Incontri - Ottobre 2014

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OTTOBRE 2014

incontri il Notiziario dell’Operatore Sociale

ingressi solidali

Scendere in strada e sentirsi a casa

ANIMATORE Animatrice per un’estate

che lavoro fai?

La ludoteca che fa cucù

Imparare giocando

Il gioco dell’arcobaleno


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12 numeri

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Editoriale Vivace, eclettico, ricco di testimonianze preziose: così si presenta questo numero di Incontri, con tanti articoli da leggere a partire dalla rubrica “In Pratica”, che vede protagonisti tre tirocinanti negli ambiti dell’animazione, infanzia e multiculturalità, ognuno con le sue impressioni, le sue motivazioni e i progetti futuri. Nello spazio “Ex allievi raccontano” ecco invece l’intervista ad Elisa Cavazzana, oggi alla guida della ludoteca Cucù che, oltre ad offrire un’ampia gamma di laboratori e momenti ludico-educativi, gestisce in convenzione con il Comune vari servizi per l’infanzia. Quindi la storia di Chiara Milordi, partita un po’ per gioco e sfociata in un’appassionante esperienza professionale. Interessante anche la testimonianza di Rita Zuliani, responsabile della Cooperativa Sociale Onlus Il Girasole: positivamente colpita dalla professionalità delle tirocinanti Incontri, ovvero Cortivo, si è recentemente rivolta al il sociale da tutti Servizio Segnalazione Allievi per ottenere alcuni nominativi in vista di un possibile i punti di vista inserimento nell’organico dell’asilo nido che gestisce. C’è poi la rubrica “Il sociale tra carta e pellicola”: qui troverete informazioni sul bel film con Claudio Bisio “Si può fare”, commedia dai risvolti sociali che parla del processo riabilitativo dei malati psichiatrici attraverso il lavoro, nonché sul libro per ragazzi “Il posto giusto”. Scritto da Beatrice Masini e illustrato da Simona Mulazzani, è stato pubblicato da Chartesia in occasione dei quindici anni di Casa Ronald in Italia: parte del ricavato delle vendite andrà a sovvenzionare la costruzione di nuove case d’accoglienza per famiglie con bambini ricoverati in ospedali sparsi in tutto il mondo. Da non perdere anche gli articoli dedicati a onlus, blog e social: leggerete degli “angeli” dell’UNHCR impegnati nel pronto soccorso ai profughi in fuga dai teatri di guerra, dei giovani blogger affetti da Sclerosi Multipla che, lontani dal piangersi addosso, utilizzano la rete per dialogare, progettare ed esprimere la loro gioia di vivere e, infine, dell’inedita formula dei Social Street, cioé un modo per costruire una comunità solidale fra vicini di casa e abitanti nella stessa via attraverso il passaparola su Facebook, l’agorà del ventunesimo secolo. La redazione INCONTRI Ottobre 2014

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Sommario

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01 EDITORIALE

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ingressi solidali Dentro le strutture Scendere in strada e sentirsi a casa

06 ARRIVANO I NOSTRI

Parla la squadra Cortivo Eclettico per scelta, formatore per natura

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In pratica: Stimoli, conferme, svolte lavorative

10 ANIMATORE

12 INFANZIA

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I desideri dei bambini danno ordini al futuro (Erri De Luca)

Istituto Cortivo Editore Stampa Litocenter srl - Zona industriale nuova 35016 Piazzola sul Brenta (PD) Progetto grafico e impaginazione: immagina.biz

2 INCONTRI - Ottobre 2014

Animatrice per un’estate Due tirocini per ottimizzare competenze e professionalità

MULTICULTURALITà

Un operatore multiculturale con la mediazione nel dna


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22 educ’AZIONI

“CHE LAVORO FAI?”: EX ALLIEVI RACCONTANO

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24 IL SOCIALE TRA

La ludoteca che fa cucù

18 HO INIZIATO QUASI

PER GIOCO...

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chi semina raccoglie: Speciale seminari

“Laboratorio di scrittura autobiografica” 22 Novembre 2014

“Essere genitori oggi” Roma, 15 Novembre 2014 Milano, 13 Dicembre 2014

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Imparare giocando

Il gioco dell’arcobaleno

carta e pellicola Il libro

Un tenero racconto per un grande progetto

Il film

Niente è impossibile, tutto “Si può fare”

26 A PESCA DI SITI

Il sociale in rete

Avviso ai naviganti: fra i tanti mondi del web ve ne proponiamo due che davvero vale la pena di scoprire e conoscere

28 Servizio

segnalazione allievi Opportunità, indicazioni, soluzioni.

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Scendere in strada e sentirsi a casa

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ingressi solidali dentro le strutture

Se non sapete nemmeno chi abita nel vostro condominio sappiate che oggi, grazie a Facebook, potete trasformare la vostra via in una Social Street, ovvero una comunità in cui ognuno può sentirsi circondato da persone amiche, alle quali dare e dalle quali ricevere solidarietà e aiuto. Quante volte abbiamo sentito ripetere che la tecnologia è disumanizzante, che continuando di questo passo i contatti reali con le altre persone si faranno più rari e affonderemo nel mondo virtuale, passivi terminali della rete globale con mani, occhi e orecchi impegnati a seguire uno schermo che vuole solo per sé tutta la nostra attenzione! E, in effetti, nei primi tempi la tendenza sembrava essere proprio questa: nessuna speranza per chi vive connesso, l’isolamento appariva come l’unico destino possibile. Invece vari fenomeni emergenti dimostrano che non è così. In tante occasioni, via via nel tempo sempre più larghe e diffuse, il tam tam mediatico si sta rivelando un potente fattore di socializzazione, un velocissimo vettore di reciproche informazioni, un vastissimo mondo in cui andare alla scoperta di interessi da condividere. Dai primi raduni alle biciclettate in compagnia, dai social network a Skype, dal car sharing allo scambio delle case, dalla partita di calcetto ai contatti internazionali abbiamo visto crescere prepotentemente nella rete il desiderio di andare incontro al resto dell’umanità, di agire positivamente assieme agli altri… Splendido esempio in questo senso è l’esperienza di Social Street,

