Benessere e Salute numero 2

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Gerenza BENESSERE & SALUTE Periodico Trimestrale edito dalla Asl Avezzano-Sulmona Anno I - Numero 2

Reg. Tribunale di Avezzano Registro giornali periodici n.8 del 06/11/2008 Direttore Responsabile Vittorio Tucceri

Progetto grafico ed impaginazione Studio Comunico 0862.401102 - www.comunico.aq.it Concessionaria Pubblicità Cartel S.r.l.

Stampa Multiprogress S.r.l. - Mosciano (TE)

Hanno collaborato Giovanni Cavallaro, Alessandra Cerone, Lora Cipollone, Alfonso Di Sipio, Elda Di Ciano, Angelo Gallese, Daniela Macera, Mariano Magrì, Paolo Manfreda, Carmine Marini, Francesco Murzilli, Vincenzo Novacco, Paola Tataseo, Anita Scarsella.

di Vittorio Tucceri

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A TAVOLA CON L’ESPERTO PER EVITARE VACANZE DA ULTIMA.. SPIAGGIA.

TERREMOTO/ IL ‘CUORE’ DELLA ASL NELL’APOCALISSE DELL’AQUILA

LA TESTIMONIANZA “NOI, PRIMI A SCAVARE TRA LE MACERIE”

RICERCA A SULMONA. NUOVI ORIZZONTI SULLA DIAGNOSI DELLA CELIACHIA

LA SCLEROSI AMIOTROFICA NON ‘PARALIZZA’ LA FORMAZIONE: BOOM DI ADESIONI AI CORSI PROFESSIONALI

MENO ERRORI COL RISCHIO CLINICO ALLERGIE: NE SOFFRONO 40 SU 100

IL CUORE DELLA ASL

NELLA CATASTROFE DELL’AQUILA

L’apocalisse del 6 aprile scorso, all’Aquila, ha inciso per sempre sulle nostre carni, lasciandovi un marchio dolorosissimo e incancellabile. Un evento che ha incrinato in modo irreversibile il nostro modo di vedere il mondo e le presunte, riposanti certezze di ognuno. Ma il devastante colpo di coda della natura su una città e una popolazione che non si è piegata sotto il colpo del k.o, ha infuso nelle vene anche uno slancio vitale, il desiderio di rialzare la testa, di combattere il mostro invisibile e micidiale. Tutto ciò ha innescato una corrente di solidarietà che ha percorso la Penisola da capo a piedi, suscitando unanime volontà solidaristica. Questo doveroso senso di vicinanza, fisica e morale, è emerso, forte e fiero, nelle prima fase di primissimo soccorso alle popolazioni colpite e, successivamente, con l’assistenza dei ricoverati in ospedale. In questo senso la nostra Asl, per vicinanza geografica, si è proposta come il naturale punto di riferimento dell’emergenza aquilana. Ed è qui, nell’esplosione di un dramma improvviso e terrificante, che l’apparato dell’Azienda sanitaria ha dato fondo a tutte le sue residue sacche di energia, mobilitando mezzi, uomini e risorse. Un impegno senza precedenti, andato ben oltre le possibilità

effettive degli organici, che ha dato anche il senso dell’efficienza e dalle potenzialità delle strutture sanitarie. Dalle cifre, riportate all’interno dei servizi, si evincerà la reale portata dello sforzo prodotto dai cinque ospedali e da tutto l’apparato sanitario dell’Azienda. Nell’assicurare l’indispensabile assistenza sanitaria, grande attenzione è stata prestata all’’anima’ spezzata dei terremotati, vale a dire ai traumi psicologici causati dal sisma. Anche sotto questo aspetto la risposta dell’Azienda sanitaria è andata oltre le aspettative. Tra i servizi dedicati a quel catastrofico 6 aprile, abbiamo inserito le voci di chi, per primo, ha visto con i propri occhi lo strazio di luoghi sfregiati dall’evento tellurico. Un modo, doloroso ma necessario, di tener desta l’attenzione su ciò che è accaduto. In questo secondo numero, ‘Benessere & Salute’ ripropone l’impostazione divulgativa che ha caratterizzato la sua nascita, nella consapevolezza che farsi capire dai cittadini/utenti sia un dovere irrinunciabile. Il lettore, oltre a tante notizie utili, troverà un’interessante inchiesta storica sugli ospedali: la conoscenza delle nostre radici è passaggio indispensabile per capire e vivere il presente.

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Informazione pubblicitaria a pagamento

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Denti: Le nuove tecniche

biotecnologia ed affidabilità in impLantoLogia oraLe Che cos’è l’implantologia? L’implantologia orale endoossea è una disciplina chirurgica che consiste nel posizionamento nell’osso delle arcate dentarie, parzialmente o totalmente edentule, di radici artificiali in titanio. Queste, grazie ad un processo di integrazione biologica con il tessuto osseo del paziente (osteointegrazione), vengono poi utilizzate come base di sostegno degli elementi dentari protesici sostitutivi. E’ una metodica sicura? A partire dagli anni sessanta l’impiego degli impianti è stato documentato in oltre 10000 studi scientifici. I pazienti trattati ogni anno in Italia sono oltre 400000, per un totale di più di un milione di impianti. Studi a lungo termine hanno inequivocabilmente dimostrato che la percentuale di successo degli impianti dentali dopo 15 anni è superiore al 96%. Quali sono i vantaggi? Dal punto di vista estetico e funzionale i denti supportati da impianti sono spesso indistinguibili dai denti naturali. Il principale vantaggio rispetto ai ponti tradizionali consiste nel fatto che con gli impianti non è necessario limare i denti adiacenti per prepararli a supportare i nuovi denti. La protesi totale su impianti è inoltre più confortevole perché non vi è necessità di coprire il palato con il materiale della protesi, con evidenti ripercussioni positive sul modo di parlare e di mangiare. Ci sono delle controindicazioni? Sì. Costituiscono controindicazioni assolute all’implantologia la presenza di anemia grave, immunodepressione, disturbi della coagulazione e diabete non compensato. In caso di malattie cardiovascolari, respiratorie o del sistema muscolo-scheletrico vanno valutati individualmente i rischi. Il fumo di sigaretta rappresenta una controindicazione relativa, ma è assolutamente consigliabile astenersi dal fumo da almeno una settimana prima ad un mese dopo l’intervento, in particolare se si è fatto ricorso a tecniche di rigenerazione ossea. Esistono limiti d’età? L’unica limitazione di età è rappresentata dall’attesa del termine di accrescimento delle ossa mascellari (circa 16 anni per le femmine e 18 per i maschi). Non esistono limiti superiori d’età, compatibilmente con le condizioni generali. Cos’è l’implantologia protesicamente guidata? Fino a qualche anno fa l’obiettivo della chirurgia impiantare era quello di posizionare gli impianti nei mascellari “cercando l’osso”, ossia regolando l’asse dell’impianto in base alla quantità di osso disponibile. Il risultato era quello che i denti supportati da impianti con asse e profondità di inserzione non corretti erano sì

funzionali, ma spesso non adeguati dal punto di vista estetico. Oggi, con l’ausilio di software dedicati e di particolari guide chirurgiche, gli impianti devono essere inseriti in zone ossee prestabilite e con assi precisi. L’implantologia viene dunque guidata dalla protesi e grazie ad una più precisa programmazione, possono essere raggiunti risultati estetici superiori. E se non c’è osso? A causa di traumi, resezioni chirurgiche o atrofie è talora assente l’osso alveolare mascellare necessario al posizionamento corretto degli impianti. Esistono oggi numerose tecniche di rigenerazione o di ricostruzione ossea. Si può far ricorso ad innesti di osso autologo, prelevato cioè dallo stesso paziente, oppure di materiale alloplastico. La rigenerazione ossea guidata con membrane e biomateriali, il grande e piccolo rialzo del seno mascellare, gli innesti ossei onlay ed inlay, la possibilità di effettuare osteotomie più complesse dei mascellari (inclusa la chirurgia ortognatica), la possibilità di allargare la cresta alveolare (split crest) sono solo alcune delle tecniche a disposizione del chirurgo per risolvere casi più complessi. Se le condizioni generali del paziente lo permettono e se non vi sono controindicazioni, si può oggi affermare che non esistono casi in cui gli impianti endoossei non possano essere inseriti. Gli impianti sono tutti uguali? No. Vi sono alcune ditte produttrici di impianti che hanno investito in ricerca ed offrono oggi superfici di rivestimento dell’impianto che abbreviano fino a 1 o 2 mesi i tempi di osteointegrazione (tempo necessario prima che l’impianto possa “essere caricato” con il dente definitivo). Purtroppo le ditte produttrici di impianti sono sempre più numerose ed alcune di esse, pur di produrre e commercializzare impianti a bassissimi costi, non offrono sempre prodotti scientificamente validati e garantiti. Quali sono le complicanze? Si tratta classicamente di un intervento molto semplice con scarsissima morbilità per il paziente, non scevro tuttavia da complicanze. Il mancato attecchimento dell’impianto è un evento possibile, ma molto raro in particolare in soggetti non fumatori. Le complicanze più gravi sono la sinusite mascellare, provocata da impianti parzialmente o totalmente inseriti nel seno mascellare, e la lesione del nervo alveolare inferiore, conseguente ad imperizia o ad errore di programmazione. Dott. Tito Marianetti Specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale titomatteo.marianetti@tin.it

