Proteggere i diritti dei Rom

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Cos’è un nome? Una lunga storia di persecuzioni e migrazioni Identità Simboli forti Alloggio, lavoro, istruzione e salute Stereotipi e discriminazioni appresentazione dei Rom I Rom e il Consiglio d’Europa I progressi più recenti nella lotta per i diritti dei Rom I Rom e altre organizzazioni e iniziative internazionali Risorse bibliografiche del Consiglio d’Europa Risorse bibliografiche generali


1 Cos’è un nome? Tra i 10 e i 12 milioni di Rom in Europa Si stima che vivano in Europa tra i 10 e i 12 milioni di Rom e Viaggianti, presenti praticamente in tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa, e particolarmente in Bulgaria (dove rappresentano il 10,33% della popolazione totale), “ex Repubblica jugoslava di Macedonia” (9,59%), Slovacchia (9,17 %), Romania (8,32%), Serbia (escluso il Kosovo1) (8,18%), Ungheria (7,05%), Turchia (3,83%), Albania (3,18%), Grecia (2,47%) e Spagna (1,52%).

Rom, Nomadi, Zingari, Manush, Sinti, Kalé … una moltitudine di nomi diversi Il termine “Rom” (scelto in occasione del Primo Congresso Mondiale dei Rom, svoltosi nel 1971) si riferisce a una grande varietà di gruppi di popolazione. Nella maggior parte dei casi, i nomi con i quali tali gruppi si autodefiniscono sono diversi dalla terminologia utilizzata dalle popolazioni non rom o dai pubblici poteri. Lunghi anni di discriminazione nei loro confronti hanno dato origine a denominazioni peggiorative, quali, ad esempio, il termine “zingaro”, che ha acquisito una connotazione particolarmente dispregiativa nell’Europa orientale, ma è tuttora utilizzato per indicare la musica rom. Occorre distinguere i Rom/Sinti/Kalé, i cui antenati sono giunti dal nord dell’India, dalle comunità autoctone, quali i Travellers (Viaggianti) in Irlanda e nel Regno Unito, o gli Jenisch in Svizzera e Francia, malgrado certe similitudini nello stile di vita o nelle difficoltà quotidiane. I Rom, i Sinti e i Kalé rappresentano le tre grandi ramificazioni etniche. I Sinti sono presenti essenzialmente nelle regioni germanofone, nel Benelux e in certi paesi scandinavi, nel nord dell’Italia e nel sud della Francia (in Provenza), dove sono chiamati Manush (Manouches). I Kalé (comunemente chiamati “Gitani”) vivono nella penisola iberica e anche nel Galles del nord. Il termine “Viaggianti”, utilizzato in Francia, Svizzera e Belgio comprende anche gruppi non rom che hanno uno stile di vita nomade. Nello stesso paese possono vivere comunità differenti: ad esempio, in Germania e in Italia si parla di “Rom e Sinti”. Il Consiglio d’Europa ha ora deciso di adottare il termine generico Rom, dopo avere utilizzato varie terminologie a partire dal 1970. Ha inoltre realizzato un glossario terminologico, che prende in considerazione il punto di vista dei Rom. Il glossario è consultabile sul sito: www.coe.int/roma

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1. Qualunque riferimento al Kosovo nel presente testo, che si tratti del territorio, delle istituzioni o della popolazione, deve essere inteso nel completo rispetto della Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, fatto salvo lo status del Kosovo.

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2 Una lunga storia di persecuzioni e migrazioni Dopo avere lasciato l’India, tra l’XI° e il XIV° secolo, i Rom hanno subito una lunga serie di persecuzioni, che hanno provocato massicce ondate migratorie.

Dall’ India a Bisanzio: la storia pre-europea All’epoca dell’impero bizantino le popolazioni rom hanno abbandonato l’India per dirigersi verso l’Europa, dopo avere attraversato la Persia, l’Armenia e l’Asia Minore. Vivono ancora nei paesi del Caucaso, in Turchia e nel Medio-Oriente i discendenti orientali delle popolazioni rom, conosciuti sotto il nome di “Lom” o “Dom”.

Insediamento in Europa e prime discriminazioni Dal XV° al XVII° secolo, i Rom insediatisi in Europa subiscono le prime discriminazioni nell’impero ottomano e nell’Europa centrale; sono ridotti in servitù e in schiavitù in Valacchia e in Moldavia e anche nell’Europa occidentale sono marginalizzati e spesso perseguitati.

Discriminazione durante l’“Illuminismo” Nel XVIII° secolo, l’età dei “Lumi” nella storia europea, i Rom sono esposti a nuove forme di discriminazione: arrestati e internati in Spagna, costretti all’assimilazione forzata nell’impero austro-ungarico. In Russia, invece, sono considerati sudditi dello Zar e come tali godono degli stessi diritti civili del resto della popolazione.

Secondo movimento migratorio e discriminazione più intensa e diffusa Un secondo movimento migratorio si produce nel XIX° secolo, dovuto all’esodo di popolazioni rom dall’Europa centrale ed orientale verso altre regioni d’Europa; alcune non esitano ad emigrare al di là dei mari. La schiavitù dei Rom è abolita nel 1860 nei principati rumeni. Tuttavia, alla fine del XIX° secolo e agli inizi del XX° secolo, la discriminazione si aggrava, soprattutto nelle regioni dell’ex impero austro-ungarico.

Il “Samudaripen” o il genocidio del popolo Rom Durante la seconda guerra mondiale, la discriminazione culmina con il genocidio perpetrato dai nazisti. Si stima che il Terzo Reich abbia sterminato tra 400.000 e 500.000 Rom e Sinti. Durante il processo di Norimberga, tale genocidio non viene però neppure menzionato e i Rom sopravvissuti ai campi di concentramento non ottengono nessun aiuto o risarcimento. Il termine rom per designare questo sterminio è “Samudaripen”, ma certe comunità lo chiamano “Pharrajmos” (o “Porajmos”).

