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C magazine Anno 7 Maggio 2014 Mensile Straybop di arte, cultura, politica, costume e società registrato al Tribunale di Reggio Calabria aut. N.5 del 19/03/2007
Fondato da: S.La.M. Project
Direttore Responsabile: Ginaski Wop
Art director: S.La.M. Project Redazione: via Pasquale Andiloro 41/g · 89128 Reggio Calabria tel. e fax 0965.29828
Hanno collaborato a questo numero:
Federico Bonelli - Silvia Cinti Erika Grapes - Jan Hassermann - Alfonso Russo Ruben Toms - Alfonso Tramontana - Agnese Trocchi - Enrico Tromba Foto cover by: Karen Natasja Wikstrand - © dell'autrice
Concept del mese: Il Potere
Editore: Farandula s.a.s. via Pasquale Andiloro 41/g · 89128 Reggio Calabria tel. 0965.29828
Progetto grafico: S.La.M. Project per Officine Farandula
Pubblicità: Farandula Editore - luisrizzo.cmag@gmail.com
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma senza l’autorizzazione scritta dell’editore. ©Farandula. Chiuso in redazione il 30 Aprile 2014 alle ore 20:30
#Editoriale
I
l potere logora chi non ce l’ha! È la frase che per antonomasia definisce i disequilibri sociali ai quali la specie umana è sottoposta dalla notte dei tempi. Esistono vari tipi di potere che, come nella magia, potremmo suddividere in bianco e nero. Il primo, un potere innocuo, composto da particelle energetiche, talento, intelletto, capacità cognitive… vedi gli sciamani o i grandi pensatori, piuttosto che gli artisti e i creatori di energie Altre; E nel secondo caso, invece, un potere nocivo, quel tipo di potere che mira all’accrescimento di un singolo o di un collettivo e che inevitabilmente calpesta il diritto altrui pur di arrivare più o meno machiavellicamente al fine preposto. Il potere logora chi non ce l’ha… in entrambi i casi. Logora per mezzo dell’esasperazione che in molti può causare quel senso di impotenza straziante citando un vecchio brano rap: gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili - oppure, in taluni casi, il senso di ammirazione nei confronti del potere può suscitare una metamorfosi emotiva che da vita all’invidia più spietata e distruttiva. Il potere dunque, sia esso bianco o nero, logora. È un dato di fatto. Quanto però accade in questa nostra folle epoca 2.0, tende a rivoluzionare drasticamente tale affermazione, donando al senso di logorio un aspetto più peculiare e surreale: capita sempre più spesso infatti che il potente di turno venga logorato dal suo stesso potere… come una sorta di implosione generata da una specie di autocombustione che porta all’inevitabile azzeramento del potere acquisito o conquistato. Ogni giorno, un potente dopo l’altro, cade… e ben venga, vittima della medesima vanità, della medesima dipendenza, del medesimo “peccato originale”… un peccato che pare sia quasi divenuto impossibile da gestire e dominare. Implodono Presidenti, Papi, dirigenti d’azienda, parvenu d’ultim’ora, pseudo-imprenditori e fighette o giullari asserviti alla Corte di questo o quell’imperatore. È un autofottersi, un delitto e castigo autogenerato. Il bersaglio ormai è reso sempre più nudo dall’assenza di quell’alone di mistero che un tempo, chissà, proteggeva le stanze dei bottoni e che oggi invece non può più fare a meno di mettersi in mostra… a miracol mostrare. Un potere take-away che si genera e si sgretola in un clik, in un baccanale, in un’intercettazione, in una dichiarazione dei redditi, in un nonnulla incontrollabile.. e la gente, inizia a non credere più. Non è un caso che il flusso di elettori sia a sempre più in calo. La gente non beve più la storia del potere al popolo. La gente assiste allo spettacolo della caduta degli imperatori e ne accoglie benevolmente lo scempio in pubblica piazza. Non tocca altro che aspettare, e vedere chi sostituirà chi - inevitabile condizione - e conseguentemente, dunque, combatterlo - inevitabile condizione. Perché il potere, inteso nella sua accezione decisionale, gerarchica, istituzionale, religiosa, non genera mai null’altro se non un logorio. Dunque, aspetteremo di sapere chi sarà il prossimo ad implodere per autocombustione o per volere popolare. E nonostante l’Europa pare tenda a destra… io continuo comunque a vederci sempre più qualcosa di sinistro. FUCK THE POWER! Cheers! Ginaski Wop
Testo Erika Grapes
KLOGR: Il Potere dell’Equilibrio #Musica
I KLOGR è un progetto Alt-Rock di respiro internazionale che porta avanti con molta serietà un discorso musicale di tutto rispetto: ottime recensioni sugli album
“Till You Decay” del 2011, l’EP “Till You Turn” e il nuovo “Black Snow”; numerosi videoclip, una partecipazione allo Sweden Rock Festival e vari tour USA ed Europei.
Le canzoni dei KLOGR sono impegnate da un punto di vista filosofico prima ancora che “politico”: gli album sinora pubblicati affrontano, infatti, uno dopo l’altro il rapporto fra uomo e società, uomo e responsabilità nei confronti di sè stesso, uomo e ambiente. Non mancano, nei testi dei KLOGR, le riflessioni sul potere moderno, quello inquinato e inquinante, quello dell’uomo egoista che si incarna in compagnie SpA o nelle decisioni superficiali dei singoli cittadini del pianeta. Abbiamo contattato via email Rusty, frontman e fondatore dei KLOGR, mentre stava attraversando l’Europa in Tourbus con i Prong per scoprire chi vince, secondo lui nello scontro sasso, carta, forbice fra amore, morte e denaro. Cosa significa KLOGR? Il nome KLOGR deriva da una formula matematica. La prima formula che spiega la relazione tra l’individuo e le sue sensazioni o stimoli. S = K log R Se mettiamo in relazione l’individuo (K) all’ambiente esterno che lo circonda ( R) ci rendiamo conto che non siamo davvero liberi ma soggetti a tutti gli input della società in cui viviamo. Essere realmente liberi prevede una rilettura della società e non un condizionamento massivo da parte di essa.
Dove state andando? Quali sono, al di là del suonare dal vivo e arrivare con la vostra musica a più persone possibili, le aspirazioni del progetto Klogr? Le aspirazioni del progetto si stanno concretizzando giorno dopo giorno. Io non suono per il puro piacere di suonare. Suono per catturare l’energia del pubblico e restituirla indietro a più persone possibili, trasformata. Suono per condividere un pensiero, per condividere emozioni. So che alla gran parte del pubblico interessa solo la musica, ma per me la musica può far riflettere, può far pensare e può dare In questo momento vi trovate in tour con i Prong e al vo- gli stimoli per fare del proprio meglio. Viviamo in un mondo stro ritorno inizierete a promuovere il nuovo album “Black dove alcune cose sono ancora “inaccettabili”, denunciarle con Snow” negli Stati Uniti. la propria musica è un privilegio e un modo per sperare di Quante cose sono successe dal debutto del progetto, nel essere utile alla società. 2011 e oggi? In che modo è evoluto il progetto? Nei vostri album la componente testuale e concettuale è Il tutto è andato ad una velocità inaspettata. sempre molto importante. Sembra quasi che album dopo Abbiamo iniziato la nostra “carriera” con 10 concerti negli album ci sia un’evoluzione cosciente del KLOGR-pensieStati Uniti perché il nostro primo bassista era di San Diego, ro. Si può dire che KLOGR, oltre che un progetto musicain California. le è anche una ricerca filosofica? Poi la necessità di condividere la nostra musica con più gente Assolutamente. Ogni progetto richiede il 100% delle proprie possibile ci ha dato la possibilità di suonare un po’ in tutta energie e personalmente non ne investirei così tante solo per Europa. un piacere personale, sarebbe “egoistico”. Dopo il primo anno di promozione, il progetto ha subito La filosofia che stiamo cercando è un modus operandi da viun cambio di formazione e la causa è stata sposata dal trio vere e attuare ogni giorno, nella nostra quotidianità. Non amo Timecut: con loro ho pubblicato un Ep dove all’interno ci molto chi predica bene e razzola male, quindi cerco sempre di sono diverse collaborazioni, 2 brani mixati da Logan Mader vivere con coerenza rispetto a ciò in cui credo. (ex chitarrista dei Machine Head), un brano suonato da Maki dei Lacuna Coil, 2 brani prodotti da Olly dei The Fire. Quali sono le coordinate imprescindibili per KLOGR? Poi è arrivata la proposta del tour in Europa con i Prong. Istinto. Rock. Emozioni. Coerenza. Da lì la necessità di scrivere un nuovo disco. Con il nuovo disco è entrato a far parte del progetto anche il nuovo chitar- Il tema centrale di questo numero di C MAGAZINE è il rista Eugenio Cattini. Potere. Cosa è il potere? Ora siamo in attesa degli States, speriamo di poter fare dei Il potere è per me l’illusione dell’uomo di vincere la morte attour anche in quella parte del globo. traverso l’autocompiacimento delle proprie azioni.
