“Anna va al Museo”, guida per bambini del Museo Civico “Carlo Venturini”

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Susanna Bordini - Laura Bernardi


A tutti i bambini curiosi, alle loro famiglie e ai loro maestri.


Comune di Massa Lombarda Assessorato alla Cultura

A cura di Cooperativa Sociale Zerocento ONLUS Ideazione e progettazione Susanna Bordini Impaginazione Laura Bernardi


GUIDA PER BAMBINI DEL MUSEO CIVICO ''CARLO VENTURINI'' DI MASSA LOMBARDA Testi di Susanna Bordini Illustrazioni di Laura Bernardi


Questa piccola guida cerca di far scendere l'opera d'arte dal piedistallo, la propone alla fantasia e rende gli oggetti non piĂš lontani e difficili, a volte perfino noiosi, ma strumenti curiosi utili alla conoscenza della storia della nostra civiltĂ . La grande arte si fa piccola e accoglie chi vuole entrare nel suo mondo fatato.

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CosÏ anche il misterioso posto chiamato museo diventa un mondo tutto da scoprire e visto che il Museo ''Carlo Venturini'' si trova a fianco della biblioteca perchè non farci aiutare proprio dai libri nella nostra avventura? 3


Mi chiamo Anna, mi piace esplorare, osservare i piccoli animali dei prati, guardare i mille colori della natura: il giallo del sole e delle bocche di leone, il verde dell'erba, il rosso del tramonto e delle ciliegie, l'azzurro del cielo e il bianco delle nuvole. Tutti i colori della vita e dell'arte, perchè la cosa che preferisco fare più di tutte è dipingere. Ormai è deciso: da grande farò l'artista. ''Anna, dovresti proprio visitare un museo, sarà interessante e istruttivo, quante cose potrai poi raccontarci in classe!'' La maestra mi ha convinto. A Massa Lombarda, dove abito, c'è un bellissimo edificio chiamato ''Centro Culturale''.

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La mamma mi ha raccontato che una volta quando si chiamava ''Pueris Sacrum'', era un asilo infantile per i bambini come la nonna, poi è diventato una scuola materna, ed è lì che la mamma ha conosciuto papà, ma questa è un'altra storia. Nel Centro Culturale abitano insieme la biblioteca con la sezione dedicata ai bambini ''Il Signor Oreste'' e il ''Museo Venturini'' ed è lì che oggi andrò.

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Dentro è così grande che mi sento una formica, per questo vi farò una piantina, in modo da non perdervi.

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A) EMEROTECA in questa stanza si trovano giornali e riviste, che si possono leggere sorseggiando un tè o un caffè. B) SALA RAGAZZI ''Il Signor Oreste'' libri e DVD per bambini e ragazzi 0/16 anni. C) SALA STUDIO ''Manuela Geminiani'' D) FONDO ANTICO E) PINACOTECA questa sala espone quadri di valore (di proprietà dell'Azienda Usl di Ravenna) come la preziosa tavola intitolata Resurrezione di Benvenuto Tisi detto il Garofalo (1538) e la Caduta di San Paolo di Sebastiano Filippi detto il Bastianino. Questi dipinti furono ordinati da Francesco D'Este marchese di Massa Lombarda (nato a Ferrara nel 1516, da Alfonso I, duca di Ferrara e da Lucrezia Borgia). Anche lungo i corridoi sono appesi quadri che fanno parte della Collezione Comunale di Massa Lombarda. Oltre alle opere della donazione di Carlo Venturini, troviamo le tele di Angelo Torchi (Massa Lombarda 1856 - Firenze 1916), pittore del vero all'aria aperta, il suo Ritratto Giovanile (autoritratto) e Ritratto di vecchio, che lui stesso regalò prima di morire, al ''Bazar'' Venturini. Sempre lungo i corridoi troviamo, del pittore Gian Battista Bassi (Massa Lombarda 1784 – 1852) diversi quadri, fra cui il suo famoso autoritratto del 1809. Completano la Collezione tele provenienti da chiese (Santa Caterina) o enti religiosi e opere di pittori massesi come Luigi Folli (1830-1891), Orfeo Orfei (1836-1915) e Umberto Folli (1919-1989), uno dei piùimportanti artisti romagnoli del dopoguerra. F) MUSEO VENTURINI G) SALA MULTIMEDIALE dove si svolgono tutte le attività culturali della biblioteca e anche corsi di informatica. H) UFFICIO DELLA BIBLIOTECA


