2017 settembre

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04 • SETTEMBRE 2017 Anno 07 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 - Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale in regime libero - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”

Più forti insieme Da oltre settant’anni a fianco dell’impresa, per tutelare l’artigianato, cuore pulsante dell’economia locale. Un obiettivo al quale Confartigianato Forlì ha sempre tenuto fede, anche in questi lunghi anni di crisi. Tra gli impegni assunti dall’Associazione forlivese, la diffusione della responsabilità sociale d’impresa, della cultura finanziaria, per migliorare il dialogo con il sistema bancario e la gestione dell’informatica, anche per promuovere la propria azienda, temi che saranno sviluppati nel corso di appuntamenti che si articoleranno in questo autunno. Per continuare a fare rete, per continuare a crescere, per essere come sempre, partner delle imprese.

in evidenza L’EDITORIALE: Il segretario Roberto Faggiotto interviene sul tema del rilancio dello scalo Ridolfi, auspicando una sinergia fra territori per una messa in rete delle infrastrutture e per il rilancio del brand Romagna. A pagina 2

IL NOTIZIARIO TECNICO: Le news dai servizi; la compensazione del credito iva infrannuale, il regime sanzionatorio per le prestazioni occasionali e le regole per la fruizione dei buoni pasto. Da pagina 15 a pagina 19

ASSOCIAZIONE: Una nuova convenzione siglata da Confartigianato Forlì per aiutare le imprese associate a individuare i migliori collaboratori per le esigenze di potenziamento nell’organico. Un consulente coadiuverà l’imprenditore per valutare le soluzioni più idonee per l’azienda. A pagina 7

I MOVIMENTI: Donne Impresa promuove l’incontro con l’autrice Giada Sundas, per parlare del mestiere di mamma. L’Anap organizza una serie di attività per una terza età attiva e soddisfacente. Giovani Imprenditori: il futuro dell’occupazione passa dall’apprendistato. Da pagina 20 a pagina 25


associazione editoriale Un’azione coordinata per il territorio romagnolo

Aeroporto di Forlì uscire dalle logiche di campanile

L’

aeroporto di Forlì è al centro di un dibattito che ha ritrovato vigore in questo ultimo stralcio d’estate. Com’è noto la questione ritorna ciclicamente in auge, questo perché si tratta di una struttura all’avanguardia, che per anni ha saputo dimostrare la propria utilità, coniugata a un buon livello del servizio e che sicuramente rappresentava un valore aggiunto per la provincia. Forse i tempi non erano maturi, o forse i contrasti tra territori sono stati così forti da determinare la chiusura del Ridolfi, ma ciò che ci si chiede oggi è se realmente siano cambiate le condizioni affinché il progetto di rilancio decolli. Un progetto che noi sosteniamo fortemente, ritenendo che sia l’opportunità per creare una sinergia fra porto, aeroporto e sistema viario che possa dare un forte impulso anche al sistema produttivo delle province di Forlì-Cesena e Ravenna. Ma sono indispensabili alcune premesse, uscendo dalla logica campanilistica dei territori e dalla competizione con il Fellini di Rimini o il Marconi di Bologna, rivelatasi in passato non solo sterile, ma dannosa. Poter integrare l’offerta fra gli scali, garantirebbe la più ampia opportunità di scelta agli utenti, una spinta al turismo, che oggi è sempre più diversificato e che nella nostra regione può trovare tutte le risposte. Coniugare turismo balneare, termale, città d’arte e territorio collinare, significa valorizzare il già forte brand Romagna. Senza lotte di quartiere che fanno male unicamente a chi le mette in pratica. Siamo oltremodo orgogliosi che rappresentanti locali vogliano mettersi in gioco e investire in un’infrastruttura che può innescare un circuito virtuoso di ulteriore crescita dell’intero territorio e siamo certamente disponibili a collaborare affinché l’operazione abbia successo. Ma non vogliamo assistere all’ennesima battaglia tra poteri che invece di puntare a un ampliamento dell’offerta e a una maggiore qualità dei servizi, si concentra unicamente sullo status quo e su sterili esercizi di forza. È in gioco il futuro di un territorio che ha i numeri per candidarsi all’eccellenza e non solo a livello europeo. Ma per competere è necessario che il campo da gioco sia regolamentare. Viale Oriani, 1

Direttore Responsabile Roberto Faggiotto

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Redazione Roberta Zoli

Reg. Naz. Stampa 06185 del 17/2/98 - ROC 5252

Fotocomposizione e Stampa Litocartotecnica Citienne srl Forlì Tel. 0543 480580 • www.citienne.com

ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE

Autorizzazione Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/1978

Anno VII • n. 04 SETTEMBRE 2017

Tariffa R.O.C: “Poste Italiane Spa Spedizione in abbonamento postale in regime libero

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D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009

Il prezzo di abbonamento al periodico è pari a 6 € ed è compreso nella quota associativa. La quota associativa non è divisibile. La dichiarazione viene effettuata ai fini postali.


il commento associazione La piccola impresa merita più attenzione

Governo: è ora di agire • a cura del presidente Luca Morigi

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e microimprese artigiane rappresentano più del 95% del totale delle aziende, impiegando il 46,3% della forza lavoro. Un esercito che sta continuando a impegnarsi, lavorando per rafforzare i deboli segnali di ripresa. I dati sul PIL nel secondo trimestre del 2017 indicano il proseguimento della ripresa dell’economia italiana: il prodotto interno lordo, a prezzi costanti e al netto della stagionalità, è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% nei confronti del secondo trimestre del 2016. Indicatori che evidenziano una ripresa fragile, sostenuta dalla micro e piccola impresa. Persone che hanno messo in gioco risorse personali, pur di rimanere sul mercato e che spesso si sono ritrovate sole di fronte alla rigidità dell’interlocutore pubblico. Imu, Tasi, Irpef sono appuntamenti fissi, in aggiunta a Inps, Inail e al costo del lavoro medio per ogni singolo lavoratore, che in Italia si attesta a oltre 52 mila euro, sopra la media dell’area Ocse (oltre 47 mila euro), al diciassettesimo posto tra i paesi più avanzati. Come chiarito proprio dall’Ocse, in Italia il salario medio lordo è di poco meno di 40 mila euro, al di sotto di quello medio che, invece, li supera. Inoltre i salari lordi italiani sono tassati del 31,1% contro il 25,5% della media Ocse. L’elevata tassazione sull’impresa nel 2017 si attesta al 43%, che unita al cuneo fiscale sul costo del lavoro del 47,8%, è fortemente lesivo della competitività del nostro sistema produttivo. Per questo chiediamo una riduzione del carico fiscale abnorme che grava sull’impresa, con un efficientamento della spesa improduttiva, ma anche con un superamento del sistema degli studi di settore, magari introducendo un indicatore sintetico di affidabilità. La burocrazia, che grava sul mondo delle piccole imprese, costa, secondo i dati della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quasi 31 miliardi di euro ogni anno. Per ciascuna realtà si stima che il peso economico medio sia di circa 7mila euro. Una contrapposizione tra chi fa impresa e lo Stato che è acuita spesso da incomunicabilità, mancanza di trasparenza, incertezza dei tempi e adempimenti onerosi che generano sfiducia. Eppure è sotto gli occhi di tutti, come quotidianamente ci siano artigiani che sono in prima linea per far crescere l’impresa, per conquistare più mercati, per mantenere o addirittura ampliare l’organico aziendale. Imprese artigiane che, malgrado il sentire comune, innovano ogni giorno processi e prodotti, per essere maggiormente efficienti e competitivi. Artigianalità e tecnologie digitali si armonizzano ogni giorno per dar vita a prodotti non standardizzati, personalizzati e che assecondano il consumatore. La flessibilità della piccola dimensione, per anni criticata dalla grande industria è divenuto uno strumento per combattere la crisi. Eppure la scelta di definire Industria 4.0 il Piano del Governo sembra quasi voler penalizzare l’artigianato e la microimpresa, cuore del made in Italy, valore aggiunto della nostra economia. È ora di invertire la rotta. E riportare al centro i piccoli imprenditori. essere impresa • • • settembre 2017 • 3


associazione Tempi di pagamento, nuovo appello di Confartigianato

La lentezza è letale per la piccola impresa

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n Emilia Romagna operano quasi 347mila micro imprese di cui più di 31mila sono attive nella nostra provincia. Un dato che si traduce in oltre 640mila occupati in Regione e 59525, di cui poco più di trentamila artigiani, a Forlì-Cesena. Numeri importanti, che attestano la centralità dell’artigianato e della piccola impresa, non solo come motore produttivo, ma anche come capacità occupazionale. Eppure, come più volte ribadito in ogni sede da Confartigianato, le micro realtà, che impiegano fino a 10 dipendenti non sono al centro dell’attenzione del Governo, se non in campagna elettorale. Il persistente ritardo dei pagamenti da parte delle Pubbliche amministrazioni rappresenta un aggravio nelle condizioni di vita delle imprese, già provate dai lunghi anni di crisi. Le ultime valutazioni della Banca d’Italia indicano tempi medi di pagamento al di sotto dei 100 giorni, in riduzione rispetto ai 115 del 2015, ma comunque ampiamente superiori rispetto ai limiti di 30 e 60 giorni previsti dalla direttiva europea contro i ritardi di pagamento. Secondo la più recente comparazione internazionale su 25 paesi dell’Unione Europea, Intrum Justitia, in Italia l’ente pubblico impiega mediamente 95 giorni per pagare i propri fornitori, il doppio (49 giorni in più) rispetto alla media UE di 46 giorni; l’Italia è al secondo posto insieme al Portogallo dietro alla Grecia, paese in cui i pagamenti avvengono in media in 103

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giorni. Considerando i principali paesi dell’Eurozona il nostro Paese coniuga il maggior ritardo nei tempi di pagamento con il più alto aggravio dei debiti commerciali agli antipodi della Germania, paese con il minor peso dei debiti commerciali, e pagamenti effettuati dalle Amministrazioni pubbliche in soli 23 giorni. Marco Valenti vicesegretario di Confartigianato Forlì chiarisce alcuni dati “le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del ricevimento, salvo alcune eccezioni per gli Enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo di pagamento è di 60 giorni.” È evidente che il rispetto di questi termini è indispensabile per i fornitori e rientra nel rispetto delle direttive europee in materia di pagamenti dei debiti commerciali, su cui la Commissione Europea effettua un puntuale e rigoroso controllo. Continua Valenti “negli ultimi anni, con l’introduzione della fatturazione elettronica, obbligatoria per tutte le pubbliche amministrazioni dal 31 marzo 2015, la situazione sta lentamente migliorando e il numero degli enti pubblici che non rispetta le scadenze imposte dalla normativa vigente si è sensibilmente ridotto, ma molto resta ancora da fare. Tutelare il rispetto delle scadenze dei tempi di pagamento è indispensabile per le microimprese, che a fronte di una commessa non saldata rischiano addirittura di dover chiudere Continua a pagina 5 • • •


Summer School 2017 associazione

Fare impresa Confartigianato allarga gli orizzonti

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l 4 e 5 settembre, si è tenuta la Summer School di Confartigianato, un momento di confronto e di approfondimento sui grandi temi dell’attualità economica e politica mondiale. Argomenti che gli oltre 200 presidenti e segretari delle associazioni provinciali di Confartigianato, tra cui il presidente Luca Morigi e il segretario Roberto Faggiotto (nella foto) hanno affrontato con docenti universitari, esperti e protagonisti della scena politica italiana. Una due giorni di lavoro per comprendere e decifrare i grandi cambiamenti in atto nel mondo, che stanno stravolgendo ogni aspetto della nostra vita: dagli equilibri politici internazionali ai movimenti migratori, passando per il ruolo dell’Italia in questo nuovo scenario. “Rispetto al XX secolo, dove la questione demografica era legata soprattutto all’aumento esuberante di una popolazione passata da 1,6 miliardi a 6,1 miliardi di abitanti, il XXI è il secolo degli squilibri e della mobilità. Avremo, infatti, aree del Pianeta che non cresceranno più, in particolare l’Europa, avremo altre aree che sostanzialmente cresceranno poco e si stabilizzeranno e zone come l’Africa che sarà la fonte di maggior crescita demografica - ha spiegato Alessandro Rosina, docen• • • Segue da pagina 4

La lentezza è letale per la piccola impresa per assenza di liquidità. La burocrazia, così solerte nell’esigere quanto dovuto per tasse e adempimenti, deve mostrare la stessa efficacia anche quando rappresenta la committenza.”

