Tesina Multidisciplinare
Maturità Tecnica per Geometri
IV Istituto Statale di Istruzione Superiore
“Pier Luigi Nervi” – Lentini (SR)
Allievo
DARIO SEBASTIANO MICELI
Anno 2008/2009
INTRODUZIONE ITALIANO • COMMENTO DELLA POESIA “LA PIOGGIA NEL PINETO” • GABRIELE D’ANNUNZIO • L’ESTETISMO • IL SUPERUOMO • L’ATTEGGIAMENTO DI D’ANNUNZIO VERSO IL FASCISMO STORIA • L’ITALIA DAL DOPOGUERRA AL FASCISMO MATERIE TECNICHE DIRITTO • LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA TOPOGRAFIA • L’AGRIMENSURA (IL CALCOLO DELLE AREE) ESTIMO • CATASTO TERRENI COSTRUZIONI • CONSOLIDAMENTO EDILIZIO
MATERIE COMPLEMENTARI INGLESE • EXTERNAL WALLS • INTERNALL WALLS MATEMATICA • TEOREMA DI ROLLE • TEOREMA DI DE L’HOSPITAL • DOMINIO DI UNA FUNZIONE • LIMITE • CONCETTO DI DERIVATA • FUNZIONI PIU COMUNI • CONCETTO DI INTEGRALE CONCLUSIONI E RINGRAZIAMENTI
1 INTRODUZIONE: Scrivere un’introduzione su argomenti citati in un indice lo trovo a mio avviso deleterio, molto più importante a mio avviso, oggi dovrebbe essere, da parte di Professori ed Insegnanti la sensibilizzazione dei giovani alla Cultura … al Sapere, cosa che si sta assolutamente perdendo in questo secolo, bisogna amare ciò che si cerca di trasmettere e far imparare! ---------PROFESSORE: Oggi vi dimosterò che se Dio esiste, è malvagio: Dio ha creato tutto ciò che esiste? Se Dio ha creato tutto, dunque ha creato anche il Male. Questo significa che Dio è malvagio! ALUNNO: Mi scusi professore, esiste il freddo? PRFESSORE: Che tipo di questione è mai questa! Certo che esiste! Non hai mai avuto freddo? ALUNNO: Infatti signore, il freddo non esiste. In accordo con le leggi della fisica quello che noi chiamiamo freddo in realtà è assenza di calore. Professore esiste il buio? PROFESSORE: Certo che esiste! ALUNNO: No, sta sbagliando signore anche il buio non esiste. Il buio in realtà è assenza di luce. La luce possiamo studiarla, il buioi no. Il Male non esiste. E' come il buio e il freddo, Dio non ha creato il male. Il Male è il risultato di ciò che accade quando l' uomo non ha l' amore di Dio nel suo cuore. “ALBERT EINSTAIN”
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3 ITALIANO COMMENTO DELLA POESIA “LA PIOGGIA NEL PINETO” È forse la poesia più famosa del D’Annunzio, tratta da Alcyone, il poema del Sole e dell’Estate in cui il D’Annunzio trasfigura e rappresenta liricamente momenti e sensazioni, dell’estate del 1902 trascorsa in Versilia. Esso fa parte della sua opera lirica più vasta e più celebre, Le laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi, insieme a Maia, Elettra e Merope . Ritornando alla poesia, il tema è la pioggia estiva, mentre il poeta e la donna amata varcano le soglie della pineta e vi si inoltrano. La prima impressione che si ricava leggendola è quella di una straordinaria abilità letteraria del poeta, capace di percepire con l’acutezza dei sensi, e di riprodurre con l’armonia delle parole, i suoni diversi che la pioggia suscita cadendo sulla fitta vegetazione. “Il poeta descrive la pioggia estiva nella pineta, cogliendola nei vari momenti e nella diversa orchestrazione dei suoni: quando inizialmente è rada, quando poi s’infittisce, quando infine diventa scrosciante. Il poeta e la donna amata si abbandonano con gioiosa voluttà alla freschezza della pioggia, imbevendosi dello spirito stesso del bosco, fino a sentirsi come trasformati in piante e frutti, in elementi della natura vegetale”. D’Annunzio è il poeta più rappresentativo del Decadentismo, ma più in particolare della poetica dell’estetismo. GABRIELE D’ANNUNZIO Gabriele D’Annunzio Nacque a Pescara nel 1863. Dopo aver preso la licenza liceale a Prato si stabilì a Roma e si iscrisse alla facoltà di lettere, ma non terminò gli studi. Si dedicò invece all’attività giornalistica frequentando gli ambienti letterari della capitale. Introdotto nella cultura europea seppe cogliere gli aspetti più interessanti dei movimenti letterari dell’epoca, il Simbolismo e il Decadentismo. Appartengono al periodo che va dal 1889 al 1893 il romanzo il “Piacere” e una raccolta di poesie “Poema paradisiaco”. Verso la fine del secolo le sue opere furono influenzate dalla teoria del superuomo. Le più importanti furono “Le vergini delle rocce” e “Il trionfo della
4 morte". Allo scoppio della grande guerra egli partecipò al conflitto compiendo numerose azioni di valore, come l’occupazione di Fiume, di cui si proclamò reggente mettendo in pericolo la pace trattata dal governo italiano. Dopo essere stato allontanato dal governo italiano il poeta si ritirò nella villa di Gardone, in cui compose le ultime opere di un certo rilievo, per lo più autobiografiche. Morì a Gardone nel 1938. L’ESTETISMO Negli anni Ottanta, cominciano a diffondersi anche in Italia quelle tendenze estetizzanti che caratterizzano la più raffinata cultura decadente europea .Un nutrito gruppo di scrittori e intellettuali parte in battaglia contro l'utilitarismo e i ristretti orizzonti mentali della società borghese, esaltando in primo luogo l'arte come esperienza assoluta, come conquista della bellezza, come idealità superiore, che si manifesta anche in forme esteriori, nel lusso, nell'eleganza, nello splendore degli ornamenti: non ci sono in questo estetismo quello spirito anarchico e radicalmente critico. Esso mira invece a rivendicare una superiorità dell'arte su qualsiasi altra esperienza e a conquistare lo stesso mondo borghese, soggiogandolo con una accorta azione di mercato e con nuovi mezzi spettacolari di propaganda e di comunicazione. L' estetismo propone modelli « eccezionali », offre immagini eleganti, bizzarre, morbose, ha il gusto dell'inutile e del prezioso, si presenta (come il punto d'arrivo di una cultura estenuata e raffinata, tanto sofisticata da risultare abnorme e distruttiva. L'estetismo nutre un fortissimo disprezzo per la volgarità e la folla, e, nello stesso tempo, un'ossessiva predilezione per la mondanità, per la vita frivola e capricciosa, per gli oggetti minuti e preziosi. La vita stessa deve essere vissuta come un'opera d'arte. Rispetto agli orientamenti prevalenti dell'estetismo europeo, che spesso critica radicalmente il mondo borghese e la società costituita, l' estetismo italiano sembra essere piuttosto un mezzo per impadronirsi del mercato culturale borghese, per incrementare una cultura dell'inutile e della spettacolarità esteriore, per attribuire agli artisti un ruolo di guide culturali, di sacerdoti e asceti della bellezza, che affermano nello stesso tempo la loro separazione dal mondo sociale, il proprio diritto a una irresponsabilità assoluta, a una illimitata libertà di sperimentazione. I caratteri dell'
5 estetismo italiano si riassumono nell'opera e nella vita del suo grande propulsore e mediatore, Gabriele D'Annunzio, che ne guidò baldanzosamente le varie fasi, soprattutto nel ventennio 1880- 1900. IL SUPERUOMO Il concetto di “superuomo” traduce quel supremo ideale di perfezione e di potenza verso cui l’uomo aspira ribellandosi alle proprie condizioni di limitatezza. I letterati o i filosofi che si sentono “superuomini” non negano la loro “umanità” ma hanno fiducia nella forza dell’intelletto e nella genialità che li rende tanto diversi dagli uomini comuni. Tale perfezione finisce per rivelarsi
U
un’utopia in quanto viene ricercata nella stessa umanità che è per sua natura imperfetta e finita. La concezione del “superuomo” assume in D’Annunzio l’aspetto originale dell’eroe dalla forza bruta e primordiale. La figura del superuomo è anche quella dell’uomo politico che detiene un potere assoluto e incondizionato e che con il suo carisma riesce a trascinare la folla. Il superomismo di D’Annunzio consiste nel gusto dello spettacolo e negli effetti da provocare nel pubblico. Allo stesso tempo, però il poeta disprezza le masse, gli uomini comuni. L’ATTEGGIAMENTO DI D’ANNUNZIO VERSO IL FASCISMO L'ideologia dannunziana è tutta orientata verso un orizzonte nazionalistico e imperialistico, che converge con atteggiamenti molto diffusi nella piccola borghesia del tempo, si appoggia a un culto ferino della violenza e della distruzione e trova il suo terreno ideale nella grande guerra mondiale. Egli si serve della dimensione dello spettacolo, per farsi protagonista nei nuovi metodi spettacolari della politica e della guerra (in cui si collocano anche le sue coraggiose azioni belliche, volte a creare sorpresa ed effetti di propaganda, più che a produrre veri risultati militari). D' Annunzio immerge la sua cultura classicistico-decadente e la sua aspirazione al mito, nella moderna azione di massa, definendo i primi esempi di quella estetizzazione della guerra e della politica che sarà essenziale per il fascismo.
