stiagricola
In questa edizione:
Aprile – Maggio 2014
Pag. 4: Assemblea di Villanova: Confagricoltura Asti raccoglie la sfida digitale Pag. 26: Speciale Vinitaly 2014 Pag. 32: La rete di Confagricoltura Asti: imparare a fare squadra All’interno: Speciale Forum Nazionale Agriturist
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SBOCCIA L’AGRICOLTURA DEL FUTURO
Stampa a cura della
Tipografia Della Rovere - Asti NOTIZIE da CONFAGRICOLTURA ASTI ADERENTE ALLA CONFEDERAZIONE GENERALE DELL’AGRICOLTURA ITALIANA IN CASO DI MANCATO RECAPITO INVIARE ALL’ UFFICIO P.T. DII 4100 ASTi CORR. E PACCHI DETENTORE DEL CONTO. PER LA RESTiTUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATiVA TARIFFA. Edizione fuori commercio. Il notiziario viene inviato gratuitamente Direttore: FRANCESCO GIAQUINTA - Direzione ed Amministrazione: c/o CONFAGRICOLTURA - VIA MONTI 15 – 14100 ASTIPoste Italiane Spedizione in a.p. DL335/2003 (conv.in L.27/02/2004 n°46) art.1 comma 1 ASTI Autorizzazione Tribunale di Asti in data 20/01/1976 n.1/76
La presenza di Confagricoltura nel territorio nazionale si concretizza, in modo capillare, attraverso le Federazioni regionali (19), le Unioni provinciali (95), gli uffici zona e le delegazioni comunali (2.143), nonché attraverso le Federazioni di categoria e le Federazioni di prodotto. Confagricoltura raggruppa: 145.200 imprese agricole assuntrici di manodopera; 222.000 imprese agricole diretto coltivatrici e lavoratori autonomi; 301.000 imprese tra contoterzisti, manutenzione del verde, concedenti a mezzadria e colonia, soccidanti. Confagricoltura è rappresentata nel CNEL e presso tutte le principali sedi istituzionali, nazionali ed internazionali, direttamente collegate all’agricoltura o che abbiano, comunque, attinenza con essa. E’ parte attiva di tavoli di concertazione fra parti sociali e Governo. Stipula contratti collettivi nazionali per operai, impiegati, dirigenti agricoli oltre al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle imprese del verde. Fa parte del COPA - Comitato delle organizzazioni agricole europee, del GEOPA - Coordinamento europeo delle organizzazioni datoriali - e del CES - Comitato economico e sociale europeo. Confagricoltura assicura ai propri associati, a livello nazionale, regionale e provinciale, i servizi di: • consulenza legale; • informazione economica e sindacale; • formazione ed assistenza tecnica per la gestione dell’azienda; • gestione del personale e libri-paga; • gestione dei premi Pac e disbrigo delle pratiche burocratiche connesse all’attività d’impresa; • assistenza fiscale e tributaria. Attraverso ENAPA - Ente Nazionale Assistenza Patrocinio Agricoltori - istituto di patronato che svolge GRATUITA MENTE per agricoltori e cittadini le pratiche relative alle pensioni, alla contribuzione e alle prestazioni in materia infortunistica.
Attraverso il CAF Confagricoltura Pensionati svolge attività di assistenza fiscale per i lavoratori dipendenti, i pensionati ed i collaboratori a progetto. Il CAF Imprese Confagricoltura svolge attività di assistenza fiscale nei confronti delle imprese associate.
Attraverso il CAA - Centro Assistenza Agricola – Confagricoltura cura le attività collegate alla gestione dei premi PAC.
La Confederazione cura anche le problematiche dei giovani imprenditori agricoli, del settore agrituristico, delle donne imprenditrici in agricoltura e degli agricoltori anziani rappresentati, al proprio interno, rispettivamente da:
Associazione Nazionale dei Giovani Agricoltori – ANGA
Agriturist
Confagricoltura Donna
Sindacato Nazionale Pensionati
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Editoriale
EDITORIALE
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a Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana – Confagricoltura è l’organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana. Riconosce nell’imprenditore agricolo il protagonista della produzione e persegue lo sviluppo economico, tecnologico e sociale dell’agricoltura e delle imprese agricole.
Tempi moderni
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ettiamo subito da parte le immagini di agricoltura bucolica, si finta sostenibilità, di falso chilometro zero, di quella stucchevole decrescita felice di chi vorrebbe che il lavoro dei campi restasse ancorato a stereotipi antichi e, peggio, sorpassati.
La Cosap e la politica del tubo… rotto
Se si guarda al mondo agricolo senza lenti e filtri ideologici che ne distorgono la realtà e la vera natura, si scopre un comparto decisamente diverso anche nelle prospettive. L’agricoltura moderna esige il concetto di “grande è bello”, perché garantisce qualità, sicurezza e produttività, sia in volumi che in reddito agricolo. L’imprenditorialità rurale famigliare deve continuare ad esistere, a patto, però, che sviluppi le sue caratteristiche peculiari di datrice di manodopera. Un particolare non da poco per un settore che continua ad essere tra i pochi a garantire occupazione. Sono questi imperativi che vengono imposti dalla globalizzazione, un processo a cui nessun comparto produttivo si può sottrarre e che, se gestito in modo non corretto, può causare contraccolpi economici e sociali. In questo senso l’agricoltura, più di altri settori, è in grado di strutturarsi al meglio per essere al passo con i tempi e promuovere quello sviluppo tecnologico, economico e di competenze professionali che la mettono in grado di raccogliere e vincere le sfide di mercati globali sempre più in continua e veloce evoluzione. Gli agricoltori, è bene ricordarlo, da sempre praticano la spendig review (cioè non sprecano le loro risorse e, anzi, le usano meglio che possono). Da sempre fanno programmazione di anno in anno, a volte anche per decenni. Sono lezioni che gli agricoltori hanno imparato sulla propria pelle e di cui hanno fatto tesoro. È giunto, perciò, il momento che il mondo agricolo, come sa fare e come merita, condizioni i mercati, ne prenda coscienza, li studi e li analizzi, comprenda i meccanismi che li regolano e le leggi inflessibili che ne determinano lo sviluppo. Alla base di tutto questo ci deve essere una nuova mentalità agro-imprenditoriale, più aperta ai cambiamenti, con un occhio al passato ma attenta alle novità, ai segnali che arrivano dall’esterno, ai nuovi strumenti che, dai campi alle comunicazioni, dall’economia al credito, favoriscono lo sviluppo e la crescita. Insomma una mentalità nuova in grado di fare rete, di costruire squadre e team vincenti. È questo l’unico obiettivo che deve darsi l’agricoltura di oggi, per potere guardare con fiducia al futuro.
Francesco Giaquinta direttore Confagricoltura Asti
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uesta foto è il nostro “graffio” per l’edizione primaverile di Asti Agricola.
Avremmo voluto parlare di altro, magari polemizzare su uno dei tanti temi delicati che affliggono l’agricoltura astigiana. Avremmo voluto parlare di moscato (e lo faremo), di biomasse (e lo faremo) o di tutela del paesaggio e dell’ambiente (statene certi che faremo). Ma c’è stato chi ha voluto fornirci una nuova “grana” su cui discutere, come se il mondo agricolo astigiano non avesse già abbastanza gatte da pelare. La foto che pubblichiamo, alcuni tubi di cemento, di quelli che servono ad incanalare i fossi e a segnare gli accessi ai fondi agricoli, dissotterrati, è la dimostrazione di come una miope, sorda e tecnicistica gestione della cosa pubblica possa dare il colpo di grazia ai rapporti tra agricoltori e istituzioni locali. Il caso è noto. La Provincia di Asti, ente in scioglimento come sembra tutte le Province italiane, ha deciso di applicare, unica in Italia, la Cosap, tassa sui passi carrai che collegano le strade provinciali ai fondi rurali. Noi di Confagricoltura, con Agrinsieme (Cia e cooperative), lo abbiamo ritenuto un sopruso. Prima abbiamo cercato di discutere, poi, all’ennesima porta in faccia, siamo scesi in piazza a protestare con i nostri trattori. Il commissario che regge le sorti della moritura Provincia di Asti ha fatto orecchie da mercante. Il risultato è quello che vedete nella foto: alcuni agricoltori, esasperati dall’ennesimo balzello, hanno deciso di togliere i tubi di cemento che segnano gli accessi, cancellando di fatto i passi carrai. Con quali conseguenze sui fossi di scolo sarà interessante scoprirlo al primo acquazzone. Intanto la tassa provinciale sui passi carrai ha fatto flop se, come sembra, degli 800 mila euro previsti all’incasso ne mancano oltre 600 mila. È questo lo spirito di collaborazione che le istituzioni locali intendono applicare per uscire dalla crisi economico-sociale-politica che strazia il nostro paese da più di un decennio? Noi crediamo proprio di no.
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Confagricoltura Asti raccoglie la sfida digitale «Al fianco degli agricoltori per il futuro del comparto»
-za a 360 gradi per aiutare gli imprenditori agricoli astigiani ad entrare in una fase più moderna della loro professione. «Ne va della sopravvivenza delle nostre imprese» ha puntualizzato Forno. Commenti positivi per il lavoro impostato da Confagricoltura Asti sono arrivati da Coscia e Veggia.Il primo ha ricordato come il progetto di rete (una nuova forma associativa che permetterà alle aziende agricole di condividere molti aspetti del loro lavoro e affrontare al meglio i mercati nazionale ed esteri) rappresenti una vera rivoluzione culturale per l’imprenditoria rurale piemontese e sia «necessario per voltare pagina e vincere le sfide future». Veggia, che è responsabile nazionale proprio per il progetto di rete d’impresa, ha auspicato un rinnovato orgoglio di appartenenza «ad una associazione che ha i coraggio e la forza di cambiare in meglio nell’esclusivo interesse dei suoi associati e delle loro aziende».
“rivoluzione” di Confagricoltura: «Rispondiamo alla crisi economica e istituzionale che sta attanagliando il nostro Paese nell’unico modo che conosciamo: migliorandoci e lavorando ancora di più di quanto facciamo. E vorrei dire con forza che l’impresa al centro del nostro operato non è uno slogan, ma la stella polare che dobbiamo sempre tenere presente. Perché cambiare ed evolverci ci conviene specialmente in un momento in cui le associazioni di rappresentanza delle categorie non possono più permettersi di essere autoreferenziali, ma devono trovare nuovi strumenti di comunicazione e collaborazione con tutti, a cominciare dalla politica che spesso non conosce bene il mondo dell’agricoltura il quale, è bene ricordarlo, con il settore agroalimentare, rappresenta il 17% del prodotto interno lordo, Una percentuale più alta di molti altri comparti ritenuti strategici» ha puntualizzato Mastrobuono.