te di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica di Milano - Non è mai successo che nel mondo ci fossero situazioni così differenziate, che ovviamente oggi si confrontano proprio sul Mediterraneo. Un’altra sfida che questo secolo ci offre è il rapporto tra generazioni. In Europa avremo un invecchiamento della popolazione, e quindi un aumento della popolazione anziana e una relativa diminuzione di giovani, mentre l’Africa non solo sarà un continente che crescerà dal punto di vista dei numeri, ma che vedrà crescere soprattutto il numero di giovani. In alcuni paesi dell’Africa sub sahariana, oltre il 50% della popolazione ha meno di 15 anni. Questo fa capire come tra 15 o 20 anni si ponga una questione di prospettive per queste generazioni, di sviluppo di questi paesi e di tutto il continente africano, ma anche di opportunità che possono nascere dalla mobilità e dai movimenti migratori”, ha poi concluso Rosina. Prospettive che alla Summer School hanno portato ad analizzare i tanti aspetti legati a queste trasformazioni, su cui l’Italia è chiamata a intervenire al più presto per ritagliarsi un ruolo importante nel nuovo scacchiere mondiale e per programmare il futuro economico e sociale del nostro Paese. Questioni internazionali e non solo, perché alla Summer School hanno preso parte anche numerosi rappresentati della politica, chiamati a confrontarsi con la platea sui temi internazionali e dell’attualità italiana. A cominciare dall’ex ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini e dal Presidente della Commissione Bilancio del Senato, Giorgio Tonini. “La prima cosa da fare, fondamentale, è continuare sulla strada che rende più efficiente la macchina pubblica, che in Italia ci costa la metà del nostro PIL. È necessario che questa metà venga trasformata in servizi di qualità e di efficienza e non di mero peso burocratico. Sono stati fatti passi in avanti c’è ancora molta strada da fare per rendere il nostro apparato pubblico un sistema efficiente ha spiegato Giorgio Tonini - La seconda cosa da fare è investire sulla scuola e sulla formazione e trasformare queste realtà in mondi che imparino a cambiare e ad accettare la cultura del merito. Credo che su questo si debba fare un passo avanti importante. Il terzo punto è la questione dei giovani - ha poi aggiunto Tonini - In Italia abbiamo un grosso problema demografico. Da qualche anno a questa parte, infatti, i morti sono 150mila in più dei nati. Parliamo di cifre spaventose”. essere impresa • • • settembre 2017 • 5


associazione Dovadola, un territorio da riscoprire

Intervista a Francesco Tassinari

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a vallata soffre da più di trent’anni e in un territorio già in difficoltà la crisi ha colpito ancora più duro.” Il sindaco di Dovadola Francesco Tassinari chiarisce che le criticità di Dovadola sono molto radicate, frutto di decenni nei quali il comune ha perso terreno nei confronti delle aree vicine. “Non c’è una prospettiva di sviluppo per le aree produttive, come amministrazione siamo molto vicini alle aziende e ai cittadini, cercando di ridurre il peso della tassazione locale, ma dovrebbe esserci un intervento forte da parte del Governo, per concedere incentivi in grado di rimettere in moto la produttività.” Continua il primo cittadino “manca la forza per aiutare in maniera più decisa le aziende, per questo sarebbe importante che lo Stato prevedesse sgravi e incentivi in grado di rendere attrattivo l’insediamento nel nostro comune”. Le imprese e i servizi rappresentano un elemento fondamentale per l’economia di Dovadola, che rivendica l’orgoglio di essere un comune autonomo. Spiega Tassinari “il campanilismo è ancora forte, non vogliamo diventare una frazione di un comune più grande, ma siamo pronti a collaborare sui temi trasversali, com’è recentemente accaduto in merito alla viabilità, che ci ha visti assieme al Comune di Castrocaro per chiedere la messa in sicurezza di alcuni incroci pericolosi.” Un rilancio possibile potrebbe passare dal turismo “in particolare puntiamo sul

turismo religioso, con il rinnovato interesse che oggi riscuotono il cammino di Assisi e quello di San Francesco, il culto di Benedetta Bianchi Porro e il fascino dell’Eremo di Montepaolo. È indispensabile mettere a sistema ciò che già c’è per valorizzare l’offerta turistica.” Paesaggi sicuramente suggestivi che meriterebbero maggiore attenzione da parte dei visitatori “stiamo costituendo l’ufficio turistico per dare l’opportunità di conoscere l’offerta del comprensorio. La Sagra del tartufo ha un forte richiamo, se potessimo recuperare la tradizione culinaria con un ristorante di fama, specializzato proprio nella preparazione di questa specialità, un’eccellenza della ristorazione come in passato, potremmo integrare l’offerta.” Senza dimenticare i numerosi immobili di pregio, presenti nell’area comunale e che meriterebbero di essere ristrutturati “il potenziale esiste, è necessario creare un punto di richiamo di rilievo, fra i sogni c’è, ovviamente, il recupero della Casa del portuale. Sarebbe fondamentale trovare un privato interessato a riportare in auge la struttura.” E per supportare l’offerta turistica potrebbero nascere bed and breakfast e appartamenti da affittare ai villeggianti, nei palazzi oggi chiusi e disabitati. “Ci vorrebbe un innesco per il turismo per avviare un processo di crescita del territorio.” Che ha perso smalto nel tempo, ma non il suo indiscutibile fascino.

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associazione Nuova collaborazione per gli associati

Un partner per l’impresa che vuole assumere

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o studio Mantini, che dal 2001 opera nel campo della ricerca e selezione del personale, dal mese di settembre è diventato partner di Confartigianato Forlì per aiutare le imprese associate a individuare i migliori collaboratori per le proprie esigenze di potenziamento nell’organico aziendale. Grazie alla convenzione siglata, un consulente dello studio sarà presente in sede a Forlì per valutare le soluzioni più idonee per l’azienda, sia nella fase dell’individuazione del profilo che meglio risponde al ruolo vacante, sia nella scelta del candidato ideale. Come chiarito dallo stesso titolare, l’attività è stata avviata a metà degli anni novanta, assumendo l’attuale forma societaria nel 2001 e ottenendo l’accreditamento dal Ministero del Lavoro. In quegli anni il mercato era ancora agli albori e, specialmente a livello locale, lo strumento era ancora poco noto. Un terreno fertile, nel quale Fabio Mantini ha sapientemente costruito un mercato composto da grandi gruppi, clienti internazionali con sedi su tutto il territorio nazionale e da solide realtà locali. L’attività è in prevalenza svolta nella nostra regione e soprattutto in Romagna, in tutti i settori merceologici. L’azienda ha saputo far comprendere ai potenziali utenti il valore della ricerca e selezione del personale, in special modo quando i profili richiesti sono altamente qualificati e destinati a rimanere a lungo in azienda. Spiega Mantini “la professionalità è una delle caratteristiche salienti della nostra attività, offriamo un anno di garanzia al cliente: qualora il rapporto si dovesse interrompere prima del tempo una nuova selezione verrà effettuata gratuitamente. È anche nel nostro interesse, quindi, individuare il candidato maggiormente idoneo. La profilazione non è mai solo una scelta basata sul curriculum, spesso è necessario tener conto della compatibili-

tà fra la personalità del soggetto e l’ambiente di lavoro.” E continua “è importante rivolgersi a un professionista per trovare la risorsa cercata, siamo umani e tendiamo a scegliere persone con le quali c’è affinità, un tratto caratteriale comune, sottovalutando l’importanza che il nuovo acquisto abbia i requisiti più indicati per l’incarico che è chiamato a ricoprire.” Lo studio impiega cinque professionisti specializzati in ambiti differenti per offrire una consulenza qualificata plurisettoriale. L’imprenditore potrà quindi essere supportato in ogni fase della ricerca. “L’analisi del clima aziendale ci consente di valutare sia l’organizzazione del personale, per valutarne l’efficacia, anche in termini di trasmissione delle informazioni per migliorare le performance, sia i requisiti del candidato.” Un’opportunità per gli associati di Confartigianato Forlì, per poter incrementare il personale, individuando l’elemento maggiormente idoneo.

Lo sportello per la ricerca di personale Un consulente dello Studio Mantini sarà in sede a Forlì ogni settimana e su appuntamento nelle sedi territoriali a disposizione degli imprenditori che hanno intenzione di assumere personale. Attraverso un incontro conoscitivo, con l’apporto di un consulente dello Studio Mantini, sarà possibile individuare le caratteristiche della figura da ricercare e la tipologia di servizio più corrispondente alle esigenze dell’Azienda associata. Per informazioni e per appuntamenti è possibile contattare il centralino di Confartigianato Forlì allo 0543 452811. essere impresa • • • settembre 2017 • 7


aziende storie di impegno e successi Andrea Pini è Cavaliere della Repubblica

Prestigioso riconoscimento per l’imprenditore forlivese

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ndrea Pini è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica, un titolo quanto mai meritato per i molteplici traguardi raggiunti. Imprenditore dal 1973, il suo negozio di barbiere e parrucchiere è una delle attività storiche di Corso Mazzini a Forlì, ha ricoperto numerosi incarichi all’interno di Confartigianato come consigliere e per dieci anni nella Cooperativa Artigiana di Garanzia, membro della commissione comunale dei parrucchieri di Forlì, è stato rappresentante dell’Associazione all’interno della Commissione Provinciale per l’Artigianato per nove anni e per un decennio segretario della Scuola per parrucchieri, l’Anam. Molteplici impegni che non

hanno impedito a Pini di essere molto impegnato nel sociale, da quarant’anni donatore Avis, con all’attivo più di 140 donazioni, per cui ha ricevuto nel 2012 la cittadinanza onoraria per meriti, dal 1978 è stato volontario per la Croce Rossa, conciliando turni in ambulanza e la cura dei clienti in negozio. Una sensibilità e un’attenzione al prossimo che hanno determinato l’assegnazione della prestigiosa onorificenza, lo scorso 2 giugno, in occasione della Festa della Repubblica, da parte del Prefetto di Forlì-Cesena Fulvio Rocco De Marinis (nella foto). Nella duplice veste di imprenditore e dirigente dell’Associazione, Pini osserva i cambiamenti che stanno interessando il centro storico, sempre più in difficoltà, per l’emorragia di attività che, da anni, ha coinvolto i corsi del cuore cittadino, un tempo forte punto di attrazione e shopping non solo per i forlivesi. Per l’imprenditore la situazione richiede un intervento deciso, episodi di insicurezza finiscono con l’allontanare ulteriormente le persone, in una spirale negativa che deve essere arrestata. Mantenere le attività artigianali e i servizi in centro significa contribuire a rendere viva quest’area, soprattutto oggi con una città che ha scoperto una vocazione culturale, con gli ottimi risultati del complesso del San Domenico.

Confartigianato sostiene lo IOR

Proposta una partnership ai parrucchieri associati L’Istituto Oncologico Romagnolo a supporto del progetto Margherita, organizza una raccolta fondi “La mia Mamma è bellissima” per donare parrucche e supporto alle donne durante la malattia. Grazie allo IOR le pazienti possono scegliere il modello di parrucca che preferiscono, che meglio si adatta alle loro esigenze. Il progetto non esisterebbe senza volontari parrucchieri, esperti di bellezza e persone particolarmente sensibili e attente alle donne assistite che, ogni lunedì, dedicano il proprio tempo libero donando la loro professionalità e passione. Nessuno deve affrontare il cancro da solo, a maggior ragione una mamma. Da qui nasce 8 • settembre 2017 • • • essere impresa

il titolo della raccolta fondi, sono tante le donne che sentono la necessità di essere forti per dimostrare ai propri cari, in particolare ai figli, che tutto andrà bene. Anche una semplice parrucca e un momento d’incontro con i volontari può aiutare. Sono 358 le donne che nel 2016 hanno chiesto aiuto e conforto: quasi una al giorno. Un numero enorme, che fa ben capire quanto sia importante il servizio, per questo è stata chiesta la partnership dei parrucchieri associati che potranno, attraverso molteplici modalità, supportare il progetto. Per ulteriori informazioni è possibile contattare la referente di categoria Fabiola Foschi allo 0543 452844.


storie di impegno e successi aziende Una novità per il centro storico forlivese

A Palazzo Guarini arriva Raspo

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al 20 settembre il centro di Forlì si arricchisce di un’ulteriore opportunità per gli amanti del buon cibo. Un locale storico forlivese cambia look e, per l’occasione, viene ribattezzato dai titolari, con l’evocativo nome di Raspo. La Brasserie di via Torelli, uno dei ristoranti pizzeria più frequentati in città, cambia la propria vocazione e dopo essere stata per un decennio il punto di riferimento per gli amanti della birra, diviene un’eccellenza nell’offerta di vini. Proprio come chiarito dal nome scelto, il locale diventerà un punto d’attrazione per appassionati ed enologi.

