Netsuke settembre 2012

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Arte Orientale n. 24 - Settembre 2012

Netsuke

La Galliavola Arte Orientale Via Borgogna, 9 - 20122 Milano tel. +39 0276007706 - fax. +39 0276007708 www.lagalliavola.com info@lagalliavola.com


Cari amici, al rientro dalla pausa estiva, che ci auguriamo abbiate trascorso in serenità e relax, riprendiamo la normale programmazione del nostro Bollettino, dopo il numero speciale-catalogo della mostra Chinese and Japanese Collections, organizzata all’interno della manifestazione Milano & Asian Art. Il catalogo è stato molto apprezzato e ha sicuramente contribuito al successo degli eventi succedutisi in galleria, con grande affluenza di pubblico, come vi riportiamo nel breve reportage in apertura a questo numero. L’autunno ci propone per la terza volta l’appuntamento con la nostra manifestazione Milano Netsuke Meeting, incontro tra collezionisti di netsuke che ogni anno riscuote un successo sempre maggiore e che è fissato per Sabato 20 Ottobre. In questa edizione siamo onorati di avere come relatrice Rossella Marangoni, nipponista, docente e scrittrice di numerosi volumi sulla cultura del Sol Levante (uno su tutti Zen, volume della collana Dizionari delle religioni, Electa Mondadori, 2008). Il titolo scelto per la relazione è Di uomini e di dei: storie, personaggi e miti nel mondo in miniatura dei netsuke, che si annuncia molto interessante e intrigante. Consueta cornice dell’incontro saranno anche quest’anno l’esposizione e la vendita della nuova collezione di netsuke della Galleria. Il successo delle passate edizioni del Meeting e il limitato spazio a disposizione, ci induce a invitarvi a confermare per tempo la vostra presenza. In questo numero del Bollettino riprendiamo l’argomento delle maschere del teatro N giapponese, presentando un’ampia selezione di omote-netsuke, descrivendone le caratteristiche, i soggetti e i materiali utilizzati. Riteniamo, come già espresso in precedenza, che questa particolare tipologia di netsuke non venga sufficientemente apprezzata, probabilmente anche per la mancanza di informazioni e notizie sulla sua genesi. Il Bollettino prosegue con il consueto appuntamento con le aste che nei mesi passati hanno avuto luogo a Londra, Parigi e New York. La scelta dei pezzi pubblicati e commentati cerca di offrire una visuale abbastanza ampia di quello che viene proposto sul mercato internazionale. Max Rutherston e Rosemary Bandini, nostri cari amici londinesi, vi invitano al Symposium dell’International Netsuke Society che si terrà a Londra nel maggio 2013 e di cui potrete trovare maggiori informazioni all’interno del Bollettino. L’evento sarà uno dei più importanti incontri del prossimo anno riguardanti il mondo dei netsuke, in quanto rappresenterà il primo meeting dell’INS organizzato in Europa e sicuramente convoglierà nella capitale inglese collezionisti provenienti da tutto il mondo. Roberto Gaggianesi Hanno collaborato a questo numero: CARLA GAGGIANESI - ROBERTO GAGGIANESI ILARIA LOMBARDI - ANNA ROSSI GUZZETTI Fotolito e stampa: Grafiche San Patrignano - Ospedaletto di Coriano - Rimini In copertina e ultima di copertina: Sennin con scacciamosche, avorio, metà XVIII secolo, altezza mm 103. Collezione privata.


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E’ ritornato come ogni anno l’appuntamento con Milano&Asian Art, manifestazione promossa dalle più importanti Gallerie milanesi di Arte Orientale. Per l’occasione, la nostra Galleria ha allestito due eventi, uno incentrato sull’arte cinese, l’altro sui netsuke di due importanti collezioni, corredato da un’edizione speciale-catalogo del Bollettino. Nei dieci giorni della mostra, il pubblico di collezionisti, appassionati e curiosi ha risposto con grande entusiasmo, visitando le gallerie aderenti alla manifestazione e partecipando agli eventi proposti. La Galliavola Arte Orientale ha inaugurato con un vernissage giovedì 17 maggio che ha offerto, come di consueto, l’occasione di apprezzare le opere esposte, all’interno dell’elegante cornice della Galleria, e ha fornito ai frequentatori abituali la possibilità di incontrare e conoscere nuovi appassionati di arte orientale. 3


