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L‘altra informazione ANNO 11 - N.10/2013 - 11 OTTOBRE Periodico di informazione del Fermano e del Civitanovese Distribuzione gratuita

Paura dell’altro?

Integrazione Il dramma di Lampedusa pone un interrogativo: quale accoglienza?

Come il nostro territorio vive il concetto di ospitalità 9 Il fatto

11 Ambiente

Due mostre per le nuove generazioni

Premiati i Comuni Ricicloni

12 Politica Maggioranze in fibrillazione

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19 Terra nostra 21 Cultura Referendum, Grandi eventi per i cittadini scelgono GialloMar(ch)e

26-27 Cartellone 30 Sport Montegranaro, Pallavolo, è grande musica campionati al via

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Inchiesta/Integrazione 11 ottobre 2013

Viviamo nell’”Italia degli italiani”, prigioniera di una mentalità razzista

Non passi lo Straniero di Daniele Maiani

A

volte nella nostra redazione sembra di essere capaci di sviluppare doti di preveggenza: quando due settimane fa ci siamo riuniti per affrontare i temi dell’inchiesta che saremmo andati a pubblicare, quasi per caso è uscito il tema dell’immigrazione e di come noi italiani percepivamo lo straniero. Tutto questo quanto mai profetico alla luce di quel dramma di Lampedusa che ha portato agli orrori della cronaca e avanti alle coscienze degli italiani e degli europei il dramma dell’immigrazione delle popolazioni africane. Viviamo in quella nazione che nel Ventennio, quello vero, veniva definita la portaerei protesa sul Mediterraneo. Una nave paradossalmente ferma e quanto mai ostica da occupare, la nostra Italia. Non l’hanno scalfita due guerre mondiali, il boom economico degli Anni Sessanta, l’Europa unita, l’euro, niente: l’Italia è degli italiani e basta, non c’è posto per nessun altro, questa è la mentalità. Noi possiamo andare all’estero se ci manca il lavoro, anzi,

facciamo di tutto per stare larghi, facendo ottusamente emigrare anche fior di cervelli pur di non avere gente tra i piedi. Ma se qualcuno o, come adesso, tanti spinti dalla necessità vengono da noi a cercare fortuna, diciamo eufemisticamente che non li accogliamo proprio a braccia aperte. I sapienti di turno dicono che questa propensione a respingere l’integrazione degli stranieri dipende dal fatto che ad esempio non abbiamo una tradizione coloniale come la Francia: in quel paese l’integrazione sarebbe stata, in un certo senso, facilitata dalla lunga frequentazione coloniale con i nordafricani. Ma si può obiettare: e allora la Germania che le colonie non le aveva? Come ha fatto ad integrare di tutto e di più dopo la guerra fino ai nostri giorni? Forse la risposta è tutta lì: la Germania, dopo la guerra, aveva da ricostruire tutto, da un punto di vista lavorativo c’era spazio e bisogno di e per tutti, come bene sanno anche gli italiani che là andavano (e tornano ad andare tutt’oggi) per fare fortuna. In Germania sono più furbi. Da noi la ricostruzione è andata diversamente, è

stata “cosa nostra” (magari con le due parole maiuscole…) anche questa, gli immigrati li avevamo “on board” al Sud, non ci servivano quelli di fuori. Noi eravamo e siamo quelli che “queste questioni ce le vediamo tra di noi” e ognuno che non sia italiano si faccia gli affari suoi. Una schizofrenia etica che fa pensare: da una parte la morale dell’accoglienza, della fratellanza che dovrebbe essere propria della quasi totalità della popolazione che, per riffa o per raffa, ha avuto una educazione di stampo cattolico; dall’altra, una indifferenza quasi glaciale se non manifestamente ostile, verso la fiumana di diseredati che agognano una vita almeno senza l’incubo della fame. Poi la crisi, che queste mostruosità morali le aumenta, ha fatto il resto tirando fuori il peggio di noi.

Ma questa è la Storia, per la quale la morale degli uomini di quel periodo e di questo è solo un “dato”. Ed è, la Storia, indifferente

all’urlo delle madri che perdono i figli sulla spiaggia di un’isola vacanziera perché la carretta del mare è andata a fuoco: sarà dimenticata presto, inghiottita dal silenzio che avvolge da sempre ogni morte. Anche quella delle nostre coscienze.

Nelle Marche nel 2012 i cittadini stranieri erano quasi 140 mila. In crescita le aziende guidate dagli immigrati

Una regione sempre più terra di immigrazione Nelle Marche è in crescita il numero degli immigrati. I dati Istat, presentati ad Ancona nel corso della conferenza nazionale sull’immigrazione, promossa dalla

Filctem (Federazione italiana lavoratori chimica tessile energia manifatture) Cgil, dicono che, al 31 dicembre 2012, in regione risiedevano 139.800 cittadini

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stranieri (16.681 nel Fermano, 33.621 nel Maceratese, 42.782 nell’Anconetano, 13.733 nell’Ascolano, 32.983 nel Pesarese e nell’Urbinate), pari al 9% del totale dei residenti. Una percentuale superiore alla media italiana che si attesta al 7,8%.

Nel 2012, i bambini nati da genitori stranieri sono stati 2.444, pari al 18,5% del totale. Gli immigrati presenti in regione provengono principalmente da Romania, Albania, Marocco, Macedonia, Cina, Ucraina, Polonia, Tunisia, Moldova, Pakistan (dati 2010).

Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, nell’anno scolastico 2011-2012, nelle aule marchigiane c’erano oltre 26 mila alunni con cittadinanza non italiana, che frequentano le varie scuole e rappresentano l’11,8% del totale degli alunni (la media italiana è dell’8,4%). In regione sono 29 le scuole a maggioranza straniera: 11 nella provincia di Macerata, 5 in quella di Ancona, 1 in quella di Pesaro e Urbino, 1 in quella di Ascoli Piceno.

Secondo un’indagine della Filctem Cgil, nel corso degli ultimi cinque anni (20082012), la crisi ha colpito in misura minore gli immigrati rispetto agli italiani. Infatti, se gli italiani occupati sono diminuiti di un milione di unità, gli occu-

pati comunitari ed extracomunitari sono aumentati di circa 300 mila lavoratori.

Per quanto riguarda le Marche, il 14,68% degli iscritti alla Filctem è straniero (+4% rispetto alla media nazionale). Di questi, due terzi sono occupati, la maggior parte (18,85%) nel settore calzaturiero e in quelli della gomma e della plastica (oltre il 30%).

Gli immigrati risultano sempre più occupati in lavori dequalificati, rischiosi ed in cui le condizioni lavorative, per l’85% di loro, risultano peggiorate. Il 12,1% degli stranieri fa notare la crescita del lavoro irregolare e il 12,8% punta il dito contro la riduzione dei diritti. Gli ultimi dati a disposizione dicono che circa il 12% del Pil (Prodotto interno lordo) marchigiano deriva dal lavoro degli stranieri.

Nelle industrie e nelle imprese in cui lavorano gli immigrati non sono solo dipendenti. Nel Fermano sono 1.677 le imprese guidate da stranieri. A farla da padrone sono i settori manifatturiero, minerario e dell’energia (499 imprese), seguiti da costruzioni (453), commercio (439), turismo (97), servizi alle imprese (71), agricoltura (57), altri settori (33), trasporti e spedizioni (24), assicurazioni e credito (4). (Dati InfoCamere)

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Situazione attuale nel Fermano - dati InfoCamere

Inchiesta/Integrazione 11 ottobre 2013

Gli extracomunitari che si stabiliscono in zona per lavoro sono il 15% della popolazione

L’integrazione a Pedaso non è periferica e parte dalla scuola di Serena Murri

Quando si parla di insediamenti di extracomunitari subito la mente va ad un luogo preciso. A Pedaso, probabilmente con la stessa velocità con la quale gli è stato attribuito l’appellativo di “Pedaso Due”, si pensa alla nuova area residenziale edificata nell’ultimo decennio verso ovest, lungo la Valdaso di Campofilone, comprensiva di due aree territoriali lottizzate pensate per circa mille e duecento abitanti. “Diciamo che Pedaso Due – precisa il sindaco, Barbara Toce – è un nome coniato erroneamente e non proprio condivisibile perché è Pedaso a tutti gli effetti e non è poi così lontana dal centro. Una zona in espansione che, come da progetto, vedrà ancora tanti cambiamenti, anche grazie al cantiere della provinciale che darà una nuova connotazione alla zona con una viabilità e un’accessibilità diverse”.

Territorialmente parlando, la superficie del comune ai piedi del fiume Aso non supera i tre chilometri quadrati e, contrariamente a come si potrebbe pensare, non ci sono quartieri periferici e anzi molti degli extracomunitari hanno preso la residenza nelle vicinanze del centro, dove le case sono più vecchie e gli affitti più bassi. Per quelle famiglie con figli che si sono ormai naturalizzate sono state rilasciate diverse cittadinanze e ormai fanno parte integrante della società, nonostante siano ancora

diverse le famiglie ai margini che, avendo perso il lavoro, hanno cominciato a rimandare a casa i familiari.

A svolgere un ruolo decisivo sono i corsi di italiano per stranieri che favoriscono la mediazione linguistica per aiutare e supportare i genitori dei bambini che iniziano ad andare a scuola. L’integrazione, infatti, passa sempre per la scuola che spesso rappresenta lo step vero e proprio verso la socializzazione anche per gli adulti, soprattutto al momento dell’iscrizione dei bambini alla scuola materna o elementare. La conoscenza della lingua è il primo vero scoglio da superare per sentirsi parte di una comunità e confrontarsi con la nuova realtà. A partire dal 14 ottobre, presso l’oratorio parrocchiale, si svolgerà un corso di italiano per stranieri per il terzo anno consecutivo. Le lezioni sono organizzate dalla Caritas e tenute da insegnanti in pensione che prestano il loro tempo come volontari. Il gruppo accoglie circa quindici persone di nazionalità soprattutto albanese, ucraina e marocchina (provenienti anche da paesi limitrofi come Campofilone e Montefiore dell’Aso), che gli insegnanti seguiranno e assisteranno durante il percorso di apprendimento, fornendo anche il materiale didattico.

Sebbene la percentuale di extracomunitari a Pedaso risulti inferiore rispetto ad altri comuni limitrofi, considerando che le possibilità lavorative nei piccoli centri sono chiaramente più limitate, di tanto in tanto vengono rilasciati

certificati di cittadinanza per coloro che sono residenti da almeno dieci anni (in tutto undici certificati nel 2013; tre nel 2012; 1 nel 2011; dieci nel 2010; cinque nel 2009).

Basandosi invece sul calcolo di tutta la popolazione residente (inclusi gli stranieri), gli extracomunitari rappresentano il 15% della popolazione (2.843 il dato attuale), percentuale che è cresciuta del 10% negli ultimi otto anni.

Stando ai dati in nostro possesso, a partire dal 2004, si è rivelato un dato in crescita, fino al 2011. Ha subito una leggera flessione nel 2012 con un parziale contro-esodo, per coloro che sono tornati in patria a causa della perdita del lavoro dovuta alla crisi dell’edilizia, che come si sa è il settore in cui vengono impiegati nella stragrande maggioranza dei casi.

Integrazione degli studenti stranieri: la voce dei dirigenti scolastici civitanovesi

Istruire oggi per costruire il domani Li vedi camminare in gruppetti o alla spicciolata sui marciapiedi, la mattina presto, i bambini che vanno nelle nostre scuole oggi non hanno più solo i colori degli zaini diversi, ma anche quello della pelle, al pari di occhi, lingua d’origine, costumi e tradizioni, che si ritrovano sempre più mescolati in quel laboratorio della società di domani che è la scuola pubblica. È in tale contesto che opera Daniela Boccanera, dirigente scolastico del Circolo Didattico “Via Regina Elena” di Civitanova, costituito dall’omonima scuola primaria e dalla scuola secondaria di primo grado “L. Pirandello”. “A Porto Recanati, dove lavoravo, – afferma la preside – la presenza di alunni stranieri era ben maggiore. Ma anche qui, la questione è ormai rilevante.

Per questo, adottiamo un protocollo d’accoglienza con una valutazione linguistica degli alunni stranieri, in base a cui sono collocati nelle classi, senza dimenticare il criterio dell’età. Attiviamo, inoltre, laboratori di facilitazione linguistica con un docente ad hoc e, qualora vi sia bisogno, ci rivolgiamo, tramite il Comune, alle cooperative. Per affrontare la questione servono risorse. La scuola da sola non ce la può fare”.

E qui veniamo alle note dolenti, che vanno oltre il contesto scolastico, come spiega

Boccanera: “Spesso questi alunni, tornati a casa, non parlano italiano in famiglia. Un altro problema è che spesso portano via i ragazzini per 3 o 4 mesi e poi chiedono di farli riammettere come se nulla fosse. Nel momento in cui il bambino diventa alunno, cambia lo status e ciò comporta diritti e doveri, che devono essere accettati. L’integrazione è possibile, purché si faccia senza ideologismi: se da un lato è giusto accogliere, dall’altro non si può pretendere senza adeguarsi”.

La situazione cambia salendo nel livello d’istruzione, laddove il fenomeno presenta caratteristiche diverse, meno legate alle barriere linguistiche, ma proprio per questo più sfumate e complesse. “Qui la presenza di studenti stranieri – dice Pierluigi Ansovini, dirigente dell’Istituto d’Istruzione Superiore “Leonardo da Vinci”, che accorpa i licei scientifico, classico e linguistico di Civitanova – si attesta al 5% e, tranne qualche caso, si tratta di seconde generazioni, ovvero di ragazzi nati in Italia da genitori stranieri o con anni di scolarizzazione in questo Paese. La loro conoscenza linguistica è grosso modo al livello degli italiani, almeno per la capacità comunicativa, mentre, rispetto alla conoscenza disciplinare, cioè di codici specifici delle materie, ci sono ancora dei gap. Tuttavia, a questo livello, il problema principale è culturale. Mi riferisco al senso di disorientamento, nel trovarsi sospesi tra due culture parallele”.

“Un altro aspetto rilevante – continua Ansovini – è che la percentuale di insuccesso scolastico è molto più alta negli alunni stranieri: questo ci deve far riflettere sulla necessità di percorsi didattici più flessibili (curriculi interculturali, ndr), in modo da non sciupare potenzialità spesso ‘sfocate’ rispetto agli obiettivi scolastici.

E per far ciò non bastano i corsi L2 che organizziamo con i 700 euro del Ministero, né quadri normativi che pensano solo

ad un’accoglienza passiva, senza curarsi del dopo, della parte costruttiva e attiva dell’integrazione. Per questo servirebbero più risorse, strutture ed operatori”. E alla fine si torna sempre lì, alle braccia e ai

mattoni necessari per costruire la società di domani, simile ad una Torre di Babele che, senza le giuste fondamenta, rischierà di crollare su se stessa.

Simone Accattoli

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Inchiesta/Integrazione 11 ottobre 2013

Il disagio abitativo dei migranti si traduce in non-integrazione

Cercasi ‘tetto sopra la testa’ di Federica Balestrini

Uno fra i tanti problemi particolarmente avvertiti dalla popolazione straniera è quello facente capo alla condizione e sistemazione abitativa. L’abitazione rappresenta un chiaro indicatore del livello d’integrazione all’interno di una comunità e, al contempo, uno strumento decisivo per la partecipazione degli individui alla vita della società stessa. Del resto, per gli stranieri, l’accesso ad un alloggio adeguato rappresenta una necessità imprescindibile, poiché il rinnovo del permesso di soggiorno e gli eventuali ricongiungimenti familiari dipendono, oltre che dal reddito, proprio dalla disponibilità di un’abitazione stabile. Proprio perché la casa gioca un ruolo chiave nel determinare la regolarità del migrante, in quanto garanzia di diritti sociali, la Comunità residente nella Provincia di Fermo come risponde? Quali gli atteggiamenti collettivi? Quali le politiche abitative?

“L’80 % dei contratti immobiliari stipulati dall’ASPPI (Associazione Sindacale dei Piccoli Proprietari Immobiliari) ogni anno nella Provincia di Fermo sono rivolti agli stranieri, per lo più a Cinesi e Nord Africani”, ha spiegato l’avvocato Sandro Serena, presidente Asppi regionale.

“Da noi non esiste pregiudizio e questo vale anche per i

proprietari. I problemi nascono in particolar modo quando l’affittuario si trova a vivere una situazione di morosità e soprattutto quando gli stranieri arrecano danni all’abitazione occupata, in seguito a comportamenti legati alla propria cultura. Tutto ciò accade, però, a causa di una mancata coscienza della mano pubblica ad intervenire a favore dei proprietari. Ancor oggi la tassazione per gli affittuari è troppo elevata ed il cittadino ha difficoltà ad investire in immobili per il semplice motivo che si crea un fenomeno singolare: il fisco pretende che il locatore prosegua a pagare le tasse anche in presenza del mancato incasso dei canoni e quindi le uscite sono superiori agli incassi”.

“Proprio per questo motivo – prosegue Serena – è necessario che venga predisposto un piano nazionale per aiutare l’affitto con misure che contrastino il disagio fornendo una garanzia reale ed una revisione della fiscalità sulle locazioni, promuovendo la stipula di contratti a canone concordato. Fare cassa sui piccoli proprietari immobiliari, già penalizzati dalla ‘cedolare secca’ del precedente Governo (conveniente solo per chi ha un reddito annuo superiore ai 30 mila euro), significa impoverire le famiglie e frenare gli investimenti sugli immobili, già ora decisamente scarsi”.

La stessa proposta di ridurre dal 15% al 5% la detrazione

forfettaria sugli affitti destinata alla manutenzioni degli immobili, contenuta nel Disegno di legge sul mercato del lavoro, rende concreto il rischio di un peggioramento della qualità del patrimonio edilizio, della sicurezza delle abitazioni e della vivibilità delle città con ripercussioni sull’andamento dell’economia, in particolare in un settore già critico come quello dell’edilizia. La situazione diviene ancor più disastrosa quando si aggiungono gli innumerevoli casi di affitti in nero a stranieri e non solo, che comportano inevitabilmente situazioni di sovraffollamento e convivenze di più nuclei familiari. Il disagio abitativo dei migranti si traduce così in non-integrazione, esclusione. Viceversa, integrazione abitativa significa vedere riconosciuta la possibilità di vivere nelle tipologie standard della popolazione locale e soprattutto poter godere di pari diritti sociali (l’accesso all’edilizia sociale).

“La difficoltà o l’impossibilità di accedere a un alloggio adeguato non dipende soltanto dalla mancanza di risorse economiche sufficienti”, ha concluso il Presidente dell’Asppi Marche. “È un problema che coinvolge anche le politiche sociali e le istituzioni. L’integrazione richiede uguaglianza politica e di diritto: un sistema legislativo non discriminatorio, equo. Non risolvere il problema in modo istituzionale, dall’alto, significa contribuire ad alimentare quell’emergenza-immigrazione oggi così temuta”.

La figura di Papa Francesco vista da Don Sebastiano Serafini

Con gli occhi di chi viene da lontano di Andrea Braconi

“Preghiamo Dio per le vittime del tragico naufragio a largo di Lampedusa”. È il tweet di Papa Francesco a distanza di poche ore dalla morte di centinaia di cittadini partiti dalle coste del nord Africa. L’ennesimo

dramma consumatosi in quel Mediterraneo che, tra ipocrisia e propaganda, da mare si è trasformato in cimitero.

Un Papa così dirompente da un punto di vista mediatico che viene spontaneo chiedere ad un parroco una riflessione. Perché con i migranti Don Sebastino Serafini discute

ogni giorno. Ne conosce le radici, le aspirazioni e le paure. Li incontra anche nella sua chiesa, nel quartiere di San Tommaso, adiacente a quella Lido Tre Archi di cui ti ricordi sempre e soltanto per fatti di violenza tra stranieri, e mai (o quasi) per quella moltitudine di storie che si incrociano.

“Pensiamo che tutti debbano muoversi come vogliamo noi europei, ma questo Papa ci pone di fronte ad una novità: guardare il mondo con gli occhi di chi viene da lontano. Ecco, bisogna guardare il centro dalle periferie, mentre noi continuiamo a guardare le periferie dal centro.

Ma oggi, o queste realtà si incrociano, si conoscono, oppure continua a generarsi un conflitto”.

Da Bergoglio sono arrivate riflessioni piuttosto forti, come quella di ospitare i migranti negli spazi non utilizzati alla Chiesa.

“Purtroppo la Chiesa non era più riuscita a livello di comunicazione o di freschezza nel linguaggio a scuotere le coscienze. Francesco, invece, è capace di tradurre quello che la Chiesa ha sempre professato. E’ un Pontefice che riesce a creare attenzione e questa può diventare una grande opportunità per dialogare su certi temi. Per la Chiesa la questione immigrati è stata sempre al centro del dibattito: ricordo un mio professore che diceva che la morale di una persona si misura in base al suo rapporto con uno straniero, il concetto di ospitalità verso chi non può darti nulla. Da sempre vediamo persone che si staccano dalla loro terra per i più svariati motivi ma continuiamo ad interpretare la loro presenza come una sorta di invasione, quasi mai come la storia di chi è costretto a fuggire, di chi soffre, di chi lascia la propria famiglia, che sale a bordo di barche precarie per cercare la libertà”.

E quale scatto in avanti dovrebbe fare la Chiesa? “Deve ripensarsi, essere ancora più ospitale, anche riconfigurando le sue proprietà e mettendole a disposizione dell’accoglienza: sono temi importantissimi e la forza di Francesco è proprio

questa. Lui non dice nulla di nuovo, ma lo dice in maniera nuova. Ratzinger, che ho sempre stimato, comunicava con i libri, parlava ai preti. Francesco parla ai preti ed al popolo. E fa riflettere”.

Da ‘operatore’ in una realtà articolata come Lido Tre Archi, cosa andrebbe fatto per migliorare la comunicazione tra culture diverse? “Partiamo dicendo che in una situazione come quella attuale, dove manca il lavoro per tutti, le condizioni sono completamente diverse rispetto al recente passato. Sotto il profilo più strettamente sociale, ho sempre sostenuto che manca un’azione seria nel permettere a queste culture di potersi esprimere. O vengono etichettate, o utilizzate per campagne propagandistiche ed avvenimenti vari, ma continuano a mancare le condizioni di dialogo, di conoscenza, di reciprocità, che rappresentano comunque fatica, fatica vera, per tutti, a partire dalle istituzioni”.

Ma cos’è la cultura dell’altro?