I titolari, Fausto e Francesco Mazzoni e i genitori Enero e Vanda Treossi, gestori della Brasserie al Forum Tennis dal 1997 al 2005 e dal 2006 a oggi in via Torelli, soci e ideatori nel 2011 del Barbeer, nel gennaio 2012 hanno aperto l’agriturismo La Minarda di Branzolino (dove ha sede, dal 1936, l’azienda agricola), e fondatori, nel dicembre 2013, del FOB di Rimini, hanno deciso di recuperare la destinazione originaria del locale, ubicato sotto a

Palazzo Guarini, la cantina, nella quale si produceva e si vendeva vivo sfuso. Lo stesso restyling degli arredi e delle stanze è un richiamo al mondo della vineria. Un ritorno alle origini anche per i titolari, che non solo hanno all’attivo un’esperienza ventennale nel settore, ma provengono da una famiglia che, da generazioni, coltiva le proprie uve poi trasformate direttamente, per uso familiare. Un’offerta rinnovata e che punta a una ristorazione di qualità pur nel rispetto della tradizione dell’osteria, sempre con un’attenzione agli appassionati della pizza, rimasta in menù e della birra alla spina, di cui due di produzione propria. Raspo offrirà ai propri clienti anche un’ulteriore novità, sono in calendario appuntamenti musicali, con gruppi jazz, blues e soul, per trascorrere una piacevole serata tra ottime libagioni e buona musica. La cantina dei vini ben fornita e la possibilità di acquistarne anche da asporto, completano la proposta, un segnale di vitalità che conferma la volontà degli imprenditori di investire sul centro storico.

L’artigianato alimentare traina il settore L’alimentazione made in Italy è sinonimo di qualità e varietà e i produttori artigiani sono il baluardo di questa produzione. Confartigianato ha calcolato che per soddisfare la domanda di gelati, birre, pizza, street food, olio si muove un esercito di 46.566 imprese, con 90.900 addetti. L’Italia è al primo posto in Europa per la maggiore quota di addetti nelle piccole imprese del settore alimentare, pari al 63,9% a fronte della media Ue del 36,5%. La ricetta dei prodotti artigiani è il rispetto delle materie prime e delle tecniche di lavorazione tradizionali e un’attenzione sempre più diffusa a soddisfare particolari esigenze dietetiche o legate a intolleranze alimentari della clientela. Confartigianato ha rilevato che a livello regionale, è la Lombardia a vantare il maggior numero di produttori artigiani di gelati, birre, olio d’oliva, pizza, street food e cibo da asporto: 6.837. Secondo posto per l’Emilia Romagna con 4.455 imprenditori, seguita da Sicilia (4.255), Lazio (4.096), Veneto (3.895) e Campania con 3.863 imprese. essere impresa • • • settembre 2017 • 9


aziende storie di impegno e successi Comunicare con l’arte

I trent’anni di Casa Walden

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iamo tutti scultori e pittori, e il nostro materiale è la nostra stessa carne, il nostro sangue, le nostre ossa” così scriveva Henry David Thoreau nel libro Walden ovvero Vita nei boschi, da cui trae origine il nome dell’agenzia di comunicazione Casa Walden, che a luglio ha compiuto trent’anni di attività. Un traguardo prestigioso, che come tengono a chiarire subito Cosetta Gardini e Giuseppe Tolo (nella foto), i titolari dell’agenzia, non è un punto d’arrivo, bensì una nuova partenza. Entrare nella sede dell’azienda in corso Mazzini significa avere l’opportunità di conoscere una realtà, che ha fatto della bellezza il proprio motivo ispiratore. “Proveniamo dal mondo accademico, ci siamo conosciuti sui banchi di scuola e assieme abbiamo affrontato un percorso basato sull’educazione artistica, la grafica, il disegno a mano e lo studio del segno e del suo significato.” Imparando a riprodurre manualmente, per comprendere la diversa connotazione di un carattere tipografico, che carica di un ulteriore significato la parola che va a comporre. Competenze preziose, frutto di anni di approfondimento e di studio incessante, indispensabile per rinnovarsi. “Con la diffusione della tecnologia e dei programmi di grafica, molti hanno pensato di poter improvvisare una professione, delegando al computer ciò che invece è appannaggio del pensiero e del proprio stile. La tecnologia è uno strumento, sicuramente potente, ma è la creatività che accende il mezzo e consen-

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te di individuare il concetto.” Spiegano i due soci “tra i nostri ispiratori c’è Armando Testa, i cui lavori erano vere opere pittoriche e Bruno Munari, un artista prima che un designer. Siamo convinti che le basi culturali siano imprescindibili, gli anni trascorsi ad apprendere le tecniche pittoriche, per padroneggiare i chiaroscuri, sui banchi di scuola, ci consentono di dar corpo all’idea che anima il progetto. Il segno grafico non è solo inchiostro, ma sottende un significato che rimanda a uno specifico concetto.” Una sensibilità e un’attenzione che si manifestano anche nell’approccio alla committenza “per poter realizzare una campagna che porti risultati è necessario comprendere l’obiettivo, valutare la strategia più efficace sulla base del budget stanziato e conoscere il cliente. Per questo è necessario saper fare le domande giuste.” Capacità di ascolto ed empatia, poi, matite, pennelli, aerografo, persino la fotografia affiancano l’uso del computer a Casa Walden. “Ospitiamo studenti stranieri in stage, giovani molto preparati tecnicamente, che stupiamo col nostro approccio, dimostrando come, prima di arrivare al computer, sia necessario aver maturato l’idea.” Ma l’approccio al lavoro non è l’unico tratto peculiare “siamo riusciti a lavorare assieme per tanti anni proprio perché condividiamo gli stessi valori e siamo entrambi convinti che partendo dalle piccole cose si possa cambiare il mondo. Non abbiamo scelto a caso il nostro nome, per noi è indispensabile l’etica” che si declina in molti modi e che può essere sintetizzata nella correttezza e nel rispetto non solo per il committente ma verso fornitori e collaboratori. Trent’anni di attività fra clienti prestigiosi, molti dei quali in ambito culturale, grandi marchi della distribuzione e aziende vinicole, così come piccole realtà locali, attente alla qualità della propria immagine.


storie di impegno e successi aziende Un omaggio alla città

La mostra a cielo aperto

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asa Walden fa comunicazione… anche sui muri. E per festeggiare i suoi primi 30 anni di attività, organizza una mostra dei suoi lavori. Una mostra di poster 6x3 sui muri di Forlì, la sua città. Perché questa scelta? Primo, per offrire una mostra a tutti, a chi sa e chi non sa, a chi cammina per strada, a chi è fermo al semaforo o ad aspettare un autobus, a chi va al lavoro o a scuola. D’altronde quando la fruizione avviene in maniera spontanea siamo più propensi a prestare maggiore attenzione al messaggio e a ricordarlo. Secondo, perché uno spazio chiuso, una sala, un museo o altro ancora non sarebbero stati in grado di comunicare Casa Walden. Casa Walden porta nel nome i boschi di Henry David Thoreau, l’amore per la natura e il rispetto per l’ambiente. Casa Walden è nata creando manifesti e da allora comunica per altri usando la propria arte e professionalità, esprimendo se stessa attraverso i suoi clienti e continuerà a farlo, ma oggi, con questa mostra, Casa Walden comunica Casa Walden: ha raccolto alcuni particolari di venti lavori e non le resta che uscire fuori a colorare e tappezzare i muri, i grandi muri della sua città… per tutti… per amor di segno. Terzo, perché sono curiosi di vedere come va!

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economia & lavoro Percorso formativo

Tutelare se stessi e la propria azienda con l’educazione finanziaria

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a gestione del proprio denaro è uno dei nodi più complessi non solo per l’imprenditore, bensì per ogni cittadino: come investire i risparmi, decidere se indebitarsi o meno e a che tassi o quale piano pensionistico scegliere, sono casi quotidiani per molti. Per poter compiere consapevolmente le scelte migliori è importante acquisire le basi di quella che è chiamata comunemente educazione finanziaria. Concetti relativamente semplici ma indispensabili per evitare di essere alla mercé del caso o della malafede di chi potrebbe trarre maggiori profitti da un cliente sprovveduto. Per orientarsi meglio in un campo spesso ritenuto ostico, Confartigianato di Forlì, in collaborazione con il consulente finanziario indipendente Riccardo Minghetti, organizza una serata di approfondimento sul tema. L’incontro gratuito e aperto a tutti viene realizzato giovedì 21 alle ore 18 nella sede di Confartigianato Forlì in viale Oriani 1. Come chia-

risce lo stesso Minghetti “a fine 2015, McGraw Hill Financial, società che controlla l’agenzia di rating Standard & Poor’s, ha pubblicato i risultati di un’indagine condotta a livello globale sul livello di alfabetizzazione finanziaria. La ricerca indaga la comprensione di quattro temi rilevanti nell’ambito delle scelte finanziarie quotidiane: la diversificazione, l’inflazione, i tassi di interesse semplici e gli interessi composti. In base a queste domande, viene classificato come finanziariamente preparato chi risponde correttamente ad almeno tre dei quattro temi proposti. I risultati non sono particolarmente incoraggianti: gli italiani che hanno risposto correttamente a tre temi su quattro sono il 37%. Il bel Paese si colloca quindi nelle ultime posizioni delle economie avanzate e rimane nettamente sotto la media Europea che si attesta al 52%. Abitanti della Birmania, Kenya e Madagascar (solo per citarne alcuni) sono maggiormente educati finanziariamente rispetto ai nostri connazionali.” Come si risolve il problema? Sensibilizzando a temi che vengono avvertiti come argomenti esoterici e acculturando attraverso iniziative che aiutino a chiarire i diversi aspetti citati. Confartigianato propone quindi un ciclo di quattro incontri dal titolo “Educarsi alla finanza: le regole fondamentali per risparmiare e investire correttamente”, di cui l’appuntamento del 21 settembre è l’evento inaugurale.

Obiettivo efficienza

Cambia il Fondo centrale di garanzia delle Pmi

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luglio è stato pubblicato il decreto che punta a rendere Fondo centrale di garanzia delle Pmi più efficace con un nuovo modello di rating per valutare il merito creditizio delle imprese. Nel decreto sono definiti nuovi parametri di riferimento delle misure massime di garanzia, in funzione

della probabilità di inadempimento dell’impresa richiedente, oltre che della durata e della tipologia del finanziamento. Con le nuove disposizioni sarà possibile rafforzare gli interventi in favore di imprese con maggiore necessità di sostegno pubblico. Il grado di protezione del Fondo varierà in funzione della finali-

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tà, della durata e della tipologia dell’operazione finanziaria e della rischiosità dell’impresa con l’obiettivo di sostenere in misura maggiore i soggetti sani ma più esposti al rischio razionamento del credito. Le garanzie concesse saranno più elevate per le operazioni di investimenContinua a pagina 13 • • •


economia & lavoro

Un percorso gratuito per imprenditori, collaboratori e dipendenti

Educarsi alla finanza: le regole fondamentali per risparmiare e investire correttamente Come gestire i risparmi, accendere un mutuo e scegliere un piano pensionistico? Con Confartigianato Forlì orientarsi diventa più semplice, l’Associazione in collaborazione con il consulente finanziario indipendente Riccardo Minghetti propone un percorso di approfondimento dal titolo “Educarsi alla finanza: le regole fondamentali per risparmiare e investire correttamente.” Il corso si articolerà in quattro appuntamenti che si terranno nella sede forlivese dell’Associazione in viale Oriani 1 alle 18 a partire da giovedì 21 settembre, nei quali saranno sviluppati temi utili per apprendere le basi dell’educazione finanziaria.

21 settembre

Educarsi alla finanza: l’ABC del risparmiatore

12 ottobre

Educarsi alla finanza: tra psicologia e scelte di investimento

19 ottobre

Educarsi alla finanza: gli ingredienti di una corretta pianificazione finanziaria

26 ottobre

Educarsi alla finanza: l’utilizzo corretto degli strumenti finanziari per raggiungere i propri obiettivi

Incontri basati sul confronto diretto col docente, che dopo una prima parte di esposizione presenterà casi concreti e dialogherà coi presenti per chiarire ogni dubbio.