Infine Luigi Mastrobuono ha ricordato l’asse portante della
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no spartiacque, un cambio di passo, una trasformazione, un cambiamento, un’evoluzione, un nuovo orizzonte, sono queste le espressioni che sono risuonate più spesso nella sala congressi della Tenuta Valminier di Villanova d’Asti dove l’8 marzo si è svolta l’assemblea annuale di Confagricoltura Asti. Al tavolo dei relatori, con Massimo Forno e Francesco Giaquinta, rispettivamente presidente e direttore dell’associazione provinciale, c’erano il presidente di Confagricoltura Piemonte, Gian Paolo Coscia; il vicepresidente nazionale, l’astigiano Ezio Veggia e il direttore nazionale, Luigi Mastrobuono. Davanti ad una platea attenta di imprenditori agricoli, ma anche a favore di una pubblico virtuale perché l’assemblea è stata seguita passo passo con una diretta web dedicata su Facebook e Twitter, Forno e Giaquinta hanno tracciato le linee di un rinnovamento a cui Confagricoltura Asti, sulla scorta di un articolato progetto nazionale, tende per «costruire un’associazione moderna dove al centro ci sia l’associato e la sua impresa e non l’autoreferenzialità dell’associazione». Una novità assoluta da raggiungere attraverso la costruzione di macroaree che affrontano tematiche differenti ma collegate tra loro: la conoscenza delle imprese rurali, la comunicazione,
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la formazione e l’aggregazione di imprese. Argomenti che sono stati affrontati dai quattro vicedirettori di Confagricoltura Asti: Laura Cerutti (banca dati), Daniela Prasso (comunicazione e new media), Luisella Torchio (formazione e sicurezza), Roberto Bocchino (rete d’impresa) «Alla base di tutto c’è l’informatica e Internet. Strumenti formidabili e veloci di comunicazione» hanno detto Forno e Giaquinta che con i vicedirettori hanno spiegato come, nel nuovo corso di Confagricoltura Asti, sarà possibile per l’imprenditore agricolo andare sul nuovo sito dell’associazione provinciale, con un semplice clic accedere ad un’area riservata dove troverà documenti, informazioni e potrà seguire, in tempo reale, l’iter delle proprie pratiche burocratiche ed economiche. Una sorta di telesportello da usare con pc, ma anche smartphone e tablet, con procedimenti snelli e sburocratizzati anche per merito di una profonda trasformazione dei collegamenti tra gli uffici dell’associazione che lavoreranno in stretta sinergia tra loro.
L’assemblea dei delegati
Il pubblico
il tavolo dei relatori
L’intervento di Luigi Mastrobuono
ASSEMBLEA PROVINCIALE DI VILLANOVA
Assemblea provinciale di Villanova
Per gli associati meno esperti nell’uso di strumenti telematici saranno predisposti corsi, «e comunque ci si potrà tranquillamente rivolgersi ai nostri uffici per entrare nel sistema con l’aiuto dei nostri addetti» ha precisato Giaquinta. Insomma Confagricoltura Asti sta predisponendo un’assisten-
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Ezio Veggia
Veggia, Ferrazzo e Mastrobuono
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ASSEMBLEA PROVINCIALE DI VILLANOVA
Collaboratori e pubblico
Gabriella Ferrazzo
Francesco Giaquinta
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Gian Paolo Coscia
Luisella Torchio
Roberto Bocchino
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ASSEMBLEA PROVINCIALE DI VILLANOVA
Massimo Forno
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Il nuovo direttivo Anga con i relatori
emergere un comparto, quello delle eccellenze agroalimentari e paesaggistico-ambientali, che è strategico per l’economia locale e nazionale».
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rmando Assenza Parisi, 23 anni, una laurea all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, contitolare dell’agriturismo Le Due Cascine di San Marzano Oliveto, è il nuovo presidente dell’Anga Asti, l’associazione che, sotto l’ombrello di Confagricoltura, raggruppa i giovani imprenditori agricoli. Subentra a Davide Razzano, imprenditore del Nord Astigiano, che ha ricoperto la carica di presidente dell’Anga astigiana per due mandati.
Il neo presidente Anga, Armando Assenza Parisi, con il nuovo direttivo
«Credo che il ruolo dei giovani in agricoltura debba essere sempre più attivo e propositivo – ha detto il neo presidente -. Per quanto riguarda l’Astigiano l’Anga può fare molto creando un team che ascolti le istanze che arrivano dal territorio e si adoperi in prima persona per creare eventi, manifestazioni, ma anche attivare sinergie e nuovi canali di comunicazione, per far
Vari gli spunti emersi nel corso del convegno a cui hanno partecipato, come relatori, Francesca Picasso, vicepresidente nazionale Anga; Alice Cerutti, presidente Anga Vercelli-Biella e delegata Ceja (giovani agricoltori europei); Giovanni Chiò, vice presidente Anga Piemonte; Piergiovanni Ferrarese, componente comitato di presidenza Anga nazionale; e Paolo Guercio, dirigente dell’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Asti. Tra le esigenze espresse dai giovani imprenditori rurali una migliore integrazione tra domanda e offerta dei prodotti agricoli, l’implementazione delle attività sostenibili e della tecnologia utile per le aziende agricole, una maggiore attenzione con la politica nazionale ed europea con le quali si auspica un confronto
diretto e costruttivo. Da Chiò è venuto un richiamo ai giovani agricoltori piemontesi a mettersi in gioco attraverso nuove iniziative e tecnologie; un appello condiviso da Ferrarese che ha sottolineato lo stile di stimolo e innovazione del nuovo corso Anga. Alice Cerutti ha parlato dell’esperienza europea come un primo importante passo dei giovani agricoltori che stanno condividendo sempre di più politiche agricole comuni, al di là di steccati e divisioni ormai antistoriche; Guercio ha portato l’esperienza astigiana dove è in corso un profondo rinnovamento del settore agricolo a cui le istituzioni rispondono con attenzione. Infine Francesca Picasso ha sostenuto una maggiore diffusione dell’agricoltura “2.0” come fonte di novità positive e costruttive nell’ottica di uno sviluppo sostenibile e proficuo di un settore agricolo che deve essere sempre più protagonista, in ambito economico, ambientare, sociale e paesaggistico.
ASSEMBLEA PROVINCIALE ANGA
Armando Assenza Parisi neo presidente Anga Asti «Noi, nuove leve, sempre più presenti e propositivi»
Il rinnovo delle cariche si è svolto a fine aprile all’agriturismo Cascina Dani di Agliano Terme, in concomitanza con il convegno “Tempo di scelte: agricoltura 2.0” incentrato sul rapporto tra attività rurali e giovani, a cui hanno partecipato i vertici dell’Anga nazionale e regionale insieme a tecnici ed esperti. Eletto anche il consiglio direttivo che risulta composto, oltre che dal neo presidente, anche da: Emanuel Balla (zona di Ferrere/Villanova); Emanuele Barlocco (Incisa Scapaccino/Nizza Monferrato); Flavia Firato (Cunico/Asti/Montiglio); Enrico Franco (San Damiano d’Asti); Sara Fusinati (Isola d’Asti/Costigliole); Davide Pavia (Calosso/Costigliole); Alberto Roggero (Castelrocchero/Nizza Monferrato); Bianca Viotti (Castelrocchero/ Nizza Monferrato); Arianna Assenza Parisi. Armando Assenza Parisi
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La sede del convegno dell’Anga Asti
Da sinistra Chiò, Cerutti, Ferrarese, Assenza Parisi, Picasso e Guercio
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I trattamenti del frumento tenero
La Septoria del grano: impostare una corretta difesa
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agronomici di contenimento della malattia, il corretto posizionamento del trattamento fungicida e la scelta di adeguati principi attivi. Mezzi agronomici di contenimento della malattia. Septoria e Stagonospora possono sopravvivere come micelio e/o conidi nei residui della vegetazione (stoppie e paglia), l’interramento dei residui può ridurre i rischi di infezione sulle giovani piante. Questo accorgimento risulta importante soprattutto dove si ricorra al ristoppio e alla lavorazione minima. Posto che il ringrano non è consigliabile, sarebbe comunque opportuno interrare le stoppie anche per contenere altre avversità (es. Mal del piede). Fertilizzazione azotata. Come si osserva per altre malattie fungine, gli eccessi azotati predispongono la coltura ad una maggiore sensibilità alla Septoriosi.
ella scheda seguente sono riportati, in ordine cronologico i principali trattamenti fitosanitari e le concimazioni richiesti nella coltivazione del frumento tenero. Le informazioni sono da considerarsi indicative, in quanto per un’efficace ed economica strategia di difesa è indispensabile effettuare il monitoraggio delle condizioni climatiche e dello stadio biologico degli agenti patogeni in campo. Anche il livello di concimazione può essere influenzato da fattori come l’andamento climatico, la varietà seminata e lo sviluppo vegetativo della pianta, motivo per cui è sempre necessaria una verificata puntuale degli interventi attuati. Le indicazioni sono conformi a quanto previsto dal disciplinare di produzione integrata della misura 214.1.
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Quando trattare?
I sintomi indotti dai patogeni possono essere facilmente confuse con manifestazioni di altro tipo (es. fisiopatie). La presenza di piccoli corpiccioli nerastri sulle foglie consente di attribuire i sintomi a questi funghi con sufficiente sicurezza. Si tratta dei picnidi, cioè dei corpi fruttiferi prodotti dal fungo. All’interno dei picnidi sono prodotte le picnidiospore che una volta liberate diffondono le infezioni fungine. Se la stagione non è molto favorevole al patogeno (bassa umidità atmosferica) la produzione dei picnidi può essere ridotta o addirittura assente.
Quando principio attivo utilizzare?
a Septoria del frumento è una malattia comunemente presente nei nostri areali cerealicoli e negli ultimi anni se ne è osservata una forte recrudescenza. Le ragioni vanno principalmente ricercate nell’andamento climatico delle primavere degli ultimi anni. Piogge frequenti e temperature relativamente elevate concorrono a creare condizioni ambientali favorevoli a questo patogeno. La septoriosi non è provocata da un’unica specie di fungo patogeno, ma da specie distinte, talvolta entrambe presenti sulle stesse piante. Nei nostri ambienti le specie più importanti sono due: • Septoria (Septoria tritici – Mycoshaerella graminicola); • Stagonospora (Phsaeosphaeria nodorum -Stagonospora nodorum.
La lotta Per impostare correttamente una difesa economica ed efficace si deve prevedere una lotta che comprenda mezzi
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NEWS DAL SETTORE TECNICO
Approfondimenti tecnici
La corretta individuazione del momento in cui effettuare il trattamento fungicida è fondamentale per la buona riuscita del trattamento stesso. A volte gli agricoltori che non seguono i disciplinari di produzione integrata abbinano all’erbicida di post emergenza un fungicida per il controllo delle malattie precoci (Oidio e Septoria). Operando in questo modo è possibile ridurre il costo del trattamento, ma si corre il rischio di anticipare troppo l’intervento fungicida, infatti spesso il diserbo di post emergenza viene eseguito molto precocemente rispetto l’epoca di comparsa dei primi sintomi di Septoriosi. Il trattamento effettuato a partire dallo stadio di fine levata fino alla fase di botticella può garantire un soddisfacente contenimento della malattia ed in questo periodo è ancora possibile abbinare il diserbante.
Di seguito si riportano i principali fungicidi attivi nei confronti della Septoriosi. Strobilurine: classe di fungicidi molto interessante sotto il profilo tossicologico. La tossicità nei confronti degli animali è molto bassa e nell’ambiente subiscono una degradazione piuttosto rapida. Su alcune piante, frumento in particolare, il trattamento con strobilurine induce una colorazione verde più intesa. Svolgono un azione fungicida tipicamente preventiva nei confronti di Septoria, Ruggini e Oidio. Se se ne consiglia l’utilizzo in miscela con triazoli per prevenire l’insorgenza di fenomeni di resistenza. Tra i principi attivi ricordiamo: Azoxistrobin, Piraclostrobin, Picoxystrobin.
