IL GIUBILEO Origine del termine Le origini del Giubileo risalgono all'Antico Testamento, la parola "giubileo" deriva da Jubilaeum che a sua volta deriva dalle tre parole ebraiche Jobel (ariete), Jobil (richiamo) e Jobal (remissione). Nel capitolo XXV del Levitico, infatti, il popolo ebraico viene incoraggiato a far suonare il corno (Jobel) ogni quarantanove anni per richiamare (Jobil) la gente di tutto il paese, dichiarando santo il cinquantesimo anno e proclamando la remissione (Jobal) per tutti gli abitanti. Secondo l'Antico Testamento il Giubileo portava con sé la liberazione generale da una condizione di miseria, di sofferenza e di emarginazione. Nella tradizione ebraica, si stabiliva che nell'anno giubilare non si lavorasse nei campi, tutte le case acquistate dopo l'ultimo Giubileo tornassero senza indennizzo al primo proprietario e gli schiavi fossero liberati.
Storia del Giubileo Il primo Giubileo della Chiesa Cattolica risale al 1300 e venne ricordato anche come il primo “Anno Santo”, perché fu un anno dedicato al consolidamento della fede, alla solidarietà, alla comunione fraterna, un anno di stimolo per i cristiani, di remissione dei peccati, insomma un vero anno speciale di conversione. Venne indetto da papa Bonifacio Vlll: era il 24 dicembre del 1299. L’anno Santo durò tutto il 1300, destando grande stupore tra i Cristiani del tempo, che non erano abituati a questi eventi, ma che accorsero numerosi a Roma per l’indulgenza.
L’indulgenza consiste in una remissione parziale o totale dei peccati, ma negli anni è cambiata la sua applicazione: Fino all’VIII sec. la concessione dell’indulgenza si poteva ottenere attraverso le suppliche al Vescovo. Dopo l’VII sec. la severità delle penitenze si attenuò, ed il percorso di espiazione dei peccati divenne privato permettendo di ottenere l’indulgenza anche a chi aveva partecipato alle crociate o ad un pellegrinaggio. Dal XIV al XVI sec. la chiesa abusò nella concessione delle indulgenze: molti fedeli infatti arrivarono a comperare la remissione dei peccati con il denaro. Nel 1517 Martin Lutero con il Concilio di Trento pose fine al “mercato delle indulgenze” ed ebbe inizio l’ultimo periodo contemporaneo che regolò la concessione delle indulgenze. Il giubileo può essere ordinario o straordinario: il primo è legato a scadenze prestabilite, il secondo viene indetto in occasione di qualche avvenimento particolare, deciso dal Papa. Il giubileo ordinario viene celebrato ogni 25 anni, un intervallo stabilito per la prima volta da Papa Paolo II. In precedenza il Giubileo si celebrava ogni 100 anni, nel 1350 papa Clemente VI, decise di accorciare la scadenza a 50 anni. In seguito Papa Urbano VI ridusse l’intervallo a 33 anni, il periodo coincideva con la durata della vita terrena di Gesù e ulteriormente fu ridotto a 25 anni durante i papati di Nicolò V e di Paolo II. Il logo Nel motto “Misericordiosi come il Padre” si propone di vivere la misericordia sull’ esempio di Gesù, che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di donare amore e perdono senza misura. Il logo è rappresentato da Gesù che porta sulle spalle un uomo, rappresentato con i capelli e la barba lunga. Lo sguardo di Gesù è talmente provocante da fondersi fisicamente con quello dell’ uomo e i due occhi diventano uno. Il corpo dell’uomo sembra sfinito, spossato, ma il volto si accende di una
gioia inattesa e di uno sguardo che lo ama, egli sembra abbandonarsi tra le braccia di Gesù e il suo abito diviene dorato come quello di Cristo a dimostrare che ciascuno di noi può essere quell’uomo e può rinascere dall’incontro con il Signore. Ultimo particolare non trascurabile è lo sfondo della scena, la cosiddetta “aureola a mandola” che avvolge non solo il capo, ma tutta la faccia di Gesù, segno di totale santità. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. D’altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amore del Padre che tutto perdona.
