Taranto ci*à in evoluzione: la resilienza tra retorica ed ecologia
arch. Enrico Grifoni Taranto | Palazzo Pantaleo | 23 febbraio 2017
“L’evoluzione delle ci*à e l’evoluzione dei ci*adini sono due processi che debbono svolgersi insieme”
Patrick Geddes
Patrick Geddes
Joseph Beuys
Ian McHarg
Borys Cyrulnik
Yuri – Andrea ChimenI
I poli della discussione: glossario Natura: s. f. [lat. natūra, der. di natus, part. pass. di nasci «nascere»] Il sistema totale degli esseri vivenI, animali e vegetali, e delle cose inanimate, che presentano un ordine, realizzano dei Ipi e si formano secondo leggi. Ecologìa: s. f. [comp. di eco-‐ e -‐logia, termine coniato (ted. Oekologie) dal biologo E. Haeckel (1866)]. Parte della biologia che studia le relazioni tra organismi o gruppi di organismi e il loro ambiente naturale, inteso sia come l’insieme dei faZori chimico-‐fisici, sia come l’insieme dei faZori biologici che influiscono o possono influire sulla vita degli organismi stessi. Sviluppatasi in tempi recenI e diffusasi largamente come scienza e come praIca, si suddivide in numerose branche (e. vegetale, agraria, animale, marina, umana, spaziale) che toccano tuZe problemi di importanza vitale (produ:vità e sfru=amento delle risorse naturali, conservazione e protezione della natura dal depauperamento ambientale, comprendendo la tutela del paesaggio, la lo=a all’inquinamento delle acque, la razionalizzazione degli insediamenA umani, ecc.) nei paesi moderni densamente popolaI e in via di massiccia industrializzazione. Retòrica: (ant. o raro reZòrica) s. f. [dal lat. rhetorica (ars), gr. ῥητορική (τέχνη)]. 1. a. L’arte del parlare e dello scrivere in modo ornato ed efficace; sorta nella Grecia anIca con i sofisI, con finalità prevalentemente pragmaIche, come tecnica del discorso teso a persuadere (fu quindi applicata all’oratoria giudiziaria) … 2. Nell’uso moderno, con valore spreg., modo di scrivere e di parlare ampolloso e risonante, enfaIco e sostanzialmente vuoto, privo o povero di impegno intelleZuale, civile e morale … da Vocabolario Treccani
Borys Cyrulnik (1937)
Neurologo, etologo, psicanalista e psichiata francesce, nato da una famiglia ebraica. Nel 1943 è sfuggito alla deportazione nascondendosi nel bagno della sinagoga della sua ciZà. Famoso in tuZo il mondo per i suoi studi sul fenomeno della resilienza. Secondo Cyrulnik, la resilienza “… è l’arte di navigare sui torrenA. Un trauma sconvolge il sogge=o trascinandolo in una direzione che non avrebbe seguito. Ma una volta risucchiato dai gorghi del torrente che lo portano verso una cascata, il sogge=o resiliente deve ricorrere alle risorse interne impresse nella sua memoria, deve lo=are contro le rapide che lo sballo=ano incessantemente. A un certo punto, potrà trovare una mano tesa che gli offrirà una risorsa esterna, una relazione affe:va, un’isAtuzione sociale o culturale che gli perme=eranno di salvarsi.”
Presenta una situazione paradigmaIca tra due compagni di liceo nell’introduzione al suo libro “Parlare d’amore sull’orlo dell’abisso” (Saggi Frassinelli). Rouland è un ragazzino stranamente silenzioso ma sa correre molto veloce, potrebbe essere un owmo elemento per la squadra di rugby del liceo. “Allora decisi di fare amicizia con lui. Ma le nostre conversazioni erano a senso unico, dovevo fare tuZo io: domande, risposte, prendere decisioni e iniziaIve”. Un giorno Rouland invita il compagno a casa sua per una merenda. L’atmosfera è surreale. “Rouland rimase tuZo il tempo seduto sul divano in silenzio, mentre la madre mi rimpinzava di cioccolaIni, torte e fruZa candita che mi serviva su piaw doraI. Feci un grande sforzo per fingere di non capire in che modo sbarcasse il lunario”. A distanza di cinquant’anni dall’incontro, Rouland telefona al compagno di allora per ringraziarlo: “Volevo soltanto dirI che tu mi hai cambiato la vita”. Rouland rievoca la scena: “Era la prima volta che qualcuno portava rispeZo a mia madre. Quel giorno ho ricominciato a sperare. Mi sembrava giusto dirtelo”. “Scoprendo che è possibile cambiare un senImento – osserva Cyrulnik – Rouland aveva cominciato a credere in una via d’uscita”.
