SPOTIFY
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I L M E R C AT O D E L L A M U S I C A D I G I TA L E V I E N E P R E S O P E R L E PA L L E
Xelle B I M E S T R A L E D I AT T U A L I TÀ E T E C N O L O G I A - M A R Z O 2 0 1 4 - 3 , 5 0 €
D E S I G N . C A R AT T E R E . N O V I T À .
Breaking Bad 5 Motivi per guardare l’epilogo di una serie che vi stupirà
PLAYLIST
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SCARICA SUBITO LE CANZONI SELEZIONATE DALLA NOSTRA REDAZIONE 136
Grant Morrison fumettista rivoluzionario
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I Muse sempre più in alto
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EDITORIALE APRILE 2014
di Luca Valtorta
ABBIAMO UN SOGNO: RICOSTRUIRE UN P R O D O T T O D I Q U A L I TÀ Amiamo davvero i Baustelle. Rappresentano un po’ tutto quello di cui parliamo da sempre in questa rivista: la curiosità per il cambiamento ma tenendo sempre viva l’attenzione al nostro passato, quando l’Italia era avanguardia per il resto del mondo, come viene raccontato nell’intervista a Ennio Morricone (a pag. 46). Morricone non è un punto di riferimento fondamentale solo per i Baustelle ma anche per Quentin
QUESTO MESE NELLA E D I Z I O N E P E R TA B L E T
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Tarantino e Mike Patton fino al regista Peter Strickland, autore del film superculto Berberian Sound Studio la cui splendida colonna sonora firmata dai Broadcast celebra in maniera filologica il cinema giallo italiano degli anni 70 mentre Tarantino con Django celebra il western. Come dire: l’Italia al centro del mondo. Ecco, i Baustelle sono stati estremamente originali perché partendo da lì sono riusciti a creare qualcosa di completamente nuovo che andava oltre il rock, pur essendo intimamente rock nell’essenza. E poi la loro proposta musicale, estremamente stratificata, è piena di citazioni, di riferimenti culturali e letterari ma anche a B movie, a cinema di genere, alla contaminazione dell’alto con il basso, citando Pasolini e i Ramones, Bianciardi e i Clash. Un altro artista che amiamo molto e che abbiamo difeso quando tutti scrivevano contro di lui, Fabri Fibra, apre il suo nuovo disco Guerra e pace con un sample preso proprio dai Baustelle, da Baudelaire, ed esattamente quello che dice: «È necessario credere / bisogna scrivere / per essere invincibile / non dovrei vivere». Tutto questo non è casuale: c’è una generazione che con immensa fatica sta creando qualcosa di nuovo, di bello e di importante. Nell’hip hop e nel rock e nella vita appunto. Questi artisti ci danno un enorme conforto in questi tempi difficili: attraverso le loro opere stanno raccontando meglio di qualsiasi saggio le cose che stanno succedendo in questo Paese. Le loro interviste sono interessanti per questo: non parlano solo di loro stessi. Parlano di voi, parlano di noi. Il compito di un giornale come XL è dare una chiave di lettura alle loro intuizioni, alle loro metafore. Hanno realizzato album lunghi e complessi, anche questo un segno dei tempi e degli artisti che acquistano maggiore libertà nei confronti della discografia che in passato ne condizionava spesso le scelte orientandole in direzione del facile intrattenimento, della canzonetta. Questa invece è musica da non consumare, bella e coraggiosa, quella musica che, come diceva Lou Reed in Rock’N’Roll, può davvero cambiarti la vita quando la ascolti. Queste persone ci piace incontrarle di persona, passarci molto tempo insieme per capire, e quindi raccontare, davvero chi sono. Siamo andati a Milano dai Baustelle, Fabri Fibra è venuto a trovarci a Roma. Sono persone schive, con una forte etica del lavoro. Non gliene frega niente dello star system. Lo odiano. Noi lo odiamo con loro. La strada per uscire dalla crisi è ricostruire l’immaginario devastato dal berlusconismo attraverso la cultura, ricostruire un’etica. Lo vogliamo fare insieme a questi artisti e insieme a voi lettori. Come sempre, buona lettura.
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STORIE
6 4 Ehi pirata,
Diventiamo Amici su Facebook? Spotify ha preso il mercato della musica digitale, dolcemente, per le palle di Carola Frediani
8 0 Breaking Bad Breaking Bad, grazie alla sua serie televisiva, sforna una coppia da 4 milioni di dollari. XL presenta una storia che ha catturato il mondo con i suoi colpi di scena. Molti hanno dato l’addio al loro tempo per dedicarsi intermente al lui. Ecco i nostri motivi per guardare Breaking Bad. di Carola Frediani
1 0 2 Rockstar o
rivoluzionari? Le contraddizioni non li spaventano, anzi: nel nuovo album parlano di scienza, ecologia e proprietà privata (da abolire), e puntano a diventare i più grandi di tutti! I Muse tornano con il loro nuovo The 2nd Law. Li abbiamo raggiunti a Londra per una lunga intervista. di Carola Frediani
In questa foto Bryan Cranston nei panni di Walter White, protagonista della serie di Breaking Bad
3 6 Anonimous Rivoluzionari Incompresi o criminali qualunque? Cyberterroristi o eroi digitali? Chi sono e che cosa vogliono i membri di Anonymous?Axim se nonsus notifenis, virma, C. Fuis. Udac factu. di Carola Frediani
1 3 6 I supereroi sono i nuovi Dei
Tutti hanno un segreto da nascondere ma vi siete mai chiesti quali sono quelli che rendono davvero unico qualcuno? È se quest'ultimo fosse addirittura un supereroe della notte? O uno che si aggira nella notte? Cosè che li rende davvero unici? Ecco i dieci segreti segreti che rendono davvero perfetto il vostro supereroe con la S magliuscola! di Carola Frediani
SOMMARIO
SEZIONI Sound Tendenze 18. Geek life: Macchine per il suono capaci col loro design di affascinarti 21. Microsoft sfida Siri e Google Now. L’idea di una nuova automazione in atto 23. La storia di Vorwerk:30 anni di bimby. Una macchina dalle 3000 ricette 24. Seppelliti dai social network nuovi motori di consumo e passatempo 26. Le mele di Cheronobyl: frutta e verdura di dimenzioni innaturali 28. Il dizionario del Rock. In rete si trova di tutto ma un dizionario del rock... 30. Un cervello fatto di bit. Cineca il più potente centro di calcolo italiano 32. Uscire dalla crisi! Oggi si può grazie agli Haker Space. 34. La Rete: Il ritorno di David Bowie dopo 10 anni dal suo ultimo album
Hi-Tech 44. App: I migliori social network presenti su appstore solo per voi 46. Il vento non si fa stoccare. Le pale eoliche è meglio dismetterle 48. Senza via d’uscita. Arriva il prequel della famosa saga di Tombrider per ps3 50. Trasforma un reclamo in una causa e vinci grazie a Change.org 54. I video game ora vedono il futuro grazie al Wii U la console della nintendo 56.Tu ti rilassi e lui incassa. Alex Tew l’inventore dei viaggi mentali 58. Boom dei Maker a tokyo. Un nuovo fenomeno asiatico per le stampanti 3d 60. Il lavoro del futuro sarà condiviso fra uomini e robot 63. Un tranquillo weekend di apocalisse con darksiders II
The Watcher 72. Uno sfortunato eroe. Tolkien si spinge al massimo con lo Hobbit 74. Tarantino e il dopo Django. Fama in tutto il mondo ecco la nuova idea 76. Come una doccia diventò un simbolo di sesso e paura 78. Gravity il salto nel vuoto. Un mix di suspance da 100.000 milioni di dollari
90. Playlist. Questo mese ltante canzoni pronte da scaricare sul sito di xelle.com 92. Dubstep. Dalle origini fino al nuovo beniamo che oggi spopola nel mondo 93. e che cosa vogliono i membri di Anonymous? et etur sero con elitiatur si 95. La band C2C un mix di stili. Innumerevoli ascolty adesso pensano al futuro 96. Quando il vinile incontra i maker. L’ultimo disco dei duft Punk 98. I deproducers. Cosa ci fanno 4 superproduttori in un planetario 100. Cosa succede quando suoni dal vivo. Giulio Favero &co ci raccontano 106. Il vizio assurdo. Il nuovo disco dei baustelle è scomodo 108. Live: in giro per l’Italia a scatenarsi con tantissimi concerti dal vivo consigliati
Arte
Seguici su
112. La casetta open source per coloro a cui non è stato permesso un mutuo 114. Da Ivrea a New York, l’utopia in mostra 116. Attenti a questi supereroi rivoluzionari: gli Avengers 118. La forma della musica. A Dussldorf l’action painting 122. Storia: L’avventura di Pino Cuozzo e Mirko Failoni 133. Arte a 40mila watt. Ecco il carroarmato sonoro 134. Una stazione di ricerca ricavata da centinaia di container 142. L’arte? È un gioco di gruppo grazie ad una retrospettiva di Geremy Deller
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fotografia di DANIELE CINÀ
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Tendenze CUlTURA / RICERCA / SCENARI / OUTSIDERS / BUSINESS / VIAGGI / MONDO
ANONYMOUS pag.36 Rivoluzionari incompresi? Cyberterroristi o eroi? Chi sono e che cosa vogliono? Ecco la loro versione dei fatti. - di CAROLA FREDIANI
Geek Life A Bologna nasce un cervello fatto di Bit Uscite dalla crisi Microsoft sfida Siri e Google Now La sotoria di Vorwerk: 30 anni di Bimby Sepolti vivi all'interno dei social network Le mele di Cernobyl Il dizionario della storia del Rock La Rete
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TENDENZE
Nella nostra Playlist di questo mese sono stati inclusi 11 incridibili brani, scelti dalla redazione appositamente per voi. Tante canzoni che potranno accompagnarvi e farvi scoprire nuovi panorami. Un mix di generi da scaricare direttamente sul vostro computer o sui vostri dispositivi mobile che vi renderanno sempre più aggiornati sul mondo musicale. Buona playlist - di Daniele Cinà
Geek Life
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PHILIPS H200
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PURE EVOKE HD
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CASSASTEREO POWA3
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SPRO MUSIC RED
Siamo abituati a pensare ai prodotti cinesi come prodotti economici e non sempre eccelsi, magari cloni dei prodotti occidentali al risparmio, ma negli ultimi anni dall’oriente arrivano sempre più prodotti innovativi e degni di nota, oggi parleremo proprio di uno di questi, l’amplificatore Questyle CMA800R. Questyle è una giovane azienda cinese nata nel 2005 e fondata da Alden Zhao (che ringraziamo per ild ispositivo in prova) che vanta una completa gamma di prodotti dedicata soprattutto all’ascolto in cuffia. Il CMA800R è il loro amplificatore top di gamma, ma non è il solito amplificatore.
Grazie alla sempre maggiore diffusione della banda larga ed all’adozione dello standard DAB (l’equivalente del digitale terrestre, poco diffuso in Italia) si stanno diffondendo sempre più le radio digitali e la qualità è aumentata sensibilmente. Oggi proveremo una radio di “design“ che supporta entrambe ed è in grado di migliorare la sua qualità grazie ad un dac wireless esterno, ovvero la radio Pure Evoke F4 con il dac esterno wireless Pure Jongo A2.La Pure è un’azienda Inglese specializzata nella produzioni di dock (tipo l’ottima I20), radio e sistemi audio wireless contraddistinti da un ottimo design e facilmente integrabili in ogni ambiente.Ul-
timo arrivato. La Schiit (nome curioso, vero?) è una gioavane azienda americana nata pochi anni fa dalle menti di due ingegneri che militavano da tempo nel campo dell’Hi-Fi.Il vanto di quest’azienda è che i loro prodotti sono interamente “Made In USA”, schede interne e case inclusi. L’azienda inoltre offre la possibilità di reso senza spese entro 15 giorni dall’acquisto in caso di insoddisfazione e una garanzia di 5 anni, una buona garanzia sulla qualità dei loro prodotti. Ottime caratteristiche che lo contraddistinguono, case in metallo di buona fattura, ottima potenza e buona versatilità per gli abbinamenti.
Burson è un’azienda australiana che produce elettroniche di tutti i tipi, partendo dai dac arrivando a finali di potenza. Uno dei cavalli di battaglia della Burson è sempre stata la progettazione con componenti discreti e l’utilizzo di componenti di qualità. E’ salita alla ribalta del mondo cuffiofilo con l’introduzione del suo HA160 a cui poi è seguito il più potente chiamata Soloist a un paio di anni di distanza. Poco tempo fa è stata presentata la versione SL del Soloist, quella che dovrebbe essere la versione economica, ma a parte il nome ha poco a spartire con il fratello maggiore, dato che la potenza è dimezzata.
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Costo ∆ 200€ Sito ∆ Philips.it Design ∆ Vintage
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Costo ∆ 124€ Sito ∆ Purevoke.com Design ∆ Moderno
Costo ∆ 400€ Sito ∆ Powa.com Design ∆ Vintage
Costo ∆ 350€ Sito ∆ Spro.Com Design ∆ Attuale
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TENDENZE
L’idea di una nuova automazione in atto Andavamo a scuola con un peso tremendo sulle spalle: oltre ai soliti libri quel giorno c’era il tema, o la versione di latino, o il compito di inglese o di francese, e allora era inevitabile portarsi sul groppone il vocabolario, un quintale di parole da cercare, inseguire, stanare, tutte pronte ad aiutarci o a tradirci. Quei mattoni contenevano il sapere, erano il risultato di civiltà millenarie, erano ciò che ci serviva per fare i primi passi dentro a mondi a noi ancora sconosciuti. E a casa, in quei lunghi pomeriggi di pioggia, mi capitava di sfogliare quelle pagine infinite, di soffermarmi su un termine e di sentire che qualcosa dentro di me si apriva per accogliere un’altra sfumatura del discorso della vita. E poi sono arrivate le Garzatine, letteratura e filosofia, storia e scienza, una miriade di nomi, di eventi, di opere che si annodavano tra di loro nella treccia meravigliosa dell’esistenza. Non sono mai stato un topo da biblioteca, devo ammettere che quei luoghi mi intimorivano un poco, troppi libri sugli scaffali, un silenzio esagerato graffiato appena dalle penne che segnavano appunti sulle pagine dei quaderni: preferivo imparare dai pochi strumenti che mi ritrovavo a casa, vocabolari, appunto, e piccole enciclopedie capaci di trattenere come damigiane il mare del sapere.
Nella foto in alto Cortana personaggio guida del videogame Halo
ipad extra
Microsoft sfida Siri e Google Now
Nella foto di sotto la schermata della nuova app
Ora c’è Internet, basta scrivere un nome e in un secondo sappiamo quasi tutto di quello che ci serve, però a me piacciono ancora i dizionari, a volte li apro a caso, punto il dito come su un libro oracolare e leggo quel messaggio che sembra indirizzato proprio a me. Per questo ho fatto salti di gioia quando mi sono ritrovato tra le mani un bellissimo regalo natalizio: Il dizionario del Pop-Rock, compilato da Enzo Gentile e Alberto Tonti e pubblicato dalla Zanichelli, massima autorità in questo campo. Certo, già sono state scritte e stampate tante storie del rock, tanti elenchi di album imperdibili, tante biografie: ma un dizionario Zanichelli è un’altra cosa, l’ho subito piazzato accanto ai suoi fratelli maggiori, quelli che parlano latino o greco, e non sfigura affatto. Lo riprendo e inizio a viaggiare tra le sue 2000 pagine, vago un po’ a caso, mi soffermo su qualcuno di cui non so niente, e mi viene voglia di uscire a comprare quel disco così elogiato, quella pietra miliare che mi manca, quel sassolino che ignoro. Di ogni autore allineato in ordine alfabetico, somma democrazia, sono segnalati tutti i dischi.
Microsoft starebbe lavorando a un assistente personale capace di apprendere e migliorare col passare del tempo mettendo in relazione dati e persone nome in codice cortana APRILE 2014 | 21
TENDENZE
Più di 1000 ricette Quali sono le tematiche dell’album? Non lo so… In genere le mie canzoni riguardano lo scrivere canzoni. Per me sono un processo immaginativo. In questo lavoro ho usato la logica narrativa dei sogni. Racconto delle storie, ma non è necessario seguirle passo passo. Ci si può lasciare andare. Mi importa solo che chi ascolta venga trascinato dall’atmosfera del disco. È un album vecchia maniera, di quelli che devi sederti e ascoltare dalla prima all’ultima canzone. Perché è un viaggio.
La storia di Vorwerk: 30 anni di Bimby Se esistesse un ospizio per dinosauri del rock Nick Cave sarebbe prontamente messo alla porta. Respinto per mancanza di caratteristiche tipiche della rockstar in declino: tendenza a scimmiottarsi e a ripetere se stessa, mancanza di entusiasmo, rincoglionimento da fama e istinti domati dalla magnitudine del conto in banca e da una vita comoda e agiata. Si tinge i capelli, è vero, e forse si è fatto anche il trapianto (le stempiature sembrano sparite), ma questa debolezza non lo qualifica per la pensione anticipata. Anche perché per lui il passato non esiste, assicura. La sua carriera potrebbe iniziare oggi, a 55 anni, con Push The Sky Away (in uscita il 19 febbraio), il nuovo album dei suoi adorati Bad Seeds, assenti ormai dal 2008: un intervallo lungo, in cui Cave ha tra le altre cose pubblicato un libro (La morte di Bunny Munro), ha visto inserire un suo brano (O Children) nella colonna sonora del film Harry Potter e i doni della morte - Parte 1, ha pubblicato il secondo disco con i Grinderman e un album di brani di colonne sonore e inediti scritti e realizzati con il fedelissimo Warren Ellis (White Lunar). Se non fosse che in questi 40 anni Re Inchiostro ha ridefinito l’estetica del rock, il ruolo del songwriter e dell’artista troppo ecclettico per essere imbrigliato in una sola dimensione creativa. Dalla letteratura al cinema, alla recitazione, Cave ha messo la sua impronta australiana in tutte le forme espressive in cui ha affondato i denti. «Per sentirsi vivo». E
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dopo la ribellione, l’eroina, l’alcol, la violenza, la rabbia e la religione adesso è arrivato il tempo del sogno. Push The Sky Away è un lungo viaggio onirico, a tratti metafisico, a tratti brutalmente reale. Schizofrenico. Scritto con l’ispirazione del mare, di Wikipedia, delle banche e della particella di Dio. Non è un disco ma un’atmosfera in cui si può decidere di lasciarsi trascinare oppure no. Da ascoltare con le sensazioni e non con il cervello. «È il mio lavoro più contemplativo e sognante. Non mancano le atmosfere dark, ma musicalmente è molto leggero, fatto di pochi strumenti, minimalista, pieno d’aria e luce», racconta, ispirato, su una poltroncina del Langham Hotel di Londra. Arriva puntualissimo. Naturalmente è overdressed: come se dovesse andare al matrimonio di uno dei suoi figli. Abito nero dal taglio anni Settanta, camicia bianca, scarpe a punta. Chioma curatissima e anelli grossi come noci alle dita. Prepara carta e penna, come se volesse prendere appunti, e poi macina sguardi intensi come per ipnotizzare l’intervistatrice. La prima risposta a ogni domanda è sempre la stessa: «Non lo so». Ma basta lasciare una decina di secondi di silenzio, il tempo che la sua riflessione affiori alle labbra, per avere una spiegazione.
fotografia di DANIELE CINÀ
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TENDENZE
Seppelliti all’interno dei social network
L’idea che l’automazione e le tecnologie digitali siano in parte responsabili della disoccupazione attuale ha messo in allarme chi è preoccupato per il futuro del lavoro
Ve lo ricordate tutti, l’inizio di pulp fiNelle colonne sonore per i gialli c’è tutto quel ction. Tim Roth e Amanda Plummer sono bagaglio lì: lo stesso lì, a pasteggiare in un diner, poi tirano fuori retroterra sperimentale del Gruppo di Improvvisale pistole e parte il furioso surf della Misirzione Nuova Consonanza, lou di Dick Dale. Quentin Tarantino scelse il per capirci». Il riferimento è al gruppo di musica imbrano perché «il surf è rock’n’roll spaghetti provvisata a cui Morricone western music; mi fa pensare a Ennio Morpartecipò tra anni 60 e 70: una musica astratta, ricone». Essendo un tipo che alle colonne sfuggente e d’avanguarsonore ci ha sempre tenuto molto, Tarantino dia, che però ammaliò la generazione hippie al non poteva che andare col pensiero all’uopunto da portare il grupmo che il mondo delle moderne musiche da po a esibirsi al Beat 72, lo storico locale romano film l’ha praticamente reinventato, tanto che poi a Morricone – quello vero – si sarebbe pure rivolto: in Grindhouse riutilizzò alcune sue musiche per Dario Argento; in Kill Bill e Bastardi senza gloria a essere recuperati furono i temi western; e poi è arrivato Django Unchained, a cui il maestro romano contribuisce tra le altre cose con un inedito cantato da Elisa, Ancora qui. Il famigerato “spaghetti western dell’autore de Le iene” ha prevedibilmente riacceso l’interesse per un genere reso indimenticabile anche dalle musiche che lo battezzarono: le arie che nel lontano 1964 Morricone concepì per Per un pugno di dollari di Sergio Leone inventarono un vero e proprio sound, e furono uno shock che continua a influenzare non solo i compositori prestati al cinema, ma anche un’interminabile fila di musicisti più o meno giovani e impegnati su fronti diversissimi come il rock, l’elettronica e la musica cosiddetta sperimentale. Curioso che Morricone in persona consideri quella colonna sonora «la peggiore che feci per Leone». La vera svolta, ribadisce lui, arrivò nel 1966 con Il buono, il brutto, il cattivo: «Utilizzai i rumori, i versi degli animali, una chitarra elettrica riverberata…». Quella chitarra aspra e sospesa, faceva davvero pensare a un’oscura surf music catapultata tra le dune di qualche deserto allucinato, anche se per il maestro «era solo una chitarra, uno strumento come un altro: stava lì, come poteva stare una tromba». Il tema de Il buono, il brutto, il cattivo avrebbe riscosso un successo immenso, tanto da essere considerato tra le 100 musiche per il cinema più importanti di sempre. Ma al di là di questo è semplicemente un’icona, un manifesto, uno di quei momenti di rottura che la storia ha ammantato di un’aura mitologica e forse un pochino distorta. Quando lo incontro nella sua casa in pieno centro storico a Roma, Morricone ha smesso da tempo di essere considerato «il compositore specializzato in spaghetti western». Dopotutto, fa notare lui, «quella fase rappre-
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senta a malapena il 7-8% del mio lavoro; già negli anni 60 assieme alla collaborazione con Leone ci fu il lavoro per Pasolini, Bellocchio, Ferreri…». La sua ultima fatica, Tarantino a parte, è la colonna sonora de La migliore offerta di Giuseppe Tornatore, un’opera a cui il compositore tiene molto: «Rappresenta un punto d’arrivo che, come tutti i punti di arrivo, è anche occasione di ripartenza. È una musica che corrisponde poco al mio tipico modo di scrivere per il cinema, né mi risulta che ci siano esperimenti simili da parte di altri compositori. Da molti punti di vista, per me è stato un ritorno al lavoro che svolsi ai tempi delle colonne sonore.
illustrazione di DANIELE CINÀ
fotografia di DANIELE CINÀ
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molto particolare. Lo gestiva una vecchia che somigliava al personaggio delle fiabe russe Baba Yaga, una specie di vecchia strega, malconcia e ripugnante, che vive nel bosco, pratica il cannibalismo e cerca sempre di combinare qualche guaio alla gente. Questa donna vendeva mele al mercato, sopra questi frutti apparentemente belli e profumati, spiccava un cartello. ”Eccellenti mele provenienti da Chernobyl”. La gente che passava indietreggiava dallo spavento e scappava via a gambe levate, come se avesse incontrato l’ombra del diavolo. Ma la vecchietta non sembrava affatto dispiaciuta, al contrario, la sua faccia ricoperta di rughe si allargava in un mistico e cattivo ghigno, evidenziando la fila di denti d’oro. Dopo qualche giorno una notizia legata al caso delle mele di Chernobyl scosse la città: la vecchia fu arrestata dalla polizia con l’accusa di favoreggiamento e incitazione all’omicidio, perché tra i suoi clienti c’erano persone che volevano fare i conti con famigliari, vicini, debitori o amanti rifiutati, sperando di realizzare la propria vendetta avvelenandoli con le mele radioattive. Nell’articolo c’era un virgolettato, una frase che aveva detto la venditrice di veleno al giudice: «Io non mi reputo colpevole, perché avvertivo le persone della provenienza delle mele, non ho avvelenato nessuno per mio volere. Se i miei clienti davano le mele da mangiare a qualcuno non è affare mio, una volta pesata e venduta ,la merce non mi appartiene più». Per qualche settimana nella nostra città ci fu l’incubo delle mele radioattive. Ma poi la storia si era ripetuta con un venditore di zucchero avvelenato, poi con il grano, le patate e così via, ogni mese appariva qualcuno che vendeva qualche alimento radiattivo.