La manifestazione è proseguita, martedì 22 maggio, con un appuntamento dedicato esclusivamente ai netsuke: i nostri amici collezionisti hanno quindi avuto l’opportunità di visionare con maggiore tranquillità i pezzi esposti, di commentare il catalogo e di confrontarsi con altri appassionati, il tutto, come un nuovo amico ha tenuto a sottolinearci, in un’atmosfera “di cordialità e di riservatezza”, cogliendo esattamente lo spirito della nostra Galleria. Visto l’interesse suscitato, questo evento potrebbe andare ad aggiungersi agli appuntamenti annuali della Galleria e potrebbe, insieme al Milano Netsuke Meeting, rappresentare un punto di riferimento per gli incontri tra gli appassionati e i “netsuke enthusiasts”. Quindi…arrivederci alla prossima edizione!

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Maschere, che passione! Una piccola collezione giunta negli ultimi tempi in galleria ci ha fornito lo spunto per parlare degli omote-netsuke, ovvero di quei netsuke ispirati alle maschere del teatro giapponese. Il tema è già stato anticipato con grande competenza da Max Rutherston sul Bollettino numero 22 dello scorso marzo, nell’articolo Maschere Giapponesi del teatro N . L’argomento è talmente vasto e interessante che ci permettiamo di riportarlo di nuovo alla vostra attenzione, cercando di ampliare ulteriormente l’esteso campo di conoscenza. Una prima considerazione spontanea ci induce a constatare che i netsuke che rappresentano le maschere sono molto meno popolari e apprezzati dai collezionisti rispetto ai netsuke detti “katabori”. Una delle ipotesi che possiamo avanzare su questa sottovalutazione è la mancanza di informazioni che si hanno sulla storia, le leggende e la tradizione dalle quali traggono origine i personaggi che fanno vivere le maschere che, ad un primo superficiale sguardo, potrebbero sembrare tutte uguali. Fulcro della rappresentazione teatrale, nucleo fondamentale della caratterizzazione dei personaggi e in alcuni casi anche simbolo venerato di quella catarsi che tanto accomuna il teatro nipponico a quello greco, le maschere vennero generalmente miniaturizzate da artisti appartenenti a famiglie di veri e propri intagliatori professionisti da generazioni. Sembrerebbe, secondo un’ipotesi diffusa, che un ulteriore utilizzo degli omote-netsuke potesse essere di scopo commerciale: più precisamente, quello di modellini da affidare ai rappresentanti venditori di maschere. 5


Durante il periodo Edo (1615-1868), la produzione di maschere del teatro N e Ky gen era appannaggio di due importanti famiglie di mascherai professionisti: i Deme e i Kodama. Tra i numerosi componenti della famiglia Deme, fu forse Eiman, intorno agli inizi del XVIII secolo, a realizzare i primi omote-netsuke, riflettendo in essi il gusto dei clienti. Altri carvers seguirono poi questa intuizione: Hokei, Konan Minko, Shuzan, Masamitsu, Osai, Ikko, Gyokuzan, Kozan, Naokazu e altri ancora. Le riproduzioni di maschere del teatro venivano scolpite nei materiali classici già in uso per i netsuke katabori, quali l’avorio, i vari tipi di legno (bosso, Figura 1 hinoki, ebano, cachi), corno, varie tipologie di lacca, osso, bronzo, per arrivare al raro e prezioso hornbill (per saperne di più si veda il Bollettino n. 3 del novembre 2007). In quanto alla particolarità del materiale, alla figura 1, ecco una testa di uomo dall’espressione grottesca, alta mm 40, firmata Gyokko, XIX secolo, che è stata realizzata in corozo, l’avorio vegetale, materiale ricavato da una particolare tipologia di palma, i cui frutti, una volta essiccati, hanno consistenza, colore e aspetto molto simili all'avorio animale e che, inoltre, permettono una lavorazione meno difficoltosa. In hornbill è invece realizzata la maschera di Hannya alla figura 2, della Collezione Rutherston & Bandini, alta mm 40, non firmata, 1880 circa. Il carver ha sfruttato la tonalità dell’arancione data dal materiale stesso per colorare le corna, le sopracciglia e il naso della figura. I capelli sono lievemente incisi e tinti in nero, mentre l’himotoshi è contornato da avorio tinto in verde. Hannya è un demone femminile, il fantasma di una donna gelosa, con la grande bocca aperta a mostrare i lunghi ed acuminati denti canini. Le corna puntute, a volte curvate in avanti sulla fronte percorsa da vene ingrossate per la rabbia, gli zigomi sporgenti e il mento prominente sono tutte caratteristiche dell’iconografia di questo personaggio. Per i piccoli omote-netsuke si usava inoltre intarsiare gli occhi di madreperla per renderne l’espressione ancora più demoniaca, espediente tecnico di grande Figura 2 6