nata nel settembre del 2013 grazie al gruppo Facebook “Residenti in Via Fondazza - Bologna”. E come spesso succede per le cose più belle, anche questa è scaturita dal caso: Federico Bastiani, il fondatore, era in cerca di un amichetto con cui suo figlio potesse giocare e ha pensato bene di inoltrare la richiesta ai suoi vicini di casa attraverso Facebook. Trovato ben presto l’amichetto e conosciuti i genitori, capì che poteva essere un’idea eccellente per migliorare i rapporti di vicinato e decise di continuare a promuoverla. Da questo episodio di un anno fa è partita la storia di Social Street che oggi, quasi per moto spontaneo, conta all’incirca 340 realtà diffuse in tutte le regioni d’Italia e coinvolge più di 25 mila persone. Un successo davvero travolgente che testimonia la bontà di un’iniziativa tanto semplice quanto efficace, all’insegna dell’inclusività, rivolta non tanto a qualche specifica categoria di persone, ma a tutti coloro che abitano nella stessa strada. Ed è proprio per questo che Social Street assume infinite forme, a seconda della città e del quartiere in cui prende vita. Ed è davvero straordinario il fatto che uno strumento ultramoderno come il web sappia dimostrarsi il passepartout ideale per poter ritornare alle tradizioni di una vol-

ta, quando i rapporti di vicinato erano l’essenza della quotidianità. Con Social Street il vicino con cui a malapena si scambiava un buongiorno può rivelarsi un vero amico e il problema che fino a poco tempo prima poteva sembrare irrisolvibile trova soluzione grazie all’intervento dei vicini, che offrono la loro disponibilità per andare a far la spesa, a pagare la bolletta per gli anziani o per chi ha problemi di mobilità ma anche a guardare i bambini per il tempo necessario. Oppure, se qualcuno ha bisogno di un mobile o di un elettrodomestico, succede spesso che qualcun altro ha proprio quella cosa in cantina a fare la muffa ed è ben lieto di regalarla. E poi scambi di libri e musica, serate in compagnia, feste… Ecco, si può dire che con Social Street la via in cui si abita improvvisamente si anima di persone e sentimenti, favorisce i legami e le azioni di solidarietà fra i residenti e gli eventuali negozianti, insomma crea comunità dal basso, senza ruoli e gerarchie, sollecitando tutti a partecipare nei limiti del possibile. Se volete sapere come si fa a fondare una Social Street basta cliccare www.socialstreet.it e seguire le istruzioni: potrete cambiare la vostra vita assieme a quella dei vostri vicini! INCONTRI Ottobre 2014

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Giramondo, psicologo, skipper, corista, formatore (anche) della protezione civile: ritratto di un docente

Fabio Arditi, insegnante presso il Centro Didattico di Perugia

Eclettico per scelta, formatore per natura “Dopo aver concluso gli studi superiori in un liceo classico ternano che al tempo era considerato uno fra i dieci più rigidi a livello nazionale ricorda Fabio Arditi di Perugia - mi sono concesso con il beneplacito della mia famiglia un paio d’anni di esperienze in giro per l’Europa, qualche lavoretto e finalmente tanta libertà, dopo aver subito altrettanta costrizione sui libri. Nel frattempo, anche per darmi uno scopo, mi ero iscritto alla Facoltà di Giurispru6 INCONTRI - Ottobre 2014

denza, ma con scarso successo. Il tempo passava e non riuscivo a decidere quale strada percorrere. A rimettermi in carreggiata ci pensò il servizio militare, durissimo, bersagliere ad Aviano, in Friuli, zona operativa… Alla fine avevo bisogno di ossigenare la mente e ho maturato la scelta: lasciata definitivamente Giurisprudenza mi sono iscritto a Psicologia e qui ho trovato l’ambiente che faceva per me, un percorso felice

concluso con un 110 e lode! Tre mesi dopo avevo già trovato lavoro nelle strutture socio-sanitarie territoriali di una ASL dell’Umbria. In pratica facevo lo psicologo nelle scuole, dalle materne alle superiori, seguendo casi di bambini e ragazzi in difficoltà. Ho portato avanti questo lavoro sino al 1994, quando ho deciso di lasciare l’attività nel servizio pubblico per dedicarmi alla libera professione come psicologo clinico e aziendale”.


arrivano i nostri Parla la squadra cortivo

È andata bene? “Per quindici anni benissimo, disponevo di un background molto articolato e non mi sono mancati né soddisfazioni, né apprezzamenti. Poi è iniziata la crisi, che stiamo ancora attraversando, e le cose sono peggiorate al punto che, a 50 anni, ho deciso di riprovare la carta dell’estero. A partire dal 2008 ho fatto lo skipper in barca a vela in Croazia e nei Caraibi, proponendo anche attività di team building per le aziende: avevo esperienza nel campo, in passato ero stato uno dei primi a portare la formazione outdoor in Italia. Successivamente, sono approdato in Inghilterra, dove avevo inviato varie domande per un impiego come psicologo e dove alla fine - ho trovato un posto come project manager in programmi di prevenzione ed educazione sanitaria, ma la cosa è durata solo diciotto mesi: mia moglie e mio figlio mi mancavano moltissimo e alla fine, preso dalla nostalgia, nel corso del 2011 sono rientrato in Italia”. Hai trovato subito qualcosa da fare? “Grazie a un curriculum che ormai era quasi un libro mi sono inserito in vari ruoli: come contrattista con l’Invalsi e come formatore sia nella Protezione Civile, sia nel settore dell’automotive, con una delle maggiori case automobilistiche

americane. Nel frattempo, però, mi capitava di parlare spesso dell’Istituto Cortivo con una mia collega psicologa. Lei ci lavorava da 13 anni, era stata la figura cardine per l’introduzione del Cortivo in Umbria ed ero molto incuriosito dalle sue parole, sempre piene di entusiasmo per questa realtà che lei valutava interessante, ben organizzata e ricchissima dal punto di vista umano. Ed è stato così che nel 2013, quando lei ha dovuto lasciare questa attività, sono stato davvero entusiasta di venire convocato per sostituirla al Centro Didattico di Perugia”. Dopo due anni al Cortivo l’entusiasmo è ancora lo stesso? “Direi che è cresciuto: ho toccato con mano un mondo che non conoscevo, dove ho potuto riversare non solo quel particolare DNA per la didattica che ho ereditato dalla mia famiglia (madre e sorella entrambe insegnanti), ma anche un’esperienza ventennale come formatore. Insegno con grande soddisfazione le materie dell’area psicologica (Psicologia, Sociologia e Psicopedagogia), ma soprattutto mi rendo conto sempre di più che il Cortivo è una struttura che dà vera formazione e solide competenze operative. Gli allievi sono contenti e io ancor più di loro, anche per i colleghi da cui sono circondato, tut-

ti ad un livello professionale molto alto. Mi piace insegnare a persone che si impegnano, che danno il meglio per riuscire anche nelle prove più difficili: la parte monografica, ad esempio, che prevede lo studio di cinque testi, equivale come mole a un esame universitario, e vedo che gli studenti lo affrontano sempre con una passione ed una determinazione fantastiche”. In quali altre attività extra-Cortivo sei coinvolto? “Frequento due realtà bellissime, in cui non perdo occasione per far riflettere i più giovani sulle opportunità di inserimento lavorativo disponibili nel sociale, sempre che si abbia una formazione adeguata. Nello specifico, partecipo alle attività del Gruppo Comunale di Protezione Civile di Bastia Umbra e canto come corista nel Trasimeno Gospel Choir, realtà molto conosciuta in Umbria. Oltre alle esibizioni ‘usuali’, abbiamo fatto diversi concerti di beneficenza e fundraising, tra cui quelli per l’Associazione umbra “Amici del Malawi”, operante in Africa nel settore dello sviluppo sociale e sociosanitario, e per l’Associazione di volontariato “Le Api”, che si occupa di assistenza palliativa domiciliare ai malati terminali nella zona della Valnerina”.

