Master Meeting 5-6 2017

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Communication Agency Int. srl Anno XXIII - N. 5-6/2017 Sped. in A.P. 45% Art. 2 Comma 20 Lett. B Legge 23/12/96 N. 662 - Filiale di Milano Prezzo di copertina E 2,00

0 COP MM 5-6 2017.qxp_MM 26/06/17 12:20 Pagina 1

MASTER MEETING • 5-6 2017

ABOLITI I VOUCHER. PROBLEMI PER GLI HOTEL? PACCHETTI TURISTICI. LE NUOVE REGOLE WELFARE NEL TURISMO

COME STA CAMBIANDO IL MONDO DELLE PR

Roberto Bernardone GSC

UNA RICERCA CONTINUA DELLA QUALITÀ

IL GOLD DIGGER DEL TERZO MILLENNIO

NEUROSCIENZE E MANAGEMENT. E DAVIDE BATTÉ GOLIA

CIRO VERROCCHI. I SEGRETI DI UNA PROFESSIONE CHE CAMBIA


0 II e III COP.qxp_MM 26/06/17 12:23 Pagina 1

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1 Indice inserzionisti 5-6 2017.qxp_Layout 1 27/06/17 11:11 Pagina 4

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II cop

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Excelsior Palace Hotel - Rapallo (Ge)

Grand Hotel De La Minerve - Roma

Green Park Hotel Pamphili - Roma

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Direttore Generale: Aldo Werdin

CEO Roberto De Zorzi

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Titolare: Martino Pedersoli

Sagredo Hotel - Ca’ D'Oro (Ve)

Tenuta di Castelfalfi - Montaione (Fi)

Managing Director: Vincent K. Murphy

Tink Labs

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GH de la Minerve 11 12_2016_Layout 1 30/11/16 12.54 Pagina 1

GRAND HOTEL DE LA MINERVE,

UN GIOIELLO INCASTONATO NEL CUORE DI ROMA. Il Grand Hotel de la Minerve, cinque stelle lusso, è ospitato in un magnifico palazzo seicentesco, nel centro storico di Roma di fronte al Pantheon ed a pochi passi da Piazza Navona, Fontana di Trevi e Piazza di Spagna. L’Hotel, completamente rinnovato per meglio soddisfare le sofisticate e moderne esigenze della clientela, ha conservato nelle sue linee nobili ed eleganti l’atmosfera di una “casa” aristocratica. 135 lussuose camere tra Classic, Superior, Deluxe, Grand Deluxe, Junior Suites e Suites. Location ideale anche per realizzare i vostri importanti incontri di lavoro, briefing, cene e pranzi aziendali. Dispone di un'ampia e raffinata sala in grado di accogliere fino a 120 persone in un'unica soluzione ed altre 4 salette per piccoli meeting da 10 fino a 25 persone. Il ristorante “Minerva Roof Garden” aperto tutto l’anno per pranzi e cene, è un vero fiore all’occhiello di gourmandise e seduce i propri ospiti con una vista mozzafiato su Roma. Grand Hotel de la Minerve, l’accoglienza di un lusso senza tempo.

Piazza della Minerva, 69 00186 Roma Tel. 06 695201 - Fax 06 6794165 Email: info@grandhoteldelaminerve.com www.grandhoteldelaminerve.com www.minervaroofgarden.it


2 Cari lettori 5-6 17 (disegno).qxp_Layout 1 26/06/17 12:28 Pagina 6

Cari lettori, Il viaggio resta un’esperienza fondamentale, irrinunciabile, per la conoscenza di se stessi e del mondo, per la crescita culturale che induce. Il terrorismo insanguina l’Europa. Ma non si smette di voler viaggiare, di voler conoscere. Il consumatore, anzi il viaggiatore o meglio, il turista, è sempre più al cento dell’attenzione. Tra pochi mesi cambieranno le regole in Europa e l’auspicio forte è che si sciolgano per tempo tutti i nodi nell’interesse dei turisti e degli operatori. Siamo a un passaggio delicato. Manca poco al debutto delle nuove regole europee che recepiscono l’evoluzione del mercato e cercano di dare risposte ai principali soggetti. Ma deve essere un passo avanti. Anzi un grande passo in avanti. Non possiamo farne due indietro. Sarebbe davvero un controsenso. Occorre stare attenti a come si imposta la visione del mercato. Concorrenza sì, confusione no. Si vigili affinché tutto il mercato benefici, con le nuove norme, di una rinnovata fase di fiducia e di crescita della domanda, con la salvaguardia dei diritti di tutti a ogni livello. Non devono essere tollerate discriminazioni, zone opache e furbizie di ogni genere. Andrebbero a danno del clima di fidu-

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cia che è sotteso al mercato stesso. Certo non si può neppure assistere in maniera passiva a situazioni confuse spacciate per manovre progressiste. Tutele trasparenza sono i cardini di ogni iniziativa di regolamentazione ed anche di deregulation. Il Governo e gli enti locali si impegnino dunque a far sì che italiani e stranieri possano vivere senza preoccupazioni e con piena salvaguardia le esperienze di viaggio. Così come i soggetti del mercato, operatori ed anche enti locali, possano svolgere il loro ruolo con efficienza e soddisfazione per sé e per l’intera società. Regole precise e ben gestibili da tutti, dunque, per far crescere il turismo italiano. Regole chiare sull’ospitalità e sui viaggi, sulla programmazione del territorio e sulla promozione. Un dato colpisce. L’onda lunga dell’Expo si consolida e non si placa. Gli investimenti aumentano. Così i flussi. Non sprechiamo questa grande occasione per il Paese. Dovremmo rifarci al modello Expo: intelligenza e concretezza, obiettivi chiari e a portata di mano. Meno voli pindarici, meno rischi, e tanti più risultati condivisi il più possibile.

Mario Mancini


INIZIATIVE VENETE GROUP PROFESSIONISTI NELL’IMPRESA ALBERGHIERA

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3 Sommario 5-6 2017.qxp_Layout 1 26/06/17 12:28 Pagina 8

SOMMARIO

4

Indice inserzionisti

6

Cari lettori

HOTEL&FINANZA

13

Notizie su valori, espansioni, management alberghiero

56

COVER STORY

26

Roberto Bernardone GSC. Una ricerca continua della qualità

INCHIESTA

30

Aboliti I voucher. Problemi per gli hotel?

SCENARI DEL TURISMO

36 40 42 44 48

Pacchetti turistici: in arrivo le nuove regole L’aeroporto di Fiumicino diventa Museo “Noi Di sala” sbarca in Puglia Travel and Tourism Competitiveness Turismo digitale: il ritardo delle PMI italiane

MONDO IMPRESA

52

NUOVE OPPORTUNITÀ

Il Welfare contrattuale. Opportunità e vantaggi nel turismo

Il Brasile punta sugli investitori italiani

COMUNICAZIONE

60

Come sta cambiando il mondo delle PR

LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING

66

Il gold digger del terzo millennio

RISORSA UOMO

70

Neuroscienze. E Davide batté Golia

LA PAROLA AL FORMATORE

75

Dormire verso il successo

UNA METAFORA PER CRESCERE

76

Vivere in cattività

IL PARERE DEL LEGALE

77

Odore di querela

FINANCE CONFINDENTIAL

78

8

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Piani individuali di risparmio a lungo termine, esantasse (o quasi)


“Support” for Ca’ Sagredo by Lorenzo Quinn

Ca’ Sagredo Hotel Campo Santa Sofia 4198/99 30121 - Venezia info@casagredohotel.com www.casagredohotel.com


3 Sommario 5-6 2017.qxp_Layout 1 26/06/17 12:28 Pagina 10

SOMMARIO

I MIGLIORI HOTEL SUL MARE

90 92

Grand Hotel Riviera Royal Hotel Sanremo

COSA C’È DI NUOVO E DI BELLO

94

Hotel Simplon

TREND I GRANDI PROTAGONISTI DELL’OSPITALITÀ

80

Ciro Verrocchi. I segreti di una professione che cambia

TOP BLEISURE HOSPITALITY

82 84 86 88

Castel Monastero Hotel Acquaviva del Garda Relais Masseria Le Cesine Sheraton Diana Majestic

10

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96 102

Made in Italy, carta vincente Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo

LE VIE DELL’INCENTIVE

106 114

Mauritius. Un’isola dai mille colori Valle della Loira

HOSPITALITY NEWS

120

Notizie dal mondo dei viaggi e dell’ospitalità

130

Indirizzi


Meeting a Roma? Il Green Park Hotel Pamphili è il luogo ideale per meeting ed eventi nella capitale: comodamente raggiungibile, immerso nel suo grande parco e completo di tutti i servizi per congressi, fino a 250 persone.

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4 Hotel & Finanza 5-6 2017.qxp_Layout 1 26/06/17 12:29 Pagina 13

HOTELLERIE

NESSUNA SVOLTA ALL’ORIZZONTE HOTEL TRANSACTIONS

MOMENTI MAGICI PER I PICCOLI OPERATORI TURISTICI

SCENARI

I BRAND ALBERGHIERI CHE VALGONO DI PIÙ

UNA LEGGINA DA FINANZA CREATIVA

In Italia è arrivata una piattaforma statunitense che ha suscitato una generale levata di scudi in quanto favorisce l’evasione di norme e imposte da parte di siti come Airbnb. La pubblica amministrazione, pressata a dovere dal sistema ricettivo, risponde con una leggina mirata ad imporre al gigante di San Francisco di diventare sostituto d’imposta e pagare una cedolare secca del 21% per tutti gli intermediatori immobiliari. Ma funzionerà davvero?

ITALIAN HOTEL MONITOR

Crescono occupazione camere e prezzo medio degli alberghi italiani nel primo quadrimestre del 2017. Eccellente la performance di Milano, unica città a superare il 70% di Room Occupancy, ma buon anche l’andamento di Roma, Firenze, Bergamo, Torino, Catania, Genova, Bologna e Venezia, tutte al di sopra del “muro” del 60%

I 6 TREND CHE CONDIZIONANO IL LUXURY TOURISM

Oggi, per gli investitori, è sempre più difficile finanziare e costruire hotel di lusso, nonostante questi ultimi garantiscano performance eccellenti. Da un recente forum internazionale sulle strategie per lo sviluppo degli hotel di lusso, sarebbero emersi, in particolare, 6 problemi cruciali


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Editoriale /58&.16457238%32525

ContinuitĂ , non aspettatevi una svolta

U

na recente ricerca STR evidenzia che gli alberghi in 13 mercati internazionali (Barcellona, Boston, Londra, Los Angeles, CittĂ del Messico, Miami, New Orleans, Parigi, San Francisco, Seattle, Sydney, Tokyo e Washington) tra il 2013 e il 2016 hanno consolidato la propria performance in termini di prezzo medio camera e tasso di occupazione nonostante la crescita esponenziale di Airbnb, ormai uno dei piĂš grandi player nel settore dell’ospitalitĂ mondiale. Secondo Jan Freitag, Senior Vice President STR, con l’arrivo di Airbnb sul mercato anche il settore alberghiero potrebbe godere di un numero crescente di viaggiatori, stimolati da Airbnb, ma non sempre interessati alla sua proposta di alloggio originale, con servizi artigianali e comfort non standard. D’altra parte secondo i dati STR, il 50% delle camere vendute da Airbnb sono per soggiorni lunghi, di sette o piĂš notti, cosa che lo mette in diretta competizione con gli alberghi specializzati in extended stay o con i moderni centri vacanze e resort. Uno dei risultati piĂš interessanti della ricerca riguarda il tasso di occupazione camere che negli alberghi è sempre piĂš alto che negli alloggi proposti dalla piattaforma Airbnb. A San Francisco, per esempio, la Room &.16457238%325258 86,'61038/5831-725 7 5326874 61-*5617868*30648+727 -6+620"8*7852,6-2703874468 7)340 8/58 )323+578/644 !25 61,50 8/58 61.-57" /58 5+5258 68 74478 .5,,8 /58 3+7(8 748 $## 8 8 6)0.1618 /58 .13'672 33/ %6 617-6874478 30648 )*3348/64478 3126448!25 61,50 8/58 0*7)7"8 ( ( ! & (8 17/6+71 8 0745783'61782648,6003168/748 $8)328.28'3107 3-453870 0.7468/58$ #874 61-*5(

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Occupancy media nell’arco temporale analizzato è stata pari all’84,6% (la terza percentuale piĂš alta tra i 13 mercati monitorati), quella negli alloggi di Airbnb si è fermata al 51,8% (anche in questo caso il terzo mercato piĂš alto). Tutto indica che l’occupazione di Airbnb è piĂš alta nei mercati in cui anche l’occupazione degli hotel è piĂš alta, Airbnb in sostanza accoglie la domanda incrementale, quella che si rivolge ad Airbnb principalmente per motivi di prezzo. La differenza tra le due offerte resta evidente, secondo Freitag, non solo in termini di prezzi, ma anche e soprattutto in termini di servizi e comfort. Anche per questo molti sostengono che Airbnb e OTA possano tranquillamente coesistere. Gli hotel, d’altra parte, per non subire la concorrenza di Airbnb, devono posizionarsi in un segmento di mercato medio-alto, offrendo comfort e servizi migliori, piĂš generosi e qualitativi. Dal nostro punto di vista, gli hotel hanno sempre piĂš bisogno di consigli di management e di marketing, per presentarsi sul mercato con servizi e comfort molto piĂš personalizzati di quello che succede adesso! Ovviamente la competizione deve prevedere, e questo è compito della pubblica amministrazione, le medesime regole per entrambi: dalla sicurezza all’igiene, dalle assicurazioni al fisco. Le normative devono essere applicate in modo coerente negli hotel, nei residence, nei bed & breakfast e contemporaneamente nel settore della sharing economy (Airbnb e tanti altri). Se in Italia è difficile farlo in altre nazioni appare addirittura impossibile. Resta comunque il fatto, e gli analisti di STR lo sottolineano con forza, che il tipico cliente d’hotel ha un profilo profondamente diverso dal fruitore di Airbnb dal momento che ricerca soliditĂ , sicurezza, comfort e un’esperienza di ospitalitĂ e accoglienza che Airbnb non è in grado di fornire. Questo però non alleggerisce la preoccupazione degli albergatori di tutto il mondo, dal momento che la presenza di Airbnb è piuttosto ingombrante. Noi siamo sul pezzo da mesi e per ora la parola d’ordine è “adeguarsiâ€?.

Valutare, acquistare e vendere un hotel Master Meeting offre ai suoi lettori un nuovo servizio di consulenza e assistenza rivolto a chi desidera valutare, acquistare o vendere il suo albergo. Contattate la redazione di Master Meeting (tel. 02862327) e sarete richiamati il piĂš rapidamente possibile dai nostri consulenti.


4 Hotel & Finanza 5-6 2017.qxp_Layout 1 26/06/17 12:29 Pagina 15

HOTEL TRANSACTIONS

Momenti magici per i piccoli operatori turistici

D

ieci anni fa chi avrebbe potuto prevedere il crollo dei valori degli alberghi stagionali? Probabilmente nessuno. Oggi però osservando l’offerta e la domanda di hotel a due e tre stelle che affollano le coste italiane, assistiamo ad una catastrofica caduta del valore per camera, passato dai 100 mila euro circa di un decennio fa ai circa 20/30 mila euro attuali. Questo crollo valoriale sta colpendo tutta l’Italia, dalle coste liguri a quelle siciliane, da quelle laziali a

quelle adriatiche di Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Analizzando l’andamento del mercato da un altro punto di vista, la contingenza e la congiuntura giunta ormai alla fine possono, invece, rappresentare un’eccellente occasione per i piccoli operatori turistici che, con una quota di liquidità, desiderano entrare nell’industria dell’ospitalità o addirittura puntano ad espandersi. Trademark Italia consiglia in sostanza di non esercitarsi in “ac-

quisizioni a debito” di hotel stagionali che necessitano di pesanti investimenti di riqualificazione, ma di preferire alberghi di 40/50 camere pronti per essere gestiti direttamente con piccole e leggere azioni di revamping per i 100120 fatidici giorni della stagione estiva. Acquistare un hotel vicino al mare di 40 camere per meno di un milione di euro è un’eccellente idea a condizione che l’albergo sia gestito direttamente. E niente locazione!

Venezia, è boom di nuovi alberghi

L’

appeal di Venezia è sempre vivo, non solo per i turisti ma anche per gli investitori alberghieri. La città lagunare sta per essere “colpita”, infatti, da una ventata di nuovi alberghi e di ulteriori investimenti. Il Comune, per esempio, ha dato il via libera a un hotel di circa 200 camere nel Fabbricato demaniale 280, fra il Tronchetto e la Marittima, un tempo sede della Capitaneria di Porto. L’investimento previsto per la ristrutturazione totale dell’edificio, l’ampliamento e la modifica ai fini alberghieri è attorno ai 16 milioni di euro. SAVE ha poi bandito una procedura per progettare, costruire e gestire un hotel a ridosso dell’aero-

porto con 250 camere. In centro storico affacciato sul Rio Novo, Doge Immobiliare (società controllata dal gruppo francese AXA) ultimerà entro il 2018 la riqualificazione di Palazzo Sagredo (ex sede ENEL acquisita per 25 mln. di euro) che diventerà un hotel di 144 camere gestito da NH Hoteles. NH ha avuto il via libera anche per un’altra struttura sull’isola di Murano, dove dal recupero dell’ex fornace De Majo (17 corpi di fabbrica per una superficie coperta di oltre 4 mila metri quadri) ricaverà 150 camere, un bar, sale meeting, una SPA e un ristorante. È fatta anche per la ex casa di riposo Ca’ di Dio di IRE che diventerà

hotel grazie al gruppo veneziano SGH (Salute Hospitality Group) ad un canone di locazione annuale di 1,350 mln. di euro per 27 anni (un canone che appare sinceramente eccessivo). Un’operazione da 8-9 milioni di euro per convertire la casa per anziani in hotel con una settantina di stanze. Infine, grazie alla ricapitalizzazione da 250 mln. di euro del fondo ex Real Venice I (oggi Lido di Venezia) da parte di Coima Sgr, società indipendente di gestione dei fondi di investimento immobiliare, verrà avviata la riqualificazione dell’Hotel Excelsior e dell’Hotel Des Bains, storiche strutture dell’isola lagunare. Nel nuovo fondo denominato “Lido di Venezia II” promosso e gestito da Coima Sgr, è stato apportato il portafoglio alberghiero composto dall’Hotel Excelsior, dall’Hotel Des Bains, da Palazzo Marconi, dalle concessioni sulle spiagge e dai beni ancillari dei due alberghi. Il masterplan prevede la riqualificazione dell’Hotel Excelsior, della relativa spiaggia e di Palazzo Marconi. Successivamente alla stabilizzazione della nuova gestione dell’Excelsior ci sarà anche l’avvio della riqualificazione dell’Hotel Des Bains. 5-6 2017

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A.A.A. hotel in Italia acquistasi

25

miliardi di immobili in mano a fondi stranieri. Transazioni per quasi 3 miliardi di euro nel 2016. Outlook dei prossimi anni: un centinaio di alberghi acquisiti da investitori stranieri... e non solo nelle città più importanti o nelle destinazioni turistiche più famose. Il Belpaese fa gola agli “speculatori”, sia istituzionali che privati, che vedono negli alberghi di dimensioni corrette e location interessanti, delle eccellenti opportunità di business, se non addirittura dei “trophy asset”. Nessun fondo sembra però interessato agli hotel stagionali, balneari, montani e lacustri. Tra gli investitori bisogna distinguere due categorie: 1) i fondi speculativi (o hedge fund), che hanno un orizzonte temporale di 3-5 anni entro i quali devono avere una forte rivalutazione del loro asset; 2) i fondi istituzionali (i fondi sovrani o i fondi delle grandi compagnie assicurative), che puntano ad investimenti consolidati in Occidente, che diano una remunerazione del capitale immobilizzato progressiva nel mediolungo periodo. Un esempio di questi è il fondo sovrano del Qatar (Qatar Holding LLC) che, negli ultimi anni, ha puntato sul lusso acquistando tra gli altri l’Hotel Baglioni e l’Excelsior a Roma, lo Starwood a Firenze, il Gritti a Venezia (e altri), 3) i fondi che ac-

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quistano debiti e che in questo periodo stanno rastrellando proprietà turistiche e industriali a prezzi incredibili. Progettano di rivalutarle e rivenderle favoriti dall’infla-

zione che a breve dovrebbe ripartire. I grandi fondi, soprattutto americani (Blackstone, Cerberus, Fortress, Bain, Apollo, etc.), nati proprio per gestire le sofferenze di banche e assicurazioni, in momenti come questi comprano debiti e riescono a impadronirsi di beni immobiliari che a volte nascondono veri e propri tesori. I fondi internazionali sono lungimiranti, hanno una vision del mercato di lungo termine, sanno che l’inflazione è prossima, e rilevano queste strutture perché sono in grado di gestirle, metterle a reddito per poi gradualmente venderle. Senza cuore. Per ora in Italia, quando le aziende alberghiere non vanno, si chiede aiuto alla Cassa Depositi e Prestiti, ovvero un finanziatore straordinario: lo Stato!

Compravendite e gestioni - giugno 2017 HOTEL IN VENDITA 5 stelle

68

Roma

4 stelle - centralissimo

100

Rimini

4 stelle - prima linea

130

Giulianova (TE)

4 stelle

56

Milano (Fiera City)

4 stelle

100

Bari

4 stelle

66

Verona

4 stelle

60

Sanremo (IM)

4 stelle

50

Genova

4 stelle

38

Madonna di Campiglio (TN)

4 stelle

54

Milano (Stazione Centrale)

3 stelle

27

Lido di Camaiore (LU)

3 stelle

42

Salice Terme (PV)

3 stelle - sul mare

30

Rimini – Viserbella

3 stelle

35

Torino

3 stelle - country house

20

Sant’Omero (TE)

HOTEL IN LOCAZIONE 4 stelle

50

Ruvo di Puglia (BA)

4 stelle

90

Venezia - Mestre

4 stelle

60

Firenze

3 stelle

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Riviera Romagnola

CATENA ITALIANA IN ESPANSIONE CERCA HOTEL DI STANDARD INTERNAZIONALE (AFFITTO-LOCAZIONE)


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IL BORSINO DELLE CATENE Accor Hotels (Bourse de Paris)

InterContinental Hotels Group (NYSE)

E44,00

$58,00 57,00

43,00

56,00

42,00

55,00

41,00

54,00 53,00

40,00

52,00

39,00

51,00 50,00

38,00

49,00

37,00

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20 mar

7 apr

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17 mag

6 giu

2017

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7 apr

27 apr

17 mag

6 giu

Choice Hotels International (NYSE)

Hilton Worldwide (NYSE) $68,00

$67,00

66,00

66,00

64,00

65,00

62,00 64,00 60,00 63,00

58,00 56,00

62,00

54,00

61,00

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7 apr

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17 mag

6 giu

Hyatt Hotels (NYSE)

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Millennium & Copthorne (London Stock Exchange) ÂŁ480

$54,00

475

53,00

470

52,00

465

51,00

460

50,00

455

49,00

450 445

48,00

440

47,00

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6 giu

NH Hoteles (Bolsa Madrid)

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7 apr

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17 mag

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MeliĂĄ Hotels International (Bolsa Madrid) E14,00

E5.500

13,75

5,250

13,50 5,000

13,25

4,750

13,00 12,75

4,500

12,50 4,250

12,25

4,000

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12,00

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SCENARI

La battaglia con Airbnb

T

utto il sistema ricettivo italiano si sta attivando per mettere in difficoltà Airbnb con l’accusa di elusione ed illecito esercizio di alloggio (privo di licenza). A Roma il Governo accontenta le associazioni degli albergatori e impone a Airbnb di diventare esattore di tasse che altrimenti non riuscirebbe a raccogliere. Ricordando che l’offerta ricettiva italiana può contare su circa 167mila esercizi ricettivi e sottolineando che solo il 19,8% dell’offerta è rappresentato dagli alberghi, si deve tenere conto che il restante 80,2% è composto di esercizi complementari. Complementari significa campeggi, villaggi turistici e agriturismi, ma anche bed&breakfast, case per ferie, appartamenti turistici e seconde case. Milioni di letti che sfuggono da

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sempre alla statistica e non sono nemmeno registrati da Istat. Un’offerta enorme di camere, letti e appartamenti ammobiliati completamente “liberati” da standard, obblighi igienico-sanitari e imposte di soggiorno, un’offerta che è sempre esistita e che nessuno può imbrigliare. In sostanza l’offerta di alloggio nazionale è un patchwork di alloggi destinati alle affittanze turistiche temporanee che eludono la normativa fiscale e statistica con percentuali bulgare. Da sempre. Ora è arrivata in Italia una piattaforma organizzata a stelle e strisce che ha prodotto una generale levata di scudi perché favorisce l’evasione di norme e imposte. Anche la pubblica amministrazione, che fino a ieri nulla aveva da eccepire su

milioni di letti extralberghieri mai registrati, adesso, con la scusa di Airbnb e sotto la pressione di Federalberghi, prova ad interrompere questa abitudine con una leggina mirata ad imporre al gigante di San Francisco di diventare sostituto d’imposta e pagare una cedolare secca del 21% per tutti gli affitti inferiori ai 30 giorni, stipulati da persone fisiche direttamente o tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare (es. Airbnb). E qualcuno crede anche che possa funzionare. Mission impossible, occasione perfetta, però, per raccontare agli italiani un mare di sciocchezze su accordi e impegni di Airbnb come “raccoglitore” di imposte, tasse che gli affittuari italiani mai pagheranno. Finanza creativa!


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I brand alberghieri che valgono di più

B

rand Finance ha stilato la classifica dei 50 brand alberghieri a maggior valore nel mondo. La società inglese definisce il brand come “un asset intangibile legato al marketing che identifica prodotti o servizi e che genera nella mente dei consumatori una specifica immagine o associazione grazie alla quale si produce un valore economico”. In altre parole, il valore del brand è direttamente proporzionale all’opinione e alle aspettative che il mercato e i consumatori hanno nei confronti dell’azienda che lo detiene e verso i suoi prodotti o servizi: migliore opinione, valore del brand più alto in un mix vincente di brand reputation e brand awareness. Ecco allora il ranking 2017:

Brand

Valore economico

Variaz. 2017 su 2016

1. Hilton

8,37 mld. di dollari

+7%

2. Marriott

5,03 mld. di dollari

-5%

3. Hyatt

4,03 mld. di dollari

+17%

4. Sheraton

3,82 mld. di dollari

+12%

5. Holiday Inn

3,04 mld. di dollari

+3%

6. Courtyard Marriott

2,42 mld. di dollari

-15%

7. Hampton Inn

2,30 mld. di dollari

-9%

8. Ramada

1,67 mld. di dollari

-5%

9. Shangri - La

1,65 mld. di dollari

-4%

1,64 mld. di dollari

+16%

10. Westin

Come scelgono gli hotel i millennials?

P

arlare di millennials e di marketing per viaggiatori giovani è diventato obbligatorio. Prima affermazione: per i millennials viaggiare è una componente fondamentale del loro stile di vita e Airbnb è il loro riferimento nel momento in cui devono scegliere un alloggio. Cominciamo a distinguere. Da un recente focus group appositamente organizzato da Larry Mogelonsky, guru del marketing alberghiero mondiale, è emersa innanzitutto la rapidità con cui le loro abitudini e i loro stili di consumo cambiano, restando però sempre ancorati al prezzo. La prima cosa che fanno i giovani viaggiatori millennials è sempre confrontare e valutare le tariffe degli alloggi presenti su Airbnb con quelle degli alberghi presenti sulle OTA (Expedia, Priceline, Hotels.com o Booking.com) con cui non hanno particolare dimestichezza. Accade così che le nuove generazioni di viaggiatori non abbiano alcun legame fiduciario con i brand alberghieri e le catene, che conoscono e che utilizzano solo per lavoro. Prima di effettuare una prenotazione i millennials consultano anche TripAdvisor e sebbene si fidino poco delle recensioni presenti e dei commenti di ignoti e spesso virtuali ospiti, comunque si fanno un’opinione. Dal focus group è emerso che in fatto di hotel nessuno di loro conosce la differenza tra un albergo limited service e uno full service, e che l’unico servizio che veramente comprendono è la connessione wi-fi da cui dipendono in maniera simbiotica, vista la loro connettività e presenza social (Instagram, Facebook, Snapchat e Pinterest). I millennials cercano l’informalità e ai comfort della camera preferiscono la fruibilità degli spazi comuni per socializzare. Le indicazioni del focus evidenziano che per “sedurre” i giovani viaggiatori moderni è necessario utilizzare i loro codici comunicativi e sfruttare i canali e gli strumenti con i quali quotidianamente vivono, come i so-

cial media e i dispositivi mobile (smartphone e tablet). Noi agli albergatori suggeriamo invece di non inseguire le mode temporanee, quanto piuttosto di farsi trovare pronti per quando (tra qualche anno) i millennials diventeranno adulti e i loro viaggi d’affari e di piacere saranno condizionati da quelle necessità di comfort che, solo per ora, non hanno.

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TREND

Le 6 tendenze che condizionano il luxury tourism

G

li investitori che guardano con attenzione al settore alberghiero affermano che sta diventando sempre più difficile finanziare e costruire hotel di lusso. Sebbene consapevoli delle performance eccellenti di questi hotel e del valore delle speciali location in cui operano, in un recente forum internazionale sulle strategie per lo sviluppo degli hotel di lusso sono emersi 6 “problemi” fondamentali: 1. Finanziamenti. Crescono le difficoltà nell’ottenimento dei finanziamenti per lo sviluppo alberghiero di lusso dal momento che le strutture richiedono tempi lunghi di costruzione (periodo che ovviamente non produce reddito). 2. Servizi. I luxury hotels devono obbligatoriamente essere full service (con un paio di ristoranti almeno) e “perfetti” per estetica, standard e comfort internazionali. A ben guardare, nel lungo termine, gli hotel di fascia alta sono però gli unici davvero performanti. 3. Brand. C’è una proliferazione di marchi (sempre più “morbidi”) che sta creando confusione nei consumatori e problemi di coerenza rispetto alle loro aspettative in termini di comfort e servizio. 4. Impatto e difficoltà di consolidamento. L’universo dei marchi è ormai una giungla. La fusione Marriott-Starwood non ha aiutato e molti si chiedono, quando la gestione unica sarà a regime, cosa ne sarà dei vari marchi di lusso delle due compagnie... Alcuni dei quali sono chiaramente dei doppioni. 5. Controllo dei costi di costruzione. Anche nel lusso controllare i costi di costruzione è fondamentale. I costi di un hotel a 5 stelle spesso dipendono dall’abilità dei progettisti, dalla durata del cantiere e dalla accessibilità della location per realizzare la struttura, mentre, per otte-

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nere i ricavi previsti, frequentemente bisogna aspettare un paio di anni. 6. Impatto generazionale. È un elemento che il marketing europeo tende a sottovalutare. Altrove, invece, l’analisi del profilo generazionale dei viaggiatori e l’approccio all’ospitalità dei clienti, soprattutto over ’50, sono alla base dello sviluppo dei progetti alberghieri upscale e deluxe. Ora lo schema sembra stia cambiando e con esso stanno cambiando i desideri, le aspettative e la propensione alla spesa degli ospiti. Questo cambiamento sta ridefinendo non solo la comunicazione, ma anche l’offerta di comfort, servizi e sicurezza che devono sempre più

assicurare un’esperienza speciale, positiva, anche indipendente dal lusso e dalle 5 stelle. Il progressivo assottigliamento dei ceti medi e la crescente divaricazione tra ricchi e poveri rendono fondamentali le progettazioni di marketing generazionale con un approccio scientifico che conduce ad aggiornamenti architettonici e tecnologici, ma con equipaggiamenti funzionali alla soddisfazione dei bisogni e dei piaceri dei viaggiatori (le spa, le suite eco, la ristorazione stellata, il rispetto ambientale, etc.). Tutto nei nuovi hotel è mirato a determinare la customer satisfaction di ospiti appartenenti a differenti generazioni, quindi con visioni divaricanti rispetto a quelle degli anni 2000.

Gli edifici più costosi al mondo, alberghi al vertice

L

e classifiche lasciano un po’ il tempo che trovano e spesso sono fini a loro stesse, tuttavia riteniamo piuttosto interessante evidenziare che, tra gli edifici più costosi al mondo, ci sono numerosi hotel, ovviamente extralusso. Ecco la classifica (da fonti varie) dei 10 complessi edilizi che più di tutti sono costati ai loro costruttori: 1. Abraj Al Bait (o Royal Hotel Clock Tower) – Mecca, Arabia Saudita. Complesso edilizio comprensivo anche di hotel – costo 13,4 miliardi di euro; 2. Marina Bay Sands – Marina Bay, Singapore. Casinò e resort – costo 5,5 miliardi di euro; 3. Resorts World Sentosa – Sentosa Island, Singapore. Resort con parchi a tema (Universal Studios) e il più grande acquario del mondo (Marine Life Park) – costo 4,8 miliardi di euro; 4. Emirates Palace – Abu Dhabi, UAE. Hotel – costo 3,6 miliardi di euro; 5. Cosmopolitan of Las Vegas – Las Vegas, USA. Casinò e resort – costo 3,5 miliardi di euro; 6. One World Trade Center (o Freedom Tower) – New York, USA. Edificio commerciale. Direzionale – costo 3,4 miliardi di euro; 7. Wynn Resort – Las Vegas, USA. Resort e casinò – costo 2,5 miliardi di euro; 8. Antilla – Mumbai, India. Edificio residenziale – costo 2,3 miliardi di euro; 9. City of Dreams – Macao, Cina. Casinò, resort e acquario – costo 2,2 miliardi di euro; 10. Princess Tower – Dubai, UAE. Edificio residenziale – costo 2 miliardi di euro.


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Italian Hotel Monitor©

Andamento positivo per gli alberghi italiani nel primo quadrimestre 2017 Crescono occupazione camere e prezzo medio degli alberghi italiani nel primo quadrimestre del 2017. L’Italian Hotel Monitor di Trademark Italia evidenzia l’eccellente performance di Milano, unica città a superare il 70% di Room Occupancy, ma anche l’ottimo andamento di Roma, Firenze, Bergamo, Torino, Catania, Genova, Bologna e Venezia, tutte al di sopra del “muro” del 60% - RO in crescita in 32 delle 39 città rilevate da Italian Hotel Monitor e media nazionale al 63,2% - Prezzi medi in aumento del +1,5% nei 4 stelle, del +0,7% nei 3 stelle e del +2,3% nei 5 stelle e 5 stelle lusso.

