I/u sett-ott 2016

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POSTE ITALIANE S.P.A. – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – 70% NE/UD

ANNO I - SETTEMBRE/OTTOBRE

ARTIGIANATO E TERRITORIO: STORIA DI UNA RICOSTRUZIONE CONTINUA

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In questo numero: EDITORIALE

I NOSTRI IMPRENDITORI

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La sfida non è riportare in vita un passato che non tornerà

Le nuove strade passano per il cielo

FOCUS

CATEGORIE

4 6 8 10

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Artigianato e territorio: storia di una ricostruzione continua

Ecco come dovranno essere i giovani elettricisti del futuro

La Ricostruzione post sisma è un grande affresco collettivo 1976 – 2016: 40 anni di artigianato in provincia di Udine I giorni che cambiarono il volto del Friuli

I FATTI

CRONACHE

23 25 27

Sanità e previdenza: come assicurarsi un domani sereno? Le opportunità di credito a fondo perduto per il settore artigiano L’artigianato tessile conquista l’Europa

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Construction Conference: per due giorni Udine è diventata capitale dell’edilizia

ANAP/ANCOS

14

Mauro Nalato: un amico degli artigiani, un giornalista appassionato e innamorato della sua terra

29

16

Artigianato a Friuli Doc: una vetrina sui sapori e sui mestieri che racconta la natura della nostra gente

Molto apprezzato il soggiorno in Sardegna organizzato dall’ANAP/ANCOS a giugno Alla scoperta dell’antica Grecia: crociera 2017 Serata Alzheimer

PERDIODICO DELL’UNIONE ARTIGIANI PICCOLE E MEDIE IMPRESE - CONFARTIGIANATO Autorizzazione del Tribunale di Udine n. 1/16 del 20.01.16 Anno 1 - Numero 5 - Settembre/Ottobre DIRETTORE RESPONSABILE Tiziana Sabadelli HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Daniel Cuello, Maura Delle Case, Rachele Francescutti, Gian Luca Gortani, Giulia Peccol, Isabella Plazzotta, Nicola Serio, Oliviero Pevere, Flavio Cumer, Renato D’Argenio, Paolo Medeossi

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DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE Via del Pozzo, 8 - 33100 Udine Tel. 0432.516611 EDITORE Unione Artigiani Piccole e Medie Imprese Confartigianato Via del Pozzo, 8 - 33100 Udine Tel. 0432.516611

PROGETTO GRAFICO page, www.pagecomunicazione.com STAMPA Cartostampa Chiandetti srl Reana del Rojale - Via Vittorio Veneto 106 PUBBLICITÀ Per la pubblicità su Informimpresa potete contattare Rosanna Palmisciano Tel. 0432 516738


EDITORIALE di Graziano Tilatti

Presidente Confartigianato-Imprese Udine

La sfida non è riportare in vita un passato che non tornerà 5 immagini. Non bastano per raccontare 50 anni di storia del Friuli. Aiutano però a riflettere sul passato, sui quarant’anni trascorsi dai terremoti del ’76 e su come l’artigianato, assieme a questo territorio, ha cambiato pelle. Parliamo di ricostruzione e lo facciamo per ragionare sulla possibilità di ripartire, di descrivere la realtà che stiamo vivendo non più come “crisi di quello che c’era”, quanto piuttosto come anticipazione di quello che sta prendendo forma. Quella che chiamiamo ricostruzione, nel dopoterremoto, solo in pochissimi casi ha ricreato tal quale quanto era stato distrutto. Il più delle volte si è rivelata un’opportunità, per quanto dolorosa e indesiderata, di accelerare un cambiamento già in atto, di incorporare il nuovo che allora stava avanzando. Negli anni successivi a quella calamità, il Friuli ha utilizzato nuove tecnologie, ha visto nascere nuove imprese, ha modificato assetti sociali e stili di vita, ha contribuito a creare nuovi strumenti collettivi (si pensi alla Protezione civile) e fondato la sua università, al punto da essere additato come un originale “modello”. La fotografia che testimonia le ferite della distruzione separa così l’artigianato del Friuli di prima, ancora in larga parte rurale, da quello successivo, protagonista di una rincorsa a far ripartire la produzione, prima ancora di riedificare le abitazioni. Passano

più di trent’anni e quell’immagine di vitalità economica senza più botteghe e capannoni si confronta con quella attuale dei capannoni e delle botteghe oggi spesso senza più vitalità, vuoti e trasformati da una riserva di valore in un problema economico che grava sull’imprenditore, sulla sua famiglia, sugli enti locali e sul sistema finanziario. Da qui occorre partire per una nuova ricostruzione, una nuova ripartenza. Ora come allora la sfida non è riportare in vita un passato che non tornerà. La sfida è quella di partire da ciò che siamo e ciò che abbiamo per incorporare i cambiamenti oggi in atto, siano essi tecnologici, sociali o culturali. Ci manca una scossa, tanto reale quanto ideale, che renda questa trasformazione immediatamente urgente e la sua direzione facilmente identificabile. Ciò significa che dovremo agire meno con la logica dell’emergenza e più con quella della prevenzione e della progettazione. La quinta immagine, quella proiettata verso il futuro, descrive una bottega o un capannone, prima abbandonati, ora animati da un artigianato che ha saputo interpretare le nuove tecnologie e i nuovi modelli di vita e socializzazione. È già una fotografia attuale e per nulla immaginaria. E’ l’immagine di un artigianato che sa ricostruire se stesso e che ha già oggi tutte le energie per farlo, purché sappia interpretare i segnali che gli stanno attorno.

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Artigianato e territorio:

1975

1976

1985

Nel 1975 la provincia di Udine contava 14.409 imprese artigiane: solo il 14% attive nei servizi e ben il 55% nelle manifatture

Terremoto: 44 artigiani scomparsi e oltre 160 feriti, 2400 aziende distrutte o danneggiate, 7000 posti di lavoro a rischio, 600 milioni di euro di danni

5 anni dopo il terremoto le imprese artigiane attive in provincia

1: Immagine gentilmente concessa da CRAF (Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia)

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3: Immagine gentilmente concessa da CIPAF (Consorzio per lo Sviluppo Industriale ed Economico della Zona Pedemontana Alto Friuli)


FOCUS

storia di una ricostruzione continua

erano salite a 17.363, il 21% in piĂš del periodo precedente

2008

2020

Dal 2008 al 2015 in provincia di Udine hanno chiuso i battenti 9.148 imprese artigiane, 1.114 in piĂš di quelle avviate nello stesso periodo

4^ rivoluzione industriale: ogni 2 posti di lavoro creati 7 passeranno ai robot. Quanti di quelli creati saranno artigiani?

