UniversitĂ _degli_studi_Roma_La_Sapienza Tesi_di_Laurea_in_Composizione_Architettonica_2010-2011 Relatore:_Prof. Franco_Purini Correlatore:_Enrico_Ansaloni
“Il “luogo” dell'architettura di oggi deve essere cercato all'interno della nostra ineludibile atopia. E quindi non nella nostalgia estetizzante del banale, ma nello spazio concettuale comopreso “tra” il topos e l'atopia”.
Peter Eisenman (Blue Line Text, NY 1989)
L'architettura
ha
perso
la
sua
autenticità
divenendo
rappresentazione di se stessa. Autenticità intesa come mancanza di referenti
spaziali
e
all'edificio-oggetto
temporali
attraverso
al la
di
fuori
sua
dei
propri,
relazione
con
conferiti
un
origine
indentificabile in un luogo, in un tempo in un autore. A causa dell'industrializzazione, della produzione in serie, i concetti di autenticità e identità d'autore non possono essere piu sostenuti lasciando spazio solo al reale come esempio di presenza. Tradizionalmente in origine l'architettura è sempre stata legata alla
condizione
fattibile
e
espresse
razionale
sia
realmente
fotografia
relazione
con
riproduzione.
riparo, la
sostenere
propria
fisicamente
che
condizione di la
di
che
idealmente;
attraverso
funzione.
Tali
programma
condizioni
metafisicamente,
operando
un
cioè
vengono
esistenti
contemporaneamente
in
sia una
presenza e di assenza. Come ha intuito W. Benjamin, perde un
la
sua
originale,
La
aura
di
grazie
al
meccanica
autenticità, suo
comporta
e
intrinseco inoltre
cioè
la
sua
potenziale
l'abbandono
di del
concetto di specificità spaziale e temporale. La
modernità
l'assenza, verità
ha
esaltando
espressa
la
sempre
cercato
presenza
attraverso
la
come
di
reprimere
condizione
funzione,
e
nascondere
naturale
questo
nel
e
di
tempo
Postmoderno
si
è
tradotto
in
una
sorta
di
simulazione
del
reale,
tentando di riportare l'architettura alla sua “vera”, “naturale” eredità ormai persa. Recentemente
si
è
passati
da
un
paradigma
meccanico
a
uno
elettronico, mediatico, che definisce la realtà attraverso i media e la
simulazione,
facendo
perdere
privilegiando all'oggetto
l'apparenza
architettonico
rispetto
parte
del
all'esistenza, suo
significato
divenendo simulacro.
Per riportare l'architettura a una condizione di assenza intesa come
ricerca
di
all'architettura
una
nuova
corrispondano
convenzionali
e
sempre
considerato
stato
autenticità,
considerate
altre come
“naturale”
si
potrebbe
verità
“naturali”, associare
oltre In il
pensare a
che
quelle
architettura progetto
a
è
una
specificità di luogo o tempo, in questo caso la Città Frontale cerca di destabilizzare il rapporto progetto-luogo. Tale dualità può essere alterata quindi
considerando paesaggio
l'oggetto
autonomo,
metafisico, cioè ideale.
architettonico
stesso
individuandolo
cosi
come in
luogo
un
e
luogo
Sostituendo al progetto il luogo metafisico
si va a creare una nuova identità che vive di vita autonoma. Ed è proprio in questi punti
interstiziali che l’atopia può sviluppare la
sua portata utopica,
tra queste due realtà, quella fisica e quella
metafisica tra il topos e l'atopos che la città frontale comincia a vivere entrando
in
relazione con
loro e destabilizzandoli formando
delle nuove gerarchie di ruolo. Ovviamente, il luogo metafisico venutosi a creare entrando in relazione con un ipotetico
luogo fisico genererà un conflitto tra i
due, sviluppando una competizione tra ciò che è reale e ciò che è astratto,
le
due
entità
influenzandosi
a
vicenda,
producono
delle
mutazioni accentuando il carattere identitario. È
sempre
stata
la
pianta,
la
visione
zenitale
a
generare
la
forma è la funzione in architettura, questo fattore è sempre stato considerato
come
una
convenzione,
come
“naturale”,
e
come
una
verità. La ricerca di altre verità è sempre stata repressa, ma se si cerca
di
destabilizzare
la
triade
pianta-forma-funzione
si
può
andare oltre alla verità naturale, trovando altre verità.
Gli sezione,
edifici la
della
piante
Città
gioca
Forntale
solo
un
sono
ruolo
di
pensati
direttamente
supporto
riducendosi
in a
strumento secondario. La sezione generatrice quindi crea unicità nel progetto che porta all'autenticità.
Al
contrario
verticale città
di
della
Hilberseimer,
frontale
l'urbanizzazione metafisico,
come
Stop-City concepite
assume dallo
la
come
forma
spazio
forma
degli
estese
del
vuoto,
stessa
archizoom,
il
della
e
della
senza
bordo
luogo
città
che
limiti
che
fisico si
fa
città la
separa
da
quello
paesaggio
estetizzante.
La
Città
Frontale
bidimensionalmente, esaltando
la
si
annullando
frontalità.
La
sviluppa il
città
verticalmente
concetto è
di
composta
e
tridimensionalità da
dodici
edifici
lamellari disposti frontalmente, suddivisi in tre gruppi poggiati su di un area quadrata di circa 3km vuota, cioè destinata ad accogliere funzioni che non prevedono costruzioni, come parchi, foreste. ogni edificio
è
concepito
come
un
grande
contenitore
funzionale
ed
estetico come una città nella città, come se tutte le funzioni della città fossero state condensate in un edificio. viene
cosi
involontaria
liberata ma
dall'immagine,
presente
ricerca di un altro se.
del
dallo
banale,
La forma della città
stile,
liberata
e da
dalla se
ricerca
stessa
alla