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Palestre della salute: mito o realtà / II parte di Giuseppe Fatati
Palestre della salute: mito o realtà / II parte
Cosa prescrive la normativa e quali Regioni si stanno adeguando
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Giuseppe Fatati
presidente Italian Obesity Network Nel precedente report abbiamo parlato della necessità di integrazione tra l’essere umano e l’ambiente allo scopo di aumentare il benessere. Le strategie nazionali e locali di promozione dell’attività fisica e motoria mirano a realizzare azioni efficaci di promozione della salute in un’ottica intersettoriale e di approccio integrato secondo i principi di “Guadagnare Salute: rendere facili le scelte salutari”, programma coordinato dal Ministero della Salute finalizzato a contrastare i quattro principali fattori di rischio di malattie croniche non trasmissibili: scorretta alimentazione, inattività fisica, consumo dannoso e rischioso di bevande alcoliche e tabagismo. Il documento “Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione”, oggetto dell’accordo Stato-Regioni del marzo 2019, tiene conto dell’approccio strategico life-course, per setting e di contrasto alle diseguaglianze di genere e sociali già definito dal PNP (Piano nazionale della prevenzione). Tale documento ha fatto seguito all’introduzione della promozione della salute quale prestazione esigibile nel DPCM del 12 gennaio 2017 che ha aggiornato i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). In diverse regioni sono già attivi specifici programmi strutturati di esercizio fisico che prevedono la presa in carico e l'indicazione alla pratica dell’attività fisica per soggetti a rischio attraverso una integrazione professionale e organizzativa tra medico di medicina generale (MMG), pediatri di libera scelta (PLS) e medici specialisti (medico dello sport, cardiologo, diabetologo, e altri). Il concreto svolgimento dell’attività fisica avviene in locali ritenuti idonei sulla base di indicazioni tecniche regionali che, in alcuni casi, prevedono anche un percorso di certificazione e accreditamento (palestre della salute). Con l’art. 21 della L.R. 8/2015 la Regione del Veneto, prima in Italia, ha istituito le Palestre della Salute. Si tratta di strutture che, oltre ad ospitare le normali attività di palestra, presentano appositi requisiti, identificati dalla Regione, che le rendono idonee ad accogliere cittadini con patologie croniche non trasmissibili stabilizzate (cardiopatici, broncopneumopatici, diabetici, nefropatici…) nello svolgimento di programmi di esercizio fisico prescritti dal medico. La Regione Emilia Romagna nel 2016 ha inserito tra le priorità del Piano della prevenzione la creazione di una rete tra Aziende USL e palestre pubbliche e private di tutta la regione, certificate e istituzionalmente riconosciute dal Servizio Sanitario Regionale, per promuovere la salute di tutti i cittadini e in particolare favorire l'esercizio fisico. Il percorso di certificazione delle palestre che promuovono salute, in questa regione, prevede l'adesione volontaria a un codice etico, che contiene principi generali e impegni specifici. Comporta ispezioni e controlli da parte dei Servizi di medicina dello sport delle Aziende USL per verificare il possesso dei requisiti previsti, e richiede la partecipazione alle attività di formazione e aggiornamento organizzate a livello locale e regionale. La Regione Umbria ha emanato norme regolamentari attuative per l’esercizio delle attività dei Centri di attività motoria e delle Palestre della Salute. In modo molto preciso ha identificato le funzioni, le attività e i percorsi prescrittivi e istituito un elenco regionale delle Palestre della salute pubblicato nel proprio sito, formato e aggiornato dalla struttura competente in materia di prevenzione e sanità pubblica.