Incontri Gennaio 2014

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GENNAIO 2014 EUROPANEWS n. 8 del 27/01/2014 anno XXVI

incontri il Notiziario dell’Operatore Sociale

ANIMATORE Quando la voce è la storia

ingressi solidali

Sarà anche pazza ma l’idea funziona

ARRIVANO I NOSTRI

Il sorriso, una formidabile terapia

Imparare giocando Volare con le mani


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Editoriale L’anno nuovo inizia con brio, come potrete constatare di persona scorrendo le pagine di questo primo Incontri del 2014. Ci sono alcune interessanti esperienze di tirocinio, ricche di spunti e riflessioni, e varie, significative interviste: agli ex allievi, di cui alcuni sono diventati nel tempo imprenditori nel sociale, a una docente dell’Istituto Cortivo con compiti di coordinamento didattico, psicologa, psicoterapeuta e collaboratrice dell’Associazione Dottor Clown, e a una professionista con attestato di operatore multiculturale che, grazie al Servizio Segnalazione Allievi, ha iniziato a collaborare con l’azienda sanitaria veronese nell’ambito della mediazione linguistica. Non mancano poi le recensioni di film e di libri, protagonisti questa volta il movie “Quasi Amici” e il bestseller di Asha Phillips “I no che aiutano a crescere”. La rubrica “Educ’azioni” propone l’attività creativa “Volare con le mani” che consente di Ad attenderci ottenere un bellissimo pappagallo colorato un 2014 fitto utilizzando solo forbici, carta, colla e le sagome delle proprie mani. di impegni e Per finire, interessanti segnalazioni di siti e blog opportunità di associazioni che operano nel volontariato e nella solidarietà. Come sempre l’obiettivo di Incontri è quello di informare e aggiornare senza annoiare, in perfetta sintonia con la filosofia del Cortivo che, anche quest’anno, mette a disposizione di allievi ed ex allievi un fitto e versatile calendario di formazione e aggiornamento, denso di novità ma anche di attesi ritorni, con giornate dedicate alla danza e alle Costellazioni Familiari, alla relazione che cura e aiuta l’assistenza, alla magia del colore, alle competenze da costruire, a come dare aiuto nel benessere, alla scrittura autobiografica… Tante iniziative per crescere sul piano etico e professionale, dunque, alle quali vanno ad aggiungersi il corso di Counseling tenuto dal dott. Piazza e gli ormai classici e sempre molto frequentati Seminari di Impresa Sociale, il primo a metà aprile e il secondo verso la fine di ottobre. Incontri non mancherà di segnalarvi regolarmente le diverse tematiche e le date. Nel frattempo, buona lettura… La redazione

INCONTRI Gennaio 2014

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Sommario

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01 EDITORIALE

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ingressi solidali Dentro le strutture Sarà anche pazza ma l’idea funziona

06 ARRIVANO I NOSTRI

“La pace non è un sogno: può diventare realtà; ma per custodirla bisogna essere capaci di sognare” (Nelson Mandela)

Parla la squadra Cortivo

Il sorriso, una formidabile terapia

EUROPANEWS n. 8 del 27/01/2014 anno XXVI - Organo ufficiale dell’associazione “L’INCONTRO” - Bisettimanale di informazione, politica e attualità. - Editrice Direzione Redazione: Mopak s.r.l. - I strada 66 35129 Padova - Direttore responsabile: ALBERTO ZUCCATO - Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1214 del 12/05/90 Spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Padova. - Sped. Abbonamento INDIRETTO - Contiene I.P. - Stampa Litocenter srl - Zona industriale nuova - 35016 Piazzola sul Brenta (PD) - Prezzo Euro 0,1852 Progetto grafico e impaginazione: immagina.biz

2 INCONTRI - Gennaio 2014

IN PRATICA: ESPERIENZE DI TIROCINIO

10 ANIMATORE

Dalla Sicilia al Veneto, animazione e favole

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DIPENDENZE

Basta droga, sono papà

14 amministratore di

sostegno

Amministratore di Sostegno, per chi ha sete di giustizia


16 20 16 “CHE LAVORO FAI?”:

EX ALLIEVI RACCONTANO

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QUAndo a educare è l’architetto

Per un sereno “durante e dopo di noi”

18 26 20

chi semina raccoglie: Speciale seminari

Sarà un calendario ricco di incontri quello del 2014!

22 educ’AZIONI

Imparare giocando

Volare con le mani

24 IL SOCIALE TRA

carta e pellicola Il libro

Come si fa a dire di no?

26 A PESCA DI SITI

Il sociale in rete

Nel web si fa largo un antico refrain: non si butta via niente!

28 Servizio segnalazione allievi Opportunità, indicazioni, soluzioni.

Il film

“Quasi amici”, regia di Olivier Nakache ed Eric Toledano INCONTRI Gennaio 2014

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Titolo

Sarà anche pazza ma l’idea funziona

A Geel, in Belgio, nell’anno1247 venne proclamata santa la martire Dinfna, nota per curare le malattie mentali e proteggerne l’assistenza familiare. Da allora il suo culto ha dato vita in quella città, che ora conta circa 33.000 abitanti, alla più grande “comunità terapeutica aperta” del mondo, con una rete di assistenza di 435 famiglie che ospitano 537 pazienti (Goldstein.J.L, Godemont M.L., 129’ Annual Meeting 4 INCONTRI - Gennaio 2014

dell’APA, Atlanta, 2000). Il “care system” è un servizio dell’OPZ (Openbaar Psychiatrisch Ziekenhuis) per cui le famiglie ospitanti cooperano con i servizi psichiatrici. “Questo è solo l’episodio più famoso - puntualizza Nicoletta Sturloni, presidente dell’Associazione ‘Rosa Bianca’ di Modena - ma l’attitudine ad accogliere chi soffriva di disturbi psichici nelle case del paese è stata sempre

molto diffusa, soprattutto nelle campagne. Un altro esempio in tal senso, più strutturato però, viene dalla vicenda del manicomio di San Lazzaro in Reggio Emilia: qui, nei primi anni del ‘900, il professor Augusto Tamburini avviò il patronato familiare, ovvero una formula per la quale i ricoverati venivano accolti presso le case private, di infermieri, ma non solo. Si tratta quindi di un modo di rispondere


