Somnambules et la courbure des haies.

Page 1


Se strappo la carta sento la consistenza del giorno e della notte. Con tre passi si scavalca ogni cosa.


Non ho mai avuto quelle fantasie di incantesimi, non sono mai stata ammaliata da stregoni, dalle ali di fata, dai gran cerimonieri. A sette anni mi donarono un libro che parlava di una pietra incantata da cercare tra differenti mondi. Non lo iniziai mai, neppure mezza riga. Il mio è sempre stato un immaginario da elfo periferico, da loggiati sgretolati, da fessura nella recinzione del giardino, da liturgia del tè fatta in Islanda, da campi lattescenti e gatti selvatici.



In quel periodo scriveva racconti fantasiosi su una sua futura morte in piscina e girava nella sartoria della sua amica costumista alla ricerca della coda di sirena dei boschi.


Io amo tutto quello che posso pestare. Terriccio da giardino, pozze di pioggia vecchia dietro alla cuccia del cane, linoleum verde da bagno di periferia. Ho scavalcato pianure di campagne secche. A volte le gambe erano sbucciate dalle punte degli sterpi. A volte non sentivo nulla, neanche un prurito sui polpacci, nemmeno la reminiscenza stucchevole del testo di quella canzoncina ritrovata in una scatola di latta. A un tratto non mi faceva male pi첫 nulla.



Portavo onori con le mani serrate a guscio e sfidavo la brezza ruvida, non sono mai stata capace di chiudermi la giacca a vento fino alla gola. Avevo imparato a non osservare di sghembo, a sollevare gli occhi e la schiena, a non ascoltare pi첫 le automobili dalla vernice staccatacorrermi incontro.




Avrei avuto anche un canovaccio di nuovi inverni colabrodo, di pezze sul dorso, di televisioni pervinca, sarebbe stato semplice non galoppare forte, con l’angoscia sotto il seno, eppure la testa mi diceva di portarmi dietro quelle tovaglie fuori moda, tutte le salamandre delle giornate malagevoli, perfino le bottiglie soffiate.


I funghi cresciuti sulla geometria, i volatili usciti dalla casa stregata e gli uccellini da corsa..


..la sigla è quella strega mezza nuda, con il mantello nero e i denti da lupo




Sono morta annusandomi i capelli. Da bambina pensavo di rimanere intrappolata nella morte in preda di pensieri importanti . Pensavo di avere il tempo e la voglia di mettere in fila le foto ricordo, di tirare le perline colorate delle vacanze e sommare le angherie e i pesi delle mie mani. Sono morta pensando all’odore di fragola del mio balsamo per capelli, Tutto qua.




Starò con la mia ‘esse’ arrotolata sul palato, facendo il giro piĂš lungo per tornare a casa, saltando su campi ancora bagnati dalla notte, con l’allegriabaldanzosa dei cervi. Certe volte i conigli si vestono da lepri e iniziano a spingere i loro musi contro le cancellate di legno. Il loro rumore ricorda i vestiti mangiati.


Trovo scritte nel bosco. Sono segni fatti con il gesso bianco, lasciati sui sassi e sulle foglie un raccoglitore sghembo di fiabe nordiche.




Ho nella pancia solo spazio per cibi microscopici e colorati. Interi eserciti di tramezzini guerrieri, con bandierine di nazioni sconosciute germogliate nel mezzo, maionese, e gelatine di cocomeri servite in cucchiai.



Carta vetrata di grana grossa 80, ricolma di tinte violente e frastagliata da un rovescio di vetri. Si, ho un encefalo di carta vetrata con un reparto apposito per origami di lepidotteri e barchette di carta. PerchĂŠ alcune cose affondano ed altre che volano via. Nonostante tutto,il mio encefalo odora di sciroppo e ha il gusto del cedrus libani. A volte,si sente un retrogusto brusco.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.