Gioia 2013 39a

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QUESta SEttimana

chE nE Dici Di…

n°39

19/10/2013

Una SUpErgriffE lOw cOSt

mODa

LéA

SEYDOUX

SE Un baciO

Lesbo

vi sembra troppo

ho un

chiodo fisso

ma cOmE parli? gli aDOlEScEnti

SpiEgati agli aDUlti

ViAggi

PARigi

38 indiRizzi tRès joLis

bEaUtY

cAmbiA

PRofumo

come un vestito

sesso

dal ’68 al viagra rosa

cOmE SiamO

cAmbiAti

A Letto

















editoriale

Carrie è tornata.

maria elena viola direttore di Gioia!

Pronti sul divano?

Ecco la squadra della serie tv Homeland: sopra, al centro Carrie (Claire Danes), fra Brody (Damian Lewis), a sinistra, e Saul (Mandy Patinkin). La terza, attesissima, stagione va in onda da lunedì 14 ottobre alle 21 su Fox (Sky, 111). Tra i suoi fan c’è anche Barack Obama, che ha appena festeggiato i 21 anni con Michelle postando la loro foto di nozze su Instagram (sotto).

No, non quella lì, la Bradshaw, alias Sarah Jessica Parker, di Sex and the City, che ormai è acqua passata. Intendo Carrie Mathison, agente della Cia, bionda naturale, tosta, bipolare, innamorata pazza di un presunto terrorista dai capelli rossi, che poi terrorista non è, ma che non le fa comunque dormire sonni tranquilli. Una che sta alle Manolo Blahnik come Paris Hilton sta al downshifting, dunque veramente un’anti-Carrie, rispetto a quella di prima generazione, per niente bling bling, e perciò perfettamente in linea con i tempi. Il 14 ottobre la rivedremo su Fox, con la terza stagione di Homeland. E solo chi è addicted all’ultimo stadio, come me, può capire la portata dell’evento. Finita la stagione, si aspetta per mesi, con l’ultima scena dell’ultima puntata che ti apre miliardi di dubbi e possibilità. I sintomi della dipendenza si manifestano dopo una manciata di settimane, con la ricerca spasmodica di nuove “dosi” piratate della nuova stagione, in qualsiasi lingua. La verità è che con grande probabilità non è ancora stata girata, ma si fa finta di non saperlo, perché è una presa di coscienza che difficilmente si accetta. Per rendere meno dura l’attesa, si fanno sessioni di ripasso delle vecchie puntate oppure ci si consola con altre serie, ricavandone un blando effetto placebo. I più sgamati hanno pusher che a tempo debito passano sotto banco anteprime dell’ultima stagione già partita negli Usa. Ma è una magra consolazione, perché a quel punto l’attesa è già pressoché finita per tutti. A consolarci di questa follia collettiva, che ci fa sentire fragili e immaturi, ci vengono in soccorso alcune riflessioni: Homeland è la serie preferita di Obama, che è presidente, Nobel e ha meno tempo di noi; come potevamo illuderci di rimanere immuni, essendo al confronto comuni mortali?; puntualmente, agli Emmy, si aggiudica uno sfracello di premi: se ci piace ci sarà un perché; la protagonista Claire Danes, passata da banale sciacquetta di un lontano Romeo + Giulietta con DiCaprio a diva planetaria, è una di noi, sedere un po’ basso, pantaloni che non le donano, abbinamenti sbagliati, e occhiaie: impossibile non amarla; se vedi la prima puntata sei spacciato. E adesso, se non avete mai visto Homeland e vi è venuta voglia, siete avvertite: guardatela pure, a vostro rischio e pericolo. scrivetemi a: direttoregioia@hearst.it.

17



sommario settimanale N° 39/ 19-10-2013

17 28 28

L’editoriale

di Maria Elena Viola

Posta per Gioia Spillo di Lisa Corva in copertina

Sette idee per la settimana di Federica Fiori

39 42

sE NE parLa I’m a girl di angela VItaliano

56 LÉA SEYDOUX: ÈLEI LA NUOVA BARDOT

Taglia & cuci di serena La rosa

33

SUPER GRIFFE LOW COST

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!

60

AdoLeScenTI: ISTRUZIonI PeR L’USo

19


sommario settimanale N° 39/ 19-10-2013

83

46

Le geek c’est chic! di Federica Fiori

48

Real politik di Stefania Miretti

papaleo & 52 scamarcio: insieme al 54 cinema

Ma perché di Corrado Formigli L’intervista espresso di Pamela Dell’Orto

attualità in copertina

Lui, lei, Léa

di alessandra Matella in copertina

Non c’ho sbatti di ilaria Solari

46

il secchione imbranato ? Fa tenDenZa

67

È ora: cambio di stagione! di Federica Fiori

73

Masters &Johnson Vi dice qualcosa? di Guia Soncini in copertina

1969/2013:

sex in progress di Francesca tumiati in copertina

76

1969/2013 com’È cambiato il sesso

Rocco Papaleo Ma quale sex symbol! di Francesco uccello

67

cambio Di stagione!



sommario settimanale n° 39/ 19-10-2013

108 farfalle per brillare

94

in copertina

Per fortuna ci sei tu di rossana campisi

92

Amore e guerra

di laura logli

moda

94

Fantastico! di camilla rolla

104

Il chiodo con... di manuela troletti in copertina

Hobo chic

di ilaria norsa

maglione: il must dell’inverno

105 la clutch con le fiamme

!

Di più su

124

Now new next di federica fiori

126

Michimood di michela gattermayer

iPad

bellezza & wellness in copertina

Lascia la scia di angelica dal re e Barbara lalli

138

Bolle di benessere di Barbara lalli in copertina

Profumi e balocchi di Barbara lalli in copertina

Prendi le misure e scegli la tua dieta di grazia pallagrosi

146

130

un profumo per ogni occasione

148

lifestyle I love bruschetta a cura di laura savini Art attack

di stefania aledi in copertina

Et voilà Parigi di paola vallatta

154

Che bel film, Belleville di giuseppe culicchia



sommario settimanale N° 39/ 19-10-2013

156

148 arredare con i quadri

158

Inventa lavoro di Silvia Orlandini

169

Affari di cuore di Francesca Tumiati

170

Oroscopo di Francesca Tumiati

iPad

!

146

bruschetta: il bello della “merenda povera”

passaparola

161

Cinema. Libri. Arte. Televisione.

167

Indirizzi

156 Di più su

Green

di Anna Barera

metti fido al polso

perché abbiamo scelto questa cover?

PER l’aRia acqua E saPonE di léa

Il trucco c’è, ma non si vede. Perché la regola del less is more (più tolgo, più aggiungo) funziona quasi sempre. Provate! PER il “colPo di sPazzola E via”

Una tecnica che Léa applica alla perfezione. Il massimo? Aggiungere, come lei, qualche riflesso “dolce” fra i capelli. PER la gEnialità

dell’accostamento reggiseno nero/tutù bianco talco: supersexy! la moda e la bellezza Stylist Camille Seydoux (sorella di Léa), foto Driu & Tiago / H&K / BlobSa.eu. Reggiseno Prada (Léa è anche testimonial del profumo Prada Candy) e gonnellona tutù Christian Dior. Trucco William Bartel. Pettinatura Olivier Lebrun. I prodotti usati: Dreamtone 01 per l’incarnato. Ombretto Ombre Hypnose Drama beige, mascara Hypnose Drama Black. Rossetto Rouge in love n. 200 Rose Thé. Tutto Lancôme.

QUESta SEttimana

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n°39

19/10/2013

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cAmbiAti

A Letto





posta

Scrivici

Le vecchie copertine di Gioia!, con e senza punto esclamativo.

Commenti da fare? Noi siamo qui: gioiaposta@hearst.it, facebook.com/Gioiamagazine. E non dimenticate l’app Instamood by Gioia! per condividere le vostre emozioni grazie del vostro punto esclamativo

lasimo70 E alla fine si studia anche con Gioia!

roxi ESSE

I braccialetti di Gioia! Tanto belli che sono andati a ruba alla blog fest di Rimini.

Che sorpresa, carissima direttrice, trovare un nuovo Gioia! col punto esclamativo. Ne avevo trovati tanti alla ricerca delle novelle scritte da mia mamma, negli anni ’40, ’50, pubblicate nell’“antenata” della rivista da lei diretta. Avevo trovato anche tante altre cose interessanti in una rivista che esce da ben 76 anni e ha ancora voglia di rinnovarsi. Complimenti! Mi sembra di vedere, nel suo entusiasmo e nella sua grinta, tanta passione e determinazione. Da tempo volevo scrivervi, sto lavorando a una pubblicazione delle novelle di mia mamma, scomparsa lo scorso 16 luglio a 95 anni, vissuti con entusiasmo e tanta voglia di vivere e di dare. Le novelle sono più di una ventina, 18 sono uscite sulle pagine di Gioia, sia quella col punto esclamativo, sia quella con le pagine bordate con la scritta “Vincere”, sia quella senza punto esclamativo. In quei racconti, niente sesso, niente tradimenti, niente vendette, solo la consapevolezza che chi scrive può offrire sui temi della famiglia, dei sentimenti, del lavoro, situazioni positive che possano essere d’aiuto a tutte (ma queste parole le ho copiate da lei!!). Perché anche i momenti del passato, un grande pregio l’avevano: hanno insegnato a godere delle cose

elementari (anche queste sono parole sue, direttrice!). Grazie e distinti saluti. Francesca Peretti Cara Francesca, è un piacere per noi

avere riallacciato questo filo che tiene insieme il ricordo della sua mamma, il giornale che lei legge oggi e la nostra idea che nella vita delle donne di ieri e di oggi ci sia qualcosa di bello e di forte che vale la pena raccontare. Continui a seguirci.

una ruBrica tutta per noi

Gentile direttrice, ho conosciuto Gioia! grazie all’abbinamento col Secolo XIX. All’inizio ero un po’ diffidente verso le riviste cosiddette femminili, ma constato che si sono molto evolute e trovo Gioia! intelligente, intrigante e dignitosa. Da ex prof quasi ottantenne mi permetto di darvi un suggerimento: perché non inserite una rubrica per noi vecchiette, con consigli e suggerimenti, magari intitolandola Terza età ? Augurandomi un vostro riscontro, vi saluto cordialmente. Jolanda Cara Jolanda, sono felice di aver con-

quistato una non lettrice di femminili

DI www.lisaCorva.Com

Poesie, frasi e pensieri da asporto

Al suono ipnotico della lavatrice lavo le mie macchie curo le ferite trasformo il dolore in cicatrice

(Francesca genti)

non sarebbe meraviglioso potersi mettere in lavatrice, uscirne pulite e profumate? senza più le macchie dei rimpianti, delle malinconie, del disamore. e stenderci fuori ad asciugare, respirando l’ultimo tiepido sole. A un corso di food e foto!

fra 307



posta

ibibi 85

militante. Riguardo alla terza età (che ha sempre meno voglia di invecchiare, vivaddio!), abbia fede, ci stiamo lavorando... Un caro saluto.

Dall’eDitoriale... alla quiche

nickcarrassi

Quanto ci siamo divertiti con Instamood by Gioia! alla blogfest di Rimini!

reinanileya

Gentile direttore, è da un po’ che desidero scriverle: adoro il nuovo Gioia! Mi piace tutto: cucina, moda, l’inventa lavoro, il suo editoriale, la posta. Sul numero 37 il mio oroscopo era azzeccato in pieno: sono Acquario e quella è stata una settimana tosta! Questa settimana ci avete fatto un regalo: il vostro abbonamento a un prezzo super; mi chiedo solo: quando mi arriverà il giornale? In passato avevo smesso di essere abbonata a un settimanale solo perché in edicola usciva prima! Domani ho tempo per cucinare e proverò le mini quiche ai porri e le polpette. Grazie ancora per tutte queste idee. Marilena

curvy è bello? lo Dite voi...

Cara Gioia!, tutti dicono che le ragazze in carne sono belle, ma poi, quando noi che siamo in carne per davvero ci innamoriamo di un ragazzo, quello non ci vuole. Da qui nascono le mie insicurezze. Sono bionda, ho gli occhi azzurri e sono quasi perfetta... ma sono grassa! È il mio punto debole, perché influisce molto sulle mie relazioni con i ragazzi. Il mio ex mi ha lasciato per questo motivo. Io vorrei chiedervi cosa devo fare per trovare qualcuno che mi apprezza, senza volermi cambiare! Sus

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Carissima, si può sempre cercare di

migliorare il proprio aspetto facendo una vita sana e nutrendosi bene, ma la cosa più importante è cercare di volere bene a se stesse. Solo così, partendo da una nuova considerazione di sé, può coinvolgere positivamente anche gli altri. E in ogni caso, tenga d’occhio la comunità di blogger e fashioniste curvy impegnate in Rete. Di recente, la stilista Marina Rinaldi le ha invitate a Milano come testimonial della campagna Women are back e noi di Gioia! le abbiamo incontrate. Erano in carne, sì, ma anche così sicure e positive che non abbiamo fatto fatica a credere che faranno strada.

un premio a iKea Gentile direttore, ho letto il suo articolo su Ikea (Gioia! 36) e credo anch’io che il titolare di questa azienda meriti un premio. Lui, più di tanti altri, ha fatto sì che tutti potessero avere case di gusto con una spesa minima. La saluto e le auguro buon lavoro e buona vita Angela Maria Starace

i nostri errori Nel servizio beauty Rosarosae... rosae (Gioia! 37, pag. 198) è stato omesso il nome delle fotografa, Katrine Rohrberg (Tomorrow Management). Ce ne scusiamo con l’interessata e con le lettrici.




!

Che

Sette idee per la settimana a cura di federica fiori

il chiodo fucSia E PrEzioSo, fEndi. ma di naPPa nEra è EvErGrEEn.

Che ne dici di... ...segnarti i cinque must dell’autunno?

Pochi pezzi, ma come si suol dire, decisivi. Sono quelli che davvero faranno tendenza nella stagione entrante. E che ti aiuteranno a trasformare la mise di ogni giorno in un look memorabile. Se sei in vena di shopping, tienilo presente. Qui trovi i più belli (secondo noi), ma se sono fuori budget, niente paura. Guarda e ispirati. La moda è generosa: una volta individuato l’obbiettivo, sta a te scegliere dove comprarlo.

il megacollier Purché con PiEtra/E, comE QuELLo di dior.

gli anfibi QuELLi GioiELLo, Saint LaurEnt. cooL anchE in vErSionE baSic.

la gonna a ruota La Più chic, antonio marraS.

la borsa a tappeto comE La cLutch di LouiS vuitton.


2

... divertirti con la Pop art?

l’arte americana spopola nei musei italiani. se già avete visto Pollock e gli irascibili a milano, correte subito a Pisa. il 12 ottobre, a Palazzo blu (approfittatene per passeggiare sui vicini lungarni), apre la mostra andy warhol. dura fino al prossimo 2 febbraio (mostrawarhol.it) ed espone oltre 150 opere provenienti dal museo di Pittsburgh, città natale del maestro della Pop art, e da altre collezioni usa ed europee (nella foto, skull, serigrafia e acrilico su tela del 1976). sempre lui, andy, è al centro dell’esposizione allestita al Palazzo reale di milano, dal 24 ottobre al 9 marzo 2014 (comune.milano.it). la rassegna presenta i lavori, proprietà di Peter brant, un amico di warhol che fin da giovane raccolse opere di artisti contemporanei d’oltreoceano. S.R.

... avere il “tuo” cioccolato?

il dilemma è: la mangio o la conservo? Per le generazioni cresciute a pane e Nutella (parecchie dal 1964, anno di nascita della spalmabile), l’occasione di avere un vasetto personalizzato è ghiotta. Quindi, da ottobre a dicembre, tutti in fila in negozi, supermercati e parchi, con il vasetto sotto braccio per incollarci l’etichetta con il proprio nome (e/o quello del fidanzato). sperate solo che rientri fra i 145 nomi che la ferrero ha stampato, scegliendo i più diffusi in ogni regione. su nutellaseitu.it c’è un programma di eventi denso come una crema. già la Coca-Cola aveva pensato a rendere unico il prodotto del cuore. file chilometriche, lo scorso luglio, per etichettare una lattina (lì il nome si poteva scegliere). ora, su ebay, le lattine brandizzate sono in vendita, da tre a dieci euro. anche questa è condivisione. O.F.

© museum moderner kunst stiftung ludwig wien, on loan from the austrian ludwig foundation) © the andy warhol foundation for the Visual arts inc., by siae 2013, federico garolla/contrasto

sette idee


... (ri)vedere Albertone?

era la sala dei grandi film: Vacanze romane, riso amaro, la dolce vita. i romani facevano la fila davanti all’etoile, il cinema di piazza san lorenzo in lucina. Poi nel 1991 chiuse e invece di diventare un mall o una discoteca, come spesso accade, il marchio louis Vuitton acquistò l’edificio per farne la sede della sua maison. e trasformare un piano intero in un laboratorio a sostegno dei giovani cineasti con una sala cinematografica da 19 posti, dove vedere i migliori film del passato. fino al 10 gennaio 2014, in scena ci sono i più bei film a episodi di alberto sordi. il luogo più adatto per ricordare, a dieci anni dalla sua scomparsa, un romano doc come lui. O.F.

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... ringiovanire con una crema?

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avreste mai detto che la lava vulcanica potesse aiutarvi a combattere l’invecchiamento? i minerali purissimi che se ne ricavano (il nome è complicato ma ve lo diciamo nel caso vogliate approfondire sull’enciclopedia: obsidian mineral complex), rappresentano un vero e proprio “fertilizzante naturale” per la pelle. lo trovate in un vasetto davvero speciale, quello che racchiude la nuova crema nera extrema supreme reviving di giorgio armani. Potete provarla solo a milano, da armani/manzoni 31 o a la rinascente duomo, dove è venduta in esclusiva. costa un po’ (€ 380), ma il risultato è garantito. B.L.

... scoprire il bello della scienza?

«sono tra coloro che pensano che la scienza abbia una grande bellezza. uno scienziato, nel suo laboratorio, non è solo un tecnico: è anche un bambino messo di fronte a fenomeni naturali che lo affascinano come una favola», diceva marie curie. e quindi, in questo mondo in crisi, perché non provare a ripartire proprio dalla bellezza? l’idea è il tema portante del Festival della scienza di Genova 2013, che dal 23 ottobre al 3 novembre invade il capoluogo ligure: più di 90 sedi e 300 eventi, 12 giorni di mostre, spettacoli teatrali, laboratori, grandi personaggi, conferenze, eventi, giochi e interattività. Per affascinare con la scienza tutti, ma proprio tutti (festivalscienza.it). G.G.

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sette idee

Christian laCroix per petit bateau la collezione unisce righe marinière, cotone e velluti dell’opéra de paris. la maglia (€ 94) su petit-bateau.it

melissa + karl lagerfeld la “mary-jane” ginga, che in brasiliano significa savoir faire (¤ 109,90). melissa.com.br

e che ne dici di...

... una supergriffe low cost

?

Quando leggerete i prezzi dei capi pubblicati in questa pagina, scommettiamo?, strabuzzerete gli occhi. perché a disegnarli sono stati alcuni dei nomi più altisonanti del prêt-à-portèr, ma lo hanno fatto per marchi che di low cost se ne intendono. come Karl lagerfeld, i cui abiti e accessori più prestigiosi costano cifre ad almeno tre zeri, ma che per il marchio brasiliano melissa disegna da tempo una collezione di scarpe superchic alla portata di tutte. o come la francese isabel marant (attesissima, il 14 novembre, la sua capsule per h&m), talmente brava da aver indotto le fashion editor che più contano a scucire la fatidica frase: «Questo, fa tanto marant». o, ancora, come il couturier christian lacroix, che per petit bateau ha creato una minicollezione di capi semplici ma irresistibili. un progetto rivoluzionario è anche fashion for young generations (f4yg) di ovs che ogni sei mesi lancia un giovane talento, affidandogli la creazione di una capsule collection con la supervisione di uno stilista affermato. stavolta è toccato a dafne maio, studentessa all’istituto marangoni, affiancata dal re dei piumini, alberto aspesi. il risultato? giudicate voi... .

maarten van der horst for topshop lui, firma emergente della moda, sfila a londra. dove topshop ha il suo Quartier generale. la camicia (¤ 59), su topsHop.com

ovs #f4yg la collezione sarà in vendita in 120 store italiani e russi e online, su oVs.it, dal 26 ottobre (da ¤ 49,90 a € 69,90). isabel marant pour h&m prezzi a partire da € 19,95. dal 14/11 negli stores e su Hm.com

adidas by raf simons un’anticipazione della p/e 2014: le sneaKers disegnate dall’attuale direttore creativo di christian dior per il marchio più cool dello sporstwear. (¤ 320). tenete d’occhio il sito aDiDas.com




seneparla

fatti, commenti e obiettivi della settimana

NYC girls projeCt

«Sono una ragazza. Sono intelligente, avventurosa, socievole, unica, brillante

e forte. Sono bellissima così come sono». È lo slogan della campagna NYC Girls project, voluta dal sindaco di New York, Michael Bloomberg, costata 330.000 dollari e destinata alle ragazze dai sette ai 12 anni: quelle che, dati alla mano, per l’80 per cento si sentono grasse e brutte. Testimonial sono 21 ragazze di età ed etnie diverse che, sorridendo, spiegano le vere ragioni della loro “bellezza”. «Troppe ragazzine si comprano la guaina modellante Spanx a dieci anni», dice Samantha Levine, responsabile della campagna, «temendo di essere prese in giro per il loro aspetto fisico». Tempo qualche anno, arrivano sul lettino del chirurgo plastico. Ma da oggi si cambia. Angela Vitaliano

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seneparla

Mondo precario alcuni volti del progetto della fotografa Michela Battaglia, che ha ritratto precari in diverse città italiane.

non ho niente da fare di Marta Dore - foto Michela Battaglia I dati Istat parlano chiaro: il tasso di disoccupazione nazionale è al 12,2 per cento, e quella giovanile ha superato il 40 per cento. i freddi numeri, però, non raccontano il limbo dei quarantenni, la maggioranza silenziosa dei disoccupati: quelli che non sono né under 29 né over 50, e non vedono un futuro. in questo quadro, nasce lo spirito della condivisione che ha dato vita all’iniziativa dell’associazione milanese articoloquattro (www.articoloquattro.org). L’associazione ha già inaugurato a giugno due centri per l’operazione ascoltaMi: un giorno la settimana per quattro ore sono aperti spazi dove i liberi professionisti con partita iva, ma senza lavoro, possono andare a raccontare la loro situazione e ad ascoltare quella degli altri. il progetto, primo in italia, si rivolge quindi a chi è incastrato

Pasionaria Madonna (oggi 55 anni) negli anni ‘80.

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in quella zona grigia, lontana dai riflettori delle cronache giornalistiche e sindacali, dove non si ha reddito ma nemmeno un paracadute economico e sociale. «Una condizione da cui è difficile uscire», spiega Giulio Trevisani, presidente di articoloquattro. «Vogliamo creare comunità resilienti, capaci di resistere e promuoversi. Non solo: stiamo proponendo agli assessori della giunta milanese il progetto di un contratto sostenibile, che prevede la defiscalizzazione alle micro imprese purché diano lavoro ai liberi professionisti». L’associazione sta collaborando anche con la compagnia teatrale alma rosé che, partendo dalle storie raccolte, sta costruendo lo spettacololaboratorio Partita viva, in cui prenderà corpo la vita vera di persone vere. «Bando ai piagnistei, però», dice Manuel Ferreira, di alma rosé. «Per far volare il messaggio bisogna che sia leggero. Le nostre serate aperte alla cittadinanza (la prima sarà il 24 ottobre a Villa scheibler a Milano) offriranno spunti di riflessione, ma anche momenti di risate per trovare la forza di reagire e trasformarsi».

vIolenza, Il rIscatto Che l’inizio non sia facile, per chi insegue il sogno del successo, lo sappiamo. Ma che la New York anni ’80, ben poco friendly con le ragazze di provincia, sia stata crudele con Veronica Ciccone al punto da infliggerle uno stupro, non lo immaginavamo. Lo ha confessato lei ad Harper’s Bazaar, che le dedica una cover super glamour. Si spiega meglio, così, il suo docu-film Secret project revolution, 17 minuti in bianco e nero in cui denuncia violenze e discriminazioni, con particolare attenzione al femminicidio (cercatelo su YouTube). Perché lei, la violenza, l’ha provata sulla pelle. Madonna, però, non si ferma mai. E ora chiede al popolo della Rete di dare la propria definizione di libertà. Seguite il progetto su artforfreedom.com G.G.

