Tesi - Dossier 2

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dossier di progetto Applicazione pratica del modello teorico

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Politecnico di Milano, Corso di laurea Magistrale in Interior Design Relatore - Francesco Scullica Stefano Contini - 754880 A.A. 2011-2012



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Politecnico di Milano, Corso di laurea in Design degli Interni Relatore - Francesco Scullica Stefano Contini A.A. 2011-2012


indice:

CAP. 01

VERSO IL PROGETTO INTRODUZIONE AL PROGETTO - pag 3 LA SCELTA DEL LUOGO - pag 7

CAP. 02

ANALISI DEL LUOGO PRIMO LIVELLO D'ANALISI: LA SARDEGNA - pag 13 SECONDO LIVELLO D'ANALISI: CAGLIARI - pag 25 TERZO LIVELLO D'ANALISI: USSANA - pag 27 QUARTO LIVELLO D'ANALISI: L'AREA DI PROGETTO- pag 31

CAP. 03

DEFINIZIONE DELLE AREE INTRODUZIONE - pag 51 le aree di progetto - pag 53 definizione delle aree - pag 59

CAP. 04

i capannoni INTRODUZIONE - pag 67 i caratteri del progetto - pag 71 il progetto - pag 83 primo capannone - pag 87 secondo capannone - pag 107 terzo capannone - pag 119 verso l'esterno - pag 141


CAP. 05

IL BORGO DELLA PAGLIA INTRODIZIONE - pag 151 LA PAGLIA- pag 153 LA PAGLIA COME MATERIALE DA COSTRUZIONE - pag 155 COSTRUZIONI DI PAGLIA IN SARDEGNA - pag 157 PROGETTO - pag 159 GLI INTERNI - pag 169 IL BORGO - pag 173 CAP. 06

CASA DELLE PORTE E CASA DELLE FINESTRE

INTRODUZIONE - pag179 ESPERIENZE DI PORTE E DI FINESTRE - pag 181 INSTALLAZIONI - pag 185 LA SOGLIA - pag 191 IL PRROGETTO- pag 193

CAP. 07

ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI APERTI

IL PARCO DELLE SCULTURE - pag213 LE AREE TRIBALI - pag 219 GLI SPAZI DI RACCOGLIMENTO- pag 221 PERCORSI E SEGNALETICA- pag 223

CAP. 08

STUDIO DELLA STRATEGIA DI COMUNICAZIONE

INTRODUZIONE - pag229 LIVELLO 0: NOME E LOGO - pag 231 LIVELLO 1: COMUNICAZIONE INTERNA - pag 233 LIVELLO 2: COMUNICAZIONE URBANA - pag 234 LIVELLO 3: COMUNICAZIONE WEB - pag 235 LIVELLO 4: VIRALE - pag 236



CAP. 01

verso il progetto


to dall’analisi dettagliata dell’area di progetto, e quindi delle sue caratteristiche, della sua logistiche e l'identificazione delle eventuali preesistenze presenti su di essa. Una volta definito, analizzato e studiato il luogo idoneo ad accogliere la struttura avrà inizio la pratica progettuale. Questa vedrà il suo svolgimento in più fasi. una prima più strategica, che equivarrà ad un masterplan, dove tutti gli spazi della struttura saranno accuratamente disposti all’interno dell’area di progetto. il masterplan sarà quindi seguito da una serie di progetti puntuali dove verranno studiati tutti gli ambienti, gli spazi, le strutture e le componenti della struttura. Concluso il capitolo relativo al progetto sarà necessario verificare l’effettiva sostenibilità economica della struttura in analisi, riprendendo il modello economico sviluppato precedentemente. Una volta conclusa la fase di verifica sarà necessario esprimere delle considerazioni critiche relative all’intero progetto.

Definito il modello, quindi tutte le caratteristiche che la struttura dovrà avere sarà essenziale procedere alla pratica progettuale. cercare di applicare praticamente tutti i principi e le esigenze espresse nei capitoli precedenti. Tale operazione avrà principalmente due scopi: uno di verifica, che dimostrerà la fattività architettonica e progettuale dell’idea ed uno didascalico, che illustrerà fisicamente e non più solo graficamente le varie caratteristiche che un luogo, come quello che qui si sta concependo, dovrà necessariamente avere. la nascita del progetto dovrà quindi avere come punto di partenza la definizione di un luogo, quindi di un’area di progetto. Seguirà lo necessariamente lo studio di questa area, punto di vista geografico, economico, climatico e culturale. una particolare attenzione sarà ricolta propria componente culturale, analizzata in relazione alle dinamiche dei flussi turistici. Lo studio del contesto sarà completa-

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Sono molte le regioni italiane che potrebbero teoricamente ospitare una strutture come quella in analisi, aree geografiche dove ad un flusso turistico considerevole si affianca un’attenzione alle tematiche culturali, il tutto correlato da una cornice naturalistica fortemente caratterizzante. Sarà quindi necessario individuare una regione, e quindi una provincia che più delle altre potrebbe rappresentare il perfetto habitat per il progetto. La scelta di concentrare la nostra attenzione verso la regione Sardegna è stata presa analizzando le potenzialità dell'isola in relazione a materie quali il turismo, i circuiti culturali e , le condizioni economiche e ambientali. Particolare attenzione è stata quindi rivolta allo studio dei comportamenti sociali, della popolazione autoctona, per verificare la possibilità di inserire una struttura come quella in analisi senza il risciò di rigetti sociali. La Sardegna è notoriamente un territorio che vede un fortissimo flusso turistico, in particolare modo sei mesi estivi. questi flussi hanno così portato l'isola ad avere un

grande numero di collegamenti, sia via mare che via area con le terre continentali. Al fattore turistico si affianca quindi quello culturale. Anche qui si può riscontrare una grande apertura verso le nuove arti e a tutte quelle iniziative che ad esse si ricollegano. Grande attenzione è poi rivolta dagli isolani verso le tradizioni, artistiche, artigianali, culinarie. La Sardegna è quindi una terra molto interessante dal punto di vista antropologico, e quindi estremamente fonte di continui stimoli e spunti artistici o progettuali.

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CAP. 02

analisi del luogo

analisi del panorama storico e contemporaneo, identificazione delle caratteristiche e riflessioni sullo stato dell’arte


scelta di un luogo: LA SARDEGNA

d’interesse culturale, storico, turistico ed ambientale la Sardegna diventa la protagonista del progetto Una volta definite le linee guida di quello che sarà il progetto è essenziale identificare la collocazione del lotto di terreno che ospiterà il servizio. In questo capitolo saranno palesate tutte le caratteristiche del territorio, Mediante analisi sviluppate su più livelli. Partendo dalla regione Sardegna, si arriverà alla provincia di Cagliari, per poi approfondire lo studi nell’area adiacente il terreno, fino ad analizzare quest’ultimo, e le strutture in esso inserite. Analizzare il territorio, permetterà di comprendere la fattibilità strategica del progetto, identificare quindi i punti di forza dell’are di progetto. Questa analisi dovrà quindi comprendere, sia gli aspetti di mobilità e raggiungibilità, sia aspetti economici, culturali, storici e climatici. A questa analisi seguirà quella riferita all’area di progetto, di cui sarà definita l’estensione, le caratteristiche, e le preesistenze. in conclusione a questo capitolo verranno espresse delle valutazioni personali, e delle evocazioni, sulla base dei dati raccolti e delle sensazioni relative alla vista dello spazio. 11


quattro livelli d'analisi per introdursi al progetto


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35.000

dicembre

30.000

novembre

95.000

ottobre

305.000

settembre

515.000

agosto

460.000

luglio

370.000

giugno

240.000

maggio

115.000

aprile

65.000

marzo

40.000

febbraio

35.000

gennaio

50.000

150.000

250.000

350.000

450.000

550.000

grafico relativo al flusso turistico

PRIMO LIVELLO DI ANALISI:

LA SARDEGNA

popolazione della sardegna 1,675,411 al 31-12-2011


la scelta di concentrare l’attenzione verso questa regione non è certamente casuale e trova nella natura turistica, climatica ed economica del territorio le sue fondamenta. Un occhio di riguardo è stato poi rivolto al fattore culturale, aspetto verso cui la Sardegna pone molta attenzione. In fine è stata svolta una attenta analisi sulle forme alberghiere e sulle possibilità di sviluppo che il territorio isolano è in grado di offrire. Da sempre la Sardegna ha rappresentato una delle perle del mediterraneo, data la sua posizione strategica e le sue bellezze naturalistiche è riuscita, sin dall’antichità, ad intraprendere fitte reti di scambi economici e culturali con i maggiori centri continentali. L’isola è la seconda più vasta del mediterraneo, dopo la Sicilia, che ne detiene il primato, con una superficie complessiva di 24.090 km². il mar tirreno che la separa dall’Italia l’ha resa un ventaglio unico di tradizioni, usi e costumi. solo dopo l’unità d’Italia inizio la sua veloce rinascita economica, che la portò ad essere una nelle principali regioni della nazione, anche grazie all’assegnazione del titolo di regione a statuto autonomo. Una delle caratteristiche che negli ultimi anni hanno reso celebre la Sardegna è certamente il clima, tipicamente mediterraneo. Lungo le zone costiere, dove risiede la gran

parte della popolazione, grazie alla presenza del mare si hanno inverni miti con le temperature che scendono raramente sotto lo zero. Le estati sono calde e secche, caratterizzate da una notevole ventilazione. Il basso tasso di umidità e le brezze marine, permettono di sopportare le elevate temperature estive che superano normalmente i 30 °C, e raggiungono anche i 35°C. Anche nelle zone interne pianeggianti e collinari il clima è tipicamente mediterraneo, anche se a causa della maggior lontananza dal mare si registrano temperature invernali più basse ed estive più alte rispetto alle aree costiere. La Sardegna è una regione molto ventosa. I venti dominanti sono il Maestrale e lo Scirocco. Il primo, durante l'inverno è freddo e spesso violento, mentre d'estate mitiga le temperature, ma data la sua elevata velocità (che supera facilmente i 100 Km/h) può arrecare danni non indifferenti all'agricoltura, favorire la propagazione degli incendi e creare problemi alla navigazione marittima; il secondo non di rado rende i cieli "rossicci" per effetto delle polveri provenienti dai deserti africani e si rivela particolarmente dannoso in tarda primavera, quando si intensifica l'evapotraspirazione che causa stress idrici alle colture non irrigue. La costante ventilazione ha favorito l'installazione di numerosi impianti eolici sui crinali di alcuni rilievi e in certe aree industriali.

LA SARDEGNA: economia e turismo

Il decollo industriale della Sardegna si ebbe a partire dal 1951 quando una particolare commissione di studi, fu incaricata di elaborare un piano di sviluppo economico nei vari settori produttivi dell'economia sarda. Molto lentamente tale commissione si mise in moto e solo nel 1958 presentò il rapporto finale, o meglio un'ipotesi di sviluppo. Le conclusioni di tale organismo però apparvero inadeguate alle necessità di sviluppo dell'isola e nel 1959 fu costituita un'altra Commissione, con lo scopo di elaborare un piano più preciso che fu poi presentato l'anno successivo. Questa relazione finale evidenziava 18 settori economici prioritari ed in particolare quello industriale, con un investimento per lo Stato minore di quello previsto dalla precedente Commissione. Finalmente il 17 gennaio 1961 il Governo italiano presentò in Parlamento un progetto di legge che dopo varie modifiche e dibattiti, fu approvato e successivamente, il 2 giugno 1962 fu promulgata la legge chiamata Progetto straordinario per promuovere lo sviluppo economico e sociale della Sardegna in esecuzione dell'Articolo 13 dello Statuto costituzionale n.3 del 26 febbraio 1948. Dopo sedici anni dall'apertura delle negoziazioni tra Stato e Regione, nasceva il Piano di Rinascita. Nel periodo poste-

riore al 1945, l'evolversi dell'economia sarda si divide in tre momenti distinti: tra il 1945 ed il 1955, l'isola si adatta progressivamente alle condizioni ed al modo di vivere del resto del Paese; nel corso della seconda fase, tra il 1956 ed il 1966, la situazione economica cambia molto rapidamente modificando considerevolmente il tessuto sociale; la terza fase (fino ai nostri giorni) si caratterizza, nonostante gli errori e i ritardi nell'attuazione del Piano di Rinascita, in un rimarchevole progresso economico e sociale con un incremento considerevole della popolazione. Progressivamente l'analfabetismo diminuisce e l'educazione scolastica migliora notevolmente. Le linee telefoniche, gli elettrodomestici, le automobili, si diffondono in maniera considerevole e i quotidiani hanno grande diffusione mentre aumentano le linee marittime e i trasporti aerei. Negli ultimi decenni hanno avuto ampia diffusione le nuove tecnologie informatiche e digitali e la Sardegna è stata la prima regione italiana ed europea ad avere la copertura televisiva con l'utilizzo esclusivo della tecnologia del digitale terrestre, mentre il quotidiano L'Unione sarda è stato il primo quotidiano europeo a dotarsi di un sito Internet, sin dal 1994.

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turismo costiero e non solo Da anni la regione incentiva la nascita di turismi paralleli, cercando di muovere i flussi di viaggiatori dalle coste verso l’entroterra

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www.sardegnaturismo.itz www.regione.sardegna.it www.ecoturismo-italia.it documenti: congiuntura turistica regionale

la Sardegna è certamente una terra che deve gran parte della sua fortuna e della sua fama al settore terziario, e più precisamente a tutte quelle attività che sono legate al turismo. è ben nota la massiccia affluenza di vacanzieri, provenienti da tutto il mondo, che ogni estate affollano le coste sarde, alla ricerca di un territorio meraviglioso e di strutture alberghiere di medio e alto profilo. a questa tipologia turistica, se ne affianca, una seconda, ben differente, volta alla scoperta del territorio e delle sue tradizioni. un differente modo di vivere e vede l’isola. i turisti si trasformano così in viaggiatori, viandanti, esploratori, di una terra antica, non fatta solo da enormi villaggi-vacanza a picco sul mare. gli enti locali dedicano molte risorse alla promozione di questa tipologia di turismo, volta a muovere il numero maggiore di persone dalle coste verso l’entroterra, riavviando così il maggior numero di micro economie possibili. una chiara testimonianza di queste osservazioni la si può trovare semplicemente osservando il sito ufficiale della regione Sardegna, e quello dell’ente turistico sardo, dove moltissime pagine sono dedicate alla scoperta e alla riscoperta delle tradizioni, delle ricchezze e delle meraviglie dell’isola. lo stesso finanziamento ricevuto dal mio collega e destinato alla creazione di una attività agricolo-ricettiva nel entroterra sardo è la prova della politica turistica della regione. a tutti i fattori elencati in precedenza si affiancano delle nuove tendenze legate al settore dei viaggio, che si discostano dalle offerte dei tour operator, e che si

allontanano dalle mete tradizionali: il turismo low cost e il turismo sostenibile. viaggi sempre più all’insegna dell’economicità e della sostenibilità e dove l’obiettivo principale non è più un relax passivo, ma bensì una riscoperta attiva del territorio e della tradizione. un turismo che certamente interessa più i giovani e che tende a non le attrarre famiglie, ma che si sta ritagliando una sempre più grande fetta del mercato. questo turismo alternativo, per sua stessa definizione, si allontana dai luoghi più conosciuti, per ricercare i piccoli gioielli ambientali, per ritrovare antiche tradizioni e per godere dei patrimoni enogastronomici. per quanto concerne il tema dell’ospitalità orizzontale alberghi diffusi in Sardegna la Sardegna è una regione che da anni dedica risorse alla nascita e valorizzazione degli alberghi diffusi. il 23 luglio 1998 la Regione – prima in Italia - classifica l’albergo diffuso come forma di ospitalità alberghiera distinta dalle altre. Il quotidiano la Nuova Sardegna pubblica un articolo col titolo “Turismo, nasce l’albergo diffuso”, all’interno dell’articolo sono anticipati i contenuti della normativa regionale che sarà pubblicata il 12 agosto 1998. La normativa si ispira al progetto di Albergo Diffuso messo a punto dallo studio GDA per conto della Comunità Montana Marghine Planargia, pubblicato nel 1995. questa politica regionale di aperture, verso nuove forme ricettive a fatto si che oggi siano presenti, in Sardegna molti esempi di alberghi diffusi.

questa non vuole essere una analisi approfondita sul turismo sardo o sulle tendenze in materia di viaggi, ma bensì mira ad essere una sintetica, ma ponderata e ragionata, riflessione sui panorami contemporanei e futuri di questo settore, con una particolare attenzione al territorio sardo, cercando poi di rispondere ad una domanda cruciale:

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SARDEGNA cultura tradizione - innovazione

Tradizione e innovazione rappresenta l’impostazione strategica che la regione Sardegna rivolge nei confronti dell’arte contemporanea, quindi alle questione museologiche e museografiche ed in qualsiasi aspetto della vita culturale della regione. Possiamo quindi affermare che l'isola, con le sue tradizioni, i sui usi, i suoi costumi, riesca ad influenzare ogni aspetto della vita, anche quella culturale, ponendo quindi un occhio sempre rivolto al passato. Se l’aspetto tradizionale e quindi storico, si riflette nel lavoro e nelle opere di qualsiasi artista sardo, la regione è riuscita ad intraprendere una forte modernizzazione del circuito culturale, divenendo una esempio per tutto il territorio nazionale.

L’EVOLUZIONE DELL’ARTRE E DELL’ARTIGIANATO SARDO

La regione Sardegna è oggi riuscita quasi completamente a plasmare il suo complesso sistema organizzativo rivolto all’arte contemporanea, con strutture museali dedicate, accademie ed una diffusa attività critica. Ma il cammino verso la scoperta dell’arte contemporanea iniziò per la Sardegna ufficialmente nel 1957, quando alla prima biennale di Nuoro, Mauro Manca, con un dipinto astratto, che non mancò di suscitare polemiche, riuscì a ricevere un importante riconoscimento. Sarà proprio Manca, seguito dal gruppo da un gruppo di giovani artisti cagliaritani, chiamati “Gruppo Transazionale”, ad introdurre la Sardegna all’informale, e quindi ai linguaggi astratti dell’arte contemporanea. L’influenza di Manca fu enorme, essendo lui in quegli anni il direttore dell’istituto d’arte di Sassari. Sempre in questi anni, che per la regione rappresentano una sorta di svolta sotto qualsiasi aspetto, una enorme evoluzione vi fu nel campo dell’artigianato, una rivoluzione fomentata da una delle più emblematiche figure della scena culturale sarda dell’epoca: Eugenio Tavolara. Direttore dell'ISOLA (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano) intraprende un cammino verso una sorta di handicraft design, “reinventando l'artigianato sardo alla luce di un incontro fra tradizione e gusto contemporaneo che ne fa per qualche tempo un esempioguida in campo internazionale” Oggi il numero di artisti che opera su tutto il territorio isolano è vastissimo, ma storicamente furono tre le figure di spicco, che contribuirono maggiormente all’ingresso della Sardegna nell’universo artistico del contemporaneo. Oltre al già citato Manca ricordiamo Costantino nivola e Foiso Fois. Una breve analisi di questi artisti ci aiuterà a comprendere il complesso legame che la terra sarda riesce a ricreare tra modernità e tradizione, una costante in tutti i campi della cultura. 17


Mauro Manca “Colto, eclettico, brillante, Manca non condivide il credo modernista della forma come valore autonomo, ma concepisce l'arte come veicolo di un'eredità ancestrale sedimentata nelle profondità della psiche”. In queste parole è possibile comprendere l’intera poetica di Manca, e percepire alcuni aspetti cruciali della sua personalità. Il pittore ha sempre ricercato nella dialettica tra tradizione e innovazione la sua arte, intuendo prima di molti l’importanza di ricercare l'ispirazione personale tra le radici storiche della collettività. Interessante e degna di nota fu anche la forte personalità di Manca che lo proietta sin dagli inizi degli anni 50 tra le prime file del movimento di rinnovamento dell’arte isolana. Dotato di un grandissimo fascino e di ottime doti comunicative, riuscì a diffondere stili e tecniche nuove, apprese in anni di viaggi. Foiso Fois Fois è unto degli artisti che he nel secondo dopoguerra partecipò al movimento di rinnovamento dell'arte sarda. L’arte di Fois ricerca una figurazione in grado di raccontare aspetti della vita tradizionale e della realtà circostante, attraverso aspetti linguistici tipici dell’arte moderna. fondendo quindi la tradizionalità dei soggetti all'innovazione del tratto. Convinto della necessità di una azione integrale, Fois opera anche sotto l'aspetto ideologico e quello della organizzazione. Oltre ad allestire numerose mostre indirizzate a dar conto dei fermenti interni ed esterni all'Isola, nel 1951 egli assume la direzione dell'Associazione Provinciale degli Artisti, trasformandola in struttura a carattere regionale finalizzata a tutelare i diritti degli iscritti, promuovere la diffusione dell'arte sarda fuori dei confini isolani, intervenire presso le amministrazioni pubbliche in tutte le questioni riguardanti l'arte. Interprete convinto dell'ideale del Piano di Rinascita, nel 1957 inizia a dipingere il trittico "La Sardegna verso l'autonomia", di cui porta a compimento le tele con "Eleonora d'Arborea" e "La rivoluzione di Giovanni Maria Angioj. La commistione di passato e presente, di riferimenti alla grande decorazione classica e moderna, conferisce all'opera uno straordinario equilibrio stilistico e ideologico. Nella seconda metà degli anni Sessanta, Foiso Fois porta avanti la sua ricerca in campo figurativo pur confrontandosi con gli sperimentalismi degli artisti della nuova generazione (Gruppo 58, Gruppo di iniziativa) che indagano nuovi significati nel rapporto tra politica rivoluzionaria e arte progressista tramite linguaggi non figurativi. A partire dagli anni Settanta, complice il calo della tensione politica, sposta il personale interesse sulla natura. Costantino nivola Nivola è tra i pochi scultori che hanno aggiunto una nuova tecnica di esecuzione a quelle già esistenti: si tratta del sand-casting, col quale esegue le sue opere di maggiore impegno a partire dagli anni Cinquanta. Il sand-casting è un tipo di rilievo ottenuto con un procedimento piuttosto semplice: la forma viene modellata in negativo sulla sabbia; su di essa si versa poi una colata di gesso (nei modelli e nelle sculture piccole) o di cemento (nelle opere più grandi), che asciugandosi dà vita al rilievo definitivo. Questo può essere arricchito dal colore aggiunto nell'impasto. Successivamente Nivola perfezionò il procedimento, adattandolo all'esecuzione di grandi opere monumentali. Nell'opera di Costantino Nivola si afferma una concezione dello spazio dilatata e priva di centro, distesa per lo più in orizzontale: una spazialità associata alla decorazione, alla sua docilità nei confronti della forma che riveste, in contrasto con l’autonomia della scultura verticale e isolata. L'eredità antropologica della Sardegna ha costituito il punto di partenza per la sua ricerca di una scultura intesa come arte corale, comunicativa, legata all'architettura e incentrata sul tema di una femminilità archetipica, identificata con la Natura. Oltre alle numerose iniziative in campo artistico insegna al Carpenter Center per le arti visive della Harvard University (1973-75) e all'Università di Berkeley (1978-80). Muore a Long Island il 5 maggio 1988.

