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Terra nostra A Marina di Altidona si gioca a beach volley anche d’inverno
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L‘altra informazione
Cultura Torre di Palme entra nel club dei Borghi più Belli d’Italia
ANNO 15- N.01/2017 - 13 GENNAIO Periodico di informazione del Fermano e del Civitanovese Distribuzione gratuita
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Poste Italiane S.P.A. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DBC Ascoli Piceno.
Rischio povertà
Le conseguenze della crisi Il lavoro che manca e i consumi che diminuiscono. La situazione si fa preoccupante 6 Salute Meningiti sotto controllo
7 Terra nostra Ex Sadam a NeroGiardini
9 Terra nostra Marche a due ruote
11 Cultura Grespegne a tavola
13 Cartellone La grande musica di TAM
14 Sport Fermana a tutto gas
15 Sport Il sogno azzurro di Luca Marziali
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Inchiesta/Povertà La povertà incombe: occorre esserne consapevoli ed operare per contrastarla
Occe, signor tedesco! di Daniele Maiani
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e la ricordate la barzelletta del contadino marchigiano che, durante la guerra, con il carro carico di animali viene mitragliato da un aereo? Il carro è sfasciato, gli animali agonizzanti a terra e il contadino ha una gamba fracassata. Arriva un tedesco e con la pistola uccide a uno a uno: conigli, pecore, capre, mucche, asino dicendo a ognuno che non sopportava di vederli soffrire. Il contadino capisce l’antifona e, pur con la gamba massacrata, si alza zoppicando e fingendo allegria dice al tedesco: “Occe che culo, signor tedesco, io non me so’ fatto co’!!!”. Bene, un po’ di tempo fa una associazione di categoria, la Coldiretti, ha pubblicato un’indagine a livello nazionale sulla povertà in Italia da cui veniva fuori che un marchigiano su quattro era a rischio di povertà ma, altro dato, nelle Marche la percentuale era meno dura che nel resto dell’Italia, dove sono ben il 28,7 per cento i cittadini con problemi di reddito o mancanza di lavoro. Prosegue Coldiretti: l’analisi fa riferimento a tre indicatori: povertà, grave deprivazione materiale, bassa intensità di lavoro. Analizzando i numeri, per la nostra regione emerge che il pericolo povertà interessa il 13,9 per cento dei residenti, mentre
in condizioni di grave deprivazione materiale (bollette, mutui o affitto arretrati, non poter riscaldare adeguatamente casa, non potersi permettere l’acquisto di alcuni beni o fare pasti adeguati, ecc.) si trova il 10,8 per cento delle persone. La bassa intensità lavorativa, ovvero il fatto di poter lavorare solo per alcuni periodi all’anno, coinvolge il 9,1 per cento. “Occe, che culo!”, avrebbe detto il contadino. Io, come più volte ho ripetuto, sono ostinatamente contro l’uso improprio delle statistiche: quell’uno che rischia di essere povero, assieme agli altri che poveri già lo sono, ha un nome e un cognome, e il fatto che non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, (1+1=2) visto che chi ci governa ama i numeri, non è che si risolve con la matematica che spalma la fame in questo caso su cinque persone: resta sempre il fatto che lui non mangia! E allora bisogna cominciare a cambiare il modo di vivere e di pensare di chi vive in questa società. Bisogna dire un forte “basta” a chi, facendo la mossa di aiutare i poveri e i diseredati, intasca lauti guadagni, e sulla fame degli altri fa una vita da signore; basta a chi si mette in tasca stipendi o emolumenti vari totalmente immeritati per cifre che basterebbero da sole a sostenere intere città di poveri; basta alle pensioni miliardarie di certi individui e basta
anche alla rapina dello Stato alle pensioni dei lavoratori, che per tutta la vita hanno pagato per averla e ora hanno paura che i soldi necessari a mandare avanti questo apparato che cade a pezzi vengano prelevati da quanto loro percepiscono. Insomma, basta a un sistema che rende i ricchi sempre più ricchi e i poveri ancora più poveri, e soprattutto basta discutere su come fare per uscire dall’impasse senza muovere un dito per fare qualche cosa. Perché, come diceva Karl Marx, la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni…
A colloquio con il presidente dell’associazione Silvano Gallucci
Il Ponte e i numeri di una povertà crescente Essere poveri a Fermo. Potrà sembrare stridente in una città e in un territorio dove il lavoro nel recente passato non è mai mancato, alimentando un benessere più o meno diffuso. Poi la crisi, diluita nel tempo e incuneatasi in tutti i gangli del nostro tessuto economico, ha rovesciato dinamiche ed esistenze. Un’analisi inconfutabile è quella che emerge dall’associazione Il Ponte, che nel 2017 festeggerà i suoi 30 anni di attività. Pasti, accessi al guardaroba, borse alimentari, docce: tutto gestito nello stabile di proprietà della Caritas dove questa realtà fermana opera, come ci spiega il presidente Silvano Gallucci. “Sono circa 30/35 persone al giorno ad essere ospitate nella nostra struttura mensa e nel 2016 abbiamo erogato circa 20.000 pasti nell’anno, preparati dall’associazione. Circa 15 pasti vengono conferiti a domicilio attraverso il sostegno della Croce Rossa, che ci permette di avvicinare persone che non possono venire da noi per problemi di mobilità. In crescita sono le borse alimentari, che preparia-
mo settimanalmente per le famiglie segnalateci dai Servizi Sociali del Comune di Fermo. Queste borse sono state più di 3.200 nel 2016, con circa 250 persone di differenti nuclei familiari che ne hanno usufruito. Non è una misura risolutiva, certo, ma è un servizio più che dignitoso, all’interno del quale mettiamo pasta, latte, carne, pomodori, formaggio, a volte olio: insomma, quanto possiamo per alleviare le necessità di queste persone”. Poi ci sono gli altri servizi che riuscite a garantire con continuità. “Molti sono i passanti che si lavano qui e sono circa 600 docce all’anno. C’è il guardaroba, che ha avuto circa 3.500 accessi, con tanta gente che dona scarpe e vestiti usati che poi i nostri volontari ridistribuiscono. E abbiamo dato una mano anche durante il terremoto, facendo quanto era nelle nostre reali possibilità”. Di fronte al fenomeno di una povertà crescente, i media giocano spesso, strumentalmente, sulla distinzione tra presenze straniere e autoctone. “Premesso che noi non abbiamo mai fatto distinzioni
tra le persone, va detto che se lo scorso anno c’è stato un sorpasso in termini numerici degli italiani rispetto agli stranieri e quest’anno l’aumento si è consolidato: siamo infatti ad un 60 a 40 per gli italiani. In parte è dovuto al fatto che alcune famiglie straniere abbiano fatto ritorno nella propria terra: qui la vita quotidiana costa di più e in molti, povertà per povertà e non avendo sbocchi, scelgono di tornare a casa pur di sopravvivere. Oppure vanno in altri luoghi, in altre nazioni europee, dove trovano situazioni leggermente migliori”. Abbiamo parlato di cosa fate. Adesso raccontiamo chi siete. “Nella nostra associazione gravitano circa 30 volontari nell’arco del mese, di cui una quindicina piuttosto fissi. Io sono presidente da quasi 5 anni, c’è una signora che si occupa della contabilità, un consiglio direttivo formato da 7 persone, ci sono persone che vengono per cucinare, per dare una mano con il guardaroba, chi 2 volte a settimana, chi 3. Abbiamo sempre bisogno di ricambio, ma c’è comunque un nutrito
numero di persone che ci aiutano. Siamo aperti nell’accoglienza e anche nell’accogliere chi vuole dare una mano”. C’è poi il rapporto con la città. “Mi auguro che la collettività, che comunque ci è vicina, faccia sempre di più mente locale su quanto sta avvenendo. Dovremmo essere un po’ tutti più solidali e cercare di comprendere che una mano da parte di tutti fa sì che non serva una grande mano per aiutare gli altri. Questo è un passaggio fondamentale, non solo per la nostra associazione ma per tutto il mondo del volontariato. E dare una mano significa anche riceverla, siamo anche noi parte di questo mondo e purtroppo in questi tempi non possiamo essere sicuri di stare dalla parte di chi offre un servizio o di chi debba riceverlo. Un’ultima cosa che riguarda la nostra associazione: le cose belle si fanno insieme, è il collettivo quello che conta. E abbiamo uno sguardo verso il futuro, pieno di speranza, perché senza non si va da nessuna parte”. Andrea Braconi
13 gennaio 2017
Inchiesta/Povertà Nonostante gli interventi dei Servizi Sociali la situazione resta critica
