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Immagini, Tracce, Racconti dei nostri Comuni
ALLEGATO - N.9/2011
Comune di Monte Vidon Corrado Le chiavi della città Saluto del primo cittadino Andrea Scorolli
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envenuti a “Montevidò”, cioè Monte Vidon Corrado! Da non confondere con Monte Vidon Combatte, poiché sebbene entrambi siano sotto la medesima provincia, appellati allo stesso modo, compresi i propri cittadini e legati dalla storia per l’attribuzione dei toponimi a due personaggi storici imparentati tra loro, tuttavia sono ben diversi e distinti tra di loro. Tra la valle del fiume Tenna e quella del fiume Chienti, su 429m slm, si colloca Monte Vidon Corrado, un comune di poco più di ottocento abitanti, che riscattandosi dal lavoro della terra, dalle proprie tradizioni, legate alla paglia e all’artigianato, ha saputo creare un vero e proprio motore economico stabile e conosciuto in tutto il mondo. Un popolo di lavoratori onesti, alacri ed ambiziosi, quello dei montevidonesi, che di generazione in generazione riesce a far crescere e dare lustro alla propria terra, con il cappello, gli accessori d’abbigliamento, le minuterie metalliche, l’artigianato italiano e l’enogastronomia. Visitare Monte Vidon Corrado è come immergersi in un’atmosfera magica: impossibile non lasciarsi condurre per le vie ristrutturate del centro storico, magari ascoltando i racconti antichi di qualche montevidonese naturalmente predisposto all’accoglienza ed al sorriso, e scorgerne le meraviglie nascoste sino alla veduta panoramica delle terre circostanti dalla terrazza Belvedere, appunto. Lo stesso scenario di un mondo che è stato tanto evocativo e di intensa ispirazione per il grande artista del Novecento Osvaldo Licini. L’eredità liciniana ha segnato indelebilmente la politica culturale degli amministratori pubblici, tanto da predisporre un Centro Studi per la salvaguardia e la ricerca della sua arte e, in generale, di quella contemporanea. Terra da sempre fertile ed ospitale, aperta alle nuove prospettive di sviluppo e rispettosa delle tradizioni, costruita da uomini onesti e sagaci, la bella e ben curata Monte Vidon Corrado merita un “a-rivederci”, ad un tempo ed uno spazio in cui poter ristorare la dimensione più profonda e spirituale, quella dell’anima.
MONTE VIDON CORRADO (FM) Via Europa,3 Tel. 0734.759413 (8 linee r.a.) Fax 0734.759525 Unità distaccata: Montegiorgio, Frazione Monteverde www.effegi.com e-mail: infoeffegi.com
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Monte Vidon Corrado
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Storia e Beni Culturali/Una passeggiata nel tempo: dall’arte medievale a quella contemporanea
Il respiro per l’anima nel paese museo
I primi insediamenti a Monte Vidon Corrado risalgono a prima dell’epoca romana, al tempo degli antichi Piceni: dove oggi sorge Montappone, insisteva un piccolo insediamento di agricoltori e di pastori il cui capo si chiamava Apunis (da cui Monte di Apunis, latinizzato in Mons Apunis, quindi Montappone). A testimonianza del fatto che ci siano stati insediamenti urbani (se ne parla nella battaglia del 90 a.C.), sono i ritrovamenti avvenuti nel 1990 all’inizio della contrada Rota e nel 1991, durante l’aratura di un terreno, in contrada San Pietro, in cui furono portati alla luce reperti di un insediamento preromano del quarto-terzo secolo a.C. ed un pezzo di pavimento di laterizio e fattura romana. Se pensiamo poi alla storia locale, la conferma della presenza di civiltà antiche la troviamo nelle numerose vestigia romane presenti sul territorio di Piane di Falerone, di Fermo (ed Urbisaglia). Tuttavia il nome deriva dal medievale “Castello di Guidone”, ed in seguito “Corrado”, uno dei figli di Fallerone I, Signore di Falerone. Corrado è da ricordare insieme al fratello Guidone, come i due consanguinei che passeranno alla storia per aver dato i loro nomi a due castelli: Monte Vidon Corrado e Monte Vidon Combatte, ambedue comuni del territorio fermano. Monte Vidon Corrado appare per la prima volta in un documento del 1229 quando Fermo cercò la coalizione con i castelli vicini per arginare la volontà d’espansione di Rinaldo, duca di Spoleto. Nei secoli suc-