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Cambia il Fondo centrale di garanzia delle Pmi to e per le imprese con classe di merito più basse, mentre scenderanno per le operazioni di liquidità e a breve termine. In base alla riforma, le imprese verranno classificate in 5 classi di merito, caratterizzate da una probabilità di inadempimento crescente: sicurezza; solvibilità; vulnerabilità; pericolosità; rischiosità. Questo modello di valutazione non si applicherà in alcuni casi precisi. Tra questi

le operazioni a rischio tripartito, vale a dire quelle in cui il rischio è suddiviso in tre parti uguali tra Fondo, banca e confidi. Per questo tipologia, infatti, la valutazione è interamente delegata ai finanziatori e ai soggetti garanti preventivamente autorizzati dal Consiglio di gestione del Fondo. L’attuazione della riforma del Fondo centrale di garanzia è ora affidata alla pubblicazione di un successivo decreto ministeriale con il quale saranno approvate le nuove “condizioni di ammissibilità e delle disposizioni di carattere generale del Fondo”, che non potrà essere emanato prima del 31 dicembre 2017. essere impresa • • • settembre 2017 • 13


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notiziario tecnico

Consulenza fiscale • a cura di Roberto Mambelli COMPENSAZIONE CREDITO IVA INFRANNUALE: ULTERIORI PRECISAZIONI (RISOLUZIONE 103 DEL 28/07/2017) Come noto, a partire dall’entrata in vigore della Legge di conversione del D.L. 50/2017, avvenuta in data 15.06.2017, è stato introdotto un ulteriore obbligo riguardante il Credito Iva infrannuale, in particolare:  viene introdotto il visto di conformità anche sui modelli TR in presenza di compensazioni orizzontali di importo superiore a 5.000 euro;  in caso di richiesta di rimborso il limite da cui è obbligatorio il visto di conformità resta fermo a 30.000 euro. Sempre a partire dalla data di conversione in Legge del D.L. 50/2017 (15.06.2017), è prevista la riduzione del periodo intercorrente tra la presentazione della dichiarazione Iva o del modello Iva TR (Iva infrannuale) e la possibilità di effettuare la compensazione. Tale modifica comporta che prima di compensare i crediti Iva infrannuali di importo superiore a € 5.000 va presentata la il modello Iva TR e solo dopo 10 giorni (prima della modifica occorreva attendere il 16° giorno del mese successivo alla presentazione della dichiarazione o dell’istanza) dalla presentazione è possibile trasmettere i modelli F24. Con la risoluzione n. 103/E del 28 luglio 2017, l’agenzia delle Entrate è intervenuta al fine di fornire alcune precisazioni proprio in tema di utilizzo in compensazione «infrannuale» del credito Iva per importi superiori a euro 5mila. È stato chiesto infatti, alla luce del fatto che il visto o la firma sostitutiva vanno rilasciati qualora, nell’anno, si compensi un credito Iva superiore a euro 5 mila, se il visto di conformità sull’istanza di compensazione infrannuale, presentata attraverso il modello Iva TR, vada apposto solo al momento dell’effettivo utilizzo in compensazione del credito per un importo superiore a 5 mila euro e se il limite di euro 5mila, per l’apposizione del visto di conformità, debba essere calcolato tenendo conto dei precedenti crediti trimestrali semplicemente indicati in altre istanze o solo se tale credito è stato effettivamente utilizzato. L’agenzia delle Entrate, attraverso la citata risoluzione, fa presente immediatamente che il visto di conformità è obbligatorio in tutti i casi in cui l’istanza, attraverso la quale viene «chiesto» di poter compensare il credito Iva infrannuale, indica un importo superiore

a 5mila euro annui, anche se dopo aver presentato l’istanza il contribuente non ponga in essere alcun effettivo utilizzo in compensazione del credito. Inoltre, la stessa Agenzia ha chiarito che il limite dei € 5.000 è riferito all’ammontare complessivo dei crediti trimestrali maturati nell’anno d’imposta, tenendo in considerazione anche i crediti trimestrali chiesti in compensazione nei trimestri precedenti.

LA PROROGA AL 31.10.2017 DEL MOD. REDDITI / IRAP Con il DPCM 26.7.2017, pubblicato sulla G.U. 28.7.2017, n. 175, è stata disposta la proroga dei termini di presentazione delle dichiarazioni relative al 2016. Il nuovo termine ha effetto, tra l’altro al fine del ravvedimento operoso delle violazioni relative al 2016 nonché della stampa / conservazione elettronica dei registri contabili 2016, da effettuare entro 3 mesi dal termine di presentazione del mod. REDDITI. Il citato Decreto dispone la proroga al 31.10.2017 del termine di presentazione del mod. REDDITI 2017 e del mod. IRAP 2017 che devono essere presentati nel periodo 1.7 - 30.9.2017. La proroga al 31.10.2017 riguarda anche i soggetti IRES per i quali il termine di presentazione è stato differito di 15 giorni dall’art. 13-bis, DL n. 244/2016, “al fine di agevolare la prima applicazione delle novità civilistiche in materia di bilancio d’esercizio e delle disposizioni di coordinamento fiscali”. In particolare, per i soggetti IRES con esercizio coincidente con l’anno solare, il termine passa dal 16.10 al 31.10.2017. Il differimento opera anche nei confronti dei soggetti con periodo d’imposta non coincidente con l’anno solare il cui termine di presentazione delle dichiarazioni scade nel suddetto periodo (ad esempio, società di capitali con periodo d’imposta 1.12.2015 - 30.11.2016 il cui termine ordinario scade entro la fine del 9° mese successivo, ossia il 31.8.2017). La proroga in esame si riflette altresì sullo slittamento del termine per la regolarizzazione, tramite il ravvedimento operoso, con la sanzione pari a 1/8 del minimo, delle violazioni commesse nel 2016, considerato che la stessa deve essere effettuata, ai sensi dell’art. 13, comma 1, lett. b), D.Lgs. n. 472/97, “entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno nel corso del quale è stata commessa la violazione”, ossia, alla luce della proroga, entro il 31.10.2017 (ferma restando la possibilità di regolarizzazione successiva con sanzioni ridotte più elevate). In particolare, per le regolarizzazioni intervenute fino al 31.10.2017 la sanzione ridotta in caso di omesso/ tardivo versamento è pari al 3,75%. Continua a pagina 16 • • • essere impresa • • • settembre 2017 • 15


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Si rammenta, inoltre, che con riguardo all’omessa presentazione delle dichiarazioni relative al 2016:  il termine di 90 giorni per la regolarizzazione scade ora il 29.1.2018;  per effetto di quanto disposto dal D.Lgs. n. 158/2015, è possibile presentare la dichiarazione (omessa) entro il termine della dichiarazione del periodo d’imposta successivo con la riduzione alla metà delle sanzioni previste. Pertanto entro il 31.10.2017 è possibile presentare il mod. UNICO / IRAP 2016 omesso, senza ravvedimento, con applicazione, da parte dell’Ufficio, delle sanzioni ridotte alla metà.

PROROGATI AL 30.9.2018 GLI INVESTIMENTI PER BENEFICIARE DELL’IPER AMMORTAMENTO Come noto, la Finanziaria 2017 ha previsto a favore delle imprese:  il c.d. “iper ammortamento”, ossia il riconoscimento della maggiorazione del 150% del costo di acquisizione di beni strumentali nuovi, individuati nella Tabella A, finalizzati a favorire processi di trasformazione tecnologica / digitale;  il c.d. “maxi ammortamento”, ossia il riconoscimento della maggiorazione del 40% del costo di acquisizione a favore dei soggetti che beneficiano della maggiorazione del 150% e che effettuano investimenti in beni immateriali strumentali individuati nella Tabella B. Le maggiorazioni in esame hanno rilevanza soltanto ai fini IRPEF / IRES e sono pertanto usufruibili nella relativa dichiarazione dei redditi. Le stesse non producono effetti ai fini IRAP anche nei confronti dei soggetti che determinano la base imponibile con il metodo fiscale ex art. 5-bis, D.Lgs. n. 446/97. L’incremento del 150% - 40% del costo di acquisizione spetta per i beni acquisiti nel periodo 1.1 31.12.2017 ovvero 30.6.2018 a condizione che entro il 31.12.2017:  il relativo ordine risulti accettato dal venditore;  sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Nell’ambito del DL n. 91/2017, c.d. “Decreto Sud”, convertito dalla Legge n. 123/2017, è stata disposta la proroga al 30.9.2018 del predetto termine del 30.6.2018. La proroga interessa soltanto l’iper ammortamento (l’art. 14 del citato DL n. 91/2017 ha modificato il comma 9 dell’art. 1, Finanziaria 2017). Si rammenta che, per individuare il momento di imputazione dell’investimento e pertanto la possibilità

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di beneficiare o meno della maggiorazione del 150% - 40%, va fatto riferimento al principio di competenza ex art. 109, commi 1 e 2, TUIR. Recentemente è stato annunciato che nell’ambito della Finanziaria 2018 sarà concessa la proroga al 31.12.2018 sia del maxi ammortamento per i beni strumentali nuovi che dell’iper ammortamento.

Affari generali • a cura di Monica Gori Una nuova opportunità per gli associati

Con Yuko il car sharing è possibile Grazie alla convenzione siglata da Confartigianato, gli associati potranno godere di condizioni agevolate per l’utilizzo di “Yuko with Dakota”, erogato da Toyota Motor Italia, per promuovere la mobilità alternativa anche a favore delle aziende. Le auto potranno essere prelevate dagli associati e riconsegnate nello stesso parcheggio di origine, secondo il regolamento di servizio, a tariffe agevolate. Per informazioni è possibile rivolgersi agli uffici delle sedi Confartigianato di competenza.

Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani Regime sanzionatorio per le violazioni inerenti alle prestazioni occasionali e il libretto famiglia Si informa che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), con la circolare n. 5 del 9/08/2017 ha illustrato al proprio personale ispettivo il quadro sanzionatorio applicabile nel caso in cui vengano accertate violazioni inerenti alle prestazioni occasionali ed al libretto famiglia, regolamentate dall’art. 54-bis del D.L. n. 50/2017 (così come convertito nella L. n. 96/2017). In sintesi, le sanzioni applicabili a fronte delle possibili violazioni in questo ambito sono le seguenti:  superamento da parte dell’utilizzatore, per ogni singolo prestatore, del limite economico di 2.500 € annui (o, comunque, del limite di durata della Continua a pagina 17 • • •


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prestazione pari a 280 ore); in questo caso si ha la trasformazione del rapporto in un contratto a tempo pieno e indeterminato a far data dal giorno in cui si realizza il superamento, con conseguente applicazione delle previste sanzioni civili ed amministrative (mancata comunicazione obbligatoria, mancata sottoscrizione contratto di lavoro / lettera di assunzione, LUL, etc);  aver contrattualizzato con prestazione occasionale / libretto famiglia soggetti con i quali l’utilizzatore abbia in corso o abbia cessato da meno di sei mesi un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa: in questo caso il “vizio” è legato proprio alla contrattualizzazione (che non poteva neppure avvenire, stante il divieto imposto dalla norma); in tal caso, dunque, la trasformazione del rapporto in un contratto a tempo pieno e indeterminato opera a far data dal giorno di inizio della prestazione lavorativa; - è poi prevista un’unica sanzione che “punisce” violazioni differenti nell’ambito del contratto di prestazione occasionale: - violazione dell’obbligo di comunicazione preventiva (almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione occasionale); - ricorso a prestazioni occasionali da parte di utilizzatori che abbiano alle proprie dipendenze più di cinque lavoratori subordinati a tempo indeterminato; - ricorso alle prestazioni occasionale da parte delle imprese del settore agricolo al di fuori delle ipotesi esplicitamente ammesse dal legislatore (titolari di pensione, studenti con meno di 25 anni, disoccupati, percettori di prestazioni integrative del salario / di sostegno del reddito). In tutti questi casi si applica una sanzione amministrativa il cui importo è compreso da 500 a 2.500 €: la sanzione non è diffidabile, cioè è ammesso solo il pagamento della sanzione in misura ridotta pari a € 833,33 (un terzo del massimo), e viene irrogata per ogni prestazione lavorativa giornaliera per cui risulta accertata la violazione.  violazioni inerenti l’orario di lavoro (diritto al riposo giornaliero e settimanale, pause di lavoro - articoli 7, 8 e 9, del D.Lgs. 66/2003); in questo caso non trova applicazione un quadro sanzionatorio ad hoc, bensì quello previsto per la generalità dei lavoratori dall’art. 18-bis dello stesso D.Lgs. 66/2003: - riposi giornalieri: sanzione da 100 a 300 € (6002.000 € se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori ovvero si è verificata in almeno 3 periodi di 24 ore; 1.800-3.000 € se la violazione si riferisce a più di 10 lavoratori ovvero si è verificata in almeno 5 periodi di 24 ore);

- riposi settimanali: sanzione da 200 a 1.500 € (800-3.000 € se la violazione si riferisce a più di 5 lavoratori ovvero si è verificata in almeno 3 periodi; 2.000 - 10.000 € se la violazione si riferisce a più di 10 lavoratori ovvero si è verificata in almeno 5 periodi);  violazioni inerenti la tutela della salute e della sicurezza del prestatore; in questo caso l’Ispettorato nazionale, in base a quanto prevede la norma, non fa altro che ribadire che in tale ambito trovano applicazione le disposizioni (e relative sanzioni) previste dall’art. 3, comma 8, D.Lgs. n. 81/2008 in materia di lavoro accessorio. Nell’ultima parte della circolare dell’INL viene stabilito che in caso di mancata comunicazione preventiva trova applicazione la sola sanzione amministrativa specificamente prevista dall’art. 54 bis, comma 20, D.L. 50/2017 (da 500 a 2.500 €) e non anche la maxi sanzione per lavoro nero, ogni qualvolta ricorrano congiuntamente tutte le seguenti condizioni:  sia l’utilizzatore sia il prestatore risultino regolarmente registrati sulla piattaforma INPS;  la prestazione risulti comunque possibile, non essendo stati raggiunti i limiti imposti dalla norma, sia economici sia temporali (280 ore);  la prestazione possa effettivamente considerarsi occasionale in ragione della presenza di precedenti analoghe prestazioni lavorative correttamente gestite, così da potersi configurare una mera violazione dell’obbligo di comunicazione”. Viceversa, in assenza di anche uno solo dei predetti requisiti, troverà applicazione la c.d. maxisanzione per lavoro “nero” laddove, evidentemente, concorra il requisito della subordinazione. Infine, la maxi-sanzione verrà irrogata anche qualora la comunicazione venga effettuata nel corso dell’accesso ispettivo o nel caso in cui durante lo stesso si accerti la presenza al lavoro di un soggetto per cui la comunicazione preventiva era stata fatta, ma successivamente revocata.

