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RITRATTI A TUTTO SPORT

DEBORAH COMPAGNONI GUIDO BARILLA KRISTIAN GHEDINA DINO TABACCHI LAMBERTO TACOLI

VESTIVAMO ALLA ZUAVA

CORSI E RICORSI DELLA MODA IN UNA LOCALITÀ DA SEMPRE ANTESIGNANA DI STILI

ON STAGE

IL FASCINO DELLA NEVE NEL MOOD DI STAGIONE

CAVALIERI CORAGGIOSI

L’UNIVERSO “EXTRAVAGANTE” DEL POLO

COVER STORY

QUANDO UNA “TRACCIA” SI TRASFORMA IN OPERA D’ARTE

NUMERO

DUE

I NVER NO |

L A R I V I S T A UFFICIALE DI

HANNO SCRITTO PER NOI FRANZ BOTRÈ BEATRICE BUSCAROLI FRANCESCO FESTUCCIA FABIANA GIACOMOTTI PIERANGELO MOLINARO ENRICA RODDOLO ENRICO VANZINA PIERLUIGI VISCI


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Editoriale di Stefano Illing ATTUALITÀ Innanzitutto Intervista al Presidente dell'Enit Matteo Marzotto. Obiettivo 2009: volare alto di Enrica Roddolo Fatti&persone Ritratti a tutto sport Deborah Compagnoni, un mito intramontabile di Pierangelo Molinaro Guido Barilla, skiman per passione di Chiara Caliceti Kristian Ghedina, il jet d'Ampezzo di Andrea Gris Lamberto Tacoli, tra fondo e passeggiate Dino Tabacchi, il golf diventa realtà Da Cortina alla Val Badia, una nuova via Bloggers I giovani e la tecnologia, il futuro è qui. Annessi e connessi di Marco Cantelli AFFINITÀ ELETTIVE Non solo storia Maria Gabriella di Savoia, sui passi del celebre nonno Re Alberto I del Belgio. Una visita principesca di Ennio Rossignoli Presente e futuro Margherita Hack, l’Osservatorio e il Planetario che verrà. Apriti cielo di Eleonora Alverà Flashback Volti e nomi cortinesi nell'immaginario dello sceneggiatore del buonumore all'italiana. Il mio romanzo di formazione di Enrico Vanzina MODA E MODI Color Seppia I costumi che hanno fatto epoca negli anni '20 e '30. Vestivamo alla zuava di Fabiana Giacomotti On Stage Giochi di contrasti e di parole nel servizio fashion Il fascino della neve di Gianguido Rossi e Peter Cardona Back stage Tendenziometro di Giorgia Alberti Sciare al top Voglia di tecnologia sulle piste di Massimo Spampani MITI E RITI Style Il Polo, un universo “extravagante” Cavalieri coraggiosi di Franz Botré Passioni Le auto “star” dell’immaginario cinematografico Ciak, motore, azione di Francesco Festuccia

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VISIONI L'attimo di Stefano Zardini Cover story Un critico di eccellenza legge la mostra Tracce La montagna e la sua misura di Beatrice Buscaroli Inside Pierpaolo De Bona e la sua Regina in bianco e nero L'alter ego di Cortina di Nicoletta Sovilla SPORT Ghiaccio bollente di Andrea Gris RUBRICHE Un albergo, un racconto Oltre un secolo e non sentirlo È il Cristallo il gioiello della Regina di Massimo Spampani Cortina e contorni Beppe Sello compie 50 anni La memoria del gusto di Alessandra Segafreddo Letture in alta quota I grandi della storia nei generi letterari Ad ogni mito la sua biografia di Ennio Rossignoli Salva con nome Sorprese sotto l'albero tra musica e tradizione Close Up Fotogrammi estivi Gli eventi ad alto tasso di notorietà di Cristina Palmiotto Preview Proposte e offerte per le prossime stagioni Un'estate tutta da inventare di Gabriella Talamini

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Editorial by Stefano Illing

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TOPICALITY An interview with Enit's President Matteo Marzotto Deborah Compagnoni, a timeless myth Guido Barilla, skier for passion Kristian Ghedina, the jet of Cortina Dino Tabacchi, a dream come true Lamberto Tacoli, his idea of vacation Enrico Ghezze, a new way on skis Youth and technology: that's the future

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TRENDS All about what was à la page during the '20s and the '30s The fashion photo shooting between colors contrasts and play on words Technological wishes on the ski run

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MYTHS AND RITES Polo, an extravagant world apart The leading role cars in the movies

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VISIONS The Instant A Reading of the Traces The Queen in Black and White

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SPORT Extremely Hot Ice

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CORTINA'S FRIENDS Maria Gabriella di Savoia, back to her grandfather's roots Margherita Hack, the Observatory and the soon to be realized Planetarium Faces and names from Cortina, viewed by one of the most popular Italian screenplay writer

COLUMNS Older than a century and it doesn't show Beppe Sello turns 50 History's most important characters in literature Surprises under the Christmas Tree Summer Pictures Next Seasons Offers and Suggestions

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Swan Group. Osservatore attento delle dinamiche economiche e sociali del nostro tempo, Monsieur – che nasce riprendendo il nome dell'omonimo parigino che sin dagli anni '20 è il testimone in Francia dello stile dell'uomo – lo rispecchia in toto: non si rivolge infatti a un semplice amante del lusso, del prodotto che costa, ma a una persona che ha scelto la strada della distinzione, dell'eleganza e della signorilità. Un uomo di charme, ma anche “extravagante”, che sa vivere le proprie passioni al di fuori degli schemi. In una parola, un monsieur.

BLOGmag è una rivista mensile gratuita distribuita nelle scuole superiori di tutt’Italia (20 province circa). Ha edizioni locali a Bologna, Milano e Roma ed è scritta dagli studenti per gli studenti, con una vasta rete di ragazzi che, grazie anche all'appoggio della Consulta Provinciale Studentesca, contribuiscono a dare slancio alla creatività studentesca, facendo in modo che ognuno si possa fare la propria visione critica dei fatti che più interessano ai teenager. BLOGmag è nata nel 2005 ed è il principale osservatorio di abitudini e tendenze degli studenti italiani. Nella foto: in alto da sinistra Marco Mazzoni (ideatore), Michele Maisto (responsabile redazione Bologna); in basso Marco Cantelli (responsabile della rivista).

Editore e direttore di Monsieur, il mensile di qualità dell’editoria maschile italiana, Franz Botrè è praticamente cresciuto tra la carta stampata. Dopo un periodo di apprendistato in una tipografia, ha cominciato nel 1982 la sua carriera nel gruppo Rusconi – come grafico a Gente Viaggi – fino ad approdare nel 1991 a Class, dove ha ricoperto le cariche di vicedirettore dell'omonimo mensile e di ideatore e direttore di Gentleman. Nel 2001 lascia Class Editori e fonda la sua casa editrice,

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Storica e critica d’arte, Beatrice Buscaroli è docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso la facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’Università di Bologna, sede di Ravenna e direttore artistico della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna con incarico di curatore, responsabile delle collezioni e nuove acquisizioni. Tra le mostre organizzate si segnalano: Max Klinger. La più ampia antologica europea (1996), Futurismo. I gruppi Boccioni e Savarè (1999), René Paresce (2000), Novecento nascosto (2001), Domenico Rambelli (2002), Romagna futurista (2006-2007), Angelo Caviglioni e l’aeropittura futurista (2008), L’Arte delle donne, a Milano, Palazzo Reale (2007). Nel versante del contemporaneo, Parigi 1945-70. Sguardi sul collezionismo lombardo (2000), Generazionale (2001), Generazione astratta I, II, III (2001, 2004, 2007), Mito contemporaneo (2003), Antonio Recalcati e una serie di monografie su giovani artisti italiani. Commissario della Quadriennale di Roma nell’anno 2003-2004, ha curato la relativa mostra. Fa parte del Comitato nazionale per il centenario del futurismo e sta organizzando una mostra dal titolo 5 febbraio 1909. Bologna avanguardia futurista che si aprirà a Bologna (Palazzo Saraceni e presso la Columbia University di New York). Suoi interventi sono stati pubblicati su Mass Media, Paragone Arte, Paragone Letteratura, Ideazione, clanDestino Arte. Collabora a Il Giornale, il Resto del Carlino, Il Domenicale, Il Giornale di Vicenza, Arte.

Capo servizio alla cultura del Tg2, Francesco Festuccia si occupa prevalentemente di cinema seguendo i grandi avvenimenti e i maggiori festival nazionali e internazionali, Venezia, Cannes e Roma. Sempre per il Tg2 ha realizzato numerosi dossier riguardanti cinema, musica, società e moda. Prima della televisione, al Giornale radio della Rai ha condotto molte importanti edizioni, curando anche una rubrica di musica classica. In precedenza ha ricoperto ruoli di direzione a Italia Oggi e Il Messaggero di Roma. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui quello di miglior giornalista televisivo di cinema. Una sua grande passione i motori: è socio fondatore del Cortina Car Club, ha corso due anni in moto nella specialità Enduro risultando 3° in un campionato interregionale e 2° in una prova di campionato italiano. Recentemente ha partecipato come pilota ufficiale dell'Audi al Gran Premio Nuvolari.

Fabiana Giacomotti ha lanciato e diretto (come dice lei) «qualche giornale», scrive su Il Foglio e, da settembre, di economia dei beni di lusso sul settimanale Il Mondo. Da quattro anni insegna presso il corso di laurea in Scienze della moda e del costume dell'Università La Sapienza di Roma e di recente ha pubblicato il libro Mix & Chic con Cairo Editore. Ha iniziato a lavorare a 18 anni come annunciatrice di Telenova e giornalista a Novaradio per pagarsi gli studi, poi si è trasferita a Londra, dove ha vissuto per qualche anno e si è sposata, iniziando nel contempo a collaborare con Espansione e Il Giornale (redazione economica, epoca Montanelli) e alcune testate americane.

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Quindi è stata assunta a Italia Oggi, dove ha seguito il lancio della sezione Media e Marketing. Successivamente è stata inviato speciale per Il Mondo, Capital e Io Donna (in contemporanea), vicedirettore di Amica, direttore di Luna e, sempre in contemporanea, direttore di MFFashion.

Pierangelo Molinaro, dal 1989 segue come inviato della Gazzetta dello Sport le più importanti manifestazioni di sci alpino e atletica leggera, oltre ad occuparsi di doping e di problemi della disabilità. Dopo esperienze in testate locali, nella rivista Atletica Leggera e Supergol, è entrato nella redazione della testata rosa nel 1986. Per Gazzetta ha vissuto 4 edizioni delle Olimpiadi estive e 5 di quelle invernali, 3 edizioni delle Paralimpiadi, oltre a 9 edizioni dei Campionati Mondiali di atletica leggera e 8 di sci alpino.

Giornalista e scrittrice, Enrica Roddolo è caposervizio nella redazione de Il Mondo, storico settimanale di Rcs periodici, in edicola ogni venerdì con il Corriere della Sera. Dal 2001, ogni settimana scrive la rubrica Il mondo dei media, è responsabile della sezione Il meglio del mondo e firma interviste e inchieste su temi economici, con particolare attenzione allo scenario globale. Tra gli ultimi personaggi che ha intervistato: il Barone David de Rothschild, Alberto di Monaco, il ministro britannico John Hutton, i fondatori di Google Larry Page e Sergey Brin, il ceo di Telecom Italia Franco Bernabè, Paolo Scaroni (Eni), Tom Ford, Michele Norsa (Ferragamo), Andrea Guerra (Luxottica) e Gaetano Blandini (Cinecittà Holding). Tra le inchieste che ha realizzato: un viaggio nel futuro online dei giornali anglosas-

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soni (dall'Economist all'Ft), e la serie La stanza del capo: un ritratto (al lavoro) dei protagonisti dell'economia al tempo del credit crunch. Laureata in Giurisprudenza, prima di approdare al Mondo, si è occupata di politica estera al Sole 24Ore e di cronaca al quotidiano La Stampa. Appassionata di storia, oltreché di attualità internazionale, è anche autrice di numerosi libri. Da ultimo, per Tea ha firmato la biografia del principe Alberto di Monaco (Ritratto di un principe, 2006).

Fotografo eclettico, Gianguido Rossi annovera collaborazioni con le più blasonate testate di moda. Ha realizzato shooting con maestri della fotografia – Helmut Newton, Peter Lindbergh, Hellen Won Unwert, Greg Gorman - per campagne delle griffe più prestigiose. Peter Cardona è fashion editor di Vanity Fair e vanta un’esperienza maturata in testate come Grazia, Elle e Flair. Vive a Milano e cura l’immagine di numerose celebrity, da Adriano Giannini a Laura Chiatti. Annalisa Massari, hairdresser, e Sara de Chirico, make-up artist, seguono per l'agenzia Green Apple le principali sfilate della moda nazionale e internazionale. Gianguido Rossi (in basso a destra) con (dall’alto a sinistra) Annalisa Massari, Sara de Chirico, Denys di Silvestre, (sotto) Peter Cardona e la modella Dorothy Bohner.

Enrico Vanzina ha scritto la bellezza di 80 film lavorando con molti dei più famosi registi italiani: solo per citarne alcuni, Dino Risi, Marco Risi, Alberto Lattuada, Steno, Mario Monicelli, Nanni Loy. Ha lavorato con i più grandi attori italiani - Alberto Sordi, Renato Pozzetto, Gigi Proietti, Diego

Abatantuono, Enrico Montesano, Paolo Villaggio, Monica Vitti, Virna Lisi, Laura Antonelli, Stefania Sandrelli, Gian Maria Volontè - ed alcuni tra i più grandi attori internazionali come Faye Dunaway, Carol Bouquet, Elliot Gould, Michel Serrault, Susannah York e Leslie Nielsen e Rupert Everett. Insieme al fratello Carlo, regista, ha realizzato alcuni dei più grandi successi degli anni ’80 e ’90. Tra i film che hanno inventato un genere e una schiera di attori tra cui il mitico Vacanze di Natale che quest’anno festeggia i suoi 25 anni di successi senza tempo. Un film che, come avrete modo di leggere nello straordinario flash-back che ci regala Enrico Vanzina, si nutre di un ricco immaginario legato a Cortina.

Pierluigi Visci è direttore di QN (Quotidiano Nazionale) e del Resto del Carlino. Giornalista professionista dal 1976, ha percorso tutti i gradini della sua carriera professionale nel Gruppo Poligrafici Editoriale. Assunto a Padova nel 1974 come praticante, è stato catapultato nella cronaca giudiziaria per seguire la grande istruttoria di Giovanni Tamburino sulla cellula eversiva neofascista Rosa dei Venti e, contemporaneamente, i primi delitti delle Brigate Rosse e la grande ondata della sovversione dell'Autonomia operaia sfociata nel 1979 nella maxiretata ordinata da Pietro Calogero e nota come Operazione 7 aprile. In questo periodo, da inviato, ha seguito le trame terroristiche fino all'omicidio di Walter Tobagi. Nel 1980 è nominato capo della redazione di Rovigo del Carlino e sette mesi dopo era a Roma a occuparsi dell'attentato a Giovanni Paolo II, dell'inchiesta sulla loggia P2, del primo processo per la strage di via Fani e l'uccisione di Aldo Moro. È seguito un periodo da inviato, con particolare attenzione alla Sicilia dove - partito dal delitto Dalla Chiesa e dalla strage Chinnici - ha seguito tutto il caso Buscetta fino al maxiprocesso istruito da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Rientrato a Roma, alla fine degli anni '80, prima da caporedattore, poi da vicedirettore, ha guidato l'ufficio romano del Gruppo e l'Agenzia Polipress.

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Registrazione al Tribunale di Belluno n. 04/08 del 23 maggio 2008

Direttore editoriale Stefano Illing Direttore onorario Lamberto Sechi Direttore responsabile Chiara Caliceti

Cortina d’Ampezzo fa parte dell’associazione europea “Best of the Alps” che riunisce le 12 località montane più famose ed esclusive di 5 nazioni Alpine.

Redazione centrale media.cortina@dolomiti.org Cortina Turismo: Giorgia Alberti, Eleonora Alverà, Filippo Bazzanella, Alessandro Broccolo, Monica Burba, Paola Dandrea, Gabriella Talamini, Maria Grazia Soravia Omnia Relations: Luciana Caramia, Cristina Palmiotto, Barbara Pavolini, Lucia Portesi, Laura Salmi, Fabiana Salsi Hanno collaborato a questo numero Per i testi Franz Botrè, Beatrice Buscaroli, Marco Cantelli, Francesco Festuccia, Fabiana Giacomotti, Andrea Gris, Pierangelo Molinaro, Claudio Pea, Enrica Roddolo, Ennio Rossignoli, Alessandra Segafreddo, Nicoletta Sovilla, Massimo Spampani, Caterina Vagnozzi, Enrico Vanzina, Pierluigi Visci Servizio moda Photographer Gianguido Rossi Fashion Editor Peter Cardona Servizi fotografici Giacomo Pompanin, Paola Dandrea Foto Tommaso Albrizio, Dino Colli, Pierpaolo De Bona, Diego Gaspari Bandion, Giuseppe Ghedina, Alessandro Ghinato, Giovannelli, Rolly Marchi, Pentaphoto.it, Giacomo Pompanin, René Photo Collection, Davide Spigia Archivio Associazione Astronomica, Archivio Comitato Permanente Organizzatore della Coppa del Mondo, Archivio Comitato Organizzatore Granfondo Dobbiaco-Cortina, Archivio Coppa d’Oro delle Dolomiti, Archivio Cortina InConTra ph. Maurizio Riccardi, Archivio Cortina-Dobbiaco Run, Archivio Cortina Winter Polo, Archivio Yacht Club Cortina, Archivio Show Jumping Trofeo Città di Cortina Archivio Storico Foto Zardini. Archivio Matteo Marzotto, Archivio Kristian Ghedina, Archivio Enrico Vanzina Supervisione creativa, foto e testi Stefano Zardini Progetto grafico Kidstudio Communications - Firenze www.kidstudio.it - info@kidstudio.it Art director Marco Innocenti, Luca Parenti

Cortina.TOPic è un periodico di informazione di carattere culturale e di promozione turistica di Cortina d’Ampezzo. Copyright: Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte della rivista può essere riprodotta in qualsiasi forma rielaborata con l’uso dei sistemi elettronici e diffusa senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Manoscritti e fotografie anche se pubblicati non vengono restituiti. Pubblicità inferiore al 45%. L’elaborazione dei testi, anche se curata con scrupolosa attenzione, non può comportare specifiche responsabilità per eventuali involontari errori o inesattezze.

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Traduzioni Kate Page

Comitato promotore Andrea Franceschi Sindaco del Comune di Cortina d’Ampezzo Herbert Huber Assessore al Turismo del Comune di Cortina d’Ampezzo Paola Valle Assessore alla Cultura del Comune di Cortina d’Ampezzo Enrico Ghezze Presidente Consorzio Impianti a Fune di Cortina Roberto Cardazzi Presidente Associazione Albergatori di Cortina d’Ampezzo Marco Siorpaes Presidente Seam Servizi Ampezzo Fabio Bernardi Presidente della Scuola Sci Cortina Davide Gaspari Presidente Associazione Artigiani di Cortina d’Ampezzo Cinzia Ghedina Presidente Regole d’Ampezzo Luciano Bernardi Presidente Cassa Rurale ed Artigiana di Cortina e delle Dolomiti Paolo Caldara Presidente Cooperativa di Cortina Enrico Valle Presidente Comitato Coppa del Mondo di Sci Nicola Bellodis Presidente Sestieri d’Ampezzo Igor Ghedina Presidente dello Sci Club Cortina Piergiorgio Cusinato Presidente Associazione Astronomica Cortina Teodoro Sartori Presidente Gis Gestione Impianti Sportivi Cortina Michele Da Pozzo Direttore del Parco delle Dolomiti Cortina Turismo Proprietario ed editore Sede sociale via Marconi 15/b - 32043 Cortina d’Ampezzo tel. + 39 0436 866252 - fax +39 0436 867448 cortina@dolomiti.org Stampa Grafica Veneta Spa Via Malcanton, 2 - 35010 Trebaseleghe (Padova) tel. +39 049 9319911 - fax +39 051 9385760 Concessionaria esclusiva pubblicità nazionale More Than Media MTM srl via La Spezia, 37 - 00182 Roma tel. + 39 06 701476418 - fax +39 06 7008587 info@mtm-comunicazione.com Pubblicità locale Cortina Turismo g.alberti@dolomiti.org

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TOPiC

Un PASSO INDIETRO

L'

immagine di Cortina sta cambiando. E questo cambiamento passa anche dai nostri tanti strumenti editoriali, una collana sempre più corposa, il cui progetto di identità visiva è stato oggetto di lunghe analisi e ricerche su elementi imprescindibili perché parte della storia di questa terra. Vogliamo spiegare da dove siamo partiti per far comprendere meglio dove siamo arrivati. Il sistema visivo della rappresentazione del territorio attinge sempre a un patrimonio appartenente alla località che ne ha definito la personalità e l’identità più autentica. Elementi imprescindibili del codice genetico di Cortina: l’immagine di esclusività e fashion a partire dall’inizio del ‘900; la sua immagine di Regina delle Dolomiti, da sempre frequentata dall’elite economica, politica e culturale italiana. E ancora l’orgogliosa appartenenza alle Dolomiti, il significato e ruolo di città olimpica, il concetto di “alterità della montagna” rispetto allo stile di vita cittadino, l’esclusività del suo marchio. L’esigenza di rispettare un ricco patrimonio simbolico e segnico. Heritage è il concetto su cui abbiamo lavorato attingendo orgogliosamente al ricco passato che ha fatto di Cortina quella che è oggi.

I “bujes de toulà” ovvero i fori, le aperture praticati sul fronte o sui fianchi del toulà - vero e proprio sacrario della civiltà agreste e pastorale ampezzana - diventano la rappresentazione simbolica della naturale apertura, geografica e umana, che contraddistingue da sempre Cortina d’Ampezzo: non semplici ornamenti ma cornici di contenuti e varchi ideali che lasciano spazio all’immaginazione.

AB CD efghij KLM NopqrsTUV Wx y z Elementi tipici e ricorrenti dell’architettura locale, le forme naturali e i cromatismi della località divengono così gli elementi di un linguaggio grafico che strizza l’occhio alla grafica vintage della Cortina primi secolo (manifesti, riviste, cartoline) riattualizzandola in una veste contemporanea e distintiva.

Eppoi gli spazi, l’altezza delle vette, la vastità della conca che, nella grafica di CORTINA.TOPic, si trasforma in aria. In testi e immagini che si inseguono tra le pagine fluidi e armonici, lasciando anche ai bianchi libertà e capacità di espressione.

Al progetto di identità visiva della collana editoriale ufficiale di Cortina stanno lavorando le agenzie Kidstudio di Firenze e mama di Bologna.

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EDITORIALE

Il nostro passato, il nostro futuro di Stefano Illing

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eritage è una parola difficile da tradurre. Descrive quanto ci viene trasmesso dal passato, le cose materiali ma anche gli elementi costitutivi della nostra cultura, quindi la nostra identità e i suoi contenuti. Heritage è la parola chiave del nostro lavoro. Qual è l’identità di Cortina che va salvaguardata e rafforzata? Quali sono le caratteristiche autentiche e originali di Cortina che ne costituiscono il carattere peculiare e distintivo? Abbiamo cercato a Cortina gli elementi distintivi che potessero concentrare questa peculiarità e rappresentarla sinteticamente in forma grafica. Cercavamo dei segni caratteristici, che identificassero il luogo e la sua cultura, il paesaggio umano e culturale, l’heritage appunto. E finalmente abbiamo “visto” i bujes. Come sempre accade, le cose più evidenti sono le più difficili da vedere. Quelle particolari finestre dei “toulà”, semplici ma di grande forza espressiva, sintetizzano e racchiudono moltissimi elementi di Cortina, la cultura materiale, le tradizioni, la capacità di mantenersi in equilibrio tra diversi mondi, la finestra sul nuovo restando radicati nella propria

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identità. Heritage appunto. Abbiamo quindi analizzato il materiale promozionale usato nel passato, i documenti originali a partire dalla fine dell’800, quando è iniziata l’avventura del turismo, e poi quelli degli anni ’20 e ’30. Quello fu il periodo d’oro dell’arte grafica, il momento in cui si poteva sperimentare e inventare, nel quale furono introdotti moduli che ancora ci sorprendono. Alcuni di questi elementi sono terribilmente freschi ed attuali, abbiamo solo dovuto “vederli” e li abbiamo ripresi nella grafica e nei font. E poi abbiamo aggiunto tanto spazio, lo spazio fisico e quello mentale che cerca chi viene in montagna. Così è nata la nostra nuova veste grafica, l’abbiamo usata in tutti i nostri prodotti editoriali, è attuale, più giovane e più fresca, ma figlia del nostro passato e dell’identità del paese. Il passato, raffinato, sofisticato e di eccellenza, è il nostro heritage, questo patrimonio è la nostra forza, il punto da cui partire per affrontare il futuro. Nostro compito ora è far “vedere” a tutti voi, altrettanto raffinati, sofisticati e di eccellenza, quanto sia ricca e articolata Cortina, degna del suo heritage.

Our past, our future Heritage is a difficult word to translate. It describes how much is transmitted to us from the past. What is the identity of Cortina which is to be safeguarded and strengthened? We have searched in Cortina for the distinctive elements which could focus this peculiarity and represent it synthetically in a graphic form. And at last we saw the “bujes”. Those particular “toulà” windows, simple but of great expressive strength, encapsulate and epitomize many elements of Cortina – the ability to open a window on what is new while at the same time remaining rooted in her own identity – her heritage, as we said. And so we analysed the promotional material that had been used in the past. Some of these elements are amazingly fresh and modern: all we had to do was to “see” them and revive them in our editorial products. The past – refined, sophisticated and excellent - is our heritage, our strength, the point of departure for facing our future. Our task now is to reveal to all of you, who are equally refined, sophisticated and excellent, the wealth of Cortina's articulateness and how worthy it is of her heritage.

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INNANZITUTTO

Obiettivo 2009: «Volare alto» di Enrica Roddolo

NEL TITOLO DELLA BIOGRAFIA (IN USCITA A PRIMAVERA), LA RICETTA DI MATTEO MARZOTTO PER AFFRONTARE LA VITA, LA CRISI, E IL NUOVO LAVORO. «TENDERE SEMPRE AL MEGLIO. METTERSI IN GIOCO PER IL MIGLIOR RISULTATO POSSIBILE» GLI INGREDIENTI CHE il PRESIDENTE DELL’ENIT METTE IN TUTTO CIò CHE FA. CON L’ENERGIA E L’esperienza DI chi HA DA POCO SUPERATO I SUOI PRIMI QUARANT’ANNI.

