02 • APRILE 2016 Anno 06 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”
Guardiamo avanti Confartigianato Forlì promuove l’approfondimento sull’uso dei social media per fare business. Nuove tecnologie diffuse fra i giovani e meno giovani, soprattutto per le interazioni personali. Ma che se utilizzati correttamente divengono un importante veicolo di promozione dell’impresa. La web strategist laterale Valentina Vandilli, nel corso del secondo appuntamento, ha illustrato gli strumenti e le strategie per comunicare efficacemente l’azienda, rispondendo alle domande del pubblico e confrontandosi su reali casi imprenditoriali. Tenendo sempre a mente che gli utenti sono persone che condividono esperienze e conoscenze, contribuendo a creare l’immagine aziendale.
in evidenza L’EDITORIALE: Costruire la ripresa significa fornire gli strumenti efficaci per il rilancio, così da consentire alle imprese di tornare a essere competitive. Confartigianato si rinnova per essere il partner giusto per ogni esigenza. A pagina 2 ECONOMIA E SOMMERSO: La concorrenza sleale e l’abusivismo sono un fenomeno in crescita, che introduce ulteriori criticità per la competitività aziendale. Sensibilizzare gli utenti per evitare di alimentarne il mercato. Da pagina 4 a pagina 5
IL NOTIZIARIO TECNICO: Le news dai servizi; Reverse Charge e studi di settore. La verifica periodica degli strumenti di misurazione. Il super bonus occupazione. Da pagina 15 a pagina 19 MOVIMENTI: I pensionati in prima linea per contrastare le malattie degenerative, il gazebo informativo ANAP distribuisce materiale e questionari predittivi. Continua l’attività dei Giovani Imprenditori. Il presidente Alessio Brighi testimonial del passaggio generazionale. Da pagina 21 a pagina 25
associazione editoriale
Costruire gli strumenti per la ripresa • di Roberto Faggiotto
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n certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: una lenta pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava nessun aspetto della vita. Era come se nessuno potesse sfuggire allo sguardo inesorabile della Medusa.” La citazione di Calvino, tratta da “Lezioni americane” ben descrive ciò che avviene oggi, dopo sette anni di cicli recessivi. La sensazione che la crisi abbia cristallizzato la situazione, bloccando ogni prospettiva di futuro è, purtroppo, sempre più diffusa. E, notoriamente, la sfiducia conduce all’inazione. Ciò che non dovrebbe mai venire meno è proprio il coraggio di continuare a impegnarsi per cambiare la realtà. L’incertezza e la paura del futuro sono un freno, mentre il mercato richiede aziende sempre più dinamiche e competitive. Vogliamo contribuire a ricostruire la fiducia. In questi mesi abbiamo affiancato ai servizi tradizionali nuove opportunità, proprio per consentire agli imprenditori di valutare strategie innovative. Gli incontri in tutto il comprensorio forlivese per far conoscere le potenzialità del controllo di gestione e la collaborazione con lo Studio Babbini vanno in questa direzione. Lo stesso dicasi per la formazione. Per consentire una migliore gestione dei social network è stato promosso il secondo appuntamento con una specialista del web, consentendo di chiarire dubbi o intuire nuovi percorsi per migliorare la visibilità aziendale. Da quest’anno, inoltre, il rapporto con l’ente di formazione di Confartigianato, Form.Art è divenuto ancora più stretto, con il trasferimento delle aule nella sede di viale Oriani e una pianificazione sempre più mirata alle esigenze degli associati. Molteplici impegni per ribadire al sistema imprenditoriale che è ancora possibile immaginare il futuro, anche quando la fatica per le numerose difficoltà fronteggiate quotidianamente spingerebbe a desistere. In questo numero di Essere Impresa presentiamo anche la testimonianza di imprenditori che hanno scelto di investire nel territorio. Nascono aziende, si mettono a frutto competenze sempre più specialistiche creando ulteriori potenzialità di sviluppo per l’intero sistema imprenditoriale. Perché anche dalla pietra può germogliare la vita, che rompe l’immobilismo. Ne siamo convinti, con piena fiducia nelle potenzialità delle nostre aziende. Viale Oriani, 1
Direttore Responsabile Roberto Faggiotto
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Redazione Roberta Zoli
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Anno VI • n. 02 APRILE 2016
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2 • aprile 2016 • • • essere impresa
D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009
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il commento associazione Ricominciamo da qui
Il cambiamento necessario
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l tema del cambiamento è al centro di tutte le attività associative, mai come ora ci si interroga sulle strategie da adottare, per adeguare l’organizzazione Confartigianato alla sfida di un mercato dei beni e dei servizi che è profondamente mutato e ancora sta evolvendo, alle prove delle grandi rivoluzioni delle nuove tecnologie, al ritorno della centralità dell’uomo e della conoscenza. Oggi affrontiamo la transizione dal “non più” al “non ancora”: da una fase che non tornerà a un’altra che ancora non riusciamo a distinguere, un cammino che forse dobbiamo iniziare a immaginare non come un percorso lineare che unisce un luogo a un altro, ma come un viaggio di sola andata, dove la stazione da cui siamo partiti ha cessato di esistere e quella di destinazione cambia ancora prima di poterla raggiungere. Un mutamento che richiede un cambio di passo anche nel sistema della rappresentanza. Oggi assistiamo a un tentativo di sottrarre progressivamente peso al ruolo politico e istituzionale dei corpi intermedi, un tentativo di bypassare chi ha la funzione di mediare per poter sostenere le richieste della micro e piccola impresa. Viviamo una fase estremamente delicata, nella quale la crisi non ha ancora abbandonato il sistema produttivo e l’auspicata ripresa tarda a decollare. I più recenti dati relativi all’economia provinciale fotografano un settore, quello delle piccole imprese, fortemente in difficoltà, nonostante le performance, seppure negative, siano migliori rispetto alla media regionale e nazionale. Il tasso di disoccupazione in provincia è del 5,7% contro la media regionale del 7,9% e quella nazionale del 11,9%. Il numero di imprese per abitante, 8,7, è superiore sia al dato regionale, 8,9 sia a quella nazionale, 9,7. L’artigianato rappresenta ancora una componente importante del tessuto economico locale e ha un peso nella nostra provincia del 32,7% dato superiore alla media regionale del 32,1% e di quella nazionale del 26,2%. Il calo delle imprese è purtroppo stato più rilevante di quello registrato sia in Emilia Romagna sia a livello nazionale; 2,1%, contro l’1,9% a livello regionale e l’1,6% in Italia. La perdita di imprese dal 2008 a oggi a Forlì-Cesena si attesta a 1.800 unità. Un quadro ancora a tinte fosche che abbisogna di un’attenzione ulteriore all’artigianato e alla microimpresa, attenzione fatta non solo di servizi di qualità, ma di una rappresentanza forte a tutti i livelli, dal locale sino al sovranazionale, con una capacità di dialogo con le istituzioni europee. Confartigianato sta cambiando, proprio per incarnare l’Associazione di rappresentanza del futuro, per accompagnare le imprese verso la ripresa e favorire il recupero della produttività. essere impresa • • • aprile 2016 • 3
associazione Economia e sommerso
La concorrenza sleale blocca la ripresa
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e imprese regolari perdono 9,9 miliardi di euro di vendite e 88mila posti di lavoro a causa della concorrenza sleale. Un dato allarmante emerge dall’indagine effettuata dall’Ufficio Studi di Confartigianato che mette in luce come in sette anni a fronte di una discesa del PIL di 19,1 miliardi di euro, siano stati sequestrati 4,4 miliardi di beni contraffatti. Spiega Marco Valenti (nella foto), vicesegretario di Confartigianato Forlì “lo studio indica che, all’anno sono sequestrati, in media, 23.122.367
articoli di abbigliamento e accessori, calzature e occhiali, al ritmo di 2.640 articoli all’ora. Nel solo comparto moda, che comprende abbigliamento, accessori e calzature, gioielleria e orologi, borse e valigie, la contraffazione determina minori vendite per le imprese italiane regolari pari a 9.888 milioni di euro e una perdita di 88mila posti di lavoro.” La concorrenza sleale incide fortemente in un mercato in cui operano 63mila imprese artigiane, che danno lavoro a 189mila addetti. Continua Valenti “una impresa artigiana manifatturiera su cinque (19,8%) potenzialmente è danneggiata dalla contraffazione.” La contraffazione lede i diritti di proprietà intellettuale degli asset aziendali, rappresentato da beni intangibili come i marchi, l’innovazione, il design. La pressione dalla contraffazione aggrava le già difficili condizioni congiunturali delle imprese operanti nel settore manifatturiero: nel complesso dei comparti esposti nell’ultimo anno è stata registrata una flessione di imprese artigiane registrate pari all’1,4%. “Il sommerso minac-
cia i diritti di proprietà intellettuale: sono 1.096.978 i marchi depositati dalle imprese italiane negli ultimi quindici anni messi a rischio dalla produzione illegale. La Cina è il principale paese di origine dei prodotti contraffatti con il 80,1% dei prodotti sequestrati, a cui si aggiunge un 8% prove niente da Hong Kong.” Una piaga che mette in ginocchio il fiore all’occhiello della produzione italiana. La quota più elevata di artigianato manifatturiero esposto alla concorrenza sleale si registra in Toscana con il 42,9%; seguono le Marche con un terzo (35%) del totale, l’Umbria con un quarto (25,5%) e il Veneto con un oltre un quinto (21,5%), la nostra regione si colloca al settimo posto di questa poco lusinghiera classifica. A livello provinciale maggiori quote a Prato con otto imprese su dieci (79%), a Fermo con due terzi (66,6%) e a Firenze con la metà esatta. Forlì Cesena è la ventisettesima provincia per esposizione alla contraffazione superiore alla media per le imprese artigiane.
I numeri del fenomeno Nel corso di due cicli recessivi (2008-2014), che hanno messo a dura prove le imprese italiane, l’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza hanno effettuato 115 mila sequestri, intercettando oltre 337 milioni di beni contraffatti, per un valore stimato di 4,4 miliardi di euro, mentre, nello stesso arco di tem4 • aprile 2016 • • • essere impresa
po il Pil calava di 19,1 miliardi di euro. Nei settori esposti alla contraffazione si determina una forte concorrenza sleale su un mercato in cui operano 63.025 imprese artigiane, pari al 19,8% dell’artigianato manifatturiero italiano che si traduce in 188.901 addetti pari al 19,2% degli occupati del setto-
re manifatturiero. La pressione dalla contraffazione aggrava le già difficili condizioni congiunturali delle imprese operanti nel settore manifatturiero: nel complesso dei comparti esposti, nell’ultimo anno si è registrata una flessione di imprese artigiane pari all’1,4%.
associazione Abusivismo: l’intervento della Prefettura
Informare e sensibilizzare i cittadini
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incauto acquisto di materiale da un venditore abusivo, come nel caso degli ambulanti in spiaggia che commerciano griffe a basso costo, palesemente false, non rappresenta solo un danno per il tessuto economico e produttivo, ma un rischio per la salute del consumatore. La Prefettura di Forlì-Cesena, in collaborazione con l’Azienda Usl, ha predisposto materiale informativo per far conoscere nel dettaglio i pericoli derivanti dall’utilizzo di merce contraffatta. A partire dagli occhiali da sole venduti illegalmente nei quali le lenti, di scarsa qualità e senza i necessari filtri per i raggi solari, rappresentano un pericolo per la salute degli occhi. L’assenza di controlli sulla qualità dei materiali, molto rigidi in Italia e in Europa, espongono al rischio di lesioni alla cornea. Senza dimenticare che anche capi di abbigliamento e accessori possono rappresentare un pericolo. Come chiarito dalla pubblicazione della Prefettura “la merce contraffatta, o di ignota provenienza, sprovvista del marchio CE può comportare seri rischi per la sicurezza e la salute del consumatore in quanto viene sottratta al rigoroso controllo di qualità prescritto dalle vigenti disposizioni di legge italiane e europee e viene fabbricata con materiali che contengono sostanze, che, utilizzate oltre i limiti stabiliti, sono considerate pericolose per la salute dei lavoratori e dei consumatori.
no stabilite in seguito a un complesso percorso a livello europeo che tiene conto delle nuove evidenze scientifiche riguardanti gli impatti sulla salute umana e sull’ambiente. Le aziende che immettono sul mercato prodotti contenenti le sostanze pericolose oggetto di “restrizione”, fuori da qualsiasi controllo delle competenti autorità, incorrono consapevolmente in gravi violazioni di disposizioni di legge poste a tutela della salute umana, così come gli acquirenti di tali prodotti. Nichel, piombo, cadmio, coloranti azoici, ftalati e metalli pesanti possono entrare a contatto con la pelle, in un’area delicata del viso, e possono rilasciare sostanze chimiche che causano irritazioni, dermatiti da contatto e reazioni allergiche. Spesso un ipotetico risparmio, può avere costi estremamente elevati in termini di salute dell’utente, diffidare dei venditori abusivi quindi non è solo per il rispetto della legalità e delle norme che disciplinano il mercato, ma anche un modo per difendere la propria incolumità. Alla vigilia della riapertura degli stabilimenti balneari è opportuno ricordare anche di diffidare di trattamenti estetici e massaggi in spiaggia, da parte di operatori che, evidentemente, non rispondono ai requisiti di igiene e di controllo dei prodotti utilizzati. Confartigianato portando avanti la campagna “fidati solo di mani esperte” (a pagina 26 la locandina) vuole ribadire che solo la professionalità e l’esperienza di operatori iscritti alla Camera di Commercio avendo ottemperato ai requisiti di legge, possono offrire sicurezza ai fruitori della validità del trattamento.