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Alimentazione&Stile di Vita

Dalla responsabile di Dietologia, le indicazioni per una sana alimentazione

oK La dieta mediterranea no al “fai da te” L’OBESITÀ RIGUARDA LA FASCIA TRA I 35 E 55 ANNI MA SI VA DALLO SPECIALISTA A PARTIRE DAI 15. Nella foto a fianco la dott.ssa Anita Scarsella

AVEZZANO - 5 visite in più a settimana. All’ospedale di Avezzano, all’ambulatorio di dietologia, gli effetti della temuta ‘prova costume’ si fanno sentire. Le vacanze sono iniziate da tempo e l’esigenza di esibire un fisico adeguato si avverte. Soprattutto tra i giovani, ovviamente, anche se l’attenzione alla cura del proprio aspetto investe, in diversa misura,tutte le fasce di età. La dott.ssa Anita Scarsella è responsabile dell’ambulatorio di Dietologia dell’ospedale di Avezzano.

Qual è la fascia che si rivolge a voi per problemi di peso? In prevalenza, dai 35 ai 55 anni. Come si usufruisce del vostro servizio? Rivolgendosi al medico di famiglia.

L’obesità è sempre un fatto genetico? No. Sicuramente può avere una base genetica ma può dipendere dallo stile di vita che si adotta.

Tecnicamente, quando una persona è obesa? Quando l’adipe supera di oltre il 30% la massa corporea. E in sovrappeso? Fino al 25%.

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La prospettiva delle vacanze suscita nelle persone maggiore attenzione per la forma fisica? Certamente. Noi, come ambulatorio, abbiamo registrato, negli ultimi due mesi, una richiesta di almeno 5 visite in più a settimana. Non sono poche.

A quale età vanno dallo specialista? Da noi, già a 15 anni. Le teen ager sono assai sensibili ai problemi di peso. In genere si tende a seguire una dieta ‘autogestita’, senza l’ausilio dell’esperto. E’ corretto? No perché, oltre a una serie di considerazioni che andrebbe fatta, con la dieta fai da te si escludono alimenti importanti al fabbisogno calorico.

Quali sono gli immancabili consigli per la buona forma? Come suggerimento di carattere generale, va raccomandata la dieta mediterranea e sconsigliati i cibi esotici, per esempio il kebab. Evitare i condimenti grassi, propendere per quelli a crudo. Bene minestre con legumi l’olio d’oliva che è un ingrediente importante; naturalmente, frutta a verdura in abbondanza.


L’ATTIVITÀ DEL CENTRO ANTIOBESITÀ

iL 75% DEGLI UTENTI È COSTITUITO DA DONNE 350 VISITE L’ANNO. AMBULATORIO APERTO IL LUNEDÌ, DALLE 8.30 ALLE 11.30

L’ambulatorio di dietologia, all’interno del reparto di Medicina, gestito dal dott. Domenico De Blasis, è stato istituito nel maggio 1999. Fino all’anno scorso, l’ambulatorio era ubicato nel Distretto Sanitario di Avezzano, in via Monte Velino. E’ aperto il lunedì, dalle 8.30 alle 11.30 ed effettua, ogni anno, circa 350 visite l’anno.

In questa foto l’ambulatorio di dietologia

L’‘impatto’ della pasta sui nostri chili? Un primo a base di spaghetti va bene ma, naturalmente, dipende dalla quantità. La tabella calorica è individuale e va calibrata sulle caratteristiche personali. La carne? Non più di tre volte a settimana ma in una buona dieta non si può dimenticare un alimento importante come il pesce. Colazione, pranzo e cena: è ancora la giusta cadenza giornaliera per mettersi a tavola? Sì, rispettando l’indicazione dello specialista e consumando una cena ‘leggera’. In serata la giornata si avvia alla conclusione e si consumano meno energie.

Estate è soprattutto voglia di gelato.. Se non si è obesi e non si hanno problemi significativi di peso, gustare un gelato non comporta conseguenze. Del resto, noi cerchiamo di adottare una filosofia che concili il rispetto delle

prescrizioni caloriche con una dieta possibilmente gradevole. Insomma, l’obiettivo è quello di dimagrire senza eccessivi ‘travagli’.

Quanto dura un trattamento dietetico? Nei casi di grave obesità anche un anno. Sono sufficienti circa 6 mesi, invece, per casi più ‘leggeri’.

Qual è la percentuale di persone che, per mancanza di costanza o scarsa volontà, non porta a compimento la dieta? 3 su 10.

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Il Sisma dell’Aquila

Eccezionale sforzo dell’Azienda per gestire i traumi psicologici

PRendiMi L’anima

AVEZZANO: 21 PSICOLOGI ‘IN CAMPO’ SULMONA: 111 INTERVENTI IN 10 GIORNI.

Avezzano. Dal 6 al 17 aprile scorsi, 21 psicologi volontari hanno lavorato, senza interruzione, dalle 8.30 alle 21.00. Hanno collaborato i consultori familiari di Civitella Roveto, Luco dei marsi e Carsoli, attraverso l’opera della psicologa referente del servizio, Floriana De Michele, e delle assistenti sociali Donatella De Santis, Gina Salustri e Rita Martinelli. All’ospedale di Avezzano il picco dell’attività di sostegno psicologico - coordinata dal direttore sanitario Orm (ospedali riuniti Marsica), dott. ssa Lora Cipollone, è stato registrato nei primi giorni di attività, 6 e 7 aprile, con oltre 100 interventi. Il supporto psicologico è stato garantito sia ai terremotati ricoverati negli ospedali di Avezzano, Pescina e Tagliacozzo sia ai feriti provenienti dalle zone del terremoto. Gestione di ansia e panico (anche sui familiari dei ricoverati), supporto psico-sociale (vestiario, alloggi ecc.), ricongiungimento dei degenti coi familiari, sono solo alcuni dei numerosi aspetti su cui si è articolato il lavoro dell’équipe degli psicologi. Avezzano. Venerdì 10 aprile, giorno dei funerali delle vittime del sisma, ad Avezzano il pool di esperti ha

dovuto fronteggiare 10 casi di perdita di controllo emotivo, legati a disperazione o spersonalizzazione. Sulmona. 111 interventi nei primi dieci giorni del terremoto. E’ il numero di prestazioni, all’ospedale di Sulmona, effettuate nei successivi 10 giorni dal sisma a ricoverati e familiari. La ‘task-force’, che ha assicurato il servizio di assistenza psicologica, era composta da 4 operatori della Asl Alessandra Cottone, Rosa Elia e Rosaria Caparso, oltre alla coordinatrice Franca Valdo - e 5 dell’ordine degli psicologi della Regione. Gli operatori, per garantire il sostegno all’ospedale di Sulmona, hanno lavorato con doppi turni, mattina e pomeriggio. Seconda fase. Il 17 aprile scorso, ad Avezzano e a Sulmona, è scattata la fase due, dedicata all’assistenza di chi era ed è ospitato nelle tendopoli. “Grande impegno” “Tutto il personale dello specifico Servizio impegnato negli ospedali dell’Azienda”, dichiara il Direttore sanitario Asl, dott. Edoardo Romoli, “è stato straordinario e si è impegnato ben oltre il dovuto. Gli operatori hanno lavorato alacremente, senza risparmio, coprendo l’intera giornata lavorativa”.

625 RICOVERI, NEGLI OSPEDALI, DALLA PRIMA SCOSSA I dati aggiornati al 9 luglio scorso

Al 9 luglio erano 60 i ricoverati provenienti dalle zone terremotate, negli ospedali della Asl AvezzanoSulmona: 31 ad Avezzano, 19 a Sulmona, 6 a Pescina, 2 a Tagliacozzo, 2 a Castel di Sangro. La scheda riassuntiva, aggiornata al 9 luglio, per i singoli ospedali: Avezzano: totale ricoverati dall’inizio del sisma 343 di cui: 17 deceduti, 18 trasferiti in altri ospedali, 21 nelle residenze sanitarie, 10 dimissioni volontarie, 3 in strutture accreditate, 1 in altre strutture sanitarie, 242 dimissioni ordinarie.