ingressi solidali dentro le strutture

Stimolati da un articolo uscito a settembre 2013 sul mensile Vita, abbiamo contattato la presidente dell’Associazione Rosa Bianca di Modena per farci raccontare dell’attività che stanno svolgendo in favore dell’inserimento eterofamiliare per persone con disagio psichico… alla malattia che ha una sua continuità nei secoli e che, negli ultimi 10-15 anni, ha cominciato ad affermarsi sempre più; il nostro modello di riferimento è il Servizio IESA (Inserimento Etero-Familiare Supportato di Adulti) di Collegno (Torino). Lo IESA è praticato anche in altre città come Bologna, Lucca, Firenze, Cagliari e altri centri della Sardegna”. Adesso ci siete anche voi di Modena… “Sì, ma con una caratteristica che ci rende unici. Mentre le altre iniziative sono gestite dai Dipartimenti di Salute Mentale, il nostro IESA vede la partecipazione del volontariato, rappresentato proprio dalla nostra Associazione, ‘Rosa Bianca’. Assieme ai Servizi Sociali del Comune e al Dipartimento di Salute Mentale abbiamo infatti avviato un team operativo che, in stretta sinergia, si occupa della realizzazione del progetto ‘Pazza Idea’”. “Pazza Idea”? “Ci è sembrato il nome più curioso e comunicativo, ma in effetti si tratta di una cosa molto seria. L’obiettivo è inserire i pazienti psichiatrici in famiglie diverse da quella d’origine, quan-

do questa non è più disponibile, puntando tutto sulle valenze affettive e relazionali che possono scaturire dal contatto quotidiano portato avanti nel tempo. La persona con disagio sente di avere intorno a sé una rete solidale e il tutto si configura come un’esperienza che avvia un processo di riabilitazione e opera una trasformazione positiva anche sugli ospitanti che, non sono io a dirlo ma loro stessi, ricevono più di quanto danno”.

d’arte con bellissime opere di persone svantaggiate e teniamo anche lezioni sul tema presso le scuole superiori dell’area modenese”.

C’è un contributo economico? “Sì, le famiglie ricevono un abbondante rimborso spese, suddiviso tra il Dipartimento di Salute Mentale e i Servizi Sociali del Comune. Per quanto riguarda noi, invece, ci basiamo esclusivamente sulla capacità di dare, gratuitamente, dei nostri volontari”.

Agenti di una nuova cultura… “Facciamo il possibile perché la gente esca dalle categorie predeterminate, crei nuovi legami, comprenda che un innovativo rapporto con il prossimo in difficoltà può rappresentare una risorsa di benessere, per il paziente e per la comunità”.

Qual è il vostro compito nel progetto? “Ci occupiamo della divulgazione di una cultura dell’aiuto e dell’accoglienza presso le famiglie che possono diventare ospitanti nonché presso la cittadinanza nel suo insieme. A questo fine indiciamo conferenze ed eventi, organizziamo spettacoli teatrali, concerti, proiezioni e mostre

Come funziona in pratica “Pazza Idea”? “Ci sono inserimenti a tempo pieno e parziale, a breve, medio e lungo termine. Attualmente possiamo vantare una decina di inserimenti, realizzati in due anni e mezzo, otto ancora in corso e due conclusi. Questi ultimi hanno raggiunto il traguardo del reinserimento: i pazienti oggi vivono da soli nella loro casa!” INCONTRI Gennaio 2014

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Gabriella Degrandi, psicologa, psicoterapeuta ed esperta in formazione soprattutto nell’ambito della comunicazione interpersonale, dal 1997 lavora presso l’Istituto Cortivo con ruoli di coordinamento e docenza. Dal 2006 collabora con l’Associazione di volontariato “Il Piccolo Principe” di Mestre, che vede un’équipe di ‘dottor clown’ volontari dedicare parte del loro tempo ai pazienti di alcune strutture sanitarie situate a Venezia e in provincia. “Si tratta di una realtà vivacissima, che porta il sorriso nelle 6 INCONTRI - Gennaio 2014

unità pediatriche e in altri reparti d’ospedale attraverso le tecniche della clownerie, un compito non facile quando si tratta di incontrare persone che stanno male. Un grosso naso rosso o un atteggiamento giocoso non bastano: per fare volontariato nelle corsie è necessaria una formazione di carattere psicologico”. Puoi approfondire i contenuti della clown therapy? “Si tratta di un approccio che permette di lavorare con la ‘parte sana’ della persona. Troppo spes-

so in ospedale si tende a identificare il paziente con la sua malattia piuttosto che considerarlo come persona nella sua totalità. È invece possibile prendersi cura delle persone con ogni mezzo, non solo con la medicina. Fondamentali sono anche la comunicazione, l’ascolto, l’attenzione verso l’altro, il gioco, il divertirsi insieme…”. Curare con il sorriso: cosa ne pensa la scienza? “È stato provato che far giocare un bambino prima di un intervento


arrivano i nostri Parla la squadra cortivo

Il sorriso, una formidabile terapia Un modo diverso ed efficace per “prendersi cura” del prossimo

doloroso riduce la percezione del dolore. È stata inoltre dimostrata l’importanza della giocosità nella riduzione della paura. Non solo, altri studi hanno messo in luce come il sorridere e il divertirsi migliorino la qualità del sonno e diminuiscano, nei bambini e nei loro genitori, i livelli di stress e ansia”. Qual è il tuo compito all’interno dell’Associazione? “Mi occupo della formazione dei volontari introducendo in particolare le teorie sulla percezione interpersonale, sulla comunica-

zione verbale e non verbale, sui possibili conflitti che possono sorgere lavorando in gruppo e, infine, sui rischi e le difficoltà che si possono incontrare lavorando con persone malate o che sono in condizioni di disagio. Altri temi che tratto sono la paura, il dolore, la psicologia del bambino. Poi ci sono gli incontri di sostegno al gruppo, durante i quali i volontari possono parlare delle loro difficoltà e confrontarsi sulle reciproche esperienze. Ci sono infine gli incontri dedicati esclusivamente al lavoro del dottor clown: in questo caso si

approfondiscono contenuti che vanno dal codice deontologico alle regole di comportamento, dalla medicina del sorriso agli studi scientifici sugli effetti terapeutici dell’attività”. Hai mai pensato di portare questa tua esperienza all’interno dell’Istituto Cortivo? “Sì, e infatti in uno dei prossimi seminari organizzati dall’Istituto è previsto un mio intervento finalizzato a far conoscere la clown terapia dal punto di vista teorico e psicologico”. INCONTRI Gennaio 2014

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: A C I T A IN PR E DI TIROCINIO Z N E I R E P S E

anella form le ia c ru c sempre nta pratica è a ll a a rapprese ri o io te in c a ll ro a ti d gio iale. Il Il passag nza Assistenz io c o S n’esperie re u , to o ra rs e o p rc un O ro pe zione di onle dell’inte ta n e m utica al c a e d d n e fo p p ro p o ste lazione squindi un o nella re n a rt nuti intere o p te ri n i o v c i ie ll d i a gli rati ricch unica che no elabo o sempre S . to ta s tte ni, che da ’a ll io e s d s e to fl n ri seguime ozioni e nsi di em e d , ti n e involg ori. santi e co che, i suoi lett n o c re e nda Lepre la divid o n J o c a n a n m ti su: A Incontri a omune ono punta s ri o tt nel suo C e fl e ri ir i tu a ti lt is o a fatto Questa v angela ttestato, h a l’ o it u trici Mari g a e s im n n o a c r gno, le dopo ave che ri di Soste to a tr di giochi is in e ic m tr m n A e v li g prima in l’albo de conda arini, la p s a G e, la se n ra io ia z h a g C e l’aggre Scilipoti ella azione e in g azione d a im m n a im l’ l’ e o on iche com promuov OSA tive tecn a v o n in entrambe i , d s li e e g ic n tr ta a De A sperimen neo h ed Elis ic ll e C so di un a a li c iu l e G d e n ta Infi raccon scrittura. Elisa tre Giulia n e M . i al figlio, e z rs n a e ic d d n e e a per d per le dip la cocain a n o d n a di Aids. abb ei malati d papà che o c n a fi io al uo tirocin illustra il s