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evica sulla crisi, quest’anno. E il credit crunch, il collasso del sistema finanziario sta afferrando nella sua morsa fatale l’economia reale. «Altroché, le ripercussioni sui consumi di tutti sono già evidenti. Turismo compreso, non facciamoci illusioni. E mi fa rabbia pensare che tutto questo, cinque anni fa, o forse anche prima, si sarebbe potuto prevedere. Per correre ai ripari». Matteo Marzotto, presidente del gruppo omonimo, in quest’inverno 2008 battuto dai venti di recessione guida l’Enit, l’Agenzia del turismo italiano. «Non ho nulla in contrario alla finanza», continua Marzotto, «la considero uno strumento eccellente, ma non la finanza fine a se stessa, quella dei derivati e delle loro trappole. La finanza sana, quella che è mancata in questi anni, quella che serve da volano all’impresa. E invece...». Invece? «Invece non vorrei che finissimo anche noi con il pensare, come molti americani, che «life is a long lease», una vita a debito, insomma. Detto questo, resto un ottimista e penso che il potenziale

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industriale del turismo in Italia sia eccellente. Il nostro guaio però è che veniamo da una grande tradizione di ospitalità, abbiamo beneficiato a lungo di una fama secolare di arte, bellezze artistiche e paesaggistiche, ma adesso tutto questo non basta più. Serve del valore aggiunto: più servizio». Se il mondo globale ci unisce nel destino di un domino finanziario senza confini, apre però porte nuove... «Tutto vero, la globalizzazione ci offre nuove opportunità, nuovi mercati ma ci espone anche alla concorrenza turistica di altri Paesi molto competitivi. Penso alla Francia e alla Spagna e alla nuova aggressività di Croazia, Slovenia: dobbiamo muoverci. E muoverci bene. Mettere da parte le frammentazioni, dimenticare i campanilismi e promuovere meglio il brand Italia. Su questo punto lavorerò molto nel 2009. Serve una nuova grande campagna di comunicazione per promuovere il marchio Italia». Ha debuttato, ufficialmente, come presidente Enit alle Olimpiadi di Pe-

«Adoro la velocità, le due ruote… mi avvicina all’infinito, ma speriamo non troppo.» «I just love speeding up on a motorbike… makes me feel closer to infinity, hopefully not too much though…»

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innanzitutto

chino. Progetti per il paese di mezzo? «Il mercato cinese è una straordinaria risorsa e, con l’associazione Italia-Cina Cesare Romiti è un caro amico di vecchia data - stiamo mettendo a punto un accordo di collaborazione proprio su questo fronte. Nel 2009 mi piacerebbe aprire anche il primo ufficio dell’Enit in Cina, a Pechino, poi penso andremo anche a Shanghai. Nel prossimo anno per l’Enit viaggerò anche in India, Usa, sicuramente a Londra e Parigi». E dove andrà invece, per piacere personale, Matteo Marzotto nel 2009. C’è un viaggio del cuore? «Ah, nel deserto, amo il silenzio del deserto. Penso che correrò la prossima Dakar, la mia quinta, per la verità per questioni di sicurezza, minacce terroristiche, la prossima Dakar si correrà in realtà in Sudamerica, in Argentina: partenza da Buenos Aires». Già, lei adora la velocità, le due ruote. «Mi avvicina all’infinito, ma speriamo non troppo... Mi piace la motocicletta e mi piace molto anche la bicicletta, non potrei mai fare a meno dei miei sport. E in Italia su due ruote si possono fare dei bellissimi percorsi. Parlavo in questi giorni con Guidalberto Guidi di un progetto che ho per l’Enit, per unire la scoperta del territorio, dell’arte e della natura grazie appunto alle due ruote. Un tipo di turismo che svizzeri, olandesi e tedeschi per esempio fanno già». Ma l’obiezione che si fa all’Enit è quella di essere un grande carrozzone. Non dev’essere impresa facile innovare. «Tanto per cominciare, più che un carrozzone, semmai è un carrozzino. Fuori dalle ironie, abbiamo pochissimi fondi, 50 milioni di euro in tutto, di cui 17/18 se ne vanno solo per le spese di gestione, che fare? Io penso che la cosa migliore sia investire sulle persone, dobbiamo lavorare meglio, comunicare meglio. E serve

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Matteo Marzotto con la mamma Marta. Matteo Marzotto and his mother Marta.

però l’aiuto anche degli imprenditori del settore turistico in Italia. Io sono stato e resto un imprenditore e so bene cosa vuol dire rischiare, metterci del proprio. Ecco, tutti dobbiamo tornare a rischiare come i grandi uomini d’impresa italiani. E questo vuole dire - prendiamo anche Cortina, una città che è nel mio cuore, perché è lì che sono andato a scuola dai 6 ai 19 anni e dove appena posso, appena ho due giorni liberi volo con il mio elicottero - fare di più. Di più nel servizio, diversificare l’offerta, per esempio con le Spa, i centri benessere che oggi attraggono molto turismo. Un turismo che deve giocare anche la leva della sostenibilità, dell’ecologia». Sullo sfondo c’è la querelle sulla tangenziale per Cortina. «Ribadisco il mio no alla tangenziale, e dico anche che il futuro di questa bellissima località deve essere nel segno dell’esclusività. Dobbiamo recuperare fascino, internazionalità. Dov’è finito tutto questo? E per fare questo, di nuovo, dobbiamo lavorare sui servizi che aiuteranno anche la destagionalizzazione. Penso anche al golf, a Cortina come altrove in Italia, persino in

Finita l’esperienza Valentino, Matteo Marzotto poteva prendersi del tempo per sé. E invece ha accettato di rimettersi in gioco con la presidenza dell’Enit, deciso a lavorare con determinazione per rilanciare il brand Italia. Mentre nel tempo libero lavora alla sua biografia.

Sicilia dove si stanno costruendo diversi nuovi green, sarà uno straordinario volano turistico». Proprio in Sicilia, Sir Rocco Forte, figlio di Charles Forte, che ha costruito un nuovo impero dell’hotellerie mi ha raccontato mesi fa tutta la difficoltà di far passare certi progetti. «Certo, e meno male che alla fine il suo golf si farà, un’occasione per l’Italia di imparare dalla grande cultura del servizio dell’impero Forte».

Veniamo al 2009 davvero privato. Quale sarà il grande progetto personale dell’anno che verrà? «Sto lavorando alla mia biografia, diciamo che sono a buon punto, ma gli impegni negli uffici dell’Enit a Roma e quelli imprenditoriali tra Valdagno, Milano e la Toscana rendono tutto molto impegnativo. È faticoso scrivere, specie di se stessi». E quando sarà in libreria? «Mah, spero per la primavera, vedremo.». Titolo? «Volare alto». Ambizioso. Ma in tempi di credit crunch, potremo ancora permetterci di volare alto? Mi spiego: la società dei consumi, consumi di benessere, viaggi, energia alla quale ci siamo abituati, che fine farà? «Volare alto per me è essenziale, nella vita credo si debba sempre tendere al meglio, mettersi in gioco per il miglior risultato possibile. Così, per esempio, finita l’esperienza Valentino potevo prendermi finalmente del tempo per me. E invece ho deciso di riempire di nuovo l’agenda della mia vita con questa responsabilità in Enit: il fatto è che quando il proprio Paese chiama, credo sia giusto mettersi in gioco. E poi a 40 anni penso di avere la giusta esperienza con molta energia ed entusiasmo». Ma nelle dinamiche lavorative italiane, poco meritocratiche e poco propense a dar spazio ai giovani queste energie spesso si sprecano. «Altroché se si sprecano, e invece a 40 anni si ha l’equilibrio ideale per fare, e mettersi in gioco». Ha parlato di Valentino, le manca quel mondo? Il fashion business, intendo. «Oh sì che mi manca, anche se quando ne sei fuori vedi con occhio diverso quei "fashion drama", quelle tragedie che vengono percepite tali solo da chi sta dentro al mondo della moda. Viste da fuori fanno sorridere. Ma, della moda mi manca certamente quel tipo di business,

ho una vera passione per i tessuti, i materiali, i modelli, l’intera filiera della moda mi appassiona. E credo che prima o poi ci tornerò». Lei è anche lo scapolo d’oro d’Italia, si accompagna spesso con donne bellissime e sembra subire la stessa condanna mediatica del principe Alberto di Monaco. Ogni volta che lo intervisto sospira quando parliamo di fidanzate e sentimenti. Dev’essere una gabbia, pur dorata. «La sua di più, lui è sicuramente più ricco! Seriamente, fidanzate come Naomi facevano parte del mondo che vivevo in quel momento. Respiravo quell’aria, tutto era comunque coerente con la mia vita nella moda, adesso è diverso. Ma c’è anche un vantaggio in

quest’assedio mediatico. Se gestito bene, aiuta a far parlare anche della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica di cui sono vicepresidente. Un progetto al quale tengo molto, specie dopo la morte di mia sorella Annalisa». Come funziona la Fondazione, dedica molto tempo a questo progetto? «Dedico molte energie, mi spendo personalmente in mille modi. E grazie a Vittoriano Faganelli e Gianni Mastella, due uomini straordinari, credo facciamo un buon artigianato professionale. Adesso abbiamo partner dei nostri progetti come Telecom, Vodafone, Wind. In 11 anni abbiamo finanziato 120 programmi di ricerca. E nel 2009, mi impegno a portare la Fondazione e i suoi progetti anche a Cortina». Matteo bambino con la sorella Annalisa. A lei è dedicato tutto il suo impegno a favore della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica. Matteo as a child with his sister Annalisa. She is the reason why he devoted all his efforts to the CF’s research Foundation.

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innanzitutto

Objective 2009: «Flying high»

T

here’s a real “snow storm” of a crisis this year. And the credit crunch, the collapse of the financial system, is taking hold of the real economy in its fatal vicelike grip. «And how! The repercussions on consumption are already evident for everyone, tourism included; don’t let’s fool ourselves. It makes me angry to think that all this could have been predicted five years ago, or perhaps even earlier. Measures could have been taken». Matteo Marzotto, chairman of the group of the same name is, in this winter of 2008, battered by the winds of recession, at the helm of ENIT, the Italian Tourism Agency. «I have nothing against finance», continues Marzotto, «I consider it an excellent instrument, but not finance as an end in itself, that is, that of derivatives and their traps. Healthy finance, which has been lacking in recent years and which acts as a driving force to enterprise. And instead...». Instead? «I wouldn’t like to see us ending up thinking, like many Americans, that "life is a long lease", in short, a life on credit. Having said this, I remain optimistic and I think that the industrial potential of tourism in Italy is excellent. Our trouble is that we come from a great tradition of hospitality, we have for a long time benefited from centuries of fame in art, artistic beauty and beautiful landscapes, but now all this is no longer enough. We need added value: more services». If the global world unites us in the fate of a financial domination without

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limits, it also opens new doors. «This is all true: globalisation offers new opportunities, new markets, but it also exposes us to competition for tourists from other very competitive countries. In 2009 I will strive to promote the the Italy brand». You made your official debut as the President of ENIT at the Beijing Olympics. What are your plans for this central country? «The Chinese market is an extraordinary resource: we are working with the Italy-China Association, and I would like to open the first Enit office in China, in Beijing, and then I think we will go to Shanghai as well. Next year, I’ll also be travelling for Enit to India, the Usa, and most probably also to London and Paris». And where will Matteo Marzotto go in 2009 for his personal pleasure? Has he got a trip in mind? «Ah, to the desert; I love the silence of the desert. I think I’ll run in the next Dakar race, my fifth». Yes, it’s true, you adore speed on two wheels. «I come near to the infinite, although not too near, I hope... I like motorbikes and I also love bicycles: I could never do without my sports. And in Italy, you can do some marvellous journeys on two wheels». Let’s speak about your really private plans for 2009. What will be your great personal project in the coming year? «I’m working on my autobiography; let’s say that I’ve got a fair amount done, although my commitment to visit the Enit offices in Rome at least twice weekly, together with my other entrepreneurial en-

Accanto il manifesto della Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica della quale Matteo Marzotto è vicepresidente oltre che uno dei fondatori. Here the CF Foundation’s poster, of which Matteo Marzotto is founder as well as vice president.

Always strive for the best, stake everything on the best possible result: this is Matteo Marzotto’s recipe for facing life but also crises. After the Valentino experience he could have taken some time out for himself. However he decided to take up the challenge of becoming the chairman of Enit, intent on working with determination to re-launch the Italy brand while working on his biography in his free time.

gagements between Valdagno, Milan and Tuscany, make it an arduous task. It’s tiring to write, especially about yourself...». What will the title be? «Volare alto» (“Flying High”). Ambitious. But in these times of the credit crunch, can we still allow ourselves to fly high? Let me explain: the consumer society of wellbeing and travelling and energy consumption that we have become accustomed to, where will it all end? «Flying high is essential for me; in life I believe we should always strive for the best, take risks for the best result possible. In this way, for example, once the Valentino experience was over, I was finally in a position to be able to take some time out for myself. Instead, I decided to fill my life schedule all over again by taking on this responsibility in ENIT. But the fact is that when your own country calls you, I think it is right to put yourself at stake. Anyway, at 40 I consider myself as having the right amount of experience, with a lot of energy and enthusiasm». However, in the Italian work dynamics, which is not very meritocratic and

very unwilling to give way to young people, these energies are often wasted. «They certainly are wasted; but at 40 you have the ideal balance to act and to put yourself at stake». You referred to Valentino; do you miss that world? I mean, the fashion business. «Oh, of course I miss it, although when you are out of it you see through different eyes those fashion dramas, those tragedies that are perceived as such only by those who are part of the world of fashion. Seen from outside, they raise a smile. But yes, of the fashion world I certainly miss that type of business: I have a real passion for fabrics, materials, models; I’m enamoured of everything to do with fashion and I reckon that sooner or later I’ll go back to it». You are also Italy’s “golden bachelor”; you are often seen escorting the most beautiful of women and you appear to be condemned by the media in the same way as Prince Alberto of Monaco. Every time I interview him, he sighs when I mention girlfriends and affairs of the heart. It must be a cage,

albeit a golden one. «His is more golden than mine, since he’s definitely wealthier! Seriously, girlfriends like Naomi were a part of the world to which I belonged at that time. I breathed in that air, and everything was in line with my life in fashion, but now it’s different... although there’s also an advantage to this media siege. If you manage it well, it helps in getting publicity also for the Foundation for research into cystic fibrosis, of which I am the vicepresident. This is a project to which I attach great importance, especially after the death of my sister Annalisa». How does the Foundation work? Do you devote a lot of your time to this project? «I devote a great deal of energy to it, giving myself in a thousand ways. And thanks to Vittoriano Faganelli and Gianni Mastella, two extraordinary men, I believe we are doing a good professional job. We now have partners in our projects such as Telecom, Vodafone and Wind. In 11 years we have funded 120 research programmes. And in 2009, I pledge to bring the Foundation and its projects also to Cortina».

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FATTI & PERSONE

Sci ma non solo. Il fondo anno dopo anno prende sempre più piede. Mentre d’estate in costante ascesa la mountain-bike. Con grande attesa per il golf. La montagna è sinonimo di vacanza, sempre più attiva. Parola di campioni come Kristian Ghedina e Deborah Compagnoni, ma anche di appassionati di Cortina come gli imprenditori GUIDO Barilla, Dino Tabacchi e Lamberto Tacoli. Merito dei tanti eventi che la Regina delle Dolomiti ospita, dalla Coppa del Mondo alla Granfondo Dobbiaco-Cortina. E delle novità che ogni anno vengono proposte, come il nuovo circuito Averau Troi, che da Natale collegherà le piste delle 5 Torri con il Falzarego. 24

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fatti & persone

Deborah Compagnoni, un mito intramontabile orse fra 30 anni, quando le emozioni si saranno definitivamente raffreddate, capiremo quanto è stata grande Deborah Compagnoni. Perché questa ragazza nata a Santa Caterina Valfurva ha ottenuto una vittoria ben più importante dei suoi 3 ori olimpici, del titolo mondiale, dei 16 successi in Coppa del Mondo: ha sdoganato lo sport femminile dandogli pari dignità di quello maschile. Perché prima di lei solHa sdoganato lo sport femminile dandogli pari tanto Sara Simeoni con i suoi dignità di quello maschile. Grazie a lei la vittoria salti d’oro aveva calamitato di una campionessa ha assunto la stessa iml’interesse dei telespettatoportanza di quella di un campione. Riuscendo, ri, ma era stato sporadico, come mai nessuna prima di lei, ad entrare nel solo in occasione dei magcuore della gente. Parola di un inviato di punta gior successi. Difficilmente della Gazzetta dello Sport. un uomo si fermava e viveva lo sport di una donna. Quando Deborah si è affermata nulla è più stato come prima, anche sui giornali la vittoria di una campionessa ha assunto la stessa importanza di quella di un campione. Cosa sta alla base di tanta popolarità e di un'immagine che anche dopo il suo ritiro ha continuato a crescere? Certamente la sua storia, la convinzione di tutti che questa ragazza dal sorriso sincero e dalle parole sempre misurate e intelligenti, senmamme e nonne, bambini e caza il calvario di tanti incidenti, avrebbe pitani d’industria. Ci vuole qualvinto molto di più di quanto ha raccolto in cosa di più. Debby ha il grande realtà. Comunque nei momenti importanmerito di essere cresciuta con ti si è sempre fatta trovare pronta e solo la sua carriera, di aver capito recentemente ai Giochi estivi di Pechino il mondo che la circondava, di Valentina Vezzali è riuscita, nella scherma, aver portato la sua naturale semad eguagliare il suo primato di tre ori in tre plicità in un mondo attorno a lei edizioni consecutive delle Olimpiadi. stagione dopo stagione sempre Ma non basta vincere per piacere alla più complesso, semplificandolo. gente, per ammaliare uomini e donne, Come sugli sci, dove le sue curve

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photo: Pentaphoto.it

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di Pierangelo Molinaro

Fa tappa a Cortina il Tour Sciare Sicuri Con Deborah a Cortina si scia sicuri. L’appuntamento con il tour che porta in tutte le regioni dell’arco alpino informazione, giochi e premi è fissato per il 4 gennaio 2009 al Faloria. Intrattenimento e sensibilizzazione per i più piccini, e la possibilità di ottenere il patentino rilasciato dalla Polizia di Stato Io scio… sicuro per gli adulti. La novità dell’edizione 2008/2009 è la partnership con l’Associazione a scopo benefico di Deborah Compagnoni che attraverso lo sci vuole lanciare un messaggio di solidarietà e raccogliere fondi per la lotta alle leucemie infantili. Il tour Sciare Sicuri si concluderà infatti il 29 marzo a Santa Caterina in concomitanza con l’evento promosso

erano un disegno di classe pura, dove l’armonia e la leggerezza della sua azione erano tali da nascondere la potenza necessaria per quei gesti atletici. Così è stata la sua vita anche dopo la conclusione della carriera, nel marzo ’99. In fondo ci sono molte analogie con Cortina, perché la sua splendida conca e la sua neve hanno sempre rappresentato una tappa nodale nella storia agonistica di

da Deborah Scia con i Campioni dove grandi campioni dello sport scenderanno in pista per un gara a squadre a sfondo benefico. Come sempre sarà in prima linea l’Amsi, Associazione italiana maestri di sci, che attraverso i propri maestri offrirà momenti di teoria e pratica per acquisire e garantire la sicurezza in pista, mentre la Polizia di Stato, presente attraverso gli operatori del Centro addestramento alpino di Moena, affronterà il tema della sicurezza e del soccorso in montagna mediante dimostrazioni, filmati ed un pratico vademecum. Il tour Sciare Sicuri by Carrera è organizzato da Media Sport Events con il sostegno di Carrera, azienda leader nel settore degli occhiali e caschi.

questa valtellinese, «Dalla prima importante vittoria sulla pista del Faloria, quando avevo 8 anni nel Trofeo Giovanissimi dove mi premiò Bruno Alberti, al successo nel gigante di Coppa del Mondo nel gennaio ‘97», racconta. A Cortina Deborah ci torna spesso con i tre figli avuti da Alessandro Benetton. Dalla sua casa vede il Faloria, dal retro le Tofane, le “sue” montagne. La storia continua e lei affronta le porte della vita sempre con la stessa classe.

A timeless myth Maybe in 30 years time, when emotions have finally cooled down, we will understand how great Deborah Compagnoni was. Because this girl, born in Santa Caterina Valfurva, has achieved a victory much more important than her 3 Olympic gold medals, more than the world title and the 16 successes in the World cup: she has legitimised the female sport giving it equal dignity to the male sport. There are many analogies between her career and Cortina, because its splendid valley and its snow have always represented a vital stage in the competitive history of this Valtellina girl, «From the first important victory on the slopes of Faloria, when I was 8 years old in the Giovanissimi Trophy where Bruno Alberti awarded me the prize, to success in the giant slalom in the World Cup in January ‘97», she says. Deborah often comes back to Cortina with her three children she had with Alessandro Benetton. From her house she can see the Faloria, from the back the Tofane, “her” mountains. Her story goes on and she always faces the doors of life with the same class.

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fatti & persone

THE ALPINE SKI WORLD CUP

La Coppa del Mondo di sci di Claudio Pea

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ortina tutta da amare. E da vivere. Magari nei giorni della Coppa del Mondo di sci alpino femminile. Ogni anno a gennaio. Quest’inverno nella terza settimana del 2009. Dal mercoledì alla domenica. Due giorni di prove cronometrate della libera. Sulla splendida pista Olympia delle Tofane. Da Pomedes a Rumerlo. Un volo d’angeli tra i boschi ad altissima velocità. Brivido dopo brivido, curva dopo curva, salto dopo salto. Un’emozione da non perdere. E poi i tre giorni di gara: venerdì 23 gennaio il superG, sabato 24 la discesa e infine domenica 25 il gigante in due manche a cavallo di mezzodì. Cortina è bella di sé, ma la sua Coppa del Mondo di sci ai piedi delle maestose Tofane è qualcosa di più: un valore aggiunto, uno spettacolo nello spettacolo, un mixer di grande tradizione e di garanzia di successo. La Coppa del Mondo ampezzana compie quest’anno vent’anni, diciassette consecutivi di gare femminili sull’Olympia.

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Mai un annullamento. Nemmeno negli inverni più caldi o in quelli più tempestosi. E sempre una vincitrice eccellente dal 1993 ad oggi. Sessantacinque gare in venti edizioni ampezzane della Coppa del Mondo in rosa. Ventun vincitrici austriache, tra le quali la grandissima Annemarie Moser Proell (tripletta dal '76 al ‘78) e la regina di Cortina d’Ampezzo, Renate Goetschl, ancora in pista, che detiene un record difficilmente battibile di ben dieci successi sul traguardo di Rumerlo. Ma anche sette vittorie azzurre grazie soprattutto ad Isolde Kostner, cinque volte prima tra il 1996 e il 2001, e a Deborah Compagnoni e Karen Putzer (nella foto con Denise Karbon) che si sono invece imposte nelle edizioni del gigante di Coppa del Mondo di Cortina del 1997 e del 2007. Un albo d’oro ricchissimo di bei nomi. O, meglio, di nomi da paura per chi appena conosce questo mondo. E di campionesse che hanno fatto la storia dello sci alpino femminile negli ultimi quattro lustri. E quest’inverno? Torna il gigante sul fantastico pendio di Rumerlo dopo un anno d’assenza (per far posto a due superG) e qui non nascondiamo le buone speranze dietro un dito: la favorita al cancelletto di partenza sarà infatti la nostra Denise Karbon che nel 2008 ha dominato la specialità, stravincendo la Coppa del Mondo, e già terza nell’edizione del 2007 tra le porte larghe dello slalom gigante ampezzano dietro a Karen Putzer e a Julia Mancuso per un podio che qualche giornale allora simpaticamente definì tutto italiano.

Cortina is a place to experience and to love, especially during the Women’s Alpine Ski World Cup hosted every year in January. This year it is scheduled for the third weekend of 2009, from Wednesday to Sunday. Two days of downhill training on the spectacular Olympia delle Tofane slope, from Pomedes to Rumerlo. A highspeed angelic flight, thrill after thrill, bend after bend, jump after jump. And then, three days of racing: Friday 23rd January with the superG, Saturday 24th with the downhill and Sunday 25th with the giant slalom. Cortina is perfect on its own but the Ski World Cup, held on the foot of the majestic Tofane slope, is something more: a exceptional performance that combines tradition and success. This year is the 20th edition of the World Cup of Cortina d’Ampezzo, the 17th in a row. And no races have ever been cancelled, not even during the worst winters. A total of sixty-five races in 20 Women’s World Cup editions. Twentyone Austrian winners, among them the exceptional champion Annemarie Moser Proell (three victories in a row from 1976 to 1978) and the Queen of Cortina, Renate Goetschl, with her 10 podiums (5 in downhill and 5 in superG); she probably will remain unbeaten for a long time. Let’s not forget the 7 Italian podiums either, thanks to Isolde Kostner –she obtained 5 gold medals between 1996 and 2001 - Deborah Compagnoni (1997) and Karen Putzer (2007).

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fatti & persone

Guido Barilla, skiman per passione

S photo: Giuseppe Ghedina

PAOLO TASSI IL CACCIATORE DI EMOZIONI

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n vacanza perenne o trasferta a vita? «Un po’ l’uno e un po’ l’altro» - racconta ridendo Paolo Tassi, meglio conosciuto come Paolino, bolognese di nascita, guida alpina di professione. Tutta colpa dello sport, dei tanti sport che ama. Impraticabili in città. Lo sci, il telemark, le arrampicate. E ancora il cielo terso, le emozioni forti. Nel 1991 venne a Cortina per l’abituale settimana bianca con la famiglia e decise, forse inconsciamente, di cambiar vita. «A 23 anni credo che il primo bisogno fosse quello di lasciare il traffico». Certo lì per lì non immaginava che sarebbe stato per sempre. L’anno successivo Davide Alberti e Mario Lacedelli decisero di “adottarlo”. Oggi Paolino è cortinese – non ampezzano, che è tutta un’altra storia – a tutti gli effetti. «Solo quando mi sono infortunato e sono stato costretto alla sedia a rotelle per tanti mesi, sono riuscito a capire esattamente, a misurare l’affetto del paese». «L’apparente contrasto tra la forte personalità creativa di Paolo e la natura riservata e rigorosa degli ampezzani è forse uno degli elementi che ha maggiormente attratto l’uno verso gli altri», troviamo scritto nel libro Bianco su bianco. Lo sci fuori pista è arte, un bel volume di Compositori ormai esaurito. Scrive Giovanni Cenacchi

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Seeker after emotions nella prefazione: «provate a guardare in faccia gente come Paolo Tassi, John Falkiner, Sarah Ferguson. Provate a osservarli mentre parlano di sci, sognano di sci e infine sciano. Sono uomini e donne che hanno posto la bellezza in neve fresca davanti a ogni altra cosa». Il quartier generale di Paolo è l’ufficio delle Guide Alpine. La sua specializzazione è l’insegnamento, le sue materie predilette fantasia, voglia di vivere una realtà diversa, ed emozioni forti. Con tanta determinazione a inseguire i sogni. Ha scritto libri, ha realizzato documentari. E ora sta pensando seriamente a un festival per ricordare Giovanni Cenacchi, un amico che non c’è più ma che tanto ha lasciato - a chi come Paolo - ama la montagna. - C.C.