Da anni, infatti, l’utilizzo di diverse sostanze riconosciute pericolose per la salute è regolato da normative che prevedono anche precise “restrizioni”, cioè limitazioni all’uso per tutelare la salute. Le limitazioni imposte dalle restrizioni vengoessere impresa • • • aprile 2016 • 5
i numeri dell’economia Vero made in Italy da tutelare
Origine elemento imprescindibile
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l made in Italy ha per protagoniste 319mila imprese artigiane con 972mila addetti che producono l’eccellenza manifatturiera apprezzata nel mondo. Nel 2015 gli artigiani e le piccole e micro imprese italiane hanno esportato prodotti per un valore di 115,9 miliardi di euro, massimo storico, pari al 7,1% del Pil, con un aumento del 3,9% rispetto al 2014. Con questi numeri, nessun Paese al mondo più dell’Italia ha il dovere di difendere e valorizzare l’identità dei propri prodotti. Una legge che punta a certificare l’origine e la qualità della nostra manifattura e a promuovere la trasparenza dell’informazione ai consumatori è quanto mai necessaria per offrire la giusta tutela. La proposta di legge “Disposizioni per l’introduzione di un sistema di tracciabilità dei prodotti finalizzato alla tutela del consumatore” ha il merito di valorizzare gli aspetti distintivi della manifattura italiana, certificandone la filiera produttiva. Per Confartigianato la battaglia in difesa del made in Italy deve diventare la priorità dell’agenda del Paese. Occorre garantire, con norme nazionali ed europee, la tracciabilità dei prodotti per identificarne l’origine, certificare l’identità del vero made in Italy realizzato nel nostro Paese e distinguerlo così dalla concorrenza sleale di quelle aziende che mettono un’etichetta made in Italy su prodotti fatti realizzare dall’altra parte
del mondo. La competitività dei prodotti italiani si garantisce con un’operazione verità sulla loro origine, informando correttamente i consumatori che devono essere messi nelle condizioni di scegliere con convinzione diffidando delle imitazioni. Un consumatore più informato, responsabile e consapevole è l’arma migliore anche per contrastare il fenomeno della contraffazione che, soltanto nel settore della moda, ogni anno distrugge 88mila posti di lavoro e causa alle aziende minori ricavi per 10 miliardi. Confartigianato si batte da sempre per una chiara e inequivocabile identificazione dell’origine dei prodotti e delle lavorazioni, perché il mondo cerca il Made in Italy e i consumatori sono disposti a pagare un premium price pur di avere un prodotto fatto in Italia, a regola d’arte. Più informazione e maggiore trasparenza su ciò che acquistiamo significa rilancio dei consumi. Un cittadino europeo su 3, vale a dire 129 milioni di persone, sceglie cosa acquistare sulla base dell’origine dei prodotti riportati in etichetta. In Italia l’attenzione all’origine dei prodotti riguarda 25 milioni di persone. L’Unione Europea deve adeguarsi alle esigenze dei cittadini per tutelare il loro diritto alla corretta informazione sulle merci che acquistano. Del resto ciò avviene ovunque nel mondo, tranne che in Europa.
Innovazione in crescita
La piccola impresa investe in ricerca e sviluppo Finalmente anche l’Italia ha deciso di spingere sulla capacità innovativa dei piccoli imprenditori, utilizzando la leva degli sgravi fiscali. Così sono pronte per essere usate dalle imprese due agevolazioni dedicate proprio a chi investe in creatività, ricerca, innovazione: si chiamano patent box e credito d’imposta per ricerca e sviluppo. A spiegare come funzionano le due agevolazioni, la Confartigianato Roma ha chiamato i vertici dell’Agenzia delle Entrate e del Ministero dello Sviluppo economico. Nel dettaglio, il patent box detassa fino al 50% i redditi ottenuti grazie all’utilizzo, diretto e indiretto, di beni immateriali come software, disegni, modelli, brevetti industriali, mar6 • aprile 2016 • • • essere impresa
chi e know-how. L’agevolazione avrà una durata di cinque anni. E per cinque anni varrà anche il credito d’imposta sulle attività di ricerca e sviluppo svolte dalle aziende. I due bonus rappresentano un’opportunità anche per i piccoli imprenditori. Come evidenzia lo studio promosso dalla Confederazione nazionale la spesa per Ricerca e Sviluppo sostenuta con proprio personale e con proprie attrezzature (intra-muros) di tutti i settori - privati e pubblici - ammonta, secondo gli ultimi dati disponibili, a 20.770 milioni di euro di cui 11.566 milioni (55,7%) realizzati dalle imprese. In Italia la quota di imprese fino a 50 addetti innovative Continua a pagina 7 • • •
i numeri dell’economia L’ennesimo taglio che penalizza i piccoli comuni
Poste Italiane rende più “efficiente” il servizio
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oste Italiane consegnerà la posta ai cittadini di Modigliana cinque volte in due settimane. È questa una delle grandi innovazioni introdotte dalla più grande infrastruttura di servizi in Italia, come si autoproclama il colosso, nel proprio sito aziendale. Ma non solo, sempre online, si legge anche che “l’attenzione all’innovazione e alle persone e la vicinanza territoriale sono alla base dei risultati di eccellenza raggiunti da Poste Italiane”. Ne saranno di certo convinti anche gli utenti, che riceveranno la posta ogni due giorni, festivi esclusi. La diversificazione delle attività è sicuramente un modo per migliorare le proprie entrate, per questo Poste Italiane oggi
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Innovazione in crescita è del 53,4%, di 8,2 punti sopra alla media Ue e dietro solo alla Germania (63,3%), superando Francia (49,1%), Regno Unito (48,7%) e Spagna (29%). Nel 2013 la spesa per R&S nelle imprese aumenta del 3,4% rispetto all’anno precedente e l’aumento è tutto dovuto alle PMI (+20,6%), mentre scende la spesa effettuata dalle grandi imprese (-1,7%). Le imprese sono maggiormente inclini alla ricerca applicata (49,6% della spesa totale delle imprese) e allo sviluppo sperimentale (41,3%), mentre l’Università si concentra nella ricerca di base.
non si limita a occuparsi della consegna delle comunicazioni cartacee, ma si cura di offrire servizi assicurativi, finanziari e di business. Una pluralità certamente apprezzabile, purché non vada a detrimento delle attività tradizionali. È ciò che Confartigianato di Forlì evidenzia da alcuni anni, la riorganizzazione e l’efficientamento finiscono con il tramutarsi in un allontanamento dalle zone periferiche, con un peggioramento della qualità dell’offerta per chi vive il territorio. Chiariscono i vertici dell’Associazione “è uno dei punti sui quali insistiamo maggiormente, la presenza capillare nel territorio è indispensabile per mante-
nere vive e vitali anche le aree più distanti dai capoluoghi. La comunità non può essere provata dei servizi essenziali, per questo, malgrado la crisi, come Confartigianato, abbiamo mantenuto attive le sedi zonali e i recapiti del comprensorio.” Una decisione in controtendenza rispetto alle politiche adottate da troppe società di servizi e che penalizzano non soltanto le imprese, ma anche le famiglie. Per tutelare la sopravvivenza dei comuni più distanti dal centro, occorre mantenere viva la comunità, privarla dell’opportunità di usufruire delle stesse prestazioni godute da coloro che abitano in altre zone, significa favorire lo spopolamento, con una grave perdita per l’intera collettività.
Il precedente a Rocca San Casciano
Scongiurato il rischio di chiusura del presidio della Polizia Stradale Confartigianato Forlì era già intervenuta contro i tagli a detrimento delle comunità locali, manifestando la propria contrarietà all’ipotesi di chiusura del Distaccamento della Polizia Stradale di Rocca San Casciano. Una presa di posizione che ha avuto risvolti positivi, premiando l’impegno dell’amministrazione comunale del piccolo comune. Come spiegato dai vertici dell’Associazione la tutela del territorio passa anche dalla sicurezza; i cittadini e le imprese che operano nell’area necessi-
tano di un presidio in grado di vigilare non soltanto sulla viabilità, ma sull’intera comunità. In particolare la peculiarità del sistema viario della Statale 67 rende indispensabile un attento monitoraggio da parte delle forze di Polizia, che garantisca l’adozione di comportamenti maggiormente virtuosi da parte dei fruitori della strada, al contempo, la presenza di un presidio rappresenta un disincentivo alla microcriminalità sempre più diffusa. essere impresa • • • aprile 2016 • 7
i numeri dell’economia Presentato il Rapporto sull’economia
La Provincia vuole battere la crisi
È
stato presentato il Rapporto sull’Economia provinciale curato dalla Camera di Commercio di Forlì-Cesena. Uno strumento puntuale ed efficace per conoscere l’andamento del sistema produttivo locale nel recente passato. Nell’anno appena trascorso il tessuto imprenditoriale della provincia ha evidenziato difficoltà diffuse nella maggior parte delle attività economiche, una rilevante contrazione della redditività aziendale, il perdurare della crisi con aggravanti strutturali in alcuni settori (edilizia, trasporti), criticità nelle dinamiche occupazionali e diminuzione dei prestiti alle imprese e degli investimenti. L’industria manifatturiera, anche se con ritmi di crescita non ancora soddisfacenti, ha tuttavia registrato una dinamica congiunturale positiva. E segnali positivi si rilevano anche per le imprese che hanno intrapreso la strada dell’innovazione e dell’internazionalizzazione. Complessivamente, il valore aggiunto prodotto è stimato in calo dello 0,5%. Da evidenziare, tuttavia, un trend in miglioramento rispetto all’anno precedente (-1,6%) e la prospettiva di tornare in terreno positivo (+0,7%). Emerge chiaramente che gli effetti di questa lunga crisi sono stati pesanti per tutte le province italiane e anche la nostra ha subito gravi effetti negativi. Nonostante le difficoltà, il posizionamento nel contesto nazionale, si conferma positivo. I principali indicatori mostrano infatti buone capacità di reazione e si confermano solidi anche
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in prospettiva. Senza dimenticare che, i principali attori locali hanno continuato a investire nella sostenibilità economica, culturale e sociale, attraverso linee strategiche, progetti e realizzazioni condivise e partecipate che iniziano ora a dare i loro frutti e ad aprire significative opportunità generando le condizioni perché si rafforzi un senso generalizzato di fiducia. La struttura imprenditoriale della provincia di Forlì-Cesena, all’ultima rilevazione, presenta 46.059 sedi e unità locali attive (-0,7% rispetto al medesimo periodo del 2013, -1,0% in regione e -0,4% in Italia), pur restando il territorio di Forlì-Cesena caratterizzato da una elevata imprenditorialità con 8,6 abitanti per sedi e unità locali attive (8,8 in Regione e 9,7 in Italia). In cre-
scita le ditte individuali con titolare straniero (+1,4%) e quelle costituite con la forma giuridica di società di capitali (+1,5%). La flessione del numero delle imprese attive è maggiore per le società di persone (-2,1%). La perdita di imprese e di localizzazioni si concentra principalmente nel settore delle costruzioni (-3,3%), sostanzialmente stabile il commercio (-0,3%), mentre segnali positivi si riscontrano nel settore manifatturiero (+0,3%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (+1,2%). Nell’artigianato, le sedi e unità locali attive (13.804) risultano in calo (-1,7%) al 31/12/2014, rispetto ad analogo periodo 2013 e quasi tutti i comparti evidenziano difficoltà. Si confermano in particolare le problematiche per edilizia e trasporti. Pressione fiscale, crisi di liquidità e burocrazia sono elementi di criticità. Gli effetti della crisi si sono manifestati anche nella struttura imprenditoriale che però ha continuato a far leva sui propri fattori distintivi. Le criticità maggiori si riscontrano nelle aree cultura, servizi, sociale, edilizia, autotrasporti.