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Dalla Sicilia al Veneto, animazione e favole Due contesti diversi, una ludoteca e una scuola dell’infanzia, la prima in provincia di Messina e la seconda in quella di Padova, e due tirocinanti al debutto nel ruolo di animatrici. Ne escono due ritratti, tratteggiati da Mariangela Scilipoti e Chiara Gasparini, differenti ma simili e caratterizzati da un filo conduttore comune: giochi finalizzati ad accrescere le potenzialità individuali ma anche le capacità di interagire con gli altri.

Numeri e colori si imparano giocando “Fare l’animatore in una ludoteca significa giocare e divertirsi con spontaneità - ricorda Mariangela Scilipoti - ma anche sapendo che le tecniche di animazione hanno una loro precisa funzione: per questo le proposte dell’animatore, per quanto piacevoli e gioiose, non devono essere fini a se stesse ma utili per imparare, stimolare la creatività, promuovere l’immaginazione e l’aggregazione. Prendo ad esempio il progetto che ho steso 10 INCONTRI - Gennaio 2014

nel corso del tirocinio, pensato per un periodo di 20 giorni per 20 bambini dai 3 ai 5 anni. Obiettivi: insegnare a riconoscere i colori e i numeri, favorirne l’attenzione e la concentrazione, stimolarne la creatività. Come si può fare? Presto detto! Il gioco dei palloncini colorati consiste nello spargere a terra tante palle di tanti colori e posizionare tre cesti numerati, 1, 2 e 3: a un certo punto l’animatore dirà di mettere i palloncini verdi nel cesto 1, poi i rossi nel 2, i gialli nel 3, e così via. Il gioco del grande foglio bianco prevede invece che i bimbi stampino la propria mano sulla carta dopo averla intinta nella pittura del colore menzionato dall’animatore. E


TIROCINIO ANIMATORE Racconti degli allievi

poi ancora il gioco piega il foglio, ovvero i piccoli dovranno piegare un foglio tante volte quante gliene dirà l’animatore, dandogli una forma sensata che poi coloreranno per spiegare alla fine cosa rappresenta per loro il risultato finale. Infine il gioco prendi il foglio giusto: ogni bimbo a turno raccoglierà di volta in volta il foglio del colore richiesto fra cinque fogli di diversi colori sparsi sul pavimento della sala”.

Quando la voce è la storia

“Fra le tante attività che ho svolto, durante la mia esperienza di tirocinio nella scuola materna – spiega Chiara Gasparini - ho utilizzato anche la tecnica dell’animazione della scrittura che ha il suo fondamentale punto di partenza

nel mettersi allo stesso livello dei bambini, sia dal punto di vista fisico, sia da quello emotivo. Come funzionava? Ci mettevamo tutti seduti sul grande tappeto senza posizioni specifiche e facevo scegliere il libro al bambino che mi sembrava meno interessato, per coinvolgerlo ed evitare che potesse disturbare gli altri, e poi cominciavo a leggere la storia senza far vedere immagini, per lasciarli liberi di immaginare personaggi e scenari, modulando la voce e inventandomi qualche intermezzo canoro, seguendo l’insegnamento di Rita Valentino Merletti e Bruno Tognolini:

“Quando si legge un libro a un bambino, la voce è la storia: dà corpo alla storia, la riempie, come l’acqua riempie il letto del fiume. La voce è la storia come l’acqua è il fiume”. INCONTRI Gennaio 2014

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Basta droga,

sono papà “La struttura in cui ho svolto il tirocinio come Operatrice Socio Assistenziale per le dipendenze - esordisce Giulia - accoglieva una cinquantina di utenti fra quelli che frequentavano il programma Accoglienza, dedicato a chi, entrando in comunità per motivi relazionali, sociali o fisici, non riesce ad astenersi completamente da tutte le sostanze, e il programma Diurno, rivolto invece agli utenti che hanno già raggiunto dei precisi obiettivi, primo fra tutti l’astensione da ogni sostanza per almeno quattro mesi ma anche la frequenza costante del programma, la sincerità e l’interiorizzazione di tutte le regole della comunità. Lo stupefacente più utilizzato era la cocaina associata ad alcol, ma molti erano anche quelli che in aggiunta si “calavano” vari tipi di pasticche. Nella trappola dell’eroina ne cadevano di meno, ma erano soprattutto giovani. Le donne invece erano nella 12 INCONTRI - Gennaio 2014

maggior parte dei casi cocainomani. Ora vorrei parlare del caso di Pietro, conosciuto in questa esperienza, che da sei anni presenta problemi di cocaina e alcol derivanti dalla frequentazione di amicizie sbagliate, feste e discoteche, ma con una famiglia molto unita alle spalle, una fidanzata e un figlio nato da poco. Nel primo mese di frequentazione non ha avuto ricadute ma in seguito, durante i weekend, aveva ricominciato con la cocaina. Quando gli operatori gli hanno proposto di entrare nel programma residenziale, però, ha accettato subito e ha fatto importanti progressi: rispetta di più gli altri, accetta consigli, ha preso maggiore consapevolezza del suo problema e, soprattutto, si è reso concretamente conto di essere un giovane padre che non può più considerare solo le proprie esigenze ma anche quelle di suo figlio”.


TIROCINIO DIPENDENZE Racconti degli allievi

I due tirocini di cui parliamo in queste pagine affrontano entrambi la tematica della dipendenza, ma da due angolazioni fortemente differenziate: Giulia Cellich illustra il periodo che ha trascorso all’interno di una comunità per il recupero dei tossicodipendenti e il loro reinserimento nella società, mentre Elisa De Angelis racconta della sua esperienza in un istituto ospedaliero romano specializzato nell’assistenza di persone sofferenti di patologie acute e croniche con particolare attenzione per i malati di AIDS.