LE NOSTRE TAPPE 1. Vetrina archeologica 2. Vetrina vetri, cammei, micromosaici, monete 3. Ceramiche 4. Vetrinetta oggetti misti 5. Museo Venturini 6. Camera delle meraviglie

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A sinistra (la mano con cui mangiate se siete mancini, se non lo siete è l'altra) c'è la vetrina che io chiamerò NUMERO UNO piena di oggetti strani e curiosi. Si chiamano ''reperti archeologici'' e ci fanno conoscere la storia e la vita quotidiana del passato. Ci sono vasi in vernice nera con figure bianche, gialle o rosse, delle coppe per bere o per trasportare l'acqua, un tempo nessuno aveva il rubinetto in casa e neanche la luce elettrica...

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...infatti dei piccoli oggetti che sembrano uccellini si chiamano lucerne, ed erano proprio loro che, riempite di olio e accese, facevano luce.

Fra tutti i vasetti quello che mi ha incuriosito di piÚ è l'unguentario romano, un vasetto in vetro ''dove i romani versavano le loro lacrime, quando moriva un loro caro.''

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Un po' piÚ avanti ci sono diversi piccoli oggetti di bronzo come le fibule, cioè spille che servivano per abbigliare alla moda i lunghi vestiti delle signore romane, o delle statuette votive, che si usavano per cercare di farsi amici gli dei, soprattutto Giove.

Quasi tutte le statuette, infatti, rappresentano Ercole, suo figlio (questo lo potete approfondire leggendo i libri Dei e eroi della mitologia romana e Ercole e le 12 fatiche).

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Ma l'oggetto che più mi ha attratto è la bulla romana, un ciondolo portafortuna che veniva messo al collo ai bambini maschi alla nascita e che portavano fino all'età di 16 anni insieme alla pretesta (la tunichetta di lana grezza col bordo rosso, nota n. 1) Anche le femmine avevano il loro portafortuna e si chiamava lunula perchè aveva la forma di una mezza luna. Anche loro, quando era il momento di diventare adulte, dovevano lasciare la lunula e l'abito corto per indossare la stola (vestito lungo) e prepararsi al matrimonio. Della lunula vi farò io un disegno, perchè nel nostro museo non c'è, forse perchè le femmine ci tengono di più alle loro collane e di sicuro non le perdono così facilmente.

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La vetrina finisce con 5 stele puniche che arrivano da Cartagine (nota n. 2), quello che c'è scritto sopra non si capisce perchè la scrittura è molto antica, ma nella sezione del Signor Oreste c'è un libro davvero interessante I Fenici: gli inventori dell'alfabeto. Lo sapevate di questa loro grande invenzione?

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Proseguiamo verso la prossima vetrina, attenzione, incontreremo l'ingresso della sezione ragazzi ''Il Signor Oreste'', aspettate di finire il giro al museo, altrimenti vi perderete fra migliaia di libri bellissimi, cuscini invitanti per la lettura e in un battibaleno sarĂ ora di chiusura.

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Nella vetrina NUMERO DUE troviamo vasi da fiori, vasetti, bicchieri, bottiglie, oliere, tutti di vetro colorato, ma il pezzo che preferisco è la bugia azzurra, un piccolo portacandela. Il significato del nome bugia l'ho guardato nel dizionario e ve lo scrivo nella nota n. 3. Ho scoperto che il vetro è antichissimo (nota n. 4), lo producevano già gli Egizi e pure colorato. Io adoro gli Egizi!

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A metà della vetrina ci sono alcuni gioielli, soprattutto cammei (nota n. 5) di forme diverse, ma i piÚ incredibili sono i micromosaici, cioè dei quadretti o ovali fatti con tessere suuuperpiccolissime che formano un mosaico. Incredibile! Come hanno potuto farli cosÏ piccoli? Questi venivano comprati dai turisti inglesi o francesi come ricordini quando venivano a visitare l'Italia, paese di artisti... come me!!!