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: A C I T A IN PR onferme, c stimoli, e v rati o v svolte la

lla finale de o tt a l’ lo o senta s che on rappre n io gli allievi in r c e ro p ti te il n o a ess termin Molto sp ale tappa de a n u la rofession e p v ri o i s rs o a rc ne, m ro pe formazio eglio il lo m l a e ir gu no prose desidera uanti, ogn . in le c ia ro c ti o e s l tr ito de storie di nell’amb verete le o rezioso tr o n o u seg colo ma p e ic h p c n e u in io g al tirocin Nelle pa ente o ricavare d to u p mediatam a s im , a o h tt li u a fr ttere a no dei qu guistize da me n te e p urale e lin lt m u o c c i re d to io i, media patrimon lgono al Laftom m a K . che si rivo ro e n tu o fu rs o e p im per le nel pross iso le vo servizio o u n n ce suddiv u e v to in a tt a e h g l ia Scope co, ha pro asilo lie. Claud ig ed e un m M a F b lu le C r i e d p Resort al Centro ne, si erse, un iv d à lt loise, infi a A re a n e ti u n d le fra lto. Va 300 ore tico e vvero mo a d to a d ggio turis la o il n v n n a u h le atrice in nido, che do l’anim n e c fa o tantissim è divertita varci! ra di ripro o l’ e d e v non

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Animatrice per un’estate

“Pensavo che inserirmi come tirocinante in una situazione già consolidata non fosse facile e invece è stato tutto molto più semplice e spontaneo di quanto pensassi. Gli altri animatori mi hanno accolto con simpatia e mi hanno messo subito nella condizione di poter esprimere tutte le mie potenzialità”. Prima di cimentarti come animatrice e operatrice per l’infanzia facevi altro? “Lavoravo nel settore ristorativo come addetta al bar o cameriera. Inoltre, da queste parti ci sono molti locali in cui si organizzano banchetti e matrimoni e mi è quindi capitato anche di fare da animatrice agli invitati più piccoli… Stare con loro mi divertiva e mi piaceva anche quello che vedevo fare agli animatori. Ho pensato che potesse essere un’ulteriore opportunità professionale”. 10 INCONTRI - Ottobre 2014

Raccontaci del tirocinio al Principessa Village… “È una struttura splendida e super attrezzata, impossibile per gli ospiti annoiarsi. C’è tutto: ristorante, piscina, spiaggia privata, impianti sportivi… E poi la squadra di animatori, sempre impegnati a organizzare attività di ogni tipo, dai tornei sportivi ai giochi fino agli spettacoli teatrali”. In quanti eravate e di cosa vi occupavate? “Eravamo in sette, tutti più o meno coetanei, sempre indaffaratissimi, motivatissimi e con una gran voglia di divertirci in qualsiasi occasione. Si respirava un’aria d’allegria che contagiava tutti i villeggianti, adulti e bambini. Facevamo un po’ di tutto: al mattino risveglio muscolare a suon di musica, acqua gym in piscina, danze, tornei sportivi, tiro con l’arco, bocce… Organizzavamo molti


ANIMATORE Racconti degli allievi

Uno splendido villaggio turistico, il mare di Amantea, un efficiente e motivato staff di animatori: la dimensione ideale per famiglie in vacanza che non vogliono annoiarsi mai… Questo il mondo in cui Valeria Aloise, di Belmonte Calabro in provincia di Cosenza, ha svolto un travolgente tirocinio come animatrice.

giochi di squadra ma c’erano anche la lettura collettiva del quotidiano, i racconti popolari, l’ascolto della musica, il canto, le feste a tema con giochi a premi, ballo e spettacoli. A me piaceva lavorare soprattutto con i bimbi, li accompagnavo sui gonfiabili ed era tutto un saltare, buttarsi, far capriole… Lo confesso, a volte sembravo più bambina di loro! Insieme disegnavamo oppure allestivamo piccoli spettacoli, li aiutavo a preparare

comiche gag con barzellette e teatro”. Hai anche recitato? “No, non sono ancora così disinvolta… Però ho lavorato dietro le quinte occupandomi del trucco e dei costumi. Ho fatto altro: disegnato fumetti che poi i bimbi hanno regalato alle mamme, pittura con le dita e altro ancora. Insieme abbiamo anche dipinto di blu un’animatrice, con una parrucca gialla in testa sembrava proprio Puffetta…”. Ti è rimasto un bel ricordo di questo tirocinio. Cosa conti di fare ora? “Voglio terminare anche il corso di OSA per gli anziani ma l’obiettivo rimane quello di cercare lavoro in strutture per l’infanzia e, perché no, continuare a fare l’animatrice d’estate: troppo divertente!”. INCONTRI Ottobre 2014

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Due tirocini

per ottimizzare competenze e professionalità

E così ti sei iscritta al corso OSA per l’infanzia… “Che concluderò a breve dopo aver sostenuto l’esame finale. Nel frattempo sto frequentando anche quello per diventare operatore multiculturale, per il quale al momento sono alla ricerca della struttura giusta per il tirocinio”.

Raccontaci… “Ho trascorso tutto il mese di luglio presso il villaggio turistico Napitia Club Med, bellissima struttura sulla spiaggia di Pizzo, in provincia di Vibo Valentia, una vera oasi di relax, perfetta per organizzare giochi e attività. L’équipe era formidabile e preparatissima, molto disponibile a seguirmi e consigliarmi. C’erano gruppi di una decina di animatori per le varie fasce d’età che andavano dai quattro ai dieci anni. Venivano organizzati tornei sportivi e praticate attività come tennis, vela, canoa, tiro con l’arco, piscina e calcio. Ma c’era anche molto altro: giochi d’acqua, con la sabbia, spettacolini e intrattenimenti vari…”.