effetto che, probabilmente, traeva spunto dalla pratica, nelle maschere originali, di inserire una montatura degli occhi in metallo dorato. L’espressione crudele, la bocca spalancata quasi volesse mordere chiunque le si pari davanti, la fronte aggrottata tanto da mettere in maggior risalto le corna ben ritte sulla sua chioma, divisa a metà al centro della fronte, sono tutte caratteristiche che rendono ben riconoscibile la maschera di Hannya, alla figura 3, netsuke in legno, alta mm 42, firmata Ryuun, XIX secolo. Gli occhi e la bocca sono realizzati con tracce di pigmentazione più chiara, dentro cui vanno a risaltare il foro, minuscolo e scurissimo, della pupilla e i denti acuminati. Le corna, la fronte, il naso e il mento, così come la forma delle orecchie, sono tutti intenzionalmente appuntiti allo scopo di Figura 4 enfatizzare l’espressione di durezza e ferocia del demone. Espressione che si ritrova, con la stessa esasperazione, anche nella maschera in avorio, probabilmente del tipo obidome, alta mm 48, non firmata, XIX secolo, alla figura 4. Gli occhi in questo caso sono bulbi sporgenti dentro cui è praticato un foro, a simulazione delle maschere originali, mentre l’himotoshi è ricavato Figura 3 agli angoli della bocca. I capelli sono leggermente incisi e colorati, a contrastare con il bianco dell’avorio, mentre le corna si protraggono verso l’alto in tutta la loro lunghezza. A conferma di quanto detto sopra sull’utilizzo di differenti materiali nella realizzazione degli omote-netsuke, alla figura 5 troviamo una maschera di Hannya realizzata in bronzo dorato, alta mm 46, firmata Masayuki, XIX secolo. L’artista crea l’espressività della maschera attraverso il chiaroscuro dato dalla colorazione del bronzo, dorato e non, in una continua serie di sbalzi cromatici e di linee arrotondate. Figura 5 7


Per rimanere tra le figure femminili, spicca per popolarità quella di Okame, la danzatrice del Cielo. Divinità scintoista, simbolo di una certa sensualità burlesca, essa è conosciuta inoltre con altri nomi: Otafuku, Ofoku, Ame no Uzume e propriamente Oto. L’iconografia di questa “signora” la vuole spesso rappresentata con oggetti fallici (funghi, pestelli o maschere con un naso lungo), in modo da farne risaltare la scostumatezza: non possiamo fare quindi altro che ammirare l’abilità dei carvers che sono riusciti a interpretare il personaggio con brevi ma significativi tratti, dando una Figura 6 forma allusiva alla fronte eccessivamente curva, agli occhi gonfi e suini, al naso a bottone, alle guance paffute, come nella maschera, realizzata in avorio marino, alta mm 35, non firmata, XVIII-XIX secolo, alla figura 6. I capelli sono leggermente intagliati e tinti con inchiostro nero, a tratti ormai scomparso per la consunzione. Gli occhi sono completamente sproporzionati, rispetto alla grossa e liscia fronte e alle tondeggianti guance, e così anche la bocca, dalla quale spuntano dei minuscoli denti, sicuro segnale dell’abilità del carver che, seppure nella volontà di ridicolizzarne l’immagine, non rinuncia però a piccoli segnali di destrezza. Alla figura 7, la grande maschera di Okame in legno, alta mm 65, non firmata, periodo Edo, è invece più calda, sia per il materiale che per la scelta del carver di giocare con la rotondità di ogni parte del viso della donna. La fronte, i capelli, che sembrano essere raccolti in un’acconciatura più elaborata rispetto alla precedente, il naso, le guance e il mento sono tutti tondeggianti, mentre qua e là fa capolino il disegno naturale a cerchi Figura 7 concentrici del legno. 8


