03 • GIUGNO 2013
CONTIENE I.P.
Anno 03 - Direttore Responsabile Roberto Faggiotto - Mensile di informazione tecnica, economica, sindacale - Forlì, viale Oriani, 1 - Aut. Tribunale di Forlì n. 548 del 24/11/78 Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, Commerciale Business Forlì n. 66/2009”
Banche e imprese, riprendere il dialogo Il 14 giugno scorso è stato realizzato un forum sul rapporto banche imprese, un’iniziativa promossa da Confartigianato di Forlì per ricostruire il dialogo, che oggi pare interrotto, tra mondo produttivo e sistema bancario. Introdotto dal presidente di Confartigianato di Forlì Giorgio Grazioso, l’incontro ha visto l’alternarsi dei contributi di Enrico Quintavalle e Licia Redolfi dell’ufficio studi nazionale, di Annalisa Castelli, docente universitaria e di Mauro Collina responsabile dell’ufficio credito di Confartigianato di Forlì. Il presidente regionale Marco Granelli ha invece curato le conclusioni.
in evidenza L’EDITORIALE: il segretario Roberto Faggiotto, in occasione del forum sul rapporto banche - imprese, propone una riflessione sul credito. A pagina 2
i chiarimenti sulle agevolazioni per i datori di lavoro e il riepilogo degli adempimenti per le neoimprese. Da pagina 13 a pagina 18
L’ASSEMBLEA NAZIONALE DI CONFARTIGIANATO: il presidente Giorgio Merletti arringa il Governo “andare in profondità, agli obiettivi, alle prospettive per superare la crisi economica.” Da pagina 4 a pagina 5
I MOVIMENTI: Una pluralità di eventi per la vita associativa: dal quarantennale di Anap, al primo appuntamento dedicato al benessere promosso da Donne Impresa, alla convention nazionale dei Giovani Imprenditori per fare il punto sulla lunga crisi che colpisce soprattutto gli under 35. Da pagina 20 a pagina 25
IL NOTIZIARIO TECNICO: nell’inserto centrale gli approfondimenti in materia di consulenza fiscale, del lavoro con
associazione editoriale
Ricostruire un legame interrotto • di Roberto Faggiotto
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e banche lasciano le aziende senza credito.” “La stretta creditizia è evidente.” “Prestiti: le banche tagliano 44 miliardi.” Sono alcuni dei titoli apparsi recentemente sui quotidiani nazionali, notizie che restituiscono l’immagine di un’economia in affanno, nella quale le piccole imprese non riescono a trovare un interlocutore che dia loro le risorse necessarie per poter affrontare le esigenze finanziarie. La ripresa tarda ad arrivare: da tre anni a questa parte le stime hanno sempre procrastinato di sei mesi in sei mesi il rilancio dell’economia e, dal canto loro, le banche da dicembre 2011 a oggi, come dichiarato dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco a fine maggio, hanno tolto alle imprese 60 miliardi. Un dato su tutti: 61 imprese su 100 hanno subito una riduzione del credito nello scorso anno e anche le aziende cosiddette sane incontrano difficoltà nell’accedere ai finanziamenti. La stretta creditizia sottrae risorse al sistema produttivo, fatto di estrema gravità, soprattutto perché il 92% delle imprese italiane attinge dalle banche per il proprio fabbisogno finanziario di breve e lungo termine. Nelle microimprese il peso dell’indebitamento bancario raggiunge il 64%, stando all’ultimo dato disponibile fornito dalla Banca d’Italia. In pratica questa tipologia di aziende, che, in special modo nel nostro territorio, rappresenta il cuore pulsante dell’economia, non ha la capacità di far fronte agli investimenti con le risorse interne. Per questo motivo, si è costretti a ricorrere al debito, con conseguenze negative sull’equilibrio finanziario. Un quadro avvilente, che ci ha incalzati a promuovere una riflessione sul rapporto tra mondo bancario e imprenditoriale, realizzato lo scorso 14 giugno. Un forum per proporre un confronto e non una sterile contrapposizione tra chi fa impresa - e che, quotidianamente, si dibatte tra committenti pubblici e privati che rimandano il saldo di quanto dovuto e imposte sempre più onerose con scadenze inderogabili - e le banche, bensì una fattiva collaborazione che aiuti il sistema produttivo a tornare competitivo. Un piccolo, ma significativo passo, per impostare un rapporto realmente paritario con le banche, basato su un linguaggio condiviso.
ORGANO UFFICIALE DI STAMPA DI CONFARTIGIANATO FORLÌ FEDERIMPRESE Anno III • n. 03 GIUGNO 2013 redazione@confartigianato.fo.it www.confartigianato.fo.it
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il commento associazione
Non di solo rating è fatta l’impresa
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ella crisi di liquidità in corso, l’alto debito dello Stato spiazza progressivamente il credito al settore privato: in dodici mesi, da febbraio 2012 a febbraio di quest’anno, i titoli di stato nel portafoglio delle banche sono aumentati di 84,2 miliardi di euro, pari al 31,5% in più; al contrario i prestiti alle imprese sono scesi di 34,1 miliardi, pari al 3,4% in meno. Anche il credito alle micro e piccole imprese locali è in calo. A marzo a Forlì Cesena è stato registrato il -3,9% rispetto all’anno precedente, dato maggiormente contenuto rispetto a quello regionale del -5,6%.
Durante l’assemblea nazionale il presidente Giorgio Merletti ha suggerito una soluzione, da tempo ricercata anche dagli imprenditori, affermando che è maturo il tempo per la nascita di un soggetto finanziario dedicato alle micro e piccole imprese, che ripristini le regolari condizioni di accesso al credito per superare le difficoltà di finanziamento. Un soggetto “non convenzionale”, già presente in molti Paesi europei, che si muova in collaborazione con il sistema bancario e risponda alle necessità delle imprese di avere, innanzitutto, un credito di progetto sulle attività strategiche, ma anche liquidità a tassi agevolati, copertura del rischio e accesso a tutte le forme di capitalizzazione dell’azienda. Nel frattempo, va sostenuta la straordinaria vitalità dei Confidi, strumento indispensabile per la tenuta del nostro tessuto imprenditoriale durante la crisi, ma che ora ha bisogno urgente di supporto patrimoniale e può trovare, nelle risorse del Fondo Centrale di Garanzia, un efficace sostegno. Quest’ultimo è divenuto un'infrastruttura strategica per il credito nel nostro Paese e in tale direzione deve essere rafforzato. Occorrono però nuovi meccanismi che semplifichino le procedure di accesso e rivedano i criteri di valutazione per le piccole imprese, per tener conto degli effetti del forte deterioramento dei rating causati dalla crisi. L’impresa artigiana non può essere valutata soltanto attraverso rigidi parametri statistici, da parte di burocrati che si limitano a imputare dati a computer, gli imprenditori meritano un sistema bancario che sia a conoscenza della storia dell’impresa, che visiti l’azienda e che sia consapevole del radicamento che l’artigianato ha nel territorio con le ricadute positive in termini di indotto e occupazione. La micro e piccola non soffre affatto della mancanza di patrimonializzazione, della quale viene tacciata. Al contrario, la quasi totalità degli imprenditori mette a garanzia del lavoro la propria casa, ovvero il bene primario di ogni famiglia e che, per questo, dovrebbe concorrere a innalzare la valutazione dell’impresa da parte degli istituti di credito. Dobbiamo siglare un nuovo patto tra persone di buona volontà, per ridare fiato al motore produttivo del Paese. essere impresa • • • giugno 2013 • 3
associazione Assemblea Nazionale di Confartigianato
Merletti infiamma la platea L’Italia si trova in una condizione difficile, non da oggi. Ma l’aspetto più preoccupante è che la crisi, ormai, è nella testa della gente, che ha perso la prospettiva del futuro, ha smarrito la visione della propria vita, delle proprie relazioni. Un effetto collaterale devastante della crisi e della incapacità, che finora c’è stata, di comprenderla come un malessere di tutto un sistema economico e sociale
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o scorso 11 giugno si è tenuta a Roma l’assemblea nazionale di Confartigianato. Un appuntamento molto atteso per presentare al nuovo Governo le priorità dell’artigianato, reso ancora più incisivo dall’appassionato intervento del nuovo presidente Giorgio Merletti (nella foto). Il presidente ha esordito ricordando che “siamo un Paese con poche materie prime, ma con una grande risorsa, la materia grigia, sfruttata al meglio per fare impresa, per dare lavoro, per contribuire allo sviluppo economico e sociale dell’Italia, per vedere il nuovo dove molti vedono, forse, la disperazione.” Tuttavia Merletti ha ricordato anche il rovescio della medaglia: creatività, coraggio, forza di volontà rischiano di doversi arrendere di fronte alla paralisi dell’azione politica, alla quale toccherebbe invece creare le condizioni di contesto in cui opera l’impresa. Il presidente ha presentato alcuni significativi dati “da novembre 2011 sono andate perse 60mila imprese, il Pil è calato del 3,4%, il fisco aumentato di quasi 2 punti, il credito alle imprese diminuito di 65 miliardi, la disoccupazione giovanile cresciuta di oltre 8 punti: chi governa deve rispettare il mandato assunto verso gli italiani.” Basta con promesse non mantenute, norme fatte e disfatte, troppe leggi sbagliate. In primis la riforma del lavoro del Ministro Elsa Fornero, che ha aumentato costi e complicazioni a carico delle imprese, senza far crescere l’occupazione, o la complessità del decreto per il recupero dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione, o il Sistri, un mostro costato alle imprese 250 milioni senza mai entrare in funzione. 4 • giugno 2013 • • • essere impresa
Per Merletti è indispensabile agire, e senza esitazioni, sui fronti del fisco, della burocrazia, del credito, del lavoro. Le aziende non ce la fanno più a sopportare una pressione fiscale che, nel 2013, toccherà il 44,6% del Pil, vale a dire 2,4 punti in più sopra la media dell’Eurozona, in pratica, si registrano 38 miliardi di maggiori imposte rispetto ai partner europei, 639 euro in più per abitante. Tra il 2005 e il 2013 l’incremento delle entrate fiscali è stato di 132 miliardi: pari ai 132 miliardi di incremento del PIL. Aumento di pressione al quale ha contribuito, nell’ultimo anno, la tassazione locale con l’IMU. Dall’inizio della scorsa legislatura a oggi, il Parlamento ha approvato 491 norme a contenuto fiscale, 100 all’anno, con l’immancabile corredo di decreti attuativi e circolari esplicative, con costi per le imprese di 31 miliardi l’anno. È necessario razionalizzare la spesa pubblica e adottare seri provvedimenti di spending review, un’azione strategica che connetta tutte le politiche di semplificazione amministrativa, in modo da ridisegnare i meccanismi di gestione e decisione della Pubblica amministrazione. Normalità significa non subire un fisco che tassa il 68,3% degli utili lordi d’impresa, mentre, ad esempio in Svizzera, questa aliquota è appena del 30,2%. È il momento di dare un chiaro segnale di inversione di tendenza in materia fiscale e, con l’uscita dell’Italia dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo, si possono creare nuove opportunità Continua a pagina 5 • • •
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Merletti infiamma la platea avendo, comunque, sempre ben saldo il controllo dei conti pubblici. Bisogna ridare fiducia alle imprese e alle famiglie con un riequilibrio della tassazione a loro favore e rivitalizzare la domanda interna. Senza domanda non si cresce: se non ripartono i consumi interni non è pensabile che la nostra crescita si basi solo sull’export. Ma non si può parlare di finanza d’impresa senza affrontare il problema del rispetto, da parte dei committenti, dei termini di pagamento. Un problema che richiede strumenti adeguati di applicazione delle nuove norme e una soluzione rapida al problema del debito pregresso della Pubblica Amministrazione.
Intervallato dagli applausi del folto pubblico presente, il presidente ha ricordato l’urgenza di un progetto per il futuro del Paese. “Negli anni sessanta abbiamo fatto la nostra rivoluzione economica proprio perché avevamo una spinta comune. Oggi dobbiamo puntare sull’occupazione, sui giovani, sulla formazione e premiare chi prepara al lavoro le nuove generazioni.” E ha concluso “sono anni che diciamo che l’impresa artigiana è il modello delle nuove relazioni sindacali. Forse ora è giunto il tempo che le nostre parole vengano ascoltate. Così per il credito, i rapporti con le banche, i rapporti con il fisco, con la pubblica amministrazione: tutti ambiti che non cambieranno se continuiamo a fermarci ai margini, mentre è vitale andare in profondità, agli obiettivi, alle prospettive.”