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per comprendere l’arte contemporanea sarda si devono conoscere le tradizioni della terra, i sui colori e le sue forme Oltre alla tradizione, elemento protagonista dell’arte sarda, possiamo riscontrare alcuni elementi che ricorrono in tutti i percorsi artistici degli artisti dell’isola, Come la voglia di espatriare per conoscere il mondo continentale. Viaggi in Italia e nel resto dell’Europa contribuiscono alla formazione dei creativi sardi, che ritornati in patria, riescono a tradurre le esperienze in opere nuove e dal forte impatto, stilistico e concettuale.

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Promozione dell'arte contemporanea “sensi contemporanei”

La Regione Sardegna ha sottoscritto l'Accordo di Programma Quadro per il progetto "Sensi contemporanei". La Regione riconosce il valore e le potenzialità culturali dell'arte contemporanea, cui finora in Sardegna è mancata un'adeguata politica di supporto e valorizzazione. Con questo obiettivo, l'assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo, Sport, si è impegnato perché, per la prima volta, ci fosse anche la Sardegna tra le Regioni che hanno sottoscritto l'Accordo di programma Quadro multiregionale per il progetto "Sensi contemporanei – Promozione e diffusione dell'arte contemporanea e la valorizzazione di contesti architettonici e urbanistici nelle Regioni del Sud d'Italia".La stipula dell'Accordo di Programma Quadro è stata raggiunta dal ministero dell'Economia e delle Finanze, ministero per i Beni e le Attività culturali, Fondazione La Biennale di Venezia, Regione Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia”. La regione Sardegna ha espresso la volontà di investire verso determinate iniziative che siano in grado di potenziare il panorama artistico locale e diffondere la cultura contemporanea sul territorio. L'obiettivo è proprio quello di stimolare la nascita di nuovi progetti legati all’arte e all’artigianato. Uno degli obbiettivi del progetto “sensi contemporanei” è quello di preparare e di istruire gli enti locali e i centri amministrativi nella gestione di progetti pilota sperimentali. “Verranno realizzate attività di promozione del Mezzogiorno, tramite iniziative espositive di arti visive e di architettura e si favoriranno i rapporti e le relazioni con contesti internazionali nel settore delle arti visive, della valorizzazione architettonica e urbanistica, dello sviluppo locale, anche attraverso la realizzazione di concorsi nazionali e internazionali” nel comunicato rilasciato dalla regione si legge anche: “I soggetti firmatari dell'APQ si prefiggono di arrivare alla individuazione di un metodo condiviso tra i ministeri e le Regioni coinvolte, che favorisca le attività di pianificazione, programmazione, gestione, attuazione e controllo degli interventi e dei progetti da realizzare per l'arte contemporanea. Si cercherà poi di favorire i processi di integrazione orizzontale - tra le Regioni - e verticale - tra i territori - per concretizzare la cooperazione istituzionale”

Sensi Contemporanei è quindi un’iniziativa che sot tolinea la volontà della regione di favorire la cre atività contemporanea, in campo artistico, archi tettonico e urbanistico, ma anche la necessità di preparare le istituzioni locali alla diffusione di queste pratiche e quindi il desiderio di avvicinare la popolazione ai temi del contemporaneo.

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LA MUSEOLOGIA IN SARDEGNA Legge sui beni culturali, istituti e luoghi della cultura La Regione Autonoma della Sardegna ha emanato in data 20 settembre 2006 la L. R. n. 14 avente come oggetto le "Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura". Con tale provvedimento la RAS intende perseguire la tutela, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale della Sardegna.

Dall’inizio del nuovo millennio la regione sta cercando di migliorare i servizi legati alla museologia locale, sono molteplici le iniziative intraprese in questi ultimi anni per aggiornare e modernizzare il territorio sardo in materia di musei. L’isola sta intraprendendo un cammino molto importante di restauro si dal punto di vista fisico che istituzionale, trasformandosi in un territorio attento alle nuove frontiere della museologia, all'avanguardia su temi come le reti museali e i musei virtuali.

un vero e proprio museo virtuale, facilmente fruibile da chiunque. è oggi possibile visitare alcuni tra i luoghi più rappresentativi del patrimonio culturale sardo. Grazie a nuovi strumenti quali le ricostruzioni tridimensionali, le visite guidate e le gallerie fotografiche interattive, il monumento diviene fruibile e leggibile in ogni suo particolare. I percorsi virtuali offrono la possibilità di conoscere i beni culturali dell'isola e al contempo costituiscono uno stimolo alla conoscenza diretta della Sardegna.

Sistema museale arborense “l sistema è basato su tecniche di visualizzazione derivanti da recenti attività di ricerca del gruppo Visual Computing del CRS4. Queste tecniche sono molto accurate e scalabili e fanno parte di una famiglia di metodi per la visualizzazione di grossi volumi di dati che è considerata allo stato dell'arte dalla comunità scientifica internazionale. La versione implementata è stata opportunamente semplificata per permettere l'esecuzione del sistema su una vasta gamma di piattaforme grafiche e assicurare l'interoperabilità con tecnologie webGIS standard. L'integrazione di sistema e la sua distribuzione sono a cura della Regione Autonoma della Sardegna.”

A testimonianza della volontà della regione di proiettarsi verso i nuovi panorami della museologia possiamo citare un caso emblematico, quello del Sistema museale arborense: “una rete di musei, raccolte museali, siti culturali ed ecomusei del territorio provinciale di Oristano e di altri territori connessi a quello oristanese, negli ambiti di paesaggio previsti dal Piano Paesaggistico regionale. Questo progetto culturale è parte integrante di un progetto più ampio della Giunta regionale per la costituzione del Sistema regionale museale” Il Prgetto consta nella creazione di una rete museale che sia in grado di unire il patrimonio culturale di Oristano e di altri 25 comuni adiacenti. L’obiettivi di questa azione è il potenziamento del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico, cercando di potenziare l’offerta culturale migliorando i servizi offerti alla popolazione locale e ai turisti. L'iniziativa vuole si prefigge l'obiettivo di sostenere e valorizzare le realtà culturali più piccole inserendole in un circuito ampio che sia in grado di sostenerle. la nascita di una rete museale consentirà in definitiva il confronto e lo scambio di esperienze, puntando a valorizzare il rapporto tra museo e territorio “con lo scopo di far diventare primi fruitori dei beni culturali i residenti e dare nuovi stimoli e idee per lo sviluppo locale. Si vuole inoltre favorire un raccordo stabile e organizzato con il mondo della scuola e dell'Università, con gli insegnanti e gli studenti”

VALORIZZAZIONE DELL’ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE a gran parte delle testimonianze dei processi produttivi oggetto di studio dell'archeologia industriale presenti in Sardegna è costituita dai luoghi legati all'attività estrattiva mineraria. Tra questi uno dei più importanti sia dal punto di vista storico che artistico è l'agglomerato edilizio della miniera di Montevecchio (Guspini, provincia del Medio Campidano), sorto a partire dalla seconda metà dell'Ottocento e sede attiva dell'industria mineraria fino al 1991. Tutti gli edifici-simbolo della miniera (direzione, ospedale, scuola, chiesa, dopolavoro), concentrati in uno spazio unitario, sono realizzati in stili diversi secondo i differenti periodi di edificazione. Si possono osservare dunque richiami all'architettura colta del passato, l'uso del Liberty, soprattutto nelle decorazioni, un linguaggio semplice e funzionale, derivato dal Razionalismo. L'intero sito fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall'Unesco.

PERCORSI VIRTUALI Il comitato della cultura sarda ha poi intrapreso un cammino di virtualizzazione dei beni culturali regionali, creando 22


ARTIGIANATO E DESIGN IN SARDEGNA

L'artigianato costituisce un aspetto importante e inconfondibile della cultura artistica della Sardegna contemporanea. Ciò si deve, oltre alla ricchezza dell'artigianato popolare (che un critico difficile come Ugo Ojetti definiva negli anni venti "aristocrazia tra le arti paesane"), all'intelligente operazione di design attuata su di esso tra gli anni Cinquanta e i primi Sessanta del secolo scorso da artisti come Eugenio Tavolara e Ubaldo Badas. Attraverso l'ISOLA (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano), di cui era direttore, Tavolara riuscì a rivitalizzare le forme della tradizione (specie nei settori del tessile, dell'intreccio e dell'intaglio in legno) mettendole a contatto con le tendenze del gusto internazionale, in quel momento teso a riscoprire i valori di una mediterraneità semplice quanto sofisticata; un'operazione che, assecondata dal boom turistico della Costa Smeralda, e dal correlato sorgere di ville ed alberghi con le loro esigenze d'arredo, ebbe immediato successo in Europa e negli USA e fu caldamente sostenuta in Italia da Gio Ponti sulla rivista "Domus". Episodio chiave della rinascita artigiana della Sardegna fu la costruzione a Sassari nel 1956 del padiglione destinato a ospitare le mostre dell'ISOLA. Progettato da Ubaldo Badas, il padiglione è fra le migliori architetture in Sardegna negli anni cinquanta, manifestazione tangibile dell'unità fra arte, artigianato e architettura: è infatti ornato da decorazioni in ceramica di Gavino Tilocca, Emilia Palomba, Giuseppe Silecchia, e accoglie un rilievo in steatite e un banco ligneo su disegno di Tavolara. Alla morte di quest'ultimo nel 1963, l'ISOLA prende un nuovo corso, rivolto più alla commercializzazione che al rinnovamento estetico dei prodotti. Tuttavia l'eredità di Tavolara non è andata totalmente dispersa, ma sopravvive nel lavoro di molti artigiani e designer sardi, come lui impegnati nello sforzo di far coesistere modernità e tradizione

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secondo livello di analisi:

CAGLIARI

Cagliari entra a pieno titolo nella lista delle 15 metropoli italiane, con una popolazione che supera i 370.000 abitanti, che divengono 486.000 con l'agglomerato urbano diffuso. la città si sviluppa attorno al colle di Castello, che ospita il quartiere antico. posta nella regione meridionale della Sardegna, affaccia a sud sul mare mediterraneo è delimitata a est dalla Sella del diavolo, dalla catena dei sette fratelli e dallo stagno di Molentargius, a ovest dai monti di Capoterra e dallo Stagno di Cagliari. Il territorio urbano si caratterizza da zone collinari, come i quartieri storici di Castello, Stampace, Marina e Villanova, e da zone pianeggianti, che rappresentano la maggior parte dei quartieri sorti a partire dal XIX secolo. La città è di origine molto antica, reperti archeologici testimoniano la presenza di esseri umani nella zona sin dall’età del bronzo. Cagliari ha subito, nel corso dei secoli, la dominazione di moltissimi popoli, che l’anno resa una vera e propria perla architettonica e culturale del mediterraneo. Il suo sviluppo urbanistico ricevette però una impennata drastica in epoca fasciata, quando, nel 1924, Mussolini vara la legge del miliardo, stanziando un miliardo di lire per la rinascita della Sardegna. Gran parte di questo capitale fu 25

destinato alla crescita del capoluogo, portando Cagliari verso un nuovo futuro. Oggi Cagliari è il centro economico e culturale della Sardegna, grazie anche alla sua posizione strategica, che ha permesso lo sviluppo portuale della città. servita dal Porto passeggeri, commerciale e terminal crociere. Da Cagliari vi sono servizi di linea con navi passeggeri per Civitavecchia, Napoli, Palermo e Trapani, e merci con Genova e Livorno. A Cagliari ha sede anche un Porto Canale, dedicato al traffico containers. Una zona del porto di via Roma è riservata alle imbarcazioni turistiche. Nella città si trovano altri due porti turistici: Su Siccu e Marina Piccola. In aggiunta al traffico navale lo spazio urbano ospita anche un aeroporto internazionale, situato a pochi chilometri dal centro della città. Cagliari è certamente il centro culturale della regione, grazie ai sui musei, ai sui edifici storici e alla sua università, fondata nel 1626 è il principale ateneo della Sardegna. Con i suoi 35.000 studenti è una delle università più importanti d'Italia. A Cagliari è presente dal 1970 anche la Pontificia facoltà teologica della Sardegna, e sono sorte negli ultimi decenni scuole di indirizzo creativo architettonico come l’Istituto europeo di Design.


geri saranno spostati verso la zona del porto canale, lasciando in Via Roma solo il Terminal Crociere e facendo dell'ex porto commerciale un porto turistico per imbarcazioni da diporto di grossa stazza denominato "Portus Karalis - Città di Cagliari". Entro il 2011 saranno completati i lavori di rifacimento del water front tra la Stazione Marittima e la Darsena. Altri progetti che cambieranno il volto del capoluogo sardo sono il nuovo quartiere fieristico, il parco archeologico di Tuvixeddu e il nuovo campus universitario di Viale la Playa progettato dall'architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha: all'interno dovrebbero sorgere teatri, biblioteche, campi sportivi e altro, ma il comune non ne permette la costruzione perché supererebbe la cubatura consentita, mentre invece preferirebbe un progetto da loro approvato dove però il Campus sarebbe solo un dormitorio; è prevista la riqualificazione del vecchio ospedale marino (in stato di abbandono) sulla spiaggia del Poetto che verrà riconvertito in un moderno centro benessere, un nuovo porticciolo per la piccola pesca costituirà invece il primo passo verso la riqualificazione del quartiere Sant'Elia. Nella primavera del 2011 è stato aperto al pubblico il tanto atteso "Parco della musica", situato tra l'esclusivo T Hotel e il Teatro Lirico di Cagliari. In via di ultimazione anche la nuova area residenziale di Via Santa Gilla.

Una recente indagine svolta da "Cittalia-Fondazione Anci Ricerche" ha definito Cagliari come la quarta città metropolitana italiana per Pil pro-capite dopo Milano, Roma e Bologna. la fortuna economica della città è dovota in primo luogo al traffico navale e quindi alla presenza di un importantissimo porto. quest’ultimo ha favorito la nascita di grandi stabilimenti che ospitabno importanti multinazionali quali: Coca Cola, Heineken, Bridgestone ed Eni. recentemente la città ha visto un importante incremento del flusso turistico, anch’esso favorito dalla strategica posizione della città. Negli ultimi anni Cagliari ha iniziato un processo di sviluppo urbanistico con l'obiettivo di diventare una città turistica di rilevanza internazionale, dando vita a numerosi progetti. È stato inaugurato nel 2008 il primo tratto della metrotranvia, da piazza Repubblica a Monserrato, uno dei sobborghi della città che sarà collegato alla cittadella universitaria nei prossimi anni. Esistono dei progetti per nuove linee della MetroCagliari ma per ora i lavori non hanno preso inizio. Sul Molo Ichnusa dell'area portuale di Via Roma è stato realizzato un terminal crociere non ancora in funzione a causa della insufficiente profondità del fondale. Entro il 2012 consentirà l'attracco alle grandi navi oceaniche ed a qualsiasi tipo di nave, il porto commerciale e quello passeg-

fonte : www.sardegna.net

Temperature medie a Cagliari:

Medie mensili riferite agli ultimi 30 anni, basate sui dati della stazione di Cagliari

Il clima della città è tipicamente mediterraneo, con inverni miti ed estati calde e siccitose. I valori estremi estivi talora superano di poco i 40 °C (a volte con tassi di umidità contenuti), mentre quelli invernali, solo in condizioni particolari e rare, scendono leggermente sotto lo zero. Leggermente più continentale il clima della pianura del Campidano

dati climatici relativi al cagliaritano

clima

Gennaio - 9,9 C° Febraio - 10,2 C° Marzo - 11,6 C° Aprile - 13,8 C° Maggio - 17,3 C° Giugno - 21,3 C° Luglio - 24,2 C° Agosto - 24,3 C° Settembre - 21,8 C° Ottobre - 18,2 C° Novembre - 13,6 C° Dicembre - 16,4 C° Media annuo - 16,4 C° 26

Medie giorni di precipitazioni: Gennaio - 8 Febraio - 8 Marzo - 7 Aprile - 6 Maggio - 4 Giugno - 2 Luglio - 1 Agosto - 1 Settembre - 4 Ottobre - 6 Novembre - 8 Dicembre - 8 Totale annuo - 63


terzo LIVELLO DI ANALISI:

ussana

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L’area di progetto è ubicata nel comune di Ussana, a pochi chilometri dal cento della città. Ussana è un comune di 4.200 abitanti della provincia di Cagliari situato nella antica regione di Parteolla. dista dal capoluogo di provincia poche decine di chilometri ed è lo snodo di una delle arterie stradali principali della regione, la statale 131.

Ussana dista 22 Km dal centro di Cagliari, quindi non più di 25 minuti in automobile. dista invece 256 Km da Alghero, 90 da Oristano, 205 da Porto Torres , 210 da Sassari e 321 da Santa Teresa di Gallura.

La cittadina è affiancata dalla statale 131, la maggiore arteria della Sardegna, che che la percorra lungo tutta la sua lunghezza. unendo Cagliari a Oristano, Sassari, Olbia e Porto Torres. La città funge anche da svincolo per due altre importanti strade, la SS 466 e la SS 128

La zona dista 19 Km dall'aeroporto di Cagliari, raggiungibile grazie alla sopracitata statele 131. 266 sono invece i chilometri che separano Ussana dall'aeroporto di Alghero, mentre lo scalo di Olbia è posto a 300 chilometri dalla cittadina. nei pressi del centro del paese si trova l’aeroporto di Decimomannu, una piccola base militare.

Ussana dista 33 Km dal principale porto navale della Sardegna, quello di Cagliari, 135 da quello di Arbatax/Tortolì, 301 da quello di Olbia, 229 da quello di Porto Torres e 326 da quello di Santa Teresa di Gallura.

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ussana e dintorni L’area di progetto è situata a pochi chilometri dal centro abitato di Ussana, un piccolo comune dell'entroterra sardo appartenente alla provincia di Cagliari. La cittadina si sviluppa lungo un ampia pianura contornata da alcuni rilievi collinari, fra cui il monte Zara e il monte Agutzu, non lontano da Cagliari. Non è ad oggi chiara l’origine del toponimo, alcune ricerche lo fanno risalire dal paleosardo, ma risulta registrato non prima del XIV secolo. certo è che il centro ebbe origine in epoca romanica, nacque con molta probabilità in seguito alla creazione di un sentiero militare, che passava nelle vicinanze e che collegava Caralis con Olbìa attraverso la Barbaria. Durante il Medioevo fece parte del Regno di Calari e dopo il 1358 di quello di Arborea. A partire dal 1300 entrò a far parte dei possedimenti d'oltremare del Comune di Pisa. Le tracce storiche sono ben visibili ancora oggi nella cittadina, Nella periferia della città sorge la chiesa di San Saturinino, un luogo di culto medioevale, All'interno di questa chiesa si conservano un sarcofago del III sec. d.C. e alcuni rocchi di colonna, anch'essi di epoca romana, indub-

biamente pertinenti all'insediamento che in quel periodo si trovava in questo territorio. Si possono facilemnte ritrovare, nelle campagne del paese, i ruderi di alcune chiese, già in stato di abbandono durante l'Ottocento: tra queste si ricordano Santa Giuliana, San Genesio, San Lussorio, San Pietro San Lorenzo. All’interno di quest’ultima vennero scoperti nel 1949 i resti di un impianto termale risalente all’epoca romana, scoprendo che questo venne riutilizzato, in parte, come elemento di fondazione dell’edificio di culto. Estremamente interessante è la tipologia architettonica tipiche della zona di Ussana, e le tecniche edilizie proprie del territorio. Ussana è appunto uno dei comuni associati all’ Associazione Nazionale Città della Terra Cruda, essendo quest’ultima una tecnica ancora oggi largamente impiegata. La tipologia abitativa caratteristica è la cosiddetta casa campidanese con sa lolla, il loggiato antistante il cortile interno. Queste abitazioni sono ancora costruite in ladiri, mattoni crudi di fango e paglia, ma per i portali d'ingresso e nelle zoccolature delle cortine murarie di cinta si impiegano bei conci squadrati in arenaria.

i dati urbistat, relativi alle ricerche istat dell’anno 2010, relativi ai settori di occupazione del comune di Ussana Mostrano chiaramente l’assoluta inclinazione della cittadina alla pratica agricola ed artigianale, non venendo interessata dai flussi turistici della regione. le considerazione che si sono appena fatte per il comune in analisi possono essere riproposte per tutti i comuni limitrofi all'area di progetto.

SETTORE

%

Agricoltura e pesca

34.1

Attività manifatturiere

12.3

Edilizia

12.0

Commercio

26.4

Alberghi e ristoranti

2.9

Trasporti

2.6

Attività finanziarie

0.9

Servizi

6.6

Istruzione

0.3

Sanità

0.6

Altre attività

1.4

dati ISTAT 2010 relativi ai settori di occupazione nei commini italiani rielaborati da urbistat www.urbistat.it 29


USSANA monastir

villasor

dolianovav

san sperate

decimuputzu

sestu uta

sinnai settimo san pietro maracal agonis

CAGLIARI I comuni che interessano l’area di progetto, appartenenti alla provincia di Cagliari, limitrofi quindi ad Ussana presentano tra loro molteplici somiglianze: di piccole dimensioni, con un’età media non particolarmente giovane (circa 40 anni), principale occupazione nel campo dell’agricoltura e dell’artigianato e quindi una quasi totale assenza di attività volte allo sfruttamento dei forti flussi turistici che invadono stagionalmente la Sardegna. Il turista in queste zone si trova quindi solo a tranzitare, per via della statale 131 (principale arteria stradale della regione). Altra carenza della zona riguarda l’aspetto culturale, se

sono molte le strutture e le aree di interesse storico ed archeologico, sono quasi totalmente assenti iniziative riguardanti l’arte contemporanea, il design, Iniziative che si concentrano nella quasi totalità nell’area urbana del cagliaritano. Benché vi sia una grande attenzione e molte risorse vengano dedicate all'artigianato e alla cultura locale, non vi sono particolari iniziative volte a valorizzare i tesori e le trazioni dell’area. Questo aspetto è in contrapposizione con altre zone della Sardegna, che sfruttano gli incentivi e l’apertura della regione verso questo tipo di iniziative.

agricoltura e artigianato locale dovranno di conseguenza essere degli elementi chiave del progetto, al fine di instaurare una intera zione tra la struttura e la popolazione autoctona. Le tradizioni, Architettoniche e costruttive, il sapere artigiano, le tecniche agricole tradizionali dovranno diventare un elemento cardine dell’intero progetto. 30


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quarto LIVELLO DI ANALISI:

l'aread di progetto

L’area di progetto consta in un lotto di terreno che si estende su 28 ettari, situato a 2 chilometri dal centro della cittadina di Ussana. La topografia dello spazio si caratterizza da un movimento collinare molto accentuato, che genera un susseguirsi si piccole vallate, che rendono estremamente interessante l’area. Il terreno è principalmente incolto, ricoperto da un fitto manto erboso. Vi sono delle chiazze arboree costituite da grandi ulivi selvatici. Sul suolo si possono trovare molte pietre, che in alcuni casi raggiungono anche dimensioni notevoli. Alla componente vegetale se ne contrappone una architettonica, sono infatti presenti alcune strutture realizzate dall’uomo: quattro capannoni, una abitazione, un picollo edificio che era destinato a magazzino. Originariamente lo spazio, e le strutture in esso inserite erano destinati all’allevamento e alla coltivazioni di prodotti agricoli. Ad oggi queste attività sono state trasferite in una zona perimetrale dell’area. I capannoni e le altre strutture risultano ad oggi abbandonate, ma ancora in ottime condizioni. Un edificio di recente costruzione ospita oggi un allevamento di pulcini ed è circondato da alcune coltivazioni. Gli elementi che rendono interessante l’are sono, oltre alla sua posizione strategica dal punto di vista della viabilità e della vicinanza con la città di Cagliari, la sua conformazione topografica e la presenza di una notevole superficie edificata.