5: Immagine gentilmente concessa da Lino’s & Co. Udine (spazio di co-design e co-working)

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La Ricostruzione post sisma è un grande affresco collettivo I ricordi e le difficili scelte di allora, nelle parole dell’ex Commissario straordinario, Giuseppe Zamberletti

ZAMBERLETTI: DOVEVAMO DECIDERE DOVE SISTEMARE GLI ARTIGIANI CHE NEL TERREMOTO AVEVANO PERSO LE RISPETTIVE BOTTEGHE. L’ASSOCIAZIONE CHE LI RAPPRESENTAVA, GIÀ ALLORA CON PARTICOLARE VITALITÀ, SI BATTÉ CON I DENTI PERCHÉ ALLE BOTTEGHE FOSSE CONCESSO UNO SPAZIO CONSONO, E COSÌ FU.

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La Ricostruzione post sisma è un grande affresco collettivo. Un’opera firmata a più mani. A suo modo perfetta e irripetibile proprio per la molteplicità delle firme vergate in calce. Pronunciarle ad alta voce significa oggi ritrovare i nomi di chi allora amministrava lo Stato, la Regione, i Comuni. Di chi guidava le fabbriche e le piccole aziende. Di chi, in seno alla Chiesa, indicava la strada a credenti smarriti. Infine di tanta gente comune, coraggiosa e caparbia nel rivolere il suo Friuli ricostruito dov’era e com’era. Al buon esito di quello che inizialmente doveva apparire poco più che uno slogan diedero un contributo determinante gli artigiani, come ha ricordato poche settimane fa, in occasione della sua ultima visita in Friuli, l’ex commissario straordinario Giuseppe Zamberletti. “Ricordo come fosse ora l’animato incontro che poco dopo il 6 maggio venne ospitato sotto la tenda del Comune. Dovevamo decidere dove sistemare gli artigiani che nel terremoto avevano perso le rispettive botteghe. L’associazione che li rappresentava, già allora con particolare vitalità, si batté con i denti perché alle botteghe fosse concesso uno spazio consono e così fu. Trovammo uno spazio a Gemona, sulla Pontebbana, uno spazio enorme”, ricorda l’onorevole, che confessa d’aver lui stesso giocato un ruolo determinate in quella scelta: “Volli dargli un po’ più di metri. Fare in modo che l’artigiano non si

sentisse compresso, limitato dalla situazione di emergenza, ma trovasse anzi lo slancio necessario a dare il proprio contributo”. Fondamentale. Così Gemona si ritrovò con una zona artigianale quasi più estesa dell’area industriale della vicina Osoppo. Un’area dove si insediarono qualcosa come una cinquantina di botteghe. Fondamentali nei mesi successivi, quando dalle tende la popolazione poté passare ai moduli abitativi. Non chiamateli baracche se non volete far storcere il naso a Zamberletti che pure, dinnanzi all’ingenerosa definizione, anziché gustarsi l’umore regala l’ennesimo aneddoto: “Un giorno in Friuli arrivò Indro Montanelli a portare degli aiuti e andando in uno dei moduli abitativi mi disse ridendo: se li fa Agnelli si chiamano chalet, se li fai tu diventano baracche”. Nomenclatura a parte, la soluzione adottata 40 anni fa dal commissario in Friuli si è rivelata vincente. Ha permesso alla gente di vivere a un passo dalle proprie case distrutte, di non perdere contatto con la propria comunità e tuffarsi da subito nella mastodontica ma anche entusiasmante sfida della ricostruzione. Tra le braccia imprestate alle imprese si sono contate quelle instancabili e competenti del mondo artigiano, meno celebrati in questi anni rispetti ai racconti post sisma che più volte hanno premiato in questi 40 anni la reattività e determinazione degli industriali che con la complicità delle proprie maestranze riuscirono a ripartire chi nel giro di pochi giorni, chi di pochi mesi. Declinata su altra scala, quella stessa determinazione si è ritrovata nelle piccole botteghe raccolte lungo la Pontebbana, fondamentali - sempre a sentire Zamberletti - nella realizzazione e gestione delle baraccopoli prima e della ricostruzione poi. “L’impresa - ha concluso il suo intervento a Udine l’onorevole varesino che in Friuli è però uno di casa, cittadino onorario di Gemona - giocò in quel frangente un ruolo da trascinatrice, mossa da una grande passione civile che mi è rimasta scolpita nel cuore”.


FOCUS

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1976 – 2016: 40 anni di artigianato in provincia di Udine Dal 1976 ad oggi molte cose sono cambiate nel mondo dell’artigianato friulano. Se analizziamo i dati ricavati dal nostro Ufficio Studi, possiamo notare diversi fenomeni interessanti rispetto al “prima” e al “dopo” il sisma. Dai grafici si vede chiaramente come dopo la forte espansione avvenuta negli anni della ricostruzione, oggi ci sono meno imprese di 40 anni fa e ancora più piccole di allora, anche per effetto della crisi in atto. Rispetto alla forma giuridica, si può notare che si è trasformata la struttura delle aziende con sempre meno imprese individuali e sempre più società, ora anche di capitali. È curioso anche notare come l’apprendistato non sia più il principale percorso formativo per diventare artigiano, dato

che oggi ci sono il 75% in meno di apprendisti in provincia di Udine rispetto al 1976. Per quanto riguarda il comparto costruzioni, l’espansione registrata dopo il terremoto e a cavallo del 2° millennio, è stata cancellata soltanto in parte dalla crisi. Questo settore conserva un potenziale produttivo importante. In sintesi l’artigianato è e resta un tessuto produttivo vitale che riflette, e spesso an-ticipa, i cambiamenti nelle tecnologie, nei mercati e nelle relazioni sociali. Un potenziale di ricchezza e creatività che ora deve affrontare la sfida della 4^ rivoluzione industriale e che ha in sé tutte le energie per vincerla.

N° imprese artigiane

17.512

1982

14.628

14.067

1976

2016

N° medio di addetti nelle imprese artigiane

8

2,46

2,37

1976

2016


FOCUS

Forma giuridica delle imprese artigiane 1976

2016

1976

2016

Ditte individuali

12186

10572

83%

75%

Società di fatto

1901

0

13%

0%

Società di persone

523

2499

4%

18%

Società di capitali

0

937

0%

7%

Altre forme

18

59

0%

0%

14628

14067

100%

100%

Ditte individuali

12186

10572

83%

75%

Società e altre forme

2442

3495

17%

25%

14628

14067

100%

100%

Nel 1976 5 imprese artigiane su 6 erano ditte individuali Nel 2016 solo 3 su 4 sono ditte individuali Oggi ci sono 937 società di capitali artigiane; nel 1976 questa forma giuridica non poteva essere artigiana

N° imprese artigiane del comparto costruzioni 6.263 5.585 Dopo 10 anni di crisi -11% di aziende artigiane nel comparto costruzioni, ma rispetto a 40 anni fa sono il +46% in più

3.839

1976

2006

2016

N° di apprendisti artigiani 4.200

1.070

-75% 1976

2016

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I giorni che cambiarono il volto del Friuli Il ricordo del terribile sisma, nelle parole del giornalista del Messaggero Veneto che per primo lo raccontò di PAOLO MEDEOSSI - giornalista

LA FIDUCIA E LA FORZA D’ANIMO COLLETTIVA NON VENNERO MAI MENO. I CRONISTI FURONO AL FIANCO DI 90 MILA FAMIGLIE STRAORDINARIE.

