M.I.U.R. A.F.A.M. Conservatorio Statale di Musica Umberto Giordano · Fogg ia Accademia di Belle Arti ·Foggia
Anno Accademico 2003/2004 Testo di: Pietro Metastasio
Musiche della Musices Officina*:
Francesco Buccino, Luisa Caputo, Vincenzo Celozzi, Leonardo De Palo, Samuela Fuiani, Cristian Grifa, Mario Longo, Berardo Mariani, Giovanni Russo *Allievi della classe di Composizione di: Berardo Mariani Soprano: Francesca Olivieri Mezzosoprano: Helga Sergio Voce recitante: Leonardo Losavio Azione mimica: Giuseppe Rascio Gruppo strumentale e Coro polifonico del Conservatorio Umberto Giordano Direttore: Berardo Mariani Maestro preparatore del Coro:
Luigi La Porta
In collaborazione con la classe di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti coordinati da:
Raffaele Montesano e Raffaele Antini
DOMENICA 4 APRILE - ORE 20,30
Chiesa San Francesco Antonio Fasani Un particolare ringraziamento a Impianti e Stampa:
Grafiche GERCAP Foggia·Roma
LUCERA
MARTEDÌ 6 APRILE - ORE 20,30
Teatro Umberto Giordano · FOGGIA
Vperiasoli,Ccoro, rucis flauto, clarinetto, corno, violino, violoncello e pianoforte Voce recitante Sara Petitti Soprano Concetta d’Alessandro Musiche di Francesco Buccino Luisa Caputo Vincenzo Celozzi Leonardo de Palo Samuela Fuiani Nicola Marasco Allievi della Classe di Composizione di Berardo Mariani
Testo di Pietro Metastasio Gruppo Strumentale degli allievi del Conservatorio Flauto Clarinetto Corno Violino Violoncello Pianoforte
Donatella Evangelista Antonio De Palma Vincenzo Celozzi Antonio Francavilla Antonio Testa Francesco Buccino
Dipinto in copertina ??????? Impianti e stampa Grafiche GERCAP - Foggia
M.I.U.R. A.F.A.M. Conservatorio Statale di Musica “Umberto Giordano” Foggia
Anno Accademico 2002/2003 Voce recitante
Sara Petitti Soprano
Concetta d’Alessandro Testi
Pietro Metastasio Musiche
Allievi della classe di composizione di Berardo Mariani Coro Polifonico Leonardo Murialdo Direttore
Antonio Forchignone
Via Crucis
Nicola Marasco
Introduzione Coro, Recitativo I Stazione Coro II Stazione Recitativo III Stazione (Omaggio a J.S. Bach) Coro
Luisa Caputo
IV Stazione Aria
Samuela Fuiani
V Stazione Coro
Leonardo De Palo
VI Stazione Aria
Vincenzo Celozzi
VII Stazione Coro VIII Stazione Coro
Francesco Buccino
IX Stazione Aria, Coro X Stazione Coro, Recitativo
Leonardo De Palo
XI Stazione Aria XII Stazione Coro, Recitativo
Luisa Caputo
XIII Stazione Coro, Recitativo
Francesco Buccino
XIV Stazione Aria
Nicola Marasco
Finale (Omaggio a J.S. Bach) Coro
La Via Crucis
M
olte notizie ci sono pervenute dagli scritti di San Gerolamo che descrive la venerazione dei primi cristiani e dei pellegrini della “via dolorosa”; tuttavia solo dopo le prime crociate questa venne universalmente conosciuta. I frati non potendo recarsi nei luoghi santi della Giudea introdussero nei nostri paesi l’usanza di commemorare la passione di Cristo percorrendo un dato cammino e soffermandosi in preghiera ed in meditazione dinanzi a delle rappresentazioni pittoriche raffiguranti determinati momenti. Fu San Petronio, nel V secolo, ad introdurre questa pratica che successivamente verrà continuata e diffusa dai francescani e dai carmelitani fino alla sua istituzionalizzazione ad opera del domenicano Beato ??????, nel 1420. All’inizio le fermate, dette successivamente stazioni, erano diverse per soggetto e per numero. Oggi sono 14 e ripercorrono i momenti salienti del cammino seguito da Gesù dal pretorio di Pilato alla crocifissione sul Calvario. Le stazioni negli anni sono state arricchite con opere di alta fattura pittorica, sculture e bassorilievi che vanno oggi a costituire il patrimonio dell’arte cristiana. A questo pio esercizio i papi hanno applicato le stesse indulgenze delle stazioni gerosolimitane e cioè delle stazioni di Gerusalemme. La massima diffusione delle Via Crucis si ebbe nel settecento ad opera di San Leonardo da Porto Maurizio che ne eresse ben 572, tra cui quelle del Colosseo a Roma nel 1750. Una tradizione ormai consolidata attribuisce proprio in quegli anni a Pietro Metastasio la scrittura di uno dei testi più noti della Via Crucis. In realtà nel ricchissimo epistolario del poeta, che consta di ben 2626 lettere, si trova una smentita a questo proposito anche se è probabile che il Metastasio, già autore di scene sacre, tra cui una Santa Elena sul Calvario, vi abbia messo mano successivamente. Sull’importanza dell’opera e della riforma metastasiana nel panorama della musica del settecento è stato oramai detto tutto. Egli fu dotato di quella che Riccardo Bacchelli definirà una “innata disposizione misomusicale”. A questa si aggiunsero le frequentazioni con i più noti operisti e cantanti del suo tempo e, fatto non secondario, le lezioni del Porpora. Metastasio fu il poeta per musica per antonomasia, limpido, esatto, metrico ma al tempo stesso lirico, sensibile, ricco, naturalmente rappresentativo, il poeta del cuore, come scriverà Rousseau che non rimarrà irretito dal razionalismo arcadico. Egli pensò alla musica tenendo sempre presente l’espressività, la cantabilità e il valore poetico, ma anche educativo e morale del testo. Furono proprio le opere di contenuto sacro, svincolate dalle esigenze teatrali, a liberare ed a realizzare la migliore scrittura metastasiana che riesce in queste a stilizzare con grande efficacia drammaturgica le grandi figure della tradizione sacra.