“E’ apertura. Ma nel momento in cui io non ho radici, l’altro per me diventa un ostacolo. Occorre invece condividere ciò che ci accomuna, come la vita, la morte, la sofferenza, la felicità. Occorre chiedersi ad esempio: cosa significa per un africano la felicità? Qual è il suo rapporto con il tempo? Questi aspetti o diventano uno stimolo per capire, oppure sono un problema spesso irrisolvibile. Ed il passaggio cruciale è far diventare l’Italia un Paese dove coesistono tutte queste culture, così diverse ma così suggestive”.

E’ interessante questa riflessione su cosa pensa o fa l’altro, sulla gestione del tempo.

Sono elementi che non emergono mai nel dibattito pubblico. “Io parlo con gli stranieri che vengono in chiesa, discutiamo di tutto, anche del rapporto uomo/donna. La questione è: o continuiamo a vivere con quello spirito colonialistico, ieri con le invasioni, oggi con la sopraffazione delle altre culture, oppure dobbiamo imparare a comprendere che esiste qualcosa di diverso da noi. E dobbiamo farlo subito”.

Inchiesta/Integrazione 11 ottobre 2013

Il ruolo (e le scelte) di Redattore Sociale in un’informazione che cambia

Parole che salgono, parole che scendono di Andrea Braconi

Con Stefano Trasatti, direttore dell’agenzia Redattore Sociale, riusciamo a sentirci durante gli ultimi preparativi de “L’orgoglio e i pregiudizi. Per un’informazione rispettosa delle persone LGBT”, quattro seminari di formazione per giornalisti sui temi del genere e dell’orientamento sessuale, dislocati dal 15 al 22 ottobre tra Milano, Roma, Napoli e Palermo. E considerato l’oggetto dell’iniziativa, viene da sé discutere sui codici comunicativi legati alla discriminazione, in particolare quella nei confronti dei migranti.

“Dopo vent’anni di esperienza, devo dire che ci sono stati molti passi in avanti, anche se certe parole continuiamo a leggerle. Ma quella parola, ‘clandestino’... beh, il suo borsino è molto in ribasso, mentre quello di ‘migrante’ è in rialzo”.

E questo è un fatto positivo rispetto al quadro che veniva tracciato meno di cinque anni fa.

“Assolutamente sì, se pensiamo che nel 2009 con il Pacchetto Sicurezza la parola clandestino è entrata nella politica ed è stata usata strumentalmente, anche se non esiste alcun passaggio che parli di reato di clandestinità. E’ una volgarizzazione, ma in quel periodo la politica aveva fatto in modo che si parlasse solo come se clandestino fosse sinonimo di migrante o immigrato. E’ stato proprio

usato in modo scientifico, i media hanno seguito di pari passo questo linguaggio, come avviene ad esempio oggi per ‘larghe intese’, che si utilizza anche nei bar.

Quindi, a forza di ripetere immigrato = clandestino, clandestino = delinquente, l’immigrato diventa delinquente. Tanto che noi, come agenzia, abbiamo fatto la scelta di eliminare la parola clandestino dai nostri notiziari”.

Un gesto che aveva colpito gli addetti ai lavori. E non solo.

“A distanza di quattro anni, oggi quella scelta la faremmo lo stesso, ma in maniera meno eclatante considerato che il clima è molto diverso. Non faremmo un’azione come quella che aveva fatto molto discutere, ma poi altri, negli anni, hanno seguito quell’esempio. L’avevamo fatta perché c’era quel clima, ma oggi è diverso e non ci sarebbe la necessità di enfatizzarlo. Faccio un esempio: quando il Papa è andato a Lampedusa i giornali si sono adeguati al linguaggio che veniva usato in quei giorni, la parola clandestino non è apparsa anche se il Papa era andato a gettare fiori nell’acqua dove muoiono, appunto, i ‘clandestini’. Riguardo agli ultimi morti, ad esempio, sui giornali e sui siti di qualità non si è abusato di quel termine. Anche il termine ‘vu cumprà’, dopo che c’è stata la strage a Firenze nel 2011, ha innescato un dibattito. Pensiamo alla parola ‘femminicidio’ e a quello che ha generato rispetto ad un tema che

veniva, dopo decenni, ancora catalogato come delitto passionale, raptus di gelosia, follia della gelosia e così via. Poi abbiamo ‘negro’, che veniva usato dispregiativamente, ma l’uscita della Kyenge ha legittimato la parola ‘nero’, portando l’attenzione sul fatto che dire ‘di colore’ non ha senso perché di matrice biancocentrica”.

Possiamo dire che le condizioni mutano anche per la presenza di nuovi strumenti di comunicazione legati alla rete?

“La rete ha fatto circolare molto di più l’informazione, e non molta più informazione. Circola sui social e tanti altri ambiti, in bene ed in male. In bene facendo sì che ci sia una civiltà del linguaggio un po’ più forte, in male perché troviamo di tutto, soprattutto commenti dove permane una refrattarietà, una volgarità ancora

Tasso di crescita naturale e migratorio della popolazione straniera residente. Anno 2012 - Fonte ISTAT

fortissima, quasi sempre nascosta dietro l’anonimato. Dipende da quanto questo flusso di cosiddetti commenti si deve prendere sul serio per misurare quanto cresce la civiltà giornalistica. Io preferisco guardare ai fatti, cioè al modo in cui i giornalisti si comportano quando trattano questi argomenti. In questo senso dico che è cresciuta molto la qualità e sono uscite parecchie iniziative come le Carte di Roma, di Trieste e di Palermo. Adesso facciamo questi quattro seminari sulle persone LGBT, anche questi incentrati sulle parole e finanziati dal Governo. Ecco, il settore pubblico sta facendo iniziative concrete, la crescita è evidente e qualche risultato viene favorito anche da un giornalismo che si sta rinnovando, con conoscenze ed approcci più moderni”.

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PRIMITEMPI Aumenta Un esempio di ecumenismo e di dialogo da imitare

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Fermo: a San Pietro risuonano i riti ortodossi Una chiesa storica di Fermo, una delle più antiche, dall’austero portale medioevale di incomparabile bellezza, non accoglie più da qualche tempo le messe e le celebrazioni della Chiesa cattolica, ma risuona dei canti austeri e pieni di spiritualità delle celebrazioni del rito ortodosso degli emigranti romeni o dei neofiti italiani. Il tutto grazie ad una meravigliosa intesa ecumenica della Diocesi fermana che ha permesso alla numerosa comunità ortodossa rumena di avere un luogo di culto dove poter celebrare il proprio Credo. Siamo andati a trovarli a San Pietro, in una gelida e piovosa domenica di settembre, nel pomeriggio. Prima della Messa ci ha accolto il sacerdote ortodosso, un uomo che ha stampata sul viso la bontà: traspariva la gioia per aver trovato una casa per lo spirito dei suoi fedeli. Ci ha parlato di esempio di ecumenismo e di dialogo, ci ha detto che Dio è unico e che ogni uomo può vederlo da una differente angolazione: come chi sale su una montagna, guarda la vetta e la vede diversa a seconda del sentiero che percorre, ma la vetta rimane sempre una ed è quella che tutti vedono.

Parole ispirate dal senso di amore e pace che pervadeva tutto, mentre le icone poste sull’altare guardavano severe la chiesa che, pian piano, si riempiva e il brusio dei fedeli suonava tanto diverso da quello di noi italiani. Si respirava solennità e pace interiore senza che nulla fosse apparentemente successo. E dentro di me svaniva il piccolo fastidio che in quella chiesa, da piccolo, ero andato, qualche volta, alla Messa con mio padre e ora quasi mi pareva di non poterla più sentire come parte dei miei ricordi, perché altri lì celebravano i loro culti. Era come una Memoria violata. Ma è stato un attimo: tutto, impercettibilmente, gioiosamente, era tornato in ordine.

Daniele Maiani

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News/Leg@lmente 11 ottobre 2013

Con l’inizio del nuovo anno scolastico, nella provincia di Fermo prende avvio Leg@lmente, il progetto promosso dalle associazioni ApertaMente (capofila), Isonomia, Blow Up, Sol Si Fa, On the Road e rivolto alle scuole superiori, che vede coinvolte diverse realtà del territorio.

Sul Corriere News si potranno seguire le varie fasi del progetto, che sarà articolato in laboratori con l’obiettivo di promuovere, fra le giovani generazioni, la cultura della legalità con riferimento ai principi e ai valori che regolano la convivenza non violenta e la cittadinanza attiva.

In questo numero sono presentate le associazioni che hanno dato vita al progetto.

ApertaMente “L’Associazione culturale ApertaMente – spiega il presidente Alberto Di Blasio – è nata a Moresco nel 2009 per mettere al centro della vita locale dei territori e dell’iniziativa sociale il valore dei giovani che si riconoscono nei principi di libertà, uguaglianza, giustizia, solidarietà, legalità, pari opportunità, pace e tutela dell’ambiente. La crescita personale e l’integrazione delle nuove generazioni su queste tematiche rappresentano le sfide decisive per garantire la qualità sociale soprattutto nei territori periferici, tanto più se tale integrazione avviene attorno a progetti culturali concernenti tematiche rilevanti. Le progettualità nate in seno alla nostra associazione hanno permesso di valorizzare l’impegno sociale dei più giovani, consentendo il necessario salto di qualità delle politiche sociali e giovanili del territorio e superando in modo definitivo occasionalità e limitatezza territoriale delle proposte. Tale promozione sociale è stata attuata nel corso degli anni attraverso attività, iniziative, eventi e progetti il cui punto di partenza e di approdo degli stessi sono stati il coinvolgimento dei giovani. Le attività organizzate sono state occasione di riflessione su temi importanti, ma anche occasioni di incontro e di confronto che hanno favorito la partecipazione dei giovani a nuove iniziative culturali, stimolando gli stessi a creare ed esprimere la loro opinione su temi sociali che interessano il territorio in cui vivono. ApertaMente, oltre ad essere iscritta nell’elenco regionale delle associazioni giovanili e all’albo regionale delle associazioni di promozione sociale, è componente del Tavolo Provinciale per la Legalità”.

Quali sono le principali iniziative organizzate dall’associazione?

“Tutte le iniziative organizzate a partire dal 2009 hanno avuto finalità educative/formative volte a promuovere temi, spazi e luoghi di incontro e di aggregazione giovanile. La prima iniziativa organizzata dai giovani di ApertaMente ha riguardato il tema dell’educazione alla legalità e ha visto come ospite il Giudice Giuseppe Ayala. L’incontro, dal titolo ‘Vivere la Costituzione. Vivere da Cittadini’, si è tenuto a Monterubbiano nel maggio 2009, ha coinvolto i ragazzi delle scuole medie della Vallata dell’Aso ed è stato finalizzato a sviluppare e diffondere la cultura della legalità e della cittadinanza, consapevoli che la partecipazione alla vita civile si costruisce attraverso un percorso di assunzione di conoscenze e responsabilità, a partire da uno studio attivo della Costituzione.

Questa prima iniziativa fondativa ha certamente fatto da precursore al progetto ‘Leg@lmente’ che Apertamente si appresta a realizzare per gli studenti delle scuole medie superiori della provincia di Fermo che hanno aderito al progetto”.

Alberto Di Blasio

il Dipartimento della Gioventù ‘I giovani C’ENTRANO’ e dell’avviso pubblico ‘A Scuola di Convinvenza’. Il Progetto Leg@lmente propone lo sviluppo di percorsi di analisi sui temi dell’educazione alla legalità e alla lettura dei media, con il fine di aumentare nei giovani la capacità di spirito critico e di produrre una nuova coscienza civile e democratica. Attraverso il progetto si punterà a rieducare i giovani ai valori costituzionali concentrando in primis l’attenzione sui media, i ‘non luoghi’ in cui essi formano in larga parte la loro coscienza e il loro ‘patrimonio culturale’, intesi soprattutto come veicoli di modelli di riferimento che trasmettono nuovi modi di avvicinarsi e interpretare la realtà”.

Come si è sviluppata l’attività dell’associazione nel corso del tempo?

“Nel 2010 ApertaMente ha ideato il progetto ‘La Strada siamo Noi’, realizzando un videoclip sull’educazione stradale, i cui protagonisti erano i giovanissimi soci dell’associazione. Tale progetto è nato dall’esigenza di attivare, fin dalla giovane età, una conoscenza dei principi della sicurezza stradale, con particolare riguardo alle norme di comportamento dei giovani utenti della strada, stimolando la curiosità per le principali regole attraverso l’utilizzo di strumenti multimediali. Durante tale periodo i giovani di ApertaMente, insieme ad altri coetanei, hanno realizzato le riprese per il videoclip musicale ‘La Strada siamo Noi’, trasformando in video le loro idee sulla sicurezza stradale, quale concreta azione di comunicazione per sensibilizzare coetanei e giovanissimi ad una guida più sicura e consapevole. Il video, caricato su YouTube e divulgato attraverso i social network, è diventato un importante strumento di sensibilizzazione alla sicurezza stradale giovanile. Sempre ‘La Strada siamo Noi’ è stato segnalato dall’Anci Nazionale nella rivista del dicembre 2012 come buona prassi dei piccoli comuni”.

Dal 2011 il percorso dell’associazione si è fatto particolarmente intenso.

“Il 28 novembre 2011 ApertaMente ha partecipato, in collaborazione con il Comune di Monterubbiano, all’organizzazione dell’incontro con Salvatore Borsellino e le Scuole dell’Istituto Scolastico Comprensivo. Da maggio 2012 l’associazione collabora con l’Unione Comuni della Valdaso e con altre associazioni culturali e pro loco locali all’ ‘Ecomuseo della Valle dell’Aso’ : il progetto ha come finalità la promozione attraverso le associazioni culturali locali del sistema dei beni culturali della Valdaso. Nel giugno 2012 è stato presentato un progetto in collaborazione con la Commissione Regionale Pari Opportunita: ‘Il mio canto libero’, un video/documentario realizzato dalla Commissione avente ad oggetto la discriminazione di genere e la disabilità, volto a sensibilizzare le nuove generazioni sui temi della disabilità. I ragazzi dell’associazione culturale hanno partecipato alle riprese del video/documentario”.

Arriviamo ad oggi.

“Ora ci apprestiamo a lavorare su un progetto più grande e certamente più ambizioso degli altri, che vedrà protagonisti gli studenti dell’ITCG ‘Carducci – Galilei’, dell’IPSIA ‘O. Ricci’ e dell’ITIS ‘Montani’. Il progetto ‘Legalmente’ è stato approvato dalla Regione Marche - Politiche Giovanili nell’ambito dell’accordo tra la Regione e

Chi sono i destinatari del progetto?

“Il progetto è rivolto agli studenti delle scuole superiori, perché la Scuola, nel suo insieme, è il volano della Legalità, è il luogo dove il futuro cittadino impara a crescere, protetto dal dispiegamento di tutte le sinergie di cui la collettività dispone, non solo come momento importante della vita di ognuno di noi, ma soprattutto come il luogo istituzionale in cui, per la prima volta, ci si incontra e confronta con gli altri, imparando a rispettare le norme comportamentali e ad avere una precisa condotta. Per queste ragioni per gli Istituti Scolastici Provinciali in cui si andranno a svolgere le attività formativo/laboratoriali non si tratterà soltanto di aderire ad un progetto, ma di costruire un percorso educativo che investa l’intera Istituzione Scolastica e i docenti di tutte le aree disciplinari che dovranno, a questo scopo, ricercare e valorizzare i contenuti, le metodologie e le forme di relazione e valutazione degli apprendimenti. La logica è quella della ‘trasversalità’ che coinvolge tutte le discipline e le attività attraverso le quali la scuola persegue i suoi obiettivi”.

Come sarà organizzato il progetto?

“Leg@lmente prevede l’organizzazione di laboratori multimediali. Ogni laboratorio, della durata di 12 ore, si svolgerà in orario scolastico in quanto non deve essere considerato in un’ottica di separazione ma piuttosto di integrazione rispetto al normale curricolo didattico e formativo della Scuola. Il primo passo sarà quello di fornire ai giovani strumenti di decodifica dei messaggi mediatici grazie all’utilizzo di materiali audiovisivi, telecamere e programmi di montaggio con i quali i formatori mostreranno in classe come vengono ‘costruiti’ gli stessi messaggi, sperimentando con gli studenti le tecniche di ripresa e di montaggio che stanno alla base del condizionamento. In una seconda fase gli studenti saranno guidati ad applicare metodi e nozioni apprese per analizzare notizie e informazioni sulla giustizia e la legalità, imparando a filtrare ogni dato con spirito critico. Al messaggio mediatico verrà poi contrapposta l’informazione reale e saranno analizzate le storie di alcuni personaggi simbolo che hanno fatto della legalità il proprio spirito guida e della difesa della legalità la propria missione. Nella terza e ultima fase i ragazzi analizzeranno l’importanza del loro ruolo nella società e di quanto le loro azioni e le loro scelte possano influire sul prossimo e sull’intera comunità. Anche in questo caso si sceglierà una modalità di tipo attivo che si concluderà con la produzione di una sceneggiatura, di un video e/o di uno spot che saranno il risultato della ricerca e della riflessione in classe. Stante la presenza all’interno del partenariato dell’Associazione On the Road, alcuni laboratori saranno dedicati all’educazione di genere e al contrasto della violenza sulle donne”. www.associazioneapertamente.com/attivita

News/Leg@lmente 11 ottobre 2013

Blow Up L’Associazione Culturale Blow Up, affiliata alla Federazione Italiana Cineforum, si occupa di cultura e multimedialità.

Nasce nel 1995 con l’obiettivo di fornire alle persone gli strumenti per scegliere, decodificare ed analizzare criticamente i messaggi culturali, oltre che dare la possibilità a tutti di esprimersi collaborandovi.

Realizza rassegne cinematografiche, di video arte, di cinema per ragazzi, mostre fotografiche, concerti, conferenze, corsi, festival e laboratori multimediali di storia del cinema ed educazione all’immagine cinematografica e televisiva, workshop video-teatrali, artistici, di comics, performance e cortometraggi.

Tra le maggiori attività vi sono le 19 stagioni sociali a cui si accede che si svolgono dal 1995 solitamente tra settem-

bre e aprile a Grottammare.

Innumerevoli le iniziative di rilievo organizzate e realizzate in collaborazione con amministrazioni pubbliche locali tra Abruzzo e Marche, scuole, università, associazioni e privati. Tra queste: Blow Up TV – Questa non è la televisione, Fotogramma-pentagramma, Il signore degli anelli, Gli extra sensi e il cuore d’acciaio – Visioni, fumetti e altre ESPerienze di creatività ANTIsociale, Altri alfabeti sonori 1 e 2, The Useless Machine, Ma pa ta – Andiamo al cinema, Il cinema che visse due volte, Switch Off – La TV che visse due volte, Tam Tam giovani – Ora o mai più.

http://www.facebook.com/blowupgrottammare http://sites.google.com/site/associazioneblowup www.associazioneblowup.wordpress.com associazioneblowup@email.it

Isonomia Isonomia è nata da poco ma ha già qualche ruga di saggezza. E’ figlia di un lungo percorso umano e professionale iniziato con lo studio, l’analisi e il racconto giornalistico del mondo criminale in tutte le sue sfaccettature e maturato nell’educazione al riscatto, alla lettura delle immagini e delle parole, alla responsabilità.

L’Associazione organizza laboratori interattivi di educazione alla legalità e di media education (attività educativa e didattica finalizzata alla comprensione dei mass media e dei meccanismi da loro adottati per costruire e trasmettere messaggi specifici) rivolti a bambini e ragazzi di tutte le età, ma anche a docenti, educatori e genitori.

Durante i laboratori, ampio spazio viene dedicato alla

discussione di gruppo, all’analisi e alla sperimentazione, messe in atto dai formatori di Isonomia anche attraverso l’ausilio di materiali audiovisivi e, per i più piccoli, di tecniche quali l’edutainment.

Attraverso attività impostate sul gioco i bambini apprenderanno infatti l’importanza del rispetto delle regole, interiorizzeranno il significato di “diritti” e “doveri” e svilupperanno la consapevolezza di valori quali la libertà, la democrazia, la solidarietà, l’uguaglianza, la giustizia e quindi la legalità.

www.educareapensare.it

On the Road L’Associazione On the Road Onlus è attiva dal 1990 sui territori di Marche, Abruzzo e Molise per intervenire nei fenomeni della prostituzione e della tratta, con particolare riferimento alla prostituzione di donne e minori immigrate, spesso vittime della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale ad opera di soggetti e organizzazioni criminali.

L’esperienza della complessità e delle problematiche dell’esclusione sociale hanno portato ad un ampliamento degli interventi agli scenari dell’immigrazione, dei rifugiati e richiedenti asilo politico, delle diverse forme di tratta di esseri umani (per sfruttamento sessuale, lavorativo, nell’accattonaggio, in attività illegali forzate, per traffico di organi, per adozioni internazionali illegali), della violenza sulle donne, dell’abuso di sostanze psicotrope, delle per-

sone senza dimora.

On the Road sviluppa attività e servizi articolati direttamente rivolti alle persone coinvolte in tali scenari di marginalità con un approccio basato sulla centralità della persona finalizzato alla promozione dei diritti e dell’inclusione sociale.

Contemporaneamente On the Road, in una prospettiva locale, nazionale e transnazionale, contribuisce alla promozione delle politiche di settore, all’elaborazione delle strategie e dei modelli di intervento, delle figure professionali e dei rispettivi percorsi formativi, realizzando progetti di intervento sociale, di ricerca, di formazione e pubblicazioni diversificate. www.ontheroadonlus.it

Sol Si Fa Laureato in antropologia visuale presso l’università La Sapienza di Roma, Marco Cruciani svolge l’apprendistato collaborando con molti maestri del cinema italiano.

Inaugura nel 2003 il laboratorio di produzioni audiovisive Sol Si Fa: attraverso questa etichetta realizza opere di cinema, documentario, video-arte, scenografie visuali legate a performance musicali e teatrali, video-testimonianze e backstage di eventi e manifestazioni, spot e video industriali, fotografia.