In crescita le esportazioni Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio, l’anno appena trascorso ha fatto rilevare una dinamica particolarmente positiva delle esportazioni provinciali che sono cresciute del 7,1% rispetto ad una crescita del 4,4% a livello regionale e del 3,8% a livello nazionale. La buona performance è stata costante con risultati positivi che si sono affermati già dal primo trimestre dell’anno 2015. La dinamica dei principali settori è stata guidata dal settore “Metalli e prodotti in metallo” in aumento, in termini di valore, del 10,4% (il 12,6% del totale), seguito da “Macchinari e apparecchi meccanici” in crescita 4,2% (il 16,7% del totale).
storie di impegno e successi aziende Un servizio innovativo per il rilancio aziendale
Visibilità e reputazione per distinguersi Le opportunità offerte da CSR41
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n una fase nella quale la lunga crisi mette a dura prova l’esistenza stessa delle micro e piccole aziende è ancora possibile occuparsi di responsabilità sociale d’impresa? Ne è certo Michele Tempera, giovane consulente, che ha recentemente avviato un’impresa, CSR41, che fornisce servizi per far conoscere l’impatto positivo sulla società e l’ambiente delle attività di istituzioni, enti e realtà aziendali. L’imprenditore, a dispetto dei suoi trentatré anni, dispone di un ricco curriculum, ha svolto, infatti, attività di ricerca accademica all’Università di Bologna in politica ed economia europea, maturando approfondite competenze tecniche, coniugate con un interesse e un’attenzione personali ai temi ambientali e sociali. Inevitabile chiedergli come sia possibile coniugare le logiche imprenditoriali coi valori sociali, soprattutto dovendo fronteggiare un contesto particolarmente ostile, segnato da sette anni di cicli recessivi e deboli riprese. Tempera mette in evidenza come la reputazione d’impresa sia in realtà un fattore chiave per la competitività, in grado di caratterizzare con un’identità chiara le aziende, costituendo un elemento di differenziazione per un mercato competitivo. In sintesi, il bilancio di responsabilità sociale d’impresa o uno strumento affine, tarato sulle dimensioni aziendali, contribuisce a migliorare la reputazione nei confronti
La mission di CSR41 è quella di individuare e fare conoscere i comportamenti responsabili e virtuosi di imprese ed enti nei confronti dei cittadini e dell’ambiente. Tra i vantaggi offerti l’identificazione e la gestione dei rischi e delle opportunità presenti nell’impresa o nell’ente. Il miglioramento della reputazione verso finanziatori, investitori, fornitori, utenti e, più in generale, tra i cittadini. Dare il proprio contributo al contesto nel quale anche la propria attività possa prosperare. Attraverso l’attenta valutazione della realtà aziendale sarà possibile scegliere gli strumenti più efficaci per la propria azienda. Per informazioni è possibile visitare il sito www.csr41.com o inviare un messaggio via email a info@csr41.com
dei clienti, degli investitori, partner o fornitori, consentendo di accreditarsi per il ruolo attivo svolto a tutela della collettività e dell’ambiente. Ma la responsabilità sociale nulla ha a che vedere con la filantropia; come si legge chiaramente sul sito aziendale, legare il successo di un’impresa al perseguimento del bene comune costituisce un circolo virtuoso che premia concretamente le realtà più avanzate e innovative. L’attenzione al sociale premia in termini di reputazione, che diviene risparmio. Un vantaggio non solo in termini di immagine, quindi, bensì una riduzione di costi e un incremento dell’efficienza reali e che si traducono in maggiore produttività. Come spiegato dall’imprenditore, le analisi necessarie per giungere alla redazione di un bilancio di responsabilità sociale consentono di comprendere le diverse fasi in cui si articola il lavoro, facendo emergere sprechi, inefficienze o comportamenti scorretti, contribuendo a migliorare la resa aziendale attraverso l’introduzione di correttivi. Il servizio offerto da CSR41 è innovativo, l’azienda capace di farsi percepire dalla comunità come vicina e attenta agli interessi della collet-
tività, può usufruire di un grande vantaggio competitivo. Un tessuto produttivo sano è uno degli elementi fondamentali che garantiscono un alto livello di qualità della vita. Non a caso, il principale ruolo giocato da una realtà imprenditoriale, soprattutto quando ha forti legami col territorio, come nel caso delle piccole aziende, è la produzione di ricchezza, con ricadute positive per l’intero tessuto sociale nel quale è inserito, in termini di occupazione, di indotto e di legami con tutti i soggetti coinvolti nella filiera. Senza dimenticare che la responsabilità sociale d’impresa consente di entrare a fare parte di gruppi di imprese e istituzioni innovative al fine di partecipare a bandi o progetti dell’Unione Europea sulla ricerca e sulla produzione. Conclude Tempera, l’accresciuta sensibilità ambientale, la maggiore attenzione dei consumatori ai comportamenti e ai valori propugnati dalle aziende sono elementi che rendono il bilancio sociale uno dei tratti distintivi per coloro che possono a pieno titolo fregiarsene. Una risorsa e un’opportunità che possono favorire il rilancio anche delle micro imprese. essere impresa • • • aprile 2016 • 9
territorio Nuova realtà a Civitella
Inaugurato il pub del birrificio Mazapégul
L
o scorso 19 marzo è stato inaugurato il brewpub del birrificio Mazapégul (nella foto). A Civitella di Romagna si accende quindi una nuova luce, in via Pertini 13. Un locale pensato per soddisfare gli estimatori delle otto birre prodotte dal marchio del folletto dispettoso, i quali possono accompagnare le bevande a un menù semplice, ma rigorosamente di qualità, che impiega unicamente prodotti locali, risultato di un’attenta selezione. Una realtà unica nel panorama
forlivese, per gustare sia le birre alla spina frutto delle ricette del birraio di Mazapégul, sia alcune etichette sempre prodotte su commissione sempre dal birrificio. Come spiegano i soci, Gianluigi Bandini, Daniel Caggianese e Mattia Cecchini, la cucina offre prodotti locali, pane rigorosamente artigianale e scelto per abbinarsi al meglio alle pietanze, hamburger, panini, anche per i vegetariani e pesce, il tutto nato per sposarsi sapientemente con le bevande fermentate. Una scommessa per valorizzare il
territorio dell’Alto Bidente, che sta rivelandosi vincente, il locale aperto dal martedì al venerdì dalle 17 e nel weekend dalle 13, sta facendo registrare il tutto esaurito, attirando avventori dal comprensorio forlivese e ravennate. Segnale evidente dell’interesse per questa tipologia di offerta, che ancora mancava nel territorio. Un periodo di grandi soddisfazioni e di conferme per il giovane brand di Civitella, che oltre a essere commercializzato da Eataly e presente nei suoi tre ristoranti di Palazzo Talenti, con la spina Millemosche, esporta anche in Belgio e a Londra, mercati che si caratterizzano per l’estrema sensibilità alla qualità del prodotto. La produzione di birra artigianale è in crescita nel nostro Paese e sta acquisendo un ruolo importante per l’alimentare made in Italy, un comparto di nicchia, oggi in espansione e che vede premiata l’azienda dell’Alto Bidente, una delle pochissime realtà, in provincia, dotata di un proprio impianto di produzione. Non a caso nello stabilimento sono prodotte anche birre per Continua a pagina 11 • • •
La guida Slow Food 2017 La quinta edizione de “La Guida alle birre d’Italia” racconta un mondo che si è evoluto profondamente e con grande velocità. L’artigianato birrario italiano in meno di un decennio è passato da fenomeno circoscritto, di nicchia a fenomeno di moda. La guida Slow Food ha seguito l’evoluzione del settore ponendo attenzione a tutte le sfumature della crescita, a tutti i temi che l’esplosione dei birrifici artigianali ha inevitabilmente sollevato, a partire dalla definizione stessa di birra artigianale. La guida più completa al mondo della birra italiana, con 512 birrifici e 2.708 birre recensite. I riconoscimenti sono divisi in tipologie. Le Birre Slow sono quelle che, oltre a possedere un alto valore organolettico, sono in grado di emozionare raccontando la storia si un territorio o di una realtà particolare. Le Birre Quotidiane sono quelle che oltre a un elevato livello qualitativo si distinguono per equilibrio, semplicità e piacevolezza. Infine le Grandi Birre sono quelle di assoluto valore organolettico, da non perdere per nessun motivo al mondo. Nella guida sono entrate anche le beer firm, marchi che non hanno stabilimenti autonomi di produzione, ma solo quelle che riportano in modo chiaro e trasparente l’indicazione del birrificio o dei birrifici ai quali si appoggiano.
10 • aprile 2016 • • • essere impresa
territorio Taglio del nastro a Galeata
Apre il chiosco della famiglia Mamuti
L’
alimentare è uno dei comparti in crescita dell’artigianato. Segnale confermato anche dalla vivacità delle attività sul territorio. A Galeata ha aperto un nuovo chiosco, in via Castellucci, che offre kebab ed è gestito dalla famiglia Mamuti. Un’alternativa gustosa ai tradizionali chioschi di piadina e segno dei tempi; la comunità galeatese, forte di un buon livello di integrazione, rappresenta uno dei comuni con maggiore presenza straniera. Un’occasione per creare un ulteriore punto di contatto per far apprezzare la cucina macedone, da parte di imprenditori che,
pur originari della Macedonia, sono fortemente integrati nella comunità locale, essendone parte attiva da molti anni. Un confronto culinario, un’opportunità per un ristoro veloce, aperto tutti i giorni e che offre prodotti cucinati con materie di prima qualità, acquistate da rinomati fornitori locali. Confartigianato Forlì, col personale della sede territoriale, ha seguito le pratiche per l’apertura della nuova impresa con una particolare soddisfazione, sia in quanto segnale di ottimismo per l’imprenditoria, sia poiché testimonianza dell’ottimo livello di integrazione raggiunto nel comprensorio.
Quanto sta avvenendo nell’Alto Bidente è confermato dal trend nazionale, la distribuzione delle imprese dell’alimentare indica che oltre la metà (56,2%) delle imprese si concentra in sei regioni e precisamente in Lombardia (12,5%), Sicilia (11,2%), Emilia-Romagna (9%).
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Inaugurato il pub del birrificio Mazapégul alcuni locali romagnoli e per beer firm di Bologna e Rimini. Un lavoro portato avanti con passione e sempre con la massima attenzione alle novità del settore. Un impegno costante che ha consentito a Mazapégul di ottenere tre riconoscimenti nella Guida alle Birre d’Italia 2017, realizzata da Slow Food. Le segnalazioni nella categoria “fusto”, in quella “grandi birre” con l’inconfondibile gusto di Befana Befana e “birra quotidiana” che vede premiato il grande classico, la Millemosche. In poco più di un anno e mezzo, l’azienda da sogno si è trasformata in una solida realtà, in grado di occupare sette giovani, provenienti da tutta la vallata del Bidente e che animano il pub ogni sera.
A Dovadola
Il Panificio Biondi Lorenzo si rinnova Una importante attività per il comprensorio si rinnova, il Panificio Biondi Lorenzo si è trasferito in via Carbonaie 13 e ha ampliato i locali della propria attività (nella foto), per offrire una qualità sempre più elevata ai propri clienti. Un’occasione di festa, che è motivo di orgoglio anche per Confartigianato Forlì. L’Associazione, da anni, ribadisce l’importanza di riprendere il senso della comunità, dell’appartenenza al territorio; senza l’artigianato di servizio, senza i piccoli imprenditori i piccoli comuni sono destinati a spegnersi. Un plauso, dunque all’abnegazione di chi, come Lorenzo Biondi, ha deciso di investire nella propria comunità, dando un segnale di fiducia nella ripresa. essere impresa • • • aprile 2016 • 11
economia & lavoro a cura di Mauro Collina Un’agenzia unica per il credito di Confartigianato Forlì e Confartigianato Ravenna
Nasce Finanziarti Romagna S.r.l.