KiKa Press

La vera generazione perduta? Quella dei quarantenni e delle partite Iva. Che prova a ripartire. raccontandosi



seneparla Taglia e cuci

di seRena la Rosa

L’amore È più forte dei tabLoid

cosa succede se l’ameRica si feRma

Non si può visitare la statua della Libertà né salvare le balene. La mancata approvazione del bilancio statale ha bloccato molti servizi. Ecco tutti gli effetti, di Ornella Ferarrini secondo il Washington Post Finché dura la serrata degli uffici pubblici, negli Usa non si potrà più: 1) Certificare i cibi bio (la sezione incaricata del ministero dell’Agricoltura è chiusa). 2) Presentare reclami allo sportello per le libertà civili. 3) Adottare cavalli selvaggi e asini. 4) Organizzare mostre, eventi e viaggi di veterani e forze armate. 5) Ottenere licenze per l’apertura di negozi di alcol, tabacco e armi. 6) Girare riprese nello spazio a scopo di divulgazione (uno dei compiti della Nasa). 7) Visitare parchi nazionali, musei, e la statua della Libertà. 8) Visitare i cimiteri di guerra. 9) Vigilare su rating e credito (da parte delle autorità federali). 10) Presentare reclami telefonici relativi a carni e pollame. 11) Sorvegliare cambiamenti

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climatici, oceani e uragani. 12) Soccorrere le città allagate in Colorado. 13) Presentare una richiesta di indulto ai tribunali. 14) Sottoporre gli autisti dei mezzi pubblici a test antidroga. 15) Esaminare le denunce di discriminazioni sul lavoro. 16) Pagare 75 dei 90 domestici addetti alla Casa Bianca e alla famiglia Obama (ne restano 15). 17) Finanziare i lavori della Commissione per le Belle arti. 18) Far funzionare la banca dati dei lavoratori immigrati (che si occupa di permessi di soggiorno, ecc.). 19) Ottenere licenze per imbarcazioni, turistiche e non. 20) Monitorare le miniere, tranne gravi emergenze . 21) Monitorare la salvaguardia delle balene.

Ripensamenti Michael Douglas e Catherine Zeta Jones hanno deciso di riprovarci.

SPLASh NEwS/COrBiS, GEtty iMAGES

serrata Era successo solo nel 1995, sotto la presidenza di Bill Clinton: il 1° ottobre gli Stati Uniti hanno chiuso tutti gli uffici pubblici.

«Figurati, sarà la solita bufala estiva», avevo pensato ad agosto, dopo avere sentito la notizia della rottura tra Michael Douglas e Catherine Zeta Jones. Con la precarietà lacerante degli amori normali, senza di mezzo scandali o avvocati, avevano semplicemente cominciato a non frequentarsi più. Dopo 13 anni di matrimonio, due figli, decine di vacanze perfettamente fotogeniche, centinaia di red carpet mano nella mano. Dopo il cancro alla gola di lui, il disturbo bipolare di lei. Senza prendere decisioni definitive, e ciononostante finendo sui giornali, alla voce “coppie che si sono sfasciate nel 2013”, come divorziandi celebri qualunque. Invece, ricevendo l’Emmy per Behind the candelabra, l’altra settimana, Douglas da Los Angeles ha ringraziato Catherine. E facendosi fotografare a New York, pochi giorni dopo, Zeta Jones non ha fatto nulla per nascondere la fede ancora al dito. Non c’è bisogno di postare messaggi trasversali su Facebook, quando ogni sospiro finisce in copertina. L’amore vince sempre, sull’odio e sui tabloid. Speriamo.



seneparla

benvenuti

Nella miniserie tv Altri tempi Stefania Rocca è una prostituta degli anni 50, ruolo che riapre il dibattito sulle case chiuse. Perché qualcuno le rimpiange. E propone un referendum sulla legge Merlin di Francesca D’Angelo

Il suo personaggio ci farà emozionare, ma soprattutto discutere:

Stefania Rocca interpreta Duchessa, una seducente prostituta del bordello Raffaello, in Altri tempi, miniserie sulle case chiuse in onda il 13 e il 14 ottobre su RaiUno. Una storia forte, che riapre il dibattito sulle case di tolleranza. La vedremo presto al fianco di Luca Zingaretti, in Olivetti, sulla vita di Adriano Olivetti, l’imprenditore il cui nome è legato alla prima macchina per scrivere portatile. Sarà poi di nuovo in tv contesa dai fratelli Rengoni – Alessandro Gassman e Giorgio Marchesi – in Una grande famiglia 2. Sembra avere una passione per i ruoli poco convenzionali. Mi piace molto esplorare, con i miei personaggi, l’universo femminile: credo che le donne siano molto più complesse rispetto allo stereotipo della mamma tutta casa e chiesa. In questo senso Altri tempi riesce a raccontare in maniera strepitosa il mondo femminile, senza mai scadere nel pietismo. Nella miniserie la vedremo anche vecchia e mortificata nella sua femminilità. Quando recito mi trasformo per arrivare al cuore delle cose, per raccontare una verità. Per questo trovo che non sia mai mortificante. Se mi ponessi il problema di non risultare brutta in video, allora avrei dovuto smettere di recitare a 30 anni. In una scena simula l’orgasmo, come in Harry ti presento Sally. A che scopo? Serve a mostrare, pur con leggerezza, quanto la finzione sia diventata parte della vita di Duchessa. Inoltre, rappresenta un importante spaccato di solidarietà femminile: insegno alla protagonista, Ninfa (Vittoria Puccini, ndr), i segreti del mestiere. Ed è anche un modo per sfatare il mito delle donne in perenne competizione tra loro: persino in un ambiente duro com’era quello delle case chiuse ci può essere spazio per l’amicizia.

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E se fossero cooperative? «Sono 31 anni che chiediamo una legge per combattere lo sfruttamento e regolamentare la prostituzione e ora con un referendum pensano di risolvere tutto?». Pia Covre, sessantenne, fondatrice del Comitato per i diritti civili delle prostitute, liquida la recente proposta di tornare alle case chiuse del sindaco di Mogliano Veneto (Treviso) Giovanni Azzolini e di Sveva Belviso, ex vicesindaco di Roma. Dal 5 ottobre si può firmare per abrogare la legge Merlin, che decretò la chiusura dei bordelli nel 1958. Raccogliere 500.000 firme non è uno scherzo, anche per la pruderie cittadina. «È la solita trovata dei sindaci per farsi pubblicità», tuona Covre. Perché è così contraria? «Ma quale tutela! Le proposte sono solo repressive e di controllo: le donne non sono libere di gestirsi in autonomia e lo sfruttamento diventa legalizzato». Non solo. «Le prostitute in Italia sono circa 70.000, l’80 per cento sono straniere e il 40 per cento di queste sono extracomunitarie, se hanno un lavoro devono avere il permesso di soggiorno. I sostenitori del referendum sono pronti a combattere il mercato clandestino?». Chi si prostituisce oggi non rischia più come prima: il reato di adescamento è stato decriminalizzato nel 2000 e trasformato in sanzione (con differenze da Comune a Comune). E chi affitta una casa a una prostituta incorre nel reato di favoreggiamento. La soluzione? «Seguire l’esempio della Nuova Zelanda, dove una legge favorisce le piccole cooperative di donne, che così lavorano insieme e si sostengono a vicenda». O.F. Senza veli A 71 anni suonati, le gemelle Martine e Louise Fokkens hanno chiuso con la professione nel quartiere a luci rosse di Amsterdam. E aperto il cassetto dei ricordi nel libro Due vite in vetrina (Vallardi).

ANGELO tUREttA

Donna di vita Stefania Rocca, 42 anni, in Altri tempi, su RaiUno.



seneparla

geek c’est chic!

il nostro (super)eroe clark kent, prototipo nerd ante litteram. si noti l’aria rapita di lei.

ex maghetto a destra, daniel radcliffe alias allen ginsberg in giovani ribelli (al cinema il 17 ottobre). sotto, occhiali da intellettuale, lanvin.

Gli stilisti, con la lungimiranza che li contraddistingue, avevano già fiutato la tendenza a giugno. Portando in passerella il prototipo del giovanotto, che − si prevede − sarà il campione d’eleganza nel 2014: il cervellone della classe, quello col pulloverino a rombi, il giubbotto un po’ rigido e i pantaloni un dito troppo corti. Ora c’è il puntuale film in arrivo a confermarlo, Jobs (in Italia il 14 novembre): con Ashton Kutcher, ex toy-boy di Demi Moore, una predisposizione modaiola fin da tempi non sospetti (ricordate i suoi improbabili maxicardigan da eterno studente?), impegnato a onorare la figura del grande Steve (Jobs, appunto), sulle cui doti intellettual-imprenditoriali non avevamo dubbi, ma sulle cui mise da studente mai cresciuto ebbene sì, di dubbi ne avevamo parecchi. Il suo modello, quello del secchione impacciato, è stato sdoganato dal solito anglismo: nerd. Un termine non nuovo, visto che già nel lontano 1984 uscì un memorabile b-movie a tema: La rivincita dei nerd. Ora, però, è tornato in auge, insieme ai più aggiornati geek (secchione) e dork (secchione e pure sfigato): “qualità” personali che trent’anni fa facevano arrossire chiunque ne venisse accreditato e che oggi impazzano sulle T-shirt dei teenagers. La domanda, quindi, sorge spontanea: cos’è cambiato in questi decenni? C’è stata la rivoluzione digitale, Watson. Quella che ha reso comune l’uso della tecnologia più avanzata alle masse e che, viceversa, ha reso sfigato chiunque non sapesse metterci le mani. Senza contare che il nerd è il classico esempio di bruco che, nella maggior parte dei casi, si trasforma in farfalla, ovvero da ragazzino brufoloso in brillante capitano d’azienda (spesso con un sogno peace and love ancora irrealizzato, causa eccessiva dedizione allo studio, nel cassetto). Insomma, è quel che si dice un bel bocconcino. Non solo per noi ragazze, ma anche per gli stilisti, attratti dal suo sostanzioso potere d’acquisto e dal fatto che importanti agenzie pubblicitarie, come la britannica Inferno, ritengano ormai quattro volte più attraente una persona intelligente rispetto a una ben vestita. Non a caso, anche il celebre Oxford dictionary ha inserito la voce geek-chic fra i suoi neologismi...

webphoto, splashnews/corbis,gettyimages

Il compagno secchione? Al cinema, e nei cuori femminili, ha stracciato il macho d’ordinanza. Noi di Gioia! di Federica Fiori ci siamo chieste il perché

trunk archive / contrasto

Le


KEYBAG (sU MOMASTORE. ORG a $ 225). SCARLETT JOHANSSON in piena fase nerd, sei anni fa.

COLTELLINO SVIZZERO, VICTORINOX (¤ 81 ca.).

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ASHTON KUTCHER in Uno dei suoi adorati cardigan oversize.

BILL GATES il numero uno e creatore di microsoft è un nerd doc.

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agneèS b

MARC ZUCKERBERG il suo biopic, the social network, è uscito nel 2010.


seneparla real politik Lampedusa: sono qualcosa impossibile da fissare. Ma l’unico modo è riconoscere i loro fratelli, padri e zii per ciò che sono: Si chiama David ed è uno dei sopravvissuti alla strage di Lampedusa. Quando l’ho visto, in fotografia, era nudo accucciato dentro uno di quei sottili teli termici scrocchianti come carta di caramella, e di lui si distinguevano soprattutto gli occhi, enormi e sgranati. Tra le decine di storie lette in questi giorni mi capita, o scelgo, di fissare la sua, raccontata dall’inviato della Stampa Niccolò Zancan. La scelgo per tante ragioni, nessuna in particolare e due soprattutto: David non è un bambino e neppure una donna. David è un giovane resistente e ostinato: il migrante per antonomasia, che non fa eccezione e neppure notizia, uno dei tanti in un

mondo che guarda alle storie dei migranti lesinando compassione e giustizia. Di più: David è un migrante maschio, adulto e vivo. E io, pur apprezzando il fatto che nell’ora del lutto il nostro il premier Enrico Letta abbia voluto rendere italiani i morti, penso che la domanda resti: «Sì, ma i vivi?». David è un uomo di 18 anni, che sono abbastanza per essere uomini in Africa, o per essere considerati uomini a tutti gli effetti qui da noi, se sei africano. Viene dall’Eritrea, Paese in balia d’una dittatura feroce, poco contrastata dalla comunità internazionale e ancor meno dall’Italia, che laggiù conserva qualche interesse etragedia Erano oltre 500 i migranti a bordo della nave affondata a Lampedusa il 3 ottobre: il bilancio provvisorio è di 194 morti.

conomico. Una di quelle dittature dalle quali si ha il diritto, e anche un po’ il dovere, di fuggire. È il primo di tanti fratelli, sapeva nuotare e doveva aiutare: per questo è partito, per questo ha attraversato il pauroso deserto sudanese ed è stato un falegnameschiavo in Libia, ha pagato con un anno di botte, fame e lavoro duro il suo biglietto per Lampedusa; per questo, infine, è salito insieme ad altri 500 su una di quelle carrette del mare che talvolta male affondano. E quando finalmente ha visto in lontananza le nostre coste, gli veniva da ridere: «Pensavo a mio padre e mia madre, dovevano essere orgogliosi di me». C’è stato un attimo, ricorda, in cui a tutti veniva da ridere, su quella barca. Quattro numeri su quattro piccole bare bianche allineate nell’hangar di Lampedusa sono qualcosa d’impossibile da fissare. Perciò l’unico modo di rendere giustizia ai bambini senza nome è nominare i loro fratelli maggiori, i loro zii, i loro padri. Cominciare, ma sul serio, a pensarli non come un problema o una minaccia, ma per quello che effettivamente sono: persone portatrici di diritti. È non essere ingiusti con tutti i David che naufraghi, nudi e per sovramisura indagati in Italia per il reato d’immigrazione clandestina, affrontano ora la parte europea della loro avventura. Quella in cui ti aspetti, legittimamente, di vivere, studiare e diventare un infermiere.

cristina mastrandrea

Stefania Miretti giornalista. stefmiretti @gmail.com



seneparla Ex mafiosi Michelle Pfeiffer, Robert De Niro, Dianna Agron e John D’Leo in Malavita, dal 17 ottobre al cinema, tratto dal libro di Tonino Benacquista.

Domanda: che c’entra la famosa borsa Kelly con questo collier? La risposta è Petit H, linea ecocompatibile di Hermès, realizzata coi prodotti di recupero di pezzi storici della maison parigina.

tonino Benacquista

con de niro

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Niro & Pfeiffer, e dei loro due figli particolarmente “vivaci”, e quello degli agenti dell’Fbi che sono lì per proteggerli: si detestano, ma sono obbligati praticamente a convivere. Il loro rapporto regala alla commedia parecchie situazioni esilaranti. Cosa ha pensato quando Besson le ha proposto di farne un film? Prima di lui mi avevano già contattato diversi produttori. Ma Besson aveva dalla sua questo cast strepitoso e credibile, e come produttore niente meno che Scorsese. Soprattutto, era nelle condizioni di propormi un film che potesse uscire sia in Francia che negli Stati Uniti. Questo era un aspetto decisivo, per quel tipo di storia. Perché non ha partecipato alla sceneggiatura? Uno scrittore non dovrebbe mai collaborare all’adattamento di un suo romanzo. Ho lasciato volentieri quel lavoro a Besson, che è stato molto fedele al romanzo e ha messo in scena le cose per me essenziali. In Francia Malavita ha avuto un seguito in libreria, ci dà un’anticipazione? Ritroverete i Manzoni nel Sud della Francia: non dirò di più, se non che ciascuno dei quattro ha ormai una sua vita autonoma. Si riuniscono tutti insieme per una festa di famiglia e... Vedremo al cinema anche questo? Quanto corre! Ilaria Solari

Miley Cyrus in Wrecking ball.

Cara Miley...

«Hai talento, non lasciare che l’industria della musica faccia

di te una prostituta!». È la frase più forte della lettera di Sinead O’Connor a Miley Cyrus, parecchio impegnata a dare scandalo. Cosa ha spinto la cantautrice a uscire allo scoperto? Il fatto che Miley abbia dichiarato di essersi ispirata al video di Nothing compares 2 u per il suo Wrecking ball. L’ex Hannah Montana non l’ha presa bene, e ora le due battibeccano sui social. Come finirà? G.G.

STARSTOCk/SINTeSI

«Le dirò, che i coniugi Manzoni abbiano al cinema le facce leggendarie di Michelle Pfeiffer e Robert De Niro è per me un regalo insperato. Un miracolo», è la divertita confessione di Tonino Benacquista, scrittore francese di origini italiane, autore di Cose nostre - Malavita (Ponte alle Grazie), bestseller che ha ispirato il film omonimo diretto da Luc Besson e prodotto da Martin Scorsese, nelle sale dal 17 ottobre. «Quando De Niro appare sullo schermo non c’è bisogno di chiedersi se sia adatto a interpretare un gangster noto e ricercato. Lui è, con rispetto parlando, il gangster». Li immaginava così, i Manzoni? Quando scrivo un romanzo non immagino facce e scenografie, ma parole e situazioni. Volevo scrivere la storia di un pentito, un vecchio capo mafioso americano che, sotto la copertura del programma di protezione dei testimoni, cerca con la sua famiglia di adattarsi a una vita normale, fuori dal suo territorio, in un paesino sconosciuto della Normandia. Mi interessava raccontare che cosa fa tutto il giorno, come se la cavano i suoi figli a scuola, cosa mangiano e come fronteggiano i problemi quotidiani. Quelli e anche un certo agente Fbi, interpretato da Tommy Lee Jones. In effetti ci sono due famiglie nel film, legate da un ambiguo rapporto di conflitto e solidarietà: il clan di De

Sinead O’Connor in Nothing compares 2 u.



seneparla

corrado formigli GIornalIsta, conduce su la7 pIazzapulIta .

Ma perché...

tutti addosso a lui?

Il ventennio di silvio berlusconi è finito, dopo avere illuso tanti italiani in cerca di sogni. , occorre ricordare che lui non è il solo responsabile Il reality è finito. Comunque si conclu-

da la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi e qualunque sia lo sbocco della crisi nel suo partito, adesso che falchi, pitonesse, avvoltoi e colombe se le danno di santa ragione sulle macerie del fu partito azienda, quello che finisce per sempre in questi giorni è il sogno berlusconiano. Un sogno avviato nel ‘94 che potremmo sintetizzare in una formula fortunata e usata come titolo di un bel reportage di Riccardo Iacona del 2001: Tuttiricchi. Mostrava la Costa Smeralda degli anni d’oro, quando imperversavano Lele Mora e Fabrizio Corona, le veline e i paparazzi, Villa Certosa e le passeggiate del Cavaliere a Porto Rotondo. Gli italiani comuni si

affollavano sui moli di Porto Cervo a guardar panfili e illudersi che il modello Billionaire di Flavio Briatore, aedo dei macho miliardari, potesse democraticamente allargarsi ai salottini dei ceti medi. Così, fra bandane e babbucce leopardate, le promesse di questa nuova razza padrona, un po’ burina ma lontana dal grigiore tardodemocristiano che aveva dominato l’Italia fino ai primi anni 90, avevano illuso tanti italiani in cerca di desideri. Il sogno liberale di Forza Italia è morto poco a poco, divorato dagli interessi privati dell’imprenditore televisivo, dai processi all’imputato Silvio e dagli insaziabili appetiti sessuali di Papi. Aggiungeteci l’Italia delle lobby e degli

inaffondabili, le caste che ostacolano ogni forma di libero mercato, il gusto nazionale per l’inciucio e il compromesso. E così arriviamo alla fine di un ventennio dove l’illusione di diventare tutti ricchi è stata mangiata dalla crisi e dalla corruzione. Anche per colpa di Silvio, rivoluzionario a parole, ostaggio di interessi e desideri soltanto suoi. Le promesse della scrivania di ciliegio, sfoggiate in una memorabile e agghiacciante puntata di Porta a porta, erano parole al vento: neanche le tasse ci ha abbassato, nonostante anni di propaganda liberale. Eppure adesso che politici mediocri e signorsì di professione lo prendono a calci assaporando la libertà di tradirlo e ominicchi dell’opposizione lo sfottono per l’età avanzata che corrompe la sua carne – come se la giovinezza fosse in sé un merito! – non riesco a non pensare che Silvio Berlusconi, arrogante uomo di potere, verrà ricordato come uno dei pochissimi veri leader politici italiani. Sì, un ventennio è finito: ritrae un capo stanco con gli occhiali da sole e il cagnolino Dudù in braccio. Ma stiamo attenti a non addossare tutte a lui le colpe di una nazione.

Olivia Wilde Miranda Kerr

Solange Knowles Kim Kardashian

Gwyneth Paltrow

Ci vuole un fisico bestiale per uscire in giacca senza reggiseno e camicia. Ma ci vuole (anche) una buona dose di autostima. A quella di Kim Kardashian siamo ormai abituate (nemmeno i chili post partum l’hanno fermata). Ora dobbiamo registrare anche altre coraggiose: Gwyneth Paltrow, Olivia Wilde, tutte a sfidare freddo, flash e forza di gravità. Siete pronte a osare anche voi? Meglio farlo di sera, e con una bella giacca maschile o uno smoking. E sappiate che il reggiseno non si brucia più: l’aiutino arriva dal web, dove si comprano modelli adesivi e senza spalline tipo Freebra (www.freebra.eu). Pamela Dell’Orto

Getty ImaGes, KIKa press, splashnews/corbIs

Sotto lo smoking, niente (o quasi)



seneparla la terrazza

Se Miuccia dice che culona è bello

Intervista espresso ireland «reciterò! coMe MaMMa e papà»

due chiacchiere di primo mattino. con o senza caffè dI pamela Dell’oRto

L’abito di Lena Dunham era il più azzeccato degli Emmy, i premi della tv

di certi fidanzati cattivi cui toccava sempre trovare una giustificazione: non è che la primavera-estate del tal anno non mi piacesse, è che non ero pronta per capirla; che c’entra che gli scaldamuscoli azzurri sono immettibili, li ha fatti per metterci alla prova e vedere se ci caschiamo, e ora scusa ma devo correre a prenotarne un paio.

americana, due settimane fa. Il più bello, il più giusto in tutti i sensi. Era una taglia 46, ed era Prada. Sapete quel classico percorso degli amori disfunzionali, lui di solito stronzissimo fa una cosa gentile, illudendoti e incatenandoti a sei mesi di prepotenze che trascorrerai aspettando una replica di quel momento di grazia? Agli Emmy, io mi sono convinta che Miuccia (col cerchietto, come la più magra e cattiva della classe) ci stesse dicendo «Sfondatevi pure di carboidrati, ho deciso che essere culone è à la page».

