Imprese e Territorio n. 02/2021

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Da Saronno a Varese, da Busto Arsizio a Gallarate, c’è fermento nelle principali città del territorio per l’arrivo di progetti destinati a rilanciare aree in disuso da anni e strategiche per lo sviluppo

LA SFIDA DEI BROWNFIELDS Quando il “vecchio” diventa investimento La sfida della rigenerazione dei “brownfields” ai tempi della crisi: il mix funzionale come occasione per dare nuova vita alle aree dismesse. E con la formazione che irrompe tra le destinazioni previste dalle operazioni di riqualificazione, a fianco del commercio e della residenza che per diverso tempo hanno fatto da padrone in questo ambito. E l’impressione, pur in anni di frenata dell’edilizia, è che, sull’onda del rilancio della Milano post-Expo, anche i territori periferici della città metropolitana, come il Varesotto, continuino ad essere attrattivi per gli investitori.

Varese che fu - ha portato con sé un’imponente operazione di revisione della viabilità di ingresso alla città. Nel capoluogo sono diversi gli interventi realizzati o in rampa di lancio, anche in anni di difficoltà per il settore dell’edilizia: dall’ex Enel di via Magenta, inaugurata nel dicembre 2020, all’ex Aermacchi di via Sanvito, area da 38mila metri quadrati nel cuore di Varese, su cui Tigros ha proposto un piano di riqualificazione che prevede anche un centro sportivo con piscina olimpionica. In tutti questi casi, è la media e grande distribuzione commerciale a dare il là alle operazioni immobiliari.

Varese A Varese mercoledì 24 marzo è stata inaugurata la nuova Esselunga sorta sulle ceneri dell’area ex Malerba di viale Europa, all’ingresso della città. Un intervento emblematico, soprattutto perché la riqualificazione dell’ex complesso industriale dove si producevano le calze - simbolo di una

Saronno A Saronno però, sui 150mila metri quadrati dell’ex Isotta Fraschini, a ridosso del centro città, sta per decollare un intervento di rigenerazione urbana che poggia su basi diverse, e che guarda allo sviluppo sostenibile. Dopo una serie di aste andate deserte, l’area è finita nelle mani della società “Sa-

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ronno Città dei Beni Comuni” dell’imprenditore Giuseppe Gorla, ex manager Accenture, che ha affidato all’architetto Cino Zucchi il compito di disegnare il masterplan per la riqualificazione: è così che dalle previsioni originarie di una destinazione in gran parte residenziale si è optato per un mix funzionale ad alto valore aggiunto. In cui troveranno spazio, nell’ottica della «disseminazione dei luoghi di cultura», un polo universitario-museale, con un campus che ha visto l’adesione da parte dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, e un parco da 60mila metri quadrati, pensato come attrazione turistica. «La recente pandemia ha accelerato la revisione in corso di concetti e strumenti che hanno fondato la crescita urbana del secolo scorso - ha dichiarato l’architetto Zucchi - allo “zoning” preferiamo oggi la “mixité” di funzioni, all’espansione senza limiti dei concetti di riuso e metamorfosi. Si è tornati a parlare della “città dei 15 minuti”, ma non dobbiamo di-


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