Volendo rimanere nell’ambito di omote-netsuke dal chiaro significato erotico, basti osservare la bella maschera di Hyottoko, alla figura 8, alta mm 46, firmata, in avorio ben patinato, in cui, da iconografia, il lungo naso creerebbe un immediato riferimento al membro maschile. La maschera alla figura 9 è invece la rappresentazione di Okina. Nonostante l’associazione frequente e comune, questo non è il nome di una maschera del teatro N , bensì il nome collettivo per la performance di tre danze, eseguite esclusivamente da preti durante cerimonie religiose, Figura 8 separatamente chiamate Okina, Senzai e Sanbaso. Con il nome Okina, si intenderebbe quindi sia il nome collettivo delle tre danze che il nome della danza principale, in cui è rappresentato un uomo anziano (Okina letteralmente indica “vecchio uomo”) sereno e contento, stimato da tutti. La sua danza era misurata e statica, fatta di spostamenti simbolici, incluso il lento movimento del ventaglio e delle maniche del kimono. Okina indossava inoltre una maschera, tradizionalmente e impropriamente chiamata allo stesso modo, il cui nome proprio era Hakushiki-jo. Essa è venerata e rispettata nella maniera più assoluta ed è la sola maschera ad essere indossata, dopo un atto di purificazione, dall’attore direttamente sul palco, in modo che tutto il pubblico possa vederla. Il netsuke in legno, alto mm 40, firmato Masashi, XIX secolo, alla figura 9, rappresenta quindi la miniatura di una maschera di Okina, dall’espressione benevola e serena, ben riconoscibile per i ciuffi di capelli arrotolati in fronte e per i caratteristici fiocchi agli angoli della bocca, increspata in un sorriso e incorniciata dal consueto pizzetto. Ai lati della bocca sono evidenziate, a rendere l’effetto ancora più realistico, due incisioni, a simboleggiare la separazione in due parti della Figura 9 maschera, come avveniva nell’originale. 9


Alla figura 10 (Collezione Rutherston & Bandini), troviamo invece il Sennin Ikkaku, netsuke realizzato in legno chiaro, alto 40 mm, XX secolo. Le caratteristiche vengono chiaramente a tradursi in una caricatura: un unico centrale e corto corno spunta dalla sua fronte. Ikkaku viveva sulle colline di Benares, apparentemente generato dall’unione di un uomo e di un cervo. Era il soggetto, nonché il titolo, di una rappresentazione del teatro N scritta da Komparu Zembo Motoyasu (1453-1532). Sebbene non sia firmato, lo stile dell’intaglio e il materiale sono attribuibili a Kokeisai Sansho. Figura 10 Gli omote-netsuke potevano anche configurarsi come gruppi di maschere differenti, come nel caso del netsuke in corno alla figura 11 e 11a. A risaltare nel netsuke, alto 36 mm e lungo 43 mm, non firmato, XIX secolo, è sicuramente Usofuki, nome che si riferisce alla maschera generalmente rappresentata con le labbra arricciate nell’atto di fischiare, assumendo in questo modo una caratterizzazione sicuramente molto ridicola. Usofuki rappresenta differenti ruoli, come lo spaventapasseri, il dio della pietra, lo spirito di una zanzara, una locusta, e persino un vegetale, un fungo, o un frutto, forse un’arancia. Ovviamente ci vuole una buona capacità di immaginazione per accettare Usofuki in tutti questi ruoli…

Figura 11

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Figura 11a

Dall’altro lato, alla figura 11a, compaiono invece Okame e il demone Beshimi, caratterizzato dal grosso naso, dal mento arrotondato e soprattutto dalla bocca, ermeticamente chiusa. I grandi occhi infossati sono sormontati da due folte sopracciglia tra le quali è intagliata l’attaccatura del naso. L’espressione è naturalmente tanto demoniaca che Asnaghi la definiva di “inaudita ferocia”. Per finire, alla figura 12,12a, un gruppo di sette maschere, adagiate su di un ventaglio, omote-netsuke in avorio, lungo mm 47, non firmato, XIX secolo. Al di sotto di Okina, a segnalarne ancora una volta l’importanza, si trovano Okame, Usofuki, Hannya, Beshimi, Hyottoko e la volpe, Kitsune, che la tradizione vuole abbia un carattere malvagio, tanto da riuscire a prendere possesso del corpo degli esseri umani provocando loro la perdita della memoria e inibendo loro ogni libera azione.