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Triazoli: manifestano una buona attività nei confronti di Septoria, Oidio e Ruggini. Alcuni possiedono una buona azione nei confronti della Fusariosi della spiga. Solitamente sono impiegati in miscela con altri fungicidi. Il Tebuconazolo presenta una buona attività sulla Fusariosi della spiga. Imidazoli: possiedono un meccanismo d’azione simile ai triazoli (inibizione della sintesi dell’ergosterolo). Il Procloraz in miscela con i triazoli trova un largo impiego nei trattamenti nella fase di spigatura. Buona l’attività nei confronti della Fusariosi della spiga, Oidio e Septoria, modesta azione su Ruggini.
a scelta di prodotti commerciali contenenti diversi principi attivi o ricorrere a miscele di prodotti con diverse molecole fungicide, rappresenta la soluzione ottimale per ampliare lo spettro d’azione del trattamento e per prevenire l’insorgenza di fenomeni di resistenza. Nel caso di basse pressioni della malattia e/o andamenti climatici favorevoli si possono attuare trattamenti tardivi (dopo spigatura) che se effettuati nella fase di inizio fioritura (emissione del 10- 20% delle antere) garantiscono un miglior controllo della Fusariosi della spiga (utilizzando un prodotto efficace anche su questa malattia). In condizioni sfavorevoli invece risulta più conveniente un trattamento nella fase di fine levata – botticella per garantire la sanità della foglia a bandiera. In base alle condizioni ambientali ed alle caratteristiche del prodotto il trattamento potrà essere posizione come riportato di seguito. • Azoxystrobin + Propiconazolo: utilizzato in levata; non effica ce nei confronti della Fusariosi della spiga. • Trifloxistrobin + Ciproconazolo: da inizio levata, non ammesso dalla misura 214.1. • Procloraz + Propiconazolo: se usato da inizio fioritura può combattere anche la fusariosi. • Procloraz + Tetraconazolo: se usato da inizio fioritura può combattere anche la fusariosi. • Procloraz + Ciproconazolo: se usato da inizio fioritura può combattere anche la fusariosi.
Le scadenze del settore tecnico:
La lotta integrata obbligatoria e la lotta volontaria Previsti dal P.A.N. due livelli di lotta integrata, vediamo le principali differenze.
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l P.A.N. previsto dal decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 recepimento della direttiva 2009/128/ CE è stato reso operativo dalla ratifica della conferenza Stato-Regioni del 19 dicembre 2013. Pur non essendo ancora stato varato il P.A.R. (piano d’attuazione regionale) il P.A.N. è a tutti gli effetti in vigore e con esse le norme che prevede. Fra i vari adempimenti a carico degli agricoltori troviamo la lotta integrata obbligatoria, ma il P.A.N. prevede un ulteriore livello di lotta integrata detta “volontaria”. Per il primo livello non sono previsti contributi monetari pubblici, l’unico impegno – a carico della Regione – è quello di fornire via internet le previsioni meteo e i modelli previsionali per le principali malattie funginee. Per la lotta integrata volontaria invece sono previsti incentivi monetari per la loro attuazione da realizzarsi nell’ambito degli strumenti messi a disposizione della PAC e del nuovo Piano di
Sviluppo Rurale. Traducendo in parole semplici è prevista una nuova 2078 a cui tutti potranno partecipare. Purtroppo l’iter del nuovo PSR Piemontese è ancora in alto mare, per cui l’apertura a tutte le aziende della “nuova 2078” non potrà avvenire prima del 2015. Per la campagna in corso è garantito il finanziamento per gli agricoltori che hanno aderito alle misure 214.x dall’anno 2010, per i prolungamenti all’ottavo anno di impegno c’è l’impegno formale dell’Assesore regionale all’agricoltura Claudio Sacchetto, pur non essendoci ancora certezze sulla copertura finanziaria.
NEWS DAL SETTORE TECNICO
La strategia anti – septoria in pratica
Le differenze fra lotta integrata obbligatoria e quella volontaria
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ur essendo in un clima di incertezza legislativa, proviamo a fare un confronto fra quello che prevede il P.A.N. per il livello di lotta integrata obbligatoria e quello che prevedono i disciplinati per la lotta integrata previsti dalla misura 214 la cui adesione è su base volontaria. Vediamo quindi in breve le principali differenze.
Entro il 15 maggio : - - - - - - - - - - -
domanda PAC 2014; misure per la forestazione: conferme impegni per la 2080, misura H e misura 221; misura 214.1 (ex 2078): conferme impegni anni precedenti ed adesionioni agli anni aggiuntivi 7° e 8°; misura 214.2 agricoltura biologica: conferme impegni anni precedenti ed adesionioni agli anni aggiuntivi; 214.3 incremento della sostanza organica nel terreno: conferme impegni anni precedenti; 214.4 trasformazione di seminativi in prati permanenti: conferme impegni anni precedenti; 214.6 premio all’erba: conferme impegni anni precedenti; 214.7 coltivazioni a perdere – fasce tampone: conferme impegni anni precedenti; 214.8 conservazione razze locali a rischio abbandono: conferme impegni anni precedenti; bando ocm vino assicurazione agevolata contro danni meteorologici; Misura 132: domanda di rimborso dell’adesione alle filieri di qualità (certificazioni Valoritalia, INOQ).
Entro il 30 maggio:
- conferme iscrizioni IGP Nocciole ed invio registri di carico e scarico all’INOQ; - nuove iscrizioni all’albo Nocciola del Piemonte IGP.
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NEWS DAL SETTORE TECNICO La verifica funzionale degli atomizzatori e delle barra da diserbo
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l controllo e la manutenzione delle macchine per i trattamenti è fondamentale per fare un buon trattamento fitosanitario. Una cattiva distribuzione della miscela acqua fitofarmaco può rendere inefficace il trattamento sebbene questo sia stato effettuato nel momento più idoneo e con il giusto principio attivo. Una distribuzione eccessiva del prodotto, provoca sovra-dosaggio ma anche sgocciolamento e deriva, trasformandosi in un danno per l’ambiente e in un rischio per l’operatore ed i consumatori. Per risolvere questi problemi nonché ottemperare a quanto previsto dal P.A.N. Confagricoltura Asti ormai da diversi anni ha attivato un servizio per il controllo funzionale delle attrezzatura dotato di apparecchiature mobili per rendere semplice il controllo senza dover fare lunghi tragitti con il trattore e l’atomizzatore. Per usufruire del servizio potete contattare il tecnico di zona o il dott. Enrico Masenga al 3357821249.
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a normativa sulla sicurezza del lavoro si applica all’azienda agricola in presenza di lavoratori subordinati, che in agricoltura sono rappresentati da: lavoratori fissi e stagionali, occasionali, lavoratori familiari con vincoli di subordinazione, lavoratori minori apprendisti. I principali obblighi si possono così riassumere: • valutazione dei rischi, (compreso il rischio di incendio, rumore, rischio chimico e vibrazioni); • attuazione delle misure di prevenzione per i rischi quali: o ambienti di lavoro sicuri ed igienicamente idonei; o macchine ed attrezzature dotate dei dispositivi di protezio ne e marcatura CE; o dispositivi individuali di protezione : calzature, guanti, prottetori per il rumore, maschera con filtro; • nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione (RSPP), e dei lavoratori addetti al pronto soccorso , alla lotta antincendio e all’evacuazione; • sorveglianza sanitaria ai lavoratori da parte del medico comp etente se eseguono mansioni per cui è prevista; • informazione, formazione ed addestramento dei lavoratori sui rischi a cui sono espoti.
del rapporto di lavoro, del trasferimento o cambiamento di mansioni, dell’introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze o preparati pericolosi.
La formazione deve avvenire in occasione: della costituzione
Attenzione perché la sanzione amministrativa per l’utilizzo in compensazione di crediti inesistenti, che va dal 100 al 200% della misura dei crediti stessi. La predetta sanzione non si applica nell’ipotesi di crediti esistenti ma utilizzati in compensazione in misura eccedente l`importo stabilito, In tale circostanza, infatti, si applica la sanzione prevista per l`omesso versamento di imposte pari al 30% dell`importo indebitamente compensato.
La formazione dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti deve avvenire durante l’orario di lavoro, non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori e, ove riguarda i lavoratori immigrati, deve avvenire previa verifica della comprensione e della conoscenza della lingua. In particolare, è specificato che la durata minima dei corsi per i lavoratori agricoli è di 12 ore (4 di formazione Generale e 8 di formazione Specifica); inoltre è previsto un aggiornamento obbligatorio quinquennale, di durata minima di 6 ore. Corso RSPP per datori di lavoro Il corso di formazione è rivolto ai datori di lavoro che svolgono l’incarico di responsabile del servizio di prevenzione e protezione in azienda e prevede la frequenza al corso di 32 ore e un aggiornamento quinquennale. Obiettivo del corso è fornire tutti gli strumenti necessari per attuare un corretto servizio di prevenzione e protezione tramite i seguenti compiti:
Formazione dei lavoratori Il datore di lavoro deve assicurare che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza - anche rispetto alle conoscenze linguistiche - riferita ai concetti generali (rischio, danno, organizzazione della prevenzione, organi di vigilanza, assistenza), ai rischi ed ai possibili danni riferiti alle proprie mansioni ed alle misure e procedure di prevenzione e protezione, ed un adeguato addestramento all’uso di macchine, attrezzature ed utensili.
imposta e dei contributi compensabili fosse fissato in lire 1 miliardo per ciascun anno solare; il limite, convertito in 516.456,90 euro è stato aumentato a decorrere dal 2014, a 700.000,00 euro.