D
all’impegno congiunto di Confartigianato Forlì e Confartigianato Ravenna è nata Finanziarti Romagna Srl, agenzia in attività finanziaria iscritta all’Albo degli Agenti, elemento di distinzione particolarmente apprezzato dal mondo delle imprese e garanzia di trasparenza, professionalità e competenza per l’utenza. L’attività di Finanziarti Romagna Srl si colloca nel contesto più ampio dell’assistenza in materia creditizia di Confartigianato di Forlì e Ravenna e ne rappresenta il braccio operativo. La realtà dispone di filiali già aperte in entrambi i territori per rispondere al meglio alle esigenze degli imprenditori. Una sinergia nata dalla volontà di fronteggiare la stretta creditizia che ormai insiste da anni, rendendo difficile l’accesso al credito, soprattutto per le micro e piccole imprese, scarsamente patrimonializzate. Come evidenziato dai Presidenti di Confartigianato Forlì Giorgio Grazioso e di Confartigianato Ravenna Riccardo Caroli “gli istituti bancari dispongono di liquidità che non riescono a prestare alle aziende perché il rischio di insolvenza sarebbe troppo elevato. Il sistema Confartigianato ha ritenuto necessario attuare delle contromisure che consentano di rispondere in modo concreto alle esigenze degli imprenditori, impegnati a contrastare gli effetti della lunga crisi”.
imprese, anche nei confronti di chi sta imponendo condizioni che bloccano lo sviluppo. “I dati di Banca d’Italia evidenziano che il 70,3% delle sofferenze nette si concentra sopra i 500mila euro e si riferisce al 4,7% degli affidati, con un valore medio di 2,2 milioni di euro, maggiormente compatibile con il taglio del finanziamento di medie e grandi imprese. Sotto tale soglia troviamo il 95,3% degli affidati in sofferenza che rappresentano meno del 30% dell’importo, con un valore medio di 46mila euro. Nell’ultimo anno la crescita delle sofferenze è pressoché interamente (91,8%) concentrata negli importi superiori a 500mila euro. Eppure il sistema bancario continua a penalizzare l’artigianato e le realtà imprenditoriali con un numero di dipendenti inferiore alle venti unità”. Gli ultimi dati disponibili mettono in luce che i prestiti all’artigianato sono di 45,6 miliardi di euro con il persistere di un calo annuale del 4,7%, la flessione prosegue da oltre tre anni. L’artigianato assorbe il 5,1% del totale dei prestiti alle imprese, ma rappresenta il 10,9% della diminuzione assoluta registrata dal totale dei prestiti nell’ultimo anno. Nel concludere, i Presidenti giudicano positivamente “l’aver avviato un percorso di condivisione concreta di persone, conoscenze e strategie per offrire un servizio ancora più performante alle aziende.
L’obiettivo è dare maggiore forza alla voce delle
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UFFICIO CREDITO CONFARTIGIANATO Presso i nostri uffici troverete gli strumenti necessari per la gestione finanziaria della vostra impresa. In particolare ci occupiamo di: ➽ Analisi dei flussi finanziari aziendali ➽ Richiesta finanziamenti a tassi estremamente convenienti, attraverso l’utilizzo di garanzie previste dal FONDO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI e dal FONDO REGIONALE DI CO-GARANZIA. ➽ In convenzione con Unifidi è possibile ottenere finanziamenti a medio/lungo termine per investimenti, liquidità e consolidamento dei debiti, così come anche garanzie su linee di credito a breve (fido di c/c, SBF, e anticipo fatture) e su leasing, ➽ Condizioni bancarie vantaggiose, con la possibilità di controllare sia i tassi “dare” (scoperto di c/c, portafoglio sbf, anticipo fatture) sia i costi fissi (spese di chiusura, RI-BA, sconto e incasso SBF, giorni di valuta per assegni ed effetti, ecc.), ➽ Richiesta di agevolazioni all’impresa. ➽ In accordo con Fraer Leasing SpA siamo in grado di proporre soluzioni diversificate per l’acquisizione di beni strumentali (autovetture, veicoli commerciali, camion/rimorchi, macchine utensili, macchine operatrici, macchine da cantiere, immobili). Per informazioni contattare l’ufficio credito di zona Tel. 0543/452811 - Fax 0543/452843 - e-mail: credito@confartigianato.fo.it
12 • aprile 2016 • • • essere impresa
80.000 imprese, un solo consorzio di garanzia.
Emilia Romagna
a cura di Mauro Collina economia & lavoro
L’importanza delle startup
“S
tartup” è uno dei termini economici più diffusi. È importante definirlo con precisione, per evitare fraintendimenti: “startup è un’organizzazione temporanea in cerca di un modello di business ripetibile e scalabile” (Steve Blank). Spesso con la parola startup ci riferiamo genericamente alla “nuova impresa”, confondendo il verbo to start up (iniziare, avviare) con il sostantivo. Per fare chiarezza, l’apertura di un ristorante o di una pizzeria sarà certamente una nuova avventura imprenditoriale ma non può essere considerata in alcun modo una startup. In Italia è dal 2012, col decreto Crescita 2.0 che viene introdotta per la prima volta la definizione di startup innovativa. Nel provvedimento vengono indicate le caratteristiche necessarie per rientrare in questa categoria, su tutte spiccano la produzione di beni ad alto valore tecnologico/innovativo, l’impiego di personale altamente qualificato e consistenti spese in ricerca e sviluppo. A distanza di tre anni dall’entrata in vigore della legge, il numero di realtà inserite nello speciale registro presso le Camere di Commercio ha superato quota 5 mila unità. Sono poche? Sono tante? Non esiste una risposta a questa domanda. C’è solo un’amara constatazione: queste imprese si stanno scontrando con un ecosistema impreparato ad accoglierle, quasi ostile. Le banche non se la sentono di finanziarle perché hanno grane più grosse a cui pensare
ma soprattutto perché il capitale delle startup è esiguo e spesso i bilanci sono in rosso. Se la porta del credito bancario è chiusa, come fanno a reperire le risorse necessarie per concretizzare i loro progetti? Rivolgendosi a soggetti quali i venture capitalist la cui attività è proprio quella di apportare capitale per finanziare progetti ad elevato potenziale di sviluppo. Oppure ci sono figure come i business angel (vedi box), esperti del settore, spesso ex imprenditori o manager, che scelgono le realtà maggiormente interessanti nelle quali investire e che le sostengono in termini di conoscenza e di relazioni. Nel 2014 in Italia i finanziamenti alle startup sono stati pari a 44 milioni di euro, contro i 302 milioni della Spagna, il miliardo di Francia e Germania e il miliardo e 400 mila euro della Gran Bretagna. Siamo in ritardo, anche qui, ma ci stiamo muovendo. Di fronte a un mondo che si evolve in modo esponenziale è su queste società che di fondano le nostre speranze, perché sono le aziende che meglio sapranno interpretare il cambiamento che ci attende. Imprese portatrici sane di futuro per se stesse e per la società che le circonda. Molti lavori di oggi, domani non esisteranno più, così come i lavori di domani, oggi ancora non ci sono. Winston Churchill, con grande lungimiranza, nel 1936 affermò “l’epoca della procrastinazione, delle mezze misure, della mediazione, degli espedienti inutili, del differire, sta giungendo alla fine. Ora stiamo entrando nell’epoca dove ogni azione causa conseguenze”. Oggi ci siamo.
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Nasce Finanziarti Romagna S.r.l. Oggi Confartigianato di Forlì e di Ravenna operano congiuntamente per collaborare col sistema bancario con il fine di ridare ossigeno all’economia romagnola.” L’attività viene esercitata in virtù dei tre mandati stipulati con Unifidi Emilia Romagna, Fraer Leasing SpA e Artigiancassa Banca, non semplici player del mercato, ma importanti intermediari, da sempre vicini al mondo dell’Artigianato e della Piccola e media impresa ed espressione diretta di Confartigianato. Gli imprenditori interessati possono rivolgersi a Finanziarti Romagna Srl presso i principali uffici di Confartigianato Forlì e Confartigianato Ravenna, oppure consultare i siti internet delle Associazioni.
Modello di business: insieme delle soluzioni organizzative e strategiche attraverso le quali l’impresa acquisisce un vantaggio competitivo. Scalabile: un modello di business è scalabile se, all’aumentare dei volumi di lavoro, i ricavi aumentano più che proporzionalmente rispetto ai costi Business angel: è un manager, un imprenditore, più in generale, un professionista, con un consistente patrimonio personale, una buona rete di contatti e una discreta propensione al rischio, disposto ad investire nelle piccolemedie imprese mediante partecipazione al capitale di rischio, nelle fasi di start-up, con lo scopo di ricavare un elevato ritorno sull’investimento. essere impresa • • • aprile 2016 • 13
14 • aprile 2016 • • • essere impresa
notiziario tecnico
Consulenza fiscale • a cura di Roberto Mambelli Reverse Charge per tablet e pc portatili dal 2 maggio 2016 La nuova formulazione dell’articolo 17 D.P.R. n. 633/72 introduce dal 2 maggio 2016 l’obbligo del meccanismo per le cessioni di console da gioco, tablet, laptop e modifica l’elenco delle cessioni soggette a reverse charge, facendo “pulizia” di quelle non entrate mai in vigore per assenza di autorizzazione comunitaria. Il decreto legislativo n. 24 dell’11 febbraio 2016 (pubbl. nella G.U. n. 52 del 3 marzo 2016), modificando l’articolo 17, D.P.R. n. 633/72, ha introdotto delle novità che riguardano il meccanismo del reverse charge. Il decreto legislativo, come specificato dall’articolo 3, è entrato in vigore il 3 marzo u.s., ma alcune novità decorrono dal 2 maggio p.v. (cioè, dal sessantesimo giorno successivo all’entrata in vigore del decreto). Le novità possono essere così riepilogate: CESSIONE DI CONSOLE DA GIOCO, TABLET PC E LAPTOP: sono inserite nella nuova lett. c), articolo 17, comma 6, D.P.R. 633/72. Il reverse charge si applica a tali cessioni a decorrere dal 2 maggio 2016 (come stabilito dall’articolo 2 del decreto legislativo 24/2016). Si tratta di un vero e proprio ampliamento dell’ambito oggettivo di applicazione del meccanismo. CESSIONE DI DISPOSITIVI A CIRCUITO INTEGRATO, QUALI MICROPROCESSORI E UNITÀ CENTRALI DI ELABORAZIONE, EFFETTUATE PRIMA DELLA LORO INSTALLAZIONE IN PRODOTTI DESTINATI AL CONSUMATORE FINALE: tale voce era di fatto già ricompresa nella lett. c), articolo 17, comma 6, D.P.R. 633/72. La formulazione della lettera c (“cessioni di personal computer e dei loro componenti ed accessori”), pur richiamando una definizione più ampia di quella autorizzata dal Consiglio (decisione del 22/11/2010 n. 2010/710/UE), con la circolare n. 59/E del 23 dicembre 2010 dell’Agenzia delle entrate, era stata di fatto ricondotta all’ambito di applicazione comunitariamente autorizzato. Infatti, nel documento di prassi era chiarito che il reverse charge ex lett. c) doveva trovare applicazione “solo per la parte che si riferisce ai componenti di personal computer, cui possono ricondursi i dispositivi a circuito integrato quali microprocessori e unità centrali di elaborazione prima della loro installazione in prodotti destinati al consumatore finale”.