A proposito, raccontaci del tirocinio che hai già portato a termine. “Avrei dovuto svolgere tutte le 300 ore in un’unica struttura, invece, per una serie di motivi indipendenti da me, è successo che i tirocini sono stati due. Per fortuna, mi viene da dire, perché da entrambe le esperienze ho imparato moltissime cose”.

Cosa hai imparato da questa esperienza? “A parte il ricco repertorio di canzoncine e un’ampia gamma di giochi di gruppo, ho affinato le tecniche di intrattenimento basilari per fare della buona animazione. Ma non solo: i bambini vanno seguiti in ogni momento della giornata e quindi

“Mi sono iscritta all’Istituto Cortivo nel 2012 perché convinta che il sociale fosse la dimensione ideale per realizzarmi professionalmente. Avevo già qualche esperienza come volontaria nell’ambito della clownterapia, quello che invece mi mancava era un corso di formazione che assecondasse la mia passione per i bambini”.

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INFANZIA Racconti degli allievi

Prima come animatrice in un villaggio turistico e poi come operatrice in un nido d’infanzia, Claudia Scopel di Roma ha svolto il tirocinio in ambiti diversi acquisendo maggiore consapevolezza nelle proprie potenzialità. Oggi è più sicura di sè, convinta soprattutto che lavorare con i bambini sia il mestiere più bello del mondo. particolare attenzione va prestata per esempio durante i pasti perché, o per motivi religiosi o per allergie varie, le abitudini alimentari possono essere diverse, oppure bisogna ricordarsi di mettere loro la crema solare, ascoltarli, stare attenti alle loro esigenze… Sono al villaggio per una vacanza ed è fondamentale che tutto fili alla perfezione”.

Un altro mondo rispetto al villaggio turistico… “Decisamente, anche se ritengo importante aver imparato a gestire ragazzini scatenati con tanta voglia di divertirsi. Comunque, sia al nido, sia al Club Med ho affrontato situazioni particolarmente stimolanti grazie alle quali ho potuto migliorare il livello delle mie competenze”.

L’altro tirocinio invece? “L’ho svolto qui, a Roma, presso l’asilo nido ‘Gli Scoiattoli’ ed è stato bellissimo. Lo ammetto: i piccolini dai pochi mesi sino ai tre anni mi sono più congeniali, mi sento più portata per il maternage che richiede massima dolcezza e tante, tenere coccole”.

Nel futuro? “Una volta concluso anche il corso per la multiculturalità, il sogno vero, quello che mi accompagna da sempre, è lavorare con i bambini, di ogni età e cultura, magari in un asilo nido o, perché no, in una struttura totalmente innovativa, ideata da me ”.

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Un operatore multiculturale con la mediazione nel dna “Sono uscito dal triennio delle superiori con la qualifica di cuoco - spiega Kamal Laftomi - ma in realtà, a parte qualche esperienza lavorativa nei ristoranti della Riviera Adriatica e di Piacenza, la città dove abito, non ho proseguito su questa strada. Mi piaceva piuttosto dedicarmi al volontariato, attività che ho iniziato quando avevo 17 anni. Prima mi sono dedicato all’accompagnamento dei disabili e poi ho cominciato un bel percorso in diversi ambiti: mi sentivo a mio agio nel sociale, mi dava tanta soddisfazione poter aiutare il prossimo, dare una mano a chi aveva bisogno. Ho fatto l’educatore, per sei mesi anche il tutor in una casa

famiglia per minori stranieri non accompagnati, insomma ogni giorno che passava capivo che era proprio questo che mi sarebbe piaciuto fare nella vita. Ed è proprio a partire da questa presa di coscienza che ho sentito la necessità di dotarmi di un titolo adeguato. Da qui al Cortivo il passo è stato breve…”. 14 INCONTRI - Ottobre 2014

Perché proprio il Cortivo? “Ho confrontato varie proposte di formazione in internet e quella del Cortivo mi è sembrata non solo la più qualificata ma anche quella che più delle altre esprimeva i valori in cui credo, l’accoglienza, la solidarietà, la vocazione per l’assistenza. Mi sono iscritto a tre specializzazioni: Operatore Multiculturale, Operatore Socio Assistenziale per l’infanzia e Amministratore di Sostegno. Sono arrivato alla conclusione della prima specializzazione e ho già tante cose da fare…”. Ovvero? “La svolta è venuta con il tirocinio, che ho fatto presso la Cooperativa Socio Educativa ‘Fata Morgana’ di Piacenza. Gestisce due asili ma io sono stato incaricato di seguire assieme ad altri operatori una nuova convenzione con il Comune dedicata all’area infanzia, con corsi di formazione di pedagogisti e un vero e proprio spazio gioco per i bambini con ogni genere di attività ludiche, dal gioco libero a quello più creativo. Ed è proprio in questo ruolo che le mie origini marocchine si sono dimostrate particolarmente preziose: i piccoli erano infatti una specie di mondo in miniatura, arabi, maghrebini, romeni, albanesi, sudamericani, e l’opera di mediazione culturale che riuscivo a svolgere era molto importante, soprattutto


MULTICULTURALITà Racconti degli allievi

per riuscire a dare a tutti delle regole di convivenza e condivisione. È stata un’esperienza bellissima, una volta a settimana si organizzavano incontri fra bimbi e adulti con disabilità, era meraviglioso vedere come si accettavano reciprocamente e, per entrambi, i risultati erano davvero importanti. Ecco, è stata quella l’occasione per farmi conoscere e apprezzare da colleghi e dirigenti al punto che mi hanno chiesto di continuare nella mia opera di mediazione culturale e linguistica nel Centro per le Famiglie del Comune di Piacenza”. Di cosa si tratta? “È una struttura rivolta a mamme, papà e bambini, dai neonati a quelli che frequentano le scuole elementari. Accoglie italiani e stranieri e offre un servizio molto interessante prestato da medici, pedagogisti e psicologi, al quale probabilmente si aggiungerà ben presto un progetto che ho messo personalmente a punto”.

Hai elaborato un nuovo progetto? “Sì, ho pensato che poteva essere molto utile un punto di ascolto qui, nel quartiere Farnesiana, per ragazzi dai 18 ai 28 anni e per i loro genitori, arabi ma non solo, che svolgesse la funzione di filtrare le loro richieste e direzionarli presso gli enti territoriali che possono soddisfare le loro necessità, soprattutto per quanto riguarda le pratiche burocratiche, le cure mediche e l’orientamento al lavoro. Ci sono buone possibilità di avviarlo, devo solo fare prima due mesi di formazione e aggiornamento a Torino e poi credo proprio che possa partire”. Bravo, bella iniziativa! Intraprendente come sei, chissà quanti programmi hai per il tuo futuro… “Mah, in realtà vorrei solo poter continuare su questa strada. Mi piacerebbe iscrivermi all’università, fare Scienze della Formazione o della Comunicazione ma solo per accrescere le mie conoscenze in modo da poter fare sempre meglio ciò che già sto facendo”.