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Un mozzicone di muro perimetrale con ai piedi pietre e arredi di legno affastellati nella rovina. E sopra il buio tetro della notte. La fotografia appare sulla prima pagina del “Messaggero Veneto” del 7 maggio 1976, un giornale scritto e composto tra continui spaventi nella redazione udinese, assediata come tutto il Friuli dalle scosse che si susseguivano a cominciare dalle 21 della sera prima. Quel muro sbrecciato apparteneva al duomo di Magnano in Riviera e rappresentava a suo modo la testimonianza concreta di un miracolo. In chiesa doveva esserci il coro del paese per una prova. Il grande caldo aveva fatto sì che tutti restassero fuori, salvandosi. E così accadde un po’ ovunque. I quasi mille morti furono un bilancio agghiacciante, ma il numero delle vittime sarebbe salito di molto se l’attacco fosse avvenuto alcune ore più tardi, nel cuore della notte, con la gente sorpresa nel sonno, più indifesa e vulnerabile. Erano anche queste le prime considerazioni, le prime sensazioni di chi, agendo da cronista, si aggirava in quel mondo familiare sconvolto, cancellato con brutalità da una natura che aveva mostrato il volto più atroce e inatteso. Eppure il terremoto era di casa dalle nostre parti, ormai da secoli, ma nessuno se ne ricordava più visto che l’ultimo pericoloso segnale risaliva al 1928. Il “Messaggero Veneto” era un piccolo giornale di frontiera nel 1976 e mobilitò per l’emergenza la pattuglietta di cinque cronisti disponibili in quel momento dando loro un compito difficile: andate, guardate e tornate a raccontarci cos’è successo. Questo era, del resto, l’unico sistema possibile per sapere qualcosa e dare una spiegazione al boato e allo scossone delle 21 visto che le linee telefoniche erano saltate e altro, a quel tempo, non c’era proprio. Il silenzio e il buio erano calati da Tricesimo in su come una cortina imperforabile. Una

cappa lacerata solamente dal lungo budello della statale pontebbana percorsa nei due sensi dai mezzi di soccorso che correvano come api impazzite, a sirene spiegate. Ma appena si usciva dal tracciato, a destra e a sinistra, verso Tarcento, Artegna, Gemona, Venzone oppure Osoppo, Buja, Majano e gli altri luoghi della catastrofe, il drappo dell’oscurità avvolgeva tutti rendendo difficile ogni mossa, compreso lo slancio di chi doveva aiutare, scavare, salvare. Ci sono spezzoni di vecchi Tg in bianco e nero, realizzati nelle ore successive da inviati eccellenti come Paolo Frajese, Bruno Vespa e Giuseppe Marrazzo, che narrano bene quell’atmosfera, sospesa tra dolore e stupore, con gli sguardi pieni di angoscia, il fiato sospeso di chi spera, il rumore delle mani e delle pale che caute spostano pietre cercando sotto un palpito, uno sguardo, un segno di vita. Solamente le luci dell’alba mostrarono alla fine il quadro completo e vastissimo, senza speranza apparente. Fu la realtà mozzafiato con la quale anche i giovani giornalisti del Messaggero (età media ben sotto i 30 anni), diretti da Vittorino Meloni, si dovettero confrontare quel giorno, quelle settimane, quegli anni. Attimo dopo attimo, senza mollare, in una prova durissima: le loro cronache, corredate da foto di forte significato, compongono una sorta di romanzo friulano del Novecento. Lì tutto ebbe inizio e poi compimento, nell’arco di 10 anni, fino al 1986, quando 75 mila case erano state riparate e 16 mila ricostruite. Narrando un’impresa ciclopica, i cronisti furono al fianco di 90 mila famiglie straordinarie. Supportate da leggi efficaci e finanziamenti adeguati, avevano rimesso in piedi il Friuli non dubitando che ci sarebbero riuscite. La fiducia e la forza d’animo collettiva non vennero mai meno. E chi era davanti al duomo maciullato quella sera lo aveva intuito subito, guardando negli occhi i superstiti.


FOCUS

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Construction Conference: per due giorni Udine è diventata capitale dell’edilizia Anche Confartigianato e ANAEPA fra i partner dell’evento che ha fatto il punto sul futuro del settore costruzioni

ALFREDO MARTINI: “DOBBIAMO CAMBIARE PROSPETTIVA, MENTALITÀ, VISION. I PARADIGMI DI RIFERIMENTO CULTURALE SONO COMPLETAMENTE DIVERSI RISPETTO A QUELLI CHE HANNO GUIDATO IL MERCATO EDILIZIO E LE RELAZIONI TRA DOMANDA E OFFERTA DA OLTRE CINQUANT’ANNI”.

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È andata in scena a Udine con un obiettivo ambizioso: definire in dieci mosse come cambiare il Dna delle costruzioni. Se ci sia riuscita, la prima edizione della Contruction Conference, ospitata il 23 e 24 settembre scorsi al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, lo dirà il futuro prossimo, ma un risultato certo la convention l’ha già messo a segno. Per due giorni Udine è diventata capitale dell’edilizia, luogo propulsore di una nuova spinta per il comparto costruzioni, il più martoriato dalla crisi, che ha voluto lanciare la volata da quello stesso Friuli capace di rialzarsi magistralmente dal dramma del terremoto di 40 anni fa. Una lezione mandata a memoria che a teatro è stata rispolverata con un’intenzione precisa: ritrovare quello stesso slancio oggi. Per uscire da un’altra crisi, che ha mietuto vittime tra le aziende, specie quelle edili. “Per essere competitivi abbiamo già gli strumenti necessari, non serve cercare scuse all’esterno - ha detto Alfredo Martini, presidente di Civiltà di Cantiere che ha organizzato la due giorni insieme, tra gli altri, a Confartiginato Udine e FVG e ad ANAEPA -. Si tratta di cambiare prospettiva, mentalità, vision. In questo nuovo scenario, dove i paradigmi di riferimento culturale sono completamente diversi rispetto a quelli che hanno guidato il mercato edilizio e le relazioni tra domanda e offerta da oltre cinquant’anni, le imprese devono modificare in gran parte la loro natura”. Come, ha cercato di chiarirlo nei suoi due giorni la convention, con un manifesto di dieci punti, necessari, a detta degli organizzatori, per chi vuole essere competitivo nella stagione della 4^ rivoluzione industriale.