L’uomo vorrebbe essere Dio, e vede un Dio potente, per que- bale, quali sono le prime 3 cose che cambieresti a livello sto cerca il potere. legislativo? Se fossi un dittatore chiederei alla natura di darmi un segno Potere e schiavitù sono concetti legati indissolubilmente? per guidare la gente nella direzione giusta. Cosa potrebbe rendere l’uomo libero (o, almeno, più libe- Le leggi sono state fatte dall’uomo a scopo di controllo. ro)? Comunque le tre leggi che inserirei sarebbero L’accettazione che l’unico vero potere al mondo è quello della 1) Il benessere della persona deve rispettare l’ambiente in cui natura. Lì saremmo davvero liberi. vive La terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene 2) La natura è l’unica legge da seguire realmente e deve essere alla terra. rispettata al 100% La natura ha il più grande potere in assoluto, eppure ci lascia 3) Non è la natura ad aver bisogno di “riserve naturali” ma liberi di vivere, creare cose che ci rendono la vita “più confor- l’uomo. tevole”. Siamo “schiavi” della natura: se piove non ci puoi fare nulla (se non coprirti). Qual è l’animale più potente della terra (uomo escluso, Siamo schiavi della natura e siamo gli esseri più liberi della perché bara)? terra. La terra ha il suo equilibrio, non esistono animali più potenti Il potere e la schiavitù umana sono solo frutto dell’uomo e di altri. della società per controllare altri simili e trarne profitto. Un leone in Antartico morirebbe. Un orso bianco in Africa morirebbe. Nel vostro nuovo album soprattutto, emerge un lato bel- Ogni cosa è stata messa al suo posto in modo perfetto, questo lissimo dell’essere umano: la coscienza e l’auto-responsa- si chiama equilibrio. bilizzazione nei confronti della sopravvivenza del nostro pianeta e di altre forme di vita presenti su esso. Se tu potessi avere poteri magici illimitati, cosa cambierePensi che questo tipo di risveglio sia possibile per tutti? sti immediatamente con la famosa “bacchetta magica”? Anche per le persone in cui il buio interiore è più profon- Cercherei di fare entrare nella testa della gente che la terra è do? una sola ed è esauribile, come la vita dell’uomo. Se l’uomo desse alla vita lo stesso valore che da alla morte si. Tutti hanno paura di morire, di lasciare quello che conosco- Cosa è il rock per te? no. Un battito cardiaco, non potrei farne a meno Se la vita e la morte avessero lo stesso valore nella nostra società (come dovrebbe essere per natura), ci verrebbe sponta- KLOGR sostengono attivamente, dal 2013, l’organizzazioneo auto-responsabilizzarci per preservare il nostro pianeta. ne internazionale Sea Shepherd, supportata da numeroLa massa purtroppo è controllabile ed è controllata da gente si artisti del mondo della musica e dello spettacolo: Billy che pensa al profitto di oggi e non alla bellezza di domani. Corgan, Moby, Aerosmith, Shannen Doherty (la Brenda Siamo animali stupidi. della serie tv Beverly Hills) per citarne alcuni. Abbiamo il dono di essere gli animali più intelligenti (o con Cosa fanno quelli di Sea Shepherd? una coscienza elevata) e ci comportiamo come gli animali più Cosa fanno di diverso rispetto ad altre organizzazioni che proclamano gli stessi scopi? stupidi. Siamo l’unico animale che distrugge così pesantemente il pro- Cercano di informare il mondo su come non vengono rispetprio habitat. tati gli eco sistemi. Vanno sul campo, rischiano la propria pelle e cercano di ferLa musica può cambiare gli stati d’animo? mare chi non rispetta la natura e le leggi internazionali. Sì. Se l’anima sta cercando qualcosa per cui cambiare. Fanno da megafono a tutto quello che viene nascosto perché scomodo. Sasso, carta, forbice. Ha più potere il denaro, la morte o Cercano di ridare la dignità che la natura dovrebbe avere. l’amore? Cercano di difendere specie che hanno perso il loro potere L’uomo pensa di comprare la morte con il denaro. perché sopraffatte dal potere dell’uomo. L’amore è l’unica cosa che ti può far accettare la morte. La morte è la cosa più naturale tra queste. Nelle recensioni al vostro nuovo album “Black Snow” vieQuindi la morte ha più potere di tutti. ne spesso citato il bellissimo brano “Ambergris”. Di cosa parla? Che sensazioni dà il potere? È vero che rende pazzi? Esiste È un dialogo tra un uomo e una balena. distinzione fra potere positivo e potere negativo? Lo stesso uomo che, impotente, si scusa con lei per quello che Il potere della terra è positivo. sta accadendo. Il potere creato dall’uomo spesso è dedito al profitto quindi è Si scusa per quello che noi chiamiamo uomo e si fa portatore negativo.Trovare gente con un animo puro è la cosa più rara di un messaggio di pace, sperando di poter condividerlo con ad oggi. altri. Se il potere è egoismo e schiavitù, allora la libertà viene dalla generosità e dalla rinuncia? La libertà è in natura. L’uomo è egoista perché pensa di non essere accettato dagli altri. Se l’uomo seguisse le leggi della natura sarebbe davvero libero, senza rinunce ma con tanta gratitudine. Se tu fossi un dittatore con potere assoluto a livello glo-
Con Black Snow avete pubblicato già due videoclip: “Draw Closer” e “Zero Tolerance”. Avremo modo di vederne altri? Sì, il video oggi è uno dei migliori mezzi di comunicazione. Purtroppo la gente oggi deve associare alla musica delle immagini e oggi non si può fare a meno dei video. Pubblicheremo diversi video live del tour…e molto altro.
#Musica
Foto by Š Karen Natasja Wikstrand
#CoverBeat A cura di Federico Bonelli - Agnese Trocchi - Erika Grapes - Ginaski Wop
#CoverBeat
ORA ZULÙ
“...io cambierei pusher, fossi in te!”
(l’ora Zulu è il riferimento all’ora di Greenwich nel gergo della marina, e indica un riferimento preciso nel tempo)
99 posse, la colonna sonora dei miei 20 anni, quando in generale ero incazzato nero. Dopo il liceo, nel 1990 mi “perdo” la pantera e le sue occupazioni perché finisco militare (in Marina). Noia, inutilità, pazzia. In camerata avevo un nonno siciliano che ci faceva ascoltare solo Pantera e Sepultura. Ironia. I miei ‘90 ricordati da adesso sono buio e luci colorate. Avevo paura a sentire “Curre curre guaglio’ 2.0”.
P
erché c’ero, e avevo da correre, e arrivavo sempre dopo. Con gli “amici” si andava a fare la TAZ, ci si faceva chiamare in 30 Luther Blissett. E in genere non c’ero, arrivavo dopo, arrivavo tardi. Eppure correvo, guaglione, non integrabile, parte di nessuna tribù. Correvo, o meglio ci provavo, finendo a passo d’uomo sul GRA insieme ai troppi individualisti da plotone. O’ Zulu era per me uno strano uomo immenso e immensamente incazzato che sapevo enorme, tatuato e primitivo, capace di incagnare il collo e andare avanti a treno, tagliando una folla. Uomo di fronte e lato, con la sua fragilità, capace di strappare parole dalla carta e spingerle su in gola a una macchina da suono e da energia incredibile. Sempre incazzata. Lui e Zack de la Rocha (RATM)... O’ Zulu, non un individuo
incazzato come me, lui sembrava essere la tribù, incarnarla e incatenarla al suo naso forato. E nei suoi testi ci sono tutti i fili emozionali della generazione che mi sono perso e che ricordo. La mia. Poi... Poi non guardo più MTV; poi gli anni ‘90 finiscono; poi c’è Genova e io non ci vado. Spezia-Roma su un treno quel venerdì, con un’atmosfera strana e cupa. Il potere ci aveva fottuti di nuovo, e compievo trent’anni. Poi un concerto, poco dopo, i 99, a Roma, non ricordo dove. Si salta, ma non volevo ballare, non c’era un cazzo da ballare. Intorno le facce sono cambiate, suona strano: i ‘90 sono finiti (male) e il suono non sembra più il mio, ma quello di uno
show. Non per colpa loro, siamo noi, noi che siamo cambiati. ma popolarità e “potere contrattuale” e siamo ritornati solo Emigro. Perdo di vista i ‘90. Continuo a correre. quando li avevamo persi entrambi quasi completamente.......
N
egli anni 2k ci sono riunioni, dischi belli, un sacco di storia che non vedo. Cerco Zulu (e Zack) ogni tanto e lo trovo dalla rete, con un gruppo che ha un nome da riserva indiana. Non mi sembra che stia bene. Canta le stesse cose. Poi qualcuno gli fa il necrologio e lui si incazza con un pezzo di prosa bellissimo. Ah, sta ancora bene! Poi, poi... Ora questa intervista. C’è un nuovo disco, Curre curre guaglió 2.0 e il 2.0 mi mette paura. Lo ascolto con uno strano dubbio, traccia dopo traccia. La musica, ovvio, mi piace, ma non voglio che mi piaccia. Ho paura di trovare qualcosa che odio, un revival, un’operazione pseudo – commerciale. Non mi fido, magari è una maschera, e non le voglio più le maschere, come non le volevo venti anni fa, ma oggi in modo ancor più integralista. E allora spingo. Mi dico “A Zulu lo piglio di petto”. Non voglio fare l’amarcord, non voglio pensare che persino i 99 siano solo ricordi, perché chi si ferma, sia pure solo per riprendere fiato, è perduto, spezzato, spazzato via. Cazzo, con questa idea di movimento ci ho scommesso tutta una gioventù, che è passata. O’ Zulu mi risponde ovviamente per le rime, e non potevo chiedere di meglio. E adesso torno al disco, bello e commovente, e me lo risento traccia su traccia, sollevato.
Testo Federico Bonelli
Ripetutamente. avete detto cose importanti. è qualcosa di generazionale. ho l’età tua. la mia colonna sonora degli anni ‘90 ha le tue rime. ha senso ripetere ripetutamente lo stesso gioco? quale ripetizione ne crea il senso? Non mi pare di aver ripetuto ripetutamente lo stesso gioco; 2 volte in venti anni non è ripetere ripetutamente ma, più semplicemente, approfittare di una data significativa per ribadire un concetto e ridare visibilità ed attualità ad un disco che, a quanto pare, non solo ha significato, ma continua a significare molto per molti giovani e meno giovani.
Curre Curre Guagliò: 2.0 È gergo da corporate. Il web 2.0, La seconda versione di un prodotto. Ll disco nuovo è intarsiato di remix, di partecipazioni, di pezzi già ascoltati, come se aveste voluto mettere assieme le forze per fare un salto da qualche altra parte. “Armati di idee e parti”. Abbiamo smesso di correre? Non so che disco hai sentito tu..... Nel mio diciamo Armati di idee , difendi la tua scelta e corri fino a quando le tue gambe correranno..... Noi non smettiamo mai di correre, è il tempo che ce lo impone. Lo spazio autogestito è uno spazio che taglia una narrativa differente all’interno del tessuto. Dice al potere « di te non me ne fotte un cazzo ». Buono, ma oggi che faresti se avessi 20 anni? Dai una idea positiva a un ragazzo o, come accenni in soggetti attivi, deve fare da solo? Continuo a non capire.... Soggetti attivi è un vero e proprio inno ai movimenti, all’agire collettivo, al difendere e mantenere integra la propria “differenza”.... Dove lo trovi l’accenno al dover fare da solo? Il senso generale della canzone è l’esatto opposto. mah...... Potere e libertà. Il potere su cosa? E la libertà da che? Signor Marzullo, che dirle? Il potere di alcuni di determinare il futuro di altri e la libertà degli altri di lottare per autodeterminarlo? Mentre ero studente, sarà stato il 1994, uscendo da una sala dove avevo fatto l’animazione a una festa di pargoli della “mejo borghesia romana” mi trovai a un passo da giulio andreotti. Niente scorta era solo, parlava con uno alto, forse sbardella. Ebbi un attimo d’esitazione. Potevo provare a spezzargli il collo, ma ero vestito da power ranger, sai quei deficenti da filmetto pseudogiapponese tipo gozilla... Non avrei pouto emulare bresci vestito in quel modo. E persi l’occasione. È per questo eccesso di buona educazione o di senso del ridicolo che sono parte di una generazione di sconfitti? Non lo so fratellì.... Dovresti chiederlo ad un analista. Io non mi sento uno sconfitto e la mia generazione non mi ha mai eletto suo portavoce.