Montegranaro fa i conti con la crisi Che la “ricca” Montegranaro non sia più quella di una volta ormai è cosa nota. La crisi che da anni ha colpito il distretto calzaturiero continua a lasciare dietro di sé una scia di difficoltà sempre maggiori. “Ogni giorno, in media, riceviamo la visita di quindici persone che vengono in Comune a chiedere aiuto”, dice Cristiana Strappa (foto), assessore ai Servizi Sociali. “Ci chiedono soldi per pagare le bollette – continua – ma soprattutto vogliono un lavoro. Noi soldi non possiamo darne, così li aiutiamo con il pagamento delle utenze. Per quanto riguarda il lavoro, quello che possiamo fare è fornire qualche consiglio e indirizzarli ai centri per l’impiego”. Anche se i dati dicono che ormai il numero degli italiani in difficoltà ha raggiunto e superato quello degli stranieri, a Montegranaro la situazione sembra essere diversa. “Il 90% di quelli che si rivolgono a noi sono extracomunitari”, spiega l’assessore. “Le leggi li privilegiano favorendo le famiglie con minori
e loro in genere hanno molti figli. Riceviamo continue proteste da parte di famiglie italiane che, per questo motivo, si vedono superate nelle graduatorie. Personalmente, ho fatto appello a un onorevole che è venuto in visita in città, chiedendo che queste leggi siano modificate in modo da non favorire solo le famiglie molto numerose”. Pur nelle ristrettezze in cui versano gli enti pubblici, il Comune si è dato da fare per fornire un aiuto ai suoi cittadini. “Abbiamo creato un fondo anticrisi a cui potranno attingere cinquanta famiglie. Un intervento che si è reso necessario perché in questo settore, fino ad oggi, la Regione è stata latitante. Ogni famiglia potrà disporre di una somma tra i 200 e i 300 euro. Oltre a un Isee basso, per accedere al fondo era necessario essere in regola con il pagamento dei tributi comunali. In caso contrario il debito viene estinto scalando la somma dal contributo. Il bando è scaduto a fine dicembre. Se le famiglie che hanno fatto richiesta
saranno oculate, useranno questi solti per mettersi in regola con le bollette”. Centodieci sono invece le richieste arrivate per accedere al bonus idrico del Tennacola. In questo caso si tratta di uno sconto di cento euro sulle bollette dell’acqua, da utilizzare entro quest’anno. “È un buon aiuto – commenta Strappa – che va incontro a molte situazioni di difficoltà. Da parte nostra, siamo intervenuti per contribuire al pagamento delle utenze attingendo al fondo di Social Help dell’Ambito Sociale 19. Entro questo mese, inoltre, dovrebbero giungere buone notizie dalla Regione, con l’arrivo dei contributi per l’assistenza domiciliare indiretta alle persone con disabilità gravissime. A diversi livelli, ci dà un valido aiuto la Caritas che interviene settimanalmente con la distribuzione dei pacchi alimentari ma anche con il pagamento delle utenze. Abbiamo una stretta collaborazione, confrontiamo le lista dei bisognosi in modo che non ci
siano persone che godano di un doppio aiuto”. Sul fronte case popolari la situazione non è migliore. “Il regolamento per l’assegnazione può essere rivisto, ma anche in questo caso sono molti i malumori da parte degli italiani. C’è gente che aspetta da trent’anni una casa e che si vede scavalcata dagli ultimi arrivati per via dei soliti requisiti. Facciamo tutto quello che è nelle nostre possibilità – conclude l’assessore – ma resta comunque insufficiente. Quello che serve, e che manca, è il lavoro. Solo con il lavoro e la ripresa dell’economia la situazione di molti cittadini potrà migliorare”. Francesca Pasquali
FERMO
LICEO CLASSICO STATALE
ANNIBAL CARO LICEO CLASSICO LICEO DELLE SCIENZE UMANE LICEO ECONOMICO SOCIALE
SCUOLA APERTA 18 dicembre ore 15-19 sede via Perpenti 25 21 gennaio ore 15-19 sede via Leopardi 2 sede via Perpenti 25 29 gennaio ore 15-19 sede via Leopardi 2 sede via Perpenti 25 13 gennaio Notte Nazionale del Liceo Classico ore 18-24
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Inchiesta/Povertà Il punto della situazione a quasi due anni dall’apertura
Presente e futuro della Caritas di Montegiorgio Ad aprile la Caritas di Montegiorgio festeggerà il suo secondo anno di attività. Come auspicato nel maggio 2015 da Lino Liberati, uno dei coordinatori, la sinergia con la Confraternita della Misericordia c’è stata. “Con loro, in genere il secondo sabato del mese, consegniamo pacchi alimentari ai bisognosi presso l’ex Convento dei Cappuccini”, afferma oggi. Non solo pacchi alimentari però: “C’è chi necessita di cibo, ma anche chi ha bisogno di una mano per pagare le utenze dopo mesi di insolvenza. Agiamo prima che le stacchino del tutto. Non diamo offerte libere comunque, parliamo solo di esigenze di questo tipo, poi c’è anche chi ha semplicemente bisogno di un contatto umano”. Per questo e altro è attivo, sin dall’inizio, un centro di ascolto. “L’iniziativa prosegue con due-tre
incontri al mese. Al di là di questi incontri, però, ormai noi volontari i rapporti con i partecipanti li teniamo personalmente. Il paese è piccolo, ormai siamo al corrente delle varie situazioni. Da quando abbiamo iniziato, le persone sono più o meno le stesse, ne seguiamo circa 40-50”. Cos’altro si fa durante questi incontri? “Aiutiamo i presenti a compilare i curriculum da inviare alle ditte, anche se a Montegiorgio il lavoro ‘non c’è’, quindi non è semplice. Si tratta per lo più di persone non automunite, senza possibilità di andare fuori paese, salvo quando passa qualche bus”. La maggioranza di coloro che sono assistiti dalla Caritas fanno parte di nuclei familiari, in misura minore si parla di singoli. “Prima di Natale, c’è stata un’esperienza di condivisione, un pomeriggio
per permettere a chi frequenta il centro d’ascolto, la maggior parte stranieri, di interfacciarsi con gli autoctoni. Inoltre, c’è stata condivisione sia sul piano culinario, con specialità tipiche di vari Paesi, e di un momento di preghiera comunitario. Si è trattato di un momento per conoscere meglio le realtà personali, non fermandosi al ‘donare qualcosa’ che lascia il tempo che trova”. Nessun problema a causa delle diverse religioni dei singoli, visto il momento di preghiera? “Nulla è stato imposto, da noi vengono musulmani come ortodossi. L’unica diffidenza è portata dal non conoscersi reciprocamente, ancora, a fondo: è stato un primo tentativo, c’è da lavorarci sopra, non ci scoraggiamo, lo riproporremo”. La Caritas di Montegiorgio è legata
ai progetti di quella di Fermo con cui collabora, la quale a sua volta è coinvolta nelle attività destinate ai terremotati ospiti dei camping del Fermano. Dal 12 dicembre, la Caritas delle Marche ha presentato il programma di prossimità e vicinanza alle popolazioni colpite dal sisma. Attraverso i gemellaggi, inoltre, è stato possibile creare una rete capillare con Caritas Ambrosiana e le realtà equivalenti liguri, emiliano romagnole, calabresi, piemontesi e di Cremona. Silvia Ilari
Sempre più giovani senza lavoro
In crescita gli aiuti della Caritas
I giovani e il lavoro sono stati uno dei punti principali toccati dal capo dello Stato durante il suo discorso di fine anno. Mattarella ha parlato di una dignità legata alla professione, sottolineando la necessità di assicurare ai giovani la possibilità di essere protagonisti della vita sociale, affinché quella di andare all’estero sia una scelta e non una scelta obbligata. Come evidenziato dal rapporto 2016 stilato dalla Caritas, infatti, i giovani sono tra quelli che vengono chiamati “i nuovi poveri”, soprattutto a causa della mancanza di un impiego. Se a questo si aggiungono difficoltà ulteriori, ecco che il quadro si fa ancora più intricato. Come nel caso di Sofia (il nome è di fantasia), trentenne proveniente da uno dei Comuni in cui “Corriere News” viene diffuso. Da quanto tempo non lavori più o meno stabilmente? “Ho ottenuto una borsa work experience nel 2014, lavorando per sei mesi (attualmente è impegnata solo per 9 ore la settimana n.d.r). Questo comporta dover dipendere economicamente da alcuni familiari, che non sono i miei genitori”. Sofia non è automunita, fattore che si rivela un limite durante la ricerca di un lavoro. “I miei familiari mi aiutano con cibo e bollette, al resto ci penso io”, dice. Come sei riuscita ad andare avanti? “Mi arrangio svolgendo ripetizioni a 5 euro l’ora, per i ragazzi di elementari e medie”. Quali materie? “Elementari tutte, per le medie inglese, francese e lettere”. Che lavoro ti piacerebbe fare? “L’impiegata, ho un diploma da ragioniera e un po’ di esperienza”. In base alla tua esperienza, cosa pensi ti abbia limitato nel trovare un lavoro stabile, oltre alla mancanza di un’auto? “Non avere conoscenze”. Ti sei rivolta ai servizi sociali del tuo Comune? Quali riscontri hai avuto? “Sì, ma non ho trovato, in realtà, delle vere risposte. Mi hanno detto che i miei genitori hanno l’obbligo di mantenermi. Mi hanno concesso una borsa lavoro e un sostegno per disabili per pochi euro al mese, lavoro 9 ore alla settimana”. Sofia mi confida di che cifra si tratta, chiedendomi di non pubblicarla, mostrando pudore e dignità allo stesso tempo, come per ringraziare di quel “poco”, ma con la consapevolezza di aver bisogno di qualcosa di più per costruirsi un futuro. Usufruisce della legge 68/99 rivolta alle categorie protette. Chiunque volesse mettersi in contatto con Sofia, unicamente per scopi lavorativi, può farlo scrivendo all’indirizzo info@corrierenews.it mettendo come oggetto dell’email “Sofia”.