6 Il punto di partenza della politica dannunziana è sempre la parola, che crea un'oratoria infiammata, vibrante, aggressiva, aliena da ogni argomentazione razionale, tesa a esaltare il gusto del rischio e del pericolo mediante modi scattanti e militareschi, immagini eroiche e motti esemplari che devono diventare parole di battaglia (e il linguaggio politico fascista seguirà spesso questi modelli dannunziani). D'altra parte la stessa impresa di Fiume, basata sul rifiuto della legalità, sull'uso di bande armate, su un esasperato nazionalismo, su un'attenta manipolazione dell'informazione, può essere considerata una specie di prova generale delle azioni fasciste che subito seguirono. Anche se D'Annunzio rifiutò poi di impegnarsi direttamente nella politica e nutrì dubbi e riserve sul fascismo, egli fu comunque uno dei cardini della cultura del regime, e gli va attribuita tutta la responsabilità di aver fatto convergere nel fascismo e nell'azione di massa una cultura decadente, irrazionalistica, individualistica. Ma il Dannunzianesimo non fornì al fascismo solo gli schemi esteriori, ma gli lasciò anche eredità più nefaste e brucianti, che vennero a far parte della mentalità fascista, come la mancanza di senso storico, il fastidio o il disprezzo per il lavoro umile, oscuro ma compiuto per il bene della patria, l’improvvisazione, la faciloneria, la sottovalutazione e il disprezzo degli avversari: tutti elementi che portarono l’Italia alla guerra e alla disfatta.
7 STORIA L’ITALIA DAL DOPOGUERRA AL FASCISMO Come tutte le nazioni uscite dalla guerra, anche l’Italia soffrì di gravi difficoltà economiche. La disoccupazione, la riconversione della produzione da militare a civile, il ritorno dei reduci furono problemi giganteschi per il nostro paese. Le classi a reddito fisso furono particolarmente colpite dalla crisi economica, anche perché danneggiate più delle altre dall’inflazione, cioè una costante crescita dei prezzi, intervenuta a causa delle enormi spese militari sostenute. Ciò portò anche un aumento del costo della vita. Molte aziende industriali che durante la guerra si erano sviluppate per far fronte alle richieste dell’esercito, dovettero ridimensionarsi: molti operai furono licenziati; vennero lasciate senza lavoro le donne che in fabbrica avevano sostituito gli uomini chiamati alle armi; i salari furono ridotti. Anche l’agricoltura trascurata per anni da contadini e braccianti che avevano costituito il grosso dell’esercito, ora doveva subire la concorrenza dei prodotti americani che avevano costi più bassi. Le difficoltà economiche non mancarono neppure per la piccola borghesia, in quanto l’inflazione assottigliò anche ciò che essa aveva risparmiato e le modeste rendite sulle quali era abituata a far conto. A questa crisi economica la reazione delle masse lavoratrici assunse i toni di una dura lotta politica, con la proclamazione di scioperi nazionali e l’occupazione delle principali fabbriche. Queste agitazioni operaie ebbero in conclusione risultati economici positivi in quanto i lavoratori ottennero miglioramenti nel salario e nelle condizioni di lavoro (la giornata lavorativa passò da 10 – 11 ore a 8 ore); ma anche effetti politici negativi poiché spaventarono non solo i grandi proprietari di industrie o di terre ma, ancor di più, il ceto medio ossia i piccoli borghesi. Il timore di una possibile rivoluzione li avrebbe presto spinti ad appoggiare il fascismo fondato da Benito Mussolini. Il fascismo si definisce come una dittatura e un regime totalitario. Con il primo termine si sottolinea la concentrazione dei poteri dello stato nelle mani di un uomo solo;con il secondo si pone l’accendo sul controllo, da pare dello stato fascista di tutti gli aspetti della vita della nazione e dei singoli cittadini.
8 Il movimento fascista si mostrò con un doppio volto: quello rassicurante e “borghese” volto a tranquillizzare gli amanti dell’ordine; e quello violento delle “squadracce”. Ma, le organizzazioni del movimento operaio e del movimento contadino, rimanevano tuttavia molto forti e tutt’altro che disposte a subire passivamente l’attacco dei fascisti. Sostenuto anche con contributi in denaro da agrari e industriali, il movimento si diffuse e allargò il numero dei suoi aderenti. Gli avversari politici del fascismo che più si mettevano in vista venivano aggrediti a colpi di arma da fuoco, oppure bastonati con i manganelli o ancora costretti con la forza a umiliarsi bevendo interi bicchieri di olio di ricino. Gli organi dello stato che avrebbero dovuto mantenere l’ordine, non intervennero per reprimere le illegalità. Anzi, in alcuni casi, le forze di polizia si affiancarono alle squadre fasciste. Il 28 ottobre del 1922 i reparti armati dei fascisti, le “camice nere realizzarono la marcia su Roma che si concluse con il rifiuto di Vittorio Emanuele III di firmare lo stato d’assedio, e con l’incarico affidato a Mussolini di guidare un nuovo Governo. Mussolini si mosse con molta abilità, emanando provvedimenti volti a guadagnare i favori dei conservatori e degli incerti. Nelle elezioni del 1924 Mussolini presentò una lista di canditati (il cosiddetto “listone”) con la quale ottenne la maggioranza assoluta. Realizzò una serie riforme che trasformarono l’Italia in uno Stato regime dittatoriale. Nel corso del 1925 vennero sciolti tutti i partiti tranne quello fascista; il potere di fare le leggi venne sottratto al Parlamento e affidato al governo, cioè allo stesso Mussolini e ai ministri da lui scelti; fu proibito lo sciopero mentre a lavoratori e datori di lavoro venne imposto di iscriversi ai sindacati fascisti; fu limitata la libertà di stampa e di associazione; vennero creati il Ministero della cultura popolare, il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, la polizia politica. Quest’ultima (l’OVRA=Opera di Vigilanza e Repressione dell’Antifascismo) aveva il compito di identificare denunciare gli oppositori del governo fascista. Tutti gli esponenti più importanti dell’opposizione vennero costretti all’esilio, condannati al carcere o inviati al confino ove erano obbligati a risiedere, sorvegliati dalla polizia, col divieto di occuparsi di politica. L’11 febbraio 1929 Mussolini e il Cardinale Gasparri firmarono l’accordo o Concordato fra Stato e Chiesa, poiché Mussolini comprese che in un paese
9 profondamente cattolico come l’Italia , chiudere in ufficiale e solenne il vecchio conflitto fra lo Stato e la Santa Sede gli avrebbe procurato una larga popolarità. Questo concordato fu definito anche col nome di Patti Lateranensi, dove tra i vari accordi, vi era
quello che il pontefice
riconosceva Roma come capitale del regno di Italia. I patti lateranensi sono rimasti in vigore nel nostro paese fino al 1984. sotto la dittatura fascista l’Italia divenne uno stato totalitario. Il duce, si impadronì di tutti i poteri (esecutivo, giudiziario, legislativo) e il fascismo fu l’unica opinione politica permessa e l’unico partito politico esistente.