cessivi la sua storia seguì le vicende di Fermo, prima, ed in seguito quelle di Montegiorgio. In posizione strategica sull’asse di comunicazione Tenna-Chienti, in uno sperone panoramico che domina il territorio dai Sibillini al mare, le testimonianze del suo passato medioevale ce le dà il centro storico: l’incasato più antico chiuso da resti di mura castellane del XXIII-XIV secolo oltre a conservare l’impianto urbanistico medievale e rinascimentale, custodisce un tempietto pagano, dove ora sorge la Chiesa della Madonna del Carmine, eleganti case civili con decorazioni in cotto del XV secolo e avanzi di fortificazioni dei secoli XIV-XV tra i quali il castello con il torrione del XIV secolo. Passeggiando nelle stradine tra le antiche mura in cotto, tra balconi fioriti e costruzioni più tarde, a dominare è la facciata settecentesca della Chiesa parrocchiale di San Vito Martire che conserva opere d’arte risalenti al Quattrocento. Su via Piave si affacciano il Palazzo comunale e subito dopo un palazzotto rinascimentale a tre ordini, con decorazioni in cotto e arco ogivale-senese in basso. Passando davanti al palazzotto quattrocentesco si giunge alla piazzetta del Comune, su cui si affaccia la dimora del grande artista del ‘900 Osvaldo Licini: una casa patronale settecentesca, strutturata su tre livelli, dove il pittore visse dal 1926 insieme alla moglie Nanny. Entrando nelle stanze si respira la dimensione esistenziale dell’artista, insignito del
Gran Premio della Biennale di Venezia nel 1958, anno della sua morte. Dalle finestre si può ammirare il suggestivo paesaggio con le colline che da una parte digradano verso il mare e dall’altra salgono seguendo il profilo ondulato dei Sibillini: sopra lo spazio cosmico, dove sembra di veder fluttuare le ammiccanti Amalassunte, gli arditi Angeli Ribelli, i curiosi Olandesi Volanti e tutte quelle fantastiche creature “erranti, erotiche, eretiche”, come il genio che le ha ideate. Sempre in piazza Osvaldo Licini si trova il Centro Studi omonimo a lui dedicato, con esposizione permanente di alcune delle sue opere. Scendendo infine dal piccolo sottoportico denominato “Galleria dell’Arte” si giunge al parco pittorico, che nella bella stagione si tinge di fiori e piante offrendo incantevoli scorci panoramici sui borghi limitrofi.
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NUMERI UTILI Municipio Piazza O.Licini Scuola dell’Infanzia B.go G. Oberdan Farmacia Borgo G. Oberdan Parrocchia San Vito Martire Piazza della Vittoria Poste Italiane Borgo G. Oberdan
Tel. 0734 759348 Tel. 0734 759433 Tel. 0734 759327 Tel. 0734 759359 Tel. 0734 710289
Economia e Società/Antiche tradizioni e valori made in Monte Vidon Corrado
Il riscatto dalla terra alla paglia
E’ il secondo più piccolo comune per superficie della provincia Fermo ma Monte Vidon Corrado si posiziona tra i primi posti se a venire letta è la lista dei centri più produttivi del Fermano. Uno dei poli del distretto del cappello, questo Comune ha saputo nel tempo sfruttare le proprie tradizioni per emergere a livello internazionale. In questo fazzoletto di terra anticamente durante il giorno, soprattutto in estate, si lavorava perlopiù nei campi, mentre di sera e nelle pause invernali si occupava il tempo intrecciando la paglia per formarne delle trecce da vendere l’indomani ai produttori locali di “pagliette”, arrotondando così le entrate familiari, sempre troppo esigue. Il riscatto dalla campagna è avvenuto con il coraggio, la sagacia ed una grande voglia di farcela: dalla produzione di cappelli, agli accessori per l’abbigliamento, Monte Vidon Corrado insieme alle cittadine limitrofe è diventato il punto di riferimento per la produzione di articoli eccellenti made in Italy di interesse internazionale. Tuttavia non solo cappelli ed accessori hanno permesso a questa cittadina di crescere insieme ai propri abitanti: oltre alle piccole attività perlopiù a conduzione familiare, svettano aziende di minuterie metalliche e nuove imprese condotte da giovani imprenditori che alimentando l’occupazione, e gli investimenti produttivi hanno disincentivato la tendenza all’abbandono della terra natale, favorendo piuttosto un insediamento sempre più radicato. Ad incentivare lo