Perpetual holiday or permanent residence? «A little of both», laughs Paolo Tassi, better known as Paolino, who was born in Bologna but is a mountain guide by profession. Paolo's headquarters are in the office of the Guide Alpine (mountain guides). He specialises in teaching, his favourite subjects being imagination, the desire to live in a different way and to experience strong emotions, and a great determination to follow his dreams. He has written books and created documentaries. And now he is thinking seriously about a festival in remembrance of Giovanni Cenacchi, a friend who is no longer with us but who has left behind so much to those who, like Paolo, love the mountains.

arebbe stato molto facile e certamente più lusinghiero nei confronti della rivista ufficiale di Cortina d’Ampezzo, limitarsi a raccontarci gli anni belli delle elementari fatte qui, della sua grande famiglia che scoprì queste montagne nel 1935, della gioia dei suoi bimbi nel trascorrere un intero mese in montagna d’estate per godersi appieno il loro papà. E ancora, dei continui andirivieni invernali: dall’8 dicembre a Pasqua, ogni week-end, per fare fondo - grande passione dell’età adulta – o discese «per seguire i ragazzi che di faticare hanno poca voglia». Una storia cui Guido Barilla è talmente attaccato da spronarlo a inerpicarsi anche sul terreno minato di ciò che solo apparentemente può avere il sapore della critica. Ma che – al contrario – testimonia e ribadisce un attaccamento viscerale al luogo che più di ogni altro, oltre alla sua Parma, è sinonimo di famiglia, vacanza, sport. Con una cognizione di causa che ovviamente non è da turista mordi e fuggi. L’orgoglio dell’appartenenza è quello che più d’ogni altro è venuto fuori dalla nostra chiacchierata, fatta una mattina di agosto in cui prima della gita in mountain-bike il Presidente della Barilla G. e R. F.lli Spa è passato nei nostri uffici. Uno di quei giorni in cui smessi i panni dell’industriale di successo, indossava quelli più comodi, ma non meno faticosi, del biker. Puntare sulla bici, continuare a investire sui percorsi che per Cortina sono risorse inesauribili, il primo “consiglio”. «Trovo – ha detto entusiasta – che l’idea di dar vita ad un vero e proprio Bike Resort sia stata eccellente. Il downhill è una grande

di Chiara Caliceti

risorsa, allarga il target del pubblico potenziale ed è estremamente attrattivo. Fa spettacolo, coinvolge». Ma anche il fondo, che passione. Sua e dei suoi fratelli. Lui, Guido, pratica lo sci di fondo in passo classico, ama sciolinarsi da solo i suoi sci (e per il passo alternato la sciolinatura fa tutto, non c’è margine per l’errore). «Spero tanto – dice – che si trovi il modo per poter garantire l’innevamento anche quando la neve fatica ad arrivare. Ma soprattutto che si studi un sistema per poter allargare il tracciato, la ferrovia è ideale, e oltre alla 3G e al Tre Croci, si potrebbe pensare a Campo o Zuel». Certamente, la discesa è sempre la discesa. «Per i ragazzi, vedo i miei figli e i loro amici, il fondo è troppo faticoso. Sono certamente più da sci alpino. Ma è una questione di età. Anni fa la pensavo anch’io così». Parola d’ordine, discrezione. Senza alcun retrogusto snob Guido Barilla confessa: «La mia Cortina non è quella del palcoscenico, dei personaggi che arrivano, che la usano per far show e fuggono». Per uno come lui, costantemente sotto i riflettori per professione, Cortina è sinonimo di altro. Difficile incontrarlo per Corso Italia che, dice con rammarico, «ha subito una forte spersonalizzazione negli anni: ormai ci sono solo negozi di abbigliamento che si possono trovare un po’ ovunque, e l’omologazione può essere un pericolo. Cortina ha la fortuna di avere un’immagine importante nel mondo perché è speciale. E perché rappresenta un marchio di qualità, da preservare con cura e intelligenza».

Per il presidente della Barilla, Cortina rappresenta molto di più di una meta di vacanza. È sinonimo di famiglia, vacanza, sport. Le sue passioni? Bici d’estate e fondo d’inverno. Da alternare alla discesa, per la gioia dei suoi bambini.

A passionate skier For the chairman of Barilla Spa, Cortina represents much more than just a holiday resort. It is synonymous with family, vacation and sport. His passions? Cycling in summer and cross country skiing in winter, alternating with downhill skiing, to please his kids. So it’s a true affection that links him to the mountains that his family discovered in 1935. «I think – he told us – that the idea of having the Cortina Bike Resort was excellent». But his really great winter passion is cross country skiing, although to please his children «alpine skiing is a must. It’s a question of age. Years ago I thought the same way as the kids».

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fatti & persone

«Nel mondo ci sono tante piste da sci meravigliose ma i posti più belli sono qui sulle Dolomiti e sulle Alpi. Solo in Canada ho visto delle montagne così affascinanti».

Kristian Ghedina, il jet d’Ampezzo

The “ jet” of Cortina d’Ampezzo

di Andrea Gris - foto Archivio Kristian Ghedina

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a Wikipedia, l’enciclopedia libera: «Di madrelingua ladina, Ghedina è stato il più grande discesista italiano di sempre in Coppa del Mondo e in assoluto uno dei migliori specialisti a cavallo degli anni ‘90. Dopo il ritiro dallo sci nel 2006 è passato all’automobilismo». Perbacco, che sintetici. Poi scorrendo la scheda, di informazioni se ne trovano a bizzeffe e la sua carriera è raccontata nei minimi dettagli. Due medaglie d’argento e una di bronzo ai Campionati del Mondo, 33 podi, 13 vittorie (12 in discesa e una in supergigante); 11 secondi posti (9 in discesa libera e 2 in supergigante); 9 terzi posti (8 in discesa libera e 1 un supergigante). Che palmares. Leggo ancora e noto come due fuori programma siano diventati parte integrante della vita di questo ragazzo di nome Kristian con la kappa. Il primo è avvenuto sulla splendida Streif di Kitzbühel, dove il Ghedo, personaggio unico anche nel nome, a 137 chilometri orari si esibisce in una spericolata spaccata sull’ultimo salto d’arrivo. Il cugino Francesco prima della gara lo aveva un po’ istigato. Era pronto a scommettere che non avrebbe avuto il coraggio di fare una spaccata sul celebre salto dell’anfiteatro. La pizza e la birra che avevano messo in gioco, le vinse Kristian. La gara non andò bene ma nel tempio della discesa libera il pubblico austriaco lo accolse al traguardo con una standing ovation. La vittoria a Kitzbühel è datata 24 gennaio 1998. Kristian è stato l’unico italiano a vincere sulla pazza pista austriaca. Il secondo, involontario, è accaduto durante una discesa libera della Val Gardena, vicino al traguardo ancora il Ghedo si vide spuntare all’improvviso un capriolo. Riu-

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«Per me Cortina è la mia casa, la mia vita. Ogni volta che ritorno è una sorta di ricarica. Il mio letto, la mia camera, le montagne vicino a casa mia, la gente e i miei amici sono grandi stimoli per tornare a gareggiare».

«La velocità per me è emozione, senso della vita, rischio, adrenalina, pericolo, decisioni istantanee, millimetriche, millesimali. Io sono nato per la velocità».

«La lealtà, la sincerità e la bontà. Questi sono i miei valori assoluti».

Talentuoso, bizzarro, grintoso, il più grande di-

scì a non investirlo e a correre scesista italiano di sempre in Coppa del Monincredulo al suo fianco per do e in assoluto uno dei migliori specialisti a decine e decine di metri, dicavallo degli anni ’90. Un vero ambasciatore di straendosi dalla competizioquesto paese, un esempio vincente nello sport ne. Ghedina è anche questo. e nella vita per tutte le future generazioni. Kristian è anche di più. Per non parlare del Ghedo. Ammetto: la mia ammirazione per lui è tanta, quanto la stima. Conosco l’infanzia, l’adolescenza e la gioventù di questo atleta unico e conosco i sacrifici che ha fatto per diventare il “jet d’Ampezzo”, come simpaticamente venne definito dalla stampa. Dalla prima volta che lo intervistai, era già un talen-

tuoso e bizzarro giovane discesista, sono passati decenni, ma era già grintoso: «voglio diventare il più forte discesista del mondo». Il 3 febbraio del 1990, all’età di 21 anni, Kristian vince la sua prima gara di Coppa del Mondo, trionfa proprio a Cortina d’Ampezzo e comincia a far parlare di sé. Quel giorno il giovane campione scrive l’incipit di un racconto sportivo che non ha pari e che come tutti i racconti è arricchito da aneddoti unici. Vince sulla sua pista, quella che da bambino, come si narra, gli piaceva fare a tutta birra la mattina presto prima di andare a scuola, quando gli impianti erano ancora chiusi. Una carriera splendida nello sport, ancora di più nella vita pubblica e privata, colma di appuntamenti e partecipazioni ad iniziative di solidarietà. Un libro scritto qualche anno fa con Gianluca Trivero e intitolato Primi e centesimi. La mia vita nella velocità lo racconta bene quel ragazzo di montagna che perse sua madre Adriana, prima maestra di sci di

«Mi dispiace che nello sport la politica non lasci spazio a qualcosa di più genuino come la passione e i sentimenti».

Cortina, nel 1984 in un incidente mentre scendeva in fuoripista. «Tutta la mia carriera è dedicata a lei. Mi ha dato una grande forza ed è stata lei il mio portafortuna anche nei momenti più difficili», quando parla dei suoi ricordi di bambino diventa a tratti commovente, ma anche simpatico. Un modo di essere e di vivere unico, la natura, i suoi affetti, una travolgente follia, quell’amore per la sfida, una lucida pazzia condita con l’adrenalina del superamento dei propri limiti. Un atleta spontaneo e amato da tutti. Un vero ambasciatore di questo paese, un esempio vincente nello sport e nella vita per tutte le future generazioni. A detta dei più saggi, testimonial ideale per la nuova candidatura cortinese ai Mondiali di sci alpino.

Talented, bizarre, plucky, the greatest Italian downhill skier of all time in the World Cup and one of the best specialists during the 1990s. A true ambassador of Cortina, a winning example in sport as in life. Two silver medals and one bronze in the World Championships, 33 times on the podium, 13 victories (12 in downhill skiing and one in the super giant slalom); 11 second places (9 in downhill skiing and 2 in the super giant slalom); 9 third places (8 in downhill skiing and 1 in the super giant slalom). What a record! His daring splits at 137 km/h on the last home jump in Kitzbühel - as unforgettable as his close encounter with the roe deer which ran at his side in the downhill race in the Val Gardena. This is also Ghedina. Kristian is something more. A book written a few years ago with Gianluca Trivero entitled Primi e centesimi. La mia vita nella velocità (First and last. My life at speed) relates very well the story of this mountain boy who lost his mother Adriana, the first skiing teacher in Cortina, in an accident while she was skiing off-piste in 1984. «My entire career is dedicated to her», he often says. A spontaneous athlete loved by everyone, he is reckoned by the best to be an ideal testimonial for the new Cortina candidature in the World Alpine Skiing Championships.

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fatti & persone

Sport e turismo: un binomio vincente di Filippo Bazzanella

WORLD CURLING MIXED DOUBLES

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ortina, Regina del curling internazionale, nella primavera del 2009 si presenta come protagonista sul panorama mondiale. Dal 18 al 26 aprile sono in programma i Mixed Doubles Curling Championship 2009 – Campionati Mondiali di Doppio Misto, arrivati oggi alla seconda edizione. Un vero e proprio test event, occasione per un primo rodaggio e verifica della complessa macchina organizzativa: preludio d’eccellenza al Mondiale 2010 che per la prima volta nella storia viene organizzato in Italia. Mixed Doubles, una formula nuova nel panorama del curling, una disciplina giovane che ha esordito con successo

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n Spring 2009, Cortina will host the Mixed Doubles Curling Championship 2009, on its second anniversary. This will be a veritable test event, the occasion for an initial trial run and a testing of the complex organising machine: a prelude par excellence to the 2010 World Championship, to be organised for the first time in history in Italy. Quando/When:

18-26/4 2009

per la prima volta nel 2008 con i campionati mondiali a Vierumaki, in Finlandia. Una competizione fresca e frizzante, che ha visto sfidarsi sui campi da gioco i mostri sacri del curling mondiale con le nuove nazioni emergenti. Tecnica, abilità di lancio e grande tattica di punteggio: questi i paradigmi di una disciplina capace di entusiasmare e coinvolgere il pubblico. Un evento quindi che catalizzerà l’attenzione di quella che può essere considerata la grande famiglia del curling mondiale su Cortina d’Ampezzo, ma anche un trampolino di lancio che iscriverà la Regina delle Dolomiti negli annali della storia di questo sport. Mixed Doubles is a new formula on the curling scene, based on technique, pure shot-making and high scoring action. The event of 2009 will focus the attention of world curling on Cortina d’Ampezzo, and it will also be a launch pad which will send the queen of the Dolomites into the annals of the history of this sport.

Dove/Where: Curling Center

Info: www.curlingcortina.dolomiti.org

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Il turismo legato allo sport è uno dei settori con la crescita più rapida. Una stima fatta da una rivista specializzata a livello internazionale ha indicato in 50 miliardi di euro a livello mondiale il giro d’affari generato dallo sport nel settore dei viaggi e del turismo nel solo 2003. Cifra che equivaleva a circa il 10 percento del totale del mercato turistico internazionale. Le economie delle città, delle regioni e anche i Paesi di tutto il mondo fanno sempre più affidamento sulla visita di golfisti e sciatori o sull'arrivo di sostenitori di squadre di calcio, rugby o altri sport. Il turismo sportivo racchiude in sé diverse tipologie. Lo sport-turismo che abbina il relax con la pratica di un qualsiasi sport condiziona inevitabilmente la scelta della destinazione del proprio viaggio (montagne per sciare o laghi per pescare o fare windsurf). E in Italia, una persona su quattro sceglie la meta delle proprie vacanze in virtù dell’offerta sportiva. Il turismo sportivo, invece, racchiude lo sport in tutte le sue forme: pratica attiva, spettacolo, formazione ed aggiornamento. Un esempio? Il trittico di gare della Dobbiaco-Cortina di corsa, sci da fondo e mountain-bike. La generazione di nuovi flussi turistici è in molti casi uno degli obiettivi principali delle strategie che impegnano decine di milioni di euro per portare al successo una candidatura per le Olimpiadi o per un Campionato del Mondo. Basti pensare a cosa rappresenta in termini di indotto la Coppa del Mondo di sci alpino di Cortina. Un grande evento può aiutare una località a sviluppare le reti di trasporto o a migliorare infrastrutture e servizi fino a cambiare la geopolitica di una città come nel caso delle Olimpiadi di Barcellona. Il beneficio diretto di una destinazione è di cassa, mentre il beneficio indiretto può essere rappresentato dalla heritage che si concretizza nei diversi anni nei quali il turista ritornerà in visita.

Sport and tourism: a winning combination Tourism linked to sport is a business worth billions of euros, and is among the sectors enjoying the most rapid growth. A specialist magazine of international repute estimated a worldwide turnover of 50 billion euros generated by sport in the travel and tourism sector in 2003 alone - a figure that was equivalent to around 10 percent of the total international tourist market. The economies of cities, regions and countries worldwide are relying increasingly on visits by golfers and skiers or by the supporters of football and rugby teams and of other sports. In some countries, sport can constitute up to 25 percent of the total revenue from tourism. Sports tourism includes several different types, which can be simplified by placing them into two loose categories: that of sport-tourism and that of sporting tourism in the strict sense of the word. The two groups differ in the varying factors involved, choice of destination and duration of stay. Sport-tourism combines relaxation with the practice of the sport of your choice, and this inevitably influences the selection of holiday destination, regarding hotel infrastructure (the presence or not of sports facilities) and the natural features (mountains for skiing or lakes for fishing or windsurfing). In Italy, one person out of four chooses the locality of his holiday on the basis of the sports facilities on offer. Cortina is one of the true homes of sporting tourism, where sport comes together in all its forms: active participation, viewing, training and updating.

GRANFONDO DOBBIACO-CORTINA 2009

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opo lo storico traguardo raggiunto due anni fa – ha spento trenta candeline – torna l'appuntamento con la gara internazionale di fondo lungo il percorso che ricalca fedelmente il tracciato della ferrovia Dobbiaco-Cortina dismessa nel 1962. Dal suo esordio, ogni anno nel primo weekend di febbraio il rito si ripete per la gioia di centinaia di fondisti. Come ogni anno, la giornata di sabato prevede 30 chilometri di tecnica libera, mentre la domenica gli amanti dello skating si scateneranno nel percorso marathon di 42 chilometri.

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fter its historical 30th anniversary two years ago, this year the international cross-country skiing competition will take place along the pathway that follows the stretch of the Dobbiaco-Cortina railway, which was put out of service in 1962. Since its beginning, each year the first weekend of February has seen a repetition of this ritual, to the joy of hundreds of cross-country skiers. As happens every year, on Saturday there will be 30 kilometres of free style skiing, while on Sunday ski enthusiasts can let themselves go on the 42-kilometre marathon.

Quando/When: 31/1-1/2 2009 Dove/Where: lungo l'ex ferrovia Dobbiaco-Cortina www.dobbiacocortina.org

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fatti & persone

Dino Tabacchi Lamberto Tacoli il golf diventa realtà tra fondo e passeggiate

«L

«N

e condizioni meteorologiche ci hanon c’è altro luogo al mondo che no sostenuto e quest’estate avremo permetta così tanto, tutto assiele tanto anelate prime 9 buche». È me». Di staccare la spina compleentusiasta Dino Tabacchi, nelle sue vesti di sotamente. «Perché il bello di Cortina è che è cio fondatore e consigliere dell’Associazione “mondanità” ma allo stesso tempo, e sopratGolf Cortina e della Cortina srl, la società che tutto, montagna vera, con una natura e una sta costruendo il campo. «Abbiamo lavorato cultura, una storia, e dunque un fascino inea questo progetto per oltre 8 anni prima di guagliabili, inesistenti altrove». E se a dirlo è poter dare concretezza a una speranza. E ora un cittadino del mondo, c’è da crederci. Lui che ci siamo la gioia è indicibile. Per noi che è Lamberto Tacoli, presidente di Crn, brand amiamo Cortina, siamo certi, una risorsa in più specializzato nella costruzione di imbarcaanche sul fronte turistico». Crede moltissimo zioni da diporto sopra i 40 metri del Gruppo alle potenzialità insite in un campo da golf il Ferretti. La sua casa è per gran parte della presidente del Gruppo Salmoiraghi & Viganò, settimana l’aereo, le sue mete, i paesi più frequentatore di Cortina lontani: dagli Emirati AraTwo great entrepreneurs, two great da sempre. «L’obiettivo bi alla Russia. «Ed ecco enthusiasts of Cortina. One, Dino dice ancora – è certamenspiegato il perché CorTabacchi, the president of the te di arrivare alle 18 buche tina per me sia sinonimo Gruppo Salmoiraghi & Viganò, has nell’arco di tre anni per podi vacanza: quella vera. been coming to Cortina since he ter avere, a breve, anche le L’ho conosciuta grazie al was a boy, and in this interview he manifestazioni internaziomio presidente, Norbercelebrates the fulfilling of a dream: nali che un campo come to Ferretti. E da allora, the impending opening of the golf il nostro merita». Parla tanti anni fa, mai più abcourse this summer. The other is del luogo dove sorgerà il bandonata. Una passione Lamberto Tacoli, the president of golf – sul versante sinistro contagiosa, che a cascata CRN, a specialist in the construction della conca, modellato mi ha fatto scoprire sport of pleasure boats above 40 metres lungo i prati e i boschi alle diversi da quelli che ho in length - a brand of the Gruppo falde del Faloria, come del sempre praticato in città Ferretti of which he is also a direct meglio che si potesse in(calcio e squash): d’estate shareholder. A citizen of the world dividuare. Tecnicamente mi divido tra passeggiate by profession, for his holiday retreat ma soprattutto scenograe mountain-bike. D’inverhe has chosen Cortina, the place ficamente, anche a detta no con il fondo riscopro il that for him more than any other del noto progettista Peter piacere del contatto con embodies the true idea of a vacaHarradine che per questo la natura». tion, to be experienced in summer lavoro ha collaborato con Non è, insomma, un on foot and by mountain-bike and in l’architetto Silvio Bernardi. caso che a Cortina ci sia winter on cross-country skis. E in più ci sarà la club houuno sci club che porta il se che sorgerà su di un prato poco distante nome di Ferretti Group. «Fu Norberto tanti dalla casa del celebre scrittore Dino Buzzati, anni fa a lanciare l’idea di portare un Riva che tanto amava il golf. davanti al Posta. Più che un’operazione di E ancora, il progetto dell’anello di fondo, marketing (che tra l’altro si è rivelata vincen«di poter realizzare d’inverno una pista che te), un’ulteriore dichiarazione d’amore. Con sarà l’unica così vicina al centro di Cortina». una presenza da allora molto assidua di ogni Non solo, dunque, un prolungamento nel fuomarchio del Gruppo. Per stare a Cortina, ri stagione primaverile e autunnale, ma anche ogni occasione è buona». una sorta di riconversione invernale per poter tenere vivo l’anello sempre, tutto l’anno. Chiara Caliceti

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Da Cortina alla Val Badia, una nuova via

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l sogno di tutti gli sciatori? Libertà e silenzio davanti a panorami sempre diversi, in un ambiente di incredibile bellezza, senza le auto, lo stress delle attese e delle code del rientro. La novità della stagione invernale è il nuovo circuito Averau Troi, il risultato di anni di lavoro per realizzare il collegamento con gli sci tra le 5 Torri e il Lagazuoi. Una seggiovia biposto ora collega l’area del Giau alla Forcella della Croda Negra, da cui si potranno raggiungere le piste del Col Gallina grazie al nuovo sentiero sciabile (skiweg), un percorso panoramico eccezionale di fronte alla Tofana. Questo nuovo skiweg riduce il traffico e l’inquinamento degli autoveicoli con una diminuzione di 60 tonnellate di CO2 per ogni stagione. Non solo, questo intervento permetterà anche una significativa riduzione del tempo necessario per il Giro della Grande Guerra. Ma il progetto non finisce qui: il nuovo traguardo è il collegamento delle 5 Torri

con Pocol, che avvicinerebbe ancora di più Cortina alla Val Badia. Un'attrattiva, quella dei sentieri sciabili, che va ad aggiungersi all'offerta del Dolomiti Superski che, proprio della vastità e della varietà del territorio, ha basato la sua filosofia. «Più è estesa un'area sciabile, e più è apprezzata dallo sciatore - afferma Enrico Ghezze, Presidente del Consorzio Impianti a Fune di Cortina (nella foto a destra) - il successo del carosello sciistico delle Dolomiti consiste proprio nell'offrire al turista un'intera area sciabile al posto di singoli impianti. Con un unico pass, nell'arco di una sola giornata, si può sciare cambiando continuamente percorsi, panorami e valli». A rendere ancora più appetibile l'offerta, i servizi tecnologici compresi nello Skipass, come il controllo della propria performance e la possibilità di ricevere tutte le informazioni utili (dal meteo alle piste aperte dall'itinerario alle stime di tempo e dislivello) sul proprio cellulare.

A new way The dream of all skiers? Freedom and silence in an ever-changing landscape, in an environment of incredible beauty, with no cars, without the stress of long waits and the queues to get home. The novelty of this winter season is the new Averau Troi circuit, the result of years of work to establish a route accessible on skis between the 5 Torri and the Lagazuoi. The paths accessible to skiers are an added attraction to the features already provided by Dolomiti Superski, whose Skipass includes various technological services.

Direct to lift: la scorciatoia per l’accesso agli impianti, senza dover acquistare lo Skipass giornaliero presso l’Ufficio Skipass, è disponibile da subito per tutti gli sciatori. E per di più, con il direct to lift-ticket si risparmia fino al 10% (www.dolomitisuperski.com).

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L’attimo di Stefano Zardini

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ensieri che hanno il sopravvento sul silenzio. Attimi di vita sospesi in cui anche il bosco attorno diventa invisibile, uno spazio esteso, dilatato, culla dei nostri umori piĂš impenetrabili. Bastano gli aghi di un larice, in lotta contro la forza stritolatrice del ghiaccio, a restituirmi alla vita vissuta, a luoghi remoti, a destini sopraffatti dalle realtĂ spesso terribili che il mio mestiere mi vuole testimone. Un altro attimo e la mia malinconia diventa una insignificante pietruzza sotto le scarpe.

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houghts that overcome silence. Suspended moments of life in which the woods around me become invisible, an extended, dilated space, wrapping around my most impenetrable states of mind. But here are the needles of a larch which, in their struggle against the grinding force of the ice, take me back to the life I have lived in remote places where destinies are overwhelmed by often terrible realities that my profession requires me to witness. Another moment and my melancholy becomes an insignificant little stone under my shoes.

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DRITTO E ROVESCIO

La quadratura del cerchio di Pierluigi Visci

Un viaggio tra le pulsioni localistiche del Veneto all'origine del federalismo, e le questioni ancora irrisolte delle risorse fiscali e dell'identità territoriale

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uando alla fine degli anni '80 andavo a trovare la mia fidanzata, mi meravigliavo (e mi amareggiavo) nel leggere il cartello stradale del paese “storpiato” in “San Piero in Gù” (provincia di Padova, ma quasi Vicenza, meglio Cittadella). Con la “t” cancellata. Abruzzese, avevo lavorato fino a pochi anni prima a Padova e in quel tempo mi trovavo a Roma e, sempre per lavoro, frequentavo la Palermo delle memorabili inchieste di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino contro la mafia e quelle napoletane contro la camorra di Cutolo e poi quella brutta pagina giudiziaria che travolse irrimediabilmente Enzo Tortora. Cittadino del mondo, comunque italiano. La curiosità, ma anche una lunga consuetudine con le genti venete, mi portava a discutere, a cercare di capire, a interpretare tensioni e pulsioni localistiche. Anche a polemizzare sui sentimenti di separatezza rispetto al concorso che dal sud era arrivato ai tempi del Risorgimento - con quelle lapidi di patrioti romani e napoletani che ce li ricordano a Venezia, dove cad-

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dero per l'indipendenza della Serenissima - e, molto di più, per quell'esercito di meridionali che aveva fatto la Prima Guerra Mondiale morendo e vincendo sul Piave e realizzando l'autentica Unità d'Italia. Il Veneto che avevo lasciato dieci anni prima era saldamente democristiano e cominciava ad esplodere con la sua economia diffusa, con un laboratorio in ogni casa, amministrazioni efficienti, corrette. Il miracolo del lavoro in una società rispettosa e civile. E anche di un certo assistenzialismo non dissimile da quello che ha caratterizzato altre fette d'Italia, specie al sud. Ritrovavo un Veneto con i primi vagiti del leghismo. A Roma, al Senato, sedeva un solo rappresentante di quel movimento, il lombardo Umberto Bossi. Solo ma non solitario, spaesato ma tignoso, con discorsi che apparivano folklore, ma intanto gettavano il seme di qualcosa che ci sembrava marziano. Eppure veniva da lontano, quando il professor Miglio ci fece riscoprire Cattaneo. C'era molto cuore di borgo, paese, città, territorio, proprio mentre il mondo cominciava a stordirsi di

globalizzazione. E lentamente un po' tutti scoprivamo il valore del territorio, delle radici, dei dialetti più che delle lingue che univano e non separavano. Un cammino lento che, vent'anni dopo, ci serve, ormai sufficientemente condivisa, la stagione del federalismo pieno. Che per essere tale deve comprendere quell'aggettivo fondamentale: fiscale. La battaglia delle battaglie sembra ormai vinta, certamente a livello politico, un po' meno a livello tecnico. Perchè dalle idee si deve scendere alla realtà, alla concretez-

za. Ed ora, mentre il progetto di Umberto Bossi e Roberto Calderoli accelera verso le aule parlamentari, c'è una parolina magica: numeri. Quanti soldi devono restare nel territorio per il territorio, quanto per i territori lontani meno dotati di risorse, quanto allo Stato centrale. Ma i soldi, da soli, possono bastare a creare un autentico governo del territorio? Per quanti anni, avanzando il progetto dell'Europa unita, ci siamo detti che senza una politica economica comune e dunque una comune moneta, sarebbe stato ben

difficile “fare” l'Europa. Ora la moneta unita c'è, ma ancora stenta, e parecchio, una comune politica per i cittadini europei. Forse perchè tra la Baviera e la Sicilia non c'è, e mai potrà esserci, una comune identità. Un concetto, l'identità, che ha aperto la strada, per esempio, al referendum di Cortina per il passaggio dal Veneto alla Provincia di Bolzano. Vinto dai secessionisti, come si sa, ma di ardua applicazione concreta, o comunque di lungo periodo. Un po' come il passaggio di un pugno di comuni marchigiani della provincia di Pe-

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dritto e rovescio

The squaring of the cricle

saro alla Regione Emilia Romagna. Per identità, appunto, o per soldi? Per i cortinesi e i cittadini di Colle Santa Lucia e Livinallongo, cos'è stato predominante: la stanchezza per una forma statuale italiana ingessata, burocratica, fiscalista, unita alla radice ladina oppure il miraggio di condizioni economiche derivanti dai vantaggi delle regioni e province autonome con statuti speciali? Argomento, le regioni a statuto speciale, che ci porterebbe ad un'altra, irrisolta, questione: con il federalismo pieno, con l'aggiun-

Federalismo, solidarietà e numeri: con queste “paroline magiche” il direttore di QN (il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione) Pierluigi Visci – come lui stesso le definisce – analizza le istanze secessioniste di Cortina e del Nordest, sottolineando l'importanza della condivisione e della giustizia fiscale. ta della parolina magica, fiscale, che senso hanno queste istituzioni (ci sono anche la Sicilia, la Sardegna, il Friuli-Venezia Giulia e la Valle d'Aosta) create nell'immediato dopoguerra e costituzionalizzate per sostenere istanze diverse e marcare delle diversità di condizione economica, ma anche culturale, linguistica? Anzi: il governatore della Valle d'Aosta, Augusto Rollandin, non prende neppure in considerazione l'ipotesi di mettere in discussione gli statuti speciali. E quello siciliano, Raffaele Lombardo, teme le “insidie” delle “strutture centraliste”. Il seme marziano del senatur gettato vent'anni fa, è ben germogliato, da nord a sud. Federalismo tuttavia nel concerto di uno Stato unitario. Anche qui c'è una pa-

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rolina magica: solidarietà. Basteranno le risorse fiscali senza dover mettere ancor più le mani nelle tasche dei cittadini? È il dubbio, per esempio, di Pier Ferdinando Casini, che teme una esplosione delle spese (e quindi delle tasse) per la prevedibile moltiplicazione dei centri di spesa. Ma non di Roberto Formigoni, per il quale è vero il contrario: il controllo diretto dei cittadini sulle spese, e quindi sull'imposizione fiscale, è la prima garanzia di successo del federalismo. Parola di governatore della Lombardia che, secondo il centro studi Astrid, animato da esponenti di centrosinistra come Franco Bassanini e Giuliano Amato, è la sola regione che può coprire autonomamente la sua spesa storica con il gettito Irap, le entrate delle accise sulla benzina e una quota pari al 31 per cento dell'Iva raccolta nel territorio. Tutte le altre regioni - di poco Emilia Romagna e Veneto, di molto Calabria e Basilicata - avranno bisogno di accedere al fondo perequativo. E quando si parla di “spesa storica” - un concetto importante, perchè col tempo si passerà a quello di “spesa reale” - occorre fare attenzione perché, contrariamente a quello che si pensa, quella più alta riguarda le regioni del nord, a causa dei servizi erogati ai cittadini. In uno Stato federale equilibrato, insomma, si dovrà cercare di non abbassare la qualità dei servizi delle regioni del nord e tentare di migliorare quella delle regioni del sud. A parità di risorse, e valorizzando le autonomie locali, un'impresa ardua: la quadratura del cerchio. In conclusione: sul terreno politico due paroline magiche si sono affermate: federalismo fiscale e solidarietà. Ora guardiamo ai tecnici per l'ultima parolina magica: numeri. Senza dimenticare che un assetto istituzionale di tipo federale come gli Stati Uniti d'America o la più vicina Germania - è il frutto di un percorso di lenta condivisione, in cui molto pesa la giustizia fiscale. Molto di più il cuore.

