). Se volete rivolgere qualche domanda all’avvocato Roberta Borghini potete scrivere a: avv.borghini@alice.it
Immaginate un borgo medievale riflesso nelle acque del lago di un’isola fiabesca, un’accoglienza esclusiva, dove ogni dettaglio è arte in un ambiente raffinato con una cucina che appaga ed emoziona...
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Il Verdura Resort nel network delle European Tour Properties Il Verdura Resort si conferma come destinazione d’elite in Europa con l’inserimento nell’esclusivo network delle European Tour Properties. Il resort di lusso di Rocco Forte Hotels è la seconda location italiana di alto profilo a entrare nel prestigioso gruppo in veste di European Tour Destination, dopo il Marco Simone Golf & Country Club, dove si giocherà la Ryder Cup nel 2022. Inaugurato nel 2009 per volontà di Sir Rocco Forte, il resort è diventato in poco tempo un punto di riferimento tra le più esclusive destinazioni del continente legate al golf e al lifestyle e dal 18 al 21 maggio ospiterà il The Rocco Forte Open – Verdura, tappa italiana dell’European Tour, 5 anni dopo il Sicilian Open del 2012. Il resort si sviluppa su 230 ettari di tradizionale paesaggio siciliano, bagnato dalle acque turchesi del Mediterraneo e offre due spettacolari campi da golf da campionato a 18 buche – East Course e West Course – più un campo 9 buche par-3.
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«Entrare nel network esclusivo delle European Tour Properties», dice Sir Rocco Forte, «è un privilegio e identifica il Verdura Resort come una delle principali destinazioni di golf in Europa. I nostri campi a 18 buche, progettati da Kyle Phillips, regalano viste sconfinate sul Mediterraneo. Sui nostri campi si misurano i più prestigiosi nomi del golf europeo e l’ingresso in questo network esclusivo è un’ulteriore conferma degli enormi progressi fatti in questi anni dal Verdura». Oltre agli eccezionali campi da golf, a completare l’offerta ci sono ampi spazi per la pratica e un’eccellente Golf Academy che, nel nuovo anno, saranno ulteriormente sviluppati con l’installazione dell’ultimo Trackman launch monitor, le 3-D motion force plates e la tecnologia SAM PuttLab. Golf a parte, il resort è un Paradiso per gli sportivi con 6 campi da tennis in terra rossa e una palestra di 170 mq con attrezzature d’avanguardia. E per il relax è a disposizione la pluripremiata spa di 4.000 mq.
L’annuncio dell’ingresso nelle European Tour Properties fa seguito a 12 mesi in cui il Verdura è stato protagonista di una crescita importante, registrando i migliori risultati di sempre. Un successo che ha contribuito al raggiungimento di importanti riconoscimenti internazionali, come la nomina a “Golf Resort n.1 in Italia” nella recente classifica del magazine Golf World sui 100 migliori golf resort d’Europa. Info: www.roccofortehotels.com/ verdura-resort. Nella foto da sin. Sir Ricco Forte con Keith Pelley, Chief Executive of the European Golf Tour.
Global Award GTA 2016 al Savoy Roma Fabiana Gambardella e Julio Giacon hanno consegnato il premio “Global Award GTA 2016” al Savoy Roma, un riconoscimento della partnership tra uno dei più grandi global travel distributor, GTA, e uno dei più esclusivi hotel della capitale, Savoy Roma. Situato in un aristocratico palazzo di fine Ottocento, il Savoy Roma è l’hotel idea-
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le per un soggiorno nel centro di Roma, nella splendida cornice della “Dolce Vita” di via Veneto. «Il premio di GTA», dice Riccardo Cocco, Hotel Manager dell’albergo «è la conferma che gli sforzi di tutti noi del Savoy Roma vanno nella giusta direzione: attenzione al cliente e giusto rapporto qualitàprezzo, motivo per cui i nostri ospiti ci scelgono».