Le mele di Chernobyl
Frutta e verdura di dimenzioni innaturali vengono distribuiti in giro per il paese a prezzi stracciati Quando nel 1987 esplose la centrale nucleare di chernobyl, tutta l’Unione Sovietica per diversi giorni rimase ignara dell’accaduto. Nel frattempo la tragedia registrava risvolti sempre più terribili. Le notizie arrivavano attraverso il passaparola,abbastanza confuse e arricchite dalla fantasia popolare. Alcuni dicevano che la stazione nucleare era stata attaccata da un missile atomico della NATO e che eravamo entrati in fase di guerra aperta contro l’Occidente capitalista. Poi c’erano quelli che sostenevano che l’esplosione della centrale era stata provocata dagli extraterrestri. Nonostante gli sforzi con cui il potere cercava di minimizzare il problema, presto tutti capirono che si trattava di un disastro epocale, un fallimento umano che non aveva paragoni nella storia: la contaminazione ambientale aveva reso un’intera regione invivibile per centinaia di anni, trasformando ogni materia che si fermava lì per un breve periodo in un vero e proprio veleno. Arrivò il momento delle storie orribili legate alle mutazioni genetiche di esseri umani e animali, in migliaia morivano anche lontano da Chernobyl. Proprio in quei tempi al mercato della nostra città era apparso un banchetto
Frutta e verdura deforme dopo Fukushima L’incidente nucleare di Fukushima continua a mostrare i suoi effetti a due anni dall’accaduto: dopo la scoperta dei tonni radioattivi rilevati sia in Giappone che in California, è il turno di frutta, verdura e piante. Gli ortaggi cresciuti nei pressi del reattore nucleare, dopo lo tsunami del marzo del 2011, presentano deformità decisamente
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preoccupanti. Mais a due teste, arance e albicocche bicolore, pomodori ricoperti da sospettose escrescenze, cavoli giganti e frutta siamese: sono questi gli effetti della radioattività sul normale ciclo di vita di pietanze e vegetali. Un blogger giapponese ha quindi deciso di riprendere questi ortaggi e di rendere le fotografie disponibili
su IMGur, noto sito per lo sharing fotografico, così che gli effetti del disastro arrivassero all’attenzione di tutti. Non ha usato mezzi termini lo yachtman australiano Ivan Macyayden, che nei giorni scorsi ha rilasciato a un quotidiano della sua terra un’impietosa intervista sulla condizione del più vasto dei sette mari.
illustrazione di DANIELE CINÀ
fotografia di DANIELE CINÀ
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TENDENZE
Il dizionario della storia del Rock! In rete si trova di tutto di più ma un dizionario è un’altra cosa Andavamo a scuola con un peso tremendo sulle spalle: oltre ai soliti libri quel giorno c’era il tema, o la versione di latino, o il compito di inglese o di francese, e allora era inevitabile portarsi sul groppone il vocabolario, un quintale di parole da cercare, inseguire, stanare, tutte pronte ad aiutarci o a tradirci. Quei mattoni contenevano il sapere, erano il risultato di civiltà millenarie, erano ciò che ci serviva per fare i primi passi dentro a mondi a noi ancora sconosciuti. E a casa, in quei lunghi pomeriggi di pioggia, mi capitava di sfogliare quelle
pagine infinite, di soffermarmi su un termine e di sentire che qualcosa dentro di me si apriva per accogliere un’altra sfumatura del discorso della vita. E poi sono arrivate le Garzatine, letteratura e filosofia, storia e scienza, una miriade di nomi, di eventi, di opere che si annodavano tra di loro nella treccia meravigliosa dell’esistenza. Non sono mai stato un topo da biblioteca, devo ammettere che quei luoghi mi intimorivano un poco, troppi libri sugli scaffali, un silenzio esagerato graffiato appena dalle penne che segnavano appunti sulle pagine
dei quaderni: preferivo imparare dai pochi strumenti che mi ritrovavo a casa, vocabolari, appunto, e piccole enciclopedie capaci di trattenere come damigiane il mare del sapere. Ora c’è Internet, basta scrivere un nome e in un secondo sappiamo quasi tutto di quello che ci serve, però a me piacciono ancora i dizionari, a volte li apro a caso, punto il dito come su un libro oracolare e leggo quel messaggio che sembra indirizzato proprio a me. Per questo ho fatto salti di gioia quando mi sono ritrovato tra le mani un bellissimo regalo natalizio: Il dizionario del Pop-Rock, compilato da Enzo Gentile e Alberto Tonti e pubblicato dalla Zanichelli, massima autorità in questo campo. Certo, già sono state scritte e stampate tante storie del rock, tanti elenchi di album imperdibili, tante biografie: ma un dizionario Zanichelli è un’altra cosa, l’ho subito piazzato accanto ai suoi fratelli maggiori, quelli che parlano latino o greco, e non sfigura affatto. Lo riprendo e inizio a viaggiare tra le sue 2000 pagine, vago un po’ a caso, mi soffermo su qualcuno di cui non so niente, e mi viene voglia di uscire a comprare quel disco così elogiato, quella pietra miliare che mi manca, quel sassolino che ignoro. Di ogni autore allineato in ordine alfabetico, somma democrazia, sono segnalati tutti i dischi, e ognuno è recensito e premiato o punito con un certo numero di stellette. Scopro che mi mancano alcuni album dei King Crimson, il gruppo che più mi ha fatto sognare da ragazzino, percorro l’infinita discografia di Bob Dylan o quella succinta e gustosa dei Magnetic Fields, mi spavento e mi entusiasmo davanti alla valanga di musica venuta giù dagli anni 60 a oggi. E ora che esiste un dizionario Zanichelli del rock inteso nel senso più largo, dalle sperimentazioni elettroniche fino alle canzoni di De André, penso che sarebbe bello se nelle scuole superiori ci fosse l’ora di musica, perché attraverso la musica si arriva ovunque, perché i ragazzi incontrano la cultura quasi sempre attraverso il suono di una chitarra elettrica o le rime di un cantautore. Così nello zaino, insieme al Rocci o al Devoto-Oli, si porterebbero anche il Gentile-Tonti, e non ne sentirebbero il peso. Insomma, Leopardi o Kant aprono il cuore e la mente, ma credo che anche Leonard Cohen o gli Smiths rendano lo sguardo di un adolescente più sensibile, più penetrante. E allora coraggio professori, sfogliate anche voi il dizionario del rock, c’è molto da imparare! Nella foto Jack Black attore del film Tenacius D
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TENDENZE
A Bologna nasce un cervello fatto di bit È in grado di simulare la mente umana attraverso 5 semplici passaggi 1) Osservazione Avevo in mente tante persone quando l’ho scritta. Mentre Peach è divertente, ha dato il tono a tutto l’album». Nel video non rinuncia alla solita dicotomia buio/luce: «È girato in parte in un ospedale abbandonato, davvero spaventoso. E in parte nei più bei giardini di Los Angeles. 2) Tempo La musica è stata per Mr. E il mezzo per elaborare il lutto. Ma per affrontare i periodi difficili della sua vita ha cercato anche altre vie espressive. Ha scritto la sua autobiografia, Things The Grandchildren Should Know, e curato un documentario per la Bbc sulle teorie scientifiche 3) Calcolo C’è di tutto, come dicevo il disco è molto sperimentale. E credo sia più rock del precedente Tomorrow Morning», avverte. Pur non dimenticando le ombre della sua vita e quel velo di malinconia con cui Mr. E ha firmato tutti i suoi pezzi, Wonderful, Glorious è un album pieno di speranza.
Cineca, il più potente centro di calcolo italiano, parteciperà alla rete europea di super computer in grado di simulare la mente umana
Si fa spesso una risata mr. E. La voce arriva da los angeles, ma potrebbe essere Marte. Linea disturbata, si urla nella cornetta. Quando non capisce la domanda, Mark Oliver Everett (anche se così non lo chiama più nessuno) se la fa ripetere parola per parola. Dopo tre anni gli americani Eels pubblicano il loro decimo album, Wonderful, Glorious (in uscita in Italia il 5 febbraio) e Mr. E è impaziente di cavarselo fuori dal petto, di renderlo vivo e spiegare la genesi di ogni brano. Per festeggiare il ritorno della creatività, dice, latitante ormai da troppo tempo. «Siamo arrivati nel nuovo studio di Los Feliz, in California, senza un’idea precisa. L’unica regola è stata: provare tutto. Se qualcuno aveva un’idea, anche quella che poteva sembrarmi più stupida, andava messa in pratica. Abbiamo sperimentato tantissimo. E a questo album, per la prima volta, ha collaborato tutta la band.
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4) Comunicazione Tra ascolti e parole, viene fuori che la famiglia è pretesto per parlare della società, «della mancanza di comunicazione tra di noi e con noi stessi. Ingoiare ciò che si ha dentro per paura di darlo a vedere, diventando infelici come molti miei amici, è peggio che non fare la rivoluzione perché, se anche la facessimo, come ci si parla tra di noi?». 5) Azione Dal buio alla luce. Che assomiglia molto alla vita di E. Della canzone di apertura, Bombs Away, spiega: «A parlare è un personaggio che è stato spinto fino al limite, esasperato e spaventato, e che a un certo punto dice basta. Scatta qualcosa in lui e avverte tutti: state attenti a me!».
illustrazione di GIORDANO POLONI
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TENDENZE
Uscite dalla crisi! +20 In Italia, oggi ci sono più di 20 hackerspace sparsi per tutta Italia pronte per essere invase da menti illuminate. Nord: • Carrara • Alessandria • Torino • Vicenza • Mestre • Bolzano Centro: • Roma • Terni Sud: • Catanzaro • Cosenza • Quattromiglia • Messina • Catania • Ragusa
Lo so, tendo a esasperare parlando di me e dei miei demoni». Andrea appino, frontman degli zen circus, mi preleva alla stazione ferroviaria di pontedera con la sua compagna videomaker Annapaola Martin al volante, direzione Lari, per scoprire in anteprima le canzoni del suo progetto solista autobiografico che sta registrando con Giulio Ragno Favero al basso e Franz Valente alla batteria, la base ritmica del Teatro degli Orrori. Dall’ascolto dei demo, il tarlo in testa è che Il Testamento, brano da nodo in gola che dà il titolo all’album che Appino produce con Favero, sia storia vissuta sulla propria pelle: «Ho dieci strofe per lasciare un bel ricordo / ho dieci piani che mi aspettano giù in fondo». Un sospiro di sollievo quindi quando, appena saliti in auto, chiarisce che quel testo è dedicato al regista Mario Monicelli. «Mi sono immaginato il suo testamento prima di lanciarsi dal cornicione, ma nel disco il testamento ha un’altra valenza, è l’immagine dei parenti del morto che si ritrovano dall’avvocato per spartirsi fisicamente quello che è rimasto della vita di una persona. Tendo a ridere di queste cose». Raggiunta la meta, un borgo medioevale, si gira più volte in cerchio intorno al castello arroccato sulle colline pisane come pellegrini in visita a un monastero tibetano. Il santuario dei musicisti che transitano a Lari è il Sam Recording Studio del mago dei suoni Mirco Mencacci, la cui storia ha
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ispirato il film Rosso come il cielo di Cristiano Bortone. Il Testamento uscirà il 5 marzo. Appino, Favero e Valente sono agli inizi delle registrazioni: «Abbiamo incominciato ora, non possiamo dire di più. L’idea è di fare un ambiente sonoro diverso da quello degli Zen». Perché insieme? «Ci siamo annusati e riconosciuti. Gli Zen si sono creati un immaginario scanzonato che è diventato marchio di fabbrica. Da sette anni volevo fare un disco diverso per parlare di questioni di famiglia tutte mie. Ho iniziato con produzioni casalinghe, e quando ho pensato a come farlo musicalmente mi sono venuti in mente Giulio e Franz». Appino ha le idee chiarissime, sostengono i suoi compagni d’avventura con cui suonerà insieme dal vivo dal 29 marzo. In studio Il Testamento parte da Che il lupo cattivo vegli su di te, canzone sull’ignoto: «Ero figlio unico, da piccolo avevo davvero paura del buio, e ho iniziato a parlarci, a farmelo amico, forse con la complicità di qualche fumetto. Con Dio è un rapporto divertente, anche se io non ce l’ho un rapporto, ce l’hanno i miei simili. Abbiamo il Vaticano, come fai a vivere su questo pianeta se non lo metti di mezzo?». Tra ascolti e parole, viene fuori che la famiglia è pretesto per parlare della società, «della mancanza di comunicazione tra di noi e con noi.
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TENDENZE
La Rete
Sorpresa: è finito l’esilio di David Bowie. L’ex Ziggy Stardust è tornato: Il nuovo singolo Where Are We Now? è uscito il giorno del suo 66esimo compleanno, mettendo fine a dieci anni di clausura. - di Daniele Cinà
Credo nelle settantadue vergini in catene, perché no?». C’è una traccia di presa in giro della divinità? «Forse», ammette subito. «Del resto io non sono cristiano, non seguo una religione. Credo nell’idea di Dio. Sono contento che le persone sentano il bisogno di credere in qualcosa di così assurdo come Dio. In un concetto totalmente irrazionale. L’idea che la tua vita ruoti attorno a qualcosa di insensato e magico è estremamente interessante. Cosa c’è di insensato nella mia? Andare ogni giorno in ufficio, per esempio. Vedere che si popola di creature che non conosco. Passare una giornata con un serial killer e quella dopo con una sposa vergine all’altare. Quando scrivo succede tutto questo. È affascinante». Il tono ironico nei confronti del divino continua in Higgs Boson Blues: «È ispirata all’esperimento portato a termine a Ginevra. La stampa popolare chiama il bosone di Higgs la particella di Dio. Se viene trovata Dio non esiste. E da qui il blues. Attraverso la scoperta cerco di raccontare questa e altre calamità spirituali». Tra le quali Miley Cyrus e Lucifero. Wikipedia diventa protagonista di We Real Cool, in cui si precisa che il pianeta Sirio è lontano 8,6 anni
Le risposte della community
luce e Arcturus (Arturo) 37. «Ovviamente non ne so nulla di astronomia. Sono tutte informazioni ricavate da Wikipedia. È un sito fantastico, è un surrogato della memoria.
Glam e Berli-Eno, più quest’ultima perché in quegli anni non c’era nulla che suonasse come Heroes e Lodger mentre nei primi seventies mi sembrava fosse stato in buona compagnia anche se una spanna sopra le altre glitterstars! Alberto Zardi David Bowie + Mick Ronson è stato il massimo ma anche tutto il resto resta sopra la media! Andrea Dito
Glam era più innovativo, ma pop è il suo stato ideale. Alex Milla Gianola Dalla A (laddin Sane) alla Z (iggy Stardust).Giusi Nibbi Varia a seconda del mio periodo della vita.Sanja Vissi D’Arte Cavina Glam e berlinese. Ma credo che l’apice lo raggiunga con Scary Monsters (And Super Creeps). Mario Marino
Glam al top, poi Space Oddity, Funky Dory, poi la trilogia erlinese, comunque non si butta niente! E poi lui è la creatura più affascinante di sempre!!! Elisabetta Fedrigo Beh, ma questa è la otiziona dell’anno gente... un nuovo album di Bowie!!!! *_* Il singolo è splendido. Promette bene. Daje. Lara Maggiali Du maron... Gabriele Mantovani Nel giorno del suo complanno fa a noi unù gran regalo annunciando il nuovo album... Sogno di vederlo dal vivo. Marianna Galeazzo Chissà se seguirà un tour, Magari in Italia. Vera Castellucci Il tour dubito che lo farà... già sono super felice di una nuova canzone dopo 10 anni!!! Io non ce la faccio ad aspettare fino a marzo... Lorenzo Massi Berlinese in particolar modo... Ma Ziggy è nel cuore. Giovanna Postù Preferisco il periodo glam anche se Heroes rimane (a mio parere) uno dei pezzi più belli di sempre. Comunque è sempre stato grande, anche quando era nei Tin Machine. Ram-rock Ramo Periodo glam quando indossava i panni ell’Alieno Checca Ziggy Stardust. Giulia Selvaggia Santilli Scegliere è difficile perché di Lui amo veramente tutto! Ogni canzone, ogni nota, ogni vibrazione della sua voce mi fa impazzire, in China Girl quando sussurra... brividi! Fin da quando ero una bambina sono cresciuta con Ziggy, Heroes, ma poi tutto e tutto ancora, non mi stanco mai di ascoltarlo. Per non parlare dei concerti, insomma Lui è Lui e pochi altri mi piacciono in questo modo tanto che ora le mie figlie lo ascoltano e lo amano quanto me! Marilena Lupi
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TENDENZE / STORIA
A NONYMOUS
Rivoluzionari Incompresi o criminali qualunque? Cyberterroristi o eroi digitali? Chi sono e che cosa vogliono i membri di Anonymous? di CAROLA FREDIANI foto DAVID RYLE
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TENDENZE / STORIA
A
Nessuno voleva guadagnaraci. È questo uno dei dati più interessanti emersi dall’ inchiesta che lo scorso maggio ha portato a una serie di arresti e di perquisizioni di presunti membri di Anonymous. Già, perché allora l’immagine che era circolata sul gruppo era ben diversa: una banda che aveva scalato i vertici del movimento di hacktivisti, approfittando della sua notorietà, per creare problemi ad aziende e porsi come soluzione; un manipolo di cybercriminali che sfruttavano il logo di Anonymous per guadagnarci. Era l’alba del 17 maggio 2013, quando scattava il più importante giro di vite su Anonymous mai effettuato in Italia. L’operazione Tango Down, condotta dal Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche) e dalla procura di Roma, portava alla perquisizione di 10 persone sparse in tutta Italia, e al sequestro di materiale informatico di tutti i tipi (perfino di libri come Inside WikiLeaks). Per quattro erano anche scattati gli arresti domiciliari.
pubblico: e sono stati tutti rivendicati dal blog di Anonymous Italia all’interno di azioni di protesta politica: Governo.it, Comune.Torino. it, GruppoEquitalia.it, Carabinieri.it,Vatican.va, Bancaditalia.it, Difesa.it, Interno.it, Enel.it, Poliziadistato.it, per citare i più rilevanti. Perché tale immagine distorta si sia diffusa è un compito che lasciamo ai sociologi della comunicazione. E del resto non è l’unico colpo di
Per tutti, l’accusa di associazione a delinquere. Non c'era scopo di lucro Bene, oggi, alla luce degli atti d’indagine, possiamo dire che quell’immagine di consorzio criminale non corrispondeva al vero. Le dieci persone in questione sono state indagate – ai quattro arrestati è stata revocata nelle scorse settimane la misura cautelare - per una serie di violazioni informatiche di matrice hacktivista. Lo scopo di lucro non c’è, non è mai menzionato negli atti del Pubblico ministero o del Gip. Che invece dicono esattamente il contrario, ovvero che i comportamenti illeciti contestati non sono stati ispirati a fini di lucro – nota ad esmepio il Gip Alessandro Arturi nell’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari – o a uno specifico disegno eversivo destinato a riflettersi sui valori primari della civile convivenza. Tre All’alba scatta il blitz righe che spazzano via tutte le definizioni di dell’operazione tango down, usurpatori di Anonymous, di profittatori noncoordinata dal Cnaipic (il ché di cyberterroristi. centro nazionale anticrimine informatico per la protezione Del resto, come era per altro evidente delle infrastrutture critiche già dal comunicato della polizia di maggio, della polizia postale) e della gli attacchi informatici contestati nel proceprocura di Roma. dimento sono – lo scrive lo stesso PM – semVengono arrestati (ai domiciliari) 4 giovani: pre siti governativi/istituzionali o di interesse Gianluca Preite, 34 anni, di lecce, nickname Phate Lucas; simone lucchetta, 28 anni, di venezia, Helel; Jacopo Rossi, 25 anni, di Ivrea, Madhat; Ludovico Loreti, 20 anni, di Bologna, N4pst3c. Ci sono inoltre 6 indagati a piede libero e sono effettuate 10 perquisizioni con sequestro di materiale informatico. Per la Polizia si tratterebbe di un gruppo che avrebbe scalato Anonymous, in alcuni casi per interesse personale
OPERAZIONE TANGO DOWN L’INIZIO DI UNA GUERRA? 1 GLI ARRESTI
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2 LA RISPOSTA scena di un’indagine ampia, complessa, difficile – che Wired qui per la prima volta è in grado di delineare - e i cui esiti potrebbero costituire un precedente importante nel panorama giudiziario e legale italiano, alle prese, come il resto del mondo, con importanti fenomeni sociali e politici legati alla diffusione delle nuove tecnologie. Associazione a delinquere? Uno degli aspetti cruciali dell’inchiesta è infatti l’accusa di
Anonymous Italia, il gruppo più consolidato di anon che si organizza sul network AnonOps, risponde dal suo blog: dei nickname citati corrispondono ad attivisti puri, privi di qualsiasi interesse personale. «Potete arrestare uno di noi, ma non potete fermare un’idea». Lanciano l’hashtag #freemadhat associazione a delinquere per tutti gli indagati, reato che prevede pene dai tre ai sette anni, e che a prima vista contrasta con molti aspetti peculiari di Anonymous, a partire dalla natura liquida e amorfa di questo movimento. Come sono arrivati dunque gli inquirenti a questa conclusione? È interessante notare che sia il Gip Alessandro Arturi che il PM Perla Lori sembrano aver perfettamente inquadrato il fe-
nomeno generale, tanto da descrivere Anonymous come un’entità che non riconosce veri e propri leader, o partiti che lo controllino, basata dunque sul potere collettivo di un numero indefinito dei suoi partecipanti, che possono compiere azioni a livello individuale o in piccoli gruppi. Tuttavia in questo humus articolato e indefinito, aggiunge il PM, prendono forma a volte delle associazioni criminali strutturate. Il riferimento esplicito e la pietra di paragone è LulzSec, la nota costola internazionale di Anonymous che si è distinta per una serie di azioni eclatanti di hacking e che è stata poi smantellata con vari arresti. Dunque per gli inquirenti il gruppo di indagati sarebbe stata una sorta di cellula separata dal resto del movimento, un suo direttivo, un LulzSec italiano, anche se diversamente dal quel gruppo gli indagati non hanno mai dato vita nemmeno a una crew con cui rivendicavano le loro azioni: i vari attacchi contestati rientrano tutti nelle attività di Anonymous Italia, un vasto e multiforme gruppo che si riunisce su uno specifico canale di chat, e ha vari account social, oltre che un blog. Quindi a meno di non voler estendere l’associazione a delinquere a tutta la comunità appena citata – con conseguenze legali notevoli: a quel punto anche interagire nella loro chat potrebbe essere penalmente rilevante; e il dubbio comunque affiora visto che nelle carte Anonymous viene definita a volte “organizzazione internazionale” e a volte “associazione delinquenziale” – l’inchiesta si gioca su come debba essere considerato il gruppo di indagati: una serie di hacktivisti, dall’impegno e dai profili molto diversi, che hanno avuto interazioni principalmente online e che sono accomunati più che altro dall’essere stati individuati dalla polizia; o un gruppo distinto, organizzato, con un programma criminale permanente, insom-
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TENDENZE / STORIA
N 3 LA RAPPRESAGLIA
ma un’associazione a delin quere dedita a tutta una serie di reati informatici. Il ruolo centrale di Preite Gli inquirenti propendono per questa seconda ipotesi, naturalmente, solo che per farlo si trovano a costruire gran parte dell’inchiesta e dell’impianto accusatorio a partire da un indagato in particolare: Gianluca Preite, uno dei quattro arrestati lo scorso maggio. E Preite – dalle carte dell’indagine emerge molto chiaramente - è tutto fuorché un normale hacktivista. Ingegnere informatico di 35 anni originario di Lecce, era già stato protagonista nel 2005 di un episodio su
cui ancora non è stata fatta pienamente luce: aveva infatti intercettato una conversazione telefonica in cui veniva dato ordine, dall’Italia, di fare fuoco sull’auto che trasportava Nicola Calipari, funzionario dei Servizi, e Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto sequestrata in Iraq. Per quella vicenda Preite – che si è sempre dichiarato un collaboratore dell’allora Sismi, oggi Aise - nel 2008 è stato rinviato a giudizio per calunnia, diffamazione, accesso abusivo in un sistema informatico, simulazione di reato. Soprattutto Preite è stato un informatore della stessa polizia. Lo aveva già dichiarato ai tempi dell’arresto il suo avvocato, Carlo Taormina, e lo confermano le carte. Preite è anche stato il primo dei quattro arrestati ad avere revocati gli arresti il 6 settembre scorso: tra le motivazioni dell’ordinanza del tribunale del riesame, oltre alle ragioni di salute, la presa d’atto che l’indagato ha effettivamente collaborato con gli organi investigativi.