Via Crucis
Introduzione Coro, Recitativo Teco vorrei Signore oggi portar la Croce nella tua doglia atroce io ti vorrei seguir. Ma troppo infermo e lasso dona Tu coraggio acciò nel mesto viaggio io non m’abbia da smarrir. I Stazione Coro Se il mio Signor diletto a morte hai condannato spiegami almen Pilato qual fosse il suo fallir. Che se poi l’innocenza error da te s’appella per colpa così bella potessi anch’io morir. II Stazione Recitativo Chi porta il suo supplizio so che ne appar ben degno so che la pena è segno di già commesso error. Ma se Gesù si vede di Croce caricato paga l’altrui peccato sol per immenso amor. III Stazione Coro Chi porta in pugno il mondo a terra è già caduto né gli si porge aiuto oh ciel che crudeltà. Se cade l’uomo ingrato
tosto Gesù il conforta ed è per Gesù morta al mondo ogni pietà. IV Stazione Aria Sento l’amaro pianto della dolente Madre che gira tra le squadre in traccia del mio ben. Sento l’amato figlio che dice Madre addio più fier del dolor mio il tuo mi passa il sen. V Stazione Coro Se di tue crude pene son io Signor il reo non deve il Cireneo la Croce Tua portar. Se già potei per tutti di croce caricarti potrò nell’aiutarti per uno sol bastar. VI Stazione Aria Si vago è il tuo tormento bel volto del mio bene che quasi in te diviene amabile il dolor. In cielo che farai se in rozzo velo impresso da tante pene oppresso spiri sì dolce amor. VII Stazione Coro Sotto i pesanti colpi della ribalda scorta un nuovo inciampo porta a terra il mio Signor. Più teneri dei cuori siate voi duri sassi né più ingombrate i passi al vostro Creatore
Vincenzo Celozzi VIII Stazione Aria Figlie non più su queste piaghe che porto impresse ma su di voi stesse vi prego a lacrimar. Serbate il vostro pianto o sconsolate donne quando la rea sionne vedrete rovinar. IX Stazione Aria, Coro L’ispida morte mira il redentor languente e sa che inutilmente per molti a da salir. Quest’orrido pensiero si al vivo il cor gli tocca che languido trabocca e sentesi morir. X Stazione Coro, Recitativo Mai l’arca del Signore del ciel si vede scarsa e ignudo il Dio dell’arca vedrassi e senza vel. La nudità si bella a ricoprir non vanno dite mio Dio che fanno i Serafin in ciel. XI Stazione Aria Vede sul duro tronco disteso il mio diletto ed il primo colpo aspetto dall’empia crudeltà. Quelle vezzose mani che al tornio sembran fatte ahi che il martel le batte senz’ombra di pietà. XII Stazione Coro, Recitativo
Veder l’orrenda morte del suo Signor non vuole onde si copre il sole e mostra il suo dolor. Trema commosso il mondo il sacro vel si spezza piangon per tenerezza i duri sassi ancor. XIII Stazione Coro, Recitativo Tolto di croce il Figlio l’avide braccia stende l’afflitta Madre prende in grembo il morto ben. Versa per gli occhi il core in lacrime disciolte bacia quel freddo volto e se lo stringe al sen. XIV Stazione Aria Tomba che chiudi in seno il mio Signor già morto finché non sia risorto non partirò da te. Alla spietata morte allor dirò con gloria dove la tua vittoria il tuo poter dimmi dov’è.
Finale Coro Chi porta in pugno il mondo a terra è già caduto né gli si porge aiuto oh ciel che crudeltà. Se cade l’uomo ingrato tosto Gesù il conforta ed è per Gesù morta al mondo ogni pietà.