1. Accettare di misurarsi con il cambiamento 2. Riconoscere innovazione e ricerca come fattori strategici di competizione 3. Valorizzare le potenzialità della rivoluzione digitale 4. Individuare le competenze chiave 5. Considerare strategici l’aggiornamento e la formazione 6. Adottare un modello aziendale e produttivo sostenibile 7. Aprirsi a nuovi modelli di business 8. Identificare il posizionamento nel mercato 9. Assumere un approccio inclusivo, aperto e collaborativo, in una logica di rete 10. Dotarsi di strumenti di garanzia verso committenze e clienti finali. La ripresa passa dunque attraverso il cambiamento. Specie per un settore che ha perso dall’inizio della crisi a oggi quasi la metà delle imprese. Dal 2008 a oggi ce ne sono in provincia di Udine 1.200 in meno. Oltre 6 mila gli addetti persi. Un bilancio grave che tuttavia poteva esserlo ancora di più. Poteva ma non lo è stato grazie al sacrificio e alla pazienza dei 7 mila lavoratori in forze alle 1.500 aziende che hanno saputo superare le crisi. Dal palco del Giovanni da Udine il presidente di Confartigianato Imprese FVG Graziano Tilatti li ha ringraziati ancora una volta. Concedendosi un ultimo sguardo al passato prima di imbracciare la sfida lanciata dalla Construction conference tutta volta al futuro, a colpi d’innovazione, sinergie, competenze. “I nostri lavoratori - ha detto rivolgendosi alla platea gremita da diverse centinaia di persone tra professionisti, addetti ai lavori e studenti - si sono fatti per


I FATTI

noi vere e proprie banche. Hanno atteso anche diversi mesi il pagamento delle buste paga che noi imprese non eravamo in grado di liquidare perché a nostra volta in attesa di pagamenti in ritardo. A loro va il nostro più sentito e sincero grazie, da soli non ce l’avremmo fatta”. La prima Construction Conference è stata anche l’occasione per promuovere la settima edizione di Udine3D Forum, in programma a Udine dal 10 al 13 novembre 2016 (per saperne di più il programma è online sul sito www.udine3d.it).

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I FATTI

Mauro Nalato: un amico degli artigiani, un giornalista appassionato e innamorato della sua terra Il ricordo del Presidente onorario Carlo Faleschini che con lui aveva iniziato a lavorare negli anni ‘90 di Renato D’Argenio - giornalista “CONOSCEVA I SEGRETI DELL’ARTIGIANATO DI PRODUZIONE, DI QUELLO ARTISTICO E DI SERVIZIO. COSÌ GLI BASTAVANO POCHI MINUTI PER INQUADRARE QUALSIASI PROBLEMA RIGUARDASSE LA CATEGORIA E SVILUPPARE UN COMUNICATO”.

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«Mauro era un amico, mio e degli iscritti. Uno professionista vero. Un testone innamorato della sua terra». Carlo Faleschini, il presidente onorario è di nuovo nel suo ufficio udinese di Confartigianato. Ha “abitato” qui per dodici anni e stavolta è tornato per ricordare Mauro Nalato, la penna di Confartigianato, ma anche di Coldiretti, Anci e Camera di Commercio, scomparso il 13 settembre dopo aver lottato per anni contro un male incurabile. «L’ho conosciuto negli anni Novanta. I primi scambi di idee li abbiamo avuti all’Esa, Ente sviluppo artigianato. Ma sono durati poco: l’ente fu chiuso e per sette anni le nostre strade si sono divise. Ci siamo ritrovati qui a gennaio del Duemila, quando sono stato nominato presidente di Confartigianato. Lui era già qui che si dava da fare con Beppino Della Mora. Conosceva la materia in modo approfondito, ma soprattutto era appassionato. Conosceva i segreti dell’artigianato di produzione, di quello artistico e di servizio. Così gli bastavano pochi minuti per inquadrare qualsiasi problema riguardasse la categoria e sviluppare un comunicato». «Mauro - continua Faleschini - non accettava veline. Ti ascoltava e buttava giù il

comunicato. Me lo mandava per conoscenza e per discutere qualche variazione, ma in tanti anni non gli ho praticamente mai cambiato una virgola. Anzi, spesso gli buttavo giù due righe e lui me le sviluppava: sapeva cosa pensavo, sapeva cosa dovevamo dire e cosa ci serviva raccontare». «Gran parte della sua crescita professionale era avvenuta all’Esa: in quegli anni l’ente era come un assessorato regionale. Distribuivamo contributi, mentre la Regione sbrigava la parte burocratica. Mauro era stato in prima linea: una grande scuola». «Io, poi, ho sempre avuto una mania: molti artigiani non conoscono i provvedimenti legislativi, non hanno il tempo di informarsi. Devono lavorare, devono stare in bottega se vogliono mangiare. Il nostro compito era, quindi, quello di informarli, fargli conoscere le cose che potevano agevolarli; divulgare l’associazione di servizi e la sua attività politica. E con Mauro lavoravamo su questo. Ecco perchè Nalato non è stato solo un addetto stampa, ma un collaboratore del presidente, un amico degli iscritti. Avevamo pensato alle trasmissioni televisive, alla formazione professionale per formare e informare. Mauro aveva sollevato fra i primi il problema della commercializzazione dei prodotti, l’anello più debole dell’artigianato.


Aveva capito, girando, che si realizzavano cose bellissime ma che poi restavano sugli scaffali». «Era alle mostre, era con me agli incontri, era alla festa dei 50 anni dell’Esa lo scorso maggio. Ha moderato l’incontro con la presidente Serracchiani senza bisogno di nessuna imbeccata: ricordava tutto». «Spesso mi criticava scherzando - continua Carlo Faleschini -: “tu sês masse lunc”. Sei troppo lungo, devi essere meno prolisso. “Mi sembra di non essere chiaro”, gli rispondevo, ma aveva ragione. Mi piace parlare con la gente. Passerei giornate intera a parlare con la gente». «Certo aveva un carattere abbastanza difficile. Era rigido. Un testone. Se una cosa non gli piaceva difficilmente si riusciva a fargli cambiare idea. Ma comunque si faceva in quattro per trovare la quadra; per aiutare la categoria; le persone. Voleva dimostrare forse più di altri l’utilità dell’artigianato; che piccolo è bello e che in questi periodi di grande crisi se non ci fossero state le piccole imprese ci sarebbero stati maggiori difficoltà». «Era un professionista vero, di quelli che fanno bene alla categoria e alla società». Poi la malattia... «Ogni volta che usciva dall’ospedale mi mandava un sms: “sono uscito, sto bene”. Gli dicevo: “vai al Santuario di Castelmonte”, ma lui era ateo. A volte sembrava fosse più dura per noi che per lui. Riusciva a trasmettere una positività incredibile e incoraggiante a tutti». «È stata una bella avventura».