Il 20 maggio il sito del Tribunale di Roma è irraggiunibile,mandato offline da Anonymous Italia, e gli uffici vengono inondati da un fiume di Fax. Tre giorni dopo comincia l’attacco alle forza dell’ordine: si inizia con 600 nomi, indirizzi mail e IP di poliziotti riversati online; si continua con la pubblicazione di 16mila indirizzi email sottratti al sindacato della Polizia Siulp, e 250 megabyte di dati sottratti ad un altro sindacato, il Sap
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4 L'ATTACCO
Arriva l’operazione più rilevante, denominata OpRevenge/ OpTrasparenza: Anonymous Italia pubblica online 800 megabyte di documenti riservati e email prelevati dal ministero dell’interno. Tre giorni dopo Anonfiles.com, la piattaforma su cui sono stati caricati i documenti, non è più raggiungibile dall’Italia. Agli Anon bastano 24 ore per ricaricarli su un altro sito, Depositfiles.com.
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Hi-Tech
GAMES / INNOVAZIONE / TECNOLOGIE / MACCHINE / FUTURAMA / STARTUP
EHI PIRATA, DIVENTIAMO AMICI SU FACEBOOK? pag.36 Spotify ha preso il mercato della musica digitale, dolcemente, per le palle - di DANIELE CASSANDRO
Apps Il vento non si fa stoccare Senza via d'uscita Trasforma un reclamo in una causa e vinci Bigletti metro in cambio di plastica I video game ora vedono il futuro Tu ti rilassi e lui incassa Boom dei maker Il lavoro del futuro sarĂ condiviso fra uomini e robot Un tranquillo weekend di apocalisse
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H I -T E C H
Questo mese la redazione a cercato in lungo e in largo alla scoperta di app uniche e dalle incredibili funzionalità. Ci siamo dedicati al tema dei social, cercando di trovare altre applicazione, oltre a facebook, che valgono davvero la pena di provare. Ne abbiamo scelte 4 in particolare, ognuna con peculiarità diverse e interessanti. - di Daniele Cinà
Apps
FA C E B O O K 8
Costo ∆ Gratis Sistema operativo ∆ Android, IOS, BlackBerry, Windows
Path
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Costo ∆ Gratis Sistema operativo ∆ Android, IOS Path è un social network mobile dirompente, penetrante, del tipo che ti entra nelle vene. Ne avevamo parlato al lancio, un anno fa. Poi il servizio si è perso per strada, ha rischiato di chiudere per sempre e da qualche giorno è tornato, più patinato di prima. È semplice, intuitivo e progettato in base al tuo bisogno di condividere
7 È finita la pacchia: per i marchi che vogliono mettersi in luce su facebook non ci sono più contenuti o foto impattanti che tengano. L’unica strada percorribile è quella dell’investimento pubblicitario. Lo ha ammesso il social network stesso, secondo una nota pubblicata dal portale AdAge. Nel documento di tre pagine intitolato “Generating business results on Facebook”, a Menlo Park ammettono di aspettarsi “una decrescita nel tempo della distribuzione organica dei post di una singola pagina”, ribadiscono l’intenzione di voler “rendere sempre più significativa l’esperienza che le persone hanno con la nostra piattaforma” e – questo è il punto centrale della questione – invitano gli amministratori delle pagine dei marchi a prendere in considerazione la distribuzione pagata “per massimizzare la prestazione del messaggio all’interno del news feed”.
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In parole povere e fuori dal gergo del marketing, cosa vuol dire? Chi ha una pagina fan, delle dimensioni di quella di Nutella (18 milioni di Like) o di proporzioni più contenute, noterà un coinvolgimento sempre minore degli utenti con i singoli post che pubblica. Questo si deve a una modifica dell’algoritmo a proposito della quale in tempi non sospetti, si parla di un anno fa, agenzie di pubblicità come GroupM avevano chiesto lumi. Il problema era, appunto, il crollo fino al 38% della visibilità dei contenuti da parte dei fan. In questi mesi la Web company californiana ha fatto muro sull’argomento, trincerandosi dietro la necessità di eliminare lo spam e non far circolare contenuti poco interessanti per gli utenti. E negando di aver messo mano all’intelligenza della macchina blu per stimolare la vendita degli annunci pubblicitari.
Costo ∆ Gratis Sistema operativo ∆ Android, IOS Twitter offre tutte queste informazioni anche in italiano. La versione in inglese, però, è più ampia, e comprende due sezioni in più: “sport”, dove ci sono anche le notizie sulla nostra Serie A, e “showcase”, una vetrina con “i migliori tweet dell’anno” selezionati dai publishing partners. C’è anche un nuovo account per seguire tutte le novità
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Costo ∆ 0,79€ Sistema operativo ∆ Android, IOS La notizia, per ora, è tutta qui: Facebook ha siglato un accordo preliminare per rilevare WhatsApp per 16 miliardi di dollari, di cui 12 miliardi in azioni – più altri tre miliardi in azioni da distribuire a dirigenti e dipendenti che abbiano lavorato almeno 4 anni in azienda. In totale: 19 miliardi di dollari.
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Il vento non si fa stoccare Il paper di un gruppo di scienziati ha evidenziato come ha più senso fermare le pale piuttosto che mantenere sistemi di batterie per lo storage
viene? Non sempre, soprattutto nel caso di quella eolica. Secondo lo studio di un team di scienziati guidati da Charles Barnhart del GCEP dell’università di Stanford e pubblicato sul giornale Energy
e in grado di immagazzinare l’energia elettrica in eccesso richiedono infatti molte risorse e alti costi di produzione e manutenzione, in grado di superare il valore dell’energia che stoccano. Dagli studi effettuati dagli scienziati sulle diverse tecnologie emergenti per fare in modo che abbia senso stoccare l’energia dal vento in batterie, bisognerebbe quindi che queste aumentassero le loro prestazioni. Secondo il paper, dai seimila
bile. Un Martini, please! Ma che sia vegano per favore... Certo. Solitamente il Martini - o Cosmopolitan, Mojito, o Bellini che sia - non arrivano a tavola foderati di pancetta. Tutt’al più ci sono delle versioni esotiche del Bloody Mary che prevedono un gamberetto crudo al posto dell’oliva. Ma bisogna proprio andarselo a cercare... Eppure l’ultima moda newyorchese è proprio questo: aperitivo super vegano. E non parliamo degli snack. Il fatto è
and Environmental Science, se, per il solare, vale certamente la pena di accumulare energia con delle batterie, per l’eolico è più conveniente fermare gli impianti. Gli studiosi hanno evidenziato infatti come, dal punto di vista energetico, i sistemi di accumulo attualmente esistenti sono troppo “costosi” per una risorsa così a buon mercato come quella eolica. Se lo stoccaggio nelle batterie conviene nel caso degli impianti fotovoltaici in quanto i pannelli e le fattorie solari richiedono molta energia per essere costruiti e mantenuti, per quanto riguarda l’eolico il costo energetico di sprecare il surplus di produzione è inferiore a quello da sostenere per realizzare gli accumuli elettrochimici. Di conseguenza, ha più senso, dal punto di vista economico, fermare la produzione di energia eolica, quando la domanda dei consumatori è bassa, rispetto a mantenere sistemi di batteria per stoccare l’eccesso energetico. Le batterie esistenti attualmente
cicli di carica-scarica delle batterie al litio attuali, si dovrebbero raggiungere almeno dieci-diciotto mila cicli. Se lo storage in batterie insomma – almeno con le tecnologie attuali – non conviene sempre, secondo gli autori ha invece senso usare l’energia eolica che non può essere ricevuta dalla rete per altri scopi, come per l’irrigazione. Un’alternativa potrebbe essere quella di utilizzarla per caricare flotte di veicoli elettrici e andare sempre più verso una mobilità sosteni-
che qualche fanatico del non mangiare carne, pesce, uova e nemmeno formaggini ha scoperto che alcuni coloranti usati dai barman contengono tracce animali. E pur di godersi una sbronza senza portarsi sulla coscienza sangue d’acciuga, polpa di coleotteri, gelatina di granchio, colla di pesce e altre porcherie simili (pare che ce ne sia qualche goccia nell’angostura, e in altri prodotti tipo Worcestershire) hanno cominciato a chiedere cocktail certificati.
Il paper di un gruppo di scienziati ha evidenziato come, se la domanda è bassa, ha più senso fermare le pale piuttosto che mantenere sistemi di batterie per lo storage 12 settembre 2013 di Manuela Messina Stoccare l’eccesso di energia rinnovabile con-
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i l l u s t r a z i o n e d i M AT T E O F R A N C O
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H I -T E C H
Senza via d’uscita
Ti piacerebbe vedere di nuovo Lara Croft sulla copertina del Time Magazine». Noah Hughes, inglese, 40 anni, indossa jeans e camicia a maniche corte nonostante i 5° con cui Londra ci accoglie. Noah è il Creative Director del nuovo Tomb Raider, in uscita a marzo su Playstation 3 e Xbox 360. «Significherebbe che Lara Croft è ancora un simbolo in cui intere generazioni di ragazzi possono identificarsi. Mi piace pensare che sia ancora così». Era così sicuramente nel ’96 quando, dopo un debutto strabiliante, la sexy archeologa inglese Lara Croft diventò il simbolo di un’industria dei videogiochi in forte crescita. Non è un caso se Time Magazine e Newsweek piazzarono le sensuali fattezze artificiali di Lara in copertina: era l’icona perfetta per dimostrare lo sdoganamento dei videogiochi, il passaggio da passatempo per nerd a intrattenimento digitale cool. Insomma, da un idraulico coi baffi e il vestito blu e rosso si passava a un’aristocratica, bellissima ragazza inglese con la passione per l’archeologia e l’avventura. Ciao Super Mario, benvenuta Lara Croft. Negli anni successivi, Lara ha partecipato al Popmart Tour degli U2 (1997), ha incassato qualche miliardo di dollari tra copie e merchandising ed è anche arrivata al cinema interpretata da Angelina Jolie. Poi, la crisi. I seguiti non riescono a riprodurre con successo la formula del videogame originale, le vendite calano. Il creatore di Lara, Toby Guard, lascia la Eidos che anni dopo, sull’orlo del fallimento, viene acquistata dai giapponesi di Square Enix. Ma a Tokyo, invece di far diventare Lara un’eroina manga, decidono di rilanciare il personaggio affidandolo a un team americano, Crystal Dynamics. Il risultato si chiama Tomb Raider, senza numeri o sottotitoli, nonostante sia in realtà il decimo episodio della saga. «Abbiamo scelto di chia-
Arriva il decimo episodio di Tomb Rider. Si riparte dalle origini con una neolaureata ventunenne alle prese con scienziati pazzi e culti misteriosi.
marlo semplicemente Tomb Raider perché stiamo ricominciando tutto da capo. È un nuovo inizio», racconta Hughes. Non è quindi un caso se Tomb Raider ci racconterà della prima avventura di Lara, quella in cui una ragazza appena uscita dall’università si trasforma lentamente nella acrobatica avventuriera capace di sparare a un T-Rex mentre fa capriole in aria. «Vogliamo ridare a Lara una dimensione più umana. Non è un super eroe che nasce con chissà quali capacità sovrannaturali, ma una ragazza che si trova coinvolta in un incubo e per sopravvivere è costretta a fare cose che mai avrebbe
LA TIMELINE Ordine effettivo della storia
Tomb Rider Tomb Rider Tomb Rider II III 1996
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1) Tomb Rider: Legend 2) Tomb Rider: Revelation 3) Tomb Rider: PS3 4) Tomb Rider: I / Tomb Rider Anniversary
Tomb Rider Revelation
Tomb Rider Chronicles
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pensato di dover fare, come uccidere altri uomini», spiega Noah Hughes. L’avventura inizia al largo delle coste del Giappone: Lara è su una nave con un team di scienziati e ricercatori partiti sulle tracce della flotta perduta di Kublai Khan, imperatore dei Mon-
goli, quando una tempesta li travolge e i sopravvissuti finiscono su un’isola nel Triangolo del Drago, a largo delle coste giapponesi. Lara si sveglia legata a testa in giù in quello che sembra un tempio dove si praticano sacrifici umani. Riesce a liberarsi, ma cadendo rimane ferita all’addome. La prima fuga, tra resti di scheletri umani e pareti imbrattate di sangue, è ricca di tensione: Lara, terrorizzata, scappa zoppicando, tenendosi la mano sulla ferita, passando dentro minuscoli varchi tra rocce e cunicoli, senza sapere da cosa sta fuggendo.
5) Tomb Rider: II 6) Tomb Rider: III 7) Tomb Rider: Chronicles 8) Tomb Rider: The angel of darkness 9) Tomb Rider: Underworld
Tomb Rider Tomb Rider The angel of Leggend darkness 2003
2006
Tomb Rider Anniversary
Tomb Rider Underworld
Tomb Rider PS3
2007
2008
2013 fotografia di DANIELE CINÀ
In questa pagina alcune immagini del decimo capitolo di Tomb RIder. Dove però si torna alle origini. Ovvero, alla prima avventura della protagonista Lara Croft (foto di sotto e sopra). Vidunt volorit, adictet omnimus dero et fuga. Fic tem. Andeligendi blaute cus ma doluptamento tem. Ut adi te volorro bero estiore mporemquis es ania sed quas estiur, te et amusciassita pra santis mi, conet am iliciis que conet quibus ea necaepe riatae aut officil ipsum qui re, sus, quidia veria plabo.
In questa pagina alcune immagini del decimo capitolo di Tomb RIder. Dove però si torna alle origini. Ovvero, alla prima avventura della protagonista Lara Croft (foto di sotto e sopra)
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Trasforma un reclamo in una causa e vinci! Sito di petizioni che permette a chiunque di trasformare un reclamo in una causa e vincerla Ben Rattray sapeva che era a qualcosa di grande quando il sito ha fondato change.Org, è riuscito a ottenere il governo sudafricano a riconoscere per la prima volta la piaga del “ stupro correttivo “, un crimine odioso scopo di “curare” le lesbiche di il loro orientamento sessuale . Nel 2010 una vittima di stupro da una borgata iniziato una petizione su Change. org , che alla fine ha ottenuto 170.000 firme. Nel marzo 2011 il parlamento sudafricano formata una task force nazionale per fermare gli abusi . “Non c’è quasi nessuna persona nel paese che ha apparentemente meno energia di questo [ sudafricano ] donna , ma lei corre la campagna più efficace su questo tema nella storia”, dice Rattray. Il 32- anno - vecchia leg-
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ge dispersione scolastica gestisce uno dei più grandi siti sul web per chi cerca di fare pressione politici, aziende o altri con una campagna di vergogna pubblica . Change.org è meglio conosciuto per aiutare i genitori Trayvon Martin ottenere l’uomo che ha sparato lo ha arrestato , finendo Bank of America di 5 dollari al mese controllando le commissioni di conto e aiutare Bettina Siegel ottenere il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti di vietare “ melma rosa “ da mense scolastiche . Ma del sito maggiore impatto sia le migliaia di meno conosciuti petizioni - 15 , 000 sono creati mensilmente - iniziato da Joes di tutti i giorni che Blast loro richiesta di firme attraverso le loro directory di posta elettronica e social network . Rispondendo a una di queste petizioni è l’ultimo in poltrna slacktivism . Controlla una casella perché un amico di un amico ti dice, e ti hanno fatto qualcosa di buono per la giornata. Change.org ora ha 20 milioni di membri ed è l’aggiunta di 2 milioni di euro al mese. Il servizio è gratuito, e con un nome come Change.org dell’azienda suona anche come un non -profit . Ma non lo è. E ‘stata fondata nel 2007 e ha trascorso la parte migliore di due anni agitando intorno per un modello di business redditizio fino Rattray ha colpito su un approccio intelligente . Change.org addebita gruppi per il privilegio di sponsorizzare petizioni che vengono abbinati per gli utenti che hanno interessi simili . Per esempio, quando una persona firma una petizione su istruzione e scatta “invia “, una finestra si apre e mostra cinque petizioni patrocinati sull’educazione a firmare anche. Se un utente lascia una casella selezionata che dice “ mi mandi questa campagna e gli altri”, lo sponsor può quindi inviare e- mail direttamente a quella persona. Non è chiaro dalla casella di controllo che il tuo indirizzo e- mail è venduto a un non -for - profit . Rattray dice un sito riprogettazione imminente renderà modello di business della società più trasparente. Change.org ha 300 clienti paganti , tra cui Sierra Club , Credo Wireless e Amnesty International , e le sue entrate finora questo anno è di $ 15 milioni. Alcuni dei firmatari FORBES ha parlato con non sapeva cambiamento era una for-profit . Rattray dice il .Org connota missione sociale della società, e si tratta di un B Corporation certificata , il che significa una missione sociale è scritto nel suo statuto.
*Il CEO Negli Stati Uniti è denominato chief executive officer, termine che si è ormai diffuso internazionalmente nel linguaggio economico e giornalistico
Nella foto Ben Rattray
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fotografia di DANIELE CINÀ
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Biglietti Metro in cambio di plastica Nella capitale cinese è possibile “acquistare” i biglietti della metropolitana consegnando bottiglie di plastica destinate al riciclaggio. Uno scambio pensato per favorire l’uso del trasporto pubblico e per recuperare materie prime a basso costo per l’industria Con i tempi che corrono, ormai anche i mezzi pubblici iniziano a costare troppo. Vuoi sapere come viaggiare gratis o quasi in metropolitana? No, non è il concorso di una pubblicità, ma un’iniziativa vera e propria. Di riciclo! A Pechino, più di 100 macchine ricicla-bottiglie verranno installate lungo la linea 10 della metropolitana allo scopo di regalare, avete sentito bene: ‘regalare’ un viaggio in metro. Come? Non appena il test sulle fermate Shaoyaoju e Jinsong sarà completato. In particolare, per ogni bottiglia, il
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cittadino-passeggero riceverà tra 0,6 € e 0,12 €. Questo significa che con 15 bottiglie potrà prendere 8 linee e viaggiare attraverso 105 stazioni! Ma gli ambientalisti sono vagamente scettici: che ne sarà della plastica, una volta riutilizzata? “È importante che la plastica non danneggi l’ambiente” ha affermato Feng Yongfeng della Green Beagle NGO al Guardian. Programmi simili sono già stati attivati tempo fa in Brasile, Giappone, Stati Uniti e a Shanghai, nella stessa Cina, purtroppo con scarso successo. Si stima che in Cina vi siano
da 500.000 a 20 milioni di ‘raccoglitori di bottiglie’, e riciclare non è solo un’attività collaterale ma un vero e proprio business. Incom, l’azienda che si è incaricata di renderlo fruttuoso per l’intera cittadinanza, ricicla già 50.000 tonnellate di bottiglie l’anno, provenienti da raccoglitori autonomi che si procurano le bottiglie da riqualificare setacciando discariche, passando di porta in porta o a chiamata. Dal momento che riciclare viene più considerata come un’attività di commercio che come attività socialmente utile, “è importante che i donatori vengano pagati per le loro bottiglie al prezzo di mercato.” afferma Adam Minter, blogger a Shanghai, e autore di un libro sull’arte dell’arrangiarsi. In Cina il riciclo è effettivamente considerato al pari di una professione vera e propria, solo seconda all’agricoltura! E il mercato del PET è quotato in miliardi di dollari. Alla Incom dicono: “il nostro obiettivo è di tappezzare l’intera linea 10 con le macchinette riciclabottiglie. Presto, contiamo di espandere il progetto anche alle altre linee, e alle fermate degli autobus delle zone più centrali.” Sarebbe fantastico se presto un’idea simile colonizzasse anche i nostri bus e metropolitane, vero? Le reazioni sono state opposte. Chi ha bollato i ragazzi come sciocchi, chi ne ha ammirato la creatività. Insomma, il milking si odia o si ama. È intervenuta perfino la politica. Il consigliere liberal democratico di Newcastle, Gregg Stone, ha affidato a Twitter il suo commento: «Non sono sicuro che gli studenti di Jesmond (quartiere della città, ndr) stiano aiutando la loro immagine pubblica con questa trovata del milking». Morris si è difeso sul Daily Mail: «Con alcuni amici abbiamo pensato di farlo davanti a Starbucks e poi abbiamo postato il filmato su Facebook. Abbiamo avuto tantissimi “like” e così abbiamo deciso di girare un video più lungo. Non ci saremmo mai aspettati questa reazione». Più bizzarro è il gesto, più si attrae l’attenzione. Così il milking ha scalzato il planking al primo posto delle nuove manie.
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I videogame ora vedono il futuro
È passato poco più di un anno da quando nintendo ha lanciato la sua wii u, erede della rivoluzionaria Wii e prima console di ottava generazione a comparire sugli scaffali. Un anno sfortunato per la casa giapponese, che ha visto la sua nuova creatura fallire davanti al giudizio di pubblico, critica e sviluppatori. I perché del fallimento sono conosciuti: un hardware macchinoso, una lista titoli esigua e, soprattutto, un’interfaccia di gioco confusionaria hanno reso la console ostile, soprattutto al momento del lancio quando il prezzo era poco accessibile. Lungo il 2013 la Wii U ha visto le proprie vendite calare a picco (850.000 copie totali nel periodo tra gennaio e settembre), costringendo – è notizia dell’ultima ora - la casa madre ad abbassare la stima di vendite dai nove milioni di pezzi dell’inizio ad appena 2,8 milioni. L’arrivo di Xbox One e PS4, a fine anno, ha segnato la sua sconfitta nella guerra delle console di ottava generazione, almeno fuori dal Giappone. Con il fallimento della Wii U già si presagiva per la società nipponica lo stesso fato della SEGA, produttrice dei compianti Mega Drive e Saturn, ritiratasi dal mercato delle console dopo il relativo fallimento del Dreamcast, incapace di vendere abbastanza per risolvere i problemi economici della società.
Con la nuova console, Nintendo apre una nuova era del mondo dei giochi. In attesa delle risposte di casa Microsoft e Sony • Controller con schermo touch resistivo da 6,2 pollici • Risoluzione di 854×480 pixel • Peso 1.5 kg • Dimensioni 17,5x 4,5x 6,5mm • Sensori di movimento • Microfono • 2 GB RAM • Memoria interna 8 GB o 32 GB • 4 porte USB 2.0 • HDMI • Fotocamera frontale • Altoparlanti stereo • Bluetooth e Infrarossi • Autonomia di circa 4, 5 ore
L’INTERVISTA
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Perchè avate deciso di abbracciare il progetto Wii U?
Eppure alcuni sviluppatori si sono lamentati della potenza del Wii U...
Perchè crediamo che sia una macchina fantastica che ti permette di creare una esperienza di gioco innovativa. Pensate a Zombie U: per prendere un oggetto dallo zaino dovete guardare il tablet e nel frattempo tenere d’occhio cosa accade sulla tv perchè uno zombie potrebbe sorprendervi. Momenti come questo generano una tensione unica, impossibile da replicare su altre console.
Anche se il Wii U è meno potente delle altre console è stata lo stesso la console più venduta grazie ai controlli innovativi e alla qualità dei titoli disponibili. Bisogna sfruttare al meglio le carattesitiche di ogni sistema, a prescindere dalla potenza grafica. Il mercato sta cambiando e arrivano protagonisti come Google e Apple. Come si vince un mercato così competitivo?
Oggi parliamo di giochi su tablet perchè sono usciti prodotti come Angry Birds. Sulle nuove console sarà la stessa cosa e sarà la qualità l’elemento più importante. Azione, avventura, interazione, divertimento e tanti stimoli saranno alla base della nostra proposta di mercato. Nulla sarà lasciato al caso. Si stanno già pensando a nuovi videogiochi capaci di sfruttare la macchina al massimo delle sue capacità, senza però trasformare ogni gioco in una esperienza ardua e difficoltosa. WiiU sarà una console adatta a tutti, grandi e piccini.