Buoni pasto: le regole per la fruizione Dal 09/09/2017 sono in vigore le nuove disposizioni dettate, con Decreto n. 122/2017, dal Ministero delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico relative all’utilizzo dei buoni pasto sostitutivi del servizio mensa. Tra i vari aspetti disciplinati, il Ministero stabilisce che possono essere fruitori di tali buoni i lavoratori subordinati, a tempo pieno o parziale, anche qualora Continua a pagina 18 • • • essere impresa • • • settembre 2017 • 17


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l’orario di lavoro non preveda una pausa per il pasto, nonché i collaboratori con contratto diverso dalla subordinazione. Inoltre, il MISE precisa che i buoni pasto:  non sono cedibili, né commercializzabili o convertibili in denaro e sono utilizzabili solo dal titolare;  sono utilizzabili esclusivamente per l’intero valore facciale;  sono cumulabili nella loro fruizione nel limite di n. 8 tickets giornalieri (numero massimo di buoni utilizzabili nell’arco di una giornata indipendentemente dal valore del singolo buono o dell’importo complessivo relativo agli otto buoni) Infine, nulla viene detto nel Decreto in merito all’esenzione previdenziale e fiscale dei buoni pasto che pertanto rimane pari a euro 5,29 (euro 7,00 nel caso di buoni elettronici).

Credito • a cura di Collabora Voucher a fondo perduto per la digitalizzazione delle PMI Quando fu varato il decreto “destinazione Italia” correva l’anno 2013 e alla Presidenza del Consiglio c’era Enrico Letta. Il 10 luglio scorso il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ha finalmente deliberato la copertura economica, tassello mancante per la concessione di voucher per la digitalizzazione delle PMI. Si tratta di contributi a fondo perduto, dell’importo massimo di €. 10.000, che andranno a coprire fino al 50% delle spese sostenute per:  Acquisto di software,  Acquisto di hardware,  Acquisto di servizi finalizzati a migliorare l’efficienza aziendale e a modernizzare l’organizzazione del lavoro,  Sviluppare soluzioni di e-commerce,  Connessioni a banda larga,  Collegamenti a internet mediante tecnologia satellitare. La dotazione finanziaria complessiva, che ammonta a €. 100.000.000, può sembrare elevata, ma se ipotizziamo richieste di contributo per un importo medio di €. 5.000, le imprese che potranno godere dell’agevolazione saranno 20.000. Un numero esiguo in rapporto al territorio nazionale. A tutt’oggi il Ministe-

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ro non ha ancora comunicato le modalità di richiesta del contributo. Appena verranno divulgate, sarà nostra cura informarvi e assistervi nella predisposizione delle domande. P.S. Dall’emanazione del decreto (dicembre 2013) ad oggi sono passati quattro anni. Un battito di ciglia per i tempi ai quali ci ha abituato la politica nostrana, un’enormità per chi, imprenditore, ha necessità di seguire le evoluzioni che il mercato impone. Per restare al passo con le economie degli altri Paesi dobbiamo liberarci quanto prima dal peso di queste zavorre, è un imperativo.

Categorie • a cura dei Consulenti di Confartigianato Forlì Prodotti da Costruzione Pubblicato il decreto che adegua la normativa nazionale al Regolamento Europeo È stato pubblicato sulla G.U. n. 159 del 10.07.2017 il decreto legislativo 15 giugno 2017 n.106 “Adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 305/2011, che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/ CEE”. Il Decreto è in vigore, come previsto all’articolo 31, dal 9 agosto 2017. Si ricorda che per il Regolamento europeo n. 305/2017 entrato in vigore il 1° luglio 2013, non è stato necessario il recepimento da parte degli Stati membri, diventando così immediatamente obbligatoria come legge nazionale in tutti i Paesi dell’Unione senza trasposizioni o modifiche. Ciò ha permesso di assicurare un’applicazione uniforme delle disposizioni in tutta la Comunità Europea impedendo differenziazioni tra i vari Stati. Il decreto, fermo restando le disposizioni nazionali che stabiliscono regole tecniche inerenti alla progettazione, all’esecuzione, collaudo e manutenzione delle opere da costruzione, è stato emanato allo scopo di adeguare e armonizzare la normativa italiana con l’obiettivo di garantire una maggiore sicurezza e qualità delle costruzioni, migliorare la trasparenza, l’efficacia e l’armonizzazione delle misure esistenti. Confartigianato nel corso della stesura della bozza del decreto ha presentato, come Rete Imprese Italia, nell’audizione parlamentare un documento di osservazioni di cui il legislatore ha tenuto conto per alcuni aspetti tra i Continua a pagina 19 • • •


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quali il regime sanzionatorio (eliminando l’arresto per i soli errori formali e lasciandolo, ma riducendolo notevolmente, per i casi più gravi circa l’utilizzo di prodotti e materiali destinati a uso strutturale e antincendio) e alcune importanti deroghe per le piccole e medie imprese. Il decreto, come da Regolamento, disciplina le regole cui sono sottoposti i fabbricanti di prodotti da costruzione, soggetti sia alle norme europee armonizzate che a una Valutazione Tecnica Europea (ETA), fissando le condizioni per l’immissione dei prodotti sul mercato, le regole per la redazione della dichiarazione di prestazione, le istruzioni e informazioni sulla sicurezza dei prodotti (art. 5). In buona sostanza recepisce quanto già previsto dal regolamento europeo adeguando anche il quadro normativo nazionale e gli adempimenti per il mondo delle PMI con le seguenti importanti indicazioni: le deroghe dall’obbligo di redazione della dichiarazione di prestazione (all’art. 5, comma 6) per i prodotti fabbricati in un unico esemplare o in un processo non in serie o fabbricati in cantiere, per i prodotti fabbricati con metodi tradizionali o atti alla conservazione del patrimonio (come previsto dall’articolo 5 del Regolamento) e l’applicazione delle procedure semplificate per le microimprese (art. 6, comma 5) come previste dall’articolo 37 del Regolamento. Il decreto determina chi controlla e vigila sul mercato e prevede un regime sanzionatorio che ne rappresenta uno dei tratti salienti coinvolgendo l’intera filiera degli operatori economici (fabbricanti, importatori, distributori e mandatari), dei costruttori, direttori lavori, direttori dell’esecuzione e collaudatori, organismi e laboratori di parte terza nonché i progettisti che prescrivono prodotti non conformi. Così come previsto all’art. 59 del Regolamento è presente la sanabilità senza sanzione dei meri errori formali (targhetta non conforme al format, errori di compilazione, dichiarazione di prestazione non aderente alle disposizioni del regolamento, ecc….) riducendo così notevolmente il numero di potenziali multe. È previsto invece l’arresto per chi viola le regole per i prodotti strutturali e antincendio, ma riducendone notevolmente gli importi rispetto alla prima bozza nel quale erano previsti arresti anche fino ad un massimo di tre anni.

All’art 3 istituito il Comitato nazionale di coordinamento dei prodotti da costruzione per le attività delle amministrazioni competenti nel settore e determinerà gli indirizzi volti ad assicurare l’uniformità e il controllo dell’attività di certificazione e prova degli organismi notificati; i rappresentanti delle Associazioni di categoria rappresentative del settore delle costruzioni, pur non essendo membri di diritto, saranno invitati con funzioni consultive in relazioni agli argomenti trattati. A tale proposito la Confederazione nel documento presentato in audizione ne ha sollecitato una piena attuazione. Al fine di assicurare la piena integrazione delle funzioni connesse al rilascio della valutazione tecnica europea (ETA) si prevede la costituzione di un Organismo nazionale per la valutazione tecnica europea (ITAB). Per informazioni contattare Giuseppe Mercatali allo 0543 452960.

Orafi Decreto Compro Oro Attesi chiarimenti Il 5 luglio 2017 è stato emanato il decreto sui Compro Oro, tuttavia è necessario attendere il decreto attuativo che entrerà in vigore entro 90 giorni ossia entro il 5 ottobre 2017. La Confederazione Nazionale ha dibattuto a lungo per escludere la categoria degli Orafi da quanto previsto dal decreto, purtroppo in prima istanza non è stata ascoltata: tuttavia Confartigianato sta continuando il confronto coi ministeri competenti. Al momento nulla è cambiato per gli imprenditori e tutto rimarrà inalterato almeno sino al 5 ottobre 2017 salvo ulteriori deroghe. L’unica novità del decreto che va applicata è la tracciabilità delle operazioni di Acquisto e Vendita: i pagamenti e gli incassi oltre i 1.000 euro dovranno essere effettuati attraverso carta di credito, bancomat, assegni (nulla di diverso da ciò che già si sta attuando). Per ulteriori chiarimenti contattare Fabiola Foschi allo 0543 452844.

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movimenti anap Appuntamento promosso unitariamente

CUPLA: Una riflessione sulla sanità

È

stato realizzato il terzo meeting Provinciale del CUPLA Forlì-Cesena, dal titolo, “La sanità oggi e domani: tra prevenzione, cura e assistenza”, con un focus su: livelli essenziali di assistenza, vaccini e nuovo Piano SocialeSanitario Regionale. Il meeting ha fatto registrare la presenza di oltre 130 partecipanti associati alle Organizzazioni aderenti a CUPLA tra cui ANAP Confartigianato, tra gli interventi, quello di Paolo Zoffoli, consigliere Regionale Emilia-Romagna e Presidente della Commissione assembleare Politiche per la Salute e Politiche sociali, che ha offerto un interessante contributo sugli argomenti del focus. Intervento puntuale, molto seguito dai presenti e apprezzato per il contenuto. Alla fine dell’intervento si è aperto un dibattito con numerose domande a cui è stata data una puntuale risposta da parte del Consigliere Zoffoli. Salvatore Cavini, per il Coordinamento Regionale CUPLA ha concluso i lavori con una brillante relazione

sulla l’attività svolta da CUPLA sui temi della Sanità, Welfare e tutte le problematiche che riguardano in particolare i pensionati delle categorie del lavoro autonomo. A conclusione dei lavori, Il Trio Iftode e Gabriele Zelli hanno presentato “A sem di Rumagnul” musica e aneddoti sulla Romagna e i romagnoli, ricevendo un’entusiastica accoglienza da parte della folta platea.