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Terzo flusso migratorio e processo di emancipazione La migrazione dei Rom dall’Europa orientale verso l’Europa occidentale e poi verso Stati Uniti, Canada e Australia era iniziata sotto la spinta di motivazioni economiche e della ricerca di un lavoro. Si è intensificata dopo il crollo dell’Unione sovietica e dei suoi satelliti e la disgregazione dell’ex Jugoslavia. Le guerre nei Balcani negli anni novanta colpiscono i Rom in vari modi: sono vittime della guerra, sono espulsi (in particolare dalla provincia del Kosovo nel 1999) e viene loro concesso unicamente lo status di “rifugiato economico” nei paesi dove sono emigrati. Per maggiori informazioni, si vedano le schede informative sulla storia dei Rom, a partire dalle prime migrazioni, attraverso i grandi periodi di discriminazione e di sterminio, fino all’attuale processo di emancipazione:

www.coe.int/roma

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3 Identità La lingua romani Il romani, la lingua parlata dai Rom, deriva da lingue parlate nel nord dell’India e influenzate dal sanscrito. Presenta numerose varianti, dovute ai vari prestiti dalle lingue autoctone con le quali è venuta in contatto nel corso dei secoli: persiano, armeno e greco prima del XIV° secolo, tedesco, rumeno, lingue dei Balcani sud-orientali e turco. Il romani è parlato soprattutto nei Balcani. Rientra tra le lingue tutelate dalla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie del Consiglio d’Europa.

La famiglia Presso le popolazioni rom, la famiglia è tradizionalmente la struttura di base intorno alla quale si organizza la società, l’attività economica e l’educazione, e costituisce un nucleo estremamente coeso. Gli attuali problemi di alloggio e l’evoluzione del ruolo della donna danno luogo tuttavia a gruppi familiari di dimensioni più ridotte, senza dimenticare che spesso i giovani desiderano o sono costretti dalla necessità economica ad allontanarsi dalla famiglia.

La religione Le popolazioni rom praticano religioni diverse, generalmente influenzate dalla religione dominante del territorio in cui si sono insediate. Ad esempio, in Italia e in Irlanda i Rom hanno piuttosto la tendenza a dichiararsi cattolici, mentre in Bulgaria sono di religione ortodossa o musulmana. In certi paesi, la religione professata e le feste religiose possono richiamarsi a più fedi, come ad esempio in Bulgaria, dove certi gruppi sono battezzati da un prete ortodosso, ma seppelliti da un imam musulmano. Le celebrazioni e i rituali riguardano essenzialmente la nascita e la morte, e i pellegrinaggi forniscono ai gruppi familiari l’occasione di incontrarsi e ritrovarsi. Dalla metà del XX° secolo, il movimento evangelico pentecostale zigano, che ha conosciuto un notevole dinamismo, svolge anche un ruolo politico, in quanto movimento di rivendicazione dei diritti dei Rom presso gli Stati.

Stili di vita Le diverse comunità rom nel corso delle loro migrazioni hanno subito molteplici influenze culturali. La loro identità è fondata sulla diversità; è per questo che si possono considerare una delle popolazioni che maggiormente riflettono lo spirito europeo. Dal medioevo, hanno infatti mantenuto forti rapporti transnazionali con i membri dei gruppi familiari sparsi sull’intero continente europeo, anche al di là delle frontiere. Vista la diversità tra le popolazioni, è difficile parlare di un’unica cultura rom. Tra i tratti culturali caratteristici comuni si possono citare l’importanza della famiglia in quanto modello di organizzazione economica e sociale, la fierezza e la rivendicazione della propria diversità, l’indipendenza nell’esercizio di un mestiere, l’assenza di radici territoriali e l’educazione impartita in famiglia.

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Gli stessi particolarismi che rappresentano i punti di forza dei Rom, ossia uno stile di vita comunitaria, la capacità di ritagliarsi piccoli spazi di economia marginale e di vivere alla giornata, la mobilità, la dispersione, le diversità linguistiche, la solidarietà all’interno della comunità, possono rappresentare degli ostacoli nelle società in cui predominano l’individualismo, l’accumulazione del capitale, la sedentarietà, l’uniformità e la competitività. La mondializzazione, provocando un’uniformizzazione culturale, ha inciso negativamente sull’identità rom, che è sempre più influenzata dalle culture locali. Le leggi più severe adottate nei vari paesi, l’inasprimento delle misure repressive e di sgombero dei campi rom e il crescente degrado delle loro condizioni abitative incidono direttamente sullo sviluppo culturale dei Rom, e quindi sulla loro identità. Queste ed altre difficoltà possono provocare come conseguenza l’isolamento sociale, la delinquenza, l’alcolismo, la droga e la disgregazione familiare.

L’arte e la cultura L’arte per i Rom vuol dire anzitutto esprimere un’arte di vivere. È legata alla loro mobilità, al viaggio, al commercio, alla fabbricazione di oggetti facilmente trasportabili e alla musica. L’arte dei Rom, molto spesso, si compenetra con l’ambiente e il paesaggio circostante, e le riunioni tradizionali dei gruppi familiari rappresentano un momento di scambio tra diverse espressioni artistiche. L’arte rom era basata essenzialmente sulla tradizione orale, ma la vita moderna e l’avvento delle nuove tecnologie costituiscono ora nuove sfide, oltre che nuove potenzialità espressive. D’altra parte i Rom stanno sperimentando nuove forme artistiche, nella pittura, la scultura o l’edizione di raccolte di racconti tradizionali. Particolarmente celebre è la musica rom, che conta numerosi artisti di fama internazionale. Basti pensare al jazz manush e al flamenco andaluso. I non Rom tendono ad avere una visione stereotipata dell’insieme della comunità, riducendone la vita culturale al folklore, il che spinge i Rom a politicizzare la propria cultura, al fine di affermare la propria identità.