Apre in Brasile il Gran Meliá Nacional Rio Meliá Hotels International inaugura a marzo un nuovo resort in America Latina: il Gran Meliá Nacional Rio, il primo hotel della collezione Gran Meliá Hotels & Resorts in Brasile. Situato nel quartiere più esclusivo di Rio de Janeiro, São Conrado, il Gran Meliá Nacional Rio rappresenta l’apertura più attesa del 2017 in Sud America. L’hotel è il risultato di un’accurata ristrutturazione conservativa dell’Hotel Nacional, costruito nel 1972 dall’architetto Oscar Niemeyer. Nei suoi anni d’oro, tra il 1970 e il 1980, l’Hotel Nacional è stato il punto di ritrovo di celebrities come Liza Minnelli, BB King e James Brown, oltre a essere stata la location preferita di eventi, come il Rio Film Festival. Riconosciuto come un edificio d’importanza nazionale, il Gran Meliá Nacional Rio ospita al suo interno alcune delle opere di arte moderna più famose del Brasile: all’ingresso dell’hotel si trova il “Painel de Carybé” di Hector Bernabo: 270 lastre di cemento scolpite con personaggi carioca. Anche i giardini di Burle Marx con 46 specie di piante native brasiliane e sentieri di ciottoli conosciuti come “calcado”. Il Gran Meliá Nacional Rio offre 413 camere e suite, tra cui due Presidential Suite ed Executive Suite. Il design circolare, la facciata di vetro e le aree comuni, disegnate da Débora Aguiar, enfatizzano la vista panoramica sulla città. L’hotel offre anche due ristoranti: il Sereia, specializzato in cucina Mediterranea con influenze
spagnole, il cui nome si ispira alla scultura di Alfredo Ceschiatti di fronte all’hotel e, al 32esimo piano, un signature restaurant, che a partire da aprile proporrà piatti d’avanguardia preparati dall’acclamato chef Felipe Bronze. A disposizione degli ospiti anche tre bar, di cui uno con vista a 360 gradi sulla città, la prima Spa by Clarins in America Latina e una pista d’atterraggio per elicotteri all’ultimo piano. Non manca, infine, l’esclusivo servizio RedLevel, l’esperienza di alto livello del brand Gran Meliá. Da aprile 2017, garantirà un servizio personalizzato e l’accesso a spazi privilegiati. Info: www.melia.com; www.melia.com.
Meliá Hotels International risponde alle grandi sfide del 2017 Il vice presidente e amministratore delegato Gabriel Escarrer evidenzia il positivo andamento del gruppo nel 2016 e le novità per il 2017. A livello operativo, tutte le aree, tra cui i city hotels in Spagna, segnalano RevPAR (ricavi per camera disponibile) con cifre superiori a quelli del picco massimo del 2007, con aumenti di quasi due cifre. Secondo Escarrer, il Gruppo si aspetta che questi risultati forti si riflettano nell’EBITDA e nel profitto netto, con cifre leggermente sopra le attese del mercato. A livello finanziario, Escarrer ha evidenziato la significativa riduzione del debito della società, che ha raggiunto livelli bassi record, oltre a miglioramenti nei suoi risultati finanziari. Il CEO ha anche evidenziato l’impegno importante per la Spagna, riaffermando l’impegno della società nella trasformazione e nel miglioramento del settore turistico. Meliá ha continuato ad investire nella ristrutturazione e riposizionamento dei suoi hotel e resort in destinazioni come Magaluf a Maiorca, dove ha già investito più di 200 milioni di euro, o Torremolinos a Malaga, dove l’azienda ha investito circa 40 milioni di euro. Escarrer
è sicuro che entrambe le destinazioni possano diventare leader di mercato grazie al loro potenziale naturale ed ai frutti che i progetti nati dalle partnership pubblico-private, guidate in gran parte da Meliá, hanno già cominciato a produrre. Per quanto riguarda le nuove città, Escarrer ha già evidenziato, l’anno scorso, due grandi progetti della società in Spagna: l’apertura del Gran Meliá Palacio de los Duques, uno splendido hotel nella capitale e il nuovo centro congressi e hotel a Palma di Maiorca, il tanto atteso nuovo progetto di infrastrutture nelle Isole Baleari, con cui l’azienda si propone di contribuire a ridurre il turismo solo stagionale e posizionare Palma nella mappa congressuale internazionale.
Karine Peyras Director of Operations all’Hilton Molino Stucky L’Hilton Molino Stucky Venice affida alla francese Karine Peyras (nella foto), il ruolo di Director of Operations. Nata a Lourdes Karine Peyras vanta una significativa esperienza nel turismo di alto livello con il brand Hilton, dove ha ricoperto il ruolo di General manager all’Hilton Bora Bora Nui Resort & Spa e all’Hilton Moorea Lagoon Resort & Spa. Info: http://molinostuckyhilton.