Qualità della vita dell’anziano, un nuovo indice

La Norvegia miglior paese al mondo La Norvegia promossa come miglior “paese per vecchi”, ma in senso positivo, mentre l’Italia arranca nell’offrire agli anziani una buona qualità di vita, salute, coesione sociale e intergenerazionale, equità di trattamento per anziani ricchi e poveri: è quanto emerge, in sintesi, dai risultati di un nuovo barometro del benessere e della qualità di vita degli anziani nei vari paesi del mondo. Il nuovo strumento è stato presentato durante il Congresso Mondiale della International Association of Gerontology and Geriatrics a San Francisco, e mostra al primo posto la Norvegia mentre l’Italia si piazza, distante, su una posizione meno lusinghiera, al 14esimo posto. Unico per completezza (tiene conto di fattori non solo economici ma anche sociali e di salute), l’indice è stato realizzato (all’inizio per 30 paesi) con l’obiettivo di stimare quanto i singoli paesi si stanno adattando e stanno reagendo al drammatico invecchiamento della popolazione. La questione è infatti di stringente attualità visto che, dati alla mano, il mondo invecchia sempre più velocemente e secondo il rapporto del Census Bureau statunitense ‘Aging World 2015’ diffuso lo scorso anno e finanziato 20 • settembre 2017 • • • essere impresa

dall’Istituto Nazionale sull’Invecchiamento Usa (Nia), la popolazione anziana globale continua a crescere ad una velocità senza precedenti. Nel 2015 l’8,5% degli abitanti della terra (617 milioni) aveva 65 anni o più. Entro il 2050 questa popolazione raggiungerà il 17% degli abitanti del globo, pari a 1,6 miliardi di persone. La popolazione mondiale dei grandi vecchi, over-80, risulterà più che triplicata dal 2015 al 2050, passando da 126,5 milioni ai 446,6 milioni. È dunque importante capire come le istituzioni dei singoli paesi stiano reagendo e prendendo in mano il problema, di qui l’utilità di un indice che lo affronti a 360 gradi, in ogni sua sfaccettatura. L’indice sviluppato, infatti, si basa su una serie di parametri di misura (dalla sicurezza sia economica sia fisica, al benessere come misura della salute degli anziani; da produttività e coinvolgimento degli anziani nel mondo del lavoro alle disuguaglianze tra individui anziani più o meno abbienti; fino alla coesione, ovvero quanto la società sia in grado di accogliere gli anziani e quali siano i rapporti intergenerazionali; misure che riflettono lo Continua a pagina 21 • • •


anap movimenti Pene più severe per chi truffa gli anziani

Anap in prima linea per promuovere la sicurezza

L

a proposta, al vaglio in Parlamento, di incrementare le pene nei confronti dei truffatori e di stabilire l’ordine di arresto per chi viene colto in flagrante è un atto di civiltà. I vertici di Anap Confartigianato commentano “con l’adesione alle varie edizioni della campagna contro le truffe agli anziani è stata portata avanti in primis un’azione di prevenzione, basata principalmente sull’informazione attraverso riunioni e convegni su tutto il territorio forlivese. Il vademecum distribuito negli incontri è stato, fin dall’inizio, il materiale informativo per eccellenza, con consigli utili e modelli di comportamento in caso di truffe. È sempre stata una priorità contrastare un fenomeno che purtroppo si diffonde assumendo forme sempre nuove e che colpisce, anche sul piano psicologico, la categoria più fragile della so-

cietà: gli anziani.” Continuano “siamo giunti alla terza edizione di Più sicuri insieme, la campagna contro le truffe agli anziani lanciata da ANAP in collaborazione con il Ministero dell’Interno e la Direzione Centrale della Polizia criminale, servizio analisi criminale, riuscendo a raggiungere un crescente numero di anziani, che, oggi, sanno meglio tutelarsi di fronte a potenziali truffe.” Accanto all’azione di prevenzione, è sempre più necessaria un’opera di repressione efficace. L’iniziativa parlamentare persegue questo scopo per questo Anap auspica che la normativa venga sollecitamente approvata. Di sicuro l’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati non mancherà di vigilare, continuando a promuovere campagne di sensibilizzazione e collaborando con i tutori dell’ordine.

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La Norvegia miglior paese al mondo stato e il livello di benessere degli anziani in ciascun paese, spiega John Rowe, che guida il team di ricercatori che ha prodotto il barometro. I cinque paesi complessivamente vincenti sono Norvegia (con un punteggio di 65 su una scala da 0 a 100), Svezia (62), Stati Uniti (59,8), Olanda (59,5) e Giappone (59,1). L’Italia si piazza solo al 14esimo posto con un punteggio complessivo di 36,5. Osservando nel dettaglio le classifiche fornite per 18 paesi (Usa, Norvegia, Olanda, Giappone, Svezia, Estonia, Irlanda, Gran Bretagna, Finlandia, Danimarca, Germania, Austria, Slovenia, Belgio, Spagna, Italia, Polonia e Ungheria) si vede che l’Italia è penultima sul fronte di produttività e coinvolgimento degli anziani nel mondo del lavoro (primi gli Usa, ultima l’Ungheria); tredicesima sul benessere (primo il Giappone, ultima l’Ungheria); ultima sull’equità (prima la Norvegia) con forti gap per benessere, salute e sicurezza economica tra ricchi e poveri; penultima sul fronte della coesione sociale e intergenerazionale (ultima Estonia, prima l’Irlanda); bene (è terza) solo sulla sicurezza intesa come presenza di misure di supporto al pensionamento e alla sicurezza fisica (prima la Spagna, ultima l’Estonia).

Anap continua a promuovere l’attività per i soci

Un calendario ricco di eventi Una vita attiva è un ottimo strumento per combattere l’invecchiamento. Anap Confartigianato promuove una serie di appuntamenti per consentire ai propri soci momenti di confronto e di svago. Come le gite nei luoghi più caratteristici d’Italia, l’ultima delle quali nella Tuscia, fra Civita di Bagno di Bagnoregio e il lago di Bolsena, una due giorni dedicata all’arte, alla cultura e all’incanto dei bellissimi paesaggi. Un’opportunità per trascorrere momenti di divertimento in compagnia e per conoscere le bellezze del nostro Paese. essere impresa • • • settembre 2017 • 21


movimenti donne impresa Pink Tax

Quando la tassa discrimina

N

ascere donna implica diventare un particolare tipo di consumatore. Con esigenze che attengono alle specificità biologiche che ogni persona di sesso femminile condivide. Eppure in Italia alcune tipologie di prodotti, tra cui gli assorbenti, sono considerati un genere di lusso, quindi tassati al 22%, mentre le lamette da barba beneficiano dell’iva al 4% come prodotto di prima necessità. Ora, non s chiede di penalizzare anche l’uomo, quanto piuttosto riconoscere alle consumatrici gli stessi benefici,

soprattutto nel caso dei beni indispensabili. Appare difficilmente comprensibile come lo stesso prodotto dedicato all’uomo o alla donna abbia costi differenti, con un significativo ricarico su quelli declinati al femminile, basti pensare alle penna Bic, che nella versione “per lei” costa circa un terzo in più. La risposta dei produttori è semplice: il packaging dedicato, la cura del design dei contenitori e persino le nuance di colori determinano un surplus nel prezzo. Come se una consumatrice non riuscisse a discernere un prodotto dedicato senza una confezione nei toni del rosa. Certo se la differenza di costi fosse applicata unicamente sui prodotti come quelli da bagno o di cancelleria la so-

luzione, molto intuitiva, sarebbe acquistare la più spartana versione maschile evitando l’inutile aggravio. Ma come fare nel caso di prodotti la cui versione maschile è inesistente, in quanto oggetto rispondente a sole esigenze femminili o, come nel caso dell’abbigliamento, quando non ci si può accontentare del modello da uomo? Non resta altro che pagare. Anche perché la Pink Tax non esiste solo al supermercato, anche le assicurazioni auto costano mediamente il 4% in più, se il guidatore è donna. Dunque esiste la tassa rosa, anche se bene mascherata, e costringe la metà della società che già riceve ingiustamente una retribuzione inferiore, a pagare di più per i suoi acquisti.

Il 4 ottobre a Forlì

Le mamme ribelli non hanno paura Mercoledì 4 ottobre nella sede di Confartigianato Forlì arriva Giada Sundas, giovane autrice del libro “le mamme ribelli non hanno paura” pubblicato da Garzanti. La serata nasce dalla collaborazione fra Confartigianato Donne Impresa e Caratteri d’Autore, la rassegna letteraria che da tre anni porta a Forlì giovani talenti. La scelta del testo è frutto dell’impegno che l’Associazione ha assunto da anni nel campo dell’educazione e del dialogo con il mondo dell’istruzione, nella consapevolezza che la vita dell’imprenditore non è solo fatta di lavoro in azienda, ma anche di famiglia e legami con la comunità. Sundas

è una madre che racconta la sua esperienza, “quando nasce un figlio si rinasce di nuovo. Si rinasce madri.” Da quel giorno ha studiato tutti i manuali esistenti in commercio e ha ascoltato ogni consiglio. Affinché Mya, il suo dono più prezioso, fosse al sicuro, protetta, amata. Eppure non sempre tutto le veniva come era scritto in quei libri o come le avevano detto di fare. È stato allora che ha capito una grande verità: che non esistono regole, leggi, dogmi imprescindibili. Il mestiere di madre si fa ogni giorno, si impara sul campo. Una serata divertente, per affrontare col sorriso il mestiere più difficile e più complesso da apprende-

22 • settembre 2017 • • • essere impresa

re, quello di genitore. Un’opera prima che ha scalato velocemente le classifiche e ha portato la sua autrice in giro per l’Italia a incontrare altri genitori, un debutto che, partendo dalla vita, parla al cuore di tutti. Un piccolo regalo a una bimba di due anni perché possa scoprire un giorno come è venuta al mondo, da quale amore, da quali errori, da quali scelte. Una storia sulla maternità, quella vera che si fa passo dopo passo, fatica dopo fatica, felicità dopo felicità.


associazione

SPORTELLO COLF E BADANTI Un supporto alle famiglie Lo sportello colf e badanti di Confartigianato Forlì nasce per offrire una consulenza qualificata sulla gestione del rapporto di lavoro di colf, badanti, assistenti familiari e baby sitter. I servizi offerti attengono a ogni fase del rapporto di lavoro, offrendo garanzie sia al datore di lavoro, sia al lavoratore domestico, nel rispetto del Contratto Collettivo di Lavoro di riferimento.

Tra i servizi offerti definizione del contratto nel rispetto del CCNL del lavoro domestico elaborazione dei prospetti paga mensili, calcolo della tredicesima ed elaborazione del modello CUD calcolo dei contributi previdenziali e compilazione della modulistica per il versamento all’INPS conteggio di ferie, malattia, maternità, infortunio calcolo di TFR e liquidazione compilazione dei documenti necessari per accedere alle agevolazioni fiscali previste per il datore di lavoro Per richiedere un preventivo gratuito e una consulenza personalizzata è possibile rivolgersi al Caaf di Confartigianato Forlì, in viale Oriani 1 a Forlì, allo 0543 452811. Trasparenza, professionalità, attenzione alle esigenze del datore di lavoro e a quelle del lavoratore sono i punti di forza del servizio. essere impresa • • • settembre 2017 • 23


movimenti giovani imprenditori Con l’innovazione cresce l’occupazione

Più opportunità con la tecnologia

L’

occupazione è uno degli elementi che dovrebbero sostenere il rilancio della nostra economia. Confartigianato ha realizzato uno studio sull’andamento del mercato del lavoro con una particolare attenzione ai giovani, per comprendere quanto l’apprendistato si stia rivelando efficace per favorire l’inserimento degli under 35 fra gli impiegati. Nei primi cinque mesi del 2017, nel settore privato, è stato registrato un saldo positivo negli occupati pari a +729 mila, superiore del 31,7% al +554 mila registrato nel 2016 e superiore anche al saldo di +645 mila unità dei primi cinque mesi del 2015. Su base annua, la variazione dei rapporti di lavoro negli ultimi dodici mesi risulta positiva e pari a +497 mila, combinazione di un aumento di 21 mila contratti a tempo indeterminato, di 48 mila contratti di apprendistato in più, di 400 mila contratti a tempo determinato e di 28 mila stagionali. La domanda di lavoro nella piccola impresa è un driver, in questa fase di recupero dell’occupazione e Confartigianato ha frequentemente messo in evidenza l’importanza dell’apprendistato come canale privilegiato di accesso per i giovani al mercato del lavoro: l’inquadramento contrattuale è rivolto ai giovani tra i 15 e i 29 anni e si realizza mediante fasi d’insegnamento pratico e tecnicoprofessionale. Le assunzioni di apprendisti, infatti, aumentano del 27,2%, accelerando l’aumento registrato nello stesso periodo del 2016 (+13,2%). In crescita anche le assunzioni a termine precisamente del 23% (superiore al +3,3% del 2016), segno positivo anche per le assunzioni stagionali (+18,9% in controtendenza rispetto al -10,8% del 2016), mentre a fronte dell’esaurimento della decontribuzione diminuiscono le assunzioni a tempo indeterminato che risultano in flessione del 5,5%, dato comunque in netto miglioramento rispetto al -31,2% registrato nel 2016. Anche in Emilia Romagna l’apprendistato si sta rivelando un’opportunità per i giovani, nell’ultimo anno questa tipologia di assunzione ha avuto un incremento del 31,3%, di poco superiore alla media nazionale del 30%. Il livello di istruzione vede il 42% delle assunzioni destinate a diplomati, il 17,3% a coloro che hanno conseguito una qualifica professionale e un 14,6% per laureati, nella restante percentuale si tratta di richieste per figure senza formazione specifica. Interessante notare che con la crescita della digitalizzazione

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delle imprese divengono maggiormente richieste professionalità specifiche, figure richieste e di difficile reperimento sono gli addetti all’attrezzaggio di macchine utensili e conduttori delle stesse. Lo studio di Confartigianato mette in luce che esistono posti vacanti proprio per la mancanza di figure adeguate quasi 15mila operai nelle attività meccaniche ed elettromeccaniche mancano all’appello, mentre 14.500 potrebbero trovare occupazione in campo informatico e ingegneristico. Come chiarito dal report, una strada per colmare il gap tra le imprese che non trovano manodopera e i giovani in cerca di lavoro è sicuramente rappresentato dal contratto di apprendistato che tra maggio 2016 e maggio 2017 ha visto una crescita del 27,2%, pari a 258.631 apprendisti assunti. In pratica, grazie all’apprendistato, in un anno sono entrati nel mondo del lavoro 1.026 giovani al giorno.