Nel raggio d’azione di Sol Si Fa audiovisual ci sono anche da diversi anni attività e corsi didattici concretizzati in

collaborazione con varie scuole in Italia e spettacoli live, viaggi di immagini e musiche allestiti in locali o spazi architettonici particolari con proiezioni e cdj set (attualmente attivo Vhs, Videotape High School).

www.solsifa.it Facebook: Marco Cruciani

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Il fatto/Esposizioni 11 ottobre 2013

A Servigliano e Fermo due mostre rivolte (soprattutto) alle nuove generazioni

Giovani fautori di un futuro migliore Cos’hanno in comune lo sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale e la tutela dell’acqua pubblica? Apparentemente nulla. Ma, a ben vedere, i punti di contatto tra una delle maggiori atrocità commesse nella storia recente e quella che potrebbe diventare una causa scatenante di terribili conflitti, ci sono. Ritenersi superiori a qualcun altro, sentirsi in diritto di decidere (anche) per lui, privare della vita o della dignità chi si considera inferiore: che sia per un fanatico credo o per interesse personale, l’inevitabile conseguenza è la sottomissione – fisica e psicologica – dell’altro. “Ricordare perché non accada più”, si ripete senza sosta in certe ricorrenze. Poi il tempo passa e l’oblio subentra.

Ma se le parole possono essere dimenticate con facilità, le immagine restano impresse più a lungo, sedimentandosi nelle coscienze. Soprattutto dei più giovani, le cui menti ancora sgombre da idee preconcette, possono fungere da “viatico civile” per gli adulti.

Seguono questo principio due importanti iniziative che si stanno svolgendo in questi giorni nel territorio. Due mostre, diverse per tematiche trattate e approccio comunicativo.

Accomunate, però, dai destinatari principali: i bambini delle scuole elementari ed i ragazzi delle medie e delle superiori.

“Anne Frank – Una storia attuale” è il titolo della mostra organizzata dalla Fondazione Anne Frank di Amsterdam, allestita presso la Casa della Memoria di Servigliano (ex stazione ferroviaria). Trentaquattro pannelli disposti in ordine cronologico (dal 1929, anno della nascita di Anne, al 1945, anno della sua morte), che seguono due filoni principali: la famiglia Frank, raccontata attraverso testi e foto scattate perlopiù da Otto Frank (padre di Anne), ed i grandi avvenimenti che hanno caratterizzato quel periodo storico, ripercorsi grazie a filmati girati da Otto e spezzoni di cinegiornali d’epoca. L’ultima parte della mostra è dedicata all’attività dei Tribunali internazionali e alla difesa dei diritti umani.

Da un punto di vista cronologico, la mostra, che è stata tradotta in oltre venti lingue ed esposta in più di cento paesi, è suddivisa in cinque periodi cronologici, ognuno dei quali ruota attorno ad un tema principale: “1929-1933 - Nazionalismo e ricerca del capro espiatorio” ripercorre i primi quattro anni di vita di Anne e l’ascesa del Partito Nazionalsocialista in Germania; “1933-1939 - Pulizia etnica” racconta la fuga in Olanda della famiglia Frank, l’espulsione degli ebrei dalla Germania e la loro persecuzione; “19391942 - Coraggio civile” mostra la persecuzione degli ebrei; “1942-1945 - Shoah” documenta il periodo di clandestinità della famiglia Frank nell’alloggio segreto, il diario di Anne e la deportazione; “dal 1945 ad oggi - Diritti umani e responsabilità individuali nel mantenimento della democrazia” prende in considerazione le reazioni alla pubblicazione del diario e la società del secondo dopoguerra. All’interno della mostra un ruolo molto importante è affidato alle parole dalla giovane Anne arrivate a noi attraverso le pagine del suo diario. La mostra è introdotta dal documentario “La breve vita di Anne Frank”, in cui vengono mostrate immagini dell’epoca, citazioni del diario e fotografie di famiglia.

Nel filmato, inoltre, sono presenti le uniche immagini video finora disponibili di Anne, affacciata a una finestra della sua casa ad Amsterdam.

La mostra, ad ingresso libero, è visitabile fino al 16 novembre, dal lunedì al sabato dalle

Mostra “Non c’è acqua da perdere” Biologo Nutrizionista, PhD in Obesità e Patologie correlate Spec. in Scienze della Nutrizione Umana

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Pillole di salute: l’idratazione Pratica ricorrente delle nostre giornate è la tendenza a consumare poca acqua e bere soltanto quando ne sentiamo davvero il bisogno, ragion per cui spesso sottoponiamo il nostro organismo a lievi stati di disidratazione che possono essere responsabili di frequenti disagi fisici: affaticamento, cefalee, riduzione dell’attenzione e della memoria, sonnolenza, problemi cutanei, difese immunitarie più deboli, prestazioni atletiche ridotte …

Tecniche strumentali come la Bioimpedenziometria permettono di conoscere lo stato di idratazione della persona, che può essere aiutata a correggere le proprie abitudini alimentari ed idriche al fine di migliorare il proprio benessere.

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Mostra “Anne Frank – Una storia attuale” 9 alle 13 ed è organizzata in collaborazione con: Regno dei Paesi Bassi, Comune di Servigliano, Provincia di Fermo, Associazione Casa della Memoria Onlus, Istituto di Storia Contemporanea di Fermo.

Visite guidate su prenotazione: 389.0916225 – 0734.750583. Info: www.annefrank.org.

Sensibilizzare bambini e ragazzi all’importanza del risparmio idrico è l’obiettivo della mostra “Non c’è acqua da perdere”, organizzata dall’associazione Cose di questo mondo presso l’Itcgt “Carducci – Galilei” di Fermo. Un allestimento coinvolgente, interattivo ed esperenziale consentirà agli studenti di sperimentare in prima persona come l’acqua potabile sia una risorsa finita, dimostrando come, in un mondo globalizzato come quello in cui viviamo, ogni nostro comportamento condiziona la vita di altre persone.

La mostra è articolata in cinque sale-laboratorio: nella Sala della sacralità vengono spiegati il significato e la funzione dell’acqua nelle diverse religioni; nella Sala degli esperimenti i visitatori possono verificare di persona diversi modi per risparmiare acqua; nella Sala dei consumi viene mostrato quanta acqua è necessaria per compiere varie attività quotidiane; nella Sala del mondo è rappresentata la distribuzione della risorsa idrica nelle varie parti del globo; nella Sala dell’acqua in bottiglia vengono spiegate le differenze tra l’acqua del rubinetto e quella acquistata. La mostra, già esposta in diverse parti d’Italia, è organizzata in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, il Comune di Fermo, la Provincia di Fermo, Ciip, Ato Marche, Caritas di Fermo, Itcgt “Carducci – Galilei”, e sarà visitabile fino al 16 novembre. (Francesca Pasquali)

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Economia/News 11 ottobre 2013

Marche/Domande entro il 31 ottobre

Un bando per rendere più sicuro il lavoro nei campi Un bando per rendere più sicuro il lavoro nei campi, a partire dall’utilizzo dei trattori, e migliorare ulteriormente il trend che nel 2012 ha visto gli infortuni denunciati crollare del 14 per cento rispetto all’anno precedente, secondo i primi dati Inail. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Uma-Istat, sul territorio regionale operano circa 77 mila trattori e altrettante attrezzature meccaniche (motoagricole, mietitrebbie, ecc.), con 40mila addetti. Da qui l’iniziativa promossa dalla Regione in collaborazione con Inail Marche che destina trecentomila euro per la messa in sicurezza delle macchine.

Possono accedervi tutte le imprese agricole singole o associate iscritte alle Camere di commercio. Le domande dovranno essere presentate entro il 31 ottobre. Il contributo erogato dalla Regione riguarderà il 70 per cento della spesa ammessa e sostenuta (Iva esclusa) per un minimo di 210 euro e un massimo di 2.000.

Questi gli interventi ammessi a finanziamento: dispositivi di protezione in caso di capovolgimento (arco/cabina di sicurezza, telaio di protezione/Rops), sistemi di ritenzione (cinture di sicurezza), protezione di elementi mobili, protezioni di parti calde. La priorità verrà data a coltivatori diretti o aziende con massimo cinque addetti fissi.

Marche/In regione chiusa una stalla su due

Prezzo del latte alle stelle Il prezzo del latte sfuso ha raggiunto il record di 51,55 centesimi al litro, ma agli allevatori marchigiani continuano a pagare 38-39 centesimi, una cifra al di sotto dei costi di produzione, tanto che una stalla su due ha chiuso i battenti negli ultimi dieci anni. A crescere sono stati anche i prezzi del latte pastorizzato importato. Una differenza di valore inaccettabile, soprattutto in un momento in cui l’aumento stellare dei costi energetici

e dell’alimentazione del bestiame stanno portando le stalle alla chiusura.

Non a caso proprio le Marche hanno fatto registrare il calo maggiore nella produzione di latte a livello nazionale, con un crollo del 10,3 per cento. E negli ultimi dieci anni le stalle titolari di quote latte sono passate da 222 a 119. Secondo Coldiretti Marche sarebbe necessario arrivare a un prezzo 43-44 centesimi per garantire redditività alle stalle regionali.

Lavoro/Bandi e offerte nel territorio - Aziende del distretto calzaturiero del fermano ricercano le seguenti figure: 1 applicatore puntali/contrafforti con esperienza (sede di lavoro Porto Sant’Elpidio) 1 addetto alla macchina Bollatacchi calzature donna in mobilità o 407/90 (sede di lavoro Porto Sant’Elpidio) 1 inscatolatrice/addetta al finissaggio calzature donna in mobilità o iscritto ai sensi della 407/90 (sede di lavoro Porto Sant’Elpidio e Monte Urano) 1 addetto applicazione suole su calzature donna (sede di lavoro Porto Sant’Elpidio) - Società cooperativa di Recanati ricerca: 2 apprendisti per manutenzione verde cimiteriale e murature cimiteriali - Azienda di Force ricerca: 1 impiegato gestione sistemi di qualità, laureato in ingegneria, informatica, chimica, ottima conoscenza lingua inglese - Azienda di Falerone ricerca: 1 falegname con esperienza nel settore mo-

bili, conoscenze informatiche (cad-cam) - Pasticceria di Fermo ricerca: 1 pasticciere qualificato per orario notturno tempo pieno - Panificio di Rapagnano ricerca: 1 pasticciere con molta esperienza Info: Centro per l’Impiego, Via Sapri, 65 - Fermo Tel. 0734.232501-232502 E-mail: centroimpiego@provincia.fm.it Regione Marche – Azienda Sanitaria Unica Regionale Avviso pubblico di gara informale per l’affidamento del “Servizio di fornitura e riparazione pneumatici” (compreso deposito pneumatici normali e termici) autoparco Asur Area Vasta n. 4 di Fermo Periodo: 36 mesi; scadenza 28 ottobre 2013 Il bando è consultabile nel sito: www.asurzona11.marche.it (menù centrale “Concorsi, gare e appalti”)

Brevi Fermo

In ricordo delle vittime sul lavoro

Domenica 13 ottobre dalle ore 9 alle 12 nella Chiesa Sant’Antonio da Padova di Fermo verrà celebrata la 63^ Giornata Nazionale dedicata alle vittime degli incidenti sul lavoro. Questo il programma: ore 9 raduno dei partecipanti presso lo spazio antistante lo stadio “B.Recchioni” di Fermo, ore 9.30 S. Messa nella Chiesa di Sant’Antonio da Padova, ore 10.30 corteo per le vie cittadine e deposizione corona d’alloro al monumento dei caduti del Lavoro in Viale Trento, ore 11 cerimonia civile presso il salone parrocchiale della Chiesa di Sant’Antonio da Padova.

ANMIL Sezione di Fermo, tel. 0734.623145 - fermo@anmil.it

Ambiente/News 11 ottobre 2013

Fermano/Sono Pedaso, Altidona, T.S.Patrizio e P.S.Giorgio

P.S.Elpidio/Dai primi di novembre

Premiati i Comuni Ricicloni Viabilità alla Corva, si cambia Pedaso, Altidona, Torre San Patrizio, Porto San Giorgio: sono i comuni della provincia di Fermo che nel 2012 hanno superato il 65% di raccolta differenziata, ottenendo per questo il riconoscimento di “Comuni Ricicloni”. Il primato spetta a Pedaso con il 71,03%, seguito da Altidona (65,80%), Torre San Patrizio (65,33%) e Porto San Giorgio (65,23%). Oltre al riconoscimento ideato da Legambiente, ai quattro Comuni spetta un premio messo a disposizione dalle Regione e la riduzione del contributo speciale per lo smaltimento in discarica.

La premiazione è stata occasione per fornire alcuni dati sulla situazione della raccolta differenziata in regione, in generale, e nel Fermano, in particolare. Le Marche si confermano la regione più riciclona del centro e del sud Italia, con 74 comuni che hanno superato quota 65%. In provincia di Fermo, nel 2012, la percentuale media di raccolta differenziata si è attestata al 42,75%, con un incremento del 5,99% rispetto al 2011.

“Si può e si deve fare di più”, dice il presidente della Provincia Fabrizio Cesetti. In effetti, i dati fermani sono inferiori a quelli della media regionale, in base alla quale la percentuale media di raccolta differenziata è del 56,11%, con una crescita, rispetto al 2011, del 7,23%. Se, da un lato, ogni abitante della provincia di Fermo differenzia in media all’anno 196 chilogrammi di rifiuti (contro i 238 della media regionale), dall’altro ne produce meno: 467 chilogrammi, contro i 546 della media regionale.

“Il 55% della popolazione della provincia – spiega Cesetti – sta già usufruendo del servizio di raccolta differenziata porta a porta. L’obiettivo è di arrivare al 63% entro la fine del 2013”. “In tre anni – continua – abbiamo investito circa 500 mila euro per incentivare la raccolta differenziata. Inoltre sono stati finanziati tre centri del riuso: quello di Porto Sant’Elpidio è già operativo, mentre quelli di Fermo e Montegiorgio sono in via di attivazione”.

Da parte sua, il presidente di Legambiente Marche, Luigino Quarchioni, sottolinea come il premio sia “solo il passo finale di un lavoro di informazione e sensibilizzazione che va avanti tutto l’anno”. Quarchioni punta l’attenzione su alcuni temi che Comuni, Provincia e Regione dovrebbero tenere bene a mente: la riduzione della produzione di rifiuti, anche attraverso cambiamenti degli stili di vita; l’estensione della raccolta differenziata a tutti i comuni marchigiani; la trasformazione del pagamento dei rifiuti da tassa a tariffa; l’aumento dei posti di lavoro prodotto da una maggiore diffusione della raccolta differenziata.

Francesca Pasquali

MESE DELL’ARMADIO DAL

25 SETTEMBRE AL 31 OTTOBRE

ALTA QUALITA’ A PREZZI IRRIPETIBILI N.B. PROMOZIONE VALIDA PER ORDINI EFFETTUATI DAL 25/09/2013 AL 31/10/2013 CON CONSEGNA DA PERFEZIONARE ENTRO IL 28-02-2014. DISPONIBILITA’ LIMITATA

CAMPIGLIONE DI FERMO (FM) DI FRONTE CC “IL GIRASOLE” TEL.0734-628194

In coincidenza con la conclusione dei lavori per la realizzazione della terza corsia è stata predisposta in via sperimentale l’organizzazione della viabilità in via Corva a senso unico di marcia est - ovest nel tratto tra la intersezioni via Corva/Don Sturzo/Morandi e via Togliatti. “Come concordato nel corso della campagna elettorale con l’Associazione di quartiere Corva – spiega l’assessore alle Politiche della sicurezza urbana e alla Mobilità Carlo Vallesi – si è deciso di dar seguito alla modifica della viabilità concordata con i residenti della zona. La Polizia Municipale provvederà alla predisposizione di eventuali sensi unici nelle traverse di via Corva, funzionali alla nuova viabilità oltre che, ove possibile, alla predisposizione di stalli di sosta, tenendo conto delle dimensioni della carreggiata e della sicurezza della circolazione”. Il cambio della viabilità avverrà a partire dai primi di novembre dopo che sarà stata realizzata la nuova segnaletica stradale.

Fermo/Con sede presso l’ex Omsa

Inaugurato il centro di raccolta Raee È stato inaugurato lo scorso 3 ottobre il nuovo centro di raccolta di rifiuti Raee (apparecchiature elettriche ed elettroniche) di Campiglione. La struttura, che ospita anche un laboratorio di riparazione di piccoli elettrodomestici, sarà gestita dalla cooperativa sociale Ecoama di Porto Sant’Elpidio, che si occupa di inclusione sociale. A lavorare nel centro saranno sette ragazzi con problemi psichici, coordinati da un volontario.

Nata con il Progetto Colombo della Provincia di Fermo, l’iniziativa, dopo un iniziale periodo di formazione, ha rischiato di non essere realizzata. Poi, la spinta propulsiva dell’associazione Psiche2000 ha consentito al progetto di essere ripreso e di diventare realtà. I rifiuti, una volta smistati, saranno venduti ad una ditta di Tolentino. I ricavi serviranno per pagare l’affitto del centro e gli stipendi dei ragazzi che ci lavorano. Grazie ad una convenzione con il Comune di Fermo, i rifiuti Raee raccolti dall’Asite saranno consegnati al centro che si occuperà del disassemblaggio e dello smistamento. Inoltre, diverse scuole del territorio ed alcuni privati hanno dato la loro disponibilità a conferire nel centro le apparecchiature in disuso.

Cittadini, enti pubblici, esercizi commerciali e attività produttive possono portare al centro, i propri apparecchi elettrici ed elettronici vecchi o non funzionanti il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 16 alle 19.

Tel. 327.1990719 - www.ecoama.it

ECOAMA

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Politica/News 11 ottobre 2013

Fermano/Chi ha appena iniziato, chi sta per finire: il punto sui “problemi” di alcune amministrazioni locali

Quante poltrone che scottano! di Francesca Pasquali

Mentre parecchi comuni del Fermano si stanno preparando ad affrontare le elezioni della prossima primavera, per altri sembra proprio non esserci pace. Ripercorriamo le situazioni più turbolente, iniziando da Montegranaro che tra qualche mese rinnoverà la sua amministrazione.

Lo scorso 27 settembre è andato in scena il penultimo atto della Giunta comunale a guida Gastone Gismondi, con il voto contrario al bilancio di previsione. Il più importante documento amministrativo ha avuto il voto contrario di tre assessori (Giacobbi, Ranalli e Venanzi), mentre due consiglieri di maggioranza – l’ex sindaco Gianni Basso e Gionata Pagliaricci – si sono astenuti, e un altro consigliere di maggioranza era assente. Ecco perciò che, a fronte di dieci voti contrari, solo in otto (compreso il voto del sindaco) hanno votato a favore. Se non vi fosse stata la proroga nell’approvazione dei bilanci previsionali, che il Governo nazionale ha posticipato al 30 novembre, sarebbe arrivato subito il Commissario. Invece, teoricamente, senza le dimissioni del primo cittadino e senza la presentazione della mozione di sfiducia, l’amministrazione potrebbe riproporre, entro il 30 novembre, l’approvazione del bilancio con delle modifiche. Dopo aver atteso per cinque giorni le dimissioni del sindaco, i Gruppi di opposizione Liberi per Montegranaro e Progetto Veregra, insieme ai tre assessori che avevano già espresso la loro contrarietà al bilancio ed al consigliere Pagliaricci, hanno sottoscritto e depositato la mozione di sfiducia nel confronti del sindaco. Il Consiglio comunale in cui si discuterà e si voterà la sfiducia si svolgerà il 21 ottobre.

In realtà, già da diversi mesi il malumore nella Giunta municipale era più che evidente, con diversi attacchi sulle cronache locali dei giornali da parte di esponenti di primo piano, con il primis degli scambi di battute al vetriolo fra Gismondi e Basso. E’ palese come il problema vero sia quello della candidatura a primo cittadino alle prossime elezioni, con la volontà del sindaco uscente di ricandidarsi, mentre Basso vorrebbe tornare ad occupare lo scranno più alto. Non essendo il gruppo di maggioranza coeso nell’individuazione dell’uno o dell’altro, il braccio di ferro è andato in scena a lungo, cosicché il voto contrario all’approvazione del Bilancio e la sottoscrizione della mozione di sfiducia, sono il segnale inequivocabile della divisione con cui la città andrà al voto.

Proseguiamo con Porto Sant’Elpidio che, a pochissimi mesi dall’insediamento della nuova amministrazione , già evidenzia le prime difficoltà. I proclami di coesione della campagna elettorale sembrano ormai lontani e i nodi non hanno aspettato molto a venire al pettine. Colpa degli “estremisti”di sinistra

che appena arrivano al potere iniziano a fare di testa loro, dicono i “moderati”. Colpa dei “moderati” che, pur di restare al potere, promettono in campagna elettorale e poi non mantengono, dicono gli “estremisti”. “Casus belli” ufficiale della rottura tra la lista civica Patti chiari per il Cambiamento e la maggioranza la movimentata festa di fine agosto a Villa Baruchello, location considerata da molti non adatta ad ospitare un evento che ha lasciato strascichi poco edificanti. L’ormai ex vice sindaco e assessore al Patrimonio e all’Ambiente Daniele Scotucci se l’è presa con i colleghi, rei di aver autorizzato, con una delibera di Giunta da lui non votata, la festa. Causa ufficiosa una convivenza, tra la lista civica e le altre forze di maggioranza, che da subito si è dimostrata difficile. Nel giro di pochi giorni il sindaco Nazareno Franchellucci estromette Scotucci dalla Giunta, senza però sbarrare le porte alla civica. Scintille in maggioranza. La coordinatrice di Patti Chiari, Anna Maria Mancinelli, chiede al sindaco pubbliche scuse e il reintegro di Scotucci. In caso contrario i consiglieri della civica passeranno nei banchi dell’opposizione. E’ muro contro muro. Le scuse non arrivano. Mancinelli rifiuta di sostituire Scotucci in Giunta: o lui o nessuno. Durante il Consiglio comunale del 30 settembre i due consiglieri di Patti Chiari si siedono ai banchi dell’opposizione.

A quattro mesi dall’insediamento il Consiglio comunale è completamente spaccato: otto contro otto. In maggioranza ci sono il Pd e le civiche Impegno per Porto Sant’Elpidio e Popolari per Porto Sant’Elpidio. Vice sindaco pro tempore è stata nominata Annalinda Pasquali, mentre Franchellucci ha assunto le deleghe di Scotucci. A stretto giro il sindaco dovrà decidere se inserire un nuovo assessore in Giunta o proseguire con quattro. Quel che è certo è che amministrare la seconda città del Fermano con una maggioranza così risicata sarà tutt’altro che semplice.