Ho incontrato la sofferenza,

del corpo e dello spirito “Nel corso del tirocinio - racconta Elisa - ho avuto modo di frequentare per circa un mese il reparto Post Acuzie, specializzato nella presa in carico del paziente in relazione alla fase della malattia e alle esigenze sue e della sua famiglia, e per il resto del tempo l’Hospice, struttura residenziale con il compito di erogare le cure palliative ai malati di AIDS e di cirrosi epatica post-virale, e l’Unità di Trattamento a Domicilio, attiva nell’assistenza di persone con AIDS in un vasto territorio. Quando ho iniziato questa avventura ho provato tanti sentimenti, dalla tenerezza per persone tanto malate e indifese all’angoscia che mi prendeva quando non ero sicura di saper interpretare correttamente le loro richieste. Alla fine, però, mi sono sentita molto più sicura di me stessa e della strada che avevo intrapreso, più matura e consapevole delle mie capacità, umane e professionali. Questo perché con il trascorrere dei giorni ho avuto sempre maggiori opportunità di aiutare questi sofferenti, che molte volte

non hanno nessuno e a cui il mondo ha girato le spalle. Oltre a star male per i loro pesanti problemi fisici, soffrono dei pregiudizi che la gente ha nei loro confronti. Esclusi dalla società, spesso per sopravvivere si nascondono dietro all’aggressività, fanno una vita criminale perché hanno una dipendenza “da mantenere”, sono deboli e malati. Dal rapporto quotidiano che avevo con l’équipe ho imparato anche quanto sia importante confrontarsi con i colleghi di lavoro, sempre senza timori, dichiarando le proprie difficoltà, condividendo le emozioni forti che alcuni incontri o alcune realtà suscitano dentro”.

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Amministratore di Sostegno, per chi ha sete di

giustizia

“Il diploma in ragioneria? Uno sbaglio di quelli che si fanno da ragazzine spiega Anna Iolanda Lepre di Lettere in provincia di Napoli - perché in effetti il mio unico e vero obiettivo, il mio sogno, è stato da sempre quello di lavorare con i bambini. Poi ho fatto altri errori: mi sono iscritta all’Università in Agraria ed è stata una vera delusione che ho abbandonato dopo pochi mesi e ho fatto un corso di computer, che un po’ mi piaceva ma non lo consideravo come uno sbocco professionale: dietro a una scrivania non mi ci vedo proprio…”. Quando è venuto il momento delle scelte giuste? “Con l’Istituto Cortivo: mi sono iscritta alla specializzazione Operatore Socio Assistenziale per l’Infanzia, ho fatto tutti gli esami e un tirocinio davvero impegnativo, in una casa famiglia con bambini e ragazzini provenienti da famiglie con gravi difficoltà. Realtà difficili, all’inizio ero spaventata, ma dopo un colloquio con la psicologa mi

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sono detta dai, continua, e ci sono rimasta sei mesi, duri ma ricompensati dal buon rapporto che avevo raggiunto con i piccoli. Dopo l’Attestato, però, di lavoro nemmeno l’ombra e così, dopo un anno, ho deciso di iscrivermi sempre presso l’istituto Cortivo al corso di Amministratore di Sostegno”. Come mai? “Era una cosa nuova, con la quale sentivo che avrei avuto la possibilità di soddisfare la mia sete di giustizia: avrei potuto aiutare le persone messe da parte, sfruttate, e questo mi entusiasmava. Mentre facevo il corso mi sono resa conto di quanto era nuova questa figura, spesso le persone con cui parlavo non la conoscevano e non era facile far capire loro per cosa stavo studiando. Anche la ricerca territoriale per il tirocinio è stata un’avventura. Ho chiesto ai patronati, al Comune e all’ASL ricevendo risposte incerte o negative, ma alla fine l’area amministrativa del mio Comune di residenza mi ha accettato come tirocinante e nel


TIROCINIO AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO Racconti degli allievi

febbraio del 2010 ho ottenuto l’Attestato!” E poi? “Nel mio Comune non esisteva al tempo un Albo degli Amministratori di Sostegno. Doveva crearlo e segnalarlo al Tribunale di competenza, quello di Torre Annunziata. Ho insistito tanto e infine il sindaco l’ha creato e segnalato al Tribunale di Torre Annunziata. Mi sono iscritta e lo scorso maggio mi è arrivata una

telefonata proprio dal Tribunale… ero stata nominata Amministratore di Sostegno!”. Che incarico ti hanno conferito? “Seguo una signora disabile e con varie patologie per la quale la figlia ha chiesto l’Amministrazione di Sostegno a titolo cautelare. Sono ormai sette mesi che seguo il caso. Non è facile ma non mollo di certo… farò tutto ciò che posso per aiutarla!”.

A volte abbiamo il piacere di ricevere mail come questa: Gentilissimi, questo messaggio per comunicarvi che lo studio e la preparazione che ho ricevuto dall’Istituto Cortivo e dal tirocinio svolto presso le ACLI hanno dato i loro frutti. Le stesse ACLI, infatti, mi hanno offerto un contratto per fornire informazioni ai propri utenti sui servizi offerti dall’Amministrazione di Sostegno. Ciò mi consente di svolgere un’attività rivolta al prossimo, come mi ero pre-

fissato all’inizio degli studi e in particolare alle famiglie che hanno parenti non più in grado di provvedere autonomamente a se stessi. Ringraziandovi per avermi offerto l’opportunità di apprendere materie interessanti e di acquisire strumenti proficui per il mio futuro e per quello delle persone che potrò aiutare, vi invio i miei più cordiali saluti Paolo Ettore Paglia

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“Che lavoro fai?” Ex allievi raccontano Questa rubrica è dedicata alle esperienze e alle testimonianze di ex allievi dell’Istituto Cortivo. Storie in presa diretta di persone in cammino verso la piena realizzazione personale e professionale.

Quando a educare è l’architetto Che cosa spinge un architetto a lasciare lo studio affermato dove lavora con successo per diventare un’operatrice d’infanzia? “Il desiderio di vivere relazioni più autentiche - spiega Anna Maria Liggeri - lontana da un mondo indubbiamente interessante, lontano dalla mia predisposizione per il sociale che, nel frattempo, era cresciuta grazie al volontariato. Lavoravo con un architetto di fama e quando ho annunciato che lasciavo tutto per dedicarmi al prossimo, in famiglia mi hanno dato della matta…”.

Dopo aver lasciato lo studio di architettura che cosa ti sei messa a fare? “La volontaria in carcere, prima al Beccaria con i minori e poi a San Vittore. Un’esperienza forte, soprattutto quella con i ragazzi che, dietro la loro aria da trucidi, nascondevano disagio e sofferenza. Bellissimo è stato anche lavorare con i clochard e i bimbi di etnia Rom”. Tutta un’altra vita… “Sì, ma mi rendevo sempre più conto che avevo bisogno di una formazione più specifica. In quegli anni avevo frequentato vari seminari di aggiornamento all’Università Bicocca di Milano ma nonostante tutto ciò non mi bastava”. E sei approdata all’Istituto Cortivo! “Un passaggio che mi è tornato utilissimo, anche perché in quel periodo avevo iniziato a fare l’insegnante e come volontaria segui-

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vo i bambini di una scuola araba. Così con l’Istituto Cortivo mi sono specializzata nell’area dell’infanzia e della multiculturalità. È stata una tappa fondamentale, il primo mattone di un percorso che mi ha portato ad aprire il mio baby parking ludoteca ‘Magicabula’, struttura che vanta anche del marchio Cortivo Baby Planet. È la mia creatura, che mi appassiona ogni giorno di più. L’ho architettata nei minimi dettagli: nella realizzazione degli spazi, nella scelta dei colori e degli accessori, tutto disegnato a misura di bambino…”. Qual è l’elemento che fa di ‘Magicabula’ un luogo “speciale”? “Il fatto che è stato ideato non solo per offrire ai bambini un posto dove crescere, scoprire il mondo e la bellezza di stare insieme, ma anche per dare un’opportunità agli adulti impegnati del difficile mestiere di educare. Organizziamo spesso attività e laboratori che coinvolgono anche genitori e nonni…”.