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Sulmona: totale ricoverati dall’inizio del sisma 155 di cui: 2 deceduti, 4 trasferiti in altri ospedali, 10 trasferiti in residenze sanitarie, 5 dimissioni volontarie e 113 dimissioni ordinarie, 2 in altre strutture sanitarie. Tagliacozzo: totale ricoverati dall’inizio del sisma 39 di cui: 2 deceduti, 5 in Rsa, 6 in altri ospedali, 1 dimissioni volontarie e 23 dimissioni ordinarie. Pescina: totale ricoverati dall’inizio del sisma 66 di cui: 12 deceduti, 6 trasferiti in Rsa, 2 dimissioni volontarie, 40 dimissioni ordinarie. Castel di Sangro: totale ricoverati

dall’inizio del sisma 22 di cui: uno deceduto, 2 trasferiti in altri ospedali, 4 in rsa, 2 dimissioni volontarie, 10 dimissioni ordinarie, 1 in altre strutture sanitarie. Le prestazioni di pronto soccorso, complessivamente, sono state 788 di cui: 466 Avezzano, 196 Sulmona, 29 Castel S., 56 Tagliacozzo, 41 Pescina. I dati sono del Servizio Sanitario informativo, diretto dal dott. Leondino Mammarella.


Il Servizio Psicologia per adolescenti della Asl Avezzano-Sulmona ha allestito due spazi nel capoluogo abruzzese

dUe gaZeBo deL SipSia

all’oSPedale da caMPo dell’aQUila GIOVANI MARSICANI ASSISTITI PER TRAUMI POST TERREMOTO

AVEZZANO – Il Sipsia ha installato, nell’ospedale da campo dell’Aquila, due gazebo messi a disposizione e montati dalla Pro Loco di Borgo Incile di Avezzano. L’iniziativa tende a sostenere gli psicologi della Asl dell’Aquila. Assistenza per giovani Giovani marsicani- una decina in tutto coinvolti nel terremoto dell’aquilano, vengono assistiti dalla Asl AvezzanoSulmona, sul piano psicologico, dal-

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l’inizio del sisma. Il Servizio Sipsia (Servizio Interdipartimentale di Psicologia e Psicoterapia Adolescenziale) dell’azienda sanitaria, si è mobilitato per gestire i traumi causati dal terremoto sui giovani marsicani che hanno frequentato l’Aquila per motivi di studio o per altre ragioni e che sono rientrati in Marsica dopo l’evento tellurico. I ragazzi, di età compresa tra i 19 e i 25 anni, sono stati seguiti nel centro di via Montello, ad Avezzano.

5 gli operatori dell’Azienda sanitaria impiegati nel delicato supporto psicologico a beneficio di adolescenti e ragazzi. L’équipe della Asl era composta da tre psicologi, un assistente sociale e un amministrativo.

MANFREDA: “UN AIUTO AI COLLEGHI”

“Con l’allestimento dei gazebo”, dichiara Paolo Manfreda, “abbiamo voluto sostenere, sul piano logistico, i colleghi psicologi della Asl dell’Aquila che si trovano in una situazione di disorientamento, soprattutto per mancanza di spazi” “Abbiamo organizzato spazi per offrire sicurezza, ripristino di una referenzialità visibile e accessibile dell’attività psicologica e sociale per i pazienti già in carico e per le nuove emergenze”

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foto Remo Casilli - Flickr.com

La Storia

La drammatica testimonianza di un operatore dell’ospedale di Avezzano

QUegLi angeLi

cHe ScaVano Sotto le MaceRie A VILLA SANT’ ANGELO, UN PAESE DELL’AQUILANO COLPITO DAL SISMA, IL 6 APRILE L’AMBULANZA DELL’OSPEDALE DI AVEZZANO FU LA PRIMA AD ARRIVARE. UN PRESIDIO DI FORZE DELL’ORDINE SCONSIGLIÒ AL MEZZO DI PROSEGUIRE: C’ERANO MACERIE PER STRADA E UN PONTE ERA STATO DANNEGGIATO. MA I TRE OPERATORI SANITARI A BORDO DECISERO DI PROSEGUIRE. ERANO LE 6.30. TROVARONO SOLO SILENZIO E MACERIE. QUELLO CHE SEGUE È IL RACCONTO DI GIOVANNI CAVALLARO, CAPOSALA DI MEDICINA AD AVEZZANO, CHE ERA A BORDO DELL’AMBULANZA.

“L’asfalto della carreggiata era spaccato e, andando avanti, c’era la strada ingombra di macerie tanto che dovemmo scendere a rimuoverle in modo da consentire al nostro mezzo di transitare. Era la prima ambulanza che arrivava, dopo la notte del terremoto, a Villa Sant’Angelo: erano le 6,30. A un certo punto vedemmo un ponte percorso da crepe: lo superammo senza esitare: in quel momento non c’era il tempo e la possibilità di capire fino in fondo ciò era accaduto”. E’ il drammatico racconto di Giovanni Cavallaro, caposala di Medicina dell’ospedale di

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Avezzano, uno dei tre occupanti l’ambulanza che, per prima, arrivò in quel paesino dell’aquilano, un cumulo di macerie e di corpi senza vita.

All’alba arrivo all’Aquila

“Arrivammo al S. Salvatore”, ricorda Cavallaro, “e ci indirizzarono, per prestare i soccorsi, a Villa Sant’Angelo. Sapevamo del terremoto, dei danni, delle difficoltà ma solo nel momento in cui raggiungemmo il piccolo paese cominciammo a renderci conto della spaventosa gravità della situazione, a cominciare da quelle escrescenze dell’asfalto e

dalle fessure che avevano aperto la carreggiata. Un presidio di forze dell’ordine ci fermò e ci disse che era molto pericoloso proseguire. Andammo egualmente avanti, superando un ponte pericolante. Una volta entrati nel paese, fummo costretti a fermarci per la presenza di cumuli di calcinacci sulla strada. Liberammo la sede stradale come potemmo e l’ambulanza poté andare oltre. Ci rendemmo conto di essere stati i primi a violare il surreale silenzio del posto e a entrare tra le rovine che erano ovunque”.

“PIANGENDO, SI SCAVAVA CON LE MANI NEI CUMULI DI CALCINACCI, TROVAMMO ANCHE IL CORPO DI UNA BIMBA ”


Nella pagina accanto Giovanni Cavallaro e a lato il pronto soccorso di Avezzano

Un corpicino esanime.

“Ci mettemmo subito a scavare alacremente con le mani tra le pile di macerie. Estraemmo 17 cadaveri e componemmo le salme. Ho visto tanti morti durante la mia attività professionale, ma quella era una situazione spaventosa. Ricordo che, mentre recuperavamo i cadaveri, piangevamo, tutti. Scavando, rinvenimmo un piccolo corpo. Lo tirammo fuori, con disperata foga, e subito tentai di rianimarlo ma non c’era nulla da fare: la piccola era morta. Per pochi attimi, mi assalì l’angoscia e una specie di shock emotivo. Più tardi, in quella situazione d’inferno, provai a mettermi in contatto con la mia famiglia, che non sapeva dove fossi, ma i tentativi risultarono inutili poiché la Rete era fuori uso. Sono stato assalito da un’ondata di angoscia e disperazione: era essenziale poter avvertire i miei familiari”

“LO SFORZO DEGLI OPERATORI DELL’OSPEDALE, DURANTE L’EMERGENZA-SISMA, È STATO ECCEZIONALE”

che valga per tutto l’ospedale perché davvero nessuno si è risparmiato. Il nostro personale ha lavorato senza pause, tra le scosse che si ripetevano e

suscitavano inquietudine e paura. Raramente, in 35 anni di lavoro, mi era capitato di vedere tanti colleghi mettersi a disposizione in modo incondizionato”.

Ritorno Ad Avezzano

“Tornati ad Avezzano, il lavoro divenne frenetico. Dall’Aquila, dalle primissime ore del mattino, l’eliambulanza cominciò a fare la spola col nostro ospedale. Quel lunedì 6 aprile fu spiritualmente doloroso e fisicamente spossante. L’eliambulanza, all’Aquila, prelevava i feriti e li trasportava da noi; l’elicottero si posava sulla pista dell’ospedale e noi prendevamo in carico i feriti, li sistemavamo sulle barelle e poi li trasportavamo fino all’ospedale, al pronto soccorso. Solo quel giorno, tramite elicottero, vennero trasportati ad Avezzano circa 50 persone: fu un lavoro durissimo, al quale ci dedicammo senza risparmio. “Gli operatori meritano un encomio” “Tutti, medici, infermieri e altri operatori sanitari” aggiunge Cavallaro, si profusero senza sosta, all’esterno e all’interno del presidio, per gestire l’emergenza. La mobilitazione, in ospedale, è scattata alle 5 di lunedì 6 aprile e, dal quel momento, ho assistito a situazioni che mi hanno sorpreso e commosso quanto a dedizione e spirito di sacrificio. Parlo di ciò che ho visto nel mio reparto, Medicina, ma credo

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Procreazione Assistita

Si trova ad Avezzano una delle due strutture pubbliche della Regione.