Pierluigi Visci, executive director of QN (il Resto del Carlino, La Nazione and Il Giorno) makes an analysis on the request for secession made by Cortina and the North East of Italy, going back over time when this federalism season has started. His experience as a journalist gave him the chance to get in touch with those local impulses from whom Veneto had started to question the unity of Italy. While the world started to discuss about globalization, the North East of Italy rediscovered values and dialects within the territory. But even if politically speaking federalism has become a reality, the fiscal federalism is not certain yet. The Referendum in Cortina saw the secessionists win, but put under the spot light two unsolved problems: the concept of identity and the real meaning of regions under a special statute. Solidarity is another matter to be considered when talking about financial resources: it is necessary to give value to local entities in a sharing context. This is the only way to make ends meet.

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COVER STORY

LA MONTAGNA E LA SUA MISURA di Beatrice Buscaroli

Introduzione al cuore della mostra Tracce di Stefano Zardini, nel periodo natalizio in esposizione da Ikonos Art Gallery

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A scegliere la sequenza degli scatti, a immortalare con le parole emozioni uniche, un critico d’eccellenza, Beatrice Buscaroli che, insieme a Luca Beatrice, è stata nominata dal Ministro alla Cultura Sandro Bondi curatore del padiglione italiano alla Biennale Arti Visive del prossimo anno.

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nche quando compare timidamente l’uomo, nelle foto di Zardini la protagonista assoluta è la montagna. O meglio la luce, la purezza, il nitore della montagna. Tutte le immagini contengono una forza interna che le alimenta e le distingue una ad una, in un’incredibile sequenza di scatti che sembrano cogliere l’anima stessa delle distese di neve, ognuna con la stessa intensità, senza cadute di tensione, senza ripetizione. È probabilmente la montagna che parla a Zardini prima di venire fotografata, prima di concedersi, prima di autorizzare l’occhio a fermare un attimo che non è solo luce, ma silenzi, distanze, rumori ovattati, assorbiti dallo spessore della coltre che copre e che si fa segnare, percorrere, tracciare in un’infinità irripetibile di memorie. Ogni traccia è un’esperienza, una discesa, un fiato gelato che accompagna sensazioni che la montagna sa dare solo a chi le si concede completamente, senza riserve. Solo allora è generosa. Di una generosità unica, irripetibile, elettiva, di salite e di discese, nella bellezza di altezze che rimandano altrove. Oltre le cime, oltre le distanze, mèmori della semplicità delle linee, dell’assolutezza dei percorsi, immersi in una bellezza sfavillante, austera, assoluta. Zardini sa che la montagna si vive, non si frequenta. E in questa assolutezza austera ci accompagna con la magia delle sue istantanee che ci regalano attimi di là da venire, uno dopo l’altro, emozioni senza voci. La montagna è lì e ci contiene nella sua misura esatta.

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The mountain and its measure

The sequence of the photographs that you found as you leaft through the previous pages, introducing to the essence of the exhibition Tracce (Traces) by Stefano Zardini – which will be staged during the Christmas period by the Ikonos Art Gallery – has been selected by a critic par excellence, Beatrice Buscaroli who, together with Luca Beatrice, has been nominated by the Minister of Culture, Sandro Bondi, as curator of the Italian pavilion at next year’s Biennale Arti Visive.

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Even when man appears timidly in Zardini’s photos, the main character is undoubtedly the mountain. Or rather the light, the purity, the clearness of the mountain. All the images contain an internal force which feeds them and distinguishes them from one another, in an incredible sequence of shots which seem to catch the very soul of the expanse of snow, each one with the same intensity, without any drop in tension or repetition. It is undoubtedly the mountain that speaks to Zardini before allowing herself to be photographed, before allowing the eye to capture a moment that is not only light but also silences, distances, muffled sounds, absorbed by the thickness of the mantle that covers and that the eye marks, follows and traces in an unreproducible infinity of memories. Each trace is an experience, a descent, an icy breath, accompanied by sensations that the mountain will concede only to those who are prepared to surrender themselves to her completely, without reserve. Only then is it generous, with a unique, unrepeatable, elective generosity of ascents and descents, in the beauty of heights that take us soaring over the peaks and the distances, mindful of the simplicity of the lines and of the absoluteness of the pathways, immersed in a sparkling, austere, absolute beauty. Zardini knows that the mountain must be experienced live, not frequented. And he accompanies us into this austere absoluteness with the magic of his snapshots, giving us a glimpse of what is to come, one after another, emotions without voices. The mountain is here and holds us in its exact measure.

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non solo storia

una visita principesca

È una donna dal tratto gentile, di signorile semplicità e naturale cortesia, che l’accento e la cultura delle consuetudini cosmopolite rendono particolarmente seducente

di Ennio Rossignoli

Amarcord per Maria Gabriella di Savoia tornata a Cortina per la mostra fotografica dedicata al celebre nonno

L’album di una giornata a Cortina. Pranzo regale organizzato da Flavia Cusinato (nella foto sopra con la Principessa) nella splendida Terrazza Viennese dell’Hotel Ancora. Quindi alcuni momenti della visita alla mostra Il Re e la Regina con il sindaco Andrea Franceschi, gli assessori Paola Valle ed Etienne Majoni e gli Scoiattoli Carlo Gandini, Stefano Dimai e Roberto Casanova Rosolo.

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photo: Stefano Zardini

«A

mo l’Italia, è la mia terra natale, anche se ricordo poco dei miei primi anni trascorsi qui. Avevo appena cinque anni quando ce ne andammo. E pur abitando in Svizzera mi piace tornarci. Erano anni che non vedevo queste montagne. Un tuffo al cuore». Era molto curiosa la Principessa Maria Gabriella di Savoia di rivedere i monti in cui era stata da ragazza e che suo nonno Re Alberto I del Belgio tanto amò all’inizio del ‘900. E con lo stile che da sempre contraddistingue la sua vita ha scelto di venire a Cortina lontana dai clamori e dai riflettori. In una giornata di settembre, di quelle che irrompono nella conca d’Ampezzo con le meraviglie della luce e del colore. Grande appassionata di storia, la terzogenita dell’ultimo Re d’Italia Umberto II e di Maria José è tornata a Cortina per una visita alla mostra fotografica dedicata ad Alberto I del Belgio, alpinista appassionato e innamorato delle Dolomiti. Un nonno conosciuto soltanto attraverso i racconti della madre e ora ritrovato nelle splendide immagini – anche stereoscopiche – dell’amico Charles Lefébure, negli

oggetti raccolti a testimoniare una straordinaria avventura umana e sportiva, nelle spiegazioni degli Scoiattoli eredi delle guide che allora accompagnavano il sovrano. Maria Gabriella, membro di casa Savoia e dunque appartenente a una dinastia che si fa risalire a Umberto Biancamano, vissuto intorno all’anno Mille, è una donna dal tratto gentile, di signorile semplicità e naturale cortesia, che l’accento e la cultura delle consuetudini cosmopolite rendono particolarmente seducente. Una Savoia anche nella passione per il passato, in particolare della sua famiglia – che è insieme storia d’Europa - nel gusto della ricerca (eredità soprattutto materna), oggi concretizzatasi nella realtà e nell’opera della sua Fondazione, intitolata al padre Umberto e alla madre Maria José. Maria Gabriella si muove instancabile da Ginevra, dove risiede, tiene conferenze ovunque – fino in Australia, dove ha recentemente parlato della Sindone davanti a un pubblico per lo più giapponese – sempre

con il proposito di diffondere la conoscenza di una dinastia con cui l’Italia ha diviso le sorti per un lungo passato. Quell’Italia che lei ama e che ricorda di avere dovuto lasciare ancora bambina, in fuga dal pericolo tedesco; più tardi l’abbandono per il referendum, la vita nel mondo, ma sempre con nel cuore il forte legame affettivo con una patria alla quale soprattutto pensa di dovere il culto del bello e la disposizione alla creatività. Quanto alla sua ascendenza belga, dice di averne derivato il senso nordico della riservatezza, il rifiuto dell’enfasi, la misura dei gesti e delle parole: certo non il grande amore per la montagna, amore di famiglia, che lei ha raccolto solo in parte e in tempi ormai lontani, ma che potrebbe semmai ritrovare proprio grazie

A day in Cortina with the Princess. Flavia Cusinato (in the picture above with the Princess) planned the royal lunch on the suggestive Viennese Terrace at the Ancora Hotel. Pictures from the visit to the exhibition the King and the Queen, with the mayor Andrea Franceschi, the town councillors Paola Valle and Etienne Majoni with the Squirrels Carlo Gandini, Stefano Dimai and Roberto Casanova Rosolo.

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NON SOLO STORIA

A visit from a Princess

a questo ritorno nei luoghi e nelle memorie del suo avo eccezionale (sta comunque procedendo a una mappatura dei numerosi testi riguardanti la montagna lasciati dalla madre). A Cortina, così cara ai suoi genitori, c’era già stata in quegli anni ‘70 in cui la regina dolomitica viveva una vita eccitante, tutta traversata da una joie de vivre che contagiava chiunque ci metteva piede. Erano gli anni nei quali Villa Bella, la splendida casa in cui Giovanni Nuvoletti e Clara Agnelli accoglievano i loro tanti amici – e Maria Gabriella era tra loro - rappresentava il simbolo di una mondanità elegante, di un bon ton raffinato del quale purtroppo si va perdendo lo stampo. Ricordi ancora vivi, anche se ormai sfumati nei dettagli: come quello di una scappata via da Venezia, per trovarsi tra gli ospiti di quel mago dell’intrattenimento che era allora l’Ascanio inventore del King’s, mitico antesignano dell’era discotecara. Sorride, la principessa, che parla del passato dalla affettuosa distanza di chi, anzitutto, gestisce il presente e predispone il futuro. E l’attenzione con cui ha seguito il percorso della mostra, annotando con cura particolari e notizie, non è che la conferma di questo suo porsi tra il rispetto della tradizione e la volontà di farne un volano della attualità. La mostra l’ha fatta tornare: al momento di salire sull’auto che la riportava a Venezia, con il sorriso amichevole del commiato, la promessa di un’altra visita, da dedicare completamente alle vertigini della roccia. Magari sui passi di un re alpinista, che – guarda caso – era anche uno di famiglia.

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Foto ricordo prima della partenza. Il sindaco dona alla Principessa il piatto celebrativo della mostra, Stefano Dimai, presidente degli Scoiattoli, le porge il volume dedicato alle imprese sull’Everest.

A picture before saying goodbye. The mayor gives the Princess the exhibition’s celebratory plaque. Stefano Dimai, president of the Squirrels, gives the Princess the book about the adventures on Mount Everest.

«I love Italy: it is my native land, although I have few memories of the first years of my life, which I spent here. I was just five years old when we left, and, even though I live in Switzerland, I love to come back here.» Princess Maria Gabriella of Savoy was extremely curious to see again the mountains where she had been as a girl and that her grandfather King Albert I of Belgium had loved so much at the start of the 1900s. It was one of those glorious September days that erupt over the Ampezzo Valley with marvels of light and colour. A great enthusiast of history, the third child of the last King of Italy, Umberto II, and of his wife Maria José, came back to Cortina for a visit to the photographic exhibition dedicated to Albert I of Belgium, an ardent mountaineer who had loved the Dolomites. He was a grandfather that she had known only through the tales of her mother and whom she now rediscovered in the splendid images by his friend Charles Lefébure, in the collection of objects testifying to an extraordinary human and sporting adventure, and in the explanations given by the Squirrels. Maria Gabriella of Savoy had already been to Cortina in the ‘70s, when the Queen of the Dolomites had been the hub of an exciting life infused with a joie de vivre that infected everyone who set foot there. The exhibition inspired her so much that, on stepping into the car that would take her to Venice, with her friendly parting smile she promised to return for another visit, which she intended to devote entirely to gaining confidence among the dizzy, rocky heights.

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PRESENTE E FUTURO

APRITI CIELO di Eleonora Alverà

Un Osservatorio che continua a collezionare scoperte. Il progetto – imminente – di costruzione di un nuovo Planetario, uno dei più grandi del nord Italia. E un’amica scienziata molto speciale, Margherita Hack che nel 1995 ha ricevuto il Premio Internazionale Cortina Ulisse per la divulgazione scientifica. Gli ingredienti della notorietà dell’universo visto da Cortina: uno scrigno di tesori e di misteri.

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presente e futuro

«C In alto: paesaggio lunare sopra un mare di nuvole. In basso: la congiunzione tra Giove e Venere ripresa da Giuseppe Menardi il 5 novembre 2004, sullo sfondo le 5 Torri. (foto Giuseppe Menardi - www. cortinastelle.it)

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he fascino il cielo sopra a Cortina. Complice l’aria limpida e pura, l’inquinamento luminoso non compromette l’analisi delle stelle e delle galassie. Scrutare la volta celeste alla scoperta dei “misteri del cosmo” è la mia vita. L’astronomia e la scienza sono due dei miei grandi amori». Margherita Hack è una frequentatrice abituale di Cortina forse anche per le stelle che da questa prospettiva sembrano proprio brillare di più. L’abbiamo incontrata quest’estate reduce dal grande successo del suo appuntamento all’interno del cartellone Cortina InConTra: le vette e i prati verdi, la cornice di una chiacchierata che ci ha fatto conoscere meglio una grande astrofisica, un’appassionata insegnante, una straordinaria divulgatrice scientifica. Ma anche una persona solare e sorridente, capace di emozionarsi ancora entrando nei misteri della volta celeste. Con noi c’era Piergiorgio Cusinato, il presidente dell’Associazione Astronomica di Cortina, un suo amico di lunga data. Margherita Hack c’era quando Cusinato e gli astrofili di Cortina brindarono all’inaugurazione dell’Osservatorio. Un gioiello che da allora ha permesso di collezionare un gran numero di scoperte. La loro “specializzazione” è diventata la scoperta di supernovae – ne hanno avvistate per primi una trentina – con grande plauso del mondo accademico. «Tra astronomi professionisti e astrofili – spiega infatti la Hack - c’è sempre una grande collaborazione. Gli astronomi hanno poco tempo e grandi strumenti, mentre gli astrofili hanno molto tempo e strumenti più modesti. Sono due figure complementari, necessarie e indispensabili per ottenere un proficuo lavoro di squadra. Un ottimo esempio di collaborazione è dato proprio dallo studio delle supernovae. Queste stelle sono infatti un fenomeno importantissimo, uno strumento efficace per determinare la distanza delle galassie. L’analisi dello splendore apparente ci permette di individuare l’espansione dell’universo». Ma in cosa consiste esattamente il lavoro di Margherita Hack, ci viene spon-

Hunting for stars

A fianco: la nota astrofisica fra Piergiorgio Cusinato, a destra, e Alessandro Dimai.

photo: Giacomo Pompanin

taneo chiederle, con il candore di chi queste materie le percepisce tanto complesse e così difficilmente comprensibili? «Mi occupo della fisica dei corpi celesti. Attraverso l’analisi della luce cerco di scoprire le fonti di energia e le caratteristiche che ci permettono di risalire all’evoluzione delle stelle e quindi dell’universo stesso». L’universo, che mistero… «Certo. Anche per me è un bel mistero. L’universo si sta espandendo o ha già raggiunto la sua massima estensione? – si chiede Margherita Hack – È una materia ancora ammantata di ignoto questa. Credevamo che il peso della materia avesse energia sufficiente per attrarre tutto a sé. In linea teorica quindi dovrebbe esserci abbastanza materia per frenare l’espansione che invece appare accelerata. Questo è il mistero. L’universo è in espansione in modo accelerato: è come se ci fosse una forza che si contrappone alla forza di gravità. È proprio questo che il nostro studio, un giorno dovrebbe riuscire a svelare». In Italia come funziona la ricerca? «L’astrofisica ha raggiunto un buon livello. Facciamo parte di importantissimi programmi di ricerca e abbiamo a disposizione alcune delle attrezzature più potenti al mondo. Il vero punto debole è rappresentato dalla mancanza di spazio per le giovani menti. L’Italia è avanti ma i cervelli sono in fuga. Formiamo ricercatori eccellenti che devono scappare all’estero per trovare spazio. Questa deve essere la battaglia più importante per il futuro: l’eccellenza ha bisogno di ricerca per restare una vera eccellenza e un vanto nazionale».

A Cortina si va a caccia alle stelle Oltre 25 supernovae scoperte e un pianetino, intitolato a Cortina d’Ampezzo. Questi alcuni degli eccellenti risultati che il CROSS (Col Druscié Remote Observatory Supernovae Search program) ha collezionato nella sua brillante carriera. Tutto merito della passione di un’associazione che conta un centinaio di appassionati di stelle e di un Osservatorio - situato sul Col Druscié e intitolato ad Helmut Ullrich - unica struttura in Italia a possedere una sofisticata strumentazione a disposizione degli astrofili. Un’autentica istituzione in campo astronomico, riconosciuta nel mondo per le sue scoperte. Tra le novità in cantiere, il Planetario, una sorta di lente di ingrandimento sull’universo. Sarà una struttura perfettamente integrata nell’ambiente circostante, sorgerà nell’area dello Stadio del Ghiaccio. Quello che si vedrà sarà solo una cupola di 8 metri, su cui potrà apparire qualsiasi porzione del cielo. Il Planetario potrà ospitare fino a settanta persone: un servizio e un’eccezionale attrattiva per grandi e piccini.

An Observatory that continues to collect discoveries. An imminent project to build a new Planetarium. Margherita Hack is a very special scientist friend who in 1995 received the Cortina Ulisse International Prize for scientific communication. Viewing the wonders of the universe from Cortina yields a trove of treasures and mysteries. «How fascinating the sky is above Cortina! This is because of the clear and pure air, and because the absence of light pollution guarantees perfect analysis of the stars and the galaxies. Scanning the vault of heaven to discover the mysteries of the cosmos is my life. Astronomy and science are two of my great loves». Margherita Hack is a frequent visitor to Cortina, perhaps also because of the stars, which from this viewpoint seem to shine even brighter. Her friendship with the group of stargazers of Cortina, in fact, goes back a long time. She was there when, in 1999, the Observatory – situated on the Col Druscié and named after Helmut Ullrich - was inaugurated; it is the only one in Italy to have such sophisticated instruments - an authentic institution, recognised throughout the world for its discoveries. She has promised to be there when, in a short time, Cortina inaugurates the Planetarium, a kind of magnifying glass on the universe: it will have an 8-metre dome, on which any part of the sky can appear and which will hold up to seventy people. A service and an exceptional attraction for both adults and children.

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FLASHBACK

IL MIO ROMANZO DI FORMAZIONE di Enrico Vanzina

Luciano e Romano Rimoldi, Alfredo Lacedelli, Carlo Rustichelli, Pietro Garinei, Alberto Bevilacqua, Enzo Biagi e Dino Risi. Giovanni Dibona, Eugenio Monti, Cristiana Bedogni, Luca di Montezemolo, Ascanio Palchetti e Liborio. Rachele, i Marzotto, i Donà, l’adorabile conte Nuvoletti. Il papà Steno e la mamma maria teresa che a Cortina per un periodo decise di abitare con i suoi cagnolini. Nomi, storie che si intrecciano nell’immaginario di una vita. come in un film.

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FLASHBACK

«Cortina, my Bildungsroman»

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ortina, per me, è stata un vero e proprio “romanzo di formazione”. È stata un romanzo perché mi ha avvolto con una storia e con una miriade di personaggi. E’ stata una formazione perché, a Cortina, ho scoperto l’amicizia, l’amore, il sesso, e poi, crescendo, la nostalgia e la nozione profonda del tempo. Furono i miei genitori a scegliere Cortina come luogo incantato delle nostre vacanze invernali ed estive. Nei primi anni ‘50 andammo all’Hotel Cristallo. Ho delle foto bellissime di me, piccolo piccolo, mentre me la godo nei saloni di quell’albergo enorme. Da bambini tutto sembra enorme. Ma l’anno dopo, per una scelta un po’ intellettuale, mio padre si spostò all’Hotel Corona, dei fratelli Rimoldi. Era un albergo curioso, la meta preferita dei grandi pittori italiani: Sironi, Campigli. Già, perché la famiglia Rimoldi collezionava dipinti straordinari. Nelle camere, ad esempio, erano appesi quadri di Rosai, De Pisis, Carrà. Altri tempi. Tempi educati. E così, da ragazzino, conobbi questi grandi pittori. Il figlio di Campigli, nostro amico, ci trascinava in lunghe passeggiate dove cacciava farfalle. Che poi appiccicava in un album. Mi faceva un po’ impressione e anche un po’ paura. Ma si sa, i figli dei pittori sono bislacchi. L’Hotel Corona aveva dei nomi proustiani che sono rimasti impressi nella mia memoria. Luciano Rimoldi, il proprietario. Uomo pratico, schivo, simpaticissimo. Fu lui ad inculcarmi l’amore per l’hockey. Io e lui, per anni, andavamo in trasferta a seguire il Cortina. Litigavamo. Io ero un ultrà, feci addirittura a pugni con degli scalmanati a Bolzano. Suo fratello Romano, invece, era un grande sciatore, una delle colonne dello Sci 18. Mi portava a sciare con lui. Ma quando divenni bravo quasi come

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lui si arrabbiò. E non mi portò più con lui sulle piste. Anche questo si sa, i “montanari” hanno un brutto carattere. Non, però, Alfredo Lacedelli, il portiere del Corona. Un uomo bellissimo, occhi azzurri, modi da concierge inglese. Un genio. Avrebbe potuto fare il portiere al Ritz di Parigi. Amava noi bambini pur fingendo di essere burbero. Oggi, Alfredo mi manca da morire. Così come mi manca Piero, il barman, un veneziano furbo e spiritoso. M’insegnò a bere. Fu un guaio… All’Hotel Corona venivano anche ospi-

Alcune immagini dell’album di Enrico Vanzina. Sopra, mentre muove i primi passi con gli sci sui campetti di Pierosà. Nella pagina precedente, con la mamma Maria Teresa sul divanetto dello storico King’s Club, nel 1967. (Foto Zardini)

Pictures about Enrico Vanzina. In the picture above, while skiing for the very first time at Pierosà. In the previous page, with his mother Maria Teresa on a sofa at the historical King’s Club, in 1967.