“che lavoro fai?” ex allievi raccontano

Ad esempio? “Il mercoledì delle mamme ‘Giochiamo insieme’, che coinvolge le mamme e i bimbi da 0 a 36 mesi. Curato dalla dott.ssa Giada Oggionni, è centrato sull’importanza della comunicazione efficace. È partito il 13 novembre 2013 e durerà sino a maggio 2014 con incontri settimanali di circa tre ore che comprendono anche il tempo della merenda. Sta andando molto bene: qui le mamme (o altri adulti di riferimento) hanno la possibilità di relazionarsi con i figli attraverso il gioco ma anche di confrontarsi con altre madri. Noi offriamo uno spazio accogliente, rilassante e stimolante, dove è possibile crescere insieme in una dimensione serena e giocosa”. Altri progetti? “Abbiamo le attività psicomotorie, il corso di massaggio per neonati, il laboratorio per apprendere i segreti della cucina di Harry Potter, amatissimo dai fan del famoso

maghetto… Siamo inoltre presenti in molte iniziative: parteciperemo alla ‘Giornata della Bellezza’ organizzata dal Comprensorio scolastico locale, in occasione della quale cureremo la presentazione dei nuovi libri di Gabriele

Clima, ‘Canta il giallo’ e ‘Amico di acqua, amico di terra’, due splendidi testi per ragazzi editi da Le Coccinelle. Siamo inoltre partner della Fondazione Theodora, occupata a portare il sorriso nei reparti pediatrici tramite la clownterapia. Il nostro sostegno consiste nel raccogliere fondi attraverso la vendita delle bomboniere del sorriso, la cui forma è quella di un buffo naso rosso da clown”. Magicabula è un vulcano di idee… “Beh, se ci aggiungiamo i laboratori di pittura, di poesia e altro ancora… sì, ci diamo parecchio da fare. Uno dei prossimi appuntamenti è il laboratorio ‘Invento la mia maschera’ un laboratorio creativo che consentirà al bambino di costruire la propria maschera usando materiali atti alla manipolazione o il cartone, un modo divertente per sperimentare il gioco del travestimento con tutte le sue implicazioni ludico-terapeutiche”. INCONTRI Gennaio 2014

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Per un sereno “durante e dopo di noi” Oggi Maria Ricci è la presidente della Cooperativa Sociale “Progetto Sole” di Colico, in provincia di Lecco, realtà importante nel campo dell’assistenza ai disabili, riconosciuta come una fra le più valide del territorio. Maria, la cui esperienza nel settore della disabilità risale all’infanzia, ha un diploma di istituto magistrale ma soprattutto un notevole bagaglio di competenze maturate direttamente sul campo a cui si aggiunge un Attestato dell’Istituto Cortivo come Operatrice Socio Assistenziale per disabili. “Il mio percorso con l’Istituto Cortivo è stato positivo al punto - spiega Maria - da consigliarlo anche a mio figlio Alessandro, di 21 anni, attualmente iscritto al corso OSS e intenzionato 18 INCONTRI - Gennaio 2014

ad acquisire anche l’Attestato di Animatore”. La tua passione per il sociale lo ha contagiato... “Un po’ come è successo a me: ero piccola quando mia madre fu assunta presso un Centro residenziale per disabili. Mi portava con lei e così divenne naturale per me giocare con gli utenti. Li vivevo come bambini, a seconda del gioco io ero la loro mamma, il dottore, la maestra... Ci divertivamo tantissimo, mi sono sempre sentita al sicuro con loro”. Il tuo sembra quasi un destino... “Ho avuto degli esempi straordinari: la mia mamma anzitutto e poi la responsabile di quel centro che,

precorrendo i tempi, seppe creare una magnifica struttura residenziale dove, a tavola per i ragazzi, erano previste la doppia posata e le posate per la frutta... Considerava i disabili come persone meravigliose in tempi in cui l’unica loro alternativa alla famiglia era quasi sempre l’ospedale psichiatrico”. Ti è venuto quindi spontaneo trovare uno sbocco lavorativo in questo ambito. “Ho dovuto maturare la mia scelta. Da ragazza avevo vinto un concorso nei Beni Culturali e mi sono trovata a lavorare all’Accademia di Brera... Mi attirava Milano, l’ambiente artistico e metropolitano, pensavo fosse una buona soluzione. E invece...”.


“che lavoro fai?” ex allievi raccontano

Cosa è successo? “Ho iniziato a sentire nostalgia per il mondo che avevo lasciato: mi mancava lo scambio di emozioni profonde che avevo sperimentato nel campo dell’assistenza, l’autenticità di relazioni difficilmente esprimibile a parole. Tornata a casa, con la mia mamma decidemmo di investire tutte le nostre risorse nell’acquisto di un edificio da ristrutturare e creammo, con l’aiuto di papà, Villa Volusia, una casa situata in un luogo meraviglioso, dove riuscimmo in poco tempo ad accogliere dieci persone, il massimo che potevamo ospitare. I genitori e i ragazzi erano contenti e anche i servizi sociali sembravano apprezzare molto il nostro lavoro. Le domande d’inserimento cominciarono a crescere e così decisi di aprire nuovi spazi. Assieme alla mia amica Luisa gettai le basi del ‘Progetto Sole’ e nel 2011 costituimmo la Cooperativa”. Di cosa si occupa ‘Progetto Sole’ e quante strutture gestisce? “Offriamo un nuovo concetto di residenzialità che funziona sul modello familiare ma facendo molta attenzione a non sostituirsi alla famiglia vera. Da noi gli utenti possono trovare l’ambiente ideale per un distacco non traumatico, stimolante, ricco di calore umano, in grado di valorizzare le potenzialità di ognuno. Ospitiamo adulti con disabilità intellettiva medio grave e possiamo contare su due Comunità Socio Sanitarie e un Gruppo Appartamento dove utenti e operatori svolgono le attività classiche della quotidianità più una serie di laboratori educativo-didattici in vari settori: dal mantenimento di competenze di lettura e scrittura ad at-

tività pratiche come i laboratori di cucina, giardinaggio, l’importante attività di telaio per la produzione di ‘pezzotti’ e poi ancora laboratori di informatica, attività motoria, percorsi sensoriali, passeggiate e molte, molte gite... Particolarmente efficaci sono le giornate in agriturismo, una dimensione rurale in cui gli ospiti possono cimentarsi con attività ortofrutticole, cura degli animali, produzione di formaggi, biscotti, miele”.

a Roma e Medjugorje, nel 2013 abbiamo partecipato al Pellegrinaggio a Lourdes organizzato da OFTAL-Milano. Tutti questi momenti sono davvero speciali per noi e i nostri ospiti poiché stupisce sempre la loro naturalezza e disinvoltura a stare con altre persone, ideale la dimensione del villaggio, e in circostanze non sempre ludiche come nel caso del viaggio Lourdes”.