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Allegroitalia entra nel 2017 con oltre 1000 camere Allegroitalia Hotel & Condo festeggia l’inizio del 2017 con la rivisitazione del marchio ma soprattutto con il raggiungimento di un importante traguardo: oltre 1000 camere, suddivise su 16 strutture. A contribuire al conseguimento di questo obiettivo le recenti sottoscrizioni di accordo per la gestione di tre nuovi alberghi: l’Allegroitalia Siracusa Golf Monasteri e l’Allegroitalia Pisa Tower Plaza, entrambi 5 stelle, ai quali si aggiunge l’Espressohotel Bologna Centrale. Il primo è un ex convento benedettino, oggi trasformato in un suggestivo resort con campo da golf 18 buche, centro benessere e 102 camere immerse nel verde e nei profumi di agrumi, palme e ulivi secolari. L’Allegroitalia Siracusa Golf Monasteri è meta perfetta per gli appassionati del green così come per tutti coloro che sono alla ricerca di una location unica dove ritrovare le energie. Dalla Sicilia si passa alla Toscana, dove il Gruppo è presente con l’Allegroitalia Pisa Tower Plaza. A disposizione degli ospiti, oltre alla vista mozzafiato sulla torre pendente, 121 camere, 5 sale meeting per 300 persone, piscina esterna, terrazza panoramica e un’ampia zona relax. In posizione strate-
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gica anche il nuovo Espressohotel Bologna Centrale, in viale Masini, che va ad aggiungersi ai due midscale hotel di Milano - Linate e Darsena - e al più recente Padova Plaza. Il 4 stelle, a 200 metri dalla Stazione Centrale, dispone di 82 camere e 3 sale congressi per 140 persone. Info: www.allegroitalia.it
“I Love Norcia”. Italian Hotels & Friends a sostegno di Norcia L’unione fa la forza ma l’unione dà anche forza. Per questo motivo IHF – Italian Hotels & Friends ha deciso di dare un aiuto concreto alla città di Norcia, recentemente danneggiata dal sisma del 30 ottobre scorso appoggiando il progetto “I love Norcia”. L’iniziativa nasce dalla volontà di supportare, promuovere e valorizzare il territorio di Norcia colpito dal terremoto, al fine di favorirne la ricostruzione e la rinascita della Comunità attraverso 5 direttrici: socialità, sicurezza, formazione, lavoro, arte e territorio. Tra i promotori del progetto la famiglia Bianconi, proprietaria dell’Hotel Grotta Azzurra situato nel cuore del borgo umbro, è orgogliosa di poter aiutare il suo territorio insieme agli altri soci fondatori IHF. «La nostra è una storia d’amore per il nostro lavoro e per la nostra città che si rinnova di ge-
nerazione in generazione. Norcia è stata colpita da una terribile calamità naturale ma come cittadini guardiamo al futuro con ottimismo e siamo pronti a rinascere più forti di prima, per noi e per il nostro meraviglioso territorio» afferma Federico Bianconi, socio fondatore di IHF – Italian Hotels & Friends – la cui famiglia è legata al borgo di Norcia dal 1850. «Noi di IHF», aggiunge il Presidente e Co-founder Emanuele A. Bonotto, «non siamo solamente albergatori di lunga generazione ma, cittadini italiani che lavorano con passione per salvaguardare il ricco patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. Con questa iniziativa, vogliamo dare il nostro contributo al progetto “I Love Norcia” facendo squadra tutti insieme per il bene della cittadina e dell’Italia». Info: www.ihfhotels.it
Marco Novella guida il Brown’s Hotel di Londra Rocco Forte Hotels ha nominato Marco Novella a nuovo General Manager del Brown’s Hotel di Londra. Milanese classe 1971, Novella supervisionerà anche altre due proprietà del Gruppo: The Balmoral a Edimburgo e l’Hotel Amigo a Bruxelles. Formatosi alla Schule für Touristik und Hotellerie (SSTH) di Passug, in Svizzera, dove ha conseguito un master in Business Administration, Novella vanta una solida esperienza nella gestione di hotel di lusso internazionali. Dopo 9 anni in Starwood Hotels and Resorts, dove ha ricoperto la posizione di General Manager del St Regis Grand a Roma e del Gritti Palace a Venezia, ha diretto per 4 anni Villa San Michele a Firenze per Belmond. Prima di entrare in Rocco Forte Hotels, è stato Chief Operating Officer di Grace Hotels Ltd, gestendo 7 alberghi nel mondo e coordinando altrettante aperture. Forte della conoscenza degli aspetti manageriali applicati al mondo dell’ospitalità, Novella coordinerà le attività giornaliere del Brown’s,
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che includono la gestione dei ristoranti, del bar e della spa dell’hotel. Novella subentra a Stuart Johnson, in carica per 11 anni come direttore del 5 stelle di Rocco Forte nel cuore di Mayfair, e che si trasferirà a Shanghai per ricoprire il ruolo di General Manager del primo indirizzo in Asia del Gruppo, la cui inaugurazione è prevista nel 2018. Info: www.roccofortehotels.com/brownshotel.