Non se la passa meglio il comune di Fermo, la cui amministrazione, prossima al giro di boa, sembra non riuscire ancora a trovare una sua dimensione. Dopo il “rimpastino” dello scorso maggio, che si è limitato a qualche aggiustamento di delega, vedendo la riconferma di tutti gli otto assessori della giunta Brambatti, a fine settembre si è arrivati al rimpasto vero e proprio. Fuori Paolo Calcinaro, Manuela Marchetti, Elmo Tappatà e Rosanna Montanini; dentro Matteo Tomassini (Turismo, Patrimonio, Politiche abitative e agricole), Loredana Alidori (Bilancio, Società partecipate, Politiche comunitarie) e Matteo Silenzi (Ambiente e Sviluppo sostenibile). A portare l’amministrazione sull’orlo della crisi la presa di posizione della lista civica Fermo si Muove che, dopo un lungo tira e molla passato attraverso aspre critiche nei confronti dell’operato di alcuni assessori, ha abbandonato la maggioranza. La nuova

Giunta andrà avanti con sette assessori (anche se il sindaco non esclude una futura integrazione). L’Idv, infatti, ha scelto di non presentare un proprio candidato, garantendo però in Consiglio comunale il suo appoggio alla maggioranza.

Nel marasma generale sono saltate le deleghe alla Comunicazione e alla Partecipazione esercitate per qualche mese dal vice sindaco Francesco Trasatti. Probabilmente il sindaco – rimproverato da più parti per la sua scarsa capacità comunicativa – avrà deciso che è arrivato il momento di farsi capire dai suoi cittadini e di renderli partecipi dell’operato dall’amministrazione.

Concludiamo con la Provincia, protagonista in queste ultime settimane di un riassetto che ha fatto non poco discutere.

Dopo lo scossone iniziale (l’uscita dalla giunta di Gaetano Massucci e la sua candidatura a sindaco di Fermo), infatti, il percorso amministrativo della Provincia è andato avanti in modo spedito, “frenato” solo dalla minaccia di un’eventuale soppressione dell’ente. Nuovi problemi sono però sorti lo scorso febbraio, quando l’ormai ex assessore Renato Vallesi ha assunto la presidenza del Tennacola. Vallesi ha subito rimesso le deleghe all’Ambiente e all’Energia, mantenendo però quelle al Lavoro e alla Formazione. Nel giro di pochi giorni, dal presidente della Provincia e dal segretario provinciale del suo partito (il Pd) sono arrivate le richieste di dimissioni totali. Tra malumori vari, Vallesi è rimasto in carica fino a metà settembre.

Pochi giorni dopo l’affaire Vallesi, il Partito Democratico fermano è stato scosso da un altro terremoto. Giuseppe Buondonno, coordinatore del Pd di Fermo, lascia il partito. Buondonno, in Provincia, è assessore alla Cultura, all’Istruzione, allo Sport e all’Immigrazione. Nel giro di qualche mese, il partito più rappresentativo della maggioranza provinciale si ritrova con due assessori in giunta. Iniziano le fibrillazioni. Il Pd chiede la testa di Buondonno, reo di rivestire il ruolo di assessore pur non avendo una rappresentanza politica in Consiglio comunale. Cesetti blinda Buondonno: “un assessore che ha fatto bene il suo lavoro non deve essere mandato via”, ripete più volte. Da parte sua, il Centro del Fermano, che poco dopo l’insediamento aveva perso il suo assessore di riferimento (Gaetano Massucci), chiede un proprio rappresentante in Giunta. Partono le trattative. Alla fine a spuntarla sono Cesetti e il Pd. Il presidente salva Buondonno che, a costo zero, continuerà ad occuparsi di Cultura e Istruzione. I democratici, con l’ingresso in Giunta di Rosanna Vittori (Lavoro, Formazione, Calzaturiero e Attività produttive) ed Ezio Donzelli (Politiche sociali e giovanili, Sport e Immigrazione) vedono il numero dei loro assessori tornare a tre.

Fermano/La politica, il potere, il gioco, il cittadino

Chi non rimpasta è perduto Una certezza, noi giornalisti, comunque l’abbiamo: la politica locale non ci lascia mai senza argomenti. Tra rimpasti (andati a male?), rese dei conti interne, ex con il

dente (ed il comunicato stampa) avvelenato, prestazioni in Consiglio prossime a rappresentazioni dialettali (senza offesa per chi si cimenta, e con maggiore com-

petenza, nel genere), vere e proprie crisi di astinenza da potere, folgorazioni - udite udite! - sulla via delle Botteghe Oscure dopo decenni trascorsi a rimembrare la nera Fiuggi o la libertina Villa San Martino: insomma, ogni singolo giorno ha il suo santo da prima pagina.

E da questa prospettiva - che qualcuno, a torto, ritiene privilegiata - è quanto mai difficile assemblare indiscrezioni e notizie che arrivano via mail o dai social networks.

Qualcuno di noi, poi, interpreta a piacimento, lancia e rilancia candidature, si fa portavoce dell’ambizione del consigliere di turno o dell’assessore in disarmo.

E a chiusura del cerchio c’è il lettore che si costruisce la propria idea, che trae un giudizio sulle scelte più o meno definitive di un presidente o di un sindaco. Dopo che per settimane ha dovuto agitare un immaginario pallottoliere per capire se gli assessori aumentavano o diminuivano, quali (ri)entravano dalla porta e quali venivano invitati a passare per la finestra. Con due righe due di commiato e tanti saluti all’esito delle urne.

Uno spettacolo - e ritorniamo alle rappre-

sentazioni di cui sopra - che ci saremmo volentieri risparmiati, tutti, ma che nel nome della “politica” viene messo in scena a ridosso di un tornata elettorale, di un congresso o di una scissione tra correntisti.

Cosa, quest’ultima, sempre più frequente per via della frantumazione del quadro partitico e movimentista.

E con lo spauracchio della crisi come compagno di viaggio, è opportuno domandarsi: cui prodest? e quali saranno gli effetti, nel breve come nel lungo periodo, di questa crescente bulimia?

Perché mentre gli investimenti latitano, mentre i costi dei servizi hanno la freccia rivolta verso l’alto, mentre per chiudere i bilanci si ricorre ad alchimie dagli effetti imprevedibili, qualcuno, al di fuori di queste categorie rovesciate, fatica a guardarsi allo specchio. E inizia, inconsapevolmente, a morire.

C’è chi lo chiama cittadino, ma soltanto quando il proprio tornaconto elettorale è sostanzioso. Per il resto del tempo, meglio giocare al rimpasto.

Andrea Braconi

Politica/News

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11 ottobre 2013

Marche/Le esperienze di alcuni Comuni del Pesarese e dell’Anconetano fanno discutere

Fusioni sì, fusioni no Incentivare l’integrazione istituzionale e territoriale per rispondere, nel segno della sempre maggiore efficienza e razionalizzazione, ai crescenti tagli ai trasferimenti statali. E’ in quest’ottica che nelle Marche si inizia a parlare di “fusioni” tra Comuni: in provincia di Ancona è nato il Comune Trecastelli, risultato della fusione di Castelcolonna, Monterado e Ripe che è già operativa a seguito della ratifica dell’istituzione ad opera del Consiglio Regionale, sulla base della referendum consultivo tra i cittadini del maggio scorso. Dopo l’approvazione definitiva della fusione, il nuovo Comune entra nel vivo dell’iter procedurale. Il 31 dicembre prossimo cesseranno di esistere, istituzionalmente, i tre Comuni e dal 1° gennaio 2014 prenderà vita il nuovo.

Inizialmente Trecastelli sarà retto da un commissario prefettizio che guiderà l’ente fino alle elezioni primaverili che nomineranno il sindaco e il consiglio comunale.

Anche nel Pesarese quello della fusione tra Comuni è un argomento di estrema attualità: recente è la decisione di Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola di creare un nuovo Comune dal nome “Vallefoglia”, a seguito del referendum consultivo che ha visto la popolazione delle due località esprimersi favorevolmente al riguardo.

Si veniva comunque da una precedente unione di funzioni dei due Comuni che hanno già esercitato, in forma associata, molteplici servizi. Ora si arriva alla fusione delle due comunità che chiedono quindi alla Regione di attivarsi sul piano ammi-

nistrativo perché l’iter legislativo veda una sollecita definizione. La proposta di legge presentata dalla Giunta regionale prevede che il nuovo Comune di Vallefoglia (con una popolazione indicativa di circa 15mila abitanti) venga istituito a decorrere dal 1° gennaio 2014.

E nel nostro territorio? Ancora niente di nuovo sotto al sole. Continuano i contatti tra le amministrazioni di Monte Urano, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare per vagliare la possibilità di unire alcuni servizi per ottimizzare le risorse e contenere i costi. Dal 2001 esiste l’Unione Comuni Valdaso, organismo che raggruppa sette comuni vicini (Altidona, Campofilone, Lapedona, Montefiore dell’Aso, Monterubbiano, Moresco, Pedaso) e che favorisce la progressiva integrazione dei Comuni che la costituiscono, svolgendo la funzione di programmazione e progettazione per le funzioni comunali, organizzando ed erogando le funzioni ed i servizi ad essa conferiti. Da unione a fusione? Le versioni sono contrastanti. Decisamente a favore della fusione è l’ex sindaco di Pedaso Guido Monaldi: “In una fase di scarsità di risorse pubbliche nazionali – sostiene Monaldi -, che si ripercuote pesantemente sui bilanci degli enti locali, i benefici della fusione tra Comuni non sfuggono: semplificazione organizzativa, miglioramento dell’efficienza dei servizi, maggiori opportunità di accesso a contributi economici pubblici da destinare a investimenti per lo sviluppo sociale ed economico delle collettività coinvolte.

Nel 2001, alla nascita dell’Unione Comuni Valdaso, dissi che se tale organismo non avesse portato alla fusione nel giro di 10, 15 anni avrebbe fallito il suo scopo. All’epoca i commenti a queste mie dichiarazioni non erano certamente favorevoli. Oggi stiamo invece constatando nelle Marche e non solo che la fusione tra comuni, all’epoca ritenuta irrealizzabile e dannosa, sta diventando realtà e viene anche sostenuta a livello regionale con incentivi economici concessi alle pubbliche amministrazioni che perseguono questa strada, anche perché tra qualche anno probabilmente diventerà obbligatorio fondere i Comuni sotto una certa soglia di abitanti. Il favore odierno è quindi interessato, io invece da tempo sostengo spassionatamente l’efficacia delle fusioni”.

Diversa la prospettiva di Achille Castelli, sindaco di Montefiore dell’Aso e attuale presidente all’Unione Comuni Valdaso. “Siamo scettici – sostiene Castelli – e attendiamo il percorso guidato che il Governo vuole intraprendere. Non sono

contrario a prescindere ma è chiaro che la questione “fusioni” è molto delicata: andrebbe ridisegnata una mappa della storia dei nostri Comuni e si allontanerebbe la democrazia e i servizi da un territorio, riducendo il fondamentale contatto diretto con gli amministratori. Abbiamo altri strumenti per lavorare insieme e la fusione non risolve tutte le questioni. Il personale non si cancella con una penna, così come le responsabilità e le posizioni, le difficoltà di un territorio eterogeneo si risolvono come sindaci con le risposte che diamo nel quotidiano. Abbiamo le Unioni, di cui sono uno strenuo difensore, che consentono di condividere servizi, attività amministrative organizzate nell’ottica del coinvolgimento di cittadini e amministratori. C’è quel barlume di democrazia e di speranza che possiamo rivolgere ai nostri territori, soprattutto legata ad una solidarietà che noi, anche se con difficoltà, riusciamo ancora a mettere in piedi”.

Alessandro Sabbatini

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Sanità/News 11 ottobre 2013

Fermo/Si è svolto il congresso interregionale della SIGOT organizzato dal dottor Postacchini e dall’INRCA

Assistenza sanitaria da rivedere ma nelle Marche la situazione è migliore che altrove Sabato 27 e domenica 28 settembre all’Auditorium San Martino e al Palazzo dei Priori di Fermo ha avuto luogo il congresso interregionale Marche, Abruzzo, Lazio e Molise della Società Italiana di Geriatria e Territorio (presidente del congresso il dr. Demetrio Postacchini) con la partecipazione dell’INRCA e di numerosi esponenti del mondo scientifico nazionale e medici delle varie regioni nonché politici e autorità locali e regionali. Un tema, quello dell’assistenza sanitaria rivolta agli anziani, fondamentale in una società come la nostra in cui la popolazione sta invecchiando sempre più.

Due giorni, quindi in cui si entrati in profondità nell’argomento e sono stati descritti i nuovi modelli assistenziali intrapresi e rivolti verso i pazienti anziani fragili e complessi e le loro famiglie, analizzando in particolare le malattie acute e cronico degenerative invalidanti come la demenza e l’ictus. Molto spazio è stato dato alle novità in senso diagnostico terapeutico e di ricerca delle più importanti malattie: scompenso cardiaco, infarto, demenza, osteoporosi, ictus, bronchite cronica. Intensa è stata la partecipazione di tutti gli operatori sanitari medici, infermieri e fisioterapisti dell’INRCA e dell’Area vasta 4 e dell’ospedale regionale e di sanitari di altre regioni che hanno portato le loro esperienze cliniche e anche di integra-

zione socio-assistenziale tra l’ospedale e territorio.

Il dr. Demetrio Postacchini (foto), presentando il congresso, ha voluto sottolineare che in questo drammatico contesto sociale ed economico che vive l’Italia, le forme di assistenza sanitaria, sociale e previdenziale sono state fortemente penalizzate e non a seguito di una logica di ottimizzazione delle spese (anche se comunque c’è da limitare il più possibile gli sprechi in questi delicati settori) ma per la necessità di avere un risparmio immediato tra entrate e uscite dello Stato (il rapporto debito /PIL è il terzo più alto nei paesi industrializzati dopo il Giappone e la Grecia). I dati presentati dal dr.

Postacchini (fonti Ministero dell’Economia e della Salute e Agenas) hanno mostrato che l’Italia già prima dei tagli iniziati dal 2010 era lo stato con più anziani e minor posti letto per acuti in Europa, con minor residenze protette e di postacuzie, con la più bassa spessa per l’assistenza domiciliare e per i supporti sociali. Il tutto condito da differenze spaventose (disavanzi, erogazione di LEA, efficienza, efficacia, appropriatezza) tra le regioni del nord e quelle del sud e con realtà estremamente differenziate tra aziende sanitarie delle stesse regioni. Per andare nello specifico economico, le regioni che generano la gran parte del disavanzo sanitario italiano

tra costi e entrate (circa il 70% di tutto il disavanzo) sono Lazio, Campania e Sicilia.

La qualità della sanità pubblica è stata studiata dall’Università di Goteborg con i dati elaborati dal Censis ed è stato visto che su 172 paesi europei Bolzano e Trento sono tra i primi posti mentre ultima è la Calabria. Se il federalismo per alcune regioni è stato molto utile ed è stato ben gestito, per altre è stato disastrosa causa della gestione autonoma dissennata. “Oggi più che mai – ha spiegato Postacchini - sono gli stessi operatori sanitari che con la loro empatia, professionalità, conoscenze e comportamento fanno la differenza e promuovono l’eccellenza indipendentemente dalla sostenibilità economica di un sistema. Per cui esiste sempre di più la necessità di agire sui comportamenti e sulle scelte di dirigenti e operatori nel lavoro quotidiano. Da sottolineare comunque, nel quadro generale, gli ottimi risultati ottenuti dalle Marche che, nonostante i tagli subiti alla sanità, è stata considerata “benchmark”, ossia tra le regioni (insieme a Umbria, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto) da prendere ad esempio e non solo per il contenimento della spesa ma per molti indicatori di qualità e di efficienza. Tra queste regioni la Conferenza Stato Regioni farà una ulteriore selezione a tre regioni le quali saranno le “benchmark” definitive, cioè le regioni di riferimento

nazionale, per la definizione dei criteri di qualità dei servizi erogati, appropriatezza ed efficienza ai fini della determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario”.

Standard qualitativi elevanti, dunque, per la nostra realtà regionale ma necessità di lavorare sodo per progettare e migliorare il sistema sanitario locale, mantenendo e, se possibile, aumentando il già alto grado di efficienza, efficacia e appropriatezza delle attività. Se le cose qui da noi vanno meglio che altrove, in sostanza, ciò non significa che si può dormire sugli allori perché i processi di riorganizzazione sanitaria sono comunque iniziati tardivamente e in un contesto economico disastroso e perché i margini di sviluppo ulteriore sono notevoli.

Alessandro Sabbatini

Pancia grassa? Le possibilità per tornare ad avere un addome normale Dott. Andrea Paci

Lo abbiamo chiesto al Dott. Andrea Paci, Specialista in Chirurgia Plastica, consigliere dell’AICPE Società Italiana di Chirurgia Plastica Estetica.

Le condizioni che determinano un’alterazione del profilo addominale possono essere di tre tipi, ci spiega il Dott.

Andrea Paci che ci ha ricevuto nel suo studio presso la Clinica Villa Verde di Fermo. Nei casi più semplici, vi è un eccessivo accumulo di tessuto adiposo, disposto attorno all’ombelico e nella parte bassa dell’addome, che spesso si estende anche nella regione dei fianchi.

Esso generalmente è dovuto ad un modesto sovrappeso o all’assenza di attività fisica. Nei casi più gravi invece è tutta la parete addominale che si presenta “ricoperta” da uno spesso strato di grasso distribuito in maniera più o meno uniforme.

Una seconda condizione è quella in cui il cambiamento del profilo addominale è dovuto ad una alterazione con ind ebolimento della parete muscolare. Questa infatti assume un aspetto globoso e prominente. Tipico è ad esempio il caso di donne che, dopo una o più gravidanze, riferiscono di un aumento del volume addominale specie intorno alla regione ombelicale e sovrapubica. A questo quadro può essere associato anche un “cedimento” dei muscoli nella regione centrale. Gli uomini possono presentare problematiche simili, pur riconoscendo cause differenti e spesso, per sovrappeso o per eccessiva assunzione di bevande alcoliche o per costituzione, presentano un cedimento dei muscoli con relativo aumento del volume addominale.

Esiste infine una terza condizione in cui, per repentino dimagramento o per altri fattori, si forma un eccesso di cute che, cominciando dalla regione ombelicale e quella sovrapubica, tende ad appoggiarsi proprio su quest’ultima, formando quello che in termini medici viene indicato con il termine di “grembiule cutaneo”. Il quadro è possibile anche in pazienti magri.

I rimedi sono quindi chirurgici o sono possibili altri trattamenti?

Purtroppo quando si arriva ai quadri sopra descritti la soluzione è chirurgica. Per ogni caso esiste un trattamento specifico. Rimane di fondamentale importanza che

Dott. Andrea Paci - Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica Casa di Cura “Villa Verde” - Fermo - Tel. 0734.227745

il paziente, sia esso uomo o donna, prima di programmare un intervento di chirurgia estetica addominale, non abbia un eccessivo sovrappeso e segua un’alimentazione corretta.

Quindi, per quei casi in cui l’alterazione del profilo addominale sia dovuta ad un accumulo di tessuto adiposo, la soluzione è quella di un intervento di “liposcultura” attraverso il quale è possibile rimuovere selettivamente il grasso in eccesso. L’intervento potrà essere eseguito, a seconda della sua importanza, in anestesia locale, locale con sedazione in day hospital o con ricovero notturno. Per quei pazienti, invece, in cui sia necessario intervenire sulla muscolatura, sempre distinguendo la complessità dei casi, l’intervento potrà essere condotto in day surgery o con ricovero notturno di una notte. Infine, nelle associazioni di trattamento muscolare e di rimodellamento del grasso con liposcultura, l’intervento necessita di una notte di ricovero.

Anche per il post-operatorio si dovrà distinguere a seconda dei casi; in linea di massima per tutti gli interventi, esclusi quelli di particolare gravità, il recupero è in media entro i setti giorni.

I risultati sono molto soddisfacenti e anche la loro durata è confortante, purché non si ripresentino quelle condizioni che ne hanno favorito la comparsa come, ad es. le gravidanze, eccessivi e veloci aumenti o perdite di peso. I risultati sono stabili e duraturi per molti anni.

Quali consigli può dare ai nostri lettori?

Come per ogni intervento chirurgico, anche quelli di chirurgia estetica devono essere eseguiti solo da medici che abbiano la specializzazione in chirurgia plastica, (il titolo completo è di Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica) e che abbiano particolare competenza in materia. Devono essere condotti in ambienti altamente qualificati in cui vi siano garanzie di materiali e di apparecchiature. Anche la figura dell’anestesista è rilevante: quest’ultimo deve essere qualificato e avere una valida esperienza per gli interventi di chirurgia estetica. E’ importante che il consenso informato sia completo ed esaustivo e che venga consegnato con anticipo in modo che lo si possa leggere. Infine la scelta del medico, oltre che per evidenza di titoli, dovrà risultare da una totale intesa tra quest’ultimo ed il paziente.