La campagna come possibilità riabilitativa… “Sì, ne è un perfetto esempio il nostro pollaio, che permette ai ragazzi di apprendere il ciclo di vita dall’uovo alla gallina prendendosi cura direttamente dei volatili”. Una peculiarità della Cooperativa Progetto Sole da mettere in evidenza? “Progetto Sole ha tra le sue carte vincenti la posizione: le nostre strutture sono immerse in un ambiente incontaminato, dove la natura è ancora sovrana, non c’è stress e i ritmi sono quelli stagionali, l’ideale per chi ha bisogno di spazi tranquilli per imparare ad esprimersi in autonomia. Qui gli ospiti trovano la dimensione protetta del paese, dove possono uscire anche da soli per piccole passeggiate e commissioni, cosa che in una grande città comporterebbe molti più rischi”. Fate anche viaggi… “Certamente: i nostri ospiti hanno anche l’opportunità di viaggiare! Due volte all’anno sono proposte vacanze comunitarie a Cesenatico o mete estere quali Sharm El Sheik, Mars Alam, ecc. Nel 2012 siamo stati

Il vostro prossimo impegno? “Proseguire nel lavoro volto all’inserimento graduale e assistito dei nuovi ospiti per un più sereno ‘durante e dopo di noi’. Finora abbiamo spesso dovuto affrontare situazioni emergenziali, accogliendo persone che di punto in bianco avevano perso familiari e punti di riferimento. Per evitare simili traumi è necessario operare in sintonia con le famiglie, i servizi e le associazioni del territorio. Ad occuparsi di questo progetto, che abbiamo battezzato ‘Bivio’, è soprattutto il mio braccio destro, la Dott.ssa Manuela Valsecchi, referente per le attività progettuali ed educative della Cooperativa”. INCONTRI Gennaio 2014

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Sarà un calendario ricco di incontri quello del 2014!

Anche quest’anno, l’Istituto Cortivo mette a disposizione di allievi ed ex allievi un fitto e versatile calendario di formazione e aggiornamento, denso di novità ma anche di attesi ritorni. Giornate dedicate alla danza e alle Costellazioni Familiari, seminari rivolti alla relazione che cura e aiuta l’assistenza, alla magia del colore, alle competenze da costruire, a come aiutare nel benessere, alla scrittura autobiografica. Sono molte le iniziative per crescere sul piano etico e professionale, dunque, alle quali vanno ad aggiungersi il corso di Counseling tenuto dal dott. Piazza e gli ormai classici e sempre molto frequentati Seminari di Impresa Sociale, il primo a metà aprile e il secondo verso la fine di ottobre. 20 INCONTRI - Ottobre 2013


chi semina raccoglie Speciale seminari

seminari del 2014 Seminari per tutte le specializzazioni 25 gennaio

La tua voce è un dono

condotto da Franco Dessì

15 febbraio

Danze di Arte e di Cura

condotto da Amy Balduccio e Susanna Mazzocco

27 febbraio/1° marzo Armonia nella comunicazione

condotto da Attilio Piazza e Marco Marson

14 e 15 marzo

Assistere, accompagnare, aiutare (2) condotto da Luciana Rossi ed Enrico Miatto

3/4/5 aprile

Costellazioni familiari: condotto da Attilio Piazza e Marco Marson riconoscere le origini

10/11/12 aprile

XXIX Seminario di Impresa Sociale

23 e 24 maggio

La relazione che aiuta la cura e l’assistenza 23 maggio, Gabriella Degrandi: “Dalla comunicazione interpersonale alla Clowntherapy” 24 maggio, Associazione Zerofrontiere: “Animalmente: la Pet Therapy per sviluppare empatia ed emotività”

7 giugno

La magia del colore

condotto da Maura De Mezzo

11/12/13 settembre

Aiutare nel benessere

condotto da Attilio Piazza e Marco Marson

26 e 27 settembre

Costruire competenze

condotto da Clara Galetto, Enrico Miatto e Luciana Rossi

18 ottobre

Giornata di danza liberatoria

condotto da Olivia Olla Palmer

23/24/25 ottobre

XXX Seminario di Impresa Sociale

in collaborazione con Cooperativa Progetto Now

22 novembre

Scrittura autobiografica e creativa condotto da Cristina Zuppel

in collaborazione con Cooperativa Progetto Now

Seminari per il corso di Counseling I seminari sono parte integrante del percorso formativo per Counselor. La loro frequenza è quindi obbligatoria. 27 febbraio/2 marzo Comunicazione base (1° anno) 27/28/29/30 marzo Comunicazione intermedio (2° anno) 3/4/5/6 aprile 8/9/10/11 maggio

Costellazioni base (1° anno) Costellazioni intermedio (2° anno)

11/12/13/14 settembre Relazioni professionali base (1° anno) 6/7/8/9 novembre Relazioni professionali intermedio (2° anno) 19/20/21/22 giugno Approfondimenti tematici (2° anno)

Per informazioni: Istituto Cortivo, Centro di Formazione - Via E. Ramin, 1 - 35136 Padova Tel. 049 8901222 - Fax 049 8901213 - www.cortivo.it/seminari - e-mail: seminari@cortivo.it INCONTRI - Ottobre 2013 21


Volare con le

mani

Si possono fare tantissime cose con le mani e la nostra proposta in questo numero è di impiegarle per creare qualcosa di bello e colorato utilizzando carta, forbici e colla. Il risultato? Un bellissimo e variopinto pappagallo. Se poi volete introdurre un pizzico di vena artistica e fare in modo che ogni opera sia diversa dall’altra, potete servirvi dei colori a dita scoprendo le infinite sfumature possibili che nascono dal sovrapporsi gioioso delle tinte. L’attività serve a sviluppare manualità e precisione nonché ad imparare a tracciare contorni e incollare. Per il collage servono 2/3 fogli di cartoncino spesso, fogli di carta di diverso colore, una matita di grafite, forbici e colla. Per la preparazione: appoggiare la mano aperta sul cartoncino e disegnarne il contorno con la matita; ripetere l’operazione con la mano chiusa; ritagliare le due sagome; ricalcare la sagoma della mano aperta sui fogli di carta gialla

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o arancione e ritagliare le due sagome; ricalcare la sagoma della mano chiusa sul foglio di carta rossa per due volte; ricalcare la sagoma della mano chiusa sui fogli giallo, verde e viola; ritagliare tutte le mani chiuse; incollare una delle mani chiuse rosse su un grande foglio di cartoncino. Sarà la testa e il corpo del pappagallo, sulla quale vanno disegnati gli occhi e il becco; incollare le altre mani una dopo l’altra, in modo che si sovrappongano. Devono essere incollate in senso opposto rispetto alla testa; incollate le due mani aperte al centro: saranno le ali del pappagallo. Tutte queste operazioni possono essere eseguite anche con le mani colorate dalla pittura a dita. Il pappagallo, realizzabile con diverse tipologie di utenti, può essere anche una bella idea regalo, perfetta per dare una nota di colore alle tante occasioni da festeggiare!