Genova? Dopo di quello io sono partito, tu? Cosa abbiamo Strano e straniero sono due delle mie parole preferite. Si imparato? intrecciano con ruolo e situazione. Il ruolo è quello che lo Noi ci siamo sciolti ma non abbiamo imparato niente.... Lo straniero ricopre, la situazione è quella costruita ad arte sapevamo già. per far sì che le tue considerazioni siano quelle previste. 99 Nascono da una situazione occupata, una traiettoria Avete messo tutto il disco online. Posso chiamarvi, dice il imprevista che esce dal ruolo. Qual è la traiettoria oggi? sito, e organizzarvi un concerto, il tour è per centri sociaQual è la situazione? li. Funziona? Strano e straniero per me sono molto di più che delle parole... Pare di sì, e funziona da 23 anni.... Un’altra strada è sempre Descrivono abbastanza bene ciò che sono e ciò che alla fine possibile, basta praticarla. sono sempre stato.... La traiettoria imprevista è stata quella di uscire dal nostro mondo, portando il messaggio molto al di Nel 2011 una generazione diversa dalla tua e dalla mia là degli obiettivi previsti e quindi direi che oggi la traiettoria ha cominciato a occupare i teatri, e li tiene bene, li orgaresta quella di sempre : autorappresentarsi, rendersi prota- nizza, fa le moine, cerca di fare almeno finta che siamo gonisti del proprio destino, correre sempre e tenersi pronti una nazione civile, anche se ha occupato. Manca del tutto all’imprevisto. l’iconoclastia del teppista. Dove sono i majakovski? Sono anche loro finiti vittima di una rivoluzione? Il potere lo hai annusato? Lo odii ancora? Noi col Valle abbiamo fatto un video, all’Angelo mai abbiamo Il potere non credo di averlo annusato più di chiunque altro, suonato e sosteniamo la Balena a Napoli... Non possiamo e nel senso che c’è e che si fa annusare da tutti per “mestiere”... non dobbiamo essere tutti uguali, le nostre differenze sono Ho annusato il successo, questo sì, e ne sono rifuggito con la nostra unica ricchezza e la capacità di farle convivere è la tutte le mie forze.... Ci siamo sciolti nel momento di massi- nostra unica via d’uscita.
Aldovrandi, e tutte le altre vittime di rappresaglia. Avete messo in una traccia la voce di sua madre che racconta di come hanno ridotto il ragazzino. Non mi fa arrabbiare, mi spinge a premere il tasto avanti sul lettore. Che ne pensi? Sinceramente inizio a pensare che hai assunto qualcosa che ti è iniziato a salire da metà intervista, e che ti sta prendendo male... Io cambierei pusher e riproverei, fossi in te ;-) A parte le cazzate, penso che il tasto in avanti sia stato pensato per situazioni come la tua. Io piango ogni singola volta che lo risento, ma mi fa bene, dopo mi sento più forte di prima.... Se devi stare male, skippa, per carità. Il potere distrugge l’uomo. E ne fa a meno. Vista L’importanza dell’appartenenza che scorre via dalle canzoni dei 99, e le tue esperienze di uomo e musicista, ti va di dirmi te di cosa faresti a meno pur di distruggere il potere? Non siamo certo noi a dover fare a meno di qualcosa per distruggere il potere.... Rigiro la domanda al famoso 1%. Noi siamo i 99! La domanda corretta era cosa non faresti per distruggere il potere? E la risposta sarebbe stata: “Con ogni mezzo necessario”.
il potere non credo di averlo annusato più di chiunque altro. Ho annusato il successo, e ne sono rifuggito con tutte le mie forze. Ci siamo sciolti nel momento di massima popolarità e potere contrattuale
La musica per
cambiare la percezione dell’esistente intervista a claudio lolli
Testo Agnese Trocchi
C
ANTAUTORE E POETA, ARTISTA CHE HA INTERPRETATO 40 ANNI DELLA NOSTRA STORIA, CLAUDIO LOLLI RIFUGGE QUESTE DEFINIZIONI CON L’UMILTÀ DI CHI SA CHE LA STRADA DA PERCORRERE È ANCORA LUNGA E CHE CON IMMUTATA PASSIONE, DOPO 40 ANNI DI CARRIERA, CONTINUA A CALCARE LE SCENE DI TEATRI, PIAZZE E AUDITORIUM PER PORTARE LA SUA MUSICA SEMPRE IN PRIMA LINEA. CON LUI ABBIAMO AVUTO IL PIACERE DI QUESTA INTERVISTA TELEFONICA. Trento, Roma, Bologna: cosa vuol dire tornare in tournée oggi per te? Intanto vorrei saperlo anche io. Comunque non è proprio una tournée, ci stanno chiamando spesso e l’altra piccola precisazione è che io non ho mai smesso. Forse queste date sono state un po’ più pubblicizzate, ma concerti ne ho sempre fatti, alcuni anni di più, alcuni anni di meno, non ho praticamente smesso mai se non nei passati anni ‘80.
Una domanda di riserva? Non la ho purtroppo, è quello che vorrei sapere anche io. Non ho la risposta. Non lo so. A parte gli scherzi, è molto, molto difficile capire che direzione sta prendendo la società italiana, non mi sembra nemmeno che ci siano dei movimenti antagonisti credibili, ma ti dirò di più, nemmeno riformisti quasi credibili. Mi trovi veramente impreparato, 5 - - . Nel 1976 “Ho visto anche gli zingari felici” decolla anche grazie al suo circolare nelle radio libere. Il potere allora per un magico istante fu davvero nelle mani della collettività. Senti di essere un figlio di quel particolare momento storico e politico? O come artista lo hai solo attraversato? Guarda, un po’ tutt’e due. Adesso tu mi fai troppi complimenti, poeta, artista, son parole grosse. Un artista, se ha la sua voce, va avanti comunque, però certamente quei momenti collettivi seri ed importanti mi hanno aiutato molto e mi hanno, in un certo senso, portato alla luce con maggior facilità, ecco, hanno reso il parto più semplice. Allora si chiamavano Radio Libere, oggi si chiamano Radio Private, effettivamente c’è una bella differenza.
Quindi sempre in giro, sempre attivo... Sì abbastanza, nei limiti che l’oggi consente ad uno come me, Dal 2010 hai preso parte a diverse attività antimafia. In cosa si concretizza secondo te la battaglia per togliere il però sì, una trentina l’anno li faccio sempre. potere alla mafia? Anche qui non sono assolutamente preparato. La mafia è una Cantautore e poeta, conosci il valore delle parola... specie di Stato nello Stato, di controstato quindi una volta che Non esageriamo. ci fosse eventualmente uno Stato serio, che funziona, credibiDove un tempo il soggetto politico era la collettività, oggi le, vicino ai cittadini, penso che le potenzialità di questi consi parla di “gente”. Secondo te cosa indica questo cambia- trostati sarebbero molto minori. Questo è un parere da cittadino, che magari qualche esperto potrà trovare ridicolo. mento lessicale? Se posso permettermi “gente”, come “popolo”, è una parola che mi piace non troppo. Nel senso che è molto molto indi- Il tuo ultimo album, Lovesongs, del 2009, è una raccolta di stinta e si presta a qualunque utilizzo da parte di chiunque, sole canzoni d’amore. Come mai questa scelta? Ha ancora mentre “collettività”, come mi pare che intendessi tu, ha una senso la canzone politica oggi o la consapevolezza sociale sua connotazione molto più precisa. Parlare di “gente”, parlare passa per altre vie? di “popolo”, vuol dire parlare di nulla insomma. La differenza Mi sembri abbastanza acuta. Sì, l’amore è un’esperienza promi sembra evidente e anche la causa di questa differenza. Le fonda, un’esperienza vera e può avere un valore eversivo oggi, collettività in questo senso mi pare che esistano sempre meno come tutte le esperienze vere in questo mondo, in questa soe c’è tutto un rimescolamento abbastanza confuso di persone cietà un po’ finta. Più tecnicamente, avevo l’impressione che nella mia lunga, ormai lunghissima, forse troppo lunga, carche si chiamano “gente”. riera ci fossero state delle canzoni d’amore però passate un La canzone “Borghesia” nel 2000 dal vivo si trasformò. po’ inosservate di fronte a quelle che hanno avuto maggior Tra “Il vento” e “Ti spazzerà via” aggiungesti la parola ascolto, maggior evidenza, proprio forse perché erano più immediatamente politiche. Ho pensato che fosse giusto ri“forse”? valutarle, riabilitarle, con arrangiamenti molto diversi, però Sì, ci abbiamo messo un “forse” (ride). riprenderle. Questo indica che quelle gioiose e furenti certezze degli Cosa può fare la musica per cambiare gli equilibri di poanni ‘70 sono svanite? Sì, direi di sì. Io la rappresento in modo molto ironico, la fac- tere? ciamo quasi sempre come bis, ultimo pezzo, perché insomma Ci può provare. La musica, nel momento in cui si pone il fa anche ridere. L’ho scritta quando avevo 17 anni e la con- problema e l’obiettivo di modificare un po’ la percezione delclusione era questa: “Un giorno il vento ti spazzerà via”. Ero l’esistente negli ascoltatori, in qualche misura contribuisce ad convinto, ingenuamente convinto nel mio apprendistato poli- una piccola, lenta, minuscola modificazione culturale che ha tico e filosofico, che sarebbe stato inevitabile un cambiamen- ovviamente una valenza politica. Poi che cosa possa fare così to. Adesso naturalmente non lo sono più, quindi devo dirlo ai nell’immediato, con un risultato immediato, questo è un’altra cosa. Una canzone non è un decreto legge. miei poveri spettatori. Ma questa borghesia... se poi è sempre la stessa di alloHai lavorato nelle scuole per molti anni a contatto con i ra... Posso dire una cosa? Secondo me è pure peggio... Mi ricordo ragazzi e in un’intervista hai detto che non ti permetti di uno slogan “Agnelli e Pirelli, ladri gemelli.” Erano grandi fa- educarli ad “andare contro”. Cosa bisognerebbe insegnare miglie, grandi borghesi anche abbastanza colti. Quelli che ci ai ragazzi oggi? E soprattutto in che modo? sono oggi francamente non mi sembrano dello stesso livello, Intendevo dire questo, cito così a memoria, quindi sicurami sembrano molto, molto più piccolini, da tutti i punti di mente sbagliata, una poesia di Erich Fried: “Chi dice ai suoi studenti di essere di destra è di destra. Chi insegna ai suoi vista. studenti ad essere di sinistra è di destra, chi dice solamente Chi o cosa avrebbe il potere oggi di spazzare via questa quello che è, e che forse potrebbe anche eventualmente sbagliare, potrebbe anche darsi che sia di sinistra.” borghesia?