Itinerario della cultura e del patrimonio dei Rom La cultura itinerante dei Rom non ha lasciato tracce visibili, quali chiese o monumenti, ma il paesaggio dei luoghi che hanno attraversato conserva ancora la loro impronta, come a loro volta essi si sono impregnati dello spirito dei vari spazi europei che hanno attraversato. L’itinerario della cultura rom definito dal Consiglio d’Europa ripercorre le migrazioni delle popolazioni rom e fa scoprire i loro artisti, musicisti e scrittori. Intende promuovere la cultura rom, far conoscere al vasto pubblico le loro condizioni di vita e trasmettere un’immagine positiva di un popolo che è sempre stato percepito negativamente. Mappa dell’Itinerario: www.coe.int/roma Il Consiglio d’Europa: Proteggere i diritti dei Rom


4 Simboli forti Nomadismo e sedentarietà Il nomadismo non è mai stato il vero fattore specifico e caratterizzante dei Rom: gli spostamenti continui di queste popolazioni sono stati determinati dalle persecuzioni e dalle espulsioni, comprese le grandi deportazioni, come quelle della seconda guerra mondiale e, più recentemente, gli accompagnamenti alle frontiere. I loro spostamenti sono dettati più da un’esigenza di mobilità, che da un istinto al nomadismo e consentono loro di adattarsi alle esigenze lavorative, di cercare per esempio lavori stagionali per sopravvivere economicamente, o anche di riunire le famiglie al momento di eventi importanti. Il viaggio è per loro uno stato d’animo, pur rappresentando una necessità economica e, anche quando sono obbligati a fissarsi stabilmente in un luogo, i Rom rimangono dei viaggiatori nel cuore e nello spirito. È vero, però, che solo una minoranza di Rom europei ha scelto un modo di vita itinerante: la maggior parte si sono sedentarizzati, seppure in condizioni estremamente precarie. I Rom si autodefiniscono una nazione, ma “senza un territorio compatto e senza la pretesa di avere tale territorio” (5° Congresso dell’Unione internazionale Rromani, Praga, 2000). Sono generalmente cittadini dei paesi in cui vivono. Non rivendicano un territorio, bensì gli stessi diritti degli altri cittadini.

Una bandiera e i suoi simboli Il primo Congresso mondiale dei Rom, svoltosi a Londra nel 1971, ha rivendicato il diritto dei Rom di essere riconosciuti come un popolo con pieni diritti e ha adottato una bandiera, un inno e la Giornata internazionale dei Rom. La bandiera rom serve a rappresentare un popolo e non uno Stato con frontiere definite. Il colore azzurro simboleggia il cielo, la libertà, la spiritualità, l’eterno; il verde indica la natura, la terra, la fertilità e gli aspetti materiali e tangibili della vita. La ruota a sedici raggi di colore rosso rappresenta la roulotte trainata dai cavalli, il viaggio, la crescita e il progresso, ma è anche un riferimento all’origine indiana dei Rom, alla loro “madrepatria”, che hanno lasciato quando hanno iniziato le loro migrazioni, poiché la ruota si ispira al chakra, raffigurato nella bandiera indiana, che comporta 24 raggi, come le ore della giornata.

“Azzurro, come il cielo e il mare, Verde, come le foreste e le praterie, Rosso, come il sangue versato nelle persecuzioni che abbiamo subito nel corso dei secoli.” Vania de Gila-Kochanowski, Huguette Tanguy, Parlons tsigane : histoire, culture et langue du peuple tsigane

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Inno “Gelem, Gelem” è l’inno del popolo rom. Le sue parole sono state scritte da Jarko Jovanović, poeta rom originario dell’ex Jugoslavia, la cui famiglia fu in gran parte deportata e sterminata ad Auschwitz durante la seconda guerra mondiale. La musica riprende una melodia tradizionale rom.

8 aprile, Giornata internazionale dei Rom Era logico che per celebrare la Giornata internazionale dei Rom fosse scelto l’8 aprile, data dell’organizzazione del 1° Congresso mondiale dei Rom. Questa data si riferisce anche a una festa tradizionale dei Rom della Transilvania, il “giorno dei cavalli”, in cui, per celebrare la fine dell’inverno, i loro cavalli erano fatti uscire dalle stalle e sfilavano per le strade ornati di ghirlande. In occasione delle celebrazioni di questa giornata, sono organizzate manifestazioni culturali dappertutto nel mondo.

2 agosto, Giornata internazionale in commemorazione dei Rom e Sinti vittime dell’Olocausto (Samudaripen) I Rom commemorano il Samudaripen il 2 agosto, data in cui 3.000 membri della loro comunità furono massacrati ad Auschwitz-Birkenau, nel 1945. Questa tragedia è ancora poco conosciuta e il Consiglio d’Europa si adopera per includere la commemorazione del genocidio dei Rom nei programmi scolastici degli Stati membri, in quanto parte del progetto “Educazione dei bambini rom in Europa” (vedi scheda 5): è stato predisposto del materiale didattico e sono organizzate manifestazioni e riunioni di lavoro. Un sito internet, sviluppato in cooperazione con l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, contiene una banca dati su questo periodo della storia rom, una biblioteca virtuale e una mappa informativa interattiva. www.romagenocide.org

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5 Alloggio, occupazione, istruzione e salute Le attività economiche tradizionali Tradizionalmente i Rom si guadagnavano da vivere con la lavorazione dei metalli, il recupero e la rivendita di rottami, i mestieri dello spettacolo e del circo, le attrazioni delle fiere e il commercio ambulante, i lavori stagionali agricoli o nell’edilizia. Nel corso della storia, il bisogno di adattarsi al mercato del lavoro, la loro naturale versatilità nei più diversi mestieri, acquisita fin dalla più giovane età, e il desiderio di libertà hanno spinto i Rom a spostarsi continuamente e a svolgere attività stagionali. La scomparsa dei mestieri tradizionali, la segregazione abitativa, il basso livello di istruzione, la disuguaglianza di accesso alla scuola e la transizione economica nei paesi dell’Europa centro-orientale, dove i Rom sono stati i primi a essere licenziati dalle imprese statali spiegano l’elevato tasso di disoccupazione che colpisce le comunità rom attuali.

