Vedo un porto sicuro

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Progetto per la partecipazione al concorso fotografico paneuropeo EU-OSHA 2011


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Concorso fotografico paneuropeo EU-OSHA 2011


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Prefazione

Prefazione

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Dei RR.LL.SS.TT. del porto di Napoli

l 7 giugno scorso, un martedì, è stato il giorno più nero per le morti bianche. Ben undici persone sono morte nel giro di poche ore a causa di incidenti sul luogo di lavoro o in itinere.

Il lavoro, su cui si fonda lo Stato italiano secondo la Costituzione repubblicana, anziché fattore di benessere, di sviluppo e di autorealizzazione, può rivelarsi, a volte, causa di sofferenze indicibili per i lavoratori e le loro famiglie.

Noi RR.LL.SS.TT ci adoperiamo quotidianamente in un linguaggio orizzontale – sindacale – così da poter essere di più facile comprensione per i nostri colleghi; loro sono i principali attori e, come tali, si devono identificare. Nelle foto da noi commissionate per la partecipazione del concorso, si evince che loro sono i “veri” protagonisti. La sinergia unidirezionale, per la pianificazione di interventi in materia di sicurezza nel porto di Napoli


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Prefazione

tra i RR.LL.SS.TT. ed altri componenti del S.O.I. (ASL NA1, Autorità Portuale, Capitaneria di Porto, Direzione Provinciale del Lavoro INPS), hanno portato come risultato una diminuzione del 24% di infortuni.

Qualche anno fa uno slogan fortunato reclamava “meno stato, più mercato”. Oggi sono in molti a dubitare della verità di questa asserzione. A nostro avviso è arrivato il momento che lo stato assuma nell’economia il ruolo legittimo di arbitro, si assuma cioè la responsabilità di fissare le regole e di farle rispettare. E infelicemente il ministro Tremonti ha dichiarato: la sicurezza è un lusso che non ci possiamo permettere.

In Svezia hanno quasi azzerato i morti sul lavoro. In Italia, invece, è una emergenza nazionale di cui veniamo a conoscenza tramite i mass-media ogni giorno. Noi, in controtendenza, ci prefiggiamo una meta più ardua, ma non impossibile: l’obbiettivo “zero infortuni”, Invece si, la sicurezza sarà anche un lusso anche se la


strada per arrivarci può rivelarsi difficile ma al contempo di certo raggiungibile, seppur lentamente. Ascoltiamo quasi quotidianamente vicende di morti o gravi infortuni sul lavoro e ci meravigliamo di come le coscienze sia politiche che individuali non riescano ancora ad evitarle. Il puntare su qualcosa di piĂš concreto come il comportamentismo può essere, forse, la chiave di volta in materia di sicurezza; la modificazione dei comportamenti errati, tale da evitare al lavoratore un rischio d’infortunio. Detto cosĂŹ appare semplice, ma bisogna saper agire con destrezza e impegno.

Porto di Napoli, agosto 2011

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Prefazione


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Prefazione


Introduzione

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A cura della Dottoressa Florinda Bruccoleri, psicologa

l tema del lavoro è forse il più studiato, il più attenzionato, il più considerato non solo perché come da sempre detto esso “nobilita l’uomo”, ma ancor più oggi perché il lavoro che nobilita può anche uccidere.

“fortunati” di questi dalle nostre famiglie stesse. Storie apparentemente diverse, di gente che lavora dignitosamente per guadagnarsi da vivere e paga con la vita per errori, distrazioni, incompetenze, disattenzioni, superficialità o quant’altro possa dare l’idea che qualcosa non è andato come doveva.