• Individuare e valutare i fattori di rischio; • Individuare le misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti; • Elaborare le misure di prevenzione e protezione e ne verifica l’efficacia; • Elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali; • Proporre i programmi di formazione e informazione; • Partecipare alla riunione periodica; • Informa i lavoratori sui rischi, sulle misure di prevenzione e sicurezza;
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l credito IVA maturato al 31 dicembre 2013 puo` essere utilizzato in compensazione con altre imposte e contributi (compensazione “orizzontale” o “esterna”), gia` a decorrere dalla scadenza del 16 marzo 2014 (codice tributo 6099 - anno di riferimento 2013), ma solo fino al limite massimo di 5.000 euro. L`eventuale credito eccedente i 5.000 euro, ma solo entro l`ulteriore limite di 15.000 euro, potrà invece essere utilizzato a partire dal giorno 16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione annuale IVA (quindi, per esempio, dal 16 marzo 2014 in caso di dichiarazione annuale IVA presentata entro febbraio 2014). Il credito che dovesse eccedere i 15.000 euro potra` infine essere utilizzato in compensazione, soltanto se la dichiarazione IVA annuale riportera` il visto di conformita` rilasciato da un professionista abilitato In tutti i casi in cui l`utilizzo a compensazione del credito IVA (anche in più F24) dovesse eccedere il limite dei 5.000 euro, il pagamento di ogni singolo modello F24 dovrà avvenire esclusivamente con modalità telematiche (Fisconline/ Entratel) e non è consentito l`utilizzo dell’home banking. Il provvedimento del Direttore dell`Agenzia delle Entrate del 21 dicembre 2009, al fine di consentire la corretta esecuzione dei controlli, ha anche stabilito che la trasmissione telematica delle deleghe di pagamento recanti compensazioni di crediti IVA che superano l`importo annuo di 5.000 euro, possa essere effettuata non prima che siano trascorsi sedici giorni dalla presentazione della dichiarazione. L’articolo 34 della legge n. 388 del 2000 stabilì, a decorrere dal 1° gennaio 2001, che il limite massimo dei crediti di
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NOVITA’ FISCALI
I corsi di formazione per i lavoratori
Compensazioni crediti IVA
Ricordiamo, sempre in tema di compensazioni, che dal 2011 sono operative le disposizioni contenute nell`articolo 31 del decreto legge 78/2010, che ha previsto: • da un lato il divieto di utilizzare in compensazione i crediti erariali in presenza di debiti superiori a 1.500 euro per i quali sia scaduto il termine di pagamento. • e, dall`altro, la possibilita` di pagare, anche in parte, i ruoli erariali tramite compensazione. Concludiamo precisando che la disciplina sulla compensazione dei crediti IVA sopra illustrata riguarda soltanto la compensazione “orizzontale” o “esterna” dei crediti IVA, e non anche la compensazione cosiddetta “verticale” o “interna”, ossia la compensazione dei predetti crediti con l`IVA dovuta a titolo di acconto, di saldo o di versamento periodico. ESEMPI PRATICI 1) Contribuente con credito IVA 2013 pari ad euro 20.000 : se utilizza il credito in compensazione verticale ovvero IVA da IVA non deve adempiere a nessun obbligo; 2) Contribuente con credito IVA 2013 pari ad euro 20.000: utilizza 10.000 euro in compensazioni orizzontale con altri tributi: - fino a 5.000 euro sono in forma libera; gli altri 5.000 devono essere compensati con F24 telematico Entratel/fiscoonline in data 16 marzo 2014 o 16 aprile 2014 (nel primo caso deve presentare la dichiarazione IVA in forma autonoma entro la fine di febbraio 2014 mentre nel secondo caso entro il mese di marzo 2014); 3) Contribuente con credito IVA 2013 pari ad euro 25.000; utilizza euro 21.000 in compensazione orizzontale: fino a euro 5.000 in forma libera; gli altri 16.000 euro possono essere utilizzati entro la data del 16 marzo 2014 o del 16 aprile 2014 (a seconda della presentazione della dichiarazione in forma autonoma) previa apposizione del visto di conformità sulla dichiarazione IVA e mediante presentazione del modello F24 telematico tramite Entratel o fiscoonline.
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o spesometro è uno strumento nato per combattere l’evasione fiscale. Permette all’Amministrazione Finanziaria di verificare e fare prevenzione riguardo tutte le eventuali azioni fraudolente derivanti da operazioni di vendita tra più soggetti, con il fine di eludere il pagamento dell’Iva. Consente all’Erario di monitorare le spese dei cittadini e attivare gli accertamenti fiscali sui potenziali evasori. In altre parole, nel caso in cui gli acquisti di un individuo siano sproporzionati al reddito dichiarato, scattano i controlli. In base all’ art. 21 del decreto legge n. 78 del 2010 convertito dalla legge n.122 del 2010, viene introdotto l’ obbligo anche
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Spesometro 2013
per i produttori agricoli che nell’ anno solare precedente hanno realizzato un volume d’affari non superiore ai 7000,00 euro, costituito per almeno due terzi da cessioni di prodotti di cui al comma 1 (cessioni di prodotti agricoli compresi nella I parte tabella A) di inviare l ‘elenco clienti e fornitori (detto SPESOMETRO) all’Agenzia delle Entrate con modalità telematica entro il 22/04/2014. Il suddetto elenco dovrà contenere i dati relativi a tutte le fatture ricevute per gli acquisti dell’ anno 2013 e a tutte le autofatture relative alle vendite effettuate nel 2013.
Le ricette FRICIEU ingredienti • 300 gr farina di grano 00 • 4 uova • 1 bicchiere latte • 1 cucchiaio lievito naturale • sale • per friggere: olio di semi di arachid
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battete i tuorli in una terrina, aggiungete il latte, quindi incorporate delicatamente la farina e il lievito naturale, infine salate. Amalgamate con cura onde ottenere una pasta liscia e morbida. Se è il caso aggiungete altro latte. Lasciate riposare per un po’, poi unite al composto gli albumi montati a neve. Otterrete una pastella che prenderete a cucchiaiate e getterete nell’olio bollente (meglio olio di semi di arachidi e cottura in olio prodondo). Quando le frittelle hanno raggiunto la doratura da entrambe le parti, tiratele fuori dall’olio con una schiumarola e mettetele a scolare su un foglio di carta assorbente per eliminare l’olio in accesso. La casseruola della frittura deve avere i bordi alti e di piccolo diametro per cuocervi solo tre o quattro frittelle per volta. Servite i fricieu caldi in apertura di pasto. È un piatto di facile e veloce esecuzione che un tempo le mamme preparavano d’inverno, per la merenda dei figli nelle grandi occasioni. In questo caso i fricieu venivano abbondantemente cosparsi di zucchero e alcune volte le cuoche aggiungevano alla pastella pezzettini di mela.
Si ringrazia l’agriturismo “Le due cascine” di San Marzano Oliveto
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Il racconto: Addio al vino
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iveva, un sacco d’anni fa, a un tiro di balestra da Moiola, minuscolo paese della Valle Stura, un montanaro. Per campare faceva il boscaiolo e, siccome era un due metri d’uomo forte e lavoratore come pochi, tirava avanti bene. E meglio ancora se la sarebbe passata se non avesse tanto amato il vino. Era il suo debole ed era così forte che lo portava ogni sera all’osteria da cui usciva, due pintoni più tardi, farfugliando un mucchio di cose senza senso. Il mattino seguente si vergognava come un ladro e, rinsavito, giurava e spergiurava che non avrebbe mai più assaggiato un goccio di vino, ma eccolo la sera stessa di
nuovo nella bettola in compagnia dei soliti pintoni. Finalmente dopo una sbronza che l’aveva intronato per due giorni decise di piantarla lì con le osterie e, salutati i compagni, prese a salire la valle. Tanto camminò che si lasciò dietro con le taverne anche l’ultimo casolare. Allora si fermò lungo il fiume e, dando per sempre l’addio al vino, costruì la sua casa. Questa fu la prima di un nuovo paese: Vinadio che, secondo la leggenda, trae il suo nome proprio a quell’addio. TRATTO DAL LIBRO ULTIMI FALO’ - GABRIELE MINARDI - EDIZIONE GRIBAUDO
I PROVERBI DIMENTICATI
AFORISMI
Cun d’ stras e d’ tacùn s’anleva un bel matùn. Con dei cenci e con qualche rattoppo, si tira su un bel ragazzo.
L’aja l’è le spessiàri d’i paisan. L’aglio è il farmacista dei contadini.
18 MARZO 1914: nasce Luisa Ferida, «la più bella» Nell’autunno del ‘37, nella neonata Cinecittà, si presenta Luisa Ferida, 23 anni, all’anagrafe Luisa Manfrini. Bruna, impacciata, focosa, Luisa è bellissima e ha già addosso quel broncio che porterà con sé nella sua breve vita. Una sera di mezza estate del ‘39, in uno dei più eleganti ristoranti romani, conosce Osvaldo Valenti: eccentrico, sfacciato, esibizionista, cocainomane, è uno degli attori più quotati del momento, il «cattivo» dello schermo. I due lavoreranno insieme nel film “Salvatore Rosa” e divideranno anche la vita, in un appartamento ai Parioli. Lavorano a pieno ritmo Luisa e Osvaldo, lei è l’attrice più pagata d’Italia, lui è un leader sullo schermo, nei vizi e nella vita. A completare il rapporto manca solo un figlio. Kim nasce, piange e muore dopo soli quattro giorni di vita nell’estate del ‘42. Luisa è distrutta. Nel ‘43 l’Italia si spacca e vive la repubblica di Salò. Ma per i due attori il dramma è in agguato. A causa delle loro frequentazioni naziste, i partigiani li catturano e li fucilano la notte del 30 aprile 1945. Cadono uno
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Dal Forum Nazionale di Asti Le prospettive dell’accoglienza pre e post Expo 2015
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Accadde oggi... un secolo fa 5 APRILE 1914: Baby” Agostoni vince la Milano-Sanremo Ugo Agostoni è il secondo italiano a vincere la Milano-Sanremo, impresa riuscita nelle precedenti sette edizioni al solo Luigi Ganna. Partenza alle 6.15, 72 corridori al via, tra i favoriti c’è il campione d’Italia Costante Girardengo. Gruppo compatto fino a Ovada, la scalata del Turchino non ispira attacchi fino agli ultimi due chilometri. A Voltri passa in testa un gruppetto di sei corridori, tutti italiani, tra i quali spiccano Agostoni e Carlo Galetti, vincitore del Giro d’Italia nel 1910 e 1911. All’ultimo chilometro, mentre si prepara la volata, la manovra sconsiderata di un’auto al seguito fa cadere Borgarello e alza un polverone di cui approfittano Agostoni e Galetti, compagni di squadra nella Bianchi, col lissonese che a 400 metri dal traguardo piazza lo scatto decisivo diventando il più giovane vincitore nella storia della corsa (20 anni e 8 mesi).
Montemagno: ad Agriturist la medaglia della Presidenza della Repubblica
l riconoscimento dello Stato, con la medaglia della Presidenza della Repubblica; un dibattito che ha evidenziato luci ed ombre del comparto; storie positive di giovani imprenditori e la determinazione di sviluppare nuovi orizzonti di lavoro con spirito di rete e innovazione. Ha dato molti spunti di riflessione il Forum Nazionale di Agriturist, prima associazione di agriturismo nata nel 1965 e che raggruppa oltre 1400 strutture, che si è svolto nell’Astigiano dal 25 al 27 marzo, organizzato da Agriturist Piemonte e Confagricoltura Asti in collaborazione con le associazioni nazionali e regionali.
Ugo Agostoni
sull’altra, crivellati dai colpi di mitra. Lui stringe in mano una pantofola azzurra del figlioletto Kim. Anni dopo, l’ex capo partigiano Vero Marozin, dirà: «La Ferida non aveva fatto niente. Ma era con Valenti. La rivoluzione travolge tutti».