sviluppo economico del “borgo liciniano” ha sicuramente giovato la predisposizione della nuova area industriale che, nonostante le difficoltà connesse alla grave crisi economica dei primi anni del nuovo millennio, riesce ad ospitare aziende giovani ed intraprendenti. Ieri come oggi gli “uomini” montevidonesi continuano a costruire il futuro delle proprie vite e del proprio paese raccogliendo i frutti e gli insegnamenti dei veterani e, coltivando la giusta dose di ambizione, di onestà e di duro lavoro, tengono alto il valore e l’amore per la propria terra. Persiste nel tempo, per la gioia dei buongustai e di chi vuol nutrirsi genuinamente, un’attenzione per l’enogastronomia che si fonda sulle proprie tipicità: olio, vino, miele, sono tutti prodotti rintracciabili nelle “rare” aziende agricole montevidonesi oppure presso i locali ricettizi e dediti
alla ristorazione, sempre pronti a soddisfare le esigenze degli avventori più golosi. A parte qualche eccezionale occasione in cui il paese organizza momenti conviviali perlopiù legati al folklore, allo sport, al cibo o ai cappelli, Monte Vidon Corrado si rende unico cercando di soddisfare i “palati meno chiassosi”: annualmente viene predisposta una serie di appuntamenti in cui si incontrano autori, poeti, relatori, artisti e chiunque voglia avvicinarsi al mondo artistico e letterale. Avere un’eredità artistica, lasciata dal grande Osvaldo Licini, ha sicuramente rappresentato un onòre ed un ònere per la comunità che non poteva essere ignorato. La comunità è anzi riuscita negli anni a valorizzarla sempre di più, creando quel fermento e quell’interesse intellettuale, in controtendenza con la politica culturale contemporanea. Una realtà di eccezionale rilevanza, quella legata al Centro Studi Osvaldo Licini di Monte Vidon Corrado degna dei più importanti riconoscimenti istituzionali e sociali. Non ci si deve sorprendere infine se, arrivando in paese, qualcuno volesse accompagnarvi per le vie del borgo storico fin sopra al belvedere per raccontarvi del proprio grande piccolo patrimonio storico. Tutto ciò è naturale qui: anche l’accoglienza che i montevidonesi sentono di voler aggiungere a ciò che le proprie mura già custodiscono è un patrimonio culturale che merita di essere visitato, conosciuto, percepito e vissuto.
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PER SAPERNE DI PIÙ Centro Studi Osvaldo Licini - Piazza O. Licini, 9 - Monte Vidon Corrado (FM) Tel. 0734 759348 interno 6 334 9276790 0734 759350 www. centrostudiosvaldolicini.it info@centrostudiosvaldolicini.it
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Si ringrazia il Centro Studi Licini per la concessione del materiale fotografico
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Il personaggio/Il legame tra uno dei maggiori maestri dell’arte del ‘900 e il suo paese
Osvaldo Licini, da Monte Vidon Corrado al mondo Sotto un cielo animato da Amalassunte e Angeli Ribelli Monte Vidon Corrado è la città natale del celebre pittore Osvaldo Licini (1894-1958), e nella sua casa natale è stato allestito un museo a lui dedicato. In questo edificio, ristrutturato ed aperto al pubblico, si è svolta la sua vicenda esistenziale, sociale ed artistica. Dopo aver frequentato l’Accademia di Bologna, in cui espone per la prima volta le sue opere, si trasferisce alle “Belle Arti” di Firenze, per poi partire per la Grande Guerra. Finito il conflitto, Licini soggiorna a Parigi, dove risiedeva la sua famiglia e dove intraprende un’intensa attività espositiva, e dove conosce la pittrice svedese Nanny Hellström. Dal 1926 si trasferisce definitivamente a Monte Vidon Corrado, continuando ad essere ospitato nelle più importanti Mostre europee: Milano, Roma, Venezia, Torino, Stoccolma, Helsinki. Viene eletto due volte sindaco di Monte Vidon Corrado e nel 1958 morì nel suo amato borgo, proprio nell’anno in cui risultò vincitore del Gran Premio Internazionale di Pittura presso la XXIX Biennale di Venezia. Monte Vidon Corrado non è solo il luogo di nascita di Osvaldo Licini, ma la sua dimora elettiva: sono molti gli “altrove” in cui avrebbe potuto vivere ma ha scelto questa dimensione di quiete, questi spazi naturali così fortemente evocativi, con i profili collinari sovrastati dall’immensità del cielo in cui
Amalassunta, matita su carta cm 16x14. Centro Studi Licini.