Il pellegrino nel Medioevo Il pellegrino medievale era un Cristiano che spinto dalla fede abbandonava la sua casa, la sua quotidianità e gli affetti per mettersi in cammino verso luoghi sacri, si trattava spesso di viaggi lunghi il cui ritorno non era così scontato. Le prime notizie di pellegrinaggi penitenziali diretti a una specifica meta risalgono all'VIII secolo. Durante il cammino i disagi, le avversità della natura, la fatica fisica e le aggressioni da parte dei briganti, erano all’ordine del giorno. Ci si metteva in viaggio per vari motivi: per pura devozione, per ottenere il perdono, per espiare delle colpe, come ringraziamento per una grazia ricevuta e per ottenere qualcosa da Dio, per se stessi o per altri. Le persone che intraprendevano pellegrinaggi appartenevano agli strati sociali più diversi e avevano diversi livelli di istruzione; si trattava non solo di uomini, ma anche di donne, bambini e malati. Raramente i pellegrini si spostavano da soli, più frequentemente si univano in piccoli gruppi, in modo da aiutarsi reciprocamente durante il viaggio. Tre erano le mete più importanti per i pellegrinaggi: Gerusalemme, per pregare nei luoghi della vita e passione di Cristo, dove i cristiani iniziarono a recarsi soprattutto a partire dal 313 d.C. grazie all’Editto di Costantino che stabilì la libertà di culto all’interno dell’Impero Romano. Roma, in quanto centro della cristianità e luogo in cui venerare i primi martiri cristiani (gli Apostoli Pietro e Paolo). Santiago de Compostela, dove venne scoperto il sepolcro dell’apostolo Giacomo evangelizzatore della Spagna, che era morto in Palestina, ma secondo la leggenda il suo corpo era stato trasportato dai suoi discepoli, con una barca, in Galizia, dove venne poi seppellito; la leggenda narra che fu una stella ad indicare il luogo dove si trovava il suo corpo.
Pellegrino Medioevale
L’abbigliamento di un pellegrino medievale era composto da: una veste corta, per non intralciare il passo, oppure pantaloni di stoffa; un cappello, per difendersi sia dal caldo, sia dalla pioggia;
un bastone ricurvo, a cui appoggiarsi nei tratti difficili, dove venivano fissati i distintivi del pellegrinaggio; una borraccia, appesa alla cinta;
bastone del pellegrino
zucca usata come borraccia
un ’arma di difesa, contro i lupi e i ladri che si potevano incontrare lungo il cammino; un borsello di cuoio o di pelle di cervo, che doveva essere portato sempre aperto in segno di fiducia.
Sacca del pellegrino
Le prime forme di assistenza e ospitalità nei confronti dei pellegrini furono offerte dai monasteri, che talvolta furono costruiti di proposito lungo le principali vie di comunicazione. I monasteri avevano appositi locali per accogliere i pellegrini e i viandanti, dove veniva offerto loro cibo e alloggio. I monaci come Cristo dovevano accogliere chi cercava riparo ed ospitalità, il riposo era gratuito e solo chi era ricco lasciava di solito cospicue elemosine al monastero prima di partire. Oltre all’ospitalità fornita dai monasteri già dal IV secolo in Oriente esistevano gli xenodochio, una struttura di appoggio ai viaggi
nel Medioevo, adibita ad ospizio gratuito per pellegrini e forestieri. Più piccolo di un hospitalia, era posto sul percorso di una via di pellegrinaggio, come il cammino di Santiago di Compostela o la via Francigena, veniva gestito da monaci che offrivano alloggio e cibo. Gli hospitalia invece di solito sorgevano in aperta campagna, offrivano solo ospitalità ai pellegrini, non cure sanitarie, a trovatelli, orfani, vedove, poveri ed ammalati. Per gli indigenti, l'ospitalità era gratuita. Per i benestanti, si chiedeva un'elemosina o la promessa di un lascito testamentario Nel Basso Medioevo grazie all’aumento dei traffici commerciali si diffondono altre forme di ospitalità a pagamento: le locande.