Yuri – Andrea ChimenL (2014) Yuri è un adolescente dai curiosi capelli rossi che perde la memoria ogni noZe: al mawno non ricorda più niente. L'unica cosa a cui è legato, e da cui non si separa a nessun costo, è un libro -‐ La ResilienLa -‐ che narra le vicende di un mondo fantasIco e dei suoi personaggi: delle loro storie Yuri sa e ricorda tuZo. Yuri è un ragazzo depredato, senza riferimenI, senza voce, senza memoria: puro isInto di sopravvivenza in un mondo osIle, sadico, lercio. Ma è vivo, nonostante tuZo, inchiodato alla inconsapevole baZaglia di ogni giorno, armato della sua sola osInazione, aggrappato a un libro anIco come a un giubboZo anIproiewle. In quelle pagine -‐ faZe di cavalieri e creature sorprendenI -‐ c’è la chiave del suo coraggio, della sua abilità di vita. “… C’è solo un essere che può scatenarsi diventando pericoloso, si chiama Rètore. Se lo incontri è impossibile sfuggirgli, I si aZacca addosso e puoi correre quanto I pare ma lui non I molla, dice il mio libro. Quando sei a terra inerme e in preda al terrore, si china sopra di te e recita la Compieta del Buio che non mi ricordo a memoria, ma so che ogni volta che dice “buio” devi rispondere “luce”. Se sbagli anche solo una volta vieni ingurgitato dal Rètore; la noZe prende allora il sopravvento nella tua mente e tu divenI parte del buio. Non so cosa voglia dire, ma non mi piace l’idea, forse vuol dire cessare di esistere. Ma se rispondi “luce” ogni volta, il Rètore congiunge le mani e canta con una voce femminile dolcissima. Ma non è piacevole: è terribile. Di lì a pochi secondi svanisce. Il mio libro dice che questo essere è scatenato dalle tue stesse paure ed è un po’ come trovarsi faccia a faccia con la tua parte più oscura." Una dura allegoria dell’adolescenza di oggi, depredata del futuro e della speranza da un mondo spesso osIle, sadico e lercio come quello di Yuri.
Patrick Geddes (1854 – 1932) Nel periodo in cui l’ecologia si stava man mano elaborando come disciplina vera e propria, disInta dalla biologia, inventa diversi concew essenziali tra cui quelli di bioregionalismo, conurbazione o giardino pedagogico. Patrick Geddes poi è stato il primo in Europa a definirsi architeZo di paesaggio e a praIcare l’architeZura del paesaggio. Concepiva un parco urbano praIcamente come una «ca*edrale laica per la ci*à», un ecosistema in equilibrio tra passato e presente che lascia il futuro aperto e perme*e di sviluppare il senso civico degli abitanL, alla pari del museo o dell'università.
Joseph Beuys (1921 – 1986) Impegnato sul fronte orientale, nel 1943 precipitò insieme al suo "stuka", in una desolata pianura di Crimea, durante una tormenta di neve. Una tribù di Tartari lo trovò sepolto, semi-‐ congelato e gravemente ferito al capo; fu salvato coprendolo di grasso e avvolgendolo nel feltro. “Die Leute sind ganz prima in Foggia” (“La gente è meravigliosa a Foggia”). Ancora nel 1985, quando sta allestendo la sua ulIma mostra a Capodimonte, pochi mesi prima della sua morte, inItola una litografia: “Nimm Foggia ernst”: “Prendi sul serio Foggia!”.
Ian McHarg (1920 – 2001) ArchiteZo paesaggista scozzese, teorizzò la pianificazione territoriale sulla base dei sistemi naturali. Ufficiale del Second Independent Parachhute Brigade Group, passò l’autunno e l’inverno 1943 e la primavera successiva in Italia. L’episodio cominciò malamente con l’affondamento dell’Adbiel, avanguardia dell’invasione di Taranto; ne seguì un periodo dietro le linee come proteZore e capo riparatore del grande acquedoZo pugliese e poi un periodo più normale nella baZaglia invernale del fiume Sangro.
Difesa della natura Nel 1982 Joseph Beuys fu chiamato a partecipare alla sewma edizione della mostra «Documenta», che ogni cinque anni viene tenuta nella ci*adina tedesca di Kassel. Egli non portò una scultura nel senso tradizionale del termine, ma accumulò davanI al Museo Federiciano di Kassel un triangolo formato da 7000 pietre di basalto. Ognuna di quelle pietre doveva servire a piantare un albero. Chiunque, versando una somma di denaro, poteva "adoZare" una di quelle seZemila pietre, e la somma ricavata sarebbe servita a piantare una quercia. Così, man mano, il mucchio di pietre andò riducendosi, fino a scomparire, e seZemila nuove querce, con alla base una di quelle pietre di basalto, comparvero negli spazi circostanI la ciZà di Kassel. L’operazione si è protraZa per cinque anni, in quanto l’ulIma quercia è stata piantata nel 1987, quando Beuys era purtroppo già morto, ma in realtà l’opera si compirà in un arco molto più ampio, in quanto ci vorranno circa trecento anni prima che l’insieme delle querce piantate divenI il rigoglioso bosco che Beuys immaginava pensando a questa opera.