120 Coppie in Un anno,

la Metà da altRe Regioni.

la Voglia di bebÉ PaSSa PeR l’oSPedale di aVeZZano TANTE RICHIESTE AL PRESIDIO MARSICANO. MOTIVI? LA PROFESSIONALITÀ DEI MEDICI E I COSTI RIDOTTI RISPETTO AI CENTRI PRIVATI

AVEZZANO - In un anno 120 coppie si sono rivolte all’ospedale di Avezzano al Centro di procreazione medicalmente assistita. Il Centro di Avezzano –una delle due strutture pubbliche in Abruzzo - è diventato un punto di riferimento per le coppie abruzzesi e non, visto che in larga misura giungono da altre realtà della Penisola. 60 trattamenti. Nel corso del 2008, il centro di procreazione medicalmente assistita, che opera all’interno del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Avezzano, diretto dal dott. Giuseppe Ruggeri, ha effettuato 60 trattamenti e assistito 120 coppie tramite la tecnica di primo livello. Quest’ultima consiste nell’inseminazione intrauterina, cioè nell’introduzione del liquido seminale nell’utero. La percentuale di successo è alta, in linea con gli standard internazionali dei centri specializzati. La metà delle coppie da altre Regioni. Gli utenti, per il 50%, provengono da altre Regioni, soprattutto dal Lazio. Il motivo è dovuto al fatto che le strutture pubbliche, che anche in Italia sono poche rispetto alle richieste, consentono di farsi curare a costi notevolmente inferiori rispetto a quella private. Per questa ragione il Centro di Avezzano è diventato, nel 2008, polo

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di attrazione per coloro che desiderano avere un figlio. Ticket ordinario. Per usufruire dell’assistenza della struttura dell’ospedale di Avezzano è sufficiente pagare un ticket, come per altre prestazioni sanitarie. Il potenziamento dell’attività consentirebbe di far compiere, al reparto di Ostetricia e Ginecologia di Avezzano, un notevole salto di qualità. Oltretutto, nel corso del 2008, c’è stata una crescita dell’attività chirurgica e di assistenza agli utenti del reparto.


Si auspica quindi il nulla osta della Regione “con cui i vertici Asl hanno recentemente avuto contatti”. Gli altri due livelli. Il secondo livello consiste nella fecondazione in vitro (ricovero di 3-4 giorni e procedure in regime day surgery). Il terzo livello prevede il prelievo di spermatozoi (procedure ambulatoriali) direttamente dal testicolo dell’uomo, nei giorni precedenti a quelli in cui viene effettuato, nella partner femminile, il prelievo ovocitario. Lo staff. Attualmente le procedure mediche e di laboratorio sono affidate, rispettivamente, al prof. Roberto Marci e al tecnico di laboratorio Domenichella Alfonso.

Sopra: il Direttore Amministrativo della Asl, Francesco Ventura In basso il dott. Giuseppe Ruggeri

IL PRIMARIO “CON GLI ALTRI DUE LIVELLI AVREMMO L’80% IN PIU’ DI PAZIENTI”

“L’eventuale avvio del II° e III° livello” dichiara il Direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia, il dott. Giuseppe Ruggeri, “potrebbe portare ad un incremento di almeno l’80% dei trattamenti ad Avezzano. Ciò si tradurrebbe in un beneficio economico per la Asl che potrebbe così acquisire ulteriori risorse finanziarie. Attualmente, non potendo garantire il II e III livello, molte coppie sono costrette, loro malgrado, a rivolgersi a centri privati, più costosi, oppure ad Asl di altre Regioni”

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Giovani e Droga

Sulmona: il ‘ritratto’ del paziente in cura al Sert

FUma CannaBiS, iniZia a 12 anni è oPeRaio

SONO LE CONCLUSIONI DI UNA RICERCA CONDOTTA SU 91 SOGGETTI IN TERAPIA

SULMONA - Comincia a far uso di droga a 12 anni, mosso dalla curiosità, consuma in prevalenza cannabis, nel 46% dei casi è operaio, nel 50% possiede la licenza media, appartiene a una fascia media di 32 anni. E’ la ‘fotografia’ scattata dal Sert di Sulmona della Asl, diretto dalla dott.ssa Elia Dora Di Ciano, che ha condotto una ricerca, attraverso un questionario, su un campione di 91 utenti sui 247 complessivamente in cura al Sert.

La mappa territoriale.

Il 44% degli utenti in cura risiede a Sulmona, il 13% a Pratola Peligna, l’11% a Castel di Sangro e il 4% a Raiano. Complessivamente il 95% risiede nella provincia di L’Aquila mentre il restante 5% nella provincia di Pescara.

Il profilo.

La figura professionale più colpita è l’operaio (46%); molto staccati studenti (5), imprenditori, profes-

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sionisti e artigiani (3,8%) e impiegati (2,5). Il 21% è disoccupato o cerca lavoro.

La prima volta a 12 anni.

Iniziano a usare sostanze stupefacenti a 12 anni. Tuttavia, la fascia d’età di primo approccio con la droga può arrivare fino a 21 anni.

Titolo di studio.

Il 50% del campione preso in considerazione possiede la licenza media; solo l’1% è laureato o in possesso di licenza elementare.

Tipi di sostanze.

La più usata è la cannabis (79%), seguita da eroina fumata (11) e cocaina (3).

Perché si comincia. Influenza di

sotto del 5%.

Perché si decide in andare in cura.

La ragione principale, che spinge ad avvalersi del Sert, è costituita da decisioni personali o consigli di altri (65%). Solo nel 5% dei casi, c’è la pressione della famiglia o la segnalazione del medico curante (3).

Quando si va alla Asl.

Dalla prima dose all’effettivo ricorso al Sert, trascorrono mediamente 10 anni. Per questo motivo è emersa la necessità di attivare un centro

amici o conoscenti (58%). Curiosità (57%), eventi drammatici (lutti ecc.), problemi familiari e disagio psichico sono attestati al di La dott.ssa Di Ciano


INFOUTILI di consulenza anonimo e gratuito per facilitare la richiesta di aiuto, in modo da ridurre il lungo arco di tempo che passa dal primo consumo all’effettiva presa in carico del soggetto da parte del Servizio. Prima di decidere di farsi aiutare dalla struttura Asl, il 70% degli intervistati ha provato a disintossicarsi da solo, il 14 % con l’aiuto del partner, il 12% ha tentato una terapia con farmaci sostitutivi e solo il 4% si è rivolto al medico di famiglia. “L’obiettivo dell’indagine”, dichiara la dott.ssa Di Ciano, “era fornire risposte sull’esito dei trattamenti effettuati al Ser.T. e comunità, sul coinvolgimento dei famigliari e sulla presenza di disturbi associati alla tossicodipendenza. Per pianificare i programmi di prevenzione e riabilitazione è prevista un’intesa tra il Sert di Sulmona e alcuni Comuni per l’istituzione di una conferenza permanente aperta ad altre amministrazioni ed istituzioni.”.

SERT

ORARI & SERVIZI

La struttura di Sulmona è aperta dalle ore 7:30 alle ore 14:30, dal lunedì al sabato. Il mercoledì e il giovedì è aperto anche il pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 18:00, previo appuntamento e per le sole prestazioni psico-sociali (colloqui individuali e gruppi di auto-aiuto). Nei giorni festivi, l’orario di apertura è dalle ore 8:00 alle 12:00. Il mercoledì, dalle ore 11:00 alle ore 13:00, nel Distretto sanitario di Castel di Sangro, effettua attività ambulatoriali, con medici e psicologi.