DEFINIZIONE DI SANTUARIO Un Santuario è qualcosa di più di una comune chiesa: è un luogo considerato sacro per la presenza di reliquie di santi o perché connesso a eventi considerati soprannaturali, come per esempio i miracoli. A differenza della chiesa, il Santuario viene costruito spontaneamente, per effetto di una forma di devozione popolare di cui più avanti la Chiesa prende atto. Si può dire allora che il Santuario trae origine dal basso, cioè dal popolo e non dal volere degli ecclesiastici.
IL SANTUARIO DELLA MISERICORDIA DI TERRASSA PADOVANA CHIESA GIUBILARE 2016
Il Santuario della Beata Vergine della Misericordia di Terrassa Padovana fondato nel 1499, è un piccolo Santuario di campagna, dedicato alla Beata Vergine della Misericordia. Il luogo in cui sorge, fu indicato proprio della Madonna, apparsa ad un bambino muto, il quale ottenne il dono della parola affinché riferisse al Padre ed al parroco quanto accaduto. Nel 1499 la ricca e nobile famiglia veneziana dei Bragadin, diede inizio a una nuova costruzione, forse senza abbattere l’edificio già esistente, affidando il santuario ai Canonici Regolari Agostiniani di San Marco di Mantova, che ne garantirono la custodia dal 1499 al 1584. Successivamente il santuario venne affidato ai Padri Camaldolesi dal 1584 al 1776. Il santuario della Misericordia si presenta con la facciata coronata dal frontone curvilineo e spartita da cornici orizzontali, innalzata verso la metà del Seicento sul modello della chiesa veneziana di San Michele. Sul lato nord della chiesa si erge il campanile in stile romanico, coronato da un torricino ottagonale. All’interno la chiesa ha tre navate: quella centrale con volta a botte e le laterali con volta a crociera.
Lo stile architettonico risente dei vari restauri compiuti nel corso dei secoli. La nicchia della cappella absidale di sinistra, che qualche storico individua come l’abside dell’oratorio che sarebbe stato eretto subito dopo l’apparizione di Maria, conserva un crocifisso ligneo quattrocentesco, opera di Francesco Squarcione e collocato in origine nella parrocchia di Terrassa.
Al termine della navata centrale un bell’ arco conduce al presbitero, dove si possono osservare stucchi e semi-colonne con capitelli corinzi. I dipinti a destra e a sinistra del presbiterio, sono di autore ignoto e risalgono al 1862, raffigurano rispettivamente, a sinistra la Natività di Maria, mentre a destra La Presentazione di Maria Bambina al Tempio;
Nel catino absidale sono rappresentate le vicende che diedero origine al santuario.
Al centro dell’abside c’è il quadro della Vergine della Misericordia, ma è visibile solo il volto, il corpo invece è ricoperto da un manto di seta, perché rovinato dall’umidità. Nella cappella invernale c’è un’altra immagine della Madonna della Misericordia con l’indice alzato, sembra molto simile all’immagine della Vergine che apparve al pastorello muto: si tratta di una tavoletta risalente al 1888 dipinta da Antonio Brillo e molto simile a quella trafugata dal Santuario nel 700.
Il soffitto del presbiterio mostra un affresco raffigurante l’Assunzione di Maria Vergine.
Preghiera alla Beata Vergine della Misericordia O madre di grazia e di misericordia gloriosa Vergine Maria, che dal vostro trono di gloria, ove da tanti secoli vi ha posto Regina la pietĂ degli avi nostri, dispensate ai nostri fedeli grazie di ogni genere, degnatevi di esaudire la mia umile preghiera. Benedite e consolate la povera anima mia, proteggete e salvate da ogni sventura la mia famiglia, benedite e proteggete dal vostro santuario chi, fidente, vi invoca e ottenetemi dal vostro divin figliolo GesĂš che, dopo una vita tutta santa qui in terra, possa godere di eterna letizia, sotto il vostro manto, in cielo. Amen Maria Madre della Misericordia, prega per noi.
Lavoro svolto dai ragazzi di classe V
Anno scolastico 2016/17