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Hi-Tech H I -T E C H
Tu ti rilassi e lui incassa Alex Tew, linglese che ha venduto un milione di pixel, ora investe in viaggi mentali
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Qual è il disco più follemente minimalista mai realizzato? Va bene che siamo già stati svezzati dagli album degli anni 70 in cui ci si calava dentro a trip musicali lentissimi e sonnolenti, ma stavolta siamo davanti a un esperimento del tutto nuovo. Quello realizzato dall’Heavy Listening Collective è un album che promette di essere rivoluzionario. Si chiama WOW ed è composto da una sola nota, ma non è questa la novità. La nota suonata è la frequenza più bassa che l’orecchio umano è in grado di udire e permette di essere percepita non solo con l’udito ma anche con il resto del corpo, e si trasforma adattandosi allo spazio circostante, alla distanza a cui ci troviamo dagli speaker e alla velocità a cui il vinile viene suonato. Più che venire suonato dal nostro sound system, WOW “suona” il nostro sound system, trasformandolo in uno strumento. In più, l’ideatore del progetto, Carl Shilde, promette che suonandone diverse copie, WOW sia in grado di creare una pulsazione sonica capace di far tremare l’aria intorno a noi e insieme farci anche tremare le gambe e sanguinare le orecchie. Avvicinarsi con cautela, quindi. Acquistando WOW (su wow.heavylistening.com) non si acquista un semplice disco in vinile, ma un master unico che vi farà esplodere non solo i timpani ma anche le cornee, visto che anche l’aspetto è piuttosto unico e la sua superficie riflette la luce in modo inaspettato. Ma chi è colui che ha inventato una cosa del genere? Il berlinese Carl Shilde è già noto per il progetto #twitterscaper in cui ha trasposto in musica il Twitter feed di tutta la Germania, trasformando ogni parola prodotta in un suono ben preciso, progetto con cui ha vinto il premio Ars Electronica 2012. Ha anche realizzato concerti utilizzando i subwoofer di una serie di automobili opportunamente “accordate”. Con una profonda conoscenza delle caratteristiche fisiche del suono, Schilde usa la musica per farci tremare la terra sotto i piedi, con nostra grande delizia e al tempo stesso terrore. Quella pagina suddivisa in un milione di pixel, che una volta ricoperta da pubblicità ed advertising ha fatto guadagnare altrettanti dollari a Alex Tew, attualmente CEO di PopJam. La pagina principale del sito era stata strutturata come un’immagine suddivisa in aree cliccabili quadrate della dimensione di 10x10 pixel, per un totale di un milione di pixel; ogni singolo pixel era stato messo in vendita a un dollaro l’uno, per un ricavo complessivo di un milione di dollari.
LA DURA LEGGE DEI GLASS
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CHE COSA? • GOOGLE GLASS TIPOLOGIA: Visore di realtà aumentata SISTEMA OPERATIVO: Android 4.0.4 PROCESSORE: OMPA 4430 SoC Dual Core MEMORIA: 16 GB RAM: 1 GB RISOLUZIONE: 640 x 360 pixel CONTROLLI: Touch, Vocali CAMERA: 5 Mpixel CONNESSIONI: wi-fi,bluetooth, usb PREZZO: 350 euro
PERCHÉ? • ASSAGGIO DI FUTURO Gli studenti universitari di Newcastle si sono sentiti onorati quando la loro trovata goliardica, il milking (3), ha assunto i contorni di fenomeno metropolitano. La pratica del milking consiste in questo: munirsi di cartone di latte da due litri e rovesciarselo sulla testa, completamente vestiti, meglio se in pubblico e senza dare alcuna spiegazione. Il tutto va naturalmente ripreso e caricato online. L’idea è nata per farsi quattro risate tra amici. Ma poi il video di Tom Morris, 22 anni, è diventato virale ricevendo mezzo milione di clic in poco tempo. E così studenti di ogni parte del Paese hanno cominciato a farsi docce con il latte nei posti più impensati: in mezzo a una rotatoria trafficata, di fronte a un pub o un supermercato, arrampicati su un
lampione, nascosti dentro un bidone dell’immondizia. Anche a Tokyo è scoppiata la rivoluzione dei Maker, rivisitazione in chiave tecnologica della filosofia del Do It Yourself. L’omonimo libro di Chris Anderson è fra i più venduti su Amazon Japan e a fine 2012 si è tenuta la prima edizione della Maker Faire Tokyo. Anch’io da qualche anno partecipo attivamente a questa scena. Sono stata fra i primi in Giappone a scrivere della scheda Open Source Arduino e il mio video Furby Clinic in cui modifico un giocattolo è uno dei filmati del genere più visti su YouTube. Come accade ormai in tutte le principali città del mondo anche a Tokyo c’è un HackerSpace e il numero di locali in cui sono disponibili saldatori, trapani e stampanti 3D è in continuo aumento.
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In questa foto una esempio di stampa in 3D usata come promozione dell’evento dell’Omote 3D shashin kan
Boom dei maker Tokyo, un nuovo fenomeno che ha scatenato il libero accesso alle stampanti 3D e saldatori Anche A Tokyo È Scoppiata La Rivoluzione Dei Maker, Rivisitazione In Chiave Tecnologica Della Filosofia Del Do It Yourself. L’omonimo libro di Chris Anderson è fra i più venduti su Amazon Japan e a fine 2012 si è tenuta la prima edizione della Maker Fair Tokyo. Anch’io da qualche anno partecipo attivamente a questa scena. Sono stata fra i primi in Giappone a scrivere della scheda Open Source Arduino e il mio video Furby Clinic in cui modifico un giocattolo è uno dei filmati del genere più visti su Youtube. Come accade ormai in tutte le principali città del mondo anche a Tokyo c’è un HackerSpace e il numero di locali in cui sono disponibili saldatori, trapani e stampanti 3D è in continuo aumento. A Shibuya ha aperto il Fab Cafè, un locale dove oltre a poter bere un ottimo Marshmallow Latte, è possibile utilizzare un plotter laser in grado di incidere e tagliare (vedi anche Bruce Sterling a pag. 101). Eventi dove viene celebrata la creatività e il faidate non sono una novità in Giapppone. La differenza è che oggi non si tratta più di un fenomeno limitato al mondo dei geek ma inizia a coinvolgere persone che non hanno mai
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preso in mano un cacciavite. Un esempio di normalizzazione della cultura Maker è stata la mostra Omote 3D Shashin Kan (ovvero “la cabina fotografica 3D”) che si è svolta in una galleria d’arte dell’elegante strada di Omotesando. All’interno, fino al 14 gennaio, i visitatori hanno potuto provare l’esperienza di essere trasformati in una statuetta grazie a uno scanner e a una stampante 3D. Il successo è stato immediato e, a poche ore dall’apertura, tutti i posti disponibili erano già esauriti. Mi chiedo se anche con la stampa 3D si possa seguire un destino simile a quello dei games di un’epoca in cui le multinazionali dell’elettronica sembrano in una profonda crisi. Magari tutto cambierà e la nuova rivoluzione industriale verrà guidata da piccole realtà casalinghe. Penso siano tutte dedicate ai componenti della band. Dopo quello che mi è successo mi è capitato spesso di pensare: e adesso? Non avevo la risposta. Ma sono un combattente e non mi piace mollare. E quella risposta alla fine l’ho trovata. È racchiusa nei quattro ragazzi che condividono il palco con me». La musica è stata per Mr. E il mezzo per elaborare il lutto. Ma per affrontare i periodi difficili della sua vita ha cercato anche altre vie espressive. Ha scritto la sua autobiografia, Things The Grandchildren Should Know, e curato un documentario per la Bbc sulle teorie scientifiche.
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Il lavoro del futuro sarà condiviso fra uomini e robot L’economista di Harvard, Lawrence Katz, pone una questione: le nuove tecnologie hanno creato disoccupazione a lungo termine?
Per rispondere, non si può fare a meno di esaminare come le tecnologie più avanzate stanno cambiando il panorama industriale. Queste tecnologie si sono indubbiamente imposte in alcuni lavori, ma non è così semplice trovare testimonianza di sostituzioni di lavoratori con macchine su larga scala. C’è una ragione per questa difficoltà. L’automazione viene spesso introdotta per migliorare l’efficienza del lavoratore e non per sostituirlo. Incremento della produttività vuole dire che le aziende possono fare lo stesso lavoro con meno addetti, ma può anche si-
gnificare che le aziende espandono la produzione senza diminuire il personale, riuscendo magari a penetrare in nuovi mercati. Si prenda per esempio il robot Kiva, il fiore all’occhiello dei sistemi di automazione per l’e-commerce. Ideati e venduti da Kiva SyIn questa pagina una immagine di stems, una start-up fondata nel 2002 e acquiuno dei super motori che si trovano a stata da Amazon per 775 milioni di dollari nel Winnipeg, in Canada 2012, i robot si muovono agilmente nei grandi magazzini e consegnano direttamente i prodotti a chi deve confezionare la merce. Nello stabilimento che li ospita, la sede centrale di Kiva poco distante da Boston, flotte di robot si spostano senza un attimo di tregua. Alcune macchine appena assemblate vengono testate per verificare che tutto sia in ordine prima di spedirle ai clienti in tutto il mondo, mentre altre servono per le dimostrazioni, rispondendo immediatamente agli ordini elettronici. Un magazzino con robot Kiva può gestire una quantità di ordini quattro volte superiore a quella di un normale magazzino, in cui i dipendenti passano in media il 70 per cento del loro tempo a cercare le merci. Malgrado il potenziale risparmio di forza lavoro garantito dai robot, Mick Mountz, fondatore e amministratore delegato di Kiva, dubita che queste macchine abbiano portato all’espulsione di lavoratori o che lo faranno in futuro. Buona parte dei clienti di Kiva sono commercianti al dettaglio on-line, alcuni dei quali in crescita così rapida da trovari sprovvisti di personale. Rendendo le operazioni di distribuzione più rapide e a buon mercato, la tecnologia robotica ha contribuito a tenere in vita molti di questi commercianti. Lo chiamano il Dylan del council estate, perché è cresciuto nel blocco di case popolari più grande d’Europa e perché quando prende in mano la chitarra fa resuscitare il menestrello. «Strano che tutti mi paragonino a lui. Non sono un suo grande fan, ho ascoltato solo uno o due dischi», rivela Bugg al telefono, appena tornato dal tour americano. Difficile cavargli più di qualche parola.
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IL MIX LAVORATIVO Le tipologie lavorative più in crescita negli Stati Uniti dal 2000 al 2010. Le tipologie lavorative molto routinarie sono particolarmente vulnerabili a causa della diversa richiesta nel mercato del lavoro di oggi. Se dovete scegliere ed essere sicuri di fare una vita senza dover mandare curriculum ovunque, ecco qualche indicazione per voi
LAVORI IN CRESCITA 1) Ingenieri Software E App 2) Assistenza Pc 3) Sistemi Software 4) Amministratori Di Rete 5) Analisti Di Rete 6) Publisher Desktop 7) Amministratore Database 8) Badanti 9) Analisti Di Sistemi Informatici 10) Assistenti Medici
LAVORI VULNERABILI 1) Macellai 2) Segretarie e stenografe 3) Addetti alla contabilità 4) Sportellisti di banca 5) Commesso 6) Cassiera 7) Tipografo 8) Farmacista 9) Ragionieri 10) Postini
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Un tranquillo weekend di apocalisse
Nella foto una anteprima del gioco di Darsiders II. Sete pronti a provare le vostre abilità?
La fine è vicina. Per allenarti con il Tristo Mietitore tra inferno e Paradiso, c'è Darksiders II
Era già accaduto con il primo capitolo e succede anche ora: occorrono un paio d'ore prima che Darksiders II dispieghi tutte le sue qualità. Non è un tempo enorme, tenendo conto che servono minimo 20 ore per terminare la missione principale, ma le partenze a rilento sono sempre spiacevoli. Poi però il discorso cambia parecchio. Intanto c'è molta più carne al fuoco rispetto a Darksiders: sono state aumentate le opzioni rpg per dare maggiore profondità al cuore action e la struttura open world si dipana in aree di gioco più vaste ed elaborate. Puzzle in quantità e maggiore varietà di nemici contribuiscono infine a un titolo più longevo e complesso del precedente. La festa è in parte rovinata (ma poco) da alcune imperfezioni. Per esempio, capita che la telecamera si incarti, soprattutto in presenza del binomio mostri grossi/piccoli spazi, oppure in alcuni momenti delle scalate, guastando così movimenti altrimenti fluidi e spettacolari. La trama, inoltre, approfondisce poco le motivazioni di Morte, fa calare dall'alto alcuni snodi narrativi e regala un finale meno robusto di quanto sperato. È un peccato, considerate le clamorose potenzialità dell'affresco generale in cui si inserisce la storia, fra cavalieri dell'apocalisse, angeli, demoni ed entità antiche come l'Universo.
PADRE CORVO: IL CUSTODE DI SEGRETI Nel primo episodio di Darksiders combattevi con Guerra, accusato di aver anticipato l’ Apocalisse sulla Terra, per dare una mano a un essere infernale detto Il Distruttore. La classica storia di brutte compagnie. Nel sequel, Darksiders II, controlli il suo più carismatico fratello, Morte, deciso a dimostrare che il parente stretto non è il solo responsabile di tutto il casino. Il gioco è in realtà un quasi-sequel, visto che si svolge nello stesso arco di tempo del primo episodio pur
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avendo mappe completamente nuove. Il luogo dell’azione è una regione tra Paradiso e Inferno in cui si decidono le sorti dell’umanità. Non male, considerando che siamo ancora nel bel mezzo di un 2012 che, maya o non maya, puzza sempre di più di armageddon. Una curiosità: la voce di Morte nel gioco in inglese è di James Cosmo, il 64enne attore scozzese noto per essere Jeor Mormont, il comandante dei Guardiani della notte, nella serie di culto Il
trono di spade. Quattro cavalieri per l’Armageddon: nel nostro videogioco del mese la paura arriva al galoppo: Morte monta su un cavallo verde, a ricordare il colore dei cadaveri in putrefazione. Ovviamente possiede una falce. E e vincesse lui? Sarebbe un lavoro pulito. Ci ritroveremmo tutti in fila per un Giudizio Finale di massa senza quasi accorgercene. Pestilenza ha un cavallo bianco ed è abile arciere. Alcune interpretazioni dell’Apocalisse dicono che si tratti del Messia che ritorna. E se vincesse lui? Hai presente il film Contagion? Ecco, ma senza vaccino e senza.
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Spotify ha preso il mercato della musica digitale, dolcemente, per le palle
EHI PIRATA, DIVENTIAMO AMICI SU FACEBOOK?
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y f i t Spo
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NEI PRIMI ANNI DI VITA, Per rispondere, non si può fare a meno di lennio è terminato solo pochi anni fa esaminare come le tecnologie più avanzate stanno cambiando il panorama industriale. Queste tecnologie si sono indubbiamente imposte in alcuni lavori, ma non è così semplice trovare testimonianza di sostituzioni di lavoratori con macchine su larga scala. C’è una ragione per questa difficoltà. Incremento della produttività vuole dire che le aziende possono fare lo stesso lavoro con meno addetti, ma può anche significare che le aziende espandono la produzione senza diminuire il personale, riuscendo magari a penetrare in nuovi mercati. Si prenda per esempio il robot kiva, il fiore all’occhiello dei sistemi di automazione per l’e-commerce. Ideati e venduti da kiva systems, una start-up fondata nel 2002 e acquistata da amazon per 775 milioni di dollari nel 2012, i robot si muovono agilmente nei grandi magazzini e consegnano direttamente i prodotti a chi deve confezionare la merce. Nello stabilimento che li ospita, la sede. centrale di kiva poco distante da boston, flotte di robot si spostano senza un attimo di tregua. Alcune macchine appena assemblate vengono testate per verificare che tutto sia in ordine prima di
Ci rimani subito sotto. Ti si piantano le canzoni in testa. Vedi le playlist di tutti i tuoi amici. Ti fai una raccolta di musica che è cent volte più grande di qualunque altra tu abbia mai posseduto. Ea quel punto non hai più scelta: ti abbimo preso per le palle. Se vuoi quella roba sul tuo ipod devi pagare o almeno fino a qualche mese fa. Adesso il servizio è gratuito anche sui dispositivi mobile.Rum ad modi inciderrum harum non culluptas re vendam nulla eum quia num quiat volore soluptatatur aut quisimi, cus et eniet adi conse lia sit asperit aperro et.
ma non è così semplice trovare testimonianza di sostituzioni di lavoratori con. a di sostituzioni di lavoratori con.
spedirle ai clienti in tutto il mondo, mentre altre servono per le dimostrazioni, rispondendo immediatamente agli ordini elettronici. Un magazzino con robot kiva può gestire una quantità di ordini quattro volte superiore a quella di un normale magazzino, in cui i dipendenti passano in media il 70 per cento del loro tempo a cercare le merci.Malgrado il potenziale risparmio di forza lavoro garantito dai robot, mick mountz, fondatore e amministratore delegato di kiva, dubita che queste macchine abbiano portato all’espulsione di lavoratori o che lo faranno in futuro. Buona parte dei clienti di kiva sono commercianti al dettaglio on-line, alcuni dei quali in crescita così rapida da trovari sprovvisti di personale. Rendendo le operazioni di distribuzione più rapide e a buon mercato, la tecnologia robotica ha contribuito a tenere in vita molti di questi commercianti. Prima di fondare opiem. Eludeatu suliiss ervitam non etratu viricit, opublis, se audefacem ses con itam consult ussicioncum peri se nostinti, fatque alicaet ienatum patum inatatili, iam abefatu restior sullerratio, etiorum te et; intem ego consum pubi potem publius oponons ilicibemo et cupicae inente nosPer rispondere, non si può fare a meno di lennio è terminato solo pochi anni fa esaminare come le tecnologie più avanzate stanno cambiando il panorama industriale. Queste tecnologie si sono indubbiamente imposte in alcuni lavori, Neanche 50 anini fa viaggiavamo con i nostri 45 giri e oggi siamo così evoluti da non tenere neanche a mente quanti minuti di cui potremmo usufruire. Un passo così in avanti che non si riesce ad immaginare il fururo della musica digitale. Per adesso diamo lo scettro al nostro caro amico fidato Spotify che con i suoi milioni di minuti saprà come tenerci compagnia, sia per un solo, sia per un super party dal gusto rock! In ogni caso sarà sempre li!Borestin isitiis explaboris re volupta volorro exereiunt dus nonsequ asperumque vendio. Cabor reculla doluptatur? Faccupt atibus, temque parum quibus sit mo.
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139.810 min
74 min
dvd
90 min
45 min
L’Evoluzione della specie
IL PUNTO DI FORZA DI SPOTIFY, difficoltà. Incremento della produttività vuole dire che le aziende possono fare lo stesso lavoro con meno addetti, ma può anche significare che le aziende espandono la produzione senza diminuire il personale, riuscendo magari a penetrare
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IL MODELLO DI SPOTIFY, ma non è così semplice trovare testimonianza di sostituzioni di lavoratori con macchine su larga scala. C’è una ragione per questa difficoltà. Incremento della produttivivuole dire che le aziende possono fare lo stesso lavoro con meno addetti, ma può anche significare che le aziende espandono la produzione senza diminuire il personale, riuscendo magari a penetrare in nuovi mercati. Si prenda per esempio il robot kiva, il fiore all’occhiello dei sistemi di automazione per l’e-commerce. Ideati e venduti da kiva systems, una startup fondata nel 2002 e acquistata da amazon per 775 milioni di dollari nel 2012, i robot si muovono agilmente nei grandi magazzini e consegnano direttamente i prodotti a chi deve confezionare la merce. Nello stabilimento che li ospita, la sede. centrale di kiva poco distante da boston, flotte di robot si spostano senza un attimo di tregua. Alcune macchine appena assemblate vengono testate per verificare che tutto sia in ordine prima di spedirle Per rispondere, non si può fare a meno di lennio è terminato solo pochi anni fa esaminare come le tecnologie più avanzate stanno cambiando il panorama industriale. Queste tecnologie si sono indubbiamente imposte in alcuni lavori, ma non è così semplice trovare testimonianza di sostituzioni
dere, non si può fare a meno di lennio è terminato solo pochi anni fa esaminare come le tecnologie più avanzate stanno cambiando il panorama industriale. Queste tecnologie si sono indubbiamente imposte in alcuni lavori,
L’IDEA DELLO STRAMING, volesci endaereprest erum fugit laccull aceatem hiligenimus, te viducit odit, quateca borerumquias alibusandae pelignime dolendae. Nonsequat veribusda nus, cus estrum am res apiciur, to dolecum nitatem possunt aut pro ma dolorpora dollantium quia dolut lab ium aut quis sersped icaecum laborpos mintem illacium sunt et lab ipsapiet ut ra vendandit offictata sae nis nis ipsam re, quati blacessus rest a venihit ute nime quam, omnis receaquae volor as dolene voluptam que et libus aliquo expello renihil ese vit la solorro ipictem. Nam, a corum cum exceatiis re dolessum fugitium cor
di lavoratori con macchine su larga scala. C’è una ragione per questa difficoltà. Incremento della produttività vuole dire che le aziende possono fare lo stesso lavoro con meno addetti, ma può anche significare che le aziende espandono la produzione senza diminuire il personale, riuscendo magari a penetrare in nuovi mercati. Si prenda per esempio il robot kiva, il fiore all’occhiello dei sistemi di automazione per l’e-commerce. Ideati e venduti da kiva systems, una startup fondata nel 2002 e acquistata da amazon per 775 milioni di dollari nel 2012, i robot si muovono agilmente nei grandi magazzini e consegnano direttamente i prodotti a chi deve confezionare la merce. Nello stabilimento che li ospita, la sede. centrale di kiva poco distante da boston, flotte di robot si spostano senza un attimo di tregua. Alcune macchine appena assemblate vengono testate per verificare che tutto sia in ordine prima di spedirle Eribea dolorepe natector mi, omnime voloria volorio totaquissi doloressequi rehenda adipsaerum atur sequoditat am sumquae nonsequis ad ut et adi volum hilicia eum eossit volum, quam si dolorrorum iliciatem ut unt rehent eaquate cuptat. Il ide volorru pient. Natur aceriam eumquidus eatur, inus atur? Solendi aspitat aut ut ditius in ero etus solumenis exerchilique volupta tionseq uibus.Pore conse plant aut am alitaesequas voluptium fugias sam voluptate rest inis dAliat in cuptatis essi rem. Sundis ducit, quiat.Videmo tem ligent hillabo rempore velectest fuga. Et endignam que serovitaquas nones aligendi apient.Rae quias arum alique ped molupis si dis re volorem re eic to et laut hitio. Pitat. QuotatusMinvel inihillab il moluptia de volestio.
N E L L A F O T O I L C R E AT O R E D I S P O T I F Y
I brani suonati su spotify Italia il 12 febbraio 2013 La canzone più suonata nel 2014 L’artista italiano più cercato dalle donne L’artista italiano più cercato dagli uomini I paesi dove Spotify è partito in contemporanea con noi
1,5 MILIONI
TIMBER di Pitbull BAUSTELLE
FABRI FIBRA
POLONIA E PORTOGALLO
Il debutto in Italia
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The Watcher FILM / TELEFILM / CINEMA / DIETRO LE QUINTE / REGISTI
BREAKING BAD pag. 76 Un’incredibile storia piena di colpi di scena cheha sfornato una coppia da 4milioni di dollari - di DANIELE CINÀ
Uno sfortunato eroe Tarantino e il dopo Django Come una doccia divento un simbolo di sesso e paura Gravity, il salto nel vuoto
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Uno sfortunato Eroe Tolkien si spinge al massimo con lo Hobbit, il primo film in 3D che viaggia alla bellezza di 48 frame! ipad extra
Uno spettacolo per gli occhi: in queste parole si può racchiudere il senso di quello che il regista Peter Jackson ha realizzato portando sullo schermo “Lo Hobbit – La desolazione di Smaug”. Il secondo capitolo della trilogia prequel del “Signore degli Anelli” colpisce soprattutto per l’ottima tecnica e l’alta qualità: lo spettatore, infatti, si trova a vedere un film in 3D girato non con i classici 24 fotogrammi al secondo, ma con il doppio, 48. Una tecnica che indubbiamente riesce a portare il pubblico all’interno del film, anche se al’inizio è necessario che l’occhio si abitui a questo genere di visione, infatti, in un primo momento, soprattutto nelle scene diurne, si crea “l’effetto telenovela”: una situazione che, fortunatamente, si riesce a superare dopo i primi 10-15 minuti di proiezione. La grande abilità tecnica emerge anche nel vero protagonista del film, il drago Smaug: nulla è lasciato al caso, ogni singola scaglia della pelle dell’animale è stata curata sin nel minimo dettaglio ed infatti sono stati necessari oltre 2 anni di lavoro per riuscire a dare forma a questo personaggio. Non si è trattato solo di un lavoro di grafica, ma, per fare in modo che risultasse realistico, è stata usata la tecnica del motion capture per riprodurre i movimenti dell’attore britannico Benedict Cumberbatch che, nella versione originale, presta la sua voce al drago (in italiano il doppiaggio è stato affidato alla voce di Luca Ward). Un film che quindi, dal punto di vista delle immagini, si dimostra spettacolare e che, dal punto di vista della trama, riesce a riscattarsi dopo il risultato non proprio convincente del primo capito de “Lo Hobbit”. Se nella prima pellicola della trilogia emergeva la sensazione di voler dilatare a tutti i costi la storia, proprio per creare del materiale per produrre 3 film in “Lo Hobbit”.