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La tutela sanitaria dei dipendenti ASL

coSa fa

La SorvegLianZa aZiendaLe IL SERVIZIO SALVAGUARDA LA SALUTE E LA SICUREZZA DEI LAVORATORI, IN RELAZIONE ALL’AMBIENTE DI LAVORO, AI FATTORI DI RISCHIO PROFESSIONALI E ALLE MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ LAVORATIVA

Il compito del Servizio è prevenire le malattie professionali dei dipendenti attraverso visite, esami e controlli periodici. In base all’esito degli accertamenti, il medico Competente rilascia il certificato d’idoneità; quest’ultimo, in sostanza, attesta che il lavoratore non è affetto da patologie che gli impediscono di svolgere le proprie mansioni. L’idoneità può essere permanente o temporanea: in quest’ultimo caso, va verificata periodicamente. In determinati casi (es: allergie a una sostanza) il dipendente può essere adibito a compiti diversi. Le comunicazioni, relative al giudizio di idoneità del medico competente, vengono trasmesse alla Direzione dell’Azienda e al dirigente del servizio interessato. I controlli. Se il medico riscontra la non idoneità permanente, la posizione del

FOCUS

dipendente va riconsiderata, con eventuale trasferimento ad altro tipo di funzioni; nei casi più gravi, c’è il licenziamento. Le visite, prescritte dal Servizio, sono obbligatorie e il dipendente, in caso di rifiuto, incorre in sanzioni penali e, ovviamente, nel rischio di perdere il posto di lavoro. I rischi sanitari. Sono principalmente tre: biologico, fisico e chimico. Il primo riguarda la contaminazione dovuta a batteri, virus e altri agenti patogeni. Il rischio fisico, invece, è legato allo svolgimento di alcune attività professionali che espongono il soggetto a rischi quali: videoterminali, movimentazione e radiazioni ionizzanti. Il terzo, quello chimico, attiene alla manipolazione o alla presenza, nell’ambiente in cui si opera, di sostanze tossiche (es: agenti chimici utilizzati nei test del Laboratorio analisi e

Oncologia). Gli accertamenti, riguardando tutti i dipendenti, si estendono agli amministrativi che, per lo più, vengono sottoposti a visite oculistiche in quanto esposti al rischio videoterminale. L’articolazione del Servizio Del rischio radiologico, dovuto a radiazioni ionizzanti (gruppo B), si occupa la dott.ssa Macera, responsabile del Servizio e coordinatrice di altri due medici competenti che la affiancano nel lavoro: il dott. Gabriele Verdecchia e la dott.ssa M. Teresa Marronaro. Il primo opera nel territorio della Marsica, la seconda del comprensorio Sulmona-Castel di Sangro. Ogni anno vengono effettuate visite sui dipendenti dei 5 ospedali della Asl che lavorano in Radiologia o in ambienti lavorativi in cui vi sono radiazioni. I controlli – e le conseguenti prescrizioni di esami e test – riguardano medici, infermieri e ope-

UN ARCHIVIO CON OLTRE 2.200 CARTELLE AVEZZANO - Un archivio di 2243 cartelle sanitarie. Ogni fascicolo ‘fotografa’ la salute del singolo dipendente della Asl Avezzano-Sulmona. Un ‘passaporto’ indispensabile che certifica l’idoneità al lavoro. L’inizio della costruzione dell’archivio – vasto, articolato e capillare - risale al 2003.

Da quell’anno il Servizio Sorveglianza sanitaria aziendale, diretto dalla dott.ssa Daniela Macera, medico competente, specialista in Medicina del Lavoro e responsabile del coordinamento medici competenti, ha attuato un’azione di monitoraggio sanitario su tutto il personale della Asl.

CONTIENE LE INFORMAZIONI SULLA SALUTE DI TUTTI I DIPENDENTI DELLA ASL

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La dott.ssa Macera con i collaboratori Lino Cipollone e Diana De Michelis.

ratori del settore. Staff Il Servizio, oltre agli operatori citati, dispone di due caposala all’ospedale Avezzano, Lino Cipollone e Diana De Michelis (nella foto con la Macera) e di un’infermiera a Sulmona, Marcella Gatti. Le malattie professionali più frequenti Sono legate in prevalenza alla cosiddetta movimentazione

dei carichi. Tali patologie interessano soprattutto il personale infermieristico ota (operatori tecnici ausiliari) e oss (operatori socio sanitari) che devono frequentemente sollevare o spostare i degenti all’interno di un reparto, di un ospedale o di altra struttura sanitaria. Operazioni che possono causare problemi alla colonna vertebrale quali discopatie, ernie ecc.

INIZIERANNO A SETTEMBRE E RIGUARDERANNO CIRCA 2.000 DIPENDENTI ASL

CORSI OBBLIGATORI CONTRO ALCOL E STUPEFACENTI Corsi per dipendenti contro alcol e tossicodipendenza. La Asl, a Settembre, avvierà seminari di informazione a beneficio di circa 2.000 dipendenti, in attuazione della legge in materia di accertamenti di assenza di alcol-dipendenza e di tossicodipendenza o di assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope previste dal T.U. di Sicurezza sul Lavoro, DL 81/2008. In sostanza, l’iniziativa tende a verificare l’assenza di abuso di alcol e l’uso di stupefacenti in modo da garantire condizioni di sicurezza sul

lavoro. Il corso è obbligatorio per il personale con mansioni sanitarie, per chi svolge attività di trasporto, all’interno dell’Azienda, e per chi è preposto alla sicurezza in impianti a rischio di incidenti rilevanti. “Si può senz’altro affermare”, dichiara la Macera, “che il consumo non moderato di sostanze alcoliche o l’uso di sostanze stupefacenti ha importanti conseguenze non solo sulla salute della popolazione ma anche sulla possibilità di svolgere qualsiasi lavoro in condizioni di sicurezza. Tali condotte sono sempre più al centro dell’attenzione e degli interventi delle istituzioni che, a questo riguardo, hanno promosso negli ultimi anni un numero cre-

scente di interventi preventivi e informativi ed hanno emanato specifiche disposizioni di legge che vedono coinvolta in modo rilevante la figura del Medico Competente. Oltre alle implicazioni prettamente cliniche, infatti, l’abuso di alcol e il consumo di stupefacenti, nel contesto lavorativo, sono associati ad un maggior rischio di infortuni (dal 10% al 30%), ad un incremento del numero di assenze dal lavoro, ad una maggiore precarietà, alla possibile interazione e/o potenziamento degli effetti di altri tossici presenti negli ambienti di lavoro, alla riduzione progressiva della capacità lavorativa”.

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Pubblicazioni Scientifiche

Lo studio, condotto all’ospedale peligno, apparso sull’importante rivista nazionale “Caleidoscopio”

SULmona

alla Ribalta

PeR Una RiceRca SUlla celiacHia L’INDAGINE APRE NUOVE PROSPETTIVE SU PREVENZIONE E DIAGNOSI Nella foto: il personale del Centro Pediatrico di celiachia dell’ospedale di Sulmona

SULMONA - Una ricerca, condotta all’ospedale di Sulmona, apre nuove prospettive nella diagnosi e prevenzione della Celiachia. Lo studio, effettuato da un’équipe del presidio peligno che ospita il Centro regionale di celiachia, ha suscitato l’interesse del mondo scientifico tanto da guadagnarsi una pubblicazione su un’importante rivista specializzata, il ‘Caleidoscopio’, che pubblica lavori di carattere monografico a scopo didattico su temi di Medicina. La ricerca. Ideata dai medici Francesco Bascietto, Camillo di Tommaso, Flavio Rispoli e Mariano Magrì, vi ha partecipato fattivamente anche il gruppo dei dott.ri Panfilo Cantelmi e Armando Capanna e della dott.ssa Paola Tataseo. L’indagine è stata realizzata in collaborazione con il gruppo dell’Istituto Superiore di Sanità. Il metodo. Lo studio, pubblicato sul n. 223 della rivista, dal titolo “Applicazione dei Microarray, le nuove metodiche di Biologia Molecolare’, apre nuove prospettive nella diagnosi e prevenzione della Celiachia, una delle malattie emergenti. Il lavoro è stato condotto su biopsie duodenali di pazienti celiaci,

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allo scopo di studiare la diversità dell’espressione genica in funzione della gravità della malattia stessa. Al momento sono stati individuati alcuni geni, coinvolti sia nella risposta immunologica sia nella regolazione delle giunzioni delle cellule intestinali. I dati ottenuti, attualmente oggetto di approfondimento, aprono la strada alla concreta possibilità di diagnosticare la malattia celiaca anche nei casi dubbi (soprattutto nello stadio A) ma soprattutto di fare maggiore chiarezza su alcuni aspetti in grado di predisporre a tale malattia. L’utilizzo della tecnica dei Microarray, esclusivamente a scopo di ricerca, riguardando la diagnosi della patologia, potrebbe portare a un miglioramento anche nello screening genetico fra familiari di primo grado di pazienti celiaci. Il centro regionale: 220 pazienti l’anno. E’ il volume di attività del Centro regionale di celiachia dell’ospedale di Sulmona, uno dei primi ad essere stato istituto nella Regione. Il Centro regionale celiachia è

un’integrazione di servizi che operano sinergicamente, e ormai in modo collaudato. Nella terapia, infatti, intervengono, ognuno per la propria competenza, pediatri, medici rianimatori, internisti, endoscopisti, laboratoristi, genetisti molecolari e radiologi. Su 220 pazienti, 40 sono residenti nella Valle Peligna. Cos’è la celiachia. La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale. Le forme cliniche possono essere molteplici. La forma tipica, i cui sintomi sono diarrea e arresto di crescita (prima dei due anni di vita), quella atipica che si presenta (anche in età adulta) con sintomi prevalentemente extraintestinali (ad esempio anemia), quella silente ha come peculiarità l’assenza di sintomi eclatanti e quella potenziale (o latente).