Condizioni abitative precarie, legate al disagio economico Le condizioni abitative dei Rom sono molto varie. Ci sono famiglie stabilitesi da secoli in una regione che vivono in villette, case o appartamenti. Altre vivono in carrozzoni o in aree attrezzate (casa e carovana o casa mobile), anche se le roulotte trainate dai cavalli sono ormai rare. Certe famiglie abitano in alloggi sociali sovraffollati. Le condizioni abitative dipendono pertanto dal contesto di vita, dagli atteggiamenti di accoglienza o di rifiuto delle popolazioni circostanti e dai regolamenti talvolta stringenti che obbligano i Rom a non soggiornare troppo a lungo in uno stesso luogo. Sono numerose le famiglie rom in Europa obbligate a vivere in baraccopoli, sui marciapiedi delle città, in prossimità di autostrade, in zone industriali, in alloggi di fortuna fatti di materiali riciclati, senza acqua potabile, né elettricità, né sistema di raccolta dei rifiuti. Le famiglie rom che desiderano condurre una vita nomade hanno anch’esse grandi difficoltà a trovare aree di sosta attrezzate, non inquinate, non troppo lontane dalle scuole, per cui sono costrette a restare in campi illegali o a spostarsi continuamente.

Segregazione e accesso insufficiente all’istruzione La metà dei Rom in Europa è in età scolare, ma almeno la metà di loro non è mai stata scolarizzata. Il tasso di analfabetismo degli adulti supera spesso il 50%.

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Nella maggior parte delle regioni europee, i bambini rom non hanno accesso a un’istruzione della stessa qualità di quella offerta agli altri alunni. La mancata frequenza e l’abbandono scolastico raggiungono livelli inaccettabili e sono perfino in aumento. La povertà e le tradizioni, presso certe comunità, creano ostacoli supplementari all’istruzione dei bambini rom. La discriminazione e i pregiudizi sono la causa profonda di questa radicata disuguaglianza di accesso all’istruzione. Alcuni bambini rom non possono frequentare la scuola perché abitano troppo lontano. Altri sono assegnati a scuole situate in aree isolate e lontane dalla società, o a classi speciali destinate a bambini con bisogni educativi specifici, senza nessuna valutazione psicologica o pedagogica preliminare. La segregazione educativa esclude dalla società i bambini rom fin dalla più giovane età e impedisce i contatti tra bambini rom e non rom. Il Consiglio d’Europa ha lanciato nel 2001 un progetto sull’educazione dei bambini rom, mirante a incoraggiare le buone pratiche e a fornire agli insegnanti una formazione sul modo migliore per l’inserimento scolastico degli alunni delle comunità rom. Il progetto elabora materiali didattici, in particolare per agevolare il passaggio dalla scuola materna a quella elementare. http://www.coe.int/t/dg4/education/roma /Source/leaflet_EN.pdf

Indicatori di salute sfavorevoli In molti paesi d’Europa si notano differenze significative tra gli indicatori di salute dei Rom e quelli della popolazione maggioritaria. La loro speranza di vita è generalmente di 8-15 anni inferiore e la mortalità, il tasso di incidenza delle malattie infettive e croniche è molto più elevato tra i giovani rom in età scolare. In certi casi, diventa della massima urgenza migliorare la situazione sanitaria dei Rom. Numerosi Rom vivono in zone isolate e lontane dai centri sanitari e hanno pertanto difficoltà ad accedervi. Quando si verifica un’emergenza, la situazione può peggiorare rapidamente. Inoltre, i Rom non sempre dispongono di documenti di identità, il che complica ancora maggiormente l’accesso ai servizi sanitari ordinari. Si constatano inoltre casi di discriminazione da parte degli operatori sanitari, in particolare dei medici di base, che rifiutano di recarsi nei quartieri o nei campi rom.

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6 Stereotipi e discriminazioni

Antiziganismo – una forma specifica di razzismo I Rom rappresentano la minoranza più perseguitata in Europa. Le popolazioni maggioritarie nutrono nei loro confronti pregiudizi stereotipati secolari, alimentati dalla diffidenza verso il loro stile di vita e le loro tradizioni nomadi e dall’immaginario popolare che dipinge gli zingari come ladri sporchi e asociali. Non mancano nella cultura popolare altre immagini più suggestive e romantiche, ma che non corrispondono alla dura realtà dei fatti. La situazione attuale dei Rom, spesso usati come capri espiatori da parte della società, pare oggi preoccupante, nel contesto della crisi economica mondiale, del crescente estremismo, delle leggi discriminatorie sull’immigrazione e di certe campagne mediatiche contro l’allargamento dell’Unione europea, che hanno infiammato gli animi agitando lo spauracchio di massicce invasioni di Rom. Molte collettività locali rifiutano alle famiglie rom l’autorizzazione di insediarsi sul loro territorio e le relegano in baraccopoli e campi di fortuna, per cui non può che essere rafforzato lo stereotipo del Rom sporco e lacero. Il Consiglio d’Europa combatte tali pregiudizi attraverso una campagna di sensibilizzazione intitolata Dosta! (che significa “Basta!” nella lingua romani). La campagna, che sottolinea il contributo positivo fornito dai Rom alla società, è stata lanciata nel 2006 in dodici Stati membri. Si è dotata di un sito internet interattivo, ha preparato spot televisivi, progetti scolastici, formazioni per i media e per gli insegnanti e assegna un premio alle collettività locali che si sono distinte per le loro iniziative a favore del rispetto e della tutela dei diritti dei Rom. www.dosta.org