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“Che lavoro fai?” Ex allievi raccontano Questa rubrica è dedicata alle esperienze e alle testimonianze di ex allievi dell’Istituto Cortivo. Storie in presa diretta di persone in cammino verso la piena realizzazione personale e professionale.

La ludoteca che fa cucù L’antico ma sempre attuale gioco del Cucù è diventato il nome di una bella ludoteca aperta a Gignese, in provincia di Verbania, da Elisa Cavazzana con la cugina Silvia. È un’allegra e colorata struttura dove ogni dettaglio esprime la creatività e l’entusiasmo delle conduttrici.

“Abbiamo rimesso a posto con le nostre mani tutti gli ambienti, abbiamo verniciato mobili, dipinto muri e disegnato pareti, naturalmente usando solo prodotti ecologici. Il nostro progetto ha visto la solidarietà e la partecipazione di tutto il paese. È grazie ai nostri concittadini, ad esempio, che possiamo vantare una nutrita biblioteca per ragazzi”. Come e quando è nata l’idea? “Avevo sempre fatto animazione negli oratori ed è stata proprio questa passione che mi ha fatto poi iscrivere al Cortivo. Appena terminata la formazione mi sono lanciata e ho subito aperto la ludoteca. Al mio paese e nel suo territorio mancava uno spazio come questo, non c’era nulla per bambini e ragazzi e io non ho fatto altro che colmare un’esigenza”. 16 INCONTRI - Ottobre 2014

Cosa offrite? “Siamo multitasking e andiamo dal servizio di baby sitting full o part time per bambini da uno a tredici anni sino all’aiuto compiti di pomeriggio, un arco di attività che comprende anche momenti creativi, ludici e laboratoriali. Il sabato, ad esempio, si fanno pittura, decorazioni con la pasta di sale, fotografia, computer… Siamo inoltre disponibili per feste e compleanni durante i quali, su richiesta, facciamo anche animazione: siamo brave con il ‘truccabimbi’ e insuperabili con i palloncini... Abbiamo anche un appalto con il Comune”. Per fare cosa? “Diamo servizi di assistenza per il prescuola, la mensa e il doposcuola. Siamo una presenza costante e ormai in paese i bambini ci conoscono

bene. Alla ludoteca sono iscritti quindici ragazzini ma, prima o poi, in ludoteca ci passano tutti…”. Qualche attività è particolarmente gradita? “Non ci sono preferenze, piacciono tutte: dai lavoretti in cartapesta o pasta di sale alle attività motorie. Grande successo riscuote anche la cucina con la preparazione di torte, pizze e muffin. Poi ci sono le favole…”. Le raccontate? “Non solo: le raccontiamo, le adattiamo per spettacolini teatrali, costruiamo le scenografie, prepariamo i costumi, le rappresentiamo e le filmiamo. È un’attività che i ragazzi fanno con grande entusiasmo. Creiamo anche eventi particolari: tempo fa abbiamo chiamato un’esperta che ci ha introdotto nel ‘Mondo dei Draghi’, un tuffo


“che lavoro fai?” ex allievi raccontano

nel fantasy che è piaciuto tantissimo”. Avete anche il giardino? “Sì, certo, e anche attrezzato con percorsi ludici. Questo ci permette di lavorare bene anche in estate, quando in paese arrivano le famiglie di villeggianti. Abbiamo avuto molti piccoli turisti fra gli ospiti estivi della ludoteca e con alcuni di loro siamo rimaste in contatto via mail. Per i genitori in vacanza la ludoteca è un’ottima alternativa al solito parco giochi. Finalmente qualcosa per i loro figli che qui non si annoiano, giocano e si fanno nuovi amici”. La vostra ludoteca è un vulcano di attività… Stanche? “Sì, ma molto soddisfatte. Abbiamo aperto lo scorso maggio e i riscontri per ora sono più che buoni. Meglio di così non poteva andare”. INCONTRI Ottobre 2014

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“Ho sempre avuto in famiglia tanti bambini più piccoli di me - spiega Chiara Milordi di Genzano di Roma - e sin da bambina ho imparato a prendermi cura di loro. Poi, quando frequentavo il liceo scientifico, ho fatto dei lavoretti come baby sitter. Per questo, quando mi sono diplomata ed ero in cerca di qualcosa da fare, per aiutarmi mia zia mi ha organizzato un incontro con una sua amica, titolare della scuola materna e asilo nido “Tutti giù per terra” di Ariccia, a soli quattro chilometri da casa mia”. Ci sei andata? “Certo, sono passata di là senza grandi speranze, quasi per gioco. La titolare mi ha proposto di ini18 INCONTRI - Ottobre 2014

ziare senza un vero e proprio ruolo, come aiutante jolly, tanto per capire se quello poteva essere il mondo in cui mi sarebbe piaciuto lavorare. Ho accettato e per un po’ di mesi, da dicembre alla fine dell’anno, mi sono inserita benissimo, ho dimostrato di avere esperienza e capacità di affrontare le situazioni al punto che nel secondo anno, era il settembre del 2010, sono stata messa al fianco di un’educatrice per seguire una classe dell’asilo, bimbetti da otto mesi a tre anni che sono una meraviglia da seguire giorno dopo giorno nei loro progressi nel parlare, nel camminare, nel mangiare. E poi il passaggio dal pannolino al vasetto, i giochi, tutto bellissimo!”.

Continui a lavorare li? “Sì, e spero proprio di continuare a starci a lungo. E’ una struttura piacevole e interessante, con la cucina personalizzata per ogni bimbo e un bel giardino attrezzato, che adotta il metodo Feuerstein per lo sviluppo dell’intelligenza dei bambini. Ho fatto anche un corso per specializzarmi in questa tecnica che dà davvero dei buoni risultati”. E poi ti sei iscritta all’Istituto Cortivo? “Ho preso la decisione nel 2012, quando ho capito che avevo bisogno di un titolo che mi qualificasse come Operatrice per l’Infanzia. Nel tempo, però, mi sono resa conto che non stavo solo conseguendo un at-


