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FORUM CAPITANK: SCIENZE DELLA VITA IN ABRUZZO, OPPORTUNITÀ PER UN NUOVO SVILUPPO: Una Mostra-Convegno capace di cogliere un’occasione imperdibile per dare visibilità al sistema del chimico farmaceutico Abruzzese.
COINVOLGIMENTO • business community nazionale e internazionale • i principali enti universitari e di ricerca italiani • i più impor tanti stakeholder del settore. 2 ATTIVITÀ IN PARALLELO Attività espositiva • le aziende di Capitank avranno l’oppor tunità di presentare le proprie soluzioni tecnologiche, il frutto della propria ricerca, i progetti che necessitano di par tnership istituzionali o private. Convegno “FORUM CAPITANK: Scienze della Vita in Abruzzo, opportunità per un nuovo sviluppo” • verranno discussi i principali temi relativi alle attività di Capitank.
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CON V EGNO
FORUM CAPITANK: SCIENZE DELLA VITA IN ABRUZZO S A B ATO
29 AGOSTO EXPO - PADIGLIONE ITALIA dalle 10,30 alle 13,30
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AGENDA
10,30
L’esperienza del Polo Capitank Enrico GIAQUINTO - V. Presidente Capitank
10,50
L’innovazione di processo come fattore di competitività del settore Farmaceutico Eugenio STARITA - Alfa Wassermann
Presentazione di casi studio di «Automazione industriale» Pierluigi BEOMONTE ZOBEL (Prof. UNIAQ -Novatec) 11,20
La sostenibilità ambientale Ercole Cauti - Direttore Capitank
Presentazione di casi studio (Carbon Footprint –Gestione rifiuti –Monitoraggio della qualità delle acque) Francesco D’Alessandro - Galeno
11,50
La ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale in ambito biotecnologico Edoardo Alesse - Presidente Capitank
Presentazione di 2 progetti di ricerca Domenico Ciambrone - NRGSYS
12,20
TAVOLA ROTONDA CON LA PARTECIPAZIONE DI: Luciano D’Alfonso -Presidente della Regione Abruzzo Leonardo Mastropasqua - Direttore CNAT -Centro Regionale di Eccellenza in Oftalmologia Eugenio Aringhieri - CEO Dompé Alessandro Lambiase - Direttore Scientifico Edoardo Alesse - Presidente Capitank Private Equity - tbd
MODERATORE: Enrico CASTELLI –TG 1 L’oggetto della tavola rotonda è la presentazione dell’accordo «Abruzzo Regione della Vista». Si dibatterà di: • Accesso alle cure mediche/Qualità della vita • Vista ed alimentazione. Chiusura dei lavori: ore 13,30
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I PROGETTI PILOTA
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1.
SPERIMENTAZIONE DI UNA PIATTAFORMA SEMPLIFICATA DI GESTIONE E TRACCIAMENTO DEI RIFIUTI LIQUIDI
Il Progetto propone una soluzione innovativa per il Sistema di TracciabilitĂ dei Rifiuti Speciali Liquidi dalla produzione al destino finale attraverso tutti i nodi della filiera di gestione, avvalendosi di strumenti di tracciamento basati su tag a radiofrequenza, dispositivi di tracciamento del percorso, un sistema informatizzato sempre disponibile sia da postazioni fisse che mobili e delle speciali misure anticontraffazione costituite da un gel che opera come un sigillo per il tag a radiofrequenza, prodotto appositamente per questo scopo, e uno studio ingegneristico per dispositivi di controllo ottico applicabili ai contenitori usati durante le fasi di traspor to. 7
2.
NUOVI METODI DI CONTROLLO PER IL MIGLIORAMENTO DEL RISCHIO MICROBIOLOGICO Gestione e valutazione del rischio Legionellosi negli impianti di distribuzione delle acque.
Il progetto si pone come obiettivo la realizzazione di un sistema di controllo, gestione e valutazione del rischio legionellosi negli impianti di distribuzione delle acque, mediante la messa a punto di metodi innovativi di laboratorio e la realizzazione di un applicativo nuovo e strettamente integrato ai metodi di laboratorio, per la gestione del Water Safety Plan, in accordo con le linee guida dell’OMS : • System assessment: identificazione dei potenziali rischi di esposizione sia per il lavoratore che per la popolazione sulla base dello studio dell’impianto esistente o in fase di progettazione. • Monitoring: identificazione e monitoraggio delle misure di controllo utilizzate per assicurare la qualità dell’acqua (controllo della temperatura, pH, biofilm, livelli dei biocidi, TOC, ossigeno disciolto e rilevazione di organismi). Gestione integrata dei sistemi di sanificazione (erogatore di biocidi, lampade UV, flussaggio automatico, etc.) • Managment and communication: documentazione della valutazione del sistema e del monitoraggio. Descrizione e documentazione delle operazioni di manutenzione e controllo sia in condizioni normali, che in situazioni di rischio. 8
3.