CITTÀ DI FERMO

Con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Marche

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e m oz i o n e o p e r a

e m oz i o n e m u S i c a

aBBonamento (2 opere + concerto) Settore a .................. € 124 Settore B .................. € 98,50 ............ ridotto* € 61 Settore c .................. € 44

Biglietteria Stagione Sinfonica

Biglietti opere Settore a .................. € 58 Settore B .................. € 46 .................... ridotto* € 30 Settore c .................. € 20 Biglietti concerto lirico Settore a .................. € 30 Settore B .................. € 24 ..................... ridotto* € 12 Settore c .................. € 12

e m oz i o n e p ro S a aBBonamento (7 spettacoli) Settore a .................. € 178,50 Settore B .................. € 143 .................. ridotto* € 71,50 Settore c .................. € 71,50 Biglietti Settore a .................. € 30 Settore B .................. € 24 ..................... ridotto* € 12 Settore c .................. € 12 Biglietti Spettacoli fuori aBBonamento ingresso unico ..... € 15 ..................... ridotto* € 10

e m oz i o n e Yo u n g Biglietti Scuola di platea Settore a .................. € 10 Settore B .................. € 10 Settore c .................. € 5 * riduzione valida per giovani fino ai 25 anni, studenti e pensionati sopra i 65 anni

concerto per il nuoVo anno Settore a ............... € 15 ........ ridotto soci g.m.i. € 11,50 Settore B ............... € 10 ........ ridotto soci g.m.i. € 7,50 Settore c ............... € 8 ........ ridotto soci g.m.i. € 6 altri concerti** (9/2 - 23/2 - 16/3) Settore a ............... € 15 Settore B ............... € 10 Settore c ............... € 8

** gratuiti per i soci g.m.i. (gioventù musicale d’italia)

concerto anima mundi Prezzi in corso di definizione Biglietteria Stagione cameriStica ingresso unico ..... € 10 Soci - abbonati g.m.i. hanno diritto all’ingresso libero per tutti i concerti da camera. ingresso libero, ma con prenotazione obbligatoria ai concerti Sinfonici al teatro dell’aquila, esclusi il concerto per il nuovo anno e anima mundi. aBBonamenti compresa tessera amici della g.m.i. ridotti (da 13 a 25 anni) ....................... € 25 ordinari (da 26 a 50 anni) ................... € 55 Sostenitori (oltre i 50 anni) ................. € 105 Benemeriti*** (senza limiti d’età) .... € 500 Ingresso libero fino ai 12 anni

*** gli abbonati Benemeriti hanno diritto al posto riservato gli abbonamenti si ricevono preferibilmente presso la segreteria g.m.i. in l.go mora, 6 (scuola media ugo Betti) tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì dalle ore 16.30 alle 19. è possibile abbonarsi anche alla biglietteria della Sala almeno mezz’ora prima del concerto. g.m.i. Segreteria 0734/224848 - gmi.fermo@gmail.com Sala del concerto (nel giorno dello spettacolo) 347.6529970

Terra nostra/News 11 ottobre 2013

Storie di ordinaria amministrazione

Fermano/Due casi nel territorio

La Repubblica delle Banane

Referendum come strumento di partecipazione popolare

a cura di Loredana Tomassini

Requiem. Per gli ennesimi morti ammazzati dall’opulento Occidente, da quel paradiso che è il Nord del Mondo, il nostro Mondo, il Paese del Bengodi dove ogni speranza è possibile. Perché loro, i disperati affogati di Lampedusa passati presenti e futuri, lo vedono così il nostro mondo: un po’ grazie alle ammiccanti pubblicità televisive che, ahimè, arrivano anche negli spaventosi suburbi dell’Africa nera e, di lì, rimbalzano per sentito dire fin nei tucul; e un po’ perché, che sappiano o no della crisi che si è abbattuta anche sull’opulento Nord, al confronto della loro “crisi” la nostra fa ridere.

C’era una volta il “buon selvaggio” di Rousseau, il cui decalogo era: vivere in armonia con la Natura; generosità e altruismo; innocenza; incapacità di mentire; fedeltà; salute fisica; disdegno della lussuria; coraggio morale; intelligenza “naturale” o saggezza innata e spontanea. Forse un po’ ingenuo e utopistico, d’accordo, perché anche i buoni selvaggi avevano le loro ferocie, ma se la risolvevano da soli, la vita, nel bene e nel male, in un naturale equilibrio evolutivo. Poi sono arrivati i Cristoforo Colombo, i conquistadores, i cristianucci, i colonizzatori, i negrieri, gli sfruttatori. E il Paradiso fu Perduto per sempre. Dopo l’arrivo dell’Angelo caduto, dell’Occidente rapace, per i predestinati a respirare l’acqua azzurra di Lampedusa la crisi è uno status acquisito con la nascita. E significa davvero morte per fame, per sete, per persecuzioni politiche, per guerre barbare e fratricide finanziate ad arte da governi avversi e spietati, per perversi giochi politici internazionali, per premeditati e cinici accordi criminali tra i Signori dello sfruttamento e della morte.

Siano essi dannati, maledetti fino all’ultimo rantolo da quei polmoni pieni d’acqua e di sale; e anche dopo, da mille e mille anime vendicatrici. E, oltre alla tragedia, la beffa: cazzi vostri, hanno detto finora i governanti d’Europa, Lampedusa è targata Italia, arrangiatevi. Adesso? Parole, parole, parole. Che cosa sei, che cosa sei, che cosa sei Europa? E’ l’ora di dimostrarlo, ma non con lacrime di coccodrillo che

svaporano in un attimo, per poi tornare a studiare come sanzionare, bastonare, affondare l’Italia: sventurato Paese rovinato da vergognosi cialtroni delinquenti, ladri, traditori. Lutto nazionale. Ma per chi?

Se non avessero tolto il disturbo, affogando a pochi metri dalla Terra Promessa, ce li saremmo trovati sul gobbo. Perché che fine avrebbero fatto gli sventurati viaggiatori della speranza? Rimandati a forza al capolinea di partenza con la Comare Secca ad attenderli. O rinchiusi come bestie in recinti angusti e fetidi in attesa di chissà che; o sparsi clandestinamente per il Bel Paese, preda degli sfruttatori italiani; o costretti a delinquere per sopravvivere; o elemosinando carità sempre più avare e malevole. Che palle, ‘sti clandestini negri, i loro calzini, le loro mutande: “Ti prego, mama, comprare!”. Chi cavolo ti conosce? Io non sono tua madre. Vergogna, dice Papa Francesco. Sì, vergogna: che ogni boccone vi strozzi, ci strozzi, perché è un boccone rubato. E quelli che ce la fanno? Quelli che con coraggio, ostinazione, onestà, capacità riescono ad inserirsi, a conquistarsi un lavoro regolare, l’agognato permesso di soggiorno?

Quelli come vivono? Comunque e sempre da dannati, da reietti. Come sono visti?

Sempre e comunque con sospetto, come corpi estranei; come “rubalavoro”, anche se fanno mestieri che a noi choosy fanno schifo; gente colpevole anche quando è innocente, gente che ha torto a prescindere, anche se ha ragione, specie se deve far valere le proprie ragioni contro un nativo italiano. Venite, venite pure, o voi disperati: se non affogate d’acqua azzurra-acqua chiara, vi strangoliamo lo stesso. Tappandoci le orecchie per non sentire le voci degli annegati come gli impiccati di Villon: “Tutti morimmo a stento/ingoiando l’ultima voce/tirando calci al vento/vedemmo sfumare la luce./…./ Coltiviamo per tutti un rancore/che ha l’odore del sangue rappreso/ciò che allora chiamammo dolore/è soltanto un discorso sospeso”. Tremiamo: la collera dei poveri è terribile.

P.S.Giorgio/Sarà pronta entro la prossima estate

L’ex Grand Hotel diventa piazza Mentre prosegue la mobilitazione, da parte di un gruppo di cittadini, per indire un referendum sul futuro dell’area “ex Grand Hotel”, l’amministrazione comunale spinge il piede sull’acceleratore e, con una delibera di giunta, approva il progetto di riqualificazione.

Se tutto andrà come previsto, entro la prossima estate, il centro della città avrà una nuova piazza. Il progetto, per la cui realizzazione è stata prevista una spesa di 682 mila euro e che riguarda una superficie complessiva di 3.623 metri quadri, comprende la creazione di una rotonda centrale pavimentata in travertino e cotto nell’area dove si trovava l’albergo, di una fontana a raso (zona sud-est), di un’area giochi dedicata ai più piccoli (zona ovest) e di diversi spazi verdi.

La scelta di lasciare la futura piazza sgombera da ogni genere di nuova costruzione rispetta le indicazioni del piano regolatore cittadino che destina l’area a luogo di gioco e di incontro. In base al progetto, quindi, particolare attenzione sarà dedicata al verde, con il mantenimento di tutte le piante presenti (tra cui alcune palme secolari) e la piantumazione di nuovi alberi, in modo da creare alcune zone d’ombra dove saranno sistemate delle panchine.

E’ prevista anche l’installazione di cartelli informativi con foto storiche dell’area e del Grand Hotel. Quanto ai parcheggi, saranno mantenuti quelli attuali, ma ne saranno creati di nuovi. A breve si procederà alla redazione del bando e alla sua pubblicazione. Dopodiché si apriranno le procedure di gara.

“La riqualificazione dell’area ex Grand Hotel – dice il sindaco Nicola Loira – era uno degli impegni che abbiamo preso in campagna elettorale. Una volta riformulato il progetto realizzato dall’amministrazione Brignocchi e approvato il bilancio che ci permette di disporre delle risorse necessarie per portarlo a termine, siamo pronti a procedere”. (f.p.)

A Porto Sant’Elpidio il fenomeno della prostituzione è diventata una questione così eclatante da minare sicurezza e incolumità dei cittadini.

Per chi si trova a passare, anche solo lungo la statale che attraversa la cittadina, è chiaro che la presenza delle lucciole ha raggiunto percentuali allarmanti. Da qui la proposta della raccolta firme che secondo Roberto Cerquozzi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, consigliere comunale, nonché uno dei promotori dell’iniziativa, conferma che il referendum rappresenti “uno strumento che serve ad aumentare la partecipazione popolare”. Il primo passo per indire un referendum abrogativo spetta alla commissione preposta all’ammissibilità che ne verifica la coerenza con le leggi vigenti. A Porto Sant’Elpidio la commissione è stata approvata nel corso del consiglio comunale del 30 settembre. In questo caso, trattandosi della Legge Merlin, qualora il referendum dovesse avere avere esito positivo, si verrebbe a creare un vuoto legislativo. Paradossalmente si tornerebbe a prima della Merlin, quando la normativa era pressoché inesistente e questo potrebbe generare un problema ulteriore: l’attività ora non regolata ma illegale, una volta resa legale dovrebbe essere regolamentata. Quindi si presenterà l’esigenza per lo Stato di colmare il gap legislativo con un decreto attuativo che disciplini la materia.

Passiamo ad un altro tema di attualità: alcuni cittadini di Porto San Giorgio hanno deciso di indire un referendum che riguarda le sorti dell’area ex Grand Hotel. Raffaele Rizza, vice presidente del circolo tennis Cococcioni, è il promotore del comitato referendario. Il quesito è già stato presentato. Spetterà ora alla commissione il compito di accettarlo o meno.

A quel punto inizierebbe la raccolta firme (2.024 quelle necessarie). Stando ai progetti dell’attuale amministrazione, il terreno è destinato ad essere trasformato in piazza. Per il club Cococcioni, un punto nevralgico come quello verrebbe sfruttato meglio riducendo le dimensioni della piazza e prolungando la zona già esistente del circolo, pregiandola di due campi da tennis aggiuntivi. “Soprattutto dopo i successi di Quinzi – aggiunge Rizza – l’attività sportiva è molto intensa e avere a disposizione solo tre campi ci penalizza.

Inoltre, prevediamo che, con un comparto sportivo di questo tipo, la domanda sportiva sarebbe altissima”.

Quanto all’ipotesi di decentrare i campi nella zona del Pala Savelli, Rizza lo esclude sostenendo che non gioverebbe a nessuno. Per lo stesso motivo sono stati rifiutati i due campi offerti in zona Cossiri, perché significherebbe dividere in due la società sportiva, mentre la localizzazione in centro e a due passi dal mare favorisce l’immagine del club e dei negozi vicini. Visto che l’area è pubblica, si è deciso di coinvolgere tutta la comunità sangiorgese.

Per questo è stato scelto lo strumento del referendum. (Serena Murri)

Il mondo della scuola “SE NELLA FORESTA CADE UN ALBERO...”

Un vecchio detto dice “Se nella foresta cade un albero e non vi è nessuno ad ascoltare, fa ugualmente rumore?” Spesso, da insegnante, nel corso degli anni mi sono trovata ad affrontare il solito problema della carente capacità di ascolto da parte di una larga parte di studenti, della loro difficoltà a concentrarsi e a porsi in modo attivo ed “accogliente” rispetto ai contenuti. A volte stento a percepire la loro curiosità, il punto interrogativo, la volontà di aprirsi ad un ascolto pacato e riflessivo, silenzioso ma, non per questo, “passivo”.

Ciò rappresenta certamente un problema per un insegnante che, con passione, ha scelto di trasmettere, di “trans-mittere”, di tramandare e far passare ad altri non solo le proprie conoscenze (che dovrebbero essere in continua evoluzione ed espansione) ma, più di ogni altra cosa,l’arricchimento personale che nasce dall’esperienza e dalle esperienze. Questa incapacità di ascolto colpisce ancor più gli adulti di “ultima generazione”, fautori della comunicazione monosillabica e per immagini, dove i fotogrammi hanno soppiantato la parola, la frase e persino la fantasia generativa. Ci hanno spesso insegnato che parlare è azione e potere, mentre ascoltare è debolezza ed apatia e questo preconcetto porta con sé un atteggiamento negativo nei confronti dell’ascolto. Comunicare, in effetti, implica innanzitutto il saper ascoltare ponendosi in un atteggiamento di apertura e di riflessione, ma purtroppo non ci viene insegnato a farlo. Ma cosa significa “ascoltare”? Spesso noi “udiamo” ma non “ascoltiamo”: riconosciamo cioè dei suoni, ma non mettiamo in atto un’azione intellettuale ed emotiva tramite la quale comprendiamo ciò che è stato detto.

Passiamo da un ascolto “passivo” ad uno “selettivo”, quando ascoltiamo solamente ciò che vogliamo sentire e raramente poniamo attenzione a tutto il messaggio. Nella relazione didattica docente-alunno, un ascolto attivo aiuta ad instaurare una buona comunicazione, un migliore apprendimento ed un clima di fiducia, ma quante volte si riesce ad attuarlo?

Non è una fatica, né uno sforzo avere un atteggiamento disposto ad ascoltare. Diventa, anzi, un istinto ed un modo di essere, una maniera di riconoscere l’altro, l’interlocutore. E’ come dirgli: “Tu sei importante, non ti giudico e desidero arricchirmi ed accrescermi attraverso le tue parole ed il tuo vissuto”.

Letizia Marziali M.A. Tesol – University Of California Riverside

19

20

Cultura/News 11 ottobre 2013

Fermo/Al Teatro dell’Aquila e a San Martino il Convegno e il Congresso nazionali di Italia Nostra

Puntare sulla cultura per rilanciare il Paese Alessandro Sabbatini

Sabato 12 e domenica 13 ottobre saranno due giornate importanti per Fermo e per le Marche. Si terranno infatti il convegno e il congresso nazionali dei soci di Italia Nostra dal titolo significativo “La tutela e la valorizzazione dei beni culturali”. Un’occasione di confronto e di conoscenza ma soprattutto una grande opportunità di visibilità per la città di Fermo, per la sua Provincia e per l’intera regione. “Stanno arrivando le prenotazioni, sono attese oltre 200 persone da tutte le regioni d’Italia – ci spiega Elvezio Serena, presidente della sezione del Fermano di Italia Nostra “V. Vallerani” - presidenti di sezioni e di consigli regionali di Italia Nostra, semplici associati e familiari. Per molti, si stima in tutto un giro di alcune centinaia di presenze, sarà la prima volta a Fermo, una vetrina assolutamente importante e prestigiosa per la nostra realtà. Approfitteremo dell’occasione per promuovere e far visitare, oltre il centro storico con le chiese, i palazzi, i cortili, le fontane; i musei: in particolare la Pinacoteca, la Sala del Mappamondo, le Grandi Cisterne Romane, il MITI, ecc. Abbiamo quindi lavorato con le strutture ricettive del centro storico e dei comuni vicini per creare un sistema funzionale di accoglienza. Per l’occasione è stato invitato anche il Ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo Massimo Bray. Sembra confermata la sua presenza, che darebbe ancor più risalto all’iniziativa, un’occasione di vicinanza del Governo alle proposte e alle azioni di Italia Nostra”.

Il convegno e il congresso nazionali rappresentano un traguardo per Italia Nostra, frutto di mesi di lavoro e della sinergia tra la sede fermana, la sede centrale dell’associazione ed il Comune di Fermo. L’iniziativa è preceduta dalla riunione del Consiglio Nazionale di Italia Nostra nella Sala del Consiglio Comunale il venerdì pomeriggio. La due giorni vera e propria inizia sabato mattina, presso il Teatro

dell’Aquila, con il convegno nazionale “La centralità della cultura nell’azione di governo” al quale prenderanno parte autorità locali e ospiti di riguardo quali il presidente nazionale di Italia Nostra Marco Parini, il sindaco di Fermo Nella Brambatti, il prefetto di Fermo Emilia Zarrilli e poi Antonio Canzian, vice presidente della Giunta Regionale delle Marche, Fabrizio Cesetti, presidente della Provincia di Fermo, Graziano Di Battista, presidente della Camera di Commercio di Fermo, Alberto Palma, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo e Maurizio Sebastiani, presidente CR Marche di Italia Nostra. “Il governo deve puntare sulla cultura – sostiene Serena - se vuole sollevare il sistema Italia. Nel corso del convegno, aperto al pubblico, saranno avanzate proposte tecniche degne di ascolto.

Verranno trattati temi basilari tra cui le opere pubbliche e la conservazione programmata del patrimonio culturale, i musei e i sistemi culturali nel territorio, lo sviluppo di sistemi di area e turismo sostenibile, i distretti culturali e il loro sviluppo”, le concessioni e il rapporto con i privati.

Sabato pomeriggio, a partire dalle ore 15, inizierà al Centro Congressi San Martino il congresso dei soci con interventi, gruppi di lavoro e dibattiti su argomenti fondamentali per il futuro dell’associazione, dai distretti culturali agli orti urbani, dalle ferrovie dimenticate al deterioramento del paesaggio, all’archeologia industriale. I lavori si protrarranno fino alle ore 13 di domenica quando il simposio verrà concluso dall’illustrazione dei tre documenti di indirizzo ed il relativo dibattito.

“Sarà una due giorni che si preannuncia intensa e proficua – continua Serena - Ricordo che Italia Nostra è la più antica associazione ambientalista italiana, fondata nel 1955 per tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e naturale del Paese. Oggi conta circa 11.000 iscritti in Italia con oltre 200 sezioni nelle grandi città e nei piccoli centri. Diverse sono le campagne ed i progetti sostenuti dall’associazione: dai beni da difendere, alla lotta al cemento indiscrimina-

to, alla qualità urbana, ai paesaggi sensibili solo per citarne alcuni. Fondamentale per noi è l’educazione al patrimonio culturale e quindi la formazione dei giovani. Per questo coinvolgiamo spesso e volentieri gli istituti scolastici”. In tale contesto si inserisce la sezione del Fermano di Italia nostra, fondata nel 1995 e che conta attualmente quasi 300 iscritti provenienti da Fermo e provincia, ma anche da altre località. E’ tra le più grandi sezioni italiane e svolge un’intensa attività di proposta e di azione rivolta anche alla conoscenza delle eccellenze turistico-culturali del territorio locale e nazionale. “Portiamo avanti battaglie importanti – conclude il Presidente - , relative alla valorizzazione dei centri storici e dell’artigianato artistico, al recupero della vecchia ferrovia Porto San Giorgio – Fermo – Amandola, al recupero delle strutture di archeologia industriale di cui il nostro territorio è ricco, basti pensare alle stazioni ferroviarie, alle antiche officine dell’Istituto Industriale “Montani”.

Un’attività costante, per tutto l’anno”.

Tel. 0734.228628 – 348.8163918 www.italianostra.org - fermo@italianostra.org

Breve Montegiorgio

Maratona culturale

Domenica 13 ottobre torna “Faimarathon, l’unica maratona che si corre con gli occhi”, una giornata da vivere all’insegna della cultura per riempirsi gli occhi e lo spirito del paesaggio che ci circonda. Oltre 90 le città in Italia che sarà possibile scoprire, e riscoprire, grazie agli inediti itinerari proposti dalle Delegazioni FAI. Una passeggiata culturale, non competitiva, dove tutti possono partecipare: basta iscriversi e presentarsi il giorno della Faimarathon alla tappa di partenza, dove si riceverà il kit del maratoneta. Nel Fermano l’appuntamento è a Montegiorgio. www.fondoambiente.it

Cultura/News 11 ottobre 2013

Fermano/Grandi eventi per GialloMar(ch)e

Una provincia in giallo Non delude le aspettative GialloMar(ch)e, il Festival del Giallo della provincia di Fermo, giunto quest’anno alla sesta edizione. Partita il 4 ottobre, la manifestazione sta ospitando diversi scrittori che nei loro libri parlano di storie che spaziano dal Medio Evo alle cronache dei giorni nostri. Quest’anno il Festival si espande ancor più nel territorio fermano. Fermo, Porto San Giorgio, Santa Vittoria in Matenano, Pedaso e Sant’Elpidio a Mare sono i comuni che ospitano gli eventi in programma fino al 27 ottobre.

“Nonostante le poche risorse a disposizione – spiega Carlo Pagliacci, organizzatore del Festival – siamo riusciti a realizzare una manifestazione di spessore. Ciò è stato possibile grazie ad una stretta collaborazione tra tutti i partner coinvolti: le Società Operaie di Fermo e Porto San Giorgio, il circolo Metropolis, alcune associazioni di commercianti, Sistema Museo, Partinquinta, la Biblioteca civica Gino Pieri di Porto San Giorgio, alcune contrade di Fermo e Sant’Elpidio a Mare”. Confermate le apprezzatissime “Cene con delitto” che quest’anno presentano un’interessante novità. Infatti, fino alla scorsa edizione le trame dei delitti a cui i commensali erano chiamati a trovare una soluzione erano ispirate a libri di noti autori, quest’anno sono frutto della fantasia e della vena creativa degli organizzatori e mantengono un forte legame con il territorio fermano.

Quindi, a Pedaso, si avrà a che fare con un omicidio commesso al porto (16 ottobre, ore 20.30, Ristorante Pane e Vino); a Sant’Elpidio a Mare i commensali saranno alle prese con un delitto in una fabbrica (19 ottobre, ore 20.30, sede Contrada Santa Maria); a Santa Vittoria il mistero da svelare riguarderà una morte legata al Natale e alla montagna (26 ottobre, ore 20.30, Hotel Ristorante Farfense). Da non perdere, inoltre, giovedì 24 ottobre alle ore 19 presso la Libreria Ubik di Fermo, la video intervista allo scrittore Maurizio de Giovanni. Numerosi e tutti interessantissimi gli incontri con gli autori, con una particolare attenzione a quelli marchigiani che saranno protagonisti di tre diversi appuntamenti, e agli scrittori del collettivo Pelagio D’Afro.

“Sarebbe riduttivo – dice l’assessore provinciale alla Cultura Giuseppe Buondonno – considerare GialloMar(ch)e soltanto come un evento. Si tratta piuttosto di uno strumento attraverso il quale viene divulgato l’amore per la lettura e per mezzo del quale è possibile osservare le trasformazioni della nostra società”.