Le cifre dello studio

Un mercato in crescita La rivoluzione digitale e gli incentivi di Industria 4.0 contribuiscono a muovere il mercato del lavoro. Secondo la rilevazione di Confartigianato tra luglio e settembre le imprese prevedono 117.560 assunzioni di personale con titoli di studio legati all’innovazione tecnologica. In particolare, gli imprenditori sono a caccia di 32.570 diplomati in meccanica, meccatronica ed energia e di 13.350 diplomati in elettronica ed elettrotecnica. Alta anche la domanda, pari a 34.940 assunzioni previste, per la qualifica o il diploma professionale a 4 anni in meccanica, cui si somma la richiesta di 9.840 ingegneri elettronici e 8.550 ingegneri industriali. Ma le imprese devono fare i conti con la difficoltà a trovare la manodopera necessaria. Confartigianato fa rilevare che tra le professioni più richieste e con maggiore difficoltà di reperimento vi sono gli addetti all’installazione di macchine utensili (introvabili per il 64% delle assunzioni previste) e gli addetti alla gestione di macchinari a controllo numerico (manca all’appello il 58% del personale necessario alle imprese). Problemi anche a reperire 14.990 operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (pari al 43% del totale di questa qualifica richiesta dalle imprese) e 14.430 tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (39%).


giovani imprenditori movimenti Obiettivo occupazione con Industria 4.0

I giovani incarnano il futuro

I

l progresso tecnologico deve essere gestito al meglio per garantire migliori opportunità ai giovani. È una richiesta apparentemente semplice quella di Confartigianato, impegnata, non solo a livello locale, a intensificare le attività che consentano agli under 35 in cerca di occupazione di conoscere meglio le logiche del mercato del lavoro. Per quanto il trend 2017 non sia ancora positivo e confermi il ritardo nel recupero dell’occupazione giovanile, soprattutto per la fascia compresa tra i 15 e i 24 anni, il lavoro 4.0 può rappresentare la risposta anche per il nostro Paese, attualmente penultimo nella classifica degli occupati under 35 dell’Eurozona, precedendo solo la Grecia. I giovani sono avvezzi al mondo digitale; cresciuti coi videogiochi, oggi sono iperconnessi fra social network e app, con la svolta verso Industria 4.0, si candidano a essere i soggetti perfetti per le nuove richieste del mondo produttivo. Dati dell’Agcom indicano che il 92% dei giovani usa internet, dato che scende al 33%, man mano che si progredisce con l’età. Eppure l’occupazione

penalizza proprio i più giovani. L’età media degli occupati è in costante crescita e i dati Istat segnalano un innalzamento dell’età in cui si fa il proprio ingresso nel mondo del lavoro. È sempre più difficile, per i giovani italiani, trovare stabilità e accedere a quelle sicurezze lavorative che hanno sostenuto le generazioni precedenti. Gli ultimi due governi hanno varato diverse misure tese ad alleviare il problema, ma il divario non accenna ad attenuarsi. L’innovazione tecnologica pare lo sbocco naturale per le giovani generazioni maggiormente propense a quella che gli esperti definiscono tecnoeconomia. Come evidenziano gli studi di Confartigianato a causa del maggiore accesso agli studi in Europa è usuale che le percentuali di giovanissimi occupati siano ridotte. Tuttavia nel nostro Paese non si assiste a una massiccia propensione al raggiungimento della laurea: siamo contemporaneamente tra i Paesi con meno laureati e con meno giovani lavoratori, i tristemente famosi Neet, per questo i dati relativi all’occupazione tra i giovanissimi rimangono indicativi di una congiuntura. Ora spetta alle istituzioni decidere se l’impiego di tecnologie sempre più all’avanguardia e il frequente ricorso a processi automatizzati eseguiti da robot determinerà un’ulteriore perdita di posti, come molti temono, o non sia un’opportunità per eliminare solo le mansioni più noiose e ripetitive, consentendo di innalzare la qualità del lavoro.

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Emilia Romagna

essere impresa • • • settembre 2017 • 25


categorie e mercato Costruzioni: situazione ancora stagnante

Ancora segnali negativi per un comparto chiave dell’artigianato Dopo aver registrato alcuni segnali positivi, la recente analisi dei dati sulla produzione nelle Costruzioni pubblicati dall’Istat consente di fare un bilancio dell’attività del comparto. A luglio 2017, rispetto al mese precedente, l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni registra un debole aumento (+0,1%), dopo la flessione congiunturale rilevata a giugno (-1,6%). Nel settore delle Costruzioni, lo ricordiamo, opera il 37,9% delle imprese artigiane italiane. Nei primi sette mesi dell’anno indice corretto per gli effetti di calendario della produzione nelle costruzioni registra una leggera variazione negativa (-0,4%). Il ristagno dell’attività nelle Costruzioni in Italia è preoccupante alla luce del confronto internazionale: nei primi sette mesi dell’anno, infatti, la produzione nelle Costruzioni a livello europeo sale al ritmo del 3%, trainato dall’aumento del 4,2% in Germania e del 4% in Francia. Segno positivo (+0,9%) anche nel Regno Unito mentre la Spagna, dopo un periodo di forte ripresa dell’attività segna una flessione della stessa intensità (-0,4%) regi-

strata in Italia. In parallelo si osserva che i prezzi delle abitazioni salgono del 5,6% nel Regno Unito, del 5,3% in Spagna, del 5,1% in Germania e del 3,1% in Spagna mentre rimangono sul ciglio della deflazione (-0,1%) in Italia. La stagnazione dell’attività edilizia genera un’insufficiente domanda di lavoro: dopo lo spunto positivo (+0,6%) del primo trimestre 2017, nel secondo trimestre 2017 l’’occupazione nelle Costruzioni torna a scendere (-2,1%); nella media degli ultimi quattro trimestri gli occupati del comparto edile scendono del 2,7% a fronte di un aumento dell’1,5% nei Servizi e dello 0,4% nel Manifatturiero. Anche i prestiti alle imprese edili sono in flessione: a maggio 2017 i prestiti aumentano del 2,3% nei Servizi e dello 0,6% nel Manifatturiero mentre registrano una flessione del 5,4% per le Costruzioni. Nel quadro generale va segnalato il buon ritmo delle compravendite di abitazioni, nel II trimestre 2017 salgono del 3,8%, tuttavia i bassi tassi di interesse sono fattori di domanda ancora troppo deboli per trainare l’offerta e l’occupazione nel settore.

Incentivi fiscali indispensabili per rilanciare imprese edili

Beneficio anche per l’ambiente Sono 2.771.000 i proprietari di immobili intenzionati ad effettuare nei prossimi 12 mesi un intervento di manutenzione sulla propria abitazione. Lo rivela un’analisi di Confartigianato sull’utilizzo degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edili e il risparmio energetico. Tra ottobre 2010 e luglio 2017 le famiglie italiane hanno speso 169,1 miliardi, pari a una media di 24,7 miliardi l’anno, per ristrutturare casa e per renderla più efficiente dal punto di vista energetico. La spesa rilevata nei dodici mesi tra giugno 2016 e luglio 2017 è aumentata dello 0,6% su base annua. In crescita soprattutto la richiesta di incentivi per gli interventi di risparmio ed efficienza energetica: nel 2016 sono state presentate 408.032 domande, per un spesa complessiva di 3,4 miliardi, con un aumento del 21,5% del numero di domande rispetto al 2015. A livello nazionale il valore delle detrazioni Irpef per recupero del patrimonio edilizio 26 • settembre 2017 • • • essere impresa

e risparmio energetico è stato pari a 5,8 miliardi nel 2015. Le detrazioni più richieste sono quelle connesse agli interventi di recupero del patrimonio edilizio che ammontano a 4.703 milioni di euro e sono pari all’81,4% delle detrazioni che interessano la filiera della casa, mentre quelle per interventi di efficientamento energetico ammontano a 1.071 milioni di euro, pari al restante 18,6% delle detrazioni che interessano la filiera della casa. Gli incentivi per le ristrutturazioni, spiegano i vertici di Confartigianato Edilizia, sono fondamentali per contribuire ad attenuare le difficoltà delle imprese del comparto. Secondo l’analisi di Confartigianato, il settore delle costruzioni, nel quale operano 505.433 imprese artigiane pari al 60,2% delle aziende del settore, stenta a manifestare segni di ripresa. Per risollevare le imprese delle costruzioni Continua a pagina 27 • • •


categorie e mercato Il made in Italy vola

La qualità sostiene il livello delle esportazioni L’export dell’Italia cresce dell’8%. Performance migliore della Germania (+6,1%) e con un ritmo doppio rispetto a quello della Francia (+3,8%). Tra i maggiori paesi dell’Eurozona solo la Spagna fa meglio (+10%) dell’Italia, risultato reso possibile dalla competitività e dal dinamismo delle imprese manifatturiere italiane. Il record del made in Italy è tra i temi del Rapporto elaborato dall’Ufficio Studi di Confartigianato, in cui si esamina il ruolo delle piccole imprese nei processi di globalizzazione, sottolineando come il saldo del commercio estero sia la componente del PIL che ha frenato la caduta dopo la crisi del debito sovrano: dal 2000 al 2010 infatti la crescita del PIL è tutta determinata dalla domanda interna, mentre nei sei anni che vanno dal 2011 al 2016 il PIL risulta in calo. La variazione del prodotto risulta, tuttavia, dalla combinazione di una forte decrescita del contributo della domanda interna e di una apprezzabile crescita del contributo della domanda estera netta. Le vendite del made in Italy crescono per merito delle micro imprese, nello specifico l’Italia è il primo Paese europeo per export diretto delle micro e piccole imprese. Brexit e crescita delle economie emergenti modificano profondamente gli equilibri geoeco• • • Segue da pagina 26

Incentivi fiscali beneficio anche per l’ambiente bisogna puntare su misure che favoriscano la manutenzione del patrimonio immobiliare. Per questo vanno rese permanenti le detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico degli edifici. Oltre a rilanciare le imprese delle costruzioni, si coglierebbero più obiettivi: riqualificazione del patrimonio immobiliare il 60% del quale risale a prima degli anni ‘70, emersione di attività irregolari e gettito per lo Stato, risparmio energetico e difesa dell’ambiente. E proprio sul fronte dell’impatto ambientale, dallo studio di Confartigianato emerge che gli interventi sostenuti dall’ecobonus hanno prodotto un effetto positivo: dal 2007 al 2016 hanno permesso un risparmio di energia di 12.886 Gwh. Il maggiore risparmio deriva dalla coibentazione di superfici opache e sostituzione di infissi (49,1%) e dall’impiego di impianti di riscaldamento efficienti (39,8%).

nomici; nel 2031 terminerà la lunga rincorsa della Cina il cui PIL, valutato in dollari correnti, sarà superiore a quello degli Usa e per quell’anno l’economia dell’Unione Europea sarà il 54,1% di quella cinese. Il rapporto esamina con dettaglio le tendenze dei mercati anglosassoni interessati dalla Brexit e dal protezionismo Usa con i dati sull’esposizione dei territori su questi due mercati chiave del made in Italy. Con la food globalization si intrecciano i scambi commerciali di prodotti per l’alimentazione umana mettendo in evidenza la necessità per i consumatori di disporre informazioni sulla provenienza e la sicurezza dei prodotti. Nei primi cinque mesi del 2017 l’Italia importa da 140 Paesi prodotti per l’alimentazione umana, il 25,4% da Paesi extra UE, da evidenziare come le interazioni nelle filiere globali determinino minacce legate alla delocalizzazione e alla contraffazione.