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Per finire c'è un grande monetiere dipinto, con alcuni cassetti pieni di monete e monetine di tutte le epoche e di tanti Paesi. Pensate, Carlo non si è fatto mancare neppure un dollaro d'oro del 1856.

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Prima di arrivare alla prossima vetrina, vi porterò in una sala dove sono custoditi i libri che Carlo Venturini aveva raccolto nella sua Casa-Museo. Elisa, la bibliotecaria che si occupa di questo Fondo Antico mi ha fatto visitare la stanza. Non potete immaginare il profumo che ti assale appena entri, poi tutti quei libri in fila: grandissimi o piccolissimi, un po' sbucciati come le mie ginocchia, alcuni con le copertine di legno o di pelle, altri ''vecchietti'' di 500 anni.

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Arriviamo ora alla vetrina NUMERO TRE. Qui sono esposte le ceramiche (nota n. 6), vedrete vasi albarelli (vasi da farmacia che contenevano le erbe medicinali), brocche per l'acqua, piatti, tazzine, zuccheriere, ma anche in questa vetrina ci sono alcuni oggetti che non avevo mai visto perchè ora non si usano più: uno spargipolvere da calamaio e due scaldini. Chiudo gli occhi e immagino la piccola Jo mentre scrive il suo romanzo con la penna d'oca. Poi sparge la polvere sull'inchiosto per asciugare le ultime parole, scende di corsa dalla soffitta e corre in salotto: è arrivata una lettera di papà dal fronte. Si accoccola sul tappeto mettendo lo scaldino pieno di cenere calda sotto la lunga gonna e ... 7

(nota n. )

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Scusate, continuiamo. Per ultimo, in questa vetrina ci sono ancora alcune ceramiche molto curiose come il servizio da camera. Dovete sapere che ai tempi di Venturini in quasi tutte le case non esisteva il bagno, quindi quando ti alzavi la mattina mettevi l'acqua della brocca nel catino per lavarti, poi facevi la pipĂŹ nel vaso da notte ed eri pronto per la colazione. Questa cosa che vi racconto ora non vi piacerĂ : i vasi da notte o vasini, fino all'inizio dell'800, venivano svuotati fuori dalla finestra al grido di

! ! A ! ! A A A A ARRIVA

Ci pensate se non eri bello attento quando camminavi per strada la mattina! E con questo concludo la terza vetrina. 19


Proseguiamo, passando davanti a due vetrinette che contengono tanti oggetti bizzarri e particolari che fanno parte del Museo Invisibile di Venturini, cioè oggetti di uso quotidiano come...

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servizi da tè, vasi con strane forme, un completo in bronzo da scrivania, una grande bussola che serviva per la navigazione marittima, una staffa con sperone che avrà perduto sicuramente qualche soldato francese in battaglia (nota n. 8). Ma tre sono gli oggetti che mi hanno magicamente attratta e tutte tre sono scatole (io adoro le scatole): la prima è un portagioie decorato con dentro una collana formata da granelli di profumi persiani, trovata nella tomba di una dama turca nel Bosforo (nota n. 9).


La seconda è una semplice scatola di legno che però ha una storia appassionante. Questa scatola persiana custodiva diversi gioielli, ed era nascosta in un armadio murato da più di 260 anni in una casa a Istanbul. Nel 1861 fu distrutta da un incendio, solo allora fu ritrovata dentro al muro (questo lo scrive Venturini in una nota di suo pugno). La terza scatola è rotonda e contiene dieci piccole bottigliette, una diversa dall'altra, contenenti profumi. Al centro ce n'è una rotonda con la scritta in francese ''Pour le mouchoir'' (tradotto: Per i fazzoletti). Queste scatole venivano regalate soprattutto per gli anniversari. Il treno fischiò, lasciando la stazione. Dal finestrino di una carrozza un bambino guardava l'uomo e la donna che lo stavano salutando dalla banchina. L'uomo agitava timidamente una mano, imprimendole movimenti minimi. La donna sventolava entrambe le mani, oltre a un fazzoletto odoroso. 10

(nota n. )

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Continuiamo il nostro cammino e prima di arrivare all'ultima vetrina ci fermeremo nella stanza dove è stato riprodotto l'interno di una delle sale che Carlo Venturini aveva arredato nella sua ''Casa-Museo-Biblioteca''. Dopo aver acquistato una casa a due piani con un bel cortile interno (nota. n. 11), Carlo sistemò tutta la sua collezione in vetrine, cassettiere, scaffali, come un meraviglioso salotto, poi la donò al Comune perchè, come troviamo scritto, ''possa essere di utile alla studiosa gioventù''.