Tendenza al ribasso dei diritti La grande maggioranza dei Rom sono cittadini del paese nel quale vivono, ma non sempre godono degli stessi diritti del resto della popolazione. L’isolamento, l’analfabetismo, la povertà, la mancanza di fiducia nella polizia e nel sistema giudiziario, l’ignoranza delle vie di ricorso per difendere i loro diritti sono le varie ragioni per cui i Rom restano emarginati e possono essere vittime di abusi da parte delle autorità. Quando non hanno la cittadinanza del paese in cui risiedono, hanno reali difficoltà a farsi riconoscere come minoranza. Le donne rom sono particolarmente emarginate. Sono vittime dei soliti stereotipi negativi da parte delle autorità e dell’insieme della popolazione, ma anche di pratiche abusive quali la sterilizzazione

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forzata, e, all’interno della loro stessa comunità, vivono in condizioni di inferiorità e sono costrette, per esempio, alla pratica dei matrimoni precoci. Il Consiglio d’Europa sta promuovendo delle misure per incoraggiare l’autonomia economica, l’emancipazione e l’imprenditorialità delle donne rom e coorganizza regolarmente conferenze internazionali sulla questione.

I pericoli rappresentati dalle reti che organizzano la tratta di esseri umani Vista la loro estrema povertà ed emarginazione, le popolazioni rom, soprattutto quelle che sono dovute fuggire a causa delle guerre nei Balcani degli anni novanta, hanno corso il rischio di cadere vittime della tratta. Le donne e i bambini sono particolarmente esposti ai pericoli del traffico di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale, mendicità, lavori forzati, adozioni illegali e traffico di organi umani. Due trattati del Consiglio d’Europa contribuiscono a tutelarli in questo campo: la Convenzione sulla lotta contro la tratta di esseri umani (2008), orientata essenzialmente alla protezione delle vittime della tratta, alla salvaguardia dei loro diritti e alle azioni penali nei confronti dei trafficanti e la Convenzione sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali (2010), primo trattato internazionale che penalizza l’abuso sessuale sui minori.

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7 Rappresentazione dei Rom Il processo di emancipazione Il movimento politico rom si è affermato a partire dagli anni ’60, grazie all’istituzione di organizzazioni rom, alle campagne di sensibilizzazione e di mobilitazione a livello internazionale, alla cooperazione con organizzazioni internazionali e a recenti iniziative, quali il Decennio per l’inclusione dei Rom 2005-2015, lanciato dalla Banca Mondiale e dall’Open Society Institute (Vedi scheda n° 12).

Il Forum europeo dei Rom e Viaggianti (ERTF) Il Forum europeo dei Rom e Viaggianti (ERTF) è stato creato nel 2004, a seguito di un appello lanciato nel 2001 dalla Presidentessa finlandese, Tarja Halonen, in occasione di un discorso pronunciato al Consiglio d’Europa. Il suo obiettivo è di permettere ai Rom di fare udire la loro voce, di esprimere le loro speranze e preoccupazioni a livello europeo, di partecipare alle decisioni che li riguardano direttamente. Il Forum, con sede a Strasburgo, è totalmente indipendente dai governi e ha firmato un accordo di partenariato con il Consiglio d’Europa nel dicembre del 2004; riunisce rappresentanti di federazioni nazionali e di organizzazioni internazionali rom, allo scopo di difenderne i diritti e di vigilare sul loro rispetto. www.ertf.org

Il Forum dei giovani Rom europei (FERYP) I giovani Rom europei, oltre ad essere vittime di violazioni dei loro diritti umani fondamentali, soffrono anche per il mancato riconoscimento dei loro diritti e delle loro responsabilità civili. Il Forum, una ONG internazionale con sede a Strasburgo, sostiene la rappresentanza e gli interessi dei giovani Rom presso le istituzioni europee e promuove la cooperazione e la formazione di giovani Rom responsabili di ONG. http://feryp.piczo.com

La Rete internazionale delle donne rom (IRWN) Il Consiglio d’Europa sostiene la Rete internazionale delle donne rom, istituita nel 2003, in partenariato con l’OSCE e con l’Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia (EUMC). Tale rete, che all’inizio mirava essenzialmente a promuovere l’accesso delle donne rom alle cure mediche, ha ora esteso la propria azione ad altri settori, quali l’accesso all’occupazione e la lotta contro le discriminazioni. L’IRWN stimola inoltre le donne

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rom a diventare fattori di cambiamento per le loro comunità su tematiche a lungo considerate tabù, quali, ad esempio, i matrimoni precoci, l’educazione delle ragazze e l’omosessualità.

Principali date nella storia politica dei Rom 1967: Creazione del Comitato internazionale zigano 1971: Adozione del termine “Rom” in occasione del 1° Congresso mondiale dei Rom, svoltosi a Londra. Adozione della bandiera, dell’inno e proclamazione della Giornata internazionale dei Rom. 1978: Il Congresso mondiale dei Rom, riunitosi a Ginevra nel 1978, crea la Romani Union, l’organizzazione internazionale dei Rom (Romani Ekhipé). 1979: La Romani Union ottiene lo status consultivo presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite. Anni ‘80: Periodo di consolidamento e di affermazione delle organizzazioni rom. Anni ‘90: Significativo aumento del numero di organizzazioni politiche e culturali rom. 1994: Juan de Dios Ramírez-Heredia diventa il primo parlamentare rom eletto al Parlamento europeo, dopo essere stato il primo e per il momento l’unico membro rom dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa tra il 1983 e il 1985. 2000: Lancio, in occasione del Congresso di Praga, dell’idea di una nazione rom. Creazione di un parlamento internazionale rom, basato a Vienna. 2004: Istituzione del Forum europeo dei Rom e Viaggianti e firma di un accordo di partenariato tra il Forum e il Consiglio d’Europa. 2005: Nove Stati dell’Europa centro-orientale decidono di partecipare al Decennio per l’inclusione dei Rom 2005-2015 e si impegnano a promuovere le condizioni socio-economiche e lo status giuridico della minoranza rom. Altri tre Stati aderiscono ulteriormente all’iniziativa nel 2008-2009. 2008: Due europarlamentari ungheresi di origine rom presso il Parlamento europeo, le Onorevoli Lívia Járóka e Viktória Mohácsi, incoraggiano tutti gli Stati membri dell’Ue a partecipare al Decennio per l’inclusione dei Rom.