L’Italia che vuole crescere

Piccole imprese esportatrici Il buon andamento del made in Italy nel corso del 2017 è caratterizzata dal protagonismo delle piccole imprese, sia per la loro leadership nell’export diretto sia nel dinamismo delle vendite all’estero nei settori dove l’occupazione nelle piccole imprese è predominante. Questi risultati sono resi possibili dalla elevata qualità dei prodotti di eccellenza del made in Italy: tra i 212 settori in cui si articola la produzione manifatturiera, in 30 settori l’Italia è il primo esportatore nell’Unione europea nel 2016 con un valore di 79,3 miliardi di euro, pari al 19% delle esportazioni totali e in crescita dello 0,3% in un anno. Le piccole imprese hanno esportato nel mondo 117,4 miliardi di prodotti (1,5 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). In innovazione i piccoli imprenditori spendono 5 miliardi l’anno, 6.600 euro per addetto (il 6,5% in più rispetto alla media di tutte le imprese). Quanto a produttività, in tre anni le piccole imprese manifatturiere hanno fatto meglio delle grandi imprese italiane e delle piccole aziende tedesche: la produttività è aumentata rispettivamente del 10,7%, rispetto al +1,6% delle grandi realtà italiane e al +0,8% tedesco. essere impresa • • • settembre 2017 • 27


categorie e mercato Il punto sulla crisi

Dieci anni che hanno cambiato gli equilibri mondiali Risalgono all’estate di dieci anni fa le prime avvisaglie della Grande crisi negli Stati Uniti. A giugno 2007 Bear Stearns annuncia difficoltà su investimenti in titoli garantiti da mutui subprime e nel corso dell’estate il contagio della crisi arriva in Europa colpendo primarie istituzioni finanziarie in Germania, Francia e Regno Unito. A settembre 2007 si assiste alla corsa al ritiro dei depositi da parte dei clienti della Northern Rock, banca attiva nel mercato dei mutui e delle securitisation, e il Governo inglese deve intervenire offrendo una garanzia pubblica sui depositi della banca. Alla prima Grande crisi succede la crisi dei debiti sovrani in Europa innescata in Grecia ad ottobre 2009 e che scoppia in Italia nell’estate del 2011, con l’impennata dello spread, il differenziale del rendimento tra Btp e Bund tedeschi. Da quell’estate del 2007 sono passati dieci anni che hanno trasformato l’economia europea ed in particolare quella italiana. Nel decennio tra il 2007 ed il 2017 l’Italia ha perso il 6,2% del PIL e addirittura il 10,2% del PIL pro capite. Sono salite le entrate fiscali, persiste una intonazione restrittiva del saldo primario di bilancio mentre è esploso il debito pubblico, salito di 33 punti nel decennio. I processi di globalizzazione e la crescente concentrazione della produzione manifatturiera nelle economie emergenti riposizionano l’Italia sui mercati mondiali, con una riduzione della quota dell’export di 0,7 punti. Nei dieci anni in esame l’artigianato - maggiormente concentra-

to in manifattura e costruzioni, settori più esposti nei due cicli recessivi - perde oltre un decimo delle aziende, con un calo cumulato di 164 mila unità pari al -11,0%: uno stillicidio di 45 aziende in meno al giorno. Gli occupati - grazie al recupero dell’ultimo biennio - segnano un calo contenuto (0,6%), ma si è profondamente modificata la composizione dell’occupazione: la quota di under 35 è caduta di 8,7 punti, quella dei senior di 55 anni ed oltre è salita di 7,3 punti. In particolare gli occupati indipendenti sono diminuiti dell’8,9% (-534 mila unità). Le difficoltà del lavoro indipendente registrate nel lungo periodo sono sottolineate anche dalla pesante riduzione del reddito netto: sulla base delle indagini sui bilanci familiari di Banca d’Italia si calcola che nel periodo che ha compreso i due cicli recessivi - tra il 2006 ed il 2014 - a fronte di una tenuta in termini nominali del reddito individuale (+0,8%), il reddito da lavoro indipendente si è decimato (-9,8%). Vanno ricordati due aspetti paradossali di questo ciclo decennale caratterizzato da due fasi recessive e innescato, come abbiamo visto, da squilibri finanziari sul mercato immobiliare americano. Il primo paradosso è rappresentato dalla

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concentrazione degli effetti della crisi sull’economia reale privata, costituita da imprese del manifatturiero, delle costruzioni, del commercio e dei servizi di mercato non finanziari che tra il 2007 ed il 2016 ha perso l’8,5% del valore aggiunto a fronte di un calo del 6,4% dell’intera economia; in parallelo nei settori protetti dei servizi pubblici (Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria, Istruzione e Sanità e assistenza sociale), nell’Agricoltura e nei Servizi alle famiglie con personale domestico il valore aggiunto è sceso di un limitato 1,0% mentre nel settore della Finanza ed assicurazioni è salito del 3,7%. Anche in chiave geografica si delineano ampie differenze, con una maggiore crescita proprio nelle economie anglosassoni a maggiore intensità finanziaria, dove si è sviluppato il contagio della Grande crisi: nel decennio 2007-2017 il PIL degli Usa è salito del 14,6%, nel Regno Unito dell’11,1% mentre nell’Eurozona la crescita cumulata si ferma al 4,9%. E anche nell’area a valuta comune si rilevano ampie differenze: mentre si osserva una crescita cumulata del 10,9% per la Germania, del 6,7% della Francia e del 2,1% della Spagna, in Italia si registra una decrescita del 6,2%.


categorie e mercato Mercato energetico

Necessario eliminare le distorsioni

“L’energia elettrica continua a costare molto cara agli artigiani e alle piccole imprese italiane che, in media, pagano l’elettricità il 29% in più (pari ad un maggior costo annuo di 2.572 euro per azienda) rispetto alla media dei loro colleghi dell’Unione Europea. Un divario destinato a peggiorare visto che, nel terzo trimestre 2017, la bolletta dei piccoli imprenditori è in aumento di 383 euro rispetto al trimestre precedente e porta a 11.478 euro il costo medio annuo dell’energia per una piccola impresa. Si tratta di un pesante fardello che compromette la competitività delle nostre aziende e ostacola gli sforzi per agganciare la ripresa”. Confartigianato lancia l’allarme, sulla base di un’analisi della Confederazione, sottolinea squilibri e distorsioni che, nel mercato energetico, penalizzano proprio i piccoli imprenditori. A gonfiare il prezzo dell’energia per le piccole imprese sono soprattutto gli oneri fiscali e parafiscali che pesano per il 39,7% sull’importo finale in bolletta. Nei settori delle piccole imprese il prelievo fiscale sull’energia ammonta a 7.679 euro per azienda ed è pari a 1.125 euro per addetto. Anche in questo caso superiamo di gran lunga la media europea di 422 euro per addetto di Francia, Germania e Spagna. Più in generale, in Italia le tasse sui consumi di energia sono le più alte d’Europa: imprese e famiglie pagano infatti 15 miliardi di euro in

più rispetto ai cittadini dell’Eurozona. Più tasse, quindi, ma anche mal distribuite tra i diversi consumatori: sulle piccole imprese in bassa tensione che determinano il 27% dei consumi energetici pesa il 45% degli oneri generali di sistema, mentre per le grandi aziende energivore con il 14% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende all’8%. In pratica ai piccoli imprenditori si applica l’assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi. Uno squilibrio incomprensibile che costringe i piccoli imprenditori a caricarsi i costi degli altri utenti. Per alleggerire le bollette elettriche dei piccoli imprenditori bisogna mettere mano a queste assurde disparità di trattamento. Non è più possibile tollerare un sistema tanto iniquo. Il meccanismo degli oneri generali di sistema va completamente ripensato e deve essere ripartito in modo più equo il peso degli oneri tra le diverse dimensioni d’azienda. Rimane, infatti, forte la preoccupazione per l’assurda disparità di trattamento che anche nel 2016, ha visto le piccole imprese pagare 5 miliardi e mezzo di oneri generali di sistema mentre le grandi aziende energivore hanno contribuito soltanto per 1,2 miliardi. Per eliminare questa sperequazione, Confartigianato continua a sollecitare, come anche l’Europa ci chiede, la riforma degli oneri generali del sistema elettrico, pari a 16 miliardi lo scorso anno, che oggi gravano soprattutto sulle piccole imprese e sulle famiglie. Da anni ormai, Confartigianato sta lavorando per aiutare le imprese a beneficiare degli effetti della liberalizzazione in arrivo, abbattendo costi e pratiche burocratiche, in nome della trasparenza, della concorrenza e del diritto di scelta di cittadini e imprenditori. Per una consulenza approfondita sui consumi energetici domestici e dell’azienda è possibile rivolgersi alla consulente dello sportello Energia di Confartigianato Forlì, Fabiola Foschi allo 0543-452844. 47121 Forlì (FC) • Via Martin Luther King, 5 Tel. +39 0543 480580 • Fax +39 0543 561906 www.citienne.com • info@citienne.com

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categorie e mercato Energia elettrica: lieve diminuzione dei costi

Imprese italiane ancora penalizzate Una rilevazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato indica che, nella prima metà del 2017 il costo dell’energia elettrica per le imprese fino a 20 addetti sia diminuito, favorendo il mantenimento della competitività delle imprese in una fase del ciclo economico caratterizzata da debole ripresa e deflazione: l’Indice Confartigianato del costo dell’energia elettrica sul mercato di maggior tutela di una micro e piccola impresa scende nel I semestre 2017 dello 0,7% su base annua; nel dettaglio si osserva una flessione tendenziale del 5,2% nel I trimestre dell’anno e un aumento del 4,2% nel II trimestre. L’aumento rilevato in ottica tendenziale nel II trimestre 2017 è da imputarsi interamente all’intenso incremento del 23,5% della spesa per la materia energia mentre si rileva un calo dello 0,5% per la spesa per il trasporto e la gestione del contatore e del 10% per la spesa per oneri di sistema. Nel complesso gli oneri fiscali e parafiscali pesano per il 41,1% del costo totale: la loro incidenza è inferiore di 0,5 punti percentuali rispetto a quella della spesa per la materia energia (41,6%) mentre negli otto trimestri precedenti la loro incidenza era stata superiore fino a toccare il gap massimo di 11,7 punti percentuali nel terzo trimestre 2016. Sull’aumento della spesa per la materia energia pesano gli effetti dei rialzi nel mercato all’ingrosso, innescati dalle emergenze sui collegati mercati europei, soprattutto quello francese in seguito al fermo di numerose centrali nucleari, dall’eccezionale ondata di freddo e dall’aumento dei prez-

zi del gas; l’aumento del costo dell’energia elettrica è stato contenuto grazie alla riduzione degli oneri generali di sistema. Secondo l’Indice di costo elaborato da Confartigianato, nel 2016 in Italia il costo medio al kilowattora per la micro impresa tipo è pari a 18,77 centesimi di euro/ kWh ed è di 3,83 centesimi maggiore rispetto al prezzo europeo di 14,95 centesimi. Sulla base di queste risultanze una micro e piccola impresa italiana paga un costo dell’energia elettrica del 25,6% superiore rispetto a quello di un competitor europeo di analoga dimensione che, per un profilo tipo di 45 kW di potenza impegnata ed un consumo di 60 MWh/anno, equivale a 2.298 euro. Nel dettaglio il prezzo pagato in Italia supera dell’8,2% quello della Germania, del 30,5% quello della Spagna e del 63,5% quello della Francia. Per valutare il peso di tale divario sulla competitività dei due maggiori paesi manifatturieri basti pensare che l’export delle Micro e Piccole imprese in Italia vale quasi un quarto (23,2%) dell’export totale del Paese, mentre è solo dell’8,3% in Germania. Il

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disegno di legge sulla concorrenza approvato lo scorso maggio al Senato sposta al 1° luglio 2019 la cessazione del regime transitorio del mercato di maggior tutela, segmento con tariffe regolate dall’Autorità dell’energia e che interessa il 50% della clientela non domestica in bassa tensione, pari a 3,5 milioni di punti di prelievo. Sulla base dei dati territoriali disponibili, Confartigianato evidenzia una presenza più elevata di punti di prelievo non domestici sul mercato di maggior tutela nelle regioni del Mezzogiorno e - con una incidenza che supera il 60% - in Puglia, Calabria, Sicilia e Campania; all’opposto una maggiore presenza di imprese sul mercato libero la riscontriamo in Friuli Venezia Giulia, Umbria e Lombardia. Tra il 2012 ed il 2016 la quota di utenze in bassa tensione sul mercato di maggior tutela è scesa di 13 punti percentuali; nell’arco di tempo esaminato le imprese sul mercato libero sono cresciute al tasso medio annuo del +5,3% mentre i punti di prelievo non domestici altri usi in maggior tutela si sono ridotti al ritmo dell’8% medio annuo.

Si consolida la crescita dei consumi di energia elettrica Il quadro congiunturale nei primi sette mesi del 2017 mostra un aumento tendenziale dell’1,2% della richiesta di energia elettrica mentre dall’analisi dei conti nazionali trimestrali emerge nella prima metà dell’anno una crescita del PIL dell’1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2016 i consumi di energia elettrica delle imprese ammontavano a 205.845 GWh in aumento dello 0,4% rispetto all’anno precedente, consolidando la crescita dell’1,6% registrata nel 2015. In particolare i consumi aumentano dello 0,5% nel Manifatturiero, dello 0,4% nei Servizi Vendibili mentre si osserva una stazionarietà (-0,1%) nelle Costruzioni e un calo dell’1,2% nell’Energia e acqua.


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