CATAPULTATO NELLO STAR SYSTEM DEL MONDO DELL’ ARTE DA UN GIORNO ALL’ ALTRO GRAZIE AL CLAMORE MEDIATICO SOLLEVATO DA UNA SUA OPERA GIGANTE AFFISSA SULLA FACCIATA DI UN PALAZZO NEL CENTRO DI POZNAN IN POLONIA; MAX PAPESCHI HA REALIZZATO PIÙ DI UN CENTINAIO DI MOSTRE IN GIRO PER IL MONDO IN SOLI CINQUE ANNI. NATO COME AUTORE E REGISTA TELEVISIVO, IL CREATIVO MILANESE HA RECENTEMENTE PUBBLICATO PER SPERLING & KUPFLER IL SUO PRIMO LIBRO “VENDERE SVASTICHE E VIVERE FELICI. OVVERO: COME OTTENERE UN RAPIDO E IMMERITATO SUCCESSO NEL MONDO DELL’ARTE CONTEMPORANEA”. NOI DI C MAGAZINE L’ABBIAMO INCONTRATO PER PARLARE INSIEME A LUI DI QUESTA NOVITÀ EDITORIALE E PER CHIEDERGLI CHE COSA NE PENSA DEL POTERE.
Se fossi un
dittator Max Papeschi
re Testo Erika Grapes
È uscito con Sperling & Kupfler il tuo primo libro “Vendere Svastiche e vivere felici - Ovvero: come ottenere un rapido e immeritato successo nel mondo dell’arte contemporanea” si tratta di un manuale, di un romanzo o di una biografia? Si tratta di un’autobiografia semi-seria che poi diventa quasi un romanzo nella seconda parte. L’ho diviso in due tempi, come se fosse un film perché il mio immaginario è stato influenzato tantissimo da quello dal cinematografico.
Come è stato scrivere il libro? In passato ho scritto per il cinema, per il teatro e per la televisione. Però è un tipo di scrittura completamente differente, perché sono dialoghi e poi il prodotto finale non è mai lo scritto, quindi sai già che quando giri cambierai molto del testo. Questa volta è stato diverso: all’inizio non sapevo bene come raccontare in prima persona, mi mancava proprio la cifra stilistica. Lavorandoci con le due co-autrici, Francesca Micardi e Alessandra Torre abbiamo fatto queste interviste lunghissime, che sono diventate una sorta di autoanalisi. Alla fine mi sono accorto che la cosa Quindi non insegna a vendere opere d’arte come suggerirebbe il ti- migliore era raccontare la storia in prima persona, in tono colloquiale, tolo del libro? Non è un manuale, nel senso tecnico del termine. Quan- come se lo stessi facendo a voce. Quindi ho iniziato a scrivere in questo do lo è, lo è fra le righe. Poi sta al lettore capire quando sto scherzando modo per rendere più scorrevole la lettura e lo stile molto simile a quele quando sto parlando seriamente. lo di una conversazione. È la storia di Max Papeschi con delle parti romanzate... È la storia di Max Papeschi.
Il tema di questo numero di C MAGAZINE è il Potere. Che cosa è il potere secondo te? Ci sono due tipi di potere secondo me: il potere sano, che è quello che Come mai Sperling&Kupfler ti ha chiesto di scrivere una autobio- permette di fare le cose. E’ molto più importante, anche in una carriera grafia romanzata? artistica. Il potere di chiamare i migliori collaboratori a lavorare con Più che altro è andata così: stavamo facendo una riunione con Alessan- te o per esempio, di fare questo libro ed essere pubblicato da una casa dra Torre e Francesca Micardi perché inizialmente l’idea era quella di editrice importante. girare un documentario sulla mia storia, ma la produzione era ancora ferma. Fra le altre cose, durante la riunione, avevo tirato fuori questa Quindi il potere visto come possibilità... finta copertina. Dopo la storia di Poznan avevo costruito per provoca- Sì! Il potere visto come possibilità. Il potere visto come numero di conzione questa finta copertina con il titolo (che poi è rimasto) “Vendere tatti che hai, con cui sei in grado di interagire alla pari e quindi con cui svastiche e vivere felici - ovvero come ottenere un rapido e immeritato puoi creare delle cose belle e sviluppare la tua forma di pensiero senza successo nel mondo dell’arte contemporanea”. L’idea era un libro sotto troppe limitazioni. Anche i soldi stessi, la possibilità data dai soldi... di vetro come opera autoironica. Sono decine le idee che butto lì, disfo, produrre qualcosa, che sia una mostra, che sia un libro, che sia un film, preparo e poi lascio in una cartella “idee” che magari non tocco più. di distribuire la cosa a livello mondiale..fanno parte del potere inteso in Alcune invece mi tornano in mente. Ricordo che durante la riunione e senso sano. Il potere in senso negativo, invece è quello della prevaricaho tirato fuori questa copertina, non so se per farla vedere come titolo zione sugli altri, l’esercizio del potere per il potere. o cosa e parlando abbiamo detto “beh effettivamente anche come libro sarebbe interessante.” A quel punto l’abbiamo proposta a Sperling che Se tu fossi un dittatore con poteri assoluti, quali leggi promulghereha accettato. sti a livello globale? Le primissime che ti vengono in mente.. No guarda, farei una sola cosa: abolirei la dittatura per legge. È un tema ricorrente, nella tua storia, quello delle idee che si trasformano.. ...e come seconda? Sì! Spesso le idee che funzionano sono quelle che arrivano per caso, al- Beh, se ho abolito la dittatura… meno per quanto mi riguarda. Le operazioni che ho fatto per caso sono quelle che sono andate meglio. Se invece mi metto sulla strada di “voglio Le persone che hanno troppo potere poi impazziscono? fare qualcosa”, quella cosa spesso non accade. Si crea una piramide sotto di loro costituita dalle persone peggiori. Il peggio di solito si muove nella parte medio-alta della piramide più che ...oppure diventa un’altra cosa... nel vertice. Diciamo che il destino ha influenzato tantissimo la mia carriera, nel bene e nel male. Ti sta bene come è il mondo? No. Non mi sta bene com’è ma credo che le soluzioni non vadano troNel male? vate con la bacchetta magica. La vita consiste nel nascere e risolvere Tipo fare un film che poi non è uscito in sala. problemi finché non si muore. Tu immaginati una vita eterna. La gente non sa cosa fare la domenica, figurati se non esistesse la morte che noia Ne parlerai anche nel libro? infinita. Assolutamente si: questo libro racconta anche di sconfitte, non solo delle cose belle che mi sono capitate recentemente. Racconta anche tutta Ha più potere il denaro, la morte o l’amore? A livello di grandi nula prima parte della mia vita in cui ho avuto una serie di esperienze meri, per l’umanità, in questo periodo storico... negative o “formative”...tante volte quando si sbaglia si dice che sono Non è una questione di periodo storico. Secondo me è sempre la morte esperienze formative, ma in realtà sono solo esperienze negative. Quan- quella che governa le nostre scelte. Noi ci troviamo qua per un periodo un progetto su cui lavori per un lungo periodo non va in porto, è una do limitato di tempo senza neanche sapere bene le regole del gioco. I sconfitta. Puoi raccontartela come vuoi ma alla fine quello è. soldi...l’amore...sono cose che vanno e che vengono, mentre invece il senso della morte è una cosa che conosciamo fin da bambini. Per quello Sei passato dal mondo del teatro a quello del cinema, della televi- costruiamo imperi, accumuliamo soldi o cerchiamo amore. La tragedia, sione e al mondo dell’arte. Quali differenze hai riscontrato? la spada di Damocle che abbiamo sulle nostre teste ci rende umani. Non La differenza più forte che si riscontra nel mondo dell’arte, rispetto ad esisterebbe l’amore senza il senso della morte. altri ambienti è che non c’è nessun tipo di censura. Anzi addirittura devi stare attento tu a non cercare la provocazione a tutti i costi. Lo dico Eros e Thanatos? proprio io che paradossalmente passo per essere uno degli artisti più No, non l’eros, l’amore. Quando ami una persona è perché sai che il provocatori. Metà dei giornali che parlano di me, titolano con: “le pro- periodo di permanenza su questo pianeta è limitato. Quando dici “per vocazioni di Max Papeschi...”..in realtà son cazzate perché serve ai gior- tutta la vita” è perché sai che la vita finisce. nalisti metterle così. Non credi nell’amore eterno... Perché un’opera che raffigura un bombardamento sponsorizzato da Non esiste l’amore eterno, perché c’è la morte, grazie a Dio, a salvarci Coca Cola (riferimento ad un’opera di Papeschi, nda) non ti sembra dall’insostenibilità dell’amore eterno. provocatoria? Non vedo la provocazione: in quell’opera sto parlando di un fatto reale, Se tu potessi scegliere fra mortalità e immortalità? sto raccontando come sono fatte le cose, spostando un po’ la realtà, ma Sono un cagasotto, quindi ci penserei. Ti direi: mortale, ma potendo denon ci vedo niente di provocatorio. C’è gente che ha messo un cesso in cidere io quando finire. Non vorrei essere condannato all’immortalità. mostra in una galleria d’arte nel 1917, poi c’è stata la merda in un barat- Una volta qualcuno, non ricordo chi, ha detto che la vita è una partita tolo o il Papa schiacciato da un meteorite. A livello di provocazioni, il a poker in cui non sai che carte hai e che carte hanno gli altri, sai solo mondo dell’arte ha già dato abbastanza, secondo me. una cosa: che ad un certo punto arriverà qualcuno e sbatterà per terra il tavolo facendo cascare tutto quello che hai vinto. Non pensi di essere un provocatore di pensieri e riflessioni? Penso di essere uno che racconta il suo tempo. Gli esseri umani giocano, ma nel loro gioco spesso, per vincere,
sfruttano altri animali oppure esseri umani. Ci dovrebbe essere un limite, secondo te, in questo gioco oppure è più bello che sia completamente libero? No, non è bello per niente, ma è nella natura umana che sia così. È chiaro che prima o poi lo sfruttamento degli animali finirà. Questa cosa è già accaduta negli Stati Uniti, quando è stata abolita la schiavitù. Il comunismo ha però dimostrato che non si può imporre a tavolino l’uguaglianza. Questa cosa può succedere soltanto se chi è sfruttato ha coscienza di esserlo (questo vale per gli uomini e non per gli animali, chiaramente) e se chi sfrutta ha coscienza di ciò che sta facendo.
tatore stesso. Ma se lo delega ad altri pur di non vederlo? È uguale, nel senso che tutti ormai sappiamo cosa succede, viviamo in un mondo di sovrainformazione. Lo sanno tutti cosa succede agli animali, come vengono messi in batteria i polli e tutto il resto è che non ce ne sbatte un cazzo. Sono molto pochi quelli a cui interessa veramente. Alla collettività ancora non importa abbastanza da rinunciare a delle cose. Secondo me è una mentalità che andrà cambiando...e ti parla uno che mangia carne.