SVILUPPO DI IMMUNOCONIUGATO PER IL TRATTAMENTO DEI TUMORI SOLIDI UMANI E DI UN INNOVATIVO SISTEMA DI RILASCIO DEL FARMACO IN SITU
Nel progetto, i proponenti intendono disegnare, costruire e saggiare un nuovo immunoconiugato di tipo “non internalizzante”, costituito da un anticorpo monoclonale, che riconosce in modo specifico la proteina LGALS3BP presente nell’ambiente tumorale e dal DM1, un potente farmaco antitumorale. Parallelamente sarà sviluppato un innovativo metodo di somministrazione in situ dell’immunoconiugato, da usarsi successivamente ai trattamenti chirurgici, basato su un filo di sutura migliorato avente sistemi di rilascio di farmaci realizzati in forma di serbatoio o struttura equivalente (carrier o reservoir). 9
4.
NUOVI LIPIDI ATTIVI COME BIOMARCATORI E BERSAGLI TERAPEUTICI PER FARMACI INNOVATIVI NELL’OSTEOGENESI
L’obiettivo del progetto è di individuare uno o più marcatori di utilità diagnostica per testare molecole innovative modulatorie dei meccanismi di osteogenesi e sviluppare uno o più bersagli per terapie innovative di malattie a carico del rimodellamento osseo. Tale finalità sarà raggiunta grazie alle competenze dei proponenti ed alla consulenza tecnicoscientifica con l’unità dell’Università Campus Biomedico ed il Centro C4T che disegneranno nuove molecole e metteranno a disposizione del progetto innovativi e selettivi modulatori, già brevettati, del SE che riveste un ruolo nel rimodellamento osseo. L’effetto farmacologico verrà studiato sul processo osteoblastogenico ed osteoclastogenico ottenuto in vitro operando con cellule staminali umane di derivazione amniotica e su un modello murino di osteoporosi indotta. I risultati ottenuti potrebbero confermare un ruolo di queste nuove molecole nell’ambito dei meccanismi di rimodellamento osseo, consentendone l’uso a finalità di ricerca per lo sviluppo di nuovi farmaci da produrre su larga scala con applicazione nel campo delle patologie ossee (i.e., osteoporosi). L’utilizzo di queste nuove molecole potrebbe anche permettere lo sviluppo di biomateriali arricchiti con nuove molecole correlate al SE, da utilizzare nel settore or topedico ed odontoiatrico. 10
5.
MINI SMART ORAL SOLIDS HANDLING (MINISOSH)
Il progetto pilota miniSOSH si propone di approfondire la problematica della movimentazione dei solidi orali, come compresse e capsule, all’interno di stabilimenti produttivi per la manifattura di forme farmaceutiche solide. L’obiettivo generale è di individuare applicazioni di interesse per aumentare l’efficienza del processo, con tecnologie in uso nell’automazione industriale, ed i livelli di sicurezza nella manipolazione di questi prodotti farmaceutici, per una maggiore salvaguardia degli operatori di produzione. La problematica verrà studiata ed approfondita per quanto attiene alla movimentazione dei solidi orali, ed in par ticolare finalizzata ad operazioni specifiche come il riempimento di bassine, che sono macchine per l’applicazione di film di rivestimento, di ampia diffusione nella manifattura di solidi orali, con cps contenute in fusti. Il progetto miniSOSH punta a sviluppare know-how per una applicazione di movimentazione già individuata: una macchina intelligente per il caricamento e lo svuotamento di fusti di compresse in bassina. E E E
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Il caricamento delle bassine con fusti di cps, del peso di circa 40 kg, è un’operazione che oggi viene eseguita: • manualmente da 2 operatori, con evidenti problemi di sicurezza dato il peso del fusto; • con macchine di sollevamento e rotazione del fusto, che però risultano ingombranti e lente nell’esecuzione dell’operazione. La macchina che si vuole sviluppare ha queste caratteristiche principali: • caricamento del fusto di 40 kg con un solo operatore impegnato; • carico “percepito” dall’operatore nel sollevamento minore di 4 kg; • sistema compatto ed ergonomico;
6.