“che lavoro fai?” ex allievi raccontano

Ho iniziato quasi per gioco... Da un esordio un po’ casuale è nata la passione per l’infanzia di Chiara Milordi, oggi OSA con cinque anni di esperienza lavorativa e una specializzazione nel metodo Feuerstein per lo sviluppo dell’intelligenza dei bambini. testato ma che stavo crescendo in preparazione: avevo infatti modo di confrontare continuamente la pratica quotidiana con la teoria e trovavo di continuo conferme delle mie competenze che mi davano una sempre maggiore sicurezza sul lavoro. E’ stato un bel modo di studiare, supportato anche dalla chiarezza e dall’essenzialità dei testi e dalla disponibilità dei docenti della sede di Roma. Così gli esami sono andati via uno dopo l’altro e adesso sono in attesa di ricevere l’attestato”. Raccontaci un po’ dell’asilo e del metodo Feuerstein… “Le attività che facciamo sono quelle tipiche di un buon nido,

sensoriali, motorie... Programmiamo un tema all’inizio dell’anno e lo svolgiamo con modalità diverse a seconda delle varie età. Per quanto riguarda il Feuerstein, il concetto di base è di non affermare le cose dall’alto ma dare ai piccoli la possibilità di pensare e di esprimersi. Ad esempio non gli diciamo “Sei contento?” o “Guarda che bello” ma invece “Come ti senti?” e “Cosa vedi?”: domande che mettono in moto il loro pensiero astratto e che li portano già a due anni a ragionamenti originali, spesso molto divertenti. Altra caratteristica dell’asilo è il coinvolgimento dei genitori, ai quali mostriamo cosa facciamo con i

loro tesori e ogni tanto proponiamo incontri a tema con esperti su vari argomenti”. Sei molto giovane, quali aspettative hai per il tuo futuro? “Ho 25 anni e 5 di esperienza con l’infanzia. Mi piacerebbe, anche se non è facile conciliare lavoro e frequenze obbligatorie, iscrivermi all’università, a facoltà come Logopedia o Scienze dell’Educazione. Non è un passo facile, ma so che ci sono dei corsi universitari on line, forse con quelli riuscirei a farcela, a raggiungere un’ulteriore specializzazione per poter fare sempre di più e sempre meglio per i miei bambini”. INCONTRI Ottobre 2014

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Due opportunità

da prendere al volo.

Riscoprire sé stessi e gli altri attraverso le tecniche dell’autobiografia. Apprendere nuovi modi di essere genitore. Appuntamenti da non mancare per crescere insieme.

Laboratorio di Scrittura autobiografica

Seminario organizzato dall’Istituto Cortivo a Villa Ottoboni, Padova, il 22 novembre 2014, dalle 10.00 alle 17.00 Le parole del cuore, della memoria, quelle che raccontano la nostra storia sono leggere e intime, evocative e calde. Cristina Zuppel, psicologa, esperta di comunicazione e di scrittura autobiografica, ci condurrà a scoprire le mille potenzialità della parola nella definizione della nostra identità. Sarà una giornata dove giocheremo e ci divertiremo, lavorando con “carta, forbici, penna colori, immagini post it e tanta fantasia”, per scoprire tecniche autobiografiche di base, applicabili nei luoghi di lavoro, dall’asilo nido alla residenza per anziani. Cristina Zuppel ha frequentato la “Libera Università dell’Autobiografia”, fondata ad Anghiari dai Professori Saverio Tutino e Duccio Demetrio. L’autobiografia può aiutare le persone di ogni età a costituire e rafforzare la propria identità, a conoscere meglio le proprie radici, a nutrire più fiducia in sé stesse e a migliorare l’autostima. Un percorso alla portata di tutti, quindi, che ci può far capire quanto sia importante ricordare e quanto il ricordo sia sempre e comunque un atto espressivo e creativo. Perché ricordare è rivivere. In un altro tempo e da un’altra prospettiva.

La partecipazione ai seminari è come sempre gratuita. Per iscriverti, compila i form che trovi in fondo alle pagine dedicate nel nostro sito. Per informazioni: Istituto Cortivo, Centro di Formazione - Via E. Ramin, 1 - 35136 Padova Tel. 049 8901222 - Fax 049 8901213 - www.cortivo.it/seminari - e-mail: seminari@cortivo.it 20 INCONTRI - Ottobre 2014


chi semina raccoglie Speciale seminari

ESSERE GENITORI OGGI Seminario organizzato dall’Istituto Cortivo presso l’Università Seraphicum, via del Serafico, 1 – ROMA Sabato 15 novembre 2014 - dalle 09.30 alle 12.30 presso il Centro Filologico Milanese, Via Clerici, 10 - Milano Sabato 13 dicembre 2014 - dalle 09.30 alle 12.30 Diventare genitori consapevoli del proprio ruolo e del proprio tempo: non esiste esperienza più naturale e più meravigliosamente complessa e completa. Questo seminario, che nasce all’interno del progetto ParentAbility, e con il sostegno dell’Istituto Cortivo, vuole aiutare le coppie e gli individui desiderosi di sviluppare le proprie abilità genitoriali a sentirsi “al posto giusto” in una prospettiva sistemica. La visione sistemica introduce nuovi punti di osservazione e fornisce stimoli interessanti e utili anche per i professionisti (educatori, assistenti sociali, counselor...) che, a vario titolo, accompagnano l’evoluzione delle famiglie, tradizionali o meno. Conducono il seminario: Massimiliano Babusci, Counselor Sistemico - ParentAbility Marco Marson, Counselor Sistemico - ParentAbility Fabio Cortese, Facilitatore Relazionale - Istituto Cortivo Evento accreditato Sicool: 3 crediti ECP Evento accreditato Synesis: 3 crediti ECP

La partecipazione ai seminari è come sempre gratuita. Per iscriverti, compila i form che trovi in fondo alle pagine dedicate nel nostro sito. Per informazioni: Istituto Cortivo, Centro di Formazione - Via E. Ramin, 1 - 35136 Padova Tel. 049 8901222 - Fax 049 8901213 - www.cortivo.it/seminari - e-mail: seminari@cortivo.it INCONTRI Ottobre 2014

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Il gioco

arcobaleno

dell’

Questo è un gioco ideale per i bimbi dai tre ai sei anni: è semplice, divertente e permette di imparare a distinguere i colori al ritmo di una graziosa filastrocca. Non sappiamo chi l’abbia scritta ma, chiunque ne sia l’autore, a lui i nostri complimenti! L’abbiamo trovata nel sito www.igiochidielio.it con le indicazioni per l’attività. Ci vogliono almeno una quindicina di bambini e materiali di tutti i colori (Elio consiglia di utilizzare dei grossi pennarelli ma possono essere sostituiti da veli colorati o fogli dipinti nei colori dell’arcobaleno). 22 INCONTRI - Ottobre 2014


educ’azioni IMPARARE GIOCANDO

C’era una volta un paese lontano dove i colori si davano la mano: Tra tutti il rosso era il piu’ piccolino e l’arancione gli stava vicino. Rideva forte il giallo brillante e il verde li’ accanto parlava alle piante. Alti nel cielo l’azzurro e il blu guardavano la terra e stavan lassu’. Piu’ grande e piu’ scuro degli altri era il viola, ma i sette sembravano una cosa sola e chi li vedeva nel cielo sereno diceva “Guardate... L’arcobaleno!”.