Nella foto Ian Murray McKellen nella parte di Gandalf
4 Motivi che potrebbero spingervi a vederlo • La magia che lo attorna Tredici nani, con l’aiuto dell’hobbit Bilbo Beggins e del mago Gandalf si trovano a dover affrontare una serie di ostacoli (orchi, foreste maledette, uomini mutaforma ed elfi) per riuscire a recuperare l’arkengemma, il simbolo del diritto a governare sulla popolazione dei nani, ora in possesso del pericoloso drago Smaug. Il film si distacca in parte dal testo scritto da Tolkien.
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• 48 fps di pura grafica 3D Di due personaggi, uno completamente nuovo e creato apposta per la trasposizione cinematografica, l’elfa silvana Tauriel interpretata dalla canadese Evangeline Lilly, e l’altro, invece, già noto tra i personaggi del “Signore degli Anelli”, il Legolas di Orlando Bloom, che di fatto non è presente nelle pagine de “Lo Hobbit”, ma solo nel libro successivo. Ovviamente la storia non finisce qui.
• Chiamala nostalgia Nel dicembre 2014, uscirà “Lo Hobbit – Racconto di un ritorno”, che dovrà riuscire a portare a compito tutte le trame e le sottotrame sviluppate nei precedenti film in modo tale da dare un senso completo a tutta la trilogia. Qualche giorno fa il leak di un artwork in lingua francese aveva già anticipato la notizia. Ora è ufficiale: agli innumerevoli videogiochi targati Lego
• Tanta Azione In una notte di pioggia in un villaggio si spalanca una porta e ne esce Peter Jackson. Questa è la prima immagine che si vede in La desolazione di Smaug: l’autore in un minuscolo cammeo che passa davanti alla videocamera in quella che, lo capiamo subito, è una scena che non viene dal libro (come già nel primo si iniziava con un inesistente confronto tra Bilbo e Frodo), un flashback tra Gandalf
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Nella foto di sopra gli attori Christoph Waltz e Samuel L. Jackson
Tarantino e il dopo Django Dopo Django Unchained, enorme successo in tutto il mondo, quale sarà il nuovo progetto? Django unchained, i miti nordici diventano western. Il nuovo film di Quentin Tarantino racconta di uno schiavo liberato alla ricerca della propria moglie. L'ispirazione? L'anello del Nibelungo 07 gennaio 2013 di Gabriele Niola Ma quale spaghetti western? Django Unchained, l’ultimo film di Quentin Tarantino (nelle nostre sale dal 17 Gennaio) non ha niente degli spaghetti western, tantomeno del Django di Sergio Corbucci da cui mutua il titolo (unendolo a Hercules Unchained di Pietro Francisci) se non i titoli di testa e le musiche non ori-
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ginali. Nonostante l’amore sfrenato per il surrealismo spinto dei personaggi, l’ epica delle storie e il rapporto stretto con la musica che il cinema western italiano aveva fondato, Tarantino ha realizzato un film di vendetta come già Bastardi senza gloria (in cui gli ebrei danno la caccia ai nazisti), uno in cui di nuovo gli oppressi si vendicano contro gli oppressori. Stavolta però creando una storia che attinge dalla mitologia. Infatti la struttura alla base dell’impresa del suo protagonista, che una volta liberato dalla schiavitù grazie ad un cacciatore di
taglie decide di partire e andare a liberare la moglie da cui è stato separato, ora prigioniera di un grande trafficante di schiavi, viene dal mito nordico dei Nibelunghi. La leggenda celtica che già fu la base di diversi studi di J. R. R. Tolkien e l’influenza più forte nei suoi romanzi (ci sono l’anello che dà il potere e va distrutto gettandosi nel fuoco, il drago che fa la guardia all’oro, oggetti che rendono invisibili e via dicendo) è anche l’ispirazione dichiarata per l’impresa di Django. Dichiarata in primis nel nome della moglie da salvare ( Brunilde, come la
valchiria), poi apertamente nel film, in un racconto attorno al fuoco fatto da uno dei protagonisti. Come sia stato possibile che un mito nordico sia diventato un western americano girato come quelli all’italiana con degli afroamericani come protagonisti è un intreccio che Quentin Tarantino stesso ha potuto dirimere nella conferenza stampa italiana del film: “ Quando ho iniziato a scrivere il film avevo ben chiaro chi fossero i miei personaggi e sapevo in che modo volessi far andare la loro storia. E’ però successo che sono andato a trovare il mio amico Christoph [Waltz, già ufficiale nazista in Bastardi senza gloria e qui cacciatore di taglie che libera Django, nda] il quale mi ha portato a vedere L’anello del Nibelungo di Wagner a teatro. E’ un dramma in quattro parti e la prima sera, colpa di un impegno, non ero potuto andare, così la seconda sera a cena prima dello spettacolo Christoph mi ha fatto un riassunto della prima parte. Sembrava una storia intorno al fuoco, era perfetto. Quando poi ho visto l’opera ho notato quanto somigliasse alla storia che stavo scrivendo, a quel punto ero già arrivato circa a metà della sceneggiatura, anche perché il caso voleva che avessi già scelto il nome di Brunilde per la moglie di Django”. Così è difatti. Se nella prima parte Django Unchained è un film di spazi aperti, cavalcate e formazione, nella seconda cambia diventando un film di interni (gli spazi in cui Tarantino eccelle, ricordate una sola grande scena tarantiniana
Tarantino alle prese con le inquadrature
che non si svolga al chiuso?) molto più simile all’opera wagneriana che è evocata proprio dal personaggio di Christoph Waltz non appena scopre che la donna che Django insegue si chiama Brunilde. “A un certo punto ho capito che sarebbe stato fantastico prendere una leggenda nordica e trasportarla simmetricamente in un altro universo tramutandola in una leggenda black-american!”. Così Django, maturando lungo la prima parte del film diventa Sigfrido, il guerriero che non conosce la paura, alla ricerca della sua Brunilde, imprigionata in un sonno forzato (chi vedrà il film noti dove si trova Brunilde la prima volta che entra in scena) dal potente e avido Wotan, quello che Sigfrido non sa essere suo nonno. E qui entra in scena il personaggio migliore del film, un vero gioiello di tarantinismo, lo Stephen interpretato da Samuel L. Jackson, un ultrasettantenne che di Django potrebbe anche essere il nonno data l’età, capo degli schiavi della grande tenuta, anziano e furbissimo, la vera mente dietro gli orrori di Candyland grazie alla sua capacità di influenzare e raggirare i propri padroni. Voglio uscire di scena al momento giusto. Non voglio ridurmi a essere un regista vecchio e moscio. Questo è il mio settimo fi lm. Potrei fermarmi a dieci, è un bel numero. Voglio che in futuro la mia intera opera appaia come una filmografia esemplare. So di avere dentro altri bei film, e li farò. L'importante è uscire di scena su una nota alta, su un crescendo da orgasmo.
XAPP di Daniele Cinà
La tua Watchlist a portata di mano IMDb è la fonte più popolare e autorevole al mondo per il film, la TV e il contenuto celebrità. Il sito IMDb consumatore è il sito #1 film al mondo con una rete combinata e pubblico mobile di oltre 160 milioni di visitatori unici mensili. IMDb offre un database ricercabile di oltre 130 milioni di elementi di dati di cui oltre 2 milioni di film, TV e programmi di intrattenimento e più di 4 milioni di membri del cast e troupe. I consumatori si basano sulle informazioni IMDb prevede - tra orari, biglietteria, rimorchi, critico e degli utenti recensioni, consigli personalizzati, gallerie fotografiche, notizie di intrattenimento, citazioni, curiosità, dati di box-office, le sezioni sono dotate editoriali e una Watchlist universale nel fare visualizzazione delle decisioni. Ad oggi, ci sono stati più di 75 milioni di download di applicazioni mobili di IMDb in tutto il mondo. X-Ray commento a Movies & TV è una funzione che rivoluziona l’esperienza visiva portando la potenza di IMDb direttamente al Kindle Fire HD e le periferiche Wii U. IMDb Pro è una versione in abbonamento di IMDb progettato esclusivamente per i professionisti che lavorano nel settore dello spettacoli. IMDb Pro fornisce le informazioni di contatto, in elenchi di produzione per progetti cinematografici e televisivi e classifiche STARmeter esclusivi che sono determinati dalle ricerche degli utenti su IMDb. Inoltre, IMDb possiede e gestisce Withoutabox, un mercato per i festival cinematografici e registi, e Box Office Mojo, la segnalazione leader box- office on-line servizio.
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Come una doccia diventò un simbolo di sesso e paura Hitchcock, diretto da Sasha Gervasi e interpretato da Anthony Hopkins, ricostruisce la genesi di Psycho Virginia Woolf diceva che dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna. Quanto sia vero questo aforisma lo dimostra la vita di Alma Reville, partner, moglie e braccio destro del celebre Alfred Hitchcock, soprannominato Hitch dai membri del suo entourage, incluse le famose bionde (la sua attrazione per quel tipo di bellezza, causa anche di pettegolezzi molto piccanti mai confermati ufficialmente, era quasi maniacale) protagoniste dei suoi film: Tippi Hedren, Grace Kelly, Janet Leigh, Kim Novak. «I matrimoni più riusciti si basano sulla collaborazione, altrimenti non sono dei grandi matrimoni», dichiara Helen Mirren, nomination al Golden Globe come miglior attrice, che interpreta Alma nel film Hitchcock, diretto dal regista esordiente Sacha Gervasi. «Non credo che il rapporto tra Alma e Hitch fosse un’unione carnale, credo che il loro collante fosse l’incondizionato amore per il cinema,
la passione per il buon vino, il cibo sofisticato e una buona dose di umorismo: tra di loro ridevano molto». Hitch è interpretato da Anthony Hopkins, che conobbe “The Master of Suspense” poco prima della sua morte. «Lo incontrai da Chasen, il famoso ristorante di West Hollywood, dove andava con Alma tutti i giovedi sera, frequentato anche da Elizabeth Taylor e Jimmy Stewart. Il mio agente ci presentò:“Come sta?”, mi disse e guardandomi negli occhi aggiunse: “Lei è un predestinato”. Con un solo sguardo aveva già previsto tutta la mia carriera». Il film è basato sul romanzo di Stephen Rebello: Alfred Hitchcock And The Making Of Psycho, centrato principalmente sulla realizzazione di Psycho, uno dei più grossi
successi di Mr. Cock (altro ambiguo nomignolo con cui amava farsi chiamare, specialmente alla presenza di donne sul set). «Gli studios gli avevano offerto di girare un adattamento di Casino Royale di Ian Fleming con Cary Grant nella parte di Bond. Hitchcock si rifiutò dicendo che aveva già girato Intrigo internazionale, film di gran lunga superiore. Era invece ossessionato dal romanzo di Robert Bloch, Psycho, in particolare dalla scena della doccia, che considerava meravigliosamente intensa e contorta tanto quanto un atto di violenza sessuale. Gli studios non vollero produrgli il film: credevano fosse un film horror di serie B, mentre lui sosteneva il contrario, ripetendo a tutti che ogni regista che si rispetti deve avere nel proprio curriculum un horror. Sfidando il sistema di diktat degli studios di allora, decise di impegnare tutto quello che possedeva per autofinanziarsi». La moglie Alma si fidò di lui, e fu proprio lei a suggerire a Hitch l’attrice Janet Leigh - interpretata da Scarlett Johansson – che aveva ammirato in L’infernale Quinlan di Orson Welles. «Alma era, oltre che la critica più feroce nei confronti del suo lavoro», continua la Mirren, «anche la sua sostenitrice più accanita. Fu lei a convincerlo a usare la musica di Bernard Herrmann, anche nella scena della doccia.
Nella foto Anthony Hopkins nei panni Hicth di Hitchcock, diretto da Sacha Gervasi, ricostruisce la genesi di Psycho, il capolavoro del maestro del brivido (e di qualche vizio...)
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fotografia di DANIELE CINÀ
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Quanto c'è di realistico in gravity, il film di alfonso cuarón appena uscito in italia? Su Wired di ottobre, l'astronauta dell'Esa Paolo Nespoli si è confrontato per noi con le scene più spaventose della pellicola. In una delle scene più affascinanti, un'astronauta alla prima missione (Sandra Bullok) lavora al telescopio spaziale Hubble durante un' attività extraveicolare, mentre il collega esperto (interpretato da George Clooney) usa il jet pack per volare qua e là durante la sua ultima passeggiata spaziale. "È impensabile" racconta Nespoli a Wired, "che un astronauta usi il jet pack per andare dove gli pare, perché i protocolli sono molto severi e l' autonomia di carburante è molto limitata. Al massimo può accadere che ci si distragga un po' per alleggerire la tensione". Per raccontare la fisica dello Spazio e capire come reagisce un corpo in assenza di peso, il supervisore agli effetti visivi Tim Webber ha dovuto
Gravity, il salto nel vuoto Un mix di suspance e angoscia da 100.000 Milioni di dollari
superare una vera e propria sfida tecnologica per ottenere le illuminazioni e i movimenti di macchina voluti dal regista. è stato inventato il Light Box, "un cubo di tre metri per tre, con una serie di schermi lcd al suo interno per illuminare l'attore", ci ha raccontato. Sandra Bullock, sospesa lì in mezzo con un robot preso dall'industria automobilistica che le girava attorno, per realizzare rotaScene realistiche e piene zioni altrimenti impossibili. "Paradossalmente la parte più semplice", ci ha raccontato Cuarón alla Mostra del di ansia vengono rapcinema di Venezia, "è stata quella relativa agli oggetti, alle stazioni spaziali e allo Space Shuttle". Anche «Gravity» presentate in solo 135 minuti. Attori come Sandra è da vedere. Esso vuole assomigliare alla tecnofantascienza di «Apollo 13» o di «The Right Stuff», ma non ci riesce Bullok e George Clooney del tutto. Un colossal in 3D, sponsorizzato dalla Nasa che cra una storia La storia di «Gravity», all’inizio, è abbasottolineano una grande sceneggiatura che non postanza realistica: arriva uno sciame di detriti che distrugge uno Shuttle al lavoro sullo Hubble Space Telescope, teva uscire meglio. Un film strumento in orbita intorno alla Terra. Nella realtà, i detriti hanno velocità di diversi chilometri al secondo, per che merita di essere visto su grande schermo cui si vedrebbero arrivare polverizzati.
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fotografia di DANIELE CINÀ
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Breaking BREAKING Bad
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Un' incredibile serie tv.
Breaking Bad, grazie alla sua serie televisiva, sforna una coppia da 4 milioni di dollari. XL presenta una storia che ha catturato il mondo con i suoi colpi di scena. Molti hanno dato l’addio al loro tempo per dedicarsi interamente a lui. Ecco i nostri motivi per guardare Breaking Bad
Senza di loro non potresti immaginarti come una semplice vita può trasformarsi in un' incredibile avventura alla sopravvivenza.
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Walter White ha dei problemi. Ha il cancro e deve lasciare dei soldi alla propria famiglia. Walter White è molto bravo a risolvere i problemi. Nella puntata finale, Breaking Bad sembra tornato agli inizi. Il circolo tematico è compiuto. Tutto, però, è più disperato. Non sembrano esserci margini per unhappy ending. Ma il creatore Vince Gilligan si diverte come al solito a spiazzare il pubblico, a giocare con le aspettative degli spettatori. A cominciare dal titolo dell’ultimo episodio:
di DANIELE CINÀ
Felina. Anagramma di“finale“, che conserva lo stesso significato in italiano e in inglese. Oppure – si alambiccavano i fan quando il titolo venne annunciato, qualche mese fa – è un riferimento alla canzone Feleena di Marty Robbins, in cui si esortava l’eroe a fuggire in New Mexico? È l’ultima puntata, mancano 55 minuti e 23 secondi alla fine di Breaking Bad, ma la telecamera si sofferma ancora su gesti apparentemente insignificanti. Facciamo in tempo a vedere mani che
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Alla scoperta dei retroscena carichi di citazioni ai grandi del passato tremano per il freddo, gettoni inseriti in un telefono a pagamento, la costruzione artigianale di una scatola di legnoEd è giusto, non c’è ragione di affret. La serie rispetta i suoi tratti stilistici sino all’ultimo momento. E poi, tutti i pezzi del domino sono al loro posto. Gli ultimi cinque episodi della serie possono dirsi il vero finale. Ora serve solo che Heisenberg faccia quello che sa fare meglio: dare un colpo alle tessere e avviare la caduta ultima. E congedarsi dagli spettatori con un’ultima salva di fuochi d’artificio. Senza fornire spoiler (per quelli andate in coda all’articolo e, se i nostri lettori sono così infidi, nei commenti), basti sapere questo: il finale di Breaking Bad è pienamente soddisfacente. Non ci sono mezze misure, nodi lasciati in sospeso. Compaiono tutti i personaggi che ci si possono aspettare, e anche altri inattesi. Ci sono momenti in cui Heisenberg è al suo meglio. In cui gli spettatori rabbrividiscono all’idea di cosa possa Nella foto una scena di cucina del telefim di Breaking bad fare, salvo poi (forse) tirare un sospiro di sollievo. Walter White ha perso del tutto la sua umanità? L’episodio risponde (in parte) anche a questo interrogativo. Se non altro, finalmente, Wal si guarda allo specchio. E intanto su Twitter si scatenano le reazioni. Negli States, com’è prevedibile, novembre sul canale AXN di Sky (e da gennaio in chiaro c’è chi ha amato il finale, c’è chi l’ha odiato e chi ne è rimasto deluso. su Rai 4). Segno che le vicende del professore di chimica, E Damon Lindelof, tra gli autori del famigerato finale di Lost, divenche diventa spacciatore quando scopre di avere un male ta bersaglio di tweet sulla falsariga di “Ecco come si conclude uno incurabile, hanno ipnotizzato anche gli italiani. Ideata da show, impara”. Ma il paragone è ingiusto, perché le due serie hanno Vince Gilligan, Breaking Bad negli Usa ha chiuso in bellezdavvero poco o nulla in comune come stile, tematiche o personagza portandosi a casa un Emmy Award come miglior serie gi. Il viaggio è stato da mozzare il fiato, ma alla fine Breaking Bad drammatica. E suoi fans per dirle addio si sono scatenati ha trovato una destinazione degna? Il giudizio spetta ai fan. Cosa in una gara a chi ne sa di più sul web. Abbiamo trovato alsi può sperare, davvero, per Walter White? Un ricongiungimento meno 7 curiosità degne di nota. All'inizio di ogni episodio, con la famiglia? Una fuga in extremis? Una morte per cancro, o in nella sigla si legge la formula chimica C10H15N insieme al prigione, o un’ultima sfida con i suoi avversari? Probabilmente, a numero 149.24 con la parola "Meth" che appare poco prima seconda delle aspettative, la strada scelta dal team di Gilligan ladel titolo. Non è un caso: C10H15N è la formula per la mescerà con un senso di amaro in bocca. tamfetamina che ha il peso molecolare di 149,24. E "meth" È inevitabile. È il bello di Breaking Bad. Echi del finale televisivo il nome con cui viene chiamata in gergo. Il lato oscuro di di Breaking Bad sono arrivati fino in Italia, anche se l'episodio che Breaking Bad è la blue sky, una metanfetamina di colore conclude la quinta e ultima stagione, qui non lo vedremo prima di blu, e più forte di quelle in circolazione, che trasformerà
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Guadagnare come non avresti mai pensato prima grazie al professore di chimica
il suo creatore da compassato insegnante di chimica in boss sanguinario della droga. Ma la meth blu nella realtà è impossibile: Donna Nelson, professore di chimica presso l'Università dell'Oklahoma, e consulente del serial ha spiegato che: "quando si cristallizza tutto ciò che è incolore, come i cristalli di metilanina, di solito si ottiene una sostanza giallina e non blu". Dunque il colore è un artificio degli sceneggiatori… prontamente copiato da alcuni spacciatori che nel 2008, quando Breaking Bad arrivò sugli schermi, introdussero del colorante alimentare blu nelle loro pillole della morte (la metanfetamina ha effetti irreversibili sulle cellule cerebrali, col tempo causa effetti come la caduta di denti e capelli e può provocare la morte per overdose, ndr). Il Guinness dei primati ha assegnato alla 5° stagione di Breaking Bad il titolo di serie TV più votata di tutti i tempi, per via del punteggio ottenuto su Metacritic di 99/100. Ma tra tanti fan si è fatto avanti un detrattore, di rango: il regista Oliver Stone ha liquidato il finale della serie come irreale, ridicolo e violento. E anche a Britney Spears pare non sia piaciuta. Uno dei volti più noti della serie è quello di Gus Fring interpretato da Giancarlo Esposito. Esposito è nato in Danimarca nel 58 da un carpentiere italiano, originario di Napoli, e da una cantante afro-americana. Poi si è trasferito con la famiglia a New York dove è diventato attore. Prima che il canale AMC accettasse di trasmettere Breaking Bad, altre reti più importanti come Showtime, TNT , FX e HBO l'avevano rifiutata. Così come John Cusack e Mattew Broderick si erano rifiutati di interpretare il protagonista Walter White (ruolo poi andato a Bryan Cranston). Breaking Bad avrebbe dovuto essere girato in California, ma poi la produzione ha scelto di girare ad Albuquerque, nel Nuovo Messico. Questo cambiamento di location ha giovato soprattutto alle imprese locali del posto, che esportano in tutto il mondo prodotti ispirati a Breaking Bad. Un business a sei zeri che continua a anche ora che la serie è finita. Lo pseudonimo di Walter White, Heisenberg, è un omaggio a Werner Heisenberg, il fisico che formulò il principio di indeterminazione, il quale afferma che è impossibile determinare simultaneamente la posizione e la velocità di un elettrone o di qualsiasi altra particella con un grande livello di accuratezza e certezza. Una citazione per pochi. Cos’è che ci fa essere così fragili, così elettrizzati per quest’ultima puntata? Cos’è che ci fa correre un brivido dentro, in fondo al petto? È solo per la conclusione della storia di Walter White che proviamo tutte queste emozioni?
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Da un grande cristallo di metanfetamina derivano grandi responsabilità! Un prodotto seriale, qualsiasi prodotto culturale realizzato nella logica della serie, entra in relazione con le singole esistenze di ogni singolo individuo che ha prestato i suoi occhi a questo ludica narrazione. Oggi si consumerà il sessantaduesimo episodio di una serie incominciata il 20 gennaio 2008. Da quel giorno, quelle storie e quei personaggi, hanno vissuto insieme a noi, trasformandosi da caratteri di una finzione a persone, in tutto simili a noi, perché come noi amano e odiano, sperano e si disperano, come noi lottano per la vita consapevoli che per quante energie ci si possa mettere, queste non saranno mai sufficienti a placare l’ansia che la pervade. Walter, Skyler, Walter Jr., Hank, Marie, Jesse, Mike, Saul… e tutti gli altri… condividono tanto con noi che li guardiamo sullo schermo. Sono una simulazione dell’esistenza, vite riprodotte che ci hanno fatti palpitare non certo per i fatti più eclatanti, non per le esplosioni, per i raggiri, per gli eventi più rocamboleschi. Ci hanno emozionati per l’amore che li legava tra loro. Per quel senso inesplicabile di affetto che ci rende vicini alle persone con le quali stiamo condividendo questa nostra esistenza. La storia di Walter White, professore di chimica di un liceo che, a seguito della diagnosi di un tumore, perde la testa e si infila in un vortice infinito di avidità e bugie con il solo obiettivo di lasciare alla propria famiglia tutto il denaro necessario per vivere senza più nessuna preoccupazione, è un qualcosa che, per quanto possa essere assurdo, tutti comprendiamo. Lo sentiamo chiaramente quello che si muove dentro a Walter, come sentiamo l’amore e il senso di protezione di Skyler per i figli. Ed afferriamo pure cosa si muove nella testa confusa di Jesse, dietro ai suoi occhi sempre sballati, dentro al dolore che lo pervade. Oggi tutto finisce. Oggi questa storia si conclude. Per sempre. Oggi sarà un po’ come morire. Vince Gilligan (il creatore di Breaking Bad) e tutta la sua squadra hanno il merito di ricordarci, a tutti noi assuefatti consumatori compulsivi (di qualsiasi “cosa” materiale e immateriale che sia), che in questa società dello spettacolo sempre più simile a un casinò aperto 24 ore su 24, c’è anche la morte. Tutto finisce. Tutto prima o poi DEVE finire. Quello che ci viene offerto è una riconciliazione con il senso del limite, quello che Walter ha travalicato. Aristotele scrisse, circa 2400 anni fa, nel capitolo VI della Poetica: «Tragedia dunque è mimèsi di un’azione seria e compiuta in se stessa, con una certa estensione; in un linguaggio abbellito di varie specie di abbellimenti, ma ciascuno a suo luogo nelle parti di-
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verse; in forma drammatica e non narrativa, la quale, mediante una serie di casi che suscitano pietà e terrore, ha per effetto di sollevare e purificare l’animo da siffatte passioni». Per una serie che ha fatto della scienza e della matematica, unite alla produzione e allo spaccio di devastanti droghe illegali, i suoi cardini (il protagonista, Walter White, è un professore di chimica diventato re del narcotraffico) sembra quasi naturale che siano la scienza e la tecnologia a decretarne l’indiscutibile successo. D’altra parte la matematica non è un’opinione è i grafici stilati dall’Internet Movie DataBase (riportati da Business Insider) sulle opinioni degli utenti dimostrano inequivocabilmente che Breaking Bad è lo show più apprezzato di tutti i tempi, l’unico ad avere una curva di gradimento pressoché in costante ascesa per tutte le sei stagioni dello show. Il penultimo episodio, Ozymandias, ha riceuto un rating di 10, il massimo possibile, un evento più unico che raro. Altre tra le più grandi serie TV di tutti i tempi, dai Simpsons ai Sopranos e Lost, non sono state in grado di fare altrettanto, raccogliendo meno consensi nelle stagioni finali oppure mantenendo un andamento altalenante. Una delle ragioni è che, per quanto non vogliamo
Nella foto il personaggio di Jessy Pinkman intempretato dall'attore Aaron Paul
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Un finale così non lo vredrete in nessun altra serie televisiva. spoilerarvi nulla, Breaking Bad, di fatto, “finisce” (infatti l’ultimo episodio s’intitola Felina, anagramma di Finale), mentre altre si dilungano senza mai arrivare a un vero e proprio atto conclusivo. Se tutto questo non vi convince, ci sono altri numeri, e come si addice a una serie che parla di illegalità, si tratta dei numeri relativi ai download pirata, anch’essi da record. L’ultimo episodio è stato scaricato illegalmente 500.000 volte nel giro di 12 ore da quando la prima copia illegale è apparsa sui siti Torrent. Anche se molti spettatori pirata erano indubbiamente in Paesi dove la seconda metà dell’ultima stagione non sarà disponibile ancora per qualche tempo (in Italia inizia il prossimo 5 ottobre), la maggior parte dei pirati proviene da nazioni in cui la serie sarebbe stata disponibile legalmente entro 12 ore dalla prima TV via Netflix o iTunes: 18% in Australia, 9,3% negli USA e 9,3% in Inghilterra. Quindi non si può neanche parlare di mancanza di mezzi legali per accedere al prodotto ma proprio di una chiara volontà di non pagarlo. Ad un certo punto 85.000 persone stavano condividendo la stessa copia via BitTorrent (anche se questo record appartiene ancora a un episodio di Game of Thrones, condiviso contemporaneamente da 170.000 persone via Torrent). La scelta di dividere l’ultima stagione, di 16 episodi, in due tronconi ha anche causato una controversia che ha portato Apple a rimborsare gli utenti che avevano acquistato su iTunes l’intera “ultima stagione” e si erano trovati a pagare per la seconda “tranche”. Creato da Vince Gilligan, nelle sue 5 stagioni complessive Breaking Bad è comunque diventato un vero e proprio cult, non solo per le tematiche estreme trattate ma anche per l’abilissima regiavvv, la sceneggiatura avvincente e una cast di ottimo livello a interpretare personaggi contorti e affascinanti.