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TOPIC Tecnologie e metodi per la valutazione dell’impronta di carbonio
Il tema dei cambiamenti climatici è diventato sempre più prioritario nella vita delle persone e nei programmi delle aziende, nonché nelle politiche europee, nazionali e regionali di sviluppo. Le richieste di quantificazioni delle emissioni di carbonio sono in continua crescita, infatti, la sensibilità nei confronti dell’impatto ambientale prodotto dalle proprie attività è crescente. Nello specifico, la Carbon Footprint misura il contributo che le attività umane producono sull’effetto serra, espresso CO2eq. La Carbon Footprint di un prodotto o servizio misura la quantità di CO2e associabile alla produzione di un prodotto o all’erogazione di un servizio. E E E
Le emissioni di gas-serra potrebbero già contrarsi con semplici e appropriati cambiamenti nello stile di vita come ad es. la scelta di guidare un’automobile ibrida in alternativa ad un SUV, oppure utilizzare mezzi quali la bici per piccoli spostamenti dentro la città, o semplicemente organizzare un car sharing o un car pooling per raggiungere gli stessi luoghi da par te di più persone. Una spinta molto impor tante proviene anche dalla nuova programmazione europea 2014-2020 che ha tra i suoi obiettivi un’ “Agenda per la sostenibilità” in merito a clima, energia e mobilità. E questo la dice lunga sull’attenzione che ha questo tema. Fra tutti gli aspetti che toccherà il progetto, in par ticolare esso avrà un ruolo molto impor tante in alcuni benefici che riguarderanno: • le riduzione delle emissioni di carbonio prodotte dalle organizzazioni; • lo svolgimento di un monitoraggio completo dei dati circa l’uso dell’energia che sia comparabile nel corso degli anni e che permetta di avere una quadro chiaro circa le emissioni che si producono; • l’avere la possibilità di pianificare un risparmio in termini economici grazie ai dati raccolti e monitorati; • la promozione del lavoro svolto attraverso l’immagine/visibilità data dal progetto e sensibilizzare l’opinione pubblica (aziende, scuole, comuni, ecc…) sui miglioramenti ottenuti e su quelli ottenibili attraverso convegni, workshop, diffusione su mezzo stampa, training o percorsi formativi. La misurazione della Carbon Footprint di un prodotto o di un processo richiede in par ticolare l’individuazione e la quantificazione dei consumi di materie prime e di energia nelle fasi selezionate del ciclo di vita dello stesso. A questo proposito l’esperienza degli ultimi anni suggerisce che il label di carbon footprint è percepito dai consumatori come un indice di qualità e sostenibilità delle imprese. Le aziende, oltre a condurre l’analisi e la contabilizzazione delle emissioni di CO2, si impegnano a definire un sistema di carbon management finalizzato all’identificazione e realizzazione di quegli interventi di riduzione delle emissioni, economicamente efficienti, che utilizzano tecnologie a basso contenuto di carbonio. Le misure di riduzione possono essere integrate dalle misure per la neutralizzazione delle emissioni (carbon neutrality), realizzabili attraverso attività che mirano a compensare le emissioni con misure equivalenti volte a ridurle con azioni economicamente più efficienti o più spendibili in termini di immagine (es. piantumazione di alberi, produzione di energia rinnovabile, etc.). Il progetto che s’intende presentare, s’inquadra in questo ambito di riferimento ed ha l’obiettivo generale di sensibilizzare sulla riduzione delle emissioni di carbonio attraverso l’obiettivo specifico di studiare, sviluppare e diffondere alcuni strumenti per l’analisi dell’impronta di carbonio. 13
7.
MONITORING ROBOT PER TELEDIAGNOSTICA IN AMBIENTI AD ALTO RISCHIO BIOLOGICO
Il progetto si propone di realizzare il prototipo di u8n sistema robotizzato per diagnosi cliniche in remoto da ambienti ad elevato pericolo biologico o ambientale azzerando i rischi per l’operatore sanitario. Il risultato del progetto sarà un robot non antropomorfo in grado, sotto controllo remoto, di: • Muoversi, superare o aggirare ostacoli; • Stabilire un efficace contatto visivo e comunicativo col soggetto in esame; • Effettuare un accurato esame obiettivo (ispezione visiva) del soggetto; • Effettuare i controlli strumentali di impor tanza più immediata utilizzando sensori contactless o semi contactless. Il progetto utilizzerà tecnologie allo stato dell’ar te e, grazie alla collaborazione di HR&S s.r.l (lettera di intenti, presidente prof. Giorgio Noera, in allegato), anche biosensori sviluppati nell’ambito della ricerca militare ed aerospaziale. 14
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La Oncoxx s.r.l., par tner del progetto, coprirà tutti gli aspetti direttamente ed indirettamente correlati con l’ ambito sorveglianza medica: • progettazione e sviluppo del framework di raccolta dati, tipo di dati desiderati, strategia di raccolta (sensori, modalità, frequenza ecc.) • trasmissione in modalità “fascicolo sanitario elettronico“ per raccolta centralizzata (disegno di standard, interconver tibilità con sistemi esistenti) • cloud repository, con disegno di modalità d’ accesso differenziato, doppia criptazione ecc. • integrazione con progetti complementari in ambito nazionale (Smar t Cities – Health@home, capofila Telecom e Università “La Sapienza” di Roma).