Modalità Ogni bambino viene dotato di un pennarello, foglio o velo colorato, magari rispettando le indicazioni della filastrocca (il rosso al bimbo più piccino e il viola al più alto). I bimbi formano un semicerchio. Tutti devono stare in silenzio e ascoltare… Man mano che il conduttore recita la filastrocca, i bambini alzano a turno il colore appena nominato tenendolo in alto sino a quando, con un gesto, il conduttore indica di abbassarlo. La frase finale (“guardate c’è l’arcobaleno”) viene pronunciata da tutti i bambini in coro alzando tutti insieme i propri colori. Il gioco può essere ripetuto più volte, variando la velocità della filastrocca o variando l’ordine dei colori all’interno della filastrocca. Non ci sono vincitori ma, alla fine del gioco, si possono realizzare tanti bei disegni o collage sul tema dei colori e dell’arcobaleno. INCONTRI Ottobre 2014

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Il libro Un tenero racconto per un grande progetto È un bel libro per bambini “Il posto giusto” che, scritto da Beatrice Masini e illustrato da Simona Mulazzani, con preziosi contributi dello psicoterapeuta dott. Domenico Barillà, è stato presentato al pubblico in occasione dei primi dieci anni di Casa Ronald a Firenze, struttura d’accoglienza per famiglie con bambini malati situata a breve distanza dall’Ospedale Pediatrico Meyer. Il libro, con ineffabile levità e poesia, spiega come “casa” sia il luogo in cui non ci si può mai sentire soli proprio perché, sotto lo stesso tetto, abitano le persone che ci vogliono bene. A pubblicare la storia, in collaborazione con la Fondazione Case Ronald, è l’editrice

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Chartusia. Nel libro, oltre al delizioso racconto di Beatrice Masini, si trovano alcune pagine interattive che i giovani lettori possono usare per “raccontare” con parole e disegni qual è per loro “il posto giusto”. Potete acquistarlo in tutte le librerie o sul sito www.fondazioneronald.it. Parte del ricavato contribuirà al finanziamento di nuovi progetti della Fondazione per l’infanzia Ronald Mc Donald. La prima casa Ronald è stata fondata 40 anni fa a Philadelphia negli Stati Uniti d’America. Oggi sono tantissime le Case Ronald sparse nel mondo, tutte realizzate all’interno o vicino a centri pediatrici di primaria importanza. Beatrice Masini illustrazioni di Simona Mulazzani

Il posto giusto

Carthusia Edizioni - 30 pagine


IL SOCIALE TRA CARTA E PELLICOLA

Il film Niente è impossibile, tutto “si può fare” Uscito nelle sale cinematografiche nel 2008, “Si può fare” è uno dei film italiani più riusciti sulla disabilità psichica e la sua relazione con il sociale. Diretto da Giulio Manfredonia e sceneggiato dello stesso regista in collaborazione con Fabio Bonifacci, la pellicola tratta con efficace e comica leggerezza il problema dell’integrazione delle persone con patologie psichiatriche. I protagonisti sono i pazienti della Cooperativa 180 (dal numero della legge voluta dal famoso psichiatra Basaglia, provvedimento che sancì la chiusura dei manicomi) “parcheggiati” in una struttura pseudo riabilitativa dove vengono gestiti con ottuso paternalismo dal dottor Del Vecchio, psichiatra che non nutre alcuna speranza nella riabilitazione dei suoi utenti. A dare una scossa alla situazione arriva il nuovo direttore che, vecchio sindacalista “rottamato”

dai suoi compagni, si ritrova calato in una dimensione a lui sconosciuta. I pazienti sono chiusi in una stanza, rassegnati e amorfi, ma quando il direttore, con un approccio a dir poco approssimativo, in un’assemblea gli fa capire che il lavoro potrebbe essere un’alternativa alla triste apatia delle loro vite, alla domanda “che cosa vorreste fare”, qualcuno propone di provare a fare i posatori di parquet… Il direttore non ci pensa su e afferma che “si può fare”. Viene riattivata la Cooperativa (siamo negli anni ’80) e i pazienti vengono responsabilizzati come soci lavoratori. Il lavoro, nonostante la singolare composizione dei suoi operai, comincia ad andare bene… Non sarà un percorso facile ma, alla fine, dopo vari ed esilaranti episodi, momenti drammatici e azioni risolutrici, la Cooperativa 180 si afferma con successo grazie alla realizzazione di splendidi pavimenti in legno intarsiati… Formidabile Claudio Bisio, fantastici i “matti”, bravissimo nella parte dello psichiatra basagliano l’allora quasi esordiente Giuseppe Battiston.

si può fare 2008, regia di Giulio Manfredonia Il film è un omaggio agli operatori più tenaci, convinti che per ogni problema esista la giusta soluzione. Come dire che di fronte alle situazioni che appaiono impossibili è necessario saper “lanciare il cuore oltre l’ostacolo”.

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Angeli, amici o tutte e due le cose? A voi la scelta! Tutti sappiamo quanto bisogno di aiuto e solidarietà c’è nel mondo d’oggi, dentro e fuori dai nostri confini, e tutti vorremmo dare il nostro contributo. In queste pagine vi segnaliamo due ottime opportunità per farlo, secondo le vostre possibilità, con un sostegno economico o con un segno di umana partecipazione…

www.angelodeirifugiati.it Il primo sito è www.angelodeirifugiati.it, un nome al singolare anche se in realtà loro sono tantissimi, sempre di più e sempre più generosi. Sono gli angeli dell’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite con il compito di fornire protezione e assistenza a tutti coloro che sono in fuga dalla propria casa e dal proprio paese per sfuggire a guerre, persecuzioni e violenze. Accolgono questi profughi che hanno perso tutto nei campi allestiti per assisterli in un primo momento con cibo, medicinali, acqua, tende, coperte e, nel tempo, restituire loro dignità, diritti, ambulatori medici e scuole, insomma il necessario per ricominciare a sperare in una vita migliore. È un’opera difficile, faticosa e rischiosa, che però cresce al passo con le sempre più numerose emergenze da fronteggiare in un contesto che lo stesso papa Francesco ha definito la terza guerra mondiale, ma a pezzi. Attualmente l’UNHCR, in collaborazione con 640 partner, gestisce centinaia di

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campi nei quali protegge 36 milioni di persone e, nel 2012, ha effettuato ben 129 ponti aerei per raggiungere i luoghi in cui è scoppiata una crisi umanitaria. Il suo team di emergenza interviene nel giro di 48 ore per salvare il maggior numero possibile di vite umane nei primissimi momenti del soccorso, quelli cruciali per la sopravvivenza. Ed è soprattutto per questo motivo che gli angeli dell’UNHCR sono alla ricerca di altri angeli, di persone generose e disponibili a contribuire con una donazione anche minima ma costante, per poter reagire con prontezza in ogni momento, con i magazzini sempre pieni, per non dover mai decidere a chi dare una tenda e a chi no. Una donazione regolare consente inoltre di creare reti organizzative più solide e di poter quotidianamente dare l’indispensabile a chi non ha più nulla. Donare è una scelta consapevole, fatelo e vi sentirete più vicini a chi fugge, ogni giorno, in tutto il mondo.


