Wasted Beauty | Project

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Beauty



No one knows what that means, but it’s provocative Ognuno può portare avanti ipotesi più o meno fondate di quello che è il significato più profondo del termine bellezza ma vi sarà sempre un luogo, una persona, un oggetto, un trattato filosofico, un’opera di design che porteranno ad uno sconvolgimento delle certezze, e quindi delle definizioni, maturate in tale ambito fino a quel momento. La bellezza è bidirezionale: da un lato può affascinare e sedurre, dall’altro può elevare e salvare (Alberto Cavalli). E’ certo però che questa non può essere ingabbiata in una definizione enciclopedica così come ci ricorda Montesquieu. Nelle persone o nelle cose si riscontra, tal volta, un fascino invisibile, una grazia naturale, che non è stato possibile definire e che si è costretti a chiamare il ‘non so che’. Il brutto che non distinguiamo dal bello è il brutto seducente (Alberto Cavalli). Dalla radicata presenza di quest’ultimo può però nascere qualcosa che cambia i canoni e i parametri secondo i quali proviamo a definire la bellezza. A volte, infatti, dallo spaventoso, dal doloroso, dall’imprevedibile, dal traumatico, può nascere qualcosa di bello. Per questo progetto ci siamo lasciati ispirare dalla Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto e da Frida Kahlo. Nella prima opera, una immacolata copia della Venere Callipigia, sembra guardare con attenzione una montagna di stracci e contemporaneamente volge le spalle al pubblico. Vediamo quindi, oltre alle forme discordanti e allo stridere delle cromie, la contrapposizione tra ciò che è arte e ciò che per definizione non lo è. Questo discorso è strettamente legato a Frida Kahlo: l’artista fa della sua vita, arte. Fa dei traumi, dei dispiaceri, delle pene vissute, opere che colpiscono per la loro travolgente e drammatica froza lo spettatore. Trasforma in bellezza ciò che di più lontano da questa possa esserci. Per noi questa è wasted beauty, un tipo di bellezza che nasce dal contrasto e dal brutto, che spesso viene ignorata e sprecata perchè è proprio degli esseri umani definire bello solo ciò che è proporzionato, simmetrico, geometrico, perfetto o rassicurante. Da questi presupposti nasce un capospalla a girocollo da donna, lungo fino alla caviglia con le maniche ricoperte da rouches. Ognuna di queste verrà realizzata in denim o jersey (Sensitive Fabric). Il primo verrà manipolato in diversi modi (candeggio, tiedye, sfilato, frange) o ne verrà modificata la superficie attraverso l’utilizzo di vernici e resine. Al secondo tessuto scelto verrà invece conferito un aspetto estetico particolare con la tecnica della termonastratura. La parte superiore del capospalla, in Nylon Bomber, sarà unita tramite termonastratura con la restante parte in Nylon Kasia. Il cappuccio, con arricciatura sul davanti, è removibile. Il cappotto si potrà in fine allacciare in due diversi modi: o con la zip (nascosta da sormonto) posizionata nel centro davanti o con il bottone sulla spalla sinistra. Questa seconda possibilità di chiusura donerà al capo un effetto estetico di asimmetria.

Fornitori:

Denim: Candiani Denim Nylon: Ftr S.p.a, Limonta Sensitive Jersey: Eurojersey Termonastrature: SP PLAST Zip e bottoni: ZIP GDF S.p.a


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Sketches and flats


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Sample lavorazioni: Questi sono solo alcune delle lavorazioni, tra cui sfilati, tie dye e nastarture, che intendiamo usare per il nostro progetto. Molte delle lavorazioni sono incluse nei book materici che in questo momento sono sotto la visione di Candiani Denim


Corinne ozzi federica pastore Luigi vassallo


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