Sono una fan estremista di Lena Dunham, la tizia che, tra le altre cose,

Sì, poco prima a Milano aveva fatto sfilare i vestiti coi buchi sullo stoma-

ha iniziato a scrivere, produrre, girare e interpretare Girls a 23 anni (un’età alla quale io, voi, e persino Miuccia Prada, non eravamo quasi ancora riuscite a decidere che gusto di gelato ci piacesse di più); la tizia che è riuscita a creare un linguaggio da autrice, a farsi dare quasi 4 milioni per scrivere un libro, e a fare tutto questo senza mettersi a dieta.

co, ordinandoci implicitamente sei mesi di Dukan. Ma la settimana dopo, alle sfilate di Parigi, c’era Lena, in prima fila da Miu Miu, a guardare indossatrici cui cascavano i collant. Aveva la luminosità di noi innamorate, e uno spolverino rosso che mi ha molto rassicurato: quindi lo fanno anche in taglia-culone.

Sono un’estremista del miucciapradismo. Miuccia Prada ha preso il posto

Guia Soncini gIornAlIstA e scrIttrIce. Il suo ultImo lIBro è I mArItI delle Altre (rIzzolI)

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È nata una stella? Ireland Baldwin, 18 anni, insieme a papà Alec (55). Kim Basinger è la mamma. gettyImAges

Crediamo a tutto quello che dice. Come accade con certi fidanzati cattivi, ai quali troviamo sempre una giustificazione

D Lei è figlia di due star, Kim Basinger e Alec Baldwin: è riuscita ad avere lo stesso un’infanzia normale? R Beh, forse non proprio normale… Però da bambina non sono mai stata messa davanti a una telecamera. D Cosa voleva diventare da grande? R Attrice! Da piccola, quando i miei mi portavano sui set, sognavo già di essere al loro posto. D Intanto ha debuttato come modella... Con il cinema come va? R Sto studiando. Ho avuto la mia prima parte in un film che ha come protagonista la mamma: All’ultimo pugno, in Italia in gennaio. Solo un cameo, ma è stato molto divertente! D Com’è stare sul set con la mamma? R Non lo so, non c’era quando giravo la mia parte. Però mi piacerebbe lavorare con lei, o anche con papà, magari nel remake di un classico. D Con i suoi abiti da sera ha già rubato la scena a papà sul red carpet. Come si veste solitamente? R In jeans e T-shirt. E mi piace molto lo stile anni ’50: l’ho riscoperto grazie a Dean e Dan Caten di DSquared2. D È altissima: porta sempre i tacchi? R Non sono una fanatica: le scarpe mi piacciono, ma metto quel che capita. D E le borse, le piacciono? R Sì, e dentro ci metto davvero di tutto, come Mary Poppins.



cover story

sono, ma so che mi piace andare oltre me stessa. Faccio questo mestiere per essere tante donne diverse», dice sorseggiando un thé au lait. È così naturale e credibile nel suscitare il desiderio maschile e femminile, che suppongo abbia un ottimo rapporto col suo corpo e il suo potere di seduzione...

Un giorno mi trovo carina, quello dopo sono così depressa che non uscirei di casa. E per quanto riguarda il mio potere di seduzione (ride, ndr) penso migliori col tempo. Quando un ragazzo mi attrae non è più come prima, che mi bloccavo perché mi dicevo «Non gli piacerò mai».

L’ho fatto oggi che ho 28 anni, che mi sento una donna e non più una ragazzina. È stata un’esperienza estrema, unica, per cui ho anche vomitato e subìto, non dico delle violenze… ma mi sono sentita manipolata. Al di là delle scene di sesso – i nostri corpi erano coperti da guaine e non abbiamo fatto l’amore sul serio – il regista ci ha fatto stare nude sul set per giorni. Urlava: «Non voglio erotismo, da voi: voglio la vostra bellezza». Con una regista non si sarebbe sentita manipolata?

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h&k/blobsa.eu

Questo significa che un film come La vie d’Adèle, con le sue scene di sesso lunghe e senza censure, non l’avrebbe potuto fare, diciamo, cinque anni fa?


al festival di Cannes ha dato scandalo con una storia di amore lesbo. Nel prossimo film è al centro di un torbido ménage à trois. e Parigi l’ha appena incoronata nuova bb. et voilà la seydoux, nuovo oggetto del desiderio, ambiguo. Che anche in merito al suo, di eros, dice: «Il corpo maschile mi eccita, mi viene voglia di toccarlo. Ma per il sesso ci vuole altro…» di Alessandra Matella foto Driu & Tiago

Saffica Léa Seydoux, 28 anni, al cinema dal 24 ottobre con La vie d’Adèle, Palma d’oro all’ultimo festival di Cannes.


cover story

e sono vere. La perfezione è rara e impone sacrifici che io non saprei affrontare. La vie d’adèLe

Interpretare una seduttrice e girare scene di sesso con una donna l’ha aiutata a vincere la timidezza?

L’ha fatto il cinema, in generale. Intendo quello che piace a me: vero, realista nel raccontare i sentimenti umani e la fisicità. Da quando recito ho un rapporto più libero col mio corpo, ma non so dire se Adèle mi ha cambiata. Mi ha insegnato a lasciarmi andare. Ma un film è sempre un film, poi c’è la vita ed è quella che conta. È anche pericoloso, mischiare le due cose.

La scelta Qui sopra, Adèle Exarchopoulos, 20 anni, con Lèa Seydoux (a destra) in La vie d’Adèle. Nella foto in alto, Adèle con Jeremie Laheurte, anche lui nel cast del film e suo compagno nella vita.

Forse. Non c’entra il nudo. In Grand central (altro suo film in uscita, ndr) esprimo una sensualità fisica che non sapevo neppure di possedere. E la regista è Rebecca Zlotowski. Questione di complicità femminile?

Ho accettato le due sfide: per Kechiche ho tagliato i capelli e li ho tinti di blu, ho tirato fuori la mia mascolinità. Con Rebecca sono istintiva, quasi bestiale. Kechiche, lui manipolava me e io volevo sedurlo, in quanto uomo, per capire la sua visione dell’amore. Con Rebecca vedevamo le cose allo stesso modo. Non mi sono mai sentita attratta sessualmente da una donna, ma le trovo affascinanti, mi piace osservarne il loro corpo. La vie d’Adèle è una storia d’amore lesbico. Grand central racconta un ménage à trois: ma la forza dell’attrazione è la stessa. Pensa che accada così anche nella vita? Che ci siano il sesso e l’attrazione fisica alla base dei rapporti di coppia e che tutto il resto si costruisce dopo?

Sono importanti entrambi. E poi, per me, il sesso è un’altra cosa, anche rispetto all’attrazione sessuale. In che senso?

Il corpo maschile mi eccita: ma mi viene voglia di toccarlo, non di fare del sesso. Per quello ci vuole altro… Io non mi sento una seduttrice, è un ruolo che mi annoia. Quando incontro un uomo, cerco di capire se può funzionare, seriamente. Cosa la seduce “seriamente” di un uomo?

Lo sguardo. Deve essere vero, diretto. È così raro. Non amo la volgarità, il narcisismo. Forse perché ci sono cascata un po’ troppo spesso. La cosa divertente è che al cinema sono io a fare il primo passo. Nella vita non l’ha mai fatto?

Mai. Sono timida, pudica. Oggi va meglio, ma qualche complesso mi è rimasto. Mi guardo allo specchio e mi dico che forse non avrò le gambe di Gisele Bündchen, ma sono le mie

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Il cinema può avere un ruolo sociale. La vie d’Adèle ha vinto la Palma d’oro dopo che, in Francia, era stata approvata la legge sui matrimoni e le adozioni da parte di persone dello stesso sesso. Si è sentita un po’ militante?

No, perché non è solo un film sul diritto all’amore saffico. Racconta come l’amore in generale ci aiuta a diventare la persona che siamo: l’importante è non aver paura. Ricorda il suo di primo amore?

Avevo dieci anni e lui era mio cugino: lo vedevo e il cuore mi batteva forte. Quando disse che non gli piacevano le bambine che giocavano con le Barbie, nascosi la mia. In realtà ero un maschiaccio, un po’ come adesso. Se non è innamorata (si definisce single, ndr) non le manca l’amore?

Un po’ sì, ma non puoi dire: «Adesso mi innamoro». Le regole della seduzione sono cambiate, o non esistono più. Siamo così presi da noi stessi e dalla frenesia che ci circonda che non ci concediamo il tempo di conoscerci, di scoprire le nostre affinità. G

il libro

MAQuELFILM

è QuASI PoRNo Due chiacchiere con Julie Maroh, autrice della graphic novel che ha ispirato La vie d’Adele Il blue è un colore caldo (Rizzoli) è uscito nel 2010. Voleva aprire il dibattito sulle unioni gay? Volevo parlare a chi rifiuta le persone per le loro scelte omosessuali. È una storia su quello che la maggior parte di trans, queer e adolescenti gay deve affrontare. I personaggi sono ispirati a persone reali? Sono la somma di storie e incontri che ho vissuto. Perché i capelli blu? E perché non ha amato il film? Il passato di Clémentine (Adèle nel film, ndr) lo scopriamo nei suoi diari, che sono in bianco e nero. Noi ricordiamo il passato per flash e dettagli, il blu è un segno cromatico molto forte, simbolico. Per quanto riguarda il film, ammiro il lavoro di regista e attrici, ma trovo che un’esposizione così brutale e fredda del cosiddetto sesso lesbico lo faccia diventare pornografico.



adolescenti Se non capite il titolo, vi consigliamo di leggere Bella zio, il romanzo scritto da un prof che fa finalmente luce sull’omertoso mondo dei teenager. Una storia d’amore che è anche un manuale di istruzioni, per decifrare pensieri e parole. Tranzolli! di Ilaria Solari - foto Meyer

... Amore mi vuoi? / 4ever / Xme 6 speciale / Basubocca / Io anke...

Okkio al ritmo Per attrezzare il lettore, Pellegrini ha pensato bene di corredare il libro di un utile glossario. In cui apprendiamo, per dire, che bella zio! non è necessariamen-

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Frammenti di sms amorosi tra Ardit, 16enne di origine albanese, studente all’istituto tecnico e Clarissa, coetanea di buona famiglia, iscritta al Berchet, storico liceo classico milanese. Puntini vicinissimi sulla mappa metropolitana, sideralmente lontani nei fatti. Marco Pellegrini, 50 anni, ex musicista che insegna italiano all’Itsos Albe Steiner di Milano e che di ragazzini se ne intende, ha immaginato che solo una storia d’amore potente come una cotta da sbarbati potesse mettere in rotta di collisione questi mondi, facendo deflagrare con sé altri omertosi equivoci che agitano il turbolento pianeta Adolescenza. Succede in Bella zio (Rizzoli), romanzo che alza con discrezione il velo su amori, dolori e linguaggi dei teenager.


Non c’ho

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adolescenti

«Per testare il romanzo ogni tanto lo leggevo ai ragazzi. Che alla fine si sono riconosciuti: “Ehi prof, ma questo spacca!”»

Lievissimi, purissimi Far breccia nella loro attenzione non è difficile come sembra, assicura Pellegrini, che per la verità è un un prof molto appassionato del suo lavoro. «Sono puri, incontaminati, hanno una specie di integrità anche nei comportamenti negativi. Ma il bello di avere 16 anni è che puoi sempre venirne fuori. Se poi sei gasato e li coinvolgi in un progetto, si buttano con generosità, senza calcoli.

Setacciatori di verità «Quando tra te e loro passa qualcosa

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lo senti: è come a un concerto. C’è il silenzio, l’attenzione. E può accadere per ogni cosa: anche Manzoni o Bulgakov. Basta che ci sia verità. Per quella hanno una specie di radar. Sicché, durante la stesura ne ho approfittato, testando qualche passaggio del romanzo: “Ehi, c’è questo nuovo autore, vediamo come butta”, abbozzavo. Ero terrorizzato, se qualcosa non gli piace, la massacrano senza tanti complimenti. E invece ha funzionato: “Prof, ma questa spacca!”. Mi hanno dato forza, coraggio».

Modelli e cordoni ombelicali «Il primo punto di riferimento per loro dovrebbe essere la scuola, che però è stata depredata. Come è ovvio, si lasciano condizionare dagli stereotipi, il machismo, le donne veline, i marchi. Ne sono martellati, massacrati, ma non è colpa loro: chi devono imitare? Ai personaggi pubblici non è più richiesta la dignità. E non possono nemmeno fare i rivoluzionari: gli tocca vivere in un periodo che non consente più di protestare insieme. Quindi ti succhiano quello che hai da dargli e recidono il

tendance floue/luzphoto

te un complimento né un richiamo di parentela, e se ti definiscono bimbominkia, devi cominciare a preoccuparti. «Da ex musicista il loro intercalare mi affascina», spiega Pellegrini, «ha una certa coerenza metrica. Ha ritmo, musica: non a caso sono dei maghi nel freestyle. A volte entro in classe e li sfido sugli endecasillabi. “Prof, figata!”, reagiscono vagamente sorpresi. Dopo una settimana mi battono tutti».



adolescenti

Inguaribili romantici Ardit e Clarissa sembrano Giulietta e Romeo, ma che ne sanno poi dell’amore? «Un po’ recitano», sospira Pellegrini, «perché fino a un certo punto, per loro, l’amore è una cosa vista in tv, invocata nelle canzoni. Poi succede qualcosa di inarrestabile, la prima cotta, e rimbecilliscono letteralmente. Sono promiscui ma non sessualmente, cambiano spesso partner, si stancano, poi ricominciano. Ma quando davvero si innamorano tendono a essere monogami».

Tribù metropolitane «Emo, punkabbestia esistono ancora, ma cambia tutto più velocemente. Più che come ti vesti è quello che ti fai al corpo che conta: tatuaggi, piercing, cose permanenti. Hanno bisogno di simboli che testimonino un’aderenza a un modello che non c’è, che li identifichi. Per questo l’appartenenza è più sfumata: puoi vedere un rasta che ascolta heavy metal o altre cose bizzarre. E tutto nasce e si consuma in fretta. Come i rapporti sui social network.

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Così vicini così lontani «Lo spunto letterario è stato proprio quello di ritrovare tensione tra mondi separati da una sorta di frattura che attraversa la società: l’Itsos e il Berchet, i poveri e i ricchi, gli stranieri e gli italiani. È terribile che non si incontrino più: la nostra società sta tornando a essere aristocratica. E invece abbiamo bisogno di crescere tutti insieme. Non serve a un accidente che il tre per cento degli studenti dei classici troneggi nei consigli di amministrazione di mezzo mondo. Soprattutto non serve ai ragazzi. Che l’hanno G capito molto prima di noi.

L’antiMoccia

Per l’immediato effetto-passaparola, Bella zio (Rizzoli), storia d’amore tra ragazzini che commuove e fa ridere, è già valso all’autore il titolo di “antiMoccia”. Perché l’ambientazione milanese si contrappone a quella romana dell’autore di Tre metri sopra il cielo e per il taglio, forse più “sociale”. Marco Pellegrini ringrazia: «Non conosco Federico Moccia, ma ho visto molti miei studenti leggere i suoi libri. Questo per me è già un grande titolo di merito».

TeNdaNce Floue/luzPhoTo

cordone. E quando si sentono forti a sufficienza, ti digeriscono».




how to do

È ora: cambio

di stagione!

C’è chi lo vive come una vera e propria incombenza, chi come una noiosa routine. Vi sembrerà strano, ma a noi il passaggio di consegne dall’estate all’autunno piace un sacco. E siamo pronte a scommettere che, con qualche utile consiglio, d’ora in poi vi divertirete anche voi...

di Federica Fiori - illustrazioni di Sara Not

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how to do

Ordina per genere Soprattutto la biancheria intima. Dovrai pescarla a occhi chiusi, magari all’alba, senza il timore di sbagliare. Perché quand’anche avessi preparato in anticipo l’abbinata del secolo, comprensiva di trucco, capelli e profumo ad hoc, senza l’intimo giusto rischi l’effetto balena (o acciuga, a seconda). In fondo la lingerie, come l’intero scibile umano, si riassume in due categorie: estetica e pragmatica. La prima sollazza l’ego con pizzi e lazzi. La seconda si limita a microfibra e colori basic. Un po’ rigida, ma solo lei ti cambia (il giro) vita.

Ordina per colore

A costo di sembrare maniacali, fidatevi: non c’è modo migliore per ottimizzare le risorse. Sulla tecnica ci si arrangia: prima, buttando tutto alla rinfusa per terra, o sul letto, o sul divano. Poi, ricomponendo con cura i generi (gonne, pantaloni, giacche, golfini, cappotti e camicie) e le sfumature (la sequenza sceglietela voi, a me piacciono il bianco e il nero agli estremi). Vi sorprenderete di quanti possibili abbinamenti saltino fuori senza sforzo, perché le gradazioni che si somigliano, come noi umani, spesso “si pigliano”. Il blu scuro, il melanzana e il nero, ma anche il bianco, il panna e il giallo banana. E via di questo passo. Per cambiare, rompete i ranghi: un tocco di colore spostato oggi qua, domani là, e il gioco è fatto.

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Segui le regole

1 Crea uno spazio per tutto. Più è piccolo l’armadio, più devi prestare

attenzione ai dettagli. In primis, le grucce. Quelle superpiatte da tintoria sono perfette (si comprano su appendini-shop.it, 500 pezzi, 49 euro). Anche i ganci aiutano. Puoi appenderci collane, cappelli e t-shirt.

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Quel che non si appende, si piega. I pull anzitutto, ma anche i jeans, le felpe e gli abiti in maglia. Ricorda di mettere un foglio di carta profumata per armadi ogni due/tre capi impilati, la freschezza non è un optional (sei fogli a 16 euro su erbolario.it). In scala cromatica è meglio.

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Fotografa gli accessori. E appendi le immagini sull’anta interna del guardaroba. L’effetto decor è garantito e saprai subito cosa abbinare. L’escamotage funziona solo se nei cassetti avrai ordinato i bijoux per tipologia e colore. Lo stesso principio vale per le scarpe.

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Metti sopra, metti sotto. Sopra, inteso come “in alto”, cappelli rigidi, valige, borse e contenitori per sciarpe, foulard, piccoli accessori in lana o seta. In mezzo, i capi di stagione (più qualche pezzo evergreen). In basso, cinture e bijoux possibilmente riposti in apposite scatole.

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Homewear, che fare? Confessa: prima o poi ti sarà capitato di trovare la felpa da casa fra i tubini da sera. Non che la cosa sia disdicevole in sé, ma nel caos non si ragiona. Usa un cesto da biancheria per mettere le scorte pulite e appendi a un gancio da muro ciò che stai usando.

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Fai il test

no

Per capire che cosa tenere, modificare o regalare nel tuo guadaroba. Rispondi seguendo il percorso (rosso per i sì, nero per i no)

Hai indossato questo capo negli ultimi 6 mesi? Ti piace ancora? Ha valore affettivo? Puoi modificarlo (e/o pensi che valga la pena di pagare una sarta per farlo al tuo posto)? Sei sicura che poi ti starà bene?

Ti piace, ma le occasioni in cui riesci a usarlo si contano su una mano? Pensi ci siano almeno 5 pezzi, nel tuo guardaroba, con i quali potrebbe funzionare? È un classico? Sei disposta a farti la stessa domanda l’anno prossimo?



how to do

cosa cambiare ogni 5 anni

I classici di ogni giorno. Ma attenzione, la faccenda è più complessa di quanto non sembri: un pezzo a scadenza quinquennale presuppone un acquisto ragionevolmente ponderato, una qualche forma di affezione e, di conseguenza, una certa ritrosia al turn-over. La rosa delle scelte si riduce a pochi elementi: tendenzialmente, quelli che per logorìo e sfiancamento vanno a un certo punto sostituiti. Ci rientrano i basic da ufficio: la décolletée nera, il pantalone con le pinces, il cappello in feltro a tesa larga. Ma anche la tote senza nome proprio, il pull misto cachemire e il cappotto di buona marca comprato in saldo. Il tutto né troppo anonimo, né troppo connotato. Insomma, lo zoccolo duro del vostro guardaroba.

cosa cambiare ogni 6 mesi

Tutto quello che per voi è passione. Ma tenete d’occhio il budget, considerato che quanto più una tendenza è marcata, tanto più la si nota e, di conseguenza, stanca a partire dalla seconda volta in cui la la si mette. Insomma, avrà pure scadenza semestrale, ma anche lo shopping compulsivo va comunque minimamente ragionato. Più che su veri e propri capi spalla, pertanto, vale la pena di puntare sulle stampe di tendenza (quest’autunno, lo scozzese), su un accessorio di punta (l’anfibio da biker), sulla borsa più cool (l’effetto tappeto spopola, v. pag. 33). E, in generale, sul mood grunge, una garanzia. Con piccoli pezzi da sciorinare ad effetto, per dare un benefico scossone ai capi di cui al punto precedente, o da mixare, come un tratto d’evidenziatore, ai pezzi forti di cui al punto seguente. L’importante è non passare inosservate. Tanto, poi, l’usato si rivende (millesimestory.com).

cosa tenere forever

I pezzi “forti”. Dai grandi classici alle follie che, dopo anni, si trasformano in introvabili reperti vintage. Rientrano nella categoria il cappotto cammello di Max Mara, il foulard e/o la borsa Hermès, la robe noir di Chanel e la valigia Louis Vuitton. Le zeppe di Ferragamo e i mocassini con morsetto di Gucci, ma anche un bel Rolex o un panama di Borsalino. Insomma, i cosiddetti cult. I pezzi per cui le signore di tutto il mondo si mettono in coda e aspettano mesi prima di averli. L’acquirente tipo, secondo me, è una ex collega, inconsapevolmente (e irresistibilmente) snob, a cui, tempo fa, chiesi: «Di chi sono quelle magnifiche scarpe?». «Un modello su misura di Prada», rispose. «Di calzolai così ne sono rimasti pochi».

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sotto le lenzuola / 1

Michael Sheen, seduto, e Lizzy Caplan, in Masters of sex, la serie tv in onda su Showtime.