For Enrico Vanzina, the director of those famed and brilliant comedies that are so much a part of the history of the Italian cinema, Cortina has been a veritable “Bildungsroman”. Accepting our invitation, in this piece he tells us of the great influence that the Queen of the Dolomites has had on his life and his imagination, immortalised in so many of his films. «At Cortina – he says – I found friendship, love, sex and, as I matured, nostalgia and the deep notion of time». Cortina was the enchanted place chosen by the Vanzina family as a holiday haven both in winter and in summer. Enrico grew up in the early ‘50s, among the immense halls of the Hotel Cristallo and the rooms of the Hotel Corona, where such great artists as Sironi, Campigli and De Pisis stayed; here he lived and breathed the culture of those times, meeting and coming up against people and panoramas. It was precisely here in this little town of the Ampezzo Valley that he fell in love with the snow, at first through skiing, which he learnt from Giovanni Dibona. He would take that same love with him to the world of the cinema with the first of a long series of films, which was the début to the brilliant career of the Vanzina brothers.

ti speciali: il grande compositore di musiche da film Carlo Rustichelli, grande amico di mio padre. Per un certo periodo venne anche sua figlia Alida, allora fidanzata con Walter Chiari. Con loro erano serate tutte da ridere. Poi si aggiunse al gruppo Pietro Garinei, il patron del Sistina. Un uomo intelligente, garbato, fuori dal comune. Con lui, l’amicizia è durata tutta la vita. Veniva anche il giovane Alberto Bevilacqua, scrittore di grandi speranze. Poi ampiamente confermate. Veniva Enzo Biagi. E venivano i giovani figli di Dino Risi, Claudio e Marco, i migliori amici miei e di mio fratello Carlo. Insomma era un’accozzaglia di talenti, di personalità speciali. Sono stato fortunato. A Cortina, naturalmente, sciavo, e come maestro privato avevo un coetaneo. Un fenomeno: Giovanni Dibona, nipote di Lacedelli. Se non avessi imparato a sciare con uno come lui sarei proprio da guinness dei somari. Imparai. La neve mi piaceva. Forse già sapevo che mi avrebbe portato fortuna. E infatti, insieme a Carlo, l’abbiamo messa in Vacanze di Natale. La nostra carriera decollò. Grazie Giovanni. Pattinavo anche. Maluccio. E provai addirittura il bob. Mi portò Eugenio Monti, con lui. Rimasi terrorizzato. Abbandonai. Non so come mettere i ricordi in fila. Quante serate di Capodanno. Quante ragazzine stupende che mi facevano battere il cuore. Una tra tutte: Cristiana Bedogni. Avevamo quindici anni. Fu un flirt anni ‘60. Pulito. Meraviglioso. Crescevo. A diciotto anni andai un mese a Cortina insieme al mio amichetto Luca di Montezemolo. E mi innamorai sul serio. Lei si chiamava Jane, era la disc-jo-

ckey del King’s, di Ascanio Palchetti. Per rimanerle accanto dissi ad Ascanio: «Suono il piano, mi fai lavorare?». Lui accettò. E diventai il secondo pianista del Verockay, agli ordini del titolare Gianni De Sabata, veneziano talentuoso e meraviglioso. Fu uno dei momenti più belli della mia vita. La sera suonavo le canzoni di Tenco. Poi dormivo con Jane. Senza sapere che lei si divideva con un altro fidanzato. Con il quale diventai anche amico: Corrado di Panigai. Un vero romanzo. Diventai molto amico anche della moglie di Ascanio, Mary. Era una donna con un grande talento. Architetto. Le ho voluto un bene dell’anima. Cortina. L’Hotel Posta dove giocavo a bridge con i grandi. Il Caminetto. Il night del Cristallo. Puni. Il Miramonti dove rimorchiai una miliardaria americana “bona” come Pamela Anderson. Ma che si ubriacò e voleva buttarsi giù dal balcone. Il Ristorante Bolognese, dove si mangiava sardo. Liborio. Rachele. Il Col Druscié. Pié Tofana. Lo sci di fondo verso Dobbiaco. L’Enoteca. Il cinema, anzi i due cinema, perché prima c’era anche quello davanti alla stazione. Il trenino di Calalzo. I vecchi taxi. Ghedina. Alverà. Poi tutti i miei amici di Milano, di Treviso, di Bologna. I Marzotto, i Donà, l’adorabile conte Nuvoletti. Poi i film, i miei attori. Che lunga scia di facce, di emozioni irripetibili. Infine i miei genitori. Il signor Steno, elegante, perbene, spiritoso. E mia madre. La quale, ad un certo punto della vita, decise di abitare a Cortina con i suoi cagnolini. Poi mamma morì. E io a Cortina ci torno raramente. Con la malinconia nel cuore. Tutto come in un romanzo di formazione.

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COLOR SEPPIA

Vestivamo alla zuava di Fabiana Giacomotti - foto Archivio Storico Foto Zardini

Da sempre antesignana di stili, Cortina ha lanciato tra gli anni ’20 e ’30 il costume per «la pratica dello sci alpino»

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l tratto è a inchiostro, il figurino di tre quarti, dritto sugli sci quel tanto che basta ad appoggiarsi con grazia alle racchette; la descrizione della mise, in didascalia, è precisa e accuratissima, per dare agio alle sartine di copiare: «Abito da sport formato da una sottana pieghettata di kasha giallo-limone e da una blouse in jersey dello stesso colore, che porta ricamato sul davanti un gambero di seta». È il 1925, e Lidel, il raffinatissimo mensile da cui «l’indomabile fantaccina della moda” Lydia De Liguoro avrebbe presto scalato le gerarchie del fascismo, presenta il nuovo modello della sua couturière prediletta, Jeanne Lanvin, atelier al 22 di Faubourg Saint Honoré e un «rayon couture de sport» da lanciare in tutto il (bel) mondo. All’abolizione degli orridi francesismi, alla perentoria sostituzione dei pantaloni con “calzoni” e dello chaperon con il “capperone” (questo, orrido davvero) mancano circa dieci anni, e l’uso di termini stranieri nella moda è così diffuso da passare inosservato. Nuova, piuttosto

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e appunto, è la moda sportiva, e in particolare la moda femminile per “la pratica dello sci alpino”. In quegli anni di orgoglio nazionale, in cui l’affermazione italiana viene perseguita in ogni campo con incrollabile ottimismo e lo sfoggio di salute diventa un valore nazionale, le riviste iniziano a pubblicare le foto delle nobildonne e delle signore più in vista inguainate in gonne pantaloni e, soprattutto verso la fine del decennio, in pantaloni di velluto e fustagno a cui un sottopiede garantisce il perfetto aplomb, pantaloni alla zuava per le camminate sulle Dolomiti, morbide giacchine in lana cotta e cuffie tricottate o in tessuto impermeabilizzato. «Signorinella pallida e snella / getta la tua gonnella, la tua pelliccia di vison / mettiti i pantalon»: il Canto dello sciatore, tutto motti ed ardimento, fa da colonna sonora alle prime discese, ai ritrovi al Cristallo o al Miramonti dove alloggia la famiglia Savoia, mettendo in ombra la pratica del tennis o del golf, troppo elitario e comunque troppo poco italiano.

1926. Ofelia Menardi, campionessa italiana di sci con il maestro Enrico Lacedelli, detto Melero, in prossimità del Passo Giau. Giacche in lana cotta, baschi e scaldamuscoli adagiati sullo scarponcino. La moda per la pratica dello sci comincia ad avere una sua identità. 1926. Ofelia Menardi, Italian skiing champion, with the skiing instructor Enrico Lacedelli, known as Melero, in Passo Giau proximity. Beaten wool jackets, berets and leg warmers pulled up over the boots. Skiing fashion is beginning to assume an identity of its own.

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color seppia

Nel febbraio del 1930, l’immagine della principessa José sulle nevi di Cortina con il neo-marito Umberto, una giacchina doppiopetto di ispirazione napoleonica coll’alto bavero rialzato e un baschetto vezzoso a frenare l’onda bionda dei capelli, colpisce l’immaginario delle italiane che, non avendo ancora potuto permettersi l’incarnato pallido, trovano spaesante il perentorio invito del regime ad abbronzarsi, ma tentano in ogni modo di adeguarsi. Cortina è un sogno, ma la giornata sugli sci o la camminata sulla neve con le racchette, al Mottarone o sul Monte Rosa, diventa una meta possibile, da raggiungere in gruppo, prendendo il treno all’alba da Milano o da Torino, gli scarponi di cuoio, alti sui lacci, passati nel grasso di foca la sera prima per renderli impermeabili. Cappotti di foca, visone, castoro, opossum, ermellino rigorosamente tinto: fino all’autarchia che tenterà vanamente di affermare il ratto muschiato, ma anche «i lattonzoli di Eritrea, le tute di capretto grigio dell’impero per le sciatrici e gli ornamenti in coda di gatto abissino per guanti e cappelli», come ricorda l’Illustrazione italiana nel 1938, tutte le eleganti del regime, tutte le dive dei telefoni bianchi, si fanno un punto d’onore di vestire in pelliccia anche d’estate. Il sogno è il bolero di volpe argentata sull’abito da sera, mentre di giorno si tenta di imitare lo stile mascolino-chic della figlia prediletta del Duce, Edda, andata sposa al conte Galeazzo Ciano nel 1930 con un abito in satin di seta della sartoria romana Montorsi, ma che nella vita di tutti i giorni, e naturalmente anche in montagna, infila i maglioni girocollo nei pantaloni di foggia maschile stretti da una cintura di cuoio, come Katharine Hepburn. Adora Cortina, Edda; la frequenterà tutta la vita, testimone elegante e malinconica, mai rassegnata, di un’epoca che aveva osato tanto, e sbagliato troppo. Le cronache del 5 febbraio 1939, giorno

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Stefano Zardini ha cercato gli scatti più suggestivi del suo inesauribile archivio storico. Fabiana Giacomotti ha ripreso le fila di una storia che racconta un’epoca e i suoi protagonisti, Tra la principessa Maria José sulle nevi con il neo-marito Umberto, in giacchina doppiopetto di ispirazione napoleonica e la linea mascolino-chic della figlia prediletta del Duce, Edda.

Siamo negli anni ’30 e lo stile di questi giacchini corti e sfiancati è evidentemente anticipatore di tendenze. I pantaloni alla zuava invece saranno presto abbandonati. Lo sforzo bellico impone nel giro di qualche anno di risparmiare sui tessuti.

This is during the 1930s and the style of these short, narrow jackets is evidently a herald of the fashion to come. The knickerbockers will, however, soon be discarded. In a few years’ time, the war effort will require the saving of cloth.

Sono immagini simbolo del passato regale di Cortina questa sopra e quella a sinistra, l’una che ritrae Maria José e il Principe Umberto di Savoia sulle nevi, nel febbraio del 1930 subito dopo la loro luna di miele. L’altra del futuro Re di maggio con Roberto Zardini. Incredibilmente attuale la giacca a doppio petto della Principessa con marsupio di pelo in vita. The images on top and left, symbolic of Cortina’s regal past, shows Maria José and Prince Umberto of Savoy in the snow, in February 1930, straight after their honeymoon. The Princess’ double-breasted jacket with a fur pouch around the waist is amazingly modern.

dell’inaugurazione della funivia Principe di Piemonte che collega la cittadina ampezzana al Monte Faloria («impianto poderoso e ardito») la mostrano sorridente, con un paio di pantaloni che si intuiscono alla zuava e che nel giro di due anni lei, come tutte le donne italiane, dovranno almeno ufficialmente abbandonare: lo sforzo bellico impone di risparmiare sui tessuti, e dai guardaroba della nazione scompaiono il panciotto, le giacche doppio petto e naturalmente i pantaloni femminili. La rivista La donna fascista si spinge ad accusare i calzoni di «non rendere la donna distinta» e invita a «l’abbandono di questo pagliaccesco americanismo», seguita dall’Ente nazionale della moda, l’antesignano dell’attuale Camera nazionale della moda, che nel suo Commentario Dizionario nega addirittura di averli visti mai portati in strada dalle donne dabbene, quegli indumenti così ridicoli. La guerra ai pantaloni (e presto anche a molti degli sport più praticati e maggiormente passibili di mostrare gli arti femminili o di metterne le forme in evidenza) porta la firma congiunta del partito e della Chiesa, che ritenendo anche lo sci pericoloso alla morale e alla maternità, ordina ai quotidiani

di non pubblicare fotografie delle atlete, a meno che non siano avviluppate in una castissima tuta. Ma presto non ci saranno più atlete, né modo per lamentarsi del puzzo di latte rancido che, nonostante la propaganda ne magnifichi le virtù e l’indistinguibilità con la lana di pecora, emana dai maglioni in Lanital, fibra ottenuta dalla caseina precipitata nei laboratori della Snia Viscosa: le montagne occultano gruppi ben diversi da quelli intellettuali, sorridenti e un po’ snob, che fino a pochi mesi prima vi si rifugiavano per mangiare capriolo e «giuocare una partita a ponte», perché nemmeno bridge si poteva dire, accidenti. Quando, con gli anni Cinquanta del rinato ottimismo, del baby-boom, della macchinetta e della lavatrice acquistata a suon di cambiali, l’Italia continua a sognare Cortina ma anche a frequentare il Mottarone, la moda sulle piste scopre i piumini Authier, i calzoni Le Coq Sportif, e poi e presto i Moncler: colorati, lucidi come la nuova ricchezza, veloci, abbaglianti. Sono loro, i nuovi francesismi, e si impongono senza battaglie. I nostalgici del calzettone di lana dovranno aspettare due decenni, prima di vedersi dar ragione, di reimporre il loro stile. Ristretta élite troppo spesso male imitata.

Sopra un lanciatissimo Zeno Colò nel 1941. Above a very active Zeno Colò in 1941.

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color seppia

Fashion making a comeback

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he outline is in ink, the three-quarter figure just straight enough on the skis to appear gracefully leaning on the ski sticks; the caption describing the outfit is crystal clear and extremely accurate, so that any dressmaker can copy it: «Sports costume consisting of a pleated skirt in lemon yellow kasha and a blouse in jersey of the same colour, with a silk lobster embroidered on the front». It is the year 1925, and Lidel, the extremely refined monthly magazine from which the «indomitable harbinger of fashion» Lydia De Liguoro is soon to rise in the hierarchy of fascism, is presenting the new model by its favourite couturier, Jeanne Lanvin, with her atelier at 22 Faubourg Saint Honoré and a «rayon couture de sport» to be launched throughout the world (of high society). The abolition of awful gallicisms, with its peremptory replacing of “pantaloni” (for trousers) with “calzoni” and of “chaperon” with “capperone” (which is indeed truly awful) is still around 10 years away, and the use of foreign language terms in fashion is so widespread that it passes unnoticed. What is new, however, is fashionable sportswear, and in particular fashionable women’s clothes for «practicing Alpine skiing». In these years of national pride, when Italian excellence is being pursued in every field with an indefatigable optimism, and the display of good health is becoming a national value, magazines are starting to publish photos of noblewomen and of those ladies most frequently in the public eye, sheathed in culottes and, above all towards the end of the decade, in velvet and fustian trousers with foot straps guaranteeing perfect aplomb, knickerbockers for walks in the Dolomites, soft short jackets in beaten wool and hats in knitted or waterproofed material. «Signorinella pallida e snella/

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Magazines are starting to publish photos of noblewomen and of those ladies most frequently in the public eye, sheathed in culottes and, above all towards the end of the decade, in velvet and fustian trousers with foot straps guaranteeing perfect aplomb, knickerbockers for walks in the Dolomites, soft short jackets in beaten wool and hats in knitted or waterproofed material.

getta la tua gonnella, la tua pelliccia di vison/mettiti i pantalon (pale, slender little miss/throw away your skirt and your mink coat/and wear trousers instead)»: the Song of the skier, with its daring catch phrases, provides the background music for the first descents to the meeting places such as the Cristallo or the Miramonti where the Savoia family are lodged, casting a shadow of doubt over the practicing of tennis or golf, considered as being too élite and in any case too un-Italian. In February 1930, the picture of Princess Maria José in the snow at Cortina with her new husband Umberto, wearing a short double-breasted jacket redolent of the Napoleonic style, with its high turned up collar and a charming little beret to hold back her blonde wavy hair, strikes the imagination of Italian women, who, not yet having had time to embrace the “pale complexion” look, find it disconcerting to be sud-

1948. Il piccolo Rinaldo Menardi gioca con un cucciolo di capriolo nei boschi dietro all’Hotel Cristallo. Il caldo berrettino con visiera anticipa quelli da baseball dei giorni nostri. 1948. Rinaldo Menardi as a child, playing with a baby roe deer in the woods behind the Hotel Cristallo.

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color seppia

Always in the forefront of fashion and style, in the 1920s and 1930s Cortina launched a ladies’ outfit for «the practicing of Alpine skiing». Stefano Zardini has sought out the most suggestive images from his inexhaustible historical archives. Fabiana Giacomotti has taken up the threads of the story of an age and its protagonists, featuring Princess Maria José in the snow with her husband Umberto, in a little doublebreasted jacket recalling the Napoleonic era, and the Duce’s favourite daughter, Edda, with her masculine-chic line

denly urged by the regime to get a suntan, although they do their best to adapt. Cortina is a dream, but a day spent skiing or walking in the snow on snowshoes, with a group, on the Mottarone or Monte Rosa, is becoming a possibility, leaving by train at dawn from Milan or Turin, high-laced leather boots greased with seal fat the night before to make them waterproof. Seal, mink, beaver, opossum, or ermine, rigorously tinged: right up to the autarchy, which will attempt in vain to introduce the muskrat but also the «suckling calves of Eritrea, ski suits of Imperial grey goatskin for lady skiers and trimmings of Abyssinian cats’ tails for hats and gloves»; as the Illustrazione italiana points out in 1938, all the elegant ladies of the regime and all the stars of the 1930s films make it a point of honour to wear fur even in summer. The dream is to have an Argentinian fox

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fur bolero to wear over an evening dress, while during the daytime the aspiration is to imitate the masculine-chic style of the Duce’s favourite daughter, Edda, who was married to Count Galeazzo Ciano in 1930 wearing a satin dress by the Rome fashion house Montorsi, but who in everyday life, and of course also in the mountains, wears round-necked sweaters and narrow mens’ - look trousers with a leather belt, like Katharine Hepburn. Edda adores Cortina; she will continue to come here all her life, an elegant and wistful yet never resigned witness to an era that had dared much but that had erred too much. The newspaper of 5 February 1939, the day of the inauguration of the Principe di Piemonte cable car linking this little town of Ampezzo with Monte Faloria («a bold and mighty enterprise») shows her smiling, wearing a pair of trousers somewhat like

knickerbockers and which in the space of two years or so she, like every other Italian woman, will, at least officially, be obliged to stop wearing: the war effort is to impose a saving on material, and the nation’s wardrobes are emptied of waistcoats, double breasted jackets, and, of course, women’s trousers. The magazine La donna fascista is prompted to accuse trousers of «not distinguishing women» and urges them to give up wearing «this buffoonish Americanism», supported by the Ente nazionale della moda (The National Fashion Corporation), the forerunner of the present Camera nazionale della moda (National Chamber of Fashion), which, in its Commentario Dizionario actually denies having ever seen such a ridiculous item of clothing worn on the streets by respectable women. The war on trousers (and soon also on many of the sports

Edda Ciano Mussolini col suo maestro Roberto Zardini. Da notare l’abbigliamento di quest’ultimo: giacca, lacci bianchi agli scarponi, camicia bianca sciarpa stretta al collo a mo’ di foulard e due orologi, uno per polso. Lei, calzoni alla zuava lunghi e grossi guanti di lana bianca. Edda Ciano Mussolini with her teacher Roberto Zardini. He is wearing: jacket, white laces on his boots, white shirt, scarf tied tightly and two watches . She is wearing long knickerbockers and big white woollen gloves.

most practiced by women and most suitable for showing off the female arts and in particular the female form) bears the signature of both the party and the Church, the latter also considering skiing as being dangerous for morality and for motherhood, ordering the daily newspapers not to publish photographs of female athletes unless they are swathed in the most chaste of suits. But soon enough there will no longer be any female athletes, nor a means of complaining about the odour of rancid milk that, despite the publicity proclaiming Lanital’s virtues and its indistinctness from sheep’s wool, emanates from sweaters in this fibre obtained from precipitated casein in the laboratories of Snia Viscosa: in the mountains groups are hidden away that are quite different from those of the intellectuals - smiling, a little snobbish - who until a few months

ago would take refuge somewhere to eat roe deer and to play a game of “ponte”, (you weren’t even allowed to say “bridge”, for goodness’ sake!). When, in the 1950s, with the rebirth of optimism and the baby-boom, and the small car and the washing machine bought on instalments, Italy continues to dream of Cortina but is also starting to frequent the Mottarone, fashion on the slopes will discover the downfilled jackets by Authier, trousers by Le Coq Sportif, and, soon after, by Moncler: colourful, shiny – quick and flashy, like the newly rich. These are the new Gallicisms, and they are accepted without a struggle. Those yearning for the return of thick wooIlen knee-length socks will have to wait another two decades before having the satisfaction of seeing them brought back into fashion. A confined élite is all too often badly imitated.

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on stage

IL FASCINO DELLA NEVE Giochi di contrasti e di parole, di chiaroscuri e di immagini che svettano in una cornice di luce e natura incontaminata. Il bianco diventa il set naturale di un mood inconfondibile. Dove ogni particolare fa la differenza. Photographer Gianguido Rossi Fashion editor Peter Cardona Model Dorothy Bohner@Why Not Make-up Sara de Chirico@Greenapple Hairdresser Annalisa Massari@Greenapple Photo assistant Denys di Silvestre Light and photo equipment EXIT Milano professional Location Pezié de Parù

STILE. Giacca tecnica con pantalone Authier e stivali doposci Moon Boot (K2). Guanti in pelle Orciani (Trifoglio). Ciaspe e racchette da neve Atlas (Quota 1224). Maglione in lana Isola Marras, sciarpone Extè.

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STYLE. Jacket in technical fabric and trousers by Authier, après ski boots by Moon Boot (at K2). Leather gloves by Orciai (at Trifoglio). Snowshoes and ski poles by Atlas (at Quota 1224). Woollen sweather by Isola Marras, oversized scarf by Extè.

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ON STAGE

PERSONALITĂ . Abito grigio in lana con maniche a tre quarti Philosophy di Alberta Ferretti (Bredo). Jeans denim scuri Just Cavalli (Top Class). Bracciale rigido Orciani (Trifoglio), Stivaletto nero in pelle Gina (Bredo).

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PERSONALITY. Grey woollen dress with three-quarter lenght sleeves by Philosophy by Alberta Ferretti (at Bredo). Dark denim jeans by Just Cavalli (at Top Class). Stiff bracelet by Orciai (at Trifoglio). Black leather ankle boots by Gina (at Bredo).

CARISMA. Dolcevita tecnico e fashion con collo alto Vist (Slalom). Maglione con cappuccio e interno in pelliccia Marmot (Quota 1224). Manicotti di produzione artigianale Trifoglio. Cintura in pelle Ferretti (Bredo). Occhiali da sole Moschino by Allison (Solo Sole). Casco nero con visiera e maschera Uvex, sci dorati Volant (Quota 1224). Giaccone con interno in pelo ecologico Etro.

CHARISMA. Turtleneck sweather in technical fabric by Vist (at Slalom). Hoody with fur on the inside by Marmot (at Quota 1224). Hand-crafted muffs by Trifoglio. Leather belt by Ferretti (at Bredo). Sun glasses Moschino by Allison (at Solo Sole). Black helmet with visor and ski mask by Uvex, golden ski by Volant (at Quota 1224). Winter jacket with ecological fur by Etro.

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ON STAGE

Snow Glamour Play on words and play with clash, with chiaroscuro and images, framed by pure light and nature. White becomes the natural background to creatE an unmistakable mood. Every single detail makes the difference.

SUGGESTIONE. Giaccone di lunghezza tre quarti in pelo ecologico Hell is for Heroes e piumino-gilet marrone Patagonia (K2). Maglione in lana di produzione propria Trifoglio. Pantaloni tecnici Frauenschuh e stivali con bordo in pelliccia Harricana (K2). Sciarpa in pelliccia Victory e cintura in pelle con dettagli catena Orciani (Trifoglio). Sci Amplid e casco da sci Fox Rider (Slalom). Maschera zerorh+ by Allison (Solo Sole).

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INFLUENCE. Three-quarter winter jacket in ecological fur By Hell is for Heroes and brown waistcoat by Patagonia (at K2). Hand-crafted woollen sweather by Trifoglio. Trousers in technical fabric by Frauenschuh and fur boardered boots by Harricana (at K2). Fur scarf by Victory and leather belt with chains by Orciani (at Trifoglio). Ski by Amplid and ski helmet by Fox Rider (at Slalom). Ski mask zerorh+ by Allison (at Solo Sole).

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ON STAGE

INCANTO. sotto alla Tofana di Rozes. Giacca in pelle con cappuccio Hell is for Heroes (K2). Cintura in pelle Orciani (Trifoglio). Minigonna in jeans Dolce&Gabbana (Top Class).

SPORTY&CHIC. Tutti pazzi per il fondo, sport sempre più praticato nella conca d’Ampezzo: giacca tecnica Dale Norway e pantalone Bjørn Dæhlie; sci Rossignol e scarponcino Atomic (tutto da Martina/ MT78). Felpa Diesel con cappuccio e zip (Top Store), guanti senza dita Salewa (K2) e cintura in pelle Orciani (Trifoglio). Maglione grigio usato come maxi sciarpa United Colors of Benetton.

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ENCHANTMENT. under the Tofana di Rozes. Hooded leather jacket by Hell is for Heroes (at K2). Leather belt by Orciani (at Trifoglio). Denim Mini skirt by Dolce&Gabbana (at Top Class).

SPORTY&CHIC. Mad about cross-country skiing, one of the most performed sport in Cortina d’Ampezzo: jacket in technical fabric by Dale Norway, and trousers by Bjørn Dæhlie. Ski by Rossignol and ankle boots by Atomic (at Martina/ MT78). Hooded sweatshirt with front zip by Diesel (at Top Store), fingerless gloves by Salewa (at K2) and leather belt by Orciani (at Trifoglio). Grey sweather put on as a skarf by United Colors of Benetton.

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ON STAGE

SEDUZIONE. Face make-up, body foundation e mouth white panstick by Mac. SEDUCTION. Face make-up, body foundation and mouth white panstick by Mac.

La moda più fashion passa dai migliori negozi di Cortina, quelli che hanno supportato la ricerca del nostro stylist, tra le ultime tendenze e capi tecnici per trovare formule glamour "all day". Da indossare da mattino a sera, dalle piste da sci fino allo struscio all’ora dell’aperitivo.

The latest fashion trends could be find in the most important stores in Cortina, those whom have helped our stylist in his research thru technical and glamourous outfits to wear from the beginning of the day through the evening, from the ski slopes to the hip bar where to have a drink with friends.

Special Thanks to Bredo-Guerresco Corso Italia 60 e 23 tel. 0436 860407-866996 Guess Corso Italia 89, tel. 0436 3323 K2 Sport Lacedelli Via Cesare Battisti 2 e 32 tel. 0436 863706-870126 Martina/MT 78 Sportwear Via Roma 9, tel. 0436 877043 Quota 1224 Sport Via Cesare Battisti 12, tel. 0436 861774 Slalom, Ski Hire & Shop Corso Franchetti 6, tel. 0436 890666 Solo Sole – Centro Ottico Igor Ghedina Via del Mercato 6, tel. 0436 863719 Top Class Corso Italia 42, tel. 0436 2923 Top Store Via Cesare Battisti 11/a, tel. 0436 861417 Trifoglio Boutique Corso Italia 93, tel. 0436 861192

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BACK STAGE

Il caldo del montone veste anche gli accessori. E Guess ne fa una borsa da passeggio. I dettagli abbondano sui volumi oversize resi originali dai profili in pelle e metallo che, a contrasto, aggiungono un tocco di preziosa arte artigianale. Da Guess Store. The warm only mutton can bring becomes a bag by Guess. At Guess Store

Voglia di morbidezza. A Cortina, Trifoglio è noto per la sua maglieria di produzione artigianale, capace di spaziare tra i filati pregiati e le forme uniche e originali. Questa giacca tre quarti con motivi a trecce è super à la page sopra ad altre maglie e chiusa in vita con una cintura in pelle. At Trifoglio fine hand-crafted knitwear made of precious yarns to obtain unique and original shapes.

TENDENZIOMETRO di Giorgia Alberti

Ovvero tutto ciò che ha colpito la nostra modella, in trasferta a Cortina per il servizio fotografico

L’ultra tecnico che non rinuncia al fashion. Da Martina/ MT78 Sportswear i migliori marchi per gli appassionati di fondo. Come la Dale of Norway, azienda norvegese nota per i suoi maglioni caldi e indistruttibili, produttrice della giacca che indossa la nostra modella; e la Bjørn Dæhlie, firma dei pantaloni sopra ritratti, che prende il nome dall’omonimo campione plurimedagliato.