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Appena entriamo, ad accoglierci c'è Carlo Venturini, non il suo fantasma, ma il suo busto di gesso, con tanto di baffoni e fez. Al centro della stanza c'è una bella scrivania con un sacco di timbri e l'occorrente per scrivere, dietro ci sono alcuni bastoni da passeggio, come usavano gli uomini importanti.

''... ad accoglierli è Willy Wonka in persona, un ''ometto straordinario'' con tuba nera, giacca a coda di rondine viola e un bastone da passeggio dal manico d'oro'' 12

(nota n. ).

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Tra le spade dentro una vetrina ce n'è una con l'impugnatura d'oro (forse è la famosa spada della roccia di ArtÚ, ma questo non lo sapremo mai, visto che non abbiamo la roccia per provarla).

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Nelle vetrine scelte da Carlo, ci sono una montagna di minerali di tutte le misure e forme, alcuni brillanti altri a strati colorati, poi rocce, conchiglie piccolissime o giganti e fossili dalle forme bizzarre (nota n. 13).

Nella vetrina delle conchiglie ci sono anche oggetti come scatole, portagioie, portaritratti e persino una buffissima gondola, tutti ricoperti di turbi perlati, turritelle e pettini ( nota n. 14).

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Nell'ultima vetrina o ''Camera delle meraviglie'' (nota n. 15) spicca l'enorme ritratto di Carlo Venturini vestito da console di Tunisi (onorificenza concessa dal bey Muscir Mohammed El-Sadock, vedi il quadro un po' a sinistra) con tanto di fez, medaglie e sciabola.

Ora però partiamo con calma dall'inizio. Troviamo un piccolo sarcofago e alcune statuette della civiltà egizia. Lo so che sono souvenir per turisti, ma io mi immagino camminare lungo i corridoi della tomba di Nefertiti e Akhenaton, di cui solo io conosco il luogo... 26


...con i sarcofagi vicini uniti dal loro grande amore come il Sole e la Luna anche nel lungo sonno. 16

(nota n. )


Ecco un bel baule con scacchiera dove sopra sono appoggiate due paia di ciabattine modello Jasmine (nota n. 17). Un pochino più avanti c'è un pezzo che mi piace moltissimo, la sua Borsa da Toilette. È una piccola valigetta di pelle che contiene uno spazzolino da denti, uno da barba, pettine e pettinina per pidocchi e persino il necessario da cucito. Vicino si trova il suo astuccio da medico con alcuni abbassalingua e specchietto per la gola. Carlo era senza dubbio un tipo ordinato e preciso. Ora facciamo un saltino al di là del grande ritratto e... 28

OPLÀ!


Subito notiamo un busto di gesso con le parti del cervello numerate, che serviva per il suo studio, e l'oggetto misterioso: cosa sarà quella scatolina di legno con manovella e all'interno un marchingegno strano? Prova a indovinare! Una macchina da cucire o da scrivere? NO, miei curiosi amici, è un apparecchio magneto-faradico portatile, cioè un apparecchio che produceva corrente elettrica e che veniva poi praticata sulle persone (nota n. 18). Il medico lo portava con sè in carrozza quando andava a visitare i malati a domicilio, questo apparecchio veniva usato per stimolare i nervi, i muscoli o calmare il dolore. BRRRR!!!! Che scossa! Il vento e le onde dell'oceano sospingono la barca verso il molo di un'isola. Sofia lancia la sua cima perché qualcuno la afferri e la assicuri all'ormeggio. Ma a quel punto arriva puntuale un fulmine, e la scossa elettrica invade il suo corpo facendola tremare, ma senza dolore nè paura. Allora non c'è più nè luce nè ombra, odori o suoni. Solo un buio profondo nero, che la trascina giù e la sua mente è inghiottita. (nota n. 19)

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Proseguendo ci troviamo di fronte un quadretto pieno di punte di selce per frecce preistoriche, diversi ventagli antichi e una bellissima scatola da lavoro di cartapesta colorata e dipinta.