P

erfettamente comparabile allo stesso periodo dello scorso anno, con la Pasqua caduta a marzo nel 2016 e ad aprile quest’anno, il primo quadrimestre del 2017 registra un’interessante crescita sia dell’occupazione camere che del prezzo medio degli alberghi italiani. Per la categoria upscale (4 stelle) R.O. al 63,2% (più 1,8 punti rispetto a gennaio-aprile 2017) e prezzo medio camera a 110,10 euro (+1,5%). Nelle 39 maggiori città italiane, Italian Hotel Monitor rileva numeri positivi sia per il turismo business che leisure in 32 città, in particolare nel centro Italia e nel nord-ovest del Paese. Solamente 5 le città in cui la RO risulta in flessione rispetto allo scorso anno, mentre sono ben 8 le città che ottengono un tasso di occupazione camere superiore al 60%: al top Milano con una RO del 72,5%, poi Roma (67,5%), Firenze (66,5%), Bergamo (65,2%), quindi Torino, Catania, Bologna e Venezia. La progressiva ripresa del settore è supportata anche dall’incremento dell’ADR (Average Daily Rate, prezzo medio camera): il dato medio nazionale per la categoria upscale (4 stelle) registra una crescita complessiva

del +1,5%, con 7 sole città con prezzi in discesa rispetto allo stesso periodo del 2016. Gli incrementi tariffari più significativi si registrano a Napoli (+3,3%), Ancona (+2,5%), Firenze (+2,4%) e Verona (+2,3%). Venezia, la città con il maggior numero di camere in hotel di lusso e storicamente la città più cara, si conferma come al solito al vertice del ranking, con un ADR nella categoria upscale di 149,12 euro a notte (+0,2% rispetto allo stesso periodo del 2016). Seguono Milano (127,98 euro), Firenze (121,35 euro), Roma (114,39 euro). Sopra quota 100 anche Torino, Como, Napoli e Bologna. Per quanto riguarda gli hotel midscale (3 stelle), che per capacità ricettiva e diffusione rappresentano la spina dorsale dell’ospitalità italiana, l’occupazione camere raggiunge il 59%, in aumento di 1,3 punti sul 2016. Il prezzo medio (inferiore di quasi il 50% rispetto a quello dei 4 stelle) si attesta sui 55,73 euro, in crescita (+0,7%) rispetto al 1° quadrimestre 2016. Occupazione camere al 59,5% (+0,5 punti) e prezzo medio di 359,41 euro (+2,3%) per la categoria luxury. 5-6 2017

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REPORT ITALIAN HOTEL MONITOR - GENNAIO-APRILE 2017 Occupazione e Prezzo per Città

Zoom sulle città Top Ten

Occupazione % Camere Città

Gen-Apr 2017

Gen-Apr 2016

Prezzo Medio

Var 17/16

Gen-Apr 2017

Gen-Apr 2016

Var 17/16

+ TORINO

63,7

61,4

2,3

105,57

104,13

1,4%

- GENOVA

61,4

62,3

-0,9

96,14

94,73

1,5%

+ MILANO

72,5

69,9

2,6

127,98

127,50

0,4%

+ COMO

50,9

48,7

2,2

103,69

101,89

1,8%

+ BRESCIA

46,0

44,1

1,9

84,60

84,41

0,2%

+ BERGAMO

65,2

61,6

3,6

88,17

88,84

-0,8%

+ PARMA

57,7

54,0

3,7

87,63

86,32

1,5%

+ REGGIO EMILIA

52,6

51,2

1,4

82,93

81,80

1,4%

+ MODENA

52,7

51,1

1,6

85,85

85,18

0,8%

Città

VENEZIA MILANO FIRENZE ROMA TORINO NAPOLI BOLOGNA GENOVA VERONA BARI TOTALE ITALIA

+ TRENTO

51,1

49,8

1,3

85,42

83,59

2,2%

+ BOLZANO

57,0

56,2

0,8

86,00

85,63

0,4%

Città

+ VENEZIA

60,3

59,7

0,6

149,12

148,85

0,2%

+ VERONA

51,9

49,9

2,0

93,56

91,47

2,3%

+ VICENZA

52,2

51,5

0,7

86,01

84,12

2,2%

+ PADOVA

56,4

53,6

2,8

85,60

85,95

-0,4%

+ TREVISO

54,5

54,5

0,0

84,28

84,41

-0,2%

+ UDINE

58,8

57,8

1,0

88,42

87,96

0,5%

+ TRIESTE

56,4

54,1

2,3

90,46

89,05

1,6%

VENEZIA MILANO FIRENZE ROMA TORINO NAPOLI BOLOGNA GENOVA VERONA BARI TOTALE ITALIA

+ FERRARA

52,7

51,0

1,7

90,86

90,63

0,3%

+ BOLOGNA

61,0

61,0

0,0

101,67

99,76

1,9%

+ RAVENNA

57,6

56,1

1,5

84,41

83,77

0,8%

+ RIMINI

54,5

53,9

0,6

85,82

86,29

-0,5%

+ REP. SAN MARINO

50,9

50,2

0,7

81,73

80,27

1,8%

+ FIRENZE

66,5

64,1

2,4

121,35

118,53

2,4%

+ PISA

58,9

57,3

1,6

89,29

88,26

1,2%

+ SIENA

59,3

57,0

2,3

89,68

90,68

-1,1%

+ ANCONA

55,4

53,1

2,3

86,56

84,41

2,5%

- PESARO

52,1

52,9

-0,8

81,47

82,75

-1,5%

- PERUGIA

39,7

42,0

-2,3

85,18

86,54

-1,6%

+ ROMA

67,5

66,4

1,1

114,39

113,49

0,8%

+ PESCARA

50,7

49,7

1,0

83,90

83,79

0,1%

+ NAPOLI

62,8

60,3

2,5

102,99

99,69

3,3%

- BARI

54,2

54,6

-0,4

84,99

84,79

0,2%

+ TARANTO

52,5

52,0

0,5

82,59

82,25

0,4%

+ PALERMO

57,7

55,1

2,6

89,24

88,56

0,8%

+ MESSINA

50,3

49,9

0,4

83,68

82,58

1,3%

+ CATANIA

62,0

60,9

1,1

84,76

83,44

1,6%

- CAGLIARI

53,6

54,0

-0,4

85,03

84,94

0,1%

+ SASSARI

53,3

52,8

0,5

84,01

83,04

1,2%

+ TOTALE ITALIA

63,2

61,4

1,8

110,10

108,46

1,5%

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Occupazione % Camere Upscale Midscale

Luxury

57,1 64,6 58,7 58,3 59,5

Luxury

441,86 367,36 384,55 303,83 359,41

60,3 72,5 66,5 67,5 63,7 62,8 61,0 61,4 51,9 54,2 63,2

60,0 68,0 64,8 71,3 57,6 61,5 59,4 60,7 51,5 52,7 59,0

Prezzo Medio Upscale Midscale

149,12 127,98 121,35 114,39 105,57 102,99 101,67 96,14 93,56 84,99 110,10

86,05 68,38 60,90 62,74 54,52 53,79 59,95 51,93 53,79 50,14 55,73

Occupazione e Prezzo per Tipologia Tipologia

Luxury Upscale Midscale

Tipologia

Luxury Upscale Midscale

Gen-Apr 2017

59,5 63,2 59,0

Occupazione Camere Gen-Apr Var 2016 17/16

59,0 61,4 57,7

0,5 1,8 1,3

Gen-Apr 2017

Prezzo medio Gen-Apr Var 2016 17/16

359,41 110,10 55,73

351,37 108,46 55,36

Fonte: Italian Hotel Monitor - Trademark Italia

2,3% 1,5% 0,7%


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Breaking news La dinamica dei marchi Si dice che la conversione e il cambiamento di brand migliorino gli alberghi, li rendano più flessibili spingendo il personale ad aggiornarsi e i proprietari ad aggiungere servizi e competenze operative. Ma i cambi di marchio creano, d’altro canto, inquietudine nella clientela, modificano negativamente il portafoglio corporate, producono defaillances tra i clienti storici, scombussolano i programmi di fedeltà e le prenotazioni web. Negli ultimi anni è stato tutto un fiorire di marchi “morbidi” e ibridi, come ad esempio Marriott Autograph, Hilton Curio, Loews OE Collection, ecc. Guardando in particolare a Hilton Curio, viene considerato un brand innovativo, soft, ossia adattabile a chi pensa di catturare più clienti grazie alla riconversione dell’atmosfera, del servizio e... dei prezzi. Un brand che punta a valorizzare l’individualità, la particolarità e l’unicità delle singole strutture senza imporre i rigidi standard di una ca-

tena integrata. Anche se diventare una struttura a marchio Curio implica un certo investimento: per l’aggiornamento delle camere e della lobby (qualora fosse necessario), la realizzazione di una library (come vuole la tradizione newyorchese), il centro benessere e un’impostazione di marketing e comunicazione tutta mirata all’arte e alla cultura offerta dalla location in cui si trova l’hotel. Non ultimo il dover presentare anche un programma artistico interno all’hotel che significa mostre ed eventi dedicati ad artisti locali e impegnati a sostenere la comunità locale. Un hotel a marchio Curio vuole essere “per tutti”, clientela business e leisure senza distinzione alcuna. Non è però facile che i viaggiatori lo capiscano, così come non è facile districarsi tra tutti i brand che attualmente Hilton offre a livello mondiale: • Canopy, brand per hotel piccoli, smart e casual; • Double Tree, marchio di espansione internazionale, di fascia

upscale ma un gradino sotto rispetto a Hilton; • Tapestry, un brand tanto morbido e originale da assicurare la pace della mente, sempre di segmento upscale; • Embassy Suites, Hilton Garden Inn, Hampton Inn, Homewood Suites, Home 2 Suites, brand nati per coprire il segmento dei lunghi soggiorni e degli appartamenti; • Hilton Grand Vacation, un marchio di timesharing; • Tru by Hilton, un angolo di ospitalità semplice e identitaria progettato per espandere i rapporti umani; • Curio, ovvero una collezione di hotel speciali per turisti e viaggiatori attenti alla destinazione e alle bellezze locali impegnati a scoprire i luoghi nei quali si trovano. La notorietà massima spetta al brand Hilton con i suoi 550 hotel nel mondo e infine ai due grandi marchi del lusso al top della catena Hilton: Waldorf Astoria e Conrad, due brand a 5 stelle deluxe per la

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clientela più esigente e sofisticata. Sarà interessante scoprire se questa differenziazione ulteriore, quella di Curio, andrà a vantaggio dei viaggiatori o sia una tattica di breve periodo della compagnia per espandersi riconvertendo e riposizionando edifici alberghieri in città o destinazioni turistiche dove Hilton è già un marchio maturo o non è presente.

Investimenti in hotel, la reciprocità è garantita Quanto progetta di guadagnare un investitore acquistando uno o più hotel? Per proteggere il proprio investimento ha bisogno di una quota di interessi molto diversa da quella cui siamo abituati, e a garantire i rendimenti promessi (sempre a due cifre) sono i fondi, le SGR e gli hedge fund. Ma mentre gli obiettivi e i target dell’investitore sono guidati esclusivamente da metriche finanziarie e dalla perfetta conservazione degli asset, quello dell’albergatore è massimizzare il profitto gestionale per fare fronte agli impegni finanziari. Se normalmente il GOP di un albergo si aggira sul 23-28%, in presenza di un fondo proprietario dell’asset, l’albergatore deve accentuare il risultato e salire fino al 30-35%. Qui entrano in gioco la qualità dell’immobile, i comfort e i servizi delle camere, la qualità degli impianti e degli equipaggiamenti, tutti elementi per i quali l’investitore stesso frequentemente svolge un ruolo fondamentale partecipando ai progetti di ristrutturazione e ringiovanimento della struttura ricettiva. L’investitore si interessa sempre delle condizioni del proprio patrimonio alberghiero e punta a investire sulle manutenzioni programmate non sulle estemporanee richieste del gestore. Per farlo ha bisogno di competenza ed esperienza, per questo si rivolge ad esperti di livello internazionale. Queste considerazioni tengono conto degli eventi imprevisti e di costi urgenti non pianificati per cui il gestore dell’albergo dovrà sempre considerare la collaborazione dell’investitore (o del fondo), al quale interessa ovviamente il valore, anche lo

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status, della proprietà, che devono essere garantiti per poter essere venduta a condizioni speculative.

Una zona non di primo livello, un contesto urbano non particolarmente accattivante e un immenso cantiere. Adesso si può solo immaginare cosa diventerà davvero FICO. La Fabbrica Italiana Contadina, il grandioso parco alimentare in costruzione a Bologna su progetto del Centro Agroalimentare di Bologna e gestito da Eataly World, la società costituita da Eataly e Coop che dovrebbe (usiamo il condizionale perché la vediamo impresa ardua) inaugurare come da programma il prossimo 4 ottobre. Circa 130 milioni di euro di investimento tra capitale privato e pubblico per trasformare 8 ettari di superficie in un luogo di edutain-

na. Un luogo che però non deve solo far sognare, ma anche produrre reddito per sé e le altre decine di aziende che, con molto coraggio, hanno creduto nel progetto e hanno intrapreso un’avventura che, conti alla mano, potrebbe fare acqua da molte parti, anche per alcuni vincoli contrattuali (con il gestore Eataly World) non proprio favorevoli. Al di là di dichiarazioni, sogni e promesse, i numeri su cui poggia la fattibilità di quest’impresa appaiono traballanti e poco importa che ENIT (udite, udite) e altre pubbliche istituzioni spingano con grande veemenza la promozione di questo luogo, certamente unico. Di cui non sono in discussione la bellezza, i valori e i contenuti, quanto piuttosto la redditività economica. Le stime parlano di un giro d’affari annuo di 80 milioni di euro, una cifra che, se parametrata ai 6 milioni

ment, cultura e intrattenimento, unico al mondo. Due ettari di orti e allevamenti, 40 aziende di trasformazione, 25 ristoranti, botteghe alimentari e mercati, aule per la didattica, 4 mila mq. di padiglioni per eventi. E un flusso stimato (con molto ottimismo) di circa 6 milioni di visitatori l’anno (a regime, ovvero dal terzo anno), di cui 2 milioni stranieri. Negli intenti dei suoi ideatori (Farinetti su tutti) FICO vuole essere il più grande luogo al mondo dove celebrare la biodiversità agroalimentare ed enogastronomica italia-

di visitatori previsti, significherebbe solamente 13 euro a persona per provare un’esperienza irripetibile e gustare il meglio dell’agroalimentare italiano. Una miseria! Del resto nulla è dato sapere sui potenziali visitatori: turisti e residenti, reddito, cultura, età (Baby boomers, X Generation, Millennials, ecc.), propensione alla spesa e sensibilità enogastronomica. Noi, come tutti gli italiani, auguriamo a questo bellissimo progetto buona fortuna sperando che davvero riesca a trasformarsi in un formidabile successo.

FICO: il grande parco di divertimento del cibo



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Una ricerca continua

della qualità

Roberto Bernardone, imprenditore determinato, si conferma leader dell’housekeeping di lusso con la sua GSC, grazie a competenza e professionalità

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✒Cristina Natanne

GSC Servizi scarl è una società che opera nel settore multiservizi e facility management da oltre 15 anni. Nata come cooperativa, l’azienda si è evoluta, negli anni, come società di capitali in una struttura dinamica, attiva su tutto il territorio nazionale e organizzata in tre divisioni: Grandi Clienti, Facility Management, Cleaning Services. L’esperienza maturata nel tempo e un team professionale costantemente aggiornato, permettono oggi a GCS Servizi di soddisfare le esigenze di svariati settori: dalle catene alberghiere alle grandi strutture commerciali, industriali e civili, garantendo servizi studiati su misura che producono economie importanti, senza alcuna rinuncia sulla qualità dei risultati.

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Outsourcing significa fiducia Ma quali sono i punti di forza di GSC? Ne parliamo con l’amministratore unico, Roberto Bernardone. «La nostra società», ci racconta, «oltre ad essere dotata delle più importanti certificazioni di qualità e di sicurezza, investe costantemente tempo e risorse nella formazione di personale qualificato che opera nel più rigoroso rispetto delle normative sulla sicurezza. Dobbiamo il nostro successo ai valori ai quali ci ispiriamo quotidianamente nel lavoro: attenzione ai dettagli, qualità e tutela del cliente. Outsourcing per noi significa fiducia e soddisfazione di chi ci affida servizi fondamentali per lo sviluppo delle proprie attività, consentendoci di essere una parte integrante del lavoro


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COVER STORY UN PLUS PER OGNI CORE BUSINESS La GSC di Roberto Bernardone si propone come partner affidabile per ciascun hotel o struttura ricettiva che voglia fare del servizio un elemento distintivo. «Il nostro team», afferma Bernardone, «guidato da un housekeeper e da un’area manager con il compito di controllare gli standard, dispone non solo del know how necessario per far fronte a qualsiasi evenienza con la massima tempestività e professionalità, ma è anche portatore di innovazione e competenza, elementi fondamentali per distinguere il proprio core business».

di ogni giorno. Ho fondato la GSC servizi con l’obiettivo di creare un’azienda capace di crescere in modo dinamico, acquisendo esperienze sul campo, esperienze che hanno rafforzato i suoi punti di forza. Tra questi, prioritaria è la formazione del personale. Senza i dipendenti non si fa impresa. Sono loro che trasmettono ai clienti sicurezza, qualità, soddisfazione, rispetto dei contratti e dei diritti del lavoratore».

Standard elevati e massima professionalità Delegare i servizi di pulizia e housekeeping a terzi è una questione molto delica-

ta: igiene, pulizia, cortesia del personale sono tutte attività cruciali per la customer satisfaction, ragione per cui è fondamentale instaurare un rapporto di fiducia e di stima reciproca. Come riuscite a garantire standard di qualità così elevati? «Siamo in grado», continua Bernardone, «di mettere a disposizione un coordinatore hotel e dei supervisori di area (in proporzione al numero del personale impiegato), con il compito di programmare nel tempo un monitoraggio continuo dell’attività e un conseguente aggiornamento su prodotti e servizi. Questo crea un feedback positivo in ogni settore che motiva fortemente il personale e accresce la dinamicità e la qualità del servizio».

Massima trasparenza e tutela del cliente Le strutture ricettive sono un banco di prova importante per ogni azienda. Diverse per location, numero di stanze, capacità ricettiva, caratteristiche degli ambienti, hanno spesso peculiarità a cui bisogna prestare un’attenzione mirata. Il rapporto

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con il cliente diventa in questo caso fondamentale, uno strumento di reciproca fiducia sul quale costruire risultati. Quali sono in concreto le vostre strategie vincenti? «Riusciamo a fornire un servizio

GSC IN NUMERI più di 450 clienti oltre 120000 camere/mese gestite 1500 dipendenti sul mercato da più di 15 anni

d’eccellenza», continua l’AD, «grazie alla nostra presenza su tutto il territorio italiano e grazie ad un portfolio stanze di oltre 120000/mese, ripartite in strutture che vanno da 3 a 5 stelle lusso, che include anche attività come teatri, uffici, cinema, spa, centri sportivi e ristoranti. Con il tempo GSC ha acquisito una solidità finanziaria e un’elevatissima affidabilità nei confronti delle banche che gli permette di rispondere a qualunque esigenza evidenziata dal committente». I

PUNTI DI FORZA DI GSC formazione del personale certificazione controllo qualità qualità dei prodotti utilizzati rispetto per i dipendenti elevato rating bancario solidità finanziaria

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L’INCHIESTA

Aboliti i voucher problemi per gli hotel?

Parlare di turismo come “petrolio” dell’Italia è facile ma all’atto pratico le azioni politiche vanno in direzione opposta, come è accaduto nel caso dei “buoni” lavoro eliminati. Capiamo perché…

✒Dante Daverio Il mercato del lavoro è oggi in transizione continua. Bisogna ragionare su come permettere al lavoratore di aggiornarsi e acquisire nuove competenze ma non solo dopo che ha perso il posto

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La notizia era arrivata quasi come una doccia fredda per le imprese e in particolare per quelle alberghiere e recettive: la cancellazione dei voucher, avvenuta per disarmare il referendum sullo stesso argomento chiesto dalla Cgil, ha aperto per il mondo del lavoro italiano scenari che sono ancora poco chiari. Vale la pena, a

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poco tempo dall’avvenuta eliminazione di questa formula per il lavoro accessorio, di andare proprio alla scoperta delle problematiche che sono nate e che nasceranno in seguito alla scelta del governo, con particolare relazione al mondo dell’hotellerie, che delle prestazioni occasionali e stagionali ha sempre fatto e farà molto


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L’INCHIESTA

NEWS SUI VOUCHER Una legge controversa: questo si era abbondantemente capito, anche per il fatto che dopo la sua pubblicazione e la definitiva eliminazione dello strumento dei voucher, tantissime categorie imprenditoriali italiane, e in primis quella legata al mondo del travel e dell’hotellerie, avevano chiaramente parlato di clamoroso autogol in vista della sopraggiungente stagione estiva. Tanto che, appena due mesi dopo quella decisione, il Governo sembra stia facendo marcia indietro. Come? Con un emendamento alla manovra finanziaria che reintroduce i voucher – o una loro abbastanza simile copia – e che è stato approvato in commissione Bilancio alla Camera da pochi giorni (il 27 maggio). Il tutto con la grande opposizione della CGIL che ha minacciato subito ricorsi alla Corte Costituzionale. Ora il confronto si sposta nell’aula di Montecitorio, dove il voto finale su sulla manovrina bis, che contiene appunto il contestato emendamento sul lavoro occasionale, dovrebbe arrivare entro il 2 giugno.

uso. Tanto che, nelle ultime ore del dibattito politico prima della poi avvenuta eliminazione, sembrava essersi fatta largo un’ipotesi meno drastica, con la limitazione all’uso dei voucher per le famiglie e le imprese senza dipendenti, con limiti massimi di importo complessivo annuo. Alla fine tutto è però stato come previsto cancellato e a vincere è stata la linea “estremista”, che chiedeva appunto l’eliminazione totale dello strumento.

vamente, la legge Fornero del 2012 ha escluso qualsiasi vincolo nell’impiego del voucher. Infine il Jobs act ha alzato da 5mila a 7mila euro il limite annuo dei compensi (2mila euro per committente), con il divieto dei voucher nell’esecuzione di appalti e (dall’inizio di ottobre) la tracciabilità. Su 10 euro di voucher al lavoratore andavano 7,5 euro (il resto erano contributi). Ora però è stato definitivamente eliminato lo strumento dei voucher: quelli già acquistati sono ancora utilizzabili, entro il prossimo 31 dicembre. Questa la regola transitoria contenuta nel decreto legge 25/2017, pubblicato a tempo di record in Gazzetta Ufficiale il 17 marzo 2017 ed entrato in vigore lo stesso giorno; ad aprile infine la norma è stata convertita in legge. E proprio a proposito della “vita” dei voucher, Arturo Maresca, professore di diritto del lavoro alla Sapienza, ha recentemente dichiarato sulle pagine de Il Sole 24 Ore che: «Con l’abolizione dei voucher, il lavoro breve non può essere lasciato a se stesso». Gli ha fatto eco, sempre sulle pagine del quotidiano finanziario poi Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato, secondo il quale: «Il mercato del lavoro è oggi in transizione continua. Bisogna ragionare su come permettere al lavoratore di aggiornarsi e acquisire nuove competenze ma non solo dopo che ha perso il posto. Allo stesso tempo, scuola e università non possono viaggiare separate dalle necessità delle imprese. Infine

Globalizzazione dei flussi, sofisticazione e diversificazione della domanda, digitalizzazione e disintermediazione sono tra le dinamiche che più stanno trasformando l’industria del turismo e che dovrebbero essere al centro dei programmi formativi

La storia Per dovere di cronaca, però, prima di vedere le reazioni e gli scenari per il futuro, vediamo quale è stata la storia che ha portato alla nascita e quindi alla fine di questi voucher, nati come buoni per il lavoro accessorio e introdotti dalla legge Biagi nel 2003 per far emergere il lavoro sommerso. Destinati ad una platea limitata di “svantaggiati” (disoccupati di lunga durata studenti, pensionati, casalinghe) e di comparti (piccoli lavori domestici, lezioni private, pulizia di edifici). Successi5-6 2017

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L’INCHIESTA I dati dell’INPS Dopo la definitiva abrogazione dei voucher, l’INPS ha voluto fare il punto sulla diffusione di questo strumento di pagamento pubblicando i dati aggiornati dell’Osservatorio sul lavoro accessorio. In totale, nel 2016, è stata registrata la vendita di 134 milioni di buoni per il lavoro accessorio con una crescita del 24% sul 2015. Mentre i buoni venduti dall’inizio del 2008 sono stati oltre 400 milioni. Il numero dei lavoratori pagati con i voucher è andato crescendo in modo significativo negli anni, mentre il numero medio di voucher riscossi è rimasto invariato: circa 60-70 buoni l’anno (74,2 nel 2016). Su 1,76 milioni di lavoratori che hanno riscosso buoni nel 2016 il 51% li riscuoteva per la prima volta. Oltre la metà del totale (il 53,7%) ha riscosso meno di 40 buoni e solo il 10,9% ha riscosso nell’anno più di 200 voucher. In particolare sono stati 1,76 milioni gli italiani che nel corso del 2016 hanno riscosso buoni per il lavoro accessorio. Tra tutti questi però solo 45.943 (il 2,6%) hanno riscosso oltre 300 voucher, incassando quindi oltre 3.000 euro lordi nell’anno (oltre 2.250 euro netti). Tra i dati evidenziati dall’Osservatorio spicca poi il netto calo dei lavoratori parasubordinati, conseguenza degli sgravi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato introdotti nel 2015. Due anni fa i lavoratori parasubordinati che versavano i loro contributi alla gestione separata dell’INPS erano 1.434.856, in calo di 311mila unità (–17,8%) rispetto al 2011, l’anno che ha preceduto la riforma Fornero. A scendere è stata soprattutto la quota dei collaboratori (-24,1% tra il 2011 e il 2015) passati in quattro anni da 1.464.740 a 1.111.684 (–100mila unità tra il 2014 e il 2015). I professionisti sono invece aumentati passando dai 281mila del 2011 ai 323mila del 2015 (+10mila nell’ultimo anno).

Sopra, oggi, al primo posto nelle ricerche di lavoro, figurano le posizioni di front/back office (oltre il 40%) seguite dalle professioni più direttamente collegate all’intrattenimento (DJ, animatori, coreografi, fotografi). Qui sotto, Maurizio Sacconi, presidente della commissione Lavoro del Senato: A destra, Massimo Vivoli, presidente Confesercenti

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servono meno leggi e la regolamentazione deve essere lasciata alla contrattazione aziendale e territoriale, l’unica che può stare dietro ai cambiamenti del mercato».

Nessuno ha pensato ai problemi del turismo Quelle di Sacconi sono parole che sembrano andare in direzione delle necessità di quel mondo imprenditoriale, turistico e non solo italiano, che è stato danneggiato dall’eliminazione dello strumento dei voucher. Un mondo che in realtà, già nelle prime ore dopo l’annuncio della decisione aveva fatto arrivare al Paese e al Governo le sue reazioni, per niente positive. Tra le prime ad alzare la voce era stata Confesercenti, che senza mezzi termini aveva affermato in una nota stampa come

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«l’abrogazione dei voucher è un errore». Successivamente anche il suo presidente, Massimo Vivoli, aveva aggiunto: «Cancellare i buoni lavoro, completamente o parzialmente, non vuol dire solo danneggiare le imprese, ma togliere ai lavoratori un’occasione di guadagno. Senza contare che erano stati fatti recentemente anche degli importanti “passi avanti” nell’utilizzo corretto e trasparente dei buoni lavoro. Penso ad esempio all’introduzione della tracciabilità, che ha fortemente circoscritto l’uso dei voucher, come hanno certificato i dati della stessa INPS».


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L’INCHIESTA Ricerche di lavoro nel turismo Per quanto riguarda le ricerche di lavoro, al primo posto troviamo le posizioni di front/back office (oltre il 40%) seguite a brevissima distanza dalle professioni più direttamente collegate all’intrattenimento (DJ, animatori, coreografi, fotografi). Sul fronte delle offerte lo scenario cambia radicalmente, con i receptionist che slittano quasi all’ultimo posto per lasciare spazio agli animatori. Tutto questo, però, è “fisiologico” dal momento che le posizioni di front/back office sono normalmente più stabili, mentre quelle legate all’intrattenimento, circa il 70% del totale, hanno una rotazione di personale decisamente maggiore. Tra le regioni più dinamiche al primo posto troviamo Lombardia e Lazio, ovvero, le aree che oltre a essere destinazioni turistiche ospitano anche le sedi dei principali operatori nazionali e internazionali, pubblici e privati. Infine, va rilevato che il dinamismo di questo settore presenta una maggiore accelerazione nei primi tre mesi dell’anno, in cui si concentra oltre il 57% delle ricerche. Stiamo parlando del momento nel quale gli operatori sono in fase di organizzazione della stagione estiva. In Italia, infatti, a differenza di altre realtà europee, la componente stagionale di questo settore è ancora molto forte. (fonte: CornerJob)

Un’eliminazione, inoltre, che è arrivata proprio alle porte della stagione estiva. Tanto che la stessa Confesercenti ha anche precisato nella stessa nota stampa la necessità di istituire nuove regole per il lavoro accessorio, proprio nel momento in cui, soprattutto nel turismo, si fa più forte il bisogno di prestazioni. Al momento comunque, secondo le stime riportate ancora da Il Sole 24 Ore (i dati ufficiali non sono ancora disponibili), in circolazione ci sarebbero ancora voucher per un valore complessivo di ben 35 milioni di euro. Per i quali, però, ci sono ancora dubbi da chiarire riguardo l’utilizzo. Infatti, nel decreto legge di abrogazione non si fa cenno al prolungamento anche nel periodo transitorio delle regole a sulle procedure di comunicazione prevendita e quelle sulle sanzioni. E sempre il quotidiano finanziario segnala anche problematiche legate all’attivazione dei voucher sul sito dell’INPS. Le difficoltà sarebbero legate alla necessità di aggiornare le procedure secondo le nuove norme. Tornando alle reazioni all’eliminazione dei voucher, molto critiche erano state anche quelle degli albergatori: «Una scelta che ci ha profondamente deluso», ha spiegato Giorgio Palmucci, presidente AICA Confindustria Alberghi, «l’errore è stato quello di optare per una soluzione che non tiene conto di realtà come quella del settore turistico-alberghiero, nella quale l’utilizzo dei buoni lavoro ha costituito un’opportunità per coinvolgere nuove risorse nel mondo del lavoro. Un’occasione

persa per le imprese turistiche che potevano avere a disposizione uno strumento a basso impatto di burocrazia».

Per l’hotellerie un problema in più E adesso? Se dal suo punto di vista la politica sta cercando di trovare nuove soluzioni al problema delle prestazioni lavorative stagionali e temporanee – una delle ipotesi allo studio è quella di liberalizzare il lavoro intermittente (superando gli attuali limiti d’età fino a 24 anni e da 55 anni in su) o di introdurre una disciplina ad hoc, mentre per gli artigiani e le piccole imprese si ragiona su una semplificazione nelle comunicazioni telematiche, sul modello di quanto fatto con la tracciabilità dei voucher – diventa interessante concentrarsi totalmente sul mondo dell’hotellerie per capire se e come essa potrà superare le difficoltà connesse all’abrogazione e come, più in generale, si porrà nel prossimo futuro nei confronti dell’occupazione e della gestione dei collaboratori. Cominciando con un inquadramento generale: partendo da recenti dati di Federalberghi, sappiamo che in Italia il turiGiorgio Palmucci, presidente AICA Confindustria Alberghi

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L’INCHIESTA

Al centro, l’abolizione dei voucher non tiene conto di realtà come quella del settore turisticoalberghiero, nella quale l’utilizzo dei buoni lavoro ha costituito un’opportunità per coinvolgere nuove risorse nel mondo del lavoro. Qui a fianco, due immagini di hotel all’avanguardia (dall’alto: IH Hotel Watt 13 e BoscoloHotel Milano) nei quali, per l’accoglienza top, il fattore umano è fondamentale

smo equivale all’11,8% del Pil nazionale e garantisce 3,1 milioni di unità di lavoro per un giro d’affari complessivo di 171 miliardi di euro. L’andamento positivo di questo settore è poi anche attestato da altre ricerche di Confesercenti che hanno registrato a fine agosto 2016 una crescita degli occupati del 4,3% rispetto al 2015. Il dato quindi è stato recentemente confermato anche da CornerJob (azienda specializzata nel settore della ricerca di lavoro attraverso dispositivi mobili): questi ultimi numeri mostrano come, dopo l’immobiliare, il settore più dinamico sulla stessa piattaforma è proprio il turismo, ambito nel quale in particolare sono i millennials a giocare un ruolo da protagonisti, sia per quanto riguarda il “boom” de-

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gli startupper legati alla sharing economy sia per il lavoro dipendente. In media quindi, chi progetta un percorso professionale nel settore del turismo ha un’età inferiore rispetto agli altri settori. E in particolare su CornerJob si parla di giovani intorno ai 20 anni (per il 40%), freschi di studi superiori (per il 55,6%) e al debutto nel mondo del lavoro. «È un dato che non sorprende», ci ha detto Mauro Maltagliati (foto a destra), Founder e CEO Italia di CornerJob – perché il turismo, per definizione, è un settore che esercita un grande fascino sulle fasce più giovani. Fascino che è anche maggiore nel caso dei millennials, dal momento che, rispetto alle generazioni precedenti, sono figli di un mondo senza frontiere dove il viaggio è già da tempo parte della loro esperienza di formazione e di vita. Anche per questo, mi sento di dire che, con l’operazione di abrogazione dei voucher, il mondo del lavoro italiano e il Paese hanno fatto un passo avanti e due indietro. Nel senso che con la nuova situazione si è tornati a un contesto nel quale si favorisce una crescita della cosiddetta “dig economy” e del “lavoro sommerso”. Venuto meno lo strumento del voucher,


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L’INCHIESTA

NH Hotel, focus sulla formazione

per le aziende diventa più difficile avere un sistema sicuro per trovare collaboratori disponibili a lavori stagionali e volatili, anche se pur sempre importanti. Per le aziende non avere la “certificazione” di uno strumento regolare come quello del voucher spesso presuppone un restringimento del campo della ricerca dei colla-

Nonostante tutto, il mondo del turismo e dell’accoglienza alberghiera non si abbatte e cerca soluzioni che la politica sembra non poter dare. In collaborazione con l’Università IULM, ad esempio, ecco che la catena alberghiera NH Hotel Group Italia ha presentato un percorso formativo nuovo e unico nel panorama italiano: il Master in Guest Relation Management. L’obiettivo è quello di formare nuovi professionisti del settore in grado di rispondere alle nuove complessità e sfide di un mercato in continua evoluzione come quello dell’hotellerie. La globalizzazione dei flussi, la sofisticazione e diversificazione della domanda, la specializzazione e la concentrazione dell’offerta, la digitalizzazione e la disintermediazione sono dinamiche che stanno profondamente trasformando l’industria del turismo. Proprio sulla base di queste riflessioni, oltre che sull’idea di perseguire la formazione dei giovani in un’ottica di creazione di posti di lavoro di qualità nel turismo, è nata l’idea del Master. I prodotti formativi più innovativi sono, infatti, quelli che vedono uno sforzo congiunto del mondo della formazione e delle imprese con l’obiettivo di formare nuovi professionisti in grado di rispondere alla nuova complessità e anticipare i trend futuri. E in questo caso l’impegno di NH nella formazione delle nuove professionalità nel settore turistico ha trovato forza nella partnership con l’Università IULM con la quale collabora trasversalmente anche su altri progetti, tra i quali la Laurea magistrale in Hospitality and Tourism Management.

boratori a un numero molto limitato di persone, ovvero quelle sicuramente fidate e alle quali è possibile proporre anche un “non” contratto o un rapporto in “nero”. Senza contare tutte quelle situazioni lavorative di nuovissima generazione, come ad esempio quelle legate alle pulizie e alla gestione di realtà turistiche in “stile Airbnb” o similari. Ma soprattutto, ripeto, il voucher poteva, per il giovane lavoratore in primis, rappresentare una sorta di porta d’ingresso a un lavoro, anche se più o meno definitivo e più o meno stagionale. Se insomma l’eliminazione dei buoni poteva essere un provvedimento di valore legato a qualche altra situazione di lavoro, per il mondo del turismo l’effetto è stato e sarà indubbiamente negativo». I 5-6 2017

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SCENARI DEL TURISMO

Pacchetti turistici:

in arrivo le nuove regole Entro il 1° gennaio 2018 l’Italia e tutta l’Europa dovranno adeguarsi alle nuove indicazioni vincolanti della UE. Più garanzie per i viaggiatori anche per gli acquisti online. Ma le agenzie chiedono responsabilità condivise e temono i “trader” senza licenza

✒Aura Marcelli

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La Direttiva europea e stata pensata per aggiornare la disciplina dei pacchetti turistici e garantire ai viaggiatori/consumatori maggiori protezioni e trasparenza per i loro acquisti

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Si avvicina la scadenza per il recepimento della Direttiva UE sui pacchetti turistici ed ecco che dubbi, timori e speranze cominciano a essere sollevati da tutti i soggetti che saranno coinvolti da questa (piccola o grande, si vedrà) rivoluzione del settore. Entro il 1° gennaio 2018, infatti, l’Italia, come tutti gli stati membri dell’Unione, dovrà recepire le nuove regole, interpretarle e integrarle alla legge di riferimento precedente, per noi datata 1995 (intatta ad oggi, salvo pochi e frammentari interventi legislativi) e a sua volta sollecitata dalla precedente direttiva del 1990. Una legge del secolo scorso, sia in termini di millesimi, sia in termini di merito, che ha senz’altro bisogno di essere rivista, dal momento in cui negli ultimi venti

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anni il mondo del turismo e della sua commercializzazione è stato stravolto, ampliato e innovato dall’arrivo e dall’imporsi di Internet e delle sue logiche d’acquisto.

Nuove definizioni La Direttiva europea, pubblicata a novembre 2015, è stata pensata per aggiornare la disciplina dei pacchetti turistici, garantire ai viaggiatori/consumatori maggiori protezioni e trasparenza per i loro acquisti ed estendere queste garanzie non già alle sole agenzie di viaggi, ma anche a tutti quei soggetti che operano come “trader turistici” online, compagnie aeree, albergatori, fornitori di servizi o autonoleggi, e che propongono almeno due servizi


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SCENARI DEL TURISMO

turistici collegati per lo stesso viaggio e nella stessa occasione (nello stesso processo di prenotazione o entro 24 ore, nel caso di servizi turistici combinati online). Cambia, dunque, la definizione stessa di pacchetto turistico. Con questo termine la Direttiva non intende solo i pacchetti “tutto-compreso” – o quelli che abbinano

in un pacchetto volo e hotel, oppure hotel e servizi come l’autonoleggio, o eventi o escursioni se costituiscono una parte economicamente rilevante del viaggio – venduti dalle agenzie di viaggio, ma afferma che “è opportuno considerare pacchetti tutte le combinazioni di servizi turistici che presentano le caratteristiche solitamente associate dai viaggiatori ai pacchetti, in particolare quando servizi turistici distinti, della cui corretta esecuzione l’organizzatore si assume la piena responsabilità, sono combinati in un unico prodotto turistico”. Quindi in agenzia o davanti a uno schermo, combinati prima e preconfezionati o personalizzati con il viaggiatore, su sua richiesta o su sua selezione, non fa più differenza. Tutti i soggetti che proporranno pacchetti turistici, secondo questa definizione, dovranno garantire le medesime garanzie a fronte dei rimborsi delle somme versate e del rimpatrio dei viaggiatori in caso di insolvenza. Nel testo inglese questi soggetti sono identificati come trader e il termine contempla tutto quel novero di professionisti, agenti di viaggio e non, online e offline, che vende pacchetti di viaggio o servizi turistici combinati. Nel caso in cui il venditore-trader non sia anche l’organizzatore del viaggio, e l’organizzatore sia un

Escursioni, hotel, ma anche voli, servizi ed eventi, se venduti in abbinata o contestualmente, online o offline, potranno costituire un pacchetto turistico. Foto di Barbara Ainis

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SCENARI DEL TURISMO

articolato e complesso rispetto a quello della precedente direttiva del 1990 – ha scritto Fiavet in una nota – il compito che le tre associazioni si prefiggono è quello di evitare, sia sconfinamenti dall’ambito naturale di applicazione della direttiva, sia norme di recepimento incoerenti con la medesima che potrebbero danneggiare gravemente il comparto delle agenzie di viaggi». Ma le responsabilità di trader e organizzatori saranno definite dal recepimento della Direttiva UE anche in termini di obbligo di informazione. «Per assicurare maggior chiarezza ai viaggiatori e consentire loro di fare scelte con cognizione di causa riguardo ai vari tipi di servizi turistici offerti», recita la direttiva, «ai professionisti dovrebbe essere imposto di dichiarare in modo chiaro ed evidente, prima che il viaggiatore acconsenta al pagamento, se stanno offrendo un pacchetto o un servizio turistico collegato e di fornire informazioni sul livello di protezione corrispondente». Un richiamo alle responsabilità di tutti, fondamentale vista la varietà di offerte online e la loro

Nel caso eventi avversi eccezionali compromettano l'esecuzione del pacchetto o impediscano il rientro, il viaggiatore ha diritto all'annullamento e al rimborso fino a tre pernottamenti. Foto di Barbara Ainis

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altro professionista, il primo non sarà il responsabile della corretta esecuzione dell’intero pacchetto e la responsabilità sarà in capo all’altro professionista. Entrambe queste nuove definizioni della Direttiva UE, pur tentando di fare chiarezza rispetto alla legge precedente, lasciano un non indifferente margine di interpretazione che andrà ad incidere notevolmente sulla effettiva applicazione della legge e sulle conseguenze dirette sugli attori della filiera. A temerne gli effetti sono in particolare le agenzie di viaggio. «Il processo renderà più premianti garanzie assolutamente condivisibili, ma il sistema di garanzie deve essere a cascata e non ricadere solo sull’anello più debole della catena», chiarisce così il suo punto di vista Andrea Giannetti, presidente Federturismo Travel, e firmatario insieme con Jacopo De Ria di Fiavet Nazionale e Gianni Rebecchi di Assoviaggi Confesercenti di un protocollo d’intesa. «Considerando che il testo da recepire è decisamente più

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SCENARI DEL TURISMO LE NUOVE TUTELE DA GARANTIRE

diversa e talvolta incerta provenienza extraeuropea.