Figura 12, 12a 11


LONDRA: St Paul’s Hotel, 10-14 maggio 2013

Biennial Netsuke convention La International Netsuke Society è lieta di annunciare che per la prima volta il convegno biennale sui netsuke si terrà in Europa. Negli ultimi anni infatti il mercato europeo di netsuke è cresciuto notevolmente, tanto da rappresentare addirittura la metà dei membri della società. E’ proprio in riconoscimento di tale fenomeno che abbiamo ritenuto fosse giunto il momento di organizzare un evento a Londra, il centro europeo forse più importante nel commercio di netsuke, con galleristi specializzati, case d'asta internazionali e musei di fama mondiale. Il convegno si svolgerà presso il centrale hotel St. Paul’s, situato accanto alla cattedrale omonima. Il programma è sicuramente entusiasmante, con lezioni e seminari ogni mattina, seguiti dal buffet e dalla visione di netsuke di alcuni galleristi provenienti da tutto il mondo, che metteranno in esposizione le loro collezioni e vi aspetteranno per discutere, sotto ogni punto di vista, la vasta gamma scultorea in mostra. Il pranzo e un piccolo rinfresco mattutino saranno inclusi nel prezzo di registrazione, così come la cena di gala organizzata a conclusione del convegno. Per l’occasione, la Galleria Rutherston&Bandini organizzerà una mostra speciale, corredata da catalogo illustrato, che presenterà netsuke provenienti da collezioni private europee, molti dei quali in visione per la prima volta. Un obiettivo della Galleria sarà anche quello di coinvolgere i principali musei inglesi, quali il Victoria & Albert Museum, il British Museum e l'Ashmolean di Oxford, per riuscire a creare una degna celebrazione di questa gloriosa forma d'arte. Sarà un evento da non perdere! Per essere aggiornati sull’organizzazione e sulle novità, si prega di registrarsi tramite e-mail: pasi@netsukeandinro.com Ci auguriamo di vedervi tutti a Londra nel maggio del 2013… non mancate! Rutherston & Bandini Ltd.


Londra: Bonhams, 15 maggio

Collezione Wrangham: in asta la terza parte Il 15 maggio scorso, la casa d’aste Bonhams ha presentato a Londra la terza parte della collezione di arte giapponese di Edward “Ted” Wrangham, scomparso nel 2009. Il nostro amico Neil Davey, che dobbiamo ringraziare per i cataloghi che puntualmente ci invia in anteprima, ha curato anche questa terza vendita. Vi ricordiamo che la prima parte è stata commentata sul Bollettino n. 17 del dicembre 2010, la seconda sul n. 20 del settembre 2011 e questa terza, e pensiamo ultima, ha ricalcato fedelmente il successo delle precedenti vendite. Infatti, a conferma del raffinato gusto del collezionista, una buona parte dei 409 lotti è stata esitata a prezzi di assoluto rilievo, come nel caso di un inro in lacca firmato Zeshin, che ha stabilito il record mondiale di vendita di inro e di cui daremo notizie più dettagliate nelle pagine seguenti. Anche i 48 lotti di netsuke hanno avuto un grande successo, infatti ne sono rimasti invenduti solo due, riconfermando l’interesse suscitato nel pubblico. Lotto 94 - Una statuetta europea di un religioso, in avorio, trasformata in netsuke, non firmata, XVII-XVIII secolo, alta 73 mm, stimata 500-550, viene aggiudicata per 1.375 sterline. Il soggetto, probabilmente San Giuseppe, è in piedi su di una base fatta a sigillo, mentre tiene nelle mani da una parte il Gesù bambino e dall’altra una foglia. L’himotoshi è intagliato sul retro della figura e l’avorio è abbastanza consunto e di bella patina. Questo netsuke è probabilmente l’esemplare descritto come San Giuseppe, ma non illustrato, della collezione W.L. Behrens e ci ricorda la Pietà, Madonna con il Cristo morto, della raccolta Lanfranchi così dibattuta al tempo dell’esposizione al Museo Poldi Pezzoli. Lotto 94 13