Negli anni trenta dopo la grande crisi
economica iniziata nel 1929 aveva travolto in Italia alcune grandi aziende e diverse banche, venne istituito l’IRI ( istituto per la ricostruzione industriale). Essa aveva lo scopo di sostenere le banche e i gruppi industriali in difficoltà per poi restituirli ai privati. La crisi economica fu lunga. Solo alla vigilia della guerra la produzione italiana superò i livelli del 1929, grazie anche alle forte ordinazioni di armi e forniture militari. Tra gli interventi del fascismo vi furono anche quelli a favore dell’agricoltura. Fra questi i più importanti furono le bonifiche delle terre paludose del Veneto. Ma nonostante ciò l’agricoltura italiana rimase arretrata e trascurata. In oltre il fascismo si deriva l’esportazione dei nostri prodotti agricoli. Di questo ne soffri soprattutto le condizioni dell’Italia meridionale. Infatti il meridione il 17% lavorava nelle industrie, il 60% erano agricoltori. La povertà dei contadini meridionali fu causata dalla emigrazione di persone che si trasferivano verso le città del nord o verso Roma. Il governo per arrestare questo fenomeno e per far mantenere all’Italia il suo carattere di paese agricolo, emanò alcune leggi che obbligavano lavoratori agricoli a non cambiare residenza.
10 Quindi ci fu la nascita della legge della pianificazione urbanistica.
11 DIRITTO LA PIANIFICAZIONE URBANISTICA Con il verificarsi dell’urbanesimo e le massicce migrazioni dalle campagne verso la città, l’esigenza di norme che regolassero l’espandersi controllato dei nuclei urbani si fece sentire in modo sempre più urgente. L’aumentare della popolazione e il conseguente proliferare di abitazioni costruite senza regole precise, pose gravi problemi non solo di natura tecnica, ma anche in relazione al potenziamento delle strutture necessarie alla vita collettiva, come acquedotti, strade, scuole, spazi verdi. Sempre più, quindi, si faceva sentire il bisogno di una programmazione, di un controllo sull’uso del suolo, di un nuovo indirizzo degli investimenti nel campo dell’edilizia abitativa e del rinnovo urbano. Grazie alla legge N. 1150 del 1942, tali orientamenti si sono sempre più radicati. Su di essa, però, si sono inseriti numerosi interventi di modifica e di integrazione soprattutto a partire dagli anni 60. L’obiettivo che si poneva questa legge era quello di regolare in modo ordinato e razionale i processi di urbanizzazione attraverso lo strumento della pianificazione, riferendosi alle esperienze positive realizzate da alcune grandi città con l’attuazione di piani regolatori approvati con le leggi speciali. Ma nonostante i propositi, la legge del 1942 non è riuscita ad evitare, negli anni, un’espansione urbana irrazionale e disordinata. E ciò fu dovuto alla mancanza di un raccordo tra la politica fondiaria praticata dai proprietari terrieri e le finalità collettive perseguite dallo stato. La normativa posta dalla legge n.1150 del 1942 si basa su strumenti di pianificazione urbanistica, ordinati secondo una scala che va dai piani-quadro fino ai piani esecutivi particolareggiati. Infatti coordinando le indicazioni di questa legge con le scelte della legislazione regionale della materia urbanistica vediamo che i diversi tipi di piani esistenti possono essere così classificati e suddivisi: •
Piani quadro
•
Piani esecutivi
•
Piani generali
12 I piani quadro si dividono in: A ) piano territoriale di coordinamento; B) piano comprensoriale; C) piano Comunità Montana.
I piani esecutivi si dividono in: A) piano regolatore particolareggiato; B) piano di lottizzazione; C) piano di zona per l’edilizia economica e popolare; D) piano di insediamento produttivo. I Piani generali si dividono in: A) programmi di fabbricazione; B) piano regolatore generale intercomunale; C) piano regolatore generale (PRG) Quest’ultimo, il PRG, è una necessità di pianificazione delle attività in un territorio Comunale; pertanto, in base alle necessità territoriali (residenze, artigianato, commercio, industria, ecc.) vengono individuate delle zone ove si prevedono specifiche attività. Tali zone devono essere di superficie nota e quindi c’è bisogno di calcolare le aree di esse, cosa che può effettuarsi mediante rilievi con mezzi topografici.
13 TOPOGRAFIA L’AGRIMENSURA (IL CALCOLO DELLE AREE) L’agrimensura è quella parte della topografia che ha lo scopo principale di determinare la misura delle superfici degli appezzamenti di terreno, la loro suddivisione in due o più parti e la rettifica o lo spostamento dei relativi confini. Per superficie agraria di un appezzamento di terreno si intende la proiezione della superficie fisica sul piano topografico di riferimento. ESEMPIO: tenendo conto che il raggio medio della sfera locale in Italia è di 6377 Km. Su una superficie orizzontale che ha un area di 100 ha, situata a 1000 m di quota, si ha quindi una estensione agraria, cioè ridotta sul piano topografico, pari a: 100x (6377/6377+1)²=99,9686 ha. Questa definizione elimina eventuali contraddizioni che risulterebbero adottando la superficie fisica del terreno o quella ridotta al piano orizzontale. Infatti, se per misura della superficie di un appezzamento di terreno si adottasse quella fisica, risulterebbe impossibile determinarne l’area, a causa delle ondulazioni, imperfezioni, ecc… Se l’appezzamento di terreno ha un raggio di circa 10-15 km potrà essere considerato piano, le unità di misura più frequentemente adottate in topografia, sono il m² e l’ara. Per determinare l’area delle superfici di terreno esistono diversi metodi, che possono essere: •
Metodi analitici o numerici, che determinano l’area direttamente dalle misure effettuate sul terreno;
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Metodi grafici, nei quali la misura dell’area è effettuata scomponento le rappresentazioni grafiche delle superfici in figure elementari;
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Metodi grafo-numerici, che consistono nella determinazione analitica delle aree di superfici a contorno curvilineo, partendo però da lati misurati graficamente sulla rappresentazione delle superfici e schematizzando i contorni in modo opportuno;
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Metodi meccanici, nei quali la determinazione delle arre è effettuata, mediante apparecchiature particolari, sulla rappresentazione grafica delle superfici.
Una delle formule usate per la determinazione dell’area del triangolo, è la formula di camminamento.
prendiamo ad esempi il caso di un quadrilatero. Si suppongono noti i tre lati AB, BC e CD e i due angoli β e γ. Si prolunghino i due lati AB E CD, fino ad ottenere il punto P; l’area del quadrilatero può essere ottenuta facendo: A(ABCD)=A(ADP)-A(PCB); Applicando a tali triangoli la formula di camminamento si ha: A(ABCD)=1/2 AP x DP x sen ώ – ½ BP x CP x sen ώ I lati AP e DP di ottengono facendo: AP = AB+BP DP = CD + CP BP e CP si ricavano facendo: BP = BC/sen ώ x sen γ CP = BC/sen ώ x sen β ώ si calcola facendo: ώ = -sen (β + γ) Per quanto riguarda la stima delle superfici dei terreni dipendono principalmente dall’estensione del terreno.