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MUSICA / CANTANTI / PLAYLIST / GUIDE / LIVE / CLASSIFICHE / CD
Playlist Dubstep La band C2C un mix di stili Il vinile incntra i maker Musica astrofisica con i deproducers Cosa succede quando suoni dal vivo Il vizio assurdo Live
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Muse Rockstar o Rivoluzionari Il nuovo album in anteprima! - di DANIELE CINÀ
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SOUND
Playlist
Nella nostra Playlist di questo mese sono stati inclusi 11 incridibili brani, scelti dalla redazione appositamente per voi. Tante canzoni che potranno accompagnarvi e farvi scoprire nuovi panorami. Un mix di generi da scaricare direttamente sul vostro computer o sui vostri dispositivi mobile che vi renderanno sempre più aggiornati sul mondo musicale. Buona playlist - di Daniele Cinà
Una Play list che ha conquistato cinque nomination agli Oscar. Un film in grado di reggere il confronto con i grandi classici del cinema di guerra come Quella sporca dozzina, Apocalypse Now e Salvate il soldato Ryan. Anche se in questo caso, per la prima volta nella storia, la protagonista (Maya) è una donna, interpretata da Jessica Chastain, mentre la regia è affidata alla mitica Kathryn Bigelow, 61 anni portati splendidamente, che dall’alto - è il caso di dirlo: la sua statura imponente supera il metro e 80, senza tacchi - di palmares e integrità cinematografica (Il buio si avvicina, Point Break, Strange Days) riesce a sovrastare un cinema prettamente maschile, ed è l’unica donna ad aver vinto il premio Oscar come miglior regia per The Hurt Locker Il titolo del film si riferisce al termine militare, indicante il tempo subito dopo la mezzanotte, in cui prendono il via ipad extra molte incursioni dell’esercito. Jessica Chastain aka Maya - agente CIA ispirata ad un personaggio reale la cui identità è segreta - è una “bad motherfucker” (si auto-definisce così nel film) determinata fino alla morte a risolvere l’enigma Osama bin Laden, l’uomo più ricercato di tutti i tempi, alla cui caccia dedica dieci anni della propria vita.
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SLEEPING WITH SIRENS - Do it now remember it later La Florida ha sfornato decine di giovani band che cercano di ottenere il riconoscimento, ma nessuno è scoppiata bene come Sleeping. Influenzati da band metal come Drop Dead Gorgeous gruppi rock come Dance Gavin Dance, il gruppo trova un armonioso equilibrio tra melodia e guasti aggressivi. Quattro giovani pronti a sfondare nel mondo della musica Core
BAUSTELLE - La canzone del parco Il loro esordio risale al 2000 con l’album “Sussidiario Illustrato della Giovinezza” con il quale ricevono riscontri molto positivi dalla critica che ne elogia l’ecletticità di stili.
COSMETIC - Scisma Gli Scisma sono stati un gruppo indie rock italiano degli anni novanta, con una base rock, con sprazzi di jazz e pop e la new wave europea al cantautorato.
VIRGINIANA MILLER - Altrove I Virginiana Miller sono un gruppo alternative italiano nato a Livorno nel 1990.Dopo alcuni concorsi (Premio Ciampi e Indipendenti di Fare Musica tra i più importanti) nel 1996
LORDE - Royals Scoperta all'età di dodici anni da un talent scout iniziò il proprio sviluppo artistico lavorando con diversi compositori e cantautori, formandosi già all'età di quindici anni.
ASKING ALEXANDRIA - Hiatus Asking Alexandria è una band metalcore inglese di York, North Yorkshire. Fondato nel 2008 è composta da Ben Bruce, Danny Worsnop, Cameron Liddell e Sam Bettley
ELIO E LE STORIE TESE - Parco sempione Elio e le Storie Tese nasce a Milano nel 1980 ad opera di Elio. Elio prende il nome dalla sua prima canzone che si intitola “Elio”
CHIARA ZOCCHI - Je vais bien Ha pubblicato due romanzi per Garzanti: "Olga" e "Tre voli". Vive a Parigi e scrive anche delle canzoncine, in francese e in italiano, e a volte le canta.
FABRIFIBRA - Guerra e pace Per l’uscita del suo nuovo cd, Guerra e pace, XL ha “convocato” il rapper per rispondere alle domande di tutta la redazione.
BAUSTELLE - La canzone del parco Dopo l'esordio, avvenuto con la pubblicazione dell'album Sussidiario illustrato della giovinezza (2000), la band riceve numerosi consensi positivi dalla critica.
TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI - Il mondo prima Il chitarrista e fumettista Davide Toffolo iniziò a suonare alla fine degli anni settanta, ad Aviano, divenne una delle città più rilevanti per il punk rock italiano
S C A R I C A I B R A N I D A L N O S T R O S I T O O D I R E T TA M E N T E S U L T U O I PA D
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Dubstep! La Superstar Skrillex rivoluziona la musica di oggi, ma siete sicuri di sapere cosa sia realmente? Basato su fatti realmente accaduti ad agenti direttamente coinvolti nella vicenda, Zero Dark Thirty mira a raccontare nei limiti imposti dalla finzione un’episodio storico ed include episodi romanzati ma pur sempre credibili, scritti dal compagno della Bigelow, l’ex reporter Mark Boal ora nel ruolo di sceneggiatore, già suo collaboratore e vincitore di un Oscar per The Hurt Locker «Mi sono appassionata al lavoro che svolgono gli agenti nel campo dei servizi segreti», spiega la regista, «volevo raccontare una storia dal punto di vista di tutti gli uomini e donne che rischiano quotidianamente la propria vita per la nostra sicurezza. Ritrarre il loro ambiente professionale, di cui per ovvi motivi non conosciamo nulla, è stato una forma estrema di rispetto e allo stesso tempo una responsabilità enorme». Il set del bunker dove si trovava Osama è stato completamente ricostruito in ogni singolo dettaglio: «Volevo creare una condizione ambientale che non sembrasse artificiale, che catturasse l’esotismo dei posti originali e allo stesso tempo contribuisse a regalare forza realistica alla storia. Dare un aspetto naturale ai luoghi è un lavoro intenso, richiede mesi di preparazione. Dal punto di vista cinematografico mi interessava immergere il pubblico in un ambiente il più reale possibile basato su fotografie che conoscevamo tutti molto bene e racconti di gente coinvolta in molte operazioni, in modo da creare l’illusione di essere davvero nei luoghi che stavamo descrivendo». Secondo la versione cinematografica Osama bin Laden fu scoperto grazie alle torture di alcuni terroristi (le scene del waterboarding hanno fatto molto discutere, ndr). Quanto c’è di vero nel film? «Secondo me non è corretto pensare che determinati fatti siano stati risolti seguendo solo alcune informazioni», puntualizza Mark Boal, «le scene delle torture sono molto esplicite. Si può notare però come le info ottenute dagli agenti arrivino in situazioni relativamente civili, tipo davanti ad un piatto di hummus. e taboulè. Era difficile condensare dieci anni di investigazioni in due ore di film.
Il tour Mothership e le sue navicelle spaziali Da Controcultura, esce il suo nuovo album, Guerra e pace, anticipato dal singolo (Pronti, partenza, via!). La campagna elettorale è alle porte e, la sera prima del nostro incontro, in tv c’era l’ennesima trasmissione politica: «Dove lo trovano il tempo di fare politica questi? Sono sempre in tv. Ormai hanno allontanato tutti. Siamo nel 2013 e il nuovo modo di ragionare è pensare alla tua vita, le tue capacità, i tuoi progetti senza perdere tempo dietro alla politica. Io stesso non potrei impegnarmi concretamente perché altimenti non farei la musica». In realtà sei più impegnato di tanti altri. In Guerra e pace parli dei giovani che non si ribellano e poi stanno sul Web a vomitare rancore senza fare nulla «I ragazzi interessati alla politica si
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limitano a distruggere quello che si dice, altrimenti li vedremmo ai cortei a manifestare. Invece dei tutorial della tipa che ti insegna come truccarti il sabato sera, su Youtube ci sarebbero giovani che parlano di politica. Il Web è lo specchio della nostra generazione». Se dovessi raccontare le persone che ti ascoltano come le descriveresti? «Quando ho iniziato a interessarmi di musica tutto avveniva tramite passaparola. Sentivi parlare continuamente di gruppi nuovi e questa cosa ti metteva così tanta curiosità che poi andavi ad ascoltarli. Oggi c’è X Factor, venti nomi uguali, Marco Luigi Franco... E poi c’è la De Filippi. I ragazzi arrivano a 12/13 anni con questi talent show che ti rendono innocuo, educato, profumato e
che ti fanno spendere un sacco di soldi per i vestiti. Quindi ecco chi viene ai miei concerti: tutti quelli che vogliono far parte di qualcosa che non sia tutto il resto. Ma dopo che l’hanno vissuto. Probabilmente chi viene oggi ai miei live è stato prima a quelli di Meneguzzi!». Il tuo successo e quello recente del rap in Italia ha molto a che fare con i cambiamenti sociali in corso. Soprattutto nelle metropoli. I ragazzi di adesso hanno famiglie multietniche, molti vivono in condizioni disagiate. «Non puoi più vendere l’artista che canta inni alla vita e all’amore, non è più realistico. Proprio per questo in Italia c’è sempre più bisogno di rap». A proposito di rap italiano e della fatica che si fa a conquistarsi il rispetto nella scena, tu hai fatto il
disco meno italiano. della tua sua basi rap che prendi dai produttori italiani sono la copia delle hit più sperimentale che abbiamo.
i l l u s t r a z i o n e d i D Af oNtIoEgLrEa Cf iIaN dA i D A N I E L E C I N À
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La band C2C un mix di stili
È arrivato un cd con 40 strumentali di produttori diversi, non sapevo nemmeno chi fossero. Ho scelto un po’ di basi, mi hanno proposto di andare a registrare a New York ma rappare in italiano davanti a gente che non capisce nemmeno cosa dico mi sembrava una cosa priva di senso». Hai avuto delle basi anche tramite un amico che hai conosciuto durante il periodo in cui hai vissuto a Londra. «Sì, il tipo che mi vendeva l’erba al college! Dopo che mi ero licenziato dal lavoro che facevo in Inghilterra, sono andato un mese al college. Nella foto i C2C, partendo dall'alto a sinistra Hocus e Pocus, In basso Atom and Pfel Dico college per fare il figo, in realtà era un corso di inglese in un albergo. Era il ragazzo che organizzava gli studenti, siamo diventati amici, andavo a casa sua e quando ha saputo che facevo rap ha voluto che gli facessi un freestyle in italiano: è impazzito. Siamo rimasti in contatto e un giorno mi ha mandato i lavori del suo amico produttore Luke: cinque basi dubstep bellissime! Nel disco ci sono: Frank Sinatra, Tutto in un giorno, Non correre e la bonus track Troppo di tutto». Pare che per le nuove generazioni conti più l’aspetto tecnico e i guadagni che si fanno con la musica rispetto al contenuto. «Quando prendi una ragazza che stava all’Esselunga e la metti al microfono, quello che viene fuori è soltanto: come il successo ti può cambiare la vita. Allora capisci che dietro c’è una strategia. Quando vedi Valerio Scanu che dal nulla esce, vince Sanremo e torna nel nulla, la magia della musica è sparita. La gente vuole capire perché è così, cosa ipad extra c’è dietro. Un tempo c’erano pochi cantautori importanti, oggi ci sono moda. Mi hanno chiamato anche a X Factor per fare il giudice. Mi molti esperimenti musicali che quando spariscono lasciano un davano 200 e passa mila euro per stare sei mesi davanti alle telecavuoto. E i ragazzi si fanno delle domande. Se ci fossero trasmissioni mere con gente che ti veste, ti mette la camicia. Il mio tatuatore mi tv dove si parla di hip hop forse smetterebbero. Sono tre anni che ha detto: “Non andare, non reggeresti una cosa del genere. mi invitano a Sanremo. Lo fanno solo perché il rap sta andando di
Il loro nuovo album gli ha permesso di raccogliere in pochissimo tempo numeri giganteschi di ascolti!
Con Tetra gli ascolti sono da record Non passano inosservati i loro concerti: un fascio di nervi con un fungo di capelli in testa canta e suona la batteria, a torso nudo al centro del palco. Non è il classico chitarra-e-voce. È Francesco Motta. Lui e un altro Francesco, Pellegrini,
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sono il nucleo dei pisano-livornesi Criminal Jokers, insieme a Simone Bettin e Alice Motta (sorella maggiore del frontman). Suoneranno il 2 febbraio al Lanificio di via Pietralata a Roma, nella rassegna Supersanto’s Club, organizzata da XL,
Ausgang e Lanificio 159. Motta è un vulcano di idee, schietto come il pane, il prosciutto e il vino che offre nel suo monolocale. Il suo approccio originale ai live è nato per mancanza di spazio. Non ci stava fisicamente nel palco minuscolo del locale.
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Il vinile incontra i Maker Il 33 giri Frammenti e minuscole schegge possono ingannare l’orecchio e fargli credere che stia ascoltando uno spettro sonoro continuo ma per natura rimangono tanti zero e tanti uno, tanti scalini più che una morbida discesa". Con la digitalizzazione, dunque, la musica registrata si è andata svuotando di dinamica. E gli mp3? "Non riesco a non pensare", continua Byrne, "che i trucchetti psicoacustici usati per comprimere ulteriormente la musica siano la continuazione di questa tendenza: cioè sedurci con la convenienza di un prodotto appena decente”. Fino, in qualche senso, a mangiare se stesso. Solo in Italia la torta dello streaming musicale se la spartiscono in tre: Spotify, Deezer.
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L’ultimo disco dei daft punk, random access memories, è un lavoro ambizioso, nostalgico e registrato, anche tecnicamente, come un grande concept album degli anni ’70. Solo un vezzo? A oggi l’album ha battuto ogni record di ascolto in streaming, è il disco più venduto dell’anno sia in Usa sia in Europa e, secondo la rivista Billboard, nella prima settimana ha venduto 19mila copie di vinili nei soli Stati Uniti. Era dal 1994 (anno di grazia pre-Napster) che un vinile non vendeva così tanto. Lo spiega David Byrne, musicista dei Talking Heads, nel suo libro How Music Works (Canongate Books, 2012): "Lo spettro di suono sui mezzi analogici ha un numero infinito di gradazioni, mentre nel mondo digitale tutto viene ridotto a un numero finito di frammenti.
Fai-da-te Tra poco arriveranno anche Google e la famigerata iTunes Radio di Apple. La musica è diventata davvero liquida: ti arriva a casa come l’acqua corrente Basta pagare la bolletta per quello che consumi. Con la fine dell’mp3 come merce (chi vuole più comprare oggi un file da iTunes per 1,29 ?) si è circoscritta anche la dittatura del good enough. E l’iPod stesso, oggetto del desiderio di tutti i primi anni 2000, è andato scomparendo fino a diventare una funzione sempre meno utilizzata del nostro iPhone. E l’hardware come risponde a queste oscillazioni del gusto e delle abitudini? Diffusori sempre più muscolari (uno fra tutti il Big Jambox di Jawbone) pompano steroidi nei nostri.
L'incisione Esangui mp3 e cuffie firmate da rapper famosi promettono di farteli, letteralmente, esplodere nella testa. Sul fronte del vinile si assiste a fenomeni a metà strada tra la vera innovazione e l’hipsterismo. Dal 2014, per esempio, sarà disponibile un piatto giradischi in polistirolo di Teenage Engeneering e già da qualche tempo c’è chi ha fatto un salto carpiato inventando un attrezzo che ti permette di stamparti da solo i dischi in vinile. Si chiama Vinylrecorder T560 e rende realtà la follia retromaniacale di trasformare in 78 giri i tuoi mp3 di David Guetta. In pratica, la versione hardware di quelle app che simulano il giradischi sullo schermo del tablet. È il ragionamento contrario rispetto a quei piatti.
Mondo digitale Che digitalizzavano i tuoi vecchi 33 giri. Ancora più esoterici sono i dischi microsolco realizzati con la stampante 3D e con un laser cutter dalla designer Amanda Ghassaei. In vinile ma anche in plastica, carta e legno. Sono esperimenti e suonano malissimo. Quelli di Ghassaei (non incisi, ma formati strato dopo strato con la stampante 3D) sono molto più rigidi di un vinile normale e hanno una pessima dinamica. Una cosa però è certa: se la cultura del vinile incontrerà in maniera organica quella dei maker, ci aspetta una nuova rivoluzione dell’ascolto e della distribuzione dei supporti fisico. Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo si conoscono a Parigi, al Lycée Carnot, nel 1987.
L'estro artistico Che nelle sue canzoni parla di se stesso ma finisce per parlare di tutti. Con ironia e cinismo. Un viaggio entusiasta verso un approdo senza speranza: «La fine che ci meritiamo è niente», si sente nella title-track. I Criminal Jokers restano fedeli al loro mix di folkrock, new wave e punk. «Ma, sul palco con Il Pan. Quello dei vecchi dischi non sarà più un mercato di nicchia. Grazie ai maniaci del fai-da-te e alle prime macchine per incidere 33 giri dagli mp3. dopo essere diventati grandi amici, iniziano la loro carriera musicale, prima in gruppi diversi come i Darlin' per poi congiungersi nel 1993 formando i Daft Punk. Il loro singolo di debutto fu The New Wave. L'album fu visto come un innovativo mix.
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Musica astrofisica con i Deproducers Cosa ci fanno quattro superproduttori in un Planetarium con un astrofico?
I DEPRODUCERS Da sinistra: il ricercatore Fabio Peri, Gianni Maroccolo, Max Casacci, Vittorio Cosma e Riccardo Sinigallia
Il paper di un gruppo di scienziati ha evidenziato come, se la domanda è bassa, ha più senso fermare le pale piuttosto che mantenere sistemi di batterie per lo storage 12 settembre 2013 di Manuela Messina Stoccare l’eccesso di energia rinnovabile conviene? Non sempre, soprattutto nel caso di quella eolica. Secondo lo studio di un team di scienziati guidati da Charles Barnhart del GCEP dell’università di Stanford e pubblicato sul giornale Energy and Environmental Science, se, per il solare, vale certamente la pena di accumulare energia con delle batterie, per l’eolico è più conveniente fermare gli impianti. Gli studiosi hanno evidenziato infatti come, dal punto di vista energetico, i sistemi di accumulo attualmente esistenti sono troppo “costosi” per una risorsa così a buon mercato come quella eolica. Se lo stoccaggio nelle batterie conviene nel caso degli impianti fotovoltaici in quanto i pannelli e le fattorie solari richiedono molta energia per essere costruiti e mantenuti, per quanto riguarda l’eolico il costo energetico di sprecare il surplus di produzione è inferiore a quello da sostenere per realizzare gli accumuli elettrochimici. Di conseguenza, ha più senso, dal punto di vista economico, fermare la produzione di energia eolica, quando la domanda dei consumatori è bassa, rispetto a mantenere sistemi di batteria per ipad extra stoccare l’eccesso energetico. Dall’incontro di 4 produttori del calibro di Vittorio Cosma, Gianni
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Maroccolo, Riccardo Sinigallia e Max Casacci nasce un progetto innovativo e coinvolgente, un connubio senza precedenti tra musica e scienza. Deproducers è una sorta di collettivo, al quale ha collaborato anche il superproduttore Howie B e lo strabiliante batterista Dodo Nkishi, che si ripropone di musicare dal vivo conferenze scientifiche raccontate in maniera rigorosa ma accessibile. Planetario, il primo capitolo di questa “collana”, unirà la musica alle conferenze spaziali dell’astrofisico e direttore del Planetario di Milano Fabio Peri. L’idea di Deproducers nasce da Vittorio Cosma, che decide di coinvolgere alcuni dei musicisti che più stima in un progetto che faccia incontrare musica e scienza. Una mattina, con l’idea di Deproducers in testa, decide di entrare nel Planetario di Milano, dove incontra il direttore Fabio Peri, uno scienziato con un occhio di riguardo verso la musica.