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l'aread di progetto i capannoni e l’abitazione sono dotati di tutti i servizi e le utenze essenziali, quali fornitura di energia elettrica, acqua corrente, e impianto di fognatura. tutti gli impianti sono funzionanti e in buono stato dato il recente abbandono delle strutture. uno dei progetto è quello di rendere autosufficiente l’area dalla fornitura elettrica, dotando i quattro edifici industriali di un impianto a pannelli solari. questo progetto è già in fase di esecuzione, con la collaborazione di una società tedesca. questo intervento renderebbe l’intero spazio ecologico ed autosufficiente Sin dalla sua nascita il lotto ha ospitato delle attività legate all’agricoltura e all'allevamento. originariamente i quattro capannoni che dominano la proprietà ospitavano una azienda agricola che si occupava dell’allevamento di pollame. ogni edificio era destinato ad una diversa fase, dal processo di cova, a quello di schiusa, fino alla macellazione. successivamente, per ragioni varie l’attività ha subito un drastico cambiamento, che ha portato i proprietari ad occuparsi sola del processo di incubazione delle uova. i quattro edifici sono quindi entrati in disuso e l’intera produzione si è spostata in un nuovo fabbricato industriale situato in un area marginale del terreno, fabbricato attivo ancora oggi. nello spazio adiacente a questa struttura si sono destinati dei lotti di terreno alla coltivazione di ortaggi e di frutta. queste attività, che ad oggi rappresentano la fonte di reddito della famiglia proprietaria del lotto continueranno a funzionare parallelamente alla struttura ricettiva.

percorsi e strade interne: benché il lotto di terreno sia principalmente alla stato brado esistono dei percorsi, in terra battuta, che sono ben visibili dalla vista satellitare, che permettono di raggiungere tutte le preesistenze. questi percorsi, consentono il transiti di una auto senza alcun problema. al terreno si accede direttamente dalla strada statale, da cui si entra in un piccolo spiazzo sterrato. da qui parte la maggiore arteria interna, quella che conduce direttamente ai quattro capannoni. questa arteria si biforca e consente di raggiungere l’abitazione e l’azienda agricola.

servizi ed utenze: i capannoni e l’abitazione sono dotati di tutti i servizi e le utenze essenziali, quali fornitura di energia elettrica, acqua corrente, e impianto di fognatura. tutti gli impianti sono funzionanti e in buono stato dato il recente abbandono delle strutture. uno dei progetto è quello di rendere autosufficiente l’area dalla fornitura elettrica, dotando i quattro edifici industriali di un impianto a pannelli solari. questo progetto è già in fase di esecuzione, con la collaborazione di una società tedesca. questo intervento renderebbe l’intero spazio ecologico ed autosufficiente 33


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I 4 CAPANNONI I quattro edifici industriali, rappresentano il centro di tutto il lotto di terreno, e dominano la vallata dall’alto. Sono molto visibili dai tratti di strada che circondano l’area e possono essere facilmente raggiunti da una strada sterrata. ogni edificio occupa un’area di 1044 metri quadrati, sviluppandosi in facciata per dodici metri e per ottantasette nella parte laterale. sono realizzati con una struttura metallica portante e delle pareti di tamponamento in muratura. su entrambi i lati lunghi degli edifici si sviluppa un nastro di aperture vetrate che ne occupa tutta la lunghezza rendendoli quindi molto luminosi. la luminosità è garantita anche dalla felice esposizione al sole. Ogni fabbricato è dotato di due ingressi, posti sulle due facciate più corte. queste aperture sono molto ampie e ospitano una porta scorrevole in metallo. quattro silos in metallo sono posizionati nei pressi di ogni

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edificio. oggi i silos non vengono utilizzati e non sono in buone condizioni. Originariamente gli edifici erano utilizzati per l’allevamento di pulcini e pollame, al loro interno si possono ancora trovare alcune attrezzature che servivano a queste attività. una volta trasferitosi l’allevamento i capannoni hanno ospitato una azienda produttrice di sanitari, e specializzata nella realizzazione di vasche da bagno. il primo edificio oggi contiene moltissimi stampi in vetroresina che servivano alla produzione. oggi i tutti e quattro gli spazi risultano inutilizzati, ma ancora dotati di impiantistica elettrica e allaccio alla rete fognaria, nonché impianti idraulici funzionanti. un progetto, in fase di approvazione prevederà l’istallazioni di un impianto fotovoltaico sulla copertura di tutti gli edifici, rendendo l’intera area ecologica ed assolutamente autosufficiente.


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CAP. 03

definizione delle aree


INTRODUZIONE Identificata e analizzata l'area di progetto la seconda la terza fase sarà legata alla definizione degli spazi necessari alla struttura, in relazione alle esigenze espresse dal modello, e la loro collocazione all'interno del lotto di terreno e delle preesistenze. In questo capitolo Si definiranno in prima battuta i differenti luoghi necessari allo svolgimento delle attività della struttura, cercando di definire quali attori saranno protagonisti di questi spazi. Successivamente queste aree verranno inserite all'interno dello spazio designato per ospitare il complesso ricettivo e creativo. A conclusione di questa fase sarà attuato un masterplan generico di partenza, che permetterà lo svolgimento della fase successiva, quella progettuale.

le aree saranno:

area pubblica

Gli spazi che ospiteranno tutti gli attori del servizio, al cui interno avverranno le attività di socializzazione.

area creativa

I luoghi destinati allo svolgimento dell'attività creativa e alla residenza delle persone ospitate

area ricettiva

Le strutture dedicate esclusivamente ai viaggiatori

area rituale

i luoghi dove le attivitàò sociali assumeranno un cratere più mistico e rituale

area agricola

le patì della struttura che già oggi ospitano attività legate all'agricoltura e all'allevamento

aree di sosta

parti dell'area di progetto che saranno destinate alla soste delle autovettura, di tutti gli attori

51


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mappa delle aree

A UR T UT R ST

TIVI REA C -

LI CA O

I TIV EA R -C

O ATORI - L CALI - C R E GGI ATI VIA VI

PER SO NA LE DE LL A

area pubblica

VIA G GI AT O RI -

L

Le attività che permetteranno a tutti gli attori del servizio di incontrarsi saranno destinate a quella che è stata chiamata “area pubblica”. Questi spazi vedranno nascere connessioni, vedranno attuarsi scambi di idee e di opinioni. L’idea è proprio quella di destinare i luoghi che per loro stessa definizione sono il centro della socializzazione a spazi di incontro e ritrovo. Ristorante eBar diventeranno così il centro di tutta la struttura, il cuore pulsante del progetto. a questi spazi si affiancheranno le aree destinate all’esposizione. 53

59


mappa delle aree

I

area ricettiva

A STRUTTURA DELL ALE ON RS PE

VIA GG IA TO R

area ricettiva

L’area ricettiva comprende tutti quegli spazi e quei percorsi destinati all’accoglienza dei viaggiatori, e tutte quelle aree di servizio che permetteranno una corretta pratica alberghiera. Come si è già detto nella parte di definizione dil modello, uno dei principi cardine dell’intero progetto è la capacità che avrà la struttura di crescere autonomamente. Tale aspetto dovrà essere considerato e dovrà guidare tutte le scelte progettuali. 54

60


mappa delle aree

IONE + PERSONALE LAZ DE O LL OP P AS + TR VI I UT T A E T R

A UR

C

area creativa

AREA CREATIVA VI ATI E CR

(lavorativa)

Le attività che permetteranno a tutti gli attori del servizio di incontrarsi saranno destinate a quella che è stata chiamata “area pubblica”. Questi spazi vedranno nascere connessioni, vedranno attuarsi scambi di idee e di opinioni. L’idea è proprio quella di destinare i luoghi che per loro stessa definizione sono il centro della socializzazione a spazi di incontro e ritrovo. Ristorante eBar diventeranno così il centro di tutta la struttura, il cuore pulsante del progetto. a questi spazi si affiancheranno le aree destinate all’esposizione. 55


mappa delle aree area rituale

CR EA TIV I

+

VI AG

VI

+ RI TO IA G

I OR T A GI G A

I CAL LO

zone relax

zone relax

C

I IV AT RE

Le attività che permetteranno a tutti gli attori del servizio di incontrarsi saranno destinate a quella che è stata chiamata “area pubblica”. Questi spazi vedranno nascere connessioni, vedranno attuarsi scambi di idee e di opinioni. L’idea è proprio quella di destinare i luoghi che per loro stessa definizione sono il centro della socializzazione a spazi di incontro e ritrovo. Ristorante eBar diventeranno così il centro di tutta la struttura, il cuore pulsante del progetto. a questi spazi si affiancheranno le aree destinate all’esposizione. 56


mappa delle aree

I A STRUTTURA DELL ALE ON RS PE

VIA GG IA TO R

la mappa riportata sotto mostra come tra le varie aree vi siano degli spazi che tra loro si fonderanno e nella collocazione all’interno dell’area di progetto dovranno essere collegati, o opportunamente separeti

AUR TT U R ST

IVI EAT CR

LI CA O

VI ATI RE -C

O ATORI - L CALI - CRE GGI ATI VIA VI

PER SO NA L

ED EL LA

area ricettiva

alloggi

VI A G GI AT OR I

-L

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+ PERSONA ZIONE LE D OLA EL OP LA P + ST I V RU I T A TT E R

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VI AG

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+

G

I OR AT GI G A

CR EA TIV I

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zone relax

AREA CREATIVA I TIV EA CR

(lavorativa)

zone relax

C

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I IV AT RE


1. luoghi destinati ai viaggiatori: le camere della struttura ricettiva e le piazzole delle tende. Ad usufruire di questi spazi saranno solo ed esclusivamente i viaggiatori. i luoghi protagonisti della ricezione dovranno quindi essere accuratamente posizionati all’interno dell’area di progetto. Si è scelto di adottare una tipologia alberghiera differente a quella standard: L’ALBERGO ORIZZONTALE

Tale tipologia permetterà agli utenti di soggiornare in piccole stanze realizzate dai vari creativi, e che verranno sparse per tutto il lotto di terreno. Adottare tale tipologia aiuterà in fine la crescita graduale della struttura ricettiva.

2. luogo della socializzazione:

Un grande spazio sarà destinato ad ospitare tutti i luoghi legati alla socializzazione. Tutti gli attori del modello potranno accedere a questi luoghi, che diventeranno quindi molto importanti, i protagonisti della struttura.

3. luoghi della creatività:

Gli spazi dedicati alla creatività saranno quelli in cui le opere, le creazione, e i manufatti verranno effettivamente creati, ma anche esposti, archiviati ed eventualmente consultati. L’officina sarà necessariamente affiancata dallo spazio espositivo, al fine di creare una grande area ibrida e flessibile. un terzo spazio, la biblioteca, sarà collocata in un luogo isolato, così da ricreare un spazio di studio, di consultazione, intimo e mistico.

4. luoghi per i creativi: questi spazi ospiteranno i creativi, saranno quindi degli alloggi dotati di tutte le strutture per consentire ai creativi di vivere in totale liberà la struttura e soprattutto con la privacy necessaria. 5. spazi di servizio: I luoghi di servizio e logistica, quindi cucine, depositi e magazzini dovranno essere posti in aree limitrofe al fine di facilitare il lavoro dei dipendenti e del personale. 58


definizione delle aree Il progetto prevede di sfruttare il più possibile lo spazio a disposizione. sarà quindi attuato un intervento all’interno delle architetture preesistenti (i quattro capannoni) e un’intervento di costruzione ex novo. I quattro edifici abbandonati, per via delle loro dimensioni e della loro collocazione “strategica” saranno destinati ad ospitare le principali attività pubbliche della struttura e tutte le attività creative della residenza. un primo edificio ospiterà quindi la zona bar e ristorante (comprese le zone di servizio ad esse connesse). Questo sarà collegato direttamente al secondo edificio, e nello specifico ad un’area adibita a spazio espositivo. Sempre all’interno del secondo capannone saranno inserite tutte le attrezzature e i materiali necessarie allo sviluppo delle

attività dei creativi, sarà quindi allestita una sorta di officina operativa, che diventerà il centro nevralgico dell’attività creativa. L'officina sarò connessa con il terzo capannone, e precisamente alla zona studio e ricerca ospitata al suo interno. Si è deciso di non operare attivamente sul quarto edificio, lasciando vuoto. Questo per permettere la scelta della sua destinazione nel futuro, qualora la grandezza della struttura dovesse richiedere un ampliamento generale degli spazi. Le strutture dedicate alla ricezione, eccetto le stanze della prima tipologia, saranno invece inserite all’interno del vasto lotto di terreno, sfruttando, come già detto, la tipologia dell’albergo orizzontale. Una serie di piccole architetture sarà quindi inserita nell’are di progetto.

l'azienda agricola

parcheggi

59


residenza stanze 1째 tipologia

accoglienza

spazio espositivo

ristorante

officina

studio

cucina

definizione della zona residenza e ricettiva

bagni

stanze 2째 tipologia

stanze 3째 tipologia

i 4 capannoni

seconda tipologia di stanza

terza tipologia di stanza 60



L'ALBERGO ORIZZONTALE L’idea alla base del progetto è quella di creare un meccanismo che sia in grado di svilupparsi e crescere autonomamente, una sorta di fabbrica creativa, dove l’arte e il progetto possano essere, oltre che creati, anche vissuti, a 360 gradi da chiunque, ne abbia il desiderio. L’intervento iniziale, quello da me concepito, vuole, come già specificato, essere una sorta di metaforico “la” musicale, che possa permettere, ad un progetto più ampio, di prende piede nel con il passare del tempo, garantendo una naturale evoluzione del sistema. Oltre alla motivazione appena espresse vi è il desiderio di creare un luogo diffuso, che gli ospiti possano scoprire, esplorare. Una serie di piccole architetture saranno quindi distribuiti sul lotto di terreno, e saranno disposte in maniera tale da consentire ai viaggiatori la privacy necessaria.

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area tribale e spazi esterni L’area tribale, altro non sarà che una zona comune dove gli attori del servizio si potranno trovare e socializzare. questa sarà immersa nel verde e con il verde sarà realizzata. L’obbiettivo è quello di ricreare una laica cattedrale, un tempio tribale di scambio e di incontro, dove professare il culto e dove interagire. Lo spazio non avrà una funzione espressa o specifica, sarà semplicemente un luogo circoscritto, estremamente mistico ed evocativo.

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CAP. 04

progetto dei capannoni


introduzione al progetto

In questo capitolo si andranno ad analizzare altre due “stanze diffuse”, quelle destinate ad un pubblico più ricercato ed esigente. La definizione del modello ha difatti evidenziato la necessità di offrire ai viaggiatori un servizio il più possibile diversificato. Questa e la ragione per cui oltre alle case in paglia, riunite nell’omonimo borgo, verranno concepite altre architetture, diffuse sul lotto di terreno atte ad ospitare gli ospiti della struttura alberghiera. Se fino ad ora il progetto è stato incentrato su politiche ecologiche, di recupero e di autocostruzione, ora saranno introdotte delle strutture che, mantenendo un occhio di riguardo per i temi sopracitati, prenderanno una strada più artistica e in un certo senso artistica e poetica. la poetica delle porte e delle finestre: A questo proposito il progetto vedrà come tema centrale quello delle porte e delle finestre, incentrando quindi su metafore a questi due elementi correlate, come le soglie, i passaggi, e il voyeurismo. il numero di stanze : L’offerta ricettiva, definita con il modello economico ha mostrato la necessità di realizzare due spazi dedicati ad accogliere i viaggiatori più abbienti, esigenti e in cerca di intimità, Anche queste stanze, come tutte le altre aree saranno soggette ad una crescita graduale, che sarà affidata ai creativi, e in questo caso specifico ai progettisti, ospitati nella struttura. la tipologia: Le due strutture, si dovranno diversificare notevolmente rispetto alle altre viste sino ad ora, in quanto estremamente differente , e quindi più esigente, saranno i soggetti che queste ospiteranno. Si tratterà quindi di stanze matrimoniali, dotate di servizi igienici e di tutte quelle attrezzature che solitamente si possono ritrovare in una struttura alberghiera ordinaria. perché diversificarle: La volontà di diversificare queste stanze rispetto a quelle visti sin qui è proprio una conseguenza del voler sottolineare la differente destinazione rispetto ad esempio alle case di paglia o alle stanze-cubiche. Una ulteriore diversificazione sarà prevista tra le stanze stesse, per integrare ulteriormente l’offerta ricettiva. 67


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Il primo capannone ospiterà l’area ristorata e il bar, e di conseguenze le cucine, i magazzini e tutte le altre aree di servizio. Il fabbricato assumerà quindi una funzione specifica, diventerà il centro dell'intera struttura, data la presenza di attività che potranno interessare tutti gli attori del sistema. Le attività verranno prevalentemente svolte al suo interno, anche se è logico prevedere una suo sviluppo verso l’esterno, sfruttando l’area ad esso adiacente. Rispettando i numeri degli utenti previsti nel modello economico, il ristorante, e di conseguenza il bar, dovrà riuscire ad ospitare fino a trenta commensali. Va ricordato che il ristorante, e tutte le attività ad esso correlate, dovranno prevedere un incremento costante di clienti e quindi di strutture dedicate, alla preparazione, alla conservazione e al consumo del cibo. IL PRINCIPIO DI CRESCITA GRADUALE, quindi dovrà essere uno degli spunti progettuali, pervadendo quindi l’incremento costante di posti a sedere. Il secondo capannone ospiterà sia lo spazio di lavoro, l’officina, che lo spazio espositivo. I due ambienti dovranno certamente essere separati, ma sarà utile prevede una soluzione architettonica che possa, all'occorrenza, eliminare tale divisione e ricreare un unico grande ambiente ibrido. L’officina, come gran parte degli ambienti della struttura, dovrà essere concepita per crescere gradualmente, e quindi gli spazi e le attrezzature dovranno essere flessibili e intercambiabili. Il secondo capannone sarà collegato direttamente con il terzo, e nello specifico con la parte di studio e di ricerca destinata ai creativi ospitati. Il terzo capannone ospiterà al suo interno tre ambienti: la residenza per i creativi e per il personale della struttura, la zona studio e ricerca, e gli uffici amministrativi. i creativi e il personale potranno quindi passare direttamente dai loro alloggi privati ai luoghi di lavoro, anche grazie al collegamento che sarà creato tra questo capannone e quello precedente.

capannone 1 bar | ristorante | cucina

depositi e lavanderia quest’area sarà destinata ad spazio di servizio per la struttura ricettiva. al suo interno sarà quindi stoccati tutte le attrezzature necessarie alla gestine delle stanze.

cucina l’area destinata alla preparazione, e alla sua conservazione. Questo spazio sarà utilizzato prettamente dal personale di servizio ed eventualmente dai creativi. Importante ricordare che anche le cucine dovranno seguire un incremento graduale delle attrezzature e degli spazi di lavoro.

sala | interno-esterno L’area in cui verranno consumati i pasti dovrà essere pensata per favorire la socializzazione tra gli attori, e soprattutto l’incontro di persone anche molto diverse tra loro. Sarà a questo proposito molto importante la progettazione degli arredi che andranno ad essere inseriti all’interno di questo spazio. Molto forte sarà il rapporto con l’esterno, dove verrà posizionati altri arredi che consentiranno di consumare i cibi all’aria aperta.

collegamento con il secondo capannone l’area pubblica del primo capannone sarà collegata, mediante un percorso con il secondo capannone, e nello specifico con lo spazio espositivo. questo collegamento amplierà ulteriormente l’area comune estendendola all’are destinata ad accogliere delle mostre.

bar - area relax il bar occuperà l’area iniziale del capannone, quindi sarà lo spazio che accoglierà i clienti nell’area comune. Assumerà anche la connotazione di area relax, e quindi dovrà fornire degli arredi idonei al riposo e alla socializzazione.


capannone 2

capannone 3

officina | spazio espositivo

residenza | studio | uffici

deposito opere e archivio Adiacente alla zona studio e non lontano dagli spazi di lavoro sarà collocato l’archivio della struttura

officina L’officina occuperà un’area di circa 500metri quadrati e sarà il centro nevralgico della creatività. qui le opere d’arte, gli oggetti design e qualsiasi altro manufatto necessario alla crescita della struttura vedrà la sua nascita.

studio lo studio sarà un zona destinata esclusivamente ai creativi, dove saranno collocate attrezzature per la ricerca e la progettazione

collegamento con il terzo capannone l’officina sarà collegata direttamente con la zona studio, questo permetterà la creazione di una grande area creativa che unirà la parte dedicata al lavoro manuale a quella per il lavoro intellettuale e la progettazione.

residenza La residenza vera e propria sarà costituita da un serie di alloggi privati per ogni creativi e per il personale interno della struttura. Nella fase iniziale, il numero di alloggi sarà pari a 6 tre destinati ai creativi e tre destinati al personale. Il numero di alloggi sarà inevitabilmente destinato a crescere, di conseguenza questi dovranno essere concepiti in maniere molto flessibile.

spazio espositivo lo spazio espositivo sarà sarà una grande aree in grado di ospitare delle mostre temporanee. queste mostre saranno sia destinate ad esporre opere create all’interno della struttura, ma anche opere di artisti locali.

pRIMA TIPOLOGIA DI STANZE La residenza vera e propria sarà costituita da un serie di alloggi privati per ogni creativi e per il personale interno della struttura. Nella fase iniziale, il numero di alloggi sarà pari a 6 tre destinati ai creativi e tre destinati al personale. Il numero di alloggi sarà inevitabilmente destinato a crescere, di conseguenza questi dovranno essere concepiti in maniere molto flessibile.