La Caritas di Pedaso, divenuta punto di riferimento per tutta la Valdaso, presieduta da don Ubaldo Ripa, ha sede presso la stazione ferroviaria, ora in comodato d’uso al Comune e messa a disposizione a scopo sociale. “Siamo come sentinelle. Il Comune ci segnala le situazioni e si decide come intervenire”, spiega la coordinatrice Felicia Camilli, ex insegnante elementare in pensione. L’attività si suddivide principalmente in raccolta alimentare e raccolta di abiti usati da distribuire grazie ad una decina i volontari che turnano settimanalmente e ad una Anna Petrini sempre a disposizione anche fuori dall’orario di apertura. Per quanto riguarda gli alimenti, il pacco alimentare viene distribuito una volta al mese, di solito il giovedì e il venerdì. Il servizio è rivolto a un’utenza in crescita, sono circa trentacinque le persone, spesso senza fissa dimora, che ne usufruiscono. In aumento, negli ultimi tre anni, le famiglie che chiedono aiuto di tipo alimentare, lavorativo ma soprattutto economico. Si tratta di italiani, del posto e non. Il ruolo della Caritas è quello di aiutare le persone a riprendere il loro percorso e a superare quello che in certi casi è solo un momento di difficoltà. Per aiuto economico s’intende quello di pagare bollette in scadenza, affitti,
I nuovi poveri: la storia di Sofia Le “sentinelle” di Pedaso
libri per la scuola, visite specialistiche. Sono almeno cinque le famiglie quasi fisse seguite al momento dalla Caritas e dai servizi sociali. “Noi facciamo da raccoglitore di difficoltà – spiega la coordinatrice – e spesso cerchiamo di indirizzare chi ci chiede aiuto”. Ad esempio, c’è il centro di ascolto presso la chiesa di Marina di Altidona, aperto tutte le domeniche dalle 9 alle11, dove si registrano, parlano con i volontari e cercano aiuto economico, psicologico e consulenze legali. Si tratta di situazioni di disagio familiare spesso causato da problematiche di membri della famiglia legate ad alcol, droga, vizio del gioco. La necessità d’intervenire economicamente è in crescita ma la coordinatrice sembra fiduciosa: “Qualcosa si può fare, per il nostro paese, per le nostre fragilità”. Per coprire le necessità di cui non dispone la Caritas, vengono messi a disposizione anche buoni per l’acquisto di farmaci e prodotti alimentari da spendere presso farmacia e supermercati. La Caritas si avvale del fondo parrocchiale e di quello Diocesano, quest’ultimo mette a disposizione somme provenienti in ampia parte dal contributo che Diego Della Valle mette regolarmente a loro disposizione per intervenire sulla povertà in zona. (Serena Murri)
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Inchiesta/Povertà
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L’economista Marcatili e le linee guida per migliorare l’economia locale
Fermano, conservatore o innovatore? di Federica Balestrini
Il Fermano di un tempo sembra esser in via di estinzione e la sfida è, oggi più che mai, quella di ricostruire la sua coscienza di luogo. In qual maniera? Riconoscendo le energie innovative, attivando le connessioni con altri mondi vitali di altri luoghi o di altri settori e creando una molteplicità di scambi che non siano meramente commerciali. “Conosciamo un Fermano – spiega Marco Marcatili (foto), economista Nomisma – che negli ultimi cinque anni aveva trainato lo sviluppo dell’economia regionale, facendo volare l’esportazione nel mondo. Essendosi però fermato per un attimo il mondo, ci siamo fermati anche noi. Le esportazioni, pur denotando performance positive, sono rallentate dalla persistente debolezza degli scambi mondiali”. Infatti, al primo semestre dell’anno, a livello territoriale si è registrata una diminuzione dell’export manifatturiero, a Fermo del 2,8% e a Macerata dello 0,6%, mentre è cresciuto ad Ancona dello 0,4%, a Pesaro-Urbino dell’1,7% e ad Ascoli Piceno del 6,9%. “È comunque resistito lo zoccolo duro del manifatturiero che conferisce ancora una certa stabilità dal punto di vista economico”, prosegue dicendo l’economista. “Del resto il punto forte del Fermano è la sua capacità di fare che è a
dir poco notevole. Nonostante ciò, tutto quello che ci sarebbe di potenziale attorno al settore calzaturiero è ancora inattuato: in molti pensano che le start-up nascano spontaneamente, ma in realtà il calzaturiero non nacque come un settore spontaneo”. Molte sono state le attenzioni rivolte a sostenere nuove imprese e start-up innovative, ma la sfida dei passaggi generazionali è stata abbandonata e, ad oggi, solo il 10% delle imprese riesce ad arrivare alla terza generazione. “Il punto debole del Fermano sta nel fatto di non essersi ancora inserito nelle infrastrutture della conoscenza, le quali ci consentirebbero di fare quel salto di qualità”, conclude Marcatili. “Oggi, a fare la differenza nello sviluppo dell’economia territoriale sono quelle aree particolarmente organizzate per sviluppare nuove infrastrutture territoriali, materiali e immateriali che concorrono allo sviluppo dell’economia come ad esempio l’inserimento nella rete universitaria. La nostra provincia è ancora molto lontana da questo tipo di interconnessione accademica”. “E’ come se avessimo un Fermano capacissimo di stare nella tradizione, ma in grande difficoltà nello stare nell’innovazione”, continua Marcatili. “L’investitore o l’impresa trova vantaggioso insediarsi in un determinato territorio quando, in quest’ultimo, si innesca una
rilevante domanda pubblica, ma per giungere a ciò occorre dar vita ad adeguate infrastrutture di territorio le quali sono inesistenti nella provincia fermana. La zona di Campiglione potrebbe rappresentare l’area franca poiché presenta situazioni logistiche, strutturali ed economiche favorevoli (fra cui la realizzazione di un nuovo ospedale e di nuove start-up). La zona in questione, vista da sempre come una discarica, potrebbe rivelarsi davvero un’area al servizio di tutto il settore calzaturiero, ma anche di quello alimentare, turistico, logistico e tecnologico”.
progetto grafico 5° Liceo Artistico Porto San Giorgio: Y. Falcioni ; W. Mecheri; L. Segatori
Liceo Artistico Statale di Fermo e Porto San Giorgio
Sono attivi i seguenti indirizzi di studio: Architettura e Ambiente Arti Figurative Design (Ceramica - Industriale - Metalli) Grafica Scenografia Musicale
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13 gennaio 2017
Salute/News Salute e benessere/Quello che c’è da sapere
Incidenti domestici, un pericolo nascosto di Agnese Testadiferro
Un pericolo chiamato casa. Angoli, scale, oggetti, fili e sostanze chimiche tra le quattro mura domestiche possono costituire la causa di cadute, ferite e problemi alla propria salute. Una ricerca dell’Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) afferma che l’incidente domestico rappresenta il 78% dei casi degli incidenti. Dovendo dare una definizione di incidente domestico è corretto dire che si tratta di un evento accidentale improvviso determinato da una causa esterna involontaria che si verifica in una abitazione o nell’ambito domestico; comporta conseguenze temporanee o permanenti sulle condizioni di salute di una persona a causa di lesioni di vario tipo. È chiaro che il luogo dell’incidente debba essere ben delineato per essere definito domestico: esso deve avvenire tra le mura domestiche, nel giardino o nelle case di proprietà. Per chi abita in condominio il luogo dell’incidente può essere anche una delle parti comuni condominiali, come terrazze, scale, androni. Risulta tutelabile, come incidente domestico, anche l’infortunio avvenuto nel luogo
in cui si trascorrono le vacanze, purché sia in Italia. Al primo posto di ciò che può accadere in casa vi sono le cadute (che sono anche la prima causa dei decessi tra gli anziani); a seguire tagli, ustioni termiche e chimiche, urti e schiacciamenti, avvelenamenti, folgorazioni elettriche, soffocamento, punture, contusioni, fratture agli arti superiori e inferiori. Per evitare tutto ciò il buon senso e la buona pratica di cose e azioni devono essere ben chiari: non prendere le pentole bollenti a mani nude ma utilizzando guanti o presine; usare i guanti anche per utilizzare detergenti per la pulizia per evitare fastidi alla pelle; non utilizzare apparecchi elettronici come phon o elettrodomestici con mani bagnate o su superfici bagnate; non lasciare coltelli in vista e fuori posto; chiudere le ante degli armadi; avere i fili della corrente a norma e non vicino l’acqua o nel pavimento con rischio di far inciampare. Tre sono i pericoli che possono far incorrere in una caduta: pavimenti, scale e sedie. Occhio al pavimento bagnato o cerato e a quello non antiscivolo. Scendere le scale non è un’azione da fare con leggerezza considerando che casalinghe e anziani in
molti casi cadono dalle scale perché le salgono o scendono in malo modo. Altri oggetti a rischio cadute e scivoloni sono sgabelli, sedie e tappetini, ma… attenzione anche a non sottovalutare i problemi fisiologici come l’osteoporosi che sono fonte di cadute e spesso fratture, generalmente del femore. Ad aggiungersi alla classifica degli s.o.s. ci sono: fili elettrici o prolunghe che fanno inciampare, tappetini per il bagno, sporgenze e spigoli vivi come i piedini o i basamenti dei mobili. Anche l’insufficienza dell’illuminazione gioca la sua parte, così come l’assunzione di farmaci abbassa la soglia di attenzione dando sonnolenza ma anche disturbi motori e alterazione della vista. Secondo le osservazioni dell’Inail e del Siniaca la paura di cadere, soprattutto per gli anziani che sono già caduti una volta, genera ansia e scatena stati depressivi. E per evitare ferite? Attenzione ad usare i coltelli e a oggetti taglienti come bicchieri, bottiglie, lattine, scatolette metalliche, barattoli di vetro e pezzi di vetro. In cucina il nemico per la pelle sono anche le ustioni causate da pentole, ferri da stiro, forno e fornelli, acqua e vapore bollente, olio e grasso bollente.
Breve Marche
Meningite sotto controllo “In questi giorni si registra nelle Marche una richiesta crescente per il vaccino antimeningococcico da parte della popolazione non coinvolta nell’offerta vaccinale gratuita. Richieste che non corrispondono ad un reale incremento dei casi di meningite meningococcica nella nostra regione, dove, al contrario si è registrato un numero inferiore di casi di meningite meningococcica negli ultimi anni”. Lo segnala il servizio Sanità pubblica della Regione Marche che informa tra l’altro: “Agli adulti per cui le vaccinazioni antimeningococciche non sono previste, la Regione Marche offre la possibilità di accedere alle vaccinazioni con la formula del co-pagamento: il costo del vaccino, a carico del cittadino, è pari al prezzo di acquisto sostenuto dall’ASUR. Per quanto riguarda i bambini, l’invito rivolto ai genitori è quello di rispettare il calendario vaccinale e sottoporre i figli a tutte le vaccinazioni raccomandate e offerte gratuitamente” Nel Piano Vaccinale Regionale è prevista l’offerta gratuita della vaccinazione antimeningococco C per i nuovi nati; estensione dell’offerta gratuita fino ai nati nell’anno 1997.