Lotto 113 - Netsuke in lacca rossa, maschera di Hannya, firmata Soso, tardo XIX secolo, alta 54 mm, parte da una stima di 1.0001.500 pound, per ottenerne 3.125. Il netsuke mostra il tipico mento prominente e gli occhi stralunati al di sotto delle corna poste sulla fronte. Il retro è in lacca nera. La maschera, oltre ad essere di notevoli dimenLotto 113 sioni, è stata pubblicata in Netsuke di Neil Davey a pag.159 e questo, nonostante gli omote-netsuke non raggiungano mai prezzi così elevati, può giustificare un esborso così cospicuo da parte del collezionista acquirente. Lotto 118 - Netsuke in legno laccato e metallo, firmato Yokobue saku, XIX secolo, lungo 48 mm, stima a 600-700 sterline, aggiudicato per 4.375. A forma della sezione di un ramo, laccato in nero e con fiori selvatici agiLotto 118 tati dal vento come decorazione, in lacca dorata e colorata takamakie. Nella parte superiore riposa una lumaca in rame con dettagli in metallo dorato. I lotti che seguono sono stati selezionati per la particolarità dei materiali usati, alcuni abbastanza usuali, altri veramente rari, che Edward Wrangham si sarà sicuramente divertito ad aggiungere alla sua collezione. Lotto 122 - Netsuke in lacca, corno e scaglie di pesce, una trota (?), non firmato, XIX secolo, lungo 101 mm, viene stimato 1.500-2.000 sterline per essere poi venduto a 4.375. La parte superiore è creata unendo scaglie di pesce e corno, l’occhio è intarsiato in vetro, mentre il lato opposto è in lacca marrone. Prezzo giustificato solo se il collezionista è un pescatore…

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Lotto 133 - Netsuke in ferro, una fiasca a forma di zucca, non firmato, XIX secolo, alto 51 mm, viene aggiudicato per 1.187 pound, partendo da 500-550. Decorato con un fiore di paulonia a tre foglie (kirimon) e foglie rampicanti in nunome d’oro, il collo racchiude lo stopper, montato in argento, così come Lotto 133 Lotto 135 la corda che trattiene l’anello mobile. Lotto 134 - Netsuke in ambra, un’oca mandarina, firmato Motoaki, XIX secolo, lungo 85 mm, entra in asta a 600-650 sterline per arrivare a 1.250. Forse cinese, quindi un toggle o chui-tzu, l’oca (oshidori) è rappresentata mentre nuota, la testa rivolta indietro, tra piante di loto, gli occhi intarsiati in madreperla. Lotto 135 - Netsuke creato dall’artiglio di un’aquila, non firmato, non databile, alto 64 mm, stimato 750-800, viene aggiudicato per 1.375 sterline. Montato in metallo argentato, gli artigli si stringono attorno a una palla di cristallo. Altre volte abbiamo espresso il nostro giudizio su questi soggetti, parere che evidentemente non è in sintonia con il gusto di Ted Wrangham che nella sua collezione aveva altri esemplari simili come un artiglio di ibis, una zampa di scimmia mummificata e un altro artiglio di aquila. (Si vedano i Bollettini nn. 17 e 20)

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Lotto 136 - Un manju in guscio di tartaruga scuro, non firmato, XIX secolo, lungo 45 mm, stimato 500-550 pound, ne ottiene 1.000. Intagliato in rilievo a tutto tondo, con un dragone che stringe con una zampa una larga tama. Questi soggetti, o meglio questi materiali, vanno purtroppo apprezzati Lotto 136 dal vivo, in quanto la colorazione scura, come nel caso dell’ebano e del corno pressato, non permette di apprezzare la qualità del netsuke solamente dalle fotografie o da un’occhiata veloce. Lotto 137 - Netsuke in ceramica, Otafuku, firmato Kenya tsukuru, su un disegno di Untei, XIX secolo, alto 45 mm, stimato 600-700 pound, viene aggiudicato a 1.062. E’ in piedi, con una mano rivolta verso la bocca, quasi con timidezza, la sua veste brillantemente smaltata a colori e con motivi floreali. Pubblicato nel MCI, proveniente dalla collezione di Meinertzhagen e prima di W.W. Winkworth. Molto simile all’esemplare pubblicato sul n. 22 del Bollettino e che fa parte della collezione di cari amici Lotto 137 milanesi. Lotto 138 - Netsuke creato da una conchiglia di nautilus, non firmato, tardo XIX secolo, alto 48 mm, parte da una valutazione di 550-600 sterline e viene aggiudicato per 1.625 pound. Dalla forma compatta, la conchiglia è bianca con segni azzurri, montata dall’altro lato in argento per aumentarne il peso e rinforzarne la struttura e con un anello d’argento a formare l’himotoshi. Lotto 138 16


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Lotto 139 - Netsuke in metallo dorato e shakudo, Hotei, firmato Yoshiaki, dopo Yasuchika, XIX secolo, diametro 35 mm, stimato 600-650 sterline, ne ottiene 4.375. A forma di manju, Hotei è ricavato in shakudo, una lega di oro e rame, mentre sorridente tiene una tama dorata, seduto all’interno del suo sacco in metallo dorato. Lot. 140 - Un hako-netsuke in bambù, firmato Shibata Zeshin (1807-1891), dopo Jikan Ganbun, XIX secolo, alto 38 mm, dal valore iniziale di 2.000-2.500 sterline, viene ceduto per 10.625 pound. Il box rettangolare è arrotondato e ha un coperchio grezzo, laccato e intarsiato con una lumaca, in takamakie dorato e peltro. Una curiosità: l’autore, Zeshin, è lo stesso dell’inro in lacca che ha ottenuto in questa stessa asta il record mondiale con 301.250 sterline.