ogni notte sembra rinnovarsi l’enigma del cosmo. Il suo percorso esistenziale ed artistico, tranne gli anni dell’Accademia e alcuni importanti viaggi in Francia e in Svezia, si è svolto interamente in questa terra che è stata fonte di ispirazione in tutte le fasi della sua attività artistica, da quella figurativa a quella delle liriche geometrie astratte, alle creature fantastiche, sensuali, misteriose, beffarde che animano i “cieli della fantasia” spalancati sopra inquietanti paesaggi antropomorfi: gli Olandesi Volanti, le Amalassunte, gli Angeli Ribelli, tutti alter ego del suo spirito libero. “Segni e non sogni”, così Licini aveva definito la sua arte. Presso il museo sono esposti disegni, studi, schizzi, annotazioni che l’artista ha eseguito sui supporti più svariati, spesso occasionali e in diversi momenti del suo percorso, come nel caso in cui da un timbro postale, che può rimandare alla forma di un occhio, viene ricreato il viso di una Amalassunta (vedi foto a sx). Comunque, al di là delle differenze tematiche, stilistiche, strutturali, tutti i documenti sono caratterizzati dall’inconfondibile segno liciniano, incisivo, icastico, fluttuante. Licini disegnava molto, i dipinti erano preceduti da una lunga “fase gestazionale” che prevedeva numerosi schizzi e disegni preparatori. In alcune carte l’artista mescola, con fare quasi alchemico, testo poetico ed immagini, in uno scambio continuo tra visionarietà della parola, fortemente evocativa, e pregnanza del segno grafico, carico di valenze semantiche. È la Poesia che si esprima attraverso il linguaggio letterario e quello visivo. I temi affrontati sono l’eros, il pathos, la profonda riflessione sul senso dell’esistenza, sulla dimensione umana in bilico tra il cielo immenso e il nero fango della terra, l’ironia, la dissacrazione, il volo, la caduta, il sogno. Leopardi, Novalis, Apollinaire, Mallarmé, Rimbaud, Campana sono i poeti prediletti da Licini, i cui echi si percepiscono nei testi dell’artista. Il Centro Studi “Osvaldo Licini” di Monte Vidon Corrado è nato su iniziativa del Comune e grazie anche all’intervento della Regione Marche, dal 1986, senza scopi di lucro, ha lo scopo di
DISTILLATI • VINI PREGIATI • BIRRE ARTIGIANALI CIOCCOLATE • MARMELLATE PANETTONI E TORRONI ARTIGIANALI
Monte Vidon Corrado - Corso Garibaldi, 1 MONTE VIDON CORRADO CORSO GARIBALDI, 1
promuovere ed attuare ricerche, studi, convegni, seminari, lezioni, pubblicazioni ed altre iniziative culturali, anche per conto terzi, tendenti a favorire la conoscenza e la valorizzazione dell’opera di Osvaldo Licini e dell’arte contemporanea. In particolare il Centro attiva scambi culturali con analoghe istituzioni a livello nazionale e internazionale, con le Università, le Accademie, i musei e le raccolte private, le gallerie. Centro di raccolta di documentazione e di testimonianze su Licini tra cui carteggi, volumi, cataloghi, articoli a stampa, fotografie, interviste, oltre ad aver catalogato del materiale bibliografico e documentario già esistente, ha istituito una rete di rapporti con archivi pubblici e privati che custodiscono documenti relativi all’artista montevidonese. Il Centro Studi possiede anche una biblioteca specializzata che raccoglie la bibliografia su Licini e sull’arte del Novecento italiano ed europeo. Dal 2010 il Centro Studi è una Associazione culturale alla quale il Comune di Monte Vidon Corrado delega la gestione dei beni liciniani di sua proprietà. “Soldato d’acqua dolce al tempo amara, io me ne vo restando fedele alle colline in cui sono nato legato verso una mia felice terra promessa lontanamente promessa estremamente promessa…” Osvaldo Licini
MONTE VIDON CORRADO (FM) Via Borgo Oberdan, 22 Tel. 0734.759773 Cell. 331.8114647