Prevenzione Progetto contro le insidie di internet sui minori

in ‘PoRto’ l’oPeRaZione ‘navigaZione SiCUra’ PER INIZIATIVA DI ASL E POLIZIA POSTALE Nella foto il team di lavoro

PRATOLA PELIGNA – Istruire i minori per difenderli dalle insidie della rete. Era l’obiettivo di navigazione sicura’, indirizzata alle scuole Medie per contrastare l’adescamento di minori. ‘Se li conosci li eviti’, questo il titolo del progetto, è stato promosso dalla Asl in collaborazione con la Polizia Postale di Pescara. L’iniziativa, svoltasi dal 13 al 27 febbraio scorsi, ha riguardato, complessivamente, 230 studenti delle seconde e terze medie. Raiano, Castelvecchio Subequo e a Pratola Peligna le tappe del progetto, che ha coinvolto anche genitori e insegnanti.

Il team di lavoro della Asl, coordinato dal Direttore Dipartimento Materno Infantile dott. Paolo Santarelli, era composto da: Dino Di Cioccio, Marina Coppola, Maria M. Di Fonzo, Giuseppina Polidoro, Stefano Colonna.

L’ASSISTeNTe SANITARIA COPPOLA

“SCARSA SENSIBILITA’ DA PARTE DEI GENITORI” “GIOVANI, INSEGNANTI E PRESIDI HANNO RISPOSTO BENE

RAIANO . “Serve maggiore sensibilità da parte dei genitori”. La dr.ssa Marina Coppola (foto), assistente sanitario, mette in evidenza un aspetto importante. “L’iniziativa navigazione sicura”, dichiara, “ha riscosso un ottimo successo, mettendo in evidenza, per la

prima volta, quali sono le problematiche dei minori nell’approccio col mondo della Rete. I giovani sono stati resi edotti dei pericoli legati a Internet e debitamente istruiti ,soprattutto in merito alle insidie dell’adescamento” “Il progetto”, prosegue, “ha avuto il

merito di coinvolgere insegnanti, presidi e genitori. Quest’ultimi, purtroppo, hanno denotato scarsa sensibilità su temi che pure dovrebbero interessarli, trattandosi di aspetti legati alla vita dei loro figli. Ci auguriamo che, nel futuro, vi sia una maggiore partecipazione”

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Cinema&Psiche

Un film, un dibattito

Il dott. Angelo Gallese e altri relatori.

normaLità&FoLLia DAL CENTRO IGIENE MENTALE UN MODO NUOVO DI PARLARE DELLE PATOLOGIE

AVEZZANO - “Riflettere sulla malattia mentale attraverso le emozioni veicolate dal grande schermo”. Il dott. Angelo Gallese, responsabile del Servizio Igiene mentale della Asl AvezzanoSulmona, riassume così il senso del dibattito “Normalità e follia”, svoltosi a novembre dello scorso anno al Castello Orsini, preceduto dalla proiezione del film ‘Shine’ di Scott Hicks (1996). Sono intervenuti, tra gli altri, la dott.ssa Maria Pia

Legge, Direttore Dipartimento Salute mentale Asl AvezzanoSulmona, e Vittorio Sconci, servizio psichiatria Asl L’Aquila. Folta presenza di pubblico nella sala del castello Orsini, composta per lo più da studenti delle Superiori, operatori dei servizi psichiatrici Asl e assistenti sociali. “Questa iniziativa”, ha detto il dott. Gallese, “è stata proposta per la prima volta ad Avezzano con l’intento di aprire un nuovo fronte di riflessione sulla malattia menta-

le. Il cinema si è occupato spesso di questo tema e così abbiamo voluto coinvolgere, su questo argomento, soprattutto i giovani”. Vittorio Sconci ha rimarcato un altro aspetto. “Con il film”, ha detto, “abbiamo voluto lanciare un segnale: superare il pregiudizio del disturbo mentale, condividendo con giovani e operatori sanitari un momento di confronto e stimolo”.

LA PELLICOLA

IL DELIRIO DEI PADRI SAPIENTE USO DEL PRIMO PIANO E PADRONANZA DELLA LUCE: LAVORO CHE SUSCITA EMOZIONE

AVEZZANO - Un lavoro di grande impatto emotivo che è anche una dissacrazione del modello della famiglia rispettabile in cui si annida il senso del possessodominio di un padre dispotico e intransigente, che riversa nel figlio (David) un inconsapevole, devastante desiderio di primeggiare, espropriandolo della propria identità. Il ragazzo, talento del pianoforte, pagherà a caro prezzo il delirio di superiorità a cui lo spinge il genito-

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re, precipitando, da adulto, nella follia. Attraverso una regia rigorosa e sorvegliata e un uso sapiente del primo piano, Hicks ci consegna una storia esemplare di folle quotidianità familiare, senza cadere nella tentazione della retorica. Un film che ha emozionato e costretto a riflettere: il silenzio calato nella sala (nella foto il pubblico), insieme al buio, è stata la migliore testimonianza della presa emotiva della pellicola.


Le nuove frontiere dell’Ortopedia

Due momenti del convegno a Tagliacozzo

ginoCCHio,

la PRoteSi RiVolUZionaRia coRRe SUll’aSSe PaRigi-tagliacoZZo PRESENTE IL LUMINARE FRANCESE ALEN CAZANEV, COLUI CHE HA IDEATO L’ARTICOLO SANITARIO, FIGURA DI SPICCO NEL PANORAMA INTERNAZIONALE. IL NUOVO PRODOTTO FACILITA IL MOVIMENTO DELL’ARTO.

Tagliacozzo - Eccezionale intervento, nel marzo scorso, all’ospedale di Tagliacozzo, dove, per la prima volta in Italia, è stata applicata una speciale protesi al ginocchio a due anziane pazienti per debellare la gonartrosi che colpisce anche giovani soggetti. L’innovativo articolo sanitario e’ stato ideato dal medico

L

francese Alen Cazanev, figura di spicco nel panorama internazionale. L’intervento è stato coadiuvato dall’èquipe dell’ospedale di Tagliacozzo del dott. Sergio Iarussi. Per l’occasione c’è stato un convegno a cui hanno partecipato esponenti dell’amministrazione ed esperti.

IARUSSI: “ARTICOLO INNOVATIVO”

“La protesi”, dice Iarussi, (foto) “ha caratteristiche speciali e consente un miglior movimento al paziente che si sottopone all’operazione. E’ stata applicata in Italia per la prima volta qui a Tagliacozzo. Tra gli altri vantaggi, la nuova protesi permette di realizzare interventi mini invasivi. Siamo davveri orgogliosi”, ha concluso Iarussi, “di aver potuto ospitare colui che ha inventato l’innovativo articolo sanitario, uno dei luminari di punta di tutto il panorama internazionale”.

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Gli Albori della sanità Marsicana

In questa foto il “Fate Bene Fratelli” alla fine dell’800

Ricostruzione storica nel volume del dott. Vincenzo Novacco

dUe FrateLLi e Un’eredità di 85.000 Lire

dalla PolVeRe degli aRcHiVi le oRigini del PRiMo oSPedale di aVeZZano IL PRESIDIO RISALE AL 1888, ERA UBICATO IN UN EDIFICIO NEI PRESSI DEL CARCERE S. NICOLA, AFFITTATO PER 600 LIRE L’ANNO.

