EDITORIALE
In attesa delle elezioni politiche le imprese non possono più sopportare stalli ed incertezze Abbiamo imparato che sempre più frequentemente dovremo convivere con il “cambiamento”. Anzi, abbiamo anche capito che in tanti casi, come sosteneva Winston Churchill, “non sempre cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”. Tuttavia, c’è differenza tra questa caratteristica della “società liquida” nella quale viviamo (“il cambiamento è l’unica cosa permanente e che l’incertezza è l’unica certezza” affermava Zygmunt Bauman) e la situazione di profonda instabilità che tutti noi stiamo vivendo. L’instabilità non fa bene né al mondo produttivo, né tanto meno alle nostre famiglie. La crisi politica che ha portato allo scioglimento dell’Esecutivo guidato da Mario Draghi non fa eccezione. E così, tra nemmeno due mesi rispetto alla data di uscita di questo numero del “La Voce” torneremo di nuovo alle urne. Voglio essere molto chiaro su questo: se il Governo può – passatemi l’espressione – “permettersi di cadere”, noi imprenditori non possiamo farlo, non possiamo dimetterci dalle nostre aziende. Perché noi dobbiamo e vogliamo continuare a lavorare, generando ricchezza, garantendo occupazione, salvaguardando i nostri territori, specie quelli più periferici, delle “aree interne” o, parlando della nostra provincia, delle “terre alte”. Con queste premesse, il nostro è quindi un duplice appello. Il primo che, in attesa delle consultazioni elettorali, le forze politiche e il Governo chiamato a gestire gli affari correnti
continuino ad operare con senso di responsabilità al servizio del bene comune. L’interesse generale del Paese impone di mantenere tensione pragmatica e continuità di impegno per dare velocemente risposte alle emergenze delle imprese e dei cittadini. Non possiamo permetterci incertezza neppure in questi pochi mesi (nemmeno due!) che ci separano dal voto. Diciamo “stop” a ulteriori divisioni politiche di fronte ai tanti, gravi problemi che esigono risposte immediate. Ne va del futuro dell’Italia e della nostra credibilità in ambito internazionale. In particolare, gli imprenditori continuano
a confidare nel PNRR e nelle riforme annunciate per risollevarsi e contribuire allo sviluppo del Paese, dopo la pandemia e oggi alle prese con rincari di energia e materie prime, crescita dell’inflazione, aumento del costo del denaro. Per non disperdere le loro energie e la loro fiducia, quel percorso non può interrompersi e deve trovare continuità anche in coloro che saranno chiamati a guidare l’Italia. In questo contesto pensiamo che il PNRR debba essere fra i primissimi punti
Luca Crosetto Presidente Territoriale Confartigianato Imprese Cuneo
nell’agenda politica del prossimo esecutivo, con qualunque compagine andrà a crearsi. Occorre lavorare – oggi più che mai, portando avanti le riforme che l’Unione Europea ci chiede – sulla sostenibilità amministrativa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La struttura dello Stato, in tutte le sue articolazioni (dalle Regioni fino ai comuni più piccoli, nostri primi interlocutori sui territori), deve essere in grado di fare questo grande sforzo per massimizzare l’impatto di un’opportunità unica. Ed ecco quindi il secondo appello, anzi la nostra ferma richiesta ai “futuri eletti”. Chiediamo, anzi esigiamo dalla nuova classe politica che gli italiani indicheranno con le elezioni di onorare la missione di servizio nei confronti del Paese, impegnandosi con senso di responsabilità per dare all’Italia un governo saldo e coeso, in grado di affrontare le grandi sfide che ci attendono e di assicurare autorevolezza e dignità internazionale. Come sempre, Confartigianato è pronta a fare la sua parte, collaborando con la Politica, ma non esitando a misurare i risultati che saranno ottenuti e verificare l’accoglimento delle nostre richieste.Che, in fondo, restano sempre le stesse: stabilità, semplicità e concretezza.
| LUGLIO - AGOSTO 2022 | LA VOCE DELL’IMPRESA |
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