Trovo che la seconda parte sia interessante. In che modo avviene il Nelle tue opere accosti figure assolute del male come Adolf Hitler, a cambiamento interiore nello sfruttatore? icone globali dell’innocenza, come i personaggi della Disney. Cosa Deve essere insopportabile il concetto dello sfruttamento per lo sfrut- vuoi dire con questo accostamento? Esiste il male?
#CoverBeat
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Il male assoluto e il bene assoluto sono rappresentabili, ma non esistono per davvero, secondo me.
Non mi aspetto niente dal mondo della letteratura. Spero dal mondo dei lettori che il mio libro piaccia e diverta. Tu leggi molto? Io leggevo moltissimo, ora leggo molto meno, devo ammetterlo, per colpa di internet che mi porta via un sacco di tempo e del fatto che comunque ho poco tempo libero.
I campi di concentramento, per fare un esempio, non erano dei luoghi in cui risiedeva il male? Erano dei luoghi terribili, ma erano dei luoghi che riflettevano quella che è la natura umana. Nella storia ce ne sono stati tanti: dai Gulag, ai campi della morte dei Khmer Rossi, pensa che ancora adesso esistono posti come Guantanamo. I tuoi scrittori preferiti? I primi che mi vengono in mente sono Ballard,Vonnegut, Mc Donald, Pensi che chiunque agirebbe allo stesso modo? Tutti sarebbero Mitchell e Palahniuk fino a qualche libro fa. aguzzini, se posti nella condizione di farlo o di doverlo fare? Sembrerebbe di sì, perché in nessuno di questi regimi, neanche di quelli Cosa cercavi nei libri? attuali, ci sono molti disertori. Questo fa pensare che perfino la morale Ho iniziato da ragazzino a leggere, con dei libri impegnativi, come 1984 sia una cosa che ha a che fare con la morale degli altri, non con la pro- di Orwell. Mi è sempre piaciuta la fantapolitica. Ballard diceva che per pria. capire il presente la cosa migliore è leggere i libri di fantascienza, ti fanno capire a cosa tende il presente, quali sono le paure attuali. Quanto di autentico e quanto di ipocrita c’è, in questo senso, nella società di oggi? Il lettore ideale del tuo libro che cosa cerca e che cosa troverà? C’è una parte autentica. Non importa che sia autentica perché ognuno Ho cercato di non scrivere un libro solo per persone dell’ambiente dello crede fermamente dentro sé stesso o che sia semplicemente una mo- l’arte. Questa è una storia un po’ assoluta, una storia di sconfitte dalle rale comune, l’importante è che ci sia. Facciamo l’esempio delle pellicce, quali possono nascere nuove opportunità. un argomento che a te, animalista sta a cuore. Cosa ha fatto morire veramente il mercato delle pellicce? La vergogna. Le pellicce non hanno Un libro che ispirerà altre persone? smesso di essere vendute per motivi di coscienza ma perché la gente si Spero di no. Vedo già su internet dei piccoli mostri che fanno lavori vergognava a portarle. come i miei con il digitale sperando di replicare ciò che è successo a me. Animali salvi grazie al conformismo, quindi? Ti dà fastidio? Se vuoi è conformismo del bene, ma è sempre molto meglio che il con- No, non mi dà fastidio, mi dispiace per loro perché non arriveranno mai formismo del male. La prima e la seconda generazione, quando parlia- a niente finché imitano i modelli degli altri. Devono far qualcosa di loro. mo di cambiamenti e di tendenze morali, magari si adeguando per ver- È sbagliato cercare di copiare un modello. Va bene fare omaggi, va bene gogna e conformismo, quelle successive invece spesso si rendono conto perfino rubare delle idee, ma mai cercare di copiare un modello nel suo delle ragioni di fondo del cambiamento. insieme. Vale sempre la pena avere una propria visione, altrimenti tanto Secondo me c’è un lento meccanismo di miglioramento, non è vero che vale fare un lavoro non creativo. il mondo va sempre peggio. I tuoi progetti per l’immediato futuro? Quindi sei ottimista nei confronti dell’essere umano Ci saranno una serie di mostre legate alla presentazione del libro. Poi a Sono ottimista sulla lunghissima distanza. fine settembre presento in Giappone una serie ancora inedita. Sto pensando anche a progetti che non sono direttamente legati al mondo delCosa ti aspetti dal mondo della letteratura? l’arte, ma è ancora presto per parlarne.
#CoverBeat
Occupiamo il Valle! testo e responsabilità
Q
uanto segue, è frutto di mie opinioni personali che molto probabilmente non incontreranno il consenso di molti. Quanto segue, è apparentemente intollerante e ben poco popolare.
Quanto segue è frutto di considerazioni libere, che non appartengono ad una collettività, bensì all’individuo. Se lo ritieni opportuno, dunque, cambia pagina adesso. Io ti ho avvisato. È meglio un teatro occupato o un teatro libero? Si sostituisce un potere con un altro potere?
È
sulla base di queste considerazioni che la storia del teatro Valle mi puzza. Mi puzza di potere. Di élite! La puzza è venuta a galla già quella sera che, a pochi giorni dall’avvenuta occupazione, una virgulta, apparentemente calata nel ruolo della manifestante motivata, vietò l’ingresso al teatro a mio fratello, che era andato a vedere cosa stesse succedendo, e che, prima di firmare l’adesione al Valle, avrebbe gradito entrare e capire… La risposta fu: “Se prima non firmi non entri!”. Mio fratello, saggiamente, non firmò e andammo a sbronzarci, saggiamente, nel luogo più libero della città: il salone di casa! Ripeto: si sostituisce un potere con un altro potere? Non stiamo parlando di occupazione delle case. Non siamo di fronte a senzatetto che sfondano le porte di uno stabile dismesso e lo occupano acquisendo il sacrosanto diritto alla casa. Non stiamo parlando di operai sottopagati e sfruttati che occupano la proprietà del padrone affinché questi ne riconosca i pieni e legittimi diritti. Non stiamo parlando di tanti altri casi in cui l’occupazione rappresenta l’unico mezzo efficace all’acquisizione di un diritto negato o della rivalorizzazione di un bene abbandonato e donato alla comunità tutta. Qui parliamo di un teatro che, una volta occupato NON può e non deve essere un bene elitista ed esclusivo. La mia personale visione del teatro contemporaneo, già di base mi porterebbe a dire che il teatro stesso è desueto in quanto tale. Nulla è più vecchio, nella peggiore accezione del termine, del proscenio. Esistono casi di workshop ecosolidali, che permettono l’espressione artistica avvalendosi dell’utilizzo - chiamala “occupazione temporanea” - di spazi offerti dalla natura. Un marciapiede, una piazza, un bosco, un qualsivoglia angolo di città, quello dovrebbe essere il palco! E il salario? Il cappello!
Ginaski Wop
Perché prendere possesso di un bene(?) istituzionale, occupandolo per poi automaticamente istituzionalizzarlo mediante fondazioni e/o atti costitutivi e/o commissioni artistiche? Siete degli artisti? Provate a inviare il vostro progetto al Valle! Chiedete di esibirvi. Tutto ciò che richiede un’accettazione da parte di una commissione, chiamala collettivo se preferisci, include a priori l’esistenza di un’istituzione. E istituzione equivale a potere. E ribadisco il concetto di base che mi spinge a scrivere questo così impopolare - qualcuno lo definirebbe fascista - articolo: non si combatte il potere sostituendolo con un altro. Non si sconfigge la mafia con un’altra mafia. Non si delegifera, legiferando. Una volta occupato, il teatro sarebbe dovuto essere liberato la settimana successiva… consentendo a chicchessia, seguendo le pure logiche del quieto vivere e del reciproco rispetto deontologico, l’esibizione libera sul palco. Senza locandine, manifesti, commissioni, direttori artistici, artisti, o pseudo tali, posti a saggiare la validità di questo o quel progetto e gestendo calendari e disponibilità. (Ci tengo a precisare che non ho mai sottoposto un progetto al Valle, dunque, a te che adesso stai pensando: Scrive così perché non gli hanno concesso di esibirsi e quindi è frustrato! - sei fuori strada, amico/a!). Persone realmente animate da spirito artistico non necessitano di occupare un bel nulla. L’artista dovrebbe oggi affollare le strade, armato di strumento musicale, macchina fotografica, telecamera, tele, spray, voce, mani, piedi, e occupare gli angoli di città ormai divenute tristi e vuote offrendo, in cambio di spontaneo compenso, il frutto della propria ispirazione. Questa è una battaglia da combattere. Questo è destrutturare l’istituzione. Questo è contrapporsi al potere senza generarne uno peggiore! Oppure, in alternativa, se l’ecosostenibilità non dovesse entusiasmarvi, facciamo un’occupazione turnificata! Vale a dire che ogni 6 mesi cambia la “gestione” del teatro. Magari geograficamente: per i primi sei mesi, un collettivo di occupanti provenienti dalla Lombardia; altri 6 mesi, occupanti provenienti dalla Puglia; altri 6 mesi occupanti provenienti dal Trentino e, perché no, da italiani residenti all’estero e così via… disintegrando il potere di volta in volta proprio nel momento in cui si sta per consolidare. Naturalmente, stesso dicasi per i vari Angelo Mai, con i loro palinsesti sempre occupati… molto più occupati dello stesso luogo! Intasati. Sempre saturi! Sono d’accordo con chi intende combattere i poteri forti. Ma attenzione… appena sei tu, o voi, a diventare potere forte, è giusto che qualcuno vi prenda a calci in culo! Dunque: Occupiamo il Valle? ...Che ne dite?