La proposta di Confartigianato è che l’impresa possa chiedere la compensazione universale dei propri crediti commerciali verso la P.A. con quanto dovuto allo Stato in termini di tasse e contributi. Un’annotazione è stata dedicata anche al concordato preventivo in continuità. Nato per dare una seconda opportunità ad aziende colpite da difficoltà momentanee, questo istituto viene troppo spesso utilizzato per una sorta di lavaggio delle pendenze economiche di aziende con pochi scrupoli, a danno di tutto il sistema, richiedendo una modifica normativa che impedisca questa anomalia dalle conseguenze estremamente negative.
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associazione Banche e imprese
Il forum di Confartigianato: strumenti e soluzioni per uno scenario in evoluzione
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o scorso 14 giugno Confartigianato di Forlì ha promosso al Grand Hotel Forlì un forum sul rapporto banche e imprese, per dialogare coi rappresentanti dei maggiori istituti di credito locali, sulla base dei dati elaborati dall’ufficio studi nazionale di Confartigianato, presentati da Enrico Quintavalle e da Licia Redolfi, nonché con il contributo dell’economista Annalisa Castelli, docente dell’università di Cassino e del Lazio Meridionale. Obiettivo dei lavori è stata la condivisione di strategie per superare assieme la fase di stallo che cristallizza il rapporto tra mondo produttivo e bancario. Da un lato infatti le imprese lamentano l’assenza di credito erogato da parte degli istituti, mentre dall’altro le banche denunciano un aumento nella percentuale di sofferenze, ovvero il mancato rientro dei prestiti concessi. Un momento di grande complessità, che non deve portare a contrapposizioni tra i protagonisti, bensì la ricerca di un terreno comune sul quale confrontarsi per riagganciare la ripresa, rilanciando il nostro sistema economico. Le più recenti rilevazioni dell’ufficio studi di Confartigianato registrano una diminuzione media dello stock dei prestiti alle imprese del 5,5%. Negli ultimi 12 mesi la dinamica dei prestiti registrata è stata negativa; le piccole imprese sono in flessione del 6%, le imprese medio-grandi del 5,3%, le famiglie produttrici a -5,5% infine le famiglie consumatrici si attestano a -1,4%, di fatto la categoria di clienti delle banche per cui si
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restringe meno il credito. Senza dimenticare che i dati della Banca d’Italia aggiornati a fine maggio mettono in luce che in cinque mesi gli istituti di credito hanno sottratto al sistema delle imprese il 4% del monte prestiti. Un quadro sconfortante che rende evidenti le difficoltà nelle quali versano le aziende, costrette a dibattersi tra tempi di pagamento sempre più diluiti da parte dei committenti e l’esigenza di far fronte alle richieste di fornitori o al versamento delle tasse. Spiega il presidente di Confartigianato di Forlì Giorgio Grazioso (nella foto il tavolo dei relatori) che ha introdotto i lavori “il rapporto di Standard&Poor’s presentato lo scorso 5 giugno ha messo in luce che il sistema imprenditoriale italiano è bancocentrico, ciò implica che il 92% delle aziende ricorre al finanziamento da parte degli istituti di credito per far fronte alle proprie necessità. Lo stesso report cita un altro dato: le banche hanno tagliato 44 miliardi di euro in finanziamenti, già con la
semplice lettura di questi numeri appare evidente che la stretta creditizia rappresenti un limite insostenibile per le aziende.” Altri dati suffragano questo problema “nel 2012 un’impresa su tre non ha ottenuto il finanziamento richiesto, mentre una su dieci ha ricevuto da parte della banca di riferimento la richiesta di ridurre il fido o di rientrare da un debito più rapidamente. Un atteggiamento che penalizza anche le imprese sane, che potrebbero investire e invece sono costrette a rinunciare per le condizioni eccessivamente onerose.” E continua “come dichiarato recentemente da Mario Draghi è difficile fare un’unione monetaria quando l’unione politica è così frammentata: il problema per il nostro Paese sono anche le differenze con i principali competitor europei. Se un’azienda varca il confine e s’insedia, per ipotesi in Austria, per i prestiti bancari pagherebbe la metà. E tutti e due i Paesi fanno parte dell’unione monetaria”. Continua a pagina 7 • • •
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Il forum di Confartigianato: strumenti e soluzioni per uno scenario in evoluzione In questo contesto come può una piccola impresa far fronte alle esigenze di liquidità? “Premesso che siamo consapevoli che la ripresa sia ancora debole e che le risorse siano sempre più risicate per le piccole e micro imprese, Confartigianato vuole contribuire a diffondere la cultura finanziaria per migliorare il rapporto tra le aziende e il sistema creditizio. Una buona conoscenza delle dinamiche e dei meccanismi bancari può essere una base di partenza per migliorare il dialogo tra due mondi che paiono sempre più distanti.” Un impegno che Confartigianato porta avanti da anni, avendo attivato a livello regionale una convenzione di tesoreria che consente a tutte le aziende, anche alle meno strutturate, di avere accesso a condizioni bancarie negoziate direttamente dall’Associazione. Un’attenzione alle attività produttive che ha portato a costituire, ormai 27 anni fa, una società di leasing, Fraer leasing spa, cresciuta negli anni fino a far parte del gruppo finanziario europeo SG Equipment. Con Fraer Leasing è possibile acquisire i beni strumentali per aumentare il potenziale competitivo dell’impresa, siano essi macchinari, attrezzature, autoveicoli o immobili. Dal 2008, l’impegno è stato intensificato con la nascita di Unifidi, cooperativa di garanzia unitaria a livello regionale, frutto della collaborazione fra le due
maggiori associazioni dell’artigianato operanti in Emilia Romagna, ampliando la base delle imprese aderenti, nel novero dei 77.000 soci. Grazie a Unifidi le imprese, non solo artigiane, ma anche agricole, commerciali, industriali, possono ottenere le garanzie per l’accesso al credito. “Confartigianato di Forlì ha sempre agito in un’ottica propositiva e di collaborazione. Siamo consapevoli che l’accesso al credito sia spesso una chimera per le imprese più piccole, ma non ci siamo mai limitati a denunciare la situazione passivamente, preferendo operare nella ricerca di correttivi che fossero realmente utili ai nostri associati.” Con questo spirito Confartigianato Forlì ha attivato Collabora, un nuovo servizio di consulenza creditizia, finanziaria e legale, illustrato dal responsabile credito Mauro Collina “l’idea alla base di Collabora è semplice: aiutare le imprese a comprendere le logiche bancarie, senza fraintendimenti o recriminazioni, per individuare e utilizzare gli strumenti corretti per l’accesso al credito, scegliendo le strategie più opportune per tutelare e accompagnare l’attività imprenditoriale. Il team di Collabora è composto da professionisti del sistema, attivi in ambito fiscale e creditizio, coadiuvati da un avvocato e da un consulente finanziario, per offrire alle imprese assistenza qualificata a tutto tondo.” Le conclusioni sono state affidate al vicepresidente nazionale e presidente regionale, Marco Granelli, che ha tirato le fila dei lavori, ribadendo il ruolo chiave di Unifidi per l’economia regionale, strumento indispensabile per sostenere le esigenze di credito delle imprese.
Operazione approvata dalla Provincia di Forlì – Cesena con Determina Dirigenziale n. 57692/564 del 15/03/2013. L’operazione è stata approvata dalla Provincia, e cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo -Asse I adattabilità DM 80%
INNOVAZIONE, RETI DI IMPRESA E SVILUPPO DELL’IMPRENDITORIALITÀ PERIODO DI SVOLGIMENTO 2013 / 2014 Riservato a titolari e dipendenti di imprese del settore privato, iscritte alla CCIAA e precisamente imprenditori, responsabili d’impresa, dirigenti, e figure chiave per l’impresa che operano nell’area gestione amministrativo contabile con ruoli di responsabilità e coordinamento. Si darà priorità nella misura del 60% a titolari e manager di piccole e medie imprese e 25% a donne e stranieri. Non è prevista nessuna quota cash a carico dell’azienda. Il contributo aziendale previsto sarà valorizzato in base al mancato reddito. Al termine di ciascun corso verrà rilasciato un attestato di frequenza. • LA GESTIONE FINANZIARIA D’IMPRESA
DURATA: 16 ore d’aula e 6 ore in autoapprendimento
• L’ACCESSO AL CREDITO
DURATA: 24 ore d’aula e 10 ore in autoapprendimento
Per informazioni e/o prenotazioni rivolgersi a UFFICIO FORMAZIONE CONTINUA: FORMart – Viale Italia 47, 47122 Forlì (FC) - Tel. 0543 / 20.200 - Fax 0543 / 21.840 - info.forli@formart.it - www.formart.it
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territorio Elezioni a Galeata
Le priorità delle imprese per il rilancio dell’Alto Bidente Confartigianato Forlì desidera esprimere al sindaco Elisa Deo (nella foto) le più sentite congratulazioni per l’elezione, che premia il suo impegno per il rilancio del territorio, confermando la piena disponibilità alla collaborazione per la tutela dell’imprenditoria locale
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n occasione delle elezioni amministrative a Galeata Confartigianato, Cna Confesercenti e Confcommercio, le quattro associazioni del comprensorio forlivese che si riconoscono in Rete Imprese Italia, hanno presentato un documento unitario ai candidati. Illustrato dal presidente del comitato zonale Alto Bidente di Confartigianato Forlì Eraldo Cucchi (nella foto), il documento contiene una serie di spunti che auspichiamo siano tenuti in considerazione dalla neoeletta amministrazione Deo. Chiarisce Cucchi “la prima lezione che dovrebbe essere appresa dalla crisi è la necessità di ripartire dalle buone ragioni dell’economia reale, dalle motivazioni delle imprese e del lavoro. Il rigore necessario è stato praticato, scongiurando, con un largo 8 • giugno 2013 • • • essere impresa
ricorso alla leva fiscale, la crisi di fiducia nei confronti dei nostri titoli del debito pubblico, purtroppo però ha concorso ad aggravare il quadro recessivo della nostra economia. Il compito fondamentale che dovrà assumere la Pubblica Amministrazione, è realizzare una compiuta integrazione tra la disciplina fiscale, quella del bilancio pubblico e le esigenze di crescita ed equità. Perché questa integrazione è la condizione fondamentale per consolidare la credibilità dell’Italia e per ricostruire la fiducia nel suo futuro.” E continua “in ambito locale le piccole e medie imprese dell’artigianato, del commercio e dell’industria hanno pagato duramente questa crisi in termini finanziari ma hanno rappresentato quell’elemento di stabilità e costanza che ha consentito ai nostri territori collinari e montani di sopravvivere a questa dura crisi con dignità. Le imprese private hanno già dato, ora è indispensabile l’intervento dell’apparato pubblico, ripartendo dal progetto di spendig review, che non deve tradursi unicamente in drastici e diffusi tagli, bensì indurre a ragionati e condivisi progetti di una vera riorganizzazione dello Stato in tutte le sue declinazioni. Non siamo per l’abolizione delle Province ma auspichiamo un serio
progetto di riordino dell’assetto romagnolo che preveda l’accorpamento di servizi e funzioni in ambiti più ampi degli attuali. Per quel che riguarda la situazione della vallata del Bidente e, nello specifico di Galeata, auspichiamo la realizzazione di un unico soggetto amministrativo che consenta di accorpare le funzioni attualmente suddivise fra i tre Comuni e nel contempo realizzare un unico interlocutore che abbia la capacità e le funzioni qualificate per un reale progetto di sviluppo del territorio rappresentato.” Una richiesta frutto di una seria presa di coscienza della realtà. L’imprenditore spiega “realisticamente non chiediamo nuove aree artigianali o zone da destinare a nuovi insediamenti produttivi, essendo consapevoli delle difficoltà connesse alla congiuntura economica, ma un’attenzione particolare alle piccole imprese, che sono state il vero strumento di coesione sociale del territorio. Le associazioni sono in prima linea per evitare che alcune di queste reContinua a pagina 9 • • •
territorio Sognando domani
I bambini incontrano il lavoro
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giovanissimi e le imprese, un confronto possibile con “Sognando domani” (nella foto alcuni dei protagonisti al lavoro). Il 25 e il 26 maggio scorsi è stata realizzata la seconda edizione della manifestazione promossa dal Comune di Meldola per far conoscere ai più giovani il significato del lavoro manuale. Antichi e nuovi mestieri da toccare con mano per avvicinare la professione del falegname, dell’elettricista, del parrucchiere, del grafico, del creatore di moda, del muratore, della sarta, del carrozziere, mestieri diffusi, ma spesso poco noti ai più giovani. L’assessore del comune di Meldola, Mario Russomanno, presentando l’iniziativa rivolgendosi ai ragazzi ha commentato “studiate, prendete bei voti a scuola, fate sport ma non dimenticate che una risorsa per il vostro futuro può essere il lavoro in proprio e la creazione d’impresa.” L’iniziativa, forte del successo dell’edizione 2012, ha visto la partecipazione di milleottocento bambini e la collaborazione di scuole e istituti nonché il sostegno, tra gli altri, di Confartigianato Forlì. Numerosi imprenditori del territorio hanno,
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Le priorità delle imprese per il rilancio dell’Alto Bidente altà produttive si vedano costrette, come sta già succedendo, a emigrare verso destinazioni in grado di rispondere meglio ai loro bisogni e alle loro aspettative, finendo con l’impoverire il tessuto economico e sociale locale già duramente provato da questa lunga e logorante recessione.” Tra i nodi da sciogliere Cucchi ha evidenziato gli appalti pubblici. È fondamentale che le amministrazioni locali adottino gare d’appalto in grado di assicurare il coinvolgimento delle imprese del territorio che assicurano qualità, rispetto dei tempi di consegna e ridistribuiscono la ricchezza prodotta all’interno del territorio medesimo. Senza dimenticare il necessario accorciamento dei tempi di pagamento dei lavori eseguiti. Ha poi ribadito l’importanza della green economy e della bioedilizia, con conseguenti regolamenti omogenei per i Comuni del territorio, una modulistica snella ed effettivi vantaggi per chi decide di costruire verde così che non si verifichi più che i vantaggi acquisiti in termini di edificabilità vengano assorbiti dai
infatti, prestato la propria esperienza per consentire ai partecipanti di apprezzare le opportunità del fare impresa, con la consapevolezza che soltanto attraverso il dialogo con i ragazzi e le scuole di ogni ordine e grado è possibile contribuire a diffondere la cultura imprenditoriale.