TREND-METER

Per affrontare i freddi più rigidi con una nota di colore, il pile con cappuccio Polartec Thermal Pro di Marmot irrinunciabile sulla neve come sul ghiaccio. Da Quota 1224. The hooded fleece sweather Polartec Thermal Pro by Marmot, a must have on the ski slopes. At Quota 1224

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All about whatever has caught the attention of our model, in Cortina during the photo shooting. Being ultra technical without giving out on fashion. At Martina/MT78 Sportswear the best brands for those who love cross-country skiing. One of those brands is Dale of Norway, a well known company, famous for its extremely warm and highly resistent sweathers. By Dale of Norway the jacket our model is wearing. Another brand is Bjørn Dæhlie, named after the many times champion, manufacturer of the trousers on the picture above.

Dalle discesa libera all’ascesa nel prêt-à-porter. Il fuoriclasse norvegese Lasse Kjus ha creato la sua linea. Ricercatezza dei materiali e impavidi accostamenti di colore che fanno trasparire tutta la grinta del campione i particolari che rendono questo piumino viola rifilato verde acido con copricerniere celesti inimitabile. Da K2 Sport. The style for champions the one signed by the Norwegian record holder Lasse Kjus. At K2 Sport

Dopo aver conquistato le case della Costa Smeralda e di St. Moritz, gli arazzi griffati Aghy’s Luxury Collection, in cavallino dipinto a mano con applicazioni in Swarovski puntano alla conca ampezzana. Tutti i pezzi sono numerati e firmati. Nella foto, Pantera al chiaro di luna. www.aghysoriginal.com Aghy's Luxury Collection's carpets and tepestries, with their hand painted furs and jewellery decorations get ready to conquer Cortina.

Denim-mania per uno stile tutt’altro che informale. La più accurata ricerca e proposta sul jeans a Cortina è da il Top Store. Dallo stile ricercatamente “used” come propone D&G jeans al rigoroso denim scuro impreziosito dal ricamo JC. Denim-mania for a style everything but informal. The best denim wear at Top Store.

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SCIARE AL TOP

sCIARE AL TOP

VOGLIA DI TECNOLOGIA di Massimo Spampani

CASCHI

Salomon ha inventato quelli personalizzabili con l’esclusivo Badge System (foto). Per le ragazze che non possono fare a meno della musica, Head offre quelli dotati di cuffie interne per collegare il proprio dispositivo mp3.

Helmets

Salomon has invented personalisable helmets with the exclusive Badge System. The helmet by Head is even equipped with internal headphones to connect to your mp3.

SCI

Altamente hi-tech. I più sofisticati sono nati da un connubio tra Ferrari e Dynastar: hanno un telaio interamente in carbonio, un punto di riferimento nelle corse automobilistiche. Inoltre possiedono il sistema d’integrazione Autodrive Fluid dove gli attacchi poggiano su una piastra in titanio che permette una stabilità migliore. E ci sono anche gli scarponi con il cavallino rampante (Lange). Fischer invece, dopo i successi di Manfred Moelgg e di Denise Karbon, punta sugli sci col buco, in punta e coda. La massa si concentra al centro dell’attrezzo e lo sci va più rapidamente sullo spigolo. Inoltre le vibrazioni diminuiscono del 25%. Per gli amanti del freestyle, Head (nella foto) propone sci molto leggeri a doppia punta, fatti di fibre di vetro vuote al loro interno. E con le serigrafie delle fotomodelle brasiliane c’è da finire fuori pista. Più romantico il modello Great One con panorami innevati da sogno (nella foto a sinistra). Rossignol invece presenta una gamma ispirata al mondo delle fiabe: le protagoniste sono metà angelo e metà diavolo. Völkl punta su un nuovo sistema di regolazione della flessibilità dello sci. Ogni sciatore così potrà decidere la modalità di reazione del proprio attrezzo.

Skiing

Extremely hi-tech. The most sophisticated ones were created out of a match between Ferrari and Dynastar: their framework is entirely of carbon. To go with them, the ski boots with the rearing colt (Lange). For lovers of freestyle, Head has brought out an extremely light double-tipped hollow fibreglass ski. Motifs for all tastes. Völkl is studying a new system of adjusting the flexibility of the ski. In this way, every skier can decide for himself how to adjust his own skis

GUANTI

Ideali per lo snowboard sono i Men’s Ninja Glove di The North Face (nella foto), che hanno un taglio articolato e sagomato che permette perfino di rispondere al telefono durante le risalite. Per le donne grintose, che non rinunciano alle rifiniture femminili, Rossignol propone quelli bicolore in silicone antiscivolo sul palmo.

Gloves

SCARPONI Materiali sempre più sofisticati e soluzioni avveniristiche nell’attrezzatura e nell’abbigliamento per lo sci e lo snowboard. E per accontentare anche l’occhio, serigrafie colorate e provocanti.

Ideal for snowboarding is the Men’s Ninja Glove by The North Face. An extremely feminine proposal by Rossignol: two-toned, in non-slip silicone on the palm.

Ora è personalizzabile anche lo scafo, oltre che la scarpetta interna, scaldandolo alla temperatura di 80°. Bastano 20 minuti per garantire al proprio piede il massimo comfort (Salomon, nella foto). Per chi salta nei park o per chi non ama avere uno scarpone troppo stretto anche in pista c’è il Mojo di Head con tatuaggi sparsi su tutto lo scafo e anche sulle leve.

Ski boots

Now you can personalise the outside, as well as the inside slipper, by heating it to a temperature of 80°. It takes only 20 minutes to guarantee total comfort for your feet (Salomon). For those who jump in the park, Mojo by Head, with tattoos scattered throughout.

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SCIARE AL TOP

GIACCHE

Il piumino di Peak Performance è così comprimibile che si ripone in una bustina, ideale per risparmiare spazio in valigia. Helly Hansen ha sviluppato una nuova linea che coniuga il massimo delle prestazioni ma non intende rinunciare al super chic, nei classici bianco, oro, nero oppure nelle tinte più vivaci o nelle nuovissime stampe.

Jackets

RACCHETTE DA NEVE

The down jacket by Peak Performance is so compressible that it fits into a small bag. Helly Hansen has developed a new line that embodies the height of functionality while remaining super chic.

Anche qui non solo tecnica. Salewa (nella foto) per le donne ne consiglia di leggere e robuste ma con un look ingentilito per chi non vuole rinunciare alla propria femminilità.

DOPOSCI

Snowshoes

Gli scarponcini di The North Face (nella foto) hanno le suole che si irrigidiscono e diventano quasi dei piccoli ramponi da ghiaccio: mantengono il piede asciutto e caldo fino a 40° sotto zero. Divertenti e comodi gli scarponcini da montagna di Nike ispirati al basket.

TAVOLE

L’ultima novità viene da Atomic che propone una tavola che in discesa viene utilizzata e si comporta come una classica tavola da snowboard, ma che in fase di risalita si può ”scomporre” utilizzandola come un tradizionale paio di sci con le pelli di foca. Salomon (nella foto) punta all’eco-sostenibilità costruendo tavole con materiali riciclabili all’80%. Burton (nella foto) invece ha creato la linea Love, in edizione limitata, con le grafiche “hard” ispirate alle conigliette di Playboy. Per le ragazze molti i “coordinati” nel set completo di tavola, scarponi, attacchi anche in abbinamento con giacche e pantaloni, come propongono Ride Snowboards in collaborazione con Tokidoki e K2.

Here too, not only technique is important. For women, Salewa advises light and strong snow shoes but with a refined look.

Après-ski

These après-ski boots by The North Face have soles that stiffen and become almost like small ice crampons: they keep the feet dry and warm down to 40° below zero. Fun and comfortable, these mountain boots by Nike are inspired by basketball.

Boards

Salomon is aiming for eco-sustainability by making boards with materials that are 80% recyclable. Burton, on the other hand, has created the Love line, in a limited edition, displaying the word “hard”, inspired by the bunny girls of Playboy.

MASCHERE

Maschere con il “grandangolo” quelle di Electric EG2 (nella foto di destra) con le lenti oversize. Per tutte le donne amanti del freeriding Briko propone Venus, provviste di lenti con trattamento antifog che impedisce l’appannamento. Mix perfetto fra ergonomia e bellezza per la maschera tridimensionale zerorh+ (nella foto di sinistra), l’avveniristica forma aerodinamica della lente è frutto dei più moderni sistemi di progettazione.

Ski masks

INTIMO

I muscoli fasciati in capi forzatamente avvolgenti consentono di sviluppare maggiori prestazioni anche nelle discipline invernali: ecco allora i capi della linea snow di Skins (nella foto) basati sulla compressione muscolare graduata.

Underwear

For those who do not want garments that are too tight, the snow line by Skins, based on graded muscle compression.

“Wide angle” masks by Electric EG2, with oversize lenses. 3D mask by zeroth+. 86

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STYLE

CAVALIERI CORAGGIOSI di Franz Botrè Servizio fotografico di Stefano Zardini

Ăˆ un mondo fatto di incanto e destrezza quello del polo, dove vige un codice di eleganza che regola le gesta di cavalli, giocatori e spettatori: tra charme e disciplina, ecco lo sport dei re

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STYLE

H

o sempre pensato che il polo avesse una personalità tutta sua. Per cominciare, è un gioco che va oltre l’equitazione e qualunque altro sport. C’è un motivo: nel polo, tutto il contesto è importante. Il campo, lo scenario naturale che lo circonda, gli attori e perfino gli spettatori, che partecipano da protagonisti alla definizione dell’ambiente e assistono allo spettacolo dal bordo del rettangolo di gioco. E poi, mi ha sempre affascinato il rapporto speciale che si instaura tra cavallo e cavaliere, due elementi in perfetta simbiosi che si fondono in un organismo superiore nell’equilibrio tra agonismo e fair-play. Ho sempre pensato a tutto questo, ma ho cominciato a crederci davvero nel 2003, quando vi ho scoperto un parallelo con una delle mie grandi passioni, l’automobilismo. Perché il polo è un gioco estremo per animali sublimi, magnifiche macchine da corsa fatte di muscoli e nervi. I giocatori di polo, più che fantini, devono essere «gentiluomini coraggiosi, forti di carattere e leali», come disse Juan Carlos Harriott, grande campione degli anni ‘70, forse il migliore di tutti i tempi. Ma, gentiluomini, devono esserlo anche gli spettatori: sugli spalti vige un codice d’eleganza non scritto, che disciplina silenziosamente gli slanci di partecipazione suscitati dalle gesta di cavalli e cavalieri. Altre suggestioni: gli atleti sono quattro per ogni squadra, proprio come i moschettieri di Dumas. Montano cavalli superbi, a una velocità e con tale armonia di gesti che sembrano centauri. I cavalieri corrono, frenano, girano e ripartono, si scontrano, cadono e si rialzano, sudano, urlano e si sporcano. Le loro divise, caratterizzate dai pantaloni bianchi, sembrano ancora più eleganti, imbrattate di terra e tinte dal cuoio delle selle. È così che la destrezza diventa emozione, passione, incanto. Credo in questo sport a tal punto che, proprio nel 2003, il team Royal Oak-Mon-

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Uno straordinario ritratto di un universo "extravagante", come lo definisce Franz Botré, direttore di Monsieur. An extraordinary portrait of a universe, as depicted by Franz Botré, editor of Monsieur.

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STYLE

«I giocatori di polo più che fantini devono essere gentiluomini coraggiosi, forti di carattere e leali», disse Juan Carlos Harriott, grande campione degli anni ’70, forse il migliore di tutti i tempi. «Polo players have to be brave gentlemen more than just jokeys, loyal and strong», said Juan Carlos Harriott, a polo champion in the 70’s, actually considered to be the greatest champion of all.

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sieur è sceso sul campo del Roma Polo Club, al Trofeo Duca d’Aosta. Avevo voluto vicino a me Audemars Piguet per vedere e capire bene il mondo del polo prima di affrontarlo direttamente. Poi è arrivata la prova generale, il Torneo internazionale Coppa d’Oro 2003 Brioni di Monte Argentario. In seguito, affiancando Audi, ho chiesto a Jaeger-LeCoultre, Mochi Craft e Champagne Ruinart di seguirmi. Nel giro di pochi anni, sono nate nuove iniziative che hanno avuto il potere di coinvolgermi definitivamente. Il torneo di Cortina d’Ampezzo, che si tiene a febbraio sulla neve, in particolare, esercita su di me un fascino speciale. Il terreno di gioco

è regale per tradizione, grazie alla leggendaria figura della principessa Misurina. È uno degli eventi più attesi del calendario internazionale di questo sport ed è impareggiabile per suggestione e charme da 20 anni. Il fascino del polo, naturalmente, non seduce chiunque: se l’ho scoperto lo devo a Lando Simonetti, Maurizio Zuliani e Arnaldo Galantino, che mi sono sempre stati vicino durante il mio percorso. Così, lo sport dei re è diventato lo sport dei monsieur, ovvero di coloro che hanno la pertinenza, la cultura e il buongusto necessari per comprendere i molteplici dettagli che fanno di questo mondo un universo extravagante.

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STYLE

Brave riders

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Il torneo di Cortina che si tiene a febbraio sulla neve ha un fascino tutto speciale. Il terreno di gioco è regale per tradizione, grazie alla leggendaria figura della principessa Misurina. È uno degli eventi più attesi del calendario internazionale di questo sport ed è impareggiabile per suggestione e charme da vent’anni

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Cortina’s tournament is held on February, and has a very exclusive appeal. Thanks to the legendary Princess Misurina, it has a royal allure spreading all over the game field. In twenty years it has been the most popular international event of its kind, that everybody are willing to attend.

olo has a personality all of its own: not only does it go beyond horse riding, but the context of the game holds an importance that it has in no other sport. Another reason for its fascination is the special relationship that exist between horse and rider: a perfect symbiosis which maintains an equilibrium between competitiveness and fair-play. Franz Botré came to be fully convinced of this in 2003, when he discovered the affinity with another of his passions, motor racing. Polo is in fact an extreme sport for sublime animals, magnificent racing machines made of muscles and nerves. Polo players, even more than jockeys, must be «brave gentlemen, of a strong and loyal character», said Juan Carlos Harriott, the great champion of the 1970s, perhaps the best of all time. Even the enthusiasm of the spectators is disciplined by an unwritten code of elegance. Other suggestions: the athletes are four to each team, just like the musketeers of Dumas. They mount superb horses, at such a speed and with such harmonious gestures that they look like centaurs. The riders run, brake, turn and set off again, they bump into each other, fall and get up again, sweat, shout and get dirty. Their uniforms, characterised by white trousers, look even more elegant, smeared with earth and stained with the leather of the saddles. In this way their skills become emotion, passion, enchantment. Since 2003 there have been several initiatives directly involving Botré in polo. In particular, the Cortina d’Ampezzo tournament, unrivalled in charm for 20 years, holds great fascination: think only of the regal nature of the pitch, linked to the figure of the Princess Misurina.

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STYLE

CORTINA WINTER POLO mento. Anche questa volta per dare vita al torneo arriveranno sei squadre e lo spettacolo sarà assicurato dalla massiccia presenza di grandi fuoriclasse argentini. Sette giorni di partite avvincenti (la finale del torneo è sabato 21) ed una chiusura pirotecnica (domenica 22) con l’Audi Day. Per la chiusura i cavalli delle vetture Audi condivideranno il palcoscenico del lago ghiacciato con i cavalli del polo: una gior-

nata dove il divertimento e le emozioni sono assicurate da una efficace sinergia tra sport, spettacolo e intrattenimento. L’accogliente villaggio tendato a bordo lago con il Polo Restaurant curato da chef de cuisine di rango, il Polo bar e la balconata panoramica, assicura agli ospiti coccole di eno-gastronomia, caldo e visibilità perfetta. Quest’anno il torneo festeggia il suo ventesimo compleanno. Risale al 1988 il primo esperimento di gioco, promosso da tre amici romani, habitué dell’Hotel de la Poste. All’epoca si giocò sul Lago Landro, sulla statale che collega Cortina a Dobbiaco, offrendo al pubblico una tenda dove gustare dell’ottimo vin brulé.

week in the snow around this appointment. It was in 1988 that the game was played for the first time here, promoted by three friends from Rome, habitués of the Hotel de

la Poste. At that time it was played on Lake Landro, on the national road linking Cortina and Dobbiaco, with excellent mulled wine being offered to the public.

di Caterina Vagnozzi

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quota 1800 metri, sulla soffice coltre di neve che ricopre la superficie ghiacciata del lago di Misurina ritorna un must del calendario invernale dei grandi eventi delle Dolomiti. Il torneo, organizzato da Maurizio Zuliani e Claudio Giorgiutti, ha guadagnato da tempo rilevanza mondiale e non sono pochi coloro che pianificano le settimane bianche proprio in funzione di questo appunta-

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t a height of 1800 metres, on the soft mantle of snow covering the icy surface of Lake Misurina, not to be missed is the return of the winter calendar of great events of the Dolomites. The tournament organised by Maurizio Zuliani and Claudio Giorgiutti has enjoyed worldwide renown for some time, and many plan their

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Quando/When:

15-21/2 2009

Dove/Where: Lago di Misurina

Info: www.cortinawinterpolo.org

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PASSIONI

Roll - action

CIAK, MOTORE, AZIONE di Francesco Festuccia

L’Aurelia nel Sorpasso, l’Alfa ne Il Laureato: non solo auto ma vere dive del grande schermo

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ome? Automobile. Professione? Tante, ma forse la preferita, la più charmant perché no? Attrice o attore (d’altronde, non si sa mai se l’automobile è maschio o femmina e noi in questo articolo preferiamo pensarla attrice). E sì, quante volte il flash di quell’automobile ha lasciato il segno nella nostra memoria perché l’abbiamo vista attrice di un film. Ognuno può fare la propria graduatoria. Opinabile, opinabilissima come quando diciamo mi piace di più quell’attore o quell’attrice. Ognuno ha le sue corde toccate da questa o quell’immagine. E allora proviamo a dare qualche suggerimento, qualche spunto del tutto personale dettato dal gusto, dall’età, dal sapore che ci ha lasciato quella visione. E tanto per capire con quale forza il fascino estetico, la potenza, l’utilità delle quattro ruote siano entrati di fatto nella storia del cinema basta ricordare che non sono affatto rari ruoli di protagonista o di coprotagonista a prescindere poi dalla fine che hanno fatto sulla pellicola. Perché, come avviene per gli attori in carne e ossa, le auto

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possono ricoprire un ruolo gioioso e positivo, distruttivo e diabolico, felice, tragico o magico, e non si può negare che molte di esse al cinema siano diventate delle vere e proprie star: molto spesso al centro di terribili e adrenalinici inseguimenti e scene di azione dove la distruzione stessa del mezzo è parte integrante della spettacolarità. Ma quelle sono emozioni diverse. Quel che resta impresso è il legame con i nostri ricordi. Come allora non partire con la splendida irripetibile Aurelia Spider (la mitica Lancia B 24) del Sorpasso di Dino Risi, simbolo della velocità, della classe di quegli anni: design Pininfarina, immagine in bianco e nero (ma noi sappiamo che era celestina, tinta classica di allora) simbolo dell’arroganza e della prepotenza, della velocità sdrammatizzata dalla frase del vecchietto che dice «ma nun core 'sta maghina?» (ma non corre questa macchina?). Fascino straordinario e mito delle automobili italiane che ci porta qualche anno più avanti ad un’altra spider italiana. L’Alfa Romeo Duetto rossa, nella versione che per tutti è quella “osso

di seppia”, anche qui uscita dalla matita di Pininfarina, de Il laureato che accompagna Dustin Hoffman nella sua disperata rincorsa all’amata, fino ad abbandonarlo, esausta e fumante. E come non restare terribilmente colpiti dalla prima tecnologica Aston Martin di James Bond dotata di mille gadget, ma comunque dall’eleganza fantastica quando girava per Londra in “abiti borghesi”. Il mitico 007 ha poi cambiato altre macchine, Bmw ad esempio o anche la Lotus Esprit S1 subacquea. Ma lei (una splendida Dbs canna di fucile) resta irripetibile. Parti da attrice, comprimarie all’inizio, ma che le hanno rese protagoniste. Perché se pensiamo al Sorpasso pensiamo all’Aurelia, se pensiamo al Laureato pensiamo all’Alfa, se pensiamo alla serie di James Bond pensiamo all’Aston. Ma ci sono stati film dove l’automobile è proprio l’attrice principale: basti pensare al Maggiolino tutto matto, dove la sgraziata “macchina del popolo” tedesca aumenta invece la propria fama di automobile simpatica, battendo tutte

le auto più veloci grazie all’anima che ha nier Ugo Fantozzi divenuta simbolo dello dentro. Automobile che prende una vita “squallido”, del fantozziano per eccellenza. propria “buona” in questo caso o una vita Ma ognuno di noi ricorda anche qualche propria “cattiva” come la Plymouth Fury particolare meno eclatante, qualche audel ‘58 di nome Christine. tomobile vista di sfuggita in un film dove Altra icona dell’automobile è la Mini magari aveva un ruolo secondario ma che di Alec Issignois che in Italian Job dove, per una qualche strana alchimia mentale, prima la vecchia e poi la nuova, made in come botta di adrenalina resta impressa Bmw, con il più recente sequel è al centro come a un colpo di fulmine. Si può pensare del colpo grosso che i protagonisti devoper esempio alla nera Citroen 11 cv traction no compiere (tanavant che Alain Deto riuscita come lon guida con senattrice che fu prosuale nonchalance Francesco Festuccia nella sua dotta addirittura con la sua barba una serie speciale lunga e il cappotduplice veste di grande esperto della Mini chiamato di cammello ne di cinema (è inviato del tg2) e da ta appunto Italian La prima notte di super appassionato di auto (è tra Job), ma è anche quiete, film italiano i soci fondatori del Cortina Car inseparabile comdel 1972 di Valerio Club) ha mappato le icone delle pagna di viaggio Zurlini. quattro ruote di ieri e di oggi di Mr. Bean imE l’elenco sapersonato da Rorebbe infinito e qui wan Atkinson nel ognuno di noi può suo verde pisello, pur non perdendo però aggiungere la sua particolare automobile il suo british aplomb. vista e amata al cinema. Anche queste Ma anche l’aspetto sgraziato - come sono emozioni, magari non studiate a avere un gran nasone per un attore - ha tavolino. Emozioni trasmesse da questo fatto impersonare delle parti importanti straordinario mezzo che con il cinema ha all’automobile attrice. Come non pensare - se pensiamo bene - un curioso legame alla Ford Anglia di Harry Potter che addilinguistico con il suo cuore, cioè il motore. rittura - anche se virtualmente - vola o la Pensate solo quando il regista dice: «Mo“tragica” Bianchina Quattroposti del ragiotore, azione...» e nasce il film.

Name? Automobile. Profession? Many, but perhaps the favourite, the most charming, why not actor or actress? (Anyway we never know if a car is male or female and in this article we prefer thinking of her as an actress). How many times has the flash of that automobile remained indelibly impressed in our memory because we have seen it as an actress in a film: the Aurelia in Sorpasso (Overtake), the Alfa in The Graduate, the Aston Martin in the James Bond series. Each of us can make his own list. But one thing is sure – so many cars have become true stars of the cinema, very often in the midst of terrible and adrenalincharged car chases and action scenes where the destruction of the vehicle is an integral part of the spectacle. The list is endless and each of us can add his own particular automobile that he has seen and loved at the cinema. These are also emotions, even if we may not have sat down and examined them: emotions transmitted by this extraordinary vehicle which has – if we think about it - a curious linguistic link with the heart, the “motor”, of the cinema: just think when the director says: «Roll, action...» and the film is born.

Qual è l'auto del vostro immaginario cinematografico? Sondaggio aperto su: www.cortinacarclub.dolomiti.org

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SPORT

When the ice gets hot

SPORT

GHIACCIO BOLLENTE di Andrea Gris - foto Stefano Zardini

Quella per l’hockey è una passione che a Cortina si tramanda di padre in figlio, e che ancora oggi, grazie alle gesta della squadra di casa, accende gli animi di un’euforia tutta sportiva

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Cortina d’Ampezzo l’hockey su ghiaccio è lo sport che più di ogni altro abbraccia tutte le generazioni. Una tradizione che si tramanda di padre in figlio, da nonno a nipote. Si tratta dell’unico sport ampezzano con una squadra che può vantare la partecipazione al massimo campionato italiano. Tutto cominciò agli inizi del ‘900 quando fu fondata la società Gruppo Sportivo Dolomiti Cortina Hockey. Nel 1935 l’associazione fu colpita dalla censura fascista che impose la sparizione della parola “hockey” dal nome e la squadra fu ribattezzata: Associazione Sportiva Ghiaccio Cortina. Riguardo all’origine del termine ci sono opinioni contrastanti: dall’antico germanico "hok", pezzo di metallo o legno ricurvo; o dal francese "hocquet", bastone del pastore. O ancora dal canadese "hoo-gee", (che nella lingua dei Nativi dell’America del Nord significa “che male”). L’unica cer-

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tezza risiede nel fatto che l’hockey non è un’invenzione estemporanea, quanto piuttosto uno sport nato dall’evoluzione di più giochi. Ma torniamo alla storia. È il 1935 quando l’associazione sportiva comincia ad arricchire il suo palmares e già tre anni prima, i biancocelesti - questi da sempre i colori delle maglie - vinsero il loro primo scudetto. Nel dopoguerra l’associazione diventerà la Sportivi Ghiaccio Cortina” Tornerà a vincere un anno dopo le Olimpiadi Invernali del 1956, quando si gioca ormai nello splendido scenario dello stadio a cinque cerchi. Da allora fino al 1975 gli scudetti vinti sono 15, due le Coppe Italia. Ma devono passare ancora 32 anni dall’ultima vittoria e dagli idoli dell’epoca, dai mitici fratelli Da Rin ai vari Menardi, Kobe, Savaris, prima di una nuova rivincita. È il 2006, infatti, quando in una sera di primavera dall’aria frizzante, all’Agorà di Milano il Cortina De Vilmont vince la finale scudetto. Uno scudetto che, dopo tanto impegno, passione e sacrifici torna a brillare sulle maglie di questa assoluta tradizione sportiva del paese. L’immagine storica della vittoria è l’abbraccio tra padre e figlio. Tra colui che quel riconoscimento lo vinse nel 1975 e il figlio che ha realizzato lo stesso sogno dopo 32 anni. Una storia da far invidia alla televisione dei sentimenti. La vittoria è di tutti e di tutto il paese che

si unisce con la squadra in una tre giorni di festeggiamenti. L’anno prima, in finale sempre contro i Vipers Milano sembrava cosa fatta ma non ce la fece nemmeno Matt Cullen, il super campione americano, a trovare il guizzo vincente. Dopo l’euforia e l’ebbrezza sportiva della vittoria ci si sente vincenti e tutti sperano in una conferma l’anno dopo, ma non è sempre così. La scorsa stagione la squadra è uscita amaramente dal torneo e lo scudetto è stato meritatamente conquistato dal Bolzano che con quella vittoria arrivò a fregiarsi del diciassettesimo tricolore. Il Cortina l’anno prima era approdato a quota sedici. La storia continua e arriva ai giorni nostri. La squadra di questo 75° Campionato Italiano ha cominciato la sua stagione ad un ritmo di vittorie impressionante. La società ha speso bene e comprato ancora meglio. Sono arrivati dei giocatori stranieri di livello altissimo con una grande voglia di vincere. Tutti concordi nel dire che il gruppo è potente e fisicamente superiore a tutte le altre squadre. «That’s hockey» direbbe il radiocronista americano, spiegando il gioco maschio di ragazzi che pesano più di cento chili e sui pattini sono alti due metri. Un gioco che diverte il pubblico e sopratutto i tifosi contenti di sognare un’emozione così forte come quella di ricucire il tricolore sulla maglia.