Tel. 0734.223414 - 333.6519709 - www.festivalgiallomare.blogspot.it

Fermo/Grande successo per la mostra

Pierluigi Savini e la Riforma Si è conclusa il 6 ottobre scorso a Fermo la bella mostra monografica che, circa 20 anni fa, Pierluigi Savini dedicò a Martin Lutero e alla sua Riforma. Un percorso oltre che artisticopittorico, anche storico e filologico su un personaggio e un periodo storico che hanno segnato la società europea in genere e la storia della Chiesa in particolare. Significativo il titolo della mostra, tratto da un verso di un inno protestante: “Una Rocca possente è il nostro Dio – La Riforma”. L’esposizione ha ricevuto lusinghieri risultati a livello di apprezzamento da parte dei numerosi visitatori. Le opere (circa 40) sono a tecnica mista, tra la pittura e il collage sapientemente articolati tra loro ed è solo la seconda volta che è possibile ammirarle in un unicum, con un colpo d’occhio davvero affascinante, grazie anche alla splendida cornice che le ha ospitate: il suggestivo Oratorio di S. Domenico, trasfigurato da un allestimento raffinato ed elegante in un “bosco” incantato di alti alberi bianchi. Le opere furono composte dal Maestro Savini tra il 1983 e il 1984. Nel 1986 furono esposte a Berlino, poi, nel 1987, acquistate in blocco dal Comune di Fermo dove sono restate fino ad oggi sparse per i vari uffici e dove torneranno. Ora le opere torneranno nel Palazzo comunale, ma sia il Maestro Savini che il numeroso pubblico hanno espresso un desiderio e un’istanza: invece di riappenderle in modo dispersivo per tutto il Palazzo, sarebbe bello che le opere fossero riunite in un unico ambiente per non depauperarle del loro senso e della loro forza espressiva che solo un unico colpo d’occhio potrebbe consentire. (Loredana Tomassini)

Segnalazione letteraria di Sergio Soldani ABBRACCI (Gianni Della Casa - Andrea Livi Editore) Gianni Della Casa è un poeta ontologico ed esistenzialista. Trasforma le riflessioni più profonde in stilati pensieri e li propone in versi nitidi e quasi imballati nella sua personalissima proposta stilistica.

Usa una metodica linguisticamente allungata, mentre i pensieri, centro della sua rassicurante produzione, si incontrano e si dispiegano dolcemente con gli elementi, sia umani che fisici della realtà più evidente che ci circonda. Gli oggetti che egli descrive mirabilmente contengono le avventure umane più commoventi e molto ricche di confronto, se vogliamo la sua sa essere una poesia prettamente dialettica che non cede mai però all’astrusità o alla prosaicità. Questo autore marchigiano non è privo di aforisticità continuata come Gibran, ma la tenerezza nei suoi argomenti è talmente insistente che induce alla commozione e alla valutazione delle ricchezze quotidiane che potremmo certamente valutare di più solo se più volte non fossimo schiavi della aberrazione consumistica che corrode il meglio della nostra interiorità di esseri umani. L’umanità infatti è un punto fermo inamovibile nelle poesie di Della Casa. Pezzi come “Bambini”, si avvalgono di un inizio sconcertante per qualità contenutistica, “Che strano il destino di un bambino”, dà subito chiaramente l’idea di come il nostro sia un poeta puro, senza fronzoli o sdulcinerie gratuite di sorta, che fanno tanto male alla poesia ma in lui sono assolutamente assenti. Il merito della poesia ampia e fresca di Gianni Della Casa sta anche nel possedere qualche vaga somiglianza nella scrittura e proposizione della sua elaborazione con uno dei più potenti e significativi poeti del novecento: il futurista russo Vladimir Majakovskij. Alcune soavi dimensioni, lo ricordano, sebbene sia presente una minore impetuosità; c’è invece in Della Casa un costrutto di meditazioni che portano a una lucida, quanto stupenda, Cristianità.

Breve Fermo Torna la Festa della Madre Terra Domenica 20 ottobre, Piazza del Popolo sarà “invasa” da più di trenta produttori provenienti da tutta la regione, che daranno vita alla Quarta Festa della Madre Terra.

L’iniziativa, organizzata dalle associazioni ambientaliste del Fermano, vedrà anche la presenza di stand informativi delle stesse associazioni e lo svolgimento di un convegno con la presenza di relatori che affronteranno vari temi riguardanti l’agricoltura.

Azienda Informa/IL DOPOSCUOLA “Il Doposcuola”: tanti corsi e un canale specifico per gli universitari “Il Doposcuola”, sito in via Medaglie d’Oro a Fermo, mette a disposizione degli studenti personale qualificato, competenza e 9 anni di esperienza.

E’attivo un canale specifico di aiuto per gli studenti universitari, in particolare per le discipline socio-sanitarie: biologia, biochimica, patologia generale, farmacologia, microbiologia e microbiologia clinica, fisiologia, anatomia umana; chimica generale ed inorganica, chimica analitica, chimica farmaceutica I e II, chemioterapia, laboratorio tecnologie farmaceutiche, tossicologia, statistica medica, istituzioni di matematica, statistica. Si offre assistenza anche per coloro che frequentano le facoltà di Ingegneria, Economia e Commercio e facoltà affini. Possibilità di abbonamenti mensili!

Per gli studenti delle elementari - medie - superiori resta l’ampia offerta didattica.

Vengono curate diverse aree: umanistica (comprensiva di latino e greco), linguistica (inglese, francese, spagnolo), economico-giuridica (diritto, economia aziendale, matematica finanziaria), tecnico scientifica (matematica, fisica, chimica, costruzioni, estimo, topografia, architettura, meccanica, impianti, tecnologia, disegno, sistemi, informatica, elettronica, elettrotecnica..). Ad ogni ragazzo viene proposto un piano personalizzato per acquisire e migliorare il proprio metodo di studio, per potenziare le capacità cognitive e di apprendimento nelle singole materie. Anche qui possibilità di convenienti abbonamenti mensili a partire da 4,5€/h per studenti delle elementari e medie e 7€/h per studenti delle superiori.

Durante i mesi di ottobre e novembre “Il Doposcuola” ospiterà l’Associazione CNIS (Coordinamento Nazionale Insegnanti Specializzati) per degli incontri serali dal titolo “Crescere bene per crescere meglio”. Un percorso formativo per i genitori dove verrà trattato il tema “Il ruolo dei genitori nella gestione dei compiti”.

Per informazioni generali o su date e contenute dei corsi: 328.0373303 o info_ildoposcuola@libero.it

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Cultura/Il personaggio 11 ottobre 2013

Piccola galleria degli “eccellenti” nostrani

Don Vinicio Albanesi: il bello di essere “scomodo” Di solito non amo trascrivere le intervistine domanda/risposta, ma stavolta necesse est un’eccezione, visto il personaggio che si commenta da sé. Don (Mons.) Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, ha festeggiato i suoi “settanta”con una festicciola di 500 persone, e questo la dice lunga. E con l’occasione ha presentato il suo libro “La finestra sulla strada”, una autobiografia non solo sua, ma anche dei mille volti e delle mille storie incontrati lungo il cammino. Cominciamo.

La rubrica è quella che chiamiamo “del personaggio”: tu ti senti personaggio? “Ma no! La scelta di non essere personaggio l’ho fatta tanti anni fa, quando con le prime apparizioni in tivvù la gente ti fermava… A quel punto ho capito che non valeva la pena. Se uno ha un vino scarso e lo mette in bottiglia con l’etichetta bella, non è che il vino diventa più buono. Quello che ho notato è che man mano che passava il tempo c’è chi ti vuol bene perché ti vuol bene e chi ti vuol bene perché forse potresti essergli utile”.

Oppure c’è chi ti vuole male, perché in fondo sei stato spesso scomodo: questo come l’hai vissuto?

“L’ho vissuto bene, perché con il tempo ho imparato che anche su situazioni sbagliate o su prospettive che potevano non essere condivise c’erano dei pezzi di verità. Al di là delle apparenze, delle rabbie, dei linguaggi occorre sempre saper distinguere ciò che è vero.

Per cui su chi mi vuol male io ci rifletto. Però, se ritengo che ciò che sostiene non è vero, sostanzialmente la cosa mi lascia indifferente. Prendiamo, per non offendere nessuno, i miei confratelli preti: so che ‘mormorano’,

però non hanno il coraggio… Se uno mi fa un’obiezione io ci rifletto e non mi è difficile dare ragione se ragione ce n’è, e se non ce n’è… è un problema suo”.

Tu hai incontrato parecchi ostacoli anche da parte della tua stessa parte, c’è stato qualche Vescovo che ti ha dato addosso...

“Sì, ci ho sofferto, mi sono ritirato. Ma poi, passato qualche anno, la storia scopre le verità. Quando arrivò Franceschetti mi ha cacciato da tutte le funzioni che avevo eccetto quella del parroco e di insegnante in Seminario. Però, passati cinque o sei anni mi ha richiamato e prima di morire mi ha mandato detto: ‘Ti voglio bene’. L’invidia, le incomprensioni, le male lingue… Poi mi consolo: al povero Cristo dicevano che era posseduto dal demonio, era ubriacone, era mangione…

Se l’hanno detto a Lui, figuriamoci a me!”.

Hai sofferto nel sentirti “scomodo” per certa gente? “No, più che scomodo non ho sopportato lo stile con cui è stato fatto. Se uno mi dice: tu sei un imbecille, tu esageri, me lo dice in faccia e me lo fa capire sono disponibile a rivedere le mie azioni. Quello che mi dà fastidio è il non coraggio e la non lealtà. Le opinioni diverse vanno motivate, se tu le dici in giro e non all’interessato sei un vigliacco. Io, per essere leale e sincero, ho pagato di persona: potevo far carriera, potevo scodinzolare, potevo starmi zitto in alcune circostanze…”.

Sei entrato in Seminario a undici anni, come tanti altri bambini: a quell’età non è stata una scelta subita?

“Io l’ho subita, perché il Seminario era una cosa per certi versi feroce… Però quello che mi ha salvato è stato saper leggere al di là di quello che uno dice o di quello che rap-

presenta. Ho incontrato pure cattiveria vera, violenza… Ho deciso di farmi prete attorno ai vent’anni. A quel punto ho riflettuto e tutto sommato ho visto che quello che mi veniva offerto manco me lo meritavo, quindi l’ho ritenuta una cosa donata più che una scelta mia”.

Ma non ti sei sentito derubato della tua infanzia, della tua adolescenza “normale”?

“No, non mi sono sottomesso”.

Quindi sei stato sempre tu, anche da “fricu” in Seminario!

“So’ pijato schiaffi fino a diciott’anni! (ride) Allora menava tutti!”.

Ti sei mai pentito? “No, neppure quando ho scelto di tornare a Fermo anche se avevo altre opzioni: rimanere a Roma, fare la carriera diplomatica… Prete ci si diventa col tempo, con l’esperienza, con l’umiltà, imparando. Io mi sono detto che era una cosa bella, nobile, quindi mi sentivo quasi in debito, ero un privilegiato più che un sacrificato”.

Poi hai incontrato Don Franco… “Sì, prima già da seminarista, poi non so se le mie scelte successive sono dipese dall’educazione di mia madre: questo stare accanto agli altri, alla sofferenza, l’ho vissuto proprio dalla prima infanzia. Non sono né un flagellato né un flagellante e neppure un umiliato. Anzi, in alcuni momenti dico che ho avuto pure troppo”.

Perché hai sentito il bisogno di “scriverti”?

“Per la verità è stato l’editore. Mi ha detto: tu hai fatto una vita strana, tanti mestieri, hai studiato diritto, sei parroco, la Comunità, una vita movimentata, hai attraversato trenta o quarant’anni anche della storia d’Italia. Allora ho scritto, ma non solo di me, ma di gente che ho incontrato, dal più disperato che ho seppellito una settimana fa fino a Prodi, D’A-

lema, ministri, governatori, giornalisti, Mentana, Gad Lerner… Insomma, se uno vuole dare senso alla propria vita può incontrare chiunque, sono persone come noi”.

La prospettiva? “Quella di sapere invecchiare , perché quando uno invecchia deve essere utile e non ingombrante. Di non avere la pretesa di essere l’unico al mondo e quindi di non impedire che altra gente si faccia avanti, cresca, perché la giornata sta andando al tramonto e bisogna che la vita continui anche senza di te”.

Facendo le corna, dunque hai già preparato un tuo successore? “E’ iniziata questa fase di passaggio. Io cerco qualcuno che abbia voglia di imparare perché quando io ho cominciato ero imbranato. Ho avuto vertenze, momenti di angoscia, gli incubi di notte… Poi, quando sono apparso sul versante nazionale ho fatto per sette/otto anni il ‘chierichetto’ a Don Ciotti perché la comunicazione non la conoscevo, per me certi personaggi erano irraggiungibili… Sono stato lì a imparare e imparando poi uno diventa autonomo”.

Tentazioni? “Quella del potere che però ho rifiutato, della celebrità, della tivvù, dell’essere personaggio, rincorrere l’immagine del divo. Devi essere te stesso nel bene e nel male e se dal Padreterno hai ricevuto dei doni ringrazialo e cerca di correggere i difetti che hai”.

Grazie, e cento di questi giorni, diavolo d’un prete! (Loredana Tomassini)

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Cartellone/News 11 ottobre 2013

Fermo/Al via le Stagioni di prosa, lirica e concertistica: grandi nomi ed eventi da non perdere

Teatro dell’Aquila, si alza il sipario Una Stagione teatrale nel segno dell’emozione. L’offerta del Teatro dell’Aquila di Fermo, divisa come sempre nelle tre grandi sezioni dell’Opera, della Prosa e della Musica, si conferma di primo livello e brilla come una stella di prima grandezza a livello regionale e oltre.

STAGIONE DI PROSA: SPETTACOLI PER TUTTI I GUSTI “E’ la più bella stagione teatrale della regione, realizzata secondo un mix di sapienti investimenti e capacità organizzative. Un plauso va all’Amministrazione comunale che, seppur in un momento di contingenza economica come quello attuale, ha saputo mantenere alto il livello della programmazione”. Ad esprimere queste parole di apprezzamento verso la Stagione teatrale 2013/2014 del Teatro dell’Aquila di Fermo è stato Raimondo Arcolai, coordinatore della programmazione e dell’organizzazione dell’Amat.

Sono Le voci di dentro (foto in basso) di Eduardo De Filippo diretto da Toni Servillo per il Piccolo Teatro ad aprire la stagione il 30 e 31 ottobre. Tra le mani del regista e attore pluripremiato, volto noto del cinema italiano e internazionale, Toni Servillo la celebre pièce di Eduardo De Filippo diventa uno spettacolo imperdibile già richiesto e prenotato nei teatri di tutto il mondo.

Affiancano Toni Servillo il fratello Peppe – cantante di Avion Travel – e una affiatata e numerosa compagnia di attori. L’appuntamento successivo, il 22 novembre è con un grande musical come My Fair Lady. Interpretata da Vittoria Belvedere e Luca Ward, la favola della povera fioraia che un ostinato e burbero professore di fonetica riesce a trasformare in principessa è uno dei classici più amati del teatro musicale. Questa edizione, che ha raccolto grandissimi successi nella passata stagione, è firmata dall’abile regia di Massimo Romeo Piparo, neodirettore del Teatro Sistina, mitico tempio del musical italiano. In esclusiva per le Marche, il 3 e 4 dicembre, va in scena The Suit. È senza ombra di dubbio l’appuntamento più importante della stagione teatrale marchigiana che sta per iniziare. Uno spettacolo evento firmato dal maestro Peter Brook, uno dei registi più importanti della scena teatrale internazionale, direttore del Teatro parigino Les Bouffes du Nord. Vicenda e atmosfere raccontano l’intellighenzia artistica e politica di Johannesburg prima dell’allontanamento forzato, seguito all’istituzione delle leggi dell’apartheid nel dopoguerra, di molti neri dall’area residenziale di Sophiatown verso il sobborgo di Soweto. Appuntamento il 20 dicembre con A piedi nudi nel parco commedia capolavoro di Neil Simon interpretata da Vanessa Gravina, Valeria Ciangottini e

Stefano Artissunch che firma anche la regia per la produzione marchigiana Synergie Teatrali. Servo per due dell’inglese Richard Bean, libero adattamento da Il Servitore di due padroni di Goldoni, è il primo titolo del nuovo anno, il 7 gennaio. Pierfrancesco Favino e gli attori del Gruppo Danny Rose accompagnati dai musicisti di Musica da Ripostiglio, ricollocano ora sullo sfondo della Rimini degli anni ’30, vicenda equivoci e avventure di un Arlecchino rivisitato in chiave moderna, utilizzando nuove tecniche e tecnologie. Il 22 gennaio con La Scena la coppia Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti è alle prese con un testo di Cristina Comencini. Storia quasi surreale di teatro nel teatro, due donne adulte e dall’indole diversa, fra casualità ed equivoci si trovano a confrontarsi con un giovane ‘intruso’ scoprendo alla fine che il palcoscenico è davvero il luogo più libero del mondo.

Ultimo appuntamento in abbonamento il 18 e 19 marzo con il ritorno dello spettacolo Premio Ubu – sorta di Oscar del teatro italiano - Operette Morali di Giacomo Leopardi con adattamento e regia di Mario Martone per una produzione della Fondazione del Teatro Stabile di Torino. L’idea di Martone (che proprio in questi giorni è impegnato nelle riprese del suo film sul poeta renatese Il giovane favoloso) di mettere in scena un testo in sostanza estraneo al canone della letteratura teatrale, nasce dal confronto con la cultura e con la storia italiana dell’Ottocento che di recente ha impegnato il regista nel film sul Risorgimento Noi credevamo.

Completano la proposta per la sezione Classico/Contemporaneo, due appuntamenti. Il 21 febbraio è protagonista Antonio Rezza con Fratto_X, nuovo spettacolo dove cinismo, comicità surreale, corpo e figure antropomorfe servono a prendersi gioco dei tic della contemporaneità. Appuntamento con la danza, invece, il 6 aprile.

Protagonista il Balletto di Roma con la star Kledi Kadiu in Contemporary Tango, dove le coreografie di Milena Zullo raccontano l’abbraccio del tango, dentro cui, come in un album di fotografie, si ripongono sogni, desideri, atmosfere e sensazioni.

Inizio spettacoli ore 21, festivi ore 17.

STAGIONE D’OPERA NEL SEGNO DI VERDI Fermo si conferma città vocata all’opera lirica, proponendo una stagione di alta qualità. Tre gli appuntamenti in programma al Teatro dell’Aquila da ottobre a dicembre: “Macbeth” di Giuseppe Verdi venerdì 18 ottobre; “Omaggio a Verdi (1813-2013), arie & overture” sabato 9 novembre e “Bohème” di Puccini martedì 10 dicembre.

Per tutte le rappresentazioni l’orario di inizio è alle 21.

Soddisfatti il sindaco Nella Brambatti e l’assessore alla cultura Francesco Trasatti che rimarcano lo sforzo profuso dall’amministrazione per mantenere inalterata l’offerta culturale fermana in tempo di crisi. Questo perché, sostengono, il pubblico fedele all’opera è variegato la presenza dei giovani è fondamentale. Proprio per questo l’amministrazione comunale porta avanti da tempo un percorso culturale preparatorio che coinvolge le giovani generazioni. “A corollario della stagione – aggiunge Trasatti – manteniamo l’appuntamento con “Cantiamo l’Opera” dedicata ai giovani fermani.

Quest’anno verrà interpretata l’Aida ed il

progetto, incentrato sulla figura di Verdi nel bicentenario della nascita, vivrà un’interessante anticipazione sabato 12 ottobre alle ore 18 quando i giovani delle scuole elementari e medie si ritroveranno in Piazza del Popolo per cantare il “Va pensiero”, concretizzando così l’obiettivo di avvicinarli all’opera lirica rendendoli protagonisti”.

Veniamo al programma della stagione: esordio il 18 ottobre con il “Macbeth”, opera che rientra nel progetto “Fondazioni all’Opera”, portata a Fermo in collaborazione con la Società della Musica e del Teatro “Primo Riccitelli” di Teramo. Sul palco Macbeth sarà Carmelo Corrado Caruso, Banco verrà interpretato da Stefano Rinaldi Miliani, Lady Macbeth Federica Serpente, Macduff Antonio Interisano, Malcolm Orlando Polidoro, il domestico di Macbeth, sicario e medico Siro Antonelli. Massimiliano Stefanelli dirigerà l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, Paolo Speca è il Maestro del Coro del Teatro Marrucino. Le scene sono di Mauro Di Giuseppe, costumi di Marco Dini, la regia è affidata a Nicola Zorzi.

Sabato 9 novembre originale appuntamento con “Omaggio a Verdi (1813-2013), overtures, arie & duetti”, produzione Teatro dell’Aquila di Fermo. Si tratta di un concerto lirico sinfonico che vedrà protagonista l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da David Crescenzi. “Un concerto – spiega il direttore generale della Form Fabio Tiberi – che va a sintetizzare gli aspetti fondamentali della vocalità di Verdi.

La Form eseguirà overture più o meno conosciute ma tutte con un importante tensione sinfonica”. Fondamentale sarà la presenza del baritono Giovanni Meoni, artista di primo livello che si esibirà nei motivi verdiani d’eccellenza affiancato da una giovane, brillante promessa: Marina Bucciarelli, andando a confermare un aspetto fondamentale della musicalità di Verdi: la centralità di baritono e soprano.

Chiuderà la stagione d’opera 2013 “La Bohème” di Giacomo Puccini in programma martedì 10 dicembre, frutto della coproduzione con Teatri Spa di Treviso, Fondazione Teatro Comunale di Bolzano e Fondazione Teatro Comunale di Ferrara. L’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta sarà diretta da Francesco Lanzillotta; direttore del Coro Lirico Amadeus Giuliano Fracasso. Regia, scene e costumi di Ivan Stefanutti. “Si tratta di un allestimento popolare che dal 2006 riscuote successo in tutta Europa – dichiara il direttore artistico del Teatro di Treviso Federico Pupo -. Una Bohème stile anni ’30 dal grande fascino, Mimì verrà intepretata da Nozuko Teto, soprano sudafricano dalla vocalità straordinaria. Lei ed altri interpreti sono i vincitori del prestigioso Concorso Internazionale per Cantanti “Toti Dal Monte”. Una serata da non perdere”.