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un tempo l’uomo si procurava il cibo mediante
la caccia
in seguito gli furono inventati gli
Foto by Š Karen Natasja Wikstrand
ipermercati
#CoverBeat
un tempo l’uomo combatteva
la tirannia
in seguito gli fu concessO il diritto di
Voto
#ElezioniEuropee2014
Pornoterrorismo il corpo da prigione ad arma
testo
Agnese Trocchi
«Esiste per caso fusione più bella di quella tra le parole “porno” e “terrorismo”? L’erotica del terrore, un territorio inesplorato che si apre davanti a noi come un cadavere in attesa dell’autopsia. Allo stesso modo in cui i funerali mi fanno ridere, l’immagine di un bel cadavere, a volte, mi può far bagnare le mutande. La prima sensazione è che non si potrà mai superare l’imbarazzo della situazione, l’umiliazione imposta dalla società quando qualcosa di politicamente scorretto ci seduce. Ma si supera, oh sì, si supera masturbandocisi su: un primo atto di culto al terrore. L’unico modo di vincerlo è lasciandosene sedurre, trasformandosi nella sua tenera amichetta». (Pornoterrorismo, Diana Torres, Malatempora, 2014)
L
a liberazione dai poteri che normano il corpo e la sessualità passa attraverso i gesti distruttivi ed iconoclasti del pornoterrorismo ideato e praticato dalla spagnola Diana J.Torres, eiaculatrice precoce, spaccapalle, grande cagna e troia per vocazione. Diana, che dal 2001 si mette in gioco nel campo di battaglia dei codici culturali con azioni dirette e workshop sul corpo spesso dedicati allo squirting (l’eiaculazione femminile), è stata ad aprile in tour in Italia per presentare il suo libro Pornoterrorismo, edito dalla casa editrice Malatempora. Nell’ambito del tour, l’11 aprile del 2014, Diana sale sul palco del Forte Prenestino a Roma, accompagnata da Silvia Corti, traduttrice delle sue poesie in italiano, e si spoglia. Un evento simile non è una novità al Forte Prenestino: le mura di questa fortezza romana dell’Ottocento hanno visto questo ed altro, attraversate da decenni di iconoclastia punk, e già in altre occasioni le tette di Diana hanno avuto modo di guardare quelle mura. Ma il pornoterrorismo attacca e colpisce sempre come fosse la prima volta. I capezzoli di Diana, oscenamente imbellettati di rosso, ci osservano come un secondo paio di occhi. La pornoterrorista sale in scena dopo aver presentato il suo libro nel quale racconta, tra testi critici, racconti brevi e poesie, quali sono i punti chiave da scardinare nell’immaginario erotico per ribaltare il potere della norma costrittiva e diventare i nuovi figli ibridi di una futura umanità. Utopia, fantascienza, misticismo, stregoneria e grand guignol si alternano nella performance di Diana J. Torres che, dalla teoria alla pratica, individua cinque campi di azione per scardinare il potere a partire dai corpi: 1. Pratiche erotiche non catalogate 2. Sessualità terrorizzante: quella dei bambini e quella dei disabili 3. Sadomasochismo 4. Esibizionismo 5. Crisi dell’identità di genere Durante la conferenza, Diana ci spiega la sua esperienza per ognuna di queste voci trattate in altrettanti capitoli del libro, condivide con noi la sua strategia di attacco e analizza le ragioni per cui ognuno di questi punti è una zona sensibile del potere, una zona erogena di un corpo normativo che quando viene toccata reagisce in modo macroscopico destrutturando ogni equilibro castrante.
I
n un passo del libro di Diana dedicato all’identità di genere, che secondo lei è la più destabilizzante delle zone di intervento pornoterrorista, leggiamo: “...I generi sessuali sono una presa in giro, un macabro scherzo che il sistema ci gioca per farci avere più paura di non saperci adeguare ai suoi schemi. Non sapere con certezza (o non far sapere con certezza agli/lle altri/e) se si è uomini o donne è terrorista dall’inizio alla fine. La cosa più importante che ti viene consegnata quando vieni al mondo è il tuo genere: te lo danno come una specie di kit di sopravvivenza dal quale non potrai mai liberarti, perché da esso dipende la tua felicità, la tua fortuna, la realizzazione dei tuoi sogni. Solo che un giorno ti rendi
conto che senza di esso non solo puoi sopravvivere perfettamente, ma sei anche molto più libero/a, anche se produrrai uno stridio ovunque tu vada, quando ti muoverai in società” (Pornoterrorismo, Diana Torres, Malatempora, 2014, p.119). Dalla teoria alla pratica, Diana durante l’esibizione mette in atto, con il suo corpo sui nostri corpi, pratiche erotiche non catalogate, sessualità terrorizzante, messa in discussione dell’identità di genere e sadomasochismo, il tutto condito ovviamente da un’abbondante dose di esibizionismo. “Siete dei figli di puttana / voi che mi guardate / da queste celle di punizione, / da questi posti di lavoro, / da questi affitti di merda, / siete dei figli di puttana.” (Figli di puttana, p. 168, Diana J. Torres, op. cit.) La performance è costruita per assaltare i muri della nostra prigione. Diana J. Torres, ben assestata sulle spalle dei giganti della body art come ggAllin, Annie Sprinkle, Ron Athey, Lydia Lunch e Franko B., ci guarda con gli occhi delle sue tette attraverso le sbarre della nostra cella e ci consegna le chiavi per aprire la prigione e liberare la bestia. Saremo noi poi gli unici responsabili delle conseguenze, ci avverte Diana stessa in un disclaimer sul finire del rituale, quasi di sfuggita, quando ormai è troppo tardi per tirarsi indietro. Quello di Diana in scena è un corpo osceno che sputa, squirta, vomita, piange lacrime di sale emulando le mistiche che si infliggevano umiliazioni corporali per divellere le porte della prigione castrante della norma. Diana non si limita a parlare dell’umiliazione dei nostri orifizi trascurati, negati o colpevolizzati, organi di un corpo che non viene esplorato o idolatrato abbastanza. Diana mostra cosa vuol dire oltrepassare le mura della prigione della norma e con le narici aspira sale come fosse cocaina dopo averne sparso un chilo tra lei e noi per delimitare uno spazio sacro di sicurezza. Gli orifizi che la pornoterrorista mette in discussione sono accessi diretti alle viscere della mente. Diana mette in atto il suo autodafé. Tradizione cattolica ed eresia si intrecciano in una danza propiziatoria. Intanto, tra lacrime di sangue e lacrime di sale appena sniffato, tra sputi e parolacce da bruciare in un rituale sabbatico, mentre un gruppo di giovani arabi fa foto e video con lo smartphone per testimoniare increduli il tornado culturale nel quale sono stati risucchiati, una ragazzina dietro di noi urla: “Vogliamo ballare!”. Diana ha aperto il portale del suo corpo con un microfono infilato in vagina e invita qualcuno a suonarla con le percussioni. Un ragazzino in bilico tra la pubertà e l’età adulta sale in scena a suonare il corpo pornoterrorista con la sensibilità di un percussionista alla scoperta di un nuovo strumento. Le vibrazioni salgono dal basso, le fiamme che bruciano l’insulto e le etichette si perdono verso l’alto. Noi ce ne andiamo con il nostro libro nuovo in tasca e la frase di Primo Moroni che prende forma nel lobo frontale, lì vicino alle gemme di sale: “Condividere saperi senza fondare poteri.” Perché là dove si scardina un potere, immediatamente se ne insedia un altro, più subdolo, più nascosto, ma sempre figlio dell’ideologia che cristallizza e uccide ogni vita. Ogni gesto è rivoluzionario quando nasce dall’esplorazione e dall’accettazione di noi stessi e per questo il mio consiglio è: leggete il libro di Diana J. Torres, ma sappiate che la forma del vostro desiderio liberato è quel mistero inconoscibile che ancora oggi vi spinge a ballare.
#C_Libri
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#Usi&Abusi
#Usi e
...di Potere!
L’esercizio del potere ed i suoi microcosmi testo
Alfonso Russo
L’
esercizio del potere è proiezione dell’ancestrale, della terribile angoscia che ogni Uomo prova al pensiero di non essere, di non esistere se non in una personale considerazione di se stesso. Paura senza nome del nulla cosmico che si concreta nell’implosione, che sprofonda nello sconfinato limbo dell’ignoto. La bramosia del potere, madre di ogni integralismo egoistico, di ogni aberrante, colpevole indifferenza, di ogni bieco misfatto compiuto ai danni di qualcuno “altro”che - come noi - ha la grande colpa di togliere
spazio, di aver sbagliato latitudine o dimora, insomma di essere al mondo; affligge e divora. Il potere può articolarsi in varie forme, può venire esercitato, camuffato, inflitto in vari modi, attraverso molteplici canali: confondendo il becero autoritarismo e la consona autorevolezza, l’acquisizione del rispetto generato dalla stima e la paura indotta dalla vile violenza. La storia dell’Uomo è costellata di vari personaggi appartenenti alla “risma” come all’eccellenza. All’elevazione o all’abbrutimento. Gente che come Gandhi ha cambiato la storia nel segno della giustizia e dell’altrui rispetto, o come la piccola suora polacca dal carattere forte fino all’irruenza, che denunciando ogni abuso, a partire da quelli del clero, portava conforto e dolcezza ai miserabili della terra. Oppure deliranti di onnipotenza come Hitler, Stalin, Gheddafi: gente capace di mistificazione, di vessazione, di efferata violenza fino ad arrivare a sterminare il proprio popolo per soddisfare i mostri della loro follia. O come Kim Jong-Un, il giovane dittatore Nordcoreano che diede in pasto ai cani suo zio e fece uccidere la propria fidanzata confinando in un lager la, di lei, famiglia e polverizzò un avversario sparandogli contro una palla di cannone. Ecco soltanto pochi esempi di quanto la mente umana può generare distorcendo, temendo, manipolando la “realtà”fino a creare allucinanti microcosmi. Usando ed abusando di se stessa.