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Parigi: Asta Beaussant-Lefèvre Nel mese di aprile a Parigi, all’interno di un catalogo di arte asiatica, sono stati presentati cinque lotti di netsuke di cui due di bella qualitĂ e di interesse. Lot. 158 - Netsuke in avorio a patina gialla, una lepre seduta con la testa alzata, occhi incrostati in ambra rossa, non firmato, alto 35 mm, parte con una stima di 500-600 euro, per ottenerne 1.900. Non viene segnalato il periodo del netsuke che, caratterizzato da una patina straordinaria, riteniamo possa essere fine del XVIII.

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Lot. 159 - Netsuke in avorio a patina gialla, Fukura Suzume, gli occhi sono incrostati in corno scuro, firmato dentro una riserva ovale Masanao, Kyoto, XVIII secolo, lungo 45 mm, parte con una stima di 4.000-5.000 euro, per essere aggiudicato a 8.000! Ideato e anche realizzato dal celebre Masanao di Kyoto, ottiene un risultato di tutto rispetto. Per un esemplare del tutto simile e dello stesso carver si veda il Bollettino/catalogo n. 23 del maggio scorso, lotto n. 13, che siamo molto felici di sapere ben riposto nella vetrinetta di un caro amico.

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New York: Asta Bonhams Il 20 marzo scorso a New York, la Bonhams, attualmente la più attenta e prolifica casa d’aste nel settore netsuke, ha inserito nel catalogo Fine Japanese Works of Art circa novanta lotti provenienti da due collezionisti americani. Lot. 2087 - Netsuke in avorio, un cane selvaggio, Scuola di Kyoto, firmato Okatomo, tardo XVIII secolo, inizio XIX, alto mm. 52, valutato 6.000/8.000 dollari ne ottiene 8.270. Il cane, o lupo, sta cercando di aver ragione di un grosso crostaceo che cerca di Lotto 2087 difendersi con le sue potenti chele. Il netsuke è di bella qualità, il pelo dell’animale ben reso, l’ossatura dorsale in evidenza, gli occhi intarsiati in corno nero e la firma in una riserva rettangolare. Pur classificandolo come di buona fattura l’attribuzione al famoso carver Okatomo non è stata ritenuta credibile. Lot. 2109 - Netsuke in avorio, Daikoku che solleva una balla di riso, non firmato, XVIII secolo, alto 40 mm, stimato 1.500-2.000 dollari, ne ottiene 6.500. Il dio è rappresentato vestito solo con un cappello Lotto 2109 decorato con simboli di buon auspicio e una tunica attorno alle anche, mentre si sta accovacciando con espressione di fatica, nel tentativo di sollevare la balla di riso. Lot. 2110 - Netsuke in avorio, un topo disteso, Scuola di Kyoto, XVIII-XIX secolo, lungo 52 mm, stimato 3.000-4.000 dollari, ne ottiene 6.700. Il roditore ha la testa allungata verso il suolo, quasi nell’atto di annusare qualche odore, la sua coda è arrotolata attorno al lato del corpo, gli occhi sono intarsiati in corno nero. Lotto 2110 19


Lot. 2153 - Netsuke in avorio, un topo, firmato Masaka, Osaka, tardo XIX secolo, lungo 52 mm, valutato 12.000-15.000 dollari, viene aggiudicato per 11.500. Il topo è raffigurato mentre mastica il gambo di un gruppo di bacLotto 2153 celli, la coda piegata sotto il corpo a formare una composizione compatta, il pelo è finemente inciso e rifinito con inchiostro nero, gli occhi sono intarsiati in corno nero. Firmato sotto uno dei baccelli, proviene dalla collezione di Robert e Shirlee Guggenheim ed è stato pubblicato nel 1990 sul catalogo Netsuke Classics del compianto Barry Davies. Lot. 2154 - Netsuke in ebano, un kirin, firmato Masatoshi (Nakamura Tokisada, Tokyo, 1915-2002), realizzato nel 1977, alto 91 mm, stimato 15.000-20.000 dollari, se ne aggiudica 21.000. L’animale mitico è mostrato in piedi, con le