15 ESTIMO CATASTO TERRENI Il catasto è l’inventario dei beni immobili esistenti nel territorio nazionale e ha finalità fiscali e civili. Gli scopi fiscali consistono nel determinare il reddito imponibile dei terreni e dei fabbricati ai fini delle imposte dirette e indirette. Gli scopi civili consistono nell’individuare e tenere distinta la proprietà immobiliare. Nel catasto I terreni sono individuati mediante il rilievo topografico. Il rilievo ha per oggetto le particelle, in altre parole porzioni omogenee di terreno. (In passato la proprietà era di tipo latifondista). Poi ci sono gli estimi quest’ultimi sono le rendite dei terreni calcolate dal catasto per fini fiscali. La determinazione può essere diretta o indiretta. Nel primo caso le rendite sono calcolate direttamente per ogni singola particella; nel secondo sono calcolate in aziende studio da cui si ricavano le tariffe d’estimo da applicare a tutti i terreni del circolo censuario. Il catasto può essere probatorio se conferisce la prova giuridica della proprietà o non probatorio che sarebbe il caso contrario. In un catasto non probatorio, si parlerà di possessori delle particelle e non di proprietari. Poi c’è la revisione, essa consiste nel ricalcolare estimi con riferimento ai prezzi correnti in tempi attuali e con le eventuali modifiche procedurali stabilite dal ministro delle finanze. Il catasto si suddivide in: Formazione, Pubblicazione, Attivazione, Conservazione. La formazione del catasto terreni, essa consiste nel: •
Rilevare il territorio (operazione topografiche);
•
Calcolare le tariffe d’estimo (operazioni estimative);
la prima e di parte topografica e ha come oggetto il rilievo della particella, cioè una porzione continua di terreno situata in un medesimo comune appartenete al medesimo possessore e della medesima qualità e classe. Le operazioni di rilievo topografico hanno come scopo la rappresentazione planimetrica delle particelle su fogli di mappa. Il contorno della particella è rappresentato graficamente da una linea continua. Ogni particella è contrassegnata da un numero di
16 mappa. Le operazioni di rilievo sono precedute da una fase preliminare di ricognizione delle linee di confine tra i comuni e tra le proprietà all’interno dei comuni (delimitazione) tali operazioni si svolgono in presenza dei possessori e sono coadiuvate da persone esperte del territorio designate dai comuni (indicatori catastali) che intervengono in merito a possibili disaccordi tra gli interessati. I lavori di rilievo iniziarono con le tecniche (celerimensura) e i mezzi (teodoliti ottici) dell’epoca. Le operazioni estimative comprendono: •
La qualificazione;
•
La classificazione;
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Il classamento;
•
Il calcolo delle tariffe;
•
Le scale di merito e di collegamento;
La qualificazione consiste nel distinguere i terreni secondo la qualità di coltura. La Classificazione consiste nel suddividere ogni qualità in tante classi quanti sono i gradi diversi di produttività. Il classamento è un operazione “di campagna” mediante la quale viene attribuita a ogni particella la qualità e la classe che le compete. Il calcolo delle tariffe esprime il reddito dominicale o il reddito agrario per ogni qualità e classe, per ettaro di superficie, in moneta legale, con riferimento all’epoca censuaria. Per le operazioni di calcolo delle tariffe, il territorio nazionale è stato suddiviso in 21 zone, ciascuna delle quali comprende un gruppo di province. Le zone sono poi state suddivise a loro volta in circoli censuari, in tutto circa 300. ciascun circolo censuario comprende un gruppo di Comuni omogenei per caratteristiche topografiche, agrarie ed economiche.
17 All’interno di ogni circolo censuario viene scelto un Comune tipo, per le operazioni estimative. Infine, all’interno di quest’ultimo, viene scelta un’azienda studio. Quest’ultima è un azienda che rappresenta il circolo censuario, su cui viene eseguito un bilancio estimativo allo scopo di determinare le tariffe delle qualità e classi in essa presenti. Per ottenere le tariffe occorre sapere il reddito dominicale e il reddito agrario complessivo dell’azienda studio. Ciò avviene con modalità differenti nell’ambito di tre casi: •
l’azienda studio è costituita da una sola qualità e classe di coltura;
•
l’azienda studio è costituita da più qualità e classe di coltura, ma con una di queste che prevale rispetto alle altre;
•
l’azienda studio è costituita da più qualità e classi di coltura, nessuna delle quali prevalente.
In fine vi sono le scale in merito e le scale di collegamento. Le scale in merito esprimono con un punteggio il merito delle qualità e classi presenti nel comune studio; mentre le scale di collegamento consistono nell’attribuire un punteggio di merito alle qualità e classi presenti nel Comune studio. Tramite i punteggi è possibile calcolare le tariffe da applicare ai diversi Comuni del circolo censuario a partire dalle tariffe già calcolate nell’azienda studio. In precedenza ho citato il reddito dominicale e il reddito agrario. Il primo è costituito dalla parte del reddito medio ordinario ritraibile dai terreni spettante al proprietario. Mentre il reddito agrario è la parte del reddito ordinario dei terreni imputabile al capitale di esercizio e al lavoro di organizzazione impiegati nell’esercizio delle attività agricole. Poi c’è la Pubblicazione, al termine della fase di formazione i documenti catastali provvisori vengono esposti al pubblico per 60 giorni. I documenti esposti al pubblico sono i seguenti: •
La mappa particellare;
•
La tavola censuaria, che riporta per ogni comune le particelle in ordine progressivo, con la relativa qualità, classe, superficie, ecc…
18 •
Il quadro generale delle qualità, classi e tariffe questo riporta le qualità e classi individuate nel comune con le relative tariffe e simboli di deduzione;
•
Gli estratti partitari in cui sono riportate le particelle in carico a ogni ditta catastale.
Poi c’è l’attivazione, essa consiste nella correzione dei documenti catastali provvisori in seguito alle segnalazioni dei possessori e alle mutazioni avvenute durante la fase di pubblicazione e nell’approntare i documenti definitivi. I documenti catastali attualmente in uso sono i seguenti: 1) la mappa particellare; 2) lo schedario delle partite; 3) l’elenco dei numeri di mappa; 4) l’elenco dei possessori. La mappa particellare rappresenta planimetricamente il comune amministrativo. L’insieme dei fogli di mappa di un comune forma il quadro d’unione, tramite il quale è possibile risalire al foglio di mappa in cui si trova una determinata particella. Nello schedario delle partite vengono riportate le particelle incarico alla determinata ditta catastale. La scheda di partita è composta da 3 parti: A) Intestazione con indicate le generalità dei possessori; B) Particelle in carico sul quale sono riportati su ogni riga sono riportati il foglio e il numero di mappa, la superficie, la qualità, la classe, il reddito dominicale e agrario; C) Mutazioni dove vi sono indicate le variazioni intervenute con i relative estremi. Poi c’è l’elenco dei numeri di mappa, ove, vi sono riportati in ordine progressive le particelle presenti in un determinato comune con i relativi dati qualità, classe, superficie, reddito dominicale e agrario, ecc…
19 Mentre l’elenco dei possessori riporta in ordine alfabetico i possessori presenti in un determinato comune con i relativi dati (generalità e codice fiscale) e con affianco il numero di partita in cui risultano intestatari. Infine vi è la conservazione, essa consiste nel tener aggiornati i documenti catastali in seguito a: •
Variazioni che avvengono nell’intestazioni delle particelle (voltura);
•
Variazioni dello stato nel reddito delle particelle.