BAGNI La residenza vera e propria sarà costituita da un serie di alloggi privati per ogni creativi e per il personale interno della struttura.

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delimitati, per rispondere a questioni sia funzionali che normative. I bagni, i magazzini, i locali disservizio e le cucine dovranno quindi essere ideate secondo un principio progettuale più tradizionale. All'interno del capannone saranno inserite due tipologie do getti, i complementi d'arredo e i volumi spaziali. I proni saranno dei mobili, appositamente progettati per rispondere alle specifiche funzioni pratiche. Per volumi spaziali si intendono invece degli elementi mobili, disegnati per essere degli spazi intimi e chiusi, quindi degli oggetti che possono essere internante vissuti, in cui sarà possibile entrare e svolgere determinate funzioni.

La volontà è quella di approcciarsi al progetto dei capannoni, con un impostazione design-oriented, piuttosto che intraprendere un cammino più incline alla pratica architettonica. Gli spazi saranno quindi definiti, dai complementi, i quali si inseriranno all'interno dell'architettura esistente, cercando di non stravolgere l'aspetto formale, ma piuttosto fondersi con essa. Il cammino progettuale sarà quindi rivolto alla definizione di complementi opportunamente disegnati per essere oggetti spaziali, statici o dinamici, in gradi di plasmare i grandi gli ambienti secondo le opportune esigenze. Protagonista del progetto sarà quindi l'arredo, in tutte le sue forme. Ad essere inseriti saranno oggetti spaziali dinamici, che garantiranno una totale flessibilità degli ambienti in cui questi sono inseriti e altri statici, che delimiteranno gli spazi, imponendo i flussi e le funzioni che questi spazi dovranno essere in grado ospitare. Il risultato dovranno essere degli ambienti circoscritti, ma flessibili e facilmente modificabili. Va sottolineato che vi saranno alcuni ambienti, in particolare quelli di servizio, che dovranno essere maggiorente

Questo approccio progettuale è possibile ritrovarlo nella poetica di molti progettisti, sia contemporanei, si del passato. Primo fra tutti Shigeru Ban che ha fatto di questa pratica una sorta di personale filovia. Di particolare interesso sono le esperienze intraprese da artisti-progettisti, che ritrovano nell'architettura parassita e quindi nell'inserimento di volumi definiti all'interno di spazi esistenti la loro firma. 73


Il limitato intervento architettonico l'arredo conforma lo spazio rendendo gli ambienti dinamici

Shigeru Ban - naked house- Saitama, Japan, 2000 Una dei progetti dell'architetto giapponese che piÚ di tutti si adattano ai principi enunciati in precedenza. la Naked House, è un grande volume in metallo e tessuto traspirante, i cui spazi interno sono definiti da scatole mobili, libere di girovagare per la struttura. 74


Absalon - cellula n째3 - New York, 1992

Davison Rafailidis - Selective insulation - Mexham, 2009

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Atelier van Lieshout - Orgone Sleep/Dinette Skull, 1998

didier fiuza faustino - Hbox - 2011

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L'imperfezione della forma e del dettaglio verso un libera autocostruzione incentrata sul recupero del materiale

Il disegno di gran parte dei complementi nascerĂ dall'idea di dettaglio imperfetto, e di forma indefinita. Questo aspetto garantirĂ di ottenere degli oggetti definiti e riconoscibili, ma facilmente realizzabili e soprattutto componibili impiegando materiale di recupero. Imparando dagli esperimenti di autocostruzione intrapresi da Enzo Mari, saranno concepiti dei componenti d'arredo in cui l'imperfezione dei giunti e la sporca varietĂ dei materiali rappresenteranno la cifra stilistica ricorrente.

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il non-finito per generare elementi in continua evoluzione e in costante crescita

il non finito in-finito come sinonimo di movimento, di dinamismo e crescita, come inizio di un evento, principio di una forma che non ha fine. Non esiste chiusura, e mai esisterà Gli oggetti dovranno essere in grado di espandersi, di moltiplicarsi, di modificarsi, autonomamente, grazie agli interventi degli ospiti della residenza creativa, i quali garantiranno, con la loro attività, la crescita e l'aggiornamento continuo e costante delle dotazioni.

Una della caratteristiche principali della struttura sarà la sua continua e costante crescita, L'attività creativa, che seguirà al progetto iniziale, avrà tra le varie funzioni quella di implementare le dotazioni dei tre capannoni. Progettisti e artisti dovranno quindi creare nuovi elementi che siano in grado di rispondere all'incremento del numero di visitatori e alle nuove esigenze degli stessi. Saranno quindi realizzati nuovi oggetti, ma soprattutto modificati quelli esistenti, quindi quelli progettati in questo elaborato. Gli elementi che verranno progettati dovranno quindi avere come altro elemento fondamentale la loro futura crescita, la loro possibile modifica e il certo intervento artistico/decorativo. Quello che verrà progettato non sarà quindi un oggetto finito, bensì un prodotto mai finito. Le scelte legate alle forme e ai materiali dovranno piegarsi a questa caratteristica, rendendola uno dei cifre stilistiche fondamentali di tutto il progetto. 79


Vittoriano Viganò - Istituto Marchiondi - Milano, 1957

Attilio Stocchi - Galaverna - Bergamo, 2001-2005

Martino Gamper- Off-Cut Tab- 2008 80


l'immersione totale nella sfera artistica-progettuale il luogo come wunderkammer stilistica della contemporaneità L'analisi del modello, da cui nasce l'idea di fondere una struttura ricettiva ad una residenza creativa, chi ha permesso di definire alcune caratteristiche, che lo spazio avrebbe dovuto presentare, per poter funzionare correttamente. Una di questa è "la totale immersione nella sfera creativa". La motivazione degli artisti e dei progettisti, la curiosità dei visitatori e dei viaggiatori, dipendono in tutto e per tutto da questo aspetto. La struttura, i sui ambienti e i suoi sazi dovranno necessariamente trasformarsi in una vera e propria camera delle meraviglie contemporanea, in grado di mostrare il potere creativo odierno. Complementi, spazi, pareti, locali, porte, finestre, e ancora giardino, percorsi, accessi e segnali dovranno pulsare di arte, emanare progettualità, vivere di creatività, e non semplicemente convivere con essa. la struttura dovrà, con il tempo, in seguito all'attività di residenza, divenire uno scrigno prezioso in grado di testimoniare il potere creativo delle nuove generazioni, in tutte le sue declinazioni e chiavi di letture.

Centro Sociale Leoncavallo - Foto Giovanni Dall'Orto 81


la grafica parietale aiuterà a comprender la destinazione delle aree Collegandosi al carattere precedente e per risolvere alcune questioni pratiche e logistiche, gli spazi della struttura, e i complementi in questa inseriti, saranno rivestiti da una seganletica verticale e orizzontale fuori scala e molto colorata, questo permetterà ai fruitori dello spazio di comprendere immediatamente la funzione, che un dato luogo o un determinato oggetto sono stato concepiti per svolgere. Se in questa fase iniziale di progettazione questa caratteristica si limiterà a delle istallazioni grafiche e tipografiche, con l'inizio dell'attività creativa, la grafica parietale sarà sostituita da graffiti, illustrazioni, decori murari, che paleseranno, grazie alle loro carattere iconico e illustrativo, le funzioni degli ambienti.

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LE SCATOLE

Le scatole saranno uno degli elementi d'arredo spaziale ricorrente in tutti gli ambienti e gli spazi progettati all'interno dei capannoni. Partendo da una struttura standard, realizzata interamente in legno, si realizzeranno diverse strutture, opportunamente dotate, per soddisfare le differenti esigenze a cui le scatole saranno destinate. avremo quindi dei box adibiti a biblioteca, oppure ad ufficio, alcuni a spazio intimo e di relax, altri a magazzino e altri ancora a stanza da letto. Le scatole consentiranno di ricreare degli spazi delimitati, quindi intimi, riservati, essendo completamente chiusi. Questo limiterà notevolmente l'intervento architettonico all'interno dei capannoni, garantendo una assoluta flessibilità degli spazi e una mutabilità degli ambienti interni. Le strutture in legno saranno appunto dotate di ruote, e saranno quindi facilmente trasportabili e posizionabili, adattandosi alle esigenze di ogni spazio. Fondamentale sarà l'apporto grafico parietale che vestirà le scatole. Queste presenteranno a tal proposito una marcata e ben definita veste grafica che aiuterà l'identificazione delle funzioni di ogni elemento. In Linea con l'idea di mutabilità e di non finito dell'intero progetto, anche il rivestimento grafico delle scatole sarà in futuro soggetto all'intervento di artisti, illustratori o decoratosi, che ne potranno modificare l'aspetto, rendendo ogni box una vera e propria opera d'arte.

265

300

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PRIMO CAPANNONE

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All'interno del primo capannone saranno inserite quelle are destinate ad attività di socializzazione, quindi quegli spazi in cui i diversi attori del servizio si incontrano, socializzeranno e potranno vivere assieme differenti esperienze di reciproca crescita e condivisione. Il fabbricato diventerà quindi il centro della socialità dell'intera struttura. qui i viaggiatori, i creativi e i membri della comunità locale si incontreranno nelle diverse zone a svolgere le differenti attività previste. Saranno quindi un'area accoglienza, dotata di bar e confortevoli seduta a d introdurre gli ospiti all'interno della struttura, da qui potranno decidere se proseguire verso lo spazio espositivo oppure dirigersi verso la zona ristorante. Quest'ultima, la zona ristorante, sarà dotata di un grande tavolo, che permetterà sia il consumo dei pasti, sia l'esposizione di alcune opere. La zona ristorante continuerà poi

verso l'esterno, dove saranno disposti dei tavoli e delle sedute, opportunamente disposti sotto una copertura verde. Il prono capannone ospiterà in oltre tutte le zone di servizio. partendo dalle cucine, i magazzini, i locali dedicati al personale e la lavanderia.

capienza 30-35 persone Il modello economico ha indicato precisamente il numero di ospiti, creativi e locali che quest'area dovrà riuscire ad ospitare. Tutti gli ambisti, gli spazi e le dotazioni saranno opportunamente dimensionate per soddisfare questo valore. Ogni elemento e spazio nasce con l'intenzione di subire un continuo e costane incremento, per rispondere al possibile aumento dell'affluenza all'interno della struttura.

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servizi igienici

Area relax pubblica

Posti in una zona di passaggio centrale rispetto alla zona bar e alla zona ristorante, i servizi igienici saranno inseriti all'interno di un volume ottenuto mediante la creazione di pareti in legno. sopraelevato rispetto al livello del terreno per poter favorire e semplificare la questione legata agli amianti. Saranno previsti tre bagni, rispettivamente uomo, dona e disabili, nel rispetto della normativa vigente.

Uno spazio conviviale di riposo e socializzazione si svilupperà per tutta l'area in analisi, delle confortevoli sedute, saranno disposte in maniera tale da ottenere dei piccoli salotti. Tutti i componenti d''arredo che costituiranno quest'area saranno in una fase iniziale di recupero, per poi lasciare spazio a oggetti e complementi d'arredo su disegno, nati dall'attività creativa scaturita durante le residenze.

scatola del riposo e scatola conviviale

Spazio esterno

Questi due volumi ospiteranno degli ambienti di riposo e di convivialità più appartati rispetto all'are relax pubblica. al loro interno verranno posti dei complementi d'arredo di recupero, che permetteranno in un caso di svolgere attività legate alla conoscenza e alla convivialità e nell'altro al riposo e al comfort.

Posti sotto una copertura di legno e piante rampicanti saranno posizionati alcuni tavoli, che permetteranno agli ospiti e ai creativi di usufruire della zona esterna del bar. L'area esterna potrebbe ospitare mostre, performance o spettacoli, il che renderebbe ancora più interessante e funzionale questa area coperta. 89


zone accoglienza - SHOP - BAR Il primo spazio che si incontra entrando nel capannone è la zona accoglienza, bar e shop. Questa a rea ha lo scopo di introdurre alla struttura i visitatori e gli ospiti, fornendo loro un servizio di reception ,sia per quanto riguarda i viaggiatori che desiderano soggiornare nella struttura ricettiva, sia per quanto concerne i visitatori che desiderano visionare gli spazi espositivi. L'area in questione fungerà poi da zona relax e area bar, offrendo a che lo desideri delle sedute poste sia in una zona comune, sia all'interno di alcune scatole in legno. altri spazi presenti all'interno di questa prima area saranno un box adibito a biblioteca e una ad uffici amministrativi.

Biblioteca Questo volume è destinato ad accogliere libri, riviste e giornali, nonché pubblicazioni e alcuni documenti relativi alla struttura. Il suo scopo sarà quello di creare uno spazio intimo e riservato in cui poter leggere o consultare del materiale cartaceo. La sua presenza all'interno dell'area collettiva è dovuta alla volontà di far sorgere una sorta di meccanismo di book sharing, dove chiunque possa lasciare un libro o qualsiasi altro oggetto, per far accrescere una sorta di biblioteca internazionale della struttura.

BANCONE

INGRESSO

Uffici amministrativi Gli interni di questa scatola saranno destinati a tutte quelle attività amministrative necessarie al buon funzionamento della struttura, e in particolare della sua componente ricettiva. Questo è il motivo per cui la scatola verrà posizionata in una zona molto adiacente la reception, facilitando notevolmente il lavoro e i flussi del personale.

bancone il grande bancone fluttuante, vulve essere un elemento spaziale, in grado di definire le diverse attività svolte all'interno di quest'area.

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il bancone fluttuante

Questo grand e scultorio elemento nasce per permetter lo svolgimento dell'attività di accoglienza, quella commerciale e quella legata al bar. Si è scelto di riunire queste funzioni su di un unico piano per facilitare l'attività del personale, permettendo così ad un unica persona di potersi occupare di quest'area. L'idea alla base del progetto è quella di stravolgere il concetto stesso di bancone rivoluzionando il rapporto tra cliente e personale, rendendolo meno formale e quindi molto più diretto. per questa ragione è il bancone è stato svuotato e da un classico volume chiuso si è arrivati ad avere una semplice superfici piana, leggiadra e fluttuante. I mobili contenitori posti sotto al bancone saranno ottenuti mediante il restauro di complementi di recupero. Come per le sedute dell'area relax anche questi elementi lasceranno il posto a ad altri su disegno, realizzati da artisti e progettisti ospitati nella struttura. La forme e le dimensioni stesse del bancone saranno soggetta a una regolare modifica, emenderanno con l'aumentare dell'affluenza generale. La sua forma sfaccettata permetterà questa crescita, aggiungendo all'occorrenza degli elementi. In relazione alle scelte grafiche e stiliste di tutta la struttura anche il bancone si vestirà di grafica, rendendo più immediato ai suoi fruitori il suo utilizzo e permettendo di far capire a chiunque quali sono le sue effettive funzioni.

IL BANCONE FLUTTUANTE SARà UN ELEMENTO LEGGERO MA IMMOBILE, SCULTORIO E SCENO GRAFICO, NON POTRà ESSERE SPOSTATO O MOSSO NEL TEMPO, MA AMPLIATO, REGOLARIZZA TO O ULTERIORMENTE SFACCETTATO. 91


TAVOLE IN LEGNO

VITI

STRUTTURA PORTANTE assi in legno sez. 30x20

TIRANTE

SPESSORI

CAVO IN ACCIAIO

Il bancone sarà composto da una struttura lignea di base, ottenuta mediante l'unione di verse assi, di forma variabile, su cui saranno fissati, mediante l'impiego di viti, dei pannelli, anch'essi in legno. Il risultato sarà un manufatto di semplice e soprattutto libera realizzazione, ma dall'aspetto formale interessante. Tale Metodo di realizzazione semplificherà la crescita del bancone e quindi l'aggiunta di ulteriore assi che che costituiscono il piano d'appoggio. Il bancone essendo sprovvisto di gambe, sarà fossato ai alla copertura e alla pavimentazione del capannone mediante un sistema di tiranti, opportunamente studiati, per garantire il massimo della stabilirà. Il bancone avrà una sola gamba, posta a capo dello stesso, che avrà una funzione simbolica, più che pratica, questa rappresenterà l'inizio dell'oggetto, e sottolineerà l'assenza di una fine.

TENDITORE RONDELLA

a due occhi

PIANO

TENDITORE a due occhi

GOLFARI per fissaggio a terra

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RISTORNATE Lo spazio adibito a ristorante sarà un'are immersa nell'arte e nella creatività. A dominare questo spazio sarà un grande tavolo centrale, che permetterà il consumo dei cibi e nello stesso tempo l'esposizione di alcune opere e sculture. Opere d'arte parietale, quali illustrazioni, graffiti e pitture murarie saranno poste sulle pareti adiacenti il tavolo, rendendo quest'area uno spazio espositivo, oltre che ad un ristorante. Il ristorante, come anche il bar, continuerà pure all'esterno, grazie ad una copertura in legno e piante rampicanti sotto cui saranno posti alcuni tavoli.

scatola magazzino: Una scatola in legno sarà inserita all'inetto di questo spazio e assumerà la funzione di piccolo magazzino/deposito, al suo interno potranno essere inserite stoviglie, biancheria per la tavola o qualsiasi altro elemento dovesse essere utile al ritornate. Essendo dotato di ruote anche questo volume potrà essere facilmente spostato e riposizionato.

Parete mobile: Una grande parete mobile, dotata di ruote e fissata alla alla struttura metallica laterale del capannone dividerà la prima parte della cucina e la sala per il consumo del cibo. questa parete all'occorrenza potrà aprissi e permetterà la creazione di un unico spazio, dove cucina e sala si fondono. Questo permetterà la realizzazione di particolari cene o di specifici corsi di cucina.

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Tavolo Questo grande elemento d'arredo accoglierĂ gli i clienti del ristorante, favorendone la socializzazione e la conversazione, ma permetterĂ anche l'esposizione di alcune opere d'arte.

esterno Questo grande elemento d'arredo accoglierĂ gli i clienti del ristorante, favorendone la socializzazione e la conversazione, ma permetterĂ anche l'esposizione di alcune opere d'arte.

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IL GRANDE TAVOLO Analogamente al bancone anche il grande tavolo della zona ristorante nasce con la volontà di divenire un elemento d'arredo sculture e scenografico. un oggetto enorme e immobile, che rappresenterà l'unica struttura posta nella sala. Questo complemento avrà principalmente due funzioni: quella di tavolo, e quindi permetterà il consumo del cibo e quella di spazio espositivo. Le sue dimensioni e la sua conformazione permetteranno appunto il posizionavano di alcune opere d'arte su di esso. Anche Il tavolo del ristorante, come tutti gli elemento del capannone è stato disegnato per poter essere trasformato e ampliato con il passare del tempo, se allo stato attuale, quello iniziale è stato concepito accogliere comodamente una trentina di postai sedere, la sua forma e la sua struttura ne consentiranno la crescita, in concomitanza con l'aumento dell'affluenza all'interno della struttura.

COMPONENTI LATERALI spessore asse 15mm 100

740

struttura e materiali: Il tavolo sarà realizzato intarmante in legno, la sua forma e la sua struttura, i sui incastri e i suoi dettagli sono stati pensati per poter essere realizzati utilizzando solo ed esclusivamente materiale di recupero. La Forma sfaccettata del piano, ottenuta affiancando diverse tavole in legno opportunamente modellate, sarà permessa dalla struttura lignea sottostante, ovvero una infilata di gambe su cui le tavolo di legno verranno fissate.

ASSE DI FISSAGGIO sezione 40x40mm lunghezza variabile

SPESSORE 20X30X40mm

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PIEDE DI LIVELLO date le grandi dimensioni del tavolo, e la natura non regolare del suolo su cui questo sarà posto è opportuno prevedere una struttura che possa essere adattata in fase di montaggio in loco

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L'ESTERNO 103


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copertura esterna

FISSAGGIO DELLA STRUTTURA l’intera struttura sarà fissata al capannone, mediante saldatura delle placche metalliche alle putrelle potarti dell’edificio.

COPERTURA VERDE la copertura farà da base per la crescita di piante rampicanti,

3000

RIVESTIMENTO COPERTURA

assi in legno a sezione elunghezza variabile

gli elementi in legno che saranno posti sul colmo della copertura saranno ottenuti da scarti di lavorazione, avranno quindi dimensioni variabili

3000 l’interasse tra ogni elemento della copertura in legno è di tre metri, equivalente alla distanza tra le putrelle della struttura del capannone, su cui i pali in legno verranno fissati

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GRAFFA DI FISSAGGIO

ASSE STRUTTURA assi in legno sez. 40x80

ASSE STRUTTURA assi in legno sez. 40x80

ASSE STRUTTURA assi in legno sez. 40x80

ASSE STRUTTURA assi in legno sez. 80x80

ASSE STRUTTURA

assi in legno sez. 30x50

BARRA FILETTATA

ASSE STRUTTURA

L'esterno del Primo capannone sarà dotato di una serie di tettoie in legno, opportunamente disegnate per consentire a delle piante rampicanti di ricoprirne le falde. Sotto queste tettoie saranno posizionati dei tavoli, fornendo così un ulteriore sazio conviviale all'esterno del fabbricato. Il metodo costruttivo di queste tettoie, è stato pensato per ottimizzare il più possibile i materiali di scarto, riuscendo così a combinare vari elementi lignei di differenti dimensioni ed essenze. La copertura verrà fissata alla struttura metallica del capannone, mediante degli elementi in ferro che saranno saldati su di essa. Questi elementi affrancheranno dei montanti in legno. Altri montanti verranno inseriti nel terreno, grazie a delle staffe metalliche. I due montanti saranno quindi uniti da delle assi verticali giuntate ai pali grazie a delle barre filettate. La struttura si completerà con l'aggiunta di altri elementi, posti orizzontalmente e verticalmente, ristetti all'asse dell'edificio. Questi comporranno la falda inclinata della copertura e quindi l'appoggio per le piante rampicanti. 106

assi in legno sez. 80x80

STAFFA METALLICA PER FISSAGGIO A TERRA lunghezza 70cm


SECONDO CAPANNONE

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All'interno del secondo capannone varranno inserite due are fondamentali alla struttura: Quella espositiva e quella destinata alla lavorazione dei materiali e alla creazione delle opere. Il primo ambiante che si incontra, collegato direttamente da una passerella al primo capannone, sarà lo spazio espositivo. una grande area, che permetterà l'esposizione di opere d'arte, la realizzazione di performance e di spettacoli. Il secondo abbiente, l'officina, verrà separato dal primo, mediante una parete mobile, analoga a quella che divide il ristorante dalle cucine, che permetterà, all'occorrenza, di ricreare un unico grande spazio. Il laboratorio sarò opportunamente dotato di tutte le attrezzature e i macchinari per poter realizzare opere d'arte, strutture, architetture e oggetti. lo spazio di lavoro avrà quindi alcune aree dedicate alla creazione e altre allo stoccaggio dei materiali. 108


tende oscuranti molto importante sarĂ la possibilitĂ di oscurare completamente questo ambiente. Mediante dello tendaggi posti sulle aperture sarĂ possibile rendere totalmente buio lo spazio, e quindi permettere, lo svolgimento al suo interno di performance, istallazioni luminose e spettacoli.