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Terra nostra/News Altidona/Campi coperti e sabbia riscaldata nel nuovo impianto
Taglio del nastro per l’Open Beach Marche È stata inaugurata la nuova struttura sportiva ai piedi della Valdaso, nello spazio adiacente il campo sportivo di Marina di Altidona. Nuovi campi da gioco accolti in due tensostrutture che svettano e promettono ore di sport e divertimento no-stop anche d’inverno. In tutto il Centro Italia non esiste una struttura simile a quella inaugurata venerdì 30 dicembre, dopo mesi di lavori. Il costo si aggira intorno ai 250 mila euro per la realizzazione di un campo di erba sintetica per calcetto e tennis, più due campi di beach volley/tennis con 40 centimetri di bianchissima sabbia caraibica, il tutto riscaldato, illuminato e coperto. Lavori che sono durati mesi per portate le utenze di luce, acqua e gas, provvedere agli spogliatoi e all’ampia area relax con chiosco-bar.
Si tratta di un sogno lungo 15 anni, quello di giocare a beach volley anche d’inverno, condiviso da Simone Sabbatini, amministratore unico di Open Beach Marche, e dal suo socio Andrea Alessandri, amministratore unico di Open Beach Milano. “Abbiamo iniziato a girare per i comuni e a recarci dai privati per chiedere degli spazi, un terreno o un’area verde da adibire ad uso sportivo – ha spiegato Sabbatini – senza mai ottenere risposte positive. Quando stavamo per abbandonare il progetto, abbiamo contattato il Comune di Altidona e da lì è nato tutto. Un bell’investimento economico, io ci ho messo tutto. Solamente per tenere gonfi i palloni spendiamo trenta euro al giorno, il riscaldamento ci costa dieci euro all’ora. Io ho anche lasciato il mio lavoro e mi sono buttato a capofitto in quest’avventura perché ci credo”. Così Simone Sabbatini punta tutto sui corsi di beach-volley che partiranno in questo mese e spiega: “Siamo anche affiliati Fipav (Federazione italiana pallavolo) e abbiamo
costituito la Lega Italiana Beachvolley insieme ad altre 42 società italiane e da quest’anno è partito un progetto che si chiama campionato italiano per società, per far in modo che il beach volley non sia più lo sport di due individui che si autofinanziano e vanno a fare i tornei in giro per il mondo, ma uno sport di società, dove ogni società ha il suo gruppo agonistico che parte dagli amatori professionisti over 40, fino ai giovanili under 14, under 16 e under 21. Un bel progetto che da continuità e fornisce un obiettivo alla gente che verrà a fare i corsi con noi perché altrimenti sarebbe una cosa fine a se stessa”. Una struttura sportiva a tutti gli effetti, un gioiello che arricchisce un’area vocata allo sport, e a costo zero per il Comune. “Il progetto era complicato però ci abbiamo creduto – ha affermato il sindaco Enrico Lanciotti, presente al taglio del nastro assieme alla vice Giuliana Porrà e all’assessore allo Sport Gianni Lanciotti – un’opera importante che richiedeva che molti piccoli dettagli
quadrassero, quelli fisici perché non era uno spazio enorme, ma anche quelli relativi agli allacci. Lo abbiamo voluto fortemente perché credevamo che fosse un’offerta sportiva significativa non solo per Altidona ma anche per un territorio più vasto, parlo di tutto il Fermano, per una tipologia di sport che sta prendendo piede ed è un’alternativa anche per le ragazze, visto che finora nelle nostre zone c’è prevalentemente calcio e poco per loro. Pur essendo sport ‘di mare’ non avevamo niente del genere. Come Amministrazione ci abbiamo creduto, loro altrettanto e da questo connubio è venuta fuori questa struttura aperta a tutti”. Per prenotare i campi collegarsi al sito www.openbeachvolley.it. Serena Murri
Fermo/Investimenti per 40 milioni
P.S.Giorgio/Spesi circa 32 mila euro
All’ex Sadam il nuovo polo NeroGiardini
Le strutture sportive si rifanno il look
La Bag Spa, società proprietaria del marchio NeroGiardini, ha acquisito l’area ex Sadam a Campiglione di Fermo. Il passaggio di proprietà è stato ratificato nello studio del notaio Ciuccarelli, in presenza dell’ingegnere Giuliano Montagnini, procuratore speciale del Gruppo Maccaferri, e dell’imprenditore Enrico Bracalente, amministratore unico della Bag Spa. L’area ha una superficie totale pari a 230 mila metri quadrati. Sulla destinazione dell’area ex Sadam si è dibattuto a lungo negli ultimi dieci anni, dopo la chiusura dello storico zuccherificio. Ora è certo che sulla superficie in questione, baricentrica e di rapido collegamento con la strada Mezzina, sarà costruito il polo NeroGiardini, a partire dalla nuova logistica di ultima generazione, dalla sede centrale aziendale e dall’outlet. Per realizzare tutto ciò, la Bag Spa nei prossimi anni ha in programma investimenti per 40 milioni di euro nel territorio fermano.
“L’acquisizione dell’area ex Sadam è strategica per affrontare da protagonisti i mercati internazionali”, spiega Bracalente. “Lì andremo a realizzare una nuova logistica che ci permetterà di effettuare riassortimenti per il singolo paio, il nuovo outlet NeroGiardini e la nuova sede. La nuova logistica sarà realizzata per dare risposte sempre più efficienti al mercato globale. Sempre nell’area ex Sadam, costruiremo la palazzina servizi, con mensa, palestra e asilo nido aziendale, già da diversi anni attivo a Monte San Pietrangeli”. Bracalente annuncia anche altre novità: “Stiamo portando avanti la progettazione relativa all’ampliamento del polo logistico esistente in zona Girola che è operativo dal giugno 2012. In questo caso l’investimento sarà di 5 milioni di euro. Viste le crescenti esigenze dei mercati internazionali, il polo logistico esistente sta diventando insufficiente e quindi prevediamo di aumentare gli spazi, realizzando una nuova torre”.
L’Ufficio Sport del Comune di Porto San Giorgio ha provveduto all’acquisto e alla fornitura di attrezzature, macchinari e beni di vario genere per le strutture sportive cittadine per un totale di circa 32 mila euro. Nei giorni scorsi sono stati collocati e montati dalla ditta aggiudicataria dell’appalto decine di articoli che vanno ad arredare e riammodernare gli spazi utilizzati dagli sportivi sangiorgesi. Circa 20 mila euro sono stati investiti nel campo sportivo in erba sintetica di via Marche: riguardano gli arredi di quattro spogliatoi, quello dei giudici di gara, l’infermeria e accessori per i bagni pubblici. Si aggiungono un trattore-spazzolatore per la manutenzione del rettangolo di gioco, pali, rete di protezione e sacchi in gomma per la cura del manto. La palestra della scuola media Borgo Rosselli è stata dotata di nuovi arredi negli spogliatoi (panche con tettuccio, tavolo e panche in acciaio), quella della Nardi di una tribuna rimovibile in acciaio per gli spettatori, apparecchi elettronici, sedie e tavolo per i giudici di gara e panche in legno per atleti. All’arena Europa sono arrivate le porte da calcetto, alla palestra sotto la tribuna del campo in via D’Annunzio le spalliere svedesi e al bocciodromo sei panche con tettuccio. “Continuano gli investimenti dell’Amministrazione comunale negli impianti sportivi”, spiega l’assessore allo Sport Valerio Vesprini. “Gli ammodernamenti riguardano non solo le strutture ma anche gli arredi e le attrezzature utilizzare quotidianamente dalle associazioni sportive della città. Gli arredi del campo in erba sintetica sono uno degli ultimi step prima dell’inaugurazione, che avverrà dopo l’ok della Lega nazionale dilettanti”.