Tilatti: Mauro è stato un campione esemplare “del fare”

«Mauro Nalato ha lasciato un vuoto. La sua scomparsa mi ha rattristato profondamente e ha rattristato tutti noi». Graziano Tilatti parla a titolo personale e come presidente provinciale e regionale di Confartigianato. «È stato un collaboratore prezioso; un supporto importante per la comunicazione di Confartigianato-Imprese Udine e Fvg. Una marcia in più perchè quando ci metti competenza, sincerità, passione e concretezza non sei più un semplice collaboratore. Ecco Mauro era questo: combattente, capace di dissenso e critica». «Amico ancor prima che valido giornalista - continua Tilatti - per Nalato “l’universo Confartigianato” è stato una casa, per lunghi anni; la casa che ha difeso con le

unghie, con la mente e con il cuore. La stessa determinazione che ha messo nel lavoro, l’ha messa nella vita. È bastato osservare come ha saputo affrontare la tremenda prova della malattia e per come, negli anni, non ha mai ammainato la bandiera, restando in prima linea a difendere il territorio, i valori del mondo artigiano, dell’agricoltura. Un campione esemplare “del fare” ». «Il ricordo non può che andare all’ultima conferenza stampa, ad agosto, in cui hai voluto esserci pur sapendo che la vita ti stava abbandonando. Eppure, quando ci siamo salutati eravamo ancora convinti di poterti rivedere. Riuscivi a rendere tutto così normale. Purtroppo non è stato così. Mandi Mauro».

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Artigianato a Friuli Doc: una vetrina sui sapori e sui mestieri che racconta la natura della nostra gente Tante le iniziative con 16 stand in via Vittorio Veneto, gli Artigian-Tour, degustazioni e incontri

UN APPUNTAMENTO CHE CONSENTE ALLE AZIENDE DI USCIRE DAI PROPRI LABORATORI E INCONTRARE LA GENTE A TU PER TU, SVELANDO QUANTO LAVORO E QUANTA COMPETENZA SI CELI DIETRO OGNI PRODUZIONE.

Un caldo estivo e una presenza di pubblico eccezionale hanno caratterizzato la 22ma edizione di Friuli DOC, che si è svolta a Udine dall’8 all’11 settembre 2016. Anche quest’anno gli artigiani di Confartigianato-Imprese Udine hanno contribuito ad animare la manifestazione, considerata da sempre un’occasione importante per presentare i propri prodotti e attraverso l’iniziativa “Artigianato a Friuli Doc” (co-finanziata della Regione Friuli Venezia Giulia) hanno proposto un calendario ricco di appuntamenti incentrati sulla promozione dell’artigianato in chiave turistica. Per prepararsi al meglio alla kermesse enogastronomica, il giorno prima dell’apertura ufficiale, “Gli Artigiani della Birra” hanno “aperto le danze” con una serata/degustazione realizzata in collaborazione con l’Associazione Birrai Artigiani del FVG e guidata dalla giornalista e blogger Chiara Andreola. Quattro birre di altrettante aziende sono state messe a confronto, esaltandone le qualità e svelando alcuni segreti del processo produttivo. Durante Friuli Doc, il grande protagonista degli eventi di Confartigianato-Imprese Udine è stato l’Artigian-Tour: una passeggiata, in compagnia dell’attore Claudio Moretti, alla scoperta della città, dei prodotti agroalimentari e ovviamente dei prodotti dell’artigianato friulano. Dopo il successo dello scorso anno, l’ArtigianTour ha aumentato gli appuntamenti: alle 10.30 di venerdì, sabato e domenica un nutrito gruppo di persone si è riunito davanti a palazzo Mantica in via Manin, per un tour di circa due ore, tra assaggi, dimostrazioni di artigianato e molte risate.

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“Quando qualcuno ti racconta i prodotti con passione - ha affermato una signora iscritta all’Artigian-Tour - riesci a coglierne il valore, comprendi meglio il lavoro e la cura che ci mette l’artigiano”. Tra i 16 stand di artigianato di via Vittorio Veneto, le 2 botteghe artigiane del centro e la conclusione con un aperitivo offerto dall’Associazione Birrai Artigiani del FVG, i partecipanti hanno assaporato pienamente l’accoglienza degli artigiani e apprezzato i racconti delle loro storie e le curiosità sulla città di Udine. Oltre agli appuntamenti mattutini, una delle novità di quest’anno è stato un tour speciale dedicato agli Instagramer (gli iscritti alla community del social network Instagram) che, sempre capitanati da Claudio Moretti, hanno fotografato in modo creativo le bellezze dell’artigianato a Friuli DOC. Questo appuntamento è stato realizzato grazie alla collaborazione di IGERS FVG. Fra le iniziative anche un incontro culturale della rassegna “Incontri DOC”, appuntamento ormai fisso nel calendario della manifestazione. Protagonista di quest’anno è stato il prof. Stefano Micelli, docente di economia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che, nella sede di Lino’s & Co. Udine, ha fatto il punto sulla nuova manifattura presentando il suo nuovo libro “Fare è innovare” (ed. Il Mulino). Micelli ha raccontato il modello della manifattura su misura, sempre più utile nella cura della crisi industriale, un modello di crescita basato sulle persone, lontana da quello della fabbrica automatizzata. Friuli DOC si conferma quindi un successo anche in questa edizione, all’insegna della qualità e della scoperta della straordinaria cultura enogastronomica e artigiana della nostra regione.


I FATTI

I 16 artigiani che hanno partecipato: Adelia Di Fant di San Daniele (cioccolato - pasticceria); l’Artigianato Clautano di Talamini Rosanna di Claut (lavorazione della foglia di mais - torneria del legno); Ceramiche artistiche di Della Mora Luciana di Codroipo (decorazione ceramiche, produzione di oggetti vari in ceramica e in altri materiali); Coltellerie Masutti di Maniago (produzione e finitura di articoli di coltelleria); Cuori di Terra di Clinaz Catia di Udine (ceramica artistica e oggetti da regalo); Dorbolò Gubane di San Pietro al Natisone (gubane, strucchi e focacce); Euroblades di Maniago (produzione e finitura di articoli di coltelleria); Gazza Ladra 2 di Pasian di Prato (fiori, piante, addobbi e composizioni floreali); G.P. Zeta di Zilli Pierpaolo di Udine (T-Shirt e gadget in friulano e riguardanti il Friuli); GNO di Michele Venier di Udine (realizzazione di disegni da stampare su capi tessuti vari); La Gubana della Nonna di Domenis Valeria di San Pietro al Natisone (biscotti, strucchi, gubane e focacce); Le Tortine di Ma di Attimis (Pasticceria fresca confezionata); Molino Moras di Trivignano Udinese (produzione farine artigianali); Peccati di Gola Atelier Celia De Luca di Tavagnacco (gioielli e accessori in pasta sintetica); Secchi Antonio Roberto di Bertiolo (saponi e decorazioni); Serrametal di Mortegliano (serramenti, infissi, porte e cancelli)

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AeroCamera di Roberto Gariup - Premariacco

Le nuove strade passano per il cielo Riprese e foto aeree con drone AEROCAMERA DI ROBERTO GARIUP FOTO E VIDEO RIPRESE CON DRONE VIA GOIA 20, PREMARIACCO (UD) www.aerocamera.it