Le variazioni nell’intestazione si verificano quando una particella, inseguito a compravendita, esproprio, donazione, ecc…, falsa da una partita catastale a un’altra. I soggetti interestati devono denunciare in catasto la variazione in modo che l’ufficio possa aggiornare gli atti. Tale denuncia viene fatta inoltrando in catasto la domanda di voltura entro il 30 giorno dalla data di registrazione presso l’ufficio registro del documento traslativo. Le particelle catastali sono anche soggette a frazionamento esso viene eseguito da un tecnico iscritto all’albo professionale (geometra, ingegnere, ecc……..) su estratto di mappa reso dall’UTE (ufficio tecnico erariale) su apposito modello 51 (che altro non è che un estratto di mappa). Un argomento correlato al frazionamento di una particella è il tipo particellare esso viene redatto quando, nel documento che da origine al trasferimento delle particelle, viene dichiarata che il trasferimento stesso ha luogo a misura e non a corpo.
20 Il Catasto dei fabbricati Il catasto dei fabbricati nasce in Italia il 26 gennaio 1865. le caratteristiche essenziali di questo catasto furono le seguenti: •
Il reddito imponibile, questo era determinato detraendo dal reddito lordo le spese a carico dei possessori in misura fissa pari a 1/3 per tutto il territorio nazionale e per tutte le categorie di fabbricarti.
•
Il reddito lordo il quale era dato dal reddito effettivo ritraibile dal possessore affittando l’immobile.
Un tale catasto dimostrava però evidenti carenze sotto ogni punto di vista: •
La denuncia del reddito spesso non era fedele,
•
L’incidenza delle spese sul reddito lordo non è fissa, ma varia da zona a zona e in funzione del tipo di fabbricato;
•
Non esisteva una rilevazione geometrica dei fabbricati che mettesse in evidenza in modo oggettivo la consistenza.
Si rece perciò necessaria la creazione di un nuovo catasto. Questo venne chiamato nuovo catasto edilizio urbano (NCEU). Le operazioni di formazione del NCEU consistono nell’accertare l’ubicazioni, la consistenza e la rendita catastale delle unità immobiliari esistenti sul territorio nazionale. La struttura del nuovo catasto è dunque imperniata sull’unità immobiliare. I comuni fabbricati sono composti da molte unità immobiliari: abitazioni, negozio, uffici, auto rimesse ecc…. I fabbricati rurali sono considerati invece pertinenze dei terreni a cui servono, per cui nel catasto dei fabbricati non hanno alcun reddito.
21 Nel NCEU le unità immobiliari urbane sono suddivise in gruppi, i gruppi in categorie e le categorie in classi. Per ogni categoria e classe vengono calcolate le tariffe e per ogni unità immobiliare viene dichiarata e accertata la dimensione. I passaggi del NCEU sono: il rilievo geometrico, il quale ha come finalità la determinazione dell’ubicazione e della consistenza e del fabbricato. La prima è determinata dalla mappa urbana, la seconda dalle planimetrie delle singole unità immobiliari. La mappa urbana è simile a quella del catasto terreni e rappresenta in fogli numerati il territori del comune. Le planimetrie rappresentano le particelle edilizie, che a differenza del catasto terreni non rappresenta l’oggetto dell’accertamento estimativo. E’ solo la rappresentazione della superficie su cui sorge il fabbricato. Le operazioni estimative per la formazione del NCEU sono: •
Qualificazione;
•
Classificazione;
•
Accertamento;
•
Classamento;
•
Formazione delle tariffe.
La Qualificazione consiste nel distinguere le varie tipologie di fabbricato in base alla loro destinazione ordinaria in gruppi e categorie. I gruppi sono cinque, A,B,C,D ed E. i primi tre comprendono (abitazioni, alloggi collettivi e fabbricati civili ad uso produttivo). Il gruppo D le industrie e il gruppo E per i fabbricati a destinazione particolare. La Classificazione, consiste nel suddividere ogni categoria in tante classi quanti sono i gradi diversi delle rispettive capacità di reddito.
22 L’Accertamento consiste nell’indicare le categorie riscontrate e il numero delle classi in cui ciascuna categoria e stata divisa. Si dovrà allestire un campionario delle unità immobiliari tipo, una per ciascuna categoria e classe, con la relativa descrizione e con i dati di identificazione. Si considerano in genere le seguenti caratteristiche: •
Tipo di zona (signorile, civile, popolare);
•
Ubicazione (centralissima, centrale, eccentrica, periferica, suburbana);
•
Collegamenti con mezzi pubblici (ottimo, buono, carente);
•
Esposizione prevalente (ottima, buona, mediocre, pessima);
•
Epoca di costruzione (recentissima, recente, vecchia, antica);
•
Qualità della struttura (robusta, normale leggera);
•
Stato di manutenzione (ottimo, buono, mediocre, pessimo);
•
Grado di rifinitura (ricco, ordinario, semplice, rustico);
•
Impianti (completi, normali, scarsi, mancanti).
Il classamento, consiste nel riscontrare, mediante accertamento per ogni singola unità immobiliare la destinazione ordinaria e nell’attribuirle la categoria e la classe a cui risulti più simile tra quelle prestabilite per la zona omogenea, fati di opportuni confronti con le unità immobiliari tipo. Il classamento consiste quindi nell’attribuzione ad ogni unità immobiliare la categoria e classe di competenza. La consistenza catastale si misura assumendo come elementi unitari i seguenti parametri: •
Per le categorie del gruppo A: il vano utile;
•
Per le categorie del gruppo B: il metro cubo;
•
Per le categorie del gruppo C: il metro quadro.
Si considera vano utile quello che ha destinazione principale nell’uso ordinario dell’unità immobiliare (camera, salone, ecc….).
23 Si considerano vani accessori quelli necessari al servizio o al disimpegno dei vani principali (bagni, dispense, ripostigli, veranda, ingresso, corridoio e simili). Il NCEU e composto anche dalla Pubblicazione, Attivazione, e la dichiarazione delle nuove unità immobiliari urbane. Con la pubblicazione vengono esposti al pubblico per 30 giorni gli atti catastali provvisori. I possessori possono presentare reclami e segnalare errori. Con la fase di attivazione vengono approntati i seguenti documenti catastali definitivi che sono, come nel catasto terreni: •
La mappa urbana;
•
lo schedario delle partite;
•
l’elenco dei numeri di mappa;
•
l’elenco dei possessori.
Le differenze tra gli atti del catasto terreni e quelle del catasto edilizio riguardano la descrizione delle particelle che nel catasto edilizio riguardano le unità immobiliari, e nel catasto terreni la particella. La fase di conservazione consiste nel tener aggiornati gli atti catastali. A differenza del catast terreni, dove in genere non è possibile aumentare la consistenza aggiungendo nuove particelle, nel catasto edilizio tali variazioni si hanno comunemente con l’edificazione di nuovi fabbricati. Le operazioni di conservazione sono le seguenti: •
dichiarazioni di nuovi fabbricati;
•
variazioni;
•
nell’intestazione;
•
altre variazioni.