E fatta di tanti scomparti e cassettini interni dove le signore mettevano i loro piccoli gioielli e qualche segreto. Proprio uno di questi cassettini contiene una ciocca di capelli legati con un nastrino (nota n. 20). 30


Per ultimo alcune scatole di diversi materiali e con diverse funzioni (come quelle per contenere i fiammiferi), una serie di bottoni parigini, peinetas (pettini spagnoli) e pipe...

Una volta c'era in Cina un cinese vestito di blu e d'arancione che si chiamava Cion Cion Blu. Aveva i pantaloni blu e la giacca arancione, le pantofole blu e le calze arancioni, e in tasca aveva un fazzoletto arancione e una pipa blu.

(nota n. 21)

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Vi ho tenuto per ultimo un libriccino piccino piccino tutto di madreperla, il carnet, taccuino su cui le dame un tempo durante una festa danzante segnavano i nomi dei cavalieri ai quali avevano promesso un ballo e... ...improvvisamente entriamo nel mondo di Clara dove il Principe Schiaccianoci la invita a danzare con lui il ''Valzer dei fiori'' per il gran finale. Wow, che favola! 22 23

(nota n.

e )

Peccato che tutto sia finito, ma venire al Centro Culturale ''Carlo Venturini'' mi ha proprio divertita. Ăˆ un posto sorprendente che unisce libri, arte, storia, che ci fa scoprire oggetti del passato e ci fa apprezzare meglio le cose che di solito guardiamo di sfuggita. 32


Ma quello che più mi ha colpito di questa visita al museo è l'importanza della curiosità, la curiosità ci guida e ci mostra molte possibilità che, altrimenti, non vedremmo, arricchisce la nostra persona e porterà vantaggio alle generazioni che verranno. Pensate se avessero fermato la curiosità di Colombo? O quella di tutti i ricercatori? L'età dei perche non deve mai finire e molto spesso questa semplice domanda diventa il motore di grandi scoperte. Vi lascio con questa frase che è scritta sulla porta della sezione ragazzi ''Il Signor Oreste'': La cosa importante è non smettere mai di domandare. La curiosità ha il suo motivo di esistere. Non si può fare altro che restare stupiti quando si contemplano i misteri dell'eternità, della vita, della struttura meravigliosa della realtà. È sufficiente se si cerca di comprendere soltanto un poco di questo mistero tutti i giorni. Non perdere mai una sacra curiosità.

ALBERT EINSTEIN

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NOTE 1)

PRETESTA

La toga era l’abito romano dell’uomo libero. Già il fanciullo la indossava, ma non tutta bianca, bensì distinta da un orlo di lana rossa. Per questo si diceva pretesta (prae-texta). Circa al diciassettesimo anno compiuto, deponeva la toga pretesta e la bulla, offrendoli ai Lari (Dei) della sua casa e indossava la toga del tutto bianca. L’uscita dall’infanzia era festeggiata e si celebrava nel giorno dei Liberalia, il 16 marzo, insieme con i festeggiamenti in onore di Bacco. Il giovinetto, deposta la pretesta e assunta la toga, veniva accompagnato da un largo seguito di familiari e di amici al Foro, per presentarsi al popolo quale nuovo cittadino romano. Anche la fanciulla, prima dell’adozione per la donna della più comoda stola (consisteva in un telo rettangolare di stoffa che si avvolgeva al corpo come la toga), deponeva la pretesta e la lunola per andare a marito.

2)

CARTAGINE

Cartagine era una città del Nord Africa (Tunisia) fondata nell’814 a.C. da coloni fenici. Per la sua posizione favorevole (tra il lago di Tunisi e il mare), si spinse subito sulla via dei traffici e della colonizzazione e divenne presto la più importante città fenicia. Questo la portò a scontrarsi dapprima con i Greci di Sicilia e poi con la potenza di Roma, dando inizio a una lotta più che secolare (cosiddette guerre puniche), conclusasi nel 146 d.C. con la distruzione di Cartagine. Cartagine oggi è una città tunisina situata a 16 chilometri della capitale. L’antica città invece oggi è un ricco sobborgo di Tunisi. Possiede numerosi siti archeologici, per la maggior parte romani e punici. 34


3)

BUGIA

Dal nome della città algerina di Bugìa (arabo Bejaïa), che esportava cera per candele; in origine il francese bougie indicò appunto la cera per candele. Candeliere basso, formato da un piattello con manico e da un bocciòlo di metallo, di porcellana o vetro in cui s’infila la candela.