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“Strade? Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade”. Così esclamava il dottor Emmett Brown, meglio conosciuto come Doc, nel celebre film “Ritorno al futuro”. Anche nel mondo dei ‘robot volanti’ di Roberto Gariup le strade sono del tutto superflue. La citazione è stata infatti d’ispirazione per il trentanovenne di Premariacco che nel 2014 ha deciso di dare vita a “AeroCamera”, una realtà che opera nel settore delle riprese aeree con l’ausilio di droni. L’impiego dei droni o SAPR (sistemi aeromobili a pilotaggio remoto) con a bordo videocamere o reflex sta prendendo sempre più piede e consente di realizzare video e reportage di forte impatto e di notevole fascino. Questi innovativi strumenti permettono infatti di guardare il mondo da una prospettiva decisamente invidiabile e privilegiata: il cielo. Inizialmente i velivoli comandati a distanza, senza pilota a bordo, hanno trovato applicazione soprattutto in ambito militare, mentre oggi vengono largamente impiegati anche in ambito civile. Ed è proprio il desiderio di sperimentare un settore in rapida evoluzione tecnologica e con un mercato in forte espansione che ha spinto Roberto ad avvicinarsi a questo mondo. Da sempre appassionato ed esperto di tecnologie, Roberto inizia ad interessarsi alla ‘macchina volante’ qualche anno fa conseguendo anche l’abilitazione ENAC che consente di pilotare i droni, certificando ufficialmente le competenze dell’operatore. “Far volare un drone - spiega Roberto richiede un’elevata e specifica preparazione tecnica, sia per quanto riguarda il pilotaggio, sia per la conduzione delle sofisticate macchine da ripresa che sono montate a bordo”. Il punto di forza di AeroCamera è proprio la suddivisione dei ruoli. “Mentre piloto il drone - continua Roberto - l’operatore video gestisce in maniera autonoma i movimenti-

camera con un suo radiocomando dedicato. Le riprese fatte in questo modo, con una precisa separazione dei ruoli, consentono di ottenere degli ottimi risultati a livello qualitativo”. Il drone utilizzato è un multicottero a 6 eliche, progettato e realizzato specificatamente per realizzare foto e videoriprese con camere ad alta qualità (fino a 4K). “Ho cercato subito di puntare su un mezzo versatile che permettesse di sollevare un peso accettabile. Una volta scelto il drone adatto ho optato per una camera col massimo rapporto qualità/peso sul mercato, una toplevel ancora adesso che sono passati due anni” racconta Roberto. Con questa strumentazione così all’avanguardia AeroCamera offre diversi servizi: riprese aeree per spot pubblicitari e matrimoni, video di promozione turistica del territorio, foto e riprese aeree per strutture private come ristoranti, hotel, tenute aziendali. Il drone può essere poi impiegato anche per effettuare rilievi e perizie nel settore edilizio, mappatura del territorio, monitoraggio ambientale e videosorveglianza. In questa sua attività, Roberto è affiancato da alcuni operatori-video e da un fidato montatore per l’editing delle immagini, portando avanti parallelamente anche il suo lavoro di tecnico audio nel settore radiotelevisivo. Quello dei droni è un mercato in forte espansione, colossi come Amazon e Google stanno testando la consegna delle merci proprio grazie all’utilizzo di questi strumenti. “La scommessa è capire le applicazioni future di questi apparecchi: non mi stupirei se fra dieci anni i droni fossero utilizzati per fare la spesa, controllare il traffico stradale o consegnare la pizza” afferma Roberto. E così vedersi recapitare un pacco a casa da un robot volante potrebbe diventare realtà. Un vero e proprio ‘ritorno al futuro’.


I NOSTRI IMPRENDITORI

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CATEGORIE

Ecco come dovranno essere i giovani elettricisti del futuro Dall’indagine realizzata da Civiform e Confartigianato, emerge il profilo dei futuri professionisti del settore

STOCCO: “DOBBIAMO COMINCIARE AD ENTRARE NELL’OTTICA CHE, CON UN’ADEGUATA PREPARAZIONE, I GIOVANI SONO SEMPRE DI PIÙ UNA RISORSA PER LE AZIENDE, ANZICHÉ VENIRE CONSIDERATI COME MERO COSTO”.

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Da tempo Civiform - il Centro di formazione professionale di Cividale del Friuli attivo anche nel settore degli impianti elettrici - e Confartigianato-Imprese Udine hanno intrapreso una serie di iniziative comuni volte a unire il mondo del lavoro con quello della formazione. L’obiettivo è trasferire dalle aziende tutte quelle informazioni indispensabili per migliorare le competenze di chi si prepara ad entrare nel mercato. Tra le varie attività sviluppate c’è anche l’indagine “L’Elettricista del futuro” che attraverso un’intervista alle imprese del settore puntava ad ottenere una serie di informazioni per rendere la preparazione delle nuove leve il più vicina possibile alle aspettative e alle tendenze dei prossimi anni. All’iniziativa hanno partecipato su base volontaria numerose aziende rispondendo ad alcuni quesiti sviluppati dal Settore elettricisti di Civiform in collaborazione con l’Ufficio Categorie di Confartigianato. Lo scopo era quello di ottenere dati in forma diretta sia sulle attività attuali che su quelle strategiche relative ai prossimi 10/15 anni. In particolare è stato chiesto quali devono essere le caratteristiche che una figura professionale qualificata dovrebbe possedere per affrontare in maniera adeguata le sfide che il mercato del lavoro pone. Il campione è da ritenersi sufficientemente rappresentativo della variegata rappresentanza di elettricisti iscritti a Confartigianato Udine ed operanti attivamente sul territorio, ed offre interessanti spunti per lo sviluppo di ulteriori iniziative. Tra i vari argomenti presi in esame, vi sono le competenze ritenute più utili per lo svolgimento attuale del mestiere di elettricista, le modalità per potenziare eventualmente il campo di preparazione, ma anche le attitudini personali da considerare con maggior attenzione. Fondamentali sono risultati i suggerimenti per chi forma gli elettricisti e sulle materie in cui è fondamentale porre ancora più accento.

È stato poi affrontato il tema dell’innovazione nel settore e come eventualmente pensare alla relativa formazione, senza dimenticare le energie alternative e gli sviluppi in termini di controllo dei consumi e risparmio energetico. Infine le aziende sono state chiamate ad esprimersi in merito alle prospettive di ampliamento nel breve e medio periodo ed alla disponibilità ad accogliere allievi in stage, con risultati di non poco conto. Adriano Stocco, Capocategoria degli Elettricisti di Confartigianato Udine, nel commentare i risultati dell’indagine, oltre alla soddisfazione per il riscontro ricevuto, esprime considerazioni positive su quanto è emerso “anche per le esigenze espresse dalle aziende, in linea tra l’altro con le iniziative promosse finora da Confartigianato e Civiform”, a conferma dell’opportunità di proseguire lungo la linea intrapresa. “Dobbiamo cominciare ad entrare nell’ottica - ha proseguito in una nota Stocco - che, con un’adeguata preparazione, i giovani sono sempre di più una risorsa per le aziende, anziché venire considerati come mero costo”. L’Ufficio Categorie ha poi sintetizzato nelle tabelle seguenti i risultati della ricerca che ha evidenziato, tra le altre cose, oltre ad una buona disponibilità ad ospitare in stage formativo gli studenti per contribuire alla loro preparazione finale, alcuni argomenti di interesse didattico, come ad esempio la necessità di sviluppare maggiormente la domotica e la conoscenza delle basi normative. La manualità - sulla quale da sempre la formazione professionale pone un’importanza decisa - risulta essere la chiave di volta fondamentale, così come l’aggiornamento professionale, interpretato dalla maggioranza delle aziende come leva indispensabile per rispondere alle attuali criticità del mercato.