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8 I Rom e il Consiglio d’Europa L’Assemblea parlamentare, pioniere dei diritti dei Rom Nel 1969, l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa è stata la prima istituzione ad adottare un testo relativo ai Rom. Nel 1963, ha posto l’accento sul contributo dei Rom alla diversità culturale europea e sulla necessità di garantire i loro diritti. Nel 2002, preoccupata dalla nuova ondata migratoria dei Rom in Europa, ha sottolineato l’importanza del loro status giuridico. Due nuovi testi, adottati nel 2003 e nel 2005, trattano dei ritorni forzati dagli Stati membri del Consiglio d’Europa verso l’ex Jugoslavia e della situazione in Kosovo.

Attività specifiche del Comitato dei Ministri Il Comitato dei Ministri si è occupato fin dal 1975 di questioni riguardanti l’apolidia, l’istruzione, l’occupazione, la mobilità, l’alloggio e le cure mediche. www.coe.int/t/cm/

Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa Il Congresso dei poteri locali e regionali è il centro nevralgico delle attività riguardanti i Rom. Nel 1993 ha definito il ruolo e le responsabilità degli enti locali e regionali per la protezione delle comunità rom. Tramite il suo Premio «Dosta!» il Congresso ricompensa le buone pratiche degli enti locali a favore dei diritti dei Rom. www.coe.int/congress

Il Commissario per i diritti umani Il Commissario per i diritti umani, in occasione delle visite regolari effettuate negli Stati membri, compie ugualmente sopralluoghi nei quartieri e nei campi rom. Ha sottolineato la necessità di porre fine alle espulsioni forzate, alle situazioni di apolidia, all’antiziganismo e alla segregazione e di garantire ai Rom condizioni abitative decenti, l’accesso a infrastrutture minime, alla scolarizzazione e alle cure mediche. Ha inoltre affermato la necessità che le comunità rom siano rappresentate all’interno degli organi politici decisionali. www.coe.int/commissioner

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La Convenzione e la Corte europea dei diritti dell’uomo Nel giugno del 2010, erano già una ventina le sentenze pronunciate dalla Corte riguardanti il rispetto dello stile di vita dei Rom, il diritto all’alloggio, le denunce di maltrattamenti subiti da parte della polizia e l’iscrizione di bambini rom in scuole speciali o classi differenziate. Il Protocollo n° 4 alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo vieta le espulsioni collettive. Per 15 anni, il Consiglio d’Europa e il Centro europeo per i diritti dei Rom (ERRC) hanno organizzato delle sessioni di studio e di formazione destinate ai giuristi, al fine di migliorare la loro conoscenza della giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo concernente i Rom. www.coe.int/t/dg3/romatravellers/jurisechr_en.asp

La Carta sociale europea La Carta tutela i diritti economici e sociali ed è sempre più frequentemente invocata dai Rom. Il primo reclamo, che risale al 2003, riguardava il diritto della famiglia a una protezione sociale, giuridica ed economica. www.coe.int/socialcharter

La lotta contro il razzismo La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) del Consiglio d’Europa denuncia strenuamente gli episodi di antiziganismo e di discriminazione. L’ECRI sollecita inoltre i mass media a svolgere il loro mestiere in maniera responsabile quando riportano episodi che vedono come protagonisti membri della comunità rom. www.coe.int/ecri

La Carta europea delle lingue regionali o minoritarie La Carta, adottata nel 1992 ed entrata in vigore nel 1998, garantisce la protezione e la promozione della lingua romani. www.coe.int/minlang

La Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali Questo trattato, adottato nel 1994 ed entrato in vigore nel 1998, mira a preservare e sviluppare le culture e le identità delle minoranze. Alcuni paesi come Germania, “ex Repubblica jugoslava di Macedonia”, Slovenia e Svezia, citano espressamente i Rom nell’elenco delle minoranze presenti sul loro territorio. http://conventions.coe.int

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9 I progressi più recenti nella lotta per i diritti dei Rom La “Dichiarazione di Strasburgo” Gli eventi del 2010, in cui si è assistito a espulsioni di Rom da parte di paesi dell’Europa occidentale, hanno condotto il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, a prendere un’iniziativa per aiutare i Rom in maniera più mirata, più coordinata e in un approccio multidimensionale. Ha pertanto invitato i rappresentanti dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa, dell’Unione europea e della comunità rom a riunirsi a Strasburgo per condannare la discriminazione diffusa e impegnarsi a migliorare la situazione. La “Dichiarazione di Strasburgo”, adottata in tale occasione, incoraggia a proseguire una serie di nuove iniziative a favore dei Rom. È stato nominato un Rappresentante speciale del Segretario generale per le questioni relative ai Rom, Jeroen Schokkenbroek, che è assecondato da un gruppo di supporto incaricato di condurre le attività. Dichiarazione di Strasburgo: www.coe.int/roma

La formazione dei mediatori Dagli inizi del 2011, il Consiglio d’Europa ha lanciato un progetto per la formazione di mediatori, la maggior parte dei quali di origine rom, per facilitare la comunicazione tra le comunità rom e le istituzioni pubbliche su certe questioni pratiche, quali la scolarizzazione dei bambini rom, l’accesso alle cure mediche, all’alloggio e al mondo del lavoro. Degli esperti del Consiglio d’Europa e dei formatori specializzati forniscono ai mediatori le competenze necessarie per svolgere una mediazione efficace e imparziale tra le autorità locali e la comunità rom. Partecipano per il momento a questo programma i seguenti paesi: Bulgaria, “ex Repubblica jugoslava di Macedonia”, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Moldova, Repubblica ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna, Turchia e Ucraina. Altri paesi aderiranno al programma, grazie in parte a un’assistenza finanziaria dell’Unione europea, in modo che tale iniziativa diventerà un’azione congiunta delle due istituzioni a partire dalla metà del 2011. Il Consiglio d’Europa organizza inoltre delle sessioni di formazione per rafforzare le competenze degli avvocati in questo settore specializzato (La Corte, vedi scheda 11).