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SPAZIO ESPOSITIVO

BAGNI Per rendere più funzionale e comodo questo ambiente si è deciso di inserire al suo interno dei servizi igienici, rendendo così l'area espositiva conforme alle norme in materia di igiene. I servizi igienici saranno due, uno di questi destinato a persone disabili.

Il primo ambiente del secondo capannone ospiterà un grande spazio ibrido e flessibile, un ambiente che potrà ospitare, all'occorrenza mostre temporanee, performance, spettacoli, o qualsiasi altro evento dovesse essere organizzato all'interno della struttura. L'organizzazione dell'area sarà appunto orientata verso la creazione di un luogo il meno caratterizzato possibile, una grande spazio, vuoto, che verrà allestito volta per volta secondo le esigenze. Al suo interno saranno posti dolo dei servizi igienici, e una scatola che fungerà da magazzino/deposito.

SCATOLA DEPOSITO L'area espositiva verrà dotata di alcune scatola in legno, al cui interno potranno essere inserite attrezzature, materiali e qualsiasi cosa dovesse servire allo svolgimento dell'attività espositiva.

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OFFICINA

Il larario sarà posizionato nella seconda parte del capannone, separato dallo spazio espositivo da una parete mobile. ALl'interno dell'officina verranno svolte tutte le attività pratiche e manuali da parte dei creativi in residenza. L'area sarò quindi dotata di tutte le attrezzature e i macchinari idonei allo svolgimento di queste attività. L'ambiente di dividerà in aree, alcune di lavoro collettivo, altre di lavoro singolo ed altre ancora di stoccaggio e deposito. Tutte queste are saranno opportunamente indicate grazie ad un segnaletica parietale e orizzontale, che faciliterà l'organizzazione delle attività che saranno svolte in questo ambiente. Anche l'officina sarà interessata alla progressiva e regolare crescita della struttura. Le attrezzature e gli spazi di lavoro saranno costantemente integrate. Se il progetto corrente prevede l'inserimento all'interno dello spazio di attrezzature e utensili destinati alla lavorazione del metallo e del legno , in futuro il laboratorio si trasformerà e al suo interno si troveranno le attrezzature per la creazione di manufatti e di opere con altri materiali (vetro, ceramica, etc..) scatola deposito: Una scatola destinata a deposito di materiali, attrezzature e macchinari sarà inserita all'interno dell'officina. Questo spazio di stoccaggio potrò contenere oggetti di maggior pregio e valore rispetto agli altri magazzini, e quindi sarà possibile chiuderlo rendendolo molto sicuro.

STUDIO FOTOGRAFICO Una parte dell'officina sarà opportunamente attrezzata per ospitare un piccolo studio fotografico, che permetterà la documentazione dell'attività creativa.

MAGAZZINO Un grande spazio destinato al deposito occuperà l'unita area del capannone. Questo ambiente è stato posizionate in questo punto per avere un diretto collegamento con l'esterno e quindi per essere facilmente raggiunto e rifornito.

bagni Anche all'interno del laboratorio verranno inserite dei servizi igienici, rendendo così completo migliorando le condizioni di lavoro degli ospiti della residenza.

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tavolo centrale Altra caratteristica che avranno i tavoli sarà la possibilità di assemblarli tra loro. Questo permetterà la realizzazione di un grande tavolo centrale, che permetterà la lavorazione di opere e struttura molto grandi, e il lavoro in team. Il piano di lavoro del grande tavolo sarà rivestito di metallo, e quindi permetterà la lavorazione del metallo, e nello specifico la saldatura.

pali

tavoli

Adiacenti ai tavoli di lavoro sarà inserita una parete attrezzata su cui potranno essere disposti materiali e attrezzature.

I tavoli di lavoro, sono stati progettati per essere degli elementi regolabili, flessibili, facilmente smontabili ma comunque molto resistenti. Questa piano di lavoro, una volta scomposto potrà essere collocato all'interno del magazzino senza occupare molto spazio. Questo faciliterà notevolmente le attività di allestimento dell'officina per eventuali workshop o lezioni pratiche

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ESPLOSO PIANO DI LAVORO pannello in legno 900x1500x20

BARRE FILETTATE

AEESE STRUTTURA asse in legno 30X30X900

AEESE STRUTTURA asse in legno 30X30X1500

AEESE STRUTTURA asse in legno 30X30X800

AEESE STRUTTURA asse in legno 30X30X500

DETTAGLIO FORI 60

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tavolo da lavoro

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terzo CAPANNONE

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All'interno del terzo capannone saranno disposti vari ambienti, con funzioni anche molto differenti tra loro. Vi troveremo gli spazi dedicati a studio per i creativi, opportunamente dotati di tutto quello che potrebbe servire all'attivitĂ di ricerca legata alla residenza. Connesso a questo spazio vi saranno delle stanze, al cui interno alloggeranno sia i creativi che il personale stabile della struttura. Una seconda are del fabbricato sarĂ invece dedicata ad ospitare spazi propri della struttura ricettiva, quindi la prima tipologia di stanze e i servizi igienici. Questi, serviranno, sia l'area notte adiacente, sia delle stanze esterne, quelle del borgo della paglia. 120


SPAZIO STUDIO

Il terzo capannone ospiterà l'area studio destinata ai creativi, questo spazio, connesso all'officina mediante una passerella verde, permetterà lo studio ella riflessione agli ospiti della residenza. Sarà dotato di un grande tavolo per le riunioni e il lavoro collettivo e di piccoli studioli personali, in cui ogni residente potrà isolarsi e svolgere automontate il proprio lavoro. L'area studio sarà in oltre dotata di un box biblioteca, identico a quello che si trova all'interno del primo capannone. A conclusione dello studio è stato pensato di inserire una vasta area dedicata all'archivio e al deposito delle opere. si è deciso di posizionare in questo punto tale area per permettere ai creativi di consultare l'archivio della residenza.

deposito opere e archivio L'archivio permetterà di contenere le opere e i manufatti scaturiti dalle residenze neon inseriti all'interno degli spazi della struttura. Assumerà una funzione didattica molto importante per i residenti e per la comunità locale in generale.

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biblioteca

area relax

studioli

Una scatola in legno conterrà al suo interno dei libri, delle riviste e degli scritti che aiuteranno il lavoro creativo, garantendo una certa intimità a chiunque volesse stanziare un questo spazio.

Una zona divani assumerà il ruolo di spazio relax e riposo all'interno dello studio, garantendo a chi usufruirà di questi spazi un luogo di socializzazione molto informale.

Ad ogni creativo ospitato sarà assegnato, per tutto il periodo della sua residenza un piccolo studiolo personale.

bagni

tavolo riunioni

Anche all'interno dello studio verranno inserite dei servizi igienici, migliorando le condizioni di lavoro degli ospiti della residenza.

centrale a tutto lo studio sarà il tavolo delle riunioni. un grande elemento concepito per permettere la collaborazione e l'interazione tra i vari residenti e il personale della struttura.

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123


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LO STUDIOLO Il tema dello studiolo è stato affrontato da molti progettisti, dato il suo alto valore simbolico e funzionale è, negli ultimi anni, diventato un tema di progetto centrale. La sua forte connotazione evocativa ha poi portato molte personalità, non necessariamente legate al mondo della progettazione ad indagare verso nuove forme, da assegnare a questi spazi. Artisti e collettivi hanno quindi iniziato a scavare questo tema, generando modelli formali e funzionali molto interessanti. Le origini dello studiolo sono però molto antiche, e vedono negli ambienti clericali, il loro inizio. La necessità di ricreare degli studioli è nata in definitiva in quelle realtà che vedevano più persone lavorati in ambienti comuni.

Lorenza Damiani Flying Office, 2004

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KaptainBolt Studiolo, 2010

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LO STUDIOLO Gli studioli saranno dei piccoli ambienti privati, posizionati all'interno dell'area studio, che saranno assegnati a dogmi creativo ospitato nella residenza. Questo spazio diventerà un luogo intimo e personale, in cui sarà possibile isolarsi e passare del tempo in solitudine. Gli studioli permetteranno ai creativi di svolgere delle attività in completa solitudine e con la massima privacy. Anche gli studioli saranno motivo di lavoro per i creativi, i quali potranno, qualora volessero, vestirli con illustrazioni e disegni, oppure sostituirli, con altri, certamente più eclettici e caratterizzati. Queste strutture, analogamente alle scatole in legno, avranno una struttura molto semplice, in materiale naturale, e una rivestimento ottenuto con materiale di recupero. saranno dotati di rotelle, per permettere un agile movimento e al loro interno saranno inseriti un tavolo, una sedia, e alcune mensole. il tutto perfettamente integrato con la struttura.

PANNELLI DI RIVESTIMENTO

STRUTTURA

CUNEO IN LEGNO 10x10x10

ASSE IN LEGNO 10x10x2500

ASSE IN LEGNO 10x10x2500 ASSE IN LEGNO 10x10x2500

ASSE IN LEGNO 10x10x2500

ASSE IN LEGNO 10x10x2500

ASSE IN LEGNO 10x10x2500

ASSE IN LEGNO 10x10x2500

ASSE IN LEGNO 10x10x2500

CUNEO IN LEGNO 10x10x10 CUNEO IN LEGNO 10x10x10

CUNEO IN LEGNO 10x10x10

CUNEO IN LEGNO 10x10x10 ASSE IN LEGNO 10x10x2500 ASSE IN LEGNO 10x10x2500

ASSE IN LEGNO 10x10x2500

ASSE IN LEGNO 150x15x2300

ASSE IN LEGNO 150x15x2300 ASSE IN LEGNO 150x15x2300

CUNEO IN LEGNO 10x10x10

ASSE IN LEGNO 150x15x2300 ASSE IN LEGNO 150x15x2300

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TAVOLO RIUNIONI (ENZO)

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ESPLOSO DEL PIANO TAVOLE PIANO realizzate con assi di recupero

STRUTTURA IN LEGNO

ESPLOSO STRUTTURA E GAMBA

STRUTTURA TAVOLO asse in legno sez. 40x40

STRUTTURA TAVOLO asse in legno sez. 20x50

STRUTTURA GAMBA asse in legno dim. 30x30x700

STRUTTURA GAMBA asse in legno dim. 10x80x680

PIEDE DI LIVELLO egno dim. variabili

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le stanze

tavolo rotondo

ad ogni ospite della residenza creativa sarĂ assegnata una stanza, personale e privata, che lo ospiterĂ per tutto il periodo della sua residenza. LE stanze saranno molto semplici, dotate di un armadio, un tavolo ed un letto.

affrancato ai pali della struttura si troverĂ un tavolo rotondo dove gli ospiti della residenza potranno consumare del cibo e socializzare

i pali;

cucinotto

tutto lo spazio sarĂ scandito da degli elementi verticali, sui quali si agganceranno tutti i complementi e tutte le pareti delle stanze.

una piccola cucina permetterĂ ai creativi di consumare pasti veloci e bevande senza doversi necessariamente recare nel primo capannone

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DORMITORIO

La seconda area che si incontrerà ne l terzo capannone sarà la residenza vera e propria, e quindi il luogo dove i creativi (e alcuni membri del personale della struttura) risiederanno. Qui si troveranno le stanze personali, dei servizi igienici completi, dotati di doccia e tutto l'occorrente, delle aree relax e un piccolo cucinino. Questo spazio si presenterà in maniera molto diversa rispetto alle altre aree della struttura, sarà infatti più etereo nelle gradazioni cromatiche, regolare nelle sue forme e soprattutto molto meno dinamico. Tutti gli elementi e le strutture che comporranno questa area saranno infatti statici, immobili, non dinamici. Questo è dovuto alla volontà di offrire qui un luogo assolutamente definito, dove i creativi potranno e dovranno riposare, dove non potranno intervenire in alcun modo, e dove per alcuna ragione dovranno essere stimolati a inventare delle cose nuove. Gli alloggi vogliono proprio essere un luogo di stacco per i residenti.

area relax: anche in questo ambiente saranno inserite delle aree relax, che permetteranno il riposo e la socializzazione dei creativi.

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133


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I PALI lo spazio del dormitorio sarà scandito da una serie di montanti verticali, distanti circa tre metri gli uni dagli latri, che permetteranno il fissaggio delle pareti delle stanze e di alcuni elementi d'arredo. Questi elementi oltre ad assumere una funzione portante, e quindi funzionale, nascono con lo scopo di sottolineare ulteriormente la differenza tra questo ambiente e tutto i lesto della struttura. Qui i creativi dovranno riposare rilassarsi, e quindi questo luogo non sarà mai soggetto all'attività creativa, rimarrà esattamente come è stato pensasti in questa fase del progetto. Unica eccezione sarà saranno le pareti delle stanze che potranno muoversi per permettere agli spazi una certa flessibilità, e l'eventuale aggiunta di ulteriori stanze.

STAFFA AD U acciaio zincato da saldare ai tiranti del capannone

BRACCIO PICCOLO

assi in legno dim. 30x30x2700

ASSE CENTRALE

assi in legno dim. 90x90x285

BRACCIO PICCOLO

assi in legno dim. 30x30x2700

STAFFA AD U Adveco - mod. ADVSUC90X100 acciaio zincato a caldo (da saldare ai tiranti del capannone)

STAFFA BASE PORTAPILASTRO Adveco - mod. ADVPPRA90 acciaio zincato a caldo (da saldare ai tiranti del capannone)

STAFFA DI BASE PORTAPILASTRO in acciaio zincato

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PIANO DEL TAVOLO tavola in legno sagomata spessore: 18mm

ASSE STRUTTURA

asse in legno dim: 40x40x600

ASSE STRUTTURA asse in legno sez. 30x40

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le stanze cinque scatole saranno destinate ad accogliere altrettanti ospiti della struttura ricettiva (singoli o coppie).

il passaggio una passerella verde collegherĂ questo spazio all'area espositiva e quindi alla zona relax del primo capannone, mediante una seconda passerella, offrendo cos' un passaggio diretto dalla reception alle stanze.

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AREA RICETTIVA:

In questa parte ci troviamo a definire i primi spazi dedicati esclusivamente ai viaggiatori, e nello specifico alle loro stanze. Questa area del capannone vedrà appunto l'inserimento della prima tipologia di stanza. Delle scatole in legno saranno opportunamente dotate e attrezzate per trasformarti in camere. Questa camere saranno un'ottima alternativa alle classiche tende e ospiteranno i gli ospiti meno esigenti e quindi disposti a spendere meno. Le varie stanze saranno opportunamente dotate di un letto matrimoniale, di un armadio e di un tavolo reclinabile. ogni scatola avrà delle rotelle e quindi potrà essere spostata appaiamento dei clienti, potranno quindi essere create delle aree più o meno riservate, a seconda della volontà di chi vi soggiornerà. Lo spazio sarà dotato di un grand etanolo e di alcune zone relax, il tutto avrà come scopo quello di offrire degli spazi di socializzazione ai viaggiatori, e quindi dei momenti di connessione tra le persone e di scambio. Dei bagni pubblici saranno inseriti in questo spazio, questi serviranno nello specifico gli ospiti delle stanze appena viste quelli delle stanze di paglia, posizionate poco distanti dal terzo capannone.

i bagni Sei bagni, ognuno dotato di sanitari e doccia saranno inseriti all'interno di questo spazio, due di questi saranno destinati ad accogliere persone portatrici di handicap.

vasche centrali a completamento del bagno, in relazione all'idea di tribalità e di comunità alla base di tutta la struttura al centro di questo ambiente saranno disposte una serie di vasche, che fungeranno da lavabi comuni.

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le stanze Le scatole che ospiteranno le stanze avranno la medesima struttura di tutte le atre inserite nel capannone, a variare saranno invece le dotazioni interne e la la copertura superiore. Le stanze saranno dotate di un letto da una piazza e mezza, un armadio, alcune mensole e un tavolo reclinabile, quindi di tutti gli elementi necessari ad un viaggiatore della quarta generazione, alla ricerca di esperienze alternative e soprattutto di nuove connessioni, con persone come lui. La copertura della stanza sarĂ realizzata mediante una tenda oscurante ma traspirante che potrĂ all'occorrenza essere aperta o chiusa, a discrezione della persone che occupa la stanza. 139


VISTA SUPERIORE

VISTA FRONTALE

VISTA LATERALE

3030

3030

3030

2650

3030

A

A

SCAFFALATURA

ARMADIO

TAVOLO RECLINABILE

LETTO

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verso l'esterno 141


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i passaggi esterni

analogamente a quanto progettato per la copertura esterna del primo capannone, saranno realizzate, seguendo lo stesso metodo costruttivo, le passerelle che uniranno i tre capannoni. questi elementi, realizzati principalmente in legno, permetteranno il passaggio da un capannone all'altro nei punti cruciali della struttura. Una passerella unirĂ la zona accoglienza-bar e lo spazio espositivo, e da qui una seconda condurrĂ direttamente alla prima tipologia di camere. Un terzo passaggio collegherĂ invece l'officina agli uffici, unendo i due ambienti di lavoro. La struttura in legno verrĂ affrancata con degli eletti metallici ai pilastri portanti dei fabbricati, altri montanti invece saranno fissati a terra grazie a delle staffe in metallo di forma conica. a completare la struttura saranno delle piante rampicanti che creeranno la copertura verde dei passaggi.

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i passaggi esterni

tutte le facciate sud dei capannoni saranno opportunamente ombreggiate grazie a delle pareti verdi, quindi delle strutture che permetteranno a delle piante rampicanti di oscurare la facciata. Questi elementi saranno permetteranno una ottimale climatizzazione naturale, portando notevoli benefici alla struttura, migliorando la vivibilità degli spazi interni. La parete verde sarà realizzata con un meccanismo molto semplice: dei moschettoni affrancati a terra e altri alla struttura dei capannoni permetteranno il fissaggio di una rete per piante rampicanti, su ci verrà fatta crescere la parete verde. Questa tecnica, oltre ad essere economica e di facile messa in opera sarà reversibile.

TIRANTE AGGANGIO A PARETE

SALDATURA

TRAVE AD H

elemento portante della struttura del capannone

TIRANTE A PARETE

RETE PER IL SOSTEGNO DI PIANTE RAMPICANTI

TIRANTE A TERRA

500

3000

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Progetto delle facciate

Le facciate e sterne dei capannoni verranno trattate esattamente come tutti gli spazi interni e tutti i complementi d'arredo. questa verranno appunto dotate di una importante veste grafica, che avrĂ lo scopo di palesare le attivitĂ svolte all'interno del capannone. Le facciate dei fabbricati diventeranno quindi delle vere e proprie tele, su cui i creativi potranno realizzare le loro opere: graffiti, illustrazioni e pitture murarie, vestiranno cosĂŹ i quattro capannoni

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illustrazione tratta da un'opera do Ozmo, realizzata a Londra nel 2008 146


fornitura elettrica dei capannoni

impianto fotovoltaico i tre capannoni dovranno essere resi totalmente autonomi per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica. per questa ragione, e guidati da una coscienza ecologica, elemento cardine di tutto il progetto, si è deciso di dotare i fabbricati di un impianto fotovoltaico. Questo impianto permetterà di soddisfare largamente il fabbisogno energetico della struttura, non perdendo di vista il rispetto per la natura. Sulla copertura di ogni edificio verranno istallati dei pannelli fotovoltaici, nello specifico sulla falda sud del tetto, orientamento ottimale per sfruttare al massimo questa tipologia di impianto. Questo aspetto, unito alle condizioni climatiche della zona, e all'estensione effettiva dell'impianto (la falda del tetto presenta un area di circa 600metri quadrati), rappresentano le condizioni che garantiscono il perfetto rendimento di questa tecnologia.

fornitura idrica

solare termico Per rispondere al fabbisogno idrico dei capannoni e degli ambienti in essi inseriti, si è pensato di risolvere la questione idrica mediante l'inserimento di apposite cisterne, in una zona adiacente ai capannoni. Queste garantiranno, anche nei mesi più caldi, la presenza di acqua potabile. Anche la questione legata al riscaldamento dell'acqua verrà affrontata e risolta seguendo i principi di ecologia e di impiego delle risorse rinnovabili. Sulle falda del tetto, adiacente ai pannelli solari standard ne saranno posizionati altri con proprietà radianti, i quali consentiranno di dotare i fabbricati di acqua calda

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climatizzazione

Pompe di calore geotermiche la spinosa questione climatica ha visto sin qui l'introduzione di specifiche strutture, come le pareti verdi, in grado di limitare l'irraggiamento diretto degli edifici. a questo si è unito l'inserimento di molte spechi vegetali nelle zone adiacenti ai capannoni. Le condizioni climatiche della zona però rendono questi interventi insufficienti alla corretta climatizzazione, e in particolare al raffreddamento, degli spazi interni. Sarà quindi necessario introdurre delle tecnologie che permettano di regolare a piacimento la climatizzazione delle arre interno. Sempre guardando ala questione ecologico-ambientale e dati igrandi volumi, la scelta più idonea sarà certamente l'istallazione di un impianto a pompa di calore in grado di sfruttare l'energia geotermica Delle sonde geotermiche, inserite in profondità nel terreno, accoppiate ad un pompa di calore, riusciranno a garantire, una corretta climatizzazione dei capannoni, rendendo ottimale la vita al loro interno.