Luisa Ferida
Tra i relatori della giornata di chiusura, giovedì alla Tenuta di Montemagno, oltre al presidente nazionale di Agriturist, Cosimo Melacca, quello di Confagricoltura, Mario Guidi con il direttore generale, Luigi Mastrobuono; Raffaele Maiorano che guida l’Anga, l’associazione dei giovani agricoltori di Confagricoltura, e il presidente dell’Enit, l’ente nazionale del turismo, Pier Luigi Celli. Proprio Celli, manager di lungo corso a capo di molte e importanti aziende pubbliche e private, ha dato il senso della giornata descrivendo un settore turistico italiano da ristrutturare, in ritardo su molte cose, che ha bisogno di sinergie virtuose, al suo interno e all’esterno, ma
che ha potenzialità illimitate e eccellenze riconosciute nel mondo. «Dobbiamo prenderne coscienza e riscoprire l’orgoglio italiano, un concetto non astratto che aiuterebbe a uscire dalla crisi e a lavorare meglio, anche in vista dell’Expo 2015 di Milano che richiamerà in Italia milioni di stranieri che guardano all’Italia come un Pese unico al mondo» ha detto. Maiorano ha parlano del ruolo dei giovani, portatori di un rinnovamento che parte dagli strumenti, come il web, ma che arriva allo spirito dell’agriturismo e dell’agricoltura quello del rispetto dell’ambiente e della voglia di fare impresa verde che genera reddito e qualità della vita. Mario Guidi ha ribadito l’importanza strategica della collaborazione tra Confagricoltura e Agriturist, «Perché – ha ribadito – siamo tessere dello stesso mosaico fatto di persone che amano la terra e lavorano e vivono per essa con passione, dedizione e professionalità. E perché – ha aggiunto – dobbiamo prepararci alla importante vetrina dell’Expo 2015 di Milano, ma anche al suo “dopo” in un quadro di prospettiva di lavoro che deve tendere al massimo risultato». Interessanti le storie di Emanuele Savona e Alessandra Cecere, giovani titolari di imprese agrituristiche e agricole nel Sud Italia, «Dove chi crede nei valori della
legalità e della terra può fare impresa al meglio» hanno detto. Il direttore Luigi Mastrobuono ha parlato dell’importanza di fare rete tra gli agricoltori e dei servizi digitali che sempre di più caratterizzano la professione della terra. Tra gli interventi quelli di Dimitri Tasso, sindaco di Montiglio Monferrato nell’Astigiano e consigliere nazionale dell’Anci che ha parlato della burocrazia assurda e delle necessità di applicare le regole con buon senso. È intervenuto anche il prefetto di Asti, Pier Luigi Faloni che ha sottolineato l’esigenza di collaborare con le prefetture e le istituzioni per il bene del territorio. Tra il pubblico dei delegati c’erano anche esponenti del mondo istituzionale piemontese, come l’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto. Il viceministro alle Politiche agricole, Andrea Olivero, impossibilitato a partecipare al Forum, ha inviato un videomessaggio in cui ha rimarcato i valori di accoglienza famigliare propri dell’agriturismo. Infine il presidente Guidi ha consegnato a Cosimo Melacca la medaglia della Presidenza della Repubblica al Forum Agriturist, «in riconoscimento dei valori di ospitalità, di tutela dell’ambiente e dell’impegno imprenditoriale delle strutture agrituristiche».
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Uno scorcio della Tenuta di Montemagno sede del Forum
Il viale di ingresso
L’intervento di Mario Guidi
L’intervento di Pierluigi Celli
Lo striscione di accoglienza
Da sinistra Mario Benedetto (Comunicazione Confagricoltura), Mario Guidi, Cosimo Melacca, Dimitri Tasso, Pier Luigi Celli e Raffaele Maiorano
Il pubblico di operatori e autorità
La sala conferenze del Forum
Il prefetto di Asti, Pierluigi Faloni e il sindaco di Montiglio Monferrato, Dimitri Tasso
Il tavolo dei relatori al Forum Nazionale Agriturist
Mario Guidi e Fiorella Riminato
Rosanna Varese con i relatori del Forum
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AZZANO
Il modello RED che “fotografa” i pensionati
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i tratta di un documento che serve per “fotografare” la situazione economica di ogni pensionato e stabilire se ha diritto ad alcuni trattamenti pensionistici e previdenziali, il cui ammontare dipende dai redditi complessivi del cittadino. Nello specifico, il modello Red riguarda chi percepisce 4 tipologie di indennità. - le pensioni integrate al minimo - le maggiorazioni sugli assegni sociali - i trattamenti di famiglia (erogati ad alcune categorie di pensionati) - le pensioni ai superstiti (reversibilità) che in parte non sono cumulabili con gli altri redditi del pensionato. La richiesta di presentazione dei suddetti modelli con la relativa matricola non sarà più inviata ai pensionati dall’Inps così com’è avvenuto nel 2013, ma gli stessi dovranno recarsi presso il nostro patronato, il quale provvederà a seguito di acquisizione di apposita delega da parte dei pensionati, alla stampa e all’invio dei modelli.
chi deve presentarlo
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ituato a 7 chilometri da Asti, dalla sommità del paese, a 216 metri slm, si gode una delle più belle vedute della piana del fiume Tanaro e delal città di Alfieri, conta 392 abitanti. I primi a vivere in quel luogo sembra siano stati i Liguri. Nel II secolo d.C., come lascia intuire il nome derivato dal latino Atianum, lì esisteva una “villa” romana. Azzano comincia ad essere citato in documenti ufficiali a partire dall’897. Da ricordare la conquista e la razzia del borgo, avvenuta nel 1155, ad opera delle milizie imperiali guidate da Federico I Barbarossa, che portò all’annessione del paese da parte del potente Comune di Asti. Questo storico evento ha dato spunto alla rievocazione di “Azzano in fiamme” (nella foto), originale ed interessante drammatizzazione in costume che, da alcuni anni, si svolge nel mese di luglio. Nei secoli successivi il paese fu tra i territori contesi tra il marchese di Monferrato e i Visconti. La chiesa parrocchiale fu edificata presso il sito in cui sorgeva
l’antico castello. Conserva l’abside medioevale del preesistente edificio, dedicato a Santo Stefano. Il campanile si presenta in forme romaniche. Il castello, uno dei più antichi dell’area, fu distrutto dagli spagnoli nel 1615. Per quanto riguarda le produzioni agroalimenatri da ricordare i piatti della tradizione: salami cotti e crudi, vitello tonnato, acciughe al verde, peperoni con bagna cauda, agnolotti, tajarin, brasato, bollito misto, la “carpionata” e tra i dolci il famoso “bunet”, il tutto accompagnato da vini doc come Barbera, Cortese e Bonarda www.comune.azzano.at.it / www.azzanoinfiamme.org (si ringrazia l’ATL per il prezioso contributo)
Chi è titolare di una delle prestazioni elencate sopra. Va ricordato, però, che risulta esonerato dall’obbligo chiunque abbia già dichiarato tutti i redditi percepiti, presentando il modello 730 o Unico (sui compensi incassati nel 2013). Il Red va invece consegnato se si è esonerati dalla dichiarazione fiscale oppure se si è titolari di redditi esenti dall’irpef che non vanno indicati nel 730 o nel modello Unico ma che possono influire sull’importo della prestazione pensionistica. E’ il caso degli interessi bancari, postali e dei titoli di stato oppure di altri redditi esenti come la pensione di invalidità civile e di guerra o i compensi percepiti all’estero.
Il modulo ICRID
Sono tenuti a presentare ogni anno il modulo ICRIC (Invalidità Civile RICovero) gli invalidi civili titolari di indennità di accompagnamento o di indennità di frequenza. Nel modello ICRIC si dichiara la sussistenza o meno di uno stato di ricovero in istituto, e se questo è avvenuto a titolo gratuito o a pagamento. In ogni caso il modello va sempre presentato. Il modello correlato da un documento di identità può essere presentato rivolgendosi presso il nostro patronato che assisterà gratuitamente l’interessato nella compilazione e dopo la sottoscrizione li trasmetterà telematicamente all’INPS.
…e quello ICLAV
Sono tenuti a presentare ogni anno il modulo ICLAV (Invalidità Civile LAVoro) gli invalidi civili titolari di assegno mensile.Nel modello ICLAV si dichiara la permanenza o meno del requisito di mancata prestazione di attività lavorativa o il reddito prodotto negli anni interessati. Il modello può essere presentato rivolgendosi presso il nostro patronato correlato da un documento di identità che assisterà gratuitamente l’interessato nella compilazione e dopo la sottoscrizione li trasmetterà telematicamente all’INPS.
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ENAPA RELAX
I comuni del nostro territorio
Pensione di reversibilità
È una prestazione economica erogata, a domanda, in favore dei familiari del: • pensionato (pensione di reversibilità); • lavoratore (pensione indiretta). Hanno diritto alla pensione: • il coniuge superstite, anche se separato: se il coniuge superstite è separato con addebito, la pensione ai superstiti spetta a condizione che gli sia stato riconosciuto dal Tribunale il diritto agli alimenti; • il coniuge divorziato se titolare di assegno divorzile; • i figli (legittimi o legittimati, adottivi o affiliati, naturali, riconosciuti legalmente o giudizialmente dichiarati, nati da precedente matrimonio dell’altro coniuge) che alla data della morte del genitore siano minorenni, inabili, studenti o universitari e a carico alla data di morte del medesimo; • i nipoti minori (equiparati ai figli) se a totale carico degli ascendenti (nonno o nonna) alla data di morte dei medesimi. In mancanza del coniuge, dei figli e dei nipoti la pensione può essere erogata: • ai genitori d’età non inferiore a 65 anni, non titolari di pensione, che alla data di morte del lavoratore e/o pensionato siano a carico del medesimo. In mancanza del coniuge, dei figli, dei nipoti e dei genitori la pensione può essere erogata: • ai fratelli celibi inabili e sorelle nubili inabili, non titolari di pensione, che alla data di morte del lavoratore e/o pensionato siano a carico del medesimo.
Requisiti
Il lavoratore deceduto, non pensionato, deve aver maturato, in alternativa: • almeno 780 contributi settimanali (requisiti previsti per la pensione di vecchiaia prima dell’entrata in vigore del D.lvo 503/92); • almeno 260 contributi settimanali di cui almeno 156 nel quinquennio antecedente la data di decesso (requisiti previsti per l’assegno ordinario di invalidità). La pensione ai superstiti decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello del decesso del lavoratore ovvero del pensionato, indipendentemente dalla data di presentazione della domanda. L’importo spettante ai superstiti è calcolato sulla base della pensione dovuta al lavoratore deceduto ovvero della pensione in pagamento al pensionato deceduto applicando le percentuali previste dalla L. 335/95: N.B.: Le pensioni ai coniugi superstiti aventi decorrenza dal 1° gennaio 2012 sono soggette ad una riduzione dell’aliquota percentuale, rispetto alla disciplina generale, nei casi in cui il deceduto abbia contratto matrimonio ad un’età superiore a 70 anni; la differenza di età tra i coniugi sia superiore a 20 anni o il matrimonio sia stato contratto per un periodo di tempo inferiore ai dieci anni. La decurtazione della pensione ai superstiti non opera qualora vi siano figli minori, studenti o inabili.