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Terra nostra/News Marche/La rete ciclabile inizia a prendere forma
La Regione punta sulle due ruote Si parte con la ciclovia adriatica, dall’Ascolano al Pesarese, per la quale sono già disponibili 3,4 milioni del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Poi si continuerà con il collegamento interregionale sul fiume Tronto “Marche – Abruzzo”, per il quale è in corso di rimodulazione il piano finanziario Fesr per liberare 1,35 milioni di cofinanziamento marchigiano (50% dei 2,7 milioni necessari). Prende forma la rete ciclabile regionale che, a regime, interconnetterà i percorsi ciclabili urbani, l’asse adriatico, i parchi delle Marche, le direttrici fluviali trasversali, i percorsi ciclabili tematici e i tracciati lungo gli assi ferroviari dismessi o paralleli a quelli esistenti. La Giunta regionale ha approvato priorità e criteri per emanare i primi bandi sostenuti con i fondi della nuova
programmazione europea destinati a implementare il sistema di trasporto su base cicloviaria. I bandi saranno riservati ai Comuni interessati a completare e interconnettere le piste ciclabili che costeggiano la riviera adriatica. A rimodulazione avvenuta, una parte delle risorse Fesr servirà a concretizzare il protocollo d’intesa tra le Regioni Marche e Abruzzo, le Province di Ascoli Piceno e Teramo, i Comuni di San Benedetto del Tronto e Martinsicuro per la ciclopedonale sul Tronto. “Abbiamo mosso un passo fondamentale verso un progetto ambizioso, ma alla portata di mano per le Marche”, afferma la vice presidente Anna Casini. “Intanto giochiamo subito le risorse del Por Fesr 20142020 per la mobilità sostenibile, in attesa che lo Stato destini le proprie
Il micro micro racconto di Sergio Soldani GUIDO E I SUOI SALUMI Mentre scorreva comunque la durissima giornata di Guido, caporeparto al taglio dei salumi e alla scelta dei formaggi al grande supermercato “Joker” del quartiere romano di Torpignattara, mentre affettava con abilità un salame marchigiano tipo Fabriano, di fronte agli occhi estasiati del giovane e affamato carpentiere albanese Mark, sentì mancargli leggermente le forze, ma sul momento non diede importanza a tal fatto, poi però gli si cominciò ad annebbiare la vista, le luci dell’ampio locale divenirono un vortice verde e cadde di schiena con il suo quintale e più di peso sulla pedana di legno; erano le diciannove della sera. “E’ morto, è morto, guardate gli esce sangue anche dalla nuca, che tragedia!”. Così gridò Stefania, la cassiera numero tre, dai grandi seni dritti e gonfiati, i capelli biondo-ossigenati, che apprezzava lusingata i libidinosi complimenti del capo pizzicagnolo, ora inerte e steso come un grosso sacco di patate. Allora come una furia irruppe il responsabile della sede: “Sono io il direttore dell’Ipermercato, sono il ragionier Anacleto Ceccobelli e decreto venga immediatamente chiamata un’ambulanza!” (Credeva forse di essere in Parlamento). Poi continuò: “Tu Corinna, mia vice, telefona a tutte le croci azzurre, verdi e rosse e guai a chi sta con le mani in mano, lo licenzio in tronco. Intanto ordino alla sicurezza di far uscire tutti dall’edificio e tu Roberta, esperta del settore profumeria, porta qui la cassetta sanitaria, tante volte riuscisse a rinvenire…”. “Stefania, tu così procace e sapiente nell’attirare attenzione, vai in mezzo alla strada a gridare che c’è bisogno d’aiuto, tante volte passasse un medico. Sappiate, o miei subordinati, che io sia un fesso di fronte ai momenti precari? Io mi sono fatto da solo! Non sto qui per caso! Chiaro???” Miracolosamente dopo appena cinque minuti apparve una distinta signora, accompagnata dalla cassiera maggiorata, la quale signora era veramente un medico e si apprestò a soccorrere l’infortunato; gli fermò il sangue, verificò la pressione e il battito cardiaco, fece un cenno al direttore il quale immediatamente chiamò un taxi che trasportò Guido “vivo”, alla Clinica Madonna delle Grazie. Egli si risvegliò alle diciannove del giorno dopo. Era stato in coma da stress per ventiquattro ore. Il Professor Martinotti, luminare della medicina sperimentale, gentilmente in due parole gli disse: “Lei è stato vittima di un tipo di coma solitamente breve ma pericoloso, purtroppo sempre più frequente, bisogna andarci cauti con l’eccesso di lavoro e per un intero mese riposo assoluto”. La moglie di Guido, Valentina, lo abbracciò con le lacrime agli occhi!
opportunità con la strategia delle aree interne e con la legge di stabilità 2015 che, per la prima volta, ha destinato 91 milioni alla mobilità ciclistica. A disposizione ci saranno anche le risorse regionali previste dai progetti dei vari settori che valorizzano la mobilità dolce per ridurre l’inquinamento e per promuovere il territorio”. Diversi e articolati saranno gli strumenti che la Regione attiverà per realizzare un sistema che favorisca la mobilità ciclistica come infrastruttura strategica per lo svilup-
po sostenibile e turistico delle Marche, per promuovere città più salubri e vivibili. Tra i primi obiettivi individuati si punta a incrementare la rete ciclabile esistente, privilegiando il completamento dell’asse adriatico e la connessione con i tratti delle regioni confinanti. “Il tratto lungo la costa adriatica è quello che morfologicamente meglio si presta allo sviluppo della mobilità ciclistica, configurandosi come un’unica città diffusa, a seguito dell’urbanizzazione degli anni ’70”, continua Casini.
Scuola Informa/Liceo “Annibal Caro” Classicità e sperimentazione, vitalità e dinamismo per una scuola all’avanguardia Nel presentare le caratteristiche della propria offerta formativa, il Liceo Classico-Liceo delle Scienze Umane-Liceo Economico-Sociale “Annibal Caro” si propone come una scuola che sa unire il dinamismo di una progettualità rinnovata alla sistematicità dei saperi trasmessi. Lo studio delle civiltà del passato dà quello spessore di pensiero necessario per compiere scelte più consapevoli, evitando il rischio di costruire un presente senza storia e senza memoria, staccato dalle proprie radici. Inoltre, la costante attenzione alla formazione dei ragazzi è un punto di forza che fa del liceo una preziosa comunità di conoscenza in cui si valorizzano idee e potenzialità, avendo uno sguardo sempre rivolto al cambiamento dei contesti. Sono queste le risorse e le qualità che permettono al nostro Liceo di essere ancora un forte caposaldo del territorio fermano, di cui resta, nel presente, preziosa espressione e stabile testimonianza. La vitalità e il dinamismo che connotano quest’Istituto si manifestano nella volontà di unire classicità e sperimentazione: i volumi custoditi nella biblioteca, attualmente in corso di digitalizzazione, accanto agli schermi delle LIM, le lezioni su Plauto e il lettorato di madrelingua inglese sono, in una parola, la tradizione sempre viva che affronta la sfida di un futuro da interpretare e tutto da costruire. Si tratta di una sintesi coerente e feconda perché lo studio critico del latino, del greco, della storia, della filosofia e dell’arte permette una solida formazione culturale che solo un liceo di impronta umanistica può fornire, creando un terreno fertile per approfondire le conoscenze nelle differenti materie, comprese quelle scientifiche e linguistiche. Tra le novità che sostanziano l’offerta formativa del liceo si distinguono il corso opzionale “Aureus”, per il biennio, che offre un approccio Clil alla storia dell’arte e al recupero del patrimonio artistico, la Certificazione in lingua inglese “Ielts”, che apre le porte a chi vuole studiare o lavorare all’estero, corsi integrativi di matematica, corsi di diritto ed economia per il Liceo Classico e di diritto sanitario per il Liceo delle Scienze Umane, e ancora il “Bim 4D”, laboratorio di disegno digitale per tutti gli indirizzi. Si confermano, inoltre, il corso opzionale “Pitagora” per il Liceo Classico, il lettorato di madrelingua inglese, per tutti e tre gli indirizzi, da scegliere a partire dal I anno, la Certificazione “Cambridge”, il progetto “English 4U”, il corso “Ecdl”, il corso di tedesco per il triennio, lo sportello didattico, la preparazione ai tests universitari, e altro ancora. La scuola fornisce la capacità di orientarsi in base alle passioni e agli interessi, che i ragazzi scoprono proprio frequentando un ambiente ricco e stimolante, nel quale rientra pienamente anche la creatività artistica, parte integrante di una scuola che valorizza la persona: infatti, l’attività teatrale e gli spettacoli di musica e danza sono altri punti di forza dell’offerta formativa, perché svolgono un ruolo importante nell’acquisire conoscenza di sé e delle proprie emozioni. Tutto concorre, quindi, allo sviluppo della persona a 360 gradi, consentendo ai ragazzi sia di affrontare la realtà analizzandone i diversi significati sia di essere culturalmente attrezzati per intraprendere con successo qualsiasi percorso di studio e attività lavorativa.
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Cultura/News Un’erba al mese di Chi Mangia la Foglia! GENNAIO - SONCHUS
Oggi serviamo: Vellutata di grespino
Note informative a cura del Pres. Noris Rocchi L’Associazione Chi Mangia la Foglia! è l’ideatrice del Circuito delle Erbe Spontanee ed anche dei corsi di riconoscimento delle erbe e piante spontanee che ogni anno organizza in modo itinerante nei vari comuni delle Marche. Grazie alla disponibilità di Corriere News, mantenendo il format del precedente anno, propone per il 2017 un argomento tanto richiesto quanto di curiosità, dal titolo “Un’Erba al Mese” dove saranno esposte le caratteristiche di dodici erbe spontanee, esponendone le singole proprietà, l’uso alimentare, l’uso officinale, ecc. ecc.
Ingredienti Grespino 500 g., patate 300 g., ¼ di l. panna liquida, 1 tuorlo, parmigiano grattugiato, erba cipollina, 1 l. brodo vegetale, Noce di burro, filo di olio e.v.o. Pepe bianco, noce moscata q.b, sale. Far sciogliere una noce di burro in una padella e far stufare il grespino, salare ed aggiungere il brodo vegetale, le patate tagliate a dadini e lasciar cuocere per 20 minuti circa, frullare il composto rimettere al fuoco aggiungendo la panna amalgamata con il tuorlo d’uovo, un nonnulla di noce moscata, e con il parmigiano rimestare fino a giusta densità, versare nelle scodelle con allegoria di erba cipollina tritata e non e grana grattugiato con un vago spruzzo di pepe bianco, facoltativo una grattugiata di zenzero. Servire con pane integrale.
Nomi Comuni: Grespegna, Crespigna, Cicerbita, Grespino, Respigne ecc. Pianta assai comune nell’intera area mediterranea presente con numerose specie e subspecie, molte varietà possono essere reperibili nella nostra zona nel corso delle stagioni. Se pur di grande presenza e facilmente identificabile per tradizione, sembra facile dire “grespegna”, ma da questo primo elenco, possiamo notare come dietro quel singolo lemma popolare, possa complicarsi l’esatta identificazione della pianta. Stando alla tradizione gastronomica, in inverno sono fragranti tanto da aver ispirato il detto “Le grespegne de jenna’ non va in mocca a lu villa’” poiché nella tradizione contadina, questa crescita invernale era considera una primizia, e non appena raccolta portata in regalo al proprietario terriero “Lu patro’”. Queste piante nonostante crescano pressoché ovunque, preferiscono terreni ricchi di elementi nutritivi e di azoto. Caratteristica organolettica: il sonchus è pianta commestibile, cruda ha sapore erbaceo, gradevole, non amaro, cotta è tra le erbe definite “dolci”.