Jochem Jan Sleiffer nuovo Senior Vice President Europe Hilton Jochem-Jan Sleiffer è il nuovo Senior Vice President, Operations, Full Service Hotel, Continental Europe di Hilton. In questo ruolo Jochem-Jan vede il proprio mandato ampliato ed è ora responsabile di 51 hotel full-service, con altre 13 strutture in fase di sviluppo e sovraintende alla gestione di prestigiosi hotel, come il pluripremiato Hilton Amsterdam Airport Schiphol, di recente apertura, e l’Hilton Batumi, che si trova in Georgia, sulla costa del Mar Nero. Entrato in Hilton nel 1990 all’Hilton Amsterdam in Olanda, suo Paese d’origine, Jochem-Jan ha fatto una brillante carriera all’interno del Gruppo, dove ha ricoperto una serie di ruoli operativi in tutta Europa. Il suo percorso in Hilton lo ha visto ricoprire posizioni di leadership a Bruxelles, Londra, Parigi e Atene più recentemente come Vice President, Operations, Northern, Central & Eastern Europe. Negli ultimi anni ha gestito brillantemente un momento di rapida crescita, con aperture prestigiose come il Waldorf Astoria Berlin, il DoubleTree by Hilton Wroclaw e la prima struttura Hilton in Estonia, il Tallinn Hilton Park.
Lezioni di cocktail all’Hilton Molino Stucky Venice Dopo le festività natalizie l’Hilton Molino Stucky inaugura il nuovo anno con una proposta entusiasmante: una serie di “cocktail clas-
ses”, per imparare la sofisticata arte dei cocktail. Immersi nella magia di Venezia, fino ad aprile si potrà accedere ad emozionanti lezioni, a soli 40 euro a persona (nella quota sono inclusi 2 cocktail e una Tshirt). Le lezioni possono anche essere idee originali per team work e post congress esclusivi. Tre le serate: a febbraio, il tema sarà il Gin, a marzo la vodka, mentre aprile sarà all’insegna del rum. Per conoscere il calendario completo, consultare la pagina Facebook dello Skyline o il sito dell’hotel: molinostuckyhilton.it. Per prenotare una lezione chiamare lo 0412723316 oppure scrivere a: vcehi_fb@hilton.com.
Le nuove Executive Suite dell’Hassler di Roma Novità all’Hassler Roma, l’iconico hotel sulla sommità della Scalinata di Piazza di Spagna: a disposizione degli ospiti le nuove Executive Suite, ideate da Roberto E. Wirth – proprietario e gm dell’Hotel – e dell’interior designer Astrid Schiller Wirth. Raffinate, eleganti, confortevoli: le nuove Executive Suites dispongono di un elegante soggiorno, un’accogliente camera da letto con ampia cabina armadio e un bagno in marmo, che si affaccia sui Giardini di Villa Borghese. «Siamo entusiasti delle nuove suite e siamo sicuri che riscuoteranno molto successo tra gli ospiti» dice Roberto E. Wirth «il nostro obiettivo è essere sempre all’avanguardia in termini di comfort, stile, tecnologia senza mai perdere il nostro tocco classico. E queste suite incarnano perfettamente il concetto di timeless». Info: www.hotelhasslerroma.com.
Da India Tourism Milan, l’India più bella che ci sia India, un mondo a parte dove millenni di storia, di arte, di religiosità e di cultura fanno degli Dei e delle cerimonie religiose una presenza costante nella propria vita. Un mondo dove passato e presente convivono, le industrie con i festival e le fiere con i satelliti lanciati
nello spazio. Per quanto si sia potuto leggere o sentito raccontare, l’esperienza di un viaggio in India non si può trasmettere appieno: bisogna viverla direttamente, assaporarla con tutti i sensi. Sentire nelle strade la fragranza del legno di sandalo o dei gelsomini che il venditore offre con grazia ai passanti, vedere i picchi dell’Himalaya e le infinite spiagge di Goa e della costa meridionale, gli atolli corallini e le acque interne del Kerala, i fiumi, i villaggi e le foreste tropicali. La diversità di razze, di culture, di linguaggi, di ambiente, disegnano in India scenari sempre diversi. Nel deserto del Rajasthan si vedono processioni di cammelli che trasportano pesanti carichi, e nelle riserve, tigri, leopardi, elefanti, uccelli di ogni sorta, mentre, lungo le strade, si incontrano lente, indolenti vacche sacre. Da gustare un autentico té inglese nei grandi alberghi, lasciandosi catturare dalla grazia delle danzatrici, per poi unirsi alla folla gioiosa che celebra i tanti festival che si svolgono tutto l’anno... gli splendori dell’India non hanno fine. Il programma degli eventi e le destinazioni più belle sono disponibili su www.indiatourismmilan.com, il sito dell’Ufficio del Turismo Indiano di Milano di cui è direttore C. Gangadhar. Prima di questo incarico, Gangadhar è stato Vice Direttore dell’Ufficio del Turismo Indiano di Mumbai dove si è occupato in particolare della Regione occidentale e centrale dell’India. È stato inoltre a capo dell’Ufficio del Turismo a Johannesburg (Sud Africa). A seguito di questo incarico, è stato responsabile per la promozione turistica e pubblicitaria presso l’Ufficio Regionale di Dubai per 3 anni avendo come giurisdizione l’Asia occidentale e l’Africa. Ha inoltre lavorato presso gli Uffici del Turismo Indiano di Delhi e Goa sviluppando una profonda esperienza nel promuovere “Incredible India” in Asia Occidentale e nel mercato africano. ■ 1-2 2017 www.mastermeeting.it