costi aggiuntivi per presentare una pratica maggiormente complessa. Grande attenzione è stata riservata dalle associazioni al tema della fiscalità chiedendo che, compatibilmente con i vincoli di bilancio, il Comune di Galeata dia un segnale di forte vicinanza alle imprese, attraverso la riduzione delle aliquote IMU applicate soprattutto per gli immobili di proprietà delle imprese utilizzati direttamente per lo svolgimento delle attività imprenditoriali, ai locali ubicati nei centri storici e adibiti ad attività di artigianato di servizio o commercio e ai locali destinati allo svolgimento dell’attività delle neo imprese. Nodo chiave nell’esposizione di Cucchi è stata la legalità, da esplicare con interventi di prevenzione e controlli finalizzati a fare emergere quelle situazioni di “irregolarità” che, soprattutto nel campo dell’edilizia e dell’artigianato di servizio, stanno mettendo in ginocchio le aziende che, con enorme fatica, lottano per rimanere sul mercato, rispettandone le regole. Le Associazioni auspicano che si riconoscano la centralità e l’importanza della piccolissima e piccola impresa nel tessuto imprenditoriale locale, tutelando le attività tradizionali, troppo spesso sacrificate in nome della grande distribuzione. essere impresa • • • giugno 2013 • 9
economia & lavoro a cura di Mauro Collina Credito e piccole imprese
Solite critiche, poche proposte
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n occasione della recente assemblea ordinaria di Banca d’Italia, il governatore Ignazio Visco ha disegnato un quadro poco rassicurante sullo stato di salute del Paese. “Non siamo stati capaci di rispondere agli straordinari cambiamenti geopolitici, tecnologici e demografici degli ultimi venticinque anni”. Le imprese sono state criticate senza mezzi termini: troppo poche sono state quelle in grado di accettare la sfida dell’innovazione, investendo risorse proprie, adeguando la struttura e i modelli organizzativi. L’analisi del governatore, chiara e rigorosa, ma priva di reali proposte, rischia di essere l’ennesima diagnosi, seppur accurata, dei mali che ci affliggono: la burocrazia che rallenta il rinnovamento, i politici che stentano a mediare tra interesse generale e interessi particolari, il sistema dell’istruzione da riformare, ecc. Nel frattempo un problema sta assumendo proporzioni drammatiche: il deterioramento del rapporto fra banche e piccole imprese. Da uno studio della CGIA di Mestre, l’81% dei prestiti erogati dalle banche è concesso al 10% della clientela, composta da grandi gruppi e da società industriali. Il rimanente 19% dei finanziamenti viene suddiviso fra famiglie, lavoratori autonomi e piccole imprese, che rappresentano il 90% della clientela degli istituti di credito. Non ci sarebbe
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nulla da ridire se questo 10% fosse costituito da soggetti solvibili. Purtroppo dalla distribuzione delle sofferenze emerge che il 78% del totale è concentrato nelle mani del 10% dei migliori clienti. Ci troviamo quindi di fronte a un ribaltamento innaturale: chi riceve la quasi totalità del denaro presenta bassi livelli di affidabilità, mentre chi dimostra di essere un buon pagatore ottiene finanziamenti col contagocce. Occorre trovare soluzioni in tempi brevi: a questo proposito, pare che il decreto legge “Fare”, con il potenziamento e la semplificazione del Fondo Centrale di Garanzia e con il plafond di cinque miliardi dedicati agli investimenti possa concretamente aiutare quel tessuto aziendale intermedio che costituisce la forza dell’economia produttiva italiana. In alternativa, potremmo rivolgerci alla Germania: il governo tedesco si appresta a lanciare un programma di crediti per soccorrere le aziende medie e piccole dei Paesi in crisi del Sud Europa (Spagna, Portogallo, Grecia). L’operazione per Berlino assume una duplice veste: da un lato migliorerebbe l’immagine di Paese inflessibile e troppo rigoroso, dall’altro, rappresenterebbe uno strumento per sostenere le sue esportazioni. Ci chiediamo: perché chiedere aiuto alla Germania? Siamo in grado di risolverci i nostri problemi, da soli, o è utopia?
27/03/13 18:05
a cura di Mauro Collina economia & lavoro Conoscere le opportunità per ottenere le migliori condizioni
Imprese e pluriaffidamento bancario
A
nche se le voci di chi rappresenta le piccole imprese giungono flebili alle orecchie di chi può formulare nuove leggi (o, più semplicemente, far funzionare quelle che già ci sono), da parte di Confartigianato Forlì non verrà meno l’impegno costante nel suggerire, informare e, più genericamente, migliorare la cultura finanziaria delle aziende associate. Cogliamo questa occasione per osservare un aspetto, forse secondario, ma che merita di essere conosciuto: la peculiarità che caratterizza le imprese italiane rispetto a quelle degli altri paesi europei di affidarsi contemporaneamente a più banche. Questo comportamento, se poteva essere condivisibile fino a pochi anni fa, diventa adesso controproducente, perché le banche si muovono come un gregge. Come si contendevano i clienti, in tempi favorevoli, così sono leste ad abbandonarli, tutte insieme, appena le nuvole minacciano tempesta. La fiducia, prima base della concessione del credito, maturata grazie a decenni di rapporto trasparente fra l’imprenditore ed il funzionario della filiale, è stata soppiantata dal nuovo sistema basato sul rating, calcolato con formule oggettive da parte della banca. Gli imprenditori si sono trovati di fronte ad un cambiamento poco gradito, dovendo rispondere a questionari sempre
più complessi e dettagliati sulle propria situazione economico-finanziaria. L’introduzione di questa novità è coincisa con l’arrivo della crisi. Le piccole imprese, abituate ad offrire garanzie reali (terreni ed immobili) per crearsi una sorta di cuscinetto, da utilizzare nel caso in cui gli affari fossero andati male, e con più rapporti bancari in corso col sistema, visto precedentemente, del “pluriaffidamento”, si sono trovate impreparate. Molte di loro si vedono costrette a fare a meno, allo stesso tempo, dei profitti e del credito con conseguenze negative facilmente immaginabili.
Consulenza creditizia finanziaria e legale
In allegato al numero di giugno di Essere Impresa c’è il pieghevole di presentazione di Collabora, la nuova offerta di Confartigianato Forlì per le imprese associate. Con Collabora gli imprenditori avranno l’opportunità di confrontarsi sia con professionisti attivi all’interno dell’Associazione sia con consulenti esterni, per ottenere consulenza legale, finanziaria e in materia di credito. L’obiettivo che Collabora vuole perseguire è di dare all’imprenditore gli strumenti per rapportarsi con il sistema delle banche, senza fraintendimenti.
essere impresa • • • giugno 2013 • 11
economia & lavoro
Collabora è il nuovo servizio proposto da Confartigianato di Forlì per offrire consulenza creditizia, legale e finanziaria. Fanno parte del team Collabora professionisti del sistema, attivi in ambito fiscale e creditizio, coadiuvati da tecnici esterni.
Servizi di Collabora: Verifica della Centrale Rischi e dell’estratto conto bancario; Risposte veloci su problemi di carattere creditizio, finanziario e legale; Controllo regolarità dell’applicazione di condizioni, commissioni e tassi sui contratti di natura finanziaria (mutui, leasing, prestiti), verifica soglia usura; Analisi indicatori di bilancio e controllo di gestione; Valutazione del merito creditizio e scelta degli idonei strumenti finanziari; Consulenza tecnico-legale su qualsiasi problematica o controversia sorta con banche e operatori finanziari;
Redazione di progetti aziendali per ottimizzare le risorse e ripristinare l’equilibrio patrimoniale e finanziario. Saranno individuate azioni di salvataggio, di risanamento, ma anche di crescita aziendale e di sviluppo. L’imprenditore verrà coinvolto in ogni processo decisionale e le analisi verranno condivise, passo per passo. Questo perché il significato di “collaborare” è, appunto, quello di “lavorare assieme”.