Su queste questioni, di grande importanza, in questo elaborato è stato fatto un solo accenno, si è quindi cercato di trovare una soluzione ottimale, senza però scendere nel dettaglio, non arrivando quindi alla progettazione degli impianti. Sarebbe, a mio avviso, stato inutile addentrarsi in una questione tanto spinosa, che certamente necessiterebbe l'intervento di tecnici specializzati per essere risolta. 148



CAP. 05

ecologiche tradizioni

IL BORGO DELLA PAGLIA


introduzione al progetto

In questa sezione verrano analizzate, studiate e definite le prime stanze, destinate agli ospiti della struttura ricettiva esterne ai tre capannoni. Queste strutture dovranno quindi ospitare dei viaggiatori che decideranno di soggiornare all’interno dello spazio OVU. La definizione di queste strutture, delle sue attrezzature e dei servizi ad esse correlati dipenderà dalle esigenze implicite espresse dalla tipologia di turista che in esse dovrà soggiornare e dall'offerta turistica che queste dovranno soddisfare. La conformazione, il dimensionamento, le dotazioni, nonché l’aspetto formale di queste strutture dovranno quindi essere correlate alla tipologia ricettiva definita in fase di analisi del modello. Queste stanze saranno le prime strutture del progetto ad essere staccate dai tre capannoni, iniziando quindi un’operazione di “diffusione” della struttura ricettiva, cercando di arrivare ad ottenere un vero e proprio albergo orizzontale. La volontà di separare le stanze sarà poi congeniale alla creazione di un piccolo borgo, che rappresenterà una nicchia privata per i viaggiatori. Questo luogo, assumerà in definitiva oltre ad una funzione di pernottamento anche una di spazio relax e quindi diventerà un’area di socializzazione. Questo spazio di socializzazione sarà ad uso quasi esclusivo dei viaggiatori che avranno deciso di soggiornare in queste stanze, offrendo loro una maggiore privacy rispetto alle are comuni studiate in precedenza. Benché distaccate dai capannoni queste stanze non saranno posizionate molto distnti da questi, per garantire a chi vi soggiorna una vicinanza alle are di servizio e quindi un’offerta ricettiva più completa. Questo aspetto consentirà inoltre di sfruttare alcuni servizi, come i bagni, ce sono stati precedentemente posizionati all’interno dei capannoni, e in particolare del terzo. Le stanze non saranno quindi fornite di servizi igienici, e non saranno connesse alla rete idrica della struttura. Un ultimo aspetto che caratterizzerà queste strutture sarà la forte impronta ecologica, che si paleserà nel progetto con metodi costruttivi naturali, e nello specifico la paglia. Questa tecnica costruttiva, che negli ultimi anni sta vedendo una forte riscoperta, consentirà, data la sua facilità di realizzazione, di autocostruire le strutture in analisi. 151


necessità legate al progetto per comprendere quali saranno le necessità che queste stanze dovranno soddisfare, quali attrezzature dovranno contenere e quali servizi dovranno offrire è opportuno iniziare a identificare l’utente tipo verso cui queste potrebbero essere destinate. Le case del borgo di paglia ospiteranno principalmente dei soggetti giovani singoli, gruppi o coppie intenti a scoprire i tesori della terra sarda. Si parla in questo caso dei veri e propri viaggiatori, quindi persone che non si limitano a percorrere un viaggio fisico, ma anche uno menale e psicologico. Questi aspetti fanno si che il progetto si sposti da una strada diretta al comfort e al relax, verso una più indirizzata sulla genialità e territorialità.

scelte strategiche ed esigenze tecniche: ne, e quindi ai servizi igienici in esso inseriti. la scelta di inserire le strutture vicino alle zone comuni, consentirà di migliorare notevolmente l’offerta ricettiva proposta ai viaggiatori, non dimenticando l’idea di diffusione delle struttura, ma introducendola per gradi. il borgo: i quattro spazi verranno disposti nella medesima area, consentendo così la creazione di un piccolo borgo, denominato il borgo della paglia. Tale operazione genererà una zona collettiva all’aperto, ad uso quasi esclusivo degli ospiti delle relative stanze. Il borgo sarà poi completato con l’inserimento di arredi esterni, molto semplici, ottenuti dalla semplice sovrapposizione delle balle di paglia. il verde: Anche in questo caso lo studio del verde nella zona adiacente le stanze sarà fondamentale. La piantumazione di alberi ad alto fusto riuscirà a migliorare notevolmente la questione climatica nei periodi estivi, diminuendo l'irraggiamento solare diretto sulle strutture. In secondo luogo le piante permetteranno un isolamento maggiore del borgo, garantendo più privacy ai viaggiatori che soggiornano in queste strutture.

capienza e numero di strutture Le case in paglia dovranno ospitare due persone, con l’eventuale aggiunta di un posto letto. Considerando i dati suggeriti dal modello economico dovranno essere previste quattro strutture, in modo da ospitare comodamente otto viaggiatori conformazione della stanza: Queste stanze dovranno quindi essere dotate di appositi letti, in grado, all'occorrenza di unirsi o separarsi, per soddisfare le esigenze della clientela. in definitiva lo spazio dovrà essere flessibile e facilmente trasformabile, da stanza doppia a stanza matrimoniale servizi: Le stanze, in analisi, non saranno dotate di servizi igienici personali, ma usufruiranno della zona bagni comune, situata all’interno del capannone adiacente. Conseguentemente le strutture non avranno nessun collegamento con la rete idrica della struttura, facilitando notevolmente la loro edificazione. Saranno invece opportunamente dotate di energia elettrica, che ne consentirà l’illuminazione e la climatizzazione. posizionamento: Le stanze di paglia saranno posizionate in una zona verde adiacente al terzo capanno152


la paglia

La paglia è un prodotto derivante dai fusti dei cereali, considerato un sottoprodotto dell’agricoltura sfrutta i residui dei cereali dopo le operazioni e di trebbiatura. Questo prodotto si ottiene in seguito alla raccolta di cereali quali: grano tenero, grano duro, orzo, avena, riso, miglio, segale e farro. Le lavorazioni che interessano questo prodotto agricolo sono generalmente la compressione e il successivo imballaggio, che da origine a quelle che comunemente vengono chinate “balle di paglia”. La paglia si compone di cellulosa, materia lignea, minerali e silicati vari, che generano un materiale caratterizzato da un lento processo di decomposizione. Oggi l’interessa verso questo materiale è notevolmente calato, rispetto al passato, e quindi la sua lavorazione risulta poco conveniente. Negli ultimi anni si sta però diffondendo una tendenza a realizzare manufatti utilizzando questo prodotto, sfruttandone le svariate proprietà, dando forma a manufatti di svariata natura. La paglia è quindi venuta, nell’ultimo decennio, uno dei materiali da costruzione più impiegati, per quanto riguarda la bio-architettura, e sta quindi vivendo una sorta di seconda vita. Queste pratiche si basano sull’impiego delle balle di paglia, o ballette, delle strutture prismiche o cilindriche ottenute in seguito alla compressione in appositi macchinari. Questi prodotti hanno una lunghezza compresa tra i 90 e i 120cm. la densità delle ballette varia invece dai 90 kg/m3 ai 180 kg/m3

Alessandro Mendini. sedia di paglia. performance - 1975

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la paglia come materiale da costruzione

Storicamente la paglia veniva largamente impiegata come materiale da costruzione, utilizzata pura oppure mescolata con argilla o terra. questo prodotte cadde quasi completamente in disuso all'inizio del XIV secolo, ma negli ulti anni, grazie alla coscienza ecologica collettiva stiamo assistendo ad una vera e propria ricoperta di questo materiale come elemento base della pratica architettonica. Quelle che vengono comunemente chiamate “case di paglia” , sono costruzioni edilizie, dotate di tutte le caratteristiche di una casa tradizionale, ma edificate impiegando, nella stragrande maggioranza dei case la paglia compressa in balle. Le case di paglia nascono nella seconda metà dell'Ottocento negli Stati Uniti, nello stato del Nebraska, a opera di pionieri stabilitisi in una zona povera di pietre e legname, materiali tradizionalmente utilizzati per le costruzioni. Negli anni settanta del XX secolo, la tecnica è stata riproposta da Judy Knox e Matts Myhrman, che vi hanno apportato delle modifiche per adeguarla alle esigenze moderne. All'inizio degli anni novanta, Barbara Jones ha importato queste tecniche nel Regno Unito, adattandole alle diverse esigenze climatico-ambientali locali. Le tecniche utilizzate negli Stati Uniti e Canada prevedono tondini di acciaio per mantenere allineate le balle nei muri, rete elettrosaldata come porta intonaco, fondazioni in cemento armato, intonaci cementizi, ecc. Barbara Jones ha proposto la sostituzione del ferro con il legno, individuando il legname di nocciolo quale sostituto del metallo e proponendo l'utilizzo della calce in sostituzione del cemento, con intonaci a calce e in terra cruda dalle superiori proprietà di traspirazione rispetto agli intonaci cementizi. Secondo la Jones, anche l'aggiunta all'impasto di piccole quantità di cemento riduce drasticamente la traspirabilità dei muri, aumentando la possibilità di proliferazioni di muffe sulla pareti più umide, come quelle del bagno e della cucina. - elevato potere termoisolante

Braunschweig, DE

- lunga durata - autoportanza - ottima resistenza antisismica A tutte le caratteristiche sopraelencate se ne aggiunge un’ultima molo importante ai fine del progetto, ovvero la semplicità di costruzione. Le case in paglie sono appunto delle architetture che rientrano pieno titolo nel mondo dell’autocostruzione architettonica. Il potere autoportante delle ballette fa si che le costruzioni ottenute mediante l’impiego di questo materiale siano molto semplici da realizzare con risultati del tutto soddisfacenti. IN ITALIA: In Italia la prima costruzione autocostruita in paglia, è stata “la Boa”, A Pramaggiore, in provincia di Vicenza. questa esperienza ha potuto sdoganare tutti i pregiudizi legati a questo metodo costruttivo, diventando un esempio per tutto il territorio nazionale. La Boa, e l’organizzazione omonima cha ha portato le case in paglia nella nostra nazione ha poi contribuito, e continua ancora oggi a farlo, a diffondere le tecniche costruttive legate a questo materiale. Workshop pratici e corsi di formazione sono regolarmente tenuti nel vicentino, e in altre regioni, rendendo ancora più facile l’approccio alle tecniche costruttive idonee per realizzare una struttura con la paglia. NORMATIVA NAZIONALE: Per poter realizzare una casa in paglia, la legislatura italiana, considerando case a tutti gli effetti, richiede la presentazione di un progetto, opportunamente certificato da un professionisti in comune. Una struttura realizzata con questo materiale, per poter essere edificata, necessita di un regolare permesso per costruire Nel 2010 la normativa nazionale ha definitivamente sancito l’impossibilità di realizzare, all’intero del territorio italiano, costruzioni in cui le balle di paglia assumano una funzione portante, questo ha portato i progettisti nostrani ad integrare tali architetture con strutture in legno.

tre volte quello richiesto per le abitazioni in materiali convenzionali

- elevato potere fonoassorbente - risorsa rinnovabile

quindi eco-compatibile e interamente biodegradabile

- elevata traspirabilità - elevata resistenza al fuoco

Prove sui materiali per ingegneria civile eseguite dal Politecnico di 155


La Boa, 2004 Pramaggiore (VE) prima casa di paglia in Italia realizzata in autocostruzione.

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costruzioni di paglia in sardegna

La paglia e i sui derivati sono materiali che storicamente hanno visto un fortissimo impiego in campo edile. Se questa tipologia di costruzioni era particolarmente diffusa in nord Europa e in particolare nei paesi anglosassoni, anche nel nostro non sono mancate esperienze costruttive analoghe. Le molteplici proprietà del materiale unite alla facilità di lavorazione e alla relativa abbondanza dello stesso hanno contribuito alla sua larga diffusione, che per via dell’assoluta economicità trovò un fortissimo impiego nelle zone più povere del paese, concentrandosi nelle aree rurali, dove la paglia abbondava, e abbonda ancora oggi. In Sardegna, analogamente alle altre regioni del sud Italia, venne fatto grande impiego della paglia, non ancora sotto forma di balle, per l’edificazione di strutture temporanee collocate nelle zone rurali. Si trattava di piccole strutture, talvolta delle vere e proprie capanne che assumevano la funzione di alloggio per contadini e pastori. Questi piccoli bivacchi presentavano forme molto semplici, elementi, ma comunicavano una grande esperienza costruttiva, e una maestria nella lavorazione della fibra vegetale. Lo studio delle dimore temporanee sarde ci aiuta a capire quanto la paglia sia un materiale da costruzione adatto all’isola, essendo questa appartenuta e ben radicata nella tradizione costruttiva del luogo. Le sue innumerevoli proprietà, furono comprese dagli isolani che la adottarono in innumerevoli occasioni. Certo è che le tecniche costruttive, le dimensioni e la conformazione di queste strutture, oggi non potrebbe essere riproposto, ed in particolare modo inserito all’interno di una struttura ricettiva. La legislatura nazionale non consentirebbe la realizzazione di queste architetture, che comunque andrebbero a sacrificare eccessivamente il comfort offerto ai clienti della struttura ricettiva. QUESTIONE APERTA: L’inserimento dell’architettura tipica sarda all’interno della struttura Il progetto da me svolto non si è posto come obiettivo quello di riproporre le tipiche architetture sarde, nemmeno di riprenderne vagamente le forme o l sembianze. Questa scelta è dovuta alla convinzione che un’operazione di ready made o di revival non avrebbe giovato alla struttura, ma avrebbe generato solo un banale luogo di memoria, un parco tematico, ben lontano dall’idea iniziale del progetto. Sarà invece l’attività futura degli artisti e dei progettisti ospitati nella struttura a generare spazi, opere e architetture fortemente legate alla cultura locale. 157


Barracca de Cruccuri in località San giovanni del Sinis foto: Franco Pinna

Pinnetta con tamburo in materiale litico e copertura in strame foto: Franco Pinna

Baraccas - San Giacomo de Sinis

Barraccas nella spiaggia di San Novenni del Sinis da Quaderni oristanesi maggio/dicembre 1982 Editrice Sa Porta Oristano

Baracchedda de Castiu - peschiera Potis

Sa pueura - tratto da Architettura “naturale” a cura di Mena Manca Cossu e Alberto Loche-Italia Nostra 2005

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Progetto

la casa di paglia

Il progetto della quattro stanze seguirà le linee guide della bio-edilizzia, ed in particolare delle costruzioni realizzate con le balle di paglia. Questo sia per appoggiare un fiorente movimento di autocostruzione architettoniche che sta iniziando ad interessare il nostro paese, sia per richiamare alla tradizione locale, ed in particolare ai sui materiali.

dimensionamento: Come già accennato le stanze dovranno ognuna ospitare due persone, ma il progetto dovrà necessariamente considerare la possibilità dell’inserimento di un letto aggiuntivo, o eventualmente di un piccolo letto per bambini. All’interno della stanza saranno poi posizionati altri arredi, come un piccolo armadio, un tavolo ed una poltrona. queste saranno le uniche dotazioni presenti nelle quattro strutture. Benché queste possano apparire e spartane, nella realtà rappresentano pienamente lo spirito di viaggio e di avventura abbracciato dai soggetti che queste stanze ospiteranno. tecnica costruttiva: é chiaro che la tecnica costruttiva adottata sarà molto semplice, per favorire l’autocostruzione, e che la paglia sarà il materiale protagonista del progetto. A questa si aggiungeranno poi il legno, per la struttura e la copertura e il cemento, con cui verranno realizzate tutte le fondazioni delle quattro stanze. In definitiva i quattro piccoli bivacchi avranno una struttura portante lignea fissata ad una platea in cemento mediante degli elementi metallici, in conformità con le norme in materia edilizia nazionale. Alla struttura si poggerà quindi

un cappotto di tamponamento in paglia, questo verrà fissato ai montanti in legno mediante delle graffe metalliche, come suggerisce al tradizione. Il cappotto sarà successivamente intonacato, e quindi isolato, per garantirà un totale copertura della struttura e preservare le balle di paglia. Con lo scopo di migliorare l’isolamento termico delle strutture, garantendo in questo modo un’opportuna coibentazione, la copertura delle stanze sarà realizzata in erba, adottando quindi le tecniche tipiche delle coperture verdi. diversificazionestrutture: Le quattro stanze avranno un’identica struttura, saranno realizzate con le medesime tecniche e con i medesimi materiali. presenteranno le sesse dimensioni e gli interni saranno realizzati secondo lo stesso stile. A diversificarle sarà la grafica parietale che verrà realizzata sulle pareti esterne. Le superfici delle struttura saranno così vestite con dei segni grafici, che aiuteranno la loro distinzione e la loro identificazione. Tali segni sfrutteranno sia delle differenti cromie che il metodo di numerazione classico delle strutture ricettive. progetto degli interni: In linea con il carattere formale delle strutture gli interni verranno realizzati nuovamente con la tecnica delle balle di paglia sovrapposte e successivamente intonacate. dei volumi pieni disposti all’interno della struttura assumeranno così la valenza di arredo. Analogamente a quanto avviene all’interno dei capannone, gli altri componenti dell’arredo interno, quelli non su disegno, saranno di recupero, in questa fase iniziale. e nello specifico una parte dei mobili contenitori e tutte le sedute.

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la casa di paglia

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pianta scala 1:50

BALLE IN PAGLIA dim: 900x350x450

360

540

360

260

A

A

900 1400

180

900 2100

SCURO INTERNO in legno

sezione A-A scala 1:50

270

3150

0.00

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spaccato della struttura

COPERTURA VERDE (vegetazione)

ASSE DI RIVESTIMENTO DELLA COPERTURA

STRATO DI INTONACO ESTERNO

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SUBSTRATO VULCANICO STRATO DRENANTE

SUBSTRATO PROTETTIVO STRATO IMPERMEABILIZZANTE

TAVOLATO IN LEGNO STRUTTURA IN LEGNO ISOLANTE TERMICO BARIERE AL VAPORE TAVOLATO IN LEGNO

APERTURA

TAMPONAMENTO IN PAGLIA STRUTTURA IN LEGNO

PAVIMENTAZIONE SUPPORTO PAVIMENTAZIONE

FONDAMENTA IN C.A.

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gli interni

In linea con il carattere formale delle strutture gli interni verranno realizzati nuovamente con la tecnica delle balle di paglia sovrapposte e successivamente intonacate. dei volumi pieni disposti all’interno della struttura assumeranno cosÏ la valenza di arredo. Analogamente a quanto avviene all’interno dei capannone, gli altri componenti dell’arredo interno, quelli non su disegno, saranno di recupero, in questa fase iniziale. e nello specifico una parte dei mobili contenitori e tutte le sedute.

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LETTI materassi appoggiati su blocco di paglia intonacato

la stanza si può trasformare facilmente da doppia a matrimoniale semplicemente avvicinando o allontanando i materassi

stanza

12 mq

PIANO D’APPOGGIA

asse di legno, poggiato su un volume di paglia intonacata

SEDUTA

GUARDAROBA

di recupero

di recupero, poggiato su struttura in paglia intonacata

SPAZIO PER LETTINO aggiuntivo

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Il piccolo borgo della case di paglia

Il piccolo borgo della case di paglia nasce dall’unione all’interno di una area ristretta delle quattro stanze in paglia. Questa unione è possibile solo grazie alla natura dei viaggiatori a cui queste strutture sono destinate ad ospitare. Un pubblico ben differente rispetto a quello che sarà interessato alle due stanze che vedremo nelle prossime pagine. Il borgo vuole essere una sorta di spazio collettivo, tribale, all’aperto. Quindi un luogo di ritrovo e di socializzazione, dove gli ospiti delle quattro stanze esterne e quelli dei cinque box contenuti all’interno del terzo capannone possano incontrarsi, conoscersi e confrontarsi. il borgo, e in particolare la zona comune attrezzata posta al suo interno hanno proprio come obiettivo primario quello di ricreare una spazio intimo per gli ospiti della strutta ricettiva.

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CAP. 06

la poetica degli infissi

CASA DELLE PORTE E DELLE FINESTRE


introduzione al progetto

In questo capitolo si andranno ad analizzare altre due “stanze diffuse”, quelle destinate ad un pubblico più ricercato ed esigente. La definizione del modello ha difatti evidenziato la necessità di offrire ai viaggiatori un servizio il più possibile diversificato. Questa e la ragione per cui oltre alle case in paglia, riunite nell’omonimo borgo, verranno concepite altre architetture, diffuse sul lotto di terreno atte ad ospitare gli ospiti della struttura alberghiera. Se fino ad ora il progetto è stato incentrato su politiche ecologiche, di recupero e di autocostruzione, ora saranno introdotte delle strutture che, mantenendo un occhio di riguardo per i temi sopracitati, prenderanno una strada più artistica e in un certo senso artistica e poetica. la poetica delle porte e delle finestre: A questo proposito il progetto vedrà come tema centrale quello delle porte e delle finestre, incentrando quindi su metafore a questi due elementi correlate, come le soglie, i passaggi, e il voyeurismo. il numero di stanze : L’offerta ricettiva, definita con il modello economico ha mostrato la necessità di realizzare due spazi dedicati ad accogliere i viaggiatori più abbienti, esigenti e in cerca di intimità, Anche queste stanze, come tutte le altre aree saranno soggette ad una crescita graduale, che sarà affidata ai creativi, e in questo caso specifico ai progettisti, ospitati nella struttura. la tipologia: Le due strutture, si dovranno diversificare notevolmente rispetto alle altre viste sino ad ora, in quanto estremamente differente , e quindi più esigente, saranno i soggetti che queste ospiteranno. Si tratterà quindi di stanze matrimoniali, dotate di servizi igienici e di tutte quelle attrezzature che solitamente si possono ritrovare in una struttura alberghiera ordinaria. perché diversificarle: La volontà di diversificare queste stanze rispetto a quelle visti sin qui è proprio una conseguenza del voler sottolineare la differente destinazione rispetto ad esempio alle case di paglia o alle stanze-cubiche. Una ulteriore diversificazione sarà prevista tra le stanze stesse, per integrare ulteriormente l’offerta ricettiva. 179


necessità legate al progetto Al fine di comprendere quali sono le necessità che queste stanze dovranno soddisfare, quali attrezzature dovranno contenere e quali servizi dovranno offrire è opportuno iniziare a identificare l’utente tipo verso cui queste potrebbero essere destinate. In questo caso non si tratterà di un singolo utente, quindi di “viaggiatore solitario” ma principalmente di coppie di persone, sentimentalmente legate, alla ricerca di uno spazio unico e ricercato. Data la destinazione delle stanze, e quindi il prezzo che per queste è stato ipotizzato in fase di analisi, sarà opportuno dotare queste strutture di tutti i confort che generalmente si possono ritrovare in una struttura ricettiva

scelte strategiche ed esigenze tecniche:

esigenze stilistiche e formali

posizionamento nell’area di progetto: La prima scelta strategica, legata alle stanze sarà proprio la loro ubicazione, queste saranno dislocate in zone più isolate dell’area di progetto, ad una distanza dal nucleo collettivo (i capannoni) tale da garantire la privacy degli ospiti. Si abbraccerà quindi nuovamente la tipologia dell’albergo diffuso, quindi una struttura ricettiva che si sviluppa in orizzontale, piuttosto che in verticale. dotazioni delle stanze: Queste stanze, data la loro lontananza dall’area collettiva, e quindi da tutti i servizi che questa offre dovranno essere totalmente indipendenti, dotate quindi di servizi igienici. Importante sarà in definitiva la loro indipendenza ed autonomia energetica ed impiantistica. il verde: Tema di progetto sarà poi il verde e quindi le piantumazioni che garantiranno un sollievo climatico, oltre che una ulteriore privacy alle strutture.

Parallelamente alle esigenze tecnico/funzionali, dovranno esserne considerate altre di natura stilistica e formale. Questo aspetto sarà molto importante per via della natura dell’intera struttura, e della destinazione “creativa” che la contraddistingue. Le due stanze saranno quindi fortemente caratterizzate e necessariamente identificate dalla metafora delle porte e da quella delle finestre. La scelta di caratterizzare le architetture mediante questi due elementi trova molti riferimenti culturali, che saranno opportunamente analizzati nelle pagine seguenti.