Quindi, il nuovo testo della lettera c), in tale parte, costituisce una migliore formulazione della disposizione normativa per individuare le cessioni a cui il reverse charge era comunque già applicabile. ELIMINAZIONE DELLE SEGUENTI LETTERE DALL’ARTICOLO 17, COMMA 6, D.P.R. 633/72, IN QUANTO NON AUTORIZZATE DAI COMPETENTI ORGANI COMUNITARI: lett. b): componenti ed accessori dei telefoni cellulari (come già chiarito nella circolare n. 59/E/2010 per effetto della decisione n. 2010/710/UE); lett. c): cessione di personal computer e relativi componenti ed accessori (come già chiarito nella circolare n. 59/E/2010 per effetto della decisione n. 2010/710/UE); lett. d): cessione di materiali e prodotti lapidei provenienti direttamente da cave e miniere (l’articolo 1, c. 45, Legge 296/2006 aveva introdotto la preventiva autorizzazione comunitaria, mai rilasciata: la disposizione non era, di fatto, mai divenuta efficace); lett. d-quinquies: cessione di beni effettuate verso ipermercati, supermercati, discount alimentari (disposizione mai entrata in vigore). EFFICACIA TEMPORANEA DEL REVERSE CHARGE (fino al 31 dicembre 2018) per le seguenti cessioni: lett. b) (telefoni cellulari); lett. c) (console da gioco, tablet PC, laptop, dispositivi a circuito integrato, quali microprocessori e unità centrali di elaborazione, effettuate prima della loro installazione in prodotti destinati al consumatore finale); lett. d-bis (trasferimenti di quote di emissioni di gas a effetto serra); lett. dter (trasferimenti di altre unità e certificati relativi al gas e all’energia elettrica); d-quater (cessioni di gas e energia elettrica ad un soggetto passivo-rivenditore). Quindi, il reverse charge rimane a tempo indeterminato solo per il comparto dell’edilizia (lett. a, a-bis e ater) e per la cessione di pallet, rottami (art. 74, commi 7 e 8). POTERE DI AMPLIAMENTO DEL REVERSE CHARGE: con la riformulazione del comma 7 dell’articolo 17, viene confermato il riconoscimento al Ministero dell’Economia e finanze del potere di individuare, con propri decreti, ulteriori operazioni da assoggettare a reverse charge. MODIFICA DELLA RUBRICA DELL’ARTICOLO 17 D.P.R. 633/72: la nuova rubrica dell’articolo 17 è “Debitore d’imposta” (in luogo della precedente “soggetti passivi”), in quanto le disposizioni ivi contenute sono più precisamente finalizzate ad individuare il soggetto passivo in capo al quale sorge il debito d’imposta (piuttosto che il soggetto passivo IVA, disciplinato essenzialmente negli articoli 4 e 5). Si ricorda che la disposizione di cui alla lettera aContinua a pagina 16 • • • essere impresa • • • aprile 2016 • 15
notiziario tecnico • • • Segue da pagina 15
quater), che ha introdotto il reverse charge sulle prestazioni rese dalle imprese consorziate nei confronti del consorzio di appartenenza che fattura in split payment, non ha ancora efficacia (manca, infatti, la relativa autorizzazione comunitaria).
STUDI DI SETTORE GERICO 2016: IN LINEA LA VERSIONE DEFINITIVA Con largo anticipo rispetto agli anni passati è stato reso disponibile il software di calcolo. L’Agenzia delle entrate con un comunicato stampa di ieri 12 aprile 2016 ha annunciato che è disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle entrate Gerico 2016 nella sua versione definitiva. Nella giornata di ieri è stato reso disponibile anche l’applicativo Parametri 2016. Appare evidente, quindi, che per quest’anno non dovrebbe esserci nessuna proroga dei termini di versamento delle imposte per i soggetti per i quali sono elaborati gli studi di settore imputabile, negli scorsi anni, alla tardività con cui veniva diffusa la versione “definitiva” di Gerico. La pubblicazione anticipata dei software applicativi consente alle imprese e ai lavoratori autonomi di verificare la congruità dei loro ricavi/compensi ed, eventualmente, di valutare un adeguamento alle relative risultanze. Come pure l’accesso al regime premiale di cui nei prossimi giorni sarà emanato il Provvedimento attuativo per l’anno 2015. A questo punto si auspica che non debbano essere effettuati interventi correttivi al software rilasciato e che le software house possano rapidamente rilasciare i gestionali dei dichiarativi integrati con il calcolo di GERICO.
modificato la periodicità di invio della comunicazione, che è divenuta annuale (in luogo di quella mensile / trimestrale). Come accennato, il citato D.Lgs. n. 175/2014 ha previsto la presentazione della comunicazione in esame con periodicità annuale, senza tuttavia individuare il termine per l’effettuazione di tale adempimento. Dovendo utilizzare il quadro BL contenuto nel Modello di comunicazione polivalente per l’individuazione dei termini di presentazione della comunicazione in esame, va fatto riferimento a quanto previsto dal Provvedimento 2.8.2013, relativamente allo spesometro, ossia: 11.4.2016 (il 10 cade di domenica) per i contribuenti mensili; 20.4.2016 per i contribuenti trimestrali. Con il recente Comunicato stampa 24.3.2016, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato l’emanazione di un apposito Provvedimento che dispone la proroga al 20.9.2016 dell’invio della comunicazione “black list” relativa al 2015 con l’intento di assicurare a tutti gli operatori la possibilità di preparare per tempo l’invio dei dati. Il nuovo termine di invio della comunicazione “black list” 2015 è unico per tutti gli operatori; non viene fatta alcuna distinzione tra soggetto mensile / trimestrale. Con il Provvedimento 25.3.2016 l’Agenzia delle Entrate ha sancito ufficialmente la proroga al 20.9 dell’adempimento sopra esaminato.
Affari generali • a cura di Monica Gori
PROROGATA AL 20.09.2016 LA COMUNICAZIONE “BLACK LIST”2015
VERIFICA PERIODICA DEGLI STRUMENTI DI MISURAZIONE
Come noto, ai sensi dell’art. 1, commi da 1 a 3, DL n. 40/2010, devono essere comunicati all’Agenzia delle Entrate utilizzando il quadro BL del Modello di comunicazione polivalente gli acquisti / cessioni di beni nonché le prestazioni di servizi rese / ricevute, registrate o soggette a registrazione, nei confronti di operatori economici con sede, residenza o domicilio in Stati “black list” individuati dai DDMM 4.5.99 e 21.11.2001. Sul punto va evidenziato che l’art. 21, D.Lgs. n. 175/2014, Decreto “Semplificazioni” ha: fissato ad € 10.000 complessivi annui (in luogo dei previgenti € 500 per operazione) il limite il cui superamento comporta l’obbligo di presentazione della comunicazione “black list”;
La verifica periodica degli strumenti di misura è l’accertamento del mantenimento, nel tempo, della loro affidabilità metrologica. Tutti gli strumenti, a esclusione dei misuratori di gas, di acqua ed elettrici, devono essere sottoposti alla verificazione periodica entro 60 giorni dall’inizio della loro prima utilizzazione e, in seguito, secondo la periodicità indicata di seguito.
16 • aprile 2016 • • • essere impresa
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notiziario tecnico • • • Segue da pagina 16
CATEGORIA Masse e misure campione; misure di capacità, comprese quelle montate su autocisterna Strumenti per pesare Complessi di misura per carburanti Misuratori di volumi di liquidi diversi da carburanti e dall’acqua Misuratori massicci di gas metano per autotrazione Strumenti per la misura di lunghezze compresi i misuratori di livello dei serbatoi Strumenti diversi da quelli di cui alle righe precedenti
PERIODICITÀ DELLA VERIFICAZIONE 5 anni 3 anni 2 anni 4 anni 2 anni 4 anni Secondo l’impiego e secondo la periodicità fissati con provvedimento del Ministro dell’Industria, sentito il parere del Comitato Centrale Metrico
La verifica periodica è eseguita dalle Camere di Commercio ovvero dai laboratori ad esse appartenenti o dalle stesse accreditati. Per richiedere la verifica periodica occorre formulare apposita domanda, redatta su modello predisposto dall’ufficio, nella quale l’interessato, indicando il luogo ove intende che la verificazione sia effettuata, identifica gli strumenti che sottopone al controllo. Qualora la richiesta venga fatta a seguito di una riparazione da un riparatore di strumenti metrici egli, identificandoli, deve altresì dichiarare che gli stessi non hanno subito modificazioni e mantengono i requisiti originari dichiarati dal fabbricante per l’ammissione a verifica metrica. A seguito di verifica verrà emessa fatturazione. I pagamenti debbono essere effettuati alla CAMERA DI COMMERCIO I.A.A. FORLI’-CESENA coordinate bancarie CASSA DEI RISPARMI DI FORLI’ E DELLA ROMAGNA SPA FILIALE N. 190 - SERVIZIO TESORERIA ENTI C.so della Repubblica 14 - 47100 FORLI’ C/C 074000004000 IBAN : IT55 O060 1013 2001 0000 0300 019 L’esito positivo della verificazione periodica è attestato mediante l’applicazione di una targhetta autoadesiva, distruttibile con la rimozione, indicante la data di scadenza della stessa. In caso di esito negativo è ammesso ricorso gerarchico al Segretario Generale della Camera di Commercio di competenza. Fondamentale ricordare che:
1) la verifica periodica, indipendentemente dalla scadenza della precedente, va richiesta anche a seguito di ogni ordine di aggiustamento o modifica o riparazione che dovesse rendersi necessaria sullo strumento; 2) gli utenti metrici sono soggetti all’obbligo di: 2.1) garantire il corretto funzionamento dei loro strumenti, conservando ogni documento ad esso connesso; 2.2) mantenere l’integrità della targhetta di verificazione nonché di ogni altro sigillo presente sullo strumento; 2.3) non utilizzare, a pena di severe sanzioni amministrative, gli strumenti non conformi o difettosi o inaffidabili dal punto di vista metrologico.
Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani SUPER BONUS OCCUPAZIONE Assunzioni Indeterminate per i tirocini “GARANZIA Giovani” Con Decreto Direttoriale n. 16/2016 la Direzione generale per le Politiche Attive per il lavoro e la Formazione del Ministero del Lavoro ha istituito l’incentivo denominato “Super Bonus Occupazione - trasformazione tirocini” nell’ambito del Programma Garanzia Giovani. Ai datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato dal 1º marzo 2016 fino al 31 dicembre 2016, anche a scopo di somministrazione, un giovane che abbia svolto, ovvero stia svolgendo, un tirocinio avviato entro il 31 gennaio 2016 nell’ambito del programma Garanzia Giovani, è riconosciuto un incentivo economico da 3.000,00 a 12.000,00 euro in base alla classe di profilazione assegnata al giovane dai Centri per l’Impiego. Tale incentivo è riconosciuto nel limite complessivo di spesa pari a 50.000.000,00 euro nell’ambito del territorio nazionale. L’INPS è competente della completa gestione dell’incentivo. L’incentivo è fruibile in 12 quote mensili di pari imContinua a pagina 18 • • • essere impresa • • • aprile 2016 • 17
notiziario tecnico • • • Segue da pagina 17
porto ed in caso di conclusione anticipata del rapporto di lavoro l’incentivo sarà riproporzionato alla effettiva durata dello stesso. L’incentivo è cumulabile con altri incentivi all’assunzione di natura economica o contributiva non selettivi rispetto ai datori di lavoro o ai lavoratori. È inoltre cumulabile con altri incentivi aventi natura selettiva, nei limiti del 50% dei costi salariali. Anche al Super Bonus si applica il regime del “de minimis” pari a 200mila euro nell’arco di tre anni. Il beneficio spetta per le assunzioni dei giovani tra i 16 e i 24 anni, anche superato il limite imposto dal “de minimis”, a condizione che l’assunzione stessa comporti un incremento occupazionale netto. Per le assunzioni dei giovani dai 25 ai 29 anni, oltre all’aumento occupazionale netto, è necessario che ricorrano altre situazioni oggettive e soggettive (assenza di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; assenza di qualifica o diploma, mancanza di un’occupazione regolarmente retribuita nei due anni dal completamento della formazione a tempo pieno; assunzione in settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna, almeno pari al 25%). L’incremento occupazionale netto non è richiesto nel caso di dimissioni volontarie, invalidità, pensionamento per raggiunti limiti d’età, riduzione volontaria dell’orario di lavoro e licenziamento per giusta causa. Mentre è richiesto nel caso in cui il posto o i posti di lavoro occupati nei 12 mesi precedenti si siano resi vacanti a seguito di licenziamenti per riduzione di personale.