E il business travel? Da più parti, si è letto che il turismo d’affari dovrebbe essere fuori dalle questioni affrontate dalla Direttiva UE e dal suo prossimo recepimento, insieme con le gite di un giorno e ai pacchetti viaggio organizzati sporadicamente da associazioni no profit. Ma, a ben guardare, questa affermazione non è del tutto corretta. Fuori dai giochi resteranno, stando a quanto dice la direttiva, «imprese o società che definiscono le modalità di viaggio in base a un accordo generale, spesso concluso per numerosi servizi turistici o per un periodo determinato per esempio con un’agenzia di viaggio». La Direttiva sottolinea che mentre questo tipo di servizi turistici non richiede un ulteriore livello di protezione, è invece necessario stabilire queste tutele per gli acquisti di pacchetti turistici, online e offline, effettuati da parte dei “normali” consumatori. Siano essi turisti leisure o anche rappresentanti di piccole

Indicazione dei prezzi L’indicazione del prezzo del pacchetto turistico non sarà più forfettaria, ma dovrà indicare: tasse, diritti imposti e costi aggiunti. Potranno essere aggiunti in un secondo momento ulteriori oneri solo se si è verificata una modifica del costo del carburante o di altre fonti di energia per il trasporto dei passeggeri, delle tasse o dei diritti imposti da terzi non direttamente coinvolti nell’esecuzione dei servizi turistici ricompresi nel contratto di pacchetto. Se l’organizzatore propone un aumento del prezzo superiore all’8% (e non il 10% come in precedenza) del prezzo totale, il viaggiatore dovrà essere autorizzato a risolvere il contratto di pacchetto turistico senza corrispondere spese di risoluzione. Gli annullamenti Si fa più ampia la responsabilità dei venditori in caso di circostanze inevitabili e straordinarie che abbiano un’incidenza sostanziale sull’esecuzione del pacchetto. Il viaggiatore, oltre a poter cancellare il viaggio senza oneri se gli eventi eccezionali si verificano prima della partenza, come ad oggi, dovrà vedersi rimborsati i costi di alloggio, fino a un massimo di tre giorni, nel caso sia impossibile assicurare il rientro del viaggiatore come pattuito nel contratto del pacchetto, a causa di simili circostanze.

imprese o liberi professionisti, che prenotano viaggi legati alla propria attività commerciale o professionale, tramite gli stessi canali usati dai consumatori. I

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SCENARI DEL TURISMO

L’aeroporto di Fiumicino diventa museo

Opere d’arte di Ostia Antica in mostra fino alla fine dell’anno L’area internazionale E ospita i gioielli del II secolo del vicino Parco Archeologico. L’iniziativa per promuovere il territorio con esperienza culturale di qualità per i passeggeri dei voli internazionali extra Schengen

✒a cura di TiCo

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L’area di imbarco internazionale E, all’aeroporto di Fiumicino, diventa un museo. Fino alla fine dell’anno, grazie alla partnership tra Aeroporti di Roma e il Parco Archeologico di Ostia Antica, i passeggeri dei voli internazionali extra Schengen po-

tranno ammirare tre statue risalenti al II secolo dopo Cristo, rinvenute durante gli scavi del 1939, che rappresentano Apollo, Afrodite e la divinità fluviale del Tevere. Inoltre, potranno conoscerne la storia tramite i supporti multimediali che descrivono la mostra e le bellezze del Parco Archeologico di Ostia Antica. La storia delle tre statue è stata raccontata dai giovani attori del Teatro di Roma, che si sono esibiti di fronte ai passeggeri in un happening artistico-musicale nel corso dell’inaugurazione dell’area espositiva.

Per la prima volta esposte in un aeroporto tre statue originali d’epoca romana «Lo spirito dell’iniziativa è far vivere al passeggero un momento piacevole, un’esperienza unica all’interno di questo aeroporto che giace su un’area archeologica tra le più importanti al mondo: quella di Ostia antica e Portus», commenta l’am-

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SCENARI DEL TURISMO

ministratore delegato di Adr, Ugo de Carolis. «Ostia Antica era il porto di Roma, un luogo dove i popoli del Mediterraneo si incontravano come ora i viaggiatori si incontrano all’aeroporto di Fiumicino», precisa. E gli fa eco la sovrintendente alle Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, Alfonsina Russo: «Per la prima volta tre statue originali di età romana, e non delle copie, vengono esposte in un aeroporto italiano: la statua del dio Tevere è centrale nell’esposizione, a richiamare lo stretto rapporto di Ostia antica con il fiume e con Roma, mentre la statua di Venere, dea che nasce dalle spume del mare, evoca il rapporto tra la città e il mare; la statua di Apollo, ritratto mentre suona la cetra, rimanda alla passione degli antichi romani per la musica, le arti e le rappresentazioni teatrali e invita a visitare il teatro del I secolo d.C., il monumento forse di maggior fascino degli scavi di Ostia».

Aeroporti di Roma e Ostia Antica: una significativa relazione storica, logistica e culturale Le sculture hanno quindi un legame particolare con il territorio: originariamente destinate ad arredare giardini e ninfei su cui si aprivano gli spazi privati delle domus alla foce del fiume, provengono dalla zona che diventerà per secoli la base di arrivo e di partenza dei traffici dell’antica Roma, attraverso un sistema portuale capace di collegarsi con tutto il mondo allora conosciuto. A sottolineare il legame tra passato e futuro, che a Roma è quanto mai inscindibile, Mariarosaria Barbera, direttore del parco archeologico di Ostia Antica: «Lo spirito della mostra è stato quello di ricreare il collegamento non soltanto territoriale ma anche di evocazione tra l’aeroporto di Fiumicino oggi, come luogo di accoglienza e di transito dei viaggiatori, e quello che Ostia e Portus svolgevano come ruolo fondamentale nell’antichità quindi come città al servizio di Roma, la più grande capitale del mondo antico e per la quale costituivano luoghi di infrastrutture e di approvvigionamento». È sulla base di questa significativa relazione storica, logistica e culturale con Ostia Antica che Aeroporti di Roma ha scelto di ospitare le tre statue all’interno

dell’area di imbarco E, infrastruttura all’avanguardia in Europa di circa 90.000 metri quadrati, che può accogliere oltre 6 milioni di passeggeri in più all’anno. Una location dal concept architettonico ispirato al patrimonio della cultura classica romana e dove è possibile trovare il meglio del Made in Italy dal punto di vista dell’offerta enogastronomica e della moda. «La mostra costituisce il primo passo di un percorso appena avviato – che mira ad inserire lo splendido Parco di OstiaPortus in un circuito più ampio di conoscenza e fruizione da parte di un vasto pubblico – che intendiamo estendere anche ai viaggiatori internazionali», fa sapere Barbera, precisando che «il Parco ha lavorato per concretizzare un’idea di Alfonsina Russo, in un’ideale staffetta tra direttori, mossa dalla volontà di esplicitare lo stretto collegamento fra la più importante infrastruttura portuale dell’antichità e la più grande infrastruttura aeroportuale del nostro Paese, significativamente situati a brevissima distanza». I

Mariarosaria Barbera, Ugo de Carolis e Alfonsina Russo

Le iniziative Sono diverse le iniziative attivate da Aeroporti di Roma per promuovere il territorio romano e offrire servizi di intrattenimento di alta qualità ai passeggeri. Sempre in collaborazione con il Parco di Ostia Antica, il progetto “Navigare il Territorio”, consente a cittadini e passeggeri di visitare gratuitamente i Porti Imperiali di Claudio e Traiano, collegati direttamente con lo scalo da un servizio navetta gratuito. Insomma chi parte o atterra a Fiumicino può trovarsi immerso in una mostra, ascoltare un talento dell’Accademia di Santa Cecilia esibirsi al pianoforte, visitare il Porto di Traiano tra una coincidenza e l’altra, gustare le prelibatezze di grandi chef stellati che operano nei nostri Terminal. «È questo il nostro modo di accogliere i passeggeri, che ci hanno confermato il loro apprezzamento votandoci come primo aeroporto europeo per qualità dei servizi», ha sottolineato Carolis.

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SCENARI DEL TURISMO

Noi Di Sala sbarca in Puglia Presentata la delegazione regionale dell’Associazione per la formazione e la promozione della cultura dell’accoglienza

✒a cura di TiCo

Da sinistra: Beppe Schino, presidente de La Puglia è Servita, brinda con la delegazione Puglia, Noi di Sala: Francesca Mosele, Daniela de Cosmo, Matteo Zappile, Antonello Magistà; Marco Reitano; Gianni De Bellis

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La squadra pugliese farà da trait d’union tra l’Associazione nazionale e il territorio, con percorsi di formazione e attività che valorizzino le professionalità della ristorazione potenziando le capacità ricettive delle strutture socie. «La Puglia è Servita, che nel suo Dna ha la crescita della ristorazione e dell’industria dell’accoglienza in generale, ha mirato alto ed ha stretto un accordo di collaborazione con la prestigiosa Associazione Noi di Sala che riunisce i migliori camerieri e sommelier d’Italia, con la quale metteremo a punto corsi di formazione per garantire una sempre più qualificata offerta turistica». Così Beppe Schino, presidente del consorzio La Puglia è Servita ha commentato l’accordo, presentan-

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do a Bari la neonata squadra guidata da Antonello Magistà (ristorante Pashà, Conversano) e composta da: Gianni De Bellis (MyWine, Monopoli) responsabile dei corsi, Michele Matera (ristorante Corteinfiore, Trani) responsabile eventi, Francesca Mosele (ristorante La Bul, Bari) ufficio stampa e social network e Daniela De Cosmo (ristorante Biancofiore, Bari) responsabile amministrativo. Per l’occasione sono intervenuti il presidente nazionale di Noi di Sala, Marco Reitano, chef sommelier del Ristorante La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri e il direttore amministrativo Matteo Zappile, manager del Ristorante Il Pagliaccio## Roma. La neonata squadra pugliese si occuperà proprio di fare da trait d’union tra


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SCENARI DEL TURISMO

Marco Reitano 44 anni, è chef sommelier del ristorante La Pergola dell’Hotel Rome Cavalieri di Roma dove lavora dal 1994. Chevallier de l’Ordre des Coteaux de Champagne, è insignito del prestigioso Grand Award di Wine Spectator per l’enciclopedica carta dei vini. Nel 2001 ha ottenuto l’Oscar come miglior sommelier italiano e nel 2011 il premio come miglior sommelier della guida internazionale Identità Golose. Le esperienze internazionali lo hanno messo a contatto con le più disparate realtà del settore alimentando la conoscenza, lo studio e la passione per il vino e per i ristoranti. Ha assaggiato più di 70.000 vini ma è convinto che siano pochi: «c’è sempre un vino nuovo, c’è sempre qualcuno che conosce più di noi, ogni giorno è una sfida ed io, l’accetto». l’associazione nazionale e il territorio, portando in Puglia percorsi di formazione con docenti di prestigio e attività che valorizzino le professionalità del mondo della ristorazione, potenziando le capacità ricettive delle strutture socie. In un momento di grande ascesa turistica per il Tacco d’Italia, acclamato dalle più prestigiose testate internazionali come una delle mete più interessanti da visitare, Noi di Sala affida così, a La Puglia è Servita, i propri valori fondanti operando, insieme, per diffondere e promuovere la cultura dell’accoglienza e del servizio nel-

l’ambito della ristorazione. La Puglia è Servita vuole puntare all’eccellenza con le strutture socie, formando personale specializzato per accompagnare i clienti in un’esperienza a 360 gradi nell’accoglienza, nel gusto e nell’ospitalità di alto livello. Non a caso il consorzio è costituito da selezionati operatori pugliesi dell’agroalimentare, presieduto da Beppe Schino (ristorante Perbacco) e annovera ristoratori, produttori di eccellenze gastronomiche, aziende agricole, strutture di ricezione turistica e tutti rispettosi del territorio, dell’ambiente; attenti alla stagionalità delle materie prime, al lavoro degli operatori della filiera, alla professionalità nell’accoglienza, ma soprattutto appassionati della cultura gastronomica regionale, in tutte le sue declinazioni locali. Nell’ottica della cooperazione fra gli attori del territorio, La Puglia è Servita ha stretto accordi di partnership con Il Movimento Turismo del Vino Puglia e con Buonaterra - Movimento Turismo dell’Olio. Noi Di Sala riunisce un gruppo di professionisti appassionati di un mestiere che sempre di più sta scomparendo nella sua primordiale essenza, quello del cameriere prima, del maitre dopo e del sommelier. Sì perché il successo di un ristorante non è determinato soltanto dalla fama del suo chef ma dal lavoro di squadra nel saper gestire un cliente, farlo sentire a proprio agio e accompagnarlo in un’esperienza che ha scelto di fare presso quel determinato ristorante. Classe, stile e conoscenza, ma anche semplicità, razionalità e confidenza, all’occorrenza, per camerieri che sono un po’ confessori, maitre interlocutori e sommelier alla continua ricerca di una “bevanda” che emozioni. I Matteo Zappile 33 anni, restaurant manager e sommelier del ristorante Il Pagliaccio## di Roma, è sommelier professionista master class, degustatore ufficiale e docente dell’Associazione Italiana Sommelier, ha conosciuto il “Vino” circa 13 anni fa. Ha maturato esperienze anche a Londra, Birmingham, Siena e da giovane soprattutto in alberghi a Messina, Cortina d’Ampezzo, Paestum. A Palazzo Sasso#####L nel suo ristorante Rossellinis## nella splendida cornice della costiera amalfitana, lavora con passione e dedizione. Oltre il vino e la ristorazione, le sue passioni si affacciano sul mondo della tecnologia e della fotografia, dice: «Ogni foto, ogni vino, per me è un attimo di vita che cerco di portare per sempre con me». 5-6 2017

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Travel and Tourism Competitiveness Il World Economic Forum ha presentato l’ultimo report sulla competitività turistica di 136 destinazioni mondiali. L’Italia è, come lo scorso anno, all’8° posto, favorita dalle sue bellezze e dal patrimonio culturale, ma frenata dalla sempre più debole priorità attribuita al settore turistico

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Barbara Ainis A ✒Aura Marcelli, foto dii Barbara Anche quest’anno siamo all’8° posto. La classifica è quella stilata ogni due anni dal World Economic Forum nel documento Travel and Tourism Competitiveness Index e in questa edizione 2017 l’Italia resta nella Top Ten, in coda, ma nella stessa posizione della precedente edizione. E questo è comunque positivo, visto che non più di quattro anni fa eravamo al 26°, ma la consolazione è magra e davanti a noi si posizionano competitor vecchi e nuovi: Spagna al primo posto, seguita da Francia e Germania, come nel 2015, poi Giappone, che ha spodestato gli USA, retrocessi al 6° posto, Regno Unito al 5° e Australia al 7° come nella precedente edizione. Pur non

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volendo attribuire alla statistica valore di verità assoluta – non è facile misurare il sentiment del mercato nei confronti di una destinazione e tradurlo in numeri – questa è l’analisi più accurata e approfondita che si svolga a livello globale e locale (in Italia con la collaborazione della School of Management SDA Bocconi e dei professori Paola Dubini e Francesco A. Saviozzi). Il report misura il sistema di fattori e politiche che favoriscono lo sviluppo sostenibile del settore Travel & Tourism, fondamentale più in generale per la competitività delle economie dei Paesi di riferimento. Ed è quindi di primaria importanza valutare con attenzione i dati ripor-


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SCENARI DEL TURISMO

tati, per prendere atto delle mancanze e concentrarsi sulle necessità di miglioramento e semplificazione.

La competitività italiana Il nostro Paese mantiene dunque la propria posizione, ma il dettaglio delle sue performance non è lineare. Tra i nostri vanti ci sono naturalmente il maggior numero di siti culturali Patrimonio dell’Umanità (1° classificato), più in generale le nostre risorse culturali e il business travel (5°, ma nel 2015 eravamo al 3°) e le risorse naturali (12°, contro il 13° del precedente report). Abbiamo registrato miglioramenti sul fronte delle infrastrutture al suolo (22°, 10 posizioni più in alto rispetto al 2015), sulla qualità e gestibilità delle risorse umane (67° dal precedente 75°), sulla competitività dei prezzi (124°, con un guadagno di 9 posizioni dal 2015). Di contro abbiamo perso posizioni su molti altri fronti: dal livello di priorità ri-

conosciuto al settore (scivolato al 75° posto, 10 posizioni più in basso rispetto al 2015), al livello di sicurezza percepita (crollato di 22 posizioni al 70° posto). Anche le infrastrutture turistiche, che ci trovano a una buona 11esima posizione, hanno perso numerose posizioni rispetto al precedente report nel quale occupavamo il terzo posto. Dall’analisi emerge con evidenza la necessità per l’Italia di impegnarsi maggiormente sul fronte ambientale (siamo al 121° posto) e sulla semplificazione delle procedure amministrative relative ai permessi di costruzione (114°), ma anche per ridurre l’inefficienza del quadro giuridico (134°) e la tassazione per le imprese (125°).

Francia e Germania, rispettivamente al 2° e 3° posto, mantengono le proprie posizioni di leadership nella classifica globale

Un mondo di competitors Il report del World Economic Forum ci descrive un settore globale del Travel & Tourism in grande e costante fermento, nel quale la competizione serrata tra i 5-6 2017

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SCENARI DEL TURISMO Spagna prima in classifica I cugini spagnoli mantengono il primo posto nella classifica del T&T competitiveness index. Il successo della Spagna sembra doversi attribuire alla sua offerta di patrimonio culturale (2° posto) e naturale (9°), accompagnata dalla qualità delle infrastrutture turistiche (2°), dall’offerta di collegamenti aerei (9°) e, soprattutto, dalle forti politiche a sostegno del turismo (5°). Il settore turistico in Spagna ha beneficiato della recente semplificazione delle sue politiche fiscali, ma anche della sicurezza percepita che ha spostato una quota di turismo da altre destinazioni a quelle spagnole. La sfida della Spagna dovrà essere quella di continuare a investire per mantenere uno sviluppo turistico maturo e sostenibile.

La Spagna ha saputo confermare la sua forza competitiva nel mondo del turismo grazie al patrimonio culturale e naturale, ma soprattutto a importanti politiche a sostegno del settore

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protagonisti di sempre e le “nuove” destinazioni è uno stimolo grandissimo allo sviluppo e alla crescita del mercato. L’Europa si conferma il continente più forte, con sei economie di Paesi europei nella Top Ten della competitività – Spagna al 1° posto, Francia 2°, Germania 3°, UK 5°, Italia 8° e Svizzera 10° - e arrivi per 620 milioni di visitatori internazionali nel 2016 (oltre la metà degli 1.2 miliardi mondiali). Forte della sua ricchezza culturale, dell’eccellenza infrastrutturale dei servizi turistici, dell’apertura internazionale e della sicurezza percepita (nonostante il calo dovuto ai recenti attentati terroristici il turismo ha dimostrato buona resilienza, in presenza di istituzioni forti), il Vecchio Continente continua a condurre il gioco globale del turismo, con una incidenza pari al doppio della macro regione Asia-Pacifico, sebbene con un andamento di crescita più lento e con notevoli differenze tra Paese e Paese. In particolare il numero degli arrivi continua a crescere, mentre la spesa dei visitatori internazionali inbound è diminuita rispetto al 2015. Questi dati possono trovare spiegazione nel peso importante dei viaggi tra Paesi europei, generalmente

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orientati a una propensione di spesa più contenuta e alla preferenza verso soluzioni di viaggio low-cost. Il continuo miglioramento nella competitività, in relazione ai mutati trend di viaggio, risulta essenziale in particolare per le destinazioni più mature. Le differenze all’interno del continente sono notevoli. L’Europa del Sud conta tendenzialmente su importanti risorse culturali e naturali e buone o ottime infrastrutture turistiche, mentre le performance dei Paesi meridionali risultano più deboli rispetto al Nord Europa e all’Europa Occidentale per quanto riguarda le condizioni di business, le infrastrutture e i trasporti e l’attenzione all’ambiente. Il continente americano è la seconda macro regione con la migliore performance a livello aggregato, con USA al 6° posto, Canada al 9°, Messico al 22° e Brasile al 27°. La maggior parte dei Paesi del continente presenta tra i suoi punti di forza la ricchezza di patrimonio naturale, ma restano grandi differenze di posizionamento tra Paese e Paese. Il Nord America dovrebbe migliorare la competitività dei prezzi, la sostenibilità e le infrastrutture, il Centro e Sudamerica devono lavorare soprattutto sulla sicurezza e sul contesto di business. La regione Asia-Pacifico comprende le economie che hanno registrato negli ultimi anni i migliori tassi di crescita: il Giappone, che ha raggiunto il 4° posto, la Corea del Sud al 19°, l’India al 40°, il Vietnam al 67° e il Bhutan al 78°. L’Estremo Oriente e l’Australia presentano ottime


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SCENARI DEL TURISMO

infrastrutture e sono tra le economie più avanzate in termini di ICT, ma sono anche relativamente meno competitive sul prez-

I risultati principali 1. La competitività nel settore T&T sta crescendo soprattutto nei Paesi emergenti e, in particolare, nella regione Asia-Pacifico. La progressiva crescita industriale e commerciale determina anche il continuo aumento del numero di viaggiatori inbound e outbound. 2. Il turismo si dimostra vettore e stimolo di una progressiva apertura culturale e politica, dimostrata nei fatti dal numero sempre maggiore di viaggiatori che superano muri e confini e dal trend della semplificazione delle politiche sui visti. 3. Alla luce della Quarta Rivoluzione Industriale, la connettività sta diventando una necessità sempre più evidente per i Paesi che vogliano sviluppare una propria strategia digitale. 4. Il settore turistico deve fare i conti con lo sviluppo sostenibile: nonostante la crescita di consapevolezza dell’importanza del rispetto dell’ambiente, le difficoltà incontrate in questa direzione sono ancora molteplici.

zo rispetto ad altre aree della regione, come quelle del Sudest asiatico. Quanto a Medio Oriente e Africa, le performance degli Emirati Arabi Uniti (al 29° posto) hanno migliorato notevolmente la competitività della regione. Migliori infrastrutture tecnologiche, prezzi contenuti, parziale miglioramento nell’apertura culturale e nella gestione del patrimonio artistico hanno creato condizioni migliori per lo sviluppo del settore. Restano ancora poco valorizzate le risorse culturali e naturali, l’apertura internazionale e, come prevedibile, la sicurezza percepita. Tra i Paesi meglio posizionati troviamo il Sud Africa (53°), Mauritius (55°), Kenya (80°) e Namibia (82°). I

Alcune delle economie della regione Asia-Pacifico hanno registrato negli ultimi anni i migliori tassi di crescita. Mentre gli USA hanno perso due posizioni nella classifica globale, scivolando dal 4° al 6° posto

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SCENARI DEL TURISMO

Turismo digitale:

il ritardo delle PMI italiane L’attenzione è cresciuta e tante aziende si sono impegnate per cogliere le occasioni dell’online. Ma ancora molto c’è da fare per rispondere adeguatamente alle richieste della rete e competere internazionalmente

✒Testo e foto di Barbara Ainis

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La Sardegna è cercata online da parte del 38% dei turisti interessati all'Italia, ma ancora il 45% delle imprese turistiche sarde non ha neppure un sito Internet

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Un nuovo ritratto dell’Italia sul web descrive i comportamenti digitali delle imprese del turismo nel nostro Paese. È quello dell’Osservatorio sullo Sviluppo Digitale del Turismo Italiano, DigitaliaTurismo, condotto da Marketing01. Lo scenario che presenta non è dei migliori: ancora una volta si evidenzia il ritardo con cui la maggior parte degli operatori del settore sta rivolgendo la sua attenzione alla vetrina globale di Internet. I dati, attinti da Google (di cui l’azienda di Perugia specializzata nel web marketing per il turismo è partner) e dalle Camere di Commercio, rivelano che il 25% delle PMI del settore non ha neppure un sito web, o ne ha uno decisamente obsoleto, e che, del rimanente 75%, solo il

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18% svolge attività di marketing online dirette e non mediate dalle OTA. Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi 3 o 4 anni dalle imprese e l’indubbia crescita dell’attenzione verso il digitale (con un indice di interesse passato dal 61% all’89% tra le PMI) il ritardo del mercato italiano è ancora troppo pesante e determina per gli operatori perdite consistenti in termini di competitività, ma anche in termini di autonomia nei confronti dei grandi aggregatori, Booking.com in testa.

La sfida culturale delle PMI L’attenzione dell’Osservatorio è rivolta in particolare alle piccole e medie imprese del turismo con lo scopo di fare ricerca,


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SCENARI DEL TURISMO

elaborare dati e indicare possibili sviluppi. «Il tessuto imprenditoriale italiano è costituito da migliaia di piccole imprese, e il settore del turismo non fa eccezione», ha sottolineato Paolo Bomparola, CEO di Marketing01. «Si tratta di aziende spesso familiari o poco più che familiari, di hotel piccoli o medi, di agriturismo, di realtà comunque di grande qualità, forse quelle più vicine alle tradizioni di accoglienza e contatto diretto, che caratterizzano l’Italia e che ne costituiscono un punto di forza. Purtroppo però questo tessuto di imprenditori e professionalità deve ancora cogliere appieno la rivoluzione che il web ha comportato per il turismo. Questo significa opportunità per le strutture ricettive e del turismo e per i nostri territori». Non si tratta solo di essere più o meno presenti in Rete e sui Social. Si tratta piuttosto di aver inteso le logiche e le opportunità della comunicazione digitale e di saperle mettere a frutto come strumen-

ti di sviluppo, ormai imprescindibili, del proprio business. In un turismo sempre più globalizzato è solo il 15% delle imprese italiane del settore ad essere visibile su Google all’estero e di queste l’80% si limita ai Paesi europei, escludendo mercati fondamentali come Russia, Usa e Paesi arabi. La maggior parte dei siti web delle nostre PMI del turismo, del resto, sono presentati solo in lingua italiana, o al massimo in inglese. Altre lingue, pur di grande importanza per il mercato, sono contemplate solo in un numero residuale di casi. «Innanzitutto occorre capire culturalmente che il turismo è cambiato e che il web non è un nemico per gli imprenditori, ma un valido alleato, a patto di avere la voglia e il coraggio di comprenderlo e di cambiare», ci ha spiegato Paolo Bomparola. «Poi occorre anche capire che i grandi aggregatori di offerta, come Expedia o Booking.com, sono soluzioni solo parziali, certo utili per riempire un albergo, ma anche molto costose in termini di fee. Ed anche un po’ dannose dal punto di vista culturale, appunto, perché illudono l’imprenditore di poter sfruttare il web delegando il tutto a qualcun’altro. Ma in questo modo non si costruisce nulla davvero per se stessi, non ci si rende visibili e si appiattisce spesso l’offerta solo sul fronte economico del “low cost”. Occorre invece saper valorizzare le proprie peculiarità, il luogo, il servizio. Insomma, occorre sapersi far conoscere per i propri meriti e no solo per i propri sconti». Il cambiamento culturale invocato è innanzi tutto focalizzato sull’importanza strategica del web marketing. Ancora troppo spesso percepito come un “accessorio” eventuale, è ormai, al contrario, una necessità inderogabile per le imprese che vogliano stare sul mercato. «Sempre di più la

In Liguria ben il 29% delle aziende del settore non sono sul web, mentre l’85% non è visibile su Google nei Paesi da cui provengono i maggiori flussi turistici

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SCENARI DEL TURISMO

Milano presenta dati migliori rispetto ad altre destinazioni italiane, ma ancora c’è molto da fare: il 20% non ha un sito internet e l’80% è invisibile ai motori di ricerca nei Paesi dai quali provengono i maggiori flussi turistici

tendenza dei viaggiatori sarà quella di informarsi e prenotare online, per questo anche “farsi il sito” non ha più senso se non viene visto come una parte di un progetto di comunicazione più ampio e articolato», continua Bomparola. «E questo vale per tutti, per le grandi strutture come per quelle più piccole. Non è una questione di budget, lo ribadisco. Sul web ognuno può costruire un suo percorso adeguato alle proprie possibilità di investimento. Si tratta di capire semplicemente che appunto si tratta di un investimento».

Da Nord a Sud, tutti in ritardo Per rendersi conto di quanto, in effetti, potrebbe crescere il mercato e, di contro,

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della risposta inadeguata delle aziende turistiche, può essere molto utile fare una comparazione tra quanto una determinata area è ricercata da potenziali turisti sul web e quanto gli operatori del settore sanno farsi trovare. Un esempio emblematico di potenzialità inespressa è quello della Sardegna: la regione è oggetto di ricerca online da parte del 38% dei turisti che programmano una vacanza in Italia, mentre addirittura il 45% delle imprese turistiche sarde non ha neppure un sito Internet. L’Osservatorio DigitaliaTurismo mostra che anche la Liguria, regione da sempre vocata all’accoglienza, soffre di un grande ritardo digitale: il 36% dei turisti cercano informazioni sulle destinazioni liguri, ma ben il 29% delle aziende del settore risultano pressoché totalmente impreparate, mentre l’85% delle imprese non è visibile su Google nei Paesi da cui provengono i maggiori flussi turistici. Solo il 18% degli operatori dell’accoglienza turistica della Liguria ha avviato azioni di web marketing nei Paesi UE e la quota si riduce al 4,5% se si prendono in considerazione Russia, Usa e Cina. Eppure l’ecommerce è cresciuto dal 2012, passando dal 4,5% al 13,5%, e nel 2016 i flussi turi-


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SCENARI DEL TURISMO

stici regionali in termini di presenza sono cresciuti del 5,37%. Anche a Milano, ritenuta la capitale italiana del business e delle innovazioni tecnologiche, l’80% delle aziende del settore non è visibile sui motori di ricerca nei Paesi dai quali provengono i maggiori flussi turistici, il 20% non ha nemmeno un sito internet o ne ha uno desueto, e il 47% delle aziende che hanno un sito internet recente non utilizza strategie di web marketing diretto. Certo, i dati sono migliori rispetto a molte altre aree e la tendenza è positiva, ma ancora moltissimo c’è da fare anche qui. «Se le imprese del territorio prendono piena consapevolezza del ruolo strategico di Internet, questo può rappresentare anche un vantaggio per tutta l’area e può contribuire a far crescere il numero dei turisti e quindi indotto e posti di lavoro», conclude Paolo Bomparola. «I dati parlano chiaro: dal 2013 al 2015 le prenotazioni dal web sono cresciute del 10% per i canali diretti (il proprio sito internet ad esempio) e del 14% per gli aggregatori (siti quali Expedia, per capirci). Oltre il 24% dei turisti utilizza i motori di ricerca, non solo per prenotare, ma prima ancora per decidere dove andare. Addirittura il 66% dei viaggiatori più giovani utilizza lo smartphone per le sue prenotazioni (elaborazione su dati Google). Ma non basta avere qualche pagina sul Web. Attraverso lo studio dei

dati resi disponibili dagli strumenti di Google, oggi siamo in grado di comprenderne molto bene le aspettative e quindi le giuste strategie per ottenere non solo visibilità, ma prenotazioni, aumento effettivo dei flussi turistici». I

Una strategia di web marketing può essere condotta non solo da chi ha da investire grandi budget

TRE PASSI ALLA PORTATA DI TUTTI Il web marketing può essere portato avanti con numerosi strumenti e differenti budget, ma questi sono i tre semplici step imprescindibili (e sostenibili): 1) Realizzare un sito internet orientato seriamente al web marketing e al SEO, ossia il posizionamento organico sui motori di ricerca. Non occorrono investimenti eccessivi, ma è fondamentale affidarsi a bravi professionisti e tenere il sito aggiornato e ottimizzato in modo continuativo. 2) Aprire profili social, gestirli continuativamente, rispondere alle domande, costruire un dialogo con clienti effettivi e potenziali. Anche dotarsi di una scheda Google MyBusiness e tenerla aggiornata è di fondamentale importanza. E non costa praticamente nulla. 3) Avviare una seria campagna di web marketing su AdWords di Google, in Italia e all’estero, con landing page ottimizzate e redatte nelle lingue dei Paesi target. È un investimento contenuto (e commisurabile alle specifiche possibilità dell’impresa), che può “rientrare” nel giro di pochi mesi, se ben costruito e progettato. Inoltre, può essere costantemente monitorato, grazie agli strumenti messi a disposizione dal web, per verificare con assoluta precisione come si spende il proprio denaro, quante persone ci trovano, cosa cercano, quanto ci ha fruttato il nostro investimento in termini di prenotazioni e marginalità.

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Il welfare contrattuale per le aziende del turismo, opportunità e vantaggi

La Finanziaria 2017 favorisce gli investimenti delle aziende in welfare puntando sulla defiscalizzazione come strumento di sussidiarietà. In particolare innalza il tetto massimo di reddito di lavoro dipendente per l’accesso alla tassazione agevolata, così come gli importi dei premi di produttività erogabili. In questo modo conviene sia alle imprese sia ai dipendenti scegliere di trasformare il premio in beni e servizi

✒TiCo

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Le novità nov introdotte dalla legge di stabilità 2016 e gli aggiornamenti 2017 sui premi di prod produttività, hanno dato una spinta allo svilu sviluppo del welfare aziendale. Per approfo f n profondire i vantaggi che a livello normativo tivo e fiscale f il legislatore ha messo a dissposizione posizi delle aziende che decidono di investire nel welfare anche attraverso il riconoscimento ai propri dipendenti di flexible benefits, Federturismo ha organizzato a Roma, in collaborazione con Assolombarda Servizi, il seminario dal titolo

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“Il welfare contrattuale per le aziende del Turismo, opportunità e vantaggi”. Un tema di grande importanza che come ha precisato Antonio Barreca, direttore generale Federturismo Confindustria, aprendo i lavori, «impone alle aziende una ridefinizione dei modelli di gestione delle risorse umane e delle relazioni industriali, con il quale dovremo confrontarci nei prossimi anni». Un’occasione, l’evento che si è svolto nella splendida Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, per pre-


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sentare la piattaforma digitale di Assolombarda Servizi attraverso cui le aziende possono gestire pacchetti di welfare e diventare esse stesse partner inserendo le proprie offerte commerciali.

I vantaggi per aziende e lavoratori Il welfare aziendale migliora il clima sul lavoro e fa risparmiare. E così ora moltissime realtà, anche piccole, sono conquistate da questa opportunità. Perché comporta dei benefici economici: un risparmio per le imprese, per via della detassazione su beni e servizi specifici, ed un aumento del potere d’acquisto per i dipendenti che accedono a quei beni e servizi a prezzi agevolati. Ma ancora maggiori sono i vantaggi in termini di miglioramento dell’ambiente lavorativo, perché facilita la conciliazione famiglia-lavoro, favorisce la motivazione dei dipendenti e migliora le relazioni dell’azienda con gli stakeholder. «Sempre più aziende stanno investendo in un welfare inteso più come svago, benessere e tempo libero», ha fatto sapere il Presidente di Federturismo Confindustria, Gianfranco Battisti, intervenendo al seminario, «perché un’impresa attenta alla realtà che la circonda, al tessuto sociale, ai propri dipendenti, all’ambiente, è anche più competitiva ed attrattiva per gli stakeholder». Secondo Battisti è quindi fondamentale che il settore del turismo diventi uno dei primi fornitori di welfare per il sistema industriale, valorizzando tutte le componenti della filiera: dagli hotel, ai trasporti, alle terme. «Alla

luce di questo scenario abbiamo ritenuto importante siglare un accordo con Assolombarda Servizi che si propone di offrire soluzioni rapide agli imprenditori che decidono di investire nel welfare sfruttando la tecnologia digitale e le piattaforme web, semplificando il processo burocratico di accesso agli incentivi fiscali», ha spiegato. E gli fa eco Alessandra Scipioni responsabile di Area in Assolombarda Servizi, sottolineando l’importanza del nuovo strumento digitale che si rivolge a tutte le imprese dell’associazione che, dal segmento termale a quello dei trasporti, dai tour operator agli hotel, raggruppa 23 filiere e migliaia di addetti. «Attraverso la piattaforma, personalizzabile con il logo dell’azienda e gestita in full outsourcing, il dipendente può scegliere di utilizzare liberamente il proprio credito

Al tavolo della conferenza stampa: Matteo Nevi, di Federturismo Confindustria, Alessandra Scipioni, di Assolombarda Servizi SpA, Antonio Barreca, dg Federturismo Confindustria, Stefano Passerini, Area Sindacale Assolombarda, Guido Marzorati, direttore Fisco e Diritto d’impresa Assolombarda, Alberto Rossetti, Area Lavoro e Previdenza Assolombarda

Alessandra Scipioni, responsabile di Area in Assolombarda Servizi

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welfare all’interno di un’ampia gamma di servizi, compresi pacchetti viaggi e soggiorni in hotel convenzionati», ha spiegato. Inoltre, «le aziende associate a Federturismo potranno beneficiare del supporto operativo e delle soluzioni tailor made di Assolombarda Servizi accedendo al tariffario agevolato». «Nonostante le politiche di welfare aziendale siano una delle novità più importanti nella gestione dei rapporti di lavoro degli ultimi anni, dobbiamo recuperare il ritardo rispetto ad altri paesi sul fronte degli investimenti sociali indispensabili per un mondo del lavoro migliore», ha concluso Battisti.

Il nuovo ciclo

Gianfranco Battisti, Presidente di Federturismo Confindustria

Matteo Nevi, responsabile Relazioni Industriali e Affari Sociali di Federturismo Confindustria ha parlato dei caratteri del nuovo ciclo di politiche di welfare, distinguendo tre fasi dal dopoguerra a oggi: Il primo ciclo, dagli anni ’40 agli anni ’70, in un contesto di prolungata espansione economica e demografica, fu caratterizzato dalla estensione progressiva delle tutele e dei servizi di welfare pubblico, a carattere tendenzialmente universale: tutela del lavoro, tutela della sicurezza, pensioni, sanità, istruzione; il secondo ciclo, dagli anni ’80 al primo decennio del 2000, è stato caratterizzato dal confronto con i problemi dell’invecchiamento e della crisi della spesa pubblica, e dalle conseguenti politiche di riforma finalizzate a ristabilire l’equilibrio finanziario degli istituti del welfare pubblico. L’attenzione si è concentrata sulle pensioni e sulla sanità. Al welfare pubblico si è affiancato un welfare com-

plementare a carattere negoziale e collettivo. Il terzo ciclo, avviato negli anni più recenti, si confronta con un contesto di prolungata instabilità e di crescente fragilità sociale che determina una molteplicità di bisogni emergenti e assegna un ruolo centrale alle imprese, ricercando la sussidiarietà tra welfare pubblico, welfare complementare collettivo, welfare aziendale. Nevi ha anche analizzato cinque step del welfare 2016-2017: l’estensione degli incentivi fiscali ad un’ampia gamma di iniziative aziendali; la conversione in welfare dei premi di produzione; l’estensione delle fonti negoziale e unilaterale; l’assicurazione per la non autosufficienza e malattie gravi; l’ampliamento del campo di applicazione e degli importi.