In Cortina d’Ampezzo, ice-hockey is the sport which more than any other embraces all generations. It’s a tradition that is passed from father to son. This is the only sport in Cortina with a team that can boast participation in the Italian championships. It all started at the beginning of the 1900s when the Gruppo Sportivo Dolomiti Cortina Hockey (The Cortina Ice-Hockey Club) was founded. It was in 1935 that the sports association began to increase its prize record; three years before, the “white and blues" had already won their first championship. After the war the association became the Sportivi Ghiaccio Cortina (Cortina Ice Sports Club). The team would return to win the championship of 1957, in the splendid setting of the “five-circle” stadium that hosted the Winter Olympics of 1956. From then until 1975 they won 15 championships, two of them the Coppa Italia (Italian Cup). But 32 years were to pass before they won again. It was in 2006, in fact, when on a crisp Spring evening in the Agora stadium in Milan the Cortina De Vilmont team won the championship. And so we come to the present day, when the team of the 75th Italian Championship has begun its season at an impressively victorious pace, while passions continue to light up the city.

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SPORT

Top events

Cortina Snowkite Contest 2009 A CACCIA DEL VENTO GIUSTO È l’evento sportivo più frizzante sulle nevi di Cortina. Una settimana a tutta energia tra agonismo e divertimento, con atleti e spettatori provenienti da diverse nazioni europee. Un’occasione per ammirare evoluzioni disegnate tra neve e aria, salti, trazioni e accelerazioni di autentici fuoriclasse di una disciplina che anche nel nostro Paese sta mietendo proseliti. Novità del 2009 la presenza del pluricampione del mondo Guillaume "Chasta" Chastagnol. Già cult in paesi come la Francia, il kitesnow è sbarcato ufficialmente a Cortina lo scorso anno grazie a Kite4Freedom, associazione sportiva che ha aperto la Cortina Snowkite School.

È la regolarità, non la velocità pura, l’elemento determinante di questa gara di sci promossa dallo Yacht Club Cortina, che attribuirà anche gli Ycca Award 2008. Una sfida a squadre i terzo trofeo europeo: protagonisti gli equipaggi degli yacht club più prestigiosi al mondo. L’obiettivo tra i pali non è fare il tempo più basso ma dimostrare la compattezza e la sinergia, ottenendo il tempo più simile possibile tra le performance individuali dei componenti del team. L’edizione 2008 ha visto sul gradino più alto del podio il team di Edimetra dello Yacht Club Cortina d’Ampezzo che ha mostrato la sua supremazia su 12 squadre.

IN SEARCH OF THE RIGHT WIND

FROM THE SEA TO THE MOUNTAINS

This is the most exciting sporting event on the snows of Cortina. A week where it's “all systems go”: competitive spirit mixed with enjoyment, with athletes and spectators coming from various European countries. An occasion to admire turns in snow and air, jumps, first rate drives and accelerations of a discipline that is quickly gathering converts in our country too. The novelty of 2009 will be the presence of the several-times world champion Guillaume "Chasta" Chastagnol. Already a cult sport in countries such as France, snowkiting was officially launched at Cortina last year thanks to Kite4Freedom, the sports association that opened the Cortina Snowkite School.

It is uniformity, and not pure speed, that is the decisive element of this skiing competition, which is structured according to a very particular formula. A match between the most popular yacht club teams. the target is not being the fastest but show the sinergy within the crew, trying to equal the individual performances. In the 2008 edition, the winners were the Edimetra team of the Yacht Club of Cortina d'Ampezzo, who thus proved their supremacy over 12 other teams.

Quando/When: 12-15/3 2009

Dove/Where: Passo Giau

Info: www.kite4freedom.com

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Ski Yachting Team Cup 2009 DAL MARE AI MONTI

Quando/When: 30/1 - 1/2 2009

Dove/Where: Faloria

Info: www.yachtclubcortina.it

Neve a regola d’arte È verso l'ora del tramonto, quando i riflessi rosa avvolgono le Dolomiti, che ammirare una statua di neve può diventare un'esperienza da sogno. D'altronde, a Cortina, le sculture di ghiaccio sono di casa: il primo festival in Italia ha avuto luogo proprio nella conca ampezzana vent'anni fa. E l'anno scorso, grazie allo scultore Andrea Gaspari, il Festival Internazionale Sculture in Neve ha riaperto i battenti dopo dieci anni di assenza. Tre giorni di lavoro, tre il numero di scultori per ogni squadra, tre metri per tre le dimensioni dei cubi di neve

da plasmare: questa la "regola del tre" che rimane valida anche per l’edizione 2009 presentata da Land Rover. Il noto marchio automobilistico che deve la sua notorietà ai suoi mitici fuoristrada, capaci di domare qualsiasi condizione meteorologica, neve e ghiaccio ha sposato la causa. Le 10 squadre che nella prossima edizione si contenderanno la vittoria – cinque italiane e cinque straniere – saranno sottoposte alla valutazione della giuria di qualità e del pubblico e un premio speciale sarà proprio quello Land Rover.

SNOW AS AN ART FORM The first of its kind in Italy, it was obliged to close after ten years. After twenty years of absence, last year saw the return of the Festival Internazionale Sculture in Neve (the International Snow Sculpture Festival). Three days of work, three sculptors in each team, three metres by three the size of the cubes of snow to be shaped: this is the "rule of three", which will also be valid for the 2009 edition by Land Rover. The 10 teams that will be competing in the next Quando/When: 14-18/1 2009

festival – five from Italy and five from elsewhere – will face the judgement of both the jury and the public. A magic will pervade the heart of Cortina, as related by Andrea Gaspari, the promoter of the festival's revival, reminiscent of the first years of this absolute novelty: «teams came from all over the world, every group bringing its own style and brand of humanity to offer to all who stopped in the cold to see what was being shaped from those heaps of snow». Dove/Where:

Info: www.andreagaspariscultore.it

Corso Italia

Per maggiori informazioni su tutti gli eventi, in distribuzione nella conca ampezzana il CORTINA.TOP events, consultabile online anche su: www.cortina.dolomiti.org

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L'alter ego di cortina di Nicoletta Sovilla

Alla scoperta dell'altro volto della Regina, tra angoli reconditi e inquadrature inconsuete: questo il leitmotiv della mostra di Pierpaolo De Bona alla Libreria Sovilla

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ortina vista dall'occhio di Pierpaolo De Bona che, con sapienza e cura, ha ritratto scorci della conca ampezzana, esposti in trenta scatti eseguiti in analogico presso la Libreria Sovilla fino al 28 febbraio 2009. Inquadrature insolite e punti di vista inediti sui luoghi conosciuti come sugli angoli pi첫 nascosti della Regina delle Dolomiti offrono uno sguardo diverso sulla conca ampezzana. Come le cinque croci del Santuario della Madonna della Difesa che rimandano, in un divertissement metaforico, alle 5 Torri. Questa insomma la cifra stilistica di De Bona che, con queste opere, si avvicina per la prima volta a Cortina. Stampate ai pigmenti di carbone su carta di alto spessore, dal ricco contra-

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sto, le immagini presentano un'incisione quasi grafica, tanto da mettere in evidenza dettagli come le venature delle rocce. In esposizione anche una stampa manuale di grande dimensione eseguita a pennello e spatola su carta Rosaspina utilizzando l'antica tecnica dei sali di argento. Alcune delle immagini sono stampate in tiratura limitata su carta Pescia Toscana. Per info: 0436 868416.

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inside

Cortina's alter ego Pierpaolo De Bona's snap shots will be on show at the Sovilla Bookstore. The exhibition will last until the 28th of February 2009. An unusual view upon Cortina d'Ampezzo. Images, printed with coal's pigments on very thick paper, have a highly graphic incision. Info: 0436 868416.

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UN AlbergO, un racconto

Ăˆ il Cristallo il gioiello della Regina di Massimo Spampani

Oltre un secolo e non sentirlo. Dai ruggenti anni Trenta al rutilante mondo del cinema, le vicende dell’Hotel si sono incrociate con la grande Storia, riempiendo le sale di balli e feste i cui echi risuonano ancora nella conca ampezzana

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Un ALBErgo, un racconto

Its Cristallo the Queen’s jewel The Cristallo Palace Hotel & Spa really is a special place: the album of memories it can boast of and today’s reality make it one of those hotels that can be considered as the milestones of Alpine tourism. Although times are not what they used to be, the Cristallo is still a card that Cortina can play. Its history from 1901, when its doors were opened, to 1978, was linked to that of the great family of the Ampezzo Valley, the Menardis, who decided to build the hotel at a time of change for Cortina, which had become a privileged destination of world tourism. Its history has always coincided with great events, as witness the degradation that it underwent during the Great War, the luxury of the “roaring thirties”, the sudden intrusion of the Second World War, the elegant parties of the early fifties, the Olympics of 1956, and the presence of various personalities of the world of the big screen. After a dark period (the rise in private houses, its closure for 10 years), the Cristallo has reopened its doors as the Cristallo Palace Hotel, thanks to the entrepreneur from Bologna Paolo Gualandi, and boasts 74 rooms, 22 of them suites.

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o si nota subito pressoché da ogni punto della valle: il suo immenso volume, le luci, la grande veranda con i saloni illuminati, la posizione privilegiata, un vero belvedere su Cortina. Insomma qualcosa di speciale. E speciale il Cristallo Palace Hotel & Spa lo è davvero perché l’album dei ricordi che può vantare e la realtà di oggi lo collocano tra gli alberghi che possono, a ragione, essere considerati tra le pietre miliari del turismo alpino. Certo i tempi non sono più quelli delle lunghe vacanze estive, della clientela aristocratica e dell’alta borghesia mitteleuropea con Cortina ancora austriaca che precedettero la Prima Guerra Mondiale, né quelli del boom economico degli anni Sessanta, quando furono proprio le sale del Cristallo il set privilegiato di film di grande successo. Ma pur nell’inevitabile aggiornamento che l’evoluzione dell’economia e del costume hanno imposto, il Cristallo resta una carta che Cortina può spendere sempre bene. La sua storia, dal 1901, quando aprì i battenti, al 1978 è legata a quella della famiglia Menardi: una delle grandi famiglie ampezzane. Giuseppe e sua moglie Emilia Volkan, minuta e volitiva, con un passato di cameriera dal 1875 all’Hotel Greif di Bolzano, ebbero l’idea e la tenacia di costruire l’albergo. L’epoca era di grande trasformazioni per Cortina, sull’onda di quel turismo nascente che negli ultimi decenni dell’Ottocento aveva visto la conca e le sue montagne entrare nelle destinazioni privilegiate di ricchi alpinisti, cacciatori, forestieri alla ricerca di emozioni da raccontare a Vienna, Dresda, Berlino, Budapest, Londra, ma anche Mosca, Boston, New York. Tra i primi ospiti Leone Tolstoj. Subito nel 1906 il primo ampliamento e poi nel 1913 la prima vera ristrutturazione che portò il Palace Cristallo, come già si chiamava, alle dimensioni di oggi. Durante la Grande Guerra l’hotel ven-

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Nominato nel 2007 miglior Ski Resort d’Italia e d’Europa, il Cristallo Palace Hotel & Spa è un vero trionfo di stile che si può ammirare in ogni suo spazio: nel ristorante La Veranda del Cristallo che si affaccia sulle Tofane, come all’interno delle sue camere e suite. Nominated in 2007 as the Best Italian and European Ski Resort, the Cristallo Palace Hotel & Spa is the essence of pure style.

ne adibito a ospedale militare con il degrado che ne conseguì. Con Cortina italiana, la nuova ferrovia Calalzo-Dobbiaco, l’avvento dell’automobile e l’ascesa del fascismo, dal 1925 iniziò la ripresa che sarebbe poi sfociata nei ruggenti anni Trenta. Leo Menardi – figlio unico di Emilia e Giuseppe, grande sportivo, uomo di cultura e dai modi gentili e grand viveur (sposerà Ofelia Zardini, campionessa di sci) – diede quell’impulso al Palace Cristallo che significò vita mondana, lusso, feste, concerti, tè danzanti, campi da tennis, piscina (una delle prime sulle Alpi), sfilate canine. In quelle sale passarono Gabriele d’Annunzio, Re Fuad d’Egitto, Re Milan di Serbia, Re Alberto dei Belgi, i Baroni Rothschild, oltre naturalmente ai numerosi componenti di Casa Savoia con in testa il Duca Amedeo d’Aosta. Anche quel tempo

passò. La Seconda Guerra Mondiale vide il Cristallo requisito, per tornare ad essere lazzaretto militare. Le eleganti feste da ballo dei primi anni Cinquanta cancellarono quel triste ricordo. Nel 1951 nacque, su iniziativa di Leo Menardi, il Bob Club Cristallo – Leo portò a Cortina sulla superficie ghiacciata davanti all’albergo anche il curling. Poi vennero le Olimpiadi del 1956, con i loro fasti. Nel ’62 l’attenzione del grande schermo vide al Cristallo Frank Sinatra nel film Von Ryan's Express e l’anno successivo Peter Sellers, l’ex fotomodella Capucine e Claudia Cardinale ne La pantera rosa di Blake Edwards. Quando gran parte del turismo alberghiero lasciò il passo alle case private di Cortina, che ne erosero la clientela, Rinaldo Menardi, figlio di Leo,

fu costretto nel 1978 a vendere l’albergo alla Ciga, che lo gestì per 10 anni. Anche l’esperienza di quella compagnia però terminò e il Cristallo restò chiuso per altri 10 anni. Se nel 2001, completamente ristrutturato (interni in stile gustaviano sull’esempio svedese), l’hotel ha riaperto i battenti lo si deve all’imprenditore bolognese Paolo Gualandi e alla sua famiglia. Oggi il Cristallo Palace Hotel & Spa mette a disposizione 74 camere di cui 22 suite: l’ultima nata, che verrà inaugurata nella stagione invernale 2008-2009 è la Presidential Suite Peter Sellers che va a completare l’offerta del sofisticato – e unico – albergo a 5 stelle lusso, aggiungendosi alla Presidential Suite Frank Sinatra e alle 5 lussuose Royal Suite ognuna intitolata ad un famoso personaggio storico che soggiornò all’hotel.

A tutto benessere nell’esclusiva Spa, per un relax totale calato in una cornice ineguagliabile. Wellness is the aim at the exclusive beauty center, for a total relax in a suggestive enclosure. Ha sede al Cristallo lo Yacht Club Cortina (sulle Alpi l’ha preceduto solo quello di Gstaad in Svizzera) che si fa valere nelle regate sulle acque di mezzo mondo.

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CORTINA E CONTORNI

LA MEMORIA DEL GUSTO di Alessandra Segafreddo - foto Giacomo Pompanin e Stefano Zardini

Che sia il cervo saporito o la sfogliatina con porcini e spinaci, da mezzo secolo il ristorante Beppe Sello regala sempre un buon ricordo

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eppe Sello compie 50 anni e festeggia cambiando il suo piatto simbolo, quello del buon ricordo. Chi possiede quello con ritratto il cervo, lo custodisca gelosamente: è destinato a diventare un pezzo da museo. Da quest’anno l’immagine sarà quella di un altro piatto d’eccezione, la sfogliatina calda con porcini e spinaci, un antipasto delicato e gustoso, disegnata dal maestro Vico Calabrò. Gourmet e gourmand sanno bene cosa significhi far parte dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo. Un attestato di qualità, un manifesto per la difesa e la valorizzazione delle tante ricche cucine locali, che vanno tutte a formare il grande e inimitabile affresco che rappresenta la cucina italiana. E Beppe Sello non poteva non far par-

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te di questo variegato quadro culinario. Sin da quando Giuseppe Menardi Sello aprì i battenti di questo albergo-ristorante – era il 1958 per l’appunto – il bar, la sala da pranzo e le stanze dell’hotel sono sempre state affollate dai clienti, che fossero residenti, turisti, imprenditori, sportivi, attori o politici. Uno status di punto di riferimento universale che ha conservato intatto negli anni grazie all’intraprendenza e alla simpatia di Carlo Orlandi che ha proseguito la tradizione tramandata dalla madre Elisa Menardi, nipote del fondatore: Lisetta – come veniva chiamata – concepì infatti il Beppe Sello come luogo di ritrovo familiare. «Amo il mio mestiere – dichiara Carlo, che gestisce il locale dal 2005 – e mi piace avere rapporti interpersonali con i miei

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cortina e contorni

clienti. L’allegria, la battuta, la simpatia fanno da contorno alle ordinazioni. Considero gli ospiti come degli amici, sia che vengano da Cortina, sia che invece vengano da altre località italiane o straniere. Gestisco una attività che se paragonata ad altre presenti sul nostro territorio è molto più piccola. Ad esempio, il mio albergo non ha il fitness o la sauna, e per questo ho sempre cercato di valorizzare il mio prodotto condendo l’offerta con molta simpatia che vedo essere sempre apprezzata da tutti». Insomma, Beppe Sello non scontenta nessuno. È bar nel quale si ritrovano gli abitanti della conca, i giocatori e gli appassionati di hockey che condividono l’amore per questo sport con lo stesso Carlo. È ristorante: la sua sala, calda e ospitale, cattura gli avventori prendendoli letteralmente per la gola. E, infine, è albergo: ad accogliere gli ospiti tredici camere arredate in stile montano e affacciate sulle maestose cime dolomitiche. Elegante e confortevole, buono e non caro, immerso in un panorama mozzafiato, il ristorante Beppe Sello detiene anche un piccolo primato: il ristorante è l’unico della provincia di Belluno a far parte – dagli anni ‘90 – della catena del Buon Ricordo. Un riconoscimento che non stupisce affatto. «Credo nel turismo – dice Carlo – e nel nostro territorio. Per questo, ho sempre cercato di tenere la mia attività aperta anche nei periodi che generalmente sono considerati fuori stagione, per offrire un servizio ai turisti o ai residenti che abbiano voglia di recarsi al ristorante o di fermarsi a Cortina per un fine settimana, e vedo che questo atteggiamento mi ha sempre premiato». Come dimostra il fatto che sono tanti i clienti a conservare un buon ricordo e che quindi tornano con costanza da Beppe Sello. Complici il clima familiare, la genuinità dei prodotti, rigorosamente realizzati in casa, dalla pasta, ai dolci, al pane,

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The Memory of Taste

Nella pagina precedente, il nuovo piatto del Buon Ricordo. L’opera porta la firma del maestro Vico Calabrò. In the previous page, the new Buon Ricordo Plate. This piece of art has been completed by maestro Vico Calabrò.

IL BUON RICORDO SECONDO EDOARDO RASPELLI

la varietà di piatti che spaziano dalla cucina locale a quella internazionale, e poi – ingrediente fondamentale – la simpatia e l’allegria che Carlo e il suo staff sanno regalare a chi vuole trascorrere un po’ di tempo in completo relax. Un attestato di fiducia che non proviene soltanto dagli ospiti del locale, ma anche dai dipendenti che restano a lavorare per anni. L’esempio più appropriato è quello di Alba Murer, che da oltre trenta anni lavora da Beppe Sello e che ormai fa parte della famiglia che gestisce l’attività.

Compiuti i suoi primi cinquant’anni, Beppe Sello sostituisce il cervo con la sfogliatina calda con porcini e spinaci (qui sopra).

Once Beppe Sello will turn fifty, the deer will be replaced by a hot flaky pastry with mushrooms and spinach (above).

Abbiamo chiesto a Edoardo Raspelli, critico gastronomico e giornalista, qualche battuta su questa istituzione nata nel 1964. «Il Buon Ricordo è parte integrante

della storia della gastronomia italiana. Nasce in concomitanza con le prime manifestazioni di valorizzazione della cucina del territorio, agendo come volano per i ristoranti che la proponevano quotidianamente». Raspelli ci racconta poi un simpatico aneddoto sulla “smania di collezionare piatti” del Buon Ricordo: «Durante il mio viaggio di nozze, in un ristorante e albergo del Buon Ricordo tra l’altro, ebbi modo di sentire i discorsi di due coppie: avrebbero mangiato l’antipasto vicino al lago Maggiore, il primo a Borgo Manera e il secondo piatto a Stresa. Un pranzo in tre ristoranti, del Buon Ricordo ovviamente, per accumulare altri piatti nella loro collezione». Se il frenetico desiderio di possedere queste opere in ceramica, rispetto a trent’anni fa, è decisamente venuto meno, i ristoranti del Buon Ricordo rimangono anche oggi ambasciatori di una cultura viva e dinamica.

Since the 1990s Beppe Sello has been part of the Unione Ristoranti del Buon Ricordo (the Buon Ricordo Union of Restaurants) which is unique in the province of Belluno: a testimonial of quality, a manifesto for the development of the many local cuisines that go to form the great and inimitable fresco that represents the Italian cuisine. This year it is 50 years old and it is celebrating by changing its dish symbol of the good memory: tasty stag will be substituted for the winter by another exceptional dish, a hot pie with porcini mushrooms and spinach, a delicate and tasty starter, designed by maestro Vico Calabrò. Opened in 1958, it has always been a reference point for all, whether they be residents, tourists, businessmen, sportsmen, actors or politicians. A status that it has preserved intact over the years thanks to the enterprise and friendliness of Carlo Orlandi, the present manager, who is carrying on the tradition passed down from his mother Elisa Menardi, niece of the founder: Lisetta – as she came to be called – in fact conceived Beppe Sello as a family meeting place. Elegant and comfortable, good and inexpensive, immersed in a breathtaking panorama, Beppe Sello, besides being a bar and restaurant, is also a hotel: in short, it has something for everyone, as the fact that many customers have a good memory of it and thus return regularly shows.

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letture in alta quota

Ad ogni mito la sua biografia

In search of the Myth

di Ennio Rossignoli

Da Macchiavelli alle star di oggi. Viaggio nell’evoluzione dei generi letterari che raccontano i grandi della storia «A rigore non esiste la storia, ma solo la biografia»

«Strictly speaking, history does not exist, only biography» Ralph W. Emerson

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iceva Mauriac che uno scrittore è essenzialmente un uomo che non si rassegna alla solitudine: di questi tempi più vero che mai, e sarà anche per tale motivo che Cortina da anni - e soprattutto in certi momenti dell’anno diviene la loro piccola e affollata capitale. Oggi si stampano libri di ogni specie e in quantità, sicché appare nuovamente possibile e soprattutto utile parlare di “generi”, dopo che in passato erano stati messi al bando di un qualsiasi discorso critico appena accettabile. In effetti, i tempi in cui costituivano delle vere e proprie categorie formali – si era nel ‘500 di aristotelica disciplina – sono definitivamente passati: una sorta di armatura ideologica in cui si dovevano chiudere i prodotti letterari secondo dettati precisi e indiscutibili di composizione, e che è ormai finita tra i ciarpami della storia. E lì rimane soprattutto oggi che la libertà dello scrittore è assoluta e la sua ispirazione può traversare tranquillamente ogni spazio creativo. Resta tuttavia al “genere” una funzione non più normativa, ma indicativa di attitudini e predilezioni: si possono così definire i compartimenti letterari ai quali i lettori in un certo momento rivolgono preferibilmente le loro scelte. Oggi e non da oggi, uno di questi è si-

curamente quello della biografia. Quale la ragione? Ce n’è più d’una, e lo si capisce solo ripercorrendone brevemente la vicenda. Anzitutto la grande varietà dei modi in cui si è interpretata fin dai tempi antichi la “individualità”, sia in sé sia in relazione con il mondo esterno. Uno sviluppo tutt’altro che omogeneo, legato in origine a una concezione di tipo retoricoencomiastico e più tardi – specialmente in epoca moderna – condotto sulla linea storico-critica e con particolare riguardo al configurarsi della morfologia individuale nei rapporti con la realtà esterna. Ma già nei grandi storici dell’epoca romanogreca – da Polibio a Nepote, da Svetonio a Plutarco – le intenzioni celebrative avevano lasciato largo posto alla ricostruzione e alla comprensione dei caratteri e dei comportamenti. La tendenza all’encomio si ripresenterà durante l’Umanesimo, nel quale la biografia troverà nuova fioritura grazie al dominante antropocentrismo che vedeva nell’uomo l’artefice della storia (si pensi solo al Principe machiavelliano). Ne seguirà in un certo modo il modello il Romanticismo, però con l’accentuazione degli aspetti sentimentali e caratteriali di un uomo sempre protagonista; si svilupperà quindi – proseguendo nel No-

vecento – la biografia romanzata (Stefan Zweig, Giovanni Papini), o quella a più accentuato impianto psicanalitico. Più tardi, con l’uomo divenuto un “nodo di rapporti sociali”, il genere subì un temporaneo tramonto, per ripresentarsi come specialità molto amata già agli inizi degli anni ‘70: ora racconto storico romanzato, ora saggio rigoroso ma di più ampie concessioni al motivo avventuroso. Per dire, l’Alessandro Magno di Valerio Massimo Manfredi o di Robin Lane Fox. Ma anche opera di divulgazione ritagliata entro gli spazi letterari e artistici (quando non politici): è il caso delle biografie di Edgarda Ferri, dal suo Piero della Francesca alle più recenti di Giovanna la Pazza e Maria Teresa d’Austria (Mondadori); o di Un uomo al castello di Vaclav Havel (Santi Quaranta), del Re Sole (Mondadori) di Max Gallo, de l’Enigma Montefeltro di Marcello Simonetta (Rizzoli). Ci sono poi le vite “popolari” delle star del cinema (da Marilyn all’ultima Audrey Hepburn), del rock, come Jim Morrison (Vita e parole del re lucertola, 2004), del costume (la Coco Chanel di Isabelle Fiemeyer), degli eroi politici come il Che. È dunque un modo di curiosare, attraverso gli interstizi della macrostoria, dentro esperienze “esemplari”, che propon-

gono modelli da imitare o da respingere, comunque da conoscere da vicino. Il meccanismo generatore del mito – che non è solo proprio dell’antichità – trasforma infatti piccoli e grandi personaggi della cronaca in protagonisti della storia, collocati in una lontananza che diviene necessario almeno ridurre. La biografia, se non ad altro, risponde a questo bisogno; e poi nel racconto di vite straordinarie c’è sempre tutto e di tutto: emozioni, incontri, amori, disavventure, felicità e sofferenze. Inoltre – ciò che più affascina – i casi davvero significativi non corrispondono quasi mai ai dati della realtà esterna, ma fanno piuttosto parte di una trama segreta, di una vicenda familiare e personale, di una vita parallela spesso inconosciuta. E non c’è esistenza umana che non sia toccata dal pathos o dalla violenza, che non conosca svolte drammatiche e situazioni gioiose, momenti squallidi e di grandezza, cadute e riscatti. Perciò raccontarla è come ritrovare dentro una vita, la vita di tutti, e dentro la vita di tutti, quella di ognuno di noi: così leggerla è un po’ dimenticarsi e indossare gli abiti di una diversa eccezionale identità. Diceva Rimbaud: «Io? È un altro»: che fosse anche lui, il poeta della Stagione all’inferno, un lettore di biografie?

From Macchiavelli’s Prince to the “second youth” of the 1970s: first fictionalised historical tales, then strict essays but with more ample concessions to an adventurous theme. Arriving, naturally, at the much more popular lives of the stars. Books which allow us to enter into the interstices of macro-history, into “exemplary” experiences, which propose models to be imitated or rejected, but in any case to become better acquainted with. Biographies relate extraordinary lives and hence emotions, meetings, loves, misadventures, joy and suffering. Moreover – what is most fascinating - the really significant cases hardly ever correspond to external reality, but rather are part of a secret story, of a personal or family affair, of a parallel life often unknown. And there is no human existence that has not been touched by pathos or by violence, that has not known dramatic turning points, joyous events, moments of squalor and of greatness, falls and revivals. Therefore, to relate it is like finding within one life the lives of everyone and within the lives of everyone, the life of each of us: and so reading it is to forget ourselves and put on the clothes of a different exceptional identity. Rimbaud said: «Me? I am another»: maybe even he, the poet of the Season in hell, was a reader of biography?

