Imprese e Territorio n.01/2020

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CONSIGLI PER LE IMPRESE

DI ANTONIO BELLONI CONSULENTE AZIENDALE E SAGGISTA

DA SUB A SUP

Se il paradisiaco racconto sulle multinazionali tascabili ci annoia e vogliamo provare qualcosa di più ruspante, possiamo abbassare gli occhi verso il girone infernale della subfornitura, un ambiente angusto e bisognoso di cure, che ripulito e organizzato può regalare grandi soddisfazioni. Tra i generi letterari della manifattura italiana, i subfornitori hanno infatti un’epica negativa – i loro indirizzi mandano in balla il navigatore, sono campioni del nero e portano le stimmate dell’evasione, e il loro ufficio, quando c’è, è piccolo e provvisorio – e non c’è da meravigliarsene, se un cupo adagio recita che “gli uomini più pericolosi sono quelli dimenticati”.

cappello di distretti, cluster o ecosistemi, sono rimasti anonimi, informi e informali, e oggi sono fuori persino dal magnanimo racconto sull’innovazione. Quest’epica triste ha però forti appigli in una realtà fatta di tante debolezze evidenti, alcune volontarie e altre involontarie. La più comune è avere un portafoglio clienti così poco diversificato, alimentato dal passaparola e mai da consapevoli scelte di marketing, che è solo una manciata di “soliti contatti”; così pochi, che i clienti da più di metà del fatturato (!) ti incastrano in un rapporto talmente subalterno da sfiorare il ricatto del “se fai questo lavoro ti pago quello precedente…”. E questa condizione contribuisce ad alimentare altri punti deboli. Da una parte, sempre sotto il giogo dei clienti, diventano la loro banca, stravolgono la propria gestione finanziaria e perdono di vista ogni gestione ottimale del credito. Dall’altra, diventano una fisarmonica per tutti i rischi possibili: si gonfiano e si restringono in funzione di quelli

Tra le grandi imprese della moda francese e della meccanica tedesca è scattata negli ultimi cinque anni una corsa all’oro per comprare i fornitori più preziosi

Sono orfani dimenticati da quando un big bang ha esploso il fordismo e disperso gli operai specializzati di aziende come Dalmine, Olcese, Lucchini, Alfa Romeo, esercitando una forza centrifuga che li ha portati fuori ma non lontano, trasformandoli in piccolissimi fornitori di prossimità di altre imprese. Pur registrati all’anagrafe dell’anomala economia italiana sotto il 36 | imprese e territorio


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