Rapporto welfare PMI 2017 Il secondo rapporto annuale sullo stato del welfare nelle piccole e medie imprese si basa sulla ricerca condotta su un campione di 3422, il 60% in più rispetto allo scorso anno (2.140 imprese nel 2016). L’indagine è stata allargata ai cinque settori produttivi – agricoltura, industria, artigianato, commercio e servizi, studi e servizi professionali – e al terzo settore. La buona notizia è che le PMI si dimostrano sempre più attente al benessere dei di-

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Secondo l’ultimo rapporto welfare le PMI si dimostrano sempre più attente al benessere dei dipendenti. Il Rapporto 2017 ha evidenziato che le protagoniste della crescita sono state le imprese già attive, cioè quelle che avevano avviato piani di welfare aziendale anche negli anni precedenti. In particolare, le imprese molto attive sono quasi raddoppiate: 18,3% del totale rispetto al 9,8% del 2016

pendenti. Il Rapporto 2017 ha evidenziato che le protagoniste della crescita sono state le imprese già attive, cioè quelle che avevano avviato piani di welfare aziendale anche negli anni precedenti. In particolare, le imprese molto attive, che attuano iniziative in almeno sei aree, sono quasi raddoppiate: 18,3% del totale rispetto al 9,8% del 2016. Come nella scorsa edizione, non c’è una differenza significativa a livello geografico: la diffusione territoriale delle iniziative non cambia tra Nord, Centro e Sud. Quello che invece differenzia molto il tasso di iniziative di welfare aziendale è la dimensione aziendale. I fattori chiave di successo del welfare aziendale sono la conoscenza degli strumenti e le alleanze tra imprese. Interessante anche quanto emerso sui principali obiettivi che le aziende si prefiggono di raggiungere investendo all’interno del welfare aziendale le prime tre voci che riguardano la gestione economica del personale: migliorare la soddisfazione/clima aziendale, incentivare la produttività del lavoro, la fidelizzazione, hanno la meglio sulle altre voci (brand reputation, costo del lavoro, integrazione del welfare pubblico, riduzione dell’assenteismo). Interessante il dato che riguarda le aziende dei servizi /trasporto, turismo cultura ecc.: il 63%

considera prioritario investire nel welfare. Sempre stando al Rapporto 2017, il 90,3% di coloro che hanno investito in turismo, cultura e tempo libero lo ha fatto tramite la decisione unilaterale da parte dell’azienda quindi non è quasi presente la previsione contrattuale; così è anche nel caso del sostegno dell’istruzione ai figli e della conciliazione vita/lavoro. Temi questi ultimi due che insieme a quello del turismo sono di grande utilizzo all’interno delle multinazionali che stanno investendo molto su questa tipologia di welfare. I

Matteo Nevi, responsabile Relazioni Industriali e Affari Sociali di Federturismo Confindustria

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NUOVE OPPORTUNITÀ

Il Brasile punta sugli investitori italiani Una delegazione di imprenditori brasiliani capitanata dal segretario esecutivo del ministero del Turismo, Alberto Alves, ha presentato al mercato italiano le opportunità di investimenti nel Paese, puntando sul momento economico favorevole, il cambio altrettanto buono e un piano di incentivi che facilita chi vuole sviluppare progetti turistici

✒Tiziana Conte

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L’Ambasciata del Brasile a Roma ha ospitato la seconda edizione del seminario “Opportunità di investimento nel turismo brasiliano: Infrastrutture e Alberghiero”, con lo scopo di intensificare il partenariato tra le aziende brasiliane e italiane. Una delegazione governativa capitanata dal segretario esecutivo del Ministero del Turismo, Alberto Alves, e imprenditori brasiliani, hanno presentato progetti e incentivi per il mercato italiano. Il turismo ha un grande potenziale di espansione in Brasile, potendo contare su una natura

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unica al mondo, chilometri di costa incontaminata e aree con 300 giorni di sole l’anno. Fattori importanti ma che da soli non bastano per attirare gli investitori esteri. Il Ministero del Turismo ha investito significative risorse dal 2003 al 2016: ben 4,2 miliardi di US $ sono stati spesi dal governo per la realizzazione di 17.000 progetti che riguardavano infrastrutture (segnaletica, strade, centri congressi, centri di informazioni turistica). Alberto Alves (foto a destra) ha sottolineato nel suo intervento l’impegno del governo per


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NUOVE OPPORTUNITÀ

Sulla costa di Balneário Camboriú, verrà realizzato il progetto Infinity Blue: in alta stagione la zona sarà in grado di ospitare 1,5 mln di persone in aree diversificate

«garantire una sicurezza giuridica e snellire la burocrazia anche con una legislazione più adeguata e incentivi fiscali». In particolare il Segretario esecutivo ha ricordato le numerose possibilità di investimento a capitale misto pubblico-privato, per interventi infrastrutturali (porti, aeroporti, rodovie e idrovie).

Un’offerta vasta e diversificata La vastità del Paese consente la realizzazione di ambiziosi progetti per incremen-

tare alberghi, parchi tematici (attualmente 66 con 24 milioni di visitatori all’anno ed entrate pari a R $ 672 milioni) crociere ed ecoturismo (settore in crescita) e molti di questi progetti si stanno realizzando nelle aree di Santa Catarina, Rio Grande do Norte e Bahia ma anche nel Pantanal, un territorio selvaggio e dal delicato equilibrio ecologico. Nonostante l’offerta sia vasta c’è ancora spazio per la diversificazione. «Si potrebbe puntare, per esempio, sull’ecoturismo nella regione amazzonica o nel Pantanal, dove esiste uno dei migliori dieci siti ecologici al mondo, Bonito, o ancora nel Nordeste, dallo stato di Fortaleza al Maranhao, su una costa ancora selvaggia, dove costruire pousadas o piccoli resort», fa sapere Alves. «E poi il Rio Grande do Norte, lo stato nel nordest del Brasile, con capitale Natal, e il sud dello stato di Bahia, non sono ancora sfruttati appieno». Al fine di incentivare gli imprenditori italiani è stato ricordato, nel corso degli interventi, il cambio favorevole (US $ 1 = R $ 3.1) e gli attuali sessanta milioni di consumatori-turisti del mercato interno, che nei prossimi anni raddoppieranno. Nel 2016 sono stati 6,3 milioni i turisti stranieri (Dipartimento di Polizia federale e Ministero del Turismo) e la destinazione diventa sempre più interessante anche per i mercati emergenti tra i quali la Cina che invia ben settantamila turisti l’anno, «ma potrebbero essere molti di più se si lavorasse incrementando i voli e le infrastrutture». Lo sanno bene le cinquantotto catene alberghiere che dal 2011 al 2016 hanno investito nel paese cinque miliardi di dollari generando 400.000 posti di lavoro diretti e 1,5 milioni indiretti (Associazione Brasiliana della industria alberghiera ABIH). Dal 2013 2016 sono sorti 422 nuovi hotel (BSH - Travel Research 2013) per

Il sud dello stato di Bahia è una zona con molte attrattive turistiche non ancora sfruttate appieno

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NUOVE OPPORTUNITÀ I progetti Piotr Maj del Gruppo Gremi ha presentato una proposta di investimento per un progetto a nord di Baia Formosa, la città più ad Est nello stato brasiliano di Rio Grande do Norte. A 100 km sorge un nuovo aeroporto destinato a diventare uno degli hub strategici in Brasile soprattutto per il traffico internazionale e intercontinentale. Il progetto Eco Estrela porterà in questa zona caratterizzata da dune, spiagge, mare, ancora poco battuti dal turismo, lo sviluppo dell’economia locale con personale residente qualificato, sport acquatici e vari tipi di pesca in acqua dolce e salata, resorts, hotels, centri commerciali e tecnologici, centro equitazione, campo da golf e il Projeto Tamar Center (centro per la protezione e la ricerca delle tartarughe). Il tutto nel pieno rispetto della natura circostante. «Le grandi potenzialità di questo progetto sono indubbiamente di interesse per gli investitori esteri”, ha fatto sapere Piotr Maj precisando che «l’obiettivo è creare una community in cui residenti e visitatori possano vivere, lavorare, divertirsi ma sempre nel rispetto e protezione dell’ambiente». Tatiana Shumacker Rosa Cequinel di EMBRAED ha illustrato il suo progetto Infinity Blue agli imprenditori italiani presenti e che dovrà realizzarsi sulla costa di Balneário Camboriú, (Santa Catarina). «In alta stagione sarà in grado di ospitare 1,5 mln di persone in aree diversificate e nei previsti appartamenti di lusso, resort da 500 stanze, casinò, ristoranti, centri commerciali, campo da golf, aree dedicate alle attività sportive, ospedale e una scuola internazionale». Altro progetto interessante è di SPEL Emprendimentos, il Pintangui Vista Mar, nell’area di Natal. A presentarlo Luis Maria de Carvalho Viana Baptista: «Sorgerà su una superficie di 2700 ettari che saranno edificati in partnership con altri Gruppi societari», ha fatto sapere, «sarà facilmente raggiungibile dall’aeroporto internazionale di Natal, a soli 20 km, e prevede alberghi, appartamenti, un campo da golf da 18 buche, e molto di più». Il tutto circondato da una incredibile natura, cascate e foreste e su chilometri di costa. Il Gruppo Natos ha invece approntato progetti turistici per l’area di Olimpia, nello stato di San Paolo, nei pressi del Parco acquatico più visitato dell’America Latina e il 5 Parco più visitato al mondo: il Thermas dos Laranjais che dai 1.335,514 visitatori del 2012 ne ha contati ben 1.959, 063 nel 2016. Il progetto all’Olimpia Park Resort sarà composto da 4 grattacieli che ospiteranno 912 appartamenti, un Mall ed un resort, altro progetto, il Solar de Aquas Park Resort, prevede altre strutture per ulteriori mille appartamenti ed un resort sempre nella stessa zona. Nello Stato di Bahia, a Porto Seguro, Natos ha invece intenzione di realizzare il progetto Ondas Praia Resort che prevede ben 484 appartamenti. questi solo alcuni dei progetti presentati a Roma. Sugli aspetti giuridici e legali per gli investitori esteri si sono poi soffermate a parlare gli avvocati Cristiana Moreira e Cristiane Maprin che hanno illustrato anche i più recenti provvedimenti messi in campo dal governo.

investimenti pari a R $ 12.2 miliardi. I settantuno Parchi nazionali hanno ricevuto, nel 2015, settemilioni di visitatori con un incremento del 138,5% in 8 anni (Mendes Istituto Chico per la biodiversità - ICMBio) «ma ne vorremmo di più, così come vorremmo più turismo congressuale per il quale stiamo incrementando l’offerta

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Dall’alto: Piotr Maj; Tatiana Shumacker Rosa Cequinel di EMBRAED; Cristiana Moreira e Cristiane Maprin

con centri ad hoc, nonostante nel 2015 siano stati ospitati 292 eventi internazionali e il Brasile occupi l’11 posizione nella classifica mondiale stilata da ICCA (International Congress and Convention Association)», precisa il Segretario.

Italia e Brasile, una storia di cooperazione cementata da 30 milioni di cittadini di origine italiana L’industria brasiliana del turismo con il passare degli anni ha raggiunto un consolidamento del mercato interno, ottenuto grazie ad un mix di fattori quali investimenti costanti, professionalizzazione dei servizi, controllo dei costi e ampliamento dei canali di distribuzione, che nel lungo periodo hanno portato ad un aumento della produttività del settore nel suo complesso. La metà della popolazione (più di cento milioni di individui) appartiene alla classe media ed ha accesso a buoni livelli di benessere e consumo, nonostante la


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NUOVE OPPORTUNITÀ

La spiaggia di Pititinga a Rio Grande Do Norte, destinazione caratterizzata da dune, spiagge, mare, ancora poco battuti dal turismo. Il progetto Eco Estrela porterà in questa zona lo sviluppo dell’economia locale con personale residente qualificato, sport acquatici, resorts, hotels, centri commerciali, campo da golf e un centro per la protezione e la ricerca delle tartarughe

crisi. Di pari passo, è cambiata molto la cultura del viaggio, si sono aperti nuovi orizzonti per destinazioni emergenti e i brasiliani oggi viaggiano di più durante tutto l’anno, anche se per periodi più corti, rispetto al passato. Quella tra l’Italia e il Brasile è una storia di cooperazione cementata dalla presenza di 30 milioni di cittadini di origine italiana. Sono 300 mila gli italiani che vivono e lavorano in Brasile contro i 70 mila brasiliani presenti nel Belpaese, oltre agli importanti reciproci flussi turistici. L’Italia è il secondo partner commerciale europeo. La crisi economica negli ultimi due anni aveva fatto registrare una flessione nell’interscambio, ma tra gennaio a ottobre 2016 il flusso commerciale è stato pari a 5,9 miliardi di dollari, con un aumento del 4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre, l’Italia è il

12° Paese tra i maggiori investitori principalmente nei settori del terziario, nei servizi e nelle telecomunicazioni, e in quello automobilistico. Rilevanti gli accordi tra università e quelli nel campo militare e della difesa. In merito agli investimenti stranieri diretti (IDE) – in base ai dati offerti dal Censo dei Capitali Stranieri realizzato dalla Banca Centrale del Brasile – l’Italia possiede l’ottavo maggior stock di capitali investiti in Brasile (oltre 17 miliardi di dollari), divisi tra i settori dell’informazione e tecnologia (35%), l’industria estrattiva e della trasformazione (26%), energia e gas (22%), trasporto e magazzini (6%) e altri (10%). Infine, secondo la Confindustria Italiana, ci sono oltre mille industrie italiane che operano in Brasile, impiegando circa 140 mila persone e fatturando un totale complessivo di 30 miliardi di euro annuale. I Nella foto il Pantanal, una delle più grandi aree tropicali del Sud America, dove esiste uno dei migliori dieci siti ecologici al mondo, Bonito

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COMUNICAZIONE

Come sta cambiando il mondo delle PR 60

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COMUNICAZIONE Investire sulle pubbliche relazioni paga: a patto che si scelgano dei professionisti in grado di essere competitivi nello scenario dei new media e che mettano la qualità del comunicare al primo posto

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✒Davide Deponti Nel 2017 il mercato delle relazioni pubbliche crescerà del 4%: le aziende di medie dimensioni vi investiranno un budget di 250mila euro e quelle di grandi dimensioni arriveranno fino a 330mila euro. Numeri interessanti, visto che già oggi l’investimento in pubbliche relazioni è pari a un quarto dell’investimento totale in comunicazione e l’attenzione del corporate al ritorno sull’investimento è alta, con il 57% delle aziende che usano sistemi di misurazione, ritenendosi soddisfatte se le attività di relazioni pubbliche generano un +25% su quanto investito.

Oggi le aziende tendono a mettere al centro dei loro piani aziendali l’importanza della comunicazione di strategia tipica delle PR per differenziarsi e competere sempre meglio sul mercato

Web, stampa ed eventi: i tre canali prioritari Sono questi soltanto alcuni dei dati che emergono dall’osservatorio sul mercato che il nuovo direttivo di Assorel ha commissionato a Nielsen: elaborato su un campione di 300 aziende medio-grandi che affidano le proprie attività di PR a imprese di servizi integrati di comunicazione, lo studio ha proprio l’obiettivo di analizzare il comparto delle Relazioni Pubbliche in Italia e di delineare un quadro generale dell’intera filiera aziendale in termini di impatto sulle organizzazioni e sugli investimenti. Tutti i risultati ottenuti sono di particolare rilievo innanzitutto perché fanno emergere il cambiamento del mercato e l’approccio delle aziende italiane nei confronti della comunicazione. Non stupisce quindi che internet (92%), stampa (77%) ed eventi (67%) sono i canali prevalenti attraverso i quali le aziende italiane hanno investito per le proprie attività di PR.

L’aspettativa? Un ritorno economico superiore al 25% Più interessante notare invece che obiettivi raggiunti e capacità di valorizzare la propria realtà sono i motivi per cui il 66% delle aziende intervistate è soddisfatto dell’esperienza di PR. Anche se le stesse aziende non sono di “bocca buona”: dalle attività di PR la maggior parte delle imprese si aspetta un ritorno fino a +25% per valutarla positivamente. Infine sono 5-6 2017

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COMUNICAZIONE

Le organizzazioni nelle quali la comunicazione è risultata eccellente sono quelle che maggiormente dedicano tempo e risorse a management, formazione e coaching. In basso, Filomena Rosato, presidente Assorel

affidabilità, capacità di proporre servizi dedicati e proattività le variabili più importanti per la scelta di un partner di PR, mentre fattori di gran lunga meno incisivi sono oggi il prezzo e la notorietà. Come spiega Filomena Rosato, presidente Assorel: «Dopo alcuni anni di investimenti stabili, il segnale di una crescita del +4% indica che le aziende tendono a mettere al centro dei piani aziendali l’importanza della comunicazione di strategia tipica delle PR per differenziarsi e competere sempre meglio sul loro mercato. Il 35% evidenzia esigenze di forte innovazione, in particolare nell’ambito digitale confermando il ruolo precursore di Assorel con la sua Academy, che negli ultimi 10 anni si è fatta promotrice dell’evoluzione della

professione e di una formazione finalizzata a supportare l’implementazione dei servizi per le imprese, associate e mercato. La ricerca fa emergere inoltre l’aumentata consapevolezza, da parte del mercato, che la scelta di un’impresa di comunicazione debba sempre più puntare alla qualità. Senza dimenticare che l’evoluzione della comunicazione come motore delle PR è evidente nella forte propensione delle aziende all’utilizzo del canale internet. Ovviamente è questo un percorso che ha forti ricadute anche sul lavoro delle agenzie di pubbliche relazioni e che si caratterizza per un aumento delle azioni su social media, motori di ricerca, video advertising, display, directories e microinserzioni. Non sono emerse invece differenze geografiche nelle risposte; mentre è evidente il diverso approccio da parte delle aziende che hanno oltre 250 dipendenti e che rispetto alle realtà più piccole sono più presenti su diversi media e canali».

Oggi la comunicazione d’impresa richiede un elevato livello di professionalità Sulla base di questa rilevazione la stessa Assorel ha deciso di creare formazione di qualità offrendo workshop specialistici che aiutino le imprese associate a fornire ai comunicatori di impresa gli strumenti

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COMUNICAZIONE

per costruire programmi di misurazione efficaci. L’obiettivo è offrire valore al mercato di riferimento, aiutandolo a utilizzare la misurazione di ritorni e risultati per condurre campagne di comunicazione in modo più efficiente. Si intensifica così l’impegno dell’Associazione nella formazione, che si abbina al rinnovamento della proposta di Assorel Academy sviluppata d’ora in poi su due canali paralleli: workshop con percorsi di approfondimento su temi d’interesse professionale sviluppati su più moduli (Assorel Academy Lab) e training formativi di alto profilo manageriale (Assorel Academy Doc). Altra importante novità di Assorel per tutta la industry italiana è il capitolo Misurazione dei Risultati delle attività di PR. Grazie all’accordo di collaborazione con Barbara Bassi, European Chapter Chair di AMEC e rappresentante italiana di The Measurement Practice, il network internazionale di professionisti aziendali di più alta specializzazione sul tema, Assorel ha messo a punto un programma di workshop specialistici sulla misurazione, basati sull’esperienza aziendale e non accademica. Scopo di Assorel è quello di fare chiarezza in modo autorevole sul mercato italiano in un’ottica “win-win”: aiutare le imprese associate e fornire ai comunicatori di impresa la conoscenza e gli “attrezzi del mestiere” per costruire programmi di misurazione efficaci, ma anche offrire valore al mercato di riferimento aiutandolo ad utilizzare la misurazione per condurre campagne di comunicazione in modo più efficace ed efficiente. E la stessa Filomena Rosato, parlando nell’ambito dell’edizione 2017 del Salone del Risparmio di Milano, ha spiegato come la comunicazione d’impresa, oggi più che mai, richieda un alto livello di professionalità: «Nella mutazione continua delle professionalità e del mercato che coinvolge tutti, comunicatori e stakeholder, la certezza di potersi avvalere di comunicatori d’impresa qualificati è ciò che può fare la differenza». «Oggi, l’impresa è una media company che racconta la propria storia attraverso i canali proprietari», ha fatto eco allo stesso evento Annamaria Ferrari, Managing Director Weber Shandwick Advisory. «All’approccio narrativo basato sui classici “People, Planet, Profit” si affianca il con-

cetto di “Purpose”, basato su valori universali. La comunicazione fatta attraverso lo storytelling coinvolge tutte le aree dell’impresa. Persino gli investitori premiano le società che hanno strategie sostenibili, applicano la financial disclosure e raccontano le politiche sulla diversity».

Annamaria Ferrari, Managing Director Weber Shandwick Advisory. Sotto, Pier Donato Vercellone, presidente di Ferpi

Comunicare bene è essenziale Comunicazione e pubbliche relazioni sono insomma un binomio vincente, soprattutto quando una professionalità di qualità è in grado di riconoscere e trasmettere in modo adeguato il messaggio che un’impresa, del turismo ma non solo, vuole diffondere. A tal proposito si è espresso recentemente anche il presidente di Ferpi, Pier Donato Vercellone, il quale, rispondendo a una polemica innescata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti riguardo alla professionalità degli uffici stampa, ha spiegato: «la normativa del nostro Paese ha da tempo adottato un sistema duale nel quale alla configurazione delle attività professionali basata su ordini e albi esclusivi ex lege, ha affiancato una struttura più moderna imperniata sul sistema delle associazioni riconosciu-

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COMUNICAZIONE

Per il 73,6%, degli intervistati italiani l’uso dei big data cambierà profondamente la professione

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te. Anche per il settore della comunicazione, una recente legge, la n. 4/2013 in materia di professioni non organizzate in ordini o collegi, ha riconosciuto di essere legittimamente rappresentata da associazioni come la Ferpi, espressione dei comunicatori professionisti, con l’obiettivo di valorizzare le competenze degli iscritti, di garantire il rispetto delle regole deontologiche, di agevolare la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle regole della concorrenza. Ancorché il Trust Barometer 2017 di Edelman dimostri che le infor-

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mazioni prodotte dalle aziende vengano ritenute anche più affidabili di quelle diffuse dai media, in realtà è il complesso mondo dell’informazione e della comunicazione a essere mutato profondamente, registrando nuovi interlocutori, nuovi protagonisti, nuove esigenze e bisogni da soddisfare. Protagonista diviene appunto la qualità del contenuto che viene prodotto e diffuso: qualità che significa rispetto per verità, verifica, etica e attenzione al proprio pubblico. Comunicare bene è indispensa-


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bile e valoriale per il nostro Paese, per le imprese e le Istituzioni, per la società civile, ma anche per il mondo dei media, che sono spesso i nostri interlocutori di riferimento».

Le tendenze future E per il prossimo futuro che pubbliche relazioni ci dovremo aspettare di vedere? Lo spiegano in parte i risultati dell’European Communication Monitor 2016, ampia indagine europea condotta da IULM e dall’agenzia di PR Ketchum con il coin-

volgimento di 2.710 professionisti di 43 paesi europei, di cui 180 italiani, con l’obiettivo proprio di analizzare le tendenze in corso nella professione della comunicazione. Per prima cosa, secondo la grande maggioranza degli intervistati italiani (73,6%), è diffusa la percezione che l’uso dei big data cambierà profondamente la professione. Il 68,1% dei “comunicatori italiani” dichiara di aver fornito un’approfondita attenzione al dibattito in corso sull’argomento e il 27,3% degli stessi dichiara di aver sviluppato all’interno delle direzioni o delle agenzie di cui fanno parte, attività collegate al loro utilizzo. Esistono quindi grandi prospettive di sviluppo dell’uso dei big data, secondo lo studio “decisamente superiori in Italia rispetto alla media europea”. Secondariamente sarà l’utilizzo di algoritmi esterni all’impresa e contenuti in piattaforme di ricerca come Google, piattaforme di ecommerce come Amazon o piattaforme di social media come Facebook a essere sempre più importante: tre quarti dei rispondenti (75% in Europa e 66,1% in Italia) ritengono che le iniziative di comunicazione delle loro organizzazioni dovrebbero essere collegati a tali algoritmi al fine di essere più efficaci e supportare i processi decisionali. Riguardo invece alle competenze possedute dai professionisti delle PR sul tema dei social media emerge un buon livello di competenze nella gestione dei messaggi attraverso i social media, pari al 65,2% per i professionisti europei e quasi al 60% per gli italiani. In conclusione quindi le organizzazioni nelle quali la comunicazione è risultata eccellente sono quelle che fanno maggiore uso di big data, che dedicano tempo e risorse a management, formazione e coaching, e quelle in cui le attività sono maggiormente legate alle strategie di business. I

Protagonista della comunicazione è la qualità del contenuto prodotto e diffuso: qualità che significa rispetto per verità, verifica, etica e attenzione al proprio pubblico

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LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING

Il gold digger

del terzo

millennio Nel mare magnum delle informazioni personali che quotidianamente affidiamo al web, attraverso messaggistica, social e ricerche, si nasconde un autentico tesoro per chi, come il Data Scientist, sa raccogliere, analizzare, interpretare questi dati, trasformandoli in un prodotto di conoscenza utile per le aziende

✒Ginevra Bartoli

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Se ne parla ormai da molti anni. Ai non addetti ai lavori sembrava un’aleatoria e dispersiva attività da geek generation. E, invece, oggi è di un’evidenza lampante che i nostri dati personali, i nostri commenti sui social, le nostre ricerche sui motori di ricerca si sono rivelati l’oro nero del terzo millennio. Sono i Big Data, l’enorme mole di informazioni a disposizione di chi – aziende pubbliche o private, mezzi di comunicazione, partiti politici e persino organizzazioni criminali – voglia servirsene per indirizzare messaggi pubblicitari o comprendere tendenze di mercato e di costume. Mark Zuckerberg ha affermato qualche tempo fa: “dimenticatevi la privacy”. E non gli si può dare torto, perché tutto quello che condividiamo nel web, sui social network o anche sui sistemi di messaggistica istantanea come Whatsapp lo affidiamo al mondo. Certo una quantità così vasta di informazioni e l’accumulo

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costante di dati rende ardua la loro gestione e se non vengono trasformati in un prodotto di conoscenza utile, allora sì la loro esistenza è aleatoria e dispersiva. Ecco, dunque, che è nata, non da molto, una nuova figura professionale. È quella del Data Scientist, definita dal New York Times come la più sexy del terzo millennio. È l’analista di dati che cerca nel grande mare dei Big Data le informazioni che gli interessano, le raccoglie (ad esempio per conto di un’azienda che vuole approcciare un nuovo mercato) e le analizza secondo il suo scopo, anche attraverso software specifici.

Il primo manuale del Data Scientist Il primo dettagliato manuale del Data Scientist è stato recentemente pubblicato da Tecniche Nuove ed è opera di Antonio Teti (foto), esperto di cyber security e cyber intelligence, nonché docente


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LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING

dell’Università Gabriele Dannunzio di Chieti-Pescara. «Questo è un testo che vuole essere un manuale di riferimento per quella che viene indicata come la nuova professione del terzo millennio», ci ha spiegato Teti. «L’analisi dei dati è fondamentale, soprattutto in un contesto come quello attuale nel quale il cyberspazio è l’ecosistema del terzo millennio. E di questo si occupa Data Scientist, attraverso una serie di competenze a largo spettro, che vanno dalla statistica alla comunicazione, dalle conoscenze tecniche per reperire informazioni dal cyberspazio a quelle informatiche, fino alla capacità di trasformarle in informazioni utili. Si parla ormai di intelligence economica, sociale, politica». E di questa intelligenza nessuno può e deve più fare a meno. È proprio sui dati che si gioca il futuro delle aziende. «Che sia piccola, media o grande tutte le aziende hanno lo stesso problema: come possono essere trasformati i Big Data in

una conoscenza utile per i vertici dell’azienda al fine di prendere le decisioni migliori per ottimizzare i processi? Anche nel settore del turismo, naturalmente, grazie a questa analisi si possono realizzare attività molto interessanti: percepire quali possono essere gli interessi del viaggiatore significa poter creare una offerta verticalizzata e personalizzata; capire una particolare clientela, magari di una determinata provenienza, vuol dire poter creare percorsi turistici e pacchetti con grande valore aggiunto in termini di ospitalità o culturale».

Un analista di dati deve capire cos’è un algoritmo, non lo deve sviluppare Anche le piccole e medie imprese, dunque, sono in qualche modo ormai costrette ad adoperarsi per raccogliere questi dati. Ma oggi l’economicità di questa attività è un vantaggio. «Prima le informazio5-6 2017

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LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING La questione della privacy Tutti noi contribuiamo alla creazione dei Big Data. Siamo produttori e fruitori di informazioni, molto spesso dati personali e riservati. Se decidiamo di immettere sui social informazioni personali, ad esempio attivando la geolocalizzazione, dobbiamo essere coscienti che le stiamo condividendo con il mondo. Più informazioni immettiamo nella rete più cediamo un pezzo della nostra integrità. Le prime aziende ad aver compreso l’importanza dell’acquisizione delle informazioni del cyberspazio sono riconducibili a importanti testate giornalistiche (per l’analisi di tendenze politiche o del sentiment e della fiducia nei confronti di determinate notizie). Ma, ahimè, anche la criminalità organizzata (per non parlare del terrorismo) sta sfruttando le opportunità dei Big Data. A questo si aggiunge ancora la violenza intrusiva dei messaggi spamming. Ciò che conta comprendere è che il cyber spazio rappresenta uno strumento eccezionale, che può essere usato a fini diversi e per una molteplicità di scopi.

Le prime aziende ad aver compreso l’importanza dell’acquisizione delle informazioni del cyberspazio sono riconducibili a importanti testate giornalistiche (per l’analisi di tendenze politiche o del sentiment e della fiducia nei confronti di determinate notizie)

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ni provenivano da fonti diverse, principalmente i cosiddetti Old Media e difficilmente producevano dati omogenei. Se un’azienda voleva cominciare a creare una sorta di contenitore di saggezza era costretta ad affidarsi a fonti diverse (società di marketing) con dispendio di energie, risorse umane e risorse economiche. Oggi attraverso il cyberspazio, basta avere un minimo di cultura in materia di ela-

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LE NUOVE FRONTIERE DEL MARKETING

Una delle fonti di informazioni utili più importanti è Facebook: dai post è possibile raccogliere tutte le persone che inseriscono i like su un prodotto specifico, una destinazione o un’attività, e creare un data base da vendere ad una azienda per le sue azioni di marketing

borazione delle informazioni per ottenere risultati. Basta una persona interna all’azienda (o meglio almeno un paio per una azienda di 50 dipendenti) o, in alternativa, rivolgersi a professionisti esterni. Le competenze necessarie al Data Scientist potrebbero sembrare troppo elevate – dimestichezza con il campo della statistica, data mining, data base management, competenze web e social network – ma bisogna ricordare che un analista di dati deve capire cos’è un algoritmo, non lo deve sviluppare. Deve avere una base di competenze tecniche e statistiche associata alla capacità di comunicazione, perché i prodotti di intelligence devono essere comunicati poi al management. Ecco perché la formazione del Data Scientist prevede diversi percorsi di laurea tra quelli maggiormente orientati: lauree in statistica, matematica, informatica, ingegneria informatica, ma anche scienze del-

la comunicazione arricchita con una parte scientifica e statistica». I

Non solo like Il lavoro dei Data Scientist va a pescare informazioni di vario genere dal web, dai social network e dai programmi di instant messaging. Una delle fonti di informazioni utili più importanti sono i social, come Facebook: dai post e dalle pagine è possibile raccogliere tutte le persone che inseriscono i like su un prodotto specifico, una destinazione o un’attività, per creare un data base che possa essere venduto ad una azienda interessata, quale target specifico a cui rivolgere le azioni di marketing. Ma ci sono anche altre attività aggiuntive svolte all’interno del cyberspazio che possono trasformarsi in preziose informazioni per l’analista di dati: le richieste di contatto, i commenti, le immagini postate e la duplice comunicazione testuale e visual... Il Data Scientist raccoglie ed elabora questa mole di dati, utilizzando appositi software anche gratuiti e opensource, per poi comunicare i risultati dell’analisi – data base profilati e analisi predittive di tendenze – al management che su questa base potrà definire strategie commerciali e comunicative. 5-6 2017

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RISORSA UOMO

E Davide batté Golia

Se la refrattarietà al cambiamento è da imputare al cervello limbico, quello più antico, paragonabile al gigante abitudinario Golia, l’esercizio della volontà e la capacità di essere creativi sono appannaggio, invece, della corteccia prefrontale: una parte del cervello plastica che, se adeguatamente allenata, è in grado di comportarsi come il prode e volonteroso Davide e di sconfiggere il pigro Golia

✒Gaia Fiertler

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Davide contro Golia. È una lotta impari, ma si può affrontare. Il nostro cervello è plastico e quindi può cambiare e migliorare i comportamenti, ma richiede impegno, volontà e allenamento costante per apprendere qualcosa di nuovo. Per motivi evolutivi il cervello tende a tradurre in automatismi i comportamenti appresi, come guidare l’automobile o andare in bicicletta, tanto che è stato misurato che il 40% delle nostre azioni quotidiane sarebbero svolte in modo inconsapevole (ricerca della Duke University), senza più bisogno di uno sforzo intenzionale. Grazie alle scoperte delle neuroscienze, ora abbiamo l’evidenza biologica della fatica che si fa a cambiare, ma anche della sua possibilità grazie all’intervento cosciente e ripetuto della neocorteccia, la parte più re-

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cente del cervello, quella che ci distingue dagli animali.

Come acquisire nuove competenze di management sfruttando le neuroscienze «La nostra condizione di umani è davvero speciale, infatti a questo bagaglio di memorie si accompagna un immenso potenziale biologicamente supportato dalla plasticità del nostro cervello, che occasionalmente permette che il sé partecipi effettivamente ai processi di giudizio. Un carico di creatività e inventiva che, per trasformarsi in atto, ha bisogno di una certa attenzione e di una certa volontà, entrambe funzioni della parte corticale del nostro cervello e più precisamente dei lobi frontali», scrive Roberto Pal-


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RISORSA UOMO

Gian Maria Zapelli, presidente di HC, società di education manageriale e coaching

mieri, esperto di comunicazione, nel volume «Coaching: come trasformare individui e organizzazioni» (a cura di Paolo Bruttini e Barbara Senerchia, Wolters Kluwer 2015). Così, nella bella metafora usata da Gian Maria Zapelli in “Neuroscienze e management” (a cura di Maria Emanuela Salati e Attilio Leoni, Guerini Next 2015), il cervello limbico, quello più antico dove si “archiviano” le emozioni e i comportamenti e che risponde agli stimoli in modo veloce e senza pensare, è paragonato a Golia, il gigante pigro e abitudinario. La corteccia prefrontale del cervello, invece, preposta alla riflessione, al dubbio, al ragionamento, alla valutazione ponderata che attiva decisione, volontà e autocontrollo, è paragonata a Davide, il pastorello che sfida il gigante e lo sconfigge. Il giovane è infatti coraggioso, tenace, attento e flessuoso. «Tra i due vince chi mette in campo più forze», spiega Gian Maria Zapelli, presidente di HC, società di education manageriale e coaching, «per poter acquisire nuove convinzioni e nuove competenze si ingaggia ogni volta una lotta tra i due coinquilini, in pratica una lotta tra le abitudini più radicate e la decisione di cambiare». Dob-

biamo esserne coscienti, visto che ci sono sempre più richieste flessibilità cognitiva e resilienza per adattarci al cambiamento continuo. Un tempo, come di recente ha evidenziato l’Economist, per tutta la vita lavorativa bastava la cassetta degli attrezzi acquisita con la formazione di base. Oggi, tra accelerazione tecnologica, rivoluzione digitale e volubilità dei mercati, tutti dobbiamo saper continuare a imparare, acquisendo e mettendo in pratica competenze nuove, nuovi modi di lavorare, azioni e decisioni diverse al variare delle condizioni. Ma per fare questo, per creare un nuovo atteggiamento mentale, ci vuole allenamento. Come diceva Dale Carnegie all’inizio del Novecento, «nessuno può imparare a parlare in pubblico senza parlare in pubblico, così come nessuno può imparare a nuotare senza andare in acqua». Per questo l’aula tradizionale spesso non funziona. Scoprire cose nuove, anche attraverso un’aula interattiva e coinvolgente, non è sufficiente per tradurle in comportamenti stabili. «Ci vuole impegno e ripetizione continua, perché apprendere vuol dire, in termini neuroscientifici, creare nuove connessioni neuronali che richiedono tempo per soppiantare vecchie abitudini cerebrali e trasformarle in nuove abitudini più efficaci. L’aspetto straordinario è che il cervello è plastico non solo in termini espansivi, ma anche selettivi, cioè elimina, sopisce le funzioni che non vengono usate. La capacità di concentrazione, per esempio, se non viene utilizzata si deteriora e occorre allenarla duramente per farla tornare in funzione», sottolinea Zapelli. Così, per superare i limiti della formazione tradizionale per adulti, ha messo a punto una piattaforma di e-coaching, “Dive”, adottata di recente da Costa Crociere, che aiuta e accompagna nella fatica di acquisire e 5-6 2017

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Maria Emanuela Salati, responsabile della formazione, processi evolutivi e welfare di Atm

Dove c’è fiducia reciproca e chiarezza di obiettivo c’è una maggiore contentezza del personale

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mettere in campo nuove competenze. «Per prima cosa bisogna essere consapevoli della necessità di cambiare. Quindi servono la volontà e l’impegno nell’opporsi alle nostre abitudini. Grazie a questo sistema in remoto sempre disponibile, diamo stimoli e facciamo allenare, verifichiamo l’avanzamento del cambiamento, siamo vicini nella vita di tutti i giorni con un coach in carne e ossa che, dall’altra parte, stimola il cervello a dare risposte nuove», conclude Zapelli. C’è chi ha anche pensato a un mentore virtuale, che tutti i giorni per qualche minuto allena a nuovi comportamenti manageriali con un gioco a squadre. «Le neuroscienze hanno dimostrato che l’apprendimento è ricorsi-

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vo e che non basta aver capito per mettere in pratica, questo è il pregiudizio della cultura del cogito. Inoltre è dimostrato che se la competenza si spacchetta in tante microskill è più facile abbassare le resistenze del cervello. Così noi rinforziamo l’esperienza dell’aula con il training a distanza su un comportamento per volta: dal feedback migliorativo all’obiettivo chiaro e finché non si è pronti non si passa a quello successivo», racconta il formatore Giovanni Tonon. Sottoposta a misurazione l’efficacia di Skilleyd, questa web app integrativa all’aula, è risultato che il gruppo allenato dopo un mese era quattro volte più capace del gruppo di controllo, che aveva solo ascoltato i nuovi concetti. E dopo cinque mesi, pur avendo interrotto l’allenamento, il primo gruppo era addirittura migliorato, mentre erano calate le prestazioni del gruppo di controllo. «Si può inferire che, nel frattempo, il gruppo sottoposto ad allenamento costante abbia sviluppato un comportamento nuovo», commenta Tonon. Una sperimentazione effettuata, per esempio, in Atm è stata quella della “Palestra della formazione”, un progetto pilota per impiegati e quadri che, dopo l’aula esperienziale e interattiva, hanno continuato ad allenarsi in cinque incontri distribuiti su due mesi. Esercizi corporei, sessioni individuali e simulazioni su come dare feedback, essere proattivi e negoziare per accompagnare, nel tempo, un reale cambiamento nel comportamento. Il risultato è stato un miglioramento significativo e misurabile nella loro valutazione delle prestazioni. È infatti accertato che il cervello impiega tra uno e tre mesi di sollecitazioni continuative per creare nuove connessioni neurali (sinapsi), che corrispondono a nuovi comportamenti. «Come capi, avere consapevolezza di cosa accade in noi e nei nostri collaboratori a livello cerebrale è già un enorme passo avanti che ci fa capire meglio perché certi approcci gestionali e formativi funzionino o meno. Ora capiamo perché la valutazione delle prestazioni, con incontro annuale, spesso non porti ai cambiamenti attesi per un senso di minaccia e troviamo conferma dell’utilità delle forme didattiche basate sull’esperienza, sull’attivazione corporea e sulla ripetizione. Il corpo è uno strutturatore di apprendimento, le emozioni aiu-


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RISORSA UOMO

tano a ricordare e la ripetizione serve, come a scuola, per creare nuovi collegamenti neurali», spiega Maria Emanuela Salati, responsabile della formazione, processi evolutivi e welfare di Atm. Che tuttavia avverte: «I neuroscienziati precisano che si tratta di correlazioni, non di stretto nesso causale, perché altri fattori causali potrebbero risiedere nelle parti del cervello ancora sconosciute. Ma certo le evidenze della scienza ci incoraggiano a perseguire determinate strategie formative rispetto ad altre, sperimentando anche nuove modalità che stanno dando risultati interessanti». Le indagini più recenti delle neuroscienze, basate su risonanza magnetica funzionale, encefalogramma e misurazione delle risposte neurofisiologiche ai diversi stimoli esterni, offrono quindi indicazioni e orientamenti per la formazione aziendale, per lo stile di leadership più efficace, per la gestione della relazione capo-collaboratore e su quali siano le strategie migliori per aumentare il livello di engagement in azienda.

del terziario ed è partner di un progetto con l’Università Cattolica di Milano per misurare le risposte cerebrali negli incontri di valutazione tra capo e collaboratore. L’Unità di Ricerca in Neuroscienze Sociali e delle Emozioni dell’ateneo milanese ha già rilevato che, registrando nello stesso momento l’attività cerebrale di capo e collaboratore in fase di valutazione, in una cultura partecipativa c’è un forte coinvolgimento emotivo/stress, ma concentrato sul valutato e facilmente superabile dalle parole di rinforzo del capo, mentre in una cultura tradizionale/gerarchica il carico emotivo si distribuisce su entrambi i soggetti, con forte dispendio energetico. «Questo può portare a reazioni a catena poco costruttive a livello cerebrale e aziendale», chiarisce Michela Balconi, docente di neuropsicologia e neuroscienze cognitive della Cattolica, che ha utilizzato per la prima volta in ambito aziendale la metodica di “hyperscanning”. «Sappiamo che certe reazioni negative lasciano una traccia mnestica che impatta sull’amigdala, creando automatismi che possono essere disfunzionali per il soggetto e l’organizzazione. Abbiamo anche verificato che, se il feedback viene dato male, crea reazioni negative anche in culture aziendali improntate storicamente alla valutazione. L’alternativa non è non valutare, ma inserire il confronto in un processo di condivisione degli obiettivi e di crescita reciproca. Il cambiamento è possibile, anche la fisiologia ci predispone a nuovi circuiti neuronali, ma ci vogliono le condizioni adatte».