Settore Autotrasporto Merci Adesione alla Bilateralità Artigiana (EBNA/FSBA) In data 19 marzo 2016 il Consiglio Direttivo Nazionale di Confartigianato Trasporti ha deliberato di aderire alla Bilateralità dell’Artigianato con decorrenza 1° gennaio 2016. Conseguentemente, come stabilito dagli accordi interconfederali del 10 dicembre 2015 e 18 gennaio 2016, tutte le imprese artigiane che applicano il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro sottoscritto da Confartigianato Trasporti - a prescindere dal numero degli addetti occupati - sono tenute al versamento della contribuzione sia ad EBNA (EBER) che ad FSBA, composta da due quote calcolate come segue da versare unitariamente al Fondo: dal 1° gennaio 2016, quota fissa pari a 7,65 euro mensili per 12 mensilità per le prestazioni EBNA. Tra queste ricordiamo a favore delle aziende le agevolazioni economiche per l’acquisto di macchinari e attrezzature nuove per la produzione, il contenimento dei consumi energetici, l’innovazione tecnologica e in caso di calamità straordinarie, anche
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contributi per la ricostruzione; mentre a favore dei lavoratori l’opportunità di avere delle prestazioni aggiuntive, quali ad es. l’integrazione del congedo parentale e contributi per asili nido, scuole materne, scuole medie - inferiori e superiori -, università e per trasporti; dal 1° gennaio 2016, quota variabile pari allo 0,45% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali a carico dell’azienda per FSBA; dal 1° luglio 2016, sempre per FSBA, si aggiunge un’ulteriore quota variabile pari allo 0,15% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali a carico del lavoratore. Se l’operatività di FSBA verrà raggiunta antecedentemente a tale data, anche tale quota di contribuzione dovrà essere versata a decorrere dall’effettiva operatività del Fondo. L’obbligo in parola riguarda anche le imprese artigiane che occupano fino a 5 dipendenti. L’adesione alla Bilateralità Artigiana da parte di Confartigianato Trasporti costituisce il punto di arrivo di un percorso già avviato durante le precedenti tornate contrattuali, nell’ambito delle quali era stato concordato con le organizzazioni sindacali che le imprese artigiane del Settore Autotrasporto merci avrebbero trovato collocazione all’interno della Bilateralità prevista dagli accordi interconfederali dell’Artigianato. Ricordiamo che il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato (FSBA) a far data dal 1/7/2016 erogherà, con le durate e le causali previste dal presente accordo, la prestazione di un assegno di durata e misura pari all’assegno ordinario di integrazione salariale e la prestazione dell’assegno di solidarietà, nel limite unico del vigente massimale mensile pari a € 971,71 lordi e successivi adeguamenti. Le durate delle prestazioni previste dal presente accordo sono le seguenti: 13 settimane di assegno ordinario; 26 settimane di assegno di solidarietà. Le suddette prestazioni non possono cumularsi e, nel biennio mobile, sono alternative tra loro. Ai lavoratori dipendenti delle imprese artigiane, a prescindere dal CCNL applicato, che siano sospesi dal lavoro o effettuino prestazioni di lavoro ad orario ridotto, è corrisposto l’assegno ordinario nei seguenti casi: situazioni aziendali dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, ivi comprese le situazioni climatiche; situazioni temporanee di mercato. Agli stessi dipendenti è riconosciuto, in presenza di accordo sindacale, l’assegno di solidarietà nel caso di riduzione dell’orario di lavoro finalizzata ad evitare licenziamenti plurimi individuali per giustificato motivo oggettivo. Continua a pagina 19 • • •
notiziario tecnico • • • Segue da pagina 18
In merito saranno fornite, non appena disponibili, le necessarie indicazioni operative.
Minori: precisazioni sull’orario di lavoro Il Ministero del Lavoro, in risposta all’Interpello n. 11 del 21 marzo 2016, precisa che i quindicenni ancora soggetti all’obbligo scolastico, qualora vengano assunti con un contratto di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore, possono effettuare un orario di lavoro non superiore alle 7 ore giornaliere e 35 settimanali.
Dimissioni per giusta causa: applicabile la procedura telematica Si ricorda che, a far data dal 12 marzo 2016, è entrata in vigore la nuova procedura per le dimissioni volontarie e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, che devono essere comunicate dal lavoratore al datore di lavoro esclusivamente con modalità telematiche, pena l’inefficacia dell’atto. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nelle FAQ aggiornate sulla nuova procedura telematica, ha chiarito che la procedura on-line è obbligatoria anche in caso di dimissioni per giusta causa. Detto aspetto aveva in origine suscitato dubbi e difficoltà operative a causa dell’impossibilità di indicare tale scelta nella procedura on-line, che ora è stata modificata aggiungendo la relativa informazione tra le “Tipologie di comunicazione” e con l’indicazione della motivazione. Il Ministero ha evidenziato anche che il modello telematico garantisce solo la genuinità delle dimissioni e che pertanto l’effettiva sussistenza della giusta causa deve essere comprovata dagli uffici competenti secondo le modalità vigenti e non dalla comunicazione del lavoratore.
Richiesta al datore di lavoro del congedo parentale: termine di preavviso Si ricorda che il legislatore, nel 2015, (con D.Lgs. n.80) è intervenuto in merito alla disciplina del termi-
ne di preavviso richiesto per potere fruire dei congedi parentali, modificando l’art. 32 comma 3 del D. Lgs. 151/2001. Tale disposizione prevede oggi che il genitore, al fine di esercitare il dritto al congedo “è tenuto, salvo i casi di oggettiva impossibilità, a preavvisare il datore di lavoro secondo le modalità e i criteri definiti dai contratti collettivi e, comunque, con un termine di preavviso non inferiore a 5 giorni indicando l’inizio e la fine del periodo di congedo. Il termine di preavviso è pari a 2 giorni nel caso di congedo parentale su base oraria.” Con tale previsione normativa è stato quindi ridotto da 15 a 5 giorni il termine minimo entro il quale il lavoratore è tenuto a preavvisare il datore di lavoro dell’intenzione di fruire del congedo parentale, salvo i casi di oggettiva impossibilità. In merito a ciò il Ministero del Lavoro, rispondendo all’interpello n. 14 del 21/03/2016, ha fornito chiarimenti, specificando che resta fermo comunque il rinvio alla contrattazione collettiva per la disciplina delle modalità e dei criteri di fruizione del congedo, per cui le clausole della contrattazione collettiva già vigenti prima della modifica normativa del 2015, contenenti un termine di preavviso minimo di 15 giorni, rimangono ancora efficaci. Di conseguenza, a parere del Ministero, i termini di preavviso minimo restano fissati in 15 giorni tutte le volte in cui vi sia una previsione del contratto collettivo che ha richiamato la normativa vigente al momento della definizione degli accordi.; ovvero il contratto collettivo, anche se sottoscritto in un momento precedente rispetto all’entrata in vigore delle ultime modifiche normative del 2015, rimane il riferimento per l’individuazione del termine di preavviso in oggetto. Infine il Ministero del Lavoro, in risposta al quesito sulla possibilità di variare la collocazione del congedo parentale da parte del datore di lavoro, ha ricordato che il diritto alla fruizione del congedo parentale è un diritto potestativo del lavoratore e ha evidenziato la possibilità di disciplinarne l’utilizzo tramite “accordi da prendere anche a cadenza mensile con i richiedenti o con le loro rappresentanze aziendali, volti a contemperare la necessità di buon andamento dell’attività imprenditoriale con il diritto alla cura della famiglia”. 47121 Forlì (FC) • Via Martin Luther King, 5 Tel. +39 0543 480580 • Fax +39 0543 480548 www.citienne.com • info@citienne.com
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Anap movimenti 2 aprile: giornata nazionale di predizione promossa da ANAP
Alzheimer il gazebo informativo al Centro Commerciale Punta di Ferro
A
nche quest’anno è stato realizzato l’appuntamento promosso da Anap (Associazione Nazionale Anziani e Pensionati) Confartigianato per la sensibilizzazione sull’Alzheimer: per il nono anno consecutivo, l’Associazione si è mobilitata, in tutta Italia, per far conoscere la malattia. A Forlì, sabato 2 aprile, è stato allestito un gazebo al Centro Commerciale Punta di Ferro, per distribuire materiale informativo e presentare le attività realizzate a supporto di malati e familiari. Come chiarito dal coordinatore Anap di Forlì Giuseppe Mercatali (nella foto) “al 1° gennaio 2016 la quota di anziani con più di 65 anni è salita al 22% della popolazione. Le persone che soffrono di Alzheimer o demenze senili sono 560mila, il 9,3 per mille della popolazione. Nella sola Emilia-Romagna si registrano 52mila casi, il 9,6% del totale dei malati. Per la particolare natura di queste patologie l’incidenza è, chiaramente, maggiore tra gli anziani, stimata in 544 mila casi (97,1% del totale).” Un fenomeno in progressione, legato all’aumento delle aspettative di vita: secondo il trend di crescita del 43% previsto per i Paesi del G7, nel 2030 in Italia i malati saranno 800.800, con un ritmo di crescita di 39 nuovi malati al giorno. Un recente studio, promosso da Anap, sulle patologie legate alla terza età, evidenzia che il numero di over 65enni colpiti da Alzheimer o demenze senili è di 42,8 persone su mille della stessa classe di età, ma - ed è un
aspetto da non sottovalutare - le stime indicano un dato superiore in Emilia-Romagna, pari al 51,3 per mille. L’incidenza è maggiore tra le donne, con un tasso standardizzato dell’1,3%, a fronte di uno 0,5% degli uomini. Continua Mercatali “nell’arco di otto anni (2005-2013) è stato rilevato un aumento del 50% dei casi. L’età media della popolazione oggi di 44,4 anni, è in crescita, le prospettive di vita sono un’opportunità preziosa, per questo è importante lavorare per migliorarne anche la qualità. Nel corso della giornata sono stati distribuiti pieghevoli che illustrano come riconoscere i sintomi della malattia, le sue caratteristiche e quali siano gli aiuti disponibili per chi ne è affetto e per i familiari. Le patologie degenerative sono fortemente invalidanti, con pesanti ripercussioni anche sui congiunti, spesso impreparati ad affrontare il decorso del morbo, che porta all’invalidità fisica e mentale di chi ne è affetto. Anap vuole offrire un aiuto concreto, per alleviare le difficoltà di chi si trova ad affrontare questo percorso, inevitabilmente doloroso.”