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MARZO 2013 | 100
Cosa succede quando suoni dal vivo Giulio Favero, bassista e produttore de Il teatro degli orrori, ci spiega qui cosa significa salire su un palco. Ma anche come è riuscito a catturare per il disco di XL la potenza e l’energia, che rendono le canzoni in live molto diverse da quelle in studio
La ville lumière si sta lentamente svegliando. In questo sabato d’estate, nella quieta Rive Gauche, l’atmosfera è particolarmente ovattata. In una stanza al secondo piano de L’Hotel (la stessa in cui, il 30 novembre del 1900, ipad extra è morto Oscar Wilde), il telefono squilla d’improvviso, squarciando un silenzio innaturale. Dall’altro capo del filo c’è una giovane donna, agitatissima. La sua voce sembra spezzata dalle lacrime. Posata la cornetta, Jean salta giù dal letto. «Devo andare immediatamente da Jim e Pam», dice rivolgendosi alla giovane e seducente donna che stava dormendo al suo fianco. «Jean, per favore, portami con te …»,La ragazza da sotto le lenzuola dopo aver cercato, senza successo, di alzarsi. Non sembra in sé: forse è ancora mezza addormentata, più probabilmente non ha ancora smaltito gli effetti di alcol e droga. «Adesso non è possibile», taglia corto Jean, «je vous explique plus tard…». Il tempo di infilarsi una t-shirt, un paio di jeans e Jean De Breteuil è già per strada: ha capito che non c’è tempo da perdere. Jean è un tipo sveglio. Ufficialmente è ancora uno studente della UCLA (l’Università della California a Los Angeles) la stessa in cui Morrison si è diplomato in cinematografia. Il ragazzo è figlio dei De Breteuil, ricchissima famiglia proprietaria dei maggiori quotidiani e magazine in lingua francese del Nord Africa. Alla morte del padre ha ereditato (oltre a un’immensa fortuna) anche il titolo di conte. Simpatico e disinvolto, “Il conte” (così tutti lo chiamano) è un habitué del music
business. Amico di Eric Clapton e dei Rolling Stones, conosce tutte le rockstar losangeline anche perché De Breteuil, di professione, spaccia droga. Si dice che l’eroina più pura in circolazione (la micidiale “Chinese”, 40/50 volte più potente della media) ce l’abbia soltanto lui. Lasciato L’Hotel (al numero 13 di Rue des Beaux Arts), Jean si dirige verso Rue Beautreillis, una viuzza nei pressi di Place de la Bastille. Lì, al numero 17, nell’appartamento al terzo piano di proprietà della modella Zozo LaRivière, vivono da qualche mese Pamela Susan Courson (25 anni) e il suo compagno, James Douglas Morrison (27 anni, in arte Jim), leader della rock band californiana The Doors. “Il conte” entra nel portone di Beautreillis 17 e, in un lampo, sale tre piani di scale. Si dirige verso l’ingresso sulla destra dove Pam, che lo sta aspettando, lo fa entrare nell’appartamento e gli indica la porta del bagno. È chiusa dall’interno. Dopo aver ripetutamente bussato e chiamato ad alta voce il nome di Jim, De Breteuil non ha più esitazioni: rompe il pannello di vetro della porta, riesce a girare la
chiave e a entrare… Jim Morrison giace privo di conoscenza nella vasca, in un misto di acqua e grumi di sangue. Altro sangue gli scende dal naso, possibile traccia di una emorragia interna. Sul petto nudo risaltano due grossi lividi di color violaceo. Pamela è sconvolta. Piange e urla in modo disperato mentre, inutilmente, Jean De Breteuil tenta di calmarla. Ci prova in tutti i modi. A un certo punto pensa persino di offrirle l’ennesima dose di eroina. Già perché “il conte” è il pusher fidato di Pam e Jim. Non solo. Da più parti si vocifera che lui e Pam (consumatrice abituale di eroina) abbiano una tresca, in atto sin dai tempi di Los Angeles. «Ho telefonato a Alain e Agnès …», dice una singhiozzante Pam a De Breteuil, «Alain parla francese: gli ho chiesto di chiamare un’ambulanza». Alain è Alain Ronay. di professione fotografo..
Da sinistra: il ricercatore Fabio Peri, Gianni Maroccolo, Max Casacci, Vittorio Cosma e Riccardo Sinigallia, Kole Laca (tastere), Marcello Batelli (chitarra), Pierpaolo Capovilla (voce)
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SOUND / STORIA
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RockStar
o rivoluzionari? Le contraddizioni non li spaventano, anzi: nel nuovo album parlano di scienza, ecologia e proprietà privata (da abolire), e puntano a diventare i più grandi di tutti! I Muse tornano con il loro nuovo The 2nd Law. Li abbiamo raggiunti a Londra per una lunga intervista.
di foto
Deborah Ameri
Qui l’esclusivo
Gavin Bond
reportage video solo
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su ipad. APRILE 2014 | 103
SOUND / STORIA
Le contraddizioni non li spaventano, anzi: nel nuovo album parlano di scienza, ecologia e proprietà privata (da abolire), puntano a diventare i più grandi di tutti! I Muse tornano con il loro nuovo The 2nd Law. Li abbiamo raggiunti a Londra per una lunga intervista.
Il nuovo disco dei Muse “The 2nd Law” è uno dei più attesi dell’anno; la formazione UK ritornerà sulle scene con il sesto album in studio della loro carriera che sarà pubblicato il 1° ottobre 2012. Il trio proveniente da Teignmouth è stato intervistato da vari giornali, in questi ultimi mesi, sia da magazine di settore sia da riviste di largo consumo. Proprio a riguardo, vogliamo riprendere le due interviste recentemente rilasciate a Vanity Fair e XL Repubblica, per proporvi i contenuti più interessanti emersi a riguardo. Nella prima intervista citata, dove l’autore dell’articolo ha intervistato Matthew Bellamy, sostanzialmente emerge la nuova condizione familiare della voce dei Muse, il quale spiega il suo amore per il figlio Bing; nella seconda invece viene approfondito maggiormente il nuovo disco “The 2nd Law” anche se i contenuti svelati, come si può ben immaginare, non sono purtroppo moltissimi. Iniziando dall‘intervista rilasciata a Vanity Fair, Matt Bellamy afferma di avere un ricordo molto bello dell’Italia anche se, pur avendo vissuto per anni sul lago di Como, parla poco l’italiano. Proprio in Italia, i Muse avevano registrato “The Resistence”, l’ultimo disco pubblicato nel 2009. Il cantante sembra essere totalmente innamorato della sua nuova condizione di padre, grazie alla nascita del figlio Bing avuto dalla compagna Kate Hudson. Il battito cardiaco del figlio è stato anche immortalato nella canzone “Follow Me” che sarà contenuta in “The 2nd Law”. Riguardo ai gusti per la musica italiana, Matt afferma di conoscere Vasco Rossi e Ligabue, Nella foto di sotto Chris Wolstenholme, bassista del gruppo
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preferendo il primo live e il secondo sui dischi. La parte finale dell’articolo, invece, è completamente dedicata all’amore per la compagna, l’attrice Kate Hudson con il quale convolerà a nozze ben presto. Matt Bellamy, prima di conoscere la bionda attrice, ha avuto una relazione con la psicologa italiana Gaia Polloni. Quando parla di Kate, Matt mostra tutto il suo amore, dicendo che è bello stare con qualcuno che lavora nello star system in quanto è in grado di essere comprensiva e di capirne i ritmi. La famosa della coppia, come sottolinea lo stesso Matt, è Kate che viene spesso riconosciuta per strada. L’incontro con la Hudson è avvenuto al Coachella Festival dove i Muse furono fra i protagonisti; il cantante aiutò l’attrice che si era persa nella folla a ritrovare i suoi amici e, come si dice in questi casi, il seguito è storia nota. Ricollegandoci invece a “The 2nd Law”, come ormai sappiamo ispirato al secondo principio della termodinamica, il disco vede anche la partecipazione come cantante di Chris Wolstenholme, bassista della formazione. A XL Repubblica, i Muse hanno spiegato la parentesi dubstep con i vari riferimenti a Skrillex, di cui abbiamo parlato ampiamente anche noi nelle scorse settimane. Ciò che emerge è la certezza di trovarsi davanti ad un disco profondamente variegato. Dom sottolinea che la scelta di proporre come presentazione del disco due tracce come “The 2nd Law: Unsustainable” e “Madness” è voluta proprio per depistare gli ascoltatori che si trovano ad avere un atteggiamento perplesso verso il disco. Infine emerge che “Animals” è una traccia politica, che si riferisce ai risk taker delle banche mentre “Explorers” esprime la difficoltà dei giovani di oggi che si trovano senza possibilità di crescita. “Supremacy” è invece una traccia mastodontica, in certi lati ispirata a Ennio Morricone. Si conclude con “Madness“, traccia che abbiamo già avuto modo di ascoltare, che nasce da una litigata con la fidanzata, passando per “Follow Me” con tanto di battito cardiaco del piccolo Bingham. Non si può che concludere, poi, con l’apporto nuovo e tutto da scoprire di Chris in veste di autore e cantante di due brani. Padre di sei figli, ringiovanito e dimagrito dopo i noti problemi con gli alcolici, Chris racconta che “Save Me” e “Liquid State” sono brani molto personali; il primo si riferisce alla famiglia che è pronta ad aiutarti in ogni circostanza mentre il secondo parla di una battaglia personale contro i demoni interni. C’è spazio anche per “Panic Station” brano con sonorità funk senza dimenticare l’inno delle Olimpiadi “Survival“. Da quì l'articolo finisce perchè non ho trovato nulla. «Qui c’è disprezzo per la vita. Questo posto mi
The 2nd Law, sesto disco e nuovi incroci azzardati!
Sopra Dominic Howard, batterista e percussionista
ricorda Ciudad Juarez». Ciudad Juarez è la “città della morte”, la più pericolosa al mondo davanti a Caracas e New Orleans, terra di confine tra il Messico e gli Stati Uniti. Quattromilacinquecento donne scomparse dal 1993 a oggi. Quattrocento sicuramente assassinate. Il posto che le somiglia sono le Vele di Scampia e a parlare è Carlos Cruz. Un gigante alto quasi un metro e 90 per 130 kg, esattamente il mio doppio. Carlos era il capo di un esercito criminale di 5000 ragazzi, che controllava 27 quartieri e 22 scuole. Sono le Pandillas, le migliaia di bande che infestano il Messico, la più potente narcodemocrazia esistente, dove la vita vale il costo di una pallottola. La sua storia sembra uscir fuori dal film City Of God, con la differenza che non ci troviamo in una favela di Rio de Janeiro, ma nel barrio di Rio Blanco. Città del Messico, come la mia Scampia, è in guerra: 136.100 morti ammazzati dal 2006 a oggi. In media 53 omicidi al giorno. Un bilancio di gran lunga superiore alla guerra in Afghanistan. È una mattina grigia e fredda a Napoli. Ci sono posti di blocco ovunque. La camorra
A morire eravamo sempre e soltanto noi, che non eravamo figli di nessuno e non valevamo niente. Gli altri, i figli dei politici corrotti stavano sempre lì. Un progetto politico perfetto: noi ci ammazzavamo tra di noi e loro facevano affari con i narcotrafficanti». Decide così di contattare i capi delle altre bande, per iniziare un percorso di pace. In un primo momento è odiato e viene accusato d’essere un traditore, ma alla fine riesce a farsi ascoltare da gran parte dei suoi vecchi nemici e compagni. Oggi Carlos si definisce un pandillero costruttore di pace e con la sua associazione, Cauce Ciudadano, strappa i ragazzi dalla strada, mostrandogli che un’alternativa c’è sempre e che la rivoluzione, quella vera, non si fa con le armi ma con la coscienza. La scelta di Carlos a qualcuno non è andata giù e il passato lo viene a cercare. Carlos in Messico è minacciato di morte.
non ha esitato ad uccidere un uomo all’interno di una scuola materna, dopo aver ammazzato per errore Pasquale Romano a Marianella, quartiere adiacente a Scampia, colpevole di essersi trovato al posto sbagliato, nel momento sbagliato. Saliamo le scale di questi alveari di cemento abbandonati, scansando frigoriferi, materassi, cessi spaccati, stracci, e intanto racconta. Carlos è il più piccolo di cinque fratelli di una famiglia normale. Sveglio. Forse toppo, iperattivo. Avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. E invece a sei anni viene assoldato, a sua insaputa, da un gruppo di spacciatori del quartiere, che gli prestano la bici e gli danno 5 pesos per portare pacchetti da una parte all’altra del barrio. A 13 anni entra nella pandilla dopo aver superato la prova: fare un giro di campo, inseguito dall’intera banda che bastona con canne di bambù. «Bastava farlo una volta, io di giri ne ho fatti due». Con i suoi, falsifica documenti, traffica armi rubate alla polizia, estorce denaro, svaligia appartamenti, sorride e precisa: «Solo quelli dei ricchi». Bisognava tenere il territorio, difenderlo dalle altre bande. Carlos diventa il capo assoluto di diverse pandillas, ma il prezzo è sempre più alto. «Nel 1987 eravamo ventitré, tre anni dopo eravamo rimasti solo in tre». Sul corpo ha ancora i segni della guerra: quattro ferite da arma da fuoco e un timpano rotto per le torture della polizia. Dentro ha altre ferite: «Io non ho amici della mia età, sono tutti morti». Lasciamo le vele e ci immergiamo in un flusso di facce, bancarelle di scarpe, maglie del Napoli, odori di frittura. «I mercatini poveri delle grandi città sono tutti uguali». Nell’aria gira la parodia napoletana di Gangnam Style.
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SOUND
Il vizio assurdo
Alla casa di francesco bianconi si accede tramite un ascensore strettissimo, di quelli ricavati a fatica tra le ampie scale delle case popolari di un tempo, quando a Milano c’era ancora la nebbia, gli inverni erano freddissimi e quando parlavi vedevi la nuvoletta del tuo respiro aleggiare per qualche istante nell’aria. Allora il quartiere Isola in cui ci troviamo era un quartiere popolare e operaio dove i vecchi milanesi si mescolavano ai lavoratori arrivati dal meridione per lavorare nelle fabbriche del Nord. Quello fu il primo melting pot del nostro Paese in cui i dialetti del Sud e del Nord Italia si incontravano mentre attraverso le esperienze comuni (si pensi alle famose case di ringhiera oggi tanto apprezzate da creativi single) si imparava ad accettarsi e a prendere il meglio (ma in qualche caso anche il peggio naturalmente) l’uno dell’altro. Di tutto questo oggi non c’è quasi più traccia e l’Isola anzi sta diventando il quartiere hipster per eccellenza tra nuovi grattacieli, locali supercool, trattorie, ristoranti e luoghi da aperitivo. È un bel quartiere con un’anima e una storia, uno dei posti migliori in cui abitare a Milano. Non è un caso che Bianconi l’abbia scelto. Tutto ce lo dice nelle sue canzoni: l’amore per una certa malavita che aveva qui una delle sue sedi (la “lìgera” milanese da cui viene il boss dell’Isola, Ezio Barbieri, che ridistribuiva parte del bottino delle rapine tra gli abitanti del quartiere) ma anche la bellezza industriale malinconica dei suoi paesaggi. Un “romantico a Milano” non può che stare qui (o sui Navigli o al limite a Porta Romana e Brera). Apri la porta e sei in una stanza ampia con un parquet che dà calore, open space che include cucina e camera da letto sfruttando ogni spazio. L’arredamento ha un gusto preciso, scientemente retrò. Predominanza assoluta di libri, vinili, cd, e dvd mentre in una piccola stanzetta sul retro c’è un piano da muro, una tastiera collegata a un computer e una chitarra. Appesa con una catena al
Il nuovo disco dei Baustelle è scomodo: tira in ballo argomenti tabù come la morte, l’amore, il piacere
soffitto la mitica Bubble Chair di Eero Aarnio (che diceva: “non esiste un modo bello per fare la base di una poltona” e quindi... la eliminò!). Noi la invadiamo per il servizio fotografico mentre Francesco ci racconta della cortesia meneghina dei vicini di fronte che lo salutano sempre quando lo incontrano anche se non si sono mai parlati e dei frammenti delle “vite degli altri” che si colgono guardando dal piccolo balconcino da cui sullo sfondo si vede anche il grattacielo Pirelli. Impossibile non
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Ci piaceva molto quel modo di scrivere. Nonostante facessimo cose completamente diverse ci piaceva la crudezza del punk, la semplicità, l’usare violenza e frasi che venivano dalla strada, raccontare storiacce: Lou Reed è stato il primo a farlo in un’epoca in cui c’erano Bob Dylan e Leonard Cohen che scrivevano testi bellissimi, ora sono un po brutti.
pensare al romanzo Il regno animale, che non era proprio un’autobiografia ma che ci racconta questa Milano dal punto di vista di “un provinciale”, come un tempo furono Bianciardi e Bocca, in cui Bianconi si è rispecchiato. L’intervista sul nuovo album parte con un riepilogo anche per meglio raccontare i Baustelle a chi ancora non li conosce. Visto che Fantasma è un concept album dedicato allo scorrere del tempo, ripercorriamo un po’ le tappe della vostra carriera.
fotografia di DANIELE CINÀ
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SOUND
Live
Per il prossimo mese ci aspettano tante live in tutta Italia, da andare a vedere e ascoltare. Vi inseriamo gurppi di ogni genere da scoprire, dalla Rock alla Fusion, dal Nord fino al Sud. Tante live interessanti che noi di XL vi diamo da testare sulla pelle. Tra le più richieste quelle dei baustelle che ci deliziano con un bel tour a trecentosessanta gradi - di Daniele Cinà
Lo chiamano il dylan del council estate, perché è cresciuto nel blocco di case popolari più grande d’Europa e perché quando prende in mano la chitarra fa resuscitare il menestrello. «Strano che tutti mi paragonino a lui. Non sono un suo grande fan, ho ascoltato solo uno o due dischi», rivela Bugg al telefono, appena tornato dal tour americano. Difficile cavargli più di qualche parola a risposta. La voce è monocorde, ma il tono allegro. Timido? Nervoso? A sentire lui nulla lo scompone: «I’m not bothered», non mi dà fastidio, mi scivola addosso, ripete più volte. Non sente la pressione, non legge quello che scrivono di lui, non gli importa a chi lo confrontino (tra gli altri Buddy Holly, Beatles e Oasis) e se sembri un autore molto più vecchio della sua età anagrafica, come dicono i critici. Ma non è superbia. Bugg è totalmente, irrimediabilmente, avviluppato in un mondo parallelo in cui sta molto comodo: la sua musica. Vive il sogno senza drammi: «È vero, è successo tutto velocemente, ma non è un ritmo che mi dispiaccia. Il tour è stato lungo, ma ne è valsa la pena.
BAUSTELLE - La canzone del parco Uno dei gruppi più ricercato dalle donne, non si fanno aspettare con questo tour italiano deditcato esclusivamente per voi. - 23/8 Pinarella di Cervia (RA) - Majotic Festival - 13/9 Sestri Levante (GE) - Rock planet - 7/10 San Benedetto del tronto (AP) - Medusa - 23/8 Catania (CT) - Majotic Festival - 13/9 Palermo (PA) - Rockclub Blackout - 7/10 San Benedetto del tronto (AP) - Radish VIRGINIANA MILLER - Altrove Numerosissime tappe per questa artista che con le sue melodie ricorda lo stile jazz degli anni cinquanta. Particolare e graffiante la Miller vi stupirà con le sue canzoni - 23/8 Pinarella di Cervia (RA) - Majotic Festival - 13/9 Sestri Levante (GE) - Rock planet - 7/10 San Benedetto del tronto (AP) - Medusa - 10/11 Palermo (PA) - Zazà - 23/8 Pinarella di Cervia (RA) - Majotic Festival - 13/9 Sestri Levante (GE) - Rock planet - 7/10 San Benedetto del tronto (AP) - Medusa - 23/8 Pinarella di Cervia (RA) - Majotic Festival - 13/9 Sestri Levante (GE) - Rock planet
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ASKING ALEXANDRIA - Hiatus Un concerto all’insegna del metal mature rock. Questi giovani ragazzi in poco tempo sono riusciti ad arrivare in ogni parte del mondo e sono ricordati per il loro stile unico nel suo genere. Due concerti per gli amanti del hardcore
DEFTONES Monotappa per questo gruppo americano che vuole sfondare del panorama italiano con le sue canzoni old shool rock
- 23/8 Pinarella di Cervia (RA) - Majotic Festival - 13/9 Sestri Levante (GE) - Rock planet
MARKY RAMONE Per gli amanti del rock alternativo e sfrenato vi proponiamo questo doppio incontro con Ramone, emergente che da del suo nelle canzoni che canta, rivisitando un po i grandi del passato che hanno fatto la storia
CHIARA ZOCCHI - Je vais bien Poche tappe ma che ci permettono di ascoltare questa artista emergente che sarà sicuramente da sentire. Una come lei non la trovate - 23/8 Pinarella di Cervia (RA) - Majotic Festival - 13/9 Sestri Levante (GE) - Rock planet
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MOON DUO Il Rap al giorno d’oggi sta inondando il mercato musicale ed Moon Duo vuole distinguersi grazie al loro cinisimo e alla loro ironia.
PATTY PRAVO Tutto esaurito nel suo ultimo tour, a soli 5 giorni dalla proclamazione. Non ha bisogno di presentazioni per farvi capire che lei è una che sa come colpire il pubblico
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Arte
FUMETTI / STORIE / MOSTRE / ARTISTI / EVENTI / DESIGN / FOTOGRAFIA / ARCHITETTURA
I 10 SEGRETI PER UN PERFETTO SUPEREROE Grant Morrison, rivoluzionario fumettista scozzese ci parla dei 10 segreti di un vero supereroe! -di DANIELE CINÀ
La casetta open source Da Ivrea a New York l'utopia in mostra Attenti a questi seperoei rivoluzionari La forma della musica Storia Arte a 40mila watt Una stazione ricavata da centinaia di container L'arte? È un gioco di gruppo APRILE 2014 | 111
ARTE
La casetta open source Le banche non ti concedono un mutuo? Il mercato immobiliare è completamente impazzito? La risposta si chiama Wikihouse
WikiHouse è l'ultimo kit di montaggio: un set di costruzione open-source che permette di costruire la propria casa da modelli online. Scarica i piani, procurarsi i pezzi e ottenere building - la vostra nuova casa può essere fino al crepuscolo. I disegni non richiedono competenze formali : il montaggio è un puzzle in 3D, con pezzi numerati quello slot insieme e sono martellato . E non c'è bisogno di strumenti di potere - anche il martello in dotazione è il computer a controllo numerico (CNC) lavorato . Alastair Parvin , architetto al 00 :/ , la pratica del design di Londra dietro WikiHouse , dice la logica di economista John Maynard Keynes ( "è più facile spedire le ricette di torte e biscotti") si applica a queste case . Mettendo il design nel pubblico dominio, WikiHouse spera di incitare un reale cambiamento. "Questo è l'ambizione del progetto", ipad extra
spiega Parvin . "Per abbassare la soglia per rendere la propria casa." Costruito la sua prima WikiHouse al Design Biennale di Gwangju in Corea del Sud la scorsa estate, seguito da un altro in occasione del lancio di ottobre di Hub Westminster , uno spazio di lavoro gestito congiuntamente da 00: e Westminster City Council per gli imprendi-
velocità e costi principi WikiHouse potrebbe essere prezioso ( compresi i materiali di sourcing da detriti. " Tutto quello che facciamo è consapevolmente sperimentale ", spiega Parvin . "Si tratta di scoprire quali problemi valgono risolvere . E pensiamo che questo è sicuramente uno di loro". Dopo un’esibizione a Glastonbury, nella sezione
tori che la pensano di incontrarsi e favorire la collaborazione . Dopo aver lavorato le parti (Google SketchUp plug in di WikiHouse delinea i componenti, che potete mulino da pannelli di compensato), una squadra di dieci forti costruiti la casa. La pratica sta esplorando utilizzando il modello per il recupero post-catastrofe , dove per
nuovi talenti della Bbc, ha ottenuto un contratto con la Mercury e il suo mondo si è rovesciato. Vive ancora a casa con la mamma, non vuole rivelare se abbia una fidanzata e giura di non essere cambiato di un millimetro. Neppure dopo essere diventato amico di Noel Gallagher? «È un mio grande idolo, ma frequentandolo e vedendolo backstage mi sono accorto.
Ultimo modello del sistema version3.3 WikiHouseUK, con pareti terminali, aperture delle finestre e nuove articolazioni »supergrip. Il sistema di denominazione parti è stato aggiornato, per facilitare il montaggio. La casa si compone di sezioni che si combinano per formare, questa casa che è stata fatta a mano
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ARTE
Da Ivrea a New York l'utopia in mostra L’epopea del vecchio mondo che crolla sotto l’onda del nuovo. È bastato che Gabriele Salvatores pronunciasse queste parole per far crollare le difese di Nicolai Lilin, il narratore dell’Est che ha incise sul corpo le tracce di un passato oscuro e che, prima dell’avvento del regista di Io non ho paura, ha opposto una sfilza di rifiuti alle proposte di adattamento per il cinema del suo bestseller Educazione siberiana. Anche se arrivavano da grossi nomi hollywoodiani. «Non facevano che parlare di mafia russa e paragonare il futuro film a La promessa dell’assassino di Cronenberg» – sentenzia lo scrittore – «ma non avevano capito nulla, Gabriele è l’unico regista che ha capito e che ha avuto un avvicinamento umano al progetto. Mi ero commosso vedendo Mediterraneo e sono contento che ora il destino ci abbia uniti». E così il codice d’onore dei “criminali onesti” del-
che esalta gli uomini e i loro slanci rispecchiandovi un Paese che sta perdendo le coordinate conosciute, Salvatores cerca il suo nuovo Nirvana. «L’ho girato in condizioni proibitive con tre macchine da presa e 1.300 inquadrature, con una troupe di 105 persone che mi ha costretto a rinunciare all’abitudine di salutare tutti a fine giornata. Per certi versi non è un film italiano», ammette. E il volto feroce e segnato di John Malkovich – «arrivò sul set malaticcio e gli dissi
la Transnistria, le armi, la vendetta, la dignità, la religiosità piegata a una visione del mondo impregnata di traffici e violenze, l’Urss che si sgretola tra il 1985 e il 1995 si sono sciolti, dalle pagine del romanzo, nelle immagini dell’avventurosa amicizia adolescenziale ritratta nel quindicesimo film di Salvatores. «Quello che più somiglia al sogno di cinema che avevo da ragazzo», ha detto il regista al Noir in Festival di Courmayeur, ricordando che questo è il film
di riposarsi, mi rispose che era solo il suo modo per invecchiare il personaggio di 10 anni» -, i lineamenti freschi dei lituani Arnas Fedaravicius e Vilius Tumalavicius, la luce della vitalità criminale in una terra che si sta riducendo in macerie lo dimostrano. Anche se le suggestioni, al di là del romanzo da cui si parte, sono tutte italiane. «Amo Francesco De Gregori e in particolare la canzone La storia.