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Emozioni a San Francisco
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Dieci anni fa Steve Jobs presentava a San Francisco il primo smartphone della Apple. Nasceva in quel 9 gennaio 2007 l’iPhone. Da allora la tecnologia mobile, Internet, la comunicazione e la nostra stessa vita, niente è stato più uguale a prima. All’apparenza tutto è rimasto uguale, il fascino del suo skyline (fatto salvo per qualche nuovo grattacielo qui e là), il vento sferzante in tutte le stagioni, la nebbia che sale dall’Oceano, il profumo delle aragoste, degli astici e dei granchi bolliti nei banchini del Fisherman’s Wharf. Eppure una vera rivoluzione ha coinvolto San Francisco, letteralmente presa d’assedio dai nuovi colossi del web e dei social, che in pieno centro hanno stabilito i loro headquarters nuovi di pacca. Twitter, Pinterest, Dropbox, Uber, Airbnb, Wikimedia, per fare i nomi più famosi. E chi non ha scelto la downtown – eBay, Facebook, Google, Linkedin, Yahoo, You Tube – si è stabilito a pochi chilometri di distanza, a metà strada tra San Francisco e il centro della Silicon Valley, San José. E con i big del web 2.0 e 3.0 è arrivato anche un esercito di top manager (che ha fatto salire vertiginosamente i prezzi degli
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appartamenti) e un aumento del turismo business inedito per la città. Ma San Francisco ha saputo rispondere al nuovo flusso turistico proponendo, in perfetto stile bleisure, un mix attraente di affari ed enogastronomia di alto livello, fascino storico e modernità, cultura e relax, tutto in una piccola metropoli dal sapore europeo e dall’identità forte, da godere appieno anche solo in un paio di giorni e da girare facilmente a piedi, sui Cable Car o in autobus.
Da Union Square a LombardStreet Per visitare San Francisco servono due cose: buone gambe, per non farsi mettere in crisi dalle strade in salita, e un buon punto di partenza dal quale muoversi per visitare i quartieri più affascinanti. La città è ben collegata con il trasporto pubblico, che negli orari di punta è più efficiente e veloce dei taxi, ma il suo centro ideale resta Union Square. Intorno a questa elegante piazza, con le sue palme e le boutique esclusive, si trovano gli hotel più prestigiosi: nel giro di pochi isolati si contano i nomi di Hilton e Grand Hyatt, Westin e Ritz-Carlton, Four Seasons e In-
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Viaggio nella bella e ricca città californiana della Frisco Bay, da girare a piedi, sui Cable Car o in autobus. Tra le case vittoriane, il ponte rosso e il molo dei pescatori dove per pochi dollari si possono gustare aragoste, astici e granchi giganti in un affascinante mix di buon cibo, cultura e relax
✒testo e foto di Barbara Ainis In apertura: lo skyline di San Francisco e il Bay Bridge, visti da Treasure Island. A sin.: su e giù per le vertiginose salite della città appesi a un Cable Car
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Lombard Street è la strada più tortuosa al mondo
terContinental. E se il budget non fosse sufficiente, per quelle stesse vie si trovano alternative interessanti e più economiche, come l’Executive Vintage Court di Bush Street, in stile Old San Francisco (vintage appunto), essenziale, ma decisamente comodo, con un bel camino intorno al quale approfittare del wine tasting gratuito pomeridiano. Pochi passi e su Powell Street si trova la fermata del Cable Car, monumento nazionale su rotaia, lo storico tram aperto di
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San Francisco, che del tram ha in realtà solo l’aspetto. Si tratta, infatti,di una funicolare azionata meccanicamente e manualmente, nello stesso identico modo dal 1873 fino ad oggi. È senza dubbio una delle attrazioni turistiche più famose della città, ma è anche a tutti gli effetti un efficiente mezzo di trasporto per superare in pochi minuti, e in maniera assolutamente indimenticabile, le salite di Nob Hill, costeggiare l’antica Chinatown, osservare in corsa le belle case di Mason Street o scendere alla fermata di Lom-
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bard Street sulla Russian Hill, per percorrere in discesa le scale che costeggiano il tratto di strada più tortuoso al mondo. Realizzato nel 1922 per rendere praticabile una pendenza altrimenti proibitiva (27°, ossia del 51%), oggi il suo straordinario zig zag, circondato da aiuole fiorite, è percorso, alla velocità massima di 8 km all’ora, dalle auto lussuose dei fortunati
proprietari delle case esclusive che vi si affacciano.