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INCUMULABILITÀ CON REDDITI DEL BENEFICIARIO La pensione ai superstiti liquidata a decorrere dal 1.9.1995 viene ridotta se il titolare possiede altri redditi, come indicato nella seguente tabella: AMMONTARE DEI REDDITI Reddito superiore a 3 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, calcolato in misura pari a 13 volte l’importo mensile in vigore al 1° gennaio Reddito superiore a 4 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, calcolato in misura pari a 13 volte l’importo mensile in vigore al 1° gennaio Reddito superiore a 5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, calcolato in misura pari a 13 volte l’importo mensile in vigore al 1° gennaio)
PERCENTUALI DI RIDUZIONE
L’incumulabilità non si applica in presenza di contitolari appartenenti al medesimo nucleo familiare (Circ. 234 del 25 agosto 1995). PENSIONE AI SUPERSTITI, ASSEGNO SOCIALE E PENSIONE SOCIALE Quando il titolare di un assegno sociale o pensione sociale diventa titolare di pensione ai superstiti, perde contestualmente il diritto a dette prestazioni di natura assistenziale, che pertanto vengono revocate dalla data di decorrenza della nuova pensione, anche se a carico di Ente diverso dall’INPS (Circ. 65 del 21 marzo 1984). Vanno, invece, solo ricostituite se derivano da invalidità civile, essendo il reddito dell’anno precedente, in base alla normativa di riferimento, il requisito per la loro concessione o revoca (Circ. 86 del 27 aprile 2000) CAUSE DI CESSAZIONE Il diritto alla pensione ai superstiti cessa nei seguenti casi: • per il coniuge, qualora contragga nuovo matrimonio. In questo caso al coniuge spetta solo l’una tantum pari a due annualità della sua quota di pensione, compresa la tredicesima mensilità, nella misura spettante alla data del nuovo matrimonio. Nel caso che la pensione risulti erogata, oltre che al coniuge, anche ai figli, la pensione deve essere riliquidata in favore di questi ultimi applicando le aliquote di reversibilità previste in relazione alla mutata composizione del nucleo familiare; • per i figli minori, al compimento del 18° anno di età; per i figli studenti di scuola media o professionale che terminano o interrompono gli studi e comunque al compimento del 21° anno di età. La prestazione di un’attività lavorativa da parte dei figli studenti, il superamento del 21° anno di età e l’interruzione degli studi non comportano l’estinzione, ma soltanto la sospensione del diritto alla pensione; • per i figli studenti universitari che terminano o interrompono gli anni del corso legale di laurea e comunque al compimento del 26° anno di età. La prestazione di un’attività lavorativa da parte dei figli universitari e l’interruzione degli studi non comportano l’estinzione, ma soltanto la sospensione del diritto alla pensione; • per i figli inabili qualora venga meno lo stato di inabilità; • per i genitori qualora conseguano altra pensione; • per i fratelli e le sorelle qualora conseguano altra pensione, o contraggano matrimonio, ovvero venga meno lo stato di inabilità; • per i nipoti minori, equiparati ai figli legittimi, valgono le medesime cause di cessazione e/o sospensione dal diritto alla pensione ai superstiti previste per i figli. N.B. La cessazione della contitolarità di uno o più soggetti determina la riliquidazione della prestazione nei confronti dei restanti beneficiari, calcolando la pensione dalla decorrenza originaria con gli incrementi perequativi e di legge intervenuti nel tempo, in base alle aliquote di pertinenza dei restanti contitolari. INDENNITÀ PER MORTE Il superstite del lavoratore assicurato al 31.12.1995 e deceduto senza aver perfezionato i requisiti amministrativi richiesti, può richiedere l’indennità per morte, se: • il lavoratore deceduto non aveva ottenuto la pensione; • non sussiste per nessuno dei superstiti il diritto alla pensione indiretta per mancato perfezionamento dei requisiti richiesti;
• nei 5 anni precedenti la data di morte risulta versato almeno un anno di contribuzione. La domanda per ottenere l’indennità in parola deve essere presentata, a pena di decadenza, entro un anno dalla data del decesso del lavoratore assicurato. INDENNITÀ UNA-TANTUM Il superstite di lavoratore assicurato dopo il 31.12.1995 e deceduto senza aver perfezionato i requisiti amministrativi richiesti, può richiedere l’indennità una-tantum, se: • non sussistono i requisiti assicurativi e contributivi per la pensione indiretta; • non ha diritto a rendite per infortunio sul lavoro o malattia professionale, in conseguenza della morte dell’assicurato; • è in possesso di redditi non superiori ai limiti previsti per la concessione dell’assegno sociale. Il diritto all’importo in questione è soggetto alla prescrizione decennale. NOVITA’ ASSISTENZIALI PER I NATI NEL 2013 (bonus bebè e altro) È possibile presentare domanda per ottenere il bonus bebè 2013. Anche per quest’anno la Regione Piemonte mette a disposizione delle famiglie il bonus utile per l’acquisto di prodotti per l’igiene e per l’alimentazione della prima infanzia: il valore del bonus è di 250 euro per ogni nuovo nato. I genitori aventi diritto possono presentare, la documentazione agli sportelli della propria ASL (Ufficio “Scelta e revoca del medico/pediatra” o altro ufficio individuato dall’ASL stessa) per i bambini nati dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013. Tutta la documentazione, per la quale sarà rilasciata apposita ricevuta, dovrà essere consegnata entro e non oltre il 30 agosto 2014. Le Aziende sanitarie locali non ritireranno documentazione incompleta. I genitori aventi diritto riceveranno una lettera inviata dalla Regione con l’indicazione del numero e della data del mandato di pagamento. Il genitore avente diritto, munito di documento di identità, codice fiscale e comunicazione ricevuta dalla Regione Piemonte, si potrà recare presso qualsiasi sportello UNICREDIT, ubicato sul territorio piemontese, per incassare in contanti la somma di 250 euro. Il bonus bebè verrà erogato tramite liquidazione per cassa, presso sportello bancario, direttamente al genitore avente diritto, ossia al genitore che ha presentato i documenti per ottenere il bonus. Chi ne ha diritto: • Ogni bambino, nato dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013 residente in Piemonte la cui famiglia abbia un reddito ISEE non superiore a 38.000 euro; • i minori in tutela, nati del 2013, in affidamento familiare o in comunità alloggio e in affidamento pre-adottivo; • i bambini adottati che hanno compiuto 3 anni entro il 31.12.2013 e la cui pratica di adozione si è conclusa nell’anno 2013. Anche in questo caso, la famiglia adottiva deve avere un reddito ISEE non superiore ai 38.000 euro. La pratica di adozione si ritiene conclusa quando il minore, dopo il deposito della sentenza di adozione, ha assunto il cognome della famiglia adottiva e risulta iscritto sullo stato di famiglia dei genitori adottivi come “figlio”.
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25% dell’importo della pensione 40% dell’importo della pensione 50% dell’importo della pensione
Confagricoltura Asti alla fiera di Verona
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no-cinguettii dal Vinitaly di Verona anno 2014. Anche quest’anno Confagricoltura Asti ha chiesto ai produttori vinicoli associati che hanno partecipato alla eno-kermesse della città scaligera, un giudizio sintetico sull’eno-salone della città scaligera. Non un analisi articolata, ma una sola battuta, spesso condensata in un paio di aggettivi, ancora più stringata rispetto i 140 caratteri che si usano per i “cinguettii” su Twitter (che in inglese significa cinguettare) uno dei più famosi e utilizzati social network che raccoglie milioni di utenti in Internet. Ne è nato un mosaico di dichiarazioni lampo che disegnano un Vinitaly ancora in vena di ottimismo, con proiezioni favorevoli sia sotto il profilo commerciale che dal punto di vista della valorizzazione dei vini astigiani. Tuttavia non mancano le venature di cautela, che da un lato sono caratteristiche della mentalità piemontese, ma dall’altra dimostrano quanto il comparto sia consapevole della crisi economica che attanaglia ancora l’economia italiana e di parte dl mondo, e di come la stessa filiera sia attrezzata per superare l’im-
passe con i minori contraccolpi possibili, in ambito finanziario e commerciale, ma anche sociale e imprenditoriale. Tra le sintesi più felici degli eno-standisti a cui abbiamo chiesto un giudizio sul Vinitaly 2014 quella di chi si è affidato al dialetto-lingua piemontese, «Speruma ca dura» (speriamo che duri) è stata la sintesi. Ci sono poi quelli che fanno indicano il flusso di persone che ha affollano gli stands come «segno che il vino ancora crea interesse». Una osservazione non scontata in un momento di sofferenza economica mondiale. Molti hanno definito Vinitaly una vetrina importante, che merita la presenza dei produttori vinicoli di tutte le dimensioni «per consolidare contatti assodati e crearne di nuovi». Qualcuno si è sbilanciato ammettendo di aver concluso, in fiera, qualche contratto. I più, però, dicono che scioglieranno le riserve sulla produttività del Vinitaly solo tra mesi, «quando le rose saranno fiorite» dicono. E c’è stato anche chi, proverbi a parte, cita frasi famose come “Io speriamo che me la cavo” che è l’ottimistica esclamazione titolo di un libro di qualche anno fa
diventato anche film di successo. Non sono mancati gli eno-espositori dal palato fino che analizzano il salone veronese dal punto di vista strettamente commerciale: «Il Vinitaly 2014? Forse ci sono stati meno incontri, minore capacità di mettere assieme domanda e offerta, ma la qualità degli incontri è davvero migliorata»; e quelli entusiastici che hanno parlato senza timori e remore di un salone «Esaltante, stimolante ed effervescente». Aggettivi mutuati direttamente dal mondo del vino. Sullo sfondo, nonostante il ventaglio di idee e sentimenti diversi, di questo Vinitaly 2014 appena concluso è restata la Grande Bellezza dell’Italia del vino, con gli stand tappezzati dalle gigantografie di panorami mozzafiato, di cantine che sono veri eno-santuari, delle immagini (tanto bianco e nero quest’anno) di uomini e donne di tutte le età che hanno negli occhi una scintilla brillante: la passione per un mestiere che affonda le radici nella storia dell’Umanità e che, in ogni parte del mondo, significa ancora qualcosa di importante. Come un calice di vino.
Ecco la fotogalleria in stile social dei nostri associati
Giorgio Gozzellino (Cascina Castlet): «Il Vinitaly mantiene le promesse»
Andrea Faccio (Villa Giada): «Export e Italia: le due anime di questo salone»
Vitaliano Maccario (Pico Maccario): «Essere qui fa diventare ottimisti»
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Mario Olivero (Marchesi Alfieri): «La Fiera del vino più importante d’Italia. Bisogna esserci»
Bianca Viotti (Viotti Vini): «A Verona sensazioni eno-stimolanti positive»
Flavio Scagliola (Scagliola Giacomo e figlio): «Qui per parlare di Moscato e non solo. Un successo»
Giorgio Boeri (Boeri): «Ottimi contatti, il salone funziona»
Daniele Comba (Vigne dei Mastri): «Piace il nostro eco-vino»
Dino Bertolino (Olim Bauda): «Un salone che ci aiuta a migliorare»
Giulia Alleva (Tenuta Santa Caterina): «Il Vinitaly? È sempre un’esperienza esaltante»
Alberto Ravetto (Tenuta Montemagno): «Verona resta il punto focale per il vino italiano»
Elena e Francesco Rondolino (Villa Fiorita): «Io speriamo che me la cavo. Ma siamo ottimisti»
Romano, Bruna e Marco Dogliotti (La Caudrina): «Speruma ca dura (speriamo che duri)»
Lorenzo Gozzellino (Sergio Gozzellino): «Clienti storici e nuovi per guardare avanti»
Lino Lanfrancone (Montalbera): «Il posto ideale per presentare il nostro Ruché 2.0»
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Dino Scanavino: «Piemonte ok, ma deve fare squadra. Agrinsieme difende meglio gli interessi degli agricoltori» ciale estesa, non solo, come riteniamo giusto, alle sedi delle imprese agricole, ma anche ai fondi rustici. Un’ingiustizia bella e buona». Mica poco…
Pierfranco Baldi (Baldi): «Al Vinitaly presentiamo i vini, ma anche il nostro splendido territorio»
«Però è quello che deve essere fatto e loro lo sanno. Del resto l’agricoltura è l’unico settore italiano che garantisce lavoro e crescita, anche se, come ho detto, in Italia l’agricoltura va bene e gli agricoltori no».