A sin., Massimiliano Santoro, antropologo, formatore e consulente, partner del Gruppo Prospecta. In basso, Michela Balconi, docente di neuropsicologia e neuroscienze cognitive della Cattolica

L’hyperscanning in azienda «Le aziende stanno mostrando interesse per queste nuove frontiere del management. Quello che misurano gli apparecchi è un punto di partenza per fare un lavoro sui comportamenti organizzativi e individuali e sull’apprendimento. Sono ipotesi di lavoro, supportate da sempre maggiori evidenze scientifiche», spiega Massimiliano Santoro, antropologo, formatore e consulente, partner del Gruppo Prospecta, che in questi mesi sta tenendo la prima edizione di un corso di Neuromarketing per Quadrifor, l’istituto bilaterale per lo sviluppo della formazione dei quadri 5-6 2017

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RISORSA UOMO FIDUCIA OBIETTIVO = CONTENTEZZA

Dalle numerose ricerche che Paul Zak ha svolto con i dipendenti delle aziende americane, è risultato che dove c’è fiducia reciproca e chiarezza di obiettivo c’è una maggiore contentezza del personale, confermando la sua teoria. A sua volta la maggiore contentezza aumenta la produttività del 5% e aiuta a superare lo stress lavorativo 200% meglio rispetto a chi è scontento. Inoltre chi sta bene in ufficio si sente più collegato agli altri ed è più produttivo del 22% con soluzioni innovative e il 17% è più soddisfatto della propria vita in generale. «Un recente studio del mio laboratorio – racconta Zak – ha evidenziato che la maggiore produttività dei dipendenti contenti è per il 50% dovuta a tratti della personalità: in primo luogo bisogna essere persone felici. L’altro 50% però è sotto il vostro controllo: si tratta della risposta dei dipendenti alla cultura dell’organizzazione». (Tratto da “Neuroscienze e management”, a cura di Maria Emanuela Salati e Attilio Leoni, Guerini Next 2015).

Lavorare sullo stile di leadership secondo il modello Scarf di Rock È ormai accertato che tutto ciò che il cervello registra come pericolo o come ciò che non conosce produce cortisolo, se non viene accompagnato e allenato per farlo diventare “familiare” e il cortisolo è l’ormone che serve alla zebra per scappare dal predatore, ma se prolungato e reiterato abbassa le difese immunitarie e crea danni all’organismo. Il cervello lavora infatti sul doppio binario di minaccia o ricompensa, con l’attivazione automatica di ormoni da parte dell’amigdala (cervello limbico), i quali favoriscono o meno la disponibilità a fare, a collaborare e a creare valore. L’alternativa è scappare, non impegnarsi o aggredire. L’ossitocina, per

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esempio, conosciuta come la sostanza chimica che aiuta a partorire, grazie agli studi di Paul Zak oggi è considerata “la molecola della fiducia”. Se noi ci sentiamo trattati bene, accolti e considerati dagli altri sviluppiamo questo ormone e siamo invogliati a cercare la relazione e la collaborazione con gli altri. Se invece siamo in una condizione di forte stress (minaccia), spiega anche David Rock, fondatore e presidente del Neuroleadership Institute, c’è un assorbimento di ossigeno e glucosio che vengono sottratti all’area prefrontale del cervello, che dovrebbe trovare la soluzione al problema. Per questo andiamo in confusione e ci sentiamo annebbiati proprio quando dovremmo concentrare tutta la nostra attenzione. I neuroscienziati consigliano alle organizzazioni di lavorare sullo stile di leadership per creare condizioni di clima e di lavoro favorevoli a dare ciascuno il meglio nel business, per esempio secondo il modello Scarf di Rock che agisce in contemporanea su status, sicurezza, autonomia, relazionalità ed equità. Così al Cimba di Paderno del Grappa, il consorzio di università americane cofondatore proprio del Neuroleadership Institute, si tiene un percorso di leadership personale (“Life”) in condizioni di forte stress emotivo, monitorato per tre giornate intere con un cardiofrequenzimetro, che misura la variabilità del battito che è il vero indicatore di stress, e con due prelievi salivari per misurare la presenza di cortisolo, il testoterone che segnala l’aggressività e il dha che misura la connessione con gli altri. I risultati vengono poi commentati e valutati nella fase successiva di coaching individuale. «Il nostro percorso scatta una fotografia delle reazioni a livello limbico, quelle più impulsive e radicate, attraverso il supporto delle neuroscienze e con i feedback dei pari. Quindi, attraverso una serie di attività anche corporee, avviene un processo di cambiamento che poi viene accompagnato dal coaching individuale. Nella seconda e terza giornata, infatti, si attiva di più la parte prefrontale del cervello: si inizia a scegliere la reazione, a reinterpretarla, a vedere le emozioni in modo più funzionale, senza peraltro ostacolarle», spiega il coach Katiuscia Baggio (foto), direttore dei programmi executive di Cimba e Life trainer. I


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a cura di Paolo Mazzaglia di Otherwise srl pmz@otherwise.it

LA PAROLA AL FORMATORE

Dormire verso il successo

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“Dormici sopra!”. Mai sentito? Sicuramente nella vita ci è stato detto e forse lo abbiamo consigliato a nostra volta. Lo abbiamo anche fatto? Forse non quanto avremmo dovuto, si sa, i detti di saggezza popolare sembrano assennati ma anche un po’ ingenui per chi vive con i ritmi del business e della performance e di tutte le altre belle cose del nostro tempo. Eppure ricerche recenti hanno appena dimostrato come dormire sia una delle attività più strategiche in assoluto proprio per la nostra performance. Innanzitutto quando si tratta di prendere decisioni complesse. Maarten Bos and Amy Cuddy, due ricercatori, hanno fatto il seguente esperimento: ad un gruppo di volontari sono state presentate informazioni sulle automobili. Alcune auto avevano molte caratteristiche positive ma di scarso valore concreto, mentre altre avevano poche caratteristiche positive importanti. Tra i partecipanti chi ha dovuto scegliere immediatamente ha scelto proprio le auto con molte caratteristiche positive irrilevanti. Men-

tre chi è stato costretto a “distrarsi” per un po’ ha scelto in maggioranza le auto con le caratteristiche importanti. Come mai? Il responsabile è sempre il nostro amico subconscio che è in grado di processare una enorme quantità di informazioni rispetto alla nostra limitata mente conscia. Ovviamente se gli diamo il tempo e la possibilità di farlo. E cosa meglio di una dormita per favorire il processo? Se è vero questo è anche vero che non basta dormire per avere tutto chiaro anche se sarebbe davvero bello. Forse è necessario comunque impegnarci prima di prendere una decisione vediamo come. Innanzitutto non possiamo prescindere dal acquisire quante più informazioni possibile. E questo va ovviamente fatto da svegli. Una volta acquisite tutte le informazioni importanti allora potremo dormirci sopra. E il giorno dopo riesaminare il tutto con gli input che ci sono arrivati dal subconscio, magari razionalizzandoli e facendo un’analisi di fattibilità ed esaminando razionalmente gli impatti delle possibili decisioni. L’effetto sulla presa di decisioni

non è l’unico effetto positivo del sonno che è fondamentale anche per rigenerare le cellule muscolari, produrre gli ormoni della crescita ed eliminare le tossine, stimolare il sistema immunitario eliminando lo stress, ottimizzare la facoltà di apprendere e, banalmente, restare vigili durante le ore di veglia. Eppure la sensazione che ho è di vivere in una società dove la deprivazione dal sonno è diventato un fattore di vanto, di orgoglio, quasi di virilità. Quante volte abbiamo assistito a conversazioni in cui i protagonisti orgogliosamente declamavano: “stamattina mi sono svegliato alle 5, e sono già 10 ore che lavoro” oppure “figurati, pensa che ieri ho dormito solo 4 ore” o ancora “io in settimana non dormo mai più di 45 ore a notte ormai sono abituato”. E magari si sono anche abituati. O almeno credono. Ma ad un attento osservatore esterno attento non sfuggono gli sguardi spenti, il nervosismo, la difficoltà a comprendere fino in fondo e le pessime decisioni. Che a volte ci coinvolgono tutti. Per cui, cari leader, per favore andate a dormire! I 5-6 2017

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UNA METAFORA PER CRESCERE

a cura di Leonardo Frontani edu@leonardofrontani.com

Vivere in cattività

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La scimmia nuda balla, ma indossa sempre il giusto outfit. Diciamo che la società occidentale una sua certa decadenza la sta affrontando. Esistiamo, più perché siamo capaci di consumare in maniera sofisticata, che per fattori legati alla convivenza, alla relazione, alla compassione, alla costruzione di un futuro comune. Non è mia intenzione annoiare con una critica sterile, ma nemmeno voglio passare come l’ennesimo membro di qualche movimento post-new age che predica il cambiamento come la via. La realtà è che se vogliamo una cosa, la prima cosa che facciamo è pensare di comprarla. Non sappiamo più costruire (senza un kit acquistato in internet e consegnato con modalità “prime”), non sappiamo più riparare, oggetti e relazioni, senza l’acquisto di manuali e l’intervento di consulenti o la visione di tutorial, non sappiamo più stare da soli o stare in silenzio e non sappiamo nemmeno più annoiarci. Ognuno di noi ha i suoi integratori alimentari o i suoi consigli per alimentarsi in maniera diversa. Ognuno ha la libertà di prendersi una vacanza meditata, organizzata, piena di cose da fare e soprattutto piena di selfies. Vi sembro arrabbiato? Lo sono infatti. Come educatore di adulti, spesso in aula incontro situazioni che farebbero gola ad un sociologo sperimentale: “ciao sono qui a questo corso sulla Resilienza, perché la mia azienda, in cui lavoro da 22 anni, ha somministrato un questionario ed il mio KPI resilience è risultato sotto la media”. – “Ciao sono qui per imparare a motivare i miei collaboratori che sembrano non essere interessati a nulla. Certo questi giovani non sanno proprio quello che vogliono!” – “Ciao sono qui a questo corso sull’assertività, per curiosità”. Ci Riempiamo la bocca di parole come motivazione, resilienza, proattività, intelligenza emotiva ed ogni giorno mi appare evidente che, vivendo in una società dopotutto molto “comodosa”, dove non

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ci sono paludi da bonificare, aratri da tirare, mari in tempesta d’affrontare, aerei che lasciano cadere bombe incendiarie, cerchiamo di crearci dei bisogni anche professionali, per poi brillantemente trovare il modo di soddisfarli comprando la soluzione; una soluzione sempre rapida e fondata su regole da seguire come in un libretto delle istruzioni. Bene, che ne dite se lavoriamo un po’ su un concetto profondo e desueto: vi va se parliamo di Libertà? A me piacerebbe rieducare me stesso alla Libertà e così poi rieducare le persone. Ovviamente non stiamo parlando di fare ciò che cavolo mi pare. Per me la Libertà è

un concetto primitivo che contrappongo a quello di cattività. Siamo in cattività, cioè prigionieri, quando siamo dominati da oggetti, impegni sociali effimeri, relazioni liquide, ruoli e maschere, siamo in cattività quando Sono ciò che Faccio. Siamo liberi quando sentiamo di poter esprimere i nostri autentici bisogni, perché consapevolmente li abbiamo incontrati; siamo liberi quando possiamo amare e odiare senza dover appartenere ad una corrente di pensiero; siamo liberi quando non siamo dominati dal “è tutto un schifo” oppure “l’ottimismo è il sale della vita!”. Siamo liberi quando non è il conformismo a guidare la nostra mano, ma nemmeno l’anticonformismo. Siamo liberi quando diciamo di no a cose che non ci piacciono e tendiamo a dire di sì a ciò che è sfidante e ci potrebbe far crescere. Siamo liberi per Natura, bestie selvagge socializzate, che hanno inventato il loro futuro 35.000 anni fa. La sensazione è che quel futuro oggi sia un presente volatile, caratterizzato da una sorta di prigione dorata, chiusi in macchine potenti e case troppo grandi, soffocati da oggetti inutili di cui ci prendiamo cura solo nei traslochi, affamati di amore e di vita, ma senza avere mai abbastanza tempo per viverla alla massima espressione. Come si fa a tornare liberi? Magari cominciamo a liberarci di tutto ciò che non è veramente significativo: cose, situazioni, luoghi comuni, persino persone e torniamo a ballare tutti insieme, magari senza indossare il brand di grido. I


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IL PARERE DEL LEGALE

a cura dell’avvocato Roberta Borghini

Odore di querela

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Il un momento storico in cui imperversano gli chef e va di moda la buona tavola, la Cassazione è intervenuta a gamba tesa contro le invasioni olfattive, di fatto ponendo un freno, in alcuni contesti, alla fantasia culinaria. Con una recentissima sentenza, la Suprema Corte ha condannato per la prima volta una coppia di Monfalcone per “molestie olfattive”, un nuovo reato ricondotto al “getto pericoloso di cose” previsto dall’art. 674 del codice penale. In altre parole, nel reato di getto pericoloso di cose possono essere ricomprese anche le emissioni di odori da cucina che superino una certa soglia di tollerabilità, secondo i criteri di cui all’art. 844 del codice civile. Un giudizio, quest’ultimo, che spetta al giudice sulla base degli elementi probatori a disposizione, senza ricorrere necessariamente a una perizia tecnica, ma anche valendosi semplicemente della testimonianza dei vicini di casa. La curiosa sentenza trae origine da una annosa vicenda condominiale: i proprietari di un appartamento a piano terra sono stati accusati dai condomini residenti al terzo piano di aver provocato “continue immissioni di fumi, odori e rumori molesti” dalla loro cucina “così molestandoli e imbrattando l’alloggio da loro occupato”. Per giun-

gere alla decisione, i giudici di legittimità hanno fatto proprie le prove dei fatti raggiunte in primo grado attraverso le testimonianze delle persone offese, ritenute chiare e attendibili: era emerso che quando gli imputati cucinavano, oltre ai rumori molesti dell’estrattore, “s’impregna l’appartamento dell’odore… del sugo, fritti eccetera, mi pareva di avere la cucina loro in casa mia” (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza 22 novembre 2016 – 24 marzo 2017, n. 14467). Non è la prima volta che la puzza di cibo arriva in Cassazione. Anche i fumi e gli odori sprigionati

dalla cottura dei cibi di un bar sono stati considerati “molesti” per una famiglia che abitava l’appartamento sovrastante il tubo di scarico della cucina, anche se il tubo era a norma: insomma, quelle emissioni sono state considerate intrinsecamente moleste, perché offensive del benessere e dell’aria sana nella propria abitazione, beni considerati più meritevoli di tutela dell’attività svolta nell’esercizio commerciale incriminato (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza 4 maggio 2012, n. 16670). Persino l’odore della pizza può disturbare a tal punto da essere considerato “molesto”. Così ha deciso la Suprema Corte nella sentenza depositata nell’ottobre 2016, dopo aver esaminato il caso della titolare di un locale rea – ad avviso del Tribunale di Vicenza – di avere cagionato disturbo agli inquilini residenti negli appartamenti posti al di sopra del suo ristorante. Secondo i giudici, infatti, le prove testimoniali risultano sostanzialmente convergenti nell’affermare che i cattivi odori derivanti dalla cottura delle pizze nell’esercizio commerciale si avvertivano anche a finestre chiuse, nel vano scala, nel garage e persino all’interno degli appartamenti sovrastanti (Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza 26 ottobre 2016, n. 45255). ■

L’art. 674 del codice penale (Getto pericoloso di cose) è diretto a tutelare l’ordine pubblico, preservando nello specifico la sicurezza e la tranquillità dei consociati: “Chiunque getta o versa, in un luogo di pubblico transito o in un luogo privato ma di comune o di altrui uso, cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone, ovvero, nei casi non consentiti dalla legge, provoca emissioni di gas, di vapori o di fumo, atti a cagionare tali effetti, è punito con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda fino a duecentosei euro”. L’art. 844 del codice civile (Immissioni) disciplina i rapporti tra proprietari vicini: “Il proprietario di un fondo non può impedire le immissioni di fumo e di calore, le esalazioni, i rumori, gli scuotimenti e simili propagazioni derivanti dal fondo del vicino, se non superano la normale tollerabilità, avuto anche riguardo alla condizione dei luoghi. Nell’applicare questa norma l’autorità giudiziaria deve contemperare le esigenze della produzione con le ragioni della proprietà. Può tener conto della priorità di un determinato uso”. Se volete rivolgere qualche domanda all’avvocato Roberta Borghini potete scrivere a: avv.borghini@alice.it

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a cura di Andrea G. Moscatelli mag2063@yahoo.it

Piani Individuali di Risparmio a lungo termine, esentasse (o quasi)

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Quando all’inizio del corrente millennio, per motivi professionali, mi trovai a Parigi a esaminare i prodotti di risparmio francesi, notai la presenza di una forma d’investimento molto conveniente per i risparmiatori che investivano nel mercato d’Oltralpe, perché non erano soggetti alle imposte sulle eventuali plusvalenze realizzate. Mi riferisco al “Plan d’Epargne en Actions” comunemente chiamato PEA. In quegli anni l’Europa aveva da poco adottato l’euro come mo-

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neta unica e cercava di allineare le differenti peculiarità dei sistemi economici. Tuttavia il trattamento fiscale agevolato mantenuto per i soli francesi sembrava andare nella direzione opposta. Un cittadino francese che sottoscriveva un PEA, che quindi investiva in azioni francesi, non avrebbe pagato le imposte sulle plusvalenze. In considerazione di una tale agevolazione era pressoché impossibile, non solo fare concorrenza con prodotti azionari alternativi, ma attrarre dalla

Francia i piccoli risparmiatori per farli investire in azioni di paesi europei, inclusa l’Italia. Con grande stupore, non era stata giudicata una norma protezionistica di un mercato nei confronti degli altri, ma indubbiamente era un aiuto tangibile alle società domestiche che erano supportate da una liquidità attratta prevalentemente da un intervento Statale, con beneplacito dell’antitrust. Nel corso del tempo le regole dei PEA si sono modificate, sino all’ap-


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plicazione delle modifiche entrate in vigore nel 2014, nelle quali, tra l’altro, fu stabilito che il beneficio sarebbe stato valido anche per acquisti di azioni nei mercati regolamentati della UE. Il vincolo da parte del sottoscrittore per beneficiare dell’esenzione totale era, e rimane, il mantenimento degli investimenti per cinque anni. Al contrario, se si rescindesse il PEA entro due anni dall’accensione si devono pagare imposte a titolo di acconto pari al 22,5%, che scendono al 19% nel triennio successivo. Esistono altresì vincoli stringenti sull’ammontare totale del PEA per ciascuna persona fisica che non può superare i 150.000 euro e che tale ammontare non può essere preminente rispetto al risparmio complessi-

vo, non solo del soggetto fisico ma anche del nucleo familiare, e ciò evidentemente con l’intento di scoraggiare eventuali speculazioni di gruppo o altro. Finalmente, nel 2016, anche l’Italia si è accorta che adottare una formula d’investimento analoga ai PEA francesi poteva rivelarsi un valido strumento per aiutare le imprese italiane ed europee. Di conseguenza, la Legge 232 dell’11 dicembre 2016, comunemente detta “legge di bilancio”, ha dedicato ben quattordici commi dell’articolo 1 per istituire i Piani Individuali di Risparmio o PIR. Colmando un ritardo imbarazzante rispetto ai nostri cugini d’oltralpe, i nostri legislatori non hanno proposto la stessa normativa francese, ma hanno voluto introdurre alcune limitazioni con l’intento di favorire gli investimenti nelle piccole e medie imprese, che, per loro dimensione, restano escluse dalle Borse valori principali. L’agevolazione dei PIR non si applica alle società del settore immobiliare. Analogamente al PEA, i Piani Individuali di Risparmio sono rivolti esclusivamente a persone fisiche per un ammontare complessivo di versamenti non superiore a 150.000 euro realizzato con versamenti annuali non superiori a 30.000 euro. Ogni risparmiatore ha diritto a sottoscrivere un solo PIR attenendosi a quanto previsto dalla norma, ossia: “(omissis)... attraverso l’apertura di un rapporto di custodia o amministrazione o di gestione di portafogli o altro stabile rapporto con esercizio dell’opzione per l’applicazione del regime del risparmio amministrato di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 21 novembre 1997, n. 461, o di un contratto di assicurazione sulla vita o di capitalizzazione... (omissis)”. Poiché la durata minima dell’investimento deve essere di almeno cinque anni e poiché gli importi per individuo non sono rilevanti, le banche e le società autorizzate a gestire i PIR a prima vista non han-

no una grande convenienza ad aprire rapporti di custodia o di amministrazione e, si stanno indirizzando a creare fondi comuni collettivi di risparmio. Questa decisione presa per semplificare l’operatività di sostituto d’imposta e quindi abbassare i costi di amministrazione, determina una riduzione dell’ambito concreto di applicazione della norma ed in parte ne potrebbe vanificare le attese: tutto ciò vale un successivo approfondimento che sarà pubblicato nel prossimo numero. Per il risparmiatore con cuore forte che sappia mantenere almeno per cinque anni i suoi risparmi sul comparto azionario è un’opportunità interessante, e a tale proposito si può dimostrare con un esempio molto semplificato il risultato ottenuto da un soggetto che avesse deciso di investire nell’aprile del 2012 un importo di 30.000 euro in un PIR. Poiché nel periodo aprile 2012 – aprile 2017 l’indice Mibftse della Borsa di Milano ha visto un incremento del 53%, potenzialmente il suo PIR avrebbe determinato a oggi un ammontare di 45.900 euro (al lordo delle commissioni di gestione per la banca) e sulla plusvalenza di 15.900 euro realizzata, non pagherebbe imposte dovute per 4.134 euro. Bisogna tener presente che il 2012, dopo la crisi che portò l’indice a precipitare sino a 11.000 punti ca. nel 2008, fu un anno anch’esso non brillante (indice Mib-ftse 13.660 punti) ed è molto improbabile una crescita nei prossimi cinque anni dell’indice Borsa Italiana del 53%. Pur tuttavia, la possibilità di investire una parte dei risparmi in un PIR e quindi annullare la tassazione sulle plusvalenze a partire dal quinto anno, rimane un’opportunità da valutare con attenzione. Ovviamente a carico del risparmiatore rimane l’imposta annuale sui patrimoni del 2 per mille che, nell’esempio sopra indicato nei cinque anni comporterebbe un costo d’imposta di 380 euro ca. I 5-6 2017

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I GRANDI PROTAGONISTI DELL’OSPITALITÀ

I segreti di una professione

che cambia

Ciro Verrocchi, direttore di alcuni dei più importanti luxury hotel del panorama internazionale, ci racconta come è cambiato il “mestiere” dell’accoglienza a cinque stelle e non solo

✒Davide Deponti

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«Lavorare in un hotel di lusso – confida Ciro Verrocchi – è un grande privilegio, un'esperienza gratificante sotto ogni aspetto»

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«Chi dirige oggi una struttura alberghiera deve essere un manager completo, non può più essere solo un professionista del mondo dell’hotellerie. Le skills richieste per soddisfare le esigenze di un mercato sempre più esigente e in continua evoluzione sono, infatti, molte e molto più complesse rispetto al passato. Per questo le grandi compagnie oggi puntano ancora di più sulla formazione sia dei manager che di tutto lo staff», dice Ciro Verrocchi, general manager conosciuto e apprezzato nel panorama italiano e internazionale, tanto da essere stato premiato nel 2015 come “Manager of the Year” dalla prestigiosa EHMA, European Hotel Manager Association. (Associazione di categoria composta da circa 450 direttori che gestiscono, in 30 diversi paesi, i più prestigiosi hotel europei e rappresentano 350 hotel). «Il mondo dell’accoglienza mi ha sempre affascinato, grazie anche ai miei genitori

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che amavano molto viaggiare e che, quando ero bambino, mi portavano con loro», racconta Verrocchi, «così, terminati gli studi umanistici, ho deciso di prendere il diploma alberghiero a Firenze e poi un Master in Sudafrica. È qui che è iniziata la mia formazione sul campo, prima con City Lodge Hotel Group e poi con Southern Sun International. Successivamente, tornato in Italia, sono entrato in CIGA Hotels, quindi in ITT Sheraton e poi in Starwood Hotel & Resorts dove ho ricoperto la carica di direttore generale, occupandomi di new opening, re- branding, owner relationship e relazione industriali. Nella mia carriera ho avuto il privilegio di dirigere alberghi unici al mondo come Il Duca di Milano, lo Sheraton Diana Majestic di Milano, il St. Regis di Roma e The Westin Europa & Regina di Venezia. Dopo oltre 15 anni in Starwood, mi si è presentata l’opportunità di entrare in IHG: ho ge-


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I GRANDI PROTAGONISTI DELL’OSPITALITÀ

stito, prima una nuova apertura a Milano e poi ho accettato l’incarico di dirigere l’Intercontinental Roma. Fino a luglio 2016, ho ricoperto anche la carica di A.D. di IHG Italia».

Identikit del perfetto professionista Insomma, una carriera ineccepibile, spesa in alcuni dei più prestigiosi alberghi cinque stelle in Italia e non solo, che ha permesso al manager, oggi cinquantenne, di diventare un professionista molto apprezzato del settore. Verrocchi è stato anche coautore di due importanti pubblicazioni sulla professione: “Guida al Management Alberghiero” (Edizioni Job in Tourism. 2009 con Emilio De Risi) e “Guida al Futuro - The new trend of the Tourism Industry”(Edizioni J&T, 2013). Con lui abbiamo provato a tracciare l’identikit del perfetto professionista nell’ambito della luxury hotellerie odierna. «Premesso che lavorare in hotel di lusso è un grande privilegio, un’esperienza gratificante sotto ogni aspetto, va detto che oggi questa professione è più complicata rispetto a ieri. Questo vale in particolare per le grandi compagnie obbligatoriamente focalizzate sulla gestione e sui risultati economici dell’hotel, che, quasi sempre, demandando ai grandi fondi d’investimento la proprietà “fisica” della struttura. Chi è chiamato a ricoprire la carica di general manager deve, pertanto, sapere interagire con più interlocutori e a diversi livelli e riuscire a conciliare aspettative e obbiettivi. Diciamo che i quattro punti cardinali che orientano la strategia operativa restano: employees satisfaction, guests satisfaction, brand standards e financial results».

Gestione manageriale e alberghiera insieme Se autodisciplina e resilienza sono le parole d’ordine per gli impegni operativi, flessibilità, intuito, curiosità, e capacità di analisi sono le qualità che vengono richieste a un direttore nel suo ruolo di “padrone di casa” e di trend setter. «In particolare la curiosità, il desiderio di essere sempre aggiornato è ciò che permette a un professionista di essere trend setter e di guardare sempre avanti in un mondo che corre e che cambia velocemente. È fon-

damentale, per esempio, saper utilizzare al meglio la tecnologia digitale che sempre di più influenzerà le scelte del mercato e le nostre, sia in campo privato che lavorativo. Inoltre, poiché oggi nel turismo e nell’ospitalità si ragione in un’ottica di sistema e di marketing territoriale, un general manager non può trascurare il rapporto con le “istituzioni locali”: nel mio caso, ad esempio, sono stato nel Consiglio Direttivo di Federalberghi Roma e, per oltre quattro anni, Presidente della Associazione Via Sistina e Via Crispi a Roma. Ricoprire queste cariche mi ha permesso di avere il polso del “territorio” e del contesto socio-economico in cui operavo, consentendomi di partecipare attivamente alla promozione e valorizzazione di un’intera destinazione, e mi ha anche arricchito umanamente, dandomi la possibilità di conoscere persone e professionisti con grandi qualità. In conclusione? Quello del General Manager rimane per me un bellissimo lavoro, che richiede molteplici competenze ma anche grande passione, perché lo stress, a volte è davvero tanto, e se non lo sai gestire e se non sei motivato dall’amore per la professione rischi di rimanerne travolto». I

Ciro Verrocchi, general manager di lungo corso, ha scritto anche due importanti pubblicazioni sulla professione

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TOP BLEISURE HOSPITALITY

Castel Monastero Racchiuso tra le mura di un antico borgo immerso nel Chianti, questo esclusivo Resort è punto di partenza strategico per scoprire la Toscana, le sue bellezze paesaggistiche e le sue straordinarie ricchezze artistiche e culturali. Per un soggiorno che coniuga perfettamente il piacere di una vacanza con le esigenze di un viaggio business Nel cuore di uno dei paesaggi più belli d’Italia, tra i vigneti del Chianti, con le colline di grano, le foreste di castagni e i lunghi filari di cipressi, sorge Castel Monastero, un tempo piccolo borgo medievale, oggi Resort di lusso distante una ventina di chilometri da Siena. Nelle sue 75 camere e suite e nella splendida Villa, l’ospite respira l’eleganza rustica e armoniosa delle antiche dimore toscane, ingentilita da un tocco contemporaneo, ma ispirato alla pura tradizione della Regione.

Tra voli in mongolfiera e cacce al tartufo Lo staff del Resort è disponibile anche per pianificare escursioni e attività pre e post congressuali coinvolgenti e su misura delle singole esigenze. «Su richiesta organizziamo, ad esempio, battute di caccia al tartufo tra i boschi e le campagne che circondano il nostro Resort e, naturalmente, la sera una cena a base di tartufo nei nostri ristoranti. E per gli amanti del volo, possiamo riservare una fantastica gita in mongolfiera per sorvolare lo spettacolo del Chiantishire», spiega ancora la Direzione. «Per gli appassionati di cucina, o anche per chi voglia cimentarsi per la prima volta con i fornelli, possiamo organizzare emozionanti corsi di cucina creati da Chef Ramsay e tenuti dall’Executive Chef del ristorante, o una degustazione di Super Tuscan insieme al nostro sommelier. Infine, chi cerca il puro relax può lasciarsi tentare da un meraviglioso massaggio nella nostra Spa e da una nuotata nella nostra spettacolare piscina di basalto nero».

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E proprio per omaggiare il territorio, protagonisti indiscussi dell’ospitalità sono la grande cucina toscana e i suoi vini che trovano la loro celebrazione nei due ristoranti del Resort, la Contrada, il ristorante gourmet, dove gustare la cucina raffinata interpretata dallo Chef in partnership con una stella del calibro di Gordon Ramsay, e La Cantina, dove provare le specialità locali ed i migliori vini toscani.


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TOP BLEISURE HOSPITALITY LA SPA La SPA di Castel Monastero, con i suoi 1000 metri quadrati, è il luogo dove gli ospiti possono dedicarsi al recupero di energie, assistiti dal tocco sapiente di uno staff esperto e avendo a disposizione una serie di percorsi e trattamenti che utilizzano il meglio delle linee cosmetiche più innovative. Un piacere reso ancor più esclusivo nella Private SPA dove vivere un’esperienza unica, da condividere con le persone più care, all’insegna della riservatezza. Tre spettacolari piscine esterne permettono di rilassarsi immersi nel verde e nella tranquillità, mentre l’erbario della SPA proporrà infusi e tisane preparate con quanto di meglio raccolto nel giardino delle erbe.

I menu seguono i cicli delle stagioni, i colori dei piatti si trasformano durante l’anno insieme a quelli delle colline e dei vigneti che circondano il borgo. I due ristoranti si distinguono nello stile degli interni: architettura rustica, ma in chiave moderna per la Contrada, ristorante affacciato sulla piazzetta – nella più autentica tradizione italiana – e suddiviso in salette per garantire la massima privacy per chi desideri festeggiare un evento privato o per una sofisticata cena a lume di candela. Botti del 1600, soffitto a volte, mattoni a vista e pavimento in cotto originale sono invece gli ingredienti che delineano l’atmosfera de La Cantina, trattoria decontracté dal sapore verace. «L’amore per i sapori di stagione e il culto della leggerezza», commenta la Direzione del Resort, «sono elemento distintivo di una cucina che lo stesso chef definisce di stile nettamente mediterraneo con richiami alla scuola francese, sublimata dalla sua formazione e dall’utilizzo di prodotti rigorosamente a chilometro zero per il ristorante La Cantina, dove le materie prime si esaltano nella loro purezza senza essere contaminate da complesse rielaborazioni. Più strutturato l’approccio del ristorante Contrada dove si ritrova l’anima della Toscana ma al tempo stesso l’audace interpretazione internazionale del genio indiscusso di Gordon Ramsay».

ratteristiche che fanno di Castel Monastero «la cornice ideale per convegni e seminari di alto profilo», sottolinea la Direzione, «disposizione di chi voglia pianificare un evento o un meeting, nella struttura del borgo medioevale, si trova una sala che può accogliere fino a 120 invitati». Silvia Fissore

Meeting esclusivi Atmosfere del passato ed esclusività di un ambiente raccolto e versatile sono le ca5-6 2017

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TOP BLEISURE HOSPITALITY

Hotel Acquaviva del Garda Ultimo nato del gruppo Terme e Grandi Alberghi Sirmione Spa, l’hotel dedicato al business e al benessere è la struttura che ha tutte le caratteristiche per l’organizzazione di meeting ed eventi indimenticabili

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Il gruppo che fa dell’acqua il suo filo conduttore conta due centri termali, una spa termale e quattro hotel. Tra questi l’hotel Acquaviva del Garda, «cuore delle proposte Mice, affacciato sul Lago di Garda, tra Sirmione e Desenzano, i due centri urbani più caratteristici dell’area, e teatro di eventi anche lontani dalle usuali situazioni business. Il centro benessere e la terrazza sulla spiaggia permettono di incontrarsi in un clima informale, dove le gerarchie e le tensioni si stemperano, si scambiano più facilmente le idee e si respira un’atmosfera più rilassata, creando una migliore sinergia e più entusiasmo durante gli incontri», spiega Patrizia Fe-

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noglio, Meetings&Events Manager di Terme e Grandi Alberghi Sirmione Spa.

Dai B2B ai congressi plenari «Le nostre strutture hanno posizioni uniche, affacciate come sono direttamente sul lago, e spazi molto ampi, che ci permettono di proporre ai clienti iniziative e formule particolari e sempre personalizzate. Per alcune aziende, ad esempio, abbiamo organizzato incontri B2B e speed contacts sulla terrazza della spiaggia dell’Hotel Acquaviva del Garda, tutti in accappatoio, in un contesto tranquillo, di fronte a una vista mozzafiato. L’impatto è stato notevole», continua. Ma passando all’altro estremo della scala, Terme di Sirmione ha sviluppato proposte ad hoc e possiede spazi adeguati anche per convention e congressi con centinaia di delegati. Il principale è sicuramente il PalaCreberg Sirmione, un ampio centro congressi in grado di ospitare fino a 500 persone nella sua sala principale, oltre a offrire una saletta da 50, altri due ambienti polifunzionali, l’open space espositivo e un grande parcheggio proprio di fronte alla location. Di grande rilievo, inoltre, tutti gli spazi business dell’Hotel Acquaviva del Garda, che conta 7 sale meeting in totale, di cui


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una da oltre 200 posti. Qui anche l’esterno è stato pensato e strutturato per poter accogliere eventi di qualsiasi tipologia e dimensione. Attorno all’hotel si apre, infatti, un parco di 8000 mq e si trovano la piscina e la spiaggia privata, mentre all’ultimo piano dell’edificio la terrazza rooftop è la location ideale nelle belle giornate per aperitivi o buffet con spettacolare vista lago.