Dal Fisherman’s Wharf al Pier 7
Una crociera per la baia regala panorami indimenticabili sulla Down Town
Scendendo al capolinea dei Cable Car, là dove gli addetti girano su se stesse le carrozze per far loro cambiare direzione, ci si trova a due passi dal molo dei pescatori di San Francisco. Qui si è accolti dal Le Painted Ladies di Alamo Square
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L'iconico Golden Gate Bridge. Sotto, il crepuscolo più romantico dal Pier 7
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vapore che sale dai pentoloni in cui cuociono aragoste, astici e granchi giganti. Se non ci si formalizza a mangiare in piedi da una vaschetta d’alluminio, si posso-
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no gustare per pochi dollari deliziosi piatti della tradizione della baia, primo fra tutti il Clam Chowder, una zuppa di pesce, vongole, granchio e patate, latte o panna, servita dentro grandi panini scavati. Se al contrario si preferisce la comodità e l’eleganza del servizio, a poca distanza si trova il Pier 39, il molo per eccellenza nella città di San Francisco, una vera sfilata di ristoranti, bar e negozi di souvenir, affacciata direttamente all’Oceano. All’inizio del molo si trova l’ottimo Fog Harbour Fish House, un ristorante con vista mozzafiato dove gustare eccellenti piatti di pesce. Ma attenzione, non aspettatevi di mangiare pesce della baia: non sarebbe per nulla raccomandabile, visto che le sue acque sono purtroppo ancora contaminate dal mercurio dell’epoca della corsa all’oro.
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Le crociere nella Baia e il Ferry Building Dopo aver scoperto a piedi gli angoli più suggestivi di San Francisco, non resta che godere del suo fascino romantico a bordo di una delle eleganti navi da crociera che solcano la Baia. Partono dal Pier 3, di giorno e di sera (con Hornblower brunch, pranzi o cene a bordo, www.hornblower.com), passano dal Golden Gate Bridge, dall’isola di Alcatraz e dal Bay Bridge, permettendo di abbracciare con lo sguardo tutta l’eleganza della città, mentre scenografici stormi di gabbiani e la musica del pianobar accompagnano la navigazione. In attesa di imbarcarsi vale la pena fare un giro nel vicino Ferry Building, un imponente edificio del 1898 da cui nell’epoca della Gold Rush andavano e venivano traghetti carichi di lavoratori e avventurieri, che oggi ospita banchini di prodotti di gastronomia locale e biologica, artigianato e streetfood internazionale.
permettono di scoprire un lato quasi selvaggio della città, in realtà un giardino lussureggiante piantato negli anni 50 da Grace Marchant, la donna di cui porta il nome. Lungo la ripida discesa della collina si incontrano case da sogno immerse nella vegetazione e si può scovare lo stormo di pappagallini noti come gli Wild Parrotts of Telegraph Hill, che sembra siano scappati tempo fa dalla vita in cattività per conquistare la libertà in questo piccolo angolo di paradiso.
Se il Pier 39 è il molo più turistico e divertente, la zona più a Sud del lungo mare della città è senza dubbio la più romantica, perfetta anche da soli, se si vogliono fare foto spettacolari. Il momento migliore per raggiungerla è il tramonto, quindi dopo il pranzo a base di pesce vale la pena prendersela con tutta calma e fare una deviazione, incamminandosi (a piedi o in autobus) verso un’altra scenografica collina di San Francisco, la Telegraph Hill. Sulla sua cima si trova la Coit Tower del 1933, un punto di osservazione imperdibile per abbracciare con lo sguardo la città e la baia. Ai piedi di questa torre comincia una scalinata altrettanto indimenticabile: la Filbert Steps (raccomandabile percorrerla esclusivamente in discesa a meno di non essere molto molto in forma). Questi inaspettati gradini di legno
Alla fine della lunga scalinata si raggiunge l’headquarter della Levis (Levi Strauss brevettò a San Francisco i jeans con i rivetti nel 1873) e quindi nuovamente i moli. Calcolando bene i tempi si può raggiungere il Pier7 poco prima del tramonto. Da qui, sulla sua passerella di legno, decorata romanticamente dalle panchine di ghisa e dai lampioni accesi, ci si può regalare momenti di pura poesia, guardando ai profili illuminati dei grattacieli del Financial District, alle navi da crociera della Hornblower Cruises, ormeggiate
Sui banchini del Fisherman's Wharf si possono gustare deliziosi panini a base di granchio
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Painted Ladies
Le curatissime colline dei vigneti biodinamici della Benziger Family. In basso, le bollicine dello Château Domaine Carneros sul panorama della Napa Valley
sul molo di fronte, e al Bay Bridge che si staglia nel cielo tinto di rosa.