La dichiarazione delle nuove unità immobiliari urbane contrariamente a quanto avveniva in passato, deve essere presentata prima del rilascio del certificato di abitabilità a cura del direttore dei
24 lavori immediatamente dopo l’ultimazione dei lavori di finitura. Debbono inoltre essere dichiarati i fabbricati che passano dalla categoria degli esenti a quella dei soggetti dell’imposta (per esempio fabbricati rurali che hanno perso le caratteristiche di ruralità. alla dichiarazione del fabbricato vanno allegati i documenti e gli elaborati grafici. Tra questi vi sono il modello 1 NB e il 2NB, le planimetrie ecc.... la variazione nell’intestazione è chiamata voltura. Con la domanda di voltura, viene richiesta la modificazione dei documenti catastali per le variazioni nell’intestazioni (variazioni soggettive) che le particelle subiscono in seguito a trasferimento della proprietà (ad esempio la compravendita). Deve essere presentata entro il 30esimo giorno dalla data di registrazione presso l’ufficio del registro del documento traslativo. Alla domanda di voltura vanno allegati i seguenti documenti: •
una copia o estratto in carta libera del documento traslativo;
•
il tipo di frazionamento approvato a norma di legge, redatto su estratto autentico di mappa;
•
un atto notorio da cui si possa desumersi la cronistoria dei passaggi intermedi;
•
le planimetriche dell’unita immobiliari che ha causa del trasferimento subiscano variazioni della consistenza;
•
altri eventuali documenti.
A proposito di fabbricati capita spesso di dover eseguire interventi di consolidamento edilizio.
25 COSTRUZIONI CONSOLIDAMENTO EDILIZIO La cause dei dissesti si possono ricondurre a 3 situazioni principali: 1) una serie di mancate manutenzioni sull’edificio; 2) il cambiamento d’uso sull’edificio; 3) un dissesto fisico della struttura muraria che porta a malfunzionamento. Gli organismi costruttivi si possono suddividere in: 1) strutture in muratura: il deperimento di esse deriva dal materiale, in quanto esso è realizzato con l’assemblaggio di elementi spesso non omogenei fra loro, e cementati insieme dalla malta, che rappresenta l’anello debole del sistema. La malta perde la sua consistenza sia per la perdita del intonaco esterno, che per l’aggressione dell’atmosfera. A ciò si uniscono anche infiltrazioni umide, che provocano per cicli termici lo sfarinamento del laterizio e della pietra, o ancora per l’azione eolica. Nel momento in cui in piccoli parti dell’organismo non sono più funzionali, le parti ancora efficienti, a causa della maggiore concentrazione delle azioni, vi giungono mano a mano al collasso. Un altro fattore di deperimento di una struttura muraria e rappresentata dalla perdita di funzionalità degli orizzontamenti. 2) Nelle strutture in legno mentre, si possono riscontrare 4 cause di deperimento: •
La deformazione di una trave per colpa di un carico;
•
Per l’umidità la quale provoca su un elemento in legno un rapido marcimento delle fibre. (la disgregazione tra fibra e fibra e detta carie bianca, e va a ridurre il legno a una serie di filamenti senza consistenza meccanica; mentre la carie bruna provoca la rottura delle fibre stesse);
•
Poi c’è l’azione degli insetti xlofagi, come ad esempio il tarlo;
26 •
Infine c’è il ritiro del legno per variazioni di umidità e temperatura dell’ambiente in cui l’elemento è collocato. 3) Poi ci sono le strutture metalliche. Questi tipi di strutture, problemi che hanno
sono provocati dall’esposizione all’atmosfera senza manutenzione periodica. Il punto debole degli elemento metallici sono le giunzioni, i nodi o i vincoli in genere. Un altro caso di deperimento per una struttura metallica è l’azione dell’incendio che può provocare situazioni di plasticizzazione, con danni riparabili fino al crollo totale della struttura. 4) infine vi sono le strutture in cemento armato. Le cause di deperimento di queste strutture sono : •
l’aggressione atmosferica e la mancata manutenzione, le quali provocano una perdita dell’azione protettiva del calcestruzzo nei confronti dell’armatura metallica. Questo fenomeno si produce in particolare nelle zone tese del elemento strutturale;
•
un altro problema dipende larga parta dal tipo di calcestruzzo: bene o mal confezionato, compatto o poroso, dal tipo di atmosfera e dal tipo di finitura superficiale.
Per le strutture sottoposte a dissesto fisico innanzitutto c’è da dire che: A) l’edificio e formato da elementi piani o curvi; B) che
gli
elementi
che
compongono
la
struttura
sono
reciprocamente collegati tra loro. I dissesti che si possono verificare possono essere dovuti: •
l’alterazione dell’equilibro di una zona esterna;
•
l’alterazione di un elemento strutturale interno;
•
a un alterazione provocata dalla natura o dall’ uomo.
La maggior parte dei casi si possono avere delle alterazioni che si manifestano con una serie di lesioni.
27 Ci sono 3 tipi di spostamento: 1) spostamento dello spigolo di base che si abbassa, in questo caso le lezioni sono provocate dalla trazione;
2) spostamento dello spigolo di sommitĂ che trasla orizzontalmente, in questo caso le lesioni si verificano soprattutto nella zona centrale;
3) spostamento della zona centrale della base che si abbassa, in questo caso si provoca una compressione nella zona immediatamente superiore.
28 Per quanto riguarda i dissesti per cedimento di pareti ci sono 4 casi: 1) cedimento di zona laterale di appoggio: esse si producono si per l’abbassamento locale del piano di fondazione, sia per il cedimento di elementi strutturali inferiori;
2) cedimento della zona centrale: questi cedimenti si formano tramite dei distacchi che provocano il cosiddetto “arco di scarico” superiore. In questo caso le azioni dislocate al di sopra dell’arco vanno a distribuirsi sulle murature laterali;
3) spostamenti per azioni orizzontali: se si ha un’azione ortogonale al panello si hanno delle lezioni verticali.
Quando l’azione dei carichi è complanare con il panello si hanno delle lesioni a 45°.
29 Quando l’azione è di tipo statico, la lesione è monodirezionale.
Se invece l’effetto è conseguenza a un sisma, le discontinuità sono incrociate;
4) Spostamenti rigidi di panelli: questo spostamenti sono dovuti alle discontinuità che si generano sui panelli ortogonali e corrispondono al distacco tra i 2 elementi.
30 I dissesti per schiacciamento provocano fessurazioni che tagliano in più parti i componenti della muratura. I dissesti di strutture spingenti sono i seguenti: 1) Per depressione in chiave e rialzamento delle reni.
Questo caso si ha quando l’arco è ribassato, i carichi sono molto forti in chiave; 2) Per impennamento della chiave e depressione delle reni.
Questo caso si verifica quando i reni sono molto carichi rispetto alla chiave, e quando l’arco è molto acuto. I dissesti per sovrapposizione di trasformazioni, sono dovuti alla trasformazione della struttura senza tenere in considerazione la storia strutturale precedente dell’edificio. Queste inducono a pericolosa concentrazioni di azioni superiori su zone sempre più localizzate.
31 I dissesti di strutture in legno, sono: •
malfunzionamento dovuto ad eccessiva deformazione per fluage ( è il fenomeno che induce deformazioni progressive a parità di carico oltre quelle elastiche istantanee. Nel legno è particolarmente evidente: in condizioni di temperatura di umidità favorevoli delle formazioni si quadruplicano nel tempo ndMax);
•
dissesto per marcescenza del nodo di appoggio.
Nel caso di grandi coperture, si produce uno slittamento di quest’asta verso l’esterno.
Se il dissesto interessa anche la catena inferiore si rischia il crollo di tutta la trave composta. I dissesti di strutture in cemento armato e d’acciaio, sono dovuti ad esempio ad un cedimento locale. Tali manifestazioni provengono da eventi come un sisma, un incendio, una frana del terreno e simili. Il consolidamento è indirizzato a ricostruire la continuità e l’efficienza perduta. Per attuare una efficace integrazione del livello prestazionale, occorre garantire la massima “adesione e collaborazione fra la nuova e la vecchia struttura”. E’ fondamentale allora che l’intervento di consolidamento si ha mediante l’uso dei materiali fortemente “adesivi” . E’ molto importante che il supporto esistente e di materiale che viene utilizzato siano perfettamente puliti. Il legante più frequentemente usato è la boiacca di cemento. Il tipo di cemento consigliabile da usare è il cemento bianco. Un altro legante, con caratteristiche migliori è la resina. Se si desidera un legante più elastico, si può usare la resina pura o additivata, questa può servire nei casi in cui si incollano insieme elementi in legno.