L’incidenza in Emilia Romagna A livello regionale si rileva la concentrazione di quasi i due terzi (64,3%) dei malati over sessantacinquenni in sette regioni: Lombardia con 66 mila casi (12,1%), Sicilia con 54 mila casi (9,9%), Emilia-Romagna con 52 mila casi (9,6%), Campania con 48 mila casi (8,8%), Lazio con 46 mila casi (8,5%), Puglia e Toscana entrambe con 42 mila (7,7%). In particolare l’incidenza delle persone anziane malate di Alzheimer o demenze senili è in media nazionale di 42,8 persone su mille della stessa classe di età e si superano i 50 malati su mille nelle Marche (58,7 per mille), in Calabria (57,4 per mille), in Sicilia (55,5 per mille), in Puglia (52,5 per mille), in Umbria (51,9 per mille) e in Emilia-Romagna (51,3 per mille). essere impresa • • • aprile 2016 • 21
movimenti Anap Sanità e anziani: l’indagine
Invecchiamento in aumento le patologie
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el 2015 la spesa sanitaria ammontava a 111.289 milioni di euro e il 45,6% del totale della spesa sanitaria è stato assorbito dalla popolazione con 65 anni e oltre. il sistema sanitario contribuisce a una maggiore longevità della popolazione: l’Italia ha un livello di speranza di vita tra i più elevati nei Paesi avanzati e con 82,8 anni risulta al quarto posto tra 34 paesi avanzati e al secondo nell’Unione europea: presentano infatti una maggiore longevità rispetto all’Italia solo la popolazione del Giappone con 83,4 anni, della Spagna con 83,2 anni e della Svizzera con 82,9 anni. La qualità dell’offerta di servizi sanitari in Italia è migliore della media Ocse in numerose aree pur a fronte di un livello di spesa in linea con
il benchmark internazionale (8,8% del Pil conto una media Ocse dell’8,9%). La pressione dell’invecchiamento della popolazione sulla domanda di salute rappresenta una sfida per una migliore efficienza e efficacia dell’offerta: l’Italia rimane arretrata per l’assistenza agli anziani e - anche a fronte della sopra evidenziata longevità - solo il 28,6% degli italiani anziani è in buono stato di salute a fronte di una quota del 43,4% media Ocse. In tal senso il 63,1% degli italiani over 65enni segnala una limitazione nelle attività quotidiane (ed un quarto, il 25,2% indica una forte limitazione) ben tredici punti superiore rispetto al 50,1% della media Ocse. A gennaio 2016 la quota di anziani è salita al 22% della popolazione. Coloro che sono affetti da Alzheimer o demenze senili sono 560mila, il 9,3 per
mille della popolazione. La natura di queste malattie le porta a concentrarsi tra le persone anziane che contano infatti 544 mila casi (97,1% del totale). Secondo il trend di crescita del 43% previsto per i Paesi del G7, nel 2030 in Italia i malati di Alzheimer o demenze senili saranno 800.800, con un ritmo di crescita di 39 nuovi malati al giorno. L’incidenza dei malati di Alzheimer o demenze senili anziani è di 42,8 persone su mille della stessa classe di età; si supera il 50 su mille nelle Marche (58,7 per mille), in Calabria (57,4 per mille), in Sicilia (55,5 per mille), in Puglia (52,5 per mille), in Umbria (51,9 per mille) e in Emilia-Romagna (51,3 per mille). Le malattie degenerative colpiscono in maniera maggiore le donne con un tasso standardizzato dell’1,3%, a Continua a pagina 23 • • •
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Anap movimenti I risultati dell’indagine “Più sicuri insieme”
Criminalità e anziani
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onfartigianato ha monitorato la situazione criminalità con l’indagine “Più sicuri insieme”, dalla quale emerge che gli Italiani si sentono più insicuri e gli anziani maggiormente a rischio reati. In una fotografia un riassunto allarmante: nel 2015 è salita la percezione del rischio criminalità segnalata dalle famiglie: il 41,1% si sente sotto attacco, una quota in forte aumento rispetto al 30% del 2014. Le cose peggiorano per la terza età: si sente a rischio il 56,8% dei 13,3 milioni di over 65 residenti in Italia. E il 42,1% degli anziani ha subito almeno un tentativo di reato negli ultimi tre anni. Anap Confartigianato, nel diffondere i dati, evidenzia che il record di famiglie insicure si registra nel Lazio con il 51,6% che percepisce il rischio criminalità nella zona in cui vive. Seguono Veneto (47,8%), Umbria (47,5%), Lombardia (46,8%), Campania (45,3%). All’opposto le quote più basse di famiglie insicure si trovano in Basilicata (14%), Sardegna (16,3%), Valle d’Aosta (21%), Molise (21,5%), Provincia Autonoma di Trento (23,2%). Il rischio criminalità cresce con la dimensione del comune e arriva al massimo del 58,8% delle famiglie nel centro delle aree metropolitane, rispetto al 17,5% rilevato nei piccoli comuni con meno di 2milaabitanti. Gli anziani sono le maggiori vittime di truffe, furti e abusi. La rilevazione condotta da Anap e Ancos Confartigianato tra ottobre 2015 e febbraio 2016 ha coinvolto 3.106 persone con più di 60 anni e sono il frutto del lavoro
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Invecchiamento in aumento le patologie fronte di uno 0,5% degli uomini. Purtroppo in otto anni l’incidenza dell’Alzheimer e delle demenze senili è cresciuta del 50%, terzo aumento maggiore dietro a cancro (+60%) e patologie della tiroide (+51,5%). L’analisi per le persone anziane con l’indice di salute mentale (MHi, Mental Health index) - che sintetizza la percezione di ansia, depressione, perdita del controllo comportamentale ed emozionale e benessere psicologico - evidenzia una miglior performance degli uomini con un valore di 66,8 contro il 59,9 delle donne.
svolto dai ragazzi in servizio civile presso l’Ancos. Un campione rappresentativo delle diverse realtà italiane. Ne emerge che il 42,1% degli intervistati ha subito almeno un tentativo di reato nell’ultimo triennio. La maggiore incidenza di reati si registra per la visita di falsi incaricati di aziende di servizi, rilevato dal 15,8% degli intervistati. Seguono il furto in abitazione o in azienda (12,1%), il tentativo di scippo (8,4%), l’attivazione di servizi non richiesti per via telefonica (7,9%), il furto fuori casa (7,8%), la visita in casa di falsi funzionari pubblici (6,7%), raggiri fuori casa in prossimità di banche, poste, negozi (6%), pratiche commerciali aggressive o poco chiare (3,7%), frode online (2,7%). L’aggressività delle tecniche di truffe, raggiri e furti e la maggiore fragilità degli anziani porta a un’alta realizzazione del reato per lo scippo, con l’84,7% dei tentativi riusciti, per il furto fuori casa (83,9%) e per il furto in abitazione/azienda (81%). Più contenuta, ma comunque elevata, la riuscita per i raggiri fuori casa vicino a banche, poste, negozi (48,6%), l’attivazione di servizi non richiesti per via telefonica (42,1%) e le frodi online (40,7%).
La ricerca in dettaglio Il progetto “Più sicuri insieme” realizzato da Anap e Ancos Confartigianato Persone propone di realizzare un’indagine conoscitiva approfondita sul fenomeno delle truffe e dei raggiri nei confronti degli anziani in Italia, mediante interviste dirette realizzate dai volontari del servizio civile impegnati presso ventinove sedi accreditate e coinvolte nel progetto, interessando tredici regioni e trentasei province. Oggetto dell’indagine la popolazione anziana con 60 anni e oltre, tra i partecipanti il 56% sono uomini, quattro intervistati su dieci hanno tra i 60 e i 70 anni, altri quattro da 70 a 80, il restante sono over ottantenni. Il 58% degli intervistati vive in un capoluogo, il campione più rappresentativo vive al centro-sud. Il 91% degli intervistati non riceve l’assistenza di una badante, il 9% dichiara invece di convivere o comunque di avere un aiuto esterno, quasi il 58% vive in condominio, il 41% in casa singola, il restante in casa di cura. Gli aderenti all’indagine sono anziani che s’informano, guardano il telegiornale nel 74% dei casi e leggono quotidiani (8,5%). essere impresa • • • aprile 2016 • 23
movimenti giovani imprenditori Seconda serata del ciclo “A scuola di web”
Con Valentina Vandilli protagonista la customer care richiede una maggiore attenzione nella velocità di risposta, i più noti Twitter, Facebook, ma anche Pinterest, Instagram e gli altri social si basano sull’interazione, dunque chi formula la domanda attende la risposta nell’arco di poche ore, diviene perciò necessario valutare la propria capacità di reazione ed esplicitare gli orari e i tempi di risposta. Ha chiarito ancora Vandilli “i clienti sono disposti a spendere persino il 21% in più se possono usufruire di un’ottima assistenza, per questo è necessario che l’impresa sia a conoscenza delle corrette modalità comunicative con le quali dialogare sul web.”
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ontinua l’attività promossa dal Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Forlì dedicata alla conoscenza degli strumenti più diffusi per comunicare l’impresa online. Mercoledì 4 maggio, nella sede di Confartigianato Forlì in viale Oriani a Forlì, si è tenuto un nuovo, partecipato appuntamento, dedicato al coinvolgimento e alla fidelizzazione del cliente. La Web Strategist Laterale Valentina Vandilli, ha spiegato con dovizia di dettagli, come il web sia, sempre più di frequente, portatore di valori aziendali e strumento di vendita per le piccole imprese. Come illustrato dalla relatrice nelle sue pubblicazioni, l’assistenza clienti è uno degli elementi centrali del processo di vendita, la capacità di ascolto delle necessità degli utenti è ciò che può consentire, o meno, di consolidare, creare e recuperare la clientela. Per gli utenti online è fondamentale ottenere una risposta diretta alle domande e la possibilità di accedere al servizio clienti. Poter formulare una domanda tecnica o la possibilità di manifestare la propria insoddisfazione, per problemi o eventuali interruzioni di servizio e ottenere una risposta celere, fanno sì che il cliente si senta seguito, disinnescando potenziali crisi. La relatrice indica come fondamentale un ascolto proattivo del web e di tutto ciò che si muove attorno al marchio aziendale, perché, com’è noto, gli individui sono più propensi a manifestare il proprio dissenso che una menzione positiva. La rapidità dei tempi del web 24 • aprile 2016 • • • essere impresa
La rete può favorire la nascita di attacchi o polemiche più veementi di quanto la situazione realmente richiederebbe, l’esperta consiglia di non nascondere mai le critiche, evitando di porsi sulla difensiva, ma piuttosto ringraziando per il punto di vista offerto, motivando senza fornire troppe informazioni, ed evitando comunque di rispondere ad attacchi ingiustificati e senza reali prove, per non dare risonanza alla situazione. Purtroppo l’anonimato garantito dalla rete consente la presenza di figure intenzionate a creare ad arte confusione, o perché pagate da eventuali concorrenti, o per antipatie nei confronti dell’azienda e del suo marchio. Conoscere queste tipologie di utenti negativi, consente di mettere in campo contromisure efficaci che evitino il disastro. Una serata per imparare a gestire in maniera efficiente la propria presenza online, strumento indispensabile ma ancora poco conosciuto e non sfruttato in maniera corretta.
giovani imprenditori movimenti Una pubblicazione sul ricambio generazionale
Focus sulla trasmissione d’impresa
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na collaborazione tra Confartigianato nazionale e il mondo accademico per approfondire la conoscenza sul come avvenga il ricambio generazionale nelle aziende artigiane. Per aiutare le imprese a conoscersi meglio, ma anche per avvicinare l’università, ancora troppo concentrata sulla grande industria; una sfida raccolta dalla docente dell’Università Bocconi di Milano, Marina Puricelli che si occupa di organizzazione delle piccole e medie imprese, della gestione del personale e del cambiamento e dello sviluppo organizzativo. Dall’indagine, realizzata su tutto il territorio nazionale, su trentuno casi aziendali che coinvolgono imprenditori under 35, segnalati dalla Confederazione, è nata una pubblicazione, dal titolo, Il futuro nelle mani, titolo quanto mai evocativo della voglia di intraprendere dei giovani coinvolti. Il volume è stato presentato il 27 aprile alla Giunta Esecutiva di Confartigianato dal Presidente Giorgio
Merletti, dall’autrice, e da due degli imprenditori intervistati e protagonisti del volume, Alessio Brighi, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato Forlì e Leonardo Di Vincenzo (nella foto in alto). Come spiegato dall’autrice “il paese che esce dal libro, che è stato un viaggio, un modo di osservare il Paese on the road da Bressanone a Siracusa, è un’Italia caratterizzata da una varietà estrema, da una ricchezza e da una fantasia enormi che stanno dietro il nome artigianato.
Ed è un’Italia vitale, nel senso che molti dei ragazzi incontrati hanno meno di 35 anni, sono giovani che hanno scelto di fare impresa nonostante tutto, con risultati positivi negli anni più difficili quelli della crisi”. Il presidente nazionale Giorgio Merletti ha avuto parole lusinghiere per i giovani ritratti dalla docente “il futuro dell’artigianato e dell’Italia è nella testa e nelle mani di questi giovani imprenditori.” Brighi, a soli 27 anni, ha rilanciato sui mercati interna-
zionali l’azienda di famiglia, la ‘Brighi Tecnologie Italia’, facendole conquistare una leadership mondiale nel settore dei macchinari per la cucitura di guanciali, divani e in generale del bedding. “Il bello dell’azienda” ha chiarito il giovane imprenditore nel corso dell’incontro con la Giunta “è che si costituisce di un insieme di interventi, di grandi, belle esperienze da parte di tutti coloro che ne fanno parte. Oggi la presentazione di questo libro per me è soprattutto un ringraziamento alla mia famiglia, ai miei genitori e a mio fratello che mi hanno permesso di essere qui a raccontare tutto questo. La nostra è una storia di successi, una ‘Brighi’ che innova continuamente, con più di quindici prototipi realizzati quest’anno, fatturati raddoppiati in modo semplice e divertente. Il divertimento è un’altra chiave del nostro fare impresa, con la passione, l’entusiasmo, la voglia di realizzare assieme.”