Sonoma e Napa: i vigneti di San Francisco A un’ora di macchina dal centro della città, attraversando i quasi tre chilometri del Golden Gate Bridge e un tratto della verde contea di Marin, si raggiungono le colline morbide e fertili delle contee di Sonoma e Napa. Qui, lasciandosi alle spalle il traffico e la gente, si ha l’opportunità di scoprire un altro profilo e un altro stile californiano, fatto di calma, eccellenza e gusto. Queste sono le due regioni vitivinicole più famose degli Stati Uniti, favorite dal vento e dalla nebbia che provengono dalla baia e creano un microclima perfetto per la produzione di vini di grande qualità. Ordinati filari di Pinot Noir e Chardonnay – ma anche Zinfandel (per noi
Per identificare le iconiche case colorate di San Francisco si parla sempre di stile Vittoriano. Ma a ben vedere, le bellissime Painted Ladies della città sono una diversa dall’altra, eclettiche, ispirate a stili diversi e realizzate in epoche diverse. Le più antiche sono quelle sopravvissute al terribile terremoto e al conseguente incendio del 1906. Prima di allora, nel XIX secolo, la città, nel suo momento di massimo splendore e ricchezza, era arrivata a contare quasi cinquantamila di queste splendide case. Per contenere l’incendio la grande maggioranza di queste case vennero abbattute o andarono perse nelle fiamme. Ne restano comunque molti esempi magnifici nella famosa Alamo Square, la cartolina per eccellenza con la sua fila di case in stile Queen Anne, con i patii decorati effetto ginger-bread-house e le bay window, e nel quartiere Pacific Heights, in stili diversi, dall’Italianizzante al neogotico, dallo Stick-Eastlake al Second Empire. Ma la calamità naturale che distrusse San Francisco all’inizio del secolo scorso, non seppe annientarne la vitalità. Anzi, la città si riprese in men che non si dica, ricostruendo nel giro di 15 anni, in piena epoca Eduardiana, l’intero centro con edifici altrettanto ricchi e originali, questa volta in stile neobarocco francese, Belle Epoque e neo Tudor.
Primitivo), Merlot, Syrah, Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Nebbiolo e Barbera – si susseguono a perdita d’occhio lungo la strada costeggiata dagli edifici delle cantine più prestigiose. Qui la tradizione del vino italiano è stata una delle ispirazioni più importanti tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Gallo è il cognome nostrano più famoso: nel 1933, giusto alla fine del proibizionismo, questa famiglia, proveniente dal Piemonte, ha cominciato a produrre vino in California e oggi, con otto aziende nella contea di Sonoma, dicono sia l’azienda familiare più grande del mondo e uno dei produttori di vino più importanti del Paese. Altri illustri nomi italiani che tra Sonoma e Napa hanno piantato le loro vigne sono Seghesio, Mondavi, Coppola (proprio quel Francis Ford, regista del Padrino e di origine lucana) e Jaccuzzi. Quest’ulti-
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Carneros, produttore di sorprendenti bollicine californiane metodo champenoise. Sigillo di qualità è il nobile nome Taittinger: la famiglia produttrice dei prestigiosi Champagne francesi ha scelto questi 56 ettari di Stati Uniti per esportare il proprio raffinato stile di produzione e qui ha costruito una spettacolare magione,aperta alle visite e a raffinate degustazioni, ispirata alla casa di famiglia, lo Château de la Marquetterie, nella regione francese della Champagne. ■
Il pittoresco Pier 39