Il Team: Credito: Mauro Collina 0543 452873 • Debora Lugaresi 0543 452816 • Alice Panzavolta 0543 452878 Finanziario: Catia Degli Angioli 0543 452832 • Nadia Fucci 0543 452825 • Erica Pasi 0543 452827 Corporate Advisor Barbara Pasi Legale: Avvocato Alessandro Rocchi e-mail: collabora@confartigianato.fo.it
UFFICIO CREDITO CONFARTIGIANATO Presso i nostri uffici troverete gli strumenti necessari per la gestione finanziaria della vostra impresa. In particolare ci occupiamo di: ➽ Analisi dei flussi finanziari aziendali ➽ Richiesta finanziamenti a tassi estremamente convenienti, attraverso l’utilizzo di garanzie previste dal FONDO EUROPEO PER GLI INVESTIMENTI e dal FONDO REGIONALE DI CO-GARANZIA. ➽ In convenzione con Unifidi è possibile ottenere finanziamenti a medio/lungo termine per investimenti, liquidità e consolidamento dei debiti, così come anche garanzie su linee di credito a breve (fido di c/c, SBF, e anticipo fatture) e su leasing, ➽ Condizioni bancarie vantaggiose, con la possibilità di controllare sia i tassi “dare” (scoperto di c/c, portafoglio sbf, anticipo fatture) sia i costi fissi (spese di chiusura, RI-BA, sconto e incasso SBF, giorni di valuta per assegni ed effetti, ecc.), ➽ Richiesta di agevolazioni all’impresa. ➽ In accordo con Fraer Leasing SpA siamo in grado di proporre soluzioni diversificate per l’acquisizione di beni strumentali (autovetture, veicoli commerciali, camion/rimorchi, macchine utensili, macchine operatrici, macchine da cantiere, immobili). Per informazioni contattare l’ufficio credito di zona Tel. 0543/452811 - Fax 0543/452843 - e-mail: credito@confartigianato.fo.it
12 • giugno 2013 • • • essere impresa
Emilia Romagna
notiziario tecnico
Consulenza fiscale • a cura di Roberto Mambelli UNICO 2013 CON STUDI DI SETTORE, PROROGA VERSAMENTI SENZA MAGGIORAZIONI Il Ministero dell’Economia e delle Finanze con il comunicato stampa n° 94 del 13 giugno 2013 ha reso ufficiale attraverso il sito web la proroga del termine per il versamento delle imposte risultanti dalle dichiarazioni Unico ed Irap 2013. Il differimento dei termini di scadenza riguarda tutti i contribuenti (persone fisiche e non) che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore, indipendentemente dall’esistenza di cause di esclusione o di inapplicabilità, e che dichiarano ricavi o compensi non superiori al limite stabilito dalla legge. La proroga si applica anche a coloro che partecipano a società, associazioni e imprese, in regime di trasparenza e ai contribuenti che adottano il regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità. Le nuove scadenze prevedono che i versamenti dovuti dai suddetti contribuenti possono essere effettuati entro l’8 luglio 2013 senza alcuna maggiorazione oppure dal 9 luglio al 20 agosto (usufruendo della proroga estiva prevista per i versamenti che cadono dall’1 al 20 agosto), maggiorando le somme da versare dello 0,40% a titolo di interesse corrispettivo. Per quanto riguarda i versamenti prorogati il Ministero rende noto che sono differiti i versamenti di tutte le imposte risultanti dalle dichiarazioni i cui termini sono fissati al 17 giugno 2013 (in quanto il 16, termine ordinario, è domenica). Quindi, non solo l’Irpef e l’Ires, ma anche, per esempio, la cedolare secca sugli affitti, il diritto annuale della Camera di Commercio, l’imposta sul valore degli immobili situati all’estero (Ivie) e quella sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero (Ivafe).
Ecobonus e ristrutturazioni edilizie Incentivi prorogati a tutto il 2013 Con la pubblicazione sulla G.U. 5.6.2013, n. 130, è entrato in vigore, a decorrere dal 6.6.2013, il DL n. 63/2013, Decreto c.d. “Energia”, avente
l’obiettivo di promuovere il miglioramento della prestazione energetica degli edifici nonché di “favorire lo sviluppo, la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici” al fine di recepire la Direttiva comunitaria 19.5.2010, n. 2010/31/UE. Tale Decreto prevede, tra l’altro: la proroga al 31.12.2013 della detrazione spettante per le spese di riqualificazione energetica degli edifici (ovvero al 30.6.2014 se relative ad interventi su parti comuni dei condomini), nonché l’aumento della stessa dal 55% al 65% per le spese relative ai lavori effettuati dal 6.6 al 31.12.2013 (o 30.6.2014); la proroga al 31.12.2013 della detrazione IRPEF del 50% per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, nonché l’estensione della stessa alle spese sostenute per l’acquisto di mobili. Gli articoli 14 e 16 del provvedimento si occupano, rispettivamente, delle “detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica” e della “proroga delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia e per l’acquisto di mobili” In particolare, per quanto riguarda l’eco-bonus del 55%, in scadenza il prossimo 30 giugno, ne viene sancito l’innalzamento al 65% a partire dalle spese sostenute dalla data di entrata in vigore dello stesso decreto (6 giugno 2013) e il prolungamento fino a tutto l’anno in corso, con esclusione delle spese per gli interventi di sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza e impianti geotermici a bassa entalpia nonché delle spese per la sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria. Ulteriori sei mesi di agevolazione (quindi, per le spese sostenute fino al 30 giugno 2014) sono riconosciuti agli interventi che riguardano le parti comuni degli edifici condominiali o che interessano tutte le unità immobiliari di cui si compone il condominio. Il beneficio, fruibile sia dalle persone fisiche sia dai soggetti Ires, andrà ripartito in dieci quote annuali di pari importo. Continua a pagina 14 • • •
essere impresa • • • giugno 2013 • 13
notiziario tecnico • • • Segue da pagina 13
Va evidenziato è confermata la soglia massima di detrazione spettante considerato l’aumento della detrazione dal 55% al 65%, di fatto si riduce il limite massimo di spesa agevolabile. Così, ad esempio,
per l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda (art. 1, comma 346), posto che la detrazione spetta per un ammontare massimo di € 60.000, il limite massimo di spesa agevolabile passa da € 109.090,91 (60.000 / 55%) a € 92.307,69 (60.000 / 65%).
INTERVENTI AGEVOLABILI
DETRAZIONE MASSIMA
dall’1.1.2012 al 5.6.2013 detrazione 55%
dal 6.6.2013 al 31.12.2013 (*) detrazione 65% (spesa massima)
comma 344
Interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti che conseguono un valore limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20% rispetto ai valori individuati dalle apposite Tabelle allegate al Provvedimento 19.2.2007 e, dal 2008, al Decreto 11.3.2008.
€ 100.000
€ 181.818,18
€ 153.846,15
comma 345
Interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguardanti strutture opache verticali (pareti), strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti), finestre comprensive di infissi delimitanti il volume riscaldato verso l’esterno e verso vani non riscaldati, purché siano rispettati determinati requisiti di trasmittanza termica.
€ 60.000
€ 109.090,91
€ 92.307,69
comma 346
Installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, scuole e università. È esclusa l’installazione di pannelli solari per la produzione di energia (pannelli fotovoltaici).
€ 60.000
€ 109.090,91
€ 92.307,69
comma 347
Sostituzione (integrale o parziale) di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione ovvero, dal 2008, con impianti dotati di pompe di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia e dal 2012 di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria, nel rispetto dei valori di prestazione ed efficienza energetica fissati dalle apposite Tabelle.
€ 30.000
€ 54.545,45
€ 46.153,85 (**)
(*) 30.6.2014 per interventi su parti comuni condominiali o su tutte le unità immobiliari del condominio. (**) Non è agevolabile la sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore ad alta efficienza ed impianti geotermici a bassa entalpia ovvero di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria.
Inoltre per effetto delle nuove disposizioni, la detrazione riconosciuta per le spese sostenute per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio dal 26.6.2012 al 31.12.2013 è riconosciuta nella misura del 50% e spetta per una spesa massima complessiva di € 96.000 per ciascuna unità immobiliare. La stessa ritornerà al 36% con il limite di € 48.000 dall’1.1.2014.
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La detrazione in esame è riconosciuta: per le sole unità immobiliari residenziali (di qualsiasi categoria catastale) e relative pertinenze; in 10 quote annuali di pari importo.
Continua a pagina 15 • • •
notiziario tecnico • • • Segue da pagina 14
Bonus Mobili In aggiunta alla proroga, viene introdotta un’ulteriore agevolazione per i contribuenti che fruiscono della detrazione del 50%. Questi, infatti, potranno godere anche della detrazione Irpef del 50% sulle spese sostenute per l’acquisto di mobili finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. Dalle due semplici righe contenute nel decreto, in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, si rilevano due elementi fondamentali per comprendere quando si può sfruttare il Bonus Mobili. 1. Le spese devono essere documentate, quindi occorre avere una regolare fattura di acquisto e la ricevuta di pagamento con un sistema tracciabile come il bonifico bancario o postale; esattamente come per gli altri interventi edilizi agevolabili con la Detrazione 50%. 2. I mobili acquistati devono essere utilizzati per l’arredo dell’unità immobiliare oggetto di ristrutturazione ovvero il Bonus Mobili è fruibile solo se c’è una ristrutturazione edilizia nell’appartamento in cui i mobili sono montati. Il Bonus Mobili è aggiuntivo a quello previsto per la ristrutturazione ed è concesso per l’acquisto di mobili con il tetto massimo di spesa di 10.000 euro di cui è detraibile il 50% in dieci anni. L’Agenzia delle Entrate dovrà precisare la tipologia dei mobili per cui spetta il beneficio ovvero se solo mobili fissi tipo cucine e bagni in muratura, armadi a muro, ecc. o se l’agevolazione si possa estendere a tutte le tipologie di arredo, purché utilizzata per l’arredamento di un immobile ristrutturato.
Consulenza del lavoro • a cura di Susi Silvani Agevolazioni ai datori di lavoro che assumono lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo A favore dei datori di lavoro che, nel corso del 2013, assumano a tempo determinato o indeter minato, anche part-time o con contratto di somministrazione, lavoratori che, nei 12 mesi pre cedenti, siano stati licenziati per giustificato motivo oggettivo connesso a riduzione, trasformazione o cessazione di attività o di lavoro (anche da imprese
che occupino meno di 15 dipendenti) è previsto un beneficio contributivo. Per usufruire del beneficio il datore di lavoro deve garantire al lavoratore assunto interventi di formazione professionale sul posto di lavoro (anche mediante il ricorso alle risorse destinate alla formazione continua di competenza regionale). Il beneficio è pari a € 190 mensili per: 12 mesi, nel caso di lavoratori assunti a tempo indeterminato; 6 mesi, nel caso di lavoratori assunti a tempo determinato. In caso di rapporto di lavoro a tempo parziale il beneficio mensile è riproporzionato all’effettivo orario di lavoro. Il beneficio è riconosciuto altresì nel caso di lavoratori soci di cooperative, che stabiliscono in aggiunta al rapporto associativo un ulteriore e distinto rapporto di lavoro in forma subordinata. Le agevolazioni non si applicano al rapporto di lavoro domestico. Le modalità operative di inoltro delle istanze telematiche saranno definite dall’INPS entro il 19 giugno 2013.
Erogazione in unica soluzione dell’ASpI e mini-AspI È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto 29 marzo 2013 che definisce le modalità di erogazione in unica soluzione dell’indennità ASpI e miniASpI ai lavoratori che hanno perso involontariamente la propria occupazione, e intendono intraprendere un’attività di lavoro autonomo o avviare un’attività di auto impresa o di micro impresa o associarsi in cooperativa, nonché sviluppare a tempo pieno un’attività autonoma già iniziata durante il rapporto di lavoro dipendente, la cui cessazione ha dato luogo alla prestazione ASpI o mini-ASpI. L’interessato deve presentare telematicamente domanda all’INPS.
Lavoratori beneficiari di integrazioni salariali: obblighi formativi I lavoratori sospesi dall’attività lavorativa che beneficiano di una prestazione a sostegno del reddito, sono tenuti a frequentare corsi di formazione o riqualificazione professionale, pena la decadenza dal trattamento stesso. Il ministero del Lavoro ha precisato che in tale offerta formativa rientrano anche i corsi di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro: finalizzati al trasferimento o cambiamento di mansioni; relativi all’introduzione di nuove attrezzature o di nuove tecnologie, di nuove sostanze o preparati pericolosi; di aggiornamento quinquennali. Continua a pagina 16 • • • essere impresa • • • giugno 2013 • 15
notiziario tecnico • • • Segue da pagina 15
Sono esclusi i corsi di formazione organizzati in occasione della costituzione del rapporto di lavoro.
Variazione della misura dell’interesse di dilazione e differimento A partire dall’8 maggio 2013, l’interesse di dilazione per la regolarizzazione rateale dei debiti per contributi e sanzioni civili e in caso di differimento del termine di versamento dei contributi è fissato nella misura del 6,50% annuo.
Rateizzazione Cartelle Equitalia Equitalia ha elevato da 20.000 a 50.000 euro la soglia massima che permette di chiedere la rateizzazione delle cartelle con una semplice richiesta motivata.
Rifinanziamento ammortizzatori sociali in deroga È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il decreto riguardante, il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga. È previsto, in particolare, il loro primo immediato rifinanziamento, in aggiunta alle risorse già stanziate dalla Riforma Fornero.
Assegno per il nucleo familiare L’Inps ha ricordato che spetta esclusivamente ai Comuni concedere o negare la corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare con almeno 3 figli minori ai cittadini extracomunitari titolari dello status di cittadini di Paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo. L’Inps ha inoltre provveduto alla rivalutazione, per il periodo 1.07.2013-30.06.2014, dei livelli di reddito familiare ai fini della corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare alle diverse tipologie di nuclei.