Note Dietetiche A cura della dott.ssa Maria Preziosa Del Papa Dopo un 2016 ricco di interessanti ricette riprendiamo dal concetto di “Dieta” che, dal greco significa “regole di vita” e quindi anche “regole alimentari”. Questa ricetta di primo impatto sembrerebbe rispondere a questo monito ma… non è del tutto così. Esula dall’idea di “mediterraneità” in senso ipocalorico e di leggerezza estiva, è più indicata nei paesi nordici dove le basse temperature richiedono ricette più concentrate caloricamente. La definizione “Vellutata” ci richiama a qualcosa di delicato...light..infatti la consistenza è delicata! Ma è una ricetta ipercalorica, adatta ai disfagici (con difficoltà di deglutizione) oppure a chi ha problemi di masticazione o all’apparato digerente. In effetti l’ingrediente base, il grespino, la verdura dalle tante proprietà benefiche, è modificato nella sua consistenza originale e quindi “la fibra” arriva all’intestino non più integra venendo a mancare
l’effetto “zavorra” tanto importante per es. nei problemi di stipsi dell’adulto. Per la presenza di grassi animali (panna-formaggi-tuorlo d’uovo) va limitato il consumo a chi ha problemi di “dislipidemia” (colesterolo trigliceridi) ed “epatopatia” (fegato, colecisti). Per chi invece pratica attività motoria è un valido sostegno sia calorico che idratante (acqua-sali minerali). Note Salutistiche A cura della dott.ssa Paola Palmieri La crespegna , il crispigno o sonchus: contiene sali minerali, quali il ferro, il fosforo, le vitamine e le fibre. Le sue proprietà fitoterapiche sono di tipo depurativo, rinfrescante, diuretico e epatoprotettivo. Esso viene utilizzato nella credenza popolare, ma confermato da studi recenti, per contrastare disturbi associati a fegato, polmoni e reni. E’ un ottimo antiossidante, cioè contrasta l’invecchiamento precoce delle cellule, attraverso un’azione contro la formazione di radicali liberi. Alcuni studi confermano la sua azione migliorativa sulle qualità cognitive e la memoria. Il crespigno è un complemento nutrizionale importante nelle situazioni di danno epatico, regolando l’attività del fegato attraverso una azione purificatrice. La somministrazione del crispigno, insieme al Cardo Mariano abbassa i livelli serici degli enzimi marcatori epatici, dei trigliceridi e del colesterolo cattivo.La sua azione sul colesterolo è dovuta alla presenza di un alcaloide: la berberina. La sua funzione diuretica favorisce l’eliminazione dei liquidi, processo importante per chi soffre di renella, cioè depositi di sabbia nei reni, così da evitare l’accumulo di ossalati. Protegge anche la tiroide.
Fermo/Ambito riconoscimento per il gioiello fermano
Torre di Palme tra i Borghi più Belli d’Italia Scorci incomparabili, vie anguste, strette fra facciate in cotto delle case fiorite di gerani, panorami e vista mare mozzafiato. E ancora: chiese e opere d’arte di una bellezza unica. Poco oltre l’antico palazzo priorale, S. Agostino che conserva un pregevole polittico di Vittore Crivelli, la chiesa di Santa Maria a Mare, all’esterno un ampio belvedere che consente all’occhio di spaziare lungo le rive sabbiose, dominando l’abitato di Porto San Giorgio, il moderno porto turistico e l’antico Santuario di Santa Maria a Mare, sin dal medioevo importante centro devozionale di grande richiamo. Torre di Palme, gioiello naturale nel territorio del Comune di Fermo (900 abitanti circa, la popolazione complessiva di Fermo sfiora i 40 mila abitanti) ha aspettato ma ha da sempre connaturate le carte in regole per poter essere considerato uno dei borghi più belli d’Italia e così l’omonimo club nazionale ne ha ufficialmente sancito l’ingresso, insieme ai 22 borghi marchigiani che ne fanno già parte, tanto che la nostra regione è al secondo posto in Italia per numero di borghi rappresentati. Una buona notizia per la promozione turistica della città di Fermo anche in considerazione del fatto che il 2017 sarà proprio l’anno del turismo dei borghi e Torre di Palme avrà così un suo “trampolino
di lancio”. Per il prossimo anno saranno organizzate in città e nel borgo iniziative ad hoc, insieme alla consegna ufficiale della bandiera del Club. Torre di Palme resterà nel “club” per i prossimi due anni, come stabilito dallo statuto dell’associazione per le frazioni dei comuni con più di 15.000 abitanti. Un “ospite” dunque ben qualificato, che dovrà essere valorizzato al meglio, approfittando di questa illustre vetrina. “Torre di Palme – sostiene l’assessore al turismo Francesco Trasatti - ha da sempre le condizioni oggettive per far parte di questa associazione che considero una fattiva ed efficace rete di promozione delle bellezze turistiche e culturali dell’Italia. Un’azione compresa nella nostra volontà di rilanciare la promozione turistica dopo i recenti sismi. Siamo pronti per collaborare, raccordarci e coorganizzare eventi di promozione per Torre di Palme che, grazie a questa adesione, avrà una visibilità di livello internazionale”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Amato Mercuri, ex sindaco di Moresco ed attualmente coordinatore regionale del club dei Borghi più belli d’Italia. “Essere parte di questa realtà è motivo d’orgoglio innanzitutto per gli stessi abitanti di Torre di Palme; una consapevolezza, quella di essere riconosciuti come
“belli”, che aumenterà ancor di più l’affetto e l’attenzione, già alti, per questo gioiello. La rete regionale è fondamentale per il rilancio dei nostri piccoli centri e, soprattutto dopo i recenti sismi, sarà importante impegnarsi al massimo per valorizzare i centri marchigiani colpiti dai terremoti. Sfrutteremo in tal senso anche il fatto che il 2017 è l’anno del turismo nei borghi e cercheremo di stabilire solidi contatti con l’istituzione Regione per avviare collaborazioni e iniziative comuni”.
Importante scoperta archeologica A pochi giorni dal suo ingresso ufficiale fra i Borghi più belli d’Italia, Torre di Palme può “scrivere un nuovo capitolo nel libro che racconta la sua bellezza”. Durante alcuni scavi inerenti il viadotto metanifero, la terra ha restituito i corpi di due donne vissute nel VI sec a. C. ammantate di ambra, gioielli e di due famigerati anelloni piceni, oramai “tipici”, secondo l’antropologo Giacomo Recchioni della figura femminile arcaica palmense. Prontamente sono state avvisati la Sovrintendenza e gli archeologi. Il borgo non è nuovo a questi tipi di scoperte.
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Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Regione Marche
Comune di Porto San Giorgio
Amici della Musica Montegranaro
Musicamdo
Europe Jazz Network
Marche Jazz Network
CONCERTI Venerdì 20 Gennaio 2017 - ore 21:30
Domenica 22 Gennaio 2017 - ore 17:15
GIULIANI/BOSSO/PIETROPAOLI/DI LEONARDO
Sestetto Stradivari
Macerata MC - Teatro Lauro Rossi
“Golden Circle”
Montegranaro FM - Teatro La Perla
Strumentisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Musiche di: P.I. Tchaikovky, A. Schoenberg
Intero € 15,00 – Ridotto € 10,00
Intero € 10,00 – Ridotto € 7,00 (Ridotto studenti € 1)
Sabato 21 Gennaio 2017 - ore 21:00
Sabato 28 Gennaio 2017 - ore 21:30
Silvia Mezzanotte
Ginevra Di Marco canta
Intero € 20,00 – Ridotto € 15,00
Intero € 15,00 – Ridotto € 13,00
Porto San Giorgio FM - Teatro Comunale
“Regine”
Montegranaro FM - Teatro La Perla
Mercedes Sosa “Todocambia”
PROSSIMAMENTE: 05/02 Alexander Lonquich & “Colibrì Ensemble Orchestra da Camera” (Montegranaro); 10/02 Omer Avital Quintet (Macerata); 12/02 Orchestra d’Archi Junior del Conservatorio “G.B. Pergolesi” di Fermo (Montegranaro); 26/02 I Cameristi di Santa Cecilia (Montegranaro); 03/03 Mike Melillo Solo/Emilia Zamuner Quartet feat. Emanuele Cisi (Macerata); 10/03 Pastis & Irene Grandi “Lungoviaggio” (Porto San Giorgio); 17/03 Quintorigo & Roberto Gatto “Trilogy” (Macerata); 18/03 Anna Tifu & “Colibrì Ensemble Orchestra da Camera” (Montegranaro); 24/03 Max Ionata Hammond Trio feat. Gegè Telesforo (Macerata).