Oltre agli spazi Quello che caratterizza la ricca offerta del gruppo non è solo la presenza di molteplici location, indoor e outdoor, tradizionali e innovative, ma anche – e soprattutto – la coerenza di una proposta che ha messo al centro l’eccellenza del servizio, la creatività delle idee e la forza della personalizzazione di ogni singolo evento. Come sottolinea Patrizia Fenoglio: «il nostro obiettivo è quello di rendere ogni evento un successo. La ricetta? Avere le location giuste e un team vincente, motivato a organizzare ogni dettaglio con passione e professionalità». Giulia Gagliardi

Infinite proposte per eventi di successo L’Hotel Acquaviva del Garda, con la sua spa da 800 mq, la piscina esterna, il grande spazio verde e la spiaggia privata, è protagonista di svariati pacchetti centrati sull’offerta wellness. Uno di questi è “Meeting in relax”, che prevede l’intera mattinata dedicata a un workshop in accappatoio sulla spiaggia, con coffee station a disposizione, pranzo benessere a buffet e il pomeriggio dedicato al relax con un massaggio. Il pacchetto “Bleisure”, invece, permette, dopo un half day meeting, di accedere ad Aquaria, la Spa termale nel centro storico di Sirmione, dove seguire il percorso benessere tra piscine termali, saune e bagni di vapore, piscina d’acqua dolce fronte lago e docce emozionali, o rilassarsi nelle aree polisensoriali. Come indica il nome di questa proposta, «con l’Hotel Acquaviva del Garda offriamo una destinazione che sa unire spazi e servizi per il business con opportunità di relax, benessere, svago e scoperta del territorio» spiega Patrizia Fenoglio, che conclude: «siamo sul Lago di Garda, oltre al business e al benessere che è il nostro leit motiv, possiamo proporre post congress particolari davvero unici, che sfruttano l’infinita ricchezza dei dintorni».

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Relais Masseria Le Cesine Affacciato sulla costa pugliese e vicinissimo all’oasi protetta del WWF “Le Cesine”, il lussuoso resort offre una piscina all’aperto, un centro benessere e una spiaggia privata. Per un soggiorno business, senza dimenticare i comfort di una vacanza di piacere

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Il Relais 4 stelle Masseria Le Cesina sorge nel cuore del Salento, in Puglia, a soli 22 km da Lecce e dal suo celebre “barocco”, ma anche nelle vicinanze dell’incantevole Oasi protetta dal WWF “Le Cesine” e di alcune delle più belle località marine della costa adriatica. Natura, mare, bellezze artistiche, dunque, sono gli ingredienti principali che rendono indimenticabile un soggiorno in questa struttura, sia per l’ospite business sia per chi desidera una vacanza di puro piacere e relax alla scoperta della Puglia. La struttura fa parte del gruppo alberghiero CDSHotels che in Puglia riunisce altre strutture di prestigio situate nei punti più suggestivi della Regione.

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«Immergersi nel verde della campagna pugliese, addormentarsi a bordo piscina baciati dal sole e coccolati dal canto delle cicale, passeggiare sotto le stelle, tra pini e ulivi, vicino ad un’antica masseria, tuffarsi nelle acque limpide della costa adriatica salentina. Relais Masseria Le Cesine offre la vacanza ideale per chi desidera rilassarsi a stretto contatto con la natura senza rinunciare al comfort e alle attenzioni di un Relais 4 Stelle” spiegano dalla Direzione del Relais. Gli ospiti del Relais Masseria Le Cesine possono alloggiare nelle confortevoli e modernissime camere della struttura principale, tutte situate su un unico livel-


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TOP BLEISURE HOSPITALITY Escursioni e tempo libero Lo Staff del Resort è a completa disposizione degli ospiti per suggerimenti e, su richiesta, organizza o prenota escursioni alla scoperta del territorio e delle spiagge più belle del Salento. Il profilo della costa che corre tra Otranto al capo Santa Maria di Leuca, ultimo approdo del Salento adriatico, è infatti uno dei più suggestivi di tutta la Puglia e non è un caso che sia sotto la tutela del Parco regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase. Percorrendo la litoranea il turista si sente come sospeso sul mare, tra rocce vertiginose, grappoli di case, borghi nascosti tra le rocce e sfumature cobalto del mare. Tra i punti più suggestivi, vale la pena di ricordare le dune ocra di Baia dei Turchi, le scogliere di Torre dell’Orso con i faraglioni e il fiordo di Porto Badisco dove la leggenda vuole che sbarcasse l’eroe Enea. Infine, la riserva naturale de Le Cesine, aperta tutto l’anno, vale davvero una visita. Essa rappresenta l’ultimo tratto superstite delle paludi che un tempo caratterizzavano il litorale e oggi è punto di approdo di alcune rotte migratorie. Anche per questo, su prenotazione, vengono organizzate visite guidate che appassioneranno fotografi e birdwatcher, grazie alle numerosissime specie di uccelli acquatici ospitate in questo ambiente unico.

lo, oppure negli ambienti suggestivi dell’antica masseria sapientemente ristrutturata in armonia con le tradizioni e immersa in un uliveto, con piscina, sala ristorante e SPA. Complessivamente tutte le camere del Relais sono dotate di aria condizionata, kit di cortesia, accappatoi, balcone o patio, WiFi e Tv a schermo piatto. Con la sua spiaggia di sabbia e la componente naturale predominante, il Relais Masseria Le Cesine rappresenta la soluzione ideale per chi desidera una vacanza a stretto contatto con la natura senza rinunciare alle comodità e alle attenzioni di un Hotel 4 Stelle.

non solo la cucina locale, ma anche piatti nazionali e internazionali, serviti a buffet. Nelle piacevoli serate estive, è possibile anche cenare sotto le stelle in un’ampia sala all’aperto. Il Resort offre una pratica formula All Inclusive, pensata appositamente per coccolare gli ospiti e far vivere loro una vacanza senza pensieri. La proposta oltre a includere pensione completa con bevande ai pasti, prevede anche un open Bar presso il Bar L’Ulivo, un light breakfast, un aperitivo dello chef con stuzzichini salati e il tradizionale aperitivo salentino una volta a settimana. E a metà pomeriggio, durante il tea-time, viene servito tè caldo e freddo accompagnato da piccola pasticceria secca e ottima frutta fresca. S.F.

Un viaggio nel gusto La proposta gastronomica del Resort riproduce con garbo ed eleganza i piatti e i sapori tipici della cucina salentina e gli Chef propongono numerose serate a tema. Nell’ampia Sala Ristorante “L’Oasi dei Sapori” gli ospiti possono sperimentare 5-6 2017

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25 TopBleisure Sheraton Diana.qxp_Layout 1 26/06/17 13:02 Pagina 88

TOP BLEISURE HOSPITALITY

Sheraton Diana Majestic Nel cuore della città della moda e del design ecco un’oasi verde mozzafiato, una magica location per matrimoni ed eventi unici

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In uno degli angoli nascosti più inaspettati di Milano, viene custodita come una pietra preziosa una magica oasi di verde, a due passi da Porta Venezia. Si tratta del giardino dell’iconico Sheraton Diana Majestic, un paradiso di oltre 1.000 metri con un magnifico pergolato di glicine e una splendida fontana neoclassica da cui spicca la statua della Dea Diana, scenario ideale per organizzare e festeggiare eventi emozionanti. Come ogni anno, con l’arrivo della bella stagione, il prezioso giardino dell’hotel è stato inaugurato agli inizi di maggio con un grande evento che ha visto partecipare oltre 1700 persone, aprendo le porte alla stagione dei cocktail party e dei brunch più celebri della movida milanese. Il party ha proposto il meglio dell’aperitivo meneghino, il social trend di cui il ristorante e lounge bar dell’hotel, l’hclub>diana – recentemente rinnovato con mobili Baxter in occasione dello scorso Salone del Mobile 2017 – è diventato uno dei primi ambasciatori. Cocktail d’autore e diversi buffet dedicati alle eccellenze gastronomiche italiane sono stati serviti nella spettacolare cornice del giardino. Il tutto a ritmo della musica dance dal vivo del gruppo Explosion Band che ha regalato una performance effervescente,

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spaziando dalle migliori Hit dance degli anni ’70 fino a quelle più recenti. La formula dell’aperitivo, per il periodo estivo, continuerà ad offrire, tutti i giorni, incredibili serate con dj set live tre volte alla settimana, dal martedì al giovedì.

Wedding da favola Grazie alla scenografia creata dal giardino privato, lo Sheraton Diana Majestic è molto apprezzato come location per realizzare matrimoni da sogno, intimi ed immersi nella natura senza rinunciare all’atmosfera effervescente della città. Sia che si scelga di organizzare il rinfresco nella deliziosa terrazza a mezzaluna, con vista open air, sia che si preferisca la Gazebo Garden Loun-

ge, è il maestoso giardino a fare da protagonista perché regala un’atmosfera davvero magica. La scelta dei menù è affidata alla genialità dello chef Paolo Croce del ristorante hclub>diana. Per il pranzo o la cena, indipendentemente dal numero degli invitati, lo chef ed il suo team sanno come accompagnare gli sposi e i loro invitati in un viaggio culinario sorprendente ma personalizzato. Oltre alla tradizionale degustazione del menù, infatti, la coppia potrà farsi guidare da un sommelier per la scelta dei vini e degli abbinamenti. A completa disposizione dei futuri sposi c’è anche un team di professionisti che si occupa di pianificare ogni fase dell’evento, cercando di riflettere al meglio la personalità e il gusto della coppia e di curare ogni dettaglio per garantire una giornata speciale, priva di stress e piena di gioia. Il lieto fine è garantito anche dal soggiorno in una delle romantiche camere Deluxe dello Sheraton Diana Majestic. Cristina Chiarotti


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MAGAZINE D’OPINIONE SUL MONDO DEL TURISMO Abbonamento annuale al costo di soli 30 euro Incluso supplemento annuale a Master Meeting “Directory Excellent” e spese di spedizione Per abbonarsi: • effettuare un versamento tramite bollettino postale sul c/c 55001911 intestato a: Communication Agency Int. Srl - via S. Simpliciano 4, 20121 Milano specificando nella causale: abbonamento annuale Master Meeting • fotocopiare e inviare per fax o e-mail a Communication Agency, Milano

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26 I migliori CDS Riviera.qxp_Layout 1 26/06/17 13:02 Pagina 90

I MIGLIORI HOTEL SUL MARE

Grand Hotel Riviera Dedicato ai viaggiatori di ogni età alla scoperta di un angolo incantato di Mediterraneo, l’hotel è la punta di diamante del Gruppo CDSHotels, che gestisce alberghi e resort affacciati sul mare cristallino della Puglia

si possono gustare altrove: tutto questo, e molto altro, può diventare la meta di visite guidate e altre occasioni leisure.

Dedicato agli eventi

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Dopo il completo restyling dello scorso anno, che ha riportato in luce gli splendori di questo storico albergo affacciato sulla baia di Gallipoli, il Grand Hotel Riviera si presenta rinnovato nei decori e negli arredi. Non è cambiata invece l’atmosfera di calda accoglienza, gli ampi spazi all’aperto per eventi e ricevimenti e ovviamente la location: l’hotel è adagiato su una spettacolare scogliera terrazzata che si addentra nel mare ed è protetto tutto intorno da una lussureggiante pineta. Situato nel pittoresco paesino di Santa Maria al Bagno, è una destinazione in cui tutto parla di vacanza e relax, dalla spiaggia privata, con pedane in legno e scalette per accedere all’acqua color smeraldo, alle due piscine, di cui

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una riscaldata e con idromassaggio, fino alle attività, come i trattamenti e i massaggi all’ombra dei pini e, per chi ama lo sport, diving center, sailing center e un punto per il noleggio biciclette. Come noto, tuttavia, il Salento non è solo mare e spiaggia. I suoi caratteristici paesini e borghi offrono moltissimi spunti per andare alla scoperta di storia, arte e cultura, le bellezze naturalistiche sono occasione di passeggiate ed escursioni tra il verde degli ulivi e la terra rossa, la cultura gastronomica locale costituisce un patrimonio ricchissimo e diversificato, con specialità che non

La struttura salentina ha destinato parte dei suoi spazi a eventi e incontri, come la sala conferenze Calypso, per congressi e meeting fino a 180 partecipanti, e le tre terrazze, di cui una da 500 mq e spettacolare vista mare e le altre due incastonate tra la pineta e le piscine, dove inscenare cocktail, ricevimenti e serate di gala. L’hotel offre naturalmente una cucina gourmet che reinterpreta le ricette del territorio e i migliori piatti della tradizione italiana, con la possibilità di scegliere tra due location, la sala Nereide, con formula brunch continuativo dalla mattina fino al pranzo, e il ristorante Cloe, che serve un menu alla carta e dove si respira un’atmosfera più formale ed elegante. G.G.

Gli altri hotel del Gruppo Il Gruppo CDSHotels ha scelto il territorio pugliese come cornice per tutta la propria offerta ricettiva. Oltre al Grand Hotel Riviera, infatti, conta altre cinque strutture, concentrate tra Bari, Brindisi e Lecce. Le tipologie sono diverse: a Ugento, in provincia di Lecce, si trova il Costa del Salento Village, un villaggio dedicato alle famiglie; il Pietrablu Resort & SPA, a Polignano a Mare con formula all inclusive, e il Riva Marina Resort sulla costa brindisina, tra la Riserva Naturale di Torre Guaceto e Ostuni, con impianti sportivi e otto sale conferenze, sono due resort dai grandi numeri; il Relais Masseria Le Cesine, immerso nel verde dell’omonima oasi protetta, e il Basiliani, a pochi passi dal centro di Otranto con uno dei centri benessere più ampi della Regione, sono invece due indirizzi perfetti per chi cerca maggiore tranquillità.


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27 I migliori Royal Sanremo.qxp_Layout 1 26/06/17 13:02 Pagina 92

I MIGLIORI HOTEL SUL MARE

Royal Hotel Sanremo Struttura 5 stelle lusso nel cuore della città ligure, offre soggiorni di charme, relax e benessere tra la Spa, il parco, gli ampi spazi per eventi e le tante proposte gastronomiche

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Compie quest’anno 145 anni l’esclusivo albergo 5 stelle lusso di Sanremo. Membro di The Leading Hotels of the World e tra i Locali Storici d’Italia, è stato inaugurato nel 1872, diventando ben presto uno dei ritrovi più amati dall’aristocrazia italiana ed europea e il luogo d’elezione per vacanze e soggiorni estivi sulla Riviera dei Fiori. Oggi rappresenta una perfetta sintesi tra passato e presente, un’oasi di pace ed eleganza che ha fatto di charme, relax, benessere e calda ospitalità le proprie parole d’ordine.

Il tuo punto di partenza per scoprire la Riviera dei Fiori L’hotel si trova in una posizione unica, al centro di un’area che porta a Nizza, Montecarlo e alle principali località del Ponente Ligure, immerso in un parco subtropicale di 16.000 mq sempre in fiore grazie al clima mite di cui la città gode tutto l’anno. Oltre ad avere un’impareggiabile vista sul mare, è anche a pochi minuti sia dalla spiaggia di sabbia sia dal centro, con il suo Casinò e le boutique. Poco più in là si apre l’entroterra ligure, con i suoi borghi medievali, i paesi arroccati sulle colline, i parchi naturali per un contatto diretto con una

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natura incontaminata, le cantine e gli oleifici per degustare il meglio della tradizione enogastronomica di questa terra e, naturalmente, le spiagge, le calette e i promontori, per apprezzare il mare in tutte le sue sfumature.

Benessere e business in un’unica location Gli spunti e le occasioni per un post congress o per arricchire il programma di un evento rappresentano solo uno dei tasselli dell’offerta meeting del Royal Hotel

Sanremo, che affianca alla presenza di spazi e servizi per le aziende anche un’offerta benessere completa nel suo Royal Wellness. La Spa, 700 mq circa che includono la zona umida no prescription, con vasca idromassaggio, docce emozionali, bagno turco a 40°, Vitarium a 60°, e zona secca per trattamenti e massaggi, è infatti a disposizione per una pausa di relax dopo l’evento o come coccola per i partecipanti e i loro accompagnatori. Gli spazi dedicati a convegni, incentive e team building sono caratterizzati da un mix di efficienza – attrezzature di ultima generazione e servizi aggiuntivi, inclusi quelli di comunicazione – e bien vivre. Oltre alle cinque sale a disposizione, compreso il Salotto 121, al primo piano, con terrazza vista mare, si possono utilizzare molti altri ambienti in cui inscenare tutti i diversi momenti di un evento. Il giardino, per esempio, è perfetto per allestire cocktail, coffee break e buffet all’aperto, così come l’area attorno alla piscina d’acqua di mare, progettata da Giò Ponti, con spettacolare vista sul mare, mentre per gustare un’interpretazione raffinata e creativa della cucina ligure, insieme a ricette mediterranee e piatti internazionali, ci sono svariate proposte, come il ristorante Fiori di Murano, opzione elegante con menu à la carte la sera, Il Giardino, per una cena a lume di candela sulla terrazza, oppure, la sera, il raffinato ristorante Capriccio Gourmet per un’esperienza culinaria multisensoriale. Giulia Gagliardi


svegliarsi e tuffarsi subito nel mare blu Un grande palazzo di fascino, un ristorante con una terrazza-giardino incantevole, una vista unica. Per una vacanza senza stress l’Europa Hotel Design Spa 1877 è la vera ragione per un soggiorno al mare, in Liguria. A due passi dalla spiaggia, gode di una magica vista sul castello di Rapallo.

Il Gruppo Plinio Hotels&Restaurants è sinonimo di eccellenza nel mondo dell’ospitalità. Pino De Lorenzo è il Presidente. Appartengono al Gruppo l’Hotel Inverigo, l’Europa Hotel Design Spa 1877 a Rapallo, l’Arosio Hotel, GP Mobile Kitchen, Stop&Go ad Arosio, Plinio 1988 ad Arosio, Simposio a Inverigo, ristorante la Spiga ad Arosio, ristorante La Rizulin a Briosco, ristorante Bel Sit a Briosco. www.gruppoplinio.it

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COSA C’È DI NUOVO (E DI BELLO)

Hotel Simplon Con l’inaugurazione di quattro nuove sale meeting, questa elegante struttura della catena Zacchera Hotels acquisisce una sua fisionomia ed autonomia rispetto all’accoglienza di eventi e meeting, in un contesto b-leisure d’eccellenza

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Sono state appena inaugurate le tre nuove sale meeting dell’Hotel Simplon di Baveno, l’elegante struttura della catena Zacchera Hotels affacciata sulle acque del Lago Maggiore. Con queste tre sale, il Simplon acquisisce così una propria fisionomia e autonomia rispetto al vicino Grand Hotel Dino, anch’esso facente parte della catena Zacchera, dotato di uno dei centri congressi più all’avanguardia in Italia. Il Simplon diventa così, a pieno titolo, una location b-leisure dove abbinare perfettamente lavoro e relax.

Le quattro sale Le quattro nuove sale, denominate Luigi XVI, Art Deco, Contemporary e Boulle, sono tutte modulari e una diversa dall’altra per atmosfera e stile, ma non per eleganza, cura del design, attenzione per le nuove tecnologie e comfort. Delicati decori e pregevoli marmi colorati caratterizzano i 130 mq della Sala Luigi XVI, che offre una capienza massima di 100 persone ed è ideale per eventi di grande prestigio, dalle cerimonie private, ai cocktail e alle cene di gala, dagli spettacoli alle presentazioni e ai lanci di prodotto. La sala Art Deco, invece, riprende i motivi e gli stilemi tipici della celebre corren-

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te artistica in cui predominavano le forme geometriche ed essenziali. Leggermente più piccola della Luigi XVI, circa 100 mq, l’Art Deco si presta molto bene per conferenze e meeting con una disposizione dei posti a platea o a ferro di cavallo. Sia la Luigi XVI sia l’Art Deco possono essere suddivise in due ambienti regolari nel caso di eventi di minori dimensioni. La sala Contemporary, che richiama nei colori e nei materiali d’arredo il gusto minimal del design contemporaneo, offre uno spazio di circa 150 mq distribuiti su una pianta regolare di forma rettangolare che permette di suddividere la sala in più ambienti in modo da ottenere fino a 4 salette separate per meeting e incontri informali di natura business. Infine, la sala Boulle ospita un elegante tavolo reale per 20 persone, ed è luogo ideale per riunioni riservate e cene private in un’atmosfera d’altri tempi.

Post Congress Fiore all’occhiello dell’Hotel è sicuramente il suo parco, dove, incastonata come una gemma preziosa nel verde secolare, si trova una splendida piscina all’aperto, tranquilla ed esposta al sole, dotata di un’accogliente mezzaluna adibita a idromassaggio. Il parco contorna l’Hotel e la


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COSA C’È DI NUOVO (E DI BELLO)

piscina, creando una cornice di quiete e relax assolutamente unica nel suo genere, ideale per le pause post congress. Percorso da vialetti che si inoltrano tra alberi ad alto fusto e cespugli fioriti, infatti, esso rappresenta un’immensa oasi di tranquillità e di verde, che trasmette una sensazione di appagante benessere. Nell’incanto di questo magico spazio, gli ospiti possono leggere un libro o fare lunghe passeggiate. I più sportivi possono regalarsi l’emozione indimenticabile di una partita di calcio a cinque o di un doppio a tennis, nei due campi che si trovano nel parco, sullo sfondo magico del Lago Maggiore e delle Isole Borromee. Durante le pause dagli impegni business, gli ospiti del Simplon possono anche accedere all’area benessere del Dino Health Club, ospitata all’interno del Grand Hotel Dino. Qui, in un ambiente accogliente e curato, rifinito con materiali naturali come pietra e legno, è possibile rilassarsi e prendersi cura del proprio corpo, attraverso un percorso che comprende il tradizionale bagno turco, una palestra con macchinari all’avanguardia e assistente personale, una sauna e un solarium. E per chi ama nuotare, il Centro benessere ospita anche un’ampia piscina coperta con idromassaggio, fruibile tutto l’anno dalle 8 alle 20, in uno spazio accogliente affacciato su un giardino, e la piscina esterna.

Comfort unici Le ampie e luminose camere dell’hotel Simplon sono dotate di ogni comfort e offrono una splendida vista sul Lago Maggiore o sulle vicine pendici alpine. Alcune sono arricchite dalla presenza di un balcone o di una terrazza da cui ammirare i panorami circostanti. Il ristorante e il bar dell’Hotel offrono agli ospiti spazi raccolti ed eleganti, con vetrate che si aprono sul verde del parco e sul turchese della piscina all’aperto. In particolare il ristorante propone una cucina curata, che offre piatti della tradizione italiana ed internazionale. Le ottime proposte gastronomiche e il servizio impeccabile del personale rendono il momento dei pasti un’esperienza estremamente gradevole, ovviamente sullo sfondo magnifico del Lago. P.T.

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Made in Italy carta vincente Una vacanza unica, emozionale e sempre più desiderata dagli stranieri: questo è quello che emerge dagli ultimi dati che analizzano le tendenze del turismo internazionale, sia business che leisure

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✒Dario Ducasse

Come spiega anche l’ottava edizione di “Esportare la Dolce vita” – il rapporto che il Centro Studi di Confindustria realizza in collaborazione con Prometeia e che analizza le dinamiche dei mercati internazionali per quelle che sono le eccellenze del Made in Italy nel mondo – anche l’industria alberghiera, con il suo ruolo di ambasciatore dell’Italian Lifestyle e di vetrina dei nostri prodotti di eccellenza, contribuisce egregiamente a sottolineare l’osmosi tra l’eccellenza dei nostri prodotti e il valore esperienziale del turismo nelle strutture alberghiere del Belpaese. È evidente sempre di più insomma che oggi nel mondo, quello del made in Italy è un brand fortissimo e che nell’immagina-

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rio collettivo degli stranieri evoca uno specifico stile di vita, una qualità peculiare dei prodotti e delle esperienze, un certo tipo di suggestioni e di autenticità. E non stupisce quindi che, come spiega la ricerca, “Il turismo internazionale in Italia”, curata da Confcommercio Confturismo e presentata a Cernobbio durante la 18a edizione del Forum Confcommercio, il turismo italiano dipenda molto dai flussi internazionali.

Oggi le presenze degli stranieri sono equivalenti a quelle degli italiani Nel 2016 sono arrivati in Italia circa 56 milioni di stranieri, con una crescita di


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+1% sul 2015, anno che era stato comunque straordinario per l’effetto dell’Expo di Milano e che aveva visto un +7% di arrivi. Più in generale, spiega la ricerca, nel quindicennio 2001/2016 gli arrivi internazionali sono cresciuti del 55% e le presenze del 35% ed è grazie agli stranieri che il bilancio del turismo italiano è rimasto positivo, perché nel 2016 gli arrivi e le presenze domestiche sono calate rispettivamente del 2% e dell’1%. Oggi perciò le presenze degli stranieri sono equivalenti a quelle degli italiani. Ma non solo arrivano di più, bensì si fermano anche di più: sempre nel 2016 infatti, la permanenza media degli stranieri è salita da 3,5 a 3,6 giorni. A commentare questi numeri a Cernobbio presente anche il Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini, che ha spiegato: «Il turismo internazionale continuerà a crescere in maniera inarrestabile, perché la crescita è strutturale, non congiun-

turale. Anche per questo è chiaro che dobbiamo puntare a un turismo d’eccellenza, quello che porta ricchezza, ma nello stesso tempo a rompere l’oligopolio delle principali mete – Venezia, Firenze e Roma, NDR –, nelle quali invece gli accessi ai luoghi di maggior richiamo dovranno essere regolati: non è possibile che il Colosseo registri 6,5 milioni di visitatori all’anno e il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, a 500 metri di distanza, neanche 50mila. Senza scordare che solo il 15% degli stranieri oggi poi si sposta a sud di Roma: in questo caso però il problema sono anche le infrastrutture, e noi stiamo lavorando alla soluzione del problema, pensando anche al prolungamento della ferrovia ad alta velocità».

L’essenza del Made in Italy A sottolineare quanto il Made in Italy sia una carta vincente nel turismo è anche la ricerca “L’essenza del made in Italy” rea5-6 2017

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È sul fattore emozionale, l’essenza stessa dell’italianità, che gli operatori dell’incoming, sia di eventi che di turismo, puntano oggi per tradurre le tante nostre attrattive in valore economico concreto

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lizzata dal Censis con l’obiettivo di capire quali sono gli elementi che caratterizzano il “fare italiano” per scoprire le suggestioni che più coinvolgono il turista straniero attratto dal nostro Paese, dalla sua cultura e, più in generale, dalle emozioni che sa dare. E la prima conclusione è semplice: è proprio sul fattore emozionale, quello cioè che costituisce l’essenza stessa dell’italianità, che gli operatori dell’incoming, sia di eventi che di turismo, e le aziende italiane devono puntare per tra-

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durre quell’attrattiva in valore economico concreto. Forte è innanzitutto il potenziale economico di quella che il Censis definisce “economia delle emozioni”: l’istituto stima, infatti, che nei prossimi 5/6 anni il numero di persone interessate all’acquisto di beni e servizi di alta qualità passerà da 400 a 480 milioni e che, a ciò, corrisponderà una spesa di circa 290 miliardi di euro che porterà il mercato globale del lusso a un valore di 1.135 miliardi l’anno. Attualmente il Made in Italy intercetta cir-


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ca il 10% di questo mercato e secondo Altagamma, ricorda il Censis, per i nuovi consumatori di qualità l’aspetto emozionale varrà circa il 15% in più rispetto ai “vecchi” consumatori. Ciò significa che “lavorare” sull’aspetto emozionale della propria offerta potrebbe portare al Made in Italy 90 milioni di potenziali nuovi clienti l’anno, pari a 4/5 miliardi di fatturato aggiuntivo annuo. Al contrario, una scarsa attenzione a questo aspetto potrebbe invece ridurne il valore economico della stessa cifra. L’ipotesi dello studio è, infatti, che entro circa un lustro lo sviluppo del mercato mondiale della qualità frutterà all’Italia circa 29 miliardi l’anno. Puntando fortemente sul lato “emozionale” tale cifra potrebbe arrivare anche fino a 34 miliardi l’anno, mentre ritenere che i nuovi consumatori siano già “formati” all’aspetto emozionale del Made in Italy potrebbe invece far scendere la quota incrementale a 25 miliardi l’anno. Nel prossimo futuro, spiega ancora il Censis, un’educazione alle emozioni potrebbe quindi valere circa 10 miliardi l’anno di fatturato del made in Italy. Come fare perciò per trasmettere il valore emozionale dell’offerta italiana? Per prima cosa capendo come questa si colloca nell’immaginario degli stranieri, e di quali stranieri, e quali sono le aspettative collegate. La ricerca Censis ad esempio sostiene che ad emozionarsi di più, pensando e vivendo

l’Italia, sono i nordamericani, seguiti dai tedeschi e dai giapponesi, grandi amanti della bellezza. Al quarto posto polacchi, cechi e slovacchi, seguiti a loro volta dai francesi. Su quali elementi si fonda invece l’idea emozionale dell’italianità? Sono tre in particolare, afferma di nuovo il Censis: lo “stile di vita”, un modello positivo per molti stranieri, le “emozioni” tipicamente italiane, alle quali ogni visitatore aspira prima ancora di arrivare in Italia, e il “prodotto italiano” vero e proprio, cioè la concretizzazione dell’idea e del sogno del made in Italy.

Il sogno di una vacanza esperienziale Ecco quindi, conclude la ricerca del Censis, come secondo gli stranieri lo stile di vita italiano significa in primo luogo ricercatezza, ovvero attenzione ai particolari e all’originalità, quindi capacità di saper riconoscere la bellezza e di saperla creare, e ancora gioia di vivere e rifiuto della vita frenetica in nome di un ritmo più lento e naturale. Un’esperienza vissuta in vacanza in Italia deve invece essere innanzitutto di tipo sensoriale, collegata cioè a gusto, tatto, olfatto e udito, ma anche culturale e formativa. Nell’immaginario degli stranieri inoltre c’è l’aspetto partecipativo, che denota la voglia di comunicare con gli italiani per sentirsi parte del luogo. In tema di prodotti italiani, la prima 5-6 2017

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Anche nel 2016 la maggior parte degli eventi, il 70,5%, si è svolta negli alberghi congressuali (il 49,3% di tutte le sedi analizzate) che hanno ulteriormente incrementato il proprio peso all’interno del mercato rispetto al 2015. In basso, Roma

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aspettativa è quella della qualità, intesa come il lavoro ben fatto, e quasi a pari merito quella della bellezza, che però negli ultimi anni ha perso peso a vantaggio della qualità. Infine, il prodotto italiano è sognato come autentico, genuino ed essenziale. E tutti questi, in conclusione, sono dunque gli aspetti dell’offerta italiana da comunicare e valorizzare. Tenendo ben presente un dato essenziale, spiega il Censis, cioè che l’immagine che all’estero hanno dell’Italia è assai più credibile di quella che hanno gli italiani. E i turisti stranieri che sognano il Made in Italy lo sognano sempre di più come prodotto di alta qualità quindi: lo conferma anche il

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sondaggio Luxury Travel Trends realizzato da Travel Leaders Group riportando quanto dichiarato dagli albergatori italiani specializzati nel top luxury. Secondo loro i big spender americani stanno tornando nel nostro paese e lo mettono al centro dei loro desideri di viaggio. Ad oggi infatti l’Italia, infatti, risulta essere seconda nel ranking delle destinazioni più apprezzate, preceduta solo dalle crociere sui fiumi europei. Sempre secondo la stessa ricerca, per i propri clienti big spender le agenzie americane al momento prenotano itinerari che toccano soprattutto le più famose città d’arte: al primo posto l’itinerario Roma-Firenze-Venezia, poi la Costiera Amalfitana seguita da Roma e Vaticano e dall’itinerario toscano Firenze-Chianti-Siena. Ben posizionate comunque anche Venezia, le Cinque Terre, i laghi del nord, Milano le Dolomiti e la Sicilia. E quello del capoluogo meneghino, sparato in orbita come centro dei desiderata turistici di viaggiatori italiani e stranieri continua a essere oggi il caso più clamoroso. Tanto che anche il recentissimo sondaggio online, promosso da European Best Destinations - l’organizzazione non profit con sede a Bruxelles che lavora con 150 uffici del turismo europei per incrementare i flussi di visitatori nelle città del Vecchio Continente – e riguardante la città europea che i cittadini di ben 174 Paesi del mondo ritengono essere la mi-


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TREND MILANO AL TOP PER IL TURISMO D’AFFARI Dopo i successi del 2015, nell’area metropolitana di Milano il mercato dei congressi e degli eventi ha mantenuto anche nel 2016 un andamento positivo, con una stabilità del numero di meeting (+0,2% rispetto all’anno precedente) e una crescita del numero sia di partecipanti (+6,8%) sia di presenze (+2,2%), generando complessivamente sul territorio milanese una spesa diretta dei partecipanti e degli organizzatori stimabile in via preliminare in 773 milioni di euro. Sono questi i principali risultati dello studio condotto per la BIT 2017 dal Laboratorio di Analisi del Mercato Congressuale Internazionale (LAMCI) – iniziativa sviluppata dall’Alta Scuola in Economia e Relazioni Internazionali dell’Universita Cattolica del Sacro Cuore (ASERI) – con l’obiettivo di analizzare la situazione e le tendenze della meeting industry nell’area metropolitana di Milano. Nella quale sono stati complessivamente realizzati 40.595 eventi della durata di almeno 4 ore con un minimo di 10 persone ciascuno, per un totale di 3,13 milioni di partecipanti e 4,37 milioni di presenze. Dal confronto con i dati del 2015 – aggiornati per tenere conto di 33 sedi aggiunte alla rilevazione di quest’anno (tra cui 12 alberghi congressuali e 15 sedi istituzionali) – il settore risulta stabile in termini di eventi ospitati (+0,2% rispetto al 2015), ma in crescita rispetto al numero di partecipanti (+6,8%) e di presenze (+2,2%). Gli eventi della durata superiore a un giorno sono stati il 27% del totale e hanno registrato circa 1,3 milioni di partecipanti, mediamente pari a 119 persone per evento, e circa 2,3 milioni di presenze sul territorio. Anche nel 2016 la maggior parte degli eventi, il 70,5%, si e svolta negli alberghi congressuali (il 49,3% di tutte le sedi analizzate) che hanno ulteriormente incrementato il proprio peso all’interno del mercato rispetto al 2015; tali strutture, tuttavia, concentrano percentuali meno elevate di partecipanti (il 36%) e di presenze (il 31,6%): rispetto al 2015 gli alberghi congressuali risultano aver ospitato un numero superiore di eventi di minore durata e con un numero inferiore di partecipanti medi per evento. Seguono le sedi istituzionali (strutture prevalentemente pubbliche come le sedi camerali, i centri culturali, le sedi universitarie e i musei) e le altre sedi con il 15,8% degli eventi, il 34,2% dei partecipanti e il 33,5% delle presenze. Le sedi congressuali e fieristico congressuali concentrano il 3,8% degli eventi (3,9% nel 2015) ma ben il 12,4% di partecipanti e il 17,1% di presenze, mantenendo sostanzialmente invariato il proprio peso all’interno del mercato. L’apporto della meeting industry al Prodotto Interno Lordo dell’area metropolitana di Milano

gliore destinazione di viaggio per il 2017, ha visto Milano arrivare addirittura al secondo posto. Secondo le quasi 500mila persone che hanno partecipato al voto online infatti, dopo la città vincitrice –

appare considerevole. La spesa complessiva diretta dei partecipanti è stata pari a 652 milioni di euro, di cui il 65% attribuibile agli eventi a carattere internazionale e il 32% agli eventi nazionali. La spesa diretta degli organizzatori dei congressi e degli eventi, includendo la spesa per il noleggio degli spazi, per gli allestimenti e le tecnologie, per il catering e gli altri servizi, e stata pari a 121 milioni di euro, di cui oltre il 20% effettuata presso i centri congressi e i centri fieristico congressuali. Complessivamente quindi il contributo della meeting industry e valutabile in 773 milioni di euro, pari a circa a un mezzo punto percentuale del PIL. A tutto ciò corrispondono ovviamente anche notevoli progressi di Milano all’interno del settore turistico, che tra il 2014 e il 2015 ha visto l’incremento del 5,8% del numero di letti di hotel a Milano. Nel 2015 Milano si e collocata al 23° posto su 100 citta mondiali per numero di arrivi di turisti stranieri nel Top 100 City Destinations Ranking 2017 di Euromonitor International e al 14° posto a livello mondiale (8a in Europa) per la spesa dei visitatori stranieri (4,6 miliardi di dollari USA) nel Global Destination Cities Index 2016 di Mastercard. E poi interessante rilevare come Milano sia una delle citta che secondo Oxford Economics presenta i maggiori tassi previsti di crescita del numero di pernottamenti dei turisti stranieri nel periodo 2016-2020, il 3,8% contro il 3,3% di Parigi.

che è stata la portoghese Porto – c’è proprio la città del Duomo e della Scala. La quale ha fatto un incredibile balzo in avanti rispetto al decimo posto conquistato l’anno prima. I 5-6 2017

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Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo Il rapporto di UniVerde, giunto alla settima edizione, descrive lo stato dell’arte del turismo green in Italia

✒Barbara Ainis

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Torna per la sua settima edizione la ricerca della Fondazione UniVerde che fa il punto sul turismo rispettoso dell’ambiente e sulla percezione che di esso hanno i turisti italiani. Torna in un anno importante, il 2017, dichiarato Anno ONU del Turismo Sostenibile. Il ritratto che ne emerge è quello di un mercato sempre più consapevole di quali siano le carte in tavola: le definizioni, i rischi, l’impatto e le soluzioni adottabili. Sempre più italiani, ben il 77% (il dato migliore degli ultimi 5 anni), si dichiara convinto che, per l’economia turistica di un territorio, l’at-

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tenzione all’ambiente comporti una crescita. Una convinzione che guarda al futuro con altrettanta consapevolezza e che porta il 61% dei nostri connazionali a scommettere sulla crescita del turismo sostenibile e dell’ecoturismo per i prossimi 10 anni. Le scelte responsabili in materia di turismo riguardano sempre più viaggiatori e operatori del settore, ma molto ancora c’è da fare, per il bene dell’ambiente come pure dell’economia. «Il 2017 è l’Anno ONU del Turismo Sostenibile, ma il 45% degli italiani ritiene che il governo debba impegnarsi di più per


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questa sfida per il futuro dell’ambiente e della nostra economia», è stato il commento del Presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio, in occasione della presentazione del settimo rapporto: «Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo», realizzato in collaborazione con IPR Marketing e presentato alla BIT 2017. «Fare continuità è spesso il segno di quando le cose funzionano. Il tema del nostro rapporto è talmente giusto che abbiamo cominciato 7 anni fa, ben prima che le Nazioni Unite sentissero il bisogno di dichiarare l’anno del Turismo Sostenibile e di riconoscere nel turismo un asset fondamentale per il tema della sostenibilità. E proprio nel turismo, più che in altri settori, il connubio tra ambiente e lavoro è imprescindibile» ha concluso l’ex Ministro.