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esperienze di porte ed esperienze di finestre come protagoniste dell’arte

Le porte e le finestre, comunemente definite nella pratica architettonica infissi, diventano, in alcune occasioni, protagoniste dell’arte. Le aperture più comuni, oggetti della quotidianità assumono arrivano quindi ad assumere un valore simbolico e metaforico molto forte. Queste, diventando tema dell’arte, si vestono di infiniti significati, rivendicando così la loro importanza, troppo spesso sottovalutata o ignorata. L'impiego di porte e finestre nel mondo dell’arte può avere differenti chiavi di lettura. Una prima che vede “l’oggetto di tutti i giorni” valorizzato, sia nella sua funzione, che nella suo aspetto formale, una valorizzazione che avviene grazie al lavoro dell’artista. Secondo elemento di riflessione fondamentale che l’impiego di porte e finestre ci suggerisce è il dialogo tra arte e progetto, e nello specifico tra arte ed architettura. un tema questo che si riapre nuovamente e che può essere interpretato come filo conduttore di tutta questa tesi. La finestra e la porta diventano quindi tema dell’arte e ispirazione dell’artista, che ne indaga le simbologie e i significati più nascosti. Se in un certo senso l’arte ha sempre posto un interesse particolare verso questi due elementi, e dall’inizio del secolo scorso che gli infissi sono diventati, per alcuni artisti, una fortissima fonte di ispirazione, diventando talvolta essi stessi l’opera d’arte. L’interesse del mondo dell’arte verso le porte e le finestre ha fatto si che questi due elementi che continuamente incontriamo nella nostra quotidianità passano vivere una seconda vita, rivendicato i

valori in essi insiti. Primo Fra tutti fu Duchamp ad interessarsi a questo tema, in linea con il suo percorso artistico, intraprese un esperienza di riflessione e di indigine sulle aperture in generale. l’artista lavorò direttamente con questi elementi architettonici, plasmandoli e modificandoli, come nel caso di “Fresh widow” (1920) e La baruffa di Austerlitz (1921). Degna di nota è anche la porta, che l’artista realizza per la sua abitazione nel 1927. Le riflessioni, e le relative opere dell’artista francese, come spesso accadde, aprirono la strada (o la porta) ad altri artisti, che iniziarono dai primi decenni del ‘900 in avanti ad indagare sul valore iconico e quindi sui significati delle porte e delle finestre. Le esperienze scaturite da queste indagini personali furono e sono tuttora molto interessanti, e soprattutto molto diverse tra loro. Innumerevoli sono gli artisti che negli anni si sono cimentati con questo tema, indagando le più disparate tematiche, lavorando con un innumerevole quantità di linguaggi e arrivando a comunicare significati anche molto contrastanti tra loro. L’evoluzione del panorama artistico del ventesimo secolo ha quindi visto evolvere anche il ruolo di questi due elementi, che da semplice oggetto da rappresentare diventano protagonisti dell’opera. Aperte, Chiuse, Spaccate, deformate, frastagliate, frantumate, colorate, proiettate, eliminate e fotografate le porte e le finestre hanno iniziato, grazie al lavoro di molteplici artisti, un percorso di riscoperta simbolica e di rinascita metaforica. 181


Marcel Duchamp. Fresh Widow, 1920, replica 1964 Finestra in miniatura olio e legno su vetro 789 x 532 x 99 mm tate Modern - Londra

Marcel Duchamp. Prorta aperta e chiusa, 1927 Porta a grandezza naturale Appartamnto di Marcel Duchamp - rue Larrey 11 - Parigi

Rene Magritte La Condition Humaine, 1933 Olio su tela 1000x810mm National Gallery of Art, Washington DC Marcel Duchamp La baruffa di Austerlitz 1921 Finestra in miniatura olio e legno su vetro 628x287x63mm Staatsgalerie Stuggart - Stoccarda

"Avrei potuto fare venti finestre, ognuna con un'idea diversa. Le avrei chiamate 'le mie finestre' esattamente come si dice 'le mie acqueforti'...": il pensiero è in perfetta armonia con lo spirito dada e spiega la nascita di quest'opera, seconda e ultima di una serie che avrebbe potuto includerne molte altre.

Giuseppe Uncini Finestra con ombra 1968 Bergamo, Galleria Fumagalli

Alighiero Boetti Niente da vedere, niente da nascondere 1969 Metallo Fondazione Alighiero Boetti, Roma

L’esperienza artistica italiana del secondo novecento vede gli artisti interessarsi delle aperture e della loro relazione con lo spazio che le circonda. le opere di Uncini e quelle di Boetti, riprendono l’archetipo della finestra e lo rielaborano con materiali semplici come il ferro e il cemento.

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Gordon Matta-Clark Bingo, 1974 frammenti di edificio Museum of Modern Art, NY Le opere di Matta-Clark si rifanno costantemente all’architettura, stravolgendone e violentandone le forme e i volumi. La decadenza della società che si riflette sui manufatti in rovina della stessa società.

rachel whiteread False Door,1990 Porta a dimensioni reali Cemento

Etienne Bossut 1001 nuits, 1989 Legno L’ansia e l'angoscia di uno scenario iconico, una infilata di porte, che rimandano ai carceri, ma anche ai sordidi motel, vengono rappresentati in questa istallazione di Etienne Bossut

L’opera di rachel whiteread è incentrata sui volumi, sui vuoti e sui pieni degli edifici, e delle tracce, invisibili, che questi lasciano. L’artista palese queste tracce con il cemento e con il gesso, calcificando per sempre l’inesistente.

Michelangelo Pistoletto La Porta della Consapevolezza Quotidiana, 1994 Legno e vetro

Michelangelo Pistoletto La Porta dello Specchio, 1994 Legno e vetro

Olafour Eliasson Your circumspecton1999 Castello di Rivoli, Torino

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Marcus Harvey affronta il tema del voyeurismo, palesandone formalmente la pratica, L’osservatore dell’opera è portato a compiere una pratica nascosta nell’animo di ognuno di noi.

Marcus Harvey Large Dor, 2001 Legno, vetro e stampavv

Ai Weiwei Marble Door, 2007 Marmo

Erlich realizza una sorta di monumento alla memoria sulle e con le macerie dell’uragano che ha devastato New Orleans L’opera vuole simboleggiare un punto di vista verso il futuro, partendo dai resti del passato.

Leandro Erlich Window and Labber 2008 Materiali vari New Orleans

Joris Van de Moortel Door, 2010 Materiali vari

Denis Santachiara Stanze e segreti 2010 Milano, Rotonda della Besana

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installazioni di porte e di finestre Nelle pagine precedenti abbiamo visto come le porte e le finestre assumano talvolta per gli artisti un ruolo da protagoniste. Questa pratica ne sottolinea l’importanza e ne evoca il significato. Altre azioni, che vedono sempre questi due elementi, assumere un ruolo principale, riescono a rendere ancora più sottile la linea che separa il mondo dell’arte e quello del progetto. Si sta parlando di tutte quelle esperienze creative che vedono la nascita di istallazioni artistiche basate sull’assemblaggio di porte e di finestre. Artisti, e progettisti si sono cimentati e tuttora si stanno cimentando nella pratica dell'assemblare porte e finestre, dando alla luce, talvolta, delle vere e proprie architetture. Le porte e le finestre, da elemento che viene aggiunto alla struttura, diventano esse stesse l’architettura. Creando delle vere e proprie opere ambientali e spaziali, dove l’infisso riesce ad assumere nuovi significati. Questa pratica che nasce certamente dall'esperienza artistica del passato, si riveste di ulteriori significati, alcuni simbolici altri più pratici e concreti, come la possibilità di creare vere e proprie strutture “vivibili” utilizzando materiali di recupero alternativo. 185


Song Dong installazione, 2011 Ullen's Center for Contemporary Art, Beijing, Cina

Song Dong Installazione, 2011 Biennale di Venezia

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Ai Weiwei Aue-Pavilion, 2007vv documenta 12, Kassel

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Choi Jeong-Hwa Installazione di 1000 portev, 2009 Seoul

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Jason Van Der Woude - Telosproduction Logboek, 2009-2010 Verbeke Foundation, Westakker - Belgio

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Chiharu Shiota One Place, 2010 Haunch of Venison, Londra

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La soglia

Abitare la soglia significa prendere il coraggio di sostare in un territorio che confina con il noto e guarda all’ignoto e al cambiamento, verso nuove forme di comportamento, di linguaggio, di pensiero. Essa è, infatti, un luogo fondamentale dell’architettura, è il cuore pulsante degli spazi, perché li mette in connessione in una catena di flussi. Ogni volta che varchiamo una soglia si modifica qualcosa dentro di noi. Una soglia è anzitutto qualcosa che si pone “fra” due “cose” ed in quanto tale, essa equivarrebbe a uno spazio di passaggio, di demarcazione, di differenziazione, mette in comunicazione due luoghi, due territori, due ambiti distinguendoli. La soglia sembra essere vicina a concetti quali confine, margine, varco, ingresso. In realtà però se ne differenzia nettamente, in quanto questi concetti implicano qualcosa che dal concetto di soglia rimane escluso e, al contempo, non riescono ad esaurirne il senso. Potremmo dire che la soglia è sia confine che passaggio. La soglia delimita e apre. La soglia sta “prima” di ogni margine e confine e delle relative aperture, la soglia di un luogo è altro rispetto al suo margine o perimetro, essa infatti permette anzitutto l’accesso; ma essa si contraddistingue anche rispetto ad un varco, in quanto il varco è costitutivamente possibile come varco di un chiuso. La soglia non ha invece bisogno di alcuno spazio predefinito. Non ha quindi bisogno di confini netti. Gli spazi che connette sono spazi che essa stessa “apre”, senza per questo conchiuderli reciprocamente. Non coincide pertanto con un’apertura nel perimetro, bensì con l’apertura del perimetro, ciò che dà luogo al perimetro e allo spazio che il perimetro racchiude. Essa sembra pertanto esclusa da ogni luogo in quanto precedente ogni luogo. Lo spazio non trova fine nella soglia, inevitabilmente anzi la percorre. La soglia è così quanto unisce e divide, essa non può semplicemente dividere, è il punto di indifferenza tra dentro e fuori. La soglia è quell’attimo dello spazio in cui lo spazio stesso non trova limite, ma in cui piuttosto avviene la

continuità dello spazio. Nella soglia, sulla soglia, con la soglia due spazi non finiscono, bensì iniziano, si trovano sempre nel punto del proprio inizio. Come scritto da Rainer Maria Rilke “«Soglia: oh, pensa che è, per due che si amano logorare un po' la propria soglia di casa già alquanto consunta, anche loro, dopo dei tanti di prima,e prima di quelli di dopo... leggermente. (RAINER MARIA RILKE, IX Elegia duinese, Einaudi, Torino 1978, pp. 56-57.) La porta di casa è veramente la soglia solo fintanto che non costituisce un semplice varco fra le mura, un momento di assenza all’interno delle mura stesse. La soglia è qualcosa di più, in quanto permette di qualificare i territori e in tal modo autenticamente li differenzia nel loro rapporto reciproco. Pur essendo il punto di indifferenza tra dentro e fuori, prima e dopo, non è però indifferente ciò che essa congiunge. In questo senso la soglia è quel punto di indifferenza che si manifesta come momento di trapasso e dunque di differenza. Questi spazi non sono né devono essere equivalenti o assimilabili. Essi possono essere però compresi nella loro differenza solo in quanto sia riconosciuta la soglia, per meglio dire venga attraversata, si sia imparato ad agirla, vale a dirsi a muoversi e a comportarsi differentemente nei due campi che essa ha delineato.Propriamente la soglia avviene dunque ogni volta che, passando la porta di casa, la si riconosce come propria o altrui e conseguentemente ci si comporta. Se non avvenisse questo riconoscimento, la porta non si verificherebbe come soglia. Sulla soglia non si può concretamente stare, in quanto una soglia è tale solo finché la si attraversa. Se fermassimo il nostro cammino, annulleremmo la soglia stessa. La soglia di casa è lì per essere attraversata. In quanto delinea e differenzia i territori, essa è ciò che permette di trovarsi in un mondo in cui orientarsi. Volendo essere più precisi, dobbiamo dire che la soglia di casa è solo “rintracciabile” nella porta. 191


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il PROGETTO

Il progetto consterà nella realizzazione e nella definizione di due piccole architetture che ospiteranno altrettante stanze della struttura ricettiva. L’analisi sin qui svolta, del panorama culturale ed artistico relativo all’impiego di porte e finestre sarà da spunto per attribuire a queste strutture un impronta stilistica di grande impatto, assieme ad un forte valore simbolico e metaforico. Le due stanze saranno quindi opportunamente disegnate per esprimere l’una il tema delle porte, e l’altra quello delle finestre, con i relativi significati connessi. Saranno appunto La stanza delle porte e quella delle finestre, ad essere studiate nelle pagine che qui seguiranno. Dotazioni delle stanze e dimensionamento Entrambe le stanze dovranno accogliere ospiti più esigenti rispetto agli spazi visti in precedenza e dovranno di conseguenza offrire loro un maggiore comfort. Viste queste considerazioni le stanze avranno le classiche dotazioni di una ordinaria stanza d’albergo, anche le dimensioni della stanza garantiranno un certo agio a chi ne vivrà gli spazi. le due strutture saranno quindi concepite per essere suddivise in due spazi: uno dedicato allo spazio pr la notte e per il relax, uno invece destinato ad accogliere il bagno. La stanza sarà dotata di letto, poltrone, armadio e un adeguato numero di piano d’appoggio. I servizi

igienici ospiteranno i sanitari generici ed un ampia doccia. Tutte le scelte progettuali relative a queste stanze dovranno tenere conto della loro effettiva destinazione, e quindi dei soggetti a cui saranno destinati, ovvero le coppie. accessibilità una delle due stanze, nello specifico quella delle finestre, sarà concepita, in linea con i principi progettuali che sin qui si sono tenuti, per essere agilmente occupata da persone disabili o portatrici di handicap. In concomitanza con tutti gli altri ambienti della struttura la stanza, benché studiata e disegnata nel rispetto della normativa vigente in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, resterà in linea con lo stile formale sin qui impiegato, senza eccedere o palesare la sua possibilità di ospitare dei disabili. Questa caratteristica consentirà in primo luogo di offrire a coloro dovessero avere una deambulazione limitata un’esperienza più confortevole e con un numero maggiore di disagi psicologici, in seconda buttata di destinare la struttura a soggetti normodotati. tecnica costruttiva Le tecniche costruttive della struttura si adatteranno al principio di autocostruzione, e saranno incentrate sull’utilizzo 193

di materiali da costruzione semplici, quali il metallo e il legno. Il risultato dovrà essere un struttura facilmente edificabile e totalmente smontabile, concepita secondo parametri ecologici e nel totale rispetto della normativa vigente. Contrariamente alla leggerezza e temporaneità dei materiali e delle tecniche sopracitati una scelta progettuale differente è stata fatta per le fondazioni di queste strutture. Queste infatti saranno realizzate con una tecnica più tradizionale, quella della platea in calcestruzzo. questo per svariati motivi, tra cui: una maggiore stabilità della struttura, una più semplice realizzazione rispetto alla tecnica del pilastro e del plinto, una più agile inserimento degli impianti, la volontà di creare una base stabile anche per future costruzioni che dovessero sostituire in future le due stanze. impiantistica: le due strutture dovranno essere totalmente indipendenti ed autosufficinti rispetto ai capannoni, e quindi saranno adeguatamente strutturate a tale scopo. fornitura elettrica: per garantire una corretta e adeguata fornitura elettrica delle due strutture saranno adeguatamente connesse ad una sorta di isola solare. Una spazio


isolato, ma adiacente alle strutture, dotato di pannelli solari e in grado di renderle totalmente indipendenti. Fornitura di acqua potabile: in concomitanza alle isole del sole vi saranno le isole dell’acqua, ovvero delle cisterne, di adeguata cubatura, che forniranno alle struttura l'acqua potabile necessaria. acque reflue: data l’impossibilità di realizzare una fognatura dinamica in grado di servire queste strutture sarà prevista una piccola Vasca Imhoff che renderà totalmente indipendente la struttura per quanto riguarda lo smaltimento della acque reflue. studio del verde: fondamentale sarà la piantumazione di varie speci vegetali vicino alle strutture, garantendo così una netta diminuzione dell'irraggiamento di queste ultime. gli interni: Lo studio degli interni, sarà incentrato in primo luogo sulla definizione di spazi adeguati, e quindi sul dimensionante della struttura. una seconda fase interesserà invece l’arredo interno, la sua collocazione e la sua conformazione stilistica e materica.

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la casa delle porte

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la casa delle FINESTRE

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struttura

COPERTURA VERDE (vegetazione)

ASSE DI RIVESTIMENTO DELLA COPERTURA

RIVESTIMENTO INTERNO

PAVIMENTAZIONE SUPPORTO PAVIMENTAZIONE

STRUTTURA IN LEGNO

FONDAMENTA IN C.A.

BARRIERA AL VAPORE

ISOLANTE TERMICO

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SUBSTRATO VULCANICO

STRATO DRENANTE SUBSTRATO PROTETTIVO

STRATO IMPERMEABILIZZANTE

TAVOLATO IN LEGNO FIVESTIMENTO ESTERNO

APERTURA

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impianti

FONDAMENTA RIVESTIMENTO

INGRESSO CABLAGGIO

PARETE INTERNA IN LEGNO TUBATURE ACQUA

SCARICO ACQUE NERE

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CONDOTTA ACQUE NERE

CABLAGGIO INTERRATO

TUBATURE ACQUA POTABILE

VASCA IMHOFF STANDARD

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gli interni

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CAP. 06 tra natura arte eprogetto

organizzazione degli spazi all'aperto



INTRODUZIONE

Concluso il progetto relativo all'organizzazione degli spazi interni dei capannoni e la creazione di alcune stanze, vanno considerate le are all'aperto, che saranno di cruciale importanza per la struttura. Una vastissima area, di ira 28 ettari circonda i capannoni, se una parte di questa è già da tempo destinata ad attività agricole, sarà opportuno prevedere l'estensione degli spazi della struttura in quegli spazi che sono ad oggi in disuso. L'idea è proprio quella di occupare il lotto di terreno in analisi con delle strutture, dei percorsi e delle soprattutto con delle installazioni artistiche. Lo spazio sarà quindi luogo di mostre e luogo di socializzazione. Nell'area esterna sarà quindi previsto un grande skulpturenpark, dove potranno essere esposte le opere degli artisti in residenza o altre di artisti sardi. Ad affiancare il parco delle sculture saranno inserite delle strutture il cui scopo principale sarà quello di ricreare degli spazi collettivi, tribali, all'aperto. Dei luoghi di incontro e di socializzazione, appositamente creati per ospitare tutti gli attori del servizio. A concludere l'allestimento delle aree esterne saranno i percorsi, dei segni sul terreno che porteranno i visitatori, i locali e i creativi nelle vare zone del parco.

1. il parco delle sculture 2. le area tribali e e gli spazi di raccoglimento 3. i percorsi 211


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il parco delle sculture l parco delle sculture occuperà tutta l'area esterna del lotto di terreno, gli artisti in residenza, potranno realizzare delle opre o delle installazioni da inserire all'interno dello sculture park, rendendo lo spazio un vero e proprio museo a celo aperto. Turisti e viaggiatori, ma anche la popolazione locale potrà quindi vivere questo grande parco d'arte, camminando alla scoperta delle opere in esso allestite. Il risultato, dovrà quindi essere un grand spazio espositivo, aperto al pubblico, immerso nel verde, ricco di opere d'arte. I parchi delle sculture, più conosciuti come skulpturenpark, sono una realtà ben consoloditata nel panorama artistico internazionale, e molto presenti anche sul territorio nazionale. grandi e piccole aree verdi vengono dedicate all'esposizione di opere, il cui tema principale è proprio l'ambiente e la natura. queste opere, nella maggior parte dei casi, sono realizzate con materiale naturale, spesso proveninte dal luogo stesso. Un esempio su tutti, é l'italiana Arte Sella, uno skulpturenpark nato nel 1986 in Val di Sella, un comune di Borgo Valsugana, in provincia di Trento. Questo parco è ormai divenuto di fama internazionale e ospita ogni anno artisti, molto importanti, che realizzano delle opere ambientali, appositamente per i sui spazi. Arte sella ingloba tra i sui boschi e i sui campi alcune opere d'arte, che hanno riscontrato un enorme interesse nell'ambiente artistico. Questo vuole essere un esempio su tutti, ma il mondo degli skulpture park è sterminato, se ne contano migliaia sparsi in tutto il pianeta, e parecchie decine solo in Italia In Sardegna, terra che come abbiamo già potuto constatare ha dimostrato una notevole apertura verso le nuove forme d'arte e di allestimento vi sono alcune realtà, che benché non siano propriamente definite o definibili skulpture park dimostrano una spiccata inclinazione all'inserimento dell'arte contemporanea in spazi aperti.

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arte sella La manifestazione Arte Sella è tra le più importanti realtà nel settore degli skulptur park italiani, ed è un vero e proprio museo a celo aperto. per questo motivo può essere considerata una opera d’arte, una istallazione permanente che attrae moltissimi visitatori e che stupisce per la sua valenza estetica e comunicativa. ma essa nasce da un progetto rigido e ben chiaro, è il risultato di una meditazione profonda, di una ricerca stilistico-formle approfondita e soprattutto è la sintesi di tecniche realizzate antichissime che trovano le loro radici all’interno delle realtà contadine. per queste ragioni la “cattedrale Vegetale” è a pieno titolo un’opera che al suo interno fonde arte, progetto e natura. Arte Sella, nasce nel 1986, è una biennale d'arte contemporanea che si svolge all'aperto nei prati e nei boschi della Val di Sella, nel comune di Borgo Valsugana, in Trentino. Ad un primo percorso lungo una strada forestale si è aggiunta l'esposizione permanente di Malga Costa ove hanno trovato collocazione molte opere significative ed in particolare dal 2001 la “Cattedrale vegetale” di Giuliano Mauri.