“
Preferisco fissare le tele sul muro o sul pavimento. Ho bisogno dell’opposizione che mi dà una superficie dura. Sul pavimento mi trovo più a mio agio. Mi sento più vicino al dipinto, quasi come fossi parte di lui, perché in questo modo posso camminarci attorno, lavorarci da tutti e quattro i lati ed essere letteralmente “dentro” al dipinto”
QUANDO LA TELA DELL’ARTISTA È LA SUA UNICA CASA UNO SGUARDO INTROSPETTIVO SUL POTERE ARTISTICO REALIZZATO DAL GENIO CREATIVO JACKSON POLLOCK
testo
Silvia Cinti
L’
arte non si tocca. L’arte piccolo grande serbatoio di creatività e maestosità riesce a catalizzare lo sguardo dell’osservatore a volte distratto, a volte perso. C’è chi ci credeva e chi invece ha fatto dell’arte la propria vocazione e, dall’uomo semplice che era, è diventato un artista a 360°. In realtà tutti possono essere artisti, ma quello che conta davvero è sentirsi tale. Un artista, o almeno chi aspira a esserlo, deve, attraverso la tela, affascinare, catalizzare, coinvolgere il proprio pubblico, i suoi seguaci, i suoi sostenitori che, una volta colpiti da quello che vedono, impazziranno come quasi fossero ragazzini estasiati durante un concerto rock. Se l’artista riesce in questo allora si è conquistato di diritto l’aggettivo di uomo potente che riesce, diventando padrone della sua arte a realizzare un’opera grandiosa. Andando avanti, il potere artistico si impossesserà di voi e vi renderà magici. Questo potere “amico”, insito dentro l’artista stesso, è un potere superiore, versatile, un potere che può colpire quell’osservatore a volte distratto, a volte perso e catturare la sua attenzione sotto molteplici punti di vista, e, una volta conquistato, quel potere che viene sprigionato dall’arte stessa ti fa rimanere imbalsamato davanti a quella benedetta tela. L’America intera lo conosce benissimo e anche il resto del mondo: Jackson Pollock non può non essere conosciuto, perché la sua arte è unica e rivoluzionaria. La rivoluzione stessa è anche il potere di un artista, la sua forza. Il senso del potere artistico in Pollock, non solo può essere un’arma tesa e affilata che sprigiona bellezza, ma anche un mezzo per portare avanti un proprio pensiero e soprattutto trasmettere la propria volontà al fruitore dell’opera in questione. Le etichette non sono mai piaciute a nessuno, a Pollock tanto meno. Nonostante questo, la critica mondiale ha accostato l’arte di questo genio americano alla cosiddetta “action painting”, una tecnica di pittura che consiste nel dipingere la tela con ampi e veloci movimenti del pennello: attraverso la dinamicità di questo strumento e lo sgocciolare del colore, l’arte prende vita. L’innovazione più importante di Pollock, all’interno di questo rapporto tra il colore e la tela si cela con l’utilizzo della tecnica chiamata “dripping”, “gocciolamento”: una vera e propria danza del colore che attraversa tutta la dimensione del lenzuolo bianco che viene tinteggiato attraverso gesti quasi coreografici. Le parole danza, coreografia, colore, tela non sono casuali quando si parla dell’arte di Pollock. Le opere così realizzate si presentano come un caotico intreccio di linee e macchie colorate, con una totale assenza di organizzazione razionale. Molti pensano invece ci sia una tecnica ben precisa e studiata in questo tipo di azione e che ogni colore, ogni tratto, ogni linea sinuosa abbia un significato. La pittura è azione, sempre e, nel caso di Pollock non si può non rimanere sconvolti, innamorati, davanti alle sue creazioni. Il potere della sua arte sta proprio in quello che egli riesce a trasmettere in ogni singolo lavoro. In ogni creazione l’osservatore si ritrova in una dimensione diversa e le emozioni che prova si alternano: dalla forza all’energia, dalla passione al caos più totale. Tutti gli stati dell’intimità umana possono essere toccati seguendo solo uno di quei tanti tratti gocciolanti di quella tela, il segreto sta nel non perdercisi dentro. Pollock dedica una vita intera, non lunghissima purtroppo, alla pittura non tradizionale, rivoluzionaria sì, volta a toccare l’estremo, il selvaggio, alla scoperta del diverso, del particolare, fuori dalle righe. Il risultato è stupefacente.
Il potere era insito in Pollock: l’ha portato alla ribalta ed ha segnato la sua carriera come artista lungimirante che ha innamorato e sconvolto, in positivo, il mondo intero. Facendo un passo indietro, se l’espressionismo astratto è in sintesi la combinazione dell’intensità emotiva e auto-espressiva degli artisti stessi, cui però si deve aggiungere un’immagine di ribellione, anarchica, idiosincratica e, secondo il pensiero di alcuni, talvolta nichilista, allora si può perfettamente capire come l’arte stessa non abbia solo il fine di donare bellezza, ma anche un altro valore ben preciso: quello di comunicare. La comunicazione è potere; l’arte è una forma di comunicazione potente e di conseguenza l’arte stessa ha il potere di comunicare, deve farlo. Nemmeno questa volta le parole sono prese a caso. Osservando in modo più approfondito l’espressionismo astratto ci accorgiamo come questa tecnica ha delle caratteristiche comuni, cui lo stesso Pollock fa riferimento nei suoi lavori. La predilezione per le ampie tele in canapa, l’enfasi per superfici particolarmente piatte, e un approccio a tutto campo, globale, grande, immenso, nel quale ogni area della tela viene curata allo stesso modo, fa capire come tutto è importante: non c’è un punto, un colore, una linea più in vista, ma tutta la tela è in primo piano, protagonista. La grandiosità dell’artista sta nel partire da questi presupposti stilistici e rendere la tela stessa un’opera nuova, inedita, meravigliosa, un mare in cui l’osservatore possa immergersi senza affogare. Il colore deve esaltare l’osservatore, non soffocarlo. In ogni tela l’osservatore può ritrovare se stesso, un suo percorso e cercare di capire dove questo conduca. Quelle curve violente hanno sconvolto per un attimo il tuo animo e ti hanno dato un assaggio di un’azione nuova inesplorata, e, in quel momento, ti senti rilassato, assorbito e non vuoi più andare via. “Quando sono “dentro” i miei quadri, non sono pienamente consapevole di quello che sto facendo. Solo dopo un momento di “presa di coscienza” mi rendo conto di quello che ho realizzato. Non ho paura di fare cambiamenti, di rovinare l’immagine e così via, perché il dipinto vive di vita propria. Io cerco di farla uscire”. C’è una ragione più che valida se geni come Pollock si contano davvero sulle dita di una mano. La difficoltà dell’arte astratta sta proprio nel comunicare nonostante non si abbia un appoggio reale, tangibile su cui basarsi. Con il potere che l’arte è in grado di comunicare, la tela diventa la casa dell’artista e il suo padrone riesce a renderla espressiva, ma anche unica. Veramente in pochi riescono in questo intento semiutopico. Allora, a chi crede che l’arte sia una cosa per tutti, si può dare questa risposta: l’arte è di tutti, ma non per tutti, e questo vale per tutte le sfide difficili, ecco perché esiste ancora un limite infrangibile tra la banalità, l’ovvietà e l’unicità e la bellezza. Pollock è riuscito, in un modo tutto suo a rendere il genere artistico dell’espressionismo astratto un modo di vivere, uno stile artistico irripetibile che ha appassionato i suoi seguaci e, nonostante molti ci provino, di Pollock ne resta solo uno, e uno soltanto.
#ContemporaryArt
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LZI LA MANO CHI NON HA MAI GUARDATO UN FILM PORNO. AMMETTETELO! ANCHE VOI, NELL’INTIMITÀ DELLE VOSTRE STANZE, QUANDO IL DESIDERIO MONTA, LA NOIA VI PERVADE, LA PASSIONE SI ACCENDE, COMINCIATE A CAMBIAR CANALE IN TV CERCANDO DEL MATERIALE PORNOGRAFICO OPPURE NAVIGATE ONLINE ALLA RICERCA DELL’IMMAGINE GIUSTA, DELLO SPUNTO CHE DARÀ LIBERO SFOGO ALLE VOSTRE FANTASIE.
Abbiamo rivolto le nostre domande direttamente alle Ragazze del Porno che hanno risposto nella persona della regista Monica Stambrini.
C’è tanta confusione attorno al termine pornografia. Per qualcuno è qualcosa che serve ad eccitarsi, per altri è la manifestazione dell’osceno, secondo il dizionario etimologico è l’illustrazione delle attività delle prostitute. Potete definire con esattezza cosa intendete voi per pornografia? Nell’usare la parola pornografia per i nostri corti intendiamo la rappreMa chi è che produce e confeziona per noi l’immaginario pornografico? sentazione della sessualità in modo esplicito, senza censure, sia da un Molto spesso, anzi spessissimo, sono gli uomini a stare dietro la macchi- punto di vista visivo che narrativo. Si potrebbe anche definire “realina da presa e a dirigere e produrre i film porno. È un potere sottile ma smo sessuale”. intrusivo quello di chi produce pornografia, un potere che si insinua tra La sessualità riguarda la vita e l’immaginario di tutte/i, perché la sua i nostri fluidi, nei nostri centri dell’eccitazione, decide il ritmo del godi- rappresentazione dev’essere prerogativa solo del porno e non del mento: la ripetizione dell’atto meccanico è il mantra a cui i piaceri sono cinema? Nella letteratura e nell’arte... c’è molta più sessualità che non asserviti e l’eiaculazione maschile è l’unico traguardo da raggiungere. nel cinema - anche perché c’è meno censura. Io credo che il cinema vorrebbe poter raccontare in modo molto più esplicito il sesso, solo a giornalista Tiziana Lo Porto ha riflettuto sulla pornografia e che non lo può fare perché cade nella censura che ne limita la distribusulla sua produzione in Italia e ha deciso che fosse il momento zione. di far emergere l’immaginario delle donne. Nasce così il progetto Ma di nuovo (come negli anni ‘60 e ‘70) il cinema si sta cominciando a “Le Ragazze del Porno”, dieci registe italiane che si cimenteranno con ribellare alle regole e infatti negli ultimi festival di cinema si fa un gran la produzione di altrettanti cortometraggi pornoerotici. Un progetto parlare di scene di sesso esplicite in film d’autore. per il quale le ragazze hanno lanciato una campagna di finanziamento dal basso su indiegogo realizzando un video-appello che sulla rete è Perché i corti delle ragazze del porno saranno pornoerotici e non diventato subito un piccolo caso. In fondo tutti sono subito pronti ad pornografici? eccitarsi quando si sente parlare di donne e pornografia. Ma come sta- Credo che finché non gireremo i nostri corti sarà difficile dare delle rà andando in realtà questa campagna di finanziamento? E soprattutto: definizioni. Le sceneggiature sono un’indicazione, poi quando si mette ma cosa è la pornografia? in scena una sceneggiatura molto può cambiare. Il confine fra erotismo
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testo
Agnese Trocchi
quello di registe del porno. Mettersi dietro alla telecamera è una presa di potere? Avete anche voi una storia simile? E in che modo il vostro porno si relaziona con il loro e con quello di tutte le donne Tra le reazioni dell’italiano medio al vostro video-appello per il che fanno già pornografia? crowdfunding, sui social network ci sono state le classiche: “A me Mettersi dietro ad una macchina da presa è una presa di potere enornon mi dicono niente”, “Non me le scoperei”, “Belle tette”. Secondo me. Le donne illustri che hai citato ne hanno dato piena dimostravoi la vostra operazione potrà servire a bastonare lo stordimento zione. Loro sono pioniere, e lavorano dal di dentro dell’industria del culturale di questo soggetto sociale? O non si corre il rischio di porno. Noi arriviamo da tutt’altro background ma ovviamente anche a creare un prodotto di successo che però non modificherà l’ignoloro ci siamo ispirate, ci hanno dato coraggio. Io ho una passione parranza dilagante? ticolare per Annie Sprinkle - sta veramente facendo delle cose molto Direi che per ora, già il nostro coming out ha modificato qualcosa. Noi, belle e anche politiche, con ironia. viste come belle o brutte, normali o stravaganti, giovani o vecchie, registe più o meno famose, osiamo esporci. Comunque le critiche erano Una pornografia diversa sarà ancora pornografia? prevedibili, l’entusiasmo con cui siamo state accolte meno, ci hanno Non son fatta per le definizioni. Non lo so, questione di moda. sorpreso. Direi che è già un traguardo, al di là del prodotto - che ci impegneremo di fare al meglio per noi e per tutti quelli che aspettano A marzo avete lanciato una campagna di finanziamento su indiecon ansia e/o scetticismo. gogo per produrre la raccolta dei 10 corti. A circa un mese dal lancio dell’appello, come sta andando la campagna? “Una pornografia ideata da donne sarà più ricca di personaggi ed Allora, proprio oggi abbiamo fatto un ragionamento sulla questione: emozioni”, dite nel vostro video-appello. I maschi non sono capaci ad oggi mancano 37 giorni e abbiamo 3300 euro su 15000 che chiedi fare un pornografia ricca di personaggi ed emozioni? È un prodiamo per girare (spesando solo le spese vive) i 3 corti che lanceranno blema di genere o un problema di domanda e offerta sul mercato? il progetto di lungometraggio fatto di almeno 6 corti. Diciamo che la Io personalmente non credo sia tanto una questione di genere quanto nostra colletta online, ovvero il crowdfunding https://www.indiegogo. di domanda e offerta appunto. la pornografia è sempre stata vista come com/projects/le-ragazze-del-porno/x/5464697#home non sta andanun prodotto per uomini, fatto da uomini. Dal momento che il mercato do molto bene paragonato alla visibilità che abbiamo avuto (in Italia) si apre, si apre anche il genere. O viceversa. come ragazze del porno. Forse anche solo perché non tutti capiscono E sperimenta linguaggi e narrazioni nuove o diverse. come fare a mettere soldi su un progetto online. Stiamo infatti pensando di fare dei tutorial, ma a breve perché a fine maggio è già finita. Erika Lust, Candida Royalle, Annie Sprinkle, sono alcune delle Comunque invece in parallelo, senza strategie, abbiamo fatto una donne più celebri che sono passate dal ruolo di attrici porno a e pornografia è abbastanza labile e soggettivo. E noi siamo tutte registe diverse, soggetti diversi. Lì è il bello.