Grandi ritorni: i mobili in tubi di alluminio dell'olivettiana Talponia, minimali e futuristici
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delle sue prime volte: «È il primo che faccio non partito da un mia idea. È il primo che giro in inglese senza nemmeno uno dei miei amichetti attori, anche perché non c’è neanche un interprete italiano. È come se fosse il mio primo film». Il cineasta premio Oscar, lo sappiamo, non è nuovo alle scelte coraggiose, agli scarti improvvisi dal percorso più sicuro, agli esperimenti. Ma con questo imponente noir che ha il sapore oscuro e luminoso dell’epopea,
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ARTE
Attenti a questi supereroi rivoluzionari
no. E ho aperto un sito, Tokidoki, il mio messaggio nella bottiglia da lanciare nell’oceano. È così che ho incontrato i miei attuali soci con cui è iniziato tutto». È nato tutto con il blog, un’idea del vignettista Makkox, come quella di fare un libro insieme. L’ha aperto, l’ha pagato e pubblicato le prime cose. Io ero scettico, ma ha subito macinato contatti, anche 60mila in un giorno, diventando fin troppo impegnativo per me che seguivo anche la distribuzione del libro. Ora pubblico una storia ogni 15 giorni». «Erano dei miti, ma non sono mai stato un grande divoratore di fumetti, leggevo per lo più Zagor, Dylan Dog, Tex. Poi amo i manga perché amo il Giappone. Ma sono stati i cartoni animati a cambiarmi la vita, Tokidoki è così grazie a quell’iconografia». aZ: «Se fai fumetti e sei in Italia non puoi non essere impregnato di Liberatore, Pazienza e gli altri. Io, però leggevo cose più pop: Topolino, L’uomo ragno, Dragon Ball... Ho scoperto dopo autori underground come Miguel Ángel Martín, Jamie Hewlett. E ora mi rendo conto di quanto sia stato influenzato dai manga: se non avessi letto Akira Toriyama non saprei disegnare una bocca!».Mi sveglio alle 5 del mattino, faccio un’ora di pugilato e poi vado in ufficio. Il laptop è con me anche in camera, soprattutto ora che lavoro molto.
Le cose da fare per preparasi al mondo fumettistico che ha trasformato il cinema in un luogo di culto e ammirazione dove i vendicatori possono liberamente agire.
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i l l u s t r a z i o n e d i L U C AS R E O
Uno, designer di 35 anni, vive a los angeles, collabora con i grandi brand della moda (e non solo), ha una sua linea di abbigliamento, realizza art toy e opere che entrano nei luoghi dell’arte moderna. L’altro di anni ne ha 29 e ha iniziato a fare fumetti nel 2001, raccontando il suo G8 di Genova. Mille lavori precari e poi due libri che lo fanno diventare un caso editoriale nel mondo del fumetto: La profezia dell’armadillo autoprodotto e poi ristampato dalla Bao Publishing che cura anche il secondo, Un polpo Lo stanno prealla gola. Ospiti di XL allo scorso Lucparano da anni ca Comics & Games, Simone Legno con operazioni di teasing sui alias Tokidoki e Michele Rech alias titoli di coda di Zerocalcare, si sono conosciuti al notutti i principali film Marvel già stro stand e hanno realizzato a quatdal 2008, hanno tro mani il disegno qui accanto. Sono cambiato team creativo e preso cose che non succedono spesso, così infine uno dei più come non succede spesso che due grandi beniamini geek della tv, artisti che vengono dai centri sociali Joss Whedon e riescano ad arrivare al grande pubblitutto per portare davvero al cinema co senza nessun aiuto e solo per mel’ultima grande rito. Sono cose che fanno ben sperare esclusiva fumettistica: il crossover. Siete entrambi romani e tutti e due legati al punk e ai centri sociali della vostra città. «Nel mio quartiere, il Nuovo Salario, erano in tanti a suonare. Io e i miei amici abbiamo comprato strumenti usati e fondato un gruppo, gli Happy Noise. Suonavamo punk melodico e facevamo un po’ di attivismo politico. Sono cresciuto al Forte Prenestino, porterò sempre dentro quel periodo. È un luogo estremamente creativo dove ho imparato a guardare il mondo con più sensibilità e spirito critico. Con la grafica ho iniziato così, facendo copertine dei nostri dischi, locandine e flyer dei concerti. Non avevo il computer e facevo collage, tipo serial killer». Zerocalcare: «Conoscevo i suoi lavori! Ha fatto la copertina di Sensei Sillo dei Flu! Io avevo già Photoshop, ma le nostre storie sono simili. Non so suonare e fare copertine di cd e locandine dei concerti è l’unico contributo che posso dare alla scena punk. Dei centri sociali vivo meno la parte creativa e più quella dei pipponi: a me toccano attacchinaggi e assemblee, manifesti per benefit e cortei». «Il Web. Ho lasciato il mio mondo per andare a fare il designer a Mila-
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La forma della musica A Düsseldorf l'action painting trasforma le onde acustiche in immagini e dà corpo alle note
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Le colonne sonore (di genere) all’italiana sono un patrimonio talmente vasto che riassumerne gli esiti diventa faccenda impervia: troppi i titoli, troppe le gemme che ciclicamente vengono riscoperte, e poi troppi i nomi. Oltre a quelli qui elencati andrebbero ricordati almeno i vari Giorgio Gaslini, Armando Trovajoli, Alessandro Alessandroni, i fratelli Guido e Maurizio De Angelis (gli Oliver Onions), Carlo Rustichelli, e la lista potrebbe continuare. Una buona guida a quello che fu il periodo d’oro del fenomeno è il recente volume Così nuda così violenta firmato Alessandro Tordini: pubblicato da Arcana, è un’enciclopedia il cui cuore sta nei 70 delle musiche per poliziotteschi, gialli argentiani e italo-horror. Ma già i 60 videro la
f o t ofgortaofgi raa fdi ia Md Ai DR AT NI NI EKL EL ICMI N A SÀ
nascita di un vero e proprio spaghetti sound la cui influenza avrebbe riverberato per cinque decenni buoni, specie in ambito rock: dal Morricone del periodo western alla lounge per commedie yé-yé, quel suono – così peculiare, così italiano – Centosettanta colorati grammi di vernice e un otturatore regolato a sette millesimi di secondo. È la ricetta del tedesco Martin Klimas per svelare la forma della musica. Queste sculture che durano poche frazioni di secondo hanno richiesto più di 70 litri di vernice colorata e tanti altoparlanti A ispirare Martin sono la passione per la musica e Jackson Pollock ma, soprattutto, gli studi di Hans Jenny sulle onde. Adesso, finalmente, la musica si può anche guardare.
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Carl Orff È stato un compositore tedesco, famoso principalmente per i Carmina Burana e per i "Catulli Carmina". Miles Davis È stato un compositore e trombettista statunitense jazz, considerato uno dei più influenti, innovativi ed originali musicisti del XX secolo.
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LA STORIA CONTINUA NEL PROSSIMO NUMERO
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Un Carro armato sonoro per sfondare i timpani dei galleristi di Berlino
La rete oggi sembra guerre stellari: da un lato l’impero galattico, rappresentato da potentissime corporation come Google, Apple e Facebook, dall’altro una resistenza multiforme di attivisti e hacker, i nuovi jedi che lottano con tutti i mezzi per la libertà. In realtà in mezzo al campo c’è una terza forza, silenziosa ma attivissima. È la galassia dell’open source, fatta da migliaia di progetti sviluppati a flusso continuo da un network di volontari appassionati. Uno dei simboli di questo mondo è Firefox, il mitico browser che anni fa ha battuto il colosso Internet Explorer di Microsoft e che oggi lotta fiero contro il numero uno, Google Chrome, per essere il mezzo di navigazione nel web di milioni di utenti nel mondo. Incontriamo Mitchell Baker, presidente di Mozilla, ovvero la società che realizza Firefox, durante l’ultimo festival di Internazionale a Ferrara. È una donna energica e simpatica, dallo stile lontano anni luce sia dai geek alla Zuckerberg che dai maudit alla Assange. Il titolo del dibattito a cui deve partecipare la dice già tutta, Giù
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Bomb the Bass Nick Nowak e il suo cingolato sonoro. Le misure sono: 150 -250 cm di altezza, 350 cm di lunghezza e 140 cm di larghezza
«CERTE FREQUENZE TI COLPISCONO IN MODO ESTREMO: COME UN CALCIO» le mani dalla Rete. «Le corporation digitali svolgono un’importante funzione di innovazione e generano benessere. Noi di Mozilla però, che siamo no profit, vogliamo costruire un’alternativa e far in modo che la gente sia più libera. Ogni nuovo utilizzatore di Firefox idealmente chiede al mercato un mondo tecnologico più aperto». Il confronto sul controllo delle informazioni di navigazione sugli utenti è caldissimo oggi. «Vero. Per anni anche noi abbiamo detto che non volevamo avere a che fare con i dati. Adesso però abbiamo capito che il punto non è tanto usarli, ma non guadagnarci. La condivisione delle informazioni deve avvenire in un ambiente che rispetta la privacy, vogliamo riportare le persone in controllo delle loro esperienze online». Ci faccia un esempio concreto. «Il nostro sistema di autenticazione, Persona. Sarà un’alternativa a Facebook per accedere al web, magari quando non vogliamo che i nostri dati siano comunicati. Loggarsi con FB ai vari siti che frequentiamo è comodo in molti casi, però vuol dire condividere informazioni non solo personali ma anche di tutti i nostri amici. Persona invece permette di farsi riconoscere online fornendo solo la mail, senza aggiungere altro». Proviamo a capire meglio. Un mattino qualunque, un nostro lettore prende il suo smartphone ed esce di casa. Intanto diciamo che non è solo ma ha con sé una serie di strumenti e un sistema potente.
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ARTE
Una stazione di ricerca ricavata da centinaia di container
Bharathi Indian Polar Station Un certo numero di governi mantengono stazioni di ricerca permanenti in Antartide e queste basi sono ampiamente distribuiti. A differenza delle basi allestiti nella regione artica (vedi alla deriva stazione di ghiaccio), le stazioni di ricerca dell'Antartide sono costruiti sia su roccia o su ghiaccio che è (ai fini pratici) fissato in posizione.
Dove potrebbero alloggiare degli scienziati antartici? Impacchettali in 134 container da spedizione
Questo antarctic research base è stato costruito a partire da 134 container. Architetti di Amburgo bof Architekten avevano mobilità in mente per la stazione polare Bharathi, commissionato dal Centro nazionale dell'India per Antarctic and Ocean Research. Utilizzando i container prefabbricati consentite per il trasporto più facile perché bof non era sicuro come chiudere la nave che trasporta la stazione potrebbe raggiungere il sito nel nordest Antartide. "Abbiamo costruito tutti questi contenitori con un carico massimo di quattro e mezzo di tonnellate", spiega l'architetto Bert Bücking. "Perché allora siamo in grado di trasportarli anche con un elicottero. " Si è scoperto che la maggior parte dei contenitori
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potrebbero essere trasferiti direttamente dalla nave al ghiaccio, ma la gru aveva bisogno di una base, del peso di circa 40 tonnellate, che dovevano essere costruiti. "C'è stato un rischio reale che il ghiaccio si rompono ", dice Andreas Nitschke, un ingegnere che ha consultato il progetto presso la società di Amburgo IMS Ingenieurgesellschaft. «E se il ghiaccio si rompe e la gru va giù, non possiamo tornare indietro. "Travi in legno fissati al suolo diffondono il peso, e la gru arrivati al sito. La costruzione iniziò nel 2011 e terminata nel marzo 2013. I contenitori impilati vengono collegati mediante giunti appositamente sigillati e, per evitare di essere sepolto in un cumulo di neve, l'intero edificio è a due metri da terra e in un canale
del vento, spiega Nitschke," in modo che il vento può soffiare sotto la stazione, avere accelerato e basta soffiare via la neve." La base può supportare fino a 47 ricercatori ed è autosufficiente: un sistema di desalinizzazione dell'acqua di mare elabora e utilizza tre generatori di calore e potenza combinata, che forniscono la stazione con ampio sostegno. Bücking spiega l'importanza della fiducia in se stessi: "Durante l'inverno si ha alcun contatto con il mondo esterno per sei mesi.
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ARTE / STORIA
RIVOLUZIONARIO FUMETTISTA SCOZZESE, È CRESCIUTO IN PIENA GUERRA FREDDA. NEI SUPEREROI HA TROVATO UN RIFUGIO Testi di: MARIA SALVI
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I 10 segreti di Grant Mo: I SUPEREROI SONO I NUOVI DEI
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ARTE / STORIA
Tutti hanno un segreto da nascondere ma vi siete mai chiesti quali sono quelli che rendono davvero unico qualcuno? È se quest'ultimo fosse addirittura un supereroe della notte? O uno che si aggira nella notte? Cosè che li rende davvero unici? Ecco i dieci segreti che rendono davvero perfetto il vostro supereroe con la S magliuscola!
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IL NOME Di solito si inizia con un nome.
proprietà intellettuale. Molti l'originalità va di carattere creazione e la maggior parte delle persone in questi giorni non si preoccupano di fare up fresco o superpotenze insolite quindi non è una necessità.
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IL COSTUME
Se si desidera creare un iconico, carattere vecchio stile, dare oro un mantello e calzamaglia ma se si vuole creare qualcosa che sia un po' più aggiornata quindi cercare di riviste di stile e sportswear di ispirazione, come Bryan Hitch ha fatto con l'Autorità e il Ultimates. In Batman Incorporated, abbiamo ricreato il personaggio vecchi anni '90 Hood come un analogo Batman dalla Gran Bretagna. L'originale indossava un
I nomi possono avere una diversa significati. Chiamare qualcuno Slither o The Darkness darebbe una night a tema eroe più di un pesante '90 metallo sentono che un retro Silver Age digitare il nome come il dottor Gloom o professore Notte . I nomi che le persone hanno dato supereroi negli anni '90 erano molto diverse da quelle che li davano in gli anni '60 , '50 o '40 . Che tipo di supereroe vuoi creare? se si sta creando un personaggio che si vogliono sentire come sono stati in giro per un lungo periodo poi si sceglie un primal nome della vecchia scuola come Ultiman o Capitano Strong. Ma se si desidera creare un personaggio che sembra che hanno solo stato intorno dagli anni '90 quindi si non può fare ciò che gli scrittori Image Comics e gli artisti di quel periodo hanno fatto e semplicemente cogliere le parole fredde , dure o evocativi dal dizionario, come Magister o Barricade . Oppure prendere '00 di Mark Millar approccio con una TitoloFilmato esplicativa nome come Nemesis e Superior
vestito attillato balletto con la sua palle appendere fuori e questi Scarpe pixie strani. Abbiamo ricreato lui a guardare più come il modo in cui un super-spia potrebbe vestire.
che tutti capiscono.
ma cura con la più iconica di supereroi. Di Grant Morrison segreti avrebbe indossare per essere efficace in una lotta. Non è necessario avere un eroe riconoscibile costume ma si ha bisogno il vostro personaggio a hanno un look distintivo e silhouette. Zenit aveva una maschera e un insegne torace ma altrimenti indossava abiti civili o vestiti dello spettacolo.
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L'IDENTITÀ SEGRETA
Ci sono così pochi quelli nuovi partita. Molte persone al giorno d'oggi rendere le proprie analoghi di altri personaggi, così Superman può essere ricreato come Majestic o Superior e Batman può essere ricostruita come Luna Cavaliere o il Midnighter. Hanno le stesse competenze di base, ma c'è un nome diverso e un mantello diversa, in modo si tratta di una nuova
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IL SUPER POTERE
Sono state fatte colori più militarista e utilitaristica. In Supergods , parlo di diversi approcci al Batman costume dagli anni '40 periodici fino al '60 TV mostrare e su di The Dark Knight. Christopher Nolan è stato il primo per capire che cosa i vari elementi del costume Bat significato nel contesto. anche George Di Clooney discoteca armatura era per visualizzare, piuttosto che di funzione. Nolan è stato il primo a realtà riflettere sul perché ha picchi su i guanti, ciò che è nella sua utilità cintura, e che tipo di stivali di un perfetto Stephen Jewell scopre da un maestro come fare gli eroi correttamente Ritratto di Allan Amato Sai cosa che stai ricevendo con Nemesis. Prestare la massi-
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IL CONTESTO
Alcuni personaggi come Iron Man o Fantastic Four non hanno un segreto identità. Anni Cinquanta e '60 fumetti ottenuto una grande quantità di chilometraggio da storie di eroi che cercano di proteggere
i loro civili identità, ma l'ascesa del "celeb" supereroe subordinato l'identità segreta l'idea che i supereroi sarebbe fuori e orgoglioso su chi e cosa fossero. È tutto sulla storia. L'identità segreta è l'parte più importante in senso stretto dove stiamo parlando della persona dietro la maschera.
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LA BASE SEGRETA
In primo luogo, abbiamo bisogno di cura di ciò che un personaggio sta facendo. Molti supereroi come il '60 Oro Personaggi chiave come il dottor Solar fallito a causa della personalità dud. Nonostante avere tutti gli ingredienti di questo elenco, ci era proprio niente su chi fossero e quello che hanno fatto che fosse convincente.Avere mondi paralleli permette al eroe ad affrontare le versioni cattive, le versioni più giovani, o di genere invertito le versioni di se stessi e si arriva a creare un gamma di sapori diversi basati sullo stesso gusto, come arancio-Kit Kats. Si sta andando sempre di dover creare una sorta di cornice per la vostra eroe, un universo coerente che incarna la loro psicologia e li aiuta a visualizzare tutti i loro poteri e debolezze. Pat Mills ha fatto un ottimo lavoro con San Futuro in Marshal Law. Anche se si tratta di una versione intensificata di una vera e propria città come è il caso della Marvel New York, i giochi di impostazione una grande parte nella definizione e definire il tuo eroe.
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LE VARIE VERSIONI Fanno rimpolpare la vita dell'eroe come Batman di sostegno o
di cosa ci disegnano nel mondo del suo alter ego civile, come con Superman o Spider- Man? Clark Kent è una sorta di figura di ogni uomo che lavora in un ufficio, con una cotta segreta per la ragazza scrivania accanto . Peter Parker è ancora più versione estrema dello stesso archetipo disadattato con un talento nascosto o super - auto nessuno. Ha un po' perso la sua strada quando ha ottenuto due splendide amiche drop-dead, ma prima che tutto ciò su SpiderMan di sostegno cast è stato progettato.
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«GLI EROI IN CALZAMAGLIA SONO I NUOVI DEI DELL'OLIMPO, PROPRIO COME AI TEMPI DI OMERO, CI RACCONTANO CHI SIAMO IN REALTÀ» fotografia di DANIELE CINÀ
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I NEMICI
In Batman Incorporated, vediamo un sacco delle Batcaves dei diversi "Batman". Alcuni di loro non hanno milioni di Bruce Wayne in modo che abbiano HQ a garage o dietro studi di tatuaggi, mentre un altro ragazzo ha appena ricevuto una stanza a casa di sua madre. Si può giocare con l'idea di base da con laboratori di crimine e sale trofeo. Il Batcave è un condensato della natura di Batman come un eroe della malavita. Superman, Fortezza della Solitudine la dice lunga sulla sua la solitudine essenziale alien-ness ed essenziale mentre gli X-Men vivono in una scuola. I cattivi riflettono sempre aspetti della eroe. Batman combatte psicologico Disturbi dato forma: Two-Face è schizofrenia, Catwoman è cleptomania e il Spaventapasseri è fobie. Cattivi del flash come Capitan Freddo, Ondata di calore e Weather Wizard erano Scienza di base 101 concetti dato vita a causa sono stati introdotti i personaggi di insegnare '60 bambini di scienza in veste di storie d'avventura. Hanno permesso Flash di dimostrare la propria basata sulla scienza poteri e rafforzato l'importanza il suo alter ego Barry Allen il cui lavoro come scienziato ha dato un motivo avrebbe saputo tutta questa roba. Per me, le migliori storie di supereroi utilizzano simbolismo e metafora per esprimere sentimenti eventi in real mondo. Io non sono un grande fan del "strappato dal la notizia "l'approccio polemico alla supereroi in cui Superman è sentimento tutto in colpa per la fame nel mondo.
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IL SUPER TEAM
La vita interiore di post-traumatica, supereroe post-9/11 pubblico era meglio non servito da immagini di eroi piangendo intorno a un immaginario preoccupante rappresentazione di un evento del mondo reale orribile ma il più grande, di lavoro più esaustivo grazie di tutto "male ha vinto" narrazione che ha dominato super-comics nel '00 come Wanted, Final Crisis e Secret Invasion. E 'divertente eroi seeing teaming up, con tutte le potenzialità nuovo personaggio interazioni che implica. ho spesso basata la struttura del mio propri super-squadre antico pantheon come gli dei greci Celti. l'archetipo figure che troviamo nel settore della giustizia Lega sono state utilizzate per migliaia di anni nei miti di ogni cultura: c'è un dio del cielo padre, un dio oscuro mondo sotterraneo, una madre guerriero, un vettore di informazioni super-veloce dio, un imbroglione e così via.
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L'EVOLUZIONE
Ma formazioni di supereroi può basta essere facilmente ispirato da qualsiasi altra espressione collettiva di obiettivi condivisi come squadre di calcio con i Vendicatori e giovani club con Teen Titans. il suo amore e la conoscenza in Supergods, un affascinante e storia autobiografica del genere. Quindi, chi meglio di chiedere dieci consigli essenziali per creare il vostro molto proprio giustiziere mascherato?
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L'arte? È un gioco di gruppo A Londra una retrospettiva di Jeremy Deller, l'artista che ha riletto la rivolta dei minatori inglesi come un happening, ci ricorda la bellezza delle folle
Ci sono dei romanzi capaci di farti piangere, di inchiodarti per intere giornate al pensiero dei tristi destini dei personaggi in gioco. Sono libri strazianti che ti si appiccicano addosso nonostante le distrazioni di mille impegni quotidiani, da una parte li vorresti eliminare definitivamente dalla testa per non rientrare nell’incubo di quelle storie, dall’altra non vedi l’ora di riprendere al più presto la lettura, nella speranza di scorgere un appiglio al quale almeno uno dei protagonisti si possa appoggiare,
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magari per rialzarsi un poco dalla devastante condizione in cui è caduto, fuori dalla palude di sabbie mobili che se lo sta inghiottendo. Però occorre molta abilità per scrivere vicende così drammatiche mantenendosi in equilibro sull’onda di un plot avvincente, senza mai cadere nella pedante commiserazione. Ci vuole un maestro del linguaggio che sappia disegnare scenari e situazioni universali inserendoli nella dura oggettività raccontata, che riesca a far leva su dialoghi e dettagli presi dalla realtà e riassemblati nelle gestualità e nelle azioni degli attori. Sulle tracce di autori del calibro di John Steinbeck e Jack London, il settantaduenne Russel Banks è riconosciuto a livello mondiale grazie alla profonda conoscenza delle problematiche che assillano i lavoratori americani, soprattutto se precari, disoccupati, extralegali, famiglie senza casa e migranti senza patria. La deriva dei continenti è il suo capolavoro, con il quale vinse nel 1985 il prestigioso Dos Passos Prize. La narrazione è formata da due storie parallele destinate a incrociarsi sul finale. Bob Dubois è un operaio che ripara impianti di riscaldamento in una sperduta provincia del freddo New Hampshire. Ha trent’anni, una moglie, due figlie e un futuro che vede più insignificante di quello che fu del proprio padre. L’alcool e l’amante non bastano, l’esaurimento nervoso lo sta dilaniando. Decide quindi di mollare tutto e cercare una nuova vita nel caldo tropicale di Miami, dove il fratello più grande sembra aver trovato fortuna. Ben presto Bob si renderà conto che il suo sogno deve conquistarselo con una pistola in tasca. Anche Vanise Dorsinville fugge da una baraccopoli di Haiti, è una ragazza madre con un neonato sempre attaccato al seno. Nel viaggio verso le chimere americane è accompagnata da un nipote adolescente. Sarà un’odissea negli inferi, vittima di raggiri e violenze inaudite, stuprata più volte in una buia e puzzolente stiva di una carretta di mare per poi diventare una prostituta schiava di un essere immondo. Tuttavia, protetta dai poteri sciamanici haitiani, riuscirà più volte a superare gli ostacoli in maniera rocambolesca, anche se il suo viaggio sembra non finire mai. Un grande libro intenso e profetico che finalmente è stato tradotto per il pubblico italiano.
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