Dove dormire Westin St. Francis 335 Powell Street San Francisco Tel. +1 415 3977000 mo è un cognome friulano famoso soprattutto per le vasche idromassaggio che dagli anni Sessanta ad oggi hanno dettato legge nel settore del benessere. Ma un ramo di questa ingegnosa e fortunata famiglia di emigranti ha deciso di dedicarsi al vino e possiede due interessanti cantine di medie dimensioni nella regione, ben attrezzate per le visite e per piacevoli degustazioni: Cline Cellar e Jacuzzi Family Vineyards, una di fronte all’altra ai due lati della strada. Se il tempo a disposizione non è molto, vale la pena dirigersi con sicurezza verso due delle proprietà più belle e rinomate della zona. Poco a Nord della città di Sonoma (nella quale si trova l’hotel più elegante e raffinato della contea, il bellissimo Fairmont Sonoma Mission& Spa, immerso nella cultura edonistica dei wine lovers) si raggiunge la grande e magnifica Benziger Family Winery, esempio mirabile di come la produzione biodinamica, oltre ad essere sostenibile e responsabile, possa essere anche redditizia e regalare esperienze indimenticabili per i cinque sensi. Qui la visita ai vigneti e alle cantine si trasforma in un momento di poetica bellezza e la degustazione dei vini, davvero eccellenti, in particolare il loro Pinot Noir La Reyna, conferma come, al di là delle mode salutistiche californiane, le “astruse”idee di Steiner sull’agricoltura sanno essere davvero efficaci. Dirigendosi verso Napa, su una collina che guarda ai vigneti, si trova lo Château Domaine-
Executive Hotel Vintage Court 650 Bush Street, San Francisco Tel. +1 415 3924666 www.executivehotels.net Fairmont Sonoma Mission& Spa 100 BoyesBlvd., Sonoma Tel. +1 707 9389000 www.fairmont.com/sonoma
Dove mangiare Le Colonial Eccellente ed elegante ristorante vietnamita in una tranquilla piazzetta a due passi da Union Square. Deliziosi il filet mignon Bo Luc Lac e la tartare di tonno con avocado, papaya e spezie. 20 Cosmo Place, San Francisco Tel. +1 415 9313600 www.lecolonialsf.com Fog Harbour Fish House All’entrata del Pier 39, ottimo ristorante di pesce. Da provare, in stagione, il Dungeness Crab e la versione elegante del tradizionale Clam Chowder Pier 39, San Francisco Tel. +1 415 4212442 www.fogharbor.com The Chambers Eat+Drink In un quartiere centrale, ma non molto raccomandabile, dietro una porta scura di legno, si nasconde un ristorante gioiello che vale la pena di scoprire per l’ambiente elegante e i piatti deliziosi (da non perdere il Confit Octopus e il DuckBreast). 601 Eddy Street, San Francisco Tel. +1 415 4965178
Per informazioni www.sftravel.com
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4 7 7 0 9 ; Direttore Responsabile : : Caporedattore 8 : Responsabile traffico pubblicitario % 5 Responsabile Internet . : # Segreteria/Abbonamenti % 5 Grafica 5 " ;; Stampa 25 1 - : ! 1 ( 3 +:.* PR 8 8 Commmunication Agency Int. srl - Direzione, redazione, amministrazione - 6 6 7 : , # ))) 0 A QUESTO NUMERO HANNO COLLABORATO 8 8( < 4 9 4 7 < 5 , < 3 2 < 5 5 < 6 9 , < & 6 < 6 0 3 < 2 3 < & , < 2 : < 1 : ;; < ' 3 ( < ; 8
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Masseria Traetta Exclusive Strada per Ceglie Messapica km 2,5 72017 Ostuni (Brindisi) Tel. 0831308285 info@masseriatraetta.com Hotel Relais Monaco Via Postumia 63 31050 Ponzano Veneto (Treviso) Tel. 04229641 - fax 0422964500 mailbox@relaismonaco.it Amoretti Via G. Rossa, 8 43030 Parola di Fontanellato (Parma) Tel. 0521825224 - fax 0521825304 www.amoretti.it - info@amoretti.it Terme e Grandi Alberghi Sirmione S.p.A. Ufficio Meetings&Events Tel. 0309901583 sales@termedisirmione.com Cantina di Santadi Via Cagliari 78 09010 Santadi (Carbonia-Iglesias) Tel. 0781950127 - fax 0781950012 www.cantinadisantadi.it info@cantinadisantadi.it E.H.S.I. Via del Faro 261- Fiumicino (Roma) Tel. 0689569033 a.defano@ehsi.srl Indel B www.indelb.it PerDormire Via San Pierino Casa al Vescovo s.n.c. 51100 Pistoia Tel. 0573 382781 www.perdormirehotel.com info@perdormire.com Umberto Cesari Via Stanzano, 2160 40024 Castel San Pietro Terme (Bologna) Tel. 0516947811 - fax 051944387 Vini Export www.viniexport.com Villa Crespi Via G.Fava 18 28016 Orta San Giulio (Novara) Tel. 0322 911902 - fax 0322911919 info@villacrespi.it
Hotel Savoy Palace Gardone Riviera (Brescia) Tel. 0365290588 - fax 0365290556 info@savoypalace.it
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