Strutture servizi per l’infanzia L’Inps ha ricordato che dal 16.05.2013 le strutture che forniscono servizi per l’infanzia possono presentare domanda di adesione alla misura sperimentale introdotta dalla legge sulla riforma del lavoro che
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prevede, per gli anni 2013- 2015, la facoltà, per la madre lavoratrice, di chiedere la corresponsione di un contributo da utilizzare per fruire di servizi per l’infanzia pubblici o privati accreditati. Una volta completato l’elenco delle strutture, l’Inps pubblicherà il bando per l’assegnazione dei contributi per l’acquisto dei servizi per l’infanzia cui potranno partecipare le madri lavoratrici interessate.
Affari generali • a cura di Marco Valenti NEOIMPRESE: GLI ADEMPIMENTI PIÙ FREQUENTI Si ricordano alcuni adempimenti fondamentali per chi ha un’attività: Inail. In caso di infortunio sul lavoro presentarsi entro 2 giorni dalla data dell’evento presso gli uffici Confartigianato con il certificato medico o di pronto soccorso per compilare la denuncia di infortunio da inviare all’Inail e alla Questura. Il mancato invio nei termini previsti comporta l’applicazione di pesanti sanzioni amministrative. Variazioni. Qualora si modificassero l’attività esercitata, la residenza del titolare o del socio, la sede, ecc. presentarsi in Confartigianato per compilare l’apposita modulistica CCIAA, INAIL, IVA, INPS tramite ComUnica. Decorsi i 30 giorni scattano le sanzioni da parte degli Enti preposti. Smart Card, CNS, PEC. Attraverso Confartigianato è possibile richiedere e rinnovare lo strumento di firma digitale e la Posta Elettronica Certificata. Privacy. Le aziende che utilizzano personal computer per gestire la parte amministrativa sono soggette all’applicazione delle norme previste dal “Codice della Privacy”. Continua a pagina 17 • • •
notiziario tecnico • • • Segue da pagina 16
Ambiente e sicurezza. Se nello svolgimento dell’attività si utilizzano o si producono imballaggi occorre iscriversi al CONAI. Le imprese con più di 1 addetto (società o ditte con dipendenti) sono soggette all’applicazione del D.L. 81 (sicurezza) e D. L. 195/06 (rumori). Convenzioni. Le imprese che utilizzano il gas - metano esclusivamente per la propria attività possono chiedere la riduzione dell’imposta di consumo sul gasmetano ad HERA attraverso gli uffici Confartigianato.
VERIFICA PERIODICA STRUMENTI DI MISURA La verifica periodica degli strumenti di misura è l’accertamento del mantenimento, nel tempo, della loro affidabilità metrologica. Tutti gli strumenti, a esclusione dei misuratori di gas, di acqua ed elettrici, devono essere sottoposti alla verificazione periodica entro 60 giorni dall’inizio della loro prima utilizzazione e, in seguito, secondo la periodicità riportata nella seguente tabella. periodicità della verificazione
CATEGORIA
L’esito positivo della verificazione periodica è attestato mediante l’applicazione di una targhetta autoadesiva, distruttibile con la rimozione, indicante la data di scadenza della stessa. In caso di esito negativo è ammesso ricorso gerarchico al Segretario Generale della Camera di Commercio di competenza. Si ricordi che: 1) a verificazione periodica, indipendentemente dalla scadenza della precedente, va richiesta anche a seguito di ogni ordine di aggiustamento o modifica o riparazione che dovesse rendersi necessaria sullo strumento; 2) gli utenti metrici sono soggetti all’obbligo di: 2.1) garantire il corretto funzionamento dei loro strumenti, conservando ogni documento ad esso connesso;
Masse e misure campione; misure di capacità, comprese quelle montate su autocisterna
5 anni
Strumenti per pesare
3 anni
Complessi di misura per carburanti
2 anni
Misuratori di volumi di liquidi diversi da carburanti e dall’acqua
4 anni
Misuratori massici di gas metano per autotrazione
2 anni
Strumenti per la misura di lunghezze compresi i misuratori di livello dei serbatoi
4 anni
La verifica periodica è eseguita dalle Camere di Commercio ovvero dai laboratori ad esse appartenenti o dalle stesse accreditati. Le modalità di accreditamento dei laboratori saranno stabilite con decreto dal Ministero delle Attività Produttive. Per richiedere la verifica periodica occorre formulare apposita domanda, redatta su modello predisposto dall’ufficio disponibile presso gli uffici dell’associazione, nella quale l’interessato, indicando il luogo ove intende che la verificazione sia effettuata, identifica gli strumenti che sottopone al controllo. Qualora la richiesta sia formulata da un riparatore di strumenti metrici egli, identificandoli, deve altresì dichiarare che gli stessi non hanno subito modificazioni e mantengono i requisiti originari dichiarati dal fabbricante per l’ammissione a verifica metrica. A seguito di verifica verrà emessa fatturazione: I pagamenti debbono essere effettuati alla CAMERA DI COMMERCIO I.A.A. FORLÌ-CESENA coordinate bancarie CASSA DEI RISPARMI DI FORLÌ E DELLA ROMAGNA SPA FILIALE N. 190 - SERVIZIO TESORERIA ENTI C.so della Repubblica 14 - 47100 FORLÌ C/C 074000004000 IBAN: IT25 S060 1013 2900 7400 0004 000
Strumenti diversi da quelli di cui alle righe precedenti Secondo l’impiego e secondo la periodicità fissati con provvedimento del Ministro dell’Industria, sentito il parere del Comitato Centrale Metrico
Continua a pagina 18 • • •
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essere impresa • • • giugno 2013 • 17
notiziario tecnico • • • Segue da pagina 17
2.2) mantenere l’integrità della targhetta di verificazione nonché di ogni altro sigillo presente sullo strumento; 2.3) non utilizzare, a pena di severe sanzioni amministrative, gli strumenti non conformi o difettosi o inaffidabili dal punto di vista metrologico. Anche in tema di verificazione periodica la Camere di Commercio dell’Emilia-Romagna hanno ritenuto di doversi dare delle regole uniformi di comportamento pervenendo pertanto all’adozione di alcune norme guida per la sua esecuzione. In tale provvedimento, adottato da ciascuna delle Camere di Commercio e riportato integralmente tra i link utili associati al documento, si trovano ulteriormente specificati i concetti di “verificazione periodica” e di “utente metrico”; si troverà altresì l’esatta elencazione degli strumenti di misura che devono essere sottoposti a verificazione periodica.
Inapa • a cura di Luisella Miti Opportunità per intraprendere un lavoro autonomo Sulla Gazzetta Ufficiale n. 133 dell’8 giugno 2013 è stato pubblicato il Decreto Ministeriale 29 marzo 2013 che disciplina le modalità di attuazione dell’articolo 2, comma 19, della legge 28 giugno 2012 n. 92 che dispone, in via sperimentale per gli anni 2013 - 2015, che il lavoratore avente diritto all’indennità mensile ASpI può richiederne la liquidazione anticipata al fine di intraprendere un’attività di lavoro autonomo. Destinatari della disposizione in oggetto sono i lavoratori beneficiari dei trattamenti di ASpI o di mini-ASpI che intendono: intraprendere un’attività di lavoro autonomo; avviare un’attività di auto impresa o micro impresa; associarsi in cooperativa; sviluppare a tempo pieno un’attività autonoma già iniziata durante il rapporto di lavoro dipendente la cui cessazione ha dato luogo alla prestazione di Aspi o mini-ASpI. Tali soggetti possono ottenere - nel limite massimo complessivo di 20 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2013, 2014 e 2015 - la liquidazio-
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ne in un’unica soluzione dell’indennità di ASpI per un numero di mensilità pari a quelle spettanti e non ancora percepite. I lavoratori che intendono avvalersi di tale possibilità devono presentare all’INPS - in via telematica - apposita domanda entro i termini di fruizione della prestazione mensile di ASpI o miniASpI e, comunque, entro 60 giorni dalla data di inizio dell’attività autonoma o dell’associazione in cooperativa. Nell’istanza dovrà essere specificata l’attività da intraprendere o da sviluppare, secondo le indicazioni che saranno fornite dall’Istituto stesso e dovrà essere corredata dalla documentazione comprovante ogni elemento che attesti l’assunzione di iniziative finalizzate allo svolgimento dell’attività che dà titolo alla corresponsione anticipata dell’indennità. L’indennità anticipata dovrà essere restituita, nel caso in cui il lavoratore si rioccupi prima della scadenza del periodo spettante di indennità. La Direzione Generale dell’Inps dovrà emanare le proprie disposizioni al riguardo.
Bando per l’assegnazione dei contributi per l’acquisto dei servizi per l’infanzia La legge 28 giugno 2012, n. 92 la “Riforma del mercato del lavoro”, con l’articolo 4, comma 24, lettera b), ha introdotto, in via sperimentale per gli anni 2013-2015, la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del congedo di maternità e in alternativa al congedo parentale, un voucher per l’acquisto di servizi di baby-sitting, ovvero un contributo per far fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l’infanzia o dei servizi privati accreditati. Lo scorso 14 giugno 2013 è stato pubblicato il bando sul sito INPS per la presentazione da parte delle madri lavoratrici della domanda di accesso al contributo economico utilizzabile, in alternativa al congedo parentale. La domanda potrà essere presentata all’INPS tramite i canali telematici a partire dalle ore 11 del giorno 1° luglio 2013 fino al giorno 10 luglio 2013 specificando a quale dei due benefici si intenda accedere e per quante mensilità. Non sono ammesse alla presentazione della domanda le lavoratrici autonome. La domanda va presentata all’INPS in modo esclusivo attraverso il canale WEB servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite PIN attraverso il portale dell’Istituto (www.inps.it). Il PIN con cui viene effettuata l’autenticazione al servizio deve essere di tipo “dispositivo”. Si precisa dunque che, ai fini della presentazione della domanda, il richiedente dovrà munirsi in tempo utile del PIN “dispositivo”. Le lavoratrici che siano già in possesso di un PIN rilasciato dall’INPS, sono tenute preventivamente a verificare la natura e la validità dello stesso. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli uffici Inapa dell’Associazione.
associazione
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movimenti anap Quarant’anni di Anap
L’udienza papale momento clou delle celebrazioni
I
l 24 aprile scorso è stato realizzato un evento fondamentale della storia dell’Associazione Nazionale Anziani e Pensionati. Una giornata indimenticabile nella quale oltre 3mila soci, provenienti da tutta Italia, sono convenuti a Roma per celebrare assieme il quarantennale dell’Anap. Obiettivo della giornata è stata la celebrazione solenne di questo importante traguardo del sodalizio, che con i suoi circa 230.000 mila soci rappresenta oggi la sesta organizzazione di pensionati italiani e una delle più attive nel mondo del lavoro autonomo. Un’occasione di festa, ma soprattutto di riflessione: tutti i partecipanti si sono ritrovati in Piazza San Pietro, gremita di folla come non mai, per ascoltare e vedere il santo Padre Francesco. Le aspettative non sono andate deluse, l’umanità del nuovo Papa ha coinvolto tutti. Un discorso semplice e toccante, un ritorno alle origini, una riscoperta dell’umiltà, di cui forse molti rappresentanti del clero e delle Istituzioni avevano smarrito il significato. È apparso evidente a tutti i presenti che il nuovo Papa sa infondere coraggio e amore per il prossimo, concetti basilari anche per chi si occupa della tutela dei diritti di pensionati e anziani come fa Anap, ispirando la propria attività ai valori della solidarietà e dell’assistenza propri della dottrina cristiana. Le manifestazioni sono poi proseguite nel pomeriggio con l’assemblea del movimento tenutasi nella sala dei congressi 20 • giugno 2013 • • • essere impresa
dell’Hotel Ergife di Roma. Dopo il saluto del Segretario Nazionale Fabio Menicacci, ha preso la parola il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti. Il presidente, nel suo discorso, ha messo in evidenza come nel nostro paese ci sia ancora “materia grigia” grazie alla quale sarà sicuramente possibile una ripresa dell’economia. Proprio gli artigiani ne sono l’esempio concreto, con estro e inventiva; doti indispensabili per superare i momenti difficili. Il Presidente Nazionale dell’Anap Giampaolo Palazzi ha poi ripercorso le tappe salienti della storia dell’Associazione, nata nel 1973, ma che mosse i primi concreti passi dopo il 1990. Palazzi ha evidenziato quanto di concreto è stato sino a oggi realizzato e quanto resta ancora da fare. Di fronte a questa crisi senza precedenti oc-
corre più che mai una politica che si occupi della ripresa economica e che salvaguardi il potere d’acquisto delle pensioni. Sussistono ancora troppi sprechi ancora nella sanità, a causa dei quali numerosi individui rinunciano a curarsi non avendo le risorse necessarie. I vertici Anap hanno ribadito la necessità di eliminare l’Imu sulla prima casa, tassa che grava sulle fasce più deboli della popolazione. Il discorso di Palazzi si è concluso con l’assunzione di un impegno preciso: Anap continuerà a svolgere la propria azione di sprone nei confronti del governo per cercare di sanare queste palesi ingiustizie. Una giornata ricca di emozioni, non un atto formale ma un’esperienza di grande impatto, anche per le commoventi parole che il Santo Padre ha rivolto ai presenti.