32 Poi ci sono gli aditivi. Questi sono composti chimici liquidi o in polvere, che vengono mescolati per confezionare calcestruzzi, betoncini, malte o boiacche. Gli aditivi più importanti sono: •
i fluidificanti, che riducono l’acqua nell’impasto limitando la porosità e il ritiro;
•
i stabilizzanti di volume, questi limitano il ritiro dell’impasto e mantengono la volumetria di quest’ultimo riempita senza formazione di fessure di distacco;
•
gli espansivi, che conferiscono all’impasto un maggior volume di quello iniziale;
•
gli aggrappanti, i quali evitano la sedimentazione.
Le armature sono possono essere costitute da reti elettro-saldate: queste si usano quando vi sono degli interventi da attuare all’esterno. In questi casi è preferibile usare reti tipo zincato e con armature in acciaio inox. Un particolare tipo di armatura, è costituita da una banda continua di fibra di carbonio.questa banda ha uno spessore di 1 ml, e di 5 ai 10 cm di larghezza, con caratteristiche del tipo: resistenza a trazione, e modulo elastico. Le macchine necessarie per eseguire lavori di consolidamento sono: •
Per le operazioni di pulizia vi sono: idropulitrici, pistole ad aghi, ecc…;
•
Per le operazioni di foratura: perforatori manuali, trivelle per micropali, ecc…;
•
in fine per le operazioni di iniezione e placcaggio: pompe per biacche, spruzzatici per betoncini, ecc…
Le tecnologie applicate sono: •
il riciclaggio diretto o la modifica del materiale costituente per attuare il ripristino della continuità perduta;
•
la modifica o l’integrazione dello schema statico dell’elemento che si consolida.
33 Gli elementi strutturali in muratura sono le pareti. Esse sono rese discontinue o disomogenee per effetto di: •
lesioni da dissesto;
•
deperimenti delle malte o degli elementi costituenti.
Il consolidamento si attua con due distinte fasi: A) per intervento interno al fine di rimuovere la continuità della massa muraria; B) per intervento esterno mediante l’affiancamento di una struttura continua. Il ripristino della continuità interna si realizza in due modi fondamentali. Questi sono: •
cementazioni interne;
•
Per reticolo cementato;
•
muratura a cuci e scuci;
•
per placcaggi.
Nel primo caso il materiale usato come legante è genericamente una boiacca cementizia; quest’operazione viene eseguita disponendo degli ugelli di iniezione e di spurgo. Questi sono dispositivi che permettono i primi l’immissione del legante e non la sua fuoriuscita, ai secondi la fuoriuscita del legante in eccesso. Il consolidamento per reticolo cementato si effettua quando ad esempio vi è da sistemare una lesione passante e profonda. Innanzitutto si inietta del legante all’interno della fessura e può essere utile anche eseguire dei fori a cavallo della lesione stessa ed armarli.
34 Il consolidamento per muratura a cuci e scuci viene usata per il ripristino della continuità di una muratura. Questo metodo è applicabile solamente quando: •
c’è una lesione passante in un pannello;
•
un distacco fra murature ortogonali;
•
l’espulsione di una muratura a sacco;
•
una vecchia canna fumaria da eliminare.
Il metodo si attua asportando sempre dal basso verso l’alto il materiale fratturato, e sostituendo quest’ultimo con nuova muratura. Il consolidamento per intervento esterno (placcaggi), si esegue asportando dalla superficie della muratura l’intonaco, la malta ed il materiale minuto fratturato. Si pulisce poi la superficie tramite la soffiatura ad aria. Si realizza infine un “pannello” che prende il nomadi placcaggio di superficie. La nuova superficie viene affiancata alla muratura e ha lo spessore di 3 ÷ 5 cm, ed è armata. Cosi facendo viene notevolmente migliorato il comportamento del pannello originario di muratura. L’applicazione dei tiranti si ha disponendo delle barre metalliche, le quali vincolano con un estremità la zona di massima fuori uscita dalla originale geometria, infine si angolano queste barre metalliche a parti dell’ edificio che si ritengano stabili. I pilastri vengono armati tramite un’armatura metallica. Intervento si attua con reti metalliche e spillature. Nel caso di archi e volte, c’è da dire che questi solidamente subiscono dei cedimenti sulle spalle di appoggio. Caso mai si verificassero questi cedimenti, per le strutture ad arco si eseguiranno dei placcaggi o dei reticoli cementati. Mentre nelle volte si esegue inizialmente lo svuotamento e la pulizia delle sovrastrutture, fino a portare in luce l’estradosso della volta stessa.
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l’irrigidimento di forma si attua costruendo, tra il livello del pavimento e la superficie, una serie di muretti in mattoni in getto di calcestruzzo a spessore sottile. Sopra l’arco viene posto un piano il sostegno del pavimento, tramite piccoli solaietti laterocementizi. In caso risulta ammalorato l’appoggio di una trave, si può intervenire con la sostituzione di un intero elemento oppure ripristinando il materiale deteriorato. Se si è rotta l’estremità di una trave , essa si può facilmente ripristinare con uno getto dentro un cassero in legno o metallico
vi sono altri metodi: A) l’inserimento di travi ortogonali, che riescono in un modo o nell’altro a rafforzare la trave principale;
B)l’affiancamento alla trave originale di un elemento inferiore fissato tramite una bullonatura, che sostituisce la capacità portante iniziale;
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C)il consolidamento tramite barra metallica o in carbonio, le quali ricostituiscono la continuità perduta per rottura delle fibre inferiori o ne integra l’efficienza statica.
Il consolidamento per aumento di portata si ha quanto ce appunto un aumento della portata oppure vi sono dei fenomeni deformativi. Si può procedere con: •
la modifica dello schema statico;
•
l’affiancamento di elementi strutturali collaboranti con quelli leganti;
•
l’uso di sistemi di consolidamento locale come mezzi integrativi del modulo di resistenza della sezione originale. Tanto più rigido è l’elemento, tanto più carico verrà assorbito da quest’ultimo. Conviene disporre il materiale migliore nelle zone di massima deformazione.
Per consolidare un solaio in legno, vi sono 2 metodi, il primo si attua fissando le teste delle travi principali, ed alcuni travicelli, alle muratura di bordo, ciò si può fare tramite delle staffe murate o inghisate con resina. Poi al tavolato vecchio se ne sovrappone uno nuovo con inchiodatura o avvitatura; poi si incolla con paste a base vinilica il vecchio e il nuovo tavolato.
37
. L’altra tecnica, si attua tramite un getto di calcestruzzo, quest’ultimo è armato con una rete elettrosaldata, la quale viene fissata tramite dei connettori e delle spillature fissati sulle travi secondarie. Sotto la rete viene posto un pianellato.
In caso venga rimossa una copertura, viene usato un cordolo di cemento armato. Questo viene messo al posto degli ultimi filari di muratura, perché quest’ultimi quasi sempre si trovano in uno stato di disgregazione. Questo cordolo può essere eseguito a tutto spessore o a spessore parziale, a seconda dell’esigenza che si presenta. Poi abbiamo il cordolo piatto. Questo tipo di cordolo si usa quanto la copertura non viene rimossa, esso viene collegato alle sommità delle murature per mezzo di spillature metalliche cementate.
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Nel caso in cui una capriata presenta dei dissesti è perché si ha il cedimento del nodo di appoggio; tale cedimento provoca lo slittamento del puntone e una diminuzione d resistenza dell’appoggio della catena.
Il sistema più semplice per intervenire è la posa, cioè, ci sarà l’utilizzo di ferrature di nodo che permettono di mantenere le varie aste in posizione nel nodo.