E non sono frasi gettate così su un foglio per riempire uno spazio bianco, ma è realtà che si rivela Così le notizie scuotono gli animi sia di gente che dalle nostre tv, dai nostri quotidiani, da ambienti a potrebbe con le proprie facoltà portare avanti qualnoi circostanti e nei casi meno cosa di concreto, di effettivo, di autorevole che di

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Introduzione


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Introduzione

quella classe lavoratrice che spesso teme ma che poi diffida del fatto che possa accedere proprio a lei. Sono nati nel corso di questi anni facoltà universitarie con l’intento di formare esperti validi e preparati che sappiano prendere le redini di un fenomeno che sfugge sempre piÚ dal controllo, si incrementano campagne di sensibilizzazione, interventi di formazione, seminari tematici per penetrare all’interno di coscienze lavoratrici che si apprestano quotidi-


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Introduzione

anamente a fare i conti anche con la pericolosità e il rischio correlati alla loro attività. C’è chi pensa che esista un destino, un fatalismo incontrollabile contro il quale poco è dovuto all’uomo, alla sua responsabilità, alla sua accortezza e forse spesso per chi ne rimane direttamente e spiacevolmente coinvolto diventa più alleviante pensarlo come un semplice caso di fatale accadimento. Risaputo e risentito che “nulla accade per caso”, che niente


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Introduzione

è imprevedibile ma tutto si deve prevedere, perché a monte di eventi infortunistici c’è sempre una causa o un concorso di cause, una delle quali deve essere individuata come fautrice del disastro e che si doveva e poteva evitare. Per cui nulla diventa inevitabile se viene a monte evitata la causa, non tanto per trovare ad ogni costo la “colpevolezza”, ma quanto meno per evitare che un simile evento si verifichi in futuro, perché la nostra volontà e il nostro agire non sono poi così ininfluenti.


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Introduzione


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Introduzione

C’è chi all’inverso, eccessivamente sicuro delle proprie capacità e delle proprie esperienze ed estremamente fiducioso nelle proprie abilità, pare quasi sfidare il destino, credendo in una maniera pressoché magica che “gli infortuni capitino agli altri”. Questa di certo rappresenta una percezione distorta del rischio che porta a sopravvalutare o sottovalutare i reali pericoli presenti. I lavoratori si

ritrovano così a non essere in grado di mettere in atto comportamenti adatti alla situazione e incombono in questo modo in errori dovuti alla disattenzione o in atteggiamenti non sicuri come il non utilizzo delle precauzioni. La percezione del rischio è, quindi, l’elemento discriminante per l’adozione di comportamenti atti a prevenire possibili incidenti e questa è assolutamente soggettiva. In altre parole, entrano in gioco variabili percettive individuali che influiscono sulla decisione presa. Strettamente correlata al rischio, è anche l’attenzione. L’errore


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Introduzione


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umano può essere anche spiegato attraverso una carenza attentiva, nel momento in cui si svolge un’azione. Disattenzioni che possono essere dovute a noia, stanchezza o anche ad altre variabili quali per esempio preoccupazioni personali. Facile così dedurre il legame con la sicurezza sui luoghi di lavoro, dato che in caso di svolgimento di una prestazione, la qualità e la sicurezza di quest’ultima sono fortemente condizionate dal “carico” degli stimoli cui è sottoposto il lavoratore.

oni, ci si può approcciare in diversi e smisurati modi per poterci fare qualcosa di diverso e ribaltarne le conseguenze. Valido e proficuo sarebbe di certo lavorare sul comportamento e sulla percezione soggettiva del rischio, senza per forza limitarsi a considerare “solamente” l’ossequio delle normative vigenti e delle accortezze di sicurezza o introdurre divieti e sanzioni per punire chi già di per sé non rispetta la propria vita. Sarebbe importante poter lavorare sul comportamento non solo per far sì che il lavoratore svolga al meglio la propria mansione ma anche perché si possa implementare l’uso di tutti i dispositivi di sicurezza necessari. Il vantaggio sarebbe esclusivamente sulla propria vita, riflessione alquanto trascurata.