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benessere
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categorie e mercato Confartigianato s’interroga sul futuro
Come cambia l’Associazione
Il mondo è in evoluzione e Confartigianato non sta a guardare accettando la sfida dell’innovazione dei servizi associativi per traghettare le imprese in un futuro di crescita. “Cambiare sì, ma nel modo giusto”, è il titolo della Convention Servizi 2016, che il 5 e 6 maggio, ha portato a Roma più di cinquecento persone, tra cui una delegazione forlivese, in rappresentanza dei 10mila operatori del Sistema Confartigianato che ogni giorno in tutta Italia sono al fianco degli imprenditori. Il futuro non aspetta, la crisi non è ancora finita e bisogna essere capaci di sostenere le imprese a valore artigiano in tutti gli ambiti di servizio: dal fisco al credito, dalla formazione ai contratti di lavoro, dall’export al welfare all’innovazione tecnologica. È necessario cambiare, quindi, ma partendo da una qualità di servizi a cui gli imprenditori soci di Confartigianato danno un voto positivo. Come messo in luce dalla rilevazione condotta da Ipsos per Confartigianato e presentata alla Convention da Nando Pagnoncelli, presidente dell’istituto di ricerca. Dall’indagine emerge soprattutto una soddisfazione molto elevata che le imprese intervistate esprimono sui
servizi erogati dalle associazioni di Confartigianato, pur con qualche piccola criticità riferita ai costi ma questo è comprensibile considerato il periodo di crisi. Confartigianato è vissuta all’altezza delle sfide del futuro e la maggior parte degli imprenditori è convinta che l’Associazione li aiuterà nella loro attività quotidiana e ad attrezzarsi rispetto alle difficoltà che inevitabilmente saranno chiamati ad affrontare, nonostante ci sia un blando ottimismo rispetto alle prospettive di avanzamento della propria azienda. Pagnoncelli ha chiarito dunque che, servizi e attività di rappresentanza sono punti chiave, ma serve rafforzare anche il ruolo sociale, far comprendere ai cittadini l’importanza di un intero comparto, quello della microimpresa, che fa parte del tessuto connettivo del nostro Paese.
tigianato è di essere in maniera sempre più efficace partner dell’impresa, attraverso una serie di nuove iniziative in materia di credito, lobbying, energia, elearning, welfare, fino a un’applicazione per lo smartphone, scaricabile per tutti i soci da gennaio 2017 e presentata in anteprima alla Convention. Con la volontà di dare risposte nuove ai bisogni delle imprese del futuro. All’insegna dell’integrazione e dell’ambizione di essere all’altezza delle aspettative degli imprenditori. Il messaggio è emerso chiaro nelle parole di Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato “le imprese del nuovo valore artigiano sono cambiate e saranno le protagoniste dell’economia. È indispensabile che l’Associazione che le assiste, le tutela, le rappresenta e fornisce loro servizi, pensi al loro sviluppo, compiendo quell’adeguamento necessario per stare al passo con loro. Confartigianato è una grande organizzazione, ma se bastasse essere grandi oggi i dinosauri non sarebbero estinti. Non sono sopravvissuti i dinosauri, sono resistite le specie che hanno saputo adattarsi: è necessario evolvere per affiancare le nuove imprese artigiane”.
E allora i due giorni della Convention, organizzati in riunioni plenarie, gruppi di lavoro tematici sui diversi servizi, confronti con esperienze di altri mondi, dal credito all’università all’innovazione tecnologica, sono serviti per rilanciare l’attività associativa e contribuire a scrivere il futuro delle piccole imprese italiane. Obiettivo di Confaressere impresa • • • aprile 2016 • 27
categorie e mercato Codice degli appalti pubblici
Confartigianato tiene alta l’attenzione Il 19 aprile è approdato in Gazzetta Ufficiale il Codice degli appalti pubblici. Così, ora, l’Italia ha nuove regole ispirate alle direttive europee. E, proprio per difendere i principi comunitari, che raccomandano di favorire la partecipazione delle piccole imprese agli appalti pubblici, Confartigianato, in questi mesi di gestazione del Codice, si è battuta in ogni sede istituzionale. L’esito dell’impegno della Confederazione è stata la modifica di alcuni aspetti negativi per artigiani e piccoli imprenditori. I risultati conseguiti da Confartigianato risultano evidenti nei 220 articoli del nuovo Codice. Si comincia dalla suddivisione in lotti prestazionali per arrivare all’obbligo, da parte della stazione appaltante, del pagamento diretto alle microimprese subappaltatrici. E ancora, il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa diventa strumento di aggiudicazione preferenziale dell’appalto. Non meno importanti la possibilità di affidamento con procedure negoziate fino a 1 milione di euro e l’applicazione del criterio del massimo ribasso fino a 1 milione di euro. Così come l’inserimento del
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Certificato Esecuzione Lavori, il limite al 30% per il subappalto e l’anticipazione del prezzo all’impresa esecutrice pari al 20% del valore dell’appalto. Ma dietro questi risultati si nasconde ora l’incognita dell’applicazione del Codice. Per attuarlo infatti, serviranno decreti del Ministero delle Infrastrutture e linee guida dell’Autorità nazionale anticorruzione. Con il rischio che nel frattempo si possa creare un clima di incertezza e di disincentivazione delle gare pubbliche. Per Confartigianato il giudizio è sostanzialmente positivo, ma comunque non viene abbassata la guardia perché molto è lasciato alla fase attuativa non normata, la cosiddetta soft law, un’interpretazione in progress affidata soprattutto all’Autorità nazionale anticorruzione. Confartigianato continuerà quindi a vigilare sull’applicazione del Codice. Chiariscono i vertici nazionali “abbiamo chiesto all’Anac di essere uno dei soggetti con i quali porterà avanti la normativa. Ovviamente nel ruolo, per noi, di difensori della piccola impresa. Nella legislazione degli Usa c’è addirittura una figura di ambasciatore delle piccole im-
prese che ha diritto di dire la sua sulle gare d’appalto laddove fossero compromesse le possibilità per le piccole imprese”. L’obiettivo di Confartigianato consiste nel colmare il gap che oggi discrimina le piccole imprese e le tiene lontane dalla partecipazione agli appalti: basti dire che in Europa le Pmi generano il 58% della ricchezza nazionale, ma vincono soltanto il 29% delle gare, con un indice di discriminazione del 29%. In Italia questa discriminazione è massima, e raggiunge il 47%. L’obiettivo sarà quello di ridurre progressivamente questa distanza. Una mano in questa direzione negli anni potrebbe venire da uno dei provvedimenti che l’Associazione continua a richiedere a questo Governo, così come abbiamo fatto con gli Esecutivi precedenti: la legge annuale di attuazione dello Statuto delle imprese che per le piccole imprese prevede, appunto, l’emanazione di una legge annuale. È convinzione che questo sia uno dei veicoli su cui far correre le condizioni concrete per far sì che anche le piccole imprese in Italia possano concorrere davvero agli appalti pubblici.
categorie e mercato
La microimpresa in Italia risorsa chiave
La struttura produttiva italiana rappresenta un unicum nel panorama internazionale per il ruolo della micro e piccola imprese. Confartigianato ha confrontato venti prime economie di cui si dispongono dati sulla struttura di impresa analizzando quanto emerso nel rapporto OCSE Entrepreneurship at a Glance 2015. Il nostro Paese detiene la leadership per quota di occupati in micro e piccole imprese con meno di 20 addetti: tra le venti economie - che insieme rappresentano il 60,6% del Pil mondiale - l’Italia mostra una quota di occupati nelle micro e piccole imprese (MPI) con meno di 20 addetti pari al 57,5%, il doppio rispetto al 29% della media. Le micro e piccole imprese italiane sono 4.222.442 e rappresentano il 98,3% delle aziende e danno lavoro a 9.197.217 addetti di cui 4.360.617 sono dipendenti, generando 1.079 miliardi di euro di fatturato e producendo valore aggiunto per 277,1 miliardi di euro. Di fronte alle critiche dei detrattori in merito ai limiti dimensionali di queste realtà Confartigia-
nato risponde che, da sempre, l’economia italiana si basa su questa tipologia di aziende. A tal proposito va evidenziata la peculiarità della struttura produttiva italiana, in cui gli occupati in micro e piccole imprese con meno di 20 addetti sono tre volte gli occupati della grandi imprese. La dimensione di impresa appare un fattore strutturale difficilmente manovrabile per stimolare la crescita: basti pensare che nell’arco degli ultimi dieci anni disponibili sul piano statistico - dal 2003 al 2013, periodo che comprende la più grave recessione dal dopoguerra con una forte selezione delle imprese - la quota percentuale di occupati nelle grandi imprese è salita di 0,16 punti all’anno, un ritmo che richiederebbe 106 anni per raggiungere la quota della Germania che secondo i dati dell’Ocse ha occupati in grandi imprese pari al 37,5% del totale contro il 20,1% dell’Italia. Inoltre i dati di più lungo periodo evidenziano un progressivo abbandono della grande dimensione: in trent’anni la quota di occupazione della grande impresa si è ridotta di un terzo passando dal 30,5% del 1971 al 21,4% del 2001. Facile ribattere anche a chi sostiene che le imprese troppo piccole non hanno risorse sufficienti per investire in ricerca e sviluppo. Va ricordato che secondo l’ultima rilevazione resa disponibile dall’Istat le risorse impiegate dall’imprenditoria italiana sono aumentate del 3,4% annuo e l’incremento è trainato dagli investimenti delle piccole imprese (+18,8%), mentre scende la spesa delle grandi imprese (-1,7%).
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categorie e mercato Alimentazione
No all’etichetta a semaforo Confartigianato plaude al provvedimento del Parlamento europeo, che ha accolto le sollecitazioni della Confederazione. Non si possono bloccare gli alimenti in base alle loro caratteristiche nutrizionali. Confartigianato valuta positivamente il voto dell’Europarlamento che, anche grazie all’impegno dei Parlamentari italiani, ha bocciato il sistema inglese dell’etichetta ‘a semaforo’ sugli alimenti e ha chiesto di rimettere in discussione il fondamento scientifico dei profili nutrizionali. Marco Valenti responsabile del comparto chiarisce “classificare gli alimenti soltanto in base al loro contenuto di sale, zucchero e grassi significa paradossalmente penalizzare molti cibi della dieta mediterranea. In realtà non esistono cibi buoni o cattivi ma soltanto diete più o meno equilibrate, sulla base di come gli alimenti vengono associati tra di loro secondo le abitudini e le tradizioni dei diversi Paesi.” Senza considerare l’impatto econo-
mico provocato dalle soglie dei profili nutrizionali che rischiano di provocare gravi conseguenze sulla filiera agroalimentare italiana (formaggi, carni, dolci, e in generale prodotti tipici con marchio di qualità Dop, Igp, Stg) che, soltanto nell’artigianato, conta 91mila imprese con 160mila addetti. Si finisce così per giustificare l’imposizione di tasse supplementari o altre forme di restrizione, come appunto l’etichettatura a semaforo contro la quale Confartigianato si batte da sempre. sponsabile del comparto per Confartigianato Forlì “uno degli aspetti del mercato dell’autoriparazione esaminati è quello della concorrenza sleale operato dal sommerso ai danni delle imprese regolari del comparto, particolarmente pesante a fronte di un tasso di lavoro irregolare che nei servizi arriva al 16,2% dell’occupazione complessiva.”
Il punto sull’autoriparazione Il settore della manutenzione e riparazione di autoveicoli in Italia è composto da 73.853 imprese - di 63.155 pari all’85,5% del totale sono artigiane - genera un fatturato di 13,4 miliardi di euro, con 197mila addetti. Come messo in luce da una recente indagine condotta dall’Ufficio Studi di Confartigianato l’occupazione nelle imprese artigiane del settore vale il 35,7% in più degli addetti nella produzione di autoveicoli in grandi imprese. L’analisi della distribuzione delle imprese nel territorio vede una incidenza del comparto pari a 3,8 addetti dell’artigianato dell’autoriparazione ogni 10.000 abitanti: valori più elevati della media in Campania (7,3), Lazio (5,1), Calabria (4,9), Sicilia (4,7) e Puglia (4,2). Spiega Alberto Camporesi, re30 • aprile 2016 • • • essere impresa
Interessante notare che l’esame del parco autovetture evidenzia che poco meno di un terzo dello stock (29,6%) è collocato nelle classi ambientali più inquinanti (fino ad Euro 2). Il rapporto elaborato ha messo in evidenzia alcune tendenze della filiera dell’auto, in un contesto che registra una crescita della domanda delle famiglie, una maggiore quota di consumatori intenzionati ad acquistare una auto, anche grazie ai bassi tassi di interesse e il dinamismo del credito al consumo. Una specifica attenzione è stata dedicata al commercio estero di parti e accessori per auto che registra esportazioni che valgono 12,2 miliardi di € nel 2015 (0,7% PIL) e risultano in salita del 4,1% nel 2015 a cui fanno fronte importazioni per 7,6 miliardi di euro, in forte crescita (+27,3%). Nel mondo globalizzato della ricambistica e accessoristica un ruolo chiave è quello delle imprese di autoriparazione che possono offrire servizi orientati a garantire la qualità e la sicurezza.
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