4)

VETRO

L’uso del vetro per monili e intarsi è già attestato nel 3° millennio a.C. in Mesopotamia, ma la più antica industria del vetro colorato con ossidi metallici si riscontra in Egitto. In Etruria le tombe hanno restituito un ricco campionario di oggetti in vetro, ma fino al periodo romano (1° sec. a.C.) non si conosceva il processo del vetro soffiato. Vetri soffiati senza decorazione, anfore, vasi, piatti erano conosciuti già a Pompei e a Roma, dove si fabbricavano anche urne cinerarie vitree. Fu nel 1800 il grandissimo sviluppo della fabbricazione del vetro estendendosi a moltissimi oggetti comuni (vetreria da tavola, bottiglie, lampade elettriche, fiale e tubetti, vetri ottici).

5)

CAMMEO

Pietra preziosa come l’agata, la sardonica, l’onice, incisa a rilievo. Le pietre erano composte da strati diversi, nel superiore, di un tono di avorio, erano intagliate le figure, mentre quello inferiore, bruno-chiaro, serviva per sfondo. In alcune pietre di sardonice si possono contare fino a otto e nove strati, di cui per il rilievo sono state sfruttate le diverse sfumature fra il bianco, il giallo, il bruno e il rossiccio.

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6)

CERAMICA

(dal greco antico ‘kéramos’, che significa “argilla”, “terra da vasaio”) Terra, acqua e fuoco sono gli elementi per produrre la ceramica. La ceramica si fabbrica a partire dall’argilla, la roccia friabile che si trova nel terreno; con l’aiuto di un po’ d’acqua diventa una pasta che può essere modellata e assumere la forma voluta. Poi, sottoposta ad alte temperature, indurisce e diventa solida e può essere usata per contenere cibo e bevande. Ma a seconda di quali elementi si aggiungono all’argilla e della temperatura a cui la si fa cuocere, la ceramica può acquistare anche altre proprietà molto interessanti, come la capacità di isolare dall’elettricità o dai campi magnetici. (Enciclopedia Treccani per ragazzi)

7)

PENNA

La penna era uno strumento che permetteva di scrivere depositando inchiostro sulla carta. Per molto tempo, erano adoperate proprio le penne di alcuni uccelli, soprattutto la penna d’oca, perché la loro punta era abbastanza aguzza per lasciare sulla carta una linea sottile, tanto che oggi si usa ancora la parola penna. (Jo è la protagonista di uno dei miei libri preferiti Piccole donne di L.M.Alcott)

8) Questa parte del soldato è frutto della mia fantasia, la realtà è che

questo sperone è stato trovato negli scavi dell’antico forte San Vittorio di Tortona nel 1875, potete approfondire la storia del castello e del forte di Tortona e vedrete che i francesi c’entravano un bel po’.

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9) BOSFORO Il nome Bosforo significa “passaggio” ed è lo stretto che unisce il Mar Nero al Mare di Marmara e segna, assieme allo stretto dei Dardanelli, il confine meridionale tra il continente europeo e il continente asiatico. Ha una lunghezza di 31,7 km per una larghezza che va dai 550 ai 3000 metri. Sulla sponda europea, attorno al Corno d’Oro, si è sviluppata la città di Istanbul, l’antica Costantinopoli, la cui attuale area urbana si estende anche sulla sponda asiatica per circa 1800 chilometri.

10) Tratto da: Ci sono bambini a zigzag di David Grossman,

Ed. Mondadori. Dai 9 anni. Libertà poetica: ho sostituito l'ultima parola da rosso in odoroso.

11) La Casa Museo Biblioteca acquistata nel 1881 da Carlo Venturini si trovava in via Gian Battista Bassi.