Per non citare, infine, chi in questa piramide di spiegazioni più o meno logiche occupa il posto di colui che schernisce il compagno che magari per obbligo o coscienziosità si ostina a rispettare le regole, categoria questa forse più preoccupante. Questo paragrafo, chiamato introduzione, è nato con lo scopo di illustrare più o meno semplicisticamente ciò che pare stare dietro le quinte di fenomeni preoccupanti e diffusi purtroppo come gli infor- Dottoressa Florinda Bruccoleri, psicologa psicooncologa ed esperta in psicologia forense. tuni sul lavoro e le morti bianche. Svolge la sua professione ad Agrigento e provincia.

Dietro un incidente più o meno grave si possono cucire varie spiegazi- florindabruccoleri@hotmail.it


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Behaviour

Behaviour Based Safety:

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l comportamento è funzione delle sue conseguenze”: se la conseguenza di un comportamento non ci piace, la probabilità di ricomparsa del comportamento cala. Se la conseguenza è piacevole, la probabilità di ricomparsa del comportamento aumenta. Behaviour Based Safety, questo il nome di un protocollo per il miglioramento della sicurezza in azienda basato sullo studio e modifica del comportamento

l’attenzione al comportamento per la sicurezza

umano, che nasce e si ispira proprio a questa concezione probabilistica del comportamento. La BBS è oggi applicata in tutto il mondo da oltre 35 anni,edellesueapplicazionisonoormaidisponibilivari articoli scientifici e libri che riassumono un patrimonio di esperienze e risultati positivi notevole. Le scienza del comportamento e, in particolare, la Behavior Analysis hanno dimostrato, attraverso migliaia di esperimenti ripetuti, che il comportamento umano, incluso il comportamento di sicurezza, è evocato dagli


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stimoli che lo precedono (per esempio, un cartello di divieto o un segnale d’allarme) ma è aumentato o inibito dagli stimoli che si presentano immediatamente dopo la sua emissione (per esempio, il plauso o lo scherno dei colleghi, il fastidio generato dal casco). In altre parole, si è scoperto, che il comportamento è funzione delle sue conseguenze e del modo in cui queste sono strutturate. Una delle scoperte più importanti è che la frequenza, la resistenza all’estinzione e la qualità dei comportamenti di sicurezza

sono funzione del numero di conseguenze positive che il lavoratore riceve nell’unità di tempo in occasione dei comportamenti sicuri. In altre parole, la rivoluzione della sicurezza, basata sui comportamenti, passa attraverso la sostituzione del sistema di verifiche ispettive e di sanzioni con un sistema opposto, di misurazione continua e di riconoscimenti o di feedback giornalieri e settimanali contingenti ai comportamenti di sicurezza di ciascun lavoratore. Il feedback è importante perché è “un sistema di


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regolazione che ci fa modificare il comportamento”. Il feedback, indicato anche come “commento sul posto”, deve essere immediato, individuale, facilmente comprensibile con focus sul miglioramento. E’ importante poter dire e saper dire ad un lavoratore “bravo, hai usato le protezioni adatte, così hai evitato un eventuale rischio”, ma credete sia sempre fatto o quantomeno pensato?

quanto di più efficace la ricerca abbia prodotto nel campo della sicurezza sul lavoro sotto il profilo della riduzione del numero di infortuni. Si possono quindi trasformare i comportamenti pericolosi dei lavoratori in procedure di sicurezza condivise e attese dagli stessi lavoratori.

La BBS si rivela, dunque, allo stato delle conoscenze, Fonte: Aarba


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Foto

BePhoto - www.bephoto.it S. Bellini (pagg.: 1, 4-5, 8-13, 18,20) L. M. Diano (pagg.: 2-3, 6-7, 14-17)

del Porto di Napoli; A. Luise; Testi iG.RR.LL.SS.TT. Affinito; V. Addezio; A. Iovine; Dott.ssa F. Bruccoleri Grafica © Savio Bellini 2011

Ringraziamenti

Dott.ssa R. Moscarella; Dott. U. Vestri; Dott. G. Sanniola; Dott. S. Falco; Ing. A. Esposito; Le OO.SS. CGIL – CISL – UIL – UGL


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BePhoto - www.bephoto.it - 2011


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