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quattro zampe unite, il corpo a ricreare un arco, mentre guarda indietro e verso l’alto. La bocca è aperta come se stesse ululando, mentre fiamme fuoriescono dal suo petto. La coda è a riccioli, la criniera e la pelle a scaglie sono intagliate con cura e linee pulite, mentre la firma è sull’anca sinistra. Il netsuke proviene dalla collezione Bushell e a quanto pare fu il pezzo che servì a Masatoshi per entrare nella grazie di Bushell. Si dice che infatti quest’ultimo fornì a Masatoshi una fotografia di un vecchio modello di kirin in piedi, in legno, e gli chiese di intagliarne una copia. Evidentemente Bushell fu soddisfatto del risultato, dal momento che tra i due si instaurò una lunga relazione di lavoro. Anni dopo, durante una convention dell’INS, a Masatoshi fu ripresentato il netsuke ed egli immediatamente si ritirò in un angolo appartato per poterlo osservare tranquillamente. Disse poi all’attuale proprietario del netsuke che quello era sicuramente il pezzo più bello che avesse mai intagliato.

Lotto 2156

Lot. 2156 - Netsuke in avorio, tre topi, firmato Tanetoshi, XX secolo, lungo 37 mm, parte da una valutazione di 3.000-4.000 dollari e viene aggiudicato per 4.600. Una composizione compatta con tre topi, uno dei quali sta sbocconcellando un baccello, un secondo trattiene con le zampe una radice, mentre il terzo è in piedi sulle zampe posteriori e, appoggiandosi ai corpi dei suoi compagni, si guarda intorno, per controllare eventuali predatori. È contenuto in una scatola di legno firmata Heian Tanetoshi e con sigillo Aki I. Questi ultimi due netsuke ci confermano ancora una volta la predilezione del mercato americano per gli autori del XX secolo, o contemporanei. 21


Un inro da 300.000 sterline

Ancora una volta la casa d’aste Bonhams è riuscita nell’intento di battere un record mondiale di vendita. E’ quello che è successo durante la terza parte della vendita della Collezione Wrangham, in cui il top-lot, nonché nuovo best seller mondiale, è stato rappresentato dal lotto 266, un inro ad unico scomparto, realizzato da uno dei più importanti artisti del periodo Meiji (1868-1912), Shibata Zeshin. Aggiudicato per 301.250 sterline, più di dieci volte superiore alle stime iniziali di 20.000-30.000 pound, l’inro è stato a lungo conteso in sala e al telefono da due collezionisti arabi, uno dei quali, arrivato alla cifra di 185.000 sterline e stancatosi di attendere oltre il pigro ritmo del battitore, che rilanciava di 1.000 in 1.000, per assicurarsi l’oggetto del desiderio tanto conteso ha offerto la cifra shock di 250.000 pound, che, con l’aggiunta dei diritti della casa d’aste, è arrivata appunto alla cifra record di 301.250 sterline. Colin Sheaf, direttore della sezione Regno Unito e Asia, ha commentato l’asta: Ancora una volta, l’attrattiva di un’eccezionale collezione privata, presentata in un catalogo molto ricercato e illustrato in maniera superba, ha generato offerte d’asta molto alte da parte di musei americani, europei, giapponesi e da compratori privati. Persino in un periodo di incertezza economica nei mercati finanziari internazionali, il gruppo di affermati e finanziariamente sicuri compratori continua a dominare un settore sofisticato del mercato globale dell’arte.


La Galliavola Arte Orientale

3° Milano Netsuke Meeting Sabato 20 Ottobre 2012 Via Borgogna 9 - Milano

Ore 10.00 Benvenuto ai partecipanti Introduzione di Roberto Gaggianesi Ore 10.45 Rossella Marangoni Di uomini e di dei: storie, personaggi e miti nel mondo in miniatura dei netsuke

Ore 12.00-13.00 Esposizione e vendita di una collezione di netsuke Aperitivo E’ gradita una conferma al numero 02 76007706 - mail: info@lagalliavola.com


La Galliavola Arte Orientale Via Borgogna, 9 - 20122 Milano tel. +39 0276007706 - fax. +39 0276007708 www.lagalliavola.com info@lagalliavola.com


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