A PESCA DI SITI IL SOCIALE IN RETE

www.giovanioltrelasm.it La sclerosi multipla è una patologia che riguarda soprattutto i giovani. Giovani con un problema ma con una grande voglia di vivere, profondamente coscienti del loro disagio ma altrettanto desiderosi di contatti, sentimenti, divertimenti e interessi di ogni genere. E chi poteva creare, se non loro stessi, un blog molto vivace, www.giovanioltrelasm.it, dove si presentano come blogger per un mondo libero dalla sclerosi multipla? Ed hanno le idee chiare, anzi, chiarissime, talmente chiare che preferiamo fare un passo indietro e lasciare a loro stessi la parola: “C’era una volta un sito - esordiscono nella pagina ‘chi siamo’ del loro blog - con notizie, schede, documenti realizzati per informare i giovani sulla sclerosi multipla. Si chiamava Giovanioltrelasm e, già dal nome, lanciava un messaggio ai ragazzi colpiti dalla patologia: informatevi, parliamo, discutiamo, stiamo insieme perché nonostante la SM si può vivere una vita piena. Poi sono arrivati facebook, twitter, youtube e tutto il mondo dei social network ma soprattutto sono arrivati i blog ed improvvisamente il sito ci è sembrato troppo ingessato per parlare veramente con gli altri ragazzi toccati da questa subdola malattia. Perché non apriamo un blog - ci siamo detti - ed eccoci qua. Giovanioltrelasm

è nato così: siamo un gruppo di ragazzi che hanno voglia di raccontare e di raccontarsi, di condividere le proprie vite e di accoglierne altre. Amori, lavoro, vacanze, le sfide della SM, i nostri progetti, quello che ci fa gioire e arrabbiare, quello che ci fa indignare e sognare. Vogliamo che nessuno si senta solo e indifeso di fronte agli ostacoli posti da questa ‘socia’ ingombrante. Vogliamo che tutti capiscano che la vita va vissuta intensamente e con entusiasmo, alla faccia della SM, anzi, oltre la SM, appunto”. Come già avrete capito, Giovanioltrelasm è un blog collaborativo, dove sarete caldamente accolti e invitati a leggere e scrivere ma anche a inviare foto e video per raccontare, partecipare, creare amicizie e veri legami con questi giovani molto speciali.

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SERVIZIO SEGNALAZIONE ALLIEVI

Opportunità, indicazioni, soluzioni. Quest’anno, alla fine di agosto, è giunta al Servizio Segnalazione Allievi la richiesta da parte della Cooperativa Sociale Onlus Il Girasole di nominativi di ex allieve da inserire, previa selezione, nell’organico di un asilo nido. A mandare il messaggio da Bracciano, provincia di Roma, era la responsabile Rita Zuliani. Incuriositi, l’abbiamo contattata per conoscere i motivi che l’hanno portata a rivolgersi al nostro Istituto. “Tutto risale al giorno in cui è arrivata qui Sabrina. “Mi serviva un Era un’allieva del Cortivo e chiedeva di essere acaiuto e dove colta per il tirocinio. E’ ripotevo rivolgermi masta con noi per quattro con fiducia se non mesi ed è stata un’esperienza ottima, ha seguito al Cortivo…” molto bene anche una non vedente, e ho cercato di insegnarle tutto ciò che sapevo di questo lavoro che è delicato per vari aspetti, non tanto nel rapporto con i bimbi quanto con i genitori, sempre pronti a mettere in discussione i criteri educativi. Il problema è che sono quasi tutti figli unici, viziati, non sanno giocare assieme e vogliono tutto per loro. A due anni pretendono di comandare a bacchetta ma io faccio l’educatrice e il mio compito è educarli a diventare adulti. Per questo do delle regole e questo è il principale motivo di contrasto con mamme e papà che pensano di fare la loro felicità accontentandoli sempre. In effetti i bambini imparano

Un punto d’incontro tra domanda e offerta Attraverso il Servizio Segnalazione Allievi le strutture possono chiederci – per tirocini o impiego – i nominativi degli allievi che hanno concluso il percorso formativo, mentre gli allievi possono conoscere le richieste pervenute e segnalare il loro interesse e la loro disponibilità. 28 INCONTRI - Ottobre 2014

in fretta i giusti comportamenti, con grande sorpresa dei genitori che ritenevano impossibile imporre qualcosa ai loro piccoli tesori. Ecco, questo e tanto altro ho trasmesso a Sabrina, che oggi lavora in un asilo nido a Trigoria, il paese dove c’è il ritiro della Roma”. Un incontro felice al quale adesso vuoi dare continuità… “Sì, qui ho sempre molto da fare, oltre a gestire l’asilo offriamo in convenzione con il Comune un servizio di telesoccorso e telecompagnia per anziani e, personalmente, mi occupo di pre e post scuola per bimbi dalla materna alle elementari a favore di madri lavoratrici. Mi serviva un aiuto e dove potevo rivolgermi con fiducia se non al Cortivo, di cui conosco la serietà della formazione e la preparazione delle allieve? Così ho fatto, ho ricevuto vari nominativi, ho provato a telefonare e ho riscontrato che buona parte delle ex allieve aveva già trovato lavoro o avviato un nido famiglia o, ancora, un asilo nido assieme ad altre amiche… Visti i tempi non facili dal punto di vista occupazionale, è stata davvero una sorpresa inaspettata. Comunque fra le tante mi è piaciuta in particolare Alessia, con esperienza di animatrice per l’infanzia nei Club Med della Sardegna, la sto aspettando e spero proprio che si riveli la collaboratrice giusta per il mio nido. Volevo anche approfittare di questa occasione per confermare la mia piena disponibilità ad accogliere tirocinanti Cortivo, sono sicura che saranno esperienze positive, per me e per loro…”.

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