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educ’azioni IMPARARE GIOCANDO

INCONTRI Gennaio 2014

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Il libro Come si fa a dire di no? A spiegare la domanda del titolo è il libro di Asha Phillips “I no che aiutano a crescere”, un betseller che dal 1999 ha fornito a genitori ed educatori utili spunti di riflessione sull’importanza di una parola così breve ma così incisiva in termini pedagogici. L’autrice, psicoterapeuta infantile di chiara fama, svela l’infinito mondo di implicazioni psicologiche e relazionali nascoste dietro ad ogni no che diciamo ai nostri figli: ci sono i no detti al momento giusto, altri meno efficaci, poco empatici perché espressi al momento sbagliato. Il libro, introdotto dalla prestigiosa presentazione di Giovanni Bollea, padre della moderna neuropsicologia infantile, è appassionante, ricco di casi sottoposti ad osservazione diretta che ben rappresentano la realtà della relazione adultibambini. Asha Phillips approfondisce il tema del no tenendo conto di tutte le tappe evolutive, dalla primissima infanzia all’adolescenza. Il no come elemento indispensabile affinché il neonato sperimenti positivamente il distacco dalla madre, la sua assenza

“Una lettura molto piacevole che, unita alla ricchezza dei dettagli psicologici e al continuo confrontarsi con le varie teorie, la rendono interessante anche per tecnici e specialisti. Anzi, consiglio vivamente a questi ultimi di leggerlo, al fine di arricchire e approfondire la fenomenologia del disagio infantile”. Giovanni Bollea 24 INCONTRI - Gennaio 2014

temporanea, l’addormentarsi da solo, la possibilità di sopportare senza conseguenze l’alternarsi di sensazioni piacevoli e spiacevoli come il sentirsi vuoto e pieno, asciutto e bagnato, ecc. E poi ancora il no detto ai ragazzini più grandi, che serve a stabilire le regole ma anche a contenere: un bambino “contenuto” da autorevoli e amorevoli no probabilmente diventerà un adulto capace di gestire i suoi stati emotivi mentre un adolescente a cui tutto è permesso e che non conosce divieti non può sperimentare nei tempi e nei modi giusti una naturale ricerca di identità e autonomia. I no aiutano a crescere quindi perché, come afferma Bollea: “Un no detto al momento giusto può essere il punto di partenza per una crescita equilibrata e felice” e così, come consiglia l’autrice, la mia tesi, in questo libro, è che i no aiutino a costruire e non a distruggere; ma a questo scopo è importante riflettere sulla prospettiva del bambino, considerare l’impatto di un no sulla sua fiducia in se stesso…”. Asha Phillips

I no che aiutano a crescere

Feltrinelli Editore - 184 pagine


IL SOCIALE TRA CARTA E PELLICOLA

Il film La storia vera di una vera amicizia Una storia davvero da conoscere, quella di Quasi amici, non solo perché è ispirata a una vicenda vera ma anche perché tratta con una leggerezza unica, che spesso sfocia nel divertimento vero e proprio, alcuni fra i temi più difficili e impegnativi della nostra epoca. L’incontro quasi fortuito fra il miliardario francese Philippe e il precarissimo immigrato di seconda generazione Driss dà infatti luogo a un pirotecnico susseguirsi di situazioni che, nel loro svolgersi, gettano una luce forte ed estremamente realistica sul gap economico fra i ricchi e i poveri che caratterizza la nostra società, sulla tragedia della disoccupazione, sui problemi dell’handicap, sull’uso delle droghe, sul valore dell’arte contemporanea e sulla deriva delinquenziale che attira tanti giovani privi di concrete alternative: tutto questo in un appassionante, divertente, movimentatissimo

caleidoscopio di scene tutte da godere fra riso e commozione. La trama è presto detta: Driss, reduce dalla galera, entra nella fastosa dimora di Philippe con la sola speranza di ottenere il certificato che gli consenta di continuare a percepire il sussidio statale. Invece Philippe, scoraggiato dalla sequenza di algide persone che si presentano per ottenere il posto, lo sceglie come badante. Da qui inizia l’incontro fra il tetraplegico con tanta voglia di vivere dentro e il giovane, vitalissimo nero: un confronto che diventa sempre più profondo e che si apre alle più diverse dimensioni dell’essere, dalla musica all’arte e dai modelli di vita all’amore, mantenendo sempre toni estremamente diretti, senza mediazioni e senza commiserazioni, come vuole una vera amicizia. Ed è proprio l’amicizia il sentimento che emerge, lentamente ma decisamente, nel corso dei 111 minuti di questo prezioso social movie, sempre più complice e condivisa, conclusa da una separazione che è al tempo stesso un inno alla possibilità per chiunque di trovare l’amore, quello sincero e disinteressato, che può illuminare un’esistenza…

QUASI AMICI 2012, regia di Olivier Nakache ed Eric Toledano Uscito nelle sale nel febbraio del 2012, “Quasi Amici” è stato scritto e girato da due registi e sceneggiatori, Olivier Nakache ed Eric Toledano, e ha due protagonisti, François Cluzet ed Omar Sy, il primo nella parte dell’assistito, il secondo del badante. Campione di incassi in Francia, pluripremiato e candidato a vari riconoscimenti, è stata la pellicola francese più vista in Italia con quasi due milioni e mezzo di spettatori. INCONTRI Gennaio 2014