anap movimenti Indagine di Confartigianato
L’identikit del socio Anap: dinamico e attento al sociale
È
stata realizzata un’indagine sul ruolo di Anap nei confronti dei propri soci. Spiega Giuseppe Mercatali (nella foto) "dall’indagine emerge il forte orientamento alla presenza concreta degli iscritti nel tessuto sociale su progetti legati al welfare: il coinvolgimento dei soci in progetti sociali per l’arricchimento e qualificazione dell’attività associativa è ritenuta importante da oltre nove soci su dieci (92,8%). Le iniziative sviluppate da Anap sono prevalentemente a favore degli anziani (66,1% delle iniziative); apprezzabile presenza di iniziative contro handicap (14,5%) e povertà (9,7%). Oltre i due terzi dei soci (68,9%) segnalano la presenza sul territorio di iniziative e progetti di carattere sociale che, in quattro casi su dieci impegnano più giorni della settimana (8,1% tutti i giorni e 31,8% alcuni giorni)". A fronte dell’attività della terza età legata ai viaggi si desume che i tre quarti (75,9%) dei soci sono interessati a iniziative turistiche; gli interessi sono differenziati tra i soggiorni settimanali in località turistiche italiane (indicati dal 20,9%), i soggiorni termali (18,7%) e i viaggi in Italia (15%). Dal rapporto emerge l’elevata propensione dei soci Anap a partecipare a corsi di formazione, segnalato dal 44,6% degli intervistati. La quota decresce con l’età ma rimane alta anche in soggetti anziani: la metà (48,5%) dei soci tra 75 e 80 anni e oltre un terzo (36,0%) dei soci con oltre 80 anni esprime una domanda di informazione e di apprendimento. È prevalente la disponibilità a partecipare a corsi su salute e benessere (32,1%) e uso di pc e internet (27%). Per l’uso delle tecnologie si osserva una accentuazione che arriva fino all’età di 75 anni: le esigenze crescenti di relazione via internet tra persone e con uffici pubblici e fornitori di servizi determinano una domanda di formazione sulle nuove tecnologie che è importante fino a età relativamente avanzate. Più di un quarto (28,6%) dei soci è interessato a sostenere iniziative benefiche organizzate da Anap fornendo gratuitamente oggetti prodotti per hobby.
Gli intervistati rilevano gli aspetti più belli della terza età; non solo il recupero del tempo libero dalle attività lavorative (31,7%) ma anche la propensione, indicata dal 29% degli intervistati, a svolgere attività gratuite utili per il prossimo. Il calo fisico (54,5%) e la solitudine (35,5%) sono i due principali aspetti negativi della terza età a cui, però, gli intervistati contrappongono forti interessi ‘attivi’: gli associati Anap, mantengono una elevata propensione al lavoro manuale, aspetto connesso con le precedenti attività svolte, e che è collocata al primo posto (26,6%); al secondo posto i viaggi (22,2%) e l’attività fisica (20,3%). Dal campione emerge il ruolo chiave dell’assistenza sanitaria, indicata come priorità assoluta dagli intervistati (83,3%). Nel caso di presenza in famiglia di problemi di salute è sempre la rete familiare a dare il supporto prevalente: la famiglia se ne occupa, infatti, nei due terzi dei casi (66,7%). Seguono l’ospedalizzazione (14,3%) e l’assistenza da parte di badanti (12,7%). L’indicazione dei servizi sociali per problemi di salute è indicata dal 6,3% degli intervistati; tale forma di assistenza è più presente nei casi di dipendenze (16,7%), emarginazione (16,7%) e difficoltà economiche (13,3%). Le priorità indicate in termini di miglioramento della qualità della vita è certamente rappresentata da una migliore offerta di servizi sanitari (81% degli associati Anap indica un voto medio-alto) abbinata a una maggiore richiesta di ordine pubblico e sicurezza (76,7%). Di poco inferiori le richieste di interventi per migliori servizi sociali per anziani (76,3%) e per disabili (73,7%). La crisi che ormai perdura da oltre cinque anni lascia il segno sulle finanze delle famiglie degli anziani: metà (49,9%) degli iscritti Anap intervistati indica che nell’arco degli ultimi 5 anni si è ridotta la capacità di risparmio. La percezione maggiore è della difficoltà delle pensioni di seguire l’aumento dei prezzi: per oltre la metà degli intervistati, infatti, viene indicato il caro vita in generale (41,9%) e le bollette (11,3%). essere impresa • • • giugno 2013 • 21
movimenti donne impresa Un ciclo di incontri promuove il benessere
Alimentazione e salute protagonisti di un interessante confronto Mens sana in corpore sano è l’iniziativa promossa da Donne Impresa Confartigianato Forlì per ribadire il legame tra salute e benessere psicofisico. La difficoltà di conciliare tempi di vita e di lavoro, la frenesia di ogni giorno, spesso impediscono di prendersi cura di sé. Obiettivo dell’iniziativa è di ribadire l’importanza della prevenzione per una migliore qualità del quotidiano
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onne Impresa promuove un ciclo di incontri sulla salute e sul benessere. Il primo partecipato appuntamento, dedicato all’alimentazione, è stato realizzato il 27 maggio nella sede di Forlì Welfare avvalendosi dei prestigiosi contributi della dottoressa Francesca Ferrigno, dietista, che ha illustrato con grande chiarezza i corretti stili alimentari e del pediatra e allergologo Giuseppe Timoncini intervenuto sul tema delle allergie e delle intolleranze da cibo, sempre più diffuse. I lavori sono stati aperti dai saluti del vicepresidente di Confartigianato Forlì Luca Morigi (nella foto con Patrizia Carpi) che ha chiarito il ruolo di Confartigianato Forlì nel consiglio di amministrazione di ForlìWelfare, una collaborazione nata per dare l’opportunità agli imprenditori e ai loro familiari di avere accesso a una struttura sanitaria
all’avanguardia a costi accessibili. Ha preso poi la parola la presidente di Donne Impresa Patrizia Carpi, che ha spiegato “il consiglio del movimento ha deciso di organizzare tre serate sul benessere, con lo slogan mens sana in corpore sano, per avviare una riflessione sull’importanza di prendersi cura di sé. La crisi ha ridisegnato profondamente anche il rapporto con la prevenzione e le terapie: sono in continuo aumento le persone che hanno deciso di ricorrere al Servizio sanitario nazionale invece che alle strutture private, come solevano fare in passato. Per risparmiare accettano di mettersi in lista di attesa, rinunciano ai farmaci a pagamento e agli interventi del dentista. E quasi uno su cinque ha deciso di rimandare le cure a tempo indeterminato, un rischio per la salute che deve essere scongiurato. Eppure i dati parlano chiaro, nell’ultimo anno, con la crisi, il 35% degli italiani si è rivolto alle strutture sanitarie pubbliche, con liste di attesa più lunghe, per ottenere analisi, visite mediche e prestazioni che in altri tempi avrebbero fatto, pagando, in strutture private. Dobbiamo riportare al centro l’attenzione alla diagnosi preventiva e alla salute, la scelta di realizzare il convegno proprio nella sede di ForlìWelfare è stata assunta per far conoscere l’offerta del poliambulatorio, che garantisce un’offerta sanitaria di qualità a prezzi calmierati.” Gli appuntamenti successivi saranno realizzati dopo l’estate, con un’attenzione particolare alla prevenzione della salute del corpo e al benessere della mente.
22 • giugno 2013 • • • essere impresa
donne impresa movimenti La convention nazionale di Donne Impresa
Il marketing del XXI secolo
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i è tenuta a Cervia, nella splendida cornice dell’hotel Dante, nei giorni 1 e 2 giugno, la convention di Donne Impresa, dal titolo “Il marketing del XXI secolo, women on track”. Fabiola Foschi, coordinatrice di Donne Impresa di Forlì (nella foto con alcune delle partecipanti) sintetizza la due giorni di lavoro “come di consuetudine è stato un meeting formativo molto operativo. Da alcuni anni a questa parte, le convention sono caratterizzate da momenti di lavoro di gruppo, nei quali vengono applicati gli insegnamenti dei docenti - quest’anno Giustiniano La Vecchia, fondatore di management revolution - chiamati a illustrare i temi oggetto della riflessione. Occasione preziosa per le imprenditrici di confrontarsi e conoscere colleghe da tutta Italia, portatrici di esperienze differenti, ma in ogni caso molto stimolanti. La formula scelta piace molto e ha permesso alla compagine forlivese di presentare la nostra realtà, venendo al contempo a contatto con esperienze nuove.” La due giorni ha visto anche il contributo della presidente regionale di Donne Impresa Emanuela Bacchilega e della presidente nazionale Edgarda Fiorini. “Le convention rappresentano un momento chiave per l’attività del movimento, da
sempre in prima linea per promuovere attività che favoriscano l’accesso dell’universo femminile al fare impresa. Se la terziarizzazione dell’economia e l’introduzione di moduli contrattuali maggiormente flessibili favoriscono la partecipazione femminile al mercato del lavoro, la conduzione di una impresa da parte delle donne è ancora fortemente condizionata dai carichi familiari, che limitano la donna nel percorso di acquisizione del ruolo di soggetto economico, che potrebbe espletare mettendo a frutto abilità professionali, intuizioni, esperienze.”