Paolo Bava (Bava/Cocchi): «Impossibile pensare. Il Vinitaly dà tanto da fare. Per fortuna»
Perché?
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ino Scavanino, 54 anni, da Calamandrana, centro agricolo del Sud Astigiano, è il nuovo presidente nazionale della Cia la Confederazione degli agricoltori che, insieme a Confagricoltura e alleanza delle Cooperative, fa parte di Agrinsieme, nuovo soggetto di rappresentanza agricola. Vignaiolo, vivaista, Scanavino è conoscitore profondo del settore rurale. Ecco l’intervista che ci ha rilasciato.
Piero Lovisolo (Arione – Cascina Verde): «Qui per mantenere contatti e svilupparne di nuovi»
Roberto Coppo (Coppo): «Stand preso d’assalto. Il Vinitaly è sempre il Vinitaly»
Presidente, lei è astigiano ed ha una lunga esperienza politico-amministrativa (è stato sindaco e consigliere provinciale). Crede davvero che il Governo Renzi cambi l’atteggiamento sempre un po’ distratto che hanno avuto i governi di tutti i colori nei confronti dell’Agricoltura italiana? «Ho incontrato recentemente il ministro Maurizio Martina. Gli ho detto che che ci aspettiamo cose straordinarie da un Governo che è arrivato al potere in modo straordinario. Se fanno cose ordinarie è meglio vadano a casa» E cosa dovrebbero fare?
Stefano Chiarlo (Michele Chiarlo): «La novità di Verona? La nostra Barbera d’autore»
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Stefano Gozzellino (S. Gozzellino): «Noi “piccoli” in una grande vetrina. Ottimo!»
Andrea Rabino (Ri Da Roca): «Un’occasione importante per dare valore al nostro lavoro»
«Per esempio tagliare i costi della burocrazia, dare incentivi per chi lavora e dà lavoro in campo agricolo, favorire l’export ma quello positivo che porta l’Italia nel mondo e aiutare il consumo interno, abbassare le leggi e le tasse che vessano gli agricoltori. Per esempio ad Asti noi, con Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative, siamo scesi in piazza, altri non lo hanno fatto, contro la tassa sugli accessi alle strade provin-
PARTNER AGRINSIEME
Intervista al presidente nazionale Cia
«Produciamo molto e bene, ma guadagniamo poco, colpa di un sistema sbagliato. Serve più gioco di squadra, per fare massa critica e avere potere contrattuale, altrimenti si rischia di chiudere o guadagnare così poco da stentare ad andare avanti. Per esempio Agrinsieme, il nuovo soggetto che raggruppa Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative, è un ottimo strumento di aggregazione che sta dando buoni frutti». Parliamo di Piemonte… «Vale ancora di più l’auspicio di fare team. Noi piemontesi non siamo molto aggreganti, ma bisogna farlo, è una scelta obbligata». Nel campo del vino c’è la questione del reddito agricolo… «È quello che ci interessa come sindacato. Il moscato va bene, non solo quando vende milioni di bottiglie, ma anche se incrementa il reddito dei vignaioli. Per la Barbera il discorso è diverso. Troppi interessi a tenere il comparto in una situazione di anarchia di fatto. Così i prezzi della materia prima restano bassi e la speculazione avanza. Un peccato. Speriamo che chi fa grandi Barbere con uve di qualità pagate il giusto continui a fare business». Le armi del Piemonte agricolo? «È banale, ma è vero: le armi del Piemonte sono le sue eccellenze agroalimentari e il suo paesaggio. Gli agricoltori sono gli unici che difendono le une e l’altro. La candidatura dei paesaggi vitivinicoli a patrimonio dell’Umanità tutelato dall’Unesco ne è la riprova. Eppoi c’è Expo 2015…» Un’occasione? «Certo, a condizione che si capisca che non basta la vetrina. Bisogna fare in modo che i visitatori portino con loro un pezzo di Italia. Così i made in Italy funziona per il sistema Paese».
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Ezio Veggia confermato nella Giunta nazionale di Confagricoltura. «Premiata la continuità e le scelte di innovazione a favore del comparto agricolo» ettari. È stato consigliere dell’Unione Agricoltori di Asti dal 1991 al 1996. Eletto presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Asti nel 1997 è stato riconfermato alla presidenza dal 2000 al 2003. Nel 1998 è stato eletto vicepresidente della Federazione Regionale del Piemonte e nel 2005 ne è stato eletto presidente. Dal 1999 al 2004 ha rivestito la carica di vicesindaco del Comune di Cocconato. Membro del Rotary Club di Asti dal 2000. Dal 2011 rivestiva la carica di vice presidente nazionale di Confagricoltura. Veggia ha commentato così la sua rielezione: «Sono molto soddisfatto – ha detto -. Il voto di oggi sostanzialmente conferma il gradimento dei nostri associati nei confronti della politica e delle scelte del presidente Guidi, nel segno della continuità di un progetto virtuoso che sta portando Confagricoltura verso nuove sfide attraverso un’evoluzione del suo ruolo, non solo rivendicativo, ma anche di proposta di strumenti che aiutino le nostre imprese agricole a diventare sempre più competitive, in Italia e all’estero. Inoltre – ha aggiunto Veggia – la scelta rappresentativa di aderire ad Agrinsieme, il nuovo soggetto di rappresentanza agricola che ci raggruppa insieme a Cia e Alleanza delle Cooperative e di cui Mario Guidi è coordinatore nazionale, si è rivelata una mossa vincente nel quadro di sinergie che operano nell’esclusivo interesse del comparto».
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imprenditore agricolo astigiano, Ezio Veggia è stato riconfermato componente della giunta nazionale di Confagricoltura. La sua nomina, nell’ambito del rinnovo delle cariche nazionali di Confagricoltura che si è svolto martedì 15 aprile a Roma, è stata ufficializzata dopo la rielezione al vertice nazionale dell’associazione di categoria del presidente Mario Guidi. Con l’imprenditore astigiano, vice presidente uscente (i nuovi vicepresidenti sono nominati successivamente al rinnovo delle cariche nazionali) e che è stato il più votato tra i nomi indicati, sono entrati in Giunta nazionale di Confagricoltura gli imprenditori agricoli: Bonaldi, Giansanti, Theodoli Pallini, Piva, Cilento, Consalvo, Boselli, Giuliano. Veggia è titolare di un’azienda rurale con sede nel comune di Cocconato, nel Nord dell’Astigiano, specializzata nell’ambito cerealico-zootecnico e sviluppata su una superficie di circa 100
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Veggia ha quindi indicato i progetti cardine dei prossimi tre anni di presidenza Guidi: «Insieme ai temi tradizionali ci sarà grande attenzione ai nuovi mercati e alle piazze virtuali. Internet e il web sono al centro della comunicazione e del confronto, insieme al concetto di rete di aziende, per essere al passo con i tempi e fronteggiare al meglio il futuro dei mercati». Infine un accenno all’Astigiano di cui Veggia resta il rappresentante in seno alla giunta nazionale di Confagricoltura: «La crisi economica non è finita e sta colpendo duro dovunque. Con il Psr, il piano di sviluppo rurale, si può fare molto per aiutare lo sviluppo agricolo. Io mi impegnerò perché le risorse siano distribuite in modo equo» Il presidente di Confagricoltura Asti, Massimo Forno, che ha partecipato al summit romano, si è dichiarato soddisfatto della rielezione di Veggia: «È il segno tangibile di una continuità positiva che porterà ottimi frutti non solo a Confagricoltura, ma all’intero comparto. La dedizione e la competenza di Ezio Veggia – ha aggiunto - sono una garanzia per il settore e per l’Astigiano rappresentano un ponte verso dimensioni nazionali che non possono essere messe da parte in un’ottica di sviluppo delle nostre imprese agricole».
La rete di Confagricoltura Asti: imparare a fare squadra per vincere le sfide di domani
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osa si fa prima di affrontare una sfida sportiva, che sia una partita di calcio o una gara podistica? Ci si allena prendendo coscienza delle proprie possibilità, partendo dai propri limiti, cioè quello che possiamo o non possiamo fare. Ed esattamente la stessa cosa ha fatto Confagricoltura Asti, accettando la sfida della modernizzazione e dell’efficientamento. Si è allenata, ha analizzato la propria base associativa, le proprie criticità interne ed esterne, i propri punti di forza. È apparso subito chiaro come al centro della progettualità non debba porsi la stessa Confagricoltura, ma l’impresa, con le sue peculiarità, le sue esigenze, la sua voglia di crescere ed affermarsi in un mercato sempre più competitivo. Per farlo, però, si deve essere capaci di diventare squadra, di “giocare” insieme agli altri e non da soli. Una necessità, questa, prima che un’esigenza, ancor di più per il nostro territorio, composto da un tessuto d’aziende dalle dimensioni medio-piccole. Fare squadra non è semplice, ed è ancora più difficile per chi, come accade dalle nostre parti, ha sempre guardato con un po’ di diffidenza la possibilità di mettersi in cordata per ottenere risultati. Invece formare gruppi, agglomerati, team di imprese, è lo strumento fondamentale per vincere le “partite” economiche che si giocano sia in Italia che all’estero. Per venire incontro a questa esigenza nella nostra legislazione è stata recentemente introdotta la possibilità, per le aziende iscritte al registro imprese, di aggregarsi in un contratto di rete al fine di collaborare ed incrementare così lo sviluppo, l’innovazione e la competitività. Ma quali sono i vantaggi principali derivanti dall’aggregazione?
LA RETE
Rinnovo delle cariche nazionali, Mario Guidi rieletto presidente
- accedere a nuovi mercati; - sviluppare le risorse umane; - accedere con maggiore facilità a finanziamenti, soprattutto per la maggiore forza contrattuale, il tutto finalizzato alla crescita delle vendite e della redditività. Gli scopi della rete di Confagricoltura Asti: Per questi motivi nasce la rete d’impresa Confagricoltura Asti una rete ambiziosa che si pone quale obbiettivo prioritario quello di venire incontro alle esigenze delle imprese, aiutandole nel loro difficile percorso quotidiano disseminato di eccessiva burocrazia e difficoltà nell’ottenere risposte chiare e tempestive necessarie per affrontare un mercato sempre più competitivo. Il progetto di rete Confagricoltura Asti avrà quale fulcro un portale Internet, il più formidabile e rapido mezzo di connessione oggi a disposizione di tutti. Alla rete di Confagricoltura Asti potranno aderire tutte le aziende associate a Confagricoltura, con la possibilità di allargare la rete anche ad altre aziende funzionali al progetto o agli scopi prefissati. Il portale verrà suddiviso in due principali settori: uno pubblico, ossia utilizzabile da tutti coloro che si collegheranno, l’altro riservato alle aziende aderenti alla rete. Nella sezione pubblica troveranno posto le informazioni di carattere generale di natura economica, sindacale, tecnica, fiscale, previdenziale aventi attinenza con il settore agricolo. Nella medesima sezione sarà a disposizione di tutti lo strumento “Agribusiness” ossia la possibilità per tutti di acquistare prodotti o servizi messi a disposizione dagli aderenti alla rete attraverso il noto meccanismo dell’e-commerce ossia del commercio in rete.