EMOZIONI IN MUSICA TUTTE DA VIVERE Forti emozioni. E’ quanto promette la Stagione Concertistica 2013.2014 organizzata dal Comune di Fermo e dalla Gioventù Musicale “Pro Musica”. Una rassegna consolidata che si ripresenta puntuale, al pubblico degli appassionati per il 58° anno consecutivo con appuntamenti di grande fascino, godibili e legati dal fil rouge dell’emozione e del ricordo. Sarà infatti l’aspetto emozionale il valore aggiunto di questa edizione in ricordo del professor

Annio Giostra che ha regalato al pubblico Stagioni indimenticabili. Un omaggio alla sua straordinaria figura sarà il Concerto di Inaugurazione che si terrà al Teatro dell’Aquila, domenica 27 ottobre 2013 alle ore 17. Un evento sia sotto il profilo musicale che simbolico ed emozionale per la presenza del grande pianista franco-americano Francois Joel Thiolllier, amico personale del prof. Giostra che, dopo essere venuto a suonare a Fermo per oltre 35 anni, non ha voluto mancare l’appuntamento per un omaggio speciale all’amico scomparso. Le sue esecuzioni saranno come sempre di straordinario livello tecnico-interpretativo che lo hanno fatto giudicare dalla critica “un pianista al di sopra di ogni paragone” ma con l’aggiunta di quella carica emozionale che renderà le sue interpretazioni indimenticabili. Il pianista sarà accompagnato dalla eccellente compagine dell’Orchestra da Camera delle Marche con Konzertmeister Luca Marziali, composta da alcuni dei più qualificati strumentisti marchigiani.

Appassionante il programma che prevede i Concerti per Pianoforte e Orchestra di J.S. Bach n.5 e di W.A.Mozart k 414 oltre a pagine tra le più toccanti e trascendentali della letteratura pianistica.

Una grande inaugurazione preceduta da un’anteprima di rilievo, mercoledì 16 ottobre alle ore 21 alla Sala dei Ritratti con il Concerto del pianista tedesco Marc Toth che eseguirà un programma poderoso (“Variazioni Goldberg” di Bach parafrasi di Liszt su opere di Wagner).

Sette i mesi di programmazione con grandi artisti, orchestre sinfoniche di livello, strumentisti che si sono imposti in campo internazionale, affascinanti programmi, con punte di assoluta eccellenza ed anche incursioni classiche nella musica leggera. Gli appuntamenti cameristici spaziano come sempre con interpreti al top in campo internazionale fino a proposte inusuali e originali come il concerto-evento di Kormak De Barra (25 gennaio 2014 - foto in alto) considerato uno dei più grandi interpreti al mondo dell’Arpa celtica. Prestigiosi gli appuntamenti con i vincitori dei più blasonati Concorsi Internazionali, confermati sia il Concerto di Natale, con la presenza quest’anno di un eccezionale sopranista accompagnato dall’orchestra, sia quello del 26 dicembre con l’“Elisir d’amore” di Donizetti.

A grande richiesta torna il Trio Lennon con “Quando i Beatles mettono il frac…” e per Pasqua una suggestiva edizione del Requiem di Mozart. E ancora violinisti di rango, cantanti, un grande coro e tanto altro ancora attendono gli appassionati per un’altra Stagione di grande musica e di forti emozioni.

Biglietteria del Teatro, tel. 0734.284295 da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30, sabato dalle 9.30 alle 12.30

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Comitato Biblioteca Comunale “Luigi Mannocchi” - Petritoli

- ore 12.30 presso l’ Agriturismo “M.E.S.” Pranzo a tema “I Menù di ErbaOlio” prenotazioni: 0734-655977 8

Circuito delle Erbe Spontanee

• DOMENICA 10 NOVEMBRE - ore 12.30 presso l’Agriturismo “Lo Scoiattolo” Pranzo a tema “I Menù di ErbaOlio” prenotazioni: 0734-658072 • DOMENICA 17 NOVEMBRE - ore 12.30 presso l’Agriturismo “Casale Biancada” Pranzo a tema “I Menù di ErbaOlio” prenotazioni: 0734-658699

2013 013 • SABATO 19 OTTOBRE - ore 18.00 presso la Biblioteca L. Mannocchi “Incontri in biblioteca” Ricordi del passato - letture sciolte - ore 20.30 presso il Ristorante “Del Monte” Cena a tema “ I Menù di ErbaOlio” prenotazioni: 0734-658528

• DOMENICA 24 NOVEMBRE - ore 12.30 presso il Ristorante “Re Squarchiò” Pranzo a tema “I Menù di ErbaOlio” prenotazioni: 0734-658649 • SABATO 30 NOVEMBRE - ore 20.00 presso l‘Hotel-Ristorante “Roma” Cena a tema “ I Menù di ErbaOlio” prenotazioni: 0734-658248

• DOMENICA 1 DICEMBRE - dalle ore 9.00 alle ore 17.00 per le vie del centro storico di Petritoli La Fiera di ErbaOlio - ore 10.30 • DOMENICA 27 OTTOBRE presso la sala incontri Andreina Ramazzotti - ore 10.00 presso l’ Agriturismo “Parco Galeano” Convegno “Città e Territorio” Escursione guidata nel Parco - ore 12.30 fra erbe ed olive in fase di raccolta presso i locali del CAG (Centro Aggregazione Giovanile) - ore 12.30 presso l’ Agriturismo “Parco Galeano” Pranzo con i menù del Circuito Pranzo a tema “I Menù di ErbaOlio” delle Erbe Spontanee prenotazioni: 0734-658398 a cura della Pro Loco di Petritoli - ore 15.30 Visita agli stands dislocati • DOMENICA 3 NOVEMBRE per le vie del centro storico - ore 10.00 presso l’ Agriturismo “M.E.S.” Camminata nel bosco tra Ecologia e Biodiversità

www.comune.petritoli.fm.it - info: ph.: +39 0734 658141 - e-mail: info@petritoli.net

Cartellone/News 11 ottobre 2013

Eventi Petritoli

ErbaOlio, quando il gusto si sposa con la qualità I profumi, gli odori, i sapori della nostra terra, le antiche tradizioni, le bontà. Tutto questo e molto altro ancora è ErbaOlio, rassegna consolidata negli anni che lega la riscoperta delle erbe spontanee all’olio monovarietale autoctono piceno, di ottima qualità e delizioso al palato, ingrediente fondamentale di gustosi piatti della cultura gastronomica locale. L’attesa kermesse petritolese, rientra nel Circuito interprovinciale delle erbe spontanee che coinvolge i paesi di Francavilla d’Ete, Montefiore dell’Aso, Monte San Pietrangeli, Moresco, Smerillo e, appunto, Petritoli.

“Dal 19 ottobre al 1° dicembre sarà un susseguirsi di eventi di sicuro richiamo – ci spiega Nicola Brucchi, consigliere comunale e per l’ottavo anno deus ex machina della manifestazione -: pranzi e cene a tema “I Menù di ErbaOlio” che coinvolgeranno agriturismi e ristoranti di Petritoli e che in alcuni casi verranno affiancati dagli ormai tradizionali appuntamenti con le escursioni guidate fra le erbe e poi incontri, convegni e l’immancabile Fiera di Erba Olio che chiuderà la rassegna”. Succulenti, al solito, i menù proposti nel corso dei pranzi e delle cene di ErbaOlio. Come resistere, ad esempio, alle “Crepes all’asparago

selvatico”, alle “Frittelle di campo e crocchette mentolate”, ai “Maltagliati alla borraggine con frutta secca e ricotta salata”, alla “Zuppa di ceci alle erbe selvatiche”. E che dire dell’’“Agnello al forno alle artemisie” e del “Maiale in velo al profumo di timo alloro e maggiorana con contorno di cicorie alla contadina”. Il tutto condito da contorni tipici e da dolci di prima scelta tra i quali spiccano i particolari e gustosissimi “dolci petritolini”, vanto della cucina locale, ed innaffiato da ottimi vini del territorio.

ErbaOlio prende il via sabato 19 ottobre alle ore 18 presso la Biblioteca L. Mannocchi con “Incontri in biblioteca”, ricordi del passato – letture sciolte di testi di due autori petritolesi molto amati: Domitilla Mattioli e Luigi Mannocchi. Alle ore 20.30 Cena a tema “I Menù di ErbaOlio” presso il Ristorante “Del Monte” (prenotazioni al n. 0734.658528).

Domenica 27 ottobre alle ore 10 escursione guidata nel Parco fra erbe ed olive in fase di raccolta presso l’Agriturismo “Parco Galeano” , a seguire pranzo a tema “I Menù di ErbaOlio” (prenotazioni tel. 0734.658398). Domenica 3 novembre si cammina nel bosco tra Ecologia e Biodiversità presso l’Agriturismo “M.E.S.”, anche in questo caso

seguirà il pranzo a tema (prenotazioni tel. 0734.655977).

Domenica 10 novembre il pranzo è presso l’Agriturismo “Lo Scoiattolo” (prenotazioni tel. 0734.658072) mentre il 17 novembre, alle ore 12,30, “I Menù di ErbaOlio” ci aspettano all’Agriturismo “Casale Biancada”, graditissima new entry della manifestazione (prenotazioni tel. 0734.658699).

Arriviamo così al succulento pranzo a tema di domenica 24 novembre presso il Ristorante “Re Squarchiò” (prenotazioni tel. 0734.658649) e alla cena di sabato 30 novembre all’Hotel Ristorante “Roma” (prenotazioni tel. 0734658248), per arrivare alla Fiera di ErbaOlio di domenica 1 dicembre che, dalle ore 9 fino alle 17, interesserà le vie dello stupendo centro storico di Petritoli. Saranno presenti stand di prodotti che rappresentano il nostro territorio e di artigianato locale. Da non perdere, alle ore 10, il convegno presso la Sala Incontri Andreina Ramazzotti e il pranzo con i menù del Circuito delle Erbe Spontanee a cura della Pro Loco di Petritoli presso i locali del Centro Aggregazione Giovanile (CAG).

Comune, tel. 0734.658141

Feste popolari

Breve

Montemonaco

Fermano

Edizione numero 36 della prestigiosa castagnata

L’Assessorato allo Sport e l’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Sant’Elpidio a Mare propongono per domenica 13 ottobre l’iniziativa “Passo dopo passo…. camminando tra arte, cultura e sapori”, una “caccia al tesoro” culturale tra panorami ed opere d’arte lontane dai circuiti più famosi, per scoprire l’esperienza del viaggio. Partenza dall’Ufficio Turistico di Sant’Elpidio a Mare ore 9.30 - Iscrizione e partecipazione gratuite (tel. 0734.8196373). Giovedì 31 ottobre si terrà la “Decima Giornata Nazionale del Trekking Urbano”. Anche Fermo aderisce all’iniziativa, tra natura e storia, camminando per le vie più caratteristiche, passando per il Girfalco e Piazza del Popolo, si ricostruirà il passato della città. Tempo di percorrenza 3 ore, lunghezza 2,5 km, punto di partenza Largo Valentini, orario di partenza 9.30 e 15.30 (tel. 0734.217140).

Sabato 26 e domenica 27 ottobre si svolge a Montemonaco la 36^ edizione della Sagra Mercato della Castagna, una delle manifestazioni più importanti ed antiche della zona dei Sibillini.

Per le vie del centro del borgo sarà possibile gustare oltre ai tradizionali piatti a base di castagna anche i prodotti tipici locali sapientemente preparati dalle donne del posto secondo antiche ricette. Si comincia sabato 26 alle 10.30 dove all’interno dell’ex Chiesa di San Michele si terrà il convegno “Marroni: gioie e dolori”. Dalle ore 12 all’interno delle mura castellane apertura dei coperti e riscaldati stand gastronomici con l’immancabile “cucina dagli antichi sapori” dove sarà possibile degustare la rinomata “zuppa de lu pecorà”, la polenta, gli arrosticini di castrato e molto altro ancora. Nella piazza centrale sempre nella giornata di sabato non mancherà la con-

vivialità con il “Montemonaco in folk”, il 4° raduno folkloristico che prevede l’esibizione serale dal vivo di numerosi gruppi folkloristici.

Per l’intera giornata di domenica 27 spazio al mercatino dell’artigianato e dei prodotti locali dove sarà possibile acquistare oltre ai marroni freschi altri prodotti tipici della zona montana come patate, mele rosa, funghi, tartufi, dolci, pane biologico, formaggi, noci e nocciole. Oltre al mercatino saranno inoltre sempre funzionanti gli stand gastronomici, mentre il pomeriggio sarà allietato dagli organetti, dagli stornellatori e dallo spettacolo di marionette “Il grande lupo bulgaro”. Musica e animazione dal vivo con il gruppo “Gli Storti” e vin brulé gratis per tutti.

Pro Loco, tel. 0736.856411 - 338.2771946 www.montemonaco.com

Eventi Fermo

Tutto sul mondo dell’infanzia Al via sabato 26 e domenica 27 ottobre presso il Fermo Forum, la prima edizione de “Il Mondo dell’Infanzia”, evento che intende sviluppare e promuovere tutte le attività che gravitano intorno al mondo del bambino migliorandone la crescita. Sulla base del successo delle iniziative di “Il Villaggio dell’Infanzia” dell’associazione Arte Per Crescere svoltesi negli ultimi due anni a Grottazzolina in occasione della giornata Universale dell’Infanzia, Il Mondo dell’Infanzia interessa professionisti di fama nazionale e internazionale per diffondere l’importanza delle arti, dello sport, dell’alimentazione, della salute e dell’intrattenimento al fine di migliorare la qualità dell’offerta formativa a bambini e genitori. Crescere è infatti una responsabilità che ricade sugli adulti che avranno occasione, durante la manifestazione, di informarsi, aggiornarsi e allo stesso tempo divertirsi e far divertire i propri bambini.

Ricco il carnet degli eventi e numeri di tutto rispetto per questa prima edizione: 80 relatori ed educatori coinvolti provenienti da tutta Italia, più di 20 laboratori per bambini, più di 20 workshop per adulti, 2 convegni nazionali, 7 sportelli informativi di professionisti (nutrizionista, osteopata, logopedista ecc.), 5 aree gioco, 3 concerti, e poi mostra-gioco “In Forma d’Acqua”, presentazioni di libri per bambini e genitori e il “Mercatino delle Mamme”. Coinvolte anche le scuole del territorio con ben 7 giorni di laboratori negli istituti.

L’orario di visita per entrambi i giorni è dalle ore 9 alle 19.

Tel. 338.3432054 (Katy Nataloni - Arte per Crescere) - www.mondodellinfanzia.com

Appuntamenti con il trekking urbano

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Cartellone/News 11 ottobre 2013

Musica classica Montegranaro

Grandi interpreti per una Stagione Concertistica da incorniciare Una partenza col botto, che darà il via ad una serie di appuntamenti musicali di assoluto prestigio. Saranno i solisti dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma ad aprire, domenica 20 ottobre, la 29^ Stagione Concertistica organizzata dall’associazione Amici della Musica di Montegranaro, in collaborazione con il Comune e il sostegno di alcuni sponsor privati. Al Teatro La Perla, il trio d’ance formato da Francesco Di Rosa (oboe), Alessandro Carbonaro (clarinetto) e Francesco Bossone (fagotto) eseguirà musiche di Mozart, Beethoven, Ibert e Ghezzi. Solisti dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, i tre musicisti si esibiranno per la prima volta insieme dando vita ad un emozionante concerto.

“La principale particolarità della Stagione Concertistica 2013-2014 – spiega il direttore artistico Francesco Di Rosa – sarà la commemorazione, in due diversi appunta-

menti, di alcuni musicisti di cui ricorrono importanti anniversari”. Il 17 novembre, infatti, all’Auditorium “Officina delle Arti”, si terrà un omaggio a tre grandi artisti francesi: Edith Piaf, Francis Poulenc e Jean Cocteau, a cinquant’anni dalla loro scomparsa. Durante il pomeriggio saranno letti testi di Cocteau, eseguite musiche di Poulenc e cantati brani della Piaf.

L’8 dicembre sarà la volta dell’omaggio a Giuseppe Verdi e Pietro Mascagni, a duecento anni dalla nascita del primo e a centocinquanta da quella del secondo.

Domenica 5 gennaio sul palco dell’Auditorium saliranno Matteo Rocchi (viola) e Alessandro Viale (pianoforte) che eseguiranno musiche di Shumann, Bruch, Milhaud e Clarke.

Il 2 febbraio appuntamento d’eccezione con il Trio Latitude 41: Luigi Piovano, primo violoncello dell’Accademia

di Santa Cecilia, si esibirà insieme a due musiciste americane di altissimo livello: Livia Sohn (violino) e Bernardene Blaha (pianoforte). L’ultimo appuntamento con la Stagione Concertistica di Montegranaro è in programma per domenica 9 marzo con Grazia Raimondi (violino) e Giuliano Mazzoccante (pianoforte) che saranno impegnati nell’esecuzione di musiche di Tartini, Paganini, Respighi, Petrassi, Martucci e Sollima.

“Si tratta di una Stagione Concertistica che offrirà un repertorio eterogeneo – aggiunge Di Rosa – con programmi raffinati che saranno eseguiti da alcuni dei migliori musicisti attualmente presenti sulla scena mondiale”.

Tutti i concerti avranno inizio alle ore 17.15.

Tel. 0734.890554 e-mail: amicidellamusicamg@gmail.com

Musica classica

Breve

Fermano e Maceratese

Montegiorgio

Il fascino dell’organo

L’edizione 2013 della tradizionale “Castagnata” di Montegiorgio si presenta ricca di novità. Come al solito, saranno protagonisti della manifestazione le castagne arrosto, i dolci a base di castagne, e il tipico “acquaticcio” a volontà. Per l’occasione il Comitato proporrà i tradizionali, ghiottissimi “caciù” di fava e di cioccolata. I bambini potranno trovare tanti ed appassionanti giochi a loro riservati ed i gonfiabili. Attesa la novità di un mercatino effettuato e gestito dai bambini, rivolto sia ai piccoli che ai più grandi.

Per gli adulti, le guide dell’Archeoclub saranno a disposizione per accompagnare gratuitamente gli interessati a visitare i monumenti più importanti di Montegiorgio, dalla Chiesa degli Angeli con il suo Arco del 1300 alla Sacrestia di San Salvatore, dalla Chiesa di San Michele alla restaurata Chiesa di San Francesco con all’interno la famosissima Cappella Farfense. Un appuntamento da non perdere, dunque con tante possibilità per trascorrere un pomeriggio in allegria.

Tredici appuntamenti, diciannove concertisti, una corale, eventi a dir poco originali, come il concerto per organo e contraltista o la serata… di compleanno per Giuseppe Verdi o l’evento per il terzo centenario della morte di Arcangelo Corelli. E ancora: il concerto per i marchigiani di Roma.

Questi i numeri della 12^ edizione della Rassegna Organistica della Marca Fermana “Il Fermano in Musica” promossa dall’Accademia Organistica Elpidiense di Sant’Elpidio a Mare, l’unica manifestazione che mette in rete parte del grande patrimonio organario del Fermano valorizzando giovani concertisti e le fonti musicali locali.

Si è partiti a Monte Urano (dove di recente è stato restaurato il Vincenzo Paci del 1865) lo scorso 5 ottobre per chiudere a Potenza Picena il 29 novembre, passando attraverso 13 località: Fermo, Monte Urano, Montegranaro, Sant’Elpidio a Mare, Monte Giberto, Amandola, Montecosaro, Lapedona, Corridonia, Mogliano, Montottone, Civitanova Alta, Potenza Picena e, come detto, Roma.

“Un evento di tradizione che è difficile mantenere – afferma il presidente dell’Accademia, Giovanni Martinelli – visto che la cultura, in tempo di crisi, vive un momento di marginalizzazione. Un grazie alla Fon-

dazione Cassa di Risparmio di Fermo, sostenitrice da sempre, ai Comuni e alle Parrochie che hanno collaborato, al Rotary Club di Civitanova Marche che ha voluto sostenere le attiovità nel suo territorio. Un grazie particolare a tutti i giovani musicisti che qualificheranno il cartellone”. Sì, i giovani, perché la Rassegna del Fermano è una delle poche voluta per dare spazio e visibilità a giovani musicisti di questa terra.

Accademia Organistica Elpidiense tel. 334.3202625 accademiaorganistica@gmail.com Facebook accademia-organistica-elpidiense

Teatro Civitanova Alta

Caro Teatro, e sono sedici!

Prosegue a ritmo serrato il calendario della 16^ Rassegna Teatrale Nazionale “Caro Teatro” di Civitanova Marche Alta. Dopo il successo degli spettacoli di apertura del cartellone 2013, il Teatro Annibal Caro torna ad aprire le porte domenica 13 ottobre con lo spettacolo “Le pillole di Ercole”, a cura dell’Associazione Papaveri e Papere di Fabriano. La commedia di Charles Hennequin e Paul Bilhaud, per la regia di Federica Petruio, è un insieme esplosivo di irresistibili gags, qui pro quo e colpi di scena sul tema dell’animo umano. Penultimo appuntamento quello del 20 ottobre con la Compagnia Teatrale “Colonna Infame” di Conegliano. Il gruppo trevigiano porterà sul palco dell’Annibal Caro lo spettacolo “I 39 scalini” di Patrick Barlow, dramma ambientato in una Londra piena di intrighi e suspense.

Chiude la rassegna la pièce teatrale “Campa…nile che l’erba cresce” il 27 ottobre con la Compagnia Teatrale Piccola Ribalta di Civitanova Marche. La rappresentazione di Francesco Tranquilli è un insieme di battute esilaranti, avanspettacolo e richiami burleschi all’opera lirica che si intersecano in un giallo comico assolutamente da non perdere. Tutti gli spettacoli inizieranno alle ore 17.30.

Torna la tradizionale Castagnata

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Cartellone/News 11 ottobre 2013

Musica classica Fermo Corali da tutta Italia al “San Martino” per una giornata da vivere intensamente La III edizione del Concorso Corale Nazionale “Città di Fermo” in programma nell’Auditorium San Martino domenica 20 ottobre, organizzato dall’Associazione Musica Poetica di Fermo, si arricchisce dei cori a voci pari evidenziando, dalle domande pervenute, una qualità che si conferma alta come per le edizioni precedenti, con formazioni corali che già hanno ottenuto risultati lusinghieri in analoghe competizioni nazionali ed internazionali.

I cori che parteciperanno rassegna sono: - Coro Polifonico “S. Antonio Abate” - Cordenons (PN) - Dir. Monica Malachin - Corale “La Fenice” - Avezzano - Dir.