essere impresa • • • giugno 2013 • 23
movimenti giovani imprenditori La convention nazionale del gruppo Giovani Imprenditori
Impresa in un T.I.C. In Italia i giovani under 35 sottoccupati part-time sono 204.100, pari all’1,5% del totale; gli under 35 in cerca di lavoro ma non immediatamente disponibili sono 53.000 pari (0,4%), mentre quelli disponibili a lavorare ma non in cerca di lavoro sono 1.209.600 (pari a 9,1%)
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l 3 e 4 maggio scorsi si è tenuta a Roma la convention annuale dei Giovani Imprenditori all’Auditorium Antonianum con l’intrigante titolo “Impresa in un T.I.C. - Trasmettere, Innovare, Condividere”. Alla base della scelta del titolo l’anno europeo dei cittadini e l’assunzione di “crescita” come parola d’ordine dell’Unione Europea per il periodo 2013-2020. Una sfida da cogliere attraverso il contributo creativo delle nuove generazioni, che vogliono essere parte del cambiamento e per individuare nuove politiche europee di sviluppo che ridiano slancio all’economia. Un tema stimolante, adottato in un anno particolarmente difficile, nel quale si registra la chiusura di numerose attività imprenditoriali, falcidiate dalla crisi. Proprio per simboleggiare queste perdite, durante la Convention, sono state posizionate in sala decine di sagome bianche per ricordare i giovani imprenditori vittime della recessione. Alla due giorni ha preso parte anche una delegazione forlivese, guidata dal presidente Fabrizio Giovannini, presente ai lavori assieme ad Andrea Antonelli, Piergiorgio Massari e ad Alessio Brighi, quest’ultimo tra i relatori della tavola rotonda organizzata per illustrare alcuni positivi esempi di storie di azienda. I rappresentanti del gruppo di Confartigianato Forlì hanno espresso grande apprezzamento per la prima giornata, maggior-
mente operativa, nella quale si sono succeduti gli interventi del presidente nazionale del movimento Marco Nardin, di Enrico Quintavalle del Centro Studi di Confartigianato nazionale e le testimonianze di numerosi imprenditori chiamati a raccontare la propria esperienza nell’ambito di due distinti momenti di confronto sull’internazionalizzazione e sul ricambio generazionale. Commentando la seconda giornata, il presidente Giovannini ha, invece, evidenziato la distanza del mondo politico rappresentato da Simona Bonafé e Daniele Capezzone, da quello imprenditoriale troppo cristallizzato sulle proprie posizioni per portare un fattivo contributo alla causa dei giovani capitani d’azienda. Brighi, tra i testimonial della tavola rotonda dedicata alla trasmissione d’impresa, ha ribadito uno dei punti chiavi della propria visione del fare impresa “è necessario tornare a essere entusiasti di ciò che si fa, anche se la situazione è complessa. Noi giovani dobbiamo riaccendere la passione, ripartendo dalla volontà delle persone, per tornare a credere nel futuro. Appuntamenti come questi contribuiscono a dare la carica, per comprendere che non si è soli.” Massari, esperto di marketing, ha apprezzato l’utilizzo di twitter per interagire coi relatori; l’uso del social network era in linea con la grande attenzione dedicata, nel corso dei lavori, alle nuove tecnologie. Una scelta legata alla platea, poiché, come emerso dall’indagine presentata, i giovani vincono la partita della digitalizzazione e della connessione in mobilità: rappresentano un terzo (34,2%) degli utenti internet totali e superano gli over 35 anni per l’utilizzo di un dispositivo portatile, in particolare telefono cellulare e smartphone: sono ben 2.639.000 i giovani connessi a internet con dispositivo portatile contro i 2.599.000 utenti senior. Nelle foto alcuni momenti della Convention e i rappresentanti della delegazione forlivese
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giovani imprenditori movimenti Presentati durante la due giorni
I risultati dell’Osservatorio Confartigianato sull’imprenditoria giovanile
L
a crisi ha falcidiato l’imprenditoria giovanile: dal 2008 al 2012, sono mancati all’appello 331mila imprenditori under 40. Alla fine dello scorso anno il bilancio è da brividi: l’Italia ha perso il 16% dei giovani capitani d’azienda rispetto a 5 anni prima. I dati emergono dall’Osservatorio sull’imprenditoria giovanile realizzato dall’Ufficio studi di Confartigianato e presentato nel corso della convention dei Giovani. Spiega il coordinatore del movimento per Confartigianato Forlì, Paolo Gabelli “due recessioni intervallate da una troppo debole ripresa hanno eretto un muro - quasi insormontabile - per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. In Italia il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni è strutturalmente più elevato rispetto alla media europea: a febbraio 2013 è del 37,8% contro la media dell’Unione a 27 del 23,5% e dell’Area euro del 23,9%. Registrano una più contenuta disoccupazione giovanile la Francia, con un tasso del 26,2%, il Regno Unito con il 21,1%, gli Stati Uniti con il 16,3%, la Germania con il 7,7% e il Giappone con il 7,3%, il valore più basso tra le maggiori economie avanzate.” E continua “nell’ultimo quinquennio il nostro è il Paese, tra le maggiori economie europee, con la più alta crescita della disoccupazione giovanile: tra febbraio 2008 e febbraio 2013 preceduto solo dalla Spagna che registra un tasso di disoccupazione dei giovani di 34,9 punti percentuali,mentre l’Italia si attesta a 16,9 punti, la Francia 8,4 punti, gli Stati Uniti 4,9 punti mentre in Germania si apprezza una diminuzione di 3,4 punti.” Tra i giovani colpiti dalla grande recessione vi sono quelli che hanno scelto di fare impresa. Chiarisce ancora “nel nostro Paese il calo dei giovani
capitani d’azienda è più accentuato rispetto alla diminuzione media dell’8,9% verificatasi nell’Ue a 27. Infatti, nel confronto con gli altri maggiori Paesi europei i lavoratori indipendenti italiani under 40 mostrano un calo più intenso rispetto a quello rilevato in Germania (-9,3%) ed inferiore solo a quello osservato in Spagna, dove tra il 2008 e il 2012 si sono ridotti di oltre un quarto (-27%).” Secondo l’Osservatorio di Confartigianato, nonostante tutto, l’Italia rimane sul gradino più alto del podio europeo per numero di imprenditori e di lavoratori autonomi tra i 15 e i 39 anni: sono 1.736.400 e staccano nettamente il Regno Unito che ne conta 1.319.700, la Polonia con 1.046.100 e la Germania che si ferma a 959.100. Nel Bel Paese il 19,2% dei giovani occupati under 40 lavora in proprio, una percentuale quasi doppia rispetto al 10,3% della media europea. Circa il 30% dei giovani imprenditori italiani sono artigiani. I titolari under 40 delle piccole imprese sono infatti 576.177 e la crisi si è fatta sentire con una diminuzione, tra il 2008 e il 2012, del 5,6%, pari a 34.425 imprenditori in meno. In pratica, negli ultimi 5 anni, la crisi ha fatto scomparire 4 giovani imprenditori artigiani al giorno. Conclude Gabelli “durante la convention sono state chieste risposte concrete al Governo, al Parlamento, alla politica. La scomparsa di tanti giovani imprenditori è causata dalla crisi, ma anche da un sistema Paese che è ostile al fare impresa. Le micro e piccole imprese scontano l’enorme costo del lavoro, la burocrazia che costa 31 miliardi l’anno alle imprese, l’elevato costo del denaro, la carenza delle nostre infrastrutture, il fisco oppressivo. Ma senza la piccola impresa l’economia nazionale è destinata a fallire.”
essere impresa • • • giugno 2013 • 25
26 • giugno 2013 • • • essere impresa
categorie e mercato Seminario di formazione e informazione
“Il trasporto e le sue regole”
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abato 25 maggio si è tenuto un incontro formativo dedicato alle imprese di autotrasporto. Il seminario, gratuito, dal titolo “Il trasporto e le sue regole” ha offerto a imprenditori, collaboratori e dipendenti un quadro completo e dettagliato della complessa normativa che disciplina il comparto del trasporto merci in conto proprio e in conto terzi. Spiega il responsabile sindacale del servizio Alberto Camporesi (nella foto) “i controlli su strada divengono sempre più frequenti e cavillosi e le sanzioni comminate sono molto onerose, anche in caso di violazioni lievi. L’uso del cronotachigrafo è complesso per questo, come Confartigianato, riteniamo necessario fornire ogni dettaglio del Regolamento CE 561/2006, che prevede regole precise su tempi di guida e di riposo. Senza dimenticare le criticità connesse alla compilazione del cosiddetto modulo di assenza, di attestazione dell’attività, la cui errata gestione comporta pesanti ammende per
il conducente e in solido all’impresa, oltre alla sanzione elevata direttamente al committente. Noi siamo favorevoli ai controlli, che anzi, vorremmo maggiormente stringenti per debellare la piaga dell’abusivismo e la concorrenza sleale dei trasportatori che operano ignorando la normativa, tuttavia chiediamo maggiore flessibilità da parte delle autorità competenti nell’applicare la legge di fronte a un’infrazione di poco conto. La crisi ha messo in ginocchio tutto il comparto, continuare a vessare gli imprenditori costringerà alla chiusura le imprese italiane regolari, a vantaggio dei competitor stranieri che agiscono ai limiti della legalità.” Assieme a Camporesi è intervenuto all’incontro anche Pierluigi Abriani, ex sovrintendente-capo del Centro Addestramento Polizia Stradale di Cesena. Il materiale diffuso in occasione dell’iniziativa può essere richiesto a Confartigianato Forlì.
Fiera in Marocco: Pollutec 2013 L’ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane - parteciperà alla prossima edizione della Pollutec Marocco, che avrà luogo a Casablanca dal 23 al 26 ottobre 2013. Pollutec Marocco è il salone di riferimento per i professionisti del settore ambientale in Nord Africa e ha luogo in uno dei mercati magrebini più promettenti grazie a un contesto economico favorevole e a un eccezionale livello di investimenti. La collettiva italiana, che avrà una superficie di circa 340 mq, sarà allestita con una veste grafica unitaria che permetterà un facile riconoscimento e una maggiore visibilità del Padiglione italiano. La scorsa edizione di POLLUTEC MAROC ha visto la partecipazione di 400 espositori su una superficie di circa 10.000 mq. Oltre 6.500 sono stati i visitatori specializzati del settore. Per l’edizione 2013 gli organizzatori prevedono la presenza di circa 400 espositori e 8.000 visitatori, provenienti da amministrazioni e collettività locali, industria delle costruzioni e settore terziario, la migliore offerta di prodotti, tecnologie e servizi dedicati all’ambiente. Per informazioni contattare Fabiola Foschi allo 0543 452844. confartigianatoForli.pdf 1 02/05/2013 17:48:04
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categorie e mercato Il peso di fisco e burocrazia
Nel 2013 tassazione ai massimi storici: 53,4% del Pil La classifica Doing Business classifica le economie attraverso una pluralità di indicatori, che attribuiscono criteri di merito ai diversi paesi, stilando un elenco di 185 economie. Negli ultimi anni l’Italia ha ricoperto posizioni di mezza classifica, collocandosi dopo Romania, Turchia e Bulgaria La nuova indagine dell’ufficio studi di Confartigianato evidenzia come nel 2013 gli italiani pagheranno 38 miliardi in più di tasse, pari a 639 euro di maggiori imposte pro capite, rispetto alla media dei cittadini dell’Eurozona. Questo gap Italia/Europa è l’effetto dell’aumento della pressione fiscale che quest’anno in Italia raggiunge il 44,6% del PIL, ben 2,4 punti in più rispetto al 42,1% registrato nella media dei Paesi dell’Eurozona. Ma, se si considera il mancato gettito dell’economia sommersa, la pressione fiscale effettiva sale al 53,4% del Pil. Le tasse pesano in modo particolare sui salari: in Italia il cuneo fiscale che grava sul costo del lavoro di un dipendente single senza figli con retribuzione media, è pari al 47,6%. Si tratta del sesto cuneo fiscale più oneroso tra i 34 Paesi avanzati dell’Ocse, con un livello di 12 punti superiore alla media del 35,5% registrata nei paesi Ocse. Tra le imposte più recenti che hanno innalzato la pressione fiscale su imprese e famiglie,
l’IMU ha provocato, tra il 2011 e il 2012, un maggior prelievo sugli immobili di 14,5 miliardi. Pesante anche l’impatto della Tares, la nuova tariffa rifiuti, che provoca un incremento del 28,1% del prelievo pro capite. Le cose non vanno meglio per quanto riguarda la burocrazia. Nell’ultimo anno le piccole e medie imprese hanno speso in oneri amministrativi 30.980 milioni di euro, equivalenti a 7.091 euro per impresa e pari a 2 punti di PIL. L’inefficienza nel rapporto tra Pubblica Amministrazione e imprese genera un ambiente ostile al fare impresa, tanto che nella classifica sulla facilità di fare impresa Doing Business 2013 l’Italia si colloca al 73° posto tra i 185 Paesi del mondo. Gli ultimi 18 mesi sono stati particolarmente difficili. Nei quasi seicento giorni che vanno da metà novembre 2011 a giugno 2013, nell’alternanza tra Governo tecnico e la fase di incertezza e stallo registrata in avvio di legislatura, il numero delle aziende italiane è diminuito dell’1%, il numero delle imprese artigiane è calato del 3%, il Pil è sceso del 3,4%, il credito alle imprese è diminuito di 65 miliardi (pari al -6,4%), il debito pubblico è salito di 122 miliardi (+6,4%), la pressione fiscale è aumentata di quasi 2 punti (+1,8), la disoccupazione giovanile è aumentata di oltre 8 punti (+8,5), i disoccupati sono aumentati del 30,9%, con una crescita di 728 mila persone in cerca di lavoro, gli occupati sono diminuiti dell’1,3%, con una perdita di 294 mila unità; per i giovani under 35 la perdita di occupati ha superato il mezzo milione (-537mila).