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Nel web si fa largo un antico refrain: non si butta via niente! Da sempre il “Non si butta via niente!” è stato il ritornello ripetuto all’infinito da genitori e nonni a figli e nipoti. Un messaggio che passava attraverso le generazioni e che metteva in evidenza un principio indiscutibile, ovvero che tutto ciò che è stato prodotto dall’uomo merita rispetto e attenzione. Poi è venuto il tempo del consumismo, dello smaltimento spensierato e del nuovo a tutti i costi: la cultura della conservazione sembrava destinata ad essere definitivamente messa in soffitta assieme alle altre cianfrusaglie del passato. C’erano sì delle realtà impegnate a raccogliere i surplus della nostra ricchezza per inviarli alle popolazioni più povere del pianeta, dove potevano significare la differenza tra vivere e morire, ma erano fenomeni considerati estranei a noi, una beneficenza preziosa per chi ne aveva bisogno ma che mai e poi mai avrebbe potuto riguardarci direttamente. Da qualche anno a questa parte, però, anche dalle nostre parti è successo qual26 INCONTRI - Gennaio 2014

cosa di inaspettato: una crisi economica improvvisa e feroce che, ben presto, è diventata anche crisi sociale. Ed ecco allora che, quasi istintivamente, siamo tornati a ragionare nei termini del “Non si butta via niente!”: dopo decenni di raccolti agricoli schiacciati dai trattori e di eccedenze allegramente trattate come rifiuti da sotterrare o bruciare, ha cominciato a farsi sempre più largo l’idea di chiudere la stagione degli sprechi e ritornare alla valorizzazione di tutto ciò che poteva avere qualche utilità. E i primi pionieri che hanno cominciato a muoversi in questa direzione, come piccole palle di neve, hanno dato il via a una valanga. Oggi, infatti, le realtà che nei sensi più diversi operano nel recupero o nel riuso di beni inutilizzati sono numerosissime: enti religiosi e associazioni che all’inizio si sono occupate di abbigliamento, libri, elettronica, ecc., ma che ben presto sono giunte a toccare l’aspetto che più di altri illumina l’attuale stato di indigenza della nostra so-


A PESCA DI SITI IL SOCIALE IN RETE

cietà: il cibo, alla cui mancanza è giusto e necessario rispondere in tutte le forme possibili. E la fantasia non è davvero mancata: con il supporto dei nuovi media e con l’immancabile, generoso contributo del volontariato, sono nate infatti moltissime realtà che trovano nella solidarietà alimentare la loro fondamentale ragione d’essere. Tutte funzionano pressappoco alla stessa maniera, recuperano il cibo presso privati, aziende agricole, ristoranti e catene della piccola e grande distribuzione per poi distribuirlo a chi ne fa richiesta. Le differenze sono invece nel cosa chiedono in cambio, particolare molto importante se si considera che le persone che oggi necessitano di cibo non sono solo mendicanti o homeless abituali, ma anche lavoratori che hanno perso il lavoro e il reddito e che non sanno come fare per mettere assieme il pranzo con la cena, ragione per la quale non vogliono chiedere la carità, ma restituire in qualche modo l’aiuto ricevuto. Per questo, accanto a reti come il Banco Alimentare (www.bancoalimentare.it) o i Food Share (blog.ifoodshare.org) che raccolgono e distribuiscono cibo gratuitamente, stanno crescendo altre situazioni come Terza Settimana (www.terzasettimana.org) che, in cambio dei prodotti, chiede una corrispondente disponibilità di tempo per aiutare nella distribuzione delle derrate presso il Social Market o per svolgere altre attività sociali. Una tendenza positiva questa, che trasforma l’atto unilaterale nella messa in comune delle reciproche disponibilità e che restituisce dignità all’atto del ricevere in quanto seguito da un corrispondente dare. Tanti fiori stanno dunque crescendo nel giardino del “Non si butta via niente!”, fiori organizzativi ma anche elettronici come l’innovativa app statunitense “leftoverswap” che consente il contatto diretto tramite tablet o smartphone fra chi dà e chi riceve. Sono tutti fiori bellissimi, caratterizzati da un fragrante profumo: quello della solidarietà umana. INCONTRI Gennaio 2014

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SERVIZIO SEGNALAZIONE ALLIEVI

Opportunità, indicazioni, soluzioni. La sinergia tra il mondo del sociale e il Servizio Segnalazione Allievi funziona. Ne è testimone la dott.ssa Iryna Tsukanova che, nel suo ampio curriculum, ha inserito anche l’attestato di Operatore Multiculturale conseguito lo scorso giugno con l’Istituto Cortivo. Iryna si è laureata in Economia e Pianificazione presso l’Università Statale di Charkov, in Ucraina, ha vari dottorati in Scienze Economiche e un diploma di Economista conseguito in Germania. È inoltre consulente interculturale presso enti pubblici e aziende private, docente di materie linguistiche, interprete, traduttrice e plurilingue esperta nelle lingue russa, tedesca e italiana.

Come mai hai deciso di iscriverti all’Istituto Cortivo? “In Germania avevo già lavorato con il Ministero a un progetto che riguardava l’integrazione degli stranieri, così ho pensato che potevo applicare la mia esperienza anche in Italia, dove nel frattempo mi ero trasferita. Mi serviva però una formazione specifica da conseguire anche in questo Paese e quindi mi sono iscritta all’Istituto Cortivo”. E al conseguimento dell’Attestato, usufruendo del Servizio Segnalazione Allievi, è arrivata anche l’occasione che cercavi… “Sì, una società di mediazione linguistico-culturale ha richiesto all’Istituto Cortivo il nominativo di Operatori Multiculturali disponibili a collaborare con l’Azienda Ospedaliera di Verona, città dove tra l’altro risiedo. Sono contenta e trovo molto interessante sperimentare la mia capacità di comunicazione interculturale all’interno di una struttura sanitaria”. Le richieste di operatori motivati che abbiamo ricevuto nel 2013 sono state molte per numero e variegate, sia per la provenienza geografica, sia per la tipologia del servizio. Cooperative, case di Cura, Agenzie di Animazione, Comunità, Enti privati e Società di Assistenza sono solo alcuni esempi di strutture che si rivolgono a noi, a livello nazionale, per ottenere la segnalazione di nominativi da impiegare nel campo del welfare privato sociale.

Un punto d’incontro tra domanda e offerta Attraverso il Servizio Segnalazione Allievi le strutture possono chiederci – per tirocini o impiego – i nominativi degli allievi che hanno concluso il percorso formativo, mentre gli allievi possono conoscere le richieste pervenute e segnalare il loro interesse e la loro disponibilità.

Servizio Segnalazione Allievi Istituto Cortivo Centro di Formazione Via E. Ramin, 1 - 35136 Padova Tel. 049 8901222 - Fax 049 8901213 e-mail: ssa@cortivo.it


ISTITUTO CORTIVO:

diventa protagonista nel sociale. Dal 1984 progettiamo attività formative nel sociale, un mondo ricco di umanità che è da sempre il nostro esclusivo e coinvolgente orizzonte di impegno. Trent’anni di esperienze, scelte e fatti concreti hanno dato vita ad una struttura forte e dinamica che forma professionisti motivati e competenti. Perché l’assistenza alla persona non è mai un lavoro qualsiasi. Con i nostri Centri Didattici siamo presenti in tutte le principali città italiane. La nostra sede centrale è a Padova.

Scuola accreditata da

Rif. RT/2 del 22 Maggio 2013 (Prot. n. 0030291)

Corsi di formazione per: Operatore Socio Assistenziale (OSA) per infanzia, anziani, disabili, dipendenze, Operatore Multiculturale, Assistente turistico per disabili, Amministratore di sostegno, Animatore, Operatore Socio Sanitario (OSS); Counselor. Istituto Cortivo - via Padre E. Ramin, 1 - 35136 Padova www.cortivo.it

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