Condividere le tattiche più riuscite È in preparazione una banca dati, nella quale le autorità nazionali e locali, le ONG e tutti i soggetti che operano a favore dei Rom

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potranno trovare informazioni sulle buone pratiche già attuate. Lo scopo è di predisporre un catalogo delle politiche e dei progetti che si sono dimostrati validi e che potrebbero essere adattati e applicati in altri paesi o in altri contesti, al fine di stimolare cambiamenti positivi e continui in tutta Europa. Al contempo, un gruppo di esperti designati al massimo livello dai 47 Stati membri del Consiglio d’Europa si riunisce due volte all’anno. Il Comitato di esperti ad hoc sulle questioni rom (CAHROM) funge da luogo di incontro e di scambio di esperienze e di buone pratiche tra gli Stati membri. Il CAHROM, che riferisce direttamente al Comitato dei Ministri, può presentargli pareri o raccomandazioni in vista della loro adozione e allertarlo su nuove questioni che richiedono un’attenzione urgente.

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10 I Rom e altre organizzazioni e iniziative internazionali Il nuovo quadro strategico dell’Unione europea Numerose risoluzioni relative ai Rom sono state adottate dal Parlamento europeo a partire dagli anni settanta. Dei programmi (tra cui in particolare il programma Phare) e delle conferenze sono stati ugualmente lanciati per promuovere le politiche a favore dei Rom. L’emozione suscitata nell’estate 2010 dalle espulsioni di comunità rom da parte di paesi dell’Europa occidentale ha spinto la Commissione europea a definire un quadro strategico per l’integrazione dei Rom, con obiettivi precisi in materia di istruzione, occupazione, salute e alloggio. In tale ambito, gli Stati dovranno anzitutto garantire che tutti i bambini rom completino il ciclo della scuola elementare, che si riducano i divari tra i tassi di disoccupazione dei Rom e dei non Rom, che diminuisca la mortalità infantile tra i Rom, che sia favorito l’accesso all’alloggio e che i fondi già stanziati siano meglio utilizzati. Il quadro dell’Ue per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020: http://eur-lex.europa.eu/ L’Unione europea e i Rom: http://ec.europa.eu/justice/discrimination/roma/ index_en.htm

Il “Punto di contatto” dell’ OSCE L’OSCE ha adottato numerose risoluzioni riguardanti i Rom. Nel 1994 ha istituito un “Punto di contatto per le questioni relative ai Rom e ai Sinti”, con lo scopo di sostenere i diritti civili e politici di queste comunità e prevenire o risolvere i conflitti nei paesi dell’Europa sud-orientale. Rientrano in particolare tra le sue aree di intervento la lotta al razzismo e alla discriminazione, le questioni in materia di alloggio, salute, occupazione, accesso all’istruzione e partecipazione dei Rom alla vita pubblica. Questioni relative ai Rom trattate dall’Ufficio dell’OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani: http://www.osce.org/odihr/44247

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Le Nazioni Unite I Rom sono citati nei testi delle Nazioni Unite a partire dal 1977. Il Consiglio economico e sociale (Ecosoc) ha riconosciuto nel 1979 la Romani Union in quanto organizzazione non governativa rappresentativa dei Rom. L’Unesco e l’Unicef partecipano alle riflessioni sull’istruzione dei bambini rom e forniscono il loro contributo a progetti riguardanti la lingua romani. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati si è dichiarato preoccupato per la situazione dei Rom nell’Europa centrale e orientale. Il Comitato delle Nazioni Unite per l’eliminazione della discriminazione razziale (CERD) ha d’altro canto la responsabilità di richiamare l’attenzione dei paesi non appena è al corrente di episodi di discriminazione nei confronti dei Rom. Le questioni relative ai Rom nell’ambito delle Nazioni Unite: www.unesco.org/new/fr/education/themes/ strengthening-education-systems/inclusive-education/ roma-children/

Il Decennio per l’inclusione dei Rom (2005-2015) Nel 2005, nove paesi dell’Europa orientale hanno aderito a una nuova iniziativa mirante a eliminare le discriminazioni razziali subite dai Rom. Il conseguimento di tale obiettivo comporta inoltre il miglioramento delle loro condizioni sociali ed economiche. Il Decennio riunisce governi, organizzazioni intergovernative, tra cui il Consiglio d’Europa, e le ONG rappresentative dei Rom. Pone l’accento sull’istruzione, l’occupazione, la salute, le condizioni abitative e l’eliminazione della povertà e delle discriminazioni razziali e di genere. Dodici Stati partecipano attualmente al Decennio per l’inclusione dei Rom: Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, “ex Repubblica jugoslava di Macedonia”, Montenegro, Repubblica ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna e Ungheria. La Slovenia gode dello status di osservatore. Il Fondo per l’istruzione dei Rom finanzia progetti di inclusione nel sistema educativo. È sovvenzionato da governi, organizzazioni multilaterali e fonti private. www.romadecade.org