Turismo sostenibile Cresce al 76% la percentuale di conoscenza della definizione di “turismo sostenibile”. Nel 2011 era solo il 63% degli italiani a sapere che con il termine “sostenibile” si intendesse un tipo di turismo che rispetta l’ambiente e cerca di ridurre il consumo di energia e di risorse del territorio. Con la conoscenza è cresciuta anche l’attenzione a questo modo virtuoso di viaggiare, riconosciuto come molto o abbastanza praticato dal 18% degli intervistati, quando il dato di sette anni fa era solo del 7%. Quasi 4 italiani su 10 considerano il turismo sostenibile eticamente corretto e circa il 30% lo percepisce come vicino alla natura. Resta residuale (5%) la percentuale di connazionali che considerano il “vincolo di sostenibilità” per un’area turistica come un freno all’economia, mentre

Più di 6 italiani su 10 sono convinti che il turismo sostenibile e l’ecoturismo continueranno a crescere per i prossimi 10 anni

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Quasi 9 italiani su 10 considerano la sostenibilità una necessità e un’opportunità di crescita per il turismo e per l’economia dei territori

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arriva all’88% la quota di coloro che lo ritengono una necessità o un’opportunità di crescita per lo sviluppo economico del Paese. In crescita costante negli ultimi 5 anni è anche il dato di chi si pone il problema di fare scelte che non danneggino l’ambiente, nel momento in cui pianifica un soggiorno turistico (meta, mezzo di spostamento, struttura da prenotare), giunto nel 2017 al 55%. E, in effetti, di questi, il 44% dichiara che si tratta di un’esigenza avvertita negli ultimi anni. Il 47% del campione ritiene che esista un’emergenza in Italia che riguarda i danni che il turismo potrebbe portare all’ambiente, soprattutto a causa della cementificazione e speculazione edilizia per ben il 60% degli intervistati. Il costo di una vacanza resta sempre una nota dolente, ma il 50% degli intervistati ha dichiarato di essere disposto a spendere almeno un 1020% in più per non danneggiare l’ambiente durante le proprie vacanze, contro un

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37% che non intende spendere cifre maggiori per una vacanza sostenibile. Nelle scelte che riguardano gli alloggi, cala ulteriormente l’albergo, opzione favorita per il 33% degli intervistati, mentre crescono le soluzioni extra-alberghiere, in particolare B&B (37%) e agriturismo (32%). Questo dato dovrebbe far riflettere gli operatori, visto che prima di scegliere una struttura turistica, il 42% degli italiani si informa sulla sostenibilità della struttura e il 75% utilizza internet per le sue ricerche. Ma quali sono gli elementi che maggiormente inducono il turista italiano ad apprezzare gli sforzi in termini di sostenibilità del mondo dell’accoglienza? Per il 54% la presenza di pannelli fotovoltaici dimostra che la struttura è attenta all’ambiente. Seguono l’uso di sistemi per il risparmio elettrico, con il 32%, e quelli per il risparmio idrico, con il 28%. Ma i turisti sostenibili sono attenti anche ai servizi offerti e valutano positivamente menù biologici o a km 0 (36%) e raccolta differenziata (35%). Sulla scelta del ristorante, il 91% preferisce quelli che offrono prodotti a km 0 e il 77% quelli che usano prodotti provenienti da agricoltura biologica, a parità di prezzo o anche spendendo qualcosa in più. Altro tema importante in termini di sostenibilità è, ovviamente, quello dei trasporti. E anche in questo caso gli italiani si sono mostrati attenti. Il 62% degli intervistati (in aumento rispetto agli ultimi tre anni) ha dichiarato di aver preferito il treno, quale trasporto più ecologico, per raggiungere una meta turistica, qualche volta o sempre. Quasi il 70% rinuncerebbe all’auto se la meta fosse raggiungibile in treno, mentre il 59% lo farebbe se sul po-


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sto ci fosse il car sharing o se potesse usare il bus per arrivare alla propria destinazione (55%).

Ecoturismo Continua a crescere con decisione la consapevolezza degli italiani in termini di ecoturismo. Non più del 47% dei nostri connazionali nel 2011 aveva dichiarato di aver mai sentito parlare di “ecoturismo”. Oggi questo dato ha raggiunto il 62% degli intervistati, coscienti del fatto che con questo termine si intende una forma di turismo che rispetta l’ambiente, le popolazioni locali e valorizza le risorse naturali e storico culturali di un territorio. È ancora una volta internet il mezzo di informazione preferito per organizzare un soggiorno ecoturistico (per circa il 70%),

soprattutto attraverso i motori di ricerca (per il 60%). Durante una vacanza in un’area protetta o in un parco naturale tra le attività considerate più attraenti c’è, innanzi tutto, la conoscenza delle tradizioni locali, aspetto considerato fondamentale dal 49% degli italiani. A seguire ci sono i percorsi enogastronomici, i percorsi in mare e le attività sportive, come trekking, ciclismo, equitazione e canottaggio. In un parco naturale o area protetta, gli italiani preferiscono soggiornare in un agriturismo (50%), B&B (32%), dimore storiche (23%) e hotel (22%). Anche l’ecoturismo deve oggi essere declinato secondo il turismo esperienziale per soddisfare le aspettative del viaggiatore. Tra le esperienze più apprezzate ci sono le escursioni in aree archeologiche e borghi storici, la possibilità di assaggiare prodotti enogastronomici tipici e di conoscere le tradizioni del posto affidandosi a esperte guide locali. I

La possibilità di assaggiare prodotti enogastronomici tipici è una delle esperienze più desiderate dagli ecoturisti

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Nel cuore dell’oceano Indiano, c’è un’isola dai mille colori...

In un viaggio a metà tra la vacanza di lusso e l’avventura estrema, vi portiamo a Mauritius: sulla spiaggia e nei campi infiniti di sugar cane, passando dalla natura incontaminata ai mercati di città, tra antiche case coloniali, tempi hindu, chiese cristiane e moschee. Per una vacanza relax che regala agli appassionati anche un’occasione imperdibile per godersi l’isola di corsa

✒Cristina Piccinotti, foto di Pierluigi Benini

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Immaginate un piccolo punto verde lussureggiante, disegnato in quel grande mare caldo, azzurro smeraldo che è l’oceano Indiano. Un’isola baciata dal sole quasi tutto l’anno, accogliente come la gente che la abita e autentica come le antiche residenze coloniali disseminate qua e là negli infiniti campi di canna da zucchero. Mauritius è un luogo di pace e di integrazione, dove regnano il rispetto reciproco e la convivenza serena tra i suoi abitanti. E una volta lì la gioia di vivere della sua gente si sente subito, e sembra quasi di toccarla appena si atterra.

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Un vulcano di colori Impossibile non rimanere colpiti dall’anima variopinta di Mauritius, che nonostante l’origine vulcanica è una terra piena di colori. A dipingerla di un’esplosione incredibile di sfumature sono le lingue diverse parlate dai mauriziani, che chiacchierano in inglese, francese o hindi, ma universalmente comunicano tra loro in creolo, un dialetto che ha regalato al francese un po’ della vivacità africana. Pennellate di colori sgargianti arrivano dai mercati di frutta e verdura, stracolmi di spezie profumate come il curry e il peperoncino che accen-


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dono e insaporiscono le ricette locali. A mantenere vivo il colore della tradizione sono i canti e i balli al ritmo della ségà, una musica africana nata dagli schiavi che con strumenti rudimentali (triangolo, tamburo di pelle di capra e maracas di lamiera e semi) raccontavano le loro storie di vita e amore. Inondano l’isola dei colori della fratellanza e del rispetto reciproco tra le persone le preghiere e i culti induisti, musulmani e cattolici praticati liberamente nei vivaci templi Tamil, nelle moschee dalle facciate bianche e verdi, nelle sobrie e più meste chiese cristiane (come quella di San Francesco d’Assisi che si trova nella capitale, proprio nel cuore del quartiere musulmano). Ma, sopra a ogni cosa, dominano i colori della natura che ricopre tutta l’isola e così rigogliosa e selvaggia è lei la vera custode dell’anima più spontanea e autentica di Mauritius.

La montagna del ricordo Fino a trecento anni fa sull’isola di Mauri-

tius non abitava nessuno (mentre oggi si contano un milione e duecentomila abitanti). Erano la natura selvaggia e gli animali – tra cui il leggendario Dodo, tristemente estinto –, a farla da padroni. I primi ad arrivare furono i discendenti dei francesi, che si stabilirono qui nel 1715, seguiti dai figli degli schiavi neri portati dal sud dell’Africa per lavorare la canna da zucchero. Nel 1810 fu la volta degli inglesi e quindi dei braccianti indiani e dei commercianti cinesi che lasciarono le campagne di Guangzhou senza sapere bene dove andavano. Sull’isola non ci furono mai indigeni espropriati e questo tutt’oggi è motivo di orgoglio per i mauriziani, che sono musulmani, cattolici e induisti e vivono insieme, serenamente, e senza alcun problema. Il presente felice non cancella però il ricordo della schiavitù, che rimarrà per sempre nella memoria collettiva del Paese. La liberazione dalla schiavitù coincide con una delle vicende più tristi della storia dell’isola. Era l’1 febbraio del 1835 quando gli inglesi inviarono una spedizione di poliziotti per annunciare a un gruppo di circa cinquanta schiavi creoli, rifugiati nelle grotte dell’impervia montagna di Le Morne Brabant, che erano finalmente liberi. Lontani da tutto e ignari della notizia che la schiavitù era stata abolita, gli schiavi vedendo arrivare i poliziotti interpretarono male e si lanciarono nel vuoto, suicidandosi in massa. Da allora, ogni anno, i mauriziani di origine creola commemorano in questa data l’abolizione della schia-

In apertura: nel Casela World of Adventures per un tour in quad, una passeggiata tra i leoni o un tè rilassante con vista spettacolare sullo skyline selvaggio e naturale di Mauritius: dalla terra fino al mare, dove l’occhio più non vede arriva l’immaginazione. Qui sopra, il Tempio Tamil di Kaylasson ad Abercrombie (Port Louis) è il più rappresentativo dell’isola: l’imponente struttura è interamente decorata di divinità e ornamenti tutti dipinti a mano

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Dalla spiaggia dell’hotel Paradis Beachcomber Golf Resort & Spa Hotel la montagna di Le Morne Brabant, simbolo della liberazione dalla schiavitù, domina silenziosa

vitù e il massiccio di roccia che fu teatro del suicidio di massa è diventato il simbolo della liberazione e, insieme, del tragico evento. Riconosciuta dal 2008 sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità, la montagna solitaria che si erge sulla penisola di Le Morne è un vero paradiso naturalistico, dove crescono anche esemplari di piante uniche al mondo, come le Hibiscus fragilis. Ai piedi di questa maestosa fortezza naturale (alta 556 metri), correre sulla spiaggia è solo una delle attività sportive praticabili. Questa parte dell’isola, dove la terra a un certo punto curva morbidamente per sparire e ricominciare sul fronte opposto, è selvaggia e molto ventosa e questo richiama un gran numero di appassionati di windsurf e di kitesurf che non perdono occasione per buttarsi a mare. Anche gli amanti dello snorkeling non possono resistere allo splendore della barriera corallina, mentre i turisti appassionati di ozio e in cerca di relax possono tranquillamente godersi la meravigliosa spiaggia e aspettare il tramonto e tutti i suoi colori.

Vita vera a Mauritius Lavorano nei campi di canne da zucchero, nelle piantagioni di tè o nei negozi, ristoranti e nei mercati in città e nei piccoli villaggi. L’altra metà dei mauriziani è occu-

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pata nei resort di lusso e nei tanti alberghi dell’isola. Nella capitale, Port Louis, che è un caleidoscopio di culture e razze che rimandano all’India, all’Africa, alla Cina e


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al Medio Oriente, l’anima caotica della città prende vita per le strade, tra edifici fatiscenti, palazzi storici e costruzioni moderne, vecchie botteghe, venditori ambulanti e negozi alla moda. Un concentrato di vero spirito locale si può cogliere nel vecchio mercato centrale, tanto vario di prodotti quanto affollato di turisti e di gente del posto. Con l’obbligo di contrattare il prezzo, qui si può comprare di tutto: ottima frutta e verdura fresca, erbe medicinali cinesi e afrodisiache, spezie multicolore e alimentari vari, e poi abbigliamento, souvenir, ammennicoli di ogni tipo, compresa l’immancabile statuetta porta fortuna del leggendario Dodo riprodotta in vari materiali, forme e dimensioni. Poco distante dal mercato, c’è il più grande (forse l’unico) Caudan Waterfront dell’isola, una passeggiata con bar, ristoranti, negozi alla moda, cinema e un casinò molto frequentato e sempre aperto.

Vietato toccare le dune colorate Siamo nella Terra dei Sette Colori, detta Chamarel dal nome del proprietario del terreno Charles de Chazal de Chamarel.

Un’area protetta divenuta una delle attrazioni naturali più affascinanti di Mauritius. Dal marrone, al viola, al blu, non c’è una sola sfumatura che non sia rintracciabile in questa spettacolare conformazione geologica formata da sette strati sovrapposti di materiale di origine vulcanica, che raffreddatisi in tempi diversi hanno assunto ciascuno un colore differente dall’altro. Un aspetto curioso, quasi magico, è che quando piove le polveri colorate che compongono le dune sembrano mischiarsi, ma una volta asciutte tornano a distinguersi posizionandosi in ordine di sfumatura. Secondo alcune teorie (mai confermate) il

Nella Terra dei Sette Colori, detta Chamarel dal nome del proprietario del terreno Charles de Chazal de Chamarel, tra le attrazioni naturali protette più affascinanti di Mauritius. A sin., un concentrato di spirito locale nel vecchio mercato centrale di Port Louis, capitale dell’isola, tanto vario di prodotti quanto affollato di turisti e di gente del posto. Con l’obbligo di contrattare il prezzo, qui si può comprare di tutto

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zione spontanea, in quel grande quadro d’autore che sono le spettacolari cascate di Tamarind, visibili solo da un’altura, a distanza, di fronte al salto di circa 300 metri.

Il lago sacro di Mauritius

Ritratto di donna mauriziana. In basso, le spettacolari cascate di Tamarind, non lontane dalla Terra dei Sette Colori

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fenomeno potrebbe essere dovuto alla diversa composizione e peso specifico dei materiali presenti, che tendono a disporsi in maniera diversa in base alla conformazione e all’affinità chimica. Un’altra curiosità è che dopo ogni rimescolamento le dune non si presentano mai uguali alla versione precedente, poiché dopo ogni pioggia Madre Natura disegna un altro quadro, rimpastando l’argilla e la sabbia in maniera ogni volta imprevedibile. Dalla tavolozza di sfumature delle dune, basta percorrere qualche chilometro per passare a uno scenario completamente diverso, dove domina un colore solo su tutti, il verde lussureggiante della vegeta-

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A circa venti chilometri da Chamarel c’è un luogo dell’Isola molto caro ai mauriziani di religione induista, il lago sacro Grand Bassin, con il suo Ganga Talao, il Tempio, le statue di Shiva e Visnu, Hanuman (il Dio dall’aspetto di scimmia) e Ganesh (raffigurato con una testa di elefante provvista di una sola zanna). Ma i veri padroni del posto sono i macachi che vivono nella foresta circostante: branchi di scimmie fiere e a volte scontrose si aggirano nel circondario dell’ampio bacino vulcanico, attenti a tutto quello che succede e molto interessati alla frutta e al cibo portato in offerta dai devoti alle divinità, tra cui soprattutto le banane, di cui sono ghiotti. L’energia che questo luogo sacro trasmette è scritta nella sua origine. Narra la leggenda che Shiva, mentre sorvolava l’isola di Mauritius insieme alla consorte Parvati a bordo di una macchina


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fatta di fiori, rimase folgorato dalla bellezza di questa terra circondata da un mare color cobalto. Shiva, che portava il Gange sulla testa per salvare il mondo dalle alluvioni, fece allora cadere alcune gocce d’acqua in un cratere vulcanico, dando origine al lago. Il Gange s’intristì, pensando di aver gettato la sua preziosa acqua in un luogo disabitato ma Shiva lo rassicurò, promettendogli che un giorno tutte le genti che avrebbero vissuto sull’isola avrebbero ogni anno compiuto un pellegrinaggio in quel luogo sacro per rendergli omaggio attraverso l’elemento acqua. Oltre alla miriade di piccoli templi sparsi ovunque sull’isola, in riva al mare, per le strade nelle città e nei villaggi, uno dei più rappresentativi dell’isola è il Tempio Tamil di Kaylasson ad Abercrombie (Port Louis), visibile però solo dall’esterno, perché appartiene a una fascia induista più estremista di quella Tamil. L’imponente struttura è interamente decorata di divinità e ornamenti tutti dipinti a mano, e colora il cielo di Mauritius, che in un attimo si fa nuvoloso per il passaggio di forti correnti ventose in alcuni periodi dell’anno, di vivacità, allegria e positività.

qui la loro luna di miele. Oltre al titolo di piccolo paradiso per vacanze da sogno nel cuore dell’oceano Indiano, Mauritius è già entrata di diritto nella classifica delle migliori destinazioni per tutti i runner che cercano sempre un’occasione per spingersi oltre i propri limiti. E per farlo sono disposti a raggiungere anche gli angoli di mondo più inconsueti e unici. Per l’alto tasso di avventura e per la difficoltà della più lunga delle quattro distanze dell’Ultra Trail Raidlight Beachcomber (UTRB), i primi a essere chiamati all’appello sono i runner – o meglio, gli “ultra runner” – che vogliano affrontare la sfida di correre per centoventi chilometri lungo un tracciato impervio, fuori dai sentieri battuti, che li porterà a scoprire il cuo-

Hotel Beachcomber. Sotto, gita in barca a vedere i delfini e le balene

Tra vacanza (di lusso) e avventura Sono in molti a scegliere Mauritius per una vacanza tutta spiaggia, mare, relax e Spa, così come le coppie che trascorrono 5-6 2017

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re pulsante dell’isola e vederne gli angoli più spettacolari e quasi impossibili da raggiungere se non di corsa, con buone gambe e tanta forza di volontà. Il campanello suona anche per i molti altri runner – non “ultra”, ma sempre “super” –, che vogliano affrontare la gara intermedia: una corsa da quarantasette chilometri anch’essa molto impegnativa e di grande soddisfazione, sia per gli occhi sia per lo spirito. Basti sapere che la partenza è prevista in un’atmosfera di grande energia spirituale, nei pressi di Grand Bassin, il lago vulcanico diventato sacro ai mauriziani di religione induista dove vigila imponente la monumentale statua dedicata al Dio Shiva (che con i suoi 33 metri di altezza è la più grande al mondo dopo quella di Vadodara, in India, di cui è la replica). Sempre partendo dal presupposto che servono buone gambe e tanta forza di volontà, la nuova distanza da venticinque chilometri è stata inserita proprio per Un altro piccolo tempio induista

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La gara. Ultra Trail Raidlight Beachcomber (UTRB), in programma l’8 e 9 luglio 2017, propone quattro distanze 120, 47, 25 e 10 chilometri. Come arrivare a Mauritius. La compagnia Meridiana propone un volo settimanale da Roma Fiumicino e Milano MPX. Tutti i collegamenti sono operati da aeromobili Boeing 767 con una configurazione di 18 posti in business e 254 in economica (www.meridiana.it). Dove dormire. La catena Beachcomber Resorts & Hotels offre otto hotel sull’isola di Mauritius. Tra questi, lo Shandrani resort & spa è quartier generale dell’UTMB. Il gruppo invita gli amanti di mete esotiche a soggiornare negli altri resort del gruppo a Seychelles (Sainte Anne resort & spa), Marrakech (Royal Palm Beachcomber Luxury Marrakech) e nel nuovo Beachcomber French Riviera, nell’entroterra tra Nizza e Cannes, a cui è legata una delle tennis academy più famose al mondo (www.beachcomber.com).

permettere a molti più runner allenati e appassionati di vivere un’esperienza di corsa unica alla scoperta di una buona porzione di natura mauriziana. Non manca, infine, un mini-trail di dieci chilometri dedicato a tutti, da correre o da camminare (e ammirare) senza stress, che si dispiega su un percorso piatto ma pur sempre spettacolare, sul mare e nei sentieri tra i campi di canna da zucchero, in un vero angolo di paradiso. ■


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Valle della Loira

Inizia una nuova stagione nella florida regione francese: una ventata di Rinascimento e contemporaneità ✒Alessandra Caputo

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Storia, arte, cultura, segreti giardini incantati, magici giochi di luci di giorno e notte. Vi vogliamo condurre in un viaggio particolare e sensazionale in luoghi d’altri tempi che tanto hanno da raccontare. Percorreremo insieme la splendida Valle della Loira, giardino di Francia dalla fine del Medioevo fino agli inizi del XVII secolo, con i suoi castelli e le sue ville che sono stati il principale luogo di residenza dei re di Francia. Per questa storia politica, culturale e patrimoniale così ricca, la regione Centre-Val de Loire è per la Francia la culla del Rinascimento, oltre ad essere patrimonio mondiale dell’Unesco.

Il Rinascimento della Valle della Loira Il movimento intellettuale e artistico nato nell’Italia del Quattrocento, è arrivato in Francia e in particolare nella regione Centre-Val de Loire, grazie a Carlo VII e Francesco I. Entrambi i sovrani vollero che gli artigiani, i creatori di giardini, gli architetti, gli artisti, tutti italiani, trasfor-

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massero sia le città che le campagne della Valle della Loira con la costruzione di castelli, chiese, edifici pubblici, piccoli manoir, case a graticcio e palazzi privati. Da qui il Rinascimento, con tutta la sua nuova arte di vivere, costruire e percepire il territorio, iniziò in questa splendida regione a godere di uno sviluppo senza precedenti, con realizzazioni che ancora oggi costituiscono la fierezza della Francia: Chambord (1519), Azay le Rideau (1518), Valençay (1520), Chenonceau (1514), l’Ala Francesco I del castello reale di Blois (1515). «Sono molto forti i legami tra l’Italia e la Francia», sostiene Catherine Colonna, ambasciatrice francese in Italia, a margine della presentazione dei prossimi eventi, «ne sono esempio Leonardo da Vinci, Francesco I, Carlo V, Caterina de Medici. La presenza della Valle della Loira rafforza certamente questi legami». L’ambizione della regione è di portare le ricchezze culturali e del patrimonio come fondamento dell’identità del territorio. «Questi


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LE VIE DELL’INCENTIVE Una stagione dedicata ai giardini La stagione culturale “Giardini nella Valle della Loira” riunirà nel 2017 quasi 80 operatori, ripartiti tra Chambord e Angers. La programmazione, iniziata a marzo, si estenderà fino al giorno di Santa Caterina, patrona dei giardinieri, nel mese di novembre e sarà scandita da appuntamenti particolari. Al Domaine di Chambord, i giardini alla francese hanno ripreso il loro posto d’onore davanti alle facciate Nord ed Est del castello. Su una superficie di sei ettari, il verde restituisce a Chambord un contesto paesaggistico degno della sua architettura. Anche al Castello di Chenonceau vede la luce un nuovo parco realizzato a partire dai disegni originali di Russel Page, rendendo omaggio a questo grande paesaggista inglese del XX secolo. Evento imperdibile la 26° edizione del Festival internazionale dei Giardini al Domaine di Chaumont-sur-Loire che avrà come tema “Flower power, il potere dei fiori”, un’occasione per osservare fiori mai visti insieme e accostati in maniera del tutto originale. La fantasia, l’opulenza, l’abbondanza e la meraviglia si incontreranno all’interno di questi prati audaci, innovativi e onirici. Per seguire il calendario di tutti gli eventi in programma vi consigliamo di consultare il sito www.jardins-valdeloire.com.

Il tramonto sui bellissimi giardini che circondano il Castello di Amboise ©Léonard de Serres

luoghi hanno beneficiato nel corso dei secoli delle migliori menti creative nella storia dell’arte e delle scienze», ha sottolineato François Bonneau, presidente della regione Centre-Val de Loire, «di intellettuali e umanisti illuminati, soprattutto durante il Rinascimento».

Ricco calendario di eventi di arte e cultura fino al 2020

di Leonardo da Vinci al castello del Clos Lucé ad Amboise. L’obiettivo oggi sembra essere non solo quello di valorizzare questo territorio, già meta privilegiata per il turismo, ma anche di farlo evolvere. Quando raggiungerete questa splendida e variegata regione vi sorprenderete di fronte alla bellezza e all’imponenza della Cattedrale di Chartres. Al crocevia delle strade che portano in Bretagna, Normandia e nei Castelli della Loira, le due guglie della cattedrale si stagliano dalla piana di Beauce, come un miraggio. Patrimonio dell’Unesco dal 1979, catturerà la vostra attenzione attraverso le sue 172 vetrate che coprono una superficie di 2600 m², rappresentano non meno di 5mila personaggi diversi e costituiscono la più antica collezione in Europa, per antichità e bellezza. Le vetrate più antiche so-

La stagione culturale “Giardini nella Valle della Loira” che riunirà quasi 80 operatori, tra Chambord e Angers. In basso: i giardini alla francese dell’imponente e spettacolare Castello di Chambord ©Léonard de Serres

Una cultura del Rinascimento per una regione che rinasce fino ad arrivare all’arte contemporanea con una rete di centri unica in Europa per le dimensioni sperimentali e vitali con il fine di proporsi in tutta la propria creatività. Dal 2017 al 2020 saranno tanti gli appuntamenti in programma. Da segnalare sicuramente la prima Biennale di Architettura (prevista per ottobre) sostenuta dal Frac Centre e dalla rete, un’occasione per entrare in contatto con architetti provenienti da tutto il mondo. Il 2019 celebrerà il 500° anniversario della prima pietra del Castello Reale di Chambord e della morte 5-6 2017

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L’inconfondibile Cattedrale di Chartres ©PForget. Sotto, il Castello di Amboise ©C. Mouton CRT Centre - Val de Loire

no celebri per il loro particolare tono di blu, soprannominato “blu di Chartres” e risalgono al XII secolo. Da non perdere “Chartres en lumières”, un percorso spettacolare in notturna della città che si svelerà a voi con monumenti e siti messi in risalto da spettacoli luminosi tutte le sere, al calar della notte, fino al 7 ottobre.

A spasso tra i Castelli Un tour dei Castelli è intenso per le emozioni che riesce a trasmettere, la storia che si respira nelle stanze e l’inebriante profumo dei giardini che ti avvolge. Non

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c’è un vero e proprio ordine per visitarli ma noi vi consigliamo di iniziare dal maestoso Chambord con le sue torri, le eleganti guglie e i comignoli decorati. Nato dal sogno di Francesco I, re di Francia, che porta dalle sue battaglie in Italia numerosi artisti, tra cui Leonardo da Vinci, il Castello di Chambord, immerso nel cuore di una foresta, emerge dal marais della Sologne e segna l’inizio del Rinascimento francese. Finalmente i giardini sono tornati allo splendore, occupando ben sei ettari e mezzo, ai piedi della facciata nord del castello. Erano più di vent’anni


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LE VIE DELL’INCENTIVE L’arte contemporanea nella Valle della Loira

che la Francia non realizzava un progetto di queste dimensioni, con oltre 600 alberi, 800 arbusti, 200 rose, 15.250 piante che delimitano i confini del giardino e ancora 18,874 m² di prato. Quest’anno il Centre Pompidou festeggia 40 anni e per condividere la festa con il vasto pubblico si è associato con 40 luoghi speciali, tra cui il Domaine National de Chambord per un programma inedito di mostre, prestiti eccezionali, manifestazioni ed eventi dal 18 giugno al 19 novembre. Il Castello Reale di Blois rappresenta un panorama dell’arte e della storia di Francia. L’edificio racconta, attraverso la varietà dei suoi stili architettonici, il destino di sette re e dieci regine. Ogni sera, da aprile a settembre, il castello si illumina e regala uno spettacolo meraviglioso, un festival di effetti speciali sonori e proiezioni giganti si fonde con la grandiosa architettura della corte, immergendo gli spettatori nel cuore dell’azione, in un mondo magico di luci e colori. Da non perdere la mostra dedicata a Gaston d’Orléans, dal 1 luglio al 15 ottobre, un’occasione per scoprire tre aspetti di questo personaggio storico: un principe ribelle, un mecenate e un collezionista. Nel cuore della Valle della Loira il Castello di Chaumont-Sur-Loire vi accoglierà con tutta la sua bellezza, è il primo centro d’arte e natura dedicato al rapporto tra ambiente e cultura, tra creazione artistica e invenzione paesaggistica. La regione Centre-Val de Loire ha creato una struttura pubblica di cooperazione culturale, destinata a un ambizioso progetto artistico, una programmazione vivace e diversificata: installazioni, mostre fotografiche, incontri e conferenze faranno nel Domaine una vetrina unica per i grandi nomi della fotografia e dell’arte contemporanea. Quest’anno al Castello di Clos Lucé si celebra il 500° anniversario dell’arrivo di Leonardo da Vinci che, su invito di Francesco I, si trasferì proprio qui nell’autunno del 1516. La missione del Castello, gestito dalla famiglia Saint Bris dal 1954, è di trasmettere l’eredità e il patrimonio di

Castelli prestigiosi, edifici religiosi, splendidi giardini, un passato industriale ricco, la regione ha certamente ereditato una storia sotto il segno dell’arte e ha scelto la creazione contemporanea come maggior asse di sviluppo per rinsaldare il legame tra le generazioni, rendendola così accessibile al maggior numero possibile di persone. Questa politica innovativa ha visto dotarsi di notevoli strutture culturali, ognuna con funzioni specifiche. A testimonianza di questo fermento ci sono siti come il Domaine regionale di Chaumont-sur-Loire, “Les Turbulence - Frac Centre” a Orléans, il Centre Création Contemporaine Olivier Debré di Tours, così come il Centres d’art des Tanneries d’Amilly e Transpalette a Bourges, tutti interessanti luoghi da visitare. L’obiettivo è promuovere la cultura e il paesaggio urbano con la riabilitazione di spazi prestigiosi, abbandonati, industriali, storici, del patrimonio o insoliti. Un appuntamento da non perdere è a ottobre quando si svolgerà la prima Biennale di Architettura di Orleans, sostenuta dal Frac Centre-Val de Loire. Con il titolo “Marcher dans le r uve d’un autre”, ovvero Camminare nel sogno di un altro, si attinge alla definizione che si dà all’atto creativo in arte e architettura, una maniera particolare di seguire il percorso dei nostri sogni e paure per tornare a raccontare la nostra storia. Sarà l’occasione per entrare in contatto con più di una trentina di architetti provenienti da tutto il mondo, che presenteranno il loro punto di vista sul nostro modo di costruire un mondo comune, un mondo di prossimità.

questo genio del Rinascimento. Il cinquecentenario è l’occasione per riproporre l’atelier della Gioconda e rendere omaggio alle opere e ai lavori realizzati da Leonardo da Vinci in Francia, ma anche per riattualizzare le sue idee visionarie e i valori umanistici. Da segnalare la 12ª edizione del Festival europeo di musica rinascimentale che si svolgerà il 22, 23 e 24 settembre. Costruito su uno sperone roccioso che domina la Loira, il Castello reale di Am-

In alto: FRAC Centre, il Fondo Regionale d’Arte Contemporanea, luogo dedicato al rapporto tra arte e architettura nella loro dimensione sperimentale ©JakobMarcFarlane_ Photo_Nic-Borel. In basso: la Valle della Loira è la prima regione europea per il turismo in bicicletta con più di 4mila km di percorsi tematici

Prima regione in bicicletta Forse non tutti sanno che la CentreVal de Loire è la prima regione europea del turismo in bici con più di 4mila km di percorsi attrezzati, inoltre nuovi itinerari vengono continuamente inventati per arricchire ulteriormente l’offerta. La Loira in bici e i suoi milioni di visitatori all’anno è un successo eccezionale e dà modo di vivere le scoperte culturali, naturali, patrimoniali in un’atmosfera magica e affascinante. Fino alla fine di settembre i percorsi ciclabili del territorio regionale propongono 45 manifestazioni che celebrano la bicicletta, i tesori naturali e culturali della regione. 5-6 2017

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Il Castello di Rivau ©Chateau du Rivau. In basso: il grandioso Castello di Chaumont-surLoire ©E.Sander. A destra, in alto, Atelier di Leonardo da Vinci nel castello di Clos Lucé ©Léonard de Serres

boise vi riceverà con uno dei più bei panorami sulla Valle. Quest’antica residenza reale unisce la potenza delle fortificazioni medievali alla raffinatezza rinascimentale. Sono tanti i letterati e artisti europei che hanno soggiornato qui, tra questi da Vinci che riposa nella cappella del Castello. Anche qui si celebra il 500° anniversario dell’arrivo del genio italico ad Amboise e sarà possibile osservare la creazione “Jardin de Naples”, un giardino contem-

A tavola Le specialità gastronomiche rappresentano un eccezionale patrimonio per la varietà e l’originalità. Sono tanti i prodotti di nicchia da scoprire. Sicuramente è una regione di grandi vini, come Caves Duhard a Amboise (www.caves-duhard.fr), a Vouvray (www.chateaugaudrelle.com) o al Castello di Chambord (www.maisondesvinschambord.com). Da assaggiare l’aceto e la mostarda d’Orleans, ovvero i due prodotti per eccellenza della Valle della Loira. Sono ottime le lenticchie verdi del Berry che si distinguono per il delicato sapore di castagna (cuociono in soli 20 minuti e senza obbligo di ammollo). Per assaporare Mara des Bois, ovvero una gustosa piccola fragola dal sapore inimitabile, andate nel cuore della Sologne, l’azienda Jacques Marionnet, fondata nel 1891, ha sfruttato l’esperienza acquisita in tre generazioni, utilizzando tecniche avanzate per la produzione di piante di frutti rossi e neri e una gamma completa di asparagi. Non dimenticate gli sciroppi Monin di Bourges, brand che ha celebrato nel 2012 i suoi cento anni ed è presente oggi in più di 60 Paesi e in 5 continenti con filiali e sedi a Dubai, Kuala Lumpur, Shangai, Dallas e, ovviamente, Bourges.

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poraneo ispirato al primo eden rinascimentale. Il Castello di Rivau, da poco iscritto nella rete dei Grandi Siti della Valle della Loira, è stato costruito in epoca medievale, reso più a misura d’uomo in epoca rinascimentale e successivamente trasformato in castello di piacere. Rappresenta l’unione perfetta tra patrimonio, storia, botanica e


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In agenda Regione Valle della Loira www.valdeloire.org Ente Turismo francese www.france.fr

DOVE DORMIRE arte contemporanea e, con i suoi interni gotici, le stalle e i poetici giardini, immerge i visitatori in un mondo magico. Molto interessante la passeggiata nei giardini dove incontrerete un annaffiatoio rosso dalle dimensioni enormi, due stivali da giardiniere giganti e una talpa imponente che emerge dalle profondità della terra: tutte immagini che raccontano una storia e coniugano in modo ideale arte contemporanea e botanica. Sono circa venti le opere che scandiscono il sentiero di visita nel parco di sei ettari che circonda il castello. Infine, i giardini di Rivau riuniscono più di 450 varietà di rose e migliaia di piante. Proprio quest’anno sarà celebrata la rosa con il festival “La vie en roses” che si svolgerà ogni weekend e nei giorni festivi fino al 2 luglio e ci saranno anche numerosi eventi culturali: poesie, passeggiate botaniche, concerti, conferenze, atelier di cosmetica, profumi, atelier sensoriali, laboratori sulla confettura di petali di rosa per un programma entusiasmante, particolare e molto interessante. I

Hôtel Au Charme Rabelaisien 25 Rue Rabelais - 37400 Amboise www.au-charme-rabelaisien.com Atmosfera calda e raffinata, ambiente riservato e accogliente nel centro storico di Amboise, l’hotel è a pochi passi dal Castello. Offre dieci camere eleganti e moderne con un design rinnovato in linea con la tradizione dell’edificio ricco di storia. Molto bello il rigoglioso giardino e la piscina all’aperto.

DOVE MANGIARE Château de Pray Rue du Cèdre - 37530 Amboise-Chargé www.chateaudepray.fr Ottima location per eventi personali o aziendali con spazi interni come il Grand Salon e il Petit Salon ed esterni, come l’Orangerie scavata nella roccia, accoglienti. Un bel posto per gustare un aperitivo elegante è Le Caveau, la cantina della proprietà, per rilassarsi in un’atmosfera elegante. La cucina gourmet di questo ristorante stellato Michelin delizierà i vostri palati e lo chef vi proporrà piatti fantasiosi e raffinati. Le 36 a Amboise Le Choiseul, 36 Quai Charles Guinot - 37400 Amboise www.le36-amboise.fr Il ristorante, all’interno dell’Hotel Le Choiseul, vi accoglie in un ambiente verde tra la Loira e la collina, proponendo una cucina creativa, gustosa e originale. Atmosfera elegante e confortevole con bellissime vetrate che vi offriranno una fantastica vista sulla Loira. Blois Restaurant Assa 189 Quai Ulysse-Besnard - 41000 Blois www.assarestaurant.com Una stella Michelin per una cucina gourmet di grande qualità che utilizza prodotti locali eccellenti proponendo raffinatezza e sapori distinti. La giovane coppia di chef, Fumiko e Anthony Maubert, presenta una cucina francese con una sottigliezza giapponese. La carta vincente è certamente la freschezza dei prodotti ma anche il savoir-faire. La Creusille 3, Quai Henri Chavigny - 41000 Blois http://lacreusille.fr/ Il ristorante è situato sulle rive della Loira con una splendida vista sui principali monumenti di Blois e nei pressi del centro della città. Il menù è costruito attorno ai prodotti tipici della regione e preparato con estrema cura nei dettagli. Affascinante la terrazza con vista sul giardino.