Su che cosa dovrebbe essere preparato maggiormente?

Preparazione Installazione e programmazione logiche domotiche - Ambito civile e terziario Ricerca/riparazione guasti e verifica azionamenti in ambito industriale Installazione macchine/apparecchiature ad azionamento Domotico - PLC Programmazione logiche PLC e domotiche - Ambito industriale Compilazione documentazione tecnica (ad es. Dichiaraz.Conformità) Esecuzione di misurazioni utilizzando strumenti (Multimetro, tester, ecc) Scelta delle procedure di intervento e dei materiali necessari Installazione macchine/ apparecchiature ad azionamento elettromeccanico 0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Quali competenze deve possedere?

Competenze Conoscenza delle norme tecniche e capacità di applicarle Conoscenza dei principali applicativi informatici Conoscenza dei principi del disegno tecnico (schemi e simboli elettrici) Conoscenza della lingua inglese Conoscenza delle norme antinfortunistiche Conoscenze di materie affini e trasversali (ad es. Idraulica) 0%

10%

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Quali attitudini personali dovrebbero essere maggiormente curate?

Attitudini Propensione all’aggiornamento Manualità Capacità relazionali (clienti - altri addetti - professionisti) Precisione Cura della persona Resistenza fisica -­‐5%

5%

15%

25%

35%

45%

55%

65%

75%

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CRONACHE

Sanità e previdenza: come assicurarsi un domani sereno? Molto apprezzate le tre serate informative organizzate sul territorio provinciale da Confartigianato Udine e Assicura Agenzia LO STATO DI SALUTE DEL WELFARE ITALIANO È DETERMINATO DALLA SITUAZIONE SOCIO DEMOGRAFICA E DALLA CAPACITÀ DI INVESTIMENTO DEL PAESE NEI SERVIZI INDISPENSABILI COME ASSISTENZA, SANITÀ, ISTRUZIONE, LAVORO E PENSIONI, ECC.

“Dobbiamo tutti essere consapevoli che il welfare così come era stato concepito non è più sostenibile e richiederà un profondo ripensamento del rapporto tra collettività e singoli cittadini”. Lo hanno spiegato il Direttore Generale di Assicura Agenzia, Sandro Gotti, insieme a Mico Imperiali di FARO Finanziario esperto di politiche sociali e demografiche durante i tre incontri informativi organizzati a settembre nelle sedi di Confartigianato di Cervignano, Tolmezzo e Udine Nord (in quest’ultima sede l’intervento per Assicura Agenzia è stato tenuto da Manuel Mian, referente per i servizi Assicurativi di Confartigianato). Sin dall’introduzione è stato evidenziato che lo stato di salute del welfare italiano è fondamentalmente determinato da due fattori: la situazione socio demografica del Paese e la capacità di investimento che quel Paese dedica appunto ai servizi indispensabili per i cittadini come assistenza, sanità, istruzione, lavoro e pensioni, ecc.. Nello specifico sono emersi gli effetti del progressivo invecchiamento della popolazione che determina anche un aumento delle persone portatrici di handicap e il profondo cambiamento della famiglia (con un preponderante aumento delle famiglie composte da un unico componente e/o di quelle cosiddette “monoparentali” cioè composte dai figli residenti con un unico genitore). Va considerato inoltre l’attuale tasso di disoccupazione giovanile (40,5% nella fascia d’età 15-24 anni - a fronte di una media europea del 20,1% - Germania ed Austria rispettivamente 7 e 11%) e la profonda riforma del SSN posto in essere dal Ministero della Sanità e dalle Regioni con una marcata riduzione dei servizi gratuiti, dei posti letto e dei nosocomi. È facilmente deducibile che le preoccupazioni della popolazione in merito ad una minore partecipazione dell’apparato pubblico ai servizi basilari di sanità, assistenza e pensioni, siano più che fondate, anzi concrete e tangibili. Fattori che sono stati ribaditi da Mico Imperiali che ha redatto una puntuale fotografia del welfare, evidenziando come la situazione attuale sia la fase terminale di una parabola iniziata alla fine dell’800 con

la costituzione dei primi istituti previdenziali e di assistenza, che ha visto il suo apice dal dopoguerra e fino agli anni ’70, per poi iniziare la sua inarrestabile fase discendente negli anni ’90. Durante le tre serate organizzate sa Confartigianato e Assicura Agenzia sono stati fatti anche dei confronti con i welfare europei e degli USA, valutandone le misure correttive. In Italia emergono le principali difformità nell’ambito della sanità (tempi d’attesa per le prestazioni e riduzioni dei posti letto e delle degenze), nell’ambito della previdenza (le pensioni legate al metodo contributivo e i tassi di conversione sempre più ridotti) ed anche il fenomeno delle badanti (oggi in Italia circa 700.000) che rileva come anche il tema dell’assistenza alla persona sia scaricato dell’apparato pubblico in capo al cittadino. Proprio per questo motivo, è stato rinnovato l’invito a costituire quanto prima una previdenza integrativa che servirà un domani a limitare la forbice che inevitabilmente si creerà tra l’ultimo reddito percepito e la Pensione pubblica, Assicura Agenzia su incarico di Confartigianato Udine ha creato e presentato Assicare Confartigianato, un piano integrativo sanitario erogato da RBM Salute, compagnia leader in Italia nella costituzione delle coperture sanitarie che conta 97.000 strutture convenzionate al circuito Previmedical. Il nuovo fondo sanitario prevede, nella logica mutualistica, una molteplicità di vantaggi come: • scelta tra soluzione indennitaria o a rimborso spese • adesione senza questionario anamnestico • detraibilità al 19% dei premi • stabilità dell’adesione • premi ridotti e uguali per tutti senza distinzione di sesso, professione ed età A conclusione delle serate Mian e Imperiali hanno ricordato che “ora più che mai al cittadino viene imposto di non procrastinare il momento di assunzione di scelte responsabili per tutelare sé e la propria famiglia e garantirsi, attraverso un’adeguata pianificazione, un futuro sereno e migliore”.