12) Testo e illustrazione tratti da: La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl, illustrazioni di Quentin Blake, Ed. Salani

13) FOSSILE

Col termine ‘Fossile’ si intendono i resti di organismi (animali o vegetali) vissuti in epoche molto lontane. I fossili ci aiutano a comprendere come si è evoluta la vita sulla Terra, oltre ovviamente all’evoluzione dell’ambiente e degli esseri viventi che su di essa hanno vissuto. Il processo di fossilizzazione è molto lungo: può, infatti, durare anche milioni di anni. Ed ecco che fino a noi sono giunti, completamente conservati, i fossili di dinosauri, conchiglie preistoriche, felci antichissime e uova di animali vissuti milioni di anni fa. 37


14) Nomi di conchiglie tratte da: La biblioteca della natura: Conchiglie di Peter Dance, Ed. Poligrafici Editori

15) “Camera delle meraviglie o curiosità” è la traduzione di

WUNDERKAMMER, termine dichiarato dall’Unesco per questi tipi di raccolte.

16) NEFERTITI

E AKHENATON

Tratto da: Nefertiti: la regina che divenne faraone di Pierdomenico Baccalario, I Grandissimi, Ed. EL Le loro tombe non sono mai state trovate.

17) JASMINE

Jasmine, nella fiaba Aladdin, è la figlia del sultano, dotata di grande bellezza e intelligenza, dai lunghissimi capelli neri e dagli enormi occhi castani, che si innamora e andrà in sposa al protagonista della storia nonostante l'opposizione di Jafar e l'iniziale contrarietà del padre.

18) MAGNETO

ELECTRIC MACHINE

È una semplice dinamo (circa 1850). Il paziente teneva in mano i 2 elettrodi cilindrici mentre il medico girava la manovella. Qualche minuto di fastidiose scosse elettriche e il paziente era guarito... Questo apparecchio appartiene alla serie più antica, lo dimostra la ruota di trascinamento in bronzo dorato. La corrente faradica veniva usata nelle atrofie muscolari chirurgiche e riflesse e in molte malattie dei muscoli. (Enciclopedia Treccani)

19) Tratto da: Afferra la cima! di Luigi Dal Cin, Ed. Lapis

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20) Nel 1800 era usanza tagliare e conservare piccole ciocche di

capelli per mantenere vivo il ricordo e l’affetto; ad esempio, le ragazze creavano album con i capelli delle proprie compagne di scuola, accompagnate da frasi e dediche. Venivano inoltre prodotte speciali cartoline di San Valentino su cui incollare una propria ciocca di capelli da spedire all’amato/a. Pensate, anche i gioielli composti di capelli uniti a oro e gemme diventarono popolarissimi da metà Ottocento in poi. Ricordate in Piccole donne quando Jo va a vendere i suoi capelli per comprare i regali di Natale?

21) Tratto da: Cion Cion Blu di Pinin Carpi, Ed. Piemme 22) Tratto da: Carnet de bal di Marjana Farkas, Ed. La Joie de lire 23) Lo Schiaccianoci e il Re dei topi raccontato da Ernst T. A. Hoffmann. “Il valzer dei fiori” da Il Principe Schiaccianoci, meraviglioso balletto del musicista Petr Ilic Cajkovskij

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La vita di Carlo Carlo Venturini nasce a Massa Lombarda, il 6 giugno 1809. La famiglia di Carlo è composta dal padre Sebastiano, impiegato comunale, dalla madre Antonia che però muore quando Carlo ha appena sei anni e da cinque figli, Carlo, Luigi, Federico, Antonia e Silvia. Compiuti gli studi nel "patrio Ginnasio" si iscrive nel 1829 alla Facoltà di Medicina dell'Università di Bologna, tramite un sussidio poiché in quegli anni il padre si trova in difficoltà economiche. È bravissimo all' Università, infatti nel giugno del 1833 si laurea a pieni voti in Medicina e l'anno dopo prende la seconda laurea in Chirurgia. La professione di Carlo Venturini come medico inizia nelle Marche nel 1835. Nel 1837 si sposa con Giuseppa Presottini, figlia di un Capitano e di una Contessa; da questo matrimonio nascono due figli, che però muoiono molto piccoli. Nel 1846 è nominato medico militare dalla Repubblica di San Marino e nel 1851 promosso capitano medico delle truppe del Papa Pio IX. Nel 1855 a Spoleto, dove abita, si sviluppa un'epidemia di colera (malattia infettiva acuta un tempo mortale) e Venturini si distingue come medico nella cura degli ammalati: lui stesso viene colpito dal male, si cura da solo e guarisce in sette giorni. 40