Non si tra*a di esteLzzare il sociale se uno afferma “Ogni uomo è un arLsta”. Si traZa, all’opposto, di ridistribuire le funzioni creaIve e intelleZuali a livello collewvo. Abbiamo a che fare con una profonda trasformazione sociologica che tocca tanto la figura dell’arIsta che quella dell’intelleZuale in rapporto ad una produzione alternaIva di soggewvità. L’arLsLcità non è più disciplinare ma, al contrario, è come una permanente pedagogia: una procedura di espressione e di autoaffermazione che è trasversale ai diversi modi del fare e del dire, nonché ai differenI gruppi sociali. In questa visione, neppure la poliIca può conInuare ad essere di Ipo disciplinare. FaZa cioè di tecnici o di rappresentanI.
La ci*à: salute e patologia (da “Design with nature”, I. McHarg, 1969) “Una volta ho tenuto un corso chiamato eufemisIcamente “Ecologia della ciZà”. Era un modesto tentaIvo di meZere insieme le informazioni elaborate dall’ecologia vegetale e animale e applicarle ai problemi della ciZà, dove il determinismo economico regna indisturbato. È un’impresa estremamente difficile, perché gli ecologi cercano gli ambienI più selvaggi – quelli meno influenzaI dall’uomo …. Posto di fronte a questa carenza dell’ecologia umana, e incuriosito dall’affermazione di Williamson sull’unità della salute fisica, sociale e mentale e sulla loro idenLficazione con specifici ambienL fisici e sociali, persuasi un certo numero di studenI che sarebbe stato interessante idenIficare gli ambienI specifici della patologia – fisica, mentale e sociale […]. Questo, dissi, potrebbe consenIre a future generazioni di studenI e, si spera, ricercatori più competenI, di studiare la correlazione fra patologia e ambiente […] siamo sensibili all’idea che i processi sociali sono importanL per la praLca della proge*azione e della pianificazione. L’adaZamento fisiologico è lento; manipolare l’ambiente è più facile. I processi sociali forniscono gli strumenL per l’analisi e la trasformazione.” Indicatori sinteIci: • malawa fisica • malawa sociale • malawa mentale • inquinamento • etnicità • faZori economici
Lo spirito delle ci*à (da “Ci2es in evolu2on”, Patrick Geddes, 1915) “Intrapreso il rilevamento, organizzata la relaIva esposizione e incominciata la stesura del piano regolatore, qual è la fase successiva? TuZe queste cose, infaw, non sono che uno studio preparatorio, un primo abbozzo verso il futuro sviluppo della ciZà, la sua espansione; un primo passo, dunque, verso il nostro obiewvo: comprendere lo spirito e l’individualità della nostra ci*à, e quindi cercare di potenziarli e esprimerli, se non vogliamo contribuire a esLnguerli o a reprimerli. Come far scaturire l’inIma essenza della ciZà e esprimerla? […] la le*eratura e tu*e le arL insieme debbono uLlizzare scienze civiche e sociologia per ricavarne la vera “epica” della ci*à.”
Il nodo centrale degli interessi di Geddes furono i problemi dell’educazione e dei metodi da usarsi per la sua diffusione. Per far ciò, diede vita a due importanI iniziaIve: • gli incontri esLvi di Edimburgo; • la Outlook Tower.
Con i primi, Geddes fece convenire nella ciZà scozzese personalità del mondo scienIfico e propugnatori di nuove ideologie sociali, europei ed americani, per tenere corsi, conferenze o partecipare a dibawI nel modo meno formale, su temi i più disparaI ed aZuali. L’anarchico P. Kropotkin, l’antropologo Elie Reclus, sfuggito ad una sentenza capitale da parte del governo francese, il sociologo Edmond Desmolins, furono soltanto alcuni degli animatori di quesI incontri.
L’Outlook Tower è un laboratorio di analisi, osservatorio, museo dei fenomeni sociali e fisici della ci*à (1895). Egli fece di questa isItuzione la sede di altre iniziaIve rivolte, sopraZuZo, alla riscoperta e alla valorizzazione della cultura regionale scozzese, nonché alla soluzione di problemi praIci come quello dell’espansione dei collegi universitari o del risanamento dei quarIeri degradaI della ciZà. Nacquero così la casa editrice “Patrick Geddes and Colleagues”, la “Old Edimburgh School of Art” a la “Town and Gown AssociaIon”.
“Da tud i punL di vista, dunque, è necessario che in ogni ci*à sorga una scuola di scienze civiche; in qualcuna, infad, sta già nascendo.” P. Geddes