INFO: 338 4321643 // TAM.IT // Programma in corso di aggiornamento
13 gennaio 2017
Cartellone/News Musica
Teatro
Porto San Giorgio e Montegranaro
Porto San Giorgio
In una perfetta alternanza tra generi musicali, il 2017 di TAM Tutta un’Altra Musica si apre con l’immancabile vortice di concerti nel territorio fermano. Si parte il 21 gennaio, alle ore 21, dal Teatro comunale di Porto San Giorgio con “Regine” di Silvia Mezzanotte, uno spettacolo in sette lingue, con i maggiori successi di tutti i tempi e le grandi interpreti del panorama internazionale, che vedrà la cantante affiancata da Pino De Fazio (pianoforte), Luca Cantelli (contrabbasso) e Max Govoni (batteria). L’ingresso è di 20 euro, il ridotto di 15 euro per under 25, over 65 e possessori della Marche Jazz Card. Il giorno successivo nuovo appuntamento con la Stagione Concertistica organizzata dagli Amici della Musica di Montegranaro, associazione con la quale TAM collabora da diversi anni. All’interno del Teatro La Perla, alle ore 17.15, spazio al Sestetto Stradivari, con gli strumentisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ed un programma basato su musiche di Brahms e Schoenberg (biglietto intero 10 euro, ridotto 7 euro per over 60 e possessori della Marche Jazz Card, 1 euro per gli studenti). Montegranaro sarà la sede anche dei due successivi eventi, come “Todocambia” di Ginevra Di Marco dedicato a Mercedes Sosa, appuntamento fissato a sabato 28 gennaio sempre al Teatro La Perla con inizio alle ore 21.30 (intero 15 euro, ridotto 13 euro). Accompagnata da Francesco Magnelli (pianoforte) e Andrea Salvadori (chitarra), la Di Marco, una delle voci femminili italiane più belle e amate, massima esponente della world music e del nuovo folk italiano, nonché ex voce femminile del Consorzio Suonatori Indipendenti (C.S.I.), ripercorrerà i momenti più importanti della carriera della grande cantante argentina. Ancora il Teatro La Perla il 5 febbraio per l’esibizione di Alexander Lonquich & Colibrì Ensemble Orchestra da Camera su musiche di Schumann e Burgmüller. Anche per questo concerto l’inizio è programmato per le ore 17.30 (intero 10 euro, ridotto 7 euro per over 60 e possessori della Marche Jazz Card, 1 euro per gli studenti). www.tam.it
David Riondino porta in scena al Teatro Comunale di Porto San Giorgio un originale reading de Il corsaro nero di Emilio Salgari. Un personaggio mitizzato dalle fantastiche scorribande mentali della nostra infanzia, abile nel dividersi fra navigazioni, spedizioni, imboscate notturne, duelli, fughe rocambolesche e amori fiammeggianti. Come un vento d’uragano, la vita gonfia le vele della sua imbarcazione mentre il Corsaro affronta le onde alte del mare delle Antille, o mette le ali ai piedi dei suoi uomini quando si immergono nel folto fitto di pericoli della foresta vergine. Nello scenario sempre movimentato lungo la rotta della “Folgore”, ecco fare capolino, con tenera violenza, il mondo dei sentimenti. Nulla ferma l’audacia del Corsaro; così come gli eventi vorticosi nel loro incessante sviluppo non possono mai placare la sua intima e solitaria malinconia. Il gioco non è difficile da intraprendere per un eversivo della lingua e della comicità come Riondino. La sua natura corsara non può non godere dell’incontro con una figura di così inarrivabile vocazione alla sfida. L’appuntamento è per sabato 14 gennaio alle ore 21. Tel. 338.4321643
La grande musica di TAM per aprire il nuovo anno “Il corsaro nero” interpretato da Riondino
Breve Fermo Massimo Ghini in “Un’ora di tranquillità” Massimo Ghini sarà il protagonista della commedia di Florian Zeller “Un’ora di tranquillità”, in programma al Teatro dell’Aquila di Fermo martedì 31 gennaio alle ore 21. “La commedia mi è stata segnalata da un direttore di teatro che l’aveva appena vista a Parigi – spiega Ghini -. La prima lettura è stata rivelatrice delle potenzialità del testo stesso. Un’intelaiatura da farsa, composta e sviluppata con eleganza che non disdegna la memoria geometrica di tanta commedia francese cinica e moderna. Il nostro protagonista andrà incontro a uno tsunami che lo travolgerà”. Tel. 0734.284295
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Sport/News Calcio/Soddisfatto mister Flavio Destro che predica prudenza
Fermana, girone d’andata da incorniciare “Chiaro che i 35 punti ottenuti nel girone di andata sono un gran bottino e sarei bugiardo a non dire che questo ci fa enormemente piacere, ma nel girone di ritorno si ricomincia da zero”. Arrivato a Fermo il 6 marzo della passata stagione, mister Flavio Destro ha sino ad oggi ottenuto uno score ragguardevole. Alla sua guida infatti, in 26 gare di campionato e play off (centrati per la prima volta nella quasi centenaria storia canarina) disputate, Comotto & c. hanno conquistato ben 18 vittorie e 3 pareggi, maturando solo 5 sconfitte. La prorompente impennata di questo fine 2016, 6 vittorie ed un pareggio nelle ultime 7 gare disputate, ha fruttato un insperato primo posto in graduatoria (al momento di andare in stampa la Fermana è al comando del proprio girone ed è in attesa di incontrare il San Nicolò) che lascia ben sperare per il futuro, nonostante il girone di ritorno si preannunci sin d’ora ricco di insidie, che verranno portate da un’agguerrita concorrenza che risponde ai nomi di Vis Pesaro, Matelica, San Nicolò e Vastese. “La
classifica non l’ho mai guardata e non intendo guardarla ora - ha proseguito il timoniere gialloblù perché so benissimo che nella vita e soprattutto nel calcio per salire ci si mette tantissimo tempo, mentre per cadere basta un secondo e ci si fa spesso anche parecchio male. Quindi non dobbiamo guardare nulla, solo pensare a lavorare. Dobbiamo già cancellare quello che abbiamo fatto, pensando solo a quello che dovremo fare in seguito. Sarà sempre più difficile: quando si vola alti poi, si rischiano un po’ di vertigini. Per questo è meglio che non voliamo alti”. Un lavoro costante, quello portato avanti dal tecnico piemontese, forte di una indiscutibile professionalità maturata - sia da giocatore che da tecnico - in società e su campi che poco hanno a che spartire con la quarta serie, e supportate da quella regola non scritta che nel calcio fa sempre la differenza: poche parole, possibilmente zero apparizioni e tanti fatti da portare quali risultati del proprio operato. Adesso però viene il bello. Un giro di boa da vivere
raddoppiando gli sforzi, forte del consolidato connubio instauratosi con una squadra che lo segue sin dal primo giorno del suo arrivo alle pendici del Girfalco: “Ho sempre detto ai ragazzi, che fino a che metteremo in campo tutte le nostre energie potremo uscire sempre a testa alta, indipendentemente da quello che sarà il risultato finale. Questo è un campionato in cui in ogni partita, se non ci si approccia con la giusta determinazione, si corre il rischio di fare magre figure. Per carattere non guardo mai quello che fanno gli altri, ma sono contento quando i ragazzi fanno delle prestazioni determinate. Spero comunque che la mia squadra possa portare a casa più punti possibile in ogni occasione. Gli avversari che la Fermana deve temere adesso, nella stessa identica maniera, sono tutti: da quelli che occupano le ultime posizioni a quelle della parte alta della classifica: questo è il nostro spirito. Se pensiamo o crediamo di essere più bravi degli altri, non abbiamo capito niente”. Idee chiare
anche sul chi temere di più, alla vigilia dello start del girone di ritorno: “Come nomi il Matelica è la compagine più forte: questo lo abbiamo sempre sostenuto. Inoltre ci sono tante ulteriori squadre che possono far bene. Citarne solo una significherebbe fare torto alle altre. Con una striscia di quattro o cinque risultati ci si può trovare velocemente in alto o in basso. Dopo aver trascorso un felice e sereno periodo festivo con le proprie famiglie, dovremo essere bravi a resettare tutto in fretta. Sarà molto tosto l’impegno che ci aspetta all’avvio e nel girone di ritorno tutti i punti in palio, gara dopo gara, varranno doppio”. Uberto Frenquellucci
Calcio/A colloquio con Catello Cimmino
Dal Milan a Montegranaro per far crescere giovani talenti In un momento di crescente interesse verso i giovani italiani anche nel massimo torneo calcistico nazionale, con il Milan di Vincenzo Montella che schiera quasi stabilmente 8/11 di italiani in campo, l’Atalanta di Gasperini sempre più fucina di talenti ed il Torino di Mijalovic rampa di lancio per tanti futuri azzurri, anche nel nostro territorio ci sono società sempre più impegnate nella crescita dei giovani talenti, che si affidano anche a personaggi dall’importante passato. Fra queste un ruolo importante è svolto dalla Veregrense Calcio Montegranaro arrivata alla sua quarta stagione, che si occupa esclusivamente di calcio giovanile. Il sodalizio gialloblù egregiamente guidato dall’appassionato presidente Simone Medici, ben coadiuvato da un nutrito gruppo di dirigenti, fra i quali molti genitori di ragazzi del settore giovanile calzaturiero, ha scelto sin dai primi momenti come responsabile tecnico, un ex calciatore professionista con significative esperienze anche da dirigente come Catello Cimmino (nella foto con la maglia del Milan). Con l’ex difensore del Milan, dell’Ascoli e del Como solo per citare le più importanti squadre professionistiche, in cui ha militato a cavallo fra gli anni ‘80 e ‘90, dopo aver vinto la Coppa Italia Primavera con il Milan allenato da Capello nel 1984/85, abbiamo scambiato qualche opinione sulla sua esperienza nel centro calzaturiero, confrontando la situazione di oggi rispetto a quando mosse i primi passi: “A Montegranaro ho trovato una realtà molto positi-