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CRONACHE

Le opportunità di credito a fondo perduto per il settore artigiano Grande affluenza di pubblico ai cinque incontri organizzati in collaborazione con CATA Artigianato Friuli Venezia Giulia Sono oltre 220 gli artigiani, collaboratori e aspiranti imprenditori che hanno partecipato ai cinque incontri organizzati da Confartigianato-Imprese Udine, in collaborazione con CATA Artigianato Friuli Venezia Giulia, dedicati alle opportunità di credito a fondo perduto a favore del settore artigiano. L’ultimo incontro, tenutosi il 23 settembre nella sala consiliare del Comune di Majano, ha visto la presenza di oltre 70 persone. Ad aprire la serata l’assessore comunale alle attività produttive Marco Aita Picco insieme a Paolo Bressan e Giorgio Piron, rispettivamente presidente e vicepresidente della Zona Friuli occidentale di Confartigianato Udine. Anche il precedente incontro nel Comune di Cividale del Friuli, alla presenza dell’assessore comunale alle attività produttive Angela Zappulla e del vice presidente della Zona Friuli Orientale di Confartigianato Udine, Lucio Vogrig, ha registrato il tutto esaurito nella prestigiosa sala consiliare del Comune ducale. I primi tre incontri, invece, si sono svolti a maggio nelle settimane antecedenti all’apertura del bando regionale, presso le sedi di Confartigianato di Tolmezzo - con l’intervento di Roberto Vicentini, presidente della zona Alto Friuli -, di Udine - con l’intervento di Mauro Damiani, presidente della zona di Udine - e di Latisana - con i saluti del vice presidente della Zona Basso Friuli, Giorgio Venudo. Per informazioni sulle linee contributive e la replica degli incontri con il CATA, è possibile contattare l’Ufficio Sviluppo Commerciale e Marketing Strategico di ConfartigianatoImprese Udine (ref. Flavio Cumer, tel 0432.516743 email: fcumer@uaf.it).

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CRONACHE

L’artigianato tessile conquista l’Europa Confartigianato-Imprese Udine tra i partner del progetto EUDigiTAC

Analizzare e sperimentare con i diretti interessati le potenzialità offerte dalle tecnologie digitali. È un obiettivo pressante per tutti i settori dell’economia e della società, ma farlo per uno dei settori artigiani più antichi e tradizionali - il tessile - è una sfida che ancora nessuno aveva affrontato, almeno in Friuli. L’ha accettata Confartigianato-Imprese Udine diventando partner del progetto EUDigiTAC, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma “Europa Creativa”. Il progetto è guidato da Studieförbundet Vuxenskolan, organizzazione svedese focalizzata sulla formazione nell’età adulta, in partenariato anche con Viljandii Culture Academy (dipartimento dell’università estone di Tartu con una sezione dedicata all’artigianato tradizionale locale), e Change Maker (società di consulenza creativa sul tema dell’innovazione e dei processi di cambiamento nelle organizzazioni). Il settore tessile nella sola provincia di Udine conta 77 aziende e sono oltre 120 quelle impegnate nel comparto più generale dell’abbigliamento, nel quale si inseriscono anche la maglieria e la sartoria. Il tessile impegna principalmente donne di età superiore ai 45 anni, con aziende a conduzione familiare che di generazione in generazione tramandano la tradizione locale della tessitura. Negli ultimi anni a livello europeo si registra un

aumento dell’interesse soprattutto delle giovani generazioni verso questi settori tradizionali, caratterizzato da un ampio scambio di informazioni su tecniche e materiali tramite internet e i social network. Far dialogare e cooperare questi due mondi è una sfida del tutto nuova e interessante. L’obiettivo principale di EuDigiTAC è quello di utilizzare gli strumenti digitali per valorizzare le eccellenze regionali negli ambiti della tessitura, del ricamo, della maglieria e del merletto, sperimentando nuovi processi di condivisione e partecipazione sociale sia nella ricerca di nuovi mercati sia nella divulgazione di tecniche per la salvaguardia dei mestieri artigiani. Sperimentare questo progetto nel settore tradizionale della tessitura permetterà di sviluppare un modello utile ad altri mestieri artigianali che, per essere tramandati e diffusi, avranno sempre più bisogno di essere comunicati e divulgati tramite nuovi canali creativi e tecnologici. Il progetto EUdigitac rappresenta un’importante punto di partenza per tutto il sistema Confartigianato. Per la prima volta, infatti, nella programmazione 2014-2020, lo strumento di finanziamento per progetti culturali (Europa Creativa) guarda all’artigianato come settore capace di creare progettualità creative e artistiche di cooperazione tra paesi europei.

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ANAP/ANCOS

Molto apprezzato il soggiorno in Sardegna organizzato dall’ANAP/ANCOS a giugno Soci e simpatizzanti dell’Anap e del Circolo Ancos “Diego di Natale” di Confartigianato Udine hanno trascorso dal 16 al 25 giugno 2016 un periodo di vacanza presso l’Hotel Club del Golgo in Sardegna. Durante il soggiorno sono state organizzate diverse escursioni: ad Alghero; nella splendida spiaggia di Stintino; alla città di Castelsardo e a Sassari. Durante il viaggio di rientro i soci anno avuto l’opportunità di visitare Genova e di pranzare in un tipico ristorante, fronte mare, della Liguria.

Alla scoperta dell’antica Grecia: crociera 2017 Il Circolo ANCoS “Diego di Natale” in collaborazione con l’ANAP di Confartigianato Udine, organizza dal 7 al 14 maggio 2017 una Crociera con MSC MUSICA - Isole Greche & Montenegro. Le crociere con la MSC Musica offrono il massimo della sofisticatezza e dell’eleganza tipicamente italiana. Questa nave da crociera propone splendidi spazi comuni e una sorprendente gamma di stutture per l’intrattenimento. PROGRAMMA DI VIAGGIO 07.5.2017 – Partenza in pullman dal Friuli per il porto di Venezia 08.5.2017 – Brindisi 09.5.2017 – Katakolon – Olimpia/Grecia 10.5.2017 – Santorini – Grecia 11.5.2017 – Pireo, Atene/Grecia 12.5.2017 – Corfù , Grecia

13.5.2017 – Kotor, Montenegro 14.5 2017 – Venezia. QUOTA DI PARTECIPAZIONE • Cabina interna “Fantastica” € 700,00 per persona (minimo 45 partecipanti) • Cabina esterna “Fantastica” € 860,00 per persona (minimo 45 partecipanti) • Cabina esterna con balcone “Fantastica” €1.020,00 per persona Le prenotazioni si ricevono entro e non oltre il 15 novembre 2016 versando un acconto di €. 200.00 a persona. Per ogni informazioni contattare l’ANCoS al tel. 0432 510659 (Luciano Ermacora) o e-mail ancosudine@uaf.it.

Serata Alzheimer Invito all’evento di venerdì 21 ottobre, alle ore 18 I gruppi ANAP e ANCoS di Confartigianato Udine organizzano la 7° serata sull’Alzheimer che si terrà al Palamostre di Piazzale Diacono a Udine, con la collaborazione e l’impegno dell’Associazione Alzheimer Udine e della MAICO sordità. È previsto l’intervento di noti medici, tra cui il Dott. Prof. Vincenzo Marigliano dell’Università “La

Sapienza” di Roma. Non mancheranno a corollario vari ospiti tra cui Enzo Cainero e Franco Causio, seguirà un momento di intrattenimento. Presenterà la serata Dario Zampa. Vi aspettiamo numerosi.

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