Tiziana Buttari - Padova Vocal Ensemble - Padova - Dir. Alessandro Kirschner - Coro “La Fonte” di Cognento - Modena Dir. Cecilia Fontana, Pietro Corni - Coro “A. De Vecchi” - Cinto Caomaggiore (VE) - Dir. Luciano Bertuzzo - Insieme Vocale “Orophonia”- Badia Prataglia - Poppi (AR) - Dir. Patrizio Paoli - Coro Giovanile “Juvenes Cantores” Corato (BA) - Dir. Luigi Leo - Coro della Virgola - Pescara - Dir. Pasquale Veleno - Coro “Sine Nomine” - Teramo - Dir. Ettore Sisino Associazione Reg.le

Cori Marchigiani Regione Marche

Provincia di Fermo

Comune di Fermo

Terza Edizione Città di Fermo

FERMO

Auditorium San Martino

La manifestazione è stata premiata con Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica

domenica 20 ottobre 2013

cori partecipanti

Insieme Vocale “Orophonia”- BADIA PRATAGLIA - POPPI (AR) Dir. Patrizio Paoli Corale “La Fenice” - AVEZZANO Dir. Tiziana Buttari Coro “Sine Nomine” - TERAMO Dir. Ettore Sisino Coro “La Fonte” di Cognento - MODENA Dir. Cecilia Fontana, Pietro Corni Coro “Estro Armonico” - SALERNO Dir. Silvana Noschese Padova Vocal Ensemble - PADOVA Dir. Alessandro Kirschner Coro Giovanile “Juvenes Cantores” - CORATO (BA) Dir. Luigi Leo Coro Polifonico “S. Antonio Abate” - CORDENONS (PN) Dir. Monica Malachin Coro della Virgola - PESCARA Dir. Pasquale Veleno Coro “A. De Vecchi” - CINTO CAOMAGGIORE (VE) Dir. Luciano Bertuzzo

In fo : te l. 3 2 8 .7 4

programma

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47 ore 14,00 inizio audizioni ore 18,30 proclamazione e premiazione dei vincitori, saluto autorità e a seguire breve concerto finale dei cori premiati

giuria

manifestazione realizzata con il contributo di:

Marco Berrini Aldo Cicconofri Roberta Paraninfo Lorenzo Donati - (delegato FE.N.I.A.R.CO.) Dario Tabbia organizzazione Coro

® DISTRIBUZIONE SICUREZZA AUTOMAZIONE CIVITANOVA MARCHE - PORTO SAN GIORGIO - CASETTE D’ETE www.streni.com

IMPIANTI

Grottazzolina - Via E. Berlinguer, 2 Tel. 0734.631325 - 335.5254602 www.tecimpianti.com

Coordinatore Generale Direttore Artistico Claudio Laconi Mario Ciferri

GROTTAZZOLINA (AP) www.electromatica.it

Studio Grafico - Stampa Digitale Studio Pubblicitario - Digital Signage - Siti We b GROTTAZZOLINA (FM) - Tel. e Fax 0734-631883 www.promo-service.biz

Segretario Federico Vita

- Coro “Estro Armonico” - Salerno - Dir. Silvana Noschese Le fasi concorsuali, con inizio alle ore 14, saranno regolate da una giuria composta da eminenti personalità del mondo corale nazionale quali Marco Berrini, Dario Tabbia, Aldo Cicconofri, Roberta Paraninfo e Lorenzo Donati, che dovrà esprimere una valutazione in centesimi. I Cori premiati saranno tre, ai quali sarà rilasciata, oltre al diploma di partecipazione, una targa premio e rispettivamente una somma di euro 1.000,00 al 1° classificato, euro 500,00 al 2° classificato ed euro 250,00 al 3° classificato concessi a titolo di rimborso spese.

L’Associazione Regionale Cori Marchigiani, aderente alla Fe.n.i.a.r.co (Federazione Naz.le Italiana delle Associazioni Regionali Corali) che patrocina l’iniziativa, istituisce un premio speciale, che consiste in € 300,00 sempre a titolo di rimborso spese, riservato alla migliore esecuzione del brano d’obbligo. La Fe.n.i.a.r.co, Federazione Nazionale delle Ass.ni Corali Regionali, istituisce un premio speciale consistente in materiale scelto dalle proprie Edizioni da attribuire ai Cori che si saranno classificati ai primi tre posti.

La proclamazione e premiazione dei vincitori è prevista alle ore 18,30, a seguire breve concerto finale dei cori premiati.

La manifestazione è patrocinata e sostenuta inoltre dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione Marche, dal

Comune e la Provincia di Fermo, dall’Arcidiocesi di Fermo, dal Conservatorio “Pergolesi” di Fermo e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo ed ha ricevuto la “Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica” importante riconoscimento concesso dal Presidente Giorgio Napolitano. Coordinatore generale del Pogetto è il Sig. Claudio Laconi, Direttore Artistico è il M° Mario Ciferri e Segretario il Sig. Vita Federico.

Tel. 328.7466547

Sport/News

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11 ottobre 2013

Basket/Il punto sui campionati minori

Le squadre del territorio pronte a tornei da protagoniste Sono appena iniziati anche i tornei cosiddetti minori di basket con le squadre fermane pronte a svolgere un ruolo di primo piano sia nel torneo di Divisione Nazionale B che in quello regionale di C. Nel campionato DNB l’ex serie B 2 la Poderosa Dino Bigini Shoes Montegranaro dopo l’ottimo esordio nella scorsa stagione, coincisa con la disputa dei play off promozione, punta a disputare un torneo da protagonista, sebbene, le difficoltà non mancheranno viste anche alcune concorrenti molto agguerrite, a partire dalla storica rivale del basket montegranarese Rieti. La squadra allenata da coach Bianchi potrà contare su alcuni uomini di sicura esperienza, fra questi i neo arrivati Paolo Berdini e Claudio Nobile già in forza alla Supernova, oltre a diversi giovani di belle prospettive, l’unico problema potrebbe essere l’amalgama, visto che si tratta di una squadra per 7/10 nuova.

In effetti, la piena sintonia fra tutti i nuovi gialloneri è mancata nella gara d’esordio del

torneo, dove davanti a circa 1000 spettatori con una nutrita rappresentanza ospite, la Poderosa è stata sconfitta per 82-67 nel derby del fermano contro la neo promossa Ecoelpidiense Porto Sant’Elpidio, che guidata da uno scatenato Boffini ex di turno ed autore di ben 31 punti, ha meritatamente violato il parquet veregrense.

Per l’Ecoelpidiense Porto Sant’Elpidio Basket si tratta di un gradito ritorno in B che dopo tante stagioni in B 2, la squadra rivierasca ha saputo vincere un play off di C entusiasmante, sovvertendo il fattore campo sfavorevole, recuperando in città antichi entusiasmi, paragonabili quasi a quelli dei derby contro la Sutor degli anni 90. La società del Presidente Oscar Bonifazi ha festeggiato proprio nei giorni scorsi i 60 anni di storia, con dei bei momenti celebrativi e tanta fiducia per il torneo appena iniziato. La squadra messa a disposizione del confermato coach Marco Schiavi è composta da un mix fra uomini d’esperienza a partire da Boffini e Romani

con dei giovani di sicuro avvenire, intanto la vittoria nel derby alla prima è sicuramente un buon viatico, per un torneo che dovrebbe dare delle belle soddisfazioni.

In serie C Regionale la Pallacanestro Pedaso vuol continuare a recitare un ruolo di primo piano, considerato che da ben 15 anni la società del Presidente Paolo Lanciotti milita in questo torneo ed anche nella passata stagione si è messa in bella evidenza. La squadra di coach Camarri ha un bel roster con diversi giocatori montegranaresi di scuola Sutor quali: Di Angilla, Ianuà e Vallesi, oltre ad un uomo di categoria come Mosconi, l’inizio è incoraggiante con 2 vittorie e primato in classifica, sebbene, la Stamura Ancona dovrebbe essere l’avversaria più accreditata per la vittoria finale. Insieme a Pedaso ci sono le due compagini sangiorgesi della Virtus e del Porto San Giorgio Basket. La Virtus è una neo promossa con delle legittime ambizioni, suffragate dall’ingaggio della forte ala Mirko

Polidori, per tanti anni giocatore di livello superiore e nella stagione scorsa protagonista a Porto Sant’Elpidio della promozione in Divisione Nazionale B dell’Ecoelpidiense.

Nella squadra di coach Sansolini milita un’altra vecchia conoscenza del basket sangiorgese come Tortolini, dopo la netta vittoria per oltre 30 punti in quel di San Benedetto all’esordio, la Virtus ha ceduto di misura alla forte Stamura nella 2^ giornata. Infine il Porto San Giorgio Basket che dopo il ridimensionamento dell’ultimo anno, cerca di disputare un campionato tranquillo con dei giovani interessanti. La squadra di coach Del Buono non è partita nel migliore dei modi, dopo aver subito una bruttissima sconfitta nel match d’esordio ad Ancona, è stata sconfitta in casa dalla Cestistica Ascoli Piceno per 82-71, in evidenza fra i rivieraschi il giovane di scuola Sutor Lupetti autore di 20 punti, Quercia e Giusti, ma non sono bastati per ottenere i primi 2 punti della stagione. (Endrio Ubaldi)

Civitanova/Gare, corsi e museo: l’ippodromo Mori fra tradizione e innovazione

Un capitano a cavallo Simbolo di potenza e libertà, accompagnato a grandi eroi, coraggiosi condottieri e personaggi che hanno fatto la Storia, spesso fiero e veloce, talvolta selvaggio e indomito nelle rappresentazioni cinematografiche e letterarie, il cavallo ha sempre sollecitato la fantasia e l’interesse dell’uomo, anche dopo che i cavalli-motore ebbero sostituito quelli naturali di carovane e carrozze.

Non si sa quale peso il cinema o altro abbiano avuto in ciò che si va a raccontare, ma è certo che il capitano Ermanno Mori aveva un’enorme e viscerale passione per questo animale, tanto da mandare i suoi figli appena 14enni in Canada, senza che sapessero una parola d’inglese, solo per seguire la quarantena dei cavalli, in compagnia dei quali sarebbero poi rientrati in aereo. “Matto come un cavallo” si sente spesso dire, ma cosa sarebbe la vita senza un po’ di follia? E se ne respirava un bel po’ nell’aria in quei magici anni 60’, in cui tutto sembrava possibile, anche trasformare un allevamento di vacche in una scuderia con esemplari venuti da oltreoceano.

Era il 1966 ed il capitano che, lasciata la Guardia di Finanza

sarebbe tornato da Milano nelle Marche, iniziava sulle colline di Civitanova Alta la sua avventura.

Un’avventura che è divenuta quella di un’intera famiglia, una struttura che dal 2000 è un vero e proprio ippodromo, con la pista di gara, quella d’allenamento ed oltre 100 box, che hanno ospitato e cresciuto campioni provenienti da varie parti del mondo, fino al mitico Varenne, giunto questa estate per la “Corsa delle Stelle”, lui soprannominato “il Capitano”, come colui che tanto avrebbe gioito nel vederlo lì, a “casa sua”. Un luogo che oggi non è solo ippodromo, come spiega Alessandra Mori, figlia del capitano Ermanno e presidente della “Fondazione Mori – Museo Storico del Trotto”: “Si tratta di uno spazio diversificato, con il circolo ippico ‘Cavalli delle Fonti’, i corsi d’equitazione sia per adulti che per bambini e pure d’ippoterapia per gli alunni delle scuole elementari e medie di Civitanova. E poi c’è il Museo del Trotto con tante immagini, sculture e dipinti dedicati al cavallo. È gestito dalla Fondazione, che l’anno scorso ha allestito due bellissime mostre: ‘Il Cavallo nell’Arte’ ed un

museo-presepe equestre”.

Dunque non solo ippodromo, i cui soci sono gli altri figli del capitano (Ermanno, Vittorio, Paolo e Lucia), una struttura che ospita attualmente 8 giornate di gara all’anno, nel periodo estivo, bensì molto altro e ancora di più nei progetti futuri, descritti dalle parole di Alessandra: “L’idea è quella di creare uno spazio dedicato al cavallo a 360 gradi, non solo dal punto di vista ippico, attraverso l’organizzazione di sempre più eventi e manifestazioni (a novembre parteciperemo alla FierCavalli di Verona, in collaborazione con il ‘Gruppo Italiano Attacchi’), magari sviluppando anche strutture di accoglienza e ristorazione, l’animazione per i bambini e tutto quanto possa aiutare a riavvicinare la gente a questo magnifico animale, che è ancora molto amato e seguito. Il settore dell’ippica è in forte difficoltà, ma questa è una scommessa che vogliamo vincere”. E per farlo servirà la stessa passione tramandata dal capitano, magari un pizzico di follia o meglio, visto che siamo in tema di scommesse, un po’ di “febbre da cavallo”. (Simone Accattoli)

Ciclismo/Se n’è andato Michele Gismondi, grande uomo e grande atleta

Montegranaro ed il mondo delle due ruote piangono il “campione buono” Se n’è andato in una tranquilla giornata d’inizio settembre nella sua amata Montegranaro il campione veregrense Michele Gismondi, indimenticato fedelissimo di Fausto Coppi, che tantissime soddisfazioni ha regalato agli appassionati delle due ruote del nostro territorio. Il popolare “Michè” è stato un grande esempio sia sulle strade italiane ed internazionali con quasi 10 anni di professionismo ad altissimo livello.

Dal 1952 al 1960 con la mitica Bianchi di Fausto Coppi è stato un eccellente protagonista della storia ciclistica, conquistando da professionista 8 vittorie, sebbene, i risultati più prestigiosi furono i 3 piazzamenti nelle corse iridate. A Zandvoort nel 1959 arrivò 2°, sebbene il vincitore doveva essere squalificato per una grave irregolarità, ma la federazione italiana non ebbe la forza “politica” per rendere giustizia a Gismondi; nel 1953 arrivò 4° a Lugano dove vinse il suo amico Fausto Coppi, ed anche nel 1954 si classificò al 4° posto a Solingen.

Proprio con la maglia della nazionale Michele Gismondi ottenne i risultati più importanti, ciò lo fece diventare ancor più popolare fra tutti gli appassionati, con un grande rispetto anche da parte di tutti i ciclisti dell’epoca e degli addetti ai lavori. Unanimemente conosciuto come uno degli “Angeli” di Coppi, è stato l’ultimo ad abbandonare il mondo terreno, la sua amicizia con il campionissimo è stata fortissima, basti ricordare che Fausto Coppi fu testimone delle nozze di Gismondi a Montegranaro, con delle foto indelebili nelle memorie cittadine. Fu costretto a smettere nel 1960 quando riportò un infortunio molto serio in seguito ad un incidente per una corsa su pista, ma nonostante l’abbandono dell’attività agonistica il suo amore per le 2 ruote fu sempre fortissimo.

A Montegranaro Michele è sempre stato accanto ai giovani, che nel corso degli anni si sono avvicinati allo sport della bicicletta; è stato uno dei fondatori della società dei Calzaturieri che ha oltre 40 anni di storia,

e che in tutti questi anni ha accompagnato tanti dilettanti verso il professionismo. Di Gismondi tutti hanno apprezzato l’estrema modestia e generosità verso il prossimo, sempre prodigo di consigli disinteressati per i più giovani. Quello che colpiva di più era senza ombra di dubbio la sua semplicità: se l’interlocutore di turno non era a conoscenza della sua carriera e dei suoi risultati, parlando con Michele, e considerando la sua modestia, mai e poi mai, si sarebbe potuto immaginare di parlare con uno dei migliori amici del grande Coppi.

La Gazzetta dello Sport nel dare la notizia della sua scomparsa, ne ha tracciato un profilo bello ed umano, così come tutti gli organi d’informazione del territorio. Fra i primi a testimoniare la propria vicinanza al figlio Nazzareno ed alla signora Romana, è stato lo storico ed ultranovantenne commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo Alfredo Martini, alla cerimonia funebre era presente il figlio di Gino Bartali, mentre

una nipote dello stesso Bartali vive da anni a Montegranaro, ed è sempre stata fortemente legata alla famiglia Gismondi. Il Comune calzaturiero ha proclamato il lutto cittadino e nei prossimi mesi si provvederà all’intitolazione di un importante spazio pubblico al campione gregario che ha portato in alto il nome di Montegranaro nello sport, ancor prima dell’altra eccellenza sportiva cittadina che è la Sutor, di cui Michele è stato sempre grande tifoso ed anche dirigente negli anni ‘70 ed ‘80. (Endrio Ubaldi)

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Sport/News 11 ottobre 2013

Pallavolo/Azzurra Casette, Volley Angels e Videx ai nastri di partenza

Campionati al via, focus sul Fermano Ci siamo: inizia la nuova stagione del volley e se, a livello regionale, a tenere banco è come sempre la Lube Macerata che, tra qualche mese emigrerà nel nuovo Palasport in fase di ultimazione a Civitanova Marche, scendendo qualche gradino troviamo agguerrite compagini locali che non mancheranno di emozionare e divertire il pubblico.

Iniziamo con l’Azzurra Casette Volley (foto), team elpidiense iscritta al campionato di serie B1 femminile, giroce C. Claudia Di Marino (centrale), Monica Pierantoni (schiacciatrice), Maria Mauriello (opposto), Alessia Mastrilli (libero), Anna Patrassi (alzatrice), Francesca Rosa (centrale), Chiara Masotti (schiacciatrice), Valentina Pomili (schiacciatrice), Elisa Morolli (alzatrice), Camilla Orazi (opposto), Laura Tonti (centrale): sono loro, le undici paladine che l’instancabile presidente Marco Pennesi, da oltre 25 anni al timone della Polisportiva Azzurra, ha messo a difesa del volley di Casette d’Ete. La formazione allenata dai coach Federico Domizioli e David Cardinali, si accinge ad affrontare un nuovo campionato con rinnovate speranze, voglia di ben figurare e volontà di metter in luce le tante giovani promesse che quest’anno avranno occasione di confrontarsi con un campionato che si preannuncia più che impegnativo. Dopo ben quattordici stagioni orfane della storica capitano Ylenia Testella, le ragazze si sono “testate” con due amichevoli disputate al cospetto di squadre di pari categoria che ritroverà in campionato come Pesaro e Pagliare. La squadra di Domizioli, che si è aggiudicata entrambe le partite, ha fatto vedere buone cose. Soprattutto ha dimostrato di essere compagine compatta e ben coperta in ogni reparto che ha denotato qualità, varietà di schemi, carattere e buone individualità. Una formazione giovane ma nello stesso tempo esperta, che conosce bene la categoria ed è stata costruita per disputare una buona stagione. Tutte le gare casalinghe si giocheranno al “Palazzurra” di Via Parri a Casette d’Ete la domenica con inizio alle ore 17.30 eccetto quelle con Cagliari (il primo

appuntamento casalingo, domenica 20 ottobre) e Olbia che avranno inizio alle ore 15.30.

Stagione al via anche in casa “M&G Videx Grottazzolina”.

Agli ordini di coach Marco Paolini e del suo secondo Paolo Viola, ecco ai nastri di partenza i giovani della Serie C: tante conferme, ma anche diversi volti nuovi (tutti comunque dalla verde carta di identità), vogliosi di mettersi a disposizione del “maestro”, per un team che ha tutte le intenzioni di diventare il serbatoio naturale della prima squadra. I “big” di casa Videx, ovvero i ragazzi della B2, che quest’anno recupereranno sia l’opposto Claudio Pettinari che Francesco Ramadori, si presentano ai nastri di partenza con il valore aggiunto che risponde al nome di Jacopo Chiarini, trentaduenne centrale anconetano di 195cm, una vita tra B1 ed A2 fino all’esperienza dello scorso anno a Morciano.

Un autentico “colpaccio” quest’ultimo, messo a segno dalla Videx, che puntella così al meglio un organico già indubbiamente competitivo. I coach saranno i confermati Massimiliano Ortenzi e Rossano Romiti, per affrontare al meglio un girone che si preannuncia davvero impegnativo e, al tempo stesso, molto stimolante. Ma quella che può tranquillamente definirsi la storica svolta per la società grottese è rappresentata dalla “M&G in rosa”, le ragazze di coach Bonini. Dunque Videx, ancora una volta ai nastri di partenza di importanti campionati regionali e nazionali, più agguerrita che mai e con un grande obiettivo comune impresso nella mente, come emerge dalle parole di Massimiliano Ortenzi: “La società ha l’obiettivo primario di riportare sempre più gente al palazzetto, ricreando quell’entusiasmo che da troppo tempo manca a Grottazzolina, abituata negli anni alla pallavolo di altissimo livello.

Per raggiungere questo obiettivo, però, c’è un’unica ricetta: vincere. Non conosco altre strade...”.

Altra realtà locale degna di menzione è la Volley Angels Project. Anche per il biennio 2014/2015, la F.i.p.a.v. le ha confermato sia la certificazione di qualità che l’apparte-

nenza al ristretto novero di società che possono vantare la scuola federale qualitativamente riconosciuta. Una nuova stagione è appena iniziata, con al via bel 11 formazioni femminili (di cui ben otto di settore giovanile), più l’esordio nel “3x3” maschile. Ultimo particolare: sfondata la soglia dei 200 atleti iscritti. Per la Volley Angels Project, la stagione 2013/2014 sarà, con ogni probabilità, quella della definitiva consacrazione. Squadra di punta il team di serie D che con merito ha avuto una seconda chance di disputare questo campionato regionale che l’anno scorso si era concluso in modo sfortunato.

L’organico del team Volley Angels ha subito delle modifiche con un notevole ringiovanimento della rosa. Importanti le riconferme in panchina del duo composto da Domenico Conforti e Luciano Leoni, che saranno affiancati dal direttore tecnico di Volley Angels Daniele Capriotti e anche da Monica Sosa. “Lo scopo che abbiamo - afferma Capriotti - è quello di fare crescere le nostre giovani mettendole in gioco in campionati impegnativi e con obiettivi importanti, potendo contare sull’esempio e sul supporto di compagne di strada esperte e forti”. Il team di serie D di volley Angels project giocherà come sempre a Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio.

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ANNO 11 - n.10 - 11 Ottobre 2013

Editore: Edizioni Fisal, Dir.Responsabile: Alessandro Sabbatini P.R.:Patrizia Scaloni, Fabio Scatasta Art: Marco Borzacchi Imp.: Andrea Ferracuti Pompa Stampa: Bieffe industria grafica - Recanati Vignette: Daniele Ripani Redazione: Paolo Galletti, Francesca Pasquali Hanno collaborato alla redazione di questo numero: Simone Accattoli, Federica Balestrini, Andrea Braconi, Uberto Frenquellucci, Daniele Maiani, Carmela Marani, Serena Murri, Loredana Tomassini, Endrio Ubaldi Dir. Amministrativo: Gianfranco Sabbatini Webmaster: Aranea (tel. 0734.776001) CORRIERE NEWS - Viale Trento, 5 - 63900 Fermo tel. 0734.223110 - fax 0734.220161 www.corrierenews.it - info@corrierenews.it

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