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BLOGGERS

Connections Internet and technology, a combination characteristic of our times, is what makes the present generation of adolescents the most computer technology-oriented of all time. High tech and speed by now go hand in hand: what is new today has a built-in obsolescence. A phenomenon that appears to have survived the mad race for novelty is Facebook, a crowded social network where a click will put you in touch with old long-forgotten friends and companions. Socialisation is also the main feature of the most physical and costly hi-tech accessories, the attractions for the teenagers of today, who are rapidly replacing the small-time introvert and bespectacled information wizards of a few years back. Gone are the solitary videogames; now the kids move around and enjoy themselves with Nintendo Wii, a console through which real gestures are reproduced in the company of others. To sum up, the generation of web 2.0 appear to be a set of open-minded kids trying to get to know one another and make contact, which is a much happier and far less distressing situation than it would seem.

Annessi e connessi di Marco Cantelli

Social network e accessori hi-tech sono ormai il pane quotidiano dei giovani d'oggi, meglio conosciuti come la generazione del web 2.0

I Facebook è il social network più in voga al momento: iscrizione non anonima e mille possibilità di “mettersi in mostra”, conta ormai milioni di utenti in tutto il mondo, moltissimi anche in Italia.

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l rapporto tra i più giovani e la tecnologia è sicuramente sempre più forte ogni anno che passa ed è facile vedere questa generazione di teenager come quella più informatizzata di sempre. Quello dell’hi-tech è un mondo però in continua evoluzione: non aspettatevi risposte banali da parte degli studenti al riguardo. C'è da rimanerne davvero spiazzati. Innanzitutto, non bisogna fare l’errore di comprendere i cellulari o i lettori mp3 tra gli accessori più desiderati dai ragazzi: questi strumenti sono diventati ormai una parte insostituibile della vita dei teens, quello che potevano essere la televisione ed il walkman per la generazione subito precedente. Poi chi vuole apparire si prende un telefonino o un lettore musicale di

ultima generazione, come gli Apple iPhone e iPod: ma sono solo degli extra, attraenti per chi è veramente appassionato di tecnologia (i cosiddetti geek) o per chi vuole essere all’ultimissima moda. La vera novità, il must have è Facebook, un social network dove, creandosi il proprio profilo con dati che spaziano dalla data di nascita alla squadra del cuore ai gusti cinematografici, è possibile scambiarsi informazioni con i propri amici e recuperare vecchie amicizie. Il tutto, a differenza di social network precedenti (come Myspace), in maniera molto più "sincera": i profili di Facebook sono infatti catalogati tutti per nome e cognome e non per nickname. Basta quindi iscriversi su www.facebook.com e possedere poche informazioni riguardo a una perso-

Il Wii, qui sopra, è l’ultima meraviglia per l’intrattenimento domestico di casa Nintendo. Accanto, l’iPhone, il più avanzato cellulare 3G: tanto da rendere limitativo il termine stesso di “telefonino”.

na per scoprire se anche ha un profilo. La forza dei social network e l’attrazione che ha per i più giovani è rappresentata da diversi elementi: in primis la possibilità di scoprire tante cose sulle persone che si frequentano e l’opportunità di accedere a un sacco di informazioni in rete ovunque ci si trovi, qualunque dispositivo si stia utilizzando. Accessori hi-tech più fisici e costosi che attraggono i teenager del nuovo millennio hanno comunque una componente di socializzazione: se nel passato i videogiochi erano roba da piccoli informatici solitari ed occhialuti rinchiusi in cameretta, ora ci si muove e ci si diverte con la Nintendo Wii. Una console che si differenzia dal precedente successo del settore (la Playstation) perché si gioca e ci si muove tutti insieme

ripetendo gesti reali. Particolare da non dimenticare è, anche qui, la possibilità di tutte le console attuali (Wii, ma anche Sony Playstation 3 e Microsoft XBOX 360) di collegarsi alla rete tramite cavo o wireless e giocare partite con i propri amici o avversari sconosciuti con tutti i giochi che lo permettono. Insomma, la generazione dei teenager del 2008 è quella del web 2.0. Quella che cerca l’incontro in rete con i propri coetanei in quei momenti della giornata in cui non è possibile vedere gli altri e che – contrariamente a quanto dicono i giornali – evita di passare tutta la giornata davanti a uno schermo. E che, quando ci sta, magari lo fa per organizzarsi a distanza l’uscita serale (una volta si faceva al telefono…).

www.bluwireless.it La Regina è entrata nell'etere grazie al servizio di linea senza fili offerto da Bluwireless, partner ufficiale del Comune di Cortina d'Ampezzo. Insomma, la conca apre le porte alle nuove tecnologie, avvicinandosi ancora di più ai giovani che, proprio dell'essere sempre on-line hanno fatto un must have. Il progetto è stato promosso dall'Assessorato ai Lavori Pubblici di Cortina.

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salva con nome

MUSICA E TRADIZIONE EVENTI DA scoprire sotto l'albero

Mostra Tar-Kashi Dal 19 dicembre al 28 febbraio nel palazzo storico dell'ex municipio, un'esposizione dedicata all'antica tecnica dell'intarsio importata dalla conca ampezzana a fine Ottocento. Tar-Kashi Exhibition: from the 19th of December to the 28th of February at the old city hall.

Cortina in musica

Mostra di Presepi Gesù bambino, vegliato da Maria, Giuseppe, l’angelo, al calore del bue e l’asinello e poi ancora il pastorello, i tre Re Magi che portano in dono oro, incenso e mirra. La stagione natalizia di Cortina si apre a metà dicembre con una mostra di presepi particolari e originali. Fino al 6 gennaio nel palazzo storico dell'ex municipio. Nativities Exhibition: from the 2nd week of December to the 6th of January at the old city hall.

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Il concerto di Sant'Ambrogio inaugura ufficialmente il 7 dicembre il periodo invernale di Cortina. Quest'anno è l'associazione culturale Quodlibet a regalare magici momenti a turisti e valligiani. Il 25 e il 28 dicembre l'appuntamento è con gli auguri di Natale del Corpo Musicale di Cortina. Anche il Coro Cortina anima le feste natalizie con i suoi magnifici canti (il 27 dicembre nella Chiesa Parrocchiale). E il 1° gennaio il classico Concerto di Capodanno con l'Orchestra Filarmonica Internazionale di Brasov diretta da Maffeo Scarpis. Music in Cortina: the 7th of December will start the Cortina’s winter season with the Sant’Ambrogio’s Concert. The 25th and the 28th musical Christmas Greetings with the Cortina Marching Band. The 27th the Cortina's Choir Concert. And the 1st of January the New Year’s Concert by the Brasov International Philharmonic Orchestra.

Mercatino di Natale Luci, colori e atmosfera di festa in Corso Italia fino al 31 dicembre. Sono una ventina le tipiche casette in legno disseminate lungo la rinomata isola pedonale dove sono esposti e venduti vari prodotti dell'artigianato locale. Christmas Fair: until the 31st of December all over Corso Italia, the center pedestrian area.

www.cortina.dolomiti.org

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photo: Dino Colli

GLI EVENTI AD ALTO TASSO DI NOTORIETà di Cristina Palmiotto

Arte, cultura, sport e divertimento gli ingredienti che hanno reso unica l’estate di Cortina.

Nella foto sopra, il Cuarteto Casals (da sinistra, Vera Martìnez-Mehner, Abel Tomas Realp, Arnau Tomas Realp e Jonathan Brown) in concerto: in programma, due quartetti giovanili di Schubert e Mendelssohn e il celebre quintetto in la maggiore di Dvorak

Festival e Accademia Dino Ciani

Musica per pianoforte, opera, lieder, musica da camera e musica contemporanea: questi i generi che Dino Ciani conosceva e amava. E Cortina d'Ampezzo, meta preferita delle sue vacanze. Il Festival e Accademia Dino Ciani lancia una sfida: mettere insieme tanti generi e tanti musicisti proprio nel luogo cui il grande musicista era particolarmente affezionato. Un luogo che, anche per la sua straordinaria bellezza, è la sede più adatta per rendere omaggio al pianista scomparso prematuramente nel 1974 e per favorire l'incontro tra giovani musicisti e artisti di fama mondiale in occasioni uniche e irripetibili di ascolto. Obiettivo interamente raggiunto da questa prima edizione che, dopo il successo dell'anno zero del 2007, ha portato nella conca artisti del calibro di Martha Argerich, e Krystian Zimerman. Che per inciso si è trovato talmente a suo agio all’Alexander Girardi Hall che è tornato appositamente. Per poterci suonare da solo. L’appuntamento con il Festival si rinnova il prossimo luglio. www.associazionedinociani.com

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Nella foto sopra, il direttore d'orchestra Claudio Desderi mentre dirige l'Orchestra di Padova e del Veneto nell'esecuzione dello Speziale di Franz Joseph Haydn nell'appuntamento all'Alexander Girardi Hall A destra, Nelson Goerner, Martha Argerich e Eduardo Hubert in un'esecuzione incrociata al pianoforte nel concerto dedicato a Vincenzo Scaramuzza

International Show Jumping Trofeo Città di Cortina

In alto, l'assessore al Turismo del Comune di Cortina d'Ampezzo Herbert Huber premia Giulia Martinengo Marquet, vincitrice del Gran Premio dello Csi a tre stelle di Cortina in sella a Loro Piana Alvaro van Pachern. Qui sopra, il neozelandese Bruce Goodin, vincitore del Gran Premio Città di Cortina in sella a Yamato

Positivo il bilancio a chiusura della sesta edizione dell'International Show Jumping Città di Cortina. Oltre 350 cavalieri e circa 800 cavalli ai nastri di partenza in rappresentanza di circa 30 nazioni, 60 le gare in programma con un montepremi totale di oltre 180.000 euro: questi i numeri del concorso di salto a ostacoli più atteso dell'estate organizzato da Jump Italia. I momenti sportivi più importanti i due Gran Premi qualificanti per i Campionati Europei di Windsor 2009 e la seconda tappa del Trofeo Dodo Speed Master. Come di consueto, il concorso si è svolto nel centro sportivo Antonella De Rigo di Fiames: il campo di gara di Cortina, recentemente rinnovato, si è dimostrato un valido punto di riferimento della stagione agonistica estiva, al pari delle migliori location del nostro Paese. A favorire la buona riuscita dell'evento, anche il supporto dell'amministrazione comunale, mirato a conferire una visibilità internazionale al Trofeo Città di Cortina. A luglio 2009 la prossima edizione.

Cortina-Dobbiaco Run

«Sono un maratoneta che fa il dj». C’era anche Linus alla Cortina-Dobbiaco Run che lo scorso giugno – per la sua nona edizione – ha calamitato oltre 3000 persone allo start sotto il Campanile. Grandi le novità in cantiere per il decennale della manifestazione presieduta da Gianni Poli, noto atleta che vinse la maratona di New York nel 1986 e grande appassionato di Cortina. Anticipata al 30 maggio 2009 la "corta" di 11,5 chilometri con via dal Lago di Landro e la gara dei bambini. In questo modo tutti i riflettori saranno puntati sulla corsa più impegnativa, quella che si disputerà su un percorso di 31,5 chilometri il 31 maggio. Nota di colore: il partecipante più giovane alla competizione 2008 aveva 5 anni, quello più grande 76. www.cortina-dobbiacorun.it

La partenza dal cuore di Cortina che ha visto "rincorrersi" oltre 3mila partecipanti

«Per il decennale, questa corsa non me la perdo. Vincerò anche la mia pigrizia». Agata Menegaz, giovane imprenditrice veronese fondatrice di Aghy’s Luxury Collection, sarà ai nastri di partenza: «E con miei tempi – dice - alla meta ci arriverò, fosse solo per farmi una lunga passeggiata su quello straordinario percorso»

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La Regina di Rolly Marchi

photo: Giuseppe Ghedina

Festival delle Vette

photo: Giacomo Pompanin

Letteratura, cinema, teatro, arte figurativa: questi i linguaggi con cui Massimiliano Finazzer Flory ha indagato, durante gli appuntamenti del Festival delle Vette, il rapporto dell'uomo con le vette. Il risultato? Interessanti spunti di discussione riguardo al tema della relazione tra natura e cultura, nodo essenziale di scottanti questioni legate al nostro tempo come il turismo sostenibile. Nella convinzione che, per ritornare a fruire della montagna si deve tornare a capirne la bellezza: «una fascinazione luminosa fatta di tensione verso l'alto, di sana fatica, di assalto al cielo e, non di meno, di stupore» spiega Finazzer Flory, tra l’altro appena nominato Assessore alla Cultura del Comune di Milano.

Accanto, l'attrice Paola Gassman, legge alcuni testi tratti da una raccolta di articoli di Dino Buzzati ispirati e dedicati alle Dolomiti. Sopra, Roberto Escobar, critico cinematografico del Sole 24 Ore e autore del volume Ti racconto un film, introduce la proiezione del film Barnabo delle montagne

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Rosanna Donà dalle Rose, presidente dell'associazione Per il Futuro di Cortina dà il via alla serata, con Rolly Marchi Sotto: Rolly Marchi e Kristian Ghedina scherzano con la pimpante campionessa Celina Seghi.

In basso, a sinistra: il consiglio direttivo dell’associazione Per il Futuro di Cortina: da sinistra, l’imprenditore bolognese Diego Gianaroli, Rosanna Donà dalle Rose, Gemma Marzotto e l’imprenditore padovano Franco Sabbadin.

Correva il 1941 quando Rolly Marchi per la prima volta arrivò a Cortina. E proprio da quell’anno è partito il viaggio nelle immagini e nei ricordi di uno sciatore, alpinista, giornalista, fotografo e scrittore che da oltre mezzo secolo ha Cortina nel cuore. Una proiezione-evento fortemente voluta dall'associazione Per il Futuro di Cortina presieduta da Rosanna Donà dalle Rose che, con il supporto di Cortina Turismo, ha organizzato la serata all'Alexander Girardi Hall. Oltre 300 gli amici giunti nella conca per rendere omaggio a Rolly Marchi. Ospite d’eccezione la celebre sciatrice Celina Seghi, super campionessa degli anni '40 e 50, vincitrice di ben ventiquattro titoli nazionali. È intervenuto anche Kristian Ghedina, sciatore ampezzano la cui fulgida carriera Rolly Marchi aveva presagito in tempi non sospetti. Tra i presenti anche Martina Mondadori con il marito Peter Sartogo, Gemma e Umberto Marzotto, Paolo Barilla, l’ultima compagna di Indro Montanelli Marisa Rivolta, l’alpinista Agostino Da Polenza. Grande soddisfazione anche da parte di Rosanna Donà dalle Rose, presidente dell’associazione Per il Futuro di Cortina e dei consiglieri Franco Sabbadin e Diego Gianaroli. A grande richiesta, la serata sarà bissata in altre città italiane.

Nella foto a destra, l’ambasciatore a Berlino Antonio Puri Purini, il giornalista e scrittore Jas Gawronski e Rolly Marchi.

Rolly Marchi con Martina Mondadori e il marito Peter Sartogo.

sinergie architettura&artigianato Un tributo alle maestranze locali di Cortina che collaborano con lei da vent'anni: con questo intento l'architetto Ambra Piccin ha ideato una serata-evento alla scoperta delle sinergie tra le sue progettazioni e l'abilità delle botteghe artigiane. Il risultato è un marchio di qualità fatto di antichi mestieri e innovative soluzioni stilistiche che Ambra Piccin ha messo in evidenza in un progetto multimediale presentato all'Alexander Girardi Hall davanti a una platea di 900 persone. Il tour prevede altre tappe nella stagione invernale. Ambra Piccin durante un momento della serata con la presentatrice Barbara Paolazzi di Radio Club 103

Da sinistra, Rolly Marchi, Pietro Ghedina, Paolo Barilla e Antonio Puri Purini

photo: Alessandro Ghinato

Reinhold Messner presenta il suo libro La montagna nuda, nella foto con Massimiliano Finazzer Flory, scrittore, autore, attore di teatro e ideatore del Festival delle Vette

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Cortina InConTra Estate 2008

Coppa d'Oro delle Dolomiti

Volvo 122 Amazon del 1961 della scuderia Registro Volvo Italia: ecco la vincitrice della 61esima edizione della competizione automobilistica che ha animato le cime di Cortina nel primo weekend di settembre. Alla partenza, avvenuta nel cuore della Regina delle Dolomiti, c'era un folto pubblico, accorso per ammirare le vetture da sogno che hanno partecipato alla gara di regolarità, riservata alle auto costruite entro il 1961. A dare un tocco di mondanità, il Concorso di Eleganza: ad aggiudicarsi l'ambito titolo la Cisitalia 202SC del 1947 guidata da Giuliano Paterlini e Emilia Ardesi. Gara tinta di rosa grazie alle numerose presenze femminili che hanno regalato ancora più charme alla manifestazione. Per l'edizione 2009, in programma sempre nel primo fine settimana di settembre, inutile dirlo, i motori sono già caldi. www.coppadorodelledolomiti.org

Accanto: da sinistra, Rita LeviMontalcini, Premio Nobel e senatrice, con Iole Cisnetto, presidente dell'Associazione Amici di Cortina. Sotto: da sinistra, il sociologo Domenico De Masi e il pianista e compositore Giovanni Allevi nell'incontro super-overbooking dal titolo La musica in testa photo: Maurizio Riccardi

A fianco: Luigi Ciocca e Giorgio Biavati su Fiat 600 Jolly del 1958 (foto: René Photo Collection)

Sotto, da sinistra: Silvano e Paolo Gerani su Lancia Aurelia B24 Spider del 1995 (Photo: Giovannelli); Emilio Gnutti e Dario Bianchi su Porsche 550 RS del 1955 (foto: Giovannelli)

Eva Ticova ed Eva Valle su Skoda 1100 OHC del 1958 arrivata appositamente dal Museo di Praga

A sinistra: Edilberto Mandelli e Sergio Gualandi su Lancia Aurelia B20 del 1954 (foto: René Photo Collection)

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A fianco: Manola Cardin, eletta Miss Cortina l'11 agosto 2008. Sotto, l'avvocato Vittorio Corsini, il legale di Miss Italia Enzo Larocca, Claudia Andreatti, Miss Italia 2006, Davide Spigia e il responsabile marketing e comunicazione di Miss Italia Pietro Forconi.

37 giorni di programmazione, 8 giornate al cinema Kursaal per Auronzo InConTra, in totale 115 eventi più 6 incontri con l’autore presso le Poste di Cortina. Sul palco del PalaLexus sono stati contati 315 ospiti per un complessivo di 446 presenze. Ma sono i numeri dell'affluenza del pubblico a impressionare maggiormente: 70 mila presenze, contro le 65 mila dello scorso anno. Cui si aggiungono 10 milioni di spettatori (9 l’anno scorso) che hanno seguito le dirette e le repliche su 3Channel (canale 872 di Sky) con 180 ore di diretta e 360 di repliche. In grande aumento anche i contatti web: sul sito sono state visitate 1 milione e 800mila pagine visitate (contro 1,3 del 2007). Tra i più apprezzati dal pubblico: Giovanni Allevi, Renato Brunetta, Rita Levi-Montalcini e Neri Marcorè. Numeri che consacrano l'importanza a livello nazionale di Cortina InConTra come manifestazione politicoculturale. Cifre da record anche per la solidarietà legata alla kermesse: l’associazione Amici di Cortina: a favore di Telefono Azzurro sono stati raccolti 27 mila euro per la creazione di un moderno quartier generale per l’aiuto all’infanzia a Roma. Gli appuntamenti di Cortina InConTra tornano nel periodo natalizio dal 27 dicembre al 5 gennaio. www.cortinaincontra.it

Bruno Vespa, conduttore di Porta a Porta, Renato Brunetta, ministro della Pubblica Amministrazione, e Enrico Cisnetto, editorialista, ideatore di Cortina InConTra

Miss Cortina 2008

La Regina delle Dolomiti quest'estate ha eletto la sua reginetta. Un grande ritorno al passato, a quel 1953 in cui proprio a Cortina fu assegnata la fascia di Miss Italia: una serata magica che, nei saloni dell'Hotel Cristallo, illuminò anche la bellezza di Elsa Martinelli, una delle finaliste. Cinquantacinque anni dopo, la conca ha ospitato le elezioni di Miss Cortina, titolo speciale che il patron Patrizia Mirigliani, presente in piazza Venezia, ha istituito proprio quest'anno, iniziando un'importante collaborazione con il Comune di Cortina. In giuria, l'onorevole Maurizio Paniz, che la presiedeva, il vicedirettore di Canale 5 Toni Capuozzo, lo sciatore Kristian

Ghedina e il presidente della Lazio Claudio Lotito. Ad aggiudicarsi il titolo di Miss Cortina, Manola Cardin di Monastier di Treviso: una bellezza dai colori scuri e intensi approdata, insieme al nome della Regina delle Dolomiti, alle finali di Salsomaggiore.

Accanto: Paolo Zippo, dj di Radio Company, Patrizia Mirigliani, patron di Miss Italia, e Claudia Andreatti, Miss Italia 2006

Accanto, a sinistra, l'onorevole Maurizio Paniz, presidente della giuria di Miss Cortina 2008, e il sindaco di Cortina d'Ampezzo Andrea Franceschi. A destra, Paolo Zippo, dj di Radio Company e conduttore di Miss Cortina 2008 insieme a Claudia Andreatti, e Claudio Lotito, presidente della Lazio e componente della giuria della manifestazione

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LA CARTA SETTIMANE VERDI È PREVIEW

PROPOSTE E OFFERTE PER LE PROSSIME STAGIONI

UN'ESTATE TUTTA DA INVENTARE

Prenotare una settimana di vacanza dal 20 giugno al 25 luglio oppure dal 29 agosto al 12 settembre presso uno dei tanti alberghi convenzionati. Trascorrere fantastiche settimane verdi in giugno, luglio e settembre usufruendo dei pacchetti promozionali. Approfittarne per concedersi un’intensa vacanza attiva a prezzi vantaggiosi.

THE SUMMER WEEKS CARD

Spend fantastic weeks in June, July and September taking advantage of the special offer packages. Take advantage of them to give yourself an intensely active holiday at favourable prices.

di Gabriella Talamini

Una montagna di suggerimenti per soggiorni e attività dedicate agli ospiti degli alberghi con la carta valida dal 20 giugno al 25 luglio e dal 29 agosto al 12 settembre Un’ampia gamma di offerte a prezzi del tutto vantaggiosi mirata a soddisfare un pubblico differenziato per gusti e per età. Tutto questo è la Carta Settimane Verdi, consegnata gratuitamente dalla reception dell’albergo convenzionato ai clienti che prenotano una settimana verde. Con la settimana Sulle Cime senza fatica si possono acquistare i biglietti degli impianti di risalita a prezzi ridotti mentre con quella dedicata al Giro dei Rifugi si può raggiungere alcuni dei più bei picchi dolomitici con la stuzzicante possibilità di vincere dei buoni-premio per la stagione successiva. Le numerose guide specializzate aiuteranno poi gli ospiti a scoprire gli aspetti più belli e spesso meno conosciuti della vera vacanza in montagna. Ospiti d’onore saranno ancora i bambini che durante le settimane Special for Kids potranno soggiornare gratuitamente fino agli 8 anni, con uno sconto del 50% fino ai 12 ed usufruire di molte altre agevolazioni. Tutti i dettagli sono visibili sul sito www.cortina.dolomiti.org e sull'apposito depliant.

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Many suggestions for stays and activities dedicated to hotel guests thanks to the Weekly Green Card, valid from June 20th to July 25th and from August 29th to September 12th A wide range of offers at very advantageous prices aimed at satisfying people of differing ages and tastes. All this with the Weekly Green Card, given free at the reception of the hotels that take part in the initiative to guests who book a summer week. With the On the Peaks without effort week you can acquire tickets for the ski lifts at reduced prices, while during the one dedicated to the Giro dei Rifugi you can reach some of the peaks of the Dolomites. The guests of honour will again be the children, who, during the Special for Kids weeks will stay free up to the age of 8, and there will be a 50% discount for those between 8 and 12 years of age, with the possibility of many other reductions. All the details can be seen at the web site www.cortina.dolomiti.org and in the special brochure.

OFFERTA FAMIGLIA Gratuità e sconti per bambini presso gli alberghi che aderiscono all’iniziativa. Agevolazioni per attività sportive, piscina, pattinaggio e parco giochi. Giornate indimenticabili con maxi-sconto nel Parco Avventura per vivere emozioni nuove e divertirsi in famiglia.

FAMILY OFFER Free offers and discounts for kids at the hotels that take part in the initiative. Reductions for sporting activities, swimming pool, skating rink and playground. Unforgettable days with maxi-discounts in the Adventure Park, for new and exciting experiences and for family fun.

VIVERE IN ARMONIA CON LA NATURA Effettuare escursioni naturalistiche guidate alla scoperta degli angoli più suggestivi del Parco Naturale. Immergersi nella natura di Cortina dimenticando lo stress quotidiano. Partecipare a corsi creativi di arte floreale, carta naturale, intreccio con il vimini e l’uso delle erbe del campo. Farsi coccolare in un centro benessere a prezzi davvero speciali

SPORT E AVVENTURA Percorrere i passi dolomitici in bicicletta come i veri campioni. Immergersi nel verde di un parco avventura prima e nel blu dell’acqua con il canyoning poi.

SPORTS AND ADVENTURE Go over the passes of the Dolomites by bike like the real champions. First immerse yourself in the green of an adventure park and then go canyoning in the blue water.

LIVE IN HARMONY WITH NATURE Go on guided nature walks to discover the most suggestive corners of the Natural Park. Immerse yourself in the nature of Cortina and forget your everyday stress. Take part in courses of creative floral art, natural paper, cane weaving and the use of field herbs. Pamper yourself in a fitness centre at really special prices

IMPARARE A CONOSCERE LA MONTAGNA Partecipare a corsi di arrampicata, escursioni, ferrate o passeggiate lungo i sentieri e tra i boschi in compagnia di una guida alpina. Andare alla scoperta di suggestivi rifugi. Raggiungere a prezzi ridotti le cime più belle delle Dolomiti con gli impianti di risalita.

GET TO KNOW THE MOUNTAINS Take part in climbing courses, excursions, cable-lined walks or strolls along the paths and among the woods in the company of an alpine guide. Go and discover enchanting refuges. Reach the most beautiful peaks of the Dolomites at discount prices using the cable cars and lifts.

CORTINA È ANCHE BIKE RESORT Noleggiare la più moderna attrezzatura ed alloggiare presso i bike hotel. Avere il mondo della mountain bike ai propri piedi e scoprire le Dolomiti da un altro punto di vista.

CORTINA IS A BIKE RESORT TOO Hire the latest equipment and stay at a Bike Hotel. Have the world of the mountain bike at your feet and discover the Dolomites in a new light.

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Cortina Turismo Cortina Tourism Association Informazioni turistiche Tourist Information

0436 3231 0436 2711

Regole d’Ampezzo, Musei, Parco Naturale Regole d’Ampezzo Museums, Natural Park of the Dolomites

0436 2206

Gis Cortina - Alexander Girardi Hall Impianti Sportivi Alexander Girardi Hall - Sport facilities

CORTINA.l’Almanacco e CORTINA dalla A alla Z

0436 866252

0436 881811

Associazione Artigiani Craftmen Association

0436 868526

Associazione Commercianti Cortina Chamber of Trade CPT

0436 867685

Seam Servizi Ampezzo info e biglietteria treni autobus Public Transport Company Tickets&Info for rail and buses

0436 867921

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