Nel 1858 si trasferisce ad Ancona dove rimane fino agli ultimi anni della sua vita. Nel 1860 Venturini riceve la nomina di Console Onorario dal governo di Tunisi dal Bey Muscir Mohammed El-Sadock, così che nel 1864 abbandona la sua attività di medico e si dedica completamente alla funzione di diplomatico. Tutto questo porta a tanti scambi, donazioni e omaggi (come quella di 450 volumi, monete, medaglie, maioliche ecc.) che fanno nascere in Venturini l'idea di creare un proprio museo. Nel 1871 fa una donazione al Comune di Massa Lombarda di 50.000 lire in oro, per opere di beneficenza. Dal 1874 al 1884 aumenta la raccolta di libri, oggetti curiosi e pezzi archeologici, così che nel 1879 inizia l'inventario del suo "piccolo museo o bazar". Venturini fa molti viaggi a Massa Lombarda con l'idea di trovare un luogo per la sua raccolta, finché nel 1881 acquista una casa al n. 6 di via Gian Battista Bassi, in cui allestisce la sede del suo museo. Purtroppo nello stesso anno muore la moglie Giuseppa, così che nel 1883 torna a vivere a Massa Lombarda. Muore nel 1886 a 77 anni, dopo tre giorni di malattia. Nel suo testamento Venturini conferma il Municipio erede universale di tutti i suoi averi (circa 50.000 lire più la casa-museo-biblioteca), stabilendo di destinare 10.000 lire alla Società Operaia per contribuire alla costruzione del nuovo Asilo Infantile. Il progetto viene realizzato nel 1910 con la costruzione del "Pueris Sacrum", attuale sede del "Centro Culturale".

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“Questa guida dedicata al nostro Museo Carlo Venturini è una meravigliosa finestra che permette alle bambine e ai bambini di vivere in modo giocoso l'esperienza museale. È attraverso la conoscenza e la frequentazione dei musei fin dalla più piccola età, infatti, che si possono porre le basi per un’educazione consapevole al patrimonio culturale, che permette a tutti noi, giovani e meno giovani, di osservare e comprendere la nostra storia e il nostro mondo, e di dotarci degli strumenti di pensiero per incidere sul presente e sul futuro" Elisa Fiori, Assessore alla Cultura del Comune di Massa Lombarda

"Zerocento è una cooperativa sociale che opera da oltre 30 anni nella provincia di Ravenna offrendo alla propria comunità servizi alla persona. La presente guida rappresenta la realizzazione di quanto presentato in sede di gara per la gestione della Biblioteca di Massa Lombarda relativamente a servizi migliorativi ed aggiuntivi a quanto richiesto, credendo che la cultura libraria rappresenti anch'essa un valore aggiunto per la nostra comunità ed i suoi cittadini, grandi e piccoli" La Presidente Arianna Marchi


BIBLIOGRAFIA SCARPETTI (a cura di), Museo Civico Carlo Venturini di Massa Lombarda, Ravenna, Provincia di Ravenna, 2013. M.S. DA SILVIA BALDINI, P. BOLDRINI, Firenze: il Gioco dell’Arte, Firenze, La Mandragora, 1995

Finito di stampare nel 2020


Mi chiamo Anna e vi accompagnerò alla scoperta del Centro Culturale Carlo Venturini di Massa Lombarda, insieme vivremo uno spassoso viaggio nel tempo attraverso oggetti quotidiani e lontani esposti nel Museo, ma se l'avventura diventasse difficile, i libri ci aiuteranno a svelarne i segreti.

Centro Culturale Carlo Venturini Viale Zaganelli, 2 48024 Massa Lombarda (Ra) Tel. 0545.985812 / 0545.985832 biblioteca@comune.massalombarda.ra.it FB: Centro Culturale Venturini


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