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11 Risorse bibliografiche del Consiglio d’Europa “L’accesso ai diritti per Rom e Sinti”: www.coe.int/roma Bibliografia sull’istruzione dei bambini rom in Europa: www.coe.int/roma Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa: www.coe.int/commissioner Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza: www.coe.int/ecri Consiglio d’Europa, Comitato di esperti sui Rom e Viaggianti (CAHROM): www.coe.int/roma Consiglio d’Europa – Rom e Sinti: www.coe.int/roma Corte europea dei diritti dell’uomo – giurisprudenza: www.coe.int/roma Dosta!: www.coe.int/roma Glossario su Rom e Viaggianti: www.coe.int/roma Il genocidio dei Rom (sito comune del Consiglio d’Europa e dell’OSCE-BIDDH): www.romagenocide.org Istruzione dei bambini rom in Europa (progetto): www.coe.int/roma Istruzione dei bambini rom in Europa – Testi ufficiali e attività del Consiglio d’Europa in materia di istruzione, Consiglio d’Europa, Strasburgo, 2006. Itinerario della cultura e del patrimonio dei Rom: www.coe.int/roma Liégeois, J.-P., Le Conseil de l’Europe et les Roms, 40 ans d’action (Il Consiglio d’Europa e i Rom: 40 anni di attività), Edizioni del Consiglio d’Europa, Strasburgo (di prossima pubblicazione).

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Liégeois, J.-P., Roms en Europe (I Rom in Europa), Edizioni del Consiglio d’Europa, Strasburgo, 2007 (contenente una ricca bibliografia alla fine del volume). Rappresentante speciale del Segretario generale del Consiglio d’Europa per le questioni relative ai Rom: www.coe.int/roma Schede informative della Corte europea dei diritti dell’uomo sui Rom e Viaggianti: http://www.echr.coe.int/NR/ Schede informative sulla storia dei Rom: www.coe.int/roma

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12 Risorse bibliografiche generali Banca mondiale (progetti per i Rom): www.worldbank.org/roma Bibliografia dell’associazione “Me sem Rom” www.mesemrom.org/Biblio.pdf

“Me sem rom” significa in romani “Sono un Rom”. L’associazione svizzera Mesemrom, istituita nel giugno del 2007 a Ginevra, persegue lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità sulle difficoltà incontrate dalla popolazione rom.

Bibliografia del Centre national de documentation pédagogique (Francia): www2.cndp.fr/revueVEI/159/bibliographie_159.pdf Bibliografia del sito FYI France (in inglese): www.fyifrance.com/gypsybib.htm Collettivo nazionale diritti umani: www.romeurope.org Colorful but Colorblind: http://roma.glocalstories.org

Una raccolta di 25 cortometraggi girati nell’ambito di un progetto di diciotto mesi volto a lottare contro gli stereotipi ostili ai Rom nell’Europa centro-orientale.

Decennio per l’inclusione dei Rom: www.romadecade.org Forum europeo dei Rom e Viaggianti: www.ertf.org Ufficio europeo di informazione per i Rom (ERIO): www.erionet.org

Creato nel 2003, questo ufficio con sede a Bruxelles promuove le discussioni politiche relative ai Rom fornendo informazioni e dati approfonditi.

Centro europeo dei diritti dei Rom (ERRC): www.errc.org

Creato nel 1996, il Centro fornisce ai Rom gli strumenti necessari per combattere le discriminazioni e ottenere pari accesso alla giustizia, all’istruzione, all’alloggio, alle cure mediche e ai servizi pubblici. Gode dello status consultivo presso il Consiglio d’Europa.

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Fondazione sociale e culturale rom Ion Cioaba: www.icfoundation.ro

Questa fondazione promuove l’identità culturale rom in tutto il mondo, per favorire la pace, l’armonia e la comprensione tra i paesi.

Museo della cultura rom: www.rommuz.cz Patrin (rivista online sulla cultura rom): www.reocities.com/~patrin/ Radio Praga: http://romove.radio.cz/en/

È un sito che propone numerosi link verso articoli sulla storia generale dei Rom, sulla situazione dal 1989 e sulla vita familiare tradizionale.

Fondo per l’istruzione dei Rom (REF): www.romaeducationfund.org RomNews Society: www.romnews.de

Organizzazione che favorisce gli scambi di informazioni sui Rom, combatte i pregiudizi e pone in risalto la cultura e le tradizioni rom.

L’Unione europea e i Rom: www.ec.europa.eu/roma

Si vedano in particolare gli studi dell’Unione europea sulle minoranze e la discriminazione (EU-MIDIS) condotti dall’Agenzia dei diritti fondamentali (FRA), che ha interrogato gruppi di immigrati e di minoranze etniche (tra cui in particolare i Rom) per raccogliere le loro opinioni sulle loro esperienze di discriminazione o di aggressioni nella loro vita quotidiana.

Unión Romaní (Spagna): http://www.unionromani.org/union_in.htm Voix des Rroms (unicamente in francese): http://rroms.blogspot.com Willers, Marc (giurista ed esperto in diritti umani) Ensuring access to rights for Roma and Travellers: The role of the European Court of Human Rights, Consiglio d’Europa, Strasburgo, 2009.

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Günter Grass, Premio Nobel per la letteratura

www.coe.int/roma

Il Consiglio d’Europa, creato nel 1949 da 10 Stati, è un’organizzazione internazionale con sede a Strasburgo (Francia). Conta oggi 47 Stati membri, rappresentanti 800 milioni di abitanti. Consiglio d’Europa Avenue de l’Europe F-67075 Strasbourg Cedex Tel. + 33 (0)3 88 41 20 00 www.coe.int

Rappresentante speciale del Segretario generale del Consiglio d’Europa per le questioni rom roma.team@coe.int

Testo originale francese elaborato da Sophie Jeleff / Edito dalla Divisione Relazioni con i media e la Divisione Relazioni con il pubblico e Identità comune, in cooperazione con il Gruppo di supporto sui Rom (Consiglio d’Europa) / Progettazione grafica: Mathieu Clauss / Foto: Consiglio d’Europa / sett 011

“I Rom sono ciò che ci sforziamo di diventare: i veri Europei”


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