Cattedrale vegetale Giuliano Mauri | 2001 | Arte Sella | Val di Sella (TR) “All'interno di questi artifici che io sto costruendo ci saranno delle piante di carpino. Costruisco artifici per accompagnare le piante nei vent'anni che servono loro per diventare adulte. Dopo questo tempo le strutture sono destinate a marcire, a diventare terra. Al loro posto, stante una potatura annuale, ci saranno ottanta piante a forma quasi di colonna che ricorderanno comunque il mio lavoro. Quattro filari di alberi per la cattedrale che ho sempre sognato. Tra vent'anni la gente si accorgerà che c'è stata la creazione della natura che ha dialogato con l'uomo. Che è poi quello che l'uomo ha sempre fatto. La dimenticanza è solo la nostra di non sapere, di non riconoscere più” con queste parole Giuliano mauri descrive la sua creazione vegetale, una cattedrale fatta di natura ed in essa totalmente integrata. l’opera è stata presentata nel corso dell’edizione del 2001 di Arte Sella, e di quest’ultima è stata la maggiore attrazione. il progetto presenta le stesse dimensioni di una vera e propria cattedrale, essa occupa infatti un’area di 1.230 metri quadrati (La struttura ha un rettangolo di base di 82 metri per 15) è costituita da tre navate che si sviluppano all’interno di ottanta colonne, queste realizzate mediante un sapiente intreccio di rami. alte dodici metri, dalla sezione ottagonale e dal diametro di un metro, le colonne, al loro interno ospitano delle piante di carpino, arbusto appartenente alla famiglia delle betulle. tali piante cresceranno di circa 50 centimetri all' anno e grazie a sapienti tagli e potature saranno adattate a formare una vera e propria “Cattedrale Vegetale”. Mauri concepisce la sua cattedrale secondo dei canoni stilistici prettamente legati al gotico, ma riesce a trasformare i rigidi archi a sesto acuto, tipici delle architetture religiose, in evocative e simboliche linee che si perdono nel celo. 214


musei all'aperto in sardegna

Museo d'Arte contemporanea di Tortolì ''Su logu de s'Iscultura' Il Museo è situato nel centro di Tortolì, capoluogo della provincia dell'Ogliastra, si sviluppa in de spazi espositivi, uno interno , che possiamo definire tradizionale, e uno esterno. Quest'ultimo si articola lungo le vie del paese, estendendosi su tutto il territorio circostante, rappresentando un vero e prorio museo d'arte contemporanea a cielo aperto. Il porgetto del parco scultura è nato negli anni novanta, e da allora ha attirato l'attenzione di moltissimi visitatori, che possono, lungo il percorso, ammirare opere di Lungo il percorso il visitatore può ammirare opere di Mauro Staccioli, Antonio Levolella, Umberto Mariani, Maria Lai, Ascanio Renda, Pietro Coltella e Hitetoski Nagasawa "Il museo affronta il tema della scultura urbana e ambientale accogliendo le metodologie teoriche e pratiche più innovative, divenendo nel tempo un parco culturale dove non solo i turisti, ma anche gli abitanti, possano confrontarsi direttamente con le problematiche più attuali dell'arte contemporanea"

Giovanni Campus, Forma: rapporti e misure, 2002

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Orgosolo: Orgosolo è un piccolo comune in provincia di Nuoro, Molto conosciuto perché rappresenta un vero e proprio museo a celo aperto. camminando per le strade di Orgosolo è possibile ammirare moltissime opere murari che altrettanti artisti hanno realizzato nel corso gli anni, rendendo questo paese una meta turistica obbligata per il turismo artistico sardo . Il primo murale a Orgosolo fu realizzato nel 1969 da un gruppo di anarchici milanesi, che si firmarono “Dioniso”. Nel 1975 Francesco Del Casino, insegnante toscano, ed i suoi alunni della scuola media di Orgosolo realizzarono altri murales, ed in seguito si aggiunse il contributo di altri artisti fra i quali l’orgolese Pasquale Buesca e il gruppo culturale "Le Api". I murales in genere affrontano dei temi di storia e di politica. Al momento si contano più di 150 murales che ormai fanno parte integrante dell'immagine del paese.

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le area tribali e e gli spazi di raccoglimento Oltre ad un grande parco delle strutture all'interno dell'area verde saranno inserite alcune strutture, destinate ad accogliere i visitatori del parco, gli ospiti della struttura ricettiva e quelli della residenza creativa. Queste stuttur seguiranno i principi dell'architettura vegetale, abbracciando diverse forme e tecniche costruttive. Questi spazi saranno distinti in e diversifica in relazione alla loro funzione: Alcuni saranno destinati ad accogliere tutti gli attori, e incentiveranno le attivitĂ tribali, sarnn quindi dei luoghi simbolici, mistici, di socializzazione rituale. Altri invece avranno un ruolo opposto, saranno dei piccoli spazi provati, di raccoglimento, dove poter riflettere e restare soli con se stessi. Questi ultimi luoghi saranno essenziali all'attivitĂ artistica, e alla meditazione dei creativi. 217


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le area tribali Le aree tribali saranno dei luoghi aperti, immersi nella natura, estremamente evocativi e mistici, al loro interno avverano delle attività, libere od organizzate volte alla crescita personale, sia degli artisti che dei viaggiatori e anche dei visitatori occasionali. Altro non saranno che degli spazi di sosta e di riposo, sparsi nel terreno, ma caratterizzati da una forma e da una struttura molto evocativa. Una delle tecniche che potrebbe interessare la realizzazione di questi luoghi sarà certamente l'architettura vegetale, ed in particolare quella a salice. Questa tipologia costruttiva vede tra i più sentiti sostenitori il gruppo tedesco Sanfte Strukturen, i quali da anni hanno iniziato una intensa attività costruttiva e soprattuto educativa riguardo queste tecniche.

Sanfte Strukturen archiettetura a salice Il gruppo Sanfte Strukturen (Strutture miti), un’associazione di architetti ed artisti di Stoccolma, a partire dagli anni ’70 inizia ad indagare su forme architettoniche alternative. Le loro prime sperimentazioni si concentrano su strutture in argilla, fieno, canna, acqua/ghiaccio e rifiuti. Da subito si scontrarono però con problemi legislativi giudiziari, legati alla normativa urbanistica, non indifferenti. Le loro sperimentazioni si spostarono quindi verso una tecnica costruttiva alternativa, prettamente naturale, che fonda le sue radici nell’antichità: l'architettura a salice. Questo metodo costruttivo iniziò da subito a dimostrarsi efficace, e soprattutto non comportava nessuna irregolarità giudiziaria. Sanfte Strukturen, di cui Marcel Kalberer, è uno dei maggiori esponenti, si da allora dedicata alla creazione di architetture naturali realizzate in legno di salice. Si è anche fatta portavoce di questa nuova tecnica, con l’obbiettivo di diffonderla e insegnarla, nella speranza che potesse divenire uno dei moniti trainanti di una nuova cultura, più legata all’aspetto vegetale. L’obbiettivo primario del gruppo, oltre a quello di creare opere in salice, è per loro stessa ammissione, quello di allontanare i giovani dalla televisione, di portarli in mezzo al verde a costruire con le piante. l’aspetto geniale del loro progetto ecologico è la totale assenza di limitazioni giudiziarie, Sanfte Strukturen non ha mai brevettato la tecnica dell’architettura asalice, rendendola così utilizzabile da chiunque. Ma non si sono limitati a questo, da anni pubblicano continuamente articoli su riviste specializzate dove, oltre a mostrare i loro progetti, illustrano nel dettaglio le tecniche costruttive da loro ideate. 219


Weidenblume Sanfte Strukturen | 2006 | Stainermark, Australia progettata da Dorothea Kalb-Brenek, Marcel Kalberer e Adelheid Landsteiner questa opera è forse la più conosciuta del gruppo, e rappresenta in un certo senso il loro manifesto. una struttura fatta interamente da elementi naturali, che sfrutta le caratteristiche tecniche di resistenza ed elasticità del salice e che proprio a queste caratteristiche deve il suo aspetto formale. i rami vengono assemblati, interrati e successivamente piegati. si creano così archi sinuosi e dalle proporzioni perfette. un totale tributo alla natura e alla pinta che ha fatto la fortuna dello Sanfte Strukturen. L’opera si sviluppa su una superficie complessiva di duecentocinquanta metri quadrati, e nella sua parte più alta raggiunge un’altezza di circa otto metri. una volta creata la struttura, alla base dei pilastri sono state impiantate delle piante rampicanti. Queste nel corso degli anni copriranno completamente il compless, rendendolo così un’architettura in continua evoluzione e stilisticamente sempre diversa.

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gli spazi per il raccoglimento

I luoghi destinati al raccoglimento si opporranno alle area tribali, questi saranno concepiti per accogliere uno o al massimo due persone in totale solitudine e in assoluta privacy. anch'essi saranno diffusi in tutta l'area e nasceranno da tecniche costruttive che vedono come protagonista l'unione di diversi materiali naturali. un'esempio di queste strutture, e quindi delle relative tecniche lo possiamo riscontrare nell'opera dell'artista americano Patrick Dougherty, famoso in tutto il globe per i suoi stick work

Patrick Dougherty stick work Patrick Dougherty nelle sue opere combina l’abilità manuale e la passione per la falegnameria con il suo immenso amore per la natura. Realizza quindi sculture architettoniche che al loro interno sintetizzano una concezione di arte totalmente legata all’ambiente e alle abilità umane. I sui lavori, che lui stesso chiama “stick work” sono conosciutissimi, hanno riempito le sale di musei importantissimi, e soprattutto adornano ambienti naturali e sculpture park. L’artista/falegname inizia a studiare le tecniche primitive di costruzione e a creare piccole strutture nel cortile di casa sua a partire dagli anni ottanta. oggi ha costruito più di 200 sculture in tutto il mondo. Se da un lato la tecnica di Patrick Dougherty rimane invariata, questo certamente non vale per l’aspetto stilistico. l’artista indaga infatti continuamente nuove forme, nuove dimensioni, nuove location. ogni opera è uguale ma diversa, talvolta queste richiamano le forme di nidi, talvolta quelle di architetture e talvolta tratti somatici umani. Le sue creazioni possono aggrappate agli alberi, immerse in verdi prati, costudite all’interno di musei e persino fuoriuscire da edifici, assumendo così il carattere di architetture parassita. per comprendere pienamente la sua tecnica e il suo stile è necessario visionare i molti video che sono pubblicati sul suo sito ufficiale (www.stickwork.net). Queste riprese documentano l’intero lavoro dell’artista e testimoniano non solo la sua maestria, ma la raffinatezza della sua tecnica, un’unione di antichi saperi e di nuove esperienze. 221


Childhood Dreams Patrick Dougherty | 2007 | Phoenix, Arizona Childhood Dreams è senza dubbio l’opera più onirica dell’artista, una creazione che sembra uscita da un libro di Maurice Sendak. L’opera è costituita da tre sfere posizionate una accanto all’altra, dal diametro di circa 4 metri. La tecnica utilizzata per la loro realizzazione è sempre la medesima, un ossessivo intreccio di rami che dopo un lungo lavoro assicura una struttura dalle forme e dai volumi ben definiti. Le tre sfere sono dotate di porte e finestre, possono essere così esportare da chiunque. Stando a quanto narrano le persone che hanno avuto la fortuna di entrarci, queste presentano al loro interno una innaturale bassa temperatura, che assicura sollievo dal desertico clima dell’Arizona.

Around the Corner Patrick Dougherty | 2003 | University of Southern Indiana, IN Around the Corner è una creazione magica ed estremamente evocativa, in cui Dougherty ricrea dei veri e propri alloggi, e lo fa intrecciando tra loro rami e sterpaglie. Queste strutture naturali si appoggiano a degli alberi secolari, che diventano così pilastri solidissimi. questo è un’intervento di architettura naturale totale, dove ogni elemento si sposa con l’altro creando un’armonia perfetta. Patrick Dougherty e i suoi fedeli aiutanti ottengono queste installazioni solo ed esclusivamente intrecciando, torcendo ed incastrando i rami di salice tra loro senza l’ausilio di nessun elemento esterno. Esattamente com un piccolo uccello crea il suo nido l’artista crea le sue opere. Ricerca con minuziosa attenzione il materiale e poi lo assembla con con la sola abilità che ha maturato in anni di esperienza. Il risultato è una serie di cinque edifici, dotati di porte e finestre, ognuno di questi ha un diametro che varia da otto a dieci metri e un’altezza che supera i sette. 222


I PERCORSI Le diverse aree della strutture, diffuse su tutta il lotto di progetto necessiteranno di opportuni percorsi, e specifici passaggi che permetteranno il loro raggiungimento. Dei sentieri dovranno essere realizzati per permettere una facile fruibilità delle strutture, delle opere d'arte e di tutti gli spazi visti sino ad ora. Questi sentieri dovranno essere realizzati in modo tale da consentire il transito di : persone, disabili, biciclette e piccoli mezzi motorizzati.

Persone e disabili dovranno essere libere di girare per tutta l'area, guidate da questi sentieri da un opportuna segnalati. I percorsi indirizzeranno quindi i visitatori, e gli ospiti della struttura alla scoperta delle aree estreme e delle opere.

L'introduzione delle biciclette, all'interno della struttura, faciliterà notevolmente gli spostamenti dei visitatori e anche del personale interno, nonché dei creativi e dei viaggiatori.

Il personale e i creativi dovranno poter transitare con piccoli mezzi motorizzati attraverso l'area di progetto. tutti gli spazzi dovranno essere raggiunti comodamente e in totale sicurezza. I sentieri saranno realizzati in terra battuta, una tecnologia semplice e ad impatto praticamente nullo, questo permetterà la creazione di nuovi percorsi, costruiti ogni qualvolta dovesse essere inserita all'interno del parco una nuova struttura e una nuova opera d'arte. I percorsi non vanno quindi visti come una realtà statica, ma dinamica flessibile, questi subiranno dei cambiamenti ogni qualvolta l'attività creativa genererà dei nuovi manufatti che dsarnno inseriti nell'area di progetto. 140 cm

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la segnialetica la segnaletica che guiderĂ gli attori del servizio, e le didascalie che illustreranno i dati relativi alle opere saranno un elemento fondamentale alla buona fruizione del parco e quindi al raggiungimento delle strutture in esso contenute. Cartelli direzionali e pannelli illustrati dovranno quindi essere opportunamente posizionati lungo i percorsi e nei pressi delle opere. Si prevede che la segnalati del parco ria realizzata utilizzando, in linea con le altre scelte progettuali, materiali di recupero, e nello specifica cartellonistica stradale e da cantiere. Questi elementi saranno opportunamente modificati per non destare adito a fraintendimenti e per eseguire correttamente il loro compito direzionale. Anche la segnaletica potrĂ essere motivo di lavoro e spunto progettuale per chi decidessi di trascorrere del tempo all'interno della residenza.

Carmina Campus - "Transit chair"- 2010

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CAP. 08

STUDIO DELLA COMUNICAZIONE


INTRODUZIONE La comunicazione sarà uno degli elementi fondamentali della struttura, e dall'efficacia delle attività a questa correlate ne dipenderà il buon funzionamento dell'intera struttura. Lo spazio OVU sarà un luogo in cui più funzioni e aree si mischieranno, andando quindi ad interessare diversi utenti, anche molto differenti tra loro. La comunicazione dello spazio sarà introdotta in questo capitolo, cercando di definire diversi livelli di studio, avvicinassi a quello che potrebbe essere una sorta di piano strategico, che certamente per essere attuato richiederebbe un'analisi ed uno sviluppo più approfondito.

i livelli della comunicazione:

livello 0

studio del nome del logo

livello 1

comunicazione interna alla struttura, la segnaletica

livello 2

comunicazione urbana

livello 3

comunicazione web

livello 4 Ogni livello della comunicazione sarà dipendente dal precedente, e la totalità di questi rapprenderà la strategia di comunicativa della struttura. strategia, che per essere attuata, richiederebbe una analisi e uno studio molto approfondito da parte di professionisti del settore

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LIVELLO 0 studio del nome e del logo della struttura Il punto di partenza, da cui iniziare lo studio della comunicazione sarà la scelta di un nome e quindi lo studio di un logo. Questo livello sarà propedeutico a tutte le fase successive. La scelta di un nome adatto alla struttura ara quindi fondamentale, e da questa dipenderà la buona riuscita di tutte le strategie di marketing.

spazio ovu spazio perché la struttura non potrebbe essere definita altrimenti, sarà un luogo dove una residenza creativa si fonderà con una struttura ricettiva, ma anche con una attività agricola, degli spazi espositivi. Il progetto è quindi quello di uno spazio multifunzionale, e questo aspetto dovrà emergere sin del suo nome. OVU è la parola sarda per dire uovo. Uovo come elemento di nascita (in questo caso creativa) per eccellenza, come simbolo di diffusione e di crescita e di novità. Ma l'uovo è anche il l'elemento centrale dall'attività agricola ad oggi svolta nell'area di progetto. Qui si trova difatti una struttura che si occupa dell'allevamento di pulcini. spazio OVU avrà poi differenti declinazioni: residenza OVU Hotel OVU OVU bar agriturismo OVU skulpturpark OVU galleria OVU azienda agricola OVU OVU food

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IL LOGO

Il progetto del logo ha avuto come punto di partenza la definizione degli elementi fondamentali che al suo interno sarebbero dovuti essere presenti: la necessità di essere reso uno stencil: come vedremo nei livelli successivi della comunicazione il logo dovrà apparire in maniera molto massiccia sia all'interno della struttura nei centri urbani limitrofi l'area di progetto. La creazione di stencil diventa quindi una vera e propria necessità. la frammentazione della scritta: In relazione alla necessità di carré degli stencil, unito alla volontà di far trasparire tramite il logo la presenza di più funzioni all'interno della struttura si è deciso di frammentare il logoro, rendendo una sorta di collage di forme geometriche, che una volta unite, riescano a carre il nome. un po come avviene per la struttura vera e propria. l'assenza di un colore definito: Il logo avrà moltissime declinazioni, quelle elencate nelle pagine precedenti, e molte altra potrebbe averne in futuro. Per questa ragione si è scelto di non assegnare un unico colore, ma di ipotizzare infinite declinazioni. Spazio OVU, essendo il nome generico della struttura sarà invece rappresentato con un colore neutro, il nero o in alternativa il bianco

hotel

bar

galleria

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LIVELLO 1 comunicazione interna alla struttura, la segnaletica muraria La struttura sarà composta da molti ambienti, ognuno dei quali con una funzione specifica ben definita, per facilitare la fruizione e l'utilizzo di questi sarà utilizzata una comunicazione molto invasiva, che vestirà le patrie e gli oggetti dello spazio. una segnaletica verticale e orizzontale permetterà agli attori del servizio di identificare le diverse funzioni della aree, facilitando la vita all'interno dello spazio OVU. Questa scelta progettuale, assumerà un forte valore stilistico, che caratterizzerà tutto lo spazio, trasformandosi in un elemento ricorrente e molto riconoscibile. Se nella fase iniziale a "vestire" le pareti e gli oggetti, saranno principalmente delle scritte, in seguito all'attività creativa delle illustrazioni, dei graffiti e delle opere murarie aiuteranno ad identificare le funzioni dei differenti settori della struttura. Seguendo questo principio di comunicazione muraria anche le pareti esterne dei fabbricati preesistenti, i capannoni, saranno soggetti a questo operazioni, e quindi a un possibile intervento decorativo da parte di artisti, grafici e illustratori ospitati nella residenza. regalando così alle strutture una aspetto estetico interessante e soprattutto una importanza artistica.

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LIVELLO 2 La comunicazione urbana Le attività di comunicazione urbana, saranno svolte all'interno dei centri abitati limitrofi alla zona di progetto e avrà lo scopo di richiamare l'attenzione della comunità locale, attirandola verso lo spazio e soprattutto invitarla a partecipare alle molteplici attività svolte dalla Spazio OVU. Quatta comunicazione ha quindi l'obbiettivo di introdurre la struttura alle persone che abitano i comuni adiacenti ad essa, facendola gradualmente conoscere. Cagliari, poco distante dello spazio OVU sarà il luogo maggiormente interessato dalla comunicazione che seguirà due strade, una ordinaria di sponsorizzazione, attuata mediante manifesti, poster e locandina e una alternativa, di vera e propria guerriglia.

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LIVELLO 3 comunicazione web La comunicazione web, avrà come obbiettivo quello di far conoscere la struttura a persone non presenti sul territorio cagliaritano. Questa dovrà arrivare a colpire i diversi attori, infiltrandosi negli specifici canali di interesse. Il primo strumento sarà il sito web, un elemento essenziale, che avrà differenti funzioni: presentare la struttura, sponsorizzare la residenza, invitare i creativi a proporre della candidature, gestire le operazioni di booking per i turisti. Il sito web aiuterà a diffondere le attività svolte all'interno dello spazio, ed in particolare quelle scaturite dalle residenze, soddisfano così una delle esigenze emerse dallo studio del modello, ovvero la vetrina per gli artisti.

comunicazione della residenza: La residenza creativa sarà diffusa sul web grazie ai siti che si occupano di censire queste strutture. Sarà importante sfruttare spazi nazionali ed internazionali, per garantire una molti internazionale della struttura. www.artinresidence.it - www.resartis.org

La simbiosi, elle,enti cardine del modello e quindi anche del progetto, apporterà benefici anche alla parte comunicativa

comunicazione propria della residen za creativa: comunicazione ne propria della struttura ricettiva: La struttura ricettiva dovrà essere opportunamente sponsorizzata sui canali web dedicati, quindi quei siti dedicati al booking online normalmente utilizzati dall'utente tipo dello spazio OVU. fra tutti airbnb.com rappresenta il portale di booking online adatto. 235


LIVELLO 4 comunicazione virale BenchĂŠ imprevedibile, fondamentale sarĂ la comunicazione virale, quindi la diffusione sul web della creazioni della residenza, le quali porteranno benefici diretti all'attivitĂ creativa, e indiretti a quella ricettiva.

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bibliografia





webgrafia www.artinresidence.it www.artsrl.it www.ateliersulmare.it www.bancadatiartbox.it www.bevilacqualamasa.it www.boisbuchet.org www.designmuseum.org www.chinati.org www.fransmasereelcentrum.be www.gardnermuseum.org www.hotelmariakapel.nl www.inresidence.it www.levillematte.it www.mustarinda.fi www.nosadellidue.com www.progettodiogene.eu www.surrey.ca www.verbekefoundation.com www.viafarini.com www.wassaicproject.com www.woodstockguild.org www.yaddo.org www.wikipedia.com www.youtube.com www.archinfo.it www.flickr.com


articoli | ricerche

Huang Nickmatul, Strange Forces & Hidden Places, Singapore Magazine Roberta Sokolitz, Linear Energy- An Interview with Patrick Dougherty, Sculpture Magazine, March 2000 Edward Lebow, Patrick Dougherty, American Craft Magazine June/July 2005 Pat Summers, Itinerant Artist Patrick Dougherty, Sculpture Magazine, July/August 2005 Marcel Kalberer , L’architettura a salice, N°52 agosto 2007, Bioarchitettura Marcel Kalberer , L’architettura a salice, N°53 novembre 2007, Bioarchitettura Giuliano Mauri, Arte nella natura 1981-1993. Catalogo della mostra, Mazzotta, 1994, Lodi Nacho Carbonell, Diversity allo spazio Gianfranco Ferrè, 2010, Milano Triennale, Le città in/visibili, Electa, 2003, Milano ART srl, Analisi e Ricerche Territoriali, Formabiente scrl (Na), Fondazione Alario (Sa) - Percorso Formativo "Guide di Esperienze per un Parco Territoriale delle Emozioni” - 2005 Marcel Kalberer, SANFTE STRUKTUREN III, 1990 Marcel Kalberer, SANFTE STRUKTUREN V, 1996


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