vendita di opere di artisti vari, Art for Porn, che è andata molto bene, e ne faremo altre anche a Milano forse Bologna e Venezia. Art for Porn è stato un bellissimo evento e la solidarietà fra artisti (esattamente come stiamo facendo noi registe-ragazze del porno fra di noi) di questi tempi è particolarmente incoraggiante. Ultima domanda: il direttore irresponsabile vorrebbe partecipare in (s)veste di attore... Si può? Certo. Faremo dei provini aperti a tutti gli interessati, non solo ad attori, fra giugno e luglio. Fra Roma e Milano, per ora. Vi faremo sapere sui nostri siti le date precise. https://www.indiegogo.com/projects/le-ragazze-del-porno/ x/5464697#home https://www.facebook.com/lrdpms www.leragazzedelporno.org twitter @ragazzedelporno
#Cinema
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#RiservaUrbana
Riserva Urbana! a cura e di
Ruben Toms
Mato Wambli, Eagle Bear, meglio conosciuto come Frank Fools Crow, Nonno Frank. QUESTO È UNO DEI LIBRI SUGLI INDIANI D’AMERICA che più mi ha appassionato. Frank Fools Crow. Capo Cerimoniale dei Sioux Teton, di Thomas E. Mails, edito da Xenia Edizioni. Titolo originale: Fools Crow, edito da University of Nebraska Press-Lincon, 1990. È la storia di un’amicizia tra un Uomo Sacro Lakota e un Luterano, scrittore, pittore, illustratore. Il libro è nato per volere di Wakan Tanka, il Grande Sacro. È commovente perché Fools Crow confida all’amico le peripezie compiute dal suo popolo per adattarsi e non soccombere, mantenendo vive le loro tradizioni soprattutto quando i loro riti erano vietati per legge dal “wasichu”, l’Uomo Bianco. È divertente, perché nelle avversità i Lakota hanno dato sempre il meglio di sé. La loro ironia è leggendaria. Frank Fools Crow descrive memorabilmente nel dettaglio a Thomas E. Mails la sua intensa vita, le sue ricerche di visione, il suo apprendistato come Uomo di Medicina, le guarigioni fisiche, i suoi viaggi all’estero, il suo lavoro al cinema. Parla all’amico del rapporto con la Pipa, l’oggetto più sacro per le Nazioni delle grandi pianure. Essa è principalmente uno strumento di preghiera. In lingua Lakota, Chanupa. Secondo la tradizione,la Pipa era stata donata al Popolo dalla Donna Bisonte Bianco. Wakan tanka, il Grande sacro è l’espressione della forza soprannaturale che permea l’universo, le persone e le cose. La chiave della cultura dei Lakota è la religione o meglio la spiritualità. Nonno Frank ha incarnato i valori tradizionali. È stato un Uomo di medicina per tradizioni familiari, guaritore formidabile: ci sono migliaia di testimonianze al riguardo. Concludo l’articolo con le parole di Mato Wambli, Eagle Bear, meglio conosciuto come Frank Fools Crow, Nonno Frank: “Le Colline sono la nostra chiesa, i fiumi e il vento, gli alberi e tutte le cose viventi sono la nostra Bibbia. La natura è Dio. Dio è la natura: tutta la nostra vita, il nostro governo, la nostra spiritualità derivano dalla contemplazione di queste cose”.
N
onno Frank, le tue parole mi hanno fatto piangere e ridere, sei nato nel 1890 e dead nel 1989 e sei vissuto in umiltà, non sei mai stato arrogante neanche con gli Uomini Bianchi arroganti. Hai ricevuto da Wakan Tanka il potere di guarire le persone, di qualsiasi razza, di parlare alla natura ed agli animali. Nonno Frank, Uomo Sacro dei Lakota, hai fatto tante cose straordinarie. Grazie, soprattutto perchè non hai sprecato il dono ricevuto in Visione.
#Poetry
‘Round Midnight testo
Jan Hassermann
- FUMO -
C
erchi di fumo emetto, avvolgo, evaporo; ormai privati del sano e velenoso tramite contenuto nella loro assenza. Quanta radice di vita vera ebbe a cornice quegli impalpabili
dipinti descritti da invisibile mano. Che se potessi averne antologia mi ciberei di essa oltre il dolore. Librato e arcano con sottile bilancia da speziale ne peserei ogni ansa, ogni respiro. E con acuta lente da regista ne renderei immortale la strabiliante genesi. Libidine di piatti speziati e forti e di robusti nettari e di afrori ne generò, stuprando il seme, l’imprevedibile arte fatua. E noi tesi a carpire o ad ignorare ostentando sottane, ovvero lucido acciaio e palle di fuoco, rubavamo ai giorni, tributavamo alle notti e con un ghigno acceso, pisciando in terra,urlavamo al domani come se il tempo altro non fosse, null’altro chiedesse che cerchi di fumo.
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Il cocktail giusto per le tue esigenze. 1/3: progetti grafici e comunicazione creativa per la pubblicità ed il marketing. 1/3: editoria, produzioni, stampa di: libri, CD, DVD, brouchure, leaflet, manifesti, locandine, biglietti da visita. 1/3: produzione e postproduzione video.
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E
PRO
Artists for art
Omeopatia
astenia e alterazioni della sfera sessuale
testo
Dott. Alfonso Tramontana
“ci sono state due grandi rivelazioni nella mia vita. la prima è stata il bebop, la seconda l’omeopatia” - Dizzy Gillespie -
L’
Phosporicum Acidum: Marcata astenia e stanchezza fin dal mattino, soggetti in genere magri, longilinei, molto sensibili e fantasiosi. Tendenti all’ipotensione. In genere alterazione nella durata dei rapporti sessuali.Si stancano subito. Libido variabile. Donne molto sensibili ed emotive spesso con fervida immaginazione anche in ambito erotico. Kalium Phoshoricum: Esaurimento e stanchezza dopo sforzi mentali (eccessivo studio, abusi in genere) Spesso, però, è solo un sintomo punta di un iceberg il cui vero volto è Nux Vomica: per esempio una sindrome depressiva: “non ho voglia di far nulla, non Nelle persone iper competitive, attive, spesso alcolisti o fumatori, colleho motivazioni e piaceri di vita per cui sono stanco di tutto...” rici, in genere manager o soggetti che devono per forza riuscire Vi è la stanchezza reattiva in tutti quei soggetti che devonella vita, che danno molto importanza al denaro come no e vogliono essere sempre performanti sul lavoro, affermazione economica. con gli amici, a scuola o all’università. Periodi di mancanza di vigore sessuale con alteraA volte l’astenia può essere l’espressione di patozioni che si presentano durante un rapporto che in logie gravi. genere inizia in maniera normale. In omeopatia è necessario comprendere esattaConium Maculatum: mente l’origine di tale sintomo, coglierne le sfuImpotenza o mancanza di libido dopo lunga astimature e i ritmi rispetto alle attività quotidiane nenza sessuale. nell’ottica di trovare il rimedio più adatto per la Vertigini e sintomi gastroenterici. prescrizione finale. Stanchezza Non sarebbe sufficiente un intero magazine per adNatrum Carbonicum: dentrarci nelle costituzioni e nelle diatesi omeopatiSpossatezza dopo una insolazione che ma è importante accennare al fatto che la conformaThuya: zione fisica e la storia fisiologica e patologica di ognuno di Stanchezza e disinteresse verso tutto su base spesso depresnoi sono alla base della tipizzazione dei diversi tipi di astenia. siva. Alla stanchezza in generale è sempre più collegato il problema del- Un ultimo messaggio mi è d’obbligo. la astenia sessuale intesa come mancanza di potere sessuale che in un A volte il miglior rimedio per problemi di libido e per l’astenia sessuale è contesto maschile è più da interpretare non solo come una difficoltà a cercare di incontrare un partner che ci faccia veramente sentire bene! trovare il vigore fisico durante l’atto ma anche come la mancanza di libido; in un contesto più femminile (con tutte le eccezioni del caso che non sono riconducibili a una regola generale) il concetto di potere sessuale è più legato alla libido intesa come l’interesse e/o il desiderio di avere una #Wellness rapporto. Non sono oggetto di questa breve trattazione tutti i casi di dispareunia (difficoltà nell’avere un rapporto sessuale) in cui i problemi di base sono infezioni genitali (specialmente per la donna). omeopatia osserva un iter diagnostico molto articolato per definire la causa (eziologia) e la cura dell’astenia. In linea generale l’astenia è un sintomo che il paziente riferisce nella maniera più varia. “Mi sento stanco... mi sento senza forze... vorrei dormire tutto il giorno... etc.” La mancanza di forza, di “potere” nel fare qualcosa e la stanchezza sono il comune denominatore di tutte le forme di astenia.
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