In alto, la copertina del libro che contiene preziosi documenti storici

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Avezzano, 25 novembre 1867: muore Filippo Iatosti, appartenente a una delle famiglie ‘importanti’ della città. Siamo nell’Italia post unitaria. Pochi giorni dopo, viene aperto il testamento olografo di Filippo. Si individua, quale erede del lascito, il Comune di Avezzano, di cui è sindaco Nicola Iatosti, fratello di Filippo. Quest’ultimo stabilisce che, le sostanze citate nel testamento, vengano utilizzate per realizzare un ospedale che ‘allevi l’umanità sofferente’. Comincia così, nel 1867, la vicenda riguardante il primo ospedale del capoluogo marsicano. Lo stabile venne distrutto dal terremoto del 1915 e l’ospedale venne ricostruito dove è ubicato attualmente il Distretto sanitario di Avezzano, in via Monte Velino. La puntuale ricostruzione storica, ricca di atti e testimonianze, è contenuta nel volume pubblicato dal dott. Vincenzo Novacco, medico del reparto Oculistica dell’ospedale di Avezzano, autore di un paziente lavoro di ricerca. In questa vicenda le decisioni e i comportamenti dei due fratelli, Filippo e Nicola, danno adito a più di un interrogativo. Primo: perché Filippo sente la

necessità di fare testamento sulle proprietà della famiglia, escludendo il fratello Nicola? Se ci fosse stato accordo tra i due, sulla destinazione delle risorse del patrimonio familiare, evidentemente non ci sarebbe stata la necessità di lasciare per iscritto le proprie volontà. Forse che i due fratelli non andavano d’accordo, come ipotizza il dott. Novacco? Oltretutto, nel lascito, Filippo coinvolge la sorella Rosa ma esclude Nicola che, va ribadito, alla morte dell’autore del testamento, era sindaco di Avezzano. Il ruolo di Nicola è curioso per vari aspetti: egli, infatti, fu incaricato, dal fratello, di utilizzare le somme dell’eredità per organizzare l’ospedale. In definitiva, Filippo dispose il lascito al Comune e Nicola versò materialmente la somma a beneficio dell’amministrazione comunale. Entrambi, alla fine, concorsero a comporre il nome che oggi individua l’attuale ospedale di Avezzano. Il 20 dicembre 1866 segna l’atto di nascita dell’ospedale, come sancito dagli atti del consiglio comunale; il presidio fu allocato in un edificio di proprietà di Beniamino Di Clemente, per


L’AUTORe DeL LIBRO Un omaggio ai protagonisti dimenticati “Un’acuta curiosità sulle origini dell’ospedale e il giusto riconoscimento, attraverso la ricostruzione dei fatti, della generosità di persone che hanno dato un contributo determinante alla nascita della prima struttura ospedaliera”. L’autore del libro, il dott. Novacco (foto), spiega le ragioni che l’hanno indot600 lire d’affitto l’anno. La somma versata dal Nicola Iatosti al Comune, come controvalore dei beni lasciati in eredità da Filippo, fu di 85.000 lire. Fondamentali, nella nascita

to a darlo alle stampe, nel 2007. Per la ricerca delle fonti e dei documenti debbo ringraziare i responsabili dell’archivio di Stato dell’Aquila, sezione di Avezzano. Oggi le bianche mura dell’atrio dell’ospedale”, aggiunge, “non hanno nemmeno una piccola targa che ricorda Filippo e Nicola: non mi è sembrato giusto. Questo lavoro vuole essere una riparazione a una dimenticanza. Qualora l’interesse che ha suscitato in me la ricostruzione di questa storia fosse anche minimamente condiviso, credo che mi sentirei appagato e convinto di aver fatto qualcosa di utile”.

del primo ospedale di Avezzano, le figure di Emanuele Lolli, Tommaso Brogi, Ferdinando Ruggeri, Giuseppe De Clemente e, come segretario comunale, Nicola Carosella.

Il libro di Novacco, stampato in 2.000 copie, si può acquistare al bar dell’ospedale di Avezzano (prezzo 10 euro).

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Formazione Professionale

Avezzano. Sclerosi laterale amiotrofica: affollato corso formativo al Castello Orsini

SLa

Patto tRa aSl, coMUne e aSSociaZioni BOOM DI PARTECIPANTI

AVEZZANO – 5 casi nel territorio della Asl. 3 l’anno ogni 100.000 abitanti, con un incremento pari a 24 volte tra i calciatori. Sono i numeri scaturiti dal corso di formazione “Sla, Sclerosi laterale amiotrofica ‘Costruiamo insieme il futuro”, svoltosi a metà giugno al castello Orsini, promosso da la vita Onlus, Cittadinanz@ttiva, Tribunale dei Diritti del Malato, Associazione Volontari Ospedalieri Avo, ASL Avezzano Sulmona e Comune di Avezzano. Era presente, tra gli altri, il vescovo dei Marsi, mons. Pietro Santoro (foto). Per la Asl c’erano: il responsabile del Corso, prof. Carmine Marini, la responsabile Urp, Alessandra Cerone, il responsabile del Servizio formazione Aziendale, dott. Carmine Viola. Fisiopatologia e Terapia, supporto metabolico nutrizionale, nuove prospettive, problematiche respiratorie della S.L.A, sono alcuni degli argo-

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menti trattati durante i lavori. Tra i relatori, il Prof. Maurizio Inghilleri, dell’Università La Sapienza di Roma, Carmine Marini, docente di Neurologia all’Università dell’Aquila, il dott. Alessandro Galantino e Giovanni Cavallaro, esperto di tecniche infermieristiche. Il corso è stato accreditato dal Ministero della Salute, con riconoscimento di crediti formativi al personale della Asl che vi ha partecipato. Punto di informazione La Direzione Sanitaria Aziendale ha annunciato l’intenzione di istituire un punto di informazione per i pazienti che hanno concrete difficoltà a orientarsi in una realtà poco conosciuta quale quella rappresentata dalla Sla. L’obiettivo, insomma è dar vita a una vera e propria rete di ‘protezione’ socio-sanitaria. Boom di adesioni Alla segreteria organizzativa sono per-

venute 307 richieste di partecipazione ma è stato possibile accoglierne solo 155. Alla luce delle numerose istanze presentate, è probabile che l’iniziativa venga ripetuta. Strutture per l’assistenza. “Ci si può rivolgere ai servizi di neurologia dell’ospedale di Avezzano e degli ambulatori”, afferma il prof. Marini, “e, più in generale, ai Centri di riabilitazione esistenti nel territorio. La diagnosi viene effettuata attraverso un esame che si chiama l’elettromiografia. Oggi non esiste una cura risolutiva per la Sclerosi laterale ma una terapia che rallenta il decorso patologico e consente al malato di vivere di più”.

Per iniziativa dell’Ufficio Stampa aziendale

LA ASL SU RAI TRE

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I riflettori Rai sul corso di formazione sulla Sla. Il servizio è stato realizzato per iniziativa dell’Ufficio Stampa della Asl AvezzanoSulmona. Il dott. Romoli (foto) ha illustrato, tra le altre iniziative, il progetto per il nuovo hospice (struttura per malati terminali) che sarà realizzato nel 2010 all’interno dell’area del vecchio ospedale di Avezzano. Il prof. Marini, invece, ha parlato della patologia e dei servizi erogati da Neurologia dell’ospedale di Avezzano. Insomma, per la Asl un altro momento di notevole visibilità regionale e nazionale.


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Sicurezza in corsia

L’organismo è previsto dal Piano sanitario regionale

iStitUita l’Unità PeR il

riSCHio CLiniCo

OBIETTIVO: RIDURRE GLI ERRORI DOVUTI AL PERSONALE SANITARIO O A CARENZE ORGANIZZATIVE

In alto il Manager Giancarlo Moroni e, in basso, l’interno di una sala operatoria

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La Asl Avezzano-Sulmona, con a capo il Manager Giancarlo Moroni, ha attivato una struttura per ridurre il rischio di errori attribuibili a personale sanitario o a carenze di organizzazione lavorativa. L’Unità operativa di gestione del rischio clinico, così definita tecnicamente, è stata istituita dalla Direzione Asl, in sintonia con quanto previsto dal Piano sanitario regionale. Del nuovo organismo fanno parte il dott. Alfonso Di Sipio, dirigente medico di presidio nella veste di responsabile, il dott. Gabriele Verdecchia, medico competente, la dott.ssa Maria Rodorigo dell’ufficio staff, e la sig.ra Romina Iulianella, con funzioni di segreteria. Compiti del nuovo organismo La struttura di Gestione del rischio clinico individua le misure per ridurre gli errori, garantire maggiore sicurezza all’utente e tutela all’operatore, riducendo i costi assicurativi. Il gruppo che si occupa del rischio si avvale della collaborazione del Comitato

Interdisciplinare Aziendale, con funzione consultiva e di indirizzo. Tale Comitato elabora il programma aziendale del Rischio e ne verifica la realizzazione. In Italia 15.000 decessi l’anno Gli errori in sanità causano circa 15.000 decessi l’anno. Su 8 milioni di persone ricoverate, ogni anno circa 320 mila subiscono danni o conseguenze che potrebbero essere evitate. Le branche più a rischio. In Italia, secondo le classifiche, le categorie mediche più esposte all’errore sono ostetrici, anestesisti e chirurghi. Tra i reparti ospedalieri troviamo: il pronto soccorso (45,6 per cento), la chirurgia (13,4), l’ortopedia (3,8) e la ginecologia-ostetricia (3,1). Dietro l’errore Nella maggior parte dei casi gli errori, più che per imperizia degli operatori sanitari, si verificherebbero in seguito a condizioni di lavoro particolarmente stressanti: turni prolungati, sovraccarico, carenza di personale.