Sono molteplici e riassumibili nelle possibilità di: - accedere a conoscenze e competenze di altre imprese incrementando così l’innovazione produttiva; - incrementare la gamma dei prodotti e dei servizi offerti attraverso l’interscambio ma anche la visibilità aziendale; - ridurre attraverso gli accordi di rete i costi ed i tempi di produzione;
Gli aderenti alla rete potranno inoltre trovare e proporre occasioni di acquisto o affitto di beni strumentali, macchinari, impianti, beni immobili (terreni e fabbricati) ed aziende. Semplicemente cliccando su un pulsante sarà inoltre possibile avere in tempo reale informazioni sulla borsa merci, sulla borsa valori nonché ottenere le previsioni del tempo relative al comune o alla zona di interesse.
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Ma la parte più innovativa del progetto risiede nell’area riservata, area nella quale ogni singolo aderente potrà entrare in possesso di documenti ed informazioni riguardanti esclusivamente la propria azienda.
Per chi non avrà la possibilità di seguire i corsi o di entrare direttamente nell’area telematica, i nostri uffici saranno a disposizione per accedere, insieme con voi, a tutti gli strumenti utili alla vostra azienda.
Questo sarà possibile grazie ad una password cioè una “parola chiave” di accesso riservata alla singola impresa. La “parola chiave” garantirà che solo l’impresa interessata e nessun altro avrà accesso garantendo così la riservatezza dei dati contenuti nell’area riservata.
Da quanto abbiamo illustrato appare evidente come il progetto sia finalizzato al miglioramento e al potenziamento di nuovi strumenti di comunicazione e di scambio di informazioni fra le imprese aderenti alla rete per razionalizzare le risorse.
Quali saranno le informazioni consultabili nell’area riservata? In generale la documentazione contenuta sarà di natura fiscale (copia ultime dichiarazioni redditi, IRAP, IVA presentate, prospetto costi/ricavi ecc.), di natura tecnica (copia fascicolo aziendale, libretto UMA, domande contributi presentate ecc.) relativa alla gestione del personale (denuncia aziendale, copia assunzioni, buste paga ecc.) ed in generale relativa all’azienda (visura camerale, modello CD4 ecc.). Tutta la documentazione, naturalmente, sarà consultabile e stampabile. Nella medesima area riservata inoltre si potranno trovare informazioni e notizie - costantemente aggiornate e personalizzate – riguardanti l’impresa ed il settore produttivo di appartenenza. Altra interessante opportunità sarà quella di poter condividere con le altre imprese aderenti alla rete prestazioni lavorative di dipendenti assunti da un unico soggetto, ottimizzando così tempi e risorse finanziarie. È evidente come la perfetta riuscita di un progetto così ambizioso passi necessariamente attraverso una stretta collaborazione con le aziende aderenti alle quali verranno forniti strumenti elettronici (ossia programmi) in grado di semplificare la burocrazia quotidiana per quanto attiene, ad esempio, la compilazione e stampa delle fatture di vendita. Tali strumenti inoltre potranno garantire l’immediata acquisizione delle fatture da parte degli operatori contabili di Confagricoltura Asti senza necessità di recarsi presso gli uffici centrali o periferici. Niente di complicato, tranquilli! Per chi lo vorrà ci saranno corsi di formazione base o di perfezionamento in grado di coadiuvare le imprese a muovere i primi passi nel mondo di internet o diventare esperti utilizzatori dei moderni strumenti informatici.
Caccia: la sinergia Confagricoltura Federcaccia dà buoni frutti. Premiati i cacciatori che hanno limitato la presenza di cinghiali dannosi
Questi nuovi strumenti, tuttavia, andranno ad affiancarsi ai sistemi tradizionali di comunicazione ed interscambio finora adottati, senza cpenalizzare le aziende meno portate all’utilizzo di nuovi media. Quindi, come vedete, voi e Confagricoltura fate già parte di una squadra vincente perché tutti giocano insieme e per un solo obiettivo: fare gol, cioè fare crescere le aziende agricole associate e renderle moderne e al passo con i tempi nel segno di un’agricoltura nuova, competitiva e all’avanguardia.
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I cacciatori sono una risorsa per l’agricoltura e la sinergia tra Confagricoltura Asti e la Federcaccia astigiana, con il progetto comune di premiazione delle squadre di cacciatori che hanno maggiormente contribuito a contenere la presenza dannosa e pericolosa di cinghiali nelle campagne, ne è la dimostrazione più virtuosa. È questo, in sintensi, il messaggio emerso dalle serate che si svolte a marzo in due agriturismo astigiani, “La Regibussa” di Asti e “Le due Cascine” di San Marzano Oliveto. Si è trattato di appuntamenti dedicati al primo trofeo che Confagricoltura Asti e la Federcaccia astigiana, hanno promosso per riconoscere la professionalità dei cacciatori che nell’annata 2013/2014 si sono impegnati nel progetto provinciale di contenimento e selezione della popolazione di animali selvatici, tra cui i cinghiali, che stanno sempre più infestando le campagne. «I cacciatori sono l’unica risorsa contro una proliferazione incontrollata degli animali selvatici che tanti danni arecano alle coltivazioni» ha detto il presidente provinciale di Confagricoltura Asti, Massimo Forno. Per Franco Giacchero, presidente astigiano di Federcaccia, la collaborazione tra cacciatori e agricoltori è un primo tassello per futuri progetto comuni: «L’intesa tra questi due mondi deve essere sempre più stretta perché ci occupianmo dello stesso settore» ha detto. Francesco Giaquinta, direttore di Confagricoltura Asti ha messo in guardia verso la falsa idellogia ambientalista che
vorrebbe eliminare la caccia: «Sarebbe uan iattura perché l’attività venatoria è l’unico modo per correggere squilibri che potrebbero avere contraccolpi serissimi sull’ambiente» Aldo Rosio, segretario di Federcaccia Asti ha ringraziato i cacciatori che hanno partcipato al progetto: «Hanno dimostrato professionalità e rispetto delle regole estremi» ha dichiarato. Tra gli ospiti dellae serata, con alcuni sindaci del territorio, il comandante della Stazione di Asti della Forestale, Angelo Trombetta; la presidente di Agriturist Asti, che è partner dell’iniziativa Confagricoltura-Federcaccia, Nicoletta Candelo; il direttore regionale Agriturist Piemonte, Fiorella Riminato; e il consigliere del Comitato di Indirizzo della Cassa di Risparmio di Asti, già assessore provinciale alla Caccia, Giacomo Sizia. Premiate, con targhe e rimborsi, le squadre di cacciatori che, complessivamente nel territorio, hanno contenuto al meglio la presenza dannosa di cinghiali nelle campagne e sulle strade. Pe la zona Nord dell’Astigiano al primo posto la squadra di Domenico Arlotta, seguita da quella del fratello Francesco Arlotta e al terzo posto il team di cacciatori guidato da Maggiorino Bodda. Péer il Sud al primo posto il team di Luigi Zucca, al secondo quello di Luigi Angeleri, e al terzo la squadra condotta da Alfredo Ventura, dell’Atc1 per la quale ha ritirato il premio Pietro Monticone, 86 anni, decano dei cacciatori astigiani.
Inoltre il contratto di rete consentirà di acquisire le macchine telematiche necessarie (PC, stampanti, modem ecc.) a prezzi molto competitivi attraverso convenzioni o direttamente tramite l’inserimento nel contratto di rete di aziende venditrici di tali prodotti.
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l credito impossibile”, “Prestiti sempre più magri”, “Il credit crunch dimezza i prestiti”, “Stretta oltre la media: dall’analisi della situazione economica italiana degli ultimi 3-4 mesi, emerge che i prestiti alle imprese sono in continua e costante diminuzione, sia nel numero, sia negli importi. Il record negativo è stato raggiunto alla fine del 2013 con una riduzione, su base annua, del 4,9% e un totale di 305 miliardi di euro per nuove erogazioni tra gennaio e settembre 2013, contro i 495 miliardi di Euro erogati nello stesso periodo del 2008 (Fonte: Sole 24 Ore/Banca d’Italia).Dalle pagine del Financial Times arriva l’esortazione alle banche a dare credito alle piccole e medie imprese, per favorire la ripresa economica, l’occupazione e la nascita di un clima di fiducia in tutta Europa. Perché il cuore del problema è la fiducia, il più importante e impalpabile dei beni. Il Gruppo Banca C.R.Asti raccoglie la sfida: per venire incontro alle esigenze e ai bisogni del territorio in cui opera, ha stanziato un plafond di 75 milioni di euro a sostegno di imprese e liberi professionisti per finanziare gli investimenti aziendali. Le imprese clienti di Banca C.R.Asti avranno a disposizione 45 milioni di Euro, mentre per Biverbanca sono stati messi a disposizione 30 milioni di euro, disponibili fino al 31 dicembre 2014, salvo esaurimento del plafond.Il plafond del Gruppo astigiano, rivolto alle aziende clienti meritevoli di credito, si inserisce a pieno titolo tra le iniziative istituzionali, volte a supportare l’innovazione di impresa anche in vista dell’ Expo 2015.
Appunti...
Enrico Borgo, direttore mercato di Banca C.R.Asti, delinea le finalità di questa iniziativa: “Ci sono interventi che più di altri possono aiutare le nostre imprese: il plafond messo a disposizione è rivolto principalmente a finanziare l’ingresso nei mercati esteri, l’adozione di processi eco-sostenibili, il rinnovamento delle strutture ricettive alberghiere e l’assunzione di personale.” “Lo scenario di estrema difficoltà del sistema economico e finanziario in cui stiamo operando da diversi anni, ci impone di giocare un ruolo di sostegno alle imprese che intendano crescere e investire per uscire dalla crisi”. Così Carlo Demartini, direttore generale della capogruppo, che prosegue: “L’intervento della Banca rappresenta un segnale di attenzione ai territori dove operiamo. Il nostro dovere come Banca del territorio è essere presenti nella vita delle persone e delle aziende nei momenti importanti, sia in quelli positivi sia in quelli di difficoltà, che richiedono, come in questo caso, risposte concrete”. I fondi messi a disposizione dal Gruppo possono essere utilizzati per l’assunzione e la formazione del personale, per gli investimenti produttivi materiali e immateriali, le certificazioni di qualità, sicurezza e ambiente, per la bioedilizia o la riqualificazione energetica, per gli studi di fattibilità, per indagini di mercato e iniziative promozionali, per la partecipazione a fiere ed eventi e anche per le spese di traduzione o la ricerca di partner commerciali all’estero, oltre che per i servizi di consulenza contrattuale, fiscale e tributaria.
CONTATTI
La risposta del gruppo Cassa di Risparmio di Asti alla domanda “Le banche non danno più credito?”
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I testi di questo numero del trimestrale ASTIAGRICOLA sono a cura di: Silvia Alessio, Roberto Bocchino, Wilma Bugnano, Francesco Giaquinta, Filippo Larganà, Enrico Masenga, Martina Pappalardo, Barbara Ponzetti, Daniela Prasso, Luisella Torchio, Giusy Veglio Ringraziamo per le foto Filippo Larganà, Roberto Signorini e Vittorio Ubertone
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