va, con una società sempre presente ed attenta ai bisogni dei ragazzi. C’è grande serietà, si cerca di sviluppare al massimo le risorse umane, con particolare attenzione all’aspetto educativo primario”. La Veregrense è una società giovane ma già molto organizzata, ci puoi presentare meglio questa realtà che pratica solo calcio giovanile? “Si tratta di un sodalizio molto dinamico, abbiamo oltre 200 giovani con ben 11 squadre dalla categoria Juniores ai Piccoli Amici, con ben 4 squadre dei Primi Calci, lavorano con noi 12 tecnici, svolgiamo gli allenamenti e le partite quasi esclusivamente al Campo in Sintetico “Cesare Berdini”, utilizzando in qualche occasione anche lo Stadio “La Croce”. Il nostro principale obiettivo è quello di far vivere ai nostri ragazzi questa esperienza con la maggior serenità e tranquillità possibile, di non caricarli di troppe aspettative, con particolare attenzione alla disciplina”. Lei pur essendo nativo di Castellammare di Stabia si è trasferito giovanissimo al Nord, quali differenze rispetto al calcio giovanile degli anni ‘70-‘80?: “Io mi sono trasferito dalla Campania con la mia famiglia in provincia di Milano ad appena 7 anni nei primi anni ‘70, a quell’epoca i ragazzi avevano molte meno cose rispetto ad oggi, stavamo molto di più in strada, ogni angolo era buono per giocare a calcio. A livello organizzativo attualmente vi è una maggiore professionalità, il settore tecnico federale ha fatto veramente molto in questi anni. In
passato soprattutto al Nord l’attività giovanile si svolgeva principalmente negli Oratori, rispetto al Sud c’era una mentalità diversa con un approccio più sereno. E’ cambiato sicuramente anche il ruolo dei genitori, oggi molto più presenti rispetto al passato. Ciò è sicuramente positivo, in quanto di notevole aiuto alle società, al tempo stesso, non si deve correre il rischio, di caricare di troppe aspettative i ragazzi. In modo del tutto ironico e scherzoso, ricordo una battuta del grande mister Fabio Capello che mi ha allenato per quattro stagioni dalla Berretti alla Primavera del Milan. A chi gli chiedeva sulle possibilità di un ragazzo di diventare un grande campione, il tecnico friulano rispondeva dicendo che avevano più possibilità di sfondare i ragazzi orfani, principalmente quelli di madre, un po’ a sottolineare, che spesso vi era invasione di campo da parte di qualche genitore soprattutto del gentil sesso”. Sicuramente un altro mondo ed un altro calcio, dove anche le battute sulla presenza dei genitori accanto ai loro figli, servivano per sdrammatizzare e per fare ironia, un po’ come ai tempi del mitico “Paron” Rocco negli anni del Milan operaio e dei vecchietti terribili. (Endrio Ubaldi)
13 gennaio 2017
Sport/News
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Pallanuoto/Luca Marziali, tra Posillipo e il sogno azzurro
Un fermano da Serie A Dunque, dove eravamo rimasti? Ah, già: alla medaglia d’argento conquistata alle Universiadi disputatesi a Gwangju, in Corea del Sud, con la Nazionale ed al conseguente riconoscimento consegnatogli dall’Amministrazione Comunale fermana. Di chi stiamo scrivendo? Ma di Luca Marziali, 25enne centroboa della Circolo Nautico Posillipo in serie A1 di pallanuoto. Dopo gli esordi nella Idor Pallanuoto Fermo, a soli 16 anni ha lasciato la sua città per giocare fuori. Una parentesi ad Ancona e successivamente è arrivata la chiamata in Serie A del Sori (con il quale ha disputato l’Eurocup, fino ai gironi di qualificazione), poi è passato al Nervi, al Bogliasco, all’Acquachiara e infine, quest’anno, è giunto alla squadra partenopea: “Con la vittoria ottenuta a Roma siamo saliti al quinto posto in classifica - ci confida - ed a questo punto della stagione possiamo affermare che tutto sta procedendo abbastanza bene. Ovvio però che siamo già
al lavoro per continuare a migliorare questa per altro buona posizione di classifica, consapevoli che abbiamo commesso solo un paio di passi falsi e che la stagione è ancora lunga, non essendo il Campionato 2016/2017 giunto al giro di boa”. L’Eurocup, competizione dove sembravate poter arrivare lontano, l’unico neo? “E’ così. Chissà, forse potevamo andare ben più in là anche se gli ungheresi del Ferenczvaros ed i milanesi della Sport Management sono squadre sicuramente attrezzate per arrivare alla vittoria finale”. Primi bilanci anche per quel che riguarda il discorso nazionale, con coach Sandro Campagna che sta proseguendo nel lavoro di rinnovamento del Settebello. Dopo il collegiale di Ostia, Luca Marziali protagonista anche alla “Mompiano” di Brescia, dal 13 al 16 novembre, in ottica Mondiali 2017 e, soprattutto, Olimpiadi 2020: “Con il passare degli anni, si è ravvisata la necessità di dare il cosiddetto ricambio
generazionale a quei giocatori che, più avanti con l’età, in nazionale hanno tirato la carretta centrando risultati più che lusinghieri. In questo novero di nuove leve spero di rientrare anche io. Il condizionale è d’obbligo, perchè il coach non lascia trapelare nulla, tenendo giustamente tutti sulla corda ed alzando sempre il livello della concentrazione e dell’intensità delle sedute di allenamento”. Proprio in ottica Settebello però, dopo i positivi esordi con Russia ed Inghilterra, c’è da riprendere un discorso: “Sono stato chiamato per i collegiali ed ora spero di disputare le gare della World League che, purtroppo, non hanno valore ai fini della eventuale qualificazione mondiale. Ovvio che se sarò chiamato, darò tutto me stesso”. Ed allora, primo obbiettivo fissato per Luglio del 2017: il Mondiale d’Ungheria? “Far parte del gruppo azzurro anche in questa occasione sarebbe un immenso sogno. L’infortunio di Aicardi (centroboa titolare del Sette-
Bocce/Conquistata la Coppa Italia
bello, ndr) ha dato speranza a tante nuove leve, fra le quali spero di poter rientrare anche io. Ma “gufare” non fa parte del mio stile di persona e di sportivo, per cui gli auguro sin d’ora di tornare quanto prima possibile, anche se in questo caso si chiuderebbero le porte per tutti gli altri”. Ok: allora discorso rinviato alle Olimpiadi di Tokyo 2020? “Altro grande obbiettivo sul quale, francamente, punto di più. Sono consapevole che c’è tanto da lavorare per far sì che la scelta cada anche su di me, considerando anche la grande competizione che c’è”. Ed allora, forza Luca dacci dentro: tutta Fermo tifa per te e ti incita a fare sempre meglio. (U.F.)
Marche/Progetto Coni Ragazzi
La Bocciofila Montegranaro Sport gratuito per sugli scudi i giovani in difficoltà Si è disputata le scorse settimane la Coppa Italia di Bocce Specialità Raffa riservata ai Comitati Provinciali a Modena, alla quale hanno preso parte ben 32 Provincie. Ebbene, la vittoria finale è andata al comitato provinciale di Ascoli Piceno con protagonisti tutti i giocatori della Bocciofila Montegranaro, che hanno letteralmente sbaragliato il campo. Capitan Angrilli e compagni hanno conquistato uno storico trofeo, che resterà negli annali della storia delle Bocce provinciale e regionale, con gli atleti veregrensi che hanno difeso alla grande i colori del comitato piceno. La prima sfida valida per i sedicesimi di finale vedeva impegnati gli atleti veregrensi contro il Comitato Provinciale di Bologna, dopo aver eliminato gli emiliani, è stata la volta del comitato di Milano, per poi sconfiggere Crema in semifinale, mentre in finale i portacolori piceni hanno sconfitto il Comitato di L’Aquila. Una gran bella soddisfazione per il Comitato Provinciale di Ascoli Piceno per la conquista della Coppa Italia, e per i giocatori della Bocciofila Montegranaro, che si sono messi in evidenza. Dopo le belle notizie provenienti dall’Emilia con le vittorie in Coppa, i portacolori veregrensi hanno chiuso l’anno con due sconfitte consecutive nel massimo torneo di Bocce, la prima di misura davanti al proprio pubblico contro la forte compagine modenese della Rinascita, mentre nell’ultima fatica del 2016 i gialloblù sono tornati con una pesante battuta d’arresto da Salerno, al cospetto di una diretta concorrente nella lotta per la salvezza. Se contro Modena una sconfitta ci poteva sicuramente stare, visto l’organico emiliano, in Campania lo stop degli uomini del Presidente Catini è sicuramente più preoccupante, soprattutto per le modalità in cui è arrivato. Con la vittoria ai danni dei montegranaresi la compagine dell’E. Millo Salerno scavalca in classifica la squadra allenata da Di Chiara che scivola al terzultimo posto con appena 7 punti in otto partite. Alla ripresa del campionato il prossimo 14 gennaio la Bocciofila Montegranaro ospiterà gli ex campioni d’Italia del Boville Marino, i romani sono attualmente al terzo posto. Per la società veregrense il 2016 è stato sicuramente un anno positivo, con il campionato 2015/16 chiuso a metà classifica al 5° posto, dopo essere stata per due settimane addirittura in vetta alla graduatoria. Purtroppo le due sconfitte rimediate negli ultimi 15 giorni hanno compromesso la classifica, sebbene il tempo per recuperare non manca di sicuro, con altre due giornate da disputare per il girone d’andata e tutto il ritorno d’affrontare con la massima determinazione e fiducia nei propri mezzi. (Endrio Ubaldi)
Amandola, Fermo, Monterubbiano, Petritoli, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio: sono i comuni del Fermano che quest’anno partecipano a Coni Ragazzi, il progetto che punta a rendere accessibile lo sport ai più giovani, soprattutto a quelli che appartengono a famiglie meno agiate o abitano in realtà a rischio di disagio sociale. Alla sua seconda edizione, il progetto nelle Marche amplia il suo raggio d’azione. Se lo scorso anno era rivolto solo a quattro comuni (Ancona, Grottammare, Civitanova Marche e Corridonia), quest’anno si rivolge a 36 realtà, in particolare a quelle che ospitano i ragazzi sfollati dai territori colpiti dal terremoto, affinché l’attività sportiva sia garantita anche a loro. Per 19 settimane, bambini di età compresa tra i 5 ed i 13 anni, che fanno parte di famiglie non abbienti o residenti in quartieri cittadini a rischio di disagio sociale o evacuati dai comuni danneggiati dal sisma e ospiti delle realtà marchigiane, potranno praticare gratuitamente sport per due ore a settimana. Dopo la richiesta di adesione da parte di società e associazioni sportive e l’accettazione da parte del Coni, si è aperta la seconda fase del progetto, con la raccolta delle domande delle famiglie per l’iscrizione dei ragazzi al programma sportivo, che prevede attività motoria di base per i bambini dai 5 agli 8 anni, e attività polivalente, pre-sportiva e sportiva per i bambini dai 9 ai 13 anni. Il tutto completamente gratuito per i genitori dei ragazzi. Il progetto è rivolto anche ai disabili per i quali società e associazioni sportive, oltre ai propri tecnici e alle proprie strutture, metteranno a disposizione un operatore di sostegno.