Eccesso di pressione fiscale La crisi fiscale dello Stato, scoppiata nell’estate del 2011, manifesta ulteriori, marcate e crescenti tensioni sull’indicatore di pressione fiscale che quest’anno raggiunge il massimo dell’ultimo trentennio: nel 2013 la pressione fiscale è pari al 44,4% del Pil, livello mai raggiunto dal 1990, anno di inizio della serie storica. I dati trimestrali sui conti delle Amministrazioni Pubbliche evidenziano come la sequenza delle manovre 2011-2012 hanno determinato un vero e proprio boom del prelievo fiscale nel quarto trimestre 2012 - la ‘stangata di Babbo Natale’ - con le entrate totali che arrivano ad assorbire il 56,3% del Pil, quasi due punti superiori al 54,5% del IV trimestre 2011; di conseguenza l’indicatore della pressione fiscale al IV trimestre 2012 arriva al picco del 52%, con un aumento di 1,5 punti percentuali rispetto a un anno prima: negli ultimi tre mesi del 2012 passano dai cittadini allo Stato 2.493.239.130 euro al giorno, 103.884.964 euro all’ora, 1.731.416 euro al minuto. Dal 2005 al 2013 tutta la crescita del Prodotto interno lordo della nostra economia è stata intercettata e assorbita dalle casse dello Stato, crescita del tutto insufficiente a fronte della straordinaria dinamica delle entrate fiscali: tra il 2005 e il 2013 l’incremento di queste ultime ‘assorbe’ interamente l’incremento del Pil, in pratica per ogni euro di Pil creato si genera un euro di maggiori entrate fiscali.
28 • giugno 2013 • • • essere impresa
categorie e mercato Misure urgenti per l’edilizia
Associazioni coese per tutelare un settore chiave della nostra economia La crisi che sta vivendo il comparto dell’edilizia è senza precedenti: 360.000 posti di lavoro persi fino a oggi e una diminuzione degli investimenti del 38% in cinque anni. Per questa ragione occorre agire in tempi brevi, con misure efficaci e, al tempo stesso, costruendo le fondamenta per uno sviluppo più equo e sostenibile, rispetto al quale la filiera delle costruzioni possa tornare a esprimere tutte le potenzialità positive di un’industria le cui opere incidono profondamente sulla qualità della vita dei cittadini e sulla competitività del Paese nel suo complesso. ANAEPA-Confartigianato Edilizia e le altre Parti sociali hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Enrico Letta, per chiedere al nuovo Governo interventi urgenti da attuare nei primi 100 giorni di attività per rimettere in moto il mercato delle costruzioni, settore chiave per la ripresa dell’intero tessuto economico nazionale. Le Associazioni di categoria, hanno predisposto un documento contenente una serie di proposte operative in grado di assicurare la sopravvivenza di migliaia di imprese edili e rilanciare la crescita del Paese. Tra i punti chiave la richiesta di definizione di un piano di rapido pagamento di tutti i debiti pregressi delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle imprese per i lavori da queste eseguiti, stimati in circa 19 miliardi di euro. Per evitare l’accumulo di debiti arretrati, occorre inoltre modificare le regole del Patto di stabilità interno, introducendo il principio dell’equilibrio di parte corrente ed un limite all’indebitamento. Allo stesso modo, occorre eliminare la responsabilità solidale fiscale che rappresenta un grave ostacolo ai pagamenti alle imprese. È poi necessario agire per la messa in sicurezza degli edifici pubblici del territorio dai frequenti dissesti idrogeologici, per la riqualificazione e l’ammodernamento del patrimonio scolastico e per un piano di piccole e medie opere funzionali alla riqualificazione delle città. Vanno in particolare potenziati gli strumenti normativi necessari a consentire il recupero e la sostituzione del patrimonio edilizio, soprattutto nel caso di evidenti situazioni di degrado. Indispensabile per superare il problema di reperire risorse a medio lungo termine degli istitu-
ti bancari, la promozione di strumenti finanziari in grado di riattivare il circuito del credito, con il coinvolgimento della Cassa Depositi e Prestiti quale capofila di altri investitori istituzionali (Enti previdenziali e assicurativi, fondi pensione, fondi d’investimento esteri) per l’acquisto di obbligazioni a media lunga scadenza emesse dalle banche per finanziarie i mutui delle famiglie, per l’acquisto di abitazioni ad elevata efficienza energetica e per la ristrutturazione energetica della propria casa. Altra significativa richiesta da parte delle organizzazioni del settore attiene alla riduzione del costo del lavoro in edilizia sul quale gravano rilevanti oneri sociali, sproporzionati anche rispetto all’industria in genere, che sono superiori di oltre 10 punti percentuali. Ciò deriva, in particolare, dal contributo cassa integrazione guadagni ordinaria per gli operai (5,20% in edilizia rispetto all’1,90/2,20 del resto dell’industria) e dai 6 punti percentuali circa in più per ciò che concerne i premi Inail. Si chiede infine la decontribuzione degli straordinari e dei trattamenti erogati in aggiunta alla retribuzione stabilita dai contratti collettivi che, incentivando la produttività, da una parte comporti la riduzione del costo del lavoro alle imprese e dall’altra liberi risorse che potrebbero essere finalizzate alla previdenza complementare di settore nonché agli ammortizzatori sociali edili, anche attraverso progetti di qualificazione da effettuarsi nell’ambito del sistema bilaterale delle costruzioni, come previsto con l’istituto della Borsa Lavoro edile. Su tali misure vi è la piena condivisione di tutte le parti sociali, come si evince dai numerosi protocolli sul costo del lavoro firmati congiuntamente. essere impresa • • • giugno 2013 • 29
categorie e mercato Il made in Italy sempre al top
Il gelato artigianale premiato dai consumatori Il gelato artigianale è ambasciatore del gusto italiano nel mondo, costituisce una tra le più famose produzioni italiane ed è un alimento così completo, con la sua composizione calorica e nutrizionale equilibrata, da essere indicato persino come sostituto del pasto, soprattutto nelle calde giornate estive. Il gelato artigianale è caratterizzato dall’uso di materie prime selezionate, sinonimo di prodotto goloso e salutare, data la sua contenuta quantità di grassi e la poca incorporazione di aria e nasce da una ricetta antica, semplice e genuina. Spiega Paolo Gabelli (nella foto), responsabile del comparto alimentazione di Confartigianato Forlì “l’aumento del numero di gelaterie artigiane conferma che la qualità e la genuinità del prodotto sono elementi chiave per i consumatori. Pur non esistendo limite alla fantasia dei gelatieri artigiani rimane una certezza: quella del gelato artigiano è una ricetta che non ha nulla da nascondere; latte, uova, zucchero e frutta sono gli unici ingredienti ammessi nella preparazione. Il gelato tradizionale, fatto secondo l’arte gelatiera italiana, è un prodotto che nasce da materie prime fresche, o non con-
servate artificialmente e che deve essere consumato in un lasso di tempo molto breve, una pluralità di motivi che premiano il dessert da passeggio più famoso: sono più di 30mila le gelaterie artigianali nel Paese e che occupano circa 93mila addetti, cifra pari alla somma di tutte le gelaterie attive nel resto del mondo, mentre i consumi si sono ormai stabilizzati attorno ai 6 chilogrammi pro capite, pari a circa 380mila tonnellate l’anno. Dati ragguardevoli che premiano l’abilità dei maestri gelatieri.” Conclude Gabelli “pasta e pizza non sono gli unici portabandiera del tricolore nel comparto alimentare. Il gelato è uno dei prodotti simbolo del nostro Paese per questo deve essere valorizzato, anche attraverso un sistema di qualificazione professionale che garantisca il raggiungimento di alcuni obiettivi inderogabili, quali il rispetto delle norme igieniche e tutela della salute del consumatore; l’elevazione degli standard qualitativi dei prodotti trasformati; il mantenimento delle tecniche di produzione/trasformazione anche tramandate nel tempo; la valorizzazione e lo sviluppo del patrimonio gastronomico; la valorizzazione della professionalità degli operatori; la creatività e innovazione dell’offerta verso il consumatore nonché la salvaguardia della immagine acquisita e consolidata della produzione alimentare italiana nel mondo.”
Artusiana 2013: Confartigianato e ForlìWelfare assieme per diffondere la cultura del buon cibo Dal 22 al 30 giugno a Forlimpopoli si è tenuta la XVII° edizione della Festa Artusiana un appuntamento unico per la valorizzazione della tradizione gastronomica del nostro Paese, fra laboratori e degustazioni. Confartigianato era presente anche quest’anno con un proprio stand; peculiarità della partecipazione all’edizione 2013 è la collaborazione con ForlìWelfare, Vita Salute e l’Ape Bianca per favorire la conoscenza della produzione biologica e del mangiare sano, con gusto. Per tutta la durata della manifestazione, infatti, l’area espositiva suddivisa in due zone, ha fornito l’opportunità di confrontarsi con gli esperti dell’alimentazione di ForlìWelfare e Vita Salute, 30 • giugno 2013 • • • essere impresa
nonché di assaggiare i cibi biologici preparati dal ristorante biologico ApeBianca che ha trasformato i prodotti locali che rispondono ai requisiti del biologico. Spiegano gli organizzatori “mangiar bene è un’arte e una scienza, sosteneva l’Artusi. E proprio dalla scienza, oggi, arrivano ricette preziose per gustare gli alimenti senza perdere di vista la sostenibilità. Il consumo consapevole di un cibo di qualità, proveniente principalmente da produzioni artigianali locali, l’integrazione con il tema della salute e dell’ambiente, sottolineano il valore di un patrimonio da gestire nel presente, pensando al futuro”.
categorie e mercato Agroalimentare: cessione di prodotti
Confartigianato contro l’articolo 62 peribili e non, costringe l’impresa a produrre ben 3 fatture: una per i prodotti deperibili, una per quelli non deperibili e una per il cesto.
Confartigianato, insieme alle altre associazioni dell’artigianato, si mobilita per chiedere l’abrogazione dell’articolo 62 del decreto CrescItalia del 24 gennaio 2012 che, nelle intenzioni del legislatore, avrebbe dovuto regolare i tempi di pagamento nella filiera agro-alimentare ma che, in realtà, è diventato un concentrato di complicazioni interpretative e di adempimenti burocratici senza offrire certezze giuridiche alle aziende del settore. Le Confederazioni a tutela dell’artigianato e delle Pmi chiedono invece che le transazioni commerciali nel settore alimentare siano regolamentate con le disposizioni della legge sui tempi di pagamento in vigore in Italia dal primo gennaio di quest’anno. L’art. 62 - rilevano le Confederazioni - prevedendo tempi diversi dei termini di pagamento a seconda della deperibilità o meno della merce, obbliga le imprese a emettere più fatture per la stessa spedizione. Un esempio è rappresentato dalla fatturazione di un cesto natalizio, che contenendo prodotti de-
Tutto ciò alla faccia della semplificazione, più volte dichiarata dal Governo, ma di fatto negata da procedure complesse quali, per esempio, l’obbligo della certificazione dell’avvenuto ricevimento della fattura per far scattare il meccanismo dei termini di pagamento. Come se non bastasse, un recente disciplinare dell’Antitrust stabilisce accertamenti sulle presunte violazioni solo nel caso di chiaro squilibrio fra le parti contraenti, mentre la legge non lo prevede. A rendere la vicenda ancora più assurda, secondo le associazioni di categoria, vi è il fatto che un articolo di legge composto di soli 11 commi vede oggi, nel proprio regolamento attuativo già pubblicato oltre i tempi previsti, ben tre versioni con una probabile quarta in arrivo. Senza contare che proprio in questi giorni sull’art. 62 si registrano posizioni opposte: il Ministero dello Sviluppo Economico lo considera abrogato mentre per il Ministero dell’Agricoltura è tuttora in vigore, creando confusione ed incertezza nelle imprese che devono rispettarlo. Gli imprenditori, soprattutto in questi lunghi anni di crisi economica, avrebbero bisogno dell’impegno delle amministrazioni pubbliche verso la semplificazione delle procedure amministrative e invece devono perdere tempo e denaro dietro disposti normativi controversi e spesso inutili. Le associazioni avevano rilevato le carenze e le storture del provvedimento già nella fase della sua predisposizione e avevano chiesto da subito l’adeguamento alla Direttiva Europea 7/2011 sui termini di pagamento, in vigore in Italia dal 1° gennaio 2013, che tutela le imprese salvaguardando la loro autonomia negoziale.
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