Masters & Johnson

vi dice qualcosa? di Guia Soncini

«Cioè ha finto un orgasmo? Ed è pratica comune tra le prostitute?» «È pratica comune tra chiunque abbia una passera. Tu hai bisogno di una socia». William Masters sta parlando con una prostituta. In quel momento lui non è ancora la metà del marchio con cui diventerà famoso – non ha ancora incontrato Virginia Johnson – e non è ancora quello che poi si sarebbe chiamato “un sessuologo”. Anzi, il rettore dell’università gli dice che quella

roba lì «non sarà mai considerata scienza, e tu finirai etichettato come un pervertito». In quel momento Masters è un ginecologo ambizioso che ha intuito che per capire la sessualità non devi fare domande: devi osservare i corpi. Soprattutto, però, è un maschio quarantenne medio: non sa niente. La prostituta con cui parla in una delle prime scene di Masters of sex, la serie iniziata sul canale americano Showtime in settembre, è una di quelle che assoldava nella fase iniziale e più artigianale del suo studio. Le pagava per stare nascosto a spiarne,

cronometrarne, appuntarne gli accoppiamenti. In quella scena le chiede conto della brevità del suo orgasmo, lei gli spiega che era finto, lui trasecola, la prostituta gli ride in faccia. Nella prima scena in cui parlerà con Gini, cioè Virginia Johnson che sarebbe diventata la sua assistente e poi sua moglie, le chiederà perché le donne fingano. Lei lo guarderà come una cui stiano chiedendo «Pasta lunga o pasta corta?», e dirà che la donna in genere lo fa per far sbrigare l’uomo: così finiscono prima e lei può tornare a fare quel che stava facendo, che di solito è qualcosa che le

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sotto le lenzuola / 1

«Una donna nuda che cavalca un fallo meccanico sarebbe uno studio scientifico?». Il rettore ha le sue ragioni, e non solo perché anche noi penseremmo a un

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pervertito in cerca di scuse, se qualche nostro stipendiato ci chiedesse di approvare il suo stare a guardare due che fanno sesso in ufficio (e non su un monitor connesso a YouPorn: dal vivo, sebbene ricoperti molto poco eroticamente di cavi che ne registrino variazioni cardiache e cerebrali). Il rettore ha le sue ragioni perché, quando William Masters e Virginia Johnson iniziarono a lavorare a quelli che dieci anni dopo sarebbero stati pubblicati e divenuti testi fondamentali nello studio della sessualità, non si sapeva niente. Non sapeva niente Masters, che aveva a quanto pare creduto a ogni orgasmo femminile simulato in sua presenza (poverino), e ancora meno sapeva il resto del mondo. Dalla lubrificazione vaginale all’orgasmo femminile, tutto ciò che ora diamo per scontato era un mistero che sarebbe stato illuminato dai volenterosi M&J. Che a un certo punto decisero che la cosa migliore era sperimentare su loro stessi: il che ci costringe, oltre agli errati convincimenti sulla sessualità, a rivedere anche il capitolo della seduzione e delle relative tattiche. Se la divorziata Virginia Johnson avesse detto alla mamma «C’è questo tizio sposato che mi propone di fare sesso con lui per studiare gli effetti della copula sul corpo umano», lei l’avrebbe probabilmente sconsigliata, in un’ottica anni Cinquanta di donna-da-sistemare. E neanche le più anticonformiste di noi, sessant’anni e molte evoluzioni delle

William Masters e Virginia Johnson, a sinistra nella serie tv Masters of sex, a fianco, come erano nella realtà. Lui ginecologo, lei psicologa, in 11 anni di lavoro hanno osservato oltre 10.000 rapporti sessuali di 700 volontari: dal loro studio è nato un rapporto uscito nel 66, L’atto sessuale nell’uomo e nella donna (noto semplicemente come Masters & Johnson), pietra miliare della sessuologia moderna, che per primo ha svelato una grande verità: la sessualità femminile non è inferiore a quella maschile.

dinamiche di coppia dopo, pronosticherebbero a una vicenda iniziata così una fine da coppia perbene, con William che divorzia dalla prima moglie e sposa Virginia. (Poi divorzierà anche da lei, negli anni Novanta, per una terza moglie con cui resterà sposato fino alla morte, nel 2001. A 76 anni, Masters aveva ancora l’energia, più da star del cinema che da sessuologo, di divorziare e risposarsi. Johnson non si è più sposata ed è morta lo scorso luglio). Che andasse a finire con una rivoluzione sessuale e un matrimonio non era previsto, ma due cose in retrospettiva paiono illuminanti. Una è che, prima di M&J, la sessualità era definita dal rapporto Kinsey, che però era basato su interviste. Chiedi a degli esseri umani cosa accada nei loro letti, e ne ricaverai qualcosa di molto distante da una verità scientifica. L’altra è che, se crediamo ai dialoghi della serie tv, la prima moglie di Masters, quella il cui matrimonio era immolato a strazianti tentativi riproduttivi, non lo chiamava William né Bill né amore: lo chiamava “daddy”, papà. Non ci vuole uno studio scientifico per chiarire che a volte gli uomini sono abbastanza imprevedibili da sposare una con cui fanno sesso ricoperti di cavi elettrici, ma mai così tanto da restare sposati con una che li chiama “papà”. G

michael desmond/showtime, washington university libraries

piace fare più di quanto le piaccia fare sesso col marito. È il 1956, e Gini sta descrivendo una relazione che potrebbe aver luogo nel 2013. Successivamente, il dottorino con cui Virginia si vede avrà una crisi di nervi perché lei lavora troppo e continua a dirgli che sono solo amici. «Gli amici non fanno l’amore!», protesta lui come un liceale, o come un uomo del 2013: incapace di metabolizzare lo scombussolamento di ruoli per cui lei non vuole sei ore di preliminari o un anello di fidanzamento. Sempre in quell’antiquariato che sembra il 2013, Masters nel 56 è ancora sposato con una moglie ossessionata dall’infertilità (ne divorzierà, per sposare Johnson, nel 71). Ma, siccome tutta quella modernità è comunque collocata negli anni Cinquanta, declina l’offerta di guardarla masturbarsi: la ama troppo per farle fare quelle cosacce che chiede alle donne che studia. Poche scene più in là, il dottorino non si è ancora ripreso dall’esperienza con Virginia, che – niente meno – lo ha iniziato a quella turpitudine denominata sesso orale. Lui lo propone a quelle che vengono dopo di lei, ma la strada per la liberazione sessuale è ancora lunga: ne ottiene risposte come «Ma non possiamo fare come si fa di solito?».

M&J: e il sesso diventa scienza



Dal manuale M&J, che ha liberato il desiderio, al Viagra rosa, la rivoluzione sessuale non si è più fermata. Breve ripasso? di Francesca Tumiati

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1969 La contestazione

1971 La prima pillola

Il vento della rivoluzione sessuale soffia di piazza in piazza all’urlo liberatorio: «L’utero è mio e lo gestisco io». La ricerca del piacere è il fil rouge che porta alla svolta. Anni leggendari che profumano di spinelli e patchouli, dove i reggiseni, simboli di costrizione e dipendenza, vengono bruciati in grandi falò pubblici. Nascono i figli dei fiori, si diffonde l’amore libero e il festival di Woodstock diventa l’evento musicale con la più grande carica simbolica di quegli anni.

La scoperta della pillola anticoncezionale è il passo decisivo per il controllo del corpo e della vita sessuale delle donne. Spallata definitiva che abbatte i paletti dei divieti ecclesiastici. La prima si chiama Enovid, è stata messa a punto in America nell’ormai lontano 1960 dal simpatico dottor Gregory Pincus, ma diventa legale in Italia soltanto nel 1971, dopo una lunga e violenta polemica con la Chiesa cattolica.

leonard freed/magnum photos/contrasto

1969/2013


sotto le lenzuola / 2

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1985 Lo spettro dell’Aids

1969

1971

La pillola anticoncezionale

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Woodstock e i collettivi: l’amore è libero

Il 1° giugno del 1981 alcuni medici di Atlanta riconoscono il virus Hiv, studiando alcuni casi sospetti di polmonite in cinque uomini omosessuali di Los Angeles. I casi di Aids negli Usa salgono rapidamente fino ad arrivare a 1.614. Le morti nel 1982 sono 619. Il 2 ottobre 1985 muore l’attore gay Rock Hudson, il primo personaggio famoso che confessa pubblicamente di essere affetto dalla malattia. In Italia il primo caso riconosciuto risale al 1982.

1978 Sesso senza cerniera

1986 Nove settimane e mezzo

Esce il romanzo cult di Erica Jong, Paura di volare, che sdogana «la scopata senza cerniera». I dialoghi nel libro sono lucidi e dettagliatissimi e il libro segna un’epoca e una generazione, un po’ come Ultimo tango a Parigi nel cinema uscito pochi anni prima, nel 1972. C’è chi grida allo scandalo, chi lo definisce un capolavoro. E la scena brutale della sodomizzazione che ha come protagonisti un ombroso Marlon Brando e una Maria Schneider ventenne, inquieta e sensualissima, viene definita la più perturbante nella storia del cinema. Al punto che nel 1976 la pellicola viene condannata al rogo. Solo recentemente Bertolucci ha rivelato che Maria Schneider, morta due anni fa a 58 anni, non sapeva che avrebbe dovuto girare quella scena, e che le lacrime erano vere.

Nel film di Adrian Lyne Nove settimane e mezzo, successo mondiale dell’anno, una luminosa Kim Basinger e un ammiccante Mickey Rourke, nel raffinato clima newyorkese del tempo, gettano le basi (sia pure soft e patinate) di un rapporto sadomaso: non a caso, in sottofondo, Bryan Ferry canta Slave to love, schiava d’amore. Nel frattempo, sempre a cavallo degli anni 80 e 90, esplode la videomusic dove l’ambiguità sessuale è una sorta di passaggio obbligato. E Boy George, eccentrica icona gay dei Culture Club, spopola con la sua musica dalle venature soul e reggae.

1972

Ultimo tango a Parigi


1978 Erica Jong rompe i tabù

sotto le lenzuola / 2

1985

gettyimages, contrasto, corbis, olycom, lapresse

Rock Hudson muore di Aids

1994 Orgoglio gay La prima marcia dell’orgoglio omosessuale si tiene un po’ in sordina nel 1970 a New York, nell’anniversario del primo atto di resistenza civile dei gay contro un raid della polizia allo Stonewall Inn, un bar del Greenwich Village. Ma è solo nel 1994 che il Gay pride arriva in Italia, per iniziativa dell’Arcigay e del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, tra gli organizzatori Imma Battaglia e Vladimir Luxuria. La lotta per i diritti si accende in tutto il mondo, ma i risultati non sono gli stessi ovunque. A maggio 2013 si sono celebrate le prime nozze gay in Francia, a luglio, negli Usa, il matrimonio tra persone dello stesso sesso è riconosciuto a livello federale. In Olanda i gay si spo-

sano dal 2001, in Belgio dal 2003, in Spagna dal 2005, in Svezia dal 2009. In Italia, per ora, ci sono solo (alcuni) registri comunali per le coppie di fatto.

1996 Arriva il Viagra Lo spauracchio dell’Aids rovescia il comportamento sessuale collettivo. Il dietrofront è su tutta la linea: si torna alla monogamia. L’amore si fa a casa, con il partner di sempre. Ma a volte non funziona. Tempestiva la ri-

1996

La (magica) pillola blu

Scandalo in platea marlon brando e maria schneider in Ultimo tango a parigi. in alto, rock Hudson, prima celeb a rendere pubblica la propria condizione di malato di aids e, a sinistra, erica Jong.

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sotto le lenzuola/2 La prima Slave to love

1986

1987

Boy George, icona gay 2012 Cinquanta sfumature

2010 Sex toys a domicilio

2013 ll futuro è (Viagra) rosa?

A partire dalla Spagna dilaga il fenomeno della Valigia rossa: la nuova frontiera del porta a porta. Il meccanismo è identico a quello che funziona da sempre per vendere porta a porta pentole e cosmetici. Ora però si propongono giocattoli del piacere. Con tanto di presentazione e spiega. Così le ragazze della Valigia rossa (hanno anche un nutrito gruppo su Facebook) si presentano con il loro armamentario erotico.

Pillola annunciata e smentita più volte. «Le case farmaceutiche hanno accertato che le donne non sono interessate all’acquisto del Viagra rosa», avverte il sessuologo Emmanuele Iannini. Perché comprare la pillola del piacere è imbarazzante o perché intuiamo che si tratta di uno specchietto per le allodole? Chissà. Sicuramente l’erotismo femminile è più misterioso di quello maschile. Non basta deglutire una pasticcca. Il desiderio “rosa” vola molto più alto. G

Il bestseller di E.L. James Cinquanta sfumature di grigio conquista il mondo vendendo 31 milioni di copie. Piaccia o no, il nuovo pornoharmony ha il potere di rendere familiari le fantasie sadomaso, proprio quelle che, fino a poco tempo fa, erano confinate nei giornaletti sul retro delle edicole. Immediato il successo di manette e frustini.

A quando il Viagra rosa?

20??

La valigia rossa del piacere

2011

corbis, gettyimages, contrasto

2012

Il libro che sdogana il sadomaso

sposta medica che segna una svolta epocale per l’uomo, con la scoperta del Viagra. Nel 1996 viene messa in produzione la pillola azzurra miracolosa (scoperta per puro caso, durante una ricerca sulle malattie cardiovascolari) che restituisce il pieno controllo del potere sessuale maschile. Con effetti devastanti: l’andropausa non esiste più... e si cercano prede giovani.




intervista

Rocco Papaleo, 55 anni, e Riccardo Scamarcio, 33, insieme nel film Una piccola impresa meridionale, al cinema dal 17 ottobre.

Rocco Papaleo

Photomovie

ma quale sex symbol!

La prima impresa gli è riuscita: spogliare Riccardo Scamarcio della sua allure da idolo delle donne. La seconda dà il titolo al secondo film da regista e interprete, in cui è un prete spretato che ristruttura un vecchio faro dismesso. Una storia corale, con un unico protagonista: il Sud di Francesco Uccello - foto Francesca Martino

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intervista

Che cosa c’è di meridionale in questo film?

Sicuramente il mio punto di vista. Da regista ho la possibilità di mostrare

maggiormente questo elemento che mi ha sempre contraddistinto e che mi ha aiutato nella mia carriera artistica. Tengo lo sguardo paesano e pure l’accento che mi caratterizza, non è così anche per lei? Da regista: più difficile la prima volta, con Basilicata coast to coast?

La prima volta entusiasmo e inconsapevolezza aiutano. Il cast del film al completo, con Claudia Potenza, Questa volta è stato più difBarbora Bobulova e Sarah Felberbaum. ficile poiché c’era da mettere insieme nove personaggi. E sappiamo che molti ci aspetteran- appena uscite dall’uovo, che sanno già no al varco, non godendo neanche quale direzione devono prendere. più della simpatia che si concede a Lei sa sempre qual è il suo mare? un outsider. Non sempre, ma so che lo devo cercaUn elemento che contraddistingue la re e ho imparato a capire le strade che sua regia è il legame con la musica. non devo prendere. «Il maestro è È il mio punto di partenza, ho iniziato nell’anima», cantava Paolo Conte, è a suonare la chitarra a 14 anni e molte questo che mi segna la strada. delle mie energie le ho spese per le espe- E ha pure un suo faro dove rifugiarsi? rienze di teatro-canzone. Nel film la È nella mia immaginazione. È lì che mi canzone non è commento alle immagini rifugio. Mi piace sognare. E quando ma, diventa, come in un musical, pro- leggo un romanzo che mi appassiona tagonista. Le faccio un esempio: Dove mi capita di viverci dentro, diventa il cadono i fulmini di Erica Mou non fa- posto dove mi isolo. ceva parte del film poiché era già con- Nel film si suona anche? cluso, ma quando l’ho ascoltata mi è Riccardo Scamarcio, il cognato cornuvenuto da aprire uno squarcio per inse- to, è un pianista. Nel film ascolterete rirla, costruendo una sequenza ad hoc. due canzoni cantate da lui e scritte da Troverete un minuto e cinquanta secon- me. Poi Magnolia, l’ex escort, interpredi di canzone, non un breve passaggio. tata da Barbora Bobulova, ama il kaÈ la musica che comanda. «Mi perdo raoke. Così le facciamo cantare una fasempre, ma so sempre da che parte è il mosa canzone di Caterina Caselli. mare» è una delle frasi più belle del pez- Come mai l’accostamento prete-prozo: mi ha fatto pensare alle tartarughe stituta? In comune hanno la voglia di un amore vero. L’impresa di Magnolia, oltre a Dalla Basilicata al faro. Rocco Papaleo, nei panni di quella di avere smesso di essere una don Costantino, e Riccardo prostituta a 40 anni, è riappropriarsi Scamarcio, il cognato Arturo, in una scena di Una piccola dei propri sentimenti, mentre Costanimpresa meridionale, opera tino si spreta perché innamorato. seconda di Papaleo alla regia dopo il successo di Basilicata coast to coast, del 2010. Il nuovo film è tratto dall’omonimo romanzo, appena uscito per Mondadori (pp. 120, ¤ 15).

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Lei è innamorato?

Dopo tanti anni da solo, ora ho una compagna con cui ho voglia di costruire una storia solida. È bello essere accompagnati sulla strada verso il mare. G

Photomovie

dentemente alleggerito del suo fardello esistenziale di oggetto del desiderio femminile. «Pensi che in quel momento», riflette Papaleo, «più che un sex symbol ho visto un simbolo “antropologico”. Con più spirito di avventura di me. Infatti io non mi sono mosso dal mio scoglio, nonostante il caldo e la voglia di mare». Erano tutti in Sardegna, «in un posto bellissimo accanto alle rovine di Tharros, un’antica città fenicia». Vicino al faro dismesso dove l’ex prete don Costantino (Papaleo), viene confinato da sua madre Stella, lontano da occhi indiscreti, per evitare che in paese sappiano che si è spretato. Il faro, che appartiene alla famiglia di Costantino e dovrebbe garantirgli l’isolamento, invece attira gente. Arriva un’ex prostituta, Magnolia, poi il cognato cornuto dell’ex prete, Arturo. Infine, una stravagante ditta di ristrutturazioni, chiamata per riparare il tetto. «Il film gioca su questo doppio senso», spiega Papaleo. «Da un lato si dovrà effettivamente aggiustare il tetto, ma l’impresa vera dei personaggi sarà convivere sotto quel tetto e ristrutturare le proprie vite. La vera impresa è la micro-rivoluzione che fai nel tuo metro quadrato. Se parti abbellendo il tuo spazio, se ci lavori per renderlo unico e confortevole, anche con poco, la tua vita non potrà non esserne contagiata e ristrutturata».



inchiesta

Per fortuna

ci sei tu Arianna ed Edoardo si abbracciano, ridono. Fanno smorfie. È un pomeriggio d’inverno e sono soli a casa. Per scacciare la noia si fanno qualche autoscatto, e guarda che foto. Le postano su Facebook, le scova (per caso) un fotografo, che le propone all’apertura del Turin Photo Festival 2012. Poi finiscono alla Fondazione Paideia per il convegno sui siblings (www.siblings.it), i fratelli dei disabili. Sì: Arianna Sterpone, 18 anni, matricola a Torino, è sorella di Edoardo, 17, secondo anno di liceo scientifico. Autistico. La mostra, al Cecchi Point di Torino fino al 20 ottobre (www.cecchipoint.it), ha un titolo: Le parole non sono poi così importanti. «Edo non parla, e per volersi bene non serve», dice Arianna. «Sono fortunata. Contiamo molto sull’aiuto della nonna e anche se i miei sono separati, non ci hanno mai divisi. Siamo l’unico punto di riferimento l’uno per l’altra. E lo saremo da grandi soprattutto. Ci penso sempre, anche davanti alla scelta della facoltà. La paura di star lontano da lui per lunghi periodi mi bloccava. Poi ho pensato: se non sarò io felice, come potrò renderlo felice? Ho seguito il sogno dell’antropologia, si vedrà». Ad Arianna arrivano e-mail di altri siblings. Cercano confronti, consigli. Alla rabbia e al senso di colpa con cui molti di loro convivono, sono dedicati i corsi di mutuo aiuto della fondazione Paideia. www.fondazionepaideia.it

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Smorfie, sguardi, sorrisi. E una macchina fotografica: Arianna ed Edoardo, fratello e sorella, comunicano anche così. Perché Edo è autistico e non parla, «ma per volersi bene non serve». Rebecca non può correre come gli altri bambini, ma non rinuncia a niente e ha un sacco di amici. Merito della scuola, di una madre tostissima. E di una parola chiave: inclusione di Rossana Campisi - foto Arianna Sterpone e Diana Bagnoli


Amore senza parole «Queste foto non sono nate per essere viste da un pubblico, per diventare una mostra come poi è successo», spiega Arianna Sterpone, «ma semplicemente come gioco tra me e mio fratello nei momenti di noia dei pomeriggi passati insieme. Secondo me mostrano in maniera abbastanza lampante quanto, anche senza la possibilità di avere un dialogo a parole – perché mio fratello è un ragazzo colpito da una forma abbastanza grave di autismo, e non parla – si possa comunque comunicare in maniera forte e incisiva».

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inchiesta

Accogliere l’altro

Accessibilità, inclusione, autonomia. Sono le tre parole cardine di ReaTech 2013 (www.reatechitalia.it), fiera-evento per il mondo della disabilità che anima Milano Congressi fino al 12 ottobre. Proprio da qui è stata lanciata anche la Settimana dell’inclusione, dedicata alla scuole: per aiutare bambini e giovani a imparare ad accogliere “l’altro”, e scoprire che i diversamente abili sono una risorsa.

Chiamale, se vuoi, inclusioni. In fuga dalla retorica e dall’imbarazzo, il mondo è pronto a spingere una parola-manifesto: inclusione. A lei, Fieramilanocity dedica la prima rassegna per chi ha esigenze speciali, ReaTech (fino al 12 ottobre, vedi box). «Ci confronteremo tra esperti, docenti e studenti, e si ripeterà per tre anni», spiega Francesco Conci, amministratore delegato di Fiera Congressi Milano. «Iniziamo con una nostra indagine: sa a quante assunzioni porterebbe una classificazione chiara delle disabilità dei singoli? Una categoria protetta può essere produttiva. Si parlerà anche della necessità di saper costruire scale di design ma anche rampe. Il linguaggio sarà quello dello sport, grazie alla presenza di campioni paralimpici». Un privilegio chiamato scuola. Dietro le parole, le cifre: 4 milioni. Tanti sono i disabili in Italia, e tante le storie. Che rimangono uniche, ovvio, ma che alla fine passano tutte da lì: la scuola, il luogo che ne accoglie 210.000. «Quella pubblica? Meravigliosa», taglia corto Elena Muserra, madre di Rebecca, otto anni, affetta da Sma e con una disabilità motoria al 100 per cento. «Rebecca frequenta la terza elementare a Milano, ha sempre avuto grandi insegnanti. Non ha mai pianto prima di entrare in classe, è integrata, il pomeriggio studia canto, inglese o assiste l’insegnante nelle gare di judo. Socializza con tutti, vuol diventare

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Farò la scrittrice Rebecca, otto anni, affetta da Sma, con mamma Elena. Nonostante la sua disabilità motoria al 100 per cento, grazie alle figure di sostegno presenti nella sua scuola (pubblica), vive un’esperienza di totale e felice integrazione.