L

“PRIORITÀ ALL’EVENTO-SENTINELLA”

“L’evento sentinella”, dichiara Di Sipio, “indica quelle circostanze avverse, di particolare gravità, che causano morte o gravi danni al paziente e che determinano una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del Servizio Sanitario” “Insomma, la ‘sentinella’ è uno strumento necessario per la prevenzione di tali evenienze e per la sicurezza dei pazienti. Ci siamo attivati”, aggiunge, “per realizzare questo lavoro e per darne conto a Regione e Ministero del Welfare. Con noi lavora in sinergia il Comitato interaziendale e il Comitato di valutazione dei sinistri”.

LA COMPOSIZIONE DEL COMITATO

Italia Galassi -Direzioni sanitarie ospedaliere Rossella De Santis - Direzioni distrettuali Giovambattista Desideri - Aree cliniche Ildo Polidoro – Direttore Medicina Legale Michela Terra - Servizio Legale Gabriele Verdecchia - Servizio prevenzione, protezione e sicurezza Medici competenti Franco Dalla Montà - Tecnologie e strutture Pierino Fasciani - Servizio acquisti e gare Cesare Pierleoni – Dipartim. del Farmaco

Alessandra Cerone - Urp Giulia Liberatore -Servizio infermieristico Lucia Quadrato - Comitato controllo infezioni ospedaliere Maria Rodorigo – Ufficio Staff Romina Iulianella - Funzioni di segreteria

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Malattie a Naso

aLLergie da poLLini

ne SoffRono 40 MaRSicani SU 100 BAMBINI E ADOLESCENTI I PIÙ COLPITI. PRURITO E LACRIMAZIONE FINO ALLE CRISI DI ASMA: ECCO LE CONSEGUENZE NEGATIVE

AVEZZANO – 40 marsicani su 100 soffrono di allergia ai pollini, con prevalenza di graminacee. Le categorie a rischio sono agricoltori e giardinieri. ‘Pericoloso’ il periodo febbraio-ottobre. In generale, le allergie colpiscono prevalentemente bambini, adolescenti e i giovani adulti. l 48% delle prestazioni in Day Hospital ed il 30 % delle prestazioni in regime ambulatoriale, erogate dal Servizio Allerogologia dell’ospedale di Avezzano, capeggiato dal dott. Francesco Murzilli vengono effettuate a pazienti provenienti da altre regioni. Cos’é l’allergia ai pollini. L’allergia è una risposta esagerata del nostro sistema immunitario nei confronti di sostanze esterne al nostro organismo, verso le quali un soggetto non allergico non reagisce. Nella fattispecie l’allergia ai pollini è una risposta nei confronti dei pollini dei fiori di numerose piante. Come si manifesta. L’allergia ai pollini si manifesta con starnuti, prurito nasale, secrezione e ostruzione nasale, prurito al palato ed all’interno delle orecchie, lacrimazione, prurito ed arrossamento degli occhi, tosse, difficoltà respiratoria bronchiale fino a scatenare vere crisi di asma. Il soggetto avverte uno stato di malessere generale, irritazione del tono dell’umore, difficoltà a concentrarsi sul lavoro e nello studio, difficoltà a dormire ed a relazionarsi con gli altri, con notevoli costi sociali diretti(spese per farmaci e visite In alto mediche) ed indiretti (ore lavorative il dott. Francesco Murzilli perse).

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Colpito il 40% della popolazione. La prevalenza dell’allergia ai pollini oscilla tra il 30 ed il 40 % della popolazione generale e nel comprensorio non mostra differenze rispetto al trend nazionale. Oggi, rispetto a 20 anni fa, non è più così raro trovare soggetti anziani che mostrano l’ esordio della sintomatologia in età non più giovane. Non vi è prevalenza di sesso. Categorie a rischio sono agricoltori e giardinieri ma le insidie riguardano tutte le occupazioni. Periodi a rischio. La stagione dei pollini coincide con la fioritura di quelle piante, come: cipresso, nocciolo e betulla, che fioriscono in febbraioaprile; graminacee che fioriscono da aprile a metà giugno; composite che fioriscono da luglio a settembre; parietaria che fiorisce da febbraio a ottobre. Quindi da febbraio a ottobre c’è la fioritura di numerose specie botaniche che può essere responsabile dei sintomi allergici. Tipi di allergia. Prevale l’allergia alle graminacee, seguita da quella alla parietaria, quindi agli alberi (principalmente cipresso e nocciolo) ed infine alle composite. I consigli dell’esperto. “Alle prime avvisaglie”, dichiara il dott. Murzilli, “occorre che i pazienti si rivolgano al proprio medico curante per valutare l’opportunità di iniziare una terapia con farmaci antistaminici (che risulta molto efficace sui sintomi nasali ed oculari) o con farmaci broncodilatatori (efficaci nei casi di asma). Potranno quindi programmare una visita specialistica allergologica”, aggiunge Murzilli, “per eseguire le indagini specifiche e giungere ad una diagnosi circostanziata al fine di intraprendere una terapia specifica. Il vaccino è, al momento attuale, l’unica terapia in grado di controllare la risposta immunitaria”.



Utilità I numeri della ASL

ORM (OSPEDALI RIUNITI DELLA MARSICA) Dirigente Medico Direttore: Dr.ssa Lora Cipollone

Ospedale di SULMONA

Centralino: 0864/4991

Dirigente Medico Direttore ad interim Dott. Edoardo Romoli Dirigente medico Dr.ssa Fabrizia Centofanti Dirigente Amministrativo Direttore: Dr.ssa Emanuela Modestini Segreteria Direzione Sanitaria: Tel 0864 499352 / 0864 499351 Fax 0864 499369 Segreteria Direzione Amministrativa: Tel. 0864 499319 Fax 0864 499375

Ospedale di TAGLIACOZZO Centralino: 0863/6991

Ospedale di AVEZZANO

Centralino: 0863/4991

Dirigente Medico: Dr.ssa Italia Galassi Dirigente Amministrativo Direttore ad interim: Dott. Francesco Ventura Segreteria Direzione Sanitaria: Tel 0863 499387 - Fax 0863 499388 Segreteria Direzione Amministrativa: Tel. 0863 499700 - Fax 0863 499281

Ospedale di PESCINA

Centralino: 0863/8991

Dirigente Medico Dott. Alfonso Di Sipio Dirigente Amministrativo Direttore ad interim: Dott. Francesco Ventura Segreteria Direzione Sanitaria: Tel 0863 899269 - Fax 0863 899269 Segreteria Direzione Amministrativa: Tel. 0863 899227- Fax 0863 899290

Dirigente Medico Dott. Carmine Viola Dirigente Amministrativo Direttore ad interim: Dott. Francesco Ventura Segreteria Direzione Sanitaria: Tel. 0863 699215 / 699211 Fax 0863 699219 Segreteria Direzione Amministrativa: Tel. 0863 699221 Fax 0863 699236

Ufficio Stampa U.R.P.

0863.499510

0863.499802

www.aslavezzano.it

Ospedale di CASTEL DI SANGRO

Centralino: 0864/8991

Dirigente Medico Direttore ad interim Dott. Edoardo Romoli Dirigente medico Dott. Maurizio Masciulli Dirigente Amministrativo Direttore: Dr.ssa Emanuela Modestini Segreteria Direzione Sanitaria: Tel 0864 899245 / 899203 - Fax 0864 899296 Segreteria Direzione Amministrativa: Tel. 0864 899204 - Fax 0864 899302

Distretti Sanitari

RAGGRUPPAMENTO DISTRETTUALE SANITARIO DI BASE AVEZZANO – TRASACCO Tel. 0863 499800 | Dirigente medico Responsabile Dr.ssa Rossella De Santis

RAGGRUPPAMENTO DISTRETTUALE SANITARIO DI BASE PESCINA – CELANO – GIOIA dei MARSI Tel. 0863 711173 | Dirigente medico Responsabile Dr. Francesco Tirabassi

RAGGRUPPAMENTO DISTRETTUALE SANITARIO DI BASE TAGLIACOZZO – CARSOLI - CIVITELLA ROVETO Tel. 0863 699255 | Dirigente medico Responsabile Dr.ssa Anna Maria Franchi

RAGGRUPPAMENTO DISTRETTUALE SANITARIO DI BASE

SULMONA – PRATOLA PELIGNA - SCANNO – CASTELVECCHIO SUBEQUO Tel. 0864 499251 | Dirigente medico Responsabile Dr. Salvatore La Civita

RAGGRUPPAMENTO DISTRETTUALE SANITARIO DI BASE CASTEL di SANGRO – PESCASSEROLI – ROCCARASO

Tel. 0864 899290 | Dirigente medico Responsabile Dr. Lamberto De Matteis

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