la cucina
La cucina è una metafora della vita, perchè è il regno delle trasformazioni: in cucina il freddo si trasforma in caldo, il crudo in cotto, il duro in tenero, il secco in morbido, l’insipido in saporito. Elementi che da soli sarebbero cattivi e immangiabili come il pepe, il peperoncino e le spezie acquistano senso se usati nella giusta misura, rendendo gustose zuppe e minestroni. In cucina impariamo che ogni piatto risulta sempre diverso dagli altri, mentre i cibi prodotti industrialmente hanno sempre lo stesso sapore. Inoltre nessun piatto riesce sempre perfettamente e a ciò bisogna abituarsi, proprio come nella vita. Chiunque ha avuto a che fare coi bambini piccoli sa che i giochi acquistati nei negozi sono per loro molto meno interessanti della possibilità di stare in cucina a paciugare con farina, acqua, latte e uova. In cucina si impara a prendere le cose così come vengono e a cercare di fare meglio la prossima volta, imparando dai propri errori. Attorno ai fornelli si possono osservare le diverse caratteristiche di personalità: il preciso, il meticoloso, il creativo, l’ansioso, il tranquillo, l’egocentrico, lo sbadato... Il cibo ha un valore simbolico: noi ci nutriamo di cibi materiali, ma anche di affetti e di alimenti per lo spirito. Quasi tutte le religioni vietano alcuni cibi sempre o solo in certi giorni dell’anno e conferiscono valore di simbolo ad altri cibi assunti nell’ambito di cerimonie rituali. E’ molto importante il modo con cui viene offerto un alimento, il sentimento e la cura con cui viene preparato. E’ molto facile rendersi conto se un cibo è stato cucinato in modo sciatto e banale o, al contrario con cura e attenzione. Cucinare bene, come vivere bene, è un’arte. E qualche volta bisognerebbe dedicarsi un po’ di tempo per prepararsi con cura qualche buon piatto anche se nessuno li condividerà con noi. E in ogni caso, come diceva ironicamente Irene Frain:”Per quanto si sorvegli la vita come il latte sul fuoco, appena ti distrai un attimo, uscirà subito dallo stampo”. Dott. Giorgio Giorgi
Magna’ e dormi’ di Aldo Fabrizi So’ du’ vizietti, me diceva nonno, che mai nessuno te li po’ levà, perché so’ necessari pe’ campà sin dar momento che venimo ar monno.
Insomma, la magnata e la dormita, massimamente in una certa età, so’ l’uniche du’ gioie de la vita.
Er primo vizio provoca er seconno: er sonno mette fame e fa’ magnà, doppo magnato r’aripija sonno poi t’arzi, magni e torni a riposà.
La sola differenza è questa qui: che pure si ciài sonno pòi magnà, ma si ciài fame mica pòi dormì!
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“ La cucina è una bricconcella; spesso e volentieri fa disperare, ma dà anche piacere, perché quelle volte che riuscite o che avete superata una difficoltà, provate compiacimento e cantate vittoria.” Tratta dai Afforismi di Pellegrino Artusi
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Il turista
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