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HOSPITALITY NEWS N O T I Z I E DA L M O N D O D E I V I AG G I E D E L L’ O S P I TA L I T À

Nuove acquisizioni, giri di poltrona, offerte ed eventi

Il Principato di Monaco punta al MICE e lancia una nuova campagna Ogni anno vengono organizzate oltre 500 manifestazioni nel Principato di Monaco. Tra i settori che maggiormente usufruiscono della professionalità monegasca si trovano quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, i laboratori farmaceutici e il settore medico, bancario, finanziario e assicurativo. Dati interessanti quelli della DTC: nel 2016 la quota di mercato è aumentata del 4% e il numero dei pernottamenti del 12,6%, risultati che, anche quest’anno, hanno fatto investire nel settore MICE, in particolare con una nuova campagna corporate. Sandrine Camia, direttore del Monaco Convention Bureau, spiega le ragioni per le quali è stata intrapresa questa nuova campagna e quali sono gli obiettivi del 2017. «La campagna vuole ridurre il problema della percezione della nostra destinazione», dice Camia, «vogliamo superare gli stereotipi legati al Principato, senza però rovinare la sua immagine, ma semplicemente guardandolo da un altro punto di vista». Sono infatti i giochi di parole e l’umorismo che capovolgono i luoghi comuni della destinazione a caratterizzare l’intera campagna del 2017. Expertise, servizio, talen-

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to, su misura, sono le keywords tradotte in immagini iconografiche e slogan accattivanti incentrati sulla nozione di accoglienza, creatività e professionalità. «Il Convention Bureau ripropone una campagna articolata sulla base della precedente», afferma Camia, «vogliamo distogliere l’attenzione dai nostri cliché – tornei di tennis, Formula 1 e celebrità – per poter insistere sui nostri asset, non sempre conosciuti, come le competenze e la professionalità degli esperti MICE, il valore che attribuiamo al denaro, il senso di responsabilità e il fatto di essere una destinazione rilevante per il mercato MICE in Europa». Il successo della campagna del 2016 destinata ai decision-makers del MICE ha portato la DTC a investire 180.000 euro per il 2017, in cui sono compresi gli investimenti nel design e nella diffusione tramite media. «Il target di riferimento della campagna», spiega Camia, «sono gli organizzatori di congressi e convention, uffici aziendali e associazioni che si occupano del settore MICE. Continuiamo comunque a concentrarci sul settore medico, IT e finanziario, poiché rappresentano il 50% del settore MICE presente a Monaco». La situazione attuale è pertanto molto positiva e in crescita, ma si guarda già al futuro, «Il nostro obiettivo iniziale per il 2018

è quello di avere 200.000 presenze. Ad oggi abbiamo raggiunto le 160.000 presenze, e probabilmente ci vorrà più tempo per raggiungere il nostro obiettivo. Vogliamo anche guadagnarci il 30% del market share del turismo globale. Avevamo il 17% nel 2011 e raggiunto il 25% nel 2016». In un contesto mondiale fragile, il mercato del turismo d’affari monegasco regge molto bene. Il Principato continua ad andare per la maggiore tra i suoi clienti – il 41% dei pernottamenti complessivi è dato da clienti fidelizzati – e tra i principali attori del settore, merito dei suoi punti di forza, del suo dinamismo e della sua capacità di adeguarsi a un mercato in costante mutamento. www.monacoconventionbureau.com

Emozioni al centro per la promozione del cuore dell’Italia Dopo il banco di prova del ponte del 2 giugno che ha visto in movimento quasi 8 milioni di italiani, Federalberghi sceglie il mondo del web per promuovere il turismo nel cuore dell’ltalia e rammentare al Paese che la provincia di Rieti e le regioni Abruzzo, Marche ed Umbria sono pronte per accoglierli, con un’offerta caratterizzata da una straordinaria attrattività. “Emozioni al centro”, la campagna promozionale che porta la firma di Federalberghi e che è stata realizzata con il supporto dell’agenzia creativa The Washing Machine, parte dal futuro: in un paese come l’ltalia che rappresenta in sé il brand dell’ospitalità, vince ancora la bellezza di quei luoghi evocativi e ricchi di storia e di autenticità che rappresentano il valore aggiunto per la scelta di una destinazione. Lo spot racconta una storia semplice: chi visita un luogo e lo trova entusiasmante, ha voglia di parlarne con le persone più vicine a sé ed istintivamente sente il desiderio di coinvolgerle nella stessa esperienza. «È una campagna concepita sul principio della condivi-


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sione», spiega il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, «vi sono luoghi che conservano un eccezionale appeal e che meritano di essere scoperti. Ma possono risultare ancora più invitanti se condivisi dagli stessi visitatori. In qualche modo condividere ciò che è bello e fruibile è un atteggiamento che può diventare virale ed indirettamente può anche contribuire a farci intraprendere la strada dello sviluppo. Anche per quanto riguarda la ricettività – nel centro ltalia ci sono strutture caratterizzate da grande operatività, capaci di soddisfare tutti i segmenti della domanda, italiana e straniera –. Nei mesi scorsi, Federalberghi ha sollecitato l’intervento delle istituzioni a sostegno del comparto, oggi vogliamo affiancare in modo fattivo gli imprenditori impegnati quotidianamente nella realizzazione di un’offerta competitiva, stimolando l’interesse turistico verso questi territori. Attraverso questo filmato abbiamo immaginato un racconto, capace di trasmettere i colori e la bellezza del centro ltalia, condividendo a nostra volta l’entusiasmo che spendono ogni giorno i professionisti dell’ospitalità. Confidiamo che lo spot funga da leva per dare impulso alla produttività di queste zone, proprio nel settore che costituisce la loro risorsa maggiore ovvero il turismo. La nostra è una proposta creativa che invita a condividere le emozioni suscitate dai luoghi e la via più efficace per proseguire in questa direzione è stata sperimentata attraverso “Emozioni al centro”, lo spot che consegna ai diretti interessati il racconto della bellezza e la godibilità del cuore dell’ltalia». Info: www.facebook.com/emozionialcentro/

Una terrazza con vista mozzafiato per una prospettiva unica di Roma

laurea in Business Administration alla Bocconi di Milano, Vignola vanta una importante esperienza internazionale nel mondo dell’hotellerie di alto livello. Prima di approdare al resort lagunare, il manager ha ricoperto il ruolo di International Sales Director per Eleganzia Hotels & Resort, occupandosi dell’iconico Forte Village in Sardegna e di Castel Monastero in Toscana. Precedentemente è stato Director of International Sales per Atahotels e Director of Sales and Marketing dell’hotel Le Méridien Chia Laguna in Sardegna. Info: http:// www.jwvenice.com/it

Si chiama Sette Rooftop. Ed è uno dei roof top più emozionali di Roma, al settimo piano del Radisson Blu es. Hotel Roma. Alla luce del tramonto, questo tetto della Città Eterna si trasforma in un luogo dove abbandonare ritmi e scadenze, dove rilassarsi tra musica e buongusto. Ideale per una cena romantica, un aperitivo con i colleghi o una festa tra amici, il Sette Rooftop è così gradito da essere entrato nella classifica dei luoghi top della movida romana. Si può scegliere tra il ristorante Sette e il bar Zest, mentre, all’esterno, fanno da cornice ad eventi esclusivi, una piscina di 20 metri e un solarium da 1000 metri quadrati. Da segnare in agenda: ogni mercoledì a partire dalle 19 si gusta un aperitivo con drink e food alla carta, e dj set dal vivo. Il ristorante Sette, dal design minimalista e le pareti in vetro, è l’ambiente ideale per un’experience di gusto e di eleganza. Il menu è stagionale e riserva eccezionali specialità locali, rivisitate con estro dal pluripremiato chef Andrea Ribaldone la cui filosofia si compendia in tre parole: fresco, semplice e italiano. Ad affiancarlo, con altrettante deliziose proposte gourmet, è il resident chef Giuseppe Gaglione.

Angelo Vignola al JW Marriott Venice Resort&Spa Angelo Vignola è il nuovo Director Sales & Marketing del JW Marriott Venice Resort & Spa. Milanese, una 5-6 2017

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Nella stagione estiva il ristorante si trasferisce a bordo piscina e gli ospiti possono godersi la loro cena immersi in un’atmosfera straordinaria. Per un aperitivo o uno spuntino, accanto al ristorante, si trova il bar Zest che d’estate si sposta a bordo piscina, dove si trova anche un solarium da 1000 metri quadrati con vista mozzafiato. Per la sua unicità, il Sette Rooftop del Radisson Blu es. Hotel è già un must per molti registi di Hollywood nonché set privilegiato per foto shooting. Una chicca per cinefili: su questa terrazza, Sodebergh ha girato una scena di Ocean’sTwelve – film blockbuster con Brad Pitt, Vincent Cassel, Matt Damon e George Clooney – in cui Vincent Cassel si esercitava mirabilmente con la capoeira...

La Bagnaia Resort, magia tra le colline senesi Un villaggio medievale trasformato in un magnifico e lussuoso hotel diffuso: tutto questo e molto di più è La Bagnaia Golf & Spa Resort Siena, affascinante struttura che è andata ad aggiungersi alle già tante proprietà di alto livello che compongono la Curio Collection by Hilton: collezione di esclusivi hotel e resort indipendenti, ognuno dei quali è apprezzato per la propria unicità. Il resort sorge in un suggestivo contesto medioevale a soli 12 chilometri dalla città di Siena, Pa-

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trimonio dell’Umanità nonché una delle destinazioni turistiche più apprezzate d’Italia e meta d’elite per incentive, meeting ed eventi esclusivi. Rinnovata e affascinante struttura, La Bagnaia Golf & Spa Resort si articola in diversi edifici e in due borghi principali, Borgo La Bagnaia e Borgo la Filetta, circondati dalle verdi e dolci colline toscane in 1,100 ettari, dove trovano spazio anche una straordinaria Spa wellness e un campo da golf a 18 buche. Si può scegliere tra 99 camere e 12 suite, ciascuna delle quali arredata con opere d’arte uniche.

Giampaolo Padula al timone del San Domenico Palace Il Gruppo Statuto ha affidato a Giampaolo Padula la direzione del San Domenico Palace Hotel Taormina, iconico gioiello 5 stelle acquisito a ottobre 2016 e gestito direttamente. Padula vanta una ricca esperienza nel campo dell’hôtellerie e numerose collaborazioni con collezioni internazionali come The Leading Hotels of the World e Relais & Chateaux Hotels & Resorts. Nato a Roma, Padula si forma nella rinomata Ecole Hôtelière di Losanna, in Svizzera, da cui poi raggiunge l’Inghilterra per specializzarsi in Business Administration & International Hospitality Management. Giampaolo Padula accetta oggi la sfida offerta dal San Domenico Pa-

lace di Taormina dopo 2 anni alla direzione del Cristallo Hotel Spa & Golf di Cortina D’Ampezzo. In precedenza, è stato GM del Grand Hotel Parker’s di Napoli, dell’Hotel d’Inghilterra di Roma e del Caesar Augustus Hotel di Anacapri. La grande conoscenza del settore dell’ospitalità sarà un valore aggiunto per il San Domenico Palace Hotel di Taormina, che si prepara ad affrontare una stagione ricca di importanti appuntamenti internazionali. «Sono onorato di poter entrare a far parte del team di questo hotel, che rappresenta non solo una delle grandi icone alberghiere, ma anche un capitolo della storia della Sicilia e del nostro paese», afferma Giampaolo Padula. San Domenico Palace Hotel è affiliato a The Leading Hotels of the World. www.san domenico palace.com.

I migliori alberghi di Zagabria La città di Zagabria vanta un’offerta ricettiva e congressuale di livello che la rende una meta Mice appealing e competitiva. Diversi sono gli alberghi dove si possono organizzare meeting ma anche soggiorni business e leisure usufruendo di servizi top quality. Tra questi spiccano: l’Hotel DoubleTree Hilton Zagreb: per il secondo anno di seguito il DoubleTree by Hilton di Zagabria ha ricevuto il Loved by Guests Gold Award per aver ricevuto un punteggio eccezionale da parte dei suoi ospiti, dimostrando così una notevole dedizione verso il proprio lavoro e l’eccellenza del servizio offerto. Esplanade Zagreb Hotel: costruito nel 1925, l’hotel fu costruito per i passeggeri dell’Orient


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HOSPITALITY NEWS

Express che si fermavano a Zagabria durante il viaggio tra Parigi e Istanbul. L’hotel era il cuore della società di Zagabria ed ha ospitato importanti personalità come Josephine Baker, Charles Lindbergh e Orson Welles. The Westin Zagreb Hotel: per continuare ad offrire un’unica e sempre rinnovata esperienza ai propri ospiti, The Westin Zagreb è attualmente in ristrutturazione. Con un nuovo e moderno look, coniugato all’eleganza senza tempo del Westin, tutti i servizi dell’hotel saranno migliorati. Gli interni dell’hotel saranno allineati allo stile del Westin, tuttavia ispirati alla cultura e alla tradizione locale. Sheraton Zagreb Hotel: lo Sheraton di Zagabria, il primo 5 stelle appartenente a una catena nella Repubblica di Croazia, è stato da poco completamente rinnovato. Tutti gli spazi comuni, incluse le meeting room, i due bar e i due ristoranti, sono stati del tutto messi a nuovo. L’hotel, situato tra l’area culturale e quella business di Zagabria, è la scelta perfetta sia per chi viaggia per business sia per chi trascorre una vacanza. Meeting and Incentive Zagabria è il centro politico, culturale e sportivo della Croazia, grande meta per il mercato MICE. La città vanta luoghi d’incontro eccezionali e anche spazi per eventi di ampia portata, come l’Arena Zagreb (http://www.zagrebarena.hr/default.aspx?id=42) che può offrire anche il catering per ogni evento: concerti, eventi sportivi e conferenze. Un altro luogo per meeting e riunioni è il Museum of Contemporary Art o in alternativa gli altri musei della città.

Saša Zor racconta la sua brillante carriera nel settore dell’ospitalità a Lubiana «Nel momento in cui ho iniziato a lavorare nel settore dell’ospitalità ho capito che questo campo combaciava perfettamente con il mio DNA», dice la general manager Saša Zor. All’inizio era un lavoro

che facevo con grande passione e piacere, ma con il passare del tempo, essere una general manager dell’ospitalità è diventato parte della mia identità». Sono trascorsi 9 anni da quando Saša Zor ha iniziato a lavorare nel Sales Department dell’Hotel Lev Ljubljana, al tempo unico 5 stelle della capitale, dopo poco è arrivata la promozione come capo del reparto Sales and Marketing e dopo 4 anni, come direttore vendite per il comparto Mice dell’Hotel Lev, albergo appartenente alla più grande catena di hotel in Slovenia – Sava Hotels & Resorts, «un’esperienza formativa eccezionale», racconta Zor, «che mi ha consentito di allargare i miei orizzonti; ho imparato a pianificare in maniera più strategica e a delegare con fiducia. Con la mia squadra, abbiamo dimostrato che il turismo si basa esclusivamente sulle persone e che i servizi dell’ospitalità possono compensare certe debolezze infrastrutturali». A inizio di quest’anno, la svolta: «dopo 5 anni, ho deciso di lanciarmi in una nuova sfida, accettando di assumere il ruolo di direttore del dipartimento Sales and Marketing dell’Intercontinental Hotel, attualmente in costruzione a Lubiana. Si tratta di un brand che ho sempre ammirato come viaggiatrice, non solo per l’eleganza degli ambienti, ma anche e soprattutto per l’alto livello dei servizi personalizzati e offerti sempre col sorriso. Credo sinceramente che Lubiana

sia una meta ideale per il turismo business di alto livello. e aprirvi oggi un rinnovato 5 stelle di un brand internazionale ritengo sia la mossa giusta per far sì che la nostra bellissima capitale si accrediti finalmente nel mondo del turismo di livello. Sebbene sia una rappresentante delle più giovani generazioni, mi sento in dovere di restituire qualcosa alla comunità dalla quale provengo. Sono stata cresciuta ed educata nel cuore di Lubiana, ragione per cui lavorare qui significa per me ritornare a casa.

Grande successo per la soirée anni ’20 al San Rocco Si è ispirata al grande Gatsby la sfavillante festa che l’Hotel San Rocco ha deciso di organizzare lo scorso mese per inaugurare la stagione estiva. Non poteva esserci una cornice più incantevole e romantica: il Lago d’Orta che, con i fuochi d’artificio, si è acceso di un’atmosfera notturna ancora più suggestiva. Perle, piume live music e abiti, tutto rigorosamente in stile anni Venti, hanno fatto da corollario alla serata danzante. Gli ospiti hanno ballato sulle note della musica swing con i “Vintage Swing Sextet” Orchestra composta da sei elementi che ha riproposto in chiave personalizzata celebri brani della tradizione dixieland, del soul e della bossanova. A intrattenere gli ospiti c’era anche Valeria Bonfanti, performer & ballerina di Charleston, semi-finalista a Italia’s Got Talent. Al successo della serata hanno contribuito anche la cena di gala servita sulle terrazze a fior di lago e lo spettacolo piromusicale a cura di GFG PYRO, ormai famoso per i bellissimi e spettacoli fuochi di San Vito. Come simpatico souvenir della serata, è stato allestito infine un apposito Photo Booth corner, dove gli ospiti potevano “giocare” con travestimenti e accessori in stile Belle Epoque e farsi immortalare in una cartolina polaroid da conservare come ricordo. 5-6 2017

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ti produttori locali che hanno difficoltà ad accedere alle grandi piazze di acquisto». Altro vantaggio per i produttori di vino, è l’accesso ai grandi compratori nazionali ed internazionali, altrimenti arduo per tutte le PMI dedite alla produzione vinicola.

Zagabria, alla scoperta della capitale più recente d’Europa Viniexport.com Lanciato ad ottobre 2015, Viniexport (VX) è oggi uno dei principali distributori digitale di vino in Italia, con un portafoglio di 5.000 + etichette e 200.000.000 di bottiglie potenzialmente disponibili per la vendita. «in soli due anni la piattaforma è cresciuta moltissimo, solo nel 2016 abbiamo chiuso con oltre 1.000.000 bottiglie vendute e oltre due milioni di transato», ha dichiarato il CEO Eugenio Picca, «un trend davvero positivo, che ci fa ben sperare per il futuro. In un’ottica di continua crescita apriremo, entro i prossimi mesi, una sede in Spagna, una a Londra e una a Berlino». Il progetto è nato con l’obiettivo di innovare il settore del trading nazionale e internazionale del vino. Il fondatore e CEO Eugenio Picca, 33 anni, MBA IE Madrid, con esperienza nel trading di commodities, è socio di maggioranza di Tenuta Merolla, una cantina di medie dimensioni in provincia di Benevento. Nel 2015, dopo alcuni mesi di rifinitura del modello e validazione da parte del mercato, Viniexport.com diventata una Srl, grazie anche ad un investimento da parte del fondo di investimento FIRA Spa.Viniexport.com funziona come una borsa valori, in cui le singole denominazioni d’origine, che identificano una tipologia di vino, cioè la vera chiave di ricerca con cui i compratori mondiali ricercano il prodotto, vengono quotate e scambiate attraverso un meccanismo ad asta a negoziazio-

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ne continua. Il vantaggio per i compratori di vino è legato alla possibilità di azzerare i costi di selezione di nuovi produttori e a quella di ottimizzare il proprio budget di spesa in funzione della qualità e del prezzo. «Il meccanismo di accesso alla piattaforma – ci spiega Eugenio Picca – è molto semplice. I produttori (Seller) che intendono vendere vino sul sito si registrano e spediscono un campione a VX. Un team di Sommelier, in partnership con Fondazione Italiana Sommelier, classifica il vino in una fra cinque possibili fasce di qualità/prezzo riferite ai vini appartenenti alla medesima denominazione. Il cliente, che accetta all’iscrizione di certificare il suo prodotto, entra allora in un circuito di ricerca globale, un aiuto prezioso per tutti quei pregia-

Da quando la Croazia è entrata a far parte dell’Unione Europea, nel 2013, Zagabria è diventata la capitale più “giovane” d’Europa accreditandosi tra le mete più appealing per un turismo leisure e business anche di breve durata. Caratterizzata da uno stile di vita eclettico, dovuto all’incontro tra la cultura del centro Europa centrale e quella del Sud, Zagabria è oggi una felice combinazione di fascino AustroUngarica e Mediterraneo. Al turista offre architetture di pregio e tantissimi spazi verdi, oltre a musei, ristoranti, bar e hotel per tutte le tasche. Da visitare la verde piazza centrale disegnata a forma di ferro di cavallo dall’orticoltore Lenuzzi e il Maksimir, il più grande parco della città con giardini zoologici, tre laghi, padiglioni e sculture. Da non perdere il rito del caffè, da gustare nei caratteristici bar disseminati un po’ ovunque e la cucina, con i


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suoi tradizionali piatti come il kotlovina (stufato di carne), gli strukli (gnocchetti stufati con la zucca, semi di papavero, mela o fiocchi di latte), il tipico strudel e i biscotti speziati. Tappa per i buongustai il Dolac Market, dove si possono acquistare souvenir enogastronomici doc. Vale la pena fare un giro anche tra le boutique artigianali, dedicate alla produzione di cravatte e cappelli. Da non perdere infine il viaggio più breve del mondo in funicolare, ben 64 secondi, che collega la città bassa con quella alta. Se la si prende verso mezzogiorno, si ha la possibilità di arrivare in cima alla collina in tempo per vedere il cannone di Zagabria sparare alle 12 dalla Lotrš ak Tower.

Heinz Beck all’Odyssey del Metropole Monte-Carlo Joinventure tra lo chef de La Pergola e Joël Robuchon Heinz Beck, il celebrity chef, patron de La Pergola di Roma, si è lasciato coinvolgere in un nuovo appassionante progetto realizzato in collaborazione con Joël Robuchon e Christophe Cussac. Tutta l’estate, durante il dinner time, il ristorante Odyssey dell’Hotel Metropole Monte-Carlo proporrà piatti casualgourmet che Beck ha studiato ad hoc puntando su: utilizzo di materie prime di alta qualità, eccellenza del gusto e grande attenzione a cotture e preparazioni. In menu, maccheroncini integrali al ferretto con gamberi rossi, risotto all’olio d’oliva e Grana Padano con scampi e verdure in pinzimonio, triglia croccante con erbe, lombo di agnello al finocchietto selvatico in crosta di cereali e perle di caprino. Il progetto di Beck prosegue e enfatizza la filosofia del ristorante “Odyssey” di Joël Robuchon in cui l’ambiente affascinante a bordo piscina, con un arredamento disegnato da Karl Lagerfeld, ha sempre proposto menu gourmet ispirati alla cucina mediterranea. Costruito nel 1889 in stile Belle

Da sin., Christophe Cussac, Heinz Beck e Joël Robuchon

Epoque, l’Hotel Metropole MonteCarlo è stato completamente rinnovato nel 2004 dal famoso designer francese Jacques Garcia che lo ha trasformato in un palazzo di 126 camere e suite con un fascino mediterraneo in linea con la sua epoca, unendo glamour, sofisticazione e sensorialità. Tre i ristoranti, gestiti da Joël Robuchon e Christophe Cussac, tutti offrono un’esperienza culinaria unica e variegata per i piaceri del palato. Con due stelle Michelin, il ristorante “Joël Robuchon Monte-Carlo” offre piatti raffinati con sapori mediterranei. “Yoshi”, l’unico ristorante al mondo di Joël Robuchon dedicato alla cucina giapponese, ha una stella Michelin e offre cucina tradizionale in un ambiente dal gusto contemporaneo disegnato da Didier Gomez. Infine, il terzo ristorante

“Odyssey” di Joël Robuchon a bordo piscina, celebra prodotti freschi stagionali e una cucina leggera.

Palazzo Dama: la “Casa” dove charme e buona cucina si incontrano a Roma Cinque stelle nel cuore della Capitale, curato nel design dall’architetto Antonio Girardi, Palazzo Dama, si trova all’interno della nobile dimora di proprietà della famiglia Malaspina. Qui la dinastia – alle cui nobildonne è ispirato il nome dell’hotel – visse per più di un secolo, accogliendo l’alta società internazionale e il bel mondo romano in un salotto vivacissimo. A pochi passi da Piazza del Popolo, Palazzo Dama coniuga l’agio di una residenza patrizia alla sorpresa di un design fortemente contemporaneo.

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L’hotel, da gennaio, è guidato con mano sapiente da Jacopo Arosio, Area General Manager di Palazzo Dama, del D.O.M Hotel e del Raspoutine. Milanese, 43 anni, Arosio vanta un curriculum di tutto rispetto in hotel di lusso, all’interno dei quali ha sempre ricoperto posizioni di grande responsabilità. Prima di approdare a Palazzo Dama, il manager è stato a Palazzo Montemartini, al Regina Hotel Baglioni, entrambi luxury hotel di Roma, al Clemente Palace Hotels & Resorts di Venezia, al Regency di Firenze e al Four Seasons di Milano e di Londra. Amante del bello e della vita all’aria aperta, Arosio nel tempo libero si dedica alle corse automobilistiche, ai viaggi e alla ricerca di oggetti d’antiquariato. L’Architetto Girardi ha creato 29 tra camere e suite, disposte su tre piani, nelle quali dominano i toni del blu avion, verde salvia e tortora in contrasto con raffinati giochi di luce e complementi d’arredo in ottone. Di grande impatto la piscina immersa in un giardino privato di ulivi e limoni. Fiore all’occhiello dell’hotel è il ristorante Pacifico, il brandicona dello chef Jaime Pesaque, che ha scelto proprio Palazzo Dama per portare anche a Roma il suo sofisticato menu peruviano-nikkei. Una cucina unica, ricca di suggestioni e contaminazioni, cui si aggiunge una carta alternativa e disponibile 24 ore. La brigata è capitanata da Daniel Contreras, allievo di Pesaque. Il Pisco Bar, che ricalca lo stile eclettico dell’albergo, propone cocktail signature studiati dal bartender Giammarco Laghi da degustare in spazi unici, illuminati dagli chandelier originali dell’Hotel Plaza di New York e circondati da preziose opere d’arte in un’alcova di pura estetica. Info: reservation-roma@wearepacifico.it - www.palazzodama.com www.domhotelroma.com

Walter Marcheselli, presidente di Best Western Italia fino al 2020 È Walter Marcheselli di Rovigo,

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Ehma Italian Chapter al Capovaticano Resort Thalasso & Spa MGallery by Sofitel “Professionalità e competenze consolidate ed attuali da condividere e da trasmettere alle nuove generazioni in maniera inedita”. Questo il leitmotiv della riunione #EHMAITALIANCHAPTER tenutasi in Calabria lo scorso maggio a Capovaticano Resort Thalasso & Spa MGallery by Sofitel, ospiti della socia Cinzia Montelli, GM dell’hotel. La positiva esperienza della prima sessione dell’innovativo progetto “Mentor Me”, istituito per dare supporto ai giovani professionisti dell’hôtellerie. Tra i temi trattati: il nuovo progetto sulla filosofia dell’accoglienza rivolto ai diplomandi degli Istituti Alberghieri; l’aggiornamento del premio Direttore Italiano dell’Anno; l’evoluzione della ristorazione d’albergo nell’esperienza di Fausto Arrighi, ex direttore della Guida Michelin, quest’ultimo ha parlato anche di come la storica Guida Michelin stia vivendo la transizione dal cartaceo al digitale, puntando sempre però sui suoi punti cardine: qualità dei prodotti, cotture, profumi, presentazione dei piatti e continuità. La pasta, mito italiano, come l’ha definita Vincenzo Villani, tecnologo della De Cecco, nel suo intervento, è stata dichiarata nel 2010 “Intangibile Cultural Heritage of Humanity” dall’UNESCO incoronandola regina della dieta mediterranea. Protagonista assoluta della riunione è stata anche la cucina calabrese che ha avuto un ruolo da protagonista, sia nel ristorante Le Pietre Volte che nei due ristoranti del resort, il Mantineo e lo Stromboli Beach Bar. Di grande charme l’Apéro offerto da Marie Christine Born sull’esclusiva terrazza della sua dimora, l’incantevole Villa Paola a Tropea, che ha coniugato sapori calabresi rivisitati con presentazioni contemporanee. Un’emozionante escursione in gommone ha permesso di scoprire gli splendidi panorami ed il mare cristallino della Costa degli Dei. Grazie agli sponsor tradizionali di EHMA Italian-Chapter (Gruppo Pedersoli, La Bottega, Iniziative Venete, De Cecco, Amoretti Spa, SIA GUEST), la riunione è stata un vero successo. Alcune aziende locali hanno contribuito omaggiando i presenti con prodotti tipici: Acqua degli Dei, Lanificio Leo e Delizie Vaticane. www.ehma.com - www.ehma-italia.it

classe 1963, sposato, tre figlie, socio del Best Western Hotel Cristallo, il nuovo presidente di Best Western Italia fino al 2020. Marcheselli ha ringraziato il Presidente e CdA uscente. L’assemblea dei soci, riunita lo scorso mese all’Almar Jesolo Hotel & Spa, ha anche eletto i

10 rappresentanti del nuovo Consiglio di Amministrazione in carica fino al 2020, auspicando un rafforzamento ulteriore del Gruppo e una crescente partecipazione dei Soci, necessaria per affrontare in maniera unitaria i cambiamenti in atto nel mondo del turismo.


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Inaugurata la Suite Superga 2750 di Allegroitalia Torino Golden Palace Lo scorso maggio, a Torino, Allegroitalia Hotel & Condo, in collaborazione con BasicNet, ha organizzato una mega festa aperta a tutti per inaugurare la nuova suite “Superga 2750” dell’Allegroitalia Torino Golden Palace. Non una semplice camera ma un’esplosione di colori e giochi incentrati su un’icona del design italiano: la prima scarpa da tennis al mondo con suola in gomma naturale vulcanizzata, creata a Torino nel 1925. La Suite Superga 2750, infatti, è stata progettata con arredi esclusivi e pezzi unici per vivere un’esperienza la cui parola d’ordine è stata “stupore”. Porte aperte della hall fino a tarda notte in concomitanza con uno degli happening più importanti del capoluogo piemontese: il Salone Internazionale del Libro e la notte bianca con la Torino Jazz Night. Una serata in cui non sono mancate le sorprese, rigorosamente incentrate sui brand value di Allegroitalia: allegria, arte, amore per i fashion brand. In primis la colonna sonora affidata al prestigioso “Red Pellini Quintet”, che ha dato vita a un concerto che ha entusiasmato jazzofili e non solo. Mentre, a scatenare le danze, ci hanno pensato i Turincats con il loro swing. Durante la serata, agli ospiti è stata anche data la possibilità di acquistare, a un prezzo di favore, le mitiche sneaker e di assaporare un fantastico cocktail. «Dopo la Suite del Cioccolato e la Suite for Maserati», ha spiegato Piergiorgio Mangialardi, Presidente di Allegroitalia Hotel & Condo, «siamo orgogliosi di presentare la Suite Superga 2750: un sodalizio di design e arredi che afferma la nostra volontà di creare collaborazioni con aziende che rappresentano l’eccellenza italiana nel mondo. Sono sicuro che i nostri ospiti apprezzeranno l’allegria di questa nuova suite; una caratteristica per noi fondamentale, alla base

del nostro modello di ospitalità». Info: www.allegroitalia.it

Premio Cinque Stelle al Giornalismo 2017 Il Premio Cinque Stelle al Giornalismo 2017 è stato assegnato lo scorso 25 aprile, durante la serata di gala svoltasi nei saloni del Palace Hotel di Milano Marittima – cinque stelle del Gruppo Batani Select Hotels – condotta da Massimo Giletti e Vira Carbone e sponsorizzata dalla Maison di alta gioielleria Bartorelli che ha organizzato una sfilata

di preziosi e ha disegnato la spilla in oro bianco e diamanti consegnata ai premiati. Hanno ricevuto il Premio: Maurizio Molinari direttore de “La Stampa”, Sandro Neri direttore del “Il Giorno”, Francesco Giorgino, giornalista, conduttore Tg1 RAI, Myrta Merlino giornalista e conduttrice televisiva de La7, e Patricia Engelhorn giornalista tedesca freelance di varie testate. È stato inoltre assegnato, il Premio Speciale “Antonio Batani” in memoria del grande imprenditore recentemente scomparso ad Antonio Patuelli presidente ABI.

Magiche scenografie a Showlight 2017 Record di delegati internazionali al Palazzo dei Congressi di Firenze per il convegno mondiale dell’illuminazione spettacolare. Oltre 400 delegati si sono riuniti all’Auditorium del Palazzo dei Congressi – dal 20 al 23 maggio scorsi – per l’evento Showlight 2017, l’appuntamento quadriennale più importante a livello internazionale dell’illuminazione scenografica che viene organizzato da oltre 30 anni e che per questa edizione ha scelto la città di Firenze e i locali di Firenze Fiera. All’evento hanno partecipato i più importanti professionisti del settore provenienti da 25 paesi tra lighting designer, direttori di fotografia, artisti della luce, esperti di illuminazione scenografica oltre a 40 aziende e a giovani studenti. Di forte impatto scenico gli interventi relativi a show-lighting in teatro, nei grandi eventi, nel cinema, nei programmi televisivi fino alle installazioni scenografiche in architettura e nei parchi a tema.

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Notte di Note Al Rome Cavalieri Il resort capitolino in collaborazione con l’Accademia Filarmonica Romana lo scorso 21 giugno ha ospitato il concerto Rio do Brasil,

protagonista Evandro dos Reis (foto) – voce, chitarra e cavaquinho, strumento a corde usato in Brasile – che ha raccontato in compagnia del chitarrista Ewerton de Brito e del percussionista Neney Santos, la storia di un viaggio pieno di allegria e vitalità accompagnato dai ritmi e dalle sonorità del samba di Bahia, la bossa nova di Rio, il forró del nord-est e il bumba meu boi dell’Amazzonia. Il Rome Cavalieri, insieme alla buona musica, ha proposto agli ospiti un aperitivo pre o una cena post concerto, con menu a tema ideati ad hoc da Fabio Boschero chef de L’Uliveto.

Centro America investe nel Mice La regione centroamericana rafforza il settore turistico legato al business, investendo oltre 328 milioni

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di USD per migliorare e ampliare la ricettività e le infrastrutture. Recentemente anche le compagnie aeree hanno inaugurato alcuni interessanti voli per collegare l’Europa al Centroamerica. In particolare il Costa Rica ha di recente iniziato la costruzione del Centro Nazionale di Congressi e Convegni. Il Presidente della Repubblica, Luis Guillermo Solís, con il Ministro del Turismo, Mauricio Ventura, assicura che con questa realizzazione il Paese sarà in grado di diversificare la propria offerta e predisporre nuovi prodotti turistici. Si stima un investimento di 35 milioni di USD e naturalmente sarà realizzato secondo criteri di sostenibilità ambientale. Si chiama Golfito Marina Village & Resort, si trova nella zona sud della Costa Rica e prevede di attirare yacht e amanti del mare da tutto il mondo. Costato 50 milioni di USD, è stato inaugurato dal Presidente

della Repubblica, Luis Guillermo Solís. La Autoridad de Turismo de Panamá (ATP) ha approvato un nuovo disegno per il Centro Convegni Amador, che sarà in grado di ospitare fino a 25.000 persone. Il nuovo design prevede un salone principale ideale per le fiere e le esibizioni e nuove e più ampi spazi. L’investimento stanziato è di 193 milioni di USD. Anche il Guatemala realizzerà un nuovo Centro e Distretto Convegni nella capitale, in grado di ampliare notevolmente l’offerta del servizio congressuale che comprenderà anche un hotel, un centro commerciale, una galleria d’arte, museo e un mercato artigianale. In Belize, Norwegian Edge, il programma di Norwegian Cruise Line per portare standard di servizio più alti in mare aperto, è impegnata con il lancio della nuova destinazione ecologica per crocieristi a Harvest Caye, a un paio di chilometri dalla costa meridionale del Paese. L’isola villaggio nel Mar dei Caraibi, dispone di un’ampia piscina, una laguna di acqua salata per sport acquatici, un ristorante sulla spiaggia, un porticciolo con area ristoro e bar, uno shopping village e anche la possibilità di un eccitante percorso sospeso attraverso l’isola, The Flighthouse. L’investimento è stato di 50 milioni di USD. Secondo il Ministro del Turismo e dell’Aviazione Civile del Belize, Manuel Heredia, l’investimento ha generato 500 impieghi diretti e oltre 1500 di posti di lavoro indiretti.


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PUBBLICITĂ€ Direzione Marketing e Commerciale Communication Agency Int. srl Tel. 02862327 - direzionemarcom@communicationagency.it Lombardia, Toscana, Abruzzo, Piemonte e Umbria 1 Emilia Romagna, Sardegna, Marche e Lombardia ) 5 Liguria, Puglia e Basilicata 4 4 Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia % 6 Lazio 8 - ; . . 6 ; < (

0 7 ; 7 ; Campania ( - :: ,! 7 < 8 < 1 ; + 0 7 :: - 2 9 ,6 < 3; + 7 2 Sicilia e Calabria 4 : 9 & 8 8 3 / : Valle d’Aosta, Molise e Enti del Turismo Stranieri 4 : 9 & 8 8 3 / : Croazia, Slovenia, Rep. Ceca, Germania, Austria / . 0 0 0 ; ; ;2

Tiratura del presente numero: 8020 copie

Associato a

Gli articoli firmati esprimono unicamente il pensiero degli autori. Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono Š by Communication Agency, Milano 2002 ¡ Ăˆ VIETATA LA RIPRODUZIONE DEGLI ARTICOLI Reg. Trib. Milano n. 447 del 09/8/95

A.N.E.S.


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INDIRIZZI

In questo numero abbiamo parlato di... GSC SERVIZI SCARL Via Ancilla Marighetto 65 00166 Roma Tel.0630993939 fax 0670614373 www.gscservizi.it

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Il Vostro indirizzo è utilizzato esclusivamente per l’invio di questa rivista. Il Titolare del trattamento dei dati è: Communication Agency Int. Srl. Ricevete la rivista perché i Vostri dati sono presenti sul nostro data base e perché abbiamo individuato in Voi e nella Vostra Azienda il target del lettore più consono ai contenuti della nostra testata. È Vostro diritto richiederne la modifica o la cancellazione, secondo l’art. 7 del d.Lgs 196/2003, mediante una richiesta via email a: info@communicationagency.it.

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ABOLITI I VOUCHER. PROBLEMI PER GLI HOTEL? PACCHETTI TURISTICI. LE NUOVE REGOLE WELFARE NEL TURISMO

COME STA CAMBIANDO IL MONDO DELLE PR

Roberto Bernardone GSC

UNA RICERCA CONTINUA DELLA QUALITÀ

IL GOLD DIGGER DEL TERZO MILLENNIO

NEUROSCIENZE E MANAGEMENT. E DAVIDE BATTÉ GOLIA

CIRO VERROCCHI. I SEGRETI DI UNA PROFESSIONE CHE CAMBIA


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