8.
BIOMARKER MOLECOLARI PREDITTIVI DELLA QUALITÀ OVOCITARIA: NUOVE PROSPETTIVE DIAGNOSTICHE PER LE TECNICHE DI PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA (PMA)
Il progetto, avvalendosi di conoscenze sulla manipolazione degli ovociti presso l’Università di Teramo e di tecniche di sequenziamento in dotazione all’Istituto Zooprofilattico (IZS) “G. Caporale” Abruzzo e Molise e all’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara consentirà di: E
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1.
Correlare pattern di mutazioni del mtDNA comuni tra ovocita e cellule del cumulo ooforo associato, all’infer tilità o all’invecchiamento. Il materiale biologico sarà selezionato secondo i criteri ripor tati nel paragrafo della Fattibilità tecnica, grazie all’attività di raccordo tra i centri di PMA. 2. Identificare se biomarker del genoma mitocondriale, predittivi di qualità della cellula uovo, possano essere rilevati in modo non invasivo su cellule di scar to quali le cellule del cumuloforo, senza danneggiare lo sviluppo post fecondazione della cellula uovo da cui derivano. Il presente progetto non prenderà in considerazione i globuli polari associati alle cellule uovo analizzate, dal momento che studi recenti hanno dimostrato un’assenza di correlazione tra cellula uovo e globuli polari (Gigarel et al, 2011; Gianaroli et al 2013). Tali biomarker potranno entrare nella pratica clinica dei laboratori di PMA nella scelta dell’ovocita, da affiancare alle valutazioni morfologiche oggi impiegate, al fine di selezionare gli oociti con buone performance di sviluppo embrionale generati con i protocolli di PMA. 3. Sviluppare successivamente semplici kit diagnostici basati su multiplexPCR o HRMA (High Resolution Melting Analysis), utilizzabili da tutti i laboratori di PMA.
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9.
PRODUZIONE DI CARICHE-ALIMENTAZIONI A CARATTERSTICHE STANDARDIZZATE E CERTIFICATE PER IMPIANTI A BIOGAS A PARTIRE DA RIFIUTI INDUSTRIALI BIODEGRADABILI E FORSU
Il Progetto ha come obiettivo principale la definizione di un processo di preparazione di cariche/alimentazioni a caratteristiche standardizzate e cer tificate per impianti a biogas anche con caratteristiche customizzate per il cliente finale. La materia prima che si vuole utilizzare è rappresentata da una base di Forsu (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani – e comunque l’umido della raccolta differenziata) da miscelare oppor tunamente con rifiuti biodegradabili del settore chimicofarmaceutico. Il progetto di ricerca dovrà arrivare alla definizione di un prototipo che dovrà simulare il processo industriale di preparazione delle cariche con la definizione della fattibilità tecnicoeconomica ambientale (analisi LCA e del carbon footprint). E
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Il Progetto intende avviare la sperimentazione per valorizzare alcune tipologie di rifiuti industriali,anche del settore farmaceutico, in co-digestione con la FORSU (che è potenzialmente a disposizione della GETA srl) per produrre delle cariche-alimentazioni con caratteristiche costanti di produzione di biogas da commercializzare ad impianti di produzione di biogas nel rispetto delle normative vigenti. Oltre alla definizione delle procedure e condizioni di processo per standardizzare queste cariche, l’attività di ricerca verrà anche incentrata sullo smaltimento di alcuni scar ti industriali, compreso quelli del settore farmaceutico, da individuare. L’idea nasce anche da alcune attività di ricerca svolte dal DIIIE, Università degli Studi dell’Aquila, in collaborazione con impor tanti realtà industriali del territorio abruzzese che stanno dimostrando come sia possibile la degradazione biologica di alcune tipologie di molecole di sintesi che oltre a creare un beneficio dal punto di vista ambientale, produrrebbero anche delle ovvie ricadute in termini di loro mancato smaltimento. In ogni i caso sia per la disponibilità della FORSU che per la commercializzazione del prodotto del trattamento esistono contatti ed accordi preliminari tra le par ti e la GETA srl. È stato anche individuato il sito dove potrebbe essere ubicato l’impianto di trattamento (nel territorio teramano) che prevede, da una prima stima, un investimento di circa 3.0 M€ con ovvie ricadute in termini economici ed occupazionali. Gli aspetti economici non vengono qui indicati per motivi di riservatezza ma si potrebbero ottenere ritorni dell’investimento dell’ordine dei 3 anni. 18
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