Se il condotto fra due elementi non coincide, questo può essere ricostruito con una sottile protesi.
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Oppure, un metodo più semplice consiste nel riempire l’interno del vano di contatto con una resina elastica. Anche l’accorciamento del monaco permette alla struttura di adeguarsi ad un funzionamento più congeniale alla statica originale.
Un altro metodo, può essere attuate con delle iniezioni di incollaggio con resina semirigida, con dei placcaggi laterali estesi con lastre metalliche o con spillature interne possenti
Un altro intervento si attua affiancando un doppio sistema di tiranti in acciaio.
40 Qualora ci fosse bisogno di una bonifica localizzata “per mancata manutenzione”, si interviene asportando tutto il calcestruzzo facilmente distaccabile all’esterno della gabbia di armatura metallica. Si procede poi alla pulizia della superficie di conglomerato e a quella dell’armatura metallica. per le parti d’armatura affette da ossidazione, si utilizza dell’ossido metallico mediante l’applicazione di convertitore, il quale trasforma l’ossido in un composto organico stabile, la superficie di applicazione viene preventivamente immobilizzata con un aggrappante;
in fine si esegue il rivestimento in betoncino di ripristino il quale è costituito da inerti selezionati, co degli additivi tipo lattice adesivo. Nel caso in cui si vogliano aumentare le dimensioni di travi e dei pilastri, l’incremento è ottenibile tramite l’aumento del calcestruzzo compresso. Nel caso si vuole integrare l’armatura metallica, sarà necessario ancorare alla vecchia sezione di cemento armato un nuovo elemento resistente a trazione. Nel caso di una trave inflessa si può agire integrando l’armatura perforando a 45° la sezione in prossimità dei vincoli fino all’estradosso ed inghisando con resina la porzione di tondo così inserito. Poi si saldano i due spezzoni e si esegue infine il rivestimento in betoncino. Il mantenimento in posizione di un ulteriore incremento di connessione si ottiene tramite delle spillature metalliche o tramite chiodi di acciaio. Si può usare anche una banda di fibra di carbonio con la quale si riduce il pericolo di ossidazione. I tal caso la connessione fra i due materiali si ha tramite l’incollagio con pasta epossidica, per cui è necessario che il supporto sia ben conservato o sia stato preventivamente consolidato. La fase finale del consolidamento può anche interessare gli impianti del fabbricato
41 INGLESE EXTERNAL WALLS In most houses built before 1920, the outer walls are usually constructed of solid brick. These can be identified by having headers as well as stretchers in the face of the wall. This type of wall is usually 230 mm thick, although 340 mm brickwork is also found. Some houses have exterior walls built from regular stone (ashlar) blocks backed with bricks. The latest type of construction is timber-framed, where the inner leaf forms the main structural frame of the house and the outer leaf is used just for decorating and weatherproofing. INTERNALL WALLS Some walls are structural or loadbearing, while others are non-loadbearing partitions. In many rooms, one or two walls will be the inside face of external ones, which are of course always loadbearing. The remaining wall of the room could be either structural or partition. A non-loadbearing wall acts merely as a divider between rooms and supports no load from the structure itself. The wall may be one single room height or it could extend upwards from the ground floor to bedroom ceiling level. The crucial point is that it supports only its own weight, not the house structure. Non-loadbearing walls are usually built of lighter materials than loadbearing ones and they are frequently constructed on top of floorboards with no special foundations. Loadbearing walls support part of the structure ofthe house. This type of wall has proper foundations and is usually built of brick or loadbearing concrete blocks.
42 MATEMATICA TEOREMA DI ROLLE Sia P(x) una funzione continua nell’intervallo [a,b] derivabile nei punti interni di questo intervallo e sia inoltre: f(a)= f(b). sotto queste condizioni esiste almeno un punto C, interno all’intervallo chiuso [a,b] nel quale la derivata della funzione è nulla; e cioè: f ’(c)=0
TEOREMA DI DE L’HOSPITAL Siano f(x) e g(x) due funzioni continue e nulle in X=X0 e derivabili in un intorno di X0; inoltre, la derivata g ’(x) non sia nulla in detto intorno. Allora, se esiste (finito o infinito) il limite di X e si ha: X
X0 = f ’(x)/g ’(x), esiste anche il limite X
X0 = f (x)/g (x),
X0 = f (x)/g (x)=f ’(x)/g ’(x),
DOMINIO DI UNA FUNZIONE Determinare l’insieme di esistenza di una funzione = dominio •
definizione di alcune regole generali:
A) le funzioni razionali intere hanno come insieme di definizione tutto il campo reale. B) le funzioni razionali fratte hanno come insieme di definizione l’intero campo dei numeri reali tranne i punti che annullano il denominatore. C) le funzioni irrazionali contenenti solo radicali di indice dispari hanno come insieme di definizione l’intero campo dei numeri reali.
LIMITE Trovare il limite di una funzione significa trovare a quale valore tende la funzione quanto la variabile indipendente X si avvicina sempre più ad un punto X0 detto punto di accumulazione.
43 CONCETTO DI DERIVATA La derivata di una funzione f(x) nel punto X0 rappresenta il coefficiente angolare della retta tangente alla curva di equazione y = f(x) nel suo punto di ascissa XO. FUNZIONI PIU COMUNI y = costante
y’ = 0
y=X
y’ = 1
y=X²
y’ = α per X con α – 1
y = sem X
y’ = cos X
y = cos X
y’ = - sen X
y = tg X
y’ = 1/ cos² X
y = cotg X
y’ = -1/ sen² X
y = eɬ
y’ = eɬ
regole di derivazione : •
Prodotto tra costante e derivate: y = K per f(x)
•
Somma di due funzioni: y = f(x) + g(x)
•
Prodotto di due funzioni : y = f(x) per g(x)
•
y’ = f ’(x) + g’(x)
y’ = f ’ (x) per g(x) + f(x) per g’ (x)
Rapporto di due funzioni: y = f(x)/g(x) y’ = f ’(x) per g(x) – f(x) per g’ (x)/ [g(x)]²
44 CONCETTO DI INTEGRALE L’integrale non è altro che l’area di una figura con contorno unistilineo. Primitiva integrale indefinito: si dice che la funzione f(x) è una primitiva della funzione f(x) nell’intervallo chiuso [a;b] se f(x) è derivabile in ogni punto di questo intervallo ed ivi risulta che f(x) = f(x). Esempio y = sen X
y’ cos X
la funzione sen X è una primitiva della funzione cos X perché la derivata di sen X è proprio cos X. Se f(x) è una primitiva di f(x), cioè se f ’(x) = f(x), accade che [f(x) + c] (c = costante arbitraria), è una primitiva di f(x). Esempio D[f(x) + c] = Df(x) + Dc = f ’ (x) + o = f(x) La totalità della primitiva di una data funzione f(x) si chiama integrale indefinito (o la più generale primitiva) della funzione f(x) e si indica col simbolo S => f(x) = S f(x) dx S f(x) dx = f(x) + c. In altre parole, per qualsiasi primitiva f(x) di f(x) risulta che: la derivata f(x) coincide con f(x) D[f(x)] = f(x). L’operazione di integrazione indefinita appare così come l’operazione inversa della derivazione. Quanto affermato implica che ad ogni regola di derivazione corrisponde una regola di integrazione indefinita.
45 CONCLUSIONI E RINGRAZIAMENTI: Anche se il mio percorso di studio non è stato supportato da attività didattiche pratiche credo che la mia esperienza professionale le abbia in parte colmate, sono sempre stato convinto che l’autodidattica ed il sapere siano sempre e solo l’unica arma veramente utile ed indispensabile affinché l’uomo possa emergere ed esaltarsi nella società.