«Rebecca ha tanti amici!»



inchiesta

Per fortuna

ci sei tu una scrittrice. Senza le figure di sostegno sarebbe stato impensabile. Se vogliono tagliare le ore, trovino sponsor o escamotage: ma non si deve risparmiare così!». I genitori però sono anche quelli che hanno ritirato i figli da una classe con un alunno autistico (è successo in una prima elementare vicino a Napoli). «No, quelli sono i veri diversamente abili». Elena è tosta e non si ferma. Neanche quando l’ascensore della scuola è rotto, Rebecca non può andar in classe e lei, in ufficio, urla al telefono per cercare un tecnico. Le porte dei conti. E allora ecco i prof, quelli del «E io non cambio mestiere» sottotitolo del libro Il sostegno è un caos calmo (Erickson edizioni). «Siamo più di 100.000 e rappresentiamo il luogo sociale più inclusivo», puntualizza l’autore, Carlo Scataglini, docente di sostegno da 24 anni all’Aquila. Porte aperte, e sorrisi, per tutti. «Non so come finirà. Lo Stato promette 20.000 immissioni in ruolo in tre anni per creare stabilità, ma poi taglia le ore e affida più disabili a un solo prof che dovrà dividersi tra loro. I genitori fanno ricorso, vincono e allo Stato che voleva risparmiare tocca pagare anche spese processuali e danni psicologici». Quale riforma allora? «Serve una formazione continua e solida. Magari un concorso solo per questi docenti». La new entry si chiama invece “bes”. «È una categoria di studenti con bisogni educativi speciali: dislessia, deficit dell’attenzione ma anche lo straniero appena arrivato. Incredibile! A gestirla dovrebbe essere l’insegnante di materia in classe con piani personalizzati, non noi. Immagina come si lavora così?». No, e forse neanche i genitori che tra una riforma e l’altra farebbero di tutto per tenere in aula un figlio fino a 26 anni. La carica dei caregiver. Fuori, appunto. Durano poche ore, bene che vada, ma ci sono i sorrisi, le passeggiate con gli operatori dei servizi sociali. Una mappa che sembra uno scarabocchio a fronte di quel che servirebbe a tutti. Alla nonna di Arianna, per esempio, il centro diurno garantisce per Edoardo solo il bus per l’andata un pomeriggio, e solo per il ritorno l’altro. Ma anche una delle più

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antiche onlus lombarde come «I genitori che la Fondazione Sacra Famiglia hanno ritirato di Cesano Boscone (7 filiali, i figli da una oltre 2.000 dipendenti e 2.000 classe con un pazienti) se avesse più soldi attiverebbe di corsa collaboraalunno autistico? zioni con le scuole e i familiari Sono loro i veri in casa. Perché servono, altro “diversamente che: soprattutto quando comabili”» pi 18 anni e perdi tutti i servizi (se non inizi a pagarli). Servono ma i tagli alla Sanità sono accette. «Siamo pagati 6,50 euro netti all’ora. Un problema per le famiglie dei pazienti che devono pagarsele a 20 euro l’ora se le vogliono, e anche per i nostri stipendi». Roberto Viola, 46 anni, lavora da otto per una cooperativa di Perugia finanziata dalla Regione con 180 assunti. Ha iniziato per caso, dopo aver fatto mille altri lavori. «È la prima volta che non ho voglia di cambiare. Le mie 36 ore settimanali le divido con un ragazzo down, a casa di un giovane in coma da 12 anni e con un ex paziente psichiatrico». A sentirlo parlare, lo invidi. Pensa che tutti dovremmo trascorrere nella vita una settimana in famiglia con un disabile. «Sono maestri della semplicità. Che bello se il mondo fosse come loro». G

Attenti a mio fratello

Milano, un quartiere normale, una scuola, e due ragazzi che si sono appena trasferiti con la mamma separata: Matteo, 13 anni, e suo fratello Guido, di un anno più grande, ritardato e in carrozzina. Per Matteo, appassionato di supereroi, è l’occasione per inventarsi una nuova vita, in cui tenere nascosta l’esistenza di quel fratello che lo mette in imbarazzo. Cadrà nella rete dei “cattivi”, ma nel momento più critico l’aiuto arriverà da dove meno se l’aspetta. E sarà lieto fine. Contro i cattivi funziona di Massimo Canuti, Instar Libri, pp. 137, ¤ 12.



amore e guerra

Il divorzio non è la fine di ogni diritto lui si risposa e io come mi mantengo? Caro avvocato, mi ritrovo, mio malgrado, a divorziare. Io avrei potuto andare avanti così per sempre: non intendo risposarmi. Il mio ex, invece, ha una nuova fidanzata che preme per “farmi fuori”. Probabilmente verrà confermato il piccolo assegno che era stato fissato con la separazione, ma ho paura: il mio lavoro è precario, la crisi è forte. Lui è molto più ricco di me. Con il divorzio finisce davvero tutto? Livia

Il divorzio è un’altra cosa rispetto alla separazione: quindi, se quell’assegno le sembra così esiguo, provi a ridiscuterlo. È vero che una separazione mal fatta può costituire un brutto precedente da cui ripartire, ma nel divorzio può far valere la sua situazione economica attuale, quanto guadagna lei, quanto lui. Contano anche gli anni di matrimonio e quanto ciascuno ha contribuito al benessere della famiglia. Un lungo matrimonio, dove lei ha favorito parecchio anche la posizione economica del suo ex, ha il suo valore nella quantificazione dell’assegno. C’è poi l’indennità di fine rapporto, la cosiddetta “buonuscita”, la somma che il lavoratore riceve al termine del rapporto di lavoro. Il coniuge divorziato, titolare di assegno divorzile, ha diritto a ricevere una parte di questa indennità. Non potrà rivolgersi direttamente al datore di lavoro, ma richiederla al suo ex. Se è inadempiente,

Laura LogLi AvvocAto, espertA in diritto di fAmigliA.

Il sostegno economico dipende dagli anni di matrimonio e dall’apporto al benessere familiare. Poi ci sono previdenza, buonuscita ed eredità deve depositare la richiesta in tribunale. Altri diritti infine si possono vantare in caso di scomparsa dell’ex coniuge. Per esempio, le prestazioni previdenziali. Chi ha divorziato e percepisce un assegno divorzile (essenziale ottenerlo) può ricevere una quota, non superiore al 60 per cento, della pensione dell’ex marito defunto. Per ottenerlo, è necessario che il coniuge defunto prenda una pensione per un lavoro prestato prima della sentenza di divorzio. Può accadere anche che ci siano più persone ad avervi diritto, per esempio lei e la nuova compagna che il suo ex si accinge a sposare. In questi casi è il tribunale che deve ripartire equamente quanto spetta a entrambe, sulla base degli anni di matrimonio, ma anche di convivenza stabile pre matrimonio. Infine l’eredità. Di regola il divorziato non ha alcun diritto sui beni del defunto. Se però il superstite si trova in stato di bisogno ed è titolare di assegno divorzile, può ricevere un assegno periodico che graverà sull’eredità (quindi pagato da tutti gli eredi).

di nuovo uniti per nostro figlio Io e mio marito siamo separati con un bambino, Matteo, che a scuola è vittima di bullismo. In questo caso vorremmo intervenire, uniti, per difenderlo. Cosa possiamo fare? Marina e Sergio

Credo sia un’ottima cosa che vostro figlio vi veda uniti per tutelare i suoi interessi. Purtroppo non esiste una legge sul bullismo. Sono tanti i progetti in corso per sensibilizzare sul tema e agire sui ragazzi tramite psicologi, sociologi, insegnanti. Il bullo, giuridicamente, è poco punito, così come spesso accade in famiglia. Si può condannare per i vari reati che commette – percosse, ingiurie, lesioni personali, diffamazione – solo se ha compiuto 14 anni. Una gran parte quindi resta impunita. Le vittime di bullismo possono chiedere il risarcimento ai genitori per i danni causati dai loro ragazzi, oppure agli insegnanti per i fatti illeciti compiuti dagli alunni nei momenti in cui sono sottoposti al loro controllo. La responsabilità degli adulti va esclusa se essi provano di non aver potuto impedire il fatto. Il danno risarcibile non è solo patrimoniale (può essere, per esempio, per il pregiudizio recato alla persona con la lesione all’onore, alla salute). Questi risarcimenti però prevedono sempre somme piuttosto esigue. Per prima cosa quindi, prenderei contatti con il preside e tenterei di far contattare i genitori dei bulli dalla più alta carica scolastica. Può essere utile anche un bravo insegnante. Nel silenzio, passate alla legge.

Hai bisogno di un consiglio legale? Chiedi al nostro avvocato: scrivile a gioiaposta@hearst.it (rubrica amore e guerra).

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moda


Girocollo con fumetto, Ice Iceberg ¤ 360; gonna pantalone di pelle, Luciano Soprani ¤ 410; cintura Louis Vuitton ¤ 330; borsa di pitone con tracolla a catena, Bulgari ¤ 2.400; pumps metal, Jimmy Choo ¤ 675. Nella pagina accanto, pull di mohair con maxistelle, Naughty Dog ¤ 275; mini d’ecopelle, Kor@Kor ¤ 58; orologio d’acciaio Ip oro, Love Moschino ¤ 159; maxicintura bicolore, Iceberg ¤ 200. In tutto il servizio, orecchini Atelier VM; anello d’oro rosa con diamanti ¤ 1.290 e d’oro giallo con “nodo” ¤ 1.590, Damiani; collant Calzedonia ¤ 3,50.

di Camilla Rolla o fot Nadine Ottawa


Dolcevita trompe l’œil, Love Moschino ¤ 237; longuette di pelle matelassé, Loewe ¤ 4.900; cintura Vintage Delirium di Franco Jacassi ¤ 80; orologio d’oro, Calatrava di Patek Philippe ¤ 15.870. Nella pagina accanto, cardigan con cani, Enzo Mantovani ¤ 229; camicia di cotone con profili a contrasto e gonna di pelle, Hermès; collana d’oro con onice, smeraldi, macchie di lacca nera e brillanti e anello coordinato, Panthère de Cartier; cintura Erre&Erre. BEAUTY Colori sofisticati sul viso con il maquillage Graphic Expression di Clarins.



Maglia con disegno a contrasto, Viktor&Rolf; gonna con frange d’ecopelle, Eklè ¤ 140; collana a catena, Rebecca ¤ 338; cinturone matelassé, Erre&Erre; cintura sottile, Louis Vuitton ¤ 330; pochette di cavallino leopardato, L’Autre Chose ¤ 286; pumps di vernice, Christian Louboutin ¤ 445. Nella pagina accanto, maglia con doppia aquila, H&M ¤ 14,95; shorts di pelle, Antik Batik ¤ 330; cintura maxi a due colori, Iceberg ¤ 200. BEAUTY Effetto naturale sui capelli con la Pasta Modellante di Cielo Alto.



Pull con gatti, Ovs ¤ 29,99; camicia Blugirl ¤ 430 circa; gonna di pelle, Guy Laroche; occhiali squadrati, Miu Miu Eyewear ¤ 270; orologio d’oro, Rolex ¤ 25.800; pumps metal, Jimmy Choo ¤ 675. Nella pagina accanto, pull di lana con inserti pipistrello, Tezenis ¤ 25,90; pants di pelle, Vivienne Westwood Red Label ¤ 1.460; collana vintage, Erre&Erre; cintura Vintage Delirium di Franco Jacassi ¤ 80.




Maglia con maxiricamo, Kontatto ¤ 65; pants ampi, Vionnet; occhiali con macro montatura, Céline ¤ 270; cintura alta, Hugo Boss ¤ 101,90; pumps Jimmy Choo. Nella pagina accanto, pull con rose, Blugirl ¤ 470 circa; longuette di pelle e cavallino maculato, Drome ¤ 1.297 circa; orologio Patek Philippe; cintura Erre&Erre; pochette di coccodrillo, Jil Sander. Ha collaborato Martina Allena. Trucco Sissy Belloglio@Freelancer using Mac Cosmetics. Capelli Maurizio Kulpherk per Gianni Di Muro Alassio.


shopping

il

con...

... tutto, ovviamente, visto che è uno dei pezzi forti della stagione. Ecco otto modi per portarlo. E tanti accessori

di Manuela Troletti styling indossato Alessandra Gabbetta foto Marco Rufini

gli

occhiali neri

ò t l a p ...il Chiodo Pennyblack € 299; coat H&M € 129; pants Woolrich; occhiali Saint Laurent by Heidi Slimane € 270; borsa Lacoste € 120; orologio Emporio Armani € 370; mocassini Tod’s € 310.

DA GATTO CÉLINE (¤ 270).

TONDI OLIVER PEOPLES.

A MASCHERINA BALMAIN PARIS (¤ 358).

CON LENTI SFUMATE SAINT LAURENT (¤ 240).

CON “SOPRACCIGLIA” GIVENCHY BY RICCARDO TISCI (¤ 240).

AVIATOR RAY-BAN (¤ 180,50).

MACRO MARNI (¤ 233).

GLITTER JIMMY CHOO (¤ 260).

CON PONTE PAUL SMITH SPECTACLES (¤ 231,90).


gli accessori rock COVER PER IPHONE PUNK HIP HOP (¤ 20 L’UNA).

SCARPONCINI BIJOUX BALDAN (¤ 1.050).

ANELLI SWING OMEGA (DA ¤ 190).

POLSIERA CON “PIRAMIDI” RIMOVIBILI SWAROVSKI (¤ 119).

PIERCING CON TESCHIO DELFINA DELETTREZ (¤ 385).

CLUTCH CON “FIAMME” TOSCA BLU (¤ 89).

CINTURINO CON SPUNTONI AB A-BRAND APART (¤ 112).

o n i b u ...il t

BELT CON PENDENTI UNITED COLORS OF BENETTON (¤ 14,95).

BRACCIALE A SPECCHIO ISLA FONTAINE (¤ 516).

Chiodo € 19,95, cintura con croci € 9,95 e boots € 39,95, tutto H&M; tubino Kor@Kor € 54,90; cintura logo, 22 Maggio by Maria Grazia Severi; anelli Bershka; bag Sisley € 49,95; calze Calzedonia.

ROCK ON!

E dove se non su una T-shirt o su una felpa? Per questa stagione Boxeur Des Rues e Universal hanno creato una Capsule Collection, in Limited Edition in vendita fino a dicembre, con tutti i miti del rock. Da Freddy Mercury ai Guns N’ Roses. Da € 29,90.

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new cult

Incredibile come, a volte, gli oggetti più strani diventino oggetti di culto. È il caso delle Spleeping Kitty di Charlotte Olympia (da € 545). Trattasi di ballerine con il muso di gattino: chi l’avrebbe detto che avrebbero fatto impazzire signore e signorine? Probabilmente il successo si spiega con una certa voglia di tornare bambine che scatta a qualsiasi età. Non potendo più giocare con bambole e peluche, si gioca con la moda. E ci si diverte davvero. Da sinistra: Nicky Hilton, Alexa Chung, Chloë Grace Moretz e Bella Thorne.

il con...

r u e l l i a ...il t tacco dark dior.

zeppa déco charlotte olympia (¤ 995).

macro pied de poule blumarine (¤ 390 circa).

le scarpe chiodo Gaudì € 159,50; giacca caractère € 339; lupetto virginia von zu Furstenberg; pants esprit; orologio emporio armani € 370; pochette marni; pumps diane von Furstenberg.

disegno grafico stuart weitzman (¤ 616).

fiori dipinti roberto cavalli (¤ 895).

fascia black calvin klein collection (¤ 598 circa).

colletto bianco strenesse (¤ 460).

mocassini trompe l’Œil céline.

carrarmato chic miu miu (¤ 690).

kika press, splash news, olycom

optical


shopping

la camicia scozzese cacciatrice MCS (¤ 89 CirCa).

baby levi’S iCon reinvented (¤ 81).

patchwork equipMent (¤ 325).

vichy tiMberland (¤ 80).

grunge levi’S iCon reinvented (¤ 50).

fumé duCk farM (¤ 47).

“toppata” napapijri (¤ 120).

soft tiMberland (¤ 90).

taglialegna gant (¤ 86).

Chiodo kontatto € 268; abito tartan, Woolrich € 359; abito koan by Coin € 34,90; tracolla just Cavalli € 190; bangle Mango; orologio Hip Hop € 39,50; anelli pandora da € 49; calze pierre Mantoux; boots loriblu € 500.

i n i m ...la

maschili, veramente

Le modelle e le giovani redattrici di moda hanno fatto loro la camicia tartan o a quadri. Come la portano? Grande grande, quindi si comprano la XXL da uomo (nella foto, tre proposte di Nara Camicie da € 49). La mettono che sbuca fuori dal chiodo di pelle, sopra i fuseaux e con gli scarponcini o sotto il blazer oversize, sulle gambe nude come miniabito con stivaloni, sneakers o décolletées.

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i ciondoli

Triplo swarovski (¤ 99).

a goccia morellato (¤ 99).

coMe pieTre breil (¤ 72).

con libellula emporio armani (¤ 199).

prezioso cartier paris nouvelle vague.

Moon 2jewels (¤ 59).

MessaggiaMoci

Niente sms questa volta: scriviamo qualcosa che resti. Che possiamo portare addosso ma che non sia indelebile come un tatuaggio: se cambiamo idea, cambiamo parole. Facciamoci allora un Trollbeads: in una catenina d’argento (da €90) infiliamo i “beads” che raccontano di viaggi (€ 290) o recitano poesie (€ 990 la versione d’oro su cui si possono serigrafare fino a 9 righe di 13 caratteri). Se vi piacciono i simboli, ci sono i triangoli: a punta in su aria e fuoco, in giù acqua e terra (d’oro € 630).

o g n u l o .. .l’abit chiodo luisa spagnoli € 370; longdress con cintura, elisabetta Franchi € 836; collana con rombo, mango € 9,99; con corno, michael kors; maxibag sara battaglia; boots bally € 695.

con farfalle morellato (¤ 119).

barocco pomellato (¤ 2.750).


shopping

il con... a dondolo mbt (¤ 190).

s n a e j i ... bianchi

con le ali adidas originals by jeremy scott (¤ 220).

effetto plaid céline.

chiodo max&co. € 399; camicia dekker € 82; pants levi’s € 100 circa; felpa Freddy € 59,90; cappello new era € 50; orologio emporio armani; sneakers diadora € 140.

con logo ricamato u.s. polo assn. (¤ 115).

effetto vintage diadora heritage (¤ 155).

“peloSe” superga (¤ 119).

borchiate alesya sport by scarpe&scarpe (¤ 69,90).

le

sneakers con inSerto metal geox respira (¤ 99,90).

zebrate katie grand ♥ hogan (¤ 395).

piccole opere d’arte

Prendi una Converse classica (rossa, nera, blu o giallo vintage). Immergila nella vernice bianca come fanno gli artisti concettuali. Titolo dell’opera “Converse Maison Martin Margiela 1970s Chuck Taylor All Star e Jack Purcell” (per la cronaca i due nomi corrispondono a due campioni, di badminton e basket, inventori dei due modelli). Trattasi delle nuove sneakers tutte verniciate di bianco secondo la tradizione della Maison, che, più si usano, più perdono per strada lo strato candido e scoprono il colore sottostante e, molto poeticamente, il passare del tempo (€ 200).

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shopping scHerZetti

Sono battute spiritose che solo le fashion victims possono capire, storpiature di nomi, come si faceva alle elementari: Hermès diventa Homiés, Gucci Bucci, Céline Féline, Burberry Burrrr... Un tormentone che ha conquistato modelle e star, molto più spiritose del previsto: infatti se ne vanno in giro con questi finti marchi stampati ovunque. La qual cosa ha fatto diventare star anche Brian Lichtenberg che ha avuto l’idea. Non sappiamo come l’abbiano presa i diretti interessati...

il con...

le

felpe

a t u t ...la chiodo trussardi € 2.285; felpa € 89,90 e bermuda € 57,90, freddy; collana even milano € 59; orologio capri watch € 100; tracolla Pennyblack; calze american apparel € 10; sneakers Nike.

con cappuccio freddy (¤ 79,90).

soffice freddy (¤ 129).

ad abito ottod’ame (¤ 155).

stampa rettile iuter (¤ 159).

da uomo woolrich (¤ 119).

con cappuccio mbc (¤ 89).

imaxtree.com. trucco roberto gotti e caPelli fabio d’oNofrio, eNtrambi Per twa.

maxilogo tru trussardi (¤ 148).


l’orologio d’oro

cronografo eMPorio arMani (¤ 459).

con diamanti oMega (¤ 18.400).

con cristalli mobili swarovsKi (¤ 549).

con cifre romane Michael Kors (¤ 199).

con ghiera di strass liu Jo luxury (¤ 179).

Pink Morellato (¤ 159).

tutto d’oro PateK PhiliPPe (¤ 34.820).

sei una fan sfegatata?

Del chiodo ovviamente. Eppure sei troppo bon ton per metterlo di pelle nera? Per te tante variazioni sul tema come le paillettes (di Silvian Heach € 200 con camicia Koan by Coin € 49,90; pants Blugirl € 310; collana Even Milano; bag Max&Co.) o la lana bouclé (di Liu Jo Jeans € 289 con gonna H&M € 29,95; occhiali Céline € 250; collane Chanel e Sharra Pagano).

chiodo Motivi ¤ 99,50; gonna liu Jo ¤ 150; occhiali céline ¤ 250; orologio Michael Kors ¤ 199; bag lacoste; calze calzedonia; pumps loriblu.

a n n o g ...la un mito

È forse l’orologio più imitato al mondo: il Rolex Oyster Perpetual Submariner Date. Nato nel 1953, fu il primo impermeabile fino a 100 metri (ora fino a 300). Un classico per la vita. Ma ora ci spiazza con la varietà di colori: ti viene voglia di averli tutti (da € 7.000). Sì, magari...

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moda


Su Wikipedia hobo è “un vagabondo che adotta in maniera volontaria uno stile di vita improntato alla semplicità, al viaggio, alla ricerca interiore”. Nella moda l’hobo anticipa il grunge, visto che il fenomeno nasce alla fine dell’800 per diventare vera e propria cultura con la beat generation negli anni Sessanta. In parole povere vestirsi hobo è mescolare stili diversi, usare cappotti lunghi e scarponcini da montagna, strati su strati e disegni plaid, maglioni grossi e pantaloni caldi di Ilaria Norsa - foto Laurence Ellis

Cappotto di lana e neoprene stampato, N°21; giacca in Principe di Galles con maniche staccabili, Marella ¤ 399; pull tricot, Liu Jo ¤ 139; pants di lana check, Love Moschino; calze Calzedonia; stivali zippati con suola carrarmato, Prada. Nella pagina accanto, blazer da uomo di lana, United Colors of Benetton ¤ 99,95; T-shirt H&M ¤ 19,95; gonna lunga, Pennyblack ¤ 75; collana ¤ 27,50 e manicotti ¤ 40, Cheap Monday.



Coat over, Uma Wang € 2.139; blusa broccata € 14,50 e skinny coordinati € 39,99, Silvian Heach; gonna a pois, Daniele Carlotta; sciarpa Faliero Sarti; scarpe Prada. Nella pagina accanto, camicia stampata, Adidas SLVR ¤ 135; abito a pois, Moschino Cheap and Chic; gonna di lana a pieghe, GF Ferré; ghette di pelle, Chanel.


Cappotto con spalline militare, Louis Vuitton; coat di lana tartan, Arthur Arbesser ¤ 620; top di seta a righe, Maison Martin Margiela; pants over gessati, Dušan ¤ 640; scarpe Prada. Nella pagina accanto, cappotto bouclé e minigonna plissé ¤ 490 circa, Blumarine; cardigan di lana, Krizia Top; top a rete, Uma Wang ¤ 450; collana ¤ 27 e manicotti ¤ 40, Cheap Monday; stivali con catene ¤ 2.250 e ghette, Chanel.




Cappotto in panno di flanella, Antonio Marras ¤ 2.310; top tartan e stivaletti stringati ¤ 490, Y-3; gonna lunga di cotone, Pennyblack ¤ 75; calze Calzedonia. Nella pagina accanto, pull di lana e pants lavorati, Sportmax; calzettoni Calzedonia; scarpe Prada. BEAUTY Sui capelli un tono luminoso con Color Therapy di Jean Louis David.


Chemisier di seta patchwork, Hache; pants di lana, Pennyblack. Nella pagina accanto, maxicappotto lavorato a mano, Krizia Top; pull di lana con collo ad anello, Marina Yachting; mini plisettata, Blumarine 造 490 circa; gonna lunga con apertura frontale, Daniele Carlotta; stivali con catene 造 2.250 e ghette di pelle, Chanel.




Cappotto di lana ad uovo, Martino Midali ¤ 435; girocollo John Galliano; pants over, Tsumori Kisato ¤ 550; scarpe Prada. Nella pagina accanto, kimono jacquard da uomo ¤ 1.290 e pants coordinati ¤ 450, Etro; maglione traforato, OVS ¤ 29,99; collo di lana, H&M ¤ 9,95; stivali Prada. Ha collaborato Chiara Totire. Trucco Rosario Belmonte e capelli Noelia Corral using Tecni.Art L’Oréal Professionnel, entrambi per Close Up.


ciliegine (una moda tira l’altra)

Volta pagina

Hai sognato un pipistrello? Il messaggio è chiaro: cambia vita. Un proposito così merita una pietra miliare. A noi piace di più una pietra preziosa, come i diamanti (bianchi o neri) dei charms di Dodo, rispettivamente € 560 e € 615. dodo.it

Now new next

Idee da prendere al volo, novità imperdibili, tante curiosità e i must di stagione. E se avete una domanda... di Federica Fiori

Sole d’inverno Usateli come vi pare:

funzionano come talismano antipioggia, come cerchietto per i capelli, come rimedio d’urgenza se avete tirato tardi la notte. Un fatto è certo: gli occhiali da sole non passano mai di moda. Limitatevi a sostituire quelli estivi, macro, con un modello da nerd (v. pag. 44). I Garçonne di Giorgio Armani Eyewear, (€ 393,20), andranno benissimo. luxottica.com o www.armani.com

Italiani nel mondo Non

è certo una scoperta: il made in Italy è rimasto, malgrado la crisi, un genere d’esportazione apprezzato ovunque. Ma quelli di Italian for Italy sono persino andati oltre: producono nel mondo oggetti speciali, come la borsa nella foto, “esportando” gli standard qualitativi della nostra manodopera. Un esempio da imitare. italianforitaly.com

T-shirt graffiti

Reboot, in inglese, significa “riavvio”. Quello di Diesel è partito dai social network con l’hashtag #dieselreboot, per approdare ora su cinque T-shirt unisex ad alto tasso di provocazione. Tanto per intenderci: a proposito di quella sul Papa, Nicola Formichetti, direttore creativo del brand, ha spiegato: «Volevo dire la mia». diesel.com

Se avete dubbi di stile o siete in cerca del consiglio giusto per valorizzare il vostro look, scrivete a Federica Fiori (ffiori@hearst.it).

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Il piumino, invece

Invece del caban: tiene più caldo ed è più leggero. Invece della pelliccia: solo se è sfoderata non ingrassa. Invece del trench: imper, ok, ma se fa freddo... Questo è di Tatras, lo ha disegnato un giovane talento, Albino D’Amato, e l’imbottitura è al 95% in fiocco di piuma. Una vera goduria (€ 1.070). tatras.it

La riconoscete?

Durante la Milano fashion week imperversava ovunque. È la bottiglia disegnata da Sottsass Associati per Lurisia e Moreschi (quello delle scarpe). La silhoutte non si dimentica, al contrario del nome: Bolle Stille Winner Moreschi Limited Edition. Tanto vale comprarla, due pezzi a € 6,20, su enjoylurisia.it

Shopping & altro

Oltre a rifarvi gli occhi con borse e foulard, entrando nella nuova boutique Hermès a Milano, in Montenapoleone, potrete godervi non pochi capolavori artistici (fotografia contemporanea, pitture e antiche incisioni). hermes.com

Cammina come se avessi tre uomini che camminano dietro di te

Oscar De la Renta

On focus

Nome: Occupiamoci! Segni particolari È un bando che punta a inserire nel mondo del lavoro, in tutta Italia, 120 giovani in situazione di disagio sociale. Le domande si presentano entro il 31/10 cliccando su questi siti: aiutareibambini.it, fondazionesanzeno.org, umanamente.it, unicreditfoundation.org. Perché ci piace 1) Perché i fondi stanziati dalle quattro fondazioni private dei siti sono notevoli: 600.000 euro. 2) Perché il progetto si rivolge esclusivamente a organizzazioni senza scopo di lucro. 3) Per l’età dei giovani coinvolti: da 16 a 29 anni. Viva i ragazzi!

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per sempre

con i tacc hi

alti, geox respira

paul sM ith di raso , e 2014 ga, tod’s p/ angia lun con la fr

Ho frugato nel mio scatolone dei mocassini (visto che sono tornati di moda) e ho pescato quello che vedete in queste foto. Prima di tutto va detto che non bisogna mai buttarli via perché sono una di quelle poche cose uguali a se stesse negli anni. Quindi se vi stancate di loro metteteli via, vedrete che vi tornerà la voglia prima o poi. A me piacciono sotto i jeans a zampa, nel qual caso me ne metto un paio gigantesco, nel senso che è di tre numeri in più del mio. Sono da uomo, e ho scoperto che mi piacciono i piedi enormi, da clown. Altro modo è lo stile Michael Jackson, con i calzini bianchi. Se anche i mocassini sono bianchi l’effetto è un po’ ospedaliero. Meglio neri. Perfetti in vista delle piogge invernali quelli con la para grossa (va tantissimo il carrarmato). Io poi che ho un cuore da squaw adoro gli indianini. Se non potete stare senza tacchi, ve li concedo. I più belli del momento, a parte i classici Gucci col morsetto, sono i N.21 ingioiellati e si portano con calzettoni ingioiellati anche loro. E mettete da parte i soldini per la prossima stagione: must sicuro i Tod’s con la frangia lunga. Ps. Non c’entra nulla ma oggi i jeans skinny si portano con il risvoltino.

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grossi, dr. Mart ens; calzini h&M

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onka Minnet

di Michela Gattermayer

ingioiellati, n° 21

Mocassini

(panta lisa co rti)

da uoMo. pa ul sMith

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nuove fragranze

“Mmm… che buono, che marca è?”. Quante volte vi è capitato di catturare l’attenzione attraverso l’olfatto? Il profumo s’indossa come un vestito. C’è quello discreto per andare in ufficio, frizzante per un’uscita tra amiche, sensuale per un incontro a due. Indovinare la fragranza giusta può dare risultati sorprendenti. Persino a un colloquio di lavoro di Angelica Dal Re e Barbara Lalli, foto Pamela Hanson

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Sembra inverosimile, ma pare proprio che, a causa di un’acqua di colonia mirabilis, una regina quasi ottuagenaria abbia dovuto domare gli ardenti bollori di un aitante principe ventenne. È accaduto nel 1370, con la nota Acqua della Regina d’Ungheria, dunque può essere che le cronache giunte a noi non siano precisissime, ma è indubbio che i profumi da sempre abbiano un ruolo cruciale nel trasmettere e suscitare emozioni. Di ogni tipo. Anzi, in tempi recenti è la scienza a confermarcelo: Richard Axel e Linda Buck, premi Nobel nel 2004, hanno dimostrato che addirittura il 3 per cento del genoma umano è dedicato allo sviluppo dei recettori olfattivi, molto più di quanto non sia concesso dal nostro Dna a vista e udito! Del resto l’olfatto è il senso capace di mobilitare istantaneamente il sistema nervoso e quindi influenzare i nostri comportamenti. Ecco perché un profumo solo non può bastare: il guardaroba olfattivo deve racchiudere fragranze di nostro gradimento, certo, ma anche in grado di adattarsi a tutte le situazioni.

trunkarchive.com/contrasto

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nuove fragranze

Se vuoi sedurre

Solo per una notte

Dimmi di sì Lui è un po’ indeciso, mentre tu vuoi che sia solo tuo (per sempre). Per farlo capitolare, la femminilità pura e semplice non basta: bisogna affilare le unghie e puntare su una sensualità decisa. a effetto calamita le note di Fendi Acquarossa: il fiore di lantana, dagli accenti fruttati e speziati, si unisce a rosa, fiore d’arancio e magnolia. il suo côté seduttivo esplode con il mix inebriante di cedro rosso, muschio e patchouli (da € 58).

Se non è fatale che attrazione è? Per far decollare gli ardori di una notte conta l’accordo giusto, quello che accende i sensi facendo dimenticare tutto il resto. come l’alchimia olfattiva di Dolce & Gabbana Intense: un esordio esuberante di neroli e mandarino verde, nel cuore il fiore d’arancio e la tuberosa dall’effetto ipnotico, poi la stoccata finale con il sandalo e il musk. Un concentrato di erotismo puro dal richiamo irresistibile (da € 66).

Se hai un colloquio Per intrigare un po’ TrUnkarchiVE.coM/conTraSTo

Per sentirti sicura Se quel posto di lavoro ti sta veramente a cuore, è importante che ti senta a tuo agio, sicura e serena. Tradizionalmente i fiori più femminili — come rosa, gelsomino e tuberosa — hanno un piacevole effetto rassicurante. E il sentore candido e sofisticato del giglio, che nella nuova Essence de Parfum Baiser Volé di Cartier è ancora più profondo e tangibile, riesce a esprimere forza e determinazione. Ma senza esagerare, grazie alle rotondità delle sue sfumature vanigliate (da € 82).

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Lo sanno tutte: a un colloquio di lavoro meglio evitare look troppo appariscenti. Quindi make up leggero e outfit sobrio. È concesso però osare con il profumo, che può intrigare con discrezione. Una composizione ben calibrata, elegante ma particolare, è quella del nuovo Trussardi My Name: con il suo cocktail di violetta bianca, eliotropio, lillà, vaniglia e musk, sostiene l’autostima e sprigiona una scia intrigante capace di incuriosire (da € 46).


Ăˆ ďŹ nita l’epoca in cui ci si affezionava a un solo profumo. Per circondarvi di ascino in ogni situazione, puntate su un guardaroba olfattivo travel size: da avere sempre in borsa


nuove fragranze

I trend aromatici? Sono sempre in auge gli accordi fioriti, ma scaldati da ambra e legni esotici per un effetto seconda pelle

Fuori con le amiche Per staccare davvero Per sentirti speciale Perché rinunciare a due gocce di profumo anche quando siete solo tra donne? Loro sono le prime a notare se hai “un buon odore”. E poi anche lo shopping può essere l’occasione giusta per lasciare una scia fatale: provate con La Vie est belle Edp Légère di Lancôme, un jus floreale intenso di gelsomino Sambac ingolosito da fava Tonka, vaniglia e una golosa nota pralinata (da € 82).

L’uscita con le amiche è quanto di meglio per rilassarsi e ricaricare le pile. E il bouquet di Pomellato Nudo Amber, ispirato alla gemma del quarzo Madera, con il contributo opulento del gelsomino, ha un fantastico effetto calmante. L’armonia fiorita, infatti, si fonde negli accenti vellutati della vaniglia del Madagascar e del musk, regalando tranquillità e controllo (da € 49).

Happy hour Chiacchiere in libertà Ci scappa il flirt Un aperitivo che si prolunga in un cocktail dinner per socializzare e, perché no, flirtare un po’: ci vuole un profumo che coniughi tenacia e sensualità. Come la nuova Essenza di Roma Donna di Laura Biagiotti che cattura all’istante con un frizzante accordo di testa (a base di mandarino), stupisce con un cuore di mandorla e ciclamino e, infine, avvolge i sensi con un finale di vaniglia e legno di sandalo. Un vero colpo di fulmine! (da €40).

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La nota raffinata e luminosissima del fiore d’arancio celebra a meraviglia anche un aperitivo open air: che sia su un attico o sul lungomare, la scia magnetica di Elie Saab Eau de Parfum Intense, si staglierà su tutto e tutti. Una cifra olfattiva iper femminile che schiude un cuore di ylang ylang, ammorbidito dal miele rosa, per sfumare dolcemente in un fondo sensuale di patchouli e ambra (da € 43,50).



nuove fragranze

Party night Versione disco Quando vi aspetta una notte intensa a ritmo dance, spruzzate sulla pelle (e portate il vapo con voi, per ripetere il gesto al momento opportuno) Boss Nuit Pour Femme. Vi accompagnerà una scia golosa di pesca bianca, unita all’innocenza sexy della viola, alla femminilità estrema di gelsomino e fiori bianchi. After midnight, irresistibile l’accordo cremoso del sandalo (da € 67).

Serata di gala Pronte per un ricevimento con i controfiocchi, dal cocktail alle danze? Ci vuole una fragranza couture come Miss Dior Le Parfum, un accordo chypre, ricco e sontuoso, che prorompe con l’esuberanza del mandarino, si espande con assoluta di rosa turca e rosa bulgara; infine, la conturbante nota cuoio, lavorata con ambra vegetale e patchouli (da € 84,91).

Vi trovate in spazi mignon? Meglio l’eau de toilette: il parfum può risultare troppo invadente

Alla scrivania

In un giorno tranquillo

Per la riunione al top Volete alleggerire l’ansia da meeting importante? Scegliete un profumo capace di regalarvi grinta e lucidità al tempo stesso. Come Versace Bright Crystal L’Absolu, un nuovo jus dalla gioiosa anima pink: dopo uno sprint iniziale con yuzu e chicchi di melograno, placa l’animo con l’aiuto di peonia, magnolia e fior di loto. Calmante la scia finale di acajou e musk (da € 75,50).

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Per animare la routine lavorativa con dolcezza, niente di meglio dei delicati contrasti olfattivi di Iceberg White. Dopo un solare esordio energizzante (composto da scorza di limone, pompelmo e pera centrifugata), la fragranza stimola il buonumore con un cuore morbido di nettare di lampone, petali di peonia, viola, muschio e vetiver (da € 27).



beauty wash

Effetto calmante immediato. È una di quelle serate in cui avete solo voglia di essere lasciate in pace? Ecco la ricetta: accendete una candela e versate nell’acqua della vasca lo Shower Gel di Gucci Flora. Si sprigioneranno gli effluvi di agrumi e peonia, esaltati da sandalo e patchouli, noti per il loro effetto “sedativo” (€ 34).

Bolle di benessere

Dedicato a chi vorrebbe essere “altrove”. Se la città vi sta stretta, evadete con la scia di May Bath Gel Innamorata Lovely Rose di Blumarine. Ci si immerge nella sua soffice texture in mousse per uscire dall’acqua profumate di note golose come lime, limone, bergamotto, lampone e mela verde. E la pelle resta avvolta da una poetica nuvola floreale a base di petali di rosa (€ 32).

Qualche goccia del bagnoschiuma giusto e la giornata più stressante si trasforma, come per magia, in una pausa di relax. Questione di pelle, ma anche di formule ed emozioni di Barbara Lalli

Se la pelle è disidratata e sensibile. Lasciatevi coccolare da un bagnoschiuma profumato emolliente come Shower Gel for Her di Narciso Rodriguez che non secca la pelle. A contatto con l’acqua diventa una morbida schiuma che rilascia intense note muschiate e accenti di vaniglia e fiori d’arancio (€ 36,50).

Al mattino, per vincere il sonno e ricaricarvi, concedetevi una doccia corroborante con il Gel Moussant di Chance Eau Tendre di Chanel: è una declinazione più energizzante dell’originale, con un accordo di iris e gelsomino stemperato da agrumi frizzanti e cedro vellutato (€ 38,50).

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Volete rendere più persistente la vostra fragranza preferita? Soprattutto se è un profumo orientale, come Dolce & Gabbana The One, la soluzione è scegliere di detergere il corpo con la stessa alchimia olfattiva. Il Shower Gel vi lascerà sulla pelle un sontuoso (e invisibile) intreccio di litchi, giglio, gelsomino, vetiver e ambra (€ 27).

Se la doccia si fa in due... È adatto a tutti i tipi di pelle e formulato per essere gentile con la cute e, al tempo stesso, regalare puro piacere. Contiene una selezione di sostanze emollienti e una base lavante 100 per cento vegetale e, quindi, senza sapone. Da provare il Gel Douche Thé de Vigne di Caudalie, con estratto di tè: la profumazione delicata assicura una sensazione di grande freschezza (€ 9,70 in farmacia).



beauty news

Note in festa

È un compleanno speciale: Moschino festeggia 30 anni di moda e humour. indimenticabili le sue idee più ironiche, come gli abiti cuciti con i sacchi della spazzatura (nella foto). inconfondibile il suo profumo, che per l’occasione indossa un fiocco tricolore: Moschino 30th anniversary Special edition (€ 66). Da collezione!

Piacere in crema

Ha una texture leggera, ma così ricca di burro di karité e proteine di riso che, dopo averla provata, non se ne può più fare a meno. Poi è un all over cioè va bene per corpo, viso e mani. infine, il pack animalier di City Safari african Flower di Pupa è un motivo in più per regalarsi questa super coccola (€ 9,90).

Profumi & balocchi Mi piace lo smalto semipermanente, ma ho sentito dire che rovina le unghie. È vero? risponde mirta aprosio, estetista: «esistono diversi tipi di smalto semipermanente. Prima e dopo l’applicazione, nei centri estetici più qualificati viene eseguita una cura rinforzante a base di cheratina. il momento più delicato è quando si rimuove lo smalto: l’estetista deve prestare molta attenzione per non danneggiare le unghie. L’ideale è farselo togliere con la fresa elettrica, che non scalfisce la cheratina».

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di Barbara Lalli

Pennellate da borsetta

Una deliziosa fragranza in miniatura, da tenere sempre a portata... di polso: è Paint a Scent See By Chloé, nella nuova versione da borsetta. Sprigiona un sensuale accordo fiorito scaldato da note di legni. e vuoi mettere il vezzo, ultrafemminile, di profumarsi con il pennellino? (ed. limitata, € 35).

Onde positive

Da ottobre a dicembre, mentre vi rilassate dal parrucchiere, potete regalare una lezione di formazione professionale a ragazzi disagiati in Brasile e in romania. il merito è dell’iniziativa Wella Professionals making Waves: basta acquistare un prodotto a scelta fra le linee Brillance e enrich per realizzare questo progetto.

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D&R

Per sentirvi più seducenti, regalatevi una crema passepartout da tenere sempre in borsa. Ispiratevi con fragranze in edizione limitata. E non dimenticate il parrucchiere: è un “balsamo” anche per la mente



salute

Prendi le misure e scegli la tua Niente è più frustrante che senza risultati. Per dimagrire davvero serve il metodo giusto, meglio se personalizzato. Dal 14 al 18 ottobre, l’Associazione nazionale dietisti offre consulti gratuiti, in tutta Italia, (diverse per ciascuno di noi). Curiose di saperne di più? Ecco il test per fare pace con il vostro fisico. Funziona! di Grazia Pallagrosi

delle donne e il 43 per cento degli uomini è insoddisfatto del proprio fisico e, secondo

dati Sip (Società italiana di pediatria), il 30 per cento delle adolescenti si mette a dieta, spesso sconsideratamente. In realtà, quasi sempre ci riteniamo sovrappeso perché sono sbagliati i modelli ai quali ci ispiriamo. Per intenderci: chi è di costituzione mediterranea non ce la farà mai ad avere il sedere piatto di Kate Moss e chi ha una struttura androgina non può aspirare alle curve di J. Lo. «Seguire un regime dietetico senza capire la base di partenza è un errore», spiega la dottoressa Ambra Morelli, dell’Associazione nazionale dietisti. «Le “misure perfette” non sono uguali per tutti, ma variano in base alla struttura ossea e alla conformazione fisica. Per definirle, invece di confrontarsi con top model o celeb, bisogna usare strumenti che tengano conto della specificità del nostro corpo», sottolinea l’esperta. Come il test di queste pagine: ti consentirà di scegliere una dieta veramente efficace per il tuo fisico. Rispondi alle domande, segna se le tue risposte sono di tipo A, B o C. Poi vai a pag. 144 e scopri come dimagrire.

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Usa bilancia e metro da sarta Per cominciare, calcola il tuo Imc (indice di massa corporea). Dividi il tuo peso (in chilogrammi) per l’altezza (in metri) moltiplicata per se stessa. Risultato:

A) da 20,0 a 24,9 B) da 25,0 a 29,9 C) da 30,0 a 40,0 Sei minuta o robusta? per sapere quanto grasso c’è nei tuoi cuscinetti è importante valutare la struttura fisica, che può essere minuta, robusta o normale. Dividi la tua altezza (in cm) per la circonferenza del polso (in cm). Risultato: A) <10,1 B) 10,1-11 C) > 11 Definisci il tuo biotipo. misura la circonferenza della vita all’altezza dell’ombelico; misura la circonferenza dei fianchi all’altezza delle articolazioni coxo-femorali (anche); dividi il primo valore per il secondo. Risultato: A) 0,74-0,84 B) 0,84-0,94 C) 0,94-1,00 Misura l’indice di sedentarietà. La dieta e il peso non possono prescindere da quanto stai ferma e quanto ti muovi. Dividi il numero di ore in cui stai seduta in un giorno per il numero di quelle in cui fai attività fisica (palestra, camminata, sport…) in una settimana. Risultato: A) < 4 B) da 4 a 6 C) > 6

photomasi

In Italia



salute

scopri il tuo profilo Maggioranza di risposte a: non Hai cHili Da perDere e, anche se il tuo corpo non ti soddisfa, non devi stare a stecchetto. «il consiglio è di puntare su un’alimentazione bilanciata, senza ridurre le calorie, ma riequilibrando la ripartizione dei cibi nella giornata per ridistribuire le curve e ridurre eventuali accumuli, come le cosiddette culotte de cheval», spiega la dottoressa Morelli. prima regola: inizia con una buona colazione, seguita da un pranzo a base di carboidrati, infine una cena leggera. senza dimenticare gli spuntini (metà pomeriggio e metà mattina) per evitare cali glicemici che potrebbero sbilanciare l’assetto ormonale». Menu tipo

colazione: 1 uovo alla coque con bastoncini di pane grigliato, tè o caffè . pranzo: fusilli aglio, olio e prezzemolo; pollo alla diavola con insalata mista; 1 frutto di stagione. cena: zuppa di lenticchie con pane grigliato; contorno di verdure; 1 frutto di stagione. gym: scegli lo sport che ti piace, l’importante è praticarlo con costanza. se odi palestra e piscina, opta per la camminata, facendo però almeno 10.000 passi al giorno misurandoli con un contapassi o un bracciale wellness da indossare ogni mattina.

Dal 14 al 18 ottobre i professionisti dell’associazione nazionale dietisti offrono consulenze gratuite in molte città: l’occasione è la terza edizione della Giornata della buona alimentazione che quest’anno cade il 13 ottobre. negli studi degli specialisti del settore sarà possibile misurare il proprio indice di massa corporea, avere una valutazione dello stato nutrizionale e ottenere materiale educazionale e consigli. per prenotare, basta chiamare il numero verde 800/976680 o scrivere una mail a info@andid.it. per saperne di più: www.andid.it

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Maggioranza di risposte B: lato b iMportante e cosce che vorresti snellire, ma non fare l’errore di eliminare i carboidrati. «le diete prive di pane, pasta e cereali sono le meno sazianti e inducono ad aumentare carne, salumi e formaggi, col risultato che si assumono più grassi e, nel tempo, si prendono più chili», sottolinea l’esperta. «l’ideale sono i cereali integrali in chicco che, sia per l’elevato apporto di fibre sia perché vanno masticati a lungo, saziano e riducono l’assorbimento di zuccheri e grassi. Via libera quindi a cous cous, riso, farro, miglio, orzo, anche come piatto unico coi legumi (1/3 di legumi e 2/3 di cereali) e un contorno di verdura». Menu tipo

colazione: yogurt magro con crostini di pane integrale. pranzo: risotto (od orzotto o farro) ai frutti di mare, con melanzane grigliate (senza olio, condite con succo di limone e prezzemolo), 1 frutto. cena: carpaccio condito con succo di limone battuto con una punta di senape e un cucchiaino d’olio; verdura in finto pinzimonio (al posto dell’olio usa una salsa ottenuta frullando yogurt magro con tonno al naturale, pepe e succo di limone); pane integrale, 1 frutto di stagione . spuntini: frutta di stagione, tè senza zucchero. gym: due sono le regole per snellire e tonificare la parte inferiore del corpo, ovvero ridurre la massa grassa e allenare aree muscolari specifiche (glutei, cosce). Basta fare 40 minuti di lavoro muscolare lungo e lento 3-4 volte alla settimana: nuoto, jogging, bicicletta (rapporto leggero, con avanzamento di 3-4 metri a ogni pedalata) o camminata a passo sostenuto.

Maggioranza di risposte C: gaMbe Magre e busto “iMportante”. la dieta deve basarsi sull’equilibrio. «invece di eliminare uno o più alimenti, bisogna assumerli tutti, nella giusta proporzione (5560 per cento di carboidrati, 30 per cento di grassi, 10-12 per cento di proteine) in ogni menu quotidiano. spesso l’accumulo di grasso nella zona del plesso solare è favorito dallo stress che, iperstimolando l’ipotalamo, l’ipofisi e le ghiandole surrenali, squilibra i rapporti tra alcuni ormoni favorendo l’accumulo di adipe al centro del corpo», spiega l’esperta. Menu tipo

colazione: latte scremato o di soia con caffè; biscotti secchi. pranzo: roast beef con verdure grigliate, 1 panino, 1 frutto. cena: cous cous con tonno fresco; insalata mista; 1 frutto. spuntini: frutta, 1 bicchiere di latte di soia. gym: dopo 20 minuti di tapis roulant o bicicletta, 10 minuti di addominali, più 10 minuti dedicati al tronco (in piedi, gambe divaricate, ruotarlo verso destra fino a vedere la parete opposta a quella di partenza, continuare per 4 minuti, recuperare per 30 secondi ed eseguire altre 2 serie da 4 minuti. ripetere dal lato opposto).

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Consulti per la linea



cucina

I❤ bruschetta

Pane casereccio tostato al punto giusto, una strofinata d’aglio e un filo d’olio buono. Niente è più gustoso delle cose semplici. Ma se volete dare un tocco nuovo alla “merenda povera” della nostra tradizione, guardate qua. E sbizzarritevi a cura di Laura Savini - foto Radyaner

All’italiana: con lardo e olive

Ingredienti per 4 persone: ✽ 4 fette di pane casereccio ✽ 120 g di lardo di Colonnata Igp affettato ✽ 20 olive taggiasche denocciolate ✽ 1 spicchio d’aglio ✽ rosmarino ✽ olio extravergine di oliva ✽ sale ✽ pepe ✽ Condite le olive con olio, aglio tritato e rosmarino. ✽ Tostate il pane e servitelo con lardo, olive, sale e pepe.


Di stagione: con i funghi freschi

Ingredienti per 4 persone: ✽ 4 fette di pane casereccio ✽ 200 g di porcini freschi ✽ 1 spicchio d’aglio ✽ peperoncino ✽ 3 cucchiai di olio extravergine ✽ sale ✽ prezzemolo tritato ✽ Pulite i funghi, affettateli spessi. Rosolate nell’olio peperoncino e aglio ✽ Unite i funghi e cuocete per 20 minuti circa, mescolando. ✽ Tostate il pane e distribuitevi i porcini cosparsi di prezzemolo.

Alla francese: con Roquefort e noci

Ingredienti per 4 persone: ✽ 200 g di pane in cassetta fresco (oppure pancarré) ✽ 100 g di Roquefort ✽ 12 gherigli di noci ✽ 4 cucchiaini di miele d’acacia ✽ Affettate il pane in quattro grosse fette, poi tagliatele ancora in quattro. Tostatelo. ✽ Spalmate le mini bruschette con il Roquefort sbriciolato e aggiungete le noci e il miele.

 PHOTOCUSINE/TIPS

Contadina: con crema di carciofi

Ingredienti per 4 persone: ✽ 2 francesini tagliati per il lungo ✽ 8 cuori di carciofo ✽ 1 spicchio d’aglio ✽ 2 cucchiai di olio extravergine ✽ 4 cucchiai di ricotta ✽ prezzemolo ✽ sale ✽ Tagliate a spicchi i carciofi e cuoceteli con aglio, olio e poca acqua, coperti, per 20 minuti. Salateli. ✽ Frullateli con la ricotta e il prezzemolo. ✽ Spalmate la crema sul pane dopo averlo tostato.

Golosa: con salame, pecorino e fave

Ingredienti per 4 persone: ✽ 1 baguette affettata ✽ 100 g di salame tipo Milano tagliato sottile ✽ 100 g di fave surgelate, bollite o in scatola (oppure fagioli cannellini o ceci) ✽ 100 g di Pecorino ✽ olio extravergine di oliva ✽ Tostate le fettine di baguette e copritele con il salame, le fave bollite e salate, il Pecorino a scaglie e un giro d’olio.

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design

Art AttAck Arredare con i quadri. Ecco il segreto per rendere speciale un appartamento di città . Le regole base? Devono essere grandi, d’impatto, con personalità . Inseriti in uno spazio minimale: pareti bianche, pavimento di legno vissuto, pochi pezzi di design e qualche oggetto etnico. Guardate e copiate

di Stefania Aledi - foto Matteo Carassale

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Giochi di contrasti

Nell’ampio soggiorno spicca la ricercatezza delle forme: le curve della chaise longue risaltano accanto alla pianta scultorea (una sanseveria cilindrica, ma ci starebbero bene anche un cactus o una euphorbia). L’enorme tela (di Federico Tomasi) irrompe con un arancione squillante a “svegliare” i toni neutri della casa.

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design

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2 Bellezze al bagno

Che bella idea appendere le serigrafie di Marilyn, firmate da Andy Warhol, proprio nella stanza dedicata al fascino. Sono l’unica concessione al colore: il resto gioca sulle sfumature del bianco e sul legno, che invitano a rilassarsi mentre ci si prende cura di sé, da soli o in coppia.

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1- Il tre è il numero perfetto Tenetelo presente quando si tratta di decorare una parete: accostate in sequenza una serie di quadri monocromatici e riuscirete ad animare la zona più statica della casa. Qui i tre tocchi di rosso sulla parete portano la firma dell’artista sudamericana Heloisa Crocco: da soli bastano ad accendere l’angolo bianco della sala da pranzo e a infondere luce e colore al soggiorno. Ma se non disponete di enormi tele d’autore, ideali per colorare e riscaldare un ambiente dai toni naturali, potete ottenere un effetto simile appendendo alle pareti grandi telai di legno con delle applicazioni di tessuti multicolor. Alleggeritevi! Prendete una poltrona, due tavolini, una chaise longue. L’importante è che siano pezzi singoli e che si possano spostare: in questo modo la stanza diventerà, quando serve, più spaziosa. Scegliete tende in lino lavato che lasciano filtrare moltissima luce, hanno una caduta morbida, non ingialliscono con il tempo, in più stanno bene anche se sono stropicciate. L’idea da copiare sono le poltroncine rivestite in canvas: il “fantasmino” bianco che le ricopre è l’escamotage per rinnovare in economia le vecchie sedute che vi hanno stancato (da comprare ci sono le Ghost di Gervasoni, www.gervasoni1882.it). 2 - Il doppio e il suo fascino. Se vi piace condividere tutto, in bagno sono perfetti due lavabi. Questi si appoggiano a consolle cromate (www. devon-devon.com) con mensole in vetro. Dubbio: mettere oppure no il parquet grezzo in bagno? Sì, e senza paura! Basta scegliere le essenze adatte: rovere, teak e doussié sono resistenti e a prova di umidità; preferite i legni verniciati a quelli oliati perché assorbono meno e si lavano con un panno umido.


d’atmosfera la sospensione in alluminio luCidato splugen brau, flos (¤ 300).

Azzurro

in camera sono adatte le gradazioni dal celeste al blu che favoriscono il riposo e sono le predilette dai temperamenti fedeli e sognatori.

3 3- Allargate gli orizzonti. In uno spazio ristretto, la luce, naturale o elettrica, deve essere impiegata nei punti giusti per assicurare la massima efficacia. Di giorno, sfruttate il più possibile la luminosità del sole: il bianco candido di tessuti, lenzuola e cuscini ha il doppio vantaggio di illuminarsi magnificamente all’interno della stanza e, insieme, di smorzare i riflessi più freddi. L’azzurro è il colore ideale per arredare la camera da letto. Simbolicamente rappresenta la comunicazione attraverso la creatività, trasmette un senso di pacatezza e stimola il sonno. Un quadro azzurro, pur non essendo caldo, ispira armonia; mentre se scegliete lenzuola e copriletto in questa nuance significa che siete leali e che credete nell’amore eterno. Evviva il romanticismo! g

da collezione la bottiglia a Canne in vetro soffiato e lavorato a mano, venini (prezzo su riChiesta).

dal medioriente la poltrona zanbak in noCe Con intarsi in madreperla (Cm65x65x130h), el palaCio damasCeno (¤ 1.750). tipica di caltagirone testa di regina normanna realizzata a mano, CeramiChe artigianali ripullo (Cm 48h, ¤ 290).

super pratica la parure matrimoniale in jersey, CoinCasa (¤ 109).

disordine apparente Con la libreria melody (Cm89x25x261,3h), in fibra di legno laCCato e sChienali in materiale melaminiCo, mdf italia (¤ 1.753).

un tocco di rosso tessuto in lino Con fantasia stampata, rubelli (¤ 145 al mt).

candido relax sul divano foderato in tela di Cotone sound of silenCe, busnelli (prezzo su riChiesta).

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il vintaGE Di golDymama boutique: abiti (anChe Da sposa), Cappelli e Cuffie Da bagno.

Et voilÀ

Parigi

Scaricate un’app très chic e avrete il meglio della città più snob del mondo. Che sa essere anche molto divertente. E chi l’ha detto che le parigine stanno sempre a dieta? Qui si mangia di continuo. Giorno e notte CliCCa Qui per sapere le ultime novità parigine

al tavolo Con il ProPrio Gatto ottimo menu per umani e felini. Café Des Chats.

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moStrE SEGuitiSSimE Da artazart: qui s’inContrano gli intellettuali unDergrounD.

CÉLIA BONNIN, SIME phOtO

di Paola Vallatta


gioia! le città della moda Il trucco per provare a sentirsi parigine per qualche giorno è semplicissimo:

basta scaricare un’app. My little Paris (in Rete: mylittleparis.com) aggiorna continuamente su tutto quanto è in voga a Parigi, che accada nel Marais, a Saint-Germain o in quartieri meno centrali dove abitano i creativi e abbondano gli atelier. Proprio nel Marais è sorto il primo bar à maquillage, Make up me (12 rue de Montmorency, makeupme.fr), dove in pochi minuti realizzano un trucco perfetto (10 €). Poco distante ha appena aperto, in uno spazio Bhv di rue des Archives, un pop-up store di Marc by Marc Jacobs (solo fino al 31 dicembre), mentre in rue de la Verrerie ha raddoppiato Kilo shop (vestiti a peso, ai n° 69-71 e 65 e al 125 bld. St.- Germain, kilo-shop.fr). Nuovissimo il Café des chats (16 rue Michel Le Comte, lecafedeschats. fr), dove i felini sono di casa, mentre è ormai un classico Merci (111 bld. Beaumarchais, mercimerci.com): moda, design, oggetti per la casa, ristorante e sala da tè. Sempre in zona, nel Marché des Enfants rouges, in rue de Bretagne, si cela un’ottima enoteca, Versant vins (versantvins. com), non lontano dal caffè-libreria Marcovaldo (61 rue Charlot, marcovaldo.fr). Oltre Place de la République, attorno al canale Saint-Martin, ci sono un sacco di luoghi divertenti. Come Médecine douce (gioielli, 10 rue de Marseille, bijouxmedecinedouce. com), Thanx God I’m a V.i.p. (abiti vintage, 12 rue de Lancry, thanxgod.com), Artazart (design bookstore, 83 quai de Valmy, artazart.com), il Point Ephémère (concerti e performance artistiche, 200 quai de Valmy, pointephemere.org) e, in rue Beaurepaire, il parrucchiere bio R Végétal (al 36, rvegetal.com), gli abiti di Liza Korn (al 19, liza-korn. com) e di The Kooples (al 32, thekooples.com). Tra gli imperdibili in area Saint-Germain, The space (21 rue Bonaparte, the-space-paris.tumblr. com) per gli abiti, Quatrehomme (62 rue de Sèvres, quatrehomme.fr) per i formaggi e Léo Dupont (16 rue de la Grande chamière, leodupont.com) per una buona cena. E, in ordine sparso, la nuova Cité de la mode et du design (34 quai d’Austerlitz, paris-docksen-seine-fr), con il ristorante Nüba (nuba-paris.fr) sul tetto, il vintage di Goldymama boutique (14, rue du Surmelin, goldymama.com), gli abiti della stilista Sakina M’Sa (6 rue des Gardes, sakinamsa.com) e gli hamburger nomadi di Le camion qui fume (sul sito lecamionquifume.com viene segnalata la posizione del mezzo giorno per giorno). Ristoranti suggeriti da quelli della moda: Café Ruc (159 rue Saint Honoré); Indochine (86 av. de Choisy); Chez Omar (47 rue de Bretagne); Bones (rue Godefray Cavaignac); L’Avenue (41 av. Montaigne); Le Petit fer à cheval (30 rue Vieille du Temple); La Dauphin e La Chateaubriand (131 e 129 av. Parmentier); Le Baratin (3 rue Jouye-Rouve); Aux deux amis (45 rue Oberkampf); Le vivant cave (43 rue des petites écuries); Roseval (1 rue d’Eupatoria); Le 6 Paul Bert e il Bistrot Paul Bert (6 e 18 rue Paul Bert); Square Trosseau (1 rue Antoine Vollon); Le Baron rouge (1 rue de Théophile Roussel). (Si ringrazia Marella Ceratto)

cibo di strada A PARIGI NON SI uSA MOLTO COME A LONDRA E NY, MA uN BuON CAffé CI STA.

casual chic DA LIzA KORN: AMPIA SCELTA DI BORSE E GIOIELLINI.

cibo, quadri, concerti, libri E fuMETTI, SOPRATTuTTO ITALIANI, DA MARCOVALDO. stravaganti QuESTI fRANCESI VISTI fuORI DALLE SfILATE.

vintage DA PESARE SuLLA BILANCIA DA KILO ShOP. DIVERTENTISSIMO.

moda bon ton DA ThANx GOD: IDEALE PER ChI AMA L’ORIGINALE STILE À LA PARISIENNE.

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gioia! le città della moda

che bel film

Belleville Arriva al cinema il quartiere di Benjamin Malaussène, l’eroe di Pennac. Con il suo splendore working class e le “riqualificazioni” griffate di Giuseppe Culicchia Quando arriva, te ne accorgi dai colori: i colori delle case. A un tratto, cambiano. E quando cambiano i colori delle case, cambiano anche i nomi e le vetrine dei negozi, e i prodotti in vendita, e le pettinature delle commesse. E le facce per strada. E i vestiti e gli accessori sotto quelle facce, sempre più costosi. Come le auto. E alla fine oplà, è cambiato tutto. La cosiddetta gentrification, che in Italia passa spesso per “riqualificazione”, funziona così. L’ho vista nella mia Torino, nel Quadrilatero Romano e ora a San Salvario. E a Londra a Notting Hill. E a Berlino prima a Mitte, poi a Prenzl’ Berg, quindi a Friedrichshein. E da ultimo, a Neukolln. Risultato: anche lì dove fino a poco tempo fa le case te le tiravano dietro, i prezzi al metro quadro sono decollati. A Parigi è toccato a Belleville, il quartiere multietnico diventato celebre negli anni 90 quando Daniel Pennac cominciò a raccontare le disavventure del suo Benjamin Malaussène, capro espiatorio par excellence. Grazie a quel ciclo di romanzi, da

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Il paradiso degli orchi a La passione secondo Thérèse, l’anti-eroe di Pennac e la sua tribù seppero guadagnarsi l’affetto di generazioni di lettori, anche se poi tutto questo finì per provocare l’inserimento di Belleville tra le mete turistiche irrinunciabili della capitale nei tour del “tutto compreso”. Quanto alla gentrification, ne scriveva già proprio Pennac ne La fata carabina, dove la calata in massa di torme di professionisti ansiosi di riqualificare il posto e dunque snaturarlo era simboleggiata dall’ignobile architetto PonthardDelmaire, che da parte sua abitava in una casa ovviamente di design tutta vetro e legno immersa nel verde, altro che gli alveari dei prolet coi loro odoracci di couscous e kebab. Quartiere operaio ai tempi della Comune di Parigi, dotato di tram funicolare tra la fine dell’Ottocento e gli anni Venti, disseminato in origine di piccole botteghe artigiane, empori assai economici e bistrot altrettanto modesti, il cuore pulsante delle avventure di Malaussène diventa

nell’arco di due secoli un vero e proprio mosaico umano, approdo di chiunque arrivi a Parigi senza grandi risorse: polacchi, armeni, ebrei mitteleuropei, algerini, tunisini, cinesi, vietnamiti. Negli anni 60 e 70 i primi interventi urbanistici di “riqualificazione” iniziano a cambiarne i lineamenti. Tra i vecchi edifici délabré a tre o cinque piani vengono innestati mostri di cemento che ne contano anche dieci o quindici. Alla fine degli anni 80 e a metà dei 90, gli abitanti si mobilitano e riescono a bloccare la demolizione delle vecchie case tra rue Ramponeau e il bouleverd de Belleville, lì dove oggi c’è il più piccolo cabaret di Parigi, La zebre de Belleville. E dato che anche qui, dove un tempo abitavano gli operai, pullulano gli artisti, è dal 1990 che ogni anno, in primavera, questi aprono le porte di ben 250 atelier, attirando decine di migliaia di visitatori. Quanto alla tribù Malaussène, vive al numero 78 di rue de la Folie-Régnault, proprio sopra il cimitero del Père-Lachaise. In rue Ramponeau c’è l’ufficio del commissario Rabdomant. In rue de Tourtille abita la vedova Ho, ovvero l’ispettore Van Thian. Pennac in realtà è avaro di precisi riferimenti topografici, ma dipinge alla perfezione le mille facce che popolano le strade di Belleville e fanno la spesa al mercato, tra montagne di datteri e cespugli di menta e profumi di tè e spezie orientali o africane, restituendo l’atmosfera del quartiere all’apice del suo splendore working class. Il problema è che Belleville, pur non essendo al centro di Parigi, è molto ben collegato al resto della città. Per questo continua a fare gola a investitori e archistar o presunte tali. Che quando parlano, usano «belle frasi da architetti, di quelle che prendono il volo come astrazioni liriche per poi ricadere come blocchi di cemento». G

jeAn PAUl mArgnAc/flIckr.com

Una strada di Belleville (a lato) e, sopra, una scena del film Il paradiso degli orchi, tratto dal romanzo omonimo di Daniel Pennac, ambientato nel quartiere. Al cinema dal 14 novembre.



green

due passi nel bosco

li trovi così

Digita nella finestra di ricerca di google: mappa degli alberi monumentali d’italia.

Là dove vivono i patriarchi verdi, gli alberi secolari: patrimonio di grande pregio del nostro Paese e amici da abbracciare per sentirsi subito meglio tessuti riciclati

sembrano usciti da una fiaba i funghi tessili, ispirati, con dovizia di dettagli, alle varie specie micologiche, www.mister-finch.com

di Anna Barera

Le stime parlano di circa 20.000 esemplari viventi tra ulivi, sequoie, castagni e querce. Alberi ultracentenari (in alcuni casi millenari), tutti con una lunga storia alle spalle e radici ben piantate nella memoria del nostro Paese. L’abete bianco di Vesenda (So) con i suoi 40 metri, la quercia Vallonea di Tricase (Le) con gli oltre 500 anni, il castagno dei Cento Cavalli di Sant’Alfio (Ct), forse il più antico d’Europa: sono solo alcuni dei “giganti” protetti da una legge che ne tutela l’integrità. Se andate a vederli, provate ad abbracciarli: l’effetto benefico del corpo a corpo è provato in modo scientifico. Toccare un albero rende più sani, parola di Matthew Silverstone, autore del saggio Blinded by science, che spiega come aiuti a migliorare molti aspetti della salute: disturbi di deficit di attenzione e iperattività, livelli di concentrazione, depressione, emicranie. comfort reale

Hanno meritato l’elogio della casa reale inglese gli stivali country, resistenti ad acqua, fango e gelo. mod galway, ¤ 369, www.dubarry.com

indossando la cappa color fango di Hermès.

ritratto fedele La foto del cucciolo su ceramica personalizza un gioiello su misura. giolina e angelo, prezzo su richiesta (www.giolinaeangelo.com).

Fai da te

Potete costruire etichette, per orto e aiuole, utilizzando le foglie di Magnolia grandiflora (quelle ingiallite, già cadute a terra). Molto coriacee, resistono bene alle intemperie. Infilzatele con spiedini di legno. Poi, con un pennarello, scrivete il nome dell’essenza.

gettyimages

nel bosco con stile



inventa lavoro

Ci siamo trovate in sintonia sul bisogno di creare uno spazio per accogliere figli e genitori, insieme Vuoi farlo anche tu?

Un posto per crescere

Nel kindergarten all’avanguardia gestito da Federica e Silvia, i bambini giocano, seguono laboratori creativi, organizzano feste e imparano a cucinare. Anche con mamma e papà di Silvia Orlandini - foto Raffaela Lepanto

È uno spazio di 300 metri quadrati pensato per i bambini. «Un luogo

che rimane aperto tutti i giorni fino a sera, weekend incluso, per giocare e imparare con attività e laboratori», spiega Federica Zagari (a sinistra nella foto), 45 anni, che lo ha aperto due anni fa insieme a Silvia Longoni, in via fratelli Bronzetti 18 a Milano (www.kikollelab.com). Dall’economia all’infanzia: come è avvenuto il passaggio?

Con la laurea in Bocconi e un master a Londra, ho lavorato tanto nell’alta finanza. Ma la mia vita privata era azzerata. Dopo un anno sabbatico e due in una fondazione in Guatemala

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dedicata all’infanzia, sono tornata a Milano e ho aperto Kikolle Lab. A quali strutture si è ispirata?

I viaggi nei Paesi anglosassoni e nordici mi hanno fatto conoscere nuove realtà: spazi per l’infanzia funzionali e accoglienti, arredati con elementi di design. Volevo aiutare le mamme a trovare soluzioni accessibili. Ma avevo bisogno di una rete di collaboratrici qualificate. Quando Silvia, educatrice nel nido di mia figlia, è rimasta senza lavoro, le ho proposto di diventare socia. Quali sono le attività?

Kikolle Lab è pensato come una casa con tante zone: dall’art room per

Per verificare se l’idea è realizzabile, ci si può rivolgere ai Comitati per l’imprenditoria femminile Unioncamere (imprenditoriafemminile.camcom.it). Piccoli finanziamenti sono concessi da società di microcredito, se chi li richiede è garantito moralmente da enti, associazioni e simili (permicro.it).

creare e impiastricciare, alla cooking room per i primi manicaretti. Da poco abbiamo la party room, per feste e ricevimenti. Per i più piccoli, ci sono mattinate speciali con diversi programmi in cui coinvolgere anche mamma e papà. Sabato e domenica organizziamo workshop a tema (cucina, arte, inglese) con esperti. Investimento iniziale?

50-60.000 euro per l’affitto e altrettanti per l’avviamento: notaio, sicurezza, assicurazione, arredi e sito. Ci eravamo illuse di ottenere agevolazioni come imprenditrici, avendo assunto cinque educatrici, con stipendi che gravano sul bilancio 70, 80.000 euro all’anno, invece... Soddisfatte?

Sì, pensando all’impegno dedicato a mamme, bambini e giovani donne alle quali abbiamo offerto possibilità di lavoro. Ma preoccupate per la pressione fiscale a cui siamo esposte, che ritarda il momento in cui inizieremo a guadagnare davvero. G




cinema libri arte televisione musica

Passaparola

Trasformista Jeff Daniels, 58 anni, attore e musicista: lo vedremo dal 17 ottobre, in prima serata su RaiTre, con The newsroom (negli Usa già alla seconda serie).

Jeff Daniels

Quichifale domande?

Normale chiederselo intervistando l’anchorman della serie tv The newsroom, che nella vita ha un altro sogno: suonare

Mark Mainz/ap/lapresse

di Alessandra Mattanza Crede nel potere delle parole e della musica: «In quel loro incredibile connubio, che rende i momenti unici e speciali», racconta Jeff Daniels, che ha appena vinto l’Emmy come miglior attore per il serial tv The newsroom, di cui è protagonista. L’abbiamo intervistato a Los Angeles, durante una festa in onore di Jane Fonda,

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passaparola televisione come Twitter. Il problema è che, cercando di essere sempre i primi a dare la notizia, non sempre si arriva a buoni risultati. Nella serie c’è anche una storia d’amore on/off molto coinvolgente, di quelle che fanno letteralmente impazzire l’audience...

Sì, c’è gente che mi ferma per strada o mi urla da un finestrino di un taxi che dovrei tornare con Emily Mortimer, la mia produttice esecutiva ed ex fidanzata nella serie. Will e lei si amano e si odiano, poi provano a stare insieme, ma non ce la fanno. A volte, viene voglia anche a me di dire al mio personaggio: torna con lei!

Corsa allo scoop Jeff Daniels in The newsroom, in cui interpreta l’anchorman Will McAvoy.

organizzata tra gli altri da Robert Redford. Jeff, nel mezzo della cena, ha improvvisato una canzone composta proprio per lei; del resto hanno recitato insieme in questo serial tv, dove lei è guest star. Lui, alto e ben piazzato, occhi azzurri e vivaci e aura da artista impegnato, teneva per mano la moglie, Kathleen Rosemary Treado (madre dei suoi tre figli, Benjamin, Lucas e Nellie), «la mia fidanzata dai tempi del liceo», sottintendendo con ciò di essere un uomo molto diverso dal personaggio che interpretò in Voglia di tenerezza e che gli è sempre rimasto un po’ “attaccato” (nel film, tradiva Debra Winger, la sua compagna malata di cancro). Musicista,

fashion show

Come musicista lei ha realizzato cinque album. Continua a comporre?

sceneggiatore, attore in alcuni grandi film (Ragtime, Qualcosa di travolgente, Debito di sangue, The hours, Looper - In fuga dal passato), ultimamente ha dedicato molto tempo alla tv, nella parte appunto dell’anchorman Will McAvoy di The newsroom. Come ha trattato il giornalismo?

È stato come fare davvero questo mestiere. Soprattutto nella seconda stagione, abbiamo mostrato anche gli errori che un giornalista può fare. Non sono pochi... Cosa l’appassiona di più di questo ambiente?

Probabilmente la corsa alle notizie, che adesso si è estesa anche ai social media

Sono da sempre un appassionato chitarrista. E poi le parole mi nascono spontaneamente quando metto insieme le note, è sempre stato così. È chiaro che spero che la mia musica abbia successo, ma per me è un puro piacere. Per questo, probabilmente mi fermo solo quando sono davvero troppo impegnato sul set. Dovendo scegliere, meglio la tv o il cinema?

A favore della tv posso dire che mi piace sviluppare il mio personaggio in dieci puntate di un’ora ciascuna, perché è come un film di dieci ore invece che di 90 minuti: ti offre davvero l’opportunità di approfondire.

Rifatemi il look!

È in onda su FoxLife Pausa pranzo, che dà dritte-speedy di trucco, parrucco e stile alle donne che lavorano. Una chicca da ciascuno dei tre conduttori di Francesca D’Angelo

1. Largo ai colori sgargianti, come il verde smeraldo, il blu elettrico, il giallo, il fucsia: quest’anno si può osare anche d’inverno, puntando sulle tinte forti. «A un patto però: niente outfit toto-color»: ce lo insegna la stylist Barbara Del Sarto. 2. Spettinate, ma con stile: «La perfetta acconciatura esalta la naturalezza delle forme, senza mai risultare troppo forzata», sottolinea

l’hair stylist Emanuele Vona. Le patite del frisé dovranno rassegnarsi. 3. «Sapersi truccare è un segreto di bellezza, come sapersi vestire. Molte donne mi dicono, quasi divertite, che sono naturali e non usano make up. Grande errore!». Per Giorgio Forgani, global make up artist di Pupa, l’opzione “acqua e sapone” non è contemplabile.

Il team di Pausa pranzo, in onda la domenica, alle 19,30, su FoxLife (Sky, 114).


3

passaparola libri

bollenti Sixties

domande a

Binyavanga Wainaina di Paola Maraone

«Qui vi racconto il mio Kenya», dice l’autore, pluripremiato e sorpreso: «Sono una rivelazione anche per me stesso» In realtà un’autobiografia, Un giorno scriverò di questo posto è il folgorante debutto di Binyavanga Wainaina, madre ugandese e padre kenyota. La sua Africa è come non siamo abituati a pensarla. Protagonista un bambino, lui, che racconta piacere, dolore e quel che ci gira attorno: «La musica crea interi mondi da vite che intere non sono. È come piangere e pisciare e ridere, promette di trasportare via tutto, comprese le parti di te che insieme non funzionano». Lei promette di spiegarci quali sono davvero i problemi del suo Paese.

In Kenya ci sono 43 micronazioni che

Leonardo cendamo/rosebud 2

Il padre infedele di Antonio

Scurati, Bompiani, pp. 188, € 17. educazione sentimentale al contrario: l’evoluzione di un maschio à rebours, la storia del suo matrimonio dalla passione al disamore, la paternità come task a tratti terrorizzante, sufficiente a spingere il protagonista (di mestiere chef, oggi di moda) a incrociare le sue frustrazioni con le decine (!) di donne pronte a buttarglisi tra le braccia, colf compresa. Un po’ triste, un po’ vero, nessuna delle due cose fino in fondo. P.M.

Un giorno scriverò di questo posto, di Binyavanga Wainaina, 66th and 2nd, pp. 291, € 18.

non manca certo il ritmo all’opera prima di Kelsey moore, da 20 anni violoncellista alla chicago Philarmonic orchestra, che qui snocciola accattivante, lieve e ironico la storia di tre amiche (afro) nell’Indiana dei bollenti sixties, epoca di impegno sociale (fine della segregazione) e di musica, quella delle supremes, band idolo. L’autore confida che quando lui aveva quattro anni, al pranzo della domenica, zie e nonne imbastivano racconti e pettegolezzi (proprio come le tre del libro), che lui orecchiava attentamente. che memoria. Ornella Ferrarini

hanno chiesto di entrare in un’unica nazione. La domanda è: quanto ci fidiamo del nostro futuro? Come definirebbe questo momento?

Tremendo e meraviglioso. Il tribalismo è una ricchezza, e assieme un problema. Dà timori e speranze. La musica ha un ruolo rilevante.

È un collante universale. Che meraviglia, se potessi passare la vita ad abitare le forme, i suoni e le abitudini degli altri.

Il bambino nel paese dei canguri di Gilles Paris,

Piemme, pp. 233, € 15. immaginate di avere nove anni e di trovare il papà chiuso nella lavastoviglie, mentre la mamma è in trasferta di lavoro in Australia. la voce narrante dello scolaretto parigino Simon racconta, con tenerezza impotente, il padre che sprofonda nella depressione. Quasi una favola, con molta verità (l’autore ha conosciuto la malattia) e poche sbavature sentimentali, riscattate da un bel finale a sorpresa. M.C.

Domenica con le Supremes, di Edward K. Moore, Mondadori, pp. 319, € 17.

Zona uno

di Colson Whitehead, Einaudi, pp. 320, € 18. Strano pensare a un autore come Whitehead alle prese con un romanzo popolato da zombie e ambientato in una new York quasi deserta, dopo l’epidemia che ha infettato il 95 per cento della popolazione mondiale. Però, pur con i riferimenti classici a la notte dei morti viventi, Zona uno è in fondo un omaggio alla città amata dallo scrittore, e, assieme, una riflessione sul male, che alberga (soprattutto in situazioni estreme) pure tra amici, colleghi e vicini di casa. Pauroso, ma necessario. S.G.

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passaparola musica

Omaggio al maestro Samuele Bersani, 43 anni: il suo ultimo disco, Nuvola numero nove, in testa alle classifiche, è dedicato a Lucio Dalla.

Samuele Bersani

DiviDere l’armaDiO nOn è una passeggiata

I traslochi sono importanti, anche quelli metaforici.

Soprattutto se pubblichi un disco, lo piazzi in classifica, in cima, fin dal primo giorno, e lo hai intitolato così: Nuvola numero nove (Sony). Un indirizzo vago, un civico dispari. «Solo la traduzione letterale di “cloud nine”, in inglese “settimo cielo”: ci sono finito per caso, capita quando ti innamori. Ma non è un luogo dove ti piazzi per sempre. Poi ci sono i rifugi, quel baccello dove torni perché ti sembra sia fatto su misura per te. Il mio è Ginostra, la parte più primitiva di Stromboli». Chi trasloca cambia pelle, dicono.

Fatto, sono a una svolta. In En e Xanax parlo d’amore come non ho mai fatto. A marzo ho incontrato una ragazza e ho capito che quando non la cerchi, lei arriva. Cioè, la felicità. Innamoratissimo. In realtà ci vado cauto, per troppo desiderio ci si può bruciare. Però meglio costruire che, come cantava in passato, sprecar

Oh, Emiliana!

Emiliana Torrini con il nuovo Tookah (Rough trade) può dirsi soddisfatta, chiudere bottega, e prendersi una vacanza. La bella e brava songwriter italo-islandese ci regala brani suggestivi (Autumn sun e Blood red) in un album ricco di sfumature emozionanti. Ascoltare per credere. D.C.

tempo «a cercare il senso gravitazionale che non c’è», no? Già. Da ragazzo ero un gran complicatore. Sono passati 22 anni dalla prima canzone che ho scritto, ma forse questa di Nuvola numero nove è la prima tappa della “semplificazione di Bersani”. A proposito di semplificazione... in Chiamami Napoleone dice che vorrebbe telefonare a Dio, che si aspetta di ricevere un suo messaggio privato. Ammetto che la figura sconvolgente di papa Francesco mi ha spinto ad aver voglia di aprire luoghi che avevo chiuso. E poi canta: «Non c’è più niente qui da musicare, a parte un disco dei Modà». Proprio non le piacciono? No, non ho niente contro di loro. Però durante le registrazioni dell’album, quando accendevamo la radio sette volte su dieci c’era una canzone dei Modà. È finita che ci siamo messi a scommettere, un euro alla volta. In Se ti convincerai invece, dice: «Se ti convincerai, amore mio, io mi guadagnerò tutta la parte destra dell’armadio». Bella sfida, le convivenze... Beh, ho vissuto con ragazze che non tolleravo fossero nella mia stanza mentre scrivevo. Altre invece le sentivo come necessarie. In ogni caso, dividere gli armadi non è una passeggiata. Ha inciso Nuvola numero nove a Bologna, negli studi della Pressing, di Lucio Dalla, a cui peraltro l’album è dedicato. Non sarei qui senza di lui. Mia madre mi disse che avrebbe suonato a Cattolica, l’ho raggiunto con una radiolona e una cassetta. Quella sera era in luna buona e ha ascoltato un mio pezzo, Il mostro. Poi mi ha detto «fermati qui». Al concerto, dopo Caruso, mi ha fatto salire sul palco a cantare... Avevo 21 anni.

JAcopo FARinA

Momento d’oro per il cantante, in cima alle classifiche con il nuovo album «e, soprattutto, innamorato come mai. Ma ci vado cauto: troppo desiderio brucia» di Rossana Campisi


passaparola cinema

film Cattivissimo me 2, Di Pierre Coffin e Chris Renaud.

gloria, l’amore, lo yoga e... Gloria, 50 anni, vive a Santiago del Cile: borghese, divorziata, figli adulti, ex marito, colleghi, vicini, corso di yoga. Le colorano la vita un coetaneo con cui il sesso non è così male (anzi), un gatto, un pacchetto d’erba. Orso d’argento a Berlino per Paulina García, la protagonista del film, la regia è di Sebastián Lelio: averceli, uomini che raccontano così bene le donne. Sorridi, ti arrabbi, hai voglia d’amore come Gloria. E quando attacca lei, ti metti a ballare anche tu. Alessandra Matella

Tutti pazzi per i Minion La minionite, insegna il sequel di Cattivissimo me, è multiforme: a questo giro milioni di fan su Facebook, linee moda dedicate, selvaggio merchandising. Del resto il film, da ora nelle sale, è il secondo maggior successo di sempre per gli Universal studios: impossibile resistere all’appeal dei piccoli, monocoli mostrini gialli e del loro “padrone” Gru, che ha lasciato il crimine per allevare da papà single le tre figliole adottive. Coinvolto suo malgrado in un intrigo internazionale, si darà da fare per consegnarne il responsabile alla giustizia. Del resto, per sconfiggere un cattivo in genere ce ne vuole un altro. Anche se ex. P.M.

gloria, di Sebastián Lelio, con Paulina García, Sergio Hernández, Diego Fontecilla, Fabiola Zamora, Coca Guazzini.

mostre sCene da osCar

Il Moma rende omaggio a Dante Ferretti, lo scenografo che si è aggiudicato gli Oscar con i film The Aviator, Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street e Hugo Cabret . In mostra i progetti e i disegni delle pellicole vincenti oltre a un labirinto con 12 schermi che diffondono scene dei suoi lavori e parti dei set diretti da registi come Pierpaolo Pasolini e Martin Scorsese. Fino al 9 febbraio. www.moma.org S.R.

A New York

A Pordenone

Poster da Cuba

Negli spazi espositivi PArCo2 di via Bertossi 9, fino al 12 gennaio, in mostra 220 tra manifesti e bozzetti originali, realizzati a L’Avana dal 1959 a oggi. Locandine cinematografiche o pubblicità prodotte con pochi mezzi, ma tanta creatività. www.artemodernapordenone.it S.R.


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n°39 - 19 ottobre 2013

Settimanale - gioiaposta@hearst.it - Hearst magazines Italia Spa - Via R. Bracco 6 - 20159 Milano - Tel. 02.66191 DIRETTORE EDITORIALE danda santini

DIRETTORE RESpONSAbILE maria elena Viola ART CONSuLTANT pilar iBanez VICEDIRETTORE MODA michela Gattermayer ART DIRECTOR oVidio sutti fAShION DIRECTOR monica curetti uffICIO CENTRALE caporedattore monica ceci, caposervizio erica arosio, vicecaporedattore paola BramBilla (lifestyle), caposervizio BarBara corradi, caposervizio paola pardieri (salute e viaggi), vicecaporedattore stefano rejec ATTuALITÀ caposervizio federica furino, ornella ferrarini, Gloria Ghiara, isaBella lechi, inviato paola maraone, silVia orlandini, lorenza pizzinelli, caposervizio ilaria solari, caposervizio francesca tumiati MODA vicecaporedattore rossella molteni, GiorGia affinito (collaboratore), anna Barera, federica fiori, caposervizio Valentina pederzini, manuela troletti bELLEZZA responsabile beauty antonella Grua, BarBara lalli fOOD E DESIGN laura saVini GRAfICI caposervizio lucio zorzi, silVia Bennati, rita Bianchi, GiorGio cerillo, vicecaposervizio alessandra crippa, serGio laBuz, caposervizio roBerto lorenzini, elena pezzotta phOTO EDITOR caposervizio tiziana jelo, elena canziani (collaboratore), daniela mazzucchetti (collaboratore), Giulia cappellin (collaboratore) SEGRETERIA DI REDAZIONE responsabile romina Villa rvilla@hearst.it, segretaria del direttore elena Villa evilla@hearst.it hANNO COLLAbORATO A quESTO NuMERO: stefania aledi, martina allena, rossana campisi, lisa corva, Giuseppe culicchia, angelica dal re, francesca d’angelo, pamela dell’orto, marta dore, corrado formigli, alessandra Gabbetta, stefano Gilardino, serena la rosa, laura logli, alessandra matella, alessandra mattanza, stefania miretti, ilaria norsa, Grazia pallagrosi, simone Bartolomeo rocchietti (casting), camilla rolla, Guia soncini, chiara totire, francesco uccello, paola Vallatta, angela Vitaliano. CONSuLTING EDITORIAL DIRECTOR ian Birch pROGETTO EDITORIALE danda santini pROGETTO GRAfICO pilar iBanez

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Federazione italiana editori Giornali

CertiFiCazione adS anno 2011 n. 7511 del 10/12/2012


sotto il segno del cuore

francesca tumiati giornalista e astrologa di gioia!.

Mia figlia ruba il ragazzo a sua sorella

Federica Fiori

Due femmine, un maschio e un corto circuito sentimentale Ho letto il suo articolo sulle figlie adolescenti e mi sono immedesimata, perché anch’io ho due ragazze di 17 e 18 anni ed è davvero durissima (probabilmente con un maschio sarebbe più facile). Sono separata da due anni e mio marito, con l’alibi del lavoro, è praticamente assente. Così tutti i problemi adolescenziali si riversano sulle mie spalle. Veniamo al dunque: la figlia grande è una ragazza introversa, studiosa, forse troppo esigente. A partire da se stessa. Da quasi un anno e mezzo sta con un ragazzo della sua età: simpatico, carino, ma troppo docile e succube delle sue continue messe alla prova. Il loro rapporto mi turba, perché basato su un tira e molla patologico. Si lasciano e si riprendono, tra musi lunghi e fiori, con una ripetitività sfinente. La figlia piccola, invece, è l’esatto contrario della sorella: appariscente, peperina, cialtrona a scuola, corteggiatissima fuori. Fatto sta che, durante l’ennesima pausa di riflessione della primogenita (già due mesi di silenzio), mentre rincaso con la spesa scopro, infrattata dietro un portone, la piccola che si bacia appassionatamente con il ragazzo dell’altra. Uno shock. Al rientro, messa subito alle strette, è scoppiata in lacrime, gridandomi in faccia: «Ma noi ci amiamo!» Insomma i due (la sorella è ancora all’oscuro di tutto) stanno insieme da una ventina di giorni, hanno scoperto di «amarsi

Una mamma scopre la piccola di casa intenta a baciarsi con l’adolescente sbagliato: il fidanzato della primogenita (seppure in pausa di riflessione). Intervenire o, come suggerisce l’ex marito, lasciare che se la sbrighino da sole? Probabilmente ha ragione Ponzio Pilato... perdutamente» (sic!). La sera, al telefono, ne parlo con il padre, il quale, come al solito, se ne lava le mani, liquidandomi con un: «Lascia che se la sbrighino tra loro». Riattacco disorientata. Insomma, come fare a proteggere la grande da un colpo basso del genere? Luciana, Firenze

Probabilmente ha ragione Ponzio Pilato. A volte gli ex mariti che pontificano dall’alto della loro assenza, riescono a trovare soluzioni razionali e assai lucide, proprio perché non coinvolti emotivamente. Il dado ormai è tratto. La passione tra la peperina e il “sottomesso” è la soluzione finale e alquanto pavida del ragazzo, per svincolarsi definitivamente dal rapporto a singhiozzo con la maggiore. Il problema da arginare, piuttosto, è la rivalità fra sorelle che avvelena il rapporto. Vanno interrotti i giochini di potere: la grande che tiene sotto scacco il ragazzino. E, di rimbalzo, lo scacco matto della piccola alla sorella. Veniamo alla parte positiva: finalmente la tua primogenita si libera di un ragazzo che non mi sembra all’altezza. Certo non è il modo migliore, anche perché se lo ritrova in casa, che rotola come una biglia impazzita da una camera all’altra. Tempo al tempo. Credo che il ra-

gazzo pagherà cara la scelta, soffrendo come un cane, vessato dalla “peperina”. E a quel punto ci sarà un nuovo giro di valzer. Basta solo aspettare. Nel frattempo, sei così certa che con un figlio maschio sarebbe andata meglio?

Acquario ama Pesci: lui fugge, lei sta male Sono nata il 16 febbraio 1968 e, da anni, sono innamorata di un Acquario, nato il 21 febbraio 1963. La nostra storia è tormentata e procede a singhiozzo. Lui mi cerca e poi, quando non ce la fa più, si allontana, accampando la scusa che ha bisogno di stare da solo. Poi richiama, appena avverte che sta perdendo il controllo su di me. E io mi sento sempre più triste e demotivata. C’è la possibilità di una ripresa? Angela

Tanto per cominciare, l’amato in fuga non è un Acquario, ma un classico Pesci che andrebbe lasciato cuocere nel suo brodo. Angela, con Saturno negativo non hai davvero scelta: inverti la rotta, quando lui si fa vivo, accampa scuse, sii evasiva. Almeno fino all’inizio del nuovo anno. Poi, dalla primavera, le cose miglioreranno. Resisti: in estate non escludo la possibilità di un nuovo incontro risolutore.

Innamorata, tradita, confusa? Scrivi a gioiaposta@hearst.it (rubrica Sotto il segno del cuore).

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oroscopo dal 10 al 16 ottobre

dI franCesCa tumiati

Bilancia

23 sett./22 ottobre

È arrivato il momento di insistere. Non mollare proprio adesso. Devi ottenere le risposte che volevi sul lavoro. E dare più certezze a lui, che rischia di smarrirsi nel quotidiano. Gli astri consigliano: pilates.

Scorpione

7

Voto:

23 ott./21 nov.

Finalmente ti rilassi. Fine della bufera, dei conflitti, della rabbia. Marte dal 15 entra in Vergine. Se sei nata a fine segno, deponi l’arma dopo esserti presa una bella rivincita. E torni a baciarlo. Gli astri consigliano: una cena speciale.

Segno favorito

22 giugno/22 luglio

Torni in testa alla classifica. Settimana imbattibile sotto tutti i punti di vista. L’amore è al posto giusto. Sul lavoro, tra le molte idee, c’è una proposta che ti conviene valutare con attenzione. Non è facile cambiare in toto, ma adesso puoi permetterti di rischiare, mettendoti in gioco. Non era forse questo che volevi? Gli astri consigliano: chiedi un mutuo.

Ariete

Voto:

8,5

21 marzo/20 aprile

Molto meglio dell’estate. Metà ottobre in rimonta. Sei sostenuta da Marte e da Venere in segni di fuoco. Ora credi di più in te stessa. Ti senti più forte grazie a una decisione professionale che ti riscatta dalla monotonia. Con Venere in Sagittario, durante un viaggio c’è la possibilità di un incontro molto interessante. Gli astri consigliano: più coraggio.

Toro

Voto:

7,5

21 aprile/20 maggio

Ci voleva l’aiuto di Marte perché ottobre è ancora così confuso. Calma: se ti agiti non riesci a mettere a fuoco una situazione professionale stressante e in particolare una relazione che ha bisogno di chiarire molti punti oscuri. Affrontalo! Gli astri consigliano: yoga. Voto:

170

6

Gemelli

21 maggio/21 giugno

Settimana stressante, sei insofferente a tutto. Marte contro dal 16, Venere opposto in Sagittario. Aumento esponenziale dell’aggressività sia con lui sia sul lavoro. Sbuffi, sei tesa, non ti va bene niente. Non esagerare! Gli astri consigliano: tai chi.

Leone

6

Voto: 23 luglio/22 agosto

Venere in Sagittario scende in campo. Ecco il toccasana che riporta l’armonia con lui dopo settimane di musi lunghi, dispetti e ripicche. Gli impegni di lavoro sono molto faticosi, ma i risultati positivi non tardano ad arrivare. Gli astri consigliano: cyclette. Voto:

Vergine

6

23 agosto/22 sett.

Chi la dura la vince. Ecco il motto della tua settimana. Se ti metti in testa una cosa, quella sarà. Costi quel che costi. Non molli e l’idea fissa diventa risultato. Con un abile strategia riesci a conquistare chi volevi sedurre. E a ottenere la piena fiducia sul lavoro. Non hai bisogno di faticare tanto perché lui si fa vivo a sorpresa. Gli astri consigliano: jogging. Voto:

8

8

22 nov./20 dic.

Cuore in piena. Riconquisti l’amore con una disinvoltura sorprendente. Lui, come se ne era andato, ricompare. Torni grintosa, seduttiva e molto competitiva. Praticamente imbattibile. Gli astri consigliano: kick boxing.

Capricorno

8

Voto:

21 dic./19 gen.

Emozioni in circolo. La tua autostima brilla. Ma, in fondo in fondo, senti il sapore di una sottile delusione, taciuta anche a te stessa. Giove è opposto, pazienza. Hai la forza di Plutone congiunto. Punta sul weekend dell’11 ottobre: non ti deluderà. Gli astri consigliano: nuoto.

Acquario

Voto:

7

20 gen./18 feb.

Dal 15, calo netto dell’agitazione. Più calma. E meno confusione in testa. Non temi i rivali sul lavoro. Guadagni posizioni senza sgomitare, semplicemente perché sei concentrata e non fai mai cadere la palla. Gli astri consigliano: danza.

Pesci

Voto:

5

19 febbraio/20 marzo

Venere in quadratura porta qualche screzio con lui. Niente di grave, ma all’improvviso non ti senti più sulla stessa lunghezza d’onda. Stacca, non aggredirlo e concentrati sul lavoro. A fine mese ci sarà una bella sorpresa. Gli astri consigliano: reiki. Voto:

